Rivista Gratuita Giugno 2013 N°01
Rivista Gratuita Giugno 2013 Seguiteci su
Foto - Cinema - Libri - Arte Le Migliori Foto
L’Intervista ad Andrea Gallozzi
Lezione Fotografica La Ruota
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Graphic@MercurioComunicazioni
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Editoriale
Numero 01 Giugno 2013
Alcuni cittadini di Ladispoli si chiedono cosa abbia di bello la nostra città, forse un tempo anch’io lo facevo, quando ero più giovane preferivo divertirmi a Roma e stare spesso nella capitale perché amavo una vita diversa da quella che ora sento la necessità di vivere. Io sono uno dei tanti che ama Ladispoli, mi piace viverla ogni giorno e fare in modo che col tempo migliori e diventi una città ancor più unica di quella che già è diventata in poco meno di 50 anni. Mi piacerebbe far ristrutturare Torre Flavia perché sento quel monumento una parte integrante di me e delle mie radici. Pensate che bello poter ammirare Ladispoli dal suo tetto! E quanto sarebbe bello fotografarla una volta ristrutturata e portata ad essere come all’origine. Maggio 2013 è stato un mese un po’ particolare, ci ha regalato panorami estivi e invernali. La migliore foto del mese è stata scattata da Andrea Gallozzi, un fotografo che da poco ha iniziato a farci vedere Ladispoli dal punto di vista suo e della sua tecnica fotografica. Devo dire sinceramente che molte volte ammirando le sue foto sono
rimasto senza fiato. Il premio giuria di questo mese è stato assegnato alla foto in bianco e nero di Alfredo Cagiola della vecchia stazione, uno scatto che ritroveremo al contest di fine anno. A fine maggio abbiamo fatto una video intervista a Claudio Fraschetti che vi consiglio di vedere perché vi spiegherà la sua tecnica fotografica. Per vedere il video è sufficiente cliccare al LINK . Fraschetti ha capito l’essenza del gioco di Migliori Foto Ladispoli ed il mezzo mediatico che è diventato in brevissimo tempo, anche grazie all’amministrazione comunale che è sempre pronta a promuovere al meglio questa iniziativa culturale della nostra città. Il segreto per vincere il gioco è amare Ladispoli e scattare le proprie foto in base alle emozioni ispirate da un particolare momento. Fotografare le nostre emozioni ci rende liberi. “La vita tua, è solo tua, solo tu potrai trovar la luce scegliendo bene la strada da percorrere, solo tu potrai arrivar a credere in una Ladispoli migliore dove c’è pace e amore”. Ritroverete Fraschetti nel gazzettino di Ladispoli che uscirà a Giugno 2013 con la sua foto in doppia pagina da collezionare. I fotografi più bravi di Migliori Foto Ladispoli quest’anno si sono iscritti quasi al completo al gruppo Facebook di Marco Tanfi Associazione città delle immagini che troverete al LINK . In questo gruppo ci sono le foto di
Massimiliano Magro, Andrea Gallozzi, Marco Tanfi, alcuni scatti di Alfredo Cagiola, Claudio Fraschetti, Marco Izzo, Laura Ferrario, Tonino Giallombardo e molti altri. Venite anche voi ad ammirare i loro capolavori come anch’io faccio tutti i giorni. Migliori Foto Ladispoli è diventato un gioco destinato al divertimento e col quale possiamo conoscerci. Non tutti riusciranno a vincerlo, infatti è diventato sempre più difficile perché ogni scatto è sottoposto ad una giuria popolare costituita anche da chi non usa praticare l’arte della fotografia, però la vera essenza del gioco è concorrere tutti insieme per aiutare a far crescere la nostra città. Buon divertimento allora! Appuntamento sul nostro profilo Facebook .
Direttore Editoriale Christian Albert Sena Caporedattore/Copywriter Claudia Crocioni Grafica ed Impaginazione Marco Izzo
Pubblicità Mercurio Comunicazioni Editore Mercurio Comunicazioni Consiglio d’amministrazione C.A.Sena, C.Crocioni, M.Izzo
Hanno collaborato : Marco Bracale Città Delle Immagini
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Sommario 8 Le 14 Migliori Foto
Le 14 foto più votate sul profilo Facebook di Migliori Foto Ladispoli.
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16 La Migliore Foto Facebook
La foto vincitrice su Facebook Migliori Foto Ladispoli in doppia pagina.
18 La Migliore Foto Giuria La foto che ha vinto il premio Giuria Migliori Foto Ladispoli in doppia pagina.
22 Ladispoli: Punti di vista Altre foto di Ladispoli dal punto di vista dei nostri fotografi.
30 Speciale Startrail
Impariamo a viaggiare con le stelle! Con l’aiuto delle foto di Città delle Immagini.
32 Speciale HDR Marco Bracale ci spiega la tecnica HDR! Scopriamola.
36 Intervista ad Andrea Gallozzi 38 Intervista a Massimiliano Magro 40 Intervista a Claudio Fraschetti 42 Lo Scoop! Avvistata la Spatola Bianca a Ladispoli! Vediamo le foto.
44 Lezione Fotografia
Questa volta scopriremo un’invenzione primordiale La RUOTA!
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IIl Grande Gatsby, The Fast & The Furious 6, La Grande Bellezza.
52 Alienato In anteprima il 1°capitolo della 2° Edizione di “Alienato”, il romanzo di Claudia Crocioni. Edito da Mercurio Comunicazioni. Buona lettura.
60 Libri 61 DVD
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Classif ica 7
a c e b o o k
8 ©Claudio Fraschetti 15°
©Marco Tanfi 14°
9 ŠMassimiliano Totti 13°
10 ©Maurizio Villanelli 12°
©Andrea Gallozzi 11°
11 ©Tonino Giallombardo 10°
©Marco Izzo 9°
12 ŠMassimiliano Magro 8°
13 ©Alfredo Cagiola 7°
©Marco Bracale 6°
14 ©Tonino Giallombardo 5°
©Massimiliano Magro 4°
15 ©Simone Lorenti 3°
©Barbara D’Ulisse 2°
“Slowly” ©Andrea Gallozzi
Canon Eos 7D 70-200 F4 L 1/1000s
ISO 100 F4
Quello che mi piace di più, è fotografare i momenti sereni, quelli in cui tutto è perfetto e i soggetti sembrano raccontare in un fermo immagine il proprio stato d’animo. In questo frame, per me, il tempo era
rallentato e il sole che splendendo scaldava costantemente la scena mi trasmetteva un incredibile senso di pace. Proprio come quando senti che non ti manca niente per stare bene
“La vecchia stazione di Palo” ©Alfredo Cagiola
Premio Giuria
M a gg i o 2 0 1 3
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Ladispoli: Punti di Vista! ©Marco Tanfi
©Ugo Raparelli
23 ©Christian Albert Sena
©Claudio Fraschetti
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Ladispoli: Punti di Vista! ŠClaudio Fraschetti
25 ©Alfredo Cagiola
©Roberto Scorta
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Ladispoli: Punti di Vista! ©Marco Tanfi
©Marco Tanfi
27 ŠMarco Tanfi
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Startrail a Ladispoli eseguito dai ragazzi dell’associazione Città Delle Immagini.
Guida allo Startrail.
Puntare la nostra reflex verso il cielo e scattare con la posa B per un periodo lungo di tempo è sufficiente per imprimere sul sensore le tracce del movimento delle stelle. Questo modo di procedere è quello che si utilizza se si scatta con una reflex ©Massimiliano Totti
Startrail
a pellicola e nessuno vieta di procedere in questo modo anche in digitale. Tuttavia un’unica esposizione della durata di due ore porta facilmente all’insorgere di un vistoso rumore e soprattutto richiede di scattare in condizioni veramente favorevoli, dove cioè non abbiamo inquinamento luminoso. Con il digitale possiamo semplificarci il lavoro realizzando una lunga esposizione mediante la somma via software di esposizioni più brevi e quindi più controllabili.
Cosa mi occorre. Iniziare a sperimentare questa tecnica è semplice e alla portata di tutti, basta: • Una reflex digitale; • Un treppiede stabile; • Un intervallometro o un cavo per lo scatto a distanza che permetta il blocco del pulsante di scatto; • Un software per l’unione dei singoli scatti, ce ne sono molti ottimi anche gratuiti. Come si fa. Il primo passo è la scelta del luogo e della composizione. Non limitatevi a fotografare il cielo ma includete nello scatto altri elementi (naturali, paesaggistici, architettonici ecc…) che rendano lo scatto più interessante e offrano una contestualizzazione. Nello scegliere la composizione calcolate preventivamente il movimento delle stelle individuando la stella polare, tutte le altre stelle le ruoteranno attorno, le stelle più vicine producono una traccia più corta mentre quelle più lontane più lunga. Otteniamo rotazioni differenti anche usando diverse lunghezze focali, puntando verso diversi punti cardinali e scattando da diverse latitudini. Posizionate il treppiede, inquadrate e mettete a fuoco. La messa a fuoco al buio può essere complicata, mettete manualmente a fuoco all’infinito e fate degli scatti di prova spostando leggermente la ghiera. Prima di far partire il ciclo di scatti assicuratevi di aver ottenuto la messa a fuoco più precisa possibile. I settaggi della macchina fotografica sono il primo fattore che determina la riuscita dello scatto e vanno perciò scelti con cura: Tempi: scegliete in base alla quantità di inquinamento luminoso presente, ma non scendete sotto i 20 secondi, le stelle devono apparire come piccoli segmenti. Io ho utilizzato 30sec. Diaframma: Con un diaframma più aperto le stelle appaiono più luminose ma meno nitide. Un diaframma medio è un buon compromesso. Si possono ottenere effetti interessanti variando l’apertura del diaframma durante il ciclo di scatti. ISO: la scelta della sensibilità iso è il parametro più importante, contrariamente a quanto si può pensare i risultati migliori
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si ottengono alzando gli ISO. Con iso 800 ad esempio, la quantità di stelle catturata aumenta notevolmente rispetto ad ISO 100. Insieme alle stelle aumenta anche il rumore, ma non preoccupatevi troppo, il software per l’unione degli scatti lo riduce notevolmente. Il nemico numero uno di questa tecnica e dell’astrofotografia in generale è l’inquinamento luminoso che unito a quello atmosferico conferisce una dominante giallognola al nostro cielo oltre che ridurre drasticamente il numero di stelle visibili. A generare inquinamento luminoso ci si mette anche la luna, la luce di quest’ultima, quando è piena, illumina notevolmente il cielo. È meglio perciò scattare in assenza di essa. Accorciare i tempi di scatto e abbassare la sensibilità del sensore si rivela l’unica soluzione, dobbiamo però rassegnarci alle poche stelle molto luminose del cielo. I risultati possono essere comunque buoni, io ho scattato con discreto inquinamento luminoso includendo la luna (quasi piena) nell’inquadratura, si può fare ma attenti al flare. Arrivati a questo punto non ci resta che ©Massimiliano Magro
scegliere la modalità di scatto continuo e far partire il ciclo di scatti bloccando il pulsante di scatto. Scegliamo con cura il tempo di esposizione totale, i risultati più gradevoli si ottengono dall’una alle due ore di esposizione. Il bello della tecnica però è proprio la varietà di scatti che si possono ottenere variando la durata dell’esposizione totale o creando delle pause al suo interno. Eccedere con il numero di scatti ci permette in fase di unione di fonderne il numero che preferiamo e provare diversi effetti. Montaggio degli scatti. Il montaggio degli scatti avviene tramite software. Consiste nel sommare insieme agli scatti della sequenza anche uno o più dark frame. Un dark frame è uno scatto ottenuto nelle stesse condizioni della sequenza di scatti con le stesse impostazioni ma mettendo il tappo al nostro obiettivo, otterremo un fotogramma nero che presenta un rumore simile a quello di ogni scatto della sequenza. Il software sottrae alla sequenza
il dark frame riducendo il rumore. Fotoritocco. Una volta ottenuto il nostro scatto unito, possiamo rendere più gradevole il nostro cielo correggendo la dominante calda che l’inquinamento luminoso introduce se non ©Tonino Giallombardo scattiamo in condizioni di buio eccellenti. Aumentando il contrasto e schiarendo le alte luci possiamo evidenziare le stelle più deboli.
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La fotografia in HDR (High Dynamic Range, tradotto in Elevata Gamma Dinamica) è un metodo per acquisire un’immagine con una dinamica molto più elevata rispetto quella di una fotografia normale, permettendoci così di abbattere i forti contrasti di luce presenti nella nostra scena da catturare. Ma cos’è la dinamica? E’ il rapporto tra il livello di luce più basso e più alto percepibile dal sensore della nostra fotocamera e si esprime in EV (l’occhio umano ha una dinamica di 24EV mentre i sensori più moderni arrivano a 15EV circa). Cosa significa nella pratica? A tutti sarà capitato di trovarsi di fronte ad un tramonto e di volerlo immortalare. Ma, chi ci ha provato, si è reso conto della presenza di un problema che sembra insormontabile: esporre correttamente tutti gli oggetti nel campo visivo della nostra fotocamera così come li vediamo con i nostri occhi. Perché l’occhio umano ci riesce e la nostra fotocamera no? Appunto perché l’occhio umano ha una dinamica ben più alta rispetto sensore della nostra fotocamera. L’HDR
HDR
di Marco Bracale
risolve questo problema!
PREPARAZIONE, COMPOSIZIONE, REALIZZAZIONE Ma come si esegue uno scatto in HDR? Semplice, scattando più fotografie dello stesso soggetto con esposizioni diverse per “coprire” tutti i livelli di luce della nostra scena per poi unirle in un unico file immagine! Vediamo ora cosa ci serve per eseguire uno scatto in HDR e come procedere: • Individuare una scena dove sono presenti forti contrasti come un tramonto, una scena notturna, un soggetto in controluce, l’interno di un edificio ecc. E’ essenziale che la scena sia ferma, statica, senza soggetti in movimento che porterebbero dopo alla presenza di immagini fantasma nel nostro risultato finale (es. persone e automobili in movimento) • E’ essenziale avere un cavalletto fotografico o comunque un supporto dove tenere la fotocamera ben ferma ad inquadrare sempre la stessa scena: una diversa inquadratura tra le varie pose potrebbe rendere le singole immagini non perfettamente compatibili causandoci
non pochi problemi in fase di elaborazione dell’immagine. • Impostare la modalità di scatto in manuale M (o priorità di diaframmi AV/A), una sensibilità ISO non troppo elevata per evitare di avere una foto sgranata (avendo un cavalletto non abbiamo problemi di mosso con lunghe esposizioni per cui non è necessario utilizzare una sensibilità ISO molto alta per ridurre i tempo di
esposizione) e un diaframma né troppo aperto (per evitare il rischio di accentuare le aberrazioni ottiche dell’obbiettivo) e né troppo chiuso (per il il rischio di avere immagini poco definite), in modo tale da avere una grande profondità di campo (es. f/10, f/11 o f/13) • Il fattore più importante dell’HDR come
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detto è l’esposizione. Come impostarla per ottenere gli scatti che ci servono? Prima di tutto preciso che normalmente si effettuano 3 o 5 scatti a seconda di quanti e quali contrasti ci sono e comunque in modo tale da coprire tutte le diverse esposizioni della scena. Le variazioni di esposizione solitamente si effettuano nell’ordine di 1 STOP (ovvero raddoppiando/dimezzando il tempo di
tare anche altri 2 scatti (-3 +3) o anche usare esposizioni intermedie (1/3 2/3 di stop) laddove la differenza di 1 STOP sia troppo elevata. ELABORAZIONE, POST-PRODUZIONE Vediamo adesso come ottenere la nostra immagine HDR a partire dalle immagini scattate. I 2 principali programmi che si utilizzano per elaborare immagini HDR sono Photomatix Pro e Photoshop; per
sciamo selezionato 32bit/canale sopra il grafico e diamo l’OK. Ora l’immagine che abbiamo è a un buon livello di elaborazione e si apprezza l’utilità della somma delle varie esposizioni rispetto all’esposizione singola. Volendo elaborare ulteriormente l’immagine possiamo aprire la finestra dei livelli da FINESTRA>LIVELLI e applichiamo un livello di regolazione (icona centrale in basso alla
esposizione di partenza), per cui (esempio con 5 scatti) dobbiamo scattare con esposizioni di -2 -1 0 +1 +2 stop. Per esempio, con un’esposizione di partenza, ovvero il valore che ci suggerisce l’esposimetro, di 1/100 avremo esposizioni da 1/400 1/200 1/100 1/50 1/25. E’ possibile anche eseguire gli scatti automaticamente con la funzione Auto Exposition Bracketing (AE-B) ma personalmente preferisco scattare manualmente. Ovviamente, la dove 5 immagini non bastano per coprire tutte le esposizioni della scena possiamo scat-
diffusione d’utilizzo vediamo come agire in PhotoshopCS (Photomatix Pro a mio avviso da risultati migliori ma è un software a pagamento). Apriamo Photoshop e andiamo su FILE>AUTOMATIZZA>UNISCI COME HDR. Si aprirà una finestra, selezioniamo i nostri scatti e diamo OK. Dopo una prima elaborazione otteniamo al centro un’unione grezza delle nostre immagini, a sinistra gli scatti di partenza con i livelli di stop utilizzati e a destra il grafico che rappresenta il punto di bianco che possiamo variare a nostro piacimento muovendone il cursore sottostante. La-
finestra dei livelli, il cerchietto nero e bianco) e spuntiamo la voce LIVELLI, dove possiamo regolare la luminosità, mezzitoni, luci e ombre. Ora possiamo salvare l’immagine in formato PSD (in caso vorremo mantenere i livelli di singoli scatti separati) a 32bit o in JPEG per ottenere l’immagine finale. Andiamo su IMMAGINE>METODO>8 BIT/CANALE e clicchiamo su UNISCI nella finestra che ci appare. Si apre un’altra finestra dove possiamo ulteriormente regolare dei parametri (esposizione e gamma) e diamo OK. Abbiamo così ottenuto la nostra immagine HDR!
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L’intervista! Andrea Gallozzi
Raccontaci chi sei e qualcosa di te. Vivo a Ladispoli da quando sono sposato, sono papà di due ragazze Giorgia e Francesca. Sono un consulente commerciale nel settore servizi e lavoro nel centro Italia. Fino al 2007 odiavo la fotografia, mi annoiava tantissimo fare foto e delegavo sempre a mia moglie. Fino a quando un mio carissimo amico malato di fotografia mi convinse a comprare la mia prima reflex digitale. Iniziò a spiegarmi le basi, facemmo qualche uscita e da lì scoppiò la passione. Oggi scatto sia in analogico che in digitale. Qual'è la tecnica fotografica che preferisci adottare nella maggior parte delle tue foto? ©Andrea Gallozzi
Non utilizzo tecniche particolari, mi piace la foto di strada e la foto di dettaglio, mi viene naturale celare l'evidente, dare spazio a quelle piccole cose che normalmente, ad esempio in un paesaggio, non vengono considerate. Prediligo fotografare con lenti dalle focali molto aperte, oppure con il tele obiettivo che per sua concezione sfoca tantissimo il contorno. Quando non scatto "street" fotografo la natura fondamentalmente e il mio "habi-
tat naturale" è il mare, in tutte le stagioni. In questo mi aiuta anche essere iscritHo l'abitudine di fare lunghe camminate to al noto social network Instagram, ho con la mia macchina fotografica sulle no- l'abitudine di postare una foto del mare stre spiagge, specie in inverno, quando il scattata con il mio cellulare ogni mattina. mare è agitato. Scatto dal 2007 ma con più consapevoCon quale fotocamera scatti? Marca lezza e assiduità dal 2010. modello Hai qualche consiglio da dare ai nostri Al momento utilizzo una Canon Eos 7D lettori? ma a breve cambierò modello (spero) A chi non ha la passione della fotografia Per quanto riguarda l'analogico invece dico che quando ho iniziato mi sentivo ho una medio formato Pentacon Six TL del ©Andrea Gallozzi 1976. Fino ad ora non avevi mai partecipato ad un contest organizzato da MFL, in futuro pensi di gareggiare ancora? E' stata una bellissima sorpresa per me, non sapevo neanche esistesse un contest, in pochissimo tempo mi sono ritrovato dentro il gruppo "Città delle Immagini" - invitato da Massimiliano Magro, mio amico su Fli- impacciatissimo, facevo foto a qualsiackr da diversi anni - e da lì la condivisione si cosa, paesaggi, persone e soggetti della mia foto su MFL. davvero di ogni tipo, poi piano piano ho Non avevo dato impor- trovato la mia dimensione. Non avrei mai tanza a quello scatto, immaginato che questa passione creanzi non ero neanche scesse così tanto e mi aiutasse sopratsicuro di postarlo, e tutto a mettermi sempre più in contatto invece… con me stesso, se non le avessi dato Mi piace tantissimo l'i- modo di esprimersi mi sarei perso davdea che le persone del- vero qualcosa di bello e importante per la mia città vedano le me. mie foto, in fondo come Credo che la fotografia sia come un tutti io scatto per me, seme, bisognerebbe spargerlo il più ma sapere che al di possibile, i suoi frutti sono sempre unici fuori della mia cerchia e ripagano tantissimo, pertanto quello ci sia qualcuno che ap- che mi sento di dire a tutti gli appassioprezza quello che fac- nati - anche se so già che è un'abitudicio, mi fa davvero tanto ne largamente diffusa tra i fotografi - è tanto piacere. di condividere questa passione, cercare Quindi certo, mi piace l'idea, credo che di trasmetterla alle persone vicine il più parteciperò ogni qualvolta me ne darete possibile. modo. Concludi come vuoi Quanto tempo dedichi alla fotografia e Ringrazio tutti voi, che con impegno e deda quanto tempo scatti? dizione date spazio a questa bellissima Appena posso scappo a fare foto, che sia forma d'arte, stimolandoci sempre di più mattina pomeriggio o sera, ho la fortuna a fare ciò che ci piace fare, fotografare ! di abitare vicino al mare per cui anche quando ho un'oretta ne approfitto, cerco di farlo quotidianamente.
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L’intervista!
Massimiliano Magro
Dicci qualcosa di te e del tuo stile fotografico. Sono nato a Roma nel 1969. Vivo a Ladispoli dal 1990, la città dove ho sempre trascorso i mesi delle vacanze estive, visto che mio padre comprò qui la seconda casa quando io avevo solo un anno. Sono stato da sempre interessato alla fotografia, appassionato soprattutto dalle opere dei grandi fotografi. Da qualche anno ho cominciato a scattare, dappri-
©Massimiliano Magro ma dedicandomi a immortalare la famiglia, poi appassionandomi ai paesaggi. In particolare gradivo il litorale tirreno tra Roma e Civitavecchia per motivi logistici ma anche affettivi. Sono un autodidatta cresciuto con i forum nel web, ed ho avuto la fortuna di conoscere Pino D’amico, al quale devo gran parte dei miei progressi, sia in fase di scatto che in post produzione. Quasi tutte le mie foto nascono prima nei miei pensieri. Individuato il posto aspetto il momento giusto per scattare, predisponendo la mente a scegliere in anticipo la composizione e i filtri da usare. Difficilmente faccio foto
paesaggistiche che non siano all’alba o al Le mie foto sono fatte con una Nikon tramonto. Scatto sempre in Raw per poi D90, l’obiettivo che uso più spesso è il sviluppare la foto in camera chiara. Scat- 12-24 della Nikon. Per i ritratti invece ho tare in Jpg, almeno che uno non abbia al- il mitico Nikon 50mm 1,8. Concludono il ternative, secondo me equivale all’effetto mio parco ottiche il “tutto fare” Nikon 18polaroid ai tempi della pellicola. Si pro- 105 e uno zoom Tamron 70-300. Il nuoducono ottime foto ricordo, ma queste vo arrivo è il fisheye Samyang 8mm con il contengono un significato prettamente quale mi diverto a fare foto creative. affettivo legato al momento vissuto, dif- Quanto tempo dedichi alla fotografia e ficilmente affascinano gli osservatori da quanto tempo scatti? che non rimangono quasi mai coinvolti Non riesco a dire quanto tempo dedico dall’immagine. Ultimamente ©Massimiliano Magro insieme ad altri fotografi e appassionanti abbiamo dato vita ad un’associazione (Associazione Fotografica Litorale Nord), con l’intento di collaborare con alcuni gruppi già presenti nella zona, per cercare di valorizzare il nostro territorio. Per fare foto documentative e di reportage ma soprattutto per far appassionare e divulgare questo bellissimo hobby. La foto in doppia pagi- alla fotografia, ci sono dei periodi dove gli na è ritoccata al com- impegni famigliari e lavorativi sono molti, puter? Raccontaci di nei quali mi concentro più sullo studio e questa foto e della tec- all’osservazione delle foto degli altri, penica che hai usato. riodi dove scatto molto e periodi dove La foto scelta, come preferisco distaccarmi totalmente. tutte le mie foto, è scat- Hai qualche consiglio da dare ai nostri tata in Raw e sviluppata lettori? in Camera Raw di Pho- Per tutti quelli che si avvicinano a quetoshop, aumentando sto fantastico hobby mi sento di dire che contrasto e nitidezza. i consigli e le critiche sono le cose che Con Photoshop ho rad- più fanno crescere. Sono tutti autorevoli, drizzato l’orizzonte e sia quelli fatti da professionisti che non. clonato due pali presen- Questo non vuol dire snaturare il proprio ti sui frangiflutto che di- modo di fare foto ma ampliarne la prosturbavano leggermen- pria visione. te la visione. In fase di scatto ho applicato Concludi come vuoi. un filtro Gnd p 121 s della Cokin per non Colgo l’occasione per ringraziare mia bruciare le alte luci ed esporre bene per moglie che tanto mi ha supportato e sopla parte bassa. Questa foto è stata scat- portato in questa passione. Tra l’altro è tata il 25 ottobre del 2010. Il posto lo la prima a darmi i consigli e rivolgermi conoscevo bene dato che la casa di un critiche negative e positive prima e dopo mio amico si affaccia proprio sullo stabi- lo sviluppo. limento Scorpion Bay. Uscito dal super- Ringrazio Christian Albert Sena e Migliomercato vicino casa ho visto il cielo colo- ri Foto Ladispoli che mi hanno dato querarsi di rosso ed ho subito pensato che sta opportunità di mostrare la mia arte quella fosse una condizione favorevole a di fotografare. scattare. Il mare mosso mi ha aiutato a Buona luce a tutti e se potete scattate rendere la foto più affascinante. in Raw. Con quale macchina fotografica scatti? Marca e modello.
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L’intervista! Claudio Fraschetti ©Marco Izzo
Raccontaci qualcosa di te. Sono nato a Roma e sono 25 anni che vivo a Ladispoli, mi trovo benissimo, sono in pensione ed ho tutto il tempo di sviluppare i miei hobby come la fotografia. Sono due anni che scatto. Con la macchina riesco ad esprimere ciò che ho dentro. Oggi la foto sta diventando troppo tecnica, si guarda più all’estetica che al contenuto, ho visto foto perfette di autori conosciuti ma che non esprimevano emozioni. Da quanto tempo fotografi? Poco, due anni, ho fatto un corso a Ladispoli con Fabio Soldaini, mi ha inculcato la passione per la fotografia. È dal 2012 che mandi foto a Migliori Foto Ladispoli, sei stato da subito molto apprezzato. Si fra le tante foto che ho scattato qualcuna l’ho indovinata (sorride). Non capisco quale merito io abbia avuto nel farlo ma a me piace Ladispoli e la fotografia è un modo per tirare fuori il bello dalle cose, questo è il senso della fotografia, spesso le persone non hanno tempo per i dettagli. Preferisci il metodo analogico o digitale? Il digitale aiuta. L’analogico è un limite che si supera con la bravura ma il digitale è un’evoluzione del settore che possiamo sfruttare a nostro vantaggio anche se non siamo esperti. Quale attrezzatura usi? Uso una Sony, essendo all’inizio ho intenzione di cambiarla prossimamente pro©Claudio Fraschetti
babilmente con una Nikon. Più vai avanti al perfezionismo. Ammetto però che in e più si chiede alla propria macchina fo- certi ambiti è necessario, ma non al fine tografica. per il quale scatto io: cogliere l’attimo. Quale è il tuo sog- ©Claudio Fraschetti getto ideale per la fotografia? Le donne. Mi piacerebbe avere uno studio fotografico per poter tirare fuori il meglio da ciò che mi piace. Mi piacerebbe anche cambiare i soggetti più gettonati di Ladispoli, come il Castello Odescalchi o Torre Flavia. Arricchirli con delle scenografie, ad esempio far posare nei Cosa pensi della collaborazione con il dintorni un centinaio di persone con degli Gazzettino di Ladispoli? 4000 persone ombrelli rossi. In fin dei conti altrimenti vedranno la tua foto in doppia pagina. si fotografa sempre la stessa cosa. La Mi fa sicuramente piacere, ma per me fotografia è utile anche a notare dei è un gioco. Quel giorno la foto al castelparticolari che inquadrando vengono lo l’ho fatta proprio perché diversa. C’eignorati, ma che poi catturano la tua at- rano dei cavalli e lo scenario era quindi tenzione dopo la stampa. È la macchina cambiato. Non sono troppo soddisfatto che decide ciò che vuole fotografare. La della tecnicità ma andavo di fretta per fotografia è eterna, si fissa un momento non farli andare via. È importante il punto che non tornerà mai più. In questo senso di vista dal quale si scatta perché spesso cambiandolo, il risultato dell’immagine cambia radicalmente. Da quanto sei iscritto a MFL? Da quando è nato. Con MFL ho avuto uno scopo nello scattare, uno stimolo. Adesso non è più un hobby fine a se stesso, ma posso far girare la foto sul web e tendere quindi al miglioramento. Adesso è difficile vincere, sono diventati tutti ©Claudio Fraschetti bravi, è salito il livello e si sono aggiunti quest’arte è magica, anche il momento fotografi professionisti. Io partecipo per della giornata più insignificante, non tor- gioco, per me è l’hobby più importante. nerà mai più. Dunque come si fa a giudi- Mi piacerebbe arrivare a creare dei veri care una foto? In un attimo si possono e propri set fotografici ma questo è un imprimere molte emozioni e solo chi era altro progetto. presente può percepire fortemente il contenuto dell’immagine. Sono contrario
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Lo SCOOP! Nei pressi della Palude di Torre Flavia, è stato scorto il volatile chiamato Spatola Bianca. È un esemplare che raramente viene avvistato in Europa. Siamo fortunati, abbiamo un’oasi fantastica... Quant’è bella la nostra città?? Le due foto sono state scattate nella palude di torre flavia in due giorni diversi. La spatola appartiene alla famiglia dei Treschiornitidi, ordine dei Ciconiformi. Questo uccello è caratterizzato da suo lungo becco a spatola che utilizza per setacciare l’acqua. Ha inoltre un piumaggio bianco e scorrono tra il lungo collo ed il petto, delle sfumature gialle che si caricano di colore durante la stagione degli amori. Le sue zampe sono lunghe e slanciate, caratteristica tipica degli uccelli cicogniformi. La sua apertura alare è di 115-130 cm e la sua altezza raggiunge i 90cm. Le spatole che abitano l’Asia e l’Europa sono quasi tutte bianche e presentano in qualche caso delle zone di pelle senza piumaggio sulla faccia, e sovente hanno la cresta. La spatola rosa invece, abita l’America ed ha tutta la testa nuda. Le ali e l’addome sono rosa e rossi, la coda è arancio. Il loro habitat naturale è la palude, la laguna e la riva dei fiumi. Infatti essa vive in zone umide che presentano acque non profonde e dolci. Vive in colonie e si sposta in gruppo anche per la ricerca del ©Andrea Gallozzi
Avvistata la SPATOLA BIANCA! ©Aldo Marinelli
cibo e per riposare. Per mangiare questo uccello sfrutta il becco e le lunghe zampe. Immergendo il becco in acqua lo muove a destra e a sinistra, la spatola che ha in punta funge da piccola falce che infilza animaletti acquatici come insetti e gamberetti. Spesso durante la caccia le spatole si schierano in fila quasi a formare una barriere e migliorare la loro efficienza. A volte fornendosi cibo a
vicenda. Durante l’accoppiamento la spatola si dirige in aree boscate ed umide, predilige i pioppeti ed i grandi cespugli, dove costruiscono nidi a circa 5m dal suolo. Anche questo aspetto della loro vita è progettato per essere vissuto in gruppo. I nidi infatti sono posizionati non a molta distanza l’uno dall’altro, a volte addirittura a contatto. In primavera la deposizione delle uova avviene nello stesso periodo ed è quasi sincrona all’interno della colonia, così da ridurre il rischio di attacchi da parte di predatori. Sono deposte circa quattro uova che sono incubate per 25 giorni. Le piccole spatole lasciano il nido dopo un mese e mezzo dalla schiusa. Alla fine dell’estate questo elegante uccello lascia le regioni fredde per svernare nelle calde terre africane. La migrazione avviene gruppi non troppo numerosi. Essi si dispongono su un’unica fila per posizionarsi ad altezze piuttosto elevate. Purtroppo la bonifica di molte zone umide e l’eccessivo disturbo da parte dell’uomo, al quale la spatola è particolarmente sensibile, hanno determinato la riduzione della popolazione in molte zone.
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Scuola di Fotografia lezione 00/2 Gira la Ruota
Sulla vostra reflex, ma spesso anche sulle bridge e sulle compatte, la scelta della modalità di scatto non si limita ad “automatico” o “manuale”. Vi sono altre funzioni che, imparandole ad usare, consentono di scattare con i parametri della fotocamera impostati al meglio, così da aiutarci in qualsiasi situazione di luce. Dunque capendo come girare la “ruota delle modalità” non sarete più costretti a scattare foto in automatico, privandovi di un tocco di personalità, ma neanche obbligati a scattare completamente in manuale rischiando che l’inesperienza non renda giustizia al soggetto che state per immortalare. Iniziamo elencando alcuni dei parametri che, soprattutto usando una reflex, possono essere impostati secondo la volontà del fotografo: Il tempo di esposizione, l’apertura del diaframma, la modalità di messa a fuoco automatica, il flash, e il bilanciamento del bianco.
AUTO Modalità automatica. Tutti i parametri elencati precedentemente sono regolati dalla fotocamera.
M Modalità manuale. Tutti i parametri elencati prece d e n te me n te sono regolati dal fotografo, il quale potrà aiutarsi con l’esposimetro, visibile nell’oculare, che gli consiglierà la giusta esposizione. Questa modalità è dedicata a chi ha molto tempo per scattare, ed ha maturato una certa esperienza nell’uso della reflex. Quali sono quindi gli altri profili di scatto? Come possiamo in condizioni di tempo ristretto o di inesperienza, produrre foto valide ma con un tocco di personalizzazione? Fortunatamente le varie case produttrici hanno raggiunto una certa standardizzazione per quanto riguar-
a cura di Marco Izzo
da i comandi, è dunque possibile tracciare delle linee di base, in comune
P. Modalità Program. combinazione Tempo/Diaframma. Il fotografo sceglie il tempo d’esposizione o l’apertura del diaframma, la macchina sceglierà l’altro valore in modo che la foto risulti ottimale in termini di esposizione. Include una libera gestione del flash.
ci. Raccomandiamo inoltre l’uso del cavalletto per tenere ferma la macchina mentre l’otturatore è aperto. Esistono poi, profili di scatto che non sono rappresentati da lettere ma da piccoli disegni.
MACRO: È rappresentato in genere con un fiorellino, il profilo è Dedicato agli scatti ravvicinati. ©Marco Izzo
A o AV. “Aperture” ovvero, Priorità al Diaframma.
Il fotografo sceglie l’apertura del diaframma e la macchina calcola il tempo esatto di posa. Ricordiamo che un diaframma più chiuso (Valore f elevato) corrisponde ad una maggiore nitidezza dell’immagine e ad una minore luminosità. Al contrario un diaframma aperto (Valore f basso) lascerà entrare più luce a discapito della nitidezza.
S o T. “Shutter” otturatore o “Time” tempo. Corrisponde all’opposto di A/ AV.
Il fotografo sceglie il tempo di scatto, la macchina sceglie l’apertura del diaframma. Ricordiamo che allungando la durata della posa si otterrà un affascinante effetto di mosso sui soggetti in movimento, come ad esempio l’acqua o le nuvole. Sarà necessario però che il diaframma sia molto chiuso per evitare un’entrata di luce in eccesso. Sono consigliabili paesaggi serali, notturni, oppure l’uso di filtri specifi-
Con l’impostazione macro, il punto di messa a fuoco è quello centrale, in alcuni casi anche l’esposimetro si concentra sulla zona centrale ed i colori risultano più accentuati, specialmente il verde e il rosso. Può intervenire il flash della macchina. SPORT: È rappresentato in genere con un omino che corre, il profilo è finalizzato a rendere il soggetto sempre nitido. Chiamata anche modalità di scatto
©Marco Izzo
45 Visita la sua pagina sportiva, se scelta, attiva in genere lo scatto a raffica con autofocus continuo. Tenendo tenuto il tasto di scatto a metà, la macchina insegue il soggetto e lo tiene sempre a fuoco. Il tempo di posa e sempre minimo. Il flash non si attiva automaticamente. RITRATTO: È rappresentato in genere con il profilo di una donna. Si usa per ottenere il tipico effetto ritratto col soggetto in primo piano e lo sfondo sfocato.
Facebook PANORAMA NOTTURNO: È rappresentato in genere con un paesaggio al chiaro di luna. Molto simile alla modalità paesaggio. La macchina apre il diaframma al massimo, alza gli ISO e riduce il tempo di posa. L’obiettivo è scattare foto notturne in assenza di un cavalletto. Se invece possedete il treppiedi basterà posare con tempi lunghi per ottenere immagini luminose e nitide contemporaneamente. Il diaframma rimane piuttosto chiuso e gli ISO sono mantenuti bassi.
©Marco Izzo Il diaframma è molto aperto e gli ISO sono mantenuti generalmente alti per evitare un effetto mosso. Il flash si attiva se la luce non è sufficiente.
©Marco Izzo
PANORAMA: È rappresentato in genere con una montagna. Ideale per i paesaggi. La modalità paesaggio ha di solito un valore di saturazione e di nitidezza maggiori. Il diaframma è tenuto abbastanza chiuso per garantire nitidezza ed aumentare la profondità di campo. Il tempo di posa può essere alzato perché in genere non ci sono soggetti in movimento. Il flash è disattivato. ©Marco Izzo
Abbiamo esaminato ben dieci profili di scatto. Non resta che esercitarvi con una reflex e scegliere la modalità che più si adatta alle vostre esigenze, oppure imparare ad usarle tutte, per poter sfruttare al meglio la vostra macchina digitale. Le lezioni di fotografia continuano a Giugno, vi parleremo dell’inquadratura. Per ora è tutto, buona luce dalla redazione di Migliori Foto Ladispoli!
Graphic@MercurioComunicazioni
FOTO DI MASSIMILIANO MAGRO
S E T T I M A N A L E
LA PARROCCHIA SAN FRANCESCO D’ASSISI IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA CITTÀ DELLE IMMAGINI ORGANIZZA IL CONCORSO
FOTOGRAFIAMO CERENOVA E CAMPO DI MARE LA RACCOLTA DELLE FOTO AVRÀ INIZIO IL 15 MAGGIO 2013 E TERMINERÀ IL 20 AGOSTO 2013. LE 12 FOTO SARANNO STAMPATE ED ESPOSTE DAL 4 OTTOBRE.
LE 12 FOTO PIÙ BELLE VERRANNO SCELTE DA UNA GIURIA DI FOTOGRAFI ESPERTI PER ESSERE SUCCESSIVAMENTE PUBBLICATE SUL CALENDARIO 2014 DELLA PARROCCHIA. DAL 30 AGOSTO AL 30 SETTEMBRE VERRANNO PUBBLICATE SUL GRUPPO FACEBOOK L’ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA LITORALE NORD PER ESSERE VOTATE. LE TRE FOTO PIÙ VOTATE SU FACEBOOK VERRANNO PREMIATE DURANTE LA FESTA DI SAN FRANCESCO PRESSO LA PARROCCHIA SAN FRANCESCO D'ASSISI A CERENOVA.
LE TRE FOTO PIÙ VOTATE SU FACEBOOK VERRANNO PREMIATE DURANTE LA FESTA DI SAN FRANCESCO PRESSO LA PARROCCHIA SAN FRANCESCO D'ASSISI A CERENOVA. PER PARTECIPARE AL CONCORSO SI DEVONO INVIARE UN MASSIMO DI N°2 FOTO A PERSONA INDICANDO NOME E COGNOME, INDIRIZZO E-MAIL E TELEFONO ALL’INDIRIZZO: FOTOGRAFIA@ORTICAWEB.IT GIURIA: ALESSANDRO ZOCCHI, FABIO SOLDAINI, LAURA FERRARIO, PINO D’AMICO, MASSIMILIANO MAGRO, MARCO TANFI.
N.B. LA GIURIA SI RISERVA DI ESCLUDERE LE FOTO RITENUTE INOPPORTUNE. - PER GARANTIRE UNA QUALITÀ DI STAMPA ADEGUATA, SARANNO ACCETTATE SOLO FOTO CON LATO LUNGO NON INFERIORE A 3000 PIXEL EQUIVALENTE DI UNA MACCHINA FOTOGRAFICA COMPATTA O SUPERIORE.
VENITE A CONOSCERCI SU FACEBOOK: CITTÀ DELLE IMMAGINI ASSOCIAZIONE FOTOGRAFICA
PER INFORMAZIONI POTETE RIVOLGERVI A: MARCO TANFI 328 7176148 - LAURA FERRARIO 338 5646763 - CITTADELLEIMMAGINI@GMAIL.COM
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CINEMA
a cura di Claudia Crocioni
Adesso al Cinema,Trame & Recensioni
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La Grande Bellezza TRAMA Film impresa di Paolo Sorrentino. Fa da sfondo una Roma estiva all’apice della sua bellezza. Jep Gambardella ha sessantacinque anni ed è un giornalista affermato che si muove tra cultura alta e mondanità, forte di quella personalità che non ha perso fascino con l’avanzare del tempo. Film ricco di contrasti estremi, esempi di mondanità esagerata, ed intimità. Esempi di alienazione ma anche di grande consapevolezza. USCITACINEMA: 21/05/2013 GENERE: Drammatico REGIA: Paolo Sorrentino SCENEGGIATURA: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello ATTORI: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Luca Marinelli, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Pamela Villoresi, Carlo Buccirosso, Ivan Franek, Stefano Fregni FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi MONTAGGIO: Cristiano Travaglioli MUSICHE: Lele Marchitelli PRODUZIONE: Indigo Film, Medusa Film, Babe Films, Pathé DISTRIBUZIONE: Medusa Film PAESE: Francia, Italia 2013 DURATA: 142 Min FORMATO: Colore
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CINEMA
a cura di Claudia Crocioni
The Fast and the Furious 6
TRAMA: Da quando la “famiglia” di Dominic Toretto ha incassato 100 milioni di dollari in un colpo solo a Rio de Janeiro, i componenti della sua banda sono andati ognuno per la sua strada, ricchi sì, ma non liberi di tornare a casa. Quando lo sbirro Hobbs si troverà all’inseguimento di un’organizzazione terroristica che minaccia l’equilibrio politico dell’intero globo, la squadra di Vin diesel e Paul Walker sarà chiamata a riunirsi di nuovo a Londra per rovinare i piani di uno spietato criminale e conquistare l’indennità. Colpi di scena garantiti fra il ritorno di Letty (Michelle Rodriguez) e un Brian in veste di papà.
USCITA CINEMA: 22/05/2013 GENERE: Azione REGIA: Justin Lin SCENEGGIATURA: Chris Morgan ATTORI: Vin Diesel, Paul Walker, Dwayne Johnson, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Gina Carano, Luke Evans, Jason Statham, Elsa Pataky, Gal Gadot, Sung Kang, Shea Whigham, Ludacris, Joe Taslim, Lee Asquith-Coe, Kim Kold, Stephen Marcus, Clara Paget, David Ajala FOTOGRAFIA: Stephen F. Windon MONTAGGIO: Kelly Matsumoto, Christian Wagner PRODUZIONE: Original Film DISTRIBUZIONE: Universal Pictures Italia PAESE: USA 2013 DURATA: 130 Min FORMATO: Colore
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La recensione Il Grande Gatsby Lo so carissimi lettori, questo film lo avevo preannunciato, vi avevo messo la pulce nell’orecchio già ad Aprile. Ma questa volta voglio proprio dire la mia opinione per intero. La regia è di Baz Luhrmann, sì è lui. È quello di Nicole kidman in “Moulin Rouge!” ed “Australia” rispettivamente 2001 e 2008. Ma soprattutto è quello del Di Caprio di “Romeo + Juliet”. Ebbene sì, avevo sette anni ma ancora ricordo quel fantastico acquario e la voce strepitosa di Des’ree in “Kissing you”. Avete letto il romanzo di Fitzgerald? Vi siete fatti un’idea dei festini di Gatsby? Bene, quale regista poteva meglio interpretarlo? Chi se non quello che ha inscenato un Rave Party a casa dei Capuleti nel ’96? Chi se non quello che ha immaginato Mercuzio farsi di Ecstasy? La vita e la villa di Gatsby “The great” sono formidabili, in primis perché lui è milionario e poi anche perché lui è affascinante, è un uomo avvolto nel mistero del suo passato, del suo ritorno e dei suoi modi sublimi ed eleganti. Gatsby è grande anche perché interpretato da Di Caprio, il principe delle eccezioni che confermano la regola, e qui voglio essere franca. Sarò un’anti anticonformista. Chi l’ha detto che gli attori esteticamente gradevoli, debbano essere per forza incapaci di recitare? Chi l’ha detto che un attore il quale ha fatto innamorare una qualche migliaia di dozzine di teenager, debba essere per forza incapace di
recitare? Di Caprio non è un belloccio, chiedetelo a Martin Scorsese.
Nella sua vita ha interpretato tutti i ruoli: Il cattivo, il morto di fame, il drogato, la spia, lo psicopatico, il gangster e contemporaneamente, il bello e molto altro. Signori, se non è attore lui, chi lo è? Insomma, lo ha scelto anche Tarantino ultimamente, di quali altre referenze necessita? Tornando al film, il conflitto insito nella trama è palese:
Nobili di cuore e nobili di sangue. Amore per l’amore e amore
per i soldi. Gatsby crede di poter replicare il passato, facendo innamorare nuovamente di lui Daisy (Carey Mulligan). La ricca ragazza malinconica e adesso irraggiungibile, per la quale aveva, a causa del suo amore per lei, deciso di dare un freno alle sue ambizioni. La sua tendenza alla grandezza alla quale era stato destinato, ed ispirato, da una forza
metafisica e costante, sarà totalmente indirizzata allo scopo di riconquistare la sua amata. Fra una festa in pompa magna e un sospiro espresso di notte, volgendo lo sguardo alla luce verde nella costa opposta della baia, dove Daisy abita col marito Tom Buchanan (Interpretato da un cinico, maschilista, spavaldo ed infedele Joel Edgerton) Gastby dedicherà la sua esistenza a poterla rincontrare, non solo, a creare un mondo costruito a tavolino sui gusti personali di Daisy stessa. Una nota di merito alla colonna sonora, per molti inappropriata. Ho gradito il contrasto ed allo stesso tempo l’adattamento stilistico agli anni ’20 di autori come Jay z, Beyonce, Lana del Ray, will I am, Florence and The machine ed Emeli Sandè. Il finale è scottante come deve. Un azzeccatissimo Tobey Maguire nei panni di un intontito Nick Carraway cugino di Daisy, sarà l’unico a rifiutare in cuor suo quel mondo di falsi, l’unico a non farne parte, in fondo lui non è nato ricco. Capirà che la gente è noncurante, che la gente sfrutta gli altri, illudendoli, per poi ripiegare sui propri soldi. “C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina… Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato”. Fitzgerald. Alla prossima, vecchi miei!
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Alienato “Mi chiamo Greta La Rue, questo è il diario di Alex. Io non sono brava come lui a scrivere, ma per quanto ne so, l’unica cosa di cui spero vorrete scusarlo è il suo arrogante uso della focalizzazione zero, pur avendo scelto un narratore autodiegetico. Tuttavia, vi assicuro che questa storia, in definitiva va letta… va letta in questo modo”.
PARTE PRIMA. “La stupidità della frase mi inorridì prima ancora che l’avessi conclusa, ma il potere di una frase non ha alcun rapporto con il suo buontempo o con la logica della sua costruzione. Il mio borbottio da imbecille sembrò piacergli”. Conrad
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CAPITOLO 1. SE LA FIAMMA VALE LA CANDELA.
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on sono mai stato un tipo nervoso ma non ho mai sopportato i capelli lunghi. Li portavo sempre ben rasati, cosicché la maggior parte del tempo la mia barba risultava lunga quasi quanto i capelli, formando un tutt’uno con loro. Questo accadeva anche perché, in effetti, non sopportavo neppure radermi la barba. Solo quando iniziavo a sentirmi prudere il labbro superiore cominciavo a pensare che era l’ora di darci un taglio. Non giudicatemi, in fin dei conti la mia barba era molto scenografica, ripartita in tre diverse sfumature cromatiche dal biondo al castano, perfettamente in tinta con gli occhi verdi dal taglio allungato e bizzarro. Erano le cinque e trenta di mattino, del freddo febbraio 2033 e stavo vivendo il mio ventiquattresimo inverno. A Parigi il clima era umido e la temperatura rigida. Sdraiato nel mio letto sentivo le mani e i piedi formicolarmi, erano intorpiditi nonostante non avessi ancora freddo. Non avevo alcuna voglia di rimanere fermo in quella posizione, tantomeno di dormire, ma soprattutto ero affamato, quindi scesi dal letto un po’ febbricitante come al solito. La temperatura del mio corpo si aggirava sempre intorno ai trentotto gradi, soffrivo di crampi agli arti ed ero spesso assalito dai brividi. Per una strana malattia dei globuli rossi la mia emoglobina aveva un colore molto scuro ed il sangue, di conseguenza, poteva risultare nero. Questo rendeva la mia pelle tutt’altro che candida, nonostante fossi chiaro, piuttosto la faceva apparire di colore olivastro. Avevo il naso schiacciato perché me lo ero rotto in tre episodi diversi, durante l’ultimo caddi in coma per qualche ora. Il mio cuore era leggermente più grande del normale, la mia muscolatura era priva di fibre intermedie, possedeva solo le rosse e le bianche. Vivere per me non era semplice e probabilmente la mia speranza di vita era inferiore alla media. Raggiunsi la cucina dove trovai le mie proteine sintetiche in polvere, delle quali avevo bisogno quotidianamente per placare le vibrazioni involontarie che spesso colpivano i miei arti. Ne presi due cucchiai, bevvi un succo di frutta freddo e mangiai una salsiccia della sera prima. Avevo lo sguardo addormentato e vago. Più di una persona mi aveva detto che le ciglia così nere, davano un tocco orientale ai miei occhi, in quel momento socchiusi. Le mani non formicolavano più e andai a farmi una doccia. L’acqua calda era piacevole e familiare, la facevo scorrere sul viso con gli occhi chiusi e la bocca aperta quanto bastava per poter respirare. M’insaponai la testa, poi feci ricadere il getto sul collo e sui trapezi. Allagai il bagno, cosa alla quale di solito rimediava Greta, non senza lamentarsi copiosamente. Uscii dalla doccia e mi avvolsi la vita in un morbido asciugamano di spugna bianca, afferrai lo spazzolino e il colluttorio e mi sciacquai la bocca tenendo le mani appoggiate al lavandino. Mi guardai riflesso nello specchio, voltando il viso per osservarlo da diversi punti di vista. Proseguii indossando una canottiera e una camicia a quadri, tirai fuori da un cassetto un paio di pantaloni neri e presi le scarpe da ginnastica. Mi munii di casco integrale, chiavi, zaino, giacca a vento e cappello. L’inverno parigino era rigido. Alla fine staccai il gas, poi uscii inchiavando il portone di casa.
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Alle sei e trenta Boulevard de Rochechouart era già molto movimentata, in fondo era presto per raggiungere l’aeroporto, così mi sedetti sulla mia moto nera ad aspettare con il casco che m’isolava dal mondo, infilato in testa. Parigi era molto bella, pulita e multietnica. I palazzi, pur simili tra loro, possedevano particolarità intrinseche in ogni punto delle loro variopinte facciate. Presto i caffè avrebbero ospitato qualche impiegato abitudinario o qualche nuovo turista, esponendolo alla strada attraverso le loro ampie vetrine trasparenti. Gli stessi turisti che poi si sarebbero affacciati dalla balconata panoramica che fronteggiava la Basilica del Sacro Cuore, nel punto più alto di Montmartre, ascoltando motivetti italiani con le rispettive fidanzate o ridendo di un artista di strada. Tra qualche ora, le donne avrebbero riempito i vicoli di cappellini colorati, passeggiando per le vie con in mano una baguette calda. La Senna, come al solito, scorreva gelida spaccando la città a metà, senza rallentare mai, nemmeno per lanciare uno sguardo alla Tour Eiffel. Mentre vicino al Trocadèro l’erba stava sbrinando e più a sud si svegliava il quartiere latino. Boulevard Saint German già pullulava di traffico come la doppia corsia di Avenue des Champs Élysées, la quale si mostrava perennemente rossa a destra e bianca a sinistra, sia che la si guardasse dando le spalle all’Arc de Triomphe, sia dal lato opposto, da Place de la Concorde. Non faceva differenza. Nacqui nel 2009. Tutti i miei parenti morirono in macchina per un incidente stradale quando ero molto piccolo, proprio al confine tra Italia e Francia. Ricordo a malapena i loro volti. Ricordo a malapena le poche patetiche ovvietà. Una fra tutte i lunghi capelli di mia madre, o il calore dell’addormentarsi fra le braccia di un genitore. Comunque avendo due anni, non feci in tempo a imprimerli nel mio ego. Semplicemente non c’erano. Tutti i bambini possedevano un qualcosa che per me non esisteva. Del resto non si può sentire la mancanza di ciò che non si ha mai avuto. Infatti io mi ritrovai in un orfanotrofio, e crebbi. Nel 2020, in seguito al controllo della legge sugli affidamenti, la casa famiglia mi affidò a qualcuno: Mila e Greta La Rue. Era infatti divenuto tutto molto più semplice per chi avesse voluto ricevere in affidamento un bambino, purché questo non fosse in fasce, e il genitore acquisito rispecchiasse un modello sociale rispettabile; ovvero: fosse provvisto di reddito e patrimonio abbondanti, nonché, di un accertata sanità mentale garantita da fonti sicure quali test psicologici e assistenti sociali. Tra burocrazia e altro, entrai nella mia nuova famiglia all’età di undici anni. Le mie sorelle adottive erano italo francesi. Il frutto del matrimonio fra una romana e un parigino, di cui Greta assorbì le influenze paterne e Mila le materne. Quando le vidi per la prima volta, loro abitavano a Roma. Mila, che fra le due era la più grande, aveva ventitré anni. Era matura, bene istruita e poteva, in certi momenti, dimostrare più dei suoi anni. Aspirava alla direzione di una nota banca toscana e ora che aveva trentasei anni era prossima a conseguire tale incarico. La morte dei suoi genitori l’aveva spinta a condividere la sua ricca eredità con qualcuno che avesse subìto la sua stessa disgrazia. Qualcuno che non fosse abbastanza cresciuto per cavarsela da solo, ma che non fosse ancora troppo piccolo, prima di dover crescere. Qualcuno come me. Greta invece, aveva quattro anni più di me. Era fisicamente piccola e monocromatica. Ogni suo tratto possedeva il pigmento dorato che era il suo colore predominante nei capelli, negli occhi e nella pelle. Tutto si complicò quando terminata la mia adolescenza, mi resi conto di avere un debole per lei. Del perché avessi iniziato a desiderarla non saprei, però credevo di poter chiara-
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mente distinguere fra i tanti eventi che mi portarono a innamorarmi. La prima volta che capii di volerla così intensamente da non potervi rinunciare in nessun caso, abitavamo ancora a Roma nel cuore della città. L’atmosfera era quella di una sera di fine settembre. L’estate stava per finire e mescolata all’umidità, si avvertiva quella arietta fresca che intrappola gli odori dell’etere. Specialmente quelli familiari, portandoli dritti al naso facendo desiderare di coprirsi le spalle con una maglia più pesante durante le passeggiate. Oppure, facendo tornare in mente il fuoco acceso del camino che vegliavi da bambino. L’odore della legna, dei paesi e delle foglie. La particolarità di quelle brezze nuove e fresche era proprio quella della loro comparsa assolutamente priva di aggressività. I ricordi che evocavano riuscivano a legarsi con quelli più recenti dell’estate appena vissuta, come accade agli atomi di una reazione chimica i quali la innescano reciprocamente, regalando all’esistenza un sottile tocco nostalgico e insieme stimolante e propositivo. Le esperienze sensoriali dell’estate e dell’inverno, dell’infanzia e del presente, si fondevano inesorabilmente nell’aria dell’autunno entrante che reputavo la stagione dei sensi a dispetto della primavera. Ero solo in casa, avevo appena diciotto anni, stavo attraversando il corridoio a ridosso della mia camera da letto. Sentii aprire il portone con un tocco leggermente più isterico del solito e intravidi Greta attraversare velocemente l’ingresso per dirigersi in cucina. Mi appostai dietro la porta per seguire i suoi movimenti con la maggior discrezione possibile, sembrava avesse appena smesso di piangere. Crescere con due donne che non erano tua madre e non volevano in alcun modo cercare di esserlo, mi aveva messo a contatto sin da piccolo con il lato femminile più aggressivo e irrazionale. L’istinto materno travia completamente un uomo riguardo l’idea di “donna in sé». Greta aveva gli occhi lucidi, erano grandi, castani e sporchi di trucco, il naso arrossato, le labbra più carnose per le smorfie che si fanno piangendo. Si fermò con decisione appoggiando le mani al lavandino. Prima tese le braccia esponendo le scapole, poi rilassò le spalle aprendo l’acqua del rubinetto. Ebbe un piccolo singhiozzo di quelli fisiologici quando ci si sforza di smettere di piangere. Si tolse un elastico dal polso e legò i capelli in una coda che le scoprì il viso ampiamente. I suoi occhi nocciola erano grandi, arrabbiati e tristi. Aprì la credenza e prese un bicchiere, alzandosi leggermente in punta dei piedi, e lo riempì d’acqua bevendo due sorsi. Si tolse le scarpe allentando i lacci e camminò scalza fino alla finestra, dove fece un lungo sospiro profondo. Il suo, sembrava un delizioso rituale in rosa, eseguito nei più minuziosi particolari. Chissà cosa le era successo, con chi aveva discusso e perché. Iniziai anche a sforzarmi di ricordare un solo istante della convivenza dove magari la avessi vista più spogliata, ma niente. Mi venivano in mente solo i pigiami estivi. Lei non mi era mai stata indifferente, anzi. Aveva su di me un ascendente ipnotico, mi suscitava soggezione e curiosità e senz’altro mi piaceva pur non rappresentando l’ideale di bello oggettivo. In fondo per gli uomini, il sogno estetico dipende dal desiderio di poter raggiungere un livello di desiderabilità tale, da poter esigere dal prossimo più di quanto non gli si conceda, appianando quel dislivello proprio per mezzo della stessa desiderabilità: l’egoismo quando è legittimato, si fa garante di profuso benessere psicologico. Non la avevo mai considerata come una sorella, al massimo ritenevo che, semplicemente, fosse una delle proprietarie dell’appartamento dove vivevo. Anche il suo atteggiamento nei miei confronti non era mai stato come quello riservato a un parente, e impiegai non poco tempo per rendermi conto che il suo carattere le impediva di essere affettuosa nei miei confronti, e che il suo essere
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scostante non dipendeva affatto da una questione di antipatia per me. Comunque a un tratto, Greta prese le scarpe in mano e si mosse verso il corridoio. Ero sovrappensiero, così per la fretta di nascondermi, chiusi la porta sbattendola. Pentitomi del gesto goffo, iniziai a contare, sperando che non mi avesse notato. Guardavo il pavimento a testa bassa e avevo una mano ancora sulla maniglia. «Stavi spiando?» Esordì una voce altisonante. «Macché! No». Ci divideva solo la porta. «Ouvre (Apri)!» Disse con tono nervoso. «Non rompere!» Alzai gli occhi al cielo, ero imbarazzato, mi aveva svegliato da un bel sogno ad occhi aperti. «Aspetto fin quando non aprirai». Ricominciai a contare e poi aprii la porta. «Ok, ti stavo guardando, pensavo che non volessi scocciature...» Avevo la faccia davvero imbarazzata. «Non volevi scocciarmi? Perché mi guardavi di nascosto, allora?» Mi scrutava con sospetto. «Io, non lo so, scusa… » Le pizzicai il naso fra il dito indice e medio per sdrammatizzare. «Oui, mon petit monstre (Sì, mio piccolo mostro)». Evidentemente non le andava di discutere, così fece un sorriso. Era bella, la osservavo distratto. «Hai una calza strappata… Come si è strappata?» La mia espressione cambiò leggermente. «Ah, non so… Ci si è impigliato il gatto». Stava mentendo e non so perché, sembrava si stesse vergognando. «Non abbiamo gatti». Le feci notare con un pizzico di nervosismo. «Infatti, non ho detto, il nostro gatto. È stato il gatto di Tommaso». Mi fissava con la testa dritta e lo sguardo rivolto verso l’alto a causa delle nostre stature diverse. «Ah, quindi sei stata un’altra volta da Tommaso? Ma non avevi detto che… » Ma lei m’interruppe subito, aveva indurito lo sguardo. «No, non cominciare come Mila… è proprio l’ultima cosa di cui ti dovresti impicciare. Non ti si può dare confidenza che invadi tutti gli spazi possibili. Fine della conversazione». Licenziato in tronco. Si girò e si allontanò veloce, ma le andai dietro con un’espressione sconsolata e una camminata veloce e ampia. Ero riuscito a farle cambiare umore. «Aspetta! È inutile che vai di fretta, ormai è notte fonda». La fermai afferrandola per il braccio e lei si voltò di nuovo. «Lasciami, non è la serata adatta per parlarti dei fatti miei». Ammorbidii la mano e le obbedii, con in volto un’espressione frustrata. «Non dirmi che tu sei… Tu sei geloso di Tommaso? Ah, ti ho scoperto! Avanti, finiscila con questa messa in scena». Ovviamente dominava la situazione, mi teneva sotto controllo con i suoi grandi occhi inquisitori ai quali non riuscivo a mentire bene. «Dici che sono geloso? D’accordo, scusa l’intromissione, ma non lo sono affatto. Io vorrei solo che tu… » Corrugai le sopracciglia. «Che io?» Chiese impaziente. «Che almeno, non andassi più a casa sua. Almeno per un po’ di tempo. Perché lui è troppo impulsivo per te, quindi credo che, alla fine, ti farai fregare». Mi stavo arrampicando sugli specchi. Lei incrociò le braccia, guardandomi seriosa.
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«Ah, dunque ti preoccupa che io possa farmi fregare? Tu hai diciotto anni. Ora non voglio fare allusioni idiote sul fatto che sei piccolo, perché non lo sei più, la differenza d’età che c’e fra noi è poca. Ma a volte, alla gente piace farsi fregare, ricordalo. Comunque questa è gelosia, se non sbaglio… » Aveva la fronte aggrottata. Mi aveva appena detto che le stava bene l’atteggiamento del suo ex ragazzo e calò il silenzio. Dopo pochi secondi però inaspettatamente, mi addentrai nel suo viso senza rendermene conto e mi sentii attratto da lei in un modo che mi risultava davvero impossibile da contrastare. Non sapendo cosa fare, nel giro di poco tempo, le diedi un bacio sulle labbra. Mi venne spontaneo, quasi fosse inevitabile. Era strano sentirmi più piccolo di qualcuno che invece, fisicamente era nettamente più piccolo di me. Lei rimase di stucco, sembrava davvero una statua di cera, come se la sua espressione non riuscisse più a mutare. Come se i suoi muscoli facciali non potessero in nessun modo rispondere ad alcuno stimolo contrattile. Io, dal canto mio, non avevo voglia di dire proprio un bel nulla, aveva le labbra morbide e salate. Ci guardammo così, per trenta secondi, forse la avevo assoggettata per un istante, o forse cercava solo di capire. I suoi occhi sembravano quelli di una persona alla quale avessero appena ucciso l’interlocutore. Fissava le mie labbra, come se le avessi rubato un gioiello prezioso e me lo fossi infilato in bocca. Quella spinta emotiva che mi guidava verso lei, tornò ad annebbiarmi il criterio di giudizio con prepotenza. Decisi, anzi, avevo voglia di riprovare e mi avvicinai per la seconda volta alla sua bocca, ma lei posò lo sguardo su di me e mi sussurrò un secco, silenzioso e imperativo rifiuto che mi bloccò a mezz’aria. «No. Adesso basta, fermati!» Il suo viso era impassibile, mi allontanò poggiando una mano al centro del mio petto, rimanendo comunque calma. «Fammi spiegare... »Le dissi fissandola intensamente, volevo dare un significato a quella situazione. «E cosa vuoi spiegare? Non si spiega la stupidaggine che hai appena fatto. Non pretendere niente per favore, non è il momento… Buonanotte». Disse turbata. «Adesso sei arrabbiata?» Chiesi. Lei si voltò. Era irrigidita, ce l’aveva con me. Avevo appena baciato una persona con la quale vivevo da otto anni, effettivamente me ne resi conto solo in quel momento. «Me lo dici che cosa volevi fare? Non lo sai neanche tu… » Disse cercando di non scomporsi, ma senza riuscirci. «Greta... » Provai ad iniziare un discorso ma lei si fermò sul corridoio e si girò un’altra volta verso di me. «Lo conosci il significato della parola basta? Risponditi … e applica la definizione a questa situazione. Per favore. Je t’en prie de ne pas parler (Ti prego di non dire altro)» Mi guardò prima di chiudere la porta e sparire nella sua stanza, io rimasi lì, con i pantaloni del pigiama, scalzo. Da quella sera mi sentii così legato a lei che di lì a poco le chiesi di essere la mia ragazza. Ovviamente rispondeva sempre di no, ma più passavano i giorni e più riuscivo ad avvicinarla a me. La particolarità della situazione non mi sottrasse a copiosi discorsi labirintici, velenose discussioni ed estreme prove di sopportazione, riguardo svariate torture sottilmente psicologiche, alle quali Greta mi sottoponeva spesso e volentieri. Fu un periodo in cui ammetto di aver pianto di nervosismo più di una volta, ma come diceva il detto, la fiamma valse la candela.
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I tre libri più venduti a Maggio
Titolo: ZeroZeroZero Autore: Saviano Roberto
Titolo: Bianca come il latte, rossa come il sangue
Titolo: Inferno Autore: Dan Brown
Descrizione: “Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un’altra - incredibile, ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l’asticella dell’assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo
continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard
parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?” (Roberto Saviano)
Prezzo di copertina: € 18,00 Pagine: 448
Editore: Feltrinelli, collana I narratori
Descrizione: “Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie protetta che speri si estingua definitivamente”. Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando
spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l’assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l’ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze
vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande”.
Autore: D’Avenia Alessandro
Prezzo di copertina: € 13,00 Pagine: 254
Editore: Mondadori, collana NumeriPrimi
Il profilo di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di “infernale” ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi. Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David
e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e
perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.
Prezzo di copertina: € 21,25 Pagine: 522
Editore: Mondadori, collana Omnibus
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DVD Ultimi usciti Trama: Ambientato in un’isola al largo delle coste del New England nell’estate del 1965, Suzy (Kara Hayward) e Sam (Jared Gilman) sono due dodicenni che si innamorano, stringono un patto segreto e fuggono insieme nella foresta. Mentre le autorità li cercano, una violenta tempesta al largo dell’isola sta per scatenarsi, e la pacifica comunità locale verrà messa completamente a soqquadro.
Titolo: Moonrise Kingdom Una fuga d’amore
Uscita: 07/05/2013 Prezzo € 17,99 Trama: Tim Burton fa ancora centro con la tenera e divertente storia di un bambino e del suo cane defunto, un omaggio al suo capolavoro Nightmare before Christmas oltre ai vecchi mostri di una volta ed in particolare a Frankenstein!
Titolo: FrankenWeenie
Uscita: 07/05/2013 Prezzo € 13,99
Trama: Ritorno alla grande per Tom Cruise in un action-thriller che potrebbe diventare una franchise e con un personaggio nuovo di zecca: un tostissimo ex militare allergico alle regole.
Titolo: Jack Reacher La prova decisiva
Uscita: 09/05/2013 Prezzo € 19,99
Distributori: Cecchi Gori Home Video Supporto: DVD Tipologia: in Vendita
SCHEDA FILM Codice Regionale: 2 Visto di Censura: no Rapporti Schermo: 1,85:1 Anamorfico Formato Video: PAL Contenuti Extra: Dentro Moonrise Kigndom + Benvenuti a New Pengance + Sul set con Bill Murray + Trailer
Formato Video: Pal Formato Audio: DolbyD5.1 Distributori: Walt Disney Studios Home Entertainment Supporto: DVD Tipologia: in Vendita
SCHEDA FILM Supporto: DVD Codice Regionale: 2 Visto di Censura: no Rapporti Schermo: 1,85:1 Anamorfico
Formato Video: Pal Formato Audio: DolbyD5.1
Distributori: Universal Pictures Home Video Durata: 130’ Supporto: DVD Tipologia: in Vendita
Formato Video: Pal Formato Audio: DolbyD5.1
SCHEDA FILM Supporto: DVD Codice Regionale: 2 Visto di Censura: no Rapporti Schermo: 2,35:1 Anamorfico Formato Video: PAL Contenuti Extra: Non metterti contro Jack Reacher: Armi e tecniche di combattimento
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