Perché il sette? È la domanda più frequente che mi rivolgono i lettori che mi associano a tutt’altre tematiche. Per rispondere devo risalire al 1978, durante un viaggio in Iraq, Iraq una “prima” di Avventure nel Mondo in ventuno località dell’antica Mesopotamia. Eravamo un gruppo di persone diversissime per formazione, gusto, intenzioni, che qualcuno aveva pensato di dichiarare “esperti in missione archeologica” per farci accettare da questo paese non aperto al turismo. Il numero sette apparve subito come appiglio, collante, fecondo motivo di conversazione e di gioco. Una volta fu il settimo giorno della Creazione Creazione, reazione mentre, in riva al Tigri, quasi alla confluenza con l’Eufrate, leggevamo la scritta “Albero di Adamo” sul melo di un eden polveroso che il nostro patinato immaginario stentava a riconoscere. Un’altra volta fu davanti ai siti delle cittàcittà-stato dei su sumeri, meri ieri attraversate da canali artificiali navigabili, oggi inghiottite dal deserto: Eridu, Ur, Uruk, Lagash, Girsu, che seminarono la cultura del setsettenario, tenario dai sette pianeti da loro scoperti e studiati, ai sette strati di bitume con cui legavano i mattoni. Il numero fatidico ci seguì poi a Babilonia, sede di una delle sette meraviglie del mondo mondo, do dove gli archeologi iracheni addetti agli scavi prevedevano settant’ settant’anni ancora di lavoro per poterci restituire i giardini pensili di Semiramide in tutta la loro frescura. Ci fu poi quella mattina in cui io, in un impulso separatista in procura di una doccia confortevole, lasciai l’accampamento per recarmi nella toletta di un albergo e mi ritrovai come in una scena di 8 ½ di Fellini, cioè in un harem di sette donne totalmente nude tranne i volti velati, che ridevano a crepapelle mentre mi insegnavano a coprirmi con un lenzuolo per poter visitare le città sacre di Al-Najaf e Kerbela. E a Bagdad, nel quartiere della Mustansiriya sede dell’università selgiuchide, pubblica “casa della sapienza” più antica dell’università di Bologna, dove le cupole turchesi richiamavano le Mille e una notte, i sette viaggi di Sinbad il il marinaio e le Arabian Nights di stampo hollywoodiano. E più a nord, a Samarra, nel percorrere i sette giri giri di rampa del minareto elicoidale, facendoci venire il capogiro a guardare le mura in basso, uniche vestigia rimaste della più grande moschea del mondo. Così tante altre volte, di notte, spenti i fuochi, quando puntavamo gli occhi verso la stella polare, che è una delle sette stelle stelle dell’ dell’Orsa Mino Minore, re e le altre sette stelle dell’ dell’Orsa Maggiore si facevano avanti, per invidia o per superbia, o per chissà quale altro dei sette peccati capitali. capitali Oppure, arrivati fino a Mossul, nell’antica Ninive dall’immensa biblioteca cuneiforme dovuta al re assiro Assurbanipal, dove qualcuno accennava alle sette tavolette della Creazione Creazione. reazione O a Khorsabad, davanti alle ziggurat, sacri edifici a gradoni di sette piani. piani Molti reperti non si capiva se erano originali o riproduzioni. Archeologi occidentali veri, non finti come noi, avevano smontato i blocchi contenenti la storia scritta più antica dell’umanità, le stele, i rilievi scolpiti, e tutto quello splendore di azzurro e oro, e li avevano rimontati al Museo del Louvre, al Pergamom di Berlino e al British Museum di Londra. E, col senno di poi, è un bene che li abbiano portati via da un territorio troppo ricco di petrolio.
Mai più si faranno viaggi in Iraq sulle orme degli spensierati esploratori di quella “prima”. Schegge della sua geografia rimbalzeranno in ogni angolo della terra, e i media del villaggio globale si prodigheranno nel comunicarci, giorno dopo giorno, bollettini di guerra e inimmaginabili scenari di devastazione. Io, in questi trentacinque anni, per una forma d’automatismo, ho continuato a riporre in uno scatolone bigliettini con annotazioni sul sette. sette Faccio sempre così con i miei temi: riempio scatoloni, cassetti, stipetti, che si svuotano per diventare libri o altre elaborazioni, e spesso si riformano. Ciascuno coi suoi sottotemi specifici, e con tendenze promiscue verso gli altri scatoloni. Lo scatolone del sette era l’unico a non aderire a questa dinamica. Anche impinguandosi, rimaneva isolato, spurio, come un ospite forzato. Tentai di affidarlo ad altre mani, di formare un’équipe che lo utilizzasse per programmi televisivi, per documentari. Niente. Comunque, con l’avvicinarsi del 2007 decisi di passare al computer i bigliettini di appunti. E, mentre verificavo le fonti e le date, ho visto con mia grandissima sorpresa che, insieme alla mole di memoria universale e millenaria che questo numero carismatico portava con sé (cfr. TEATRO DI DELMINIO), aveva anche assorbito, per osmosi, inattese memorie personali. Soprattutto relative alla mia infanzia e adolescenza vissute a Buenos Aires e a Montevideo, in una contingenza sociale e culturale irripetibile, dove trovavano rifugio i perseguitati politici, e i più brillanti intellettuali, artisti e scienziati passavano in quel sud del mondo che li accoglieva con entusiasmo e pesos oro. Ricordi di lettrice compulsiva, iniziata da piccolissima coi dizionari e i libri libertari di mio padre (J’accuse, Remarque, Zweig), e proseguendo con quelli di mio zio Amador, il campione di nuoto, che parlavano di esoterismo, ermetismo, occultismo, spiritualismo raumsolico, spiritismo logosofico, cose “da pirla”, a detta di mio padre, che mi sono rimaste impresse a livello favolistico. L’unica volta che qualcuno mi portò a un raduno della Christian Science imparai a mettere una mano nuda nell’acqua bollente senza bruciarmi; col mio maestro di piano russo suonavo il grande Scriabin, ma anche venivo a conoscenza delle teorie di Madame Blavatsky di cui entrambi erano seguaci, e che qui, imperturbabile come allora, ho trascritto letteralmente (cfr. ANNI DELL’EDUCANDO STEINERIANO, CORPI ROSACROCE, GURDJIEFF, TEOSOFICO); parallelamente venivo istradata allo Hatha-yoga (cfr. CHAKRA REGALI, PORTE ASTRALI, POSIZIONI DEL SALUTO AL SOLE) nientepopodimeno che da Krishnamurti: e questo sì fu per sempre. A scuola, dove vigevano programmi di studio di tipo francese positivista, per contenuti tematici, trovai degli insegnanti eccezionali coi quali capii che il logos poteva essere qualcosa di infinitamente più interessante del vago oggetto congetturato dalla logosofia. In Uruguay non esisteva l’ora di religione, tuttavia la Bibbia la studiavamo a fondo, come letteratura ebraica, accostandola a Maritain, Le Dantec, Dostoevskij, Nietzsche (cfr. PAZZI, PELLI, SOLITUDINI), ciascuno col diritto di esprimersi e di contraddire: con ardore e senza fanatismi. All’ultimo momento, giusto prima di dare alle stampe questo Dizionario, ho ricordato un libro avuto in dono il giorno del mio decimo compleanno: El hombre que calculaba di Malba Tahan. Ce l’avevamo tutti, lo raccomandavano a chi aveva il bernoccolo della matematica e a chi non la poteva sopportare: era una sorta di iniziazione obbligata e gradevole al-
l’arte dei numeri. Solo oggi, immettendolo come voce (cfr. INDOVINELLI NUMERICI), scopro che il creatore del personaggio di Beremiz Samir, il celeberrimo calcolista nativo di Bagdad, non era un arabo ma un brasiliano che insegnava la matematica come un gioco, e non si era mai mosso da Rio. Un libro che insegue “maniacale” il numero sette in tutta la sua forza simbolica non può non affacciarsi alla mistica o alla cabalistica, alla dimensione magica o religiosa, alle cosiddette scienze anomale che informano l’odierna New Age. Io però, come tanti della mia generazione, sono rimasta laicista, agnostica, scettica. Con spirito più ludico che serioso, ho adottato il più delle volte soluzioni prossime al tautogramma (cfr. OULIPIANO) e ho incluso, pur rispettando la costrizione del sette, sette passioni civili, maestri, allievi, amici, amori e persino qualche fidanzato. Se è vero, come ha detto Albert Einstein, che non tutto ciò che può essere contato, conta, e non tutto ciò che conta può essere contato, penso ci sia sempre l’occasione di assaporare la radice comune delle parole cantare e incantare, contare e raccontare. Questo spiega anche la dedica.
A una bimba di nome Aria, che gode a contare i sette punti neri della coccinella, a seguire le fasi di sette giorni della luna, e che mi ha dischiuso il settimo cielo della nonnità.
Roma, 7/7/2013 - omissis -
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ACCORDI DI SETTIMA Sette accordi di settima. Gli accordi musicali sono l’insieme di due o più suoni che si eseguono simultaneamente e obbediscono alle leggi dell’armonia. Se non diversamente specificato, l’accordo di settima è quello che, oltre la tonica (primo grado della scala), la terza e la quinta, contiene la sensibile, cioè il settimo grado della scala.
Esistono sette specie di accordi di settima, tra i quali i più frequenti sono l’accordo di settima di dominante e l’accordo di settima diminuita, che creano forti tensioni nei rapporti tonali, e sono irresistibilmente portati a concludere, a risolversi, sulla tonica. → Gradi della scala diatonica Bettina Brentano (1785-1859), pianista e letterata, amica di Beethoven e di Goethe e fautrice dell’incontro tra il musicista e il poeta, scrive a quest’ultimo in una lettera: Soltanto mediante la settima l’irrigidito mondo dei suoni vien liberato e diventa musica, spirito in perpetuo moto, ciò che costituisce veramente il paradiso. La musica è il medium dello spirito, dove il sensuale si fa spirituale… e come la redenzione si estende a tutti quelli che sono afferrati dallo spirito vivente della divinità, e anelano alla vita eterna, così, la settima, mediante la sua soluzione, guida tutte le note, che vanno a lei e la pregano di redimerle, e le adduce per mille vie diverse alla loro origine, allo spirito divino.
Gli accordi di settima, a seconda degli intervalli che li compongono, si classificano in sette specie, ciascuna col loro nome identificativo.
ACQUE ROMANE
1. Prima specie: terza maggiore, quinta giusta, settima minore, “settima di dominante” 2. Seconda specie: terza minore, quinta giusta, settima minore, “minore settima” 3. Terza specie: terza minore, quinta diminuita, settima minore, “semidiminuito” 4. Quarta specie: terza maggiore, quinta giusta, settima maggiore, “settima maggiore” 5. Quinta specie: terza minore, quinta diminuita, settima diminuita, “settima diminuita” 6. Sesta specie: terza minore, quinta giusta, settima maggiore, “triade minore più settima maggiore” 7. Settima specie: terza maggiore, quinta eccedente, settima maggiore, “triade aumentata più settima maggiore” ACQUE ROMANE Sette acque romane. Il sistema degli acquedotti dell’epoca repubblicana e imperiale, opera notevole di ingegneria, riforniva la città di Roma di ben 13 metri cubi di acqua al secondo. Le acque erano sei, ma in epoca rinascimentale si è aggiunto l’acquedotto Felice, impiegato a tutt’oggi per l’irrigazione. Al Parco degli Acquedotti, vasta area archeologica e naturalistica di Roma, facente parte del Parco Regionale dell’Appia Antica, si possono ammirare le rovine di questi sette acquedotti.
AFFLUENTI DEL SAN LORENZO
1. Anio Vetus, costruito tra il 272 e il 269 a.C. con parte del bottino della vittoria su Pirro, prende le acque dall’Aniene 2. Acqua Marcia, 144-140 a.C. dal pretore Quinto Marcio, le convoglia fino al Campidoglio 3. Acqua Tepula, 125 a.C. dai consoli Cepione e Longino, acqua tiepida proveniente dalla zona vulcanica dei colli Albani 4. Acqua Giulia, 33 a. C. dal console Agrippa, denominato così in onore al futuro Augusto, anch’esso dai colli Albani 5. Acqua Claudia, 38 d.C. iniziato da Caligola e ultimato da Claudio nel 52, dall’Aniene 6. Anio Novus, 47-52 d.C. come il precedente, si sovrappone alle imponenti arcate dell’acquedotto Claudio 7. Felice, tra il 1585 e il 1590 dal papa Sisto V (al secolo Felice Peretti, da cui il nome dell’acquedotto) per il rifornimento idrico dei colli, trae origine dalle sorgenti di Pantano Borghese sulla via Prenestina e arriva fino alla fontana del Mosè “ridicolo” di Largo Santa Susanna AFFLUENTI DEL SAN LORENZO Sette affluenti del San Lorenzo. Il fiume San Lorenzo, dall’enorme estuario, che attraversa il Canada, ha sette affluenti. 1. Richelieu 2. St. François 3. La Chaudière 4. Ottawa 5. St. Maurice 6. Montmorency 7. Taquenay
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AGHI D’ORO I sette aghi d’oro (Golden Needles, Usa 1974), film diretto da Robert Clouse, con Jim Kelly, Joe Don Baker, Ann Sothern, Burgess Meredith, Elizabeth Ashley, Clarence Barney. Lotta, con arti marziali, per il possesso di una statuetta con sette aghi d’oro infilzati, la quale ha una particolarità: se un acupuntore inserisse nel corpo di un uomo gli aghi in quella precisa posizione, l’uomo si trasformerebbe in un superman del sesso; se sbagliasse, lo farebbe morire all’istante. AGNELLINI La fiaba Il Lupo e i sette agnellini racconta di una mamma pecora che doveva assentarsi spesso da casa lasciando da soli i suoi sette agnellini, ai quali ammoniva di non aprire a nessuno, istillando loro la paura del lupo.
Un giorno però il lupo riuscì a entrare, e si cibò dei sei fratellini: il settimo, il più piccolo, si nascose nel vecchio orologio a pendolo. Appena il lupo si addormentò, l’agnellino sopravvissuto corse ad avvertire mamma pecora, la quale tornò, aprì la pancia al lupo, da dove uscirono tutti gli agnelli vivi e vegeti. ALBA La settima alba (Seventh Dawn, Usa 1964), film diretto da Lewis Gilbert, con William Holden, Capucine, Susannah York, Tetsuro Tamba.
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Un gruppo di partigiani della seconda guerra mondiale si ritrova nel 1952 in Malesia, scossa da fermenti comunisti.
ALBERI DI WANGARI MAATHAI
1. Ceiba 2. Jenísero 3. Jocote 4. Panamá 5. Cacao 6. Mango 7. Jícaro ALBERI D’ORO Sette alberi d’oro. Dante allude a sette candelabri portati da sette fanciulle che facevano colorare il cielo. Poco più oltre sette alberi d’oro / Falsava nel parere il lungo tratto / Del mezzo, ch’era ancor fra noi e loro. (Purgatorio, 29)
Locandina giapponese del film, 1964
Seventh Dawn (canzone del film, parole e musica di Wallenius): Affection’s what I’ve pleased At the seventh dawn Those flaws revealed A frown again flitted across my face I could’t get out of this haze Reflections of mind, so deep At the seventh dawn I can’t proceed Oh, lord I’m on my knees Don’t fail in my need!
ALBERI Sette alberi contro il tramonto (Siete árboles contra el atardecer), raccolta di poesie del nicaraguense Pablo Antonio Cuadra (19022002), scritte negli anni dell’insurrezione popolare contro la dittatura di Somoza, sceglie come epigrafe un verso di Eschilo. → Capi contro Tebe Sono sette poesie totemiche, che personificano i sette alberi tipici del paese centroamericano.
ALBERI DI WANGARI MAATHAI Sette alberi di Wangari Maathai. La biologa keniana Wangari Maathai (1940-2011), premio Nobel per la Pace 2004 con la motivazione "La pace nel mondo dipende dalla difesa dell’ambiente", è fondatrice del Green Belt Movement, l’organizzazione formata da donne che dal 1977 lotta contro la desertificazione e per la tutela dell’ambiente in Africa.
Wangari Maathai
I primi sette alberi piantati da Wangari nel giardino di casa sua sono diventati l’idea e lo stimolo di questo movimento, che in pochi anni ha piantato più di 30 milioni di alberi in Kenya e in altri paesi africani come Tanzania, Uganda, Malawi, Lesotho, Etiopia e Zimbawe. → Capi di Stato africani
ALFABETI SPECIALI
ALFABETI SPECIALI Come gli alfabeti speciali designano la cifra 7 e la parola “sette”. Alfabeto fonetico radiotelegrafico o alfabeto fonetico Nato: sviluppato negli inizi di 1950 dall’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile e adottato dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, quest'alfabeto viene usato per scandire lettera per lettera le parole che riescono confuse durante una comunicazione vocale. Sebbene sia composto da parole inglesi, le lettere codificate sono facilmente riconoscibili e pronunciabili da persone che parlano altre lingue. Per i numeri, vale la pratica comune nelle comunicazioni internazionali di proferirli in lingua inglese: seven in questo caso. La parola “sette” può essere trasmessa: Sierra Echo Tango Tango Echo (secondo l’alfabeto fonetico Nato) Sugar Edward Tommy Tommy Edward (secondo l’alfabeto fonetico Royal Navy). Alfabeto o codice Morse, sistema per trasmettere lettere, numeri e segni di punteggiatura mediante un segnale in codice a intermittenza. Questo sistema telegrafico è un precorritore del codice digitale binario, che impiega però cinque stati: punto (•), linea (—), intervallo breve (tra ogni lettera), intervallo medio (tra parole) e intervallo lungo (tra frasi). — — ••• 7
••• • — S
E T
••• • — — • S
E T T E
Alfabeto Braille, sistema segno-grafico per non vedenti, consiste in simboli im-
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pressi in rilievo formati da un massimo di sei punti. Il 7 si scrive allo stesso modo della lettera G. Per avvertire il lettore che si tratta di numeri, occorre che la prima cifra sia preceduta dal carattere “segna numero” e l'ultima cifra sia seguita da uno spazio.
segna numero
S
7
E
T
T
E
Alfabeto manuale, o dattilologia, LIS (lingua dei segni italiana), serve ai non udenti per rappresentare tramite segni le lettere dell’alfabeto nel caso in cui sia necessario comunicare nomi propri che non possiedono un segno specifico. → Contando con le dita Nell’eventualità di dover scandire la parola “sette” in lettere:
S
E
T
T
E
ALFONSINA STORNI Il sette in Alfonsina Storni: sette raccolte di poesia, sette vite, sette teste, sette pozzi. Alfonsina Storni Martignoni, nata nel 1892 a Sala Capriasca nel Canton Ticino, morta suicida in mare davanti alla spiaggia "La Perla" di Mar del Plata nel 1938, è stata una poetessa argentina, esponente del postmodernismo, giornalista con lo pseudonimo di Tao Lao, attrice di teatro, maestra rurale. In aperta sfida ai pregiudizi e
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alla morale vigente, a vent’anni mise al mondo il figlio Alessandro, senza essere sposata e senza rivelare mai il nome del padre naturale del bambino. Una socialista, “una donna ultramoderna”, come amava definirsi. Il numero sette è una costante di Alfonsina. Sette sono i libri di poesie che ha pubblicato.
1. La inquietud del rosal (1916) 2. El dulce diario (1918) 3. Irremediablemente (1919) 4. Languidez (1920) 5. Ocre (1925) 6. Mundo de siete pozos (1934) 7. Mascarilla y trébol (1938) Siete vidas Siete vidas tengo, tengo siete vidas. Siete vidas de oro; bellas y floridas. Cabeza cortada, cabeza repuesta: Mi espíritu-árbol retoña en la siesta. Dragón purpurado de garras floridas, siete vidas tengo, tengo siete vidas. Gigantes y enanos: cortad mis cabezas, crecerán porfiadas como las malezas. Siete vidas tengo, tengo siete vidas, siete vidas de oro bellas y floridas que hierros fatigan y mellan espadas, mas serán un día por siempre taladas. Secará las siete cabezas floridas, príncipe que espero. Sin abracadabras, el dragón alado perderá las vidas bajo el tenue filo de dulces palabras. Mundo de siete pozos Se balancea, arriba, sobre el cuello, el mundo de los siete pozos:
ALTARI PER DOLORES la humana cabeza. Y se abren praderas rosadas en sus valles de seda: las mejillas musgosas, Y riela sobre la comba de la frente, desierto blanco, la luz lejana de una muerta...
ALTARI Sette sono gli altari che Balaam l’indovino, prima di incontrare Jahvè e pronunziare il suo poema, chiede a Balak, re di Moab: “Costruiscimi qui sette altari, e preparami qui sette giovenchi e sette arieti.” (Num. 23, 1, 2, 4, 14) ALTARI PER DOLORES Sette altari per Dolores del Río. Negli anni 1983-1993 Amalia MesaBains, artista e scrittrice statunitense residente a San Francisco e impegnata nel movimento culturale Chicano, ha costruito sette altari. Essi intendono rendere omaggio all’attrice del cinema messicano Dolores del Río (1904-1983), ricordata protagonista di Ramona, Flying Down to Rio, Madame Du Barry, María Candelaria, La Perla, Doña Perfecta. In Homenaje a Dolores del Río, attorno alla figura centrale della Madonna dei sette dolori, MesaBains ha realizzato sette cerchi che rappresentano gli altari della diva. → Dolori della Madonna
ALTURE CONICHE
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1. San Francisco 2. Nuova York 3. Nantes (Francia) 4. Barcellona 5. Stoccolma 6. Los Angeles 7. Washington
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AMPOLLE Sono sette le ampolle, i calici o le coppe ricolme dell’ira di Dio che i sette angeli devono versare sui viventi sino alla fine del mondo.
ALTURE CONICHE Sette alture coniche (Siebengebirge), nome che si dà alle sette montagne che si ergono nell’estremità nord-ovest della catena del Westerwald sopra Koenigswinter, in Germania. 1. Drachenfels 2. Walkenbourg 3. Loevenbourg 4. Lohrberg 5. Petersberg 6. Nonnenstromberg 7. Oelberg
m 325 m 317 m 459 m 425 m 334 m 325 m 464
AMICI Sette amici. Il mio migliore amico (Mon meilleur ami, Francia 2006), film diretto da Patrice Leconte, con Daniel Auteuil (François), Julie Gayet (Catherine), Dany Boon (Bruno). Ai funerali di un suo cliente, François conta gli amici del defunto: sette, vedova compresa, e ne trae l’insegnamento che gli amici “sono”, non “si hanno”. Da qui la scommessa di trovare, a breve, un amico autentico e affidabile. AMMAZZASETTE Appellativo dato a un personaggio immaginario che in un sol colpo aveva ammazzato sette mosche guadagnandosi la fama di poter uccidere con la stessa facilità sette nemici. Per estensione, bravaccio dall’ostentata brutalità.
Sette angeli con le ampolle, miniatura medioevale, Universidad Complutense, Madrid
“E udii una voce forte dal santuario che diceva ai sette angeli: Andate e versate sulla terra le sette ampolle dell’ira di Dio”. (Apoc. 16, 1) → Angeli (arcangeli) 1. Il primo angelo la verserà sulla terra, e diventerà ferita agli uomini 2. Il secondo, sul mare, e diventerà sangue di cadavere 3. Il terzo, su fiumi e fonti, e diventerà sangue 4. Il quarto, sul sole, che infliggerà col calore e il fuoco 5. Il quinto, sul trono della bestia (l’Anticristo) 6. Il sesto, nell’Eufrate (che già Ciro aveva fatto asciugare per conquistare Babilonia) 7. Il settimo, nell’aria, finché la grande voce dirà “Factum est” ANDROGINI Sette androgini. Secondo una tradizione copta, sette androgini apparvero all’Arconte
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dal caos, portando ciascuno un doppio nome maschile e femminile. 1. Iao 2. Sabaoth 3. Adonaios 4. Eloaios 5. Oraios 6. Astaphaios 7. Sabbathas
Signoria Divinità Regalità Gelosia Ricchezza Saggezza Provvidenza
ANELLO Il settimo anello (Der sibente Ring, 1907) è il titolo di una raccolta di Stefan George, che sente l’attività poetica come una missione, in polemica con la cultura borghese e le passioni contingenti. I brani più noti sono le brevi canzoni dedicate all’efebo Massimino. ANGELI (ARCANGELI) Sette angeli o sette arcangeli. Angeli (dal greco, messaggeri), arcangeli (capi tra gli angeli). I sette angeli cristiani si collegano ai sette spiriti che combattono l’eterna lotta contro il male, venerati dai parsi, devoti di Zaratustra o Zoroastro e presieduti da Ahura Mazda. → Divinità o spiriti zoroastriani Sono sette gli angeli che stanno davanti a Dio (Apoc. 8, 2) e Raffaele in persona dichiara a Tobia di essere “uno dei sette angeli che stanno presenti ed entrano al cospetto della gloria del Signore.” (Tob. 12, 15) Tuttavia, le Sacre Scritture ne nominano solo tre: Gabriele (Dan. 8, 1-26 e 9, 21-27; Ger. 25, 12 e 29, 10; Luca 1, 1138), Michele (Dan.10, 13 e 12, 1-3; Giuda 9; Apoc. 12, 7-9) e Raffaele (Tob. 12, 15), che potrebbero a giusto titolo essere definiti arcangeli. Varie fonti hanno tentato di dare un nome agli altri quattro, formandoli con una radice indicante la funzione o la qualità angelica, e il suffisso
ANGELI (ARCANGELI)
“ele” (el) che significa divinità. Nelle fonti rabbiniche, e in testi apocrifi come i libri 3 e 4 di Ezra o Esdras, e il libro di Hénoch, si menzionano “gli arcangeli Barachiele, Jehudiele e Zeachiele”. Nel libro di Hénoch, al capitolo 40 intitolato “I quattro angeli del Signore degli spiriti”, oltre a riconfermare Gabriele, Michele e Raffaele, si aggiunge un nuovo nome, Fanuele, “che presiede il pentimento e la speranza di coloro che erediteranno la vita eterna”. 1. Gabriele 2. Michele 3. Raffaele 4. Fanuele 5. Barachiele, che significa benedizione di Dio 6. Jehudiele, lode di Dio 7. Sealtiele o Zeachiele, preghiera di Dio In una sezione redatta probabilmente nel secolo II a.C. ancora il libro di Hénoch ne elenca altri nomi (Hénoch 20, 1-8): 1. Gabriele del paradiso, i draghi, i cherubini 2. Michele della guardia del popolo, misericordioso e paziente 3. Raffaele, anime degli uomini, malattie e ferite dei figli degli uomini 4. Uriele del mondo e del tartaro 5. Raguele del mondo dei luminari 6. Sarachiele dei bambini che peccano contro gli spiriti 7. Remiele dei resuscitati Il Concilio di Roma del 745, con ratifica del Concilio di Aix-la-Chapelle del 789, vieterà di inventare nomi d’angeli al di fuori di Gabriele, Michele e Raffaele. Gabriele è l’angelo dell’annuncio a Maria. → Gioie della Madonna
ANGELI CUSTODI DELL’INFERNO
Per i longobardi il culto di Michele arcangelo costituì un vero e proprio strumento di coesione. La chiesa Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma Questa chiesa fu costruita da Michelangelo nel tepidario delle Terme di Diocleziano per il culto dei sette arcangeli, dando seguito a un progetto e alle visioni del prete di Cefalù Antonio del Duca, che morì prima di vederla consacrata da Pio IV nel 1561. Antonio del Duca, nei primi anni del Cinquecento, aveva scoperto in una chiesa di Palermo un antico codice ebraico con le figure dei sette arcangeli, dei quali offrirà un’ulteriore elencazione. Il quadro dell’altar maggiore, ripreso da autore ignoto da un mosaico di San Marco di Venezia, raffigura la Madonna in trono tra sette angeli con lo scettro; di ciascuno viene specificato il ministero.
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1. Gabriele, nunzio, Spiritus sanctus superveniat in te 2. Michele, vittorioso, Paratus ad animas suscipiendas 3. Raffaele, medico, Viatos comitor, infirmos medico 4. Jehudiele, remuneratore, Deus laudantibus, praemia retribuo 5. Uriele, forte alleato, Flammescat igne charitas 6. Barachiele, tutore, Adjutor ne derelinquas nos 7. Sealtiele, oratore, Oro, supplex, acclinis Street of the Seven Angels (La strada dei sette angeli, 2003), romanzo dell’autore statunitense John Howard Griffin ambientato a Parigi e centrato sui problemi della censura. Sette angeli per sette giorni (Seven Angels for Seven Days), romanzo di Angelina FastVlaar, ha ottenuto il premio 2004 The Best New Canadian Christian Author. ANGELI CUSTODI DELL’INFERNO Sette angeli custodi dell’Inferno. Secondo il Corano (sura XI) esistono sette angeli custodi dell’Inferno che, quando i nostri gemiti arrivano ad Allah, sospendono la loro azione dando sollievo ai nostri patimenti. ANGELI NELLE CANZONI Sette angeli nelle canzoni. La tradizione musicale sarda tramanda una ninna-nanna che allude ai sette angeli. Il brano proveniente da Alghero è cantato in un dialetto con forte influenza catalana.
La Madonna tra i sette angeli, altar maggiore, Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, Roma
Al llit me calgui set angels trobi: tres aes peus y quatre al cap, la Verge Maria a mon costat.
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Sette angeli spagnoli (Seven Spanish Angels) s’intitola una canzone di Ray The Genius Charles (1930-2004), pianista e cantante, pioniere della musica soul, innovatore del Rhythm & Blues, gospel, blues, jazz e country, cieco dall’età di sette anni per un glaucoma.
There were seven Spanish angels, at the altar of the sun. They were prayin’ for the lovers, in the valley of the gun. When the battle stopped and the smoke cleared, there was thunder from the throne, And seven spanish angels, took another angel home.
Sette Angeli del Seventh Angel (Settimo angelo), gruppo trash progressivo inglese diretto dal chitarrista e vocalista Ian Arkley. La canzone figura in una compilation del 2005 intitolata Heed The Warning (Bombworks). Seven angels got my number Since I fell in love with you Seven angels got my number They’re all telling me what to do The earth’s so lonely, sad and blue And without love, your soul’s dyin’ Sixth angel says to believe you When you say you’ll never leave me cryin’ Seventh angel says you’re lyin’.
ANNI BIBLICI
ANIMALI DA SACRIFICARE Sette animali da sacrificare. “Allora il re Ezechia, alzatosi in fretta, riunì i capi della città e salì al tempio di Jahvè. Si portarono sette giovenchi, sette montoni, sette agnelli e sette capri da offrirsi in sacrificio espiatorio per la monarchia, per il santuario e per Giuda.” (2 Cron. 29, 20-21) ANIME Sette anime (Seven Pounds, Usa 2008), film diretto da Gabriele Muccino, con Will Smith e Rosario Dawson. Un agente delle tasse, dopo aver provocato la morte di sette persone in un incidente stradale, pianifica la sua redenzione facendo in modo da ridare speranza (e vita) ad altre sette persone a lui estranee che si trovano in grave difficoltà. Le sette libbre del titolo originale sono un riferimento al dramma di William Shakespeare Il Mercante di Venezia, in cui l’usuraio Shylock chiede una libbra di carne umana (a pound of flesh) a un suo debitore per saldare il credito. ANNI BIBLICI Anni di Anna col marito Sette anni della profetessa Anna col marito. L’evangelista Luca allude a una profetessa di nome Anna a proposito della presentazione al tempio di Gesù: “C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.” (Luca 2, 36-38)
ANNI DELL’EDUCANDO STEINERIANO
Anni di carestia Sette anni di carestia è la profezia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, quando il Faraone racconta di aver sognato sette vacche magre che divoravano sette vacche grasse, e sette spighe secche che divoravano sette spighe piene di grano. Giuseppe, interpretando tale sogno come un annuncio dell’imminente carestia, fa sì che il Faraone provveda con oculati approvvigionamenti a prevenire la disgrazia. (Gen. 41, 17-24). Anni per la costruzione del tempio Sette anni richiese la costruzione del tempio di Gerusalemme. Fu eretto da Salomone sul monte Moriah, fatto spianare per l’occasione da architetti fenici, con l’impiego di blocchi di pietra calcarea su una superficie di 54 metri per 27, 15 di altezza, e fu ultimato intorno al 960 a.C. Si pensa che il tempio di Salomone sia lo storico edificio distrutto quando gli eserciti di Nabucodonosor rasero a terra la città, ricostruito e abbattuto ancora da Tito nel 70 d.C. Lo si associa al mitico architetto Hiram e alla proverbiale saggezza del re Salomone, che ne fece il Tempio della Sapienza, della Ragione, della Virtù (1 Re, 6, 17-20, 36). Newton imparò l’ebraico e s’immerse nello studio della pianta del tempio di Salomone, nella convinzione di trovarvi riferimenti matematici sulla data della fine del mondo. Il Kotel (Muro) occidentale, il cosiddetto “Muro del Pianto”, è tutto ciò che rimane dei contrafforti del Monte del Tempio sopravvissuti alla distruzione romana. → Antico Testamento → Giorni biblici ANNI DELL’EDUCANDO STEINERIANO Sette anni dell’educando steineriano.
Meri Lao, Dizionario maniacale del sette
p 20
La pedagogia di Rudolf Steiner (18611925), pensatore austriaco appartenente alla Società Teosofica, che lasciò per fondare la antroposofia, promotore dell’agricoltura biodinamica, di una serie di medicine e cosmetici, e delle scuole Waldorf, parte dal principio pedagogico di osservare la natura nascosta dell’essere umano in crescita. Secondo Steiner lo sviluppo del bambino e dell’adolescente avviene in cicli di sette anni, in cui i cambiamenti fisici corrispondono a metamorfosi profonde attinenti alle nascite dei corpi costitutivi: da 0 a 7 anni, corpo eterico, fase imitativa, sviluppo sensoriale; da 7 a 14, corpo astrale, produzione artistica, sviluppo dei sentimenti; dopo i 14 anni, formazione dell’individualità cosciente, accesso al pensiero astratto. → Leprotti e uova pasquali → Teosofico ANNI DELLA COPPIA Sette anni della coppia, dopodiché la crisi del settimo anno, è diventato ormai un modo di dire abituale.
Chiara Rapaccini, 2013
Dalle coppie che si sciolgono dopo sette
Meri Lao, Dizionario maniacale del sette
p 21
anni di convivenza, si estende alle società calcistiche o ai complessi pop in cui cambiano i componenti. Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, Usa 1955), film di Billy Wilder con Marilyn Monroe e Tom Ewell, presenta un americano medio che, affetto da crisi erotiche tipiche del settimo anno di matrimonio, può sognare una Marilyn che gioca a fare la caricatura di se stessa. La trovata del reggiseno in frigorifero per combattere la calura e la foto di lei col vestito bianco sollevato dal vento della metropolitana sono tra le immagini più abusate del cinema hollywoodiano. Seven Years with the Wrong Woman, canzone di Eddy Arnold, interpretata da Bob Miller Seven years with the wrong woman It’s the same in the mountain or dale She’ll stay awake all night tryin’ to start a fight Then have you thrown in the jail. Seven years with the wrong woman Is punishment there is bad Seven years with the wrong woman Will drive most any man mad.
ANNI DELLA DITTATURA ARGENTINA Sette anni della dittatura argentina. Nota come guerra sucia o período de los Desaparecidos, la dittatura argentina è durata sette anni: 1976-1983, da quando i generali Massera, Agosti e Videla rovesciarono il governo di Isabel Perón, fino alla guerra delle Malvine. A trent’anni di distanza, termine minimo imposto ai documenti secretati, continuano a uscire nuovi elementi che aiutano a ricostruire la verità e le connivenze della giunta militare con Washington attraverso il segretario di Stato americano Henry Kissinger, e con le dittature dei paesi vicini unite nel Plan Cóndor. Le organizzazioni argentine per la difesa
ANNI DELLA DITTATURA ARGENTINA
dei diritti dell’uomo hanno creato un ampio database Internet chiamato Memoria Aperta, che permette di accedere ai siti web delle Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo, dei Familiari dei Desaparecidos, dei detenuti per ragioni politiche, dell’Assemblea permanente per i diritti umani, del Centro di studi legali e sociali, e del Servizio giustizia e pace. Impressionante anche la documentazione fotografica sulle torture e sull’assassinio di trentamila oppositori e l’adozione illegale di cinquecento neonati loro figli. → Dittature del Plan Cóndor Nunca más, indagine realizzata nel 1984 dalla CONADEP (Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas), nominata dall’allora presidente della Repubblica Raúl Alfonsín e presieduta dallo scrittore Ernesto Sábato, sui mezzi illegali e aberranti impiegati dalla dittatura militare per reprimere gli oppositori. Niente asilo politico (2003) libro scritto da Enrico Calamai, a trent’anni dal golpe: il racconto del console italiano che, impiegando gli strumenti della diplomazia, salvò un numero notevole di perseguitati della dittatura argentina. La dittatura argentina (1976-1983), libro scritto nel 2005 da Marcos Novaro: per capire gli aspetti del regime, dalla violenza alla politica estera, dalla politica culturale ai rapporti con le istituzioni e la chiesa, e la tragica crisi in cui precipitò il paese. L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, libro di Horacio Verbitsky (1942) sui più di 5.000 detenuti all’ESMA (Escuela Superior de Mecánica de la Armada), il maggiore campo di sterminio e di tortura del regime militare. Garage Olimpo (Argentina-Italia 1999), film diretto da Marco Bechis, con Antonella Costa, Carlos Echeverría, Chiara Caselli, Dominique Sanda.