02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
ANALISI DI CLUSTER
Un mercato che barcolla Scomposto e analizzato per cluster, il mercato è sostanzialmente in stallo. Gli studi italiani mid-tier mostrano sofferenza di risultati, a prescindere che operino in formato boutique o multipractce. A perdere maggiore terreno, però, sono gli inglesi. A dispetto di soci e professionisti più performanti di Maria Buonsanto
TopLegal Giugno 2014
t
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina
02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
N
egli ultimi anni il mercato legale italiano è diventato uno scenario talmente composito da rendere inefficace qualunque analisi che prescinda da un’organizzazione delle insegne per cluster. Sulla base della tipologia, della clientela e del posizionamento degli studi si possono individuare quattro macro gruppi: gli studi italiani full service (a loro volta divisi in top- e mid-ter), gli studi internazionali (differenziati in inglesi e americani), le boutique (top- e mid tier) e le insegne monopractice (lavoro e fiscale). I dati su cui risulta più facile fare un’analisi sistemica sono quelli che riguardano le ristrutturazioni interne delle squadre. Gli studi che hanno fornito queste informazioni sono, infatti, più del doppio rispetto a quelli che hanno comunicato i risultati d’esercizio. Dai dati forniti, il mercato risulta quanto mai spaccato. I grandi studi fullservice italiani e gli inglesi, le cui politiche del passato avevano portato a un sovradimensionamento, sono alla ricerca di nuovi equilibri interni. E per tutti i raggruppamenti, il punto di equilibrio va in direzione di una progressiva riduzione della leva. Passando all’analisi sui fatturati il campione si riduce, ma fornisce i dati più interessanti. Gli
studi italiani di fascia media, tanto che operino come full service quanto con modello boutique, insieme agli inglesi registrano un sostanziale stallo, con leggeri decrementi alle entrate. I full service italiani mid-tier perdono lo 0,6%; mentre le boutique italiane mid-tier perdono il 2,9% rispetto all’anno fiscale precedente. A palesare una maggiore sofferenza sono gli internazionali inglesi che, a dispetto dell’aumento del fatturato prodotto dai singoli (soci e professionisti), hanno perso il 3,2% nell’ultimo anno fiscale. Le insegne americane, le boutique top-tier e le insegne monopractice specializzate in lavoro, da un punto di vista di ristrutturazione interna, hanno scelto una politica diversa dai precedenti, ampliando il rapporto tra professionisti e soci equity. Curiosamente, sono proprio questi i tre cluster in cui si registra un aumento, seppur relativo, dei fatturati. Anche se, come evidenziato dal cluster degli studi monopractice lavoro – unico ad aver messo a segno una crescita a due cifre (13,5%) – i risultati positivi sembrano slegati dalla riorganizzazione interna. Infatti, i volumi di business generati nel 2013 sono stati in crescita a discapito di squadre che, numeri alla mano, risultano poco efficienti: il contributo di ogni singolo professionista al business ha registrato una flessione del 15,5%.
Mentre le squadre di corredo perdono di efficienza, aumenta la capacità di generare business dei soci. A differenza degli studi monopractice labour, gli specialisti del tax – pur continuando a giovare di un mercato favorevole – non padroneggiano più la classifica con una crescita a due cifre. Probabilmente anche a causa del rafforzamento delle compagini fiscali di molte insegne fullservice o boutique, i cui team tax sempre più di frequente compaiono come advisor fiscali delle operazioni. Con la conseguente presa di mano su una parte dei volumi legati alla practice che prima erano a totale appannaggio degli iperspecialisti.
Italiani full-service Tutti gli studi italiani full service, a prescindere dal segmento di mercato e in linea con quanto registrato dall’indice TL25, sono alla ricerca di una maggiore efficienza. Questo assunto si evince dai cambiamenti di leva; ma con una differenza. Mentre nel toptier la leva si riduce non tanto per effetto dei tagli alle squadre di corredo, quanto per l’allargamento della partnership, nel mid-tier si è portata avanti una politica di tagli ai professionisti, facendo rimanere pressoché invariato il numero di equity.
Italiani full-service: top-tier* Leva equity 2013 2012 Media
4,6
4,9
Var%
2013
-6,0
1.094
Totale professionisti Var. +/– 2012 1.115
-21
* Bonelli Erede Pappalardo, Chiomenti, Gianni Origoni Grippo Cappelli & partners, Legance, Nctm
t TopLegal Giugno 2014
Var%
2013
-1,9
236
Soci equity Var. +/– 2012 226
10
Var% 4,4
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina
02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
Guardando nello specifico, i cinque studi che appartengono al cluster top-tier hanno visto una riduzione della leva con un rapporto soci/professionisti passato da 1 a 4,9 a 1 a 4,6. Il risultato è sostanzialmente frutto di una strategia di allargamento della partnership. Se le squadre hanno
subito solo una leggera flessione, passando dai 1.115 professionisti del 2012 ai 1.094 del 2013, il numero di equity è salito da 226 a 236. Tra gli studi di questo raggruppamento, solo Nctm ha reso noti i numeri degli affari, comunicando un fatturato in crescita del 5,6% (da 68 a 71,8
milioni). L’aumento, curiosamente, è frutto di una politica diametralmente opposta al cluster full-service top tier. Nctm ha registrato un aumento della leva – dal rapporto di 1 a 4,1 si è passati a quello di 1 a 4,82 – dovuta all’incremento del 19,2% dei professionisti e del 2,1% dei soci.
Italiani full-service: mid tier* Leva equity 2013 2012 Media
4,2
4,7
Var%
2013
-10,4
993
Totale professionisti Var. +/– 2012 1.103
-110
Var%
2013
-10,0
236
Soci equity Var. +/– 2012 235
Var%
1
0,4
* Carnelutti/Carabba & partners, Cba, Cms Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni, De Berti Jacchia Franchini Forlani, Gallavotti Honorati, La Scala e associati, Ls Lexjus Sinacta, Macchi di Cellere Gangemi, Mdba, Nunziante Magrone, Pavia e Ansaldo, R&p Legal, Tonucci & partners
I 13 studi del cluster midtier, invece, complessivamente hanno registrato un decremento della leva più ampia: da 1 a 4,7 a 1 a 4,2, frutto della flessione dei professionisti (passati da 1.103 a 993) e del sostanziale stallo del numero di equity (passati da 235 a 236). A rendere più facile la comprensione dell’impatto di queste scelte sul fatturato del cluster full-service mid-tier, il fatto che su 13 insegne ben otto hanno comunicato i risultati finanziari. Gli studi in esame hanno registrato un volume d’affari sostanzialmente in stallo rispetto all’anno fiscale 2012, passando dai 132,1 mln dell’anno precedente ai 131,3 del 2013. Dei risultati economici sostanzialmente identici sono stati ottenuti con squadre più snelle; si è passati da 717 professionisti a 682; mentre gli equity sono diminuiti da 177 a 173. Que-
sta diminuzione significa che è aumentato il contributo apportato al business dai singoli, tanto dai professionisti (4%) quanto dai soci (1,7%). Emergono dati interessanti nel paragone tra il top-tier e il mid-tier tra gli studi full-service italiani. Come Nctm, La Scala ha registrato la maggiore crescita in termini di volumi di affari (dell’8,1%), grazie a una politica di espansione della squadra. Lo studio ha segnato un incremento dei professionisti da 73 a 82, subendo l’uscita di un socio (da 8 a 7) e facendo levitare il rapporto equity/professionisti da 1 a 9,1 a 1 a 11,7. In entrambi i casi, si potrebbe dedurre che un fatturato in aumento non corrisponda necessariamente ad un aumento di margini. Mettendo in relazione i fatturati al numero di professionisti e partner, la scelta di allargare le squadre risulta aver creato delle inef-
ficienze rispetto al 2012 per Nctm e La Scala. In tutti e due i casi, è diminuito l’apporto al business dei professionisti ed è aumentato quello dei soci. In Nctm il fatturato prodotto da ogni singolo professionista è diminuito dell’11,4%; mentre quello prodotto dai soci è aumentato del 3,4%. In La Scala, invece, il fatturato per professionista e sceso del 3,8%, mentre quello per socio è aumentato del 23,5%. Nonostante l’aumento del fatturato, questi due studi risultano meno efficienti dell’anno fiscale precedente rispetto alle concrete esigenze del business. Salvo che, alla luce delle politiche di abbassamento delle tariffe, per fatturare quelle cifre, le due insegne abbiano dovuto generare un numero di mandati nettamente superiore rispetto al passato, dovendo procurarsi più braccia da mettere a lavoro. A discapito dell’efficienza.
TopLegal Giugno 2014
t
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina
02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
Internazionali Analizzando i dati relativi agli studi internazionali, l’approccio con cui si relazionano al mercato italiano è diverso a seconda che si tratti di law firm inglesi o ame-
ricane. Le prime sembrano aver optato per una ristrutturazione delle squadre che ha diversi punti di contatto con quella intrapresa dai full service italiani
top-tier, caratterizzata da una riduzione della leva. Negli americani, invece, la leva aumenta e a fare la differenza è la capacità di generare business dei soci.
Internazionali inglesi* Leva equity 2013 2012 Media
4,5
4,7
Var%
2013
-5,1
755
Totale professionisti Var. +/– 2012 758
-3
Var%
2013
-0,4
169
Soci equity Var. +/– 2012 161
8
Var% 5,0
* Allen & Overy, Bird & Bird, Clifford Chance, Dla Piper, Eversheds Biachini, Freshfields Bruckhaus Deringer, Hogan Lovells, LInklaters, Osborne Clarke, Simmons & Simmons, Withers
I 10 studi che compongono il cluster degli internazionali inglesi si stanno ristrutturando in maniera molto simile agli italiani full-service top-tier, registrando una riduzione della leva, dovuta – più che alla diminuzione delle squadre (che complessivamente hanno perso soltanto 3 professionisti) – all’aumento dei partner (passati da 161 a 169). Il nuovo assetto della leva ha trasformato queste insegne in macchine in cui i singoli componenti lavorano di più. Infatti, sul
fronte fatturati, analizzando le prestazioni individuali (dei professionisti e dei soci) dei cinque studi che hanno comunicato i dati relativi al business, il fatturato medio apportato da ogni professionista è rimasto pressoché invariato (0,8%); mentre è leggermente aumentato (2,5%) quello generato dai soci. Cumulativamente le cinque insegne hanno prodotto 111,2 milioni di euro, registrando una riduzione del 3,2% rispetto all’esercizio fiscale precedente. Tut-
tavia, a dispetto di un miglioramento delle singole prestazioni, a eccezione di Osborne Clarke (che ha aumentato le entrate di circa 100mila euro), gli altri – Dla Piper, Hogan Lovells, Simmons & Simmons e Withers – hanno segnato una flessione del fatturato. Per questi studi, il mercato italiano nel corso del 2013 sembra rivelatosi evidentemente meno redditizio. Pur aumentando gli sforzi singoli, i professionisti hanno finito per generare complessivamente meno valore.
Internazionali americani* Leva equity 2013 2012 Media
5,7
5,2
Var%
2013
10,5
330
Totale professionisti Var. +/– 2012 309
21
Var%
2013
6,8
58
Soci equity Var. +/– 2012 60
-2
Var% -3,3
* Baker & McKenzie, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, Curtis Mallet-Prevost Colt & Mosle, Delfino e associati Willkie Farr & Gallagher, McDermott Will & Emery, Orrick Herrington & Sutcliffe, Paul Hastings
I sette studi del cluster internazionali americani, all’opposto degli inglesi, hanno segnato un incremento della leva, dovuto all’aumento dei professionisti del 6,8% (passati da 309 a 330). In termini di fatturato, in maniera cir-
coscritta ai soli due studi che hanno reso noti i dati – Baker & McKenzie e Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle –, il cluster ha registrato un incremento del 7,3%, passando dai 47,5 milioni prodotti nel 2012 ai 50,9 del 2013. Il risultato,
stando ai dati comunicati, sembra dovuto sostanzialmente all’aumento del fatturato generato dai soci, cresciuto più del 16%. Come già evidenziato dall’indice TL25 e dall’analisi dei cluster full service italiani, top e mid-tier, per arrivare
TopLegal Giugno 2014
t
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina
02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
a risultati positivi si è rivelato decisivo l’incremento del contributo dei soci al fatturato. La prova del nove è data dallo studio che ha ottenuto i risultati migliori, Baker & McKenzie. Nonostante sia l’unica law firm americana in cui è stata registrata una diminuzione dei soci (da 20 a 18), l’insegna ha aumentato il fatturato dell’8%, proprio grazie a un incremento del 20% delle entrate prodotte in media da ogni socio.
Italiani boutique Analizzando i dati relativi a tutte le boutique che hanno fornito le informazioni riguardanti la composizione delle squadre, emerge che, mentre gli studi italiani full service a prescindere dal mercato di riferimento stanno riducendo la leva, le boutique italiane crescono, soprattutto nelle squadre di corredo. Sia nella fascia alta che nella fascia media, i professionisti aumentano in
percentuali superiori al 15%. E con i professionisti, si allarga anche la partnership. Soprattutto nel mid-tier, dove si registra un incremento dei soci del 23%. Dai dati raccolti si evince che questa politica espansionistica del mid-tier, oltre ad aver reso le strutture meno efficienti, non ha premiato in termini di fatturato, che ha registrato una flessione sia nelle prestazioni dei singoli sia in termini di entrate complessive.
Italiani boutique: top-tier* Leva equity 2013 2012 Media
5,27
4,86
Var%
2013
8,4
332
Totale professionisti Var. +/– 2012 282
50
Var%
2013
17,7
63
Soci equity Var. +/– 2012 58
5
Var% 8,6
* d’Urso Gatti e Bianchi, Gattai Minoli & partners, Grimaldi e associati, Lombardi Molinari Segni, Pedersoli e associati
I cinque studi che compongono il cluster delle boutique top-tier, al pari degli internazionali statunitensi, hanno puntato sull’ampliamento della leva, dovuta alla crescita delle squadre. Per i cinque studi la leva nell’ultimo anno risulta aumentata da 1 a 4,9 a 1 a 5,3. Un risultato dovuto soprattutto all’incremento dei professionisti, che sfiora il 18% (da 282 a 332). La leva risulta in ascesa anche se dal cluster si scorporano i dati sulle squadre forniti da Gattai Minoli & partners, studio per il quale non si hanno le informazioni relative all’anno fiscale 2012.
Passando all’analisi dei dati forniti solo da quelle insegne che hanno comunicato anche i fatturati, Grimaldi e Pedersoli, si riscontra lo stesso incremento di leva e professionisti. In particolare Grimaldi, che dopo la fusione con i professionisti di Dewey & LeBoeuf ha visto un aumento della compagine di ben il 40%. Da un punto di vista di fatturati, stando ai dati forniti, le scelte sembrano pagare. Grimaldi ha registrato il 9,5% in più delle entrate rispetto al 2012. Mentre Pedersoli ha messo a segno un più 4,8%.
Curiosamente, per questi due studi si è verificata la circostanza esattamente opposta a quella riscontrata nelle insegne inglesi. Mentre queste ultime hanno registrato una flessione del fatturato, a dispetto di migliori prestazioni individuali, nelle boutique top-tier aumenta il fatturato complessivo ma diminuiscono quelli prodotti individualmente. Segno, forse, che i due studi hanno saputo posizionarsi nel 2013 sulla parte alta della curva del valore, intercettando mandati più remunerativi.
Italiani boutique: mid-tier* Leva equity 2013 2012 Media
4,61
4,89
Var%
2013
-5,8
318
Totale professionisti Var. +/– 2012 274
44
Var%
2013
16,1
69
Soci equity Var. +/– 2012 56
13
* Bonora, Castaldi Mourre & partners, Danovi & Giorgianni, Jacobacci & associati, Mdba, Lipani & partners, Munari Cavani, Pavesio e assocati, Quorum, Santa Maria, Trevisan & Cuonzo, Zunarelli e associati
t TopLegal Giugno 2014
Var% 23,2
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina
02/06/2014
Pag.29
Top Legal - N.6 - giugno 2014 (diffusione:10000, tiratura:25000)
Le scelte fatte dalle boutique mid-tier non sono state altrettanto premianti. Su otto insegne che hanno comunicato i risultati finanziari, ben sei hanno subito una flessione. Fanno eccezione Castaldi Mourre (2,9% in più corrispondente a circa 250mila euro) e Munari Cavani, che ha dichiarato gli stessi incassi dell’anno precedente (4,2 milioni). Il dato in cui si registra il maggiore scollamento tra scelte fatte e risultati attesi
è quello relativo alla partnership. Infatti, mentre il numero equity delle insegne appartenenti al cluster che hanno comunicato anche i dati finanziari è aumentato dell’8,9%, il fatturato prodotto in media da ogni socio è diminuito del 10,8%, passando da 1,6 milioni a 0,94. Ancora una volta, quindi, la fortuna economica di un cluster si lega alla capacità di generare business dei soci. In questo caso, però, in termini negativi.
I monopractice Dopo un 2012 che le aveva viste sul podio per profitti, marginalità e profit per partner – dominando anche la classifica di crescita per volumi – le boutique fiscali nel 2013 hanno rallentato i tassi di crescita. Al contrario, gli studi specializzati nel lavoro sembrano ancora giovare di condizioni di mercato favorevoli.
Monopractice: lavoro* Leva equity 2013 2012 Media
2,76
2,43
Var%
2013
14,0
188
Totale professionisti Var. +/– 2012 148
40
Var%
2013
27,0
68
Soci equity Var. +/– 2012 61
7
Var% 11,5
* Davero & Florio, Lexellent, Salonia e associati, Toffoletto De Luca Tamajo e soci, Tosi e associati, Trifirò & partners
Anche nel 2013 – è il caso di dirlo – per le realtà monopractice attive nel labour non è mancato il lavoro. Tutte le quattro insegne che hanno comunicato i dati finanziari – Daverio e Florio, Salonia, Toffoletto De Luca Tamajo e Tosi – hanno visto crescere i loro affari, fino ad arrivare al
risultato sorprendente di Tosi, passato dai 3,4 milioni del 2012 ai 6,20 del 2013, con una crescita superiore all’80%. Anche estrapolando questo dato eccezionale dal cluster, si registra un aumento medio delle entrate del 13,5%. Da un punto di vista strutturale, sono cresciuti sia i partner che i
professionisti. E con essi la leva, aumentata da 1 a 2,4 a 1 a 2,8. All’aumento dei professionisti, tuttavia, non è seguito di pari passo un incremento del fatturato, sceso in media del 15,5%. Si riconferma dominante, invece, l’apporto dei soci, il cui fatturato medio è salito del 7,4%.
Monopractice: tax* Leva equity 2013 2012 Media
4,55
4,45
Var%
2013
2,3
173
Totale professionisti Var. +/– 2012 178
-5
Var%
2013
-2,8
38
Soci equity Var. +/– 2012 40
-2
Var% -5,0
* Andreani, Di Tanno, Maisto e associati, Russo de Rosa
I tre studi attivi nel tax che hanno comunicato i dati sono Andreani, Maisto e Russo de Rosa. Dopo un 2012 in cui queste insegne avevano messo in pancia un aumento del fatturato superiore al 20% rispetto al 2011, nel 2013 complessivamente hanno fatto un passo indietro,
t TopLegal Giugno 2014
stanziandosi su 43,5 milioni di fatturato (-3%). All’interno del gruppo, tuttavia, non c’è omogeneità di risultati. Il dato, infatti, è fuorviato dal calo del fatturato di Maisto (-14,4%). Una flessione, tuttavia, attesa e che non denuncia sofferenza di risultati. Infatti, come aveva comunicato
lo stesso studio, l’anno fiscale 2012 aveva rappresentato una chiusura «eccezionale» dovuta ad una serie di contingenze. Andreani e Russo de Rosa, invece, incrementano le entrate: Andreani passa dai 4,9 milioni fatturati nel 2012 a 5,3; mentre Russo de Rosa da 6,7 sale a 7,2. TL
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
storia di copertina