Passions

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Pass ions


Arte e Natura ArtMoleto

Esistono luoghi dove il rapporto con l’immaginazione e la bellezza è percepito più intensamente: uno tra questi è sicuramente il Monferrato con le sue colline, i suoi vigneti, i suoi piccoli borghi. Come ha scritto Gary Zukav: “Ogni emozione è un messaggio, il vostro compito è ascoltare”.

Artmoleto è un’associazione culturale che nasce come progetto internazionale d’arte ideato da Michelle Hold in collaborazione con l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni ed un gruppo di artisti legati al Monferrato Casalese. Artisti che interpretano la realtà in maniera introspettiva attraverso la forza del segno visivo e che hanno come obiettivo comune la ricerca del rapporto uomo-natura. Il progetto “Arte e Natura” nasce nel 2009 e, attraverso un percorso tematico condiviso, si esplicita con la produzione di opere nate dal confronto tra sensazioni ed emozioni che si manifestano attraverso la forza del colore. Il nostro viaggio inizia ogni anno nel piccolo borgo di Moleto, luogo del silenzio che da poco tempo è diventato patrimonio dell’Umanità.

Progetti espositivi 2018 Passions; 2017 Dreamers; 2016 Terrae, The world is full of color, Touch of water, Shades of silence, Oltre l’immaginazione, Bright red; 2015 Sogno dell’acqua, Nutrirsi di luce, Silent view; 2014 Silenzio, Rosso vivo e l’infernot; 2013 Atlante delle nuvole; 2012 Rosso vivo; 2011 Il sogno dell’acqua; 2010 Tra cielo e terra; 2009 Colore Forma Natura.

Artisti Giò Bonardi, Ilenio Celoria, Iris Devasini, Piero Ferroglia, Michelle Hold, Cate Maggia, Gabriella Maldifassi, Andrea Massari, Teresio Polastro, Petra Probst, Alex Sala, Bona Tolotti, Daniela Vignati. www.artmoleto.com | artmoleto1@gmail.com


Introduzione

Francesco De Bartolomeis

Il 2018 è un anno speciale per Francesco De Bartolomeis, che compie 100 anni, e che vogliamo ringraziare per averci sostenuto in questi anni con la sua vicinanza, i suoi preziosi consigli e i suoi testi raffinati che ci hanno acompagnato fin dalla mostra “Il Sogno dell’Acqua”, tenutasi a Palazzo Lascaris di Torino nel 2012. Auguri!

Colori, linee, forme esprimono sentimenti anche senza ricorrere alla figurazione. Colori diversi che si avvicinano timidamente o si toccano, due forme indeterminate nella delineazione ma intense per espressione, una rotazione lenta o un vortice, energie che s’incontrano, la dolcezza o l’avvampamento, atmosfere che si avvalgano della complicità di variazioni di luci, di sfumature, di allontanamenti, di avvicinamenti. Le opere esprimono sensazioni fisiche e psichiche, quello che sente il corpo e quello che vive come stati d’animo. Non ci sono titoli perché non servono precise corrispondenze tra sensazioni e linee forme colori. L’opera d’arte è vitale. Con gli elementi di cui dispone e con il trattamento che ne fa, l’artista comunica sensazioni fisiche quali vari gradi di luminosità; caldo, freddo; leggero, pesante; acido, dolce; pungente, morbido; acuto, basso; vicino, lontano; profondo, sporgente; e sensazioni emotive: sereno, agitato; quieto, mosso; triste, allegro, materiale, immateriale; tetro, terrificante; musicalità, dolcezza. Il colore ha valore simbolico: verde-speranza, giallo-gelosia; rosso-ira; azzurro chiaro-innocenza. Le corrispondenze simboliche non sono univoche e puntuali altrimenti si arriva a una sorta di prontuario. Forme, linee, colori, velature, trasparenze devono trovare la qualità giusta nell’insieme. Questo riguarda l’ordine creativo. Francesco De Bartolomeis dall’opera in corso Di qua dal muro.

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Passions

Federica Mingozzi Il tempo attuale è segnato dalla profonda difficoltà, comune ad ogni essere umano, di riuscire ad interpretare la realtà dandole un senso, con la piena consapevolezza di essere parte di un fluido divenire che non permette di porre confini certi all’esistere. Una situazione di crisi dunque, che però deve essere letta come possibilità; lo stesso termine “crisi” va considerato nel suo valore positivo e, alla luce della sua etimologia, va interpretato come riflessione e discernimento. Per sentirsi dunque parte del mondo è necessario fermarsi a riflettere e cercare di discernere le verità nascoste, non sempre evidenti, ma spesso intuibili. In questo percorso diventa fondamentale l’apertura verso ciò che non si conosce, per interiorizzarlo e farne sostrato profondo di un nuovo modo di esistere; diviene dunque di significativa importanza la relazione con l’arte e con gli artisti, capaci di farsi guida in questa lettura del mondo, nella quale è possibile il comprendersi parte di un tutto. Già nell’antichità infatti era chiaro come il “luogo” privilegiato per la crescita personale fosse quello dialogico, che permetteva il confronto tra due o più persone, instaurando una dinamica di superamento delle certezze, a favore di una messa in discussione profonda. Passions è proprio questa possibilità dialogica, di piena immersione nell’arte e nella natura, con lo scopo di coinvolgere il riguardante in uno scambio emozionale che permetta di riflettere e discernere. Gli artisti di ArtMoleto si muovono perfettamente a loro agio in questa dinamica di relazione, pienamente consapevoli dell’importanza del loro compito, che non è solamente visivo, ma, come anticipato, introspettivo. Sono loro che devono consentire la fusione quasi panica di chi guarda con ciò che è guardato, divenendo novelli Virgilio di un viaggio teso all’infinito. Ed è questo che fanno perfettamente con le loro opere. Così Giò Bonardi condivide il suo mondo fatto di amore per il passato e di attenzione a quell’intimo afflato di religiosità che c’è in ognuno, costruendo un percorso quasi devozionale, al quale ci si può avvicinare senza preclusioni ideologiche, facendosi toccare in profondità dal rapporto con il divino nteso nel senso più ampio del termine. Ilenio Celoria fissa con sguardo mediato dall’obiettivo le intime connessioni dell’universo, alla ricerca dei profondi collegamenti tra le cose; la sua modalità rappresentativa diventa così demiurgica, ordinatrice del mondo, tesa alla comprensione della bellezza intrinseca al mondo stesso. Piero Ferroglia recupera il valore primigenio dell’acqua, elemento lustrale in cui perdersi per ritrovarsi, fino a diventare gocciola nell’immensità; ma l’acqua è anche specchio, in cui ciò che è riflesso diviene altro, aprendosi ad una lettura sfumata della realtà, i cui contorni divengono estremamente labili. Iris Devasini concepisce l’arte come parte integrante della sua esperienza umana, tanto da affiancare il sapiente uso della parola a quello delle mani: artista dunque completa, che modella la materia fino a darle forma concreta e tangibile. Un reciproco patto d’amore quello tra lei e il metallo, che si lascia vivere fino ad assecondare i reconditi messaggi che l’universo sussurra e che Iris interpreta: la passione che si fa visibile. Michelle Hold si imbeve della naturalità del territorio in cui vive, fino a diventare lei stessa natura. E così forma e colore assumono la valenza di un linguaggio cifrato, di un codice da condividere con chi, grazie alla sensibilità che connota ogni essere umano, riesce a compenetrare il senso profondo della sua pittura. Sembra quasi voler andare alla ricerca del principio primo della vita attraverso i suoi fiori che sono pura cromia perché, come ha scritto Gianni Rodari, “per fare tutto ci vuole un fiore”. Cate Maggia nella sua arte è passione e voluttà; pienamente conscia della femminilità che pervade 4


il mondo, ha scelto di darle voce attraverso i suoi dipinti, che raccontano le mille sfumature dell’animo della donna, che sa essere lieve come una carezza o intensa come il profumo dell’erba bagnata. La polimatericità dei suoi dipinti rende inoltre ragione della vibrazione vitalissima sottesa all’esistenza. Gabriella Maldifassi è una viandante dell’anima, alla ricerca delle interconnessioni che creano legami profondi tra le persone. Gli oggetti diventano così ricordi emozionali ed emozionanti, attraverso i quali il filo dei rapporti si consolida, fino a diventare nodo, fino a trasformare l’amicizia in familiarità. Andrea Massari recupera l’apparente semplicità di forme elementari per farle diventare altro: i cerchi e i quadrati finiscono per assumere la valenza di metri di lettura del modello matematico dell’universo. E così nulla è quello che sembra, ma tutto è realtà, di colori e forme che si riempiono di significati misterici che ognuno può svelare. Teresio Polastro sceglie il rigore formale che gli corrisponde per dare vita alle sue opere, che sono uomo e natura, significante e significato, in una dialettica di estrema razionalità, nella quale il colore assume il ruolo di chiave interpretativa del contesto. La sua generosità artistica lascia al riguardante l’interiorizzazione del senso, cosicché ogni opera diventa portatrice di valori autonomi di estrema profondità. Petra Probst ci insegna a non avere paura: in un mondo in cui, sempre più, domina la legge del più forte, ci aiuta a guardare armonicamente le nostre fragilità, fino a riconoscerle come comuni agli uomini che, uniti nella “social catena”, saranno in grado di affrontare le sfide della vita. Alex Sala non teme il cambiamento: ogni cosa nel tempo muta, acquisendo nuove sfaccettature e maturando attraverso le esperienze. Bisogna saper accettare il fluire dell’essere e avere la capacità di inserirsi in un contesto di reciproco scambio, nel quale le passioni diventano testimonianza di una spinta propulsiva interiore, che può portare all’apertura a ciò che altro da noi o al ripiegamento solipsistico, inteso come spazio di solitudine meditativa. Bona Tolotti persegue come scopo vitale la crescita interiore nella relazione con l’altro; il viaggio diviene dunque percorso a due livelli, fuori e dentro di sé, alla scoperta della ricchezza polisemica che caratterizza i veri esploratori, che non temono il confronto, ma vi si immergono, perché solo guardandosi intorno con cuore aperto e sincero si può incidere il proprio animo. Daniela Vignati vibra nelle sue opere, in cui la ricerca luministico – cromatica diventa la sua personale risposta all’esigenza di trovare un senso al divenire. Il colore diviene così portatore di emozioni, le sue e le nostre, in un’indagine inesausta di ciò che è sotteso alla verità, che si può percepire dunque a livello emotivo, lasciandosi guidare dalla passione. Ecco dunque il senso di questa collettiva, nella quale ogni tassello trova posto, fino a completare un affresco di straordinaria portata perché per gli artisti qui presenti “Arte è scoprire nella realtà certi segni e rapporti, logicamente inspiegabili, ed evocarli comunicandoli; così che per mezzo di quelli il mondo reale ci si presenti” come ha detto lo scrittore Massimo Bontempelli..

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Giò

Bonardi

“[…] una delle mie ultime passioni sono i reliquiari, ne presento una parte, purtroppo è solo rimasto il contenitore manca il contenuto”. Giovanni Bonardi è nato e vive a Villanova Monferrato (AL). Ha frequentato il Liceo Artistico a Vercelli e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Utilizza e si è perfezionato in varie tecniche di pittura e scultura come affreschi, mosaici, terracotta, ceramica, bronzo ... e ha sperimentato nuovi linguaggi artistici: teatro, performance, fotografia, video e computer. Ha insegnato pittura per quindici anni in istituti di istruzione superiore prima di dedicarsi completamente all’arte e al restauro del patrimonio artistico. Ha realizzato diverse opere per chiese e edifici pubblici e privati.

www.artegiobonardi.com

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Giovanni Bonardi was born and lives in Villanova Monferrato (AL). He dedicated himself to painting at an early age, attending first the Artistic School of Vercelli and then the Brera Academy of Arts in Milan. He furthered his studies in various painting and sculpture techniques such as frescos, mosaics, terracotta, ceramics, bronze… and experimented new expressive artistic forms through theater, performances, and using photography, video and computers. He taught painting for fifteen years in institutions of higher education before dedicating himself completely to art and the restoration of our artistic heritage. He created several works for churches and public/private buildings.


Reliquiario di Santa martire, 2017, 45x29x15cm

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Ilenio

Celoria

“L’orizzonte separa la trasparenza dall’opacità, il vuoto dal pieno; è l’asse di simmetria che crea equilibrio, staticità. Per me la fotografia non rappresenta solo un modo di guardare il mondo, ma un modo per valutarne l’ordine e la bellezza.” Nato a Casale Monferrato nel 1971. Dopo la laurea in Architettura presso l’Università di Genova inizia a dedicarsi all’insegnamento ed alla ricerca in ambito fotografico. Ha insegnato Didattica della rappresentazione per immagini e Laboratorio di educazione all’immagine all’Università di Genova, Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Sanremo. Dal 2001 insegna Tecnica fotografica all’Istituto Leardi di Casale Monferrato ed è professore a contratto alla Scuola Politecnica di Genova. Ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Biennale di fotografia di Alessandria, al Museo di Scienze Naturali di Torino, agli Istituti Italiani di Cultura di Colonia, Vienna e Praga e in gallerie di diverse città italiane e straniere.

www.ilenioceloria.it

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Ilenio Celoria was born in Casale Monferrato, Italy, in 1971. After graduating in architecture at the University of Genoa he devoted himself to teaching and researching in the field of photography. Since 2001 he has taught at the Leardi Technical Institute in Casale Monferrato and is a contract professor at the Polytechnic School of Genoa. He also taught Teaching of visual representation at the University of Genoa and Photography at the Academy of Fine Arts in Sanremo. He has exhibited at the Venice Biennale, the Biennale of Photography in Alessandria, the Museum of Natural Sciences of Turin, the Italian Cultural Institutes in Köln, Wien, Prague and various Italian and foreign galleries.


orizzonti, 2013-2018, 30x30 cm

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Iris

Devasini

devasiniiris70.wixsite.com/arts

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Scambiandosi gli opposti confini nei battiti di progressioni e ritorni mutano le metalliche sembianze nelle linee lignee dei ricordi che si riflettono in proiezioni future. Un’unica forma

che palpita, respira, si muove in passioni simbiotiche eppure così distanti, nella costante alternanza dell’inizio e della fine, rinascere, ogni volta nell’attimo di un fremito eterno…

Iris nasce ad Alessandria nel 1970. Monferrina doc, vive fin dall’infanzia a Conzano, comune fra le colline del Monferrato. Già da bambina, Iris manifesta un grande istinto per tutte le forme d’arte, fra le quali si muove con naturalezza e da auto-didatta, esprimendo, con linguaggi propri e spiccatamente comunicativi, la sua emozionante sensibilità. Le sue opere materiche, che espone con successo in varie collettive e personali, hanno la particolarità di fondere insieme più elementi: dal legno caldo e vivo, ai metalli lucidi o grezzi, con l’influenza di stucchi, resine, polveri, in un ideale micro-cosmo in cui, le diseguaglianze, trovano equilibrio in una naturale convivenza. La poesia, è un’altra forma del linguaggio artistico che la caratterizza e già all’età di sei anni, appena le viene insegnata la scrittura, esprime in versi le sue emozioni per l’universo che la circonda e nel quale si rifugia come antidoto alla vita. Sperimenta anche nel teatro e la presentazione del suo recente libro di poesie “Ruggine sul cuore”, che ha in copertina la sua opera omonima, è un vero e proprio spettacolo teatrale da lei stessa ideato, diretto ed interpretato. Iris Devasini born in Alessandria 1970, lives in Conzano, a village in the hills of Monferrato. Since childhood, Iris showed a great instinct for all forms of art, among which she moves naturally, self-taught, expressing her emotional sensitivity with her own and distinct communicative language. Her material works have the distinction of merging multiple elements together: from warm and living wood, to shiny or raw metals, mixed with plaster, resin, powder, in an ideal microcosm where inequalities find balance in a natural cohabitation. Poetry is another form of her artistic language and already at the age of six when she began to write, she expressed her emotions in verse, taking refuge, as an antidote to life. She also experiments in theater and has published recently a book of poetry “Ruggine sul cuore” (rust on the heart). She has exhibited in various collective and solo exhibitions in Italy.


Tracce Reciproche, part. 2018, 40x83 cm

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Piero

Ferroglia

“Acque... l’acqua inesauribile del mare, la potenza e la forma infinita delle onde... fino al ritmo languido della risacca. Ripensando alle passioni pittoriche che hanno accompagnato la mia vita credo che l’acqua sia stata il motivo più emozionante e duraturo. L’acqua che corre nei piccoli torrenti di montagna, l’acqua dei laghi alpini che raddoppia la visione incantevole della natura circostante. Il mondo vegetale riflesso rimanda agli occhi meraviglie di luci, di linee, di colori, di forme. Raddoppiandosi le immagini portano il pensiero a sconfinare nella simbologia, nella filosofia, nelle regole precise della geometria... nella metafisica... nella poesia.” Ferroglia è nato nel 1946 a Caselle Torinese, dove vive e lavora. Allievo di Filippo Scroppo e di Giacomo Soffiantino, fino al 1988 s’interessa particolarmente della pittura in relazione alla rappresentazione di situazioni e eventi naturali che studia attentamente avvalendosi anche del mezzo fotografico. Negli anni successivi inizia una attività di ricerca plastica in varie direzioni e con materiali diversi che influenza anche le originali soluzioni pittoriche rispetto alle quali la distinzione tra figurazione e astrazione perde significato. Numerose le mostre personali e collettive alle quale ha partecipato.

www.ferroglia.wix.com/pieroferroglia

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Piero Ferroglia born in 1946 at Caselle Torinese, where he still lives and works. He is a student of Filippo Scroppo and of Giacomo Soffiantino. Until 1988 he was mainly interested in painting in relation to situations and natural events which he studied attentively also with the help of photographs. Since 1988 he has amplified his research with the help of sculptures that influence his paintings consequently. He has had many personal and group exhibitions in Italy. In 2015 he won the ‘Stefano Belbo Premio Pavese’ for sculpture.


Riflesso / Movimento, 2010, 70x140 cm

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“Se potessimo vedere chiaramente il miracolo di un singolo fiore, l’intera nostra vita cambierebbe.” Buddha

Michelle

Hold

Adoro i fiori selvatici: sono autonomi nel nascere e nel vivere, non hanno bisogno di concimi, di terra comprata, di vasi… non hanno bisogno dell’uomo, sono splendidi e forti nella loro indipendenza. Claude Monet diceva: “Se sono diventato pittore forse lo devo ai fiori”. Moleto è il mio Giverny, dove posso seguire la mia passione per i colori e l’armonia di un giardino selvatico, smaterializzare la natura di tutto ma non del colore e delle forme. Michelle Hold, nata a Monaco di Baviera, è cresciuta a Innsbruck dove ha iniziato a studiare architettura. Si forma come artista e disegnatrice di tessuti attraverso diversi corsi a Parigi, New York, Hong Kong, Monaco e Londra. La sua pittura s’ispira prevalentemente a fatti e a eventi naturali. Le rappresentazioni superano l’espressione figurativa e approdano a un’astrazione vitale: penetrazione nell’invisibile, apertura su un mondo segreto che promette gioie sommesse. La ricerca accoglie suoni e rumori del silenzio in un dialogo spirituale. Michelle ha esposto in Italia e vari paesi del mondo. Ultime personali: ‘Color is calling’ al castello di Costigliole d’Asti, ’Turning Inside’ Centro Comunale Culturale Valenza, ‘Abstraction’ Salone del Mobile Milano, ’The warriors of Light’ a Debut Contemporary Londra, ‘Blue Mood’ a Milano e a Palazzo Racchetta di Ferrara. Ideatrice di ARTMOLETO.

www.michellehold.com

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Michelle Hold is a German-born artist based in Italy who paints vibrant abstract works inspired by emotion and energy. Her canvases are loud and layered, enticing the viewer to look further and further into their depths. The artist, who grew up in Austria, had begun to study architecture when she fell into modelling. On her travels, she took various art and textile design classes. She then worked as a textile designer in Milan before later throwing herself full time into painting. Michelle has held solo exhibitions throughout Italy and in London, and she has participated in international art fairs in Miami, London, Athens, Milan and Berlin. Her works have featured in group exhibitions across Europe, the Usa and China.


In full bloom, 2018, 120x80 cm

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Cate

Maggia

www.catemaggia.com

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Le donne, in particolare, sono costituite da mille sfumature: il rosso del sangue, della voluttà; l’arancio dell’anelito di vita; il rosa della femminilità… toni differenti che si mischiano e che lasciano appena emergere, come attraverso un velo, quello che una donna è realmente: passione. Solo guardando con attenzione ciò che viene in superficie si può comprendere il sostrato più profondo del suo animo, i cui desideri, contrapposti alla ragione, sono il motore dell’esistenza, quelle passioni che la spingono a immergersi nel flusso del divenire. Nata a Borgosesia (VC), Caterina Maggia si è laureata in architettura al Politecnico di Torino. Parallelamente agli studi ha portato avanti una sua personale ricerca in campo artistico, che l’ha condotta ad approfondire la conoscenza dell’arte contemporanea, da lei rielaborata nelle sue tele con l’uso di colori e materiali che, uniti in un organico fluire, diventano espressioni della sua sensibilità. Tra il 2006 e il 2009 è stata direttore artistico di Expo Proponendo a Forte dei Marmi e creatrice di uno spazio d’arte a Courmayeur presso la Tour Malluquin. Nel 2008 ha creato Studio Ambre Italia, prestigiosa galleria d’arte, che l’ha portata ad una crescita fondamentale, sia a livello personale che artistico; la galleria infatti è inserita nella rete di Ambre International che interagisce con varie associazioni affiliate presenti in Corea, Francia, Inghilterra e Marocco. Questo le ha permesso di realizzare scambi culturali importanti, tra cui quelli con il Marocco, la Corea e la Francia. Dal 2013 al 2015 è stata presente con una sede a Milano. Nel 2018 ha ripreso il suo progetto di divulgazione dell’arte con Ambre Italia Group. architettura, ha svolto interessanti esperienze nel campo del restauro di dipinti, parallelamente all’attività di progettazione d’interni. La sua ispirazione artistica ha esplorato le possibilità espressive di varie tecniche. La sua attività prosegue con creazioni di eventi artistici. Cate Maggia was born in Borgosesia (Vercelli). After the artistic high school in Novara, she graduated in architecture at the Polytechnic Institute in Turin. She has been restoring paintings and frescos ever since, she has also worked as interior designer in a company she founded. She experimented with various techniques of painting to find eventually her favorite expressive style in collage. She took part in many exhibitions and art fairs in different Italian cities like Florence, Rome, Turin, Venice and Milan, as well as in other European cities such as Paris, Nice, Casablanca, Innsbruck, Amsterdam and Helsinki.


essere donna , 2018, 180x90 cm

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Gabriella

Maldifassi

Il progetto Anime Nude – ritratti nasce come lavoro sulla percezione affettiva, che si fa memoria per coloro che non ci sono più. È un modo per capire chi sono ora, attraverso i legami forti con le persone che mi sono care. Il ritratto di una persona, per me, non ha nulla a che vedere con la fisionomia. Amo raccontare ciò che non si vede, con il mio personale linguaggio fatto di tessuti, colori e metalli. Lascio che la voce, una frase, una risata o i ricordi mi parlino attraverso le dita che palpano il tessuto asciutto, lo stropicciano, lo fanno suonare. Solo quando ne ho percepito l’essenza da fissare, passo alla trasformazione in scultura da parete, che appartiene alla serie delle mie Atarassie. Gabriella Maldifassi, una laurea in Giurisprudenza poco usata, alterna l’attività artistica a quella di scrittrice e storica della gastronomia, anche se da quattro anni si dedica quasi esclusivamente alla prima. Ha partecipato a partire dal 1986 a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. E’ anche organizzatrice di eventi artistici e nel 2016 diventa PR di AIAPI - Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia, partner dell’Unesco. Gabriella Maldifassi, with an unused degree in Law, alternates her artistic activity with that of writer and gastronomy historian, even if she has been dedicating herself almost entirely to the first in the last four years. She has been participating in personal and collective exhibitions in Italy and abroad since 1986. She is also organizer of artistic events and in 2016 became PR of AIAPI - International Association of Plastic Arts Italy, a UNESCO partner.

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milla, marmilla (mamma), 35x70 cm

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Andrea

Massari

Molti di noi hanno subito il fascino intellettuale delle culture tradizionali e delle scienze esoteriche, dei simboli misteriosi che punteggiano il percorso iniziatico della conoscenza. Tra di essi, il cerchio e il quadrato rivestono un ruolo centrale, simbolo il primo del cielo, della spiritualità, della perfezione celeste, dell’infinito, il secondo della terra, del creato, del finito, della materialità in antitesi alla dimensione trascendente. Cerchio e quadrato li ritroviamo nella pittura del XX secolo, nelle opere dei grandi Maestri come Kandinski, Malevic, Kupka, Albers, Mondrian, Moholy-Nagy e tanti altri, seppure come soluzioni formali e non come simboli iniziatici, quasi a suggellare l’affermazione di Fausto Melotti secondo cui “i fondamenti dell’armonia e del contrappunto plastici si trovano nella geometria”. Ora, proprio l’arte astratta, per definizione aniconica, risulta paradossalmente idonea a celare simboli nelle sue composizioni ed ecco nascere così questa serie di lavori, dalle strutture e dai colori ridotti e semplificati. Alcuni vi riconosceranno solo cerchi e quadrati. Altri sapranno vedere oltre. Andrea Massari, milanese, vive tra il capoluogo lombardo e il Monferrato, dove ha da tempo stabilito lo studio. Già direttore di musei e collezionista, si dedica alla pittura da circa quindici anni, seguendo percorsi che traggono insegnamento dalla grande stagione dell’informale, interpretata e aggiornata attraverso esperienze, proposte e situazioni successive, orientate, nella sua ultima produzione, verso una semplificazione formale e cromatica.

www.saatchiart.com/andreamassari

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Andrea Massari was born in Milan and lives at present in Monferrato, where he established his studio some time ago. A former director of museums, he has been painting for fifteen years, along paths inspired by the great era of informal art. He regenerated his recent production through new experiences, proposals and situations, oriented towards a formal and chromatic simplification.


Dialogo del poeta e del guerriero , 2017, 60x60 cm

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Teresio

Polastro

È un’esigenza di ordine formale che ha la meglio sulla immediatezza del gesto, una necessità di segnalare “presenze” che prevalgano sulla componente segnica. In realtà la natura è sì l’ambiente esterno all’uomo, ma è per me motivo per esprimere il recesso profondo, lo specchio interiore, i moti più intimi e segreti. Teresio Polastro, di origini monferrine, è nato a Torino. È stato allievo dapprima della pittrice Angiola Meucci, poi di Pippo Bercetti e infine di Filippo Scroppo. Numerose sono state le mostre personali e collettive, a partire dal 1972. Tra gli altri, hanno scritto di lui: F.De Bartolomeis, M.Corradini, G.Cordero, P.Levi, P.Mantovani, A.Mistrangelo, F.Scroppo. Ha recensito mostre d’arte che si sono svolte a Venezia, a Palazzo Grassi, al Museo Correr e alla Fondazione Cini, nelle gallerie di Torino e del Piemonte, per i settimanali d’arte: “Il Corriere di Torino e della Provincia”, “Il Corriere dell’Arte”, “Iris. to”. Ha fatto parte del comitato esecutivo della Galleria d’Arte di Palazzo Lomellini di Carmagnola (To).

www.teresiopolastro.wix.com/polastro

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Teresio studied with Filippo Scroppo and has shown in many solo and collective exhibitions since 1974. Francesco de Bartolomeis, G.Cordero, P.Levi, P.Mantovani, A.Mistrangelo, F.Scroppo wrote about him.


Dai molti anni di negligenza, 2017, 100x100 cm

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“Ed io ti sento l’anima battere, dietro il silenzio, come un filo vivo di acque dietro un velo di ghiaccio”. Antonia Pozzi

Petra

Probst

Abbiamo questo compito: indagare la fragilità della nostra esistenza, essere consapevoli della propria e altrui fragilità come profondo valore, saperla tradurre in forza vitale per oltrepassare confini e barriere da reinterpretare. L’unione della fragilità può diventare forza sovvertitrice della nostra epoca stracolma di prepotenze che continua a moltiplicare solitudini e diseguaglianze. Considerare la fragilità come strumento di comprensione di sé e degli altri può diventare motore controcorrente di una nuova visione del mondo. Artista, illustratrice per l’editoria d’infanzia, vive e lavora tra la Germania e l’Italia, a Monaco e Torino. I suoi libri sono pubblicati da molti editori internazionali. Realizza e gestisce progetti artistici interculturali in scuole, biblioteche e musei indirizzati a bambini e adolescenti. È specializzata in tecniche di arte e in danza terapia e collabora con pedagogisti e psicologi in aree di prevenzione del disagio giovanile. Numerose le mostre in Italia e all’estero. Nel 2017 al Mu.MA di Genova, Museo del Mare e delle Migrazioni, ha ideato e curato insieme a Flavio Tiberti il progetto espositivo dedicato al Mare Mediterraneo “ROVI DI MARE. Visioni di un orizzonte in bilico”.

www.petraprobst.com

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Petra Probst lives and works in Munich and Turin. Artist, free-lance illustrator and author, she specializes in books for children. As an expert in art didactic programmes and in art/dance therapy techniques she organizes and leads multicultural art projects for children, teens and adults. Her art works have been displayed in several individual and group exhibitions. Recently in 2017 in Genoa, at the Mu.MA, Museo del Mare e delle Migrazioni, she curated with Flavio Tiberti the exhibition dedicated to the Mediterranean Sea and its refugee victims entitled “ROVI DI MARE. Visioni di un orizzonte in bilico”.


The light flow, 2018, 14x18,5 cm

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Alex

Sala

L’opera vuole analizzare il tema delle passioni umane non solo come un mezzo per raggiungere scopi elevati nella nostra interiorità o nel mondo manifesto, ma vuole soffermarsi sulla caducità e l’impertinenza dei nostri obbiettivi. Vedersi e sapersi vedere è anche accettare la propria situazione senza per forza voler reagire. In questo caso analizzo la passione sia come forma di nutrimento spirituale ma anche come un aspetto del nichilismo presente nella nostra società ed in noi stessi. Alex Sala nasce a Magenta nel 1977, ha frequentato la Civica Scuola di Liuteria di Milano e poi si laurea in Disegno Industriale. Dal 2006 la sua ricerca artistica è stata rivolta alla scultura su legno e la land art alla ricerca di un contatto intimo e poetico con la sua terra di origine. In quegli anni ha intrapreso molti viaggi in Oriente, Russia e Sud America. Le esperienze di viaggio ed i cambiamenti che la cultura europea ha subito dal 2011, hanno influenzato le sue forme di espressione che ha trasformato in arte attivista. Dal 2007 sono quasi 400 gli eventi artistici che coinvolgono Alex Sala. Mostre collettive e personali, letture di poesie, simposi e incontri. Dal 2012, Sala è anche coinvolto nell’organizzazione di eventi artistici e mostre in collaborazione con altri artisti italiani ed europei.

www.alexsala.com

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Born 1977 in Magenta, Alessandro Sala attended the Civic School of Violin Making in Milan and then graduated in “Industrial Design” . The art of Alessandro Sala continues to be related to the theme of desertion. Since 2007 Sala has taken part in more than four hundred artistic and cultural events including solo and group exhibitions, sculpture symposiums, poetry readings, lectures and land art projects both in Europe and in other continents. Since 2012, he has also been involved in the organization and care of artistic events.


vedersi, 2018

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“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma”. Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza.

Bona

Tolotti

Un Tema a cui sono particolarmente legata e che costituisce la maggior fonte d’ispirazione per il mio lavoro è quello dei “viaggi”, intesi come metodo di esplorazione sia in termini reali, legati a mie esperienze personali sul posto, sia come ricerca interiore, attraverso l’uso di colori, frammenti di foto e materiali legati proprio a luoghi visitati o immaginari (es. ossidi, terre-tufo).

“Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé”. Tiziano Terzani Bona Tolotti, milanese di nascita, risiede in Monferrato da più di trent’anni. Autodidatta, dopo esperienze di carattere etnografico ed antropologico in centro e sud America negli anni 70/80, si è occupata nel settore comunicazione di design, arte e architettura a Milano. Trasferitasi definitivamente in Monferrato negli anni ‘90, si dedica alla ricerca artistica. Presente ad ArtMoleto dal 2010, Bona è responsabile dell’ufficio stampa.

www.bonatolotti.com

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Born in Milan, Bona is a self-taught artist, inspired by her ethnological and anthropological experiences while traveling in Central and South America during the 70s and 80s. She is interested in design, communication, art and architecture and has worked with important agencies in Milan (1970/1990). Since 1990 she has been living in the Monferrato sharing her life and art with the painter Pietro Piccinelli. Currently she is working in research and artistic projects, participating in different exhibitions in Monferrato and in national and international projects as well as Italian Cultural Institutes together with the artists of ARTMOLETO.


Lumbini Nepal, 2017, 50x50 cm

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Daniela

Vignati La bellezza del colore risiede proprio nel suo essere estremamente variabile, portatore di emozioni sempre diverse che ci svelano sfumature della realtà che ci aprono all’infinito. Daniela Vignati dipinge da oltre trent’anni, dopo una prima esperienza artistica dedicata alla lavorazione dei metalli e realizzazione di gioielli. Il suo percorso si è sviluppato in maniera coerente con passaggi progressivi che l’hanno portata agli esiti attuali della sua ricerca. A una fondamentale base coloristica di impronta informale -quasi sottofondo musicale del suo lavoro- si associano sempre segni, simboli e immagini che rimandano a un mondo magico/fiabesco nel quale si rispecchia la sua personale visione della vita. Per Daniela l’inizio di un’opera è sempre un viaggio senza una meta prestabilita che si risolve nel processo stesso del fare, raggiungendo risultati che rifuggono da soluzioni meramente decorative. Ha esposto in numerose mostre collettive e personali ed è presente in collezioni in Italia e all’estero.

www.danielavignati.com

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Daniela Vignati, born in Milano, studied at the Anthroposophic School of Oriago (VE) where she develops the idea of creating social art holding workshops with children and grown ups. She also worked closely with an egyptian artist and metalworker and created many pieces of jewelry. She has lived in the Monferrato since 1990.


Universi paralleli, 2018, 100x120 cm 31


Ecomuseo della Pietra da Cantoni

Moleto

1_2 settembre

2018

Casale Monferrato

Castello del Monferrato

8_30 settembre

2018

Giò Bonardi Ilenio Celoria Iris Devasini P iero Ferroglia Michelle Hold C ate Maggia Gabriella Maldifassi Andrea Massari T eresio Polastro Petra Probst Alex Sala Bona Tolotti Daniela Vignati ArtMoleto - www.artmoleto.com


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