Architecture Portfolio [2013-2020] Micol Gualfetti

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MICOL GUALFETTI

Portfolio Architettura [2013-2020]


micol.gualfetti micol.gualfetti

micol.gualfetti@gmail.com

+39 329 7794451 +39 346 5876597


Su di me Nata a Firenze, sono cresciuta cercando di soddisfare la mia curiosità e voglia di scoprire, viaggiando in gran parte dell’ Europa e parte dell’Asia alla scoperta delle diverse architetture e culture. A partire dalla mia adolescenza ho perfezionato il mio inglese che ritengo fondamentale per qualsiasi tipo di interrelazione; nonostante ami il mio paese e voglia provare ad agire partendo proprio da qui. Amo osservare i particolari e mi piace affrontare nuove sfide, collaborare in lavori di gruppo e imparare sia dal prossimo che autonomamente, investendo su me stessa: il patrimonio storico, insieme alle nuove tecnologie sono un terreno molto vasto a cui attingere continuamente per migliorarsi, non si smette mai di imparare. Essendo all’inizio della mia carriera lavorativa sono aperta a cimentarmi in qualsiasi campo che possa arricchirmi e permettermi di crescere professionalmente, sempre ponendo attenzione all’ambiente, alla sicurezza, alla funzionalità e all’estetica.


Curriculum Vitae

Eventi Nov 2018

Convegno

Fondazione CR Firenze FAI LA CASA GIUSTA. Percorsi di abitare solidale.

Informazioni Ott

1990

Istruzione 2020 2009-2018

Dic

Micol Gualfetti Luogo di nascita Cittadinanza Residenza Domicilio

Firenze Italiana Via F. P. Sarpi 26, 50136, Firenze Via M. Amari 1, 50137, Firenze

Abilitazione Professionale Laurea Magistrale in Architettura e ingegneria edile-architettura Quinquennale LM-4 C.U. Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura Votazione 110/110 Lode

Premio tesi Nicola Solimano (Fondazione MIchelucci)

2004-2009

Maturità Scientifica

Indirizzo sperimentale PNI Liceo Scientifico G. Castelnuovo, Firenze

Esperienze Professionali Apr

Apr

2019 - Ago 2020 Roma

2018 - Mag 2018

Ott 2016

- Mar 2017

- Nov 2017

Conferenza

Opera di Santa Croce Firenze e l’eredità culturale del Patrimonio religioso.

Lingue Italiano Inglese

Madrelingua B2

Competenze Tecniche Manuali Disegno Modellismo Vettoriale AutoCAD 2D - 3D Grafica Photoshop Illustrator

Studio Arch.Gangale-Ing.Savina

Collaborazione lavorativa Diagnosi energetiche, progettazione elementi di arredo e ristrutturazioni edlizie e redazione relative pratiche edilizie.

Studio Tecnico Associato Bartolucci Tirocinio curriculare Restituzione rilievi di edifici industriali

Nov 2015

2017

Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus

IlnDesign Power Point Microsoft Office Modellazione 3D Sketch Up Rhinoceros Revit

Collaborazione lavorativa Progetto di allestimento della mostra “E le acque si calmarono” Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze in occasione del 60° anniversario dall’ Alluvione di Firenze

Altro Docfa Namirial Termo

Opera del Tempio Ebraico

Interessi

Collaborazione lavorativa Lavoro di ricerca sull’operato dell’ Opera del Tempio Ebraico e della Fondazione dei Beni Culturali Ebraici in Italia onlus, Grafica di pannelli da esporre alla 5^ Edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze (10-12 Novembre 2016)

Danza

Viaggiare

Leggere

Cinema

Osservare i particolari


Indice

Progetti Accademici

Esperienze Professionali

Disegni

01

Museo Giuseppe Poggi

02

Una scuola di cucina a Poppiano

03

London 2012: The Olympic legacy

04

America2

05

Tesi

06

“E le acque si calmarono”

07

Grafica pannelli illustrativi

08

Concorso

09

Disegno di Architettura

Progetto di un museo dedicato alle opere dell’ Architetto Giuseppe Poggi nel Parco delle Cascine.

Progetto di restauro e recupero funzionale di una frazione del borgo di Poppiano per la realizzazione di una scuola di cucina, con alloggi annessi, e un’ enoteca.

Il recupero dell’area olimpica. Riadattamento dello stadio a piazza cittadina, centro di vita quotidiana e fulcro dell’ area rigenerata.

Il museo dell’ immaginario europeo: un centro polifunzionale per le arti e la cultura.

Il fenomeno dell’immigrazione e la rinascita degli spazi abbandonati. Un centro di accoglienza flessibile come strumento di recupero di edifici industriali dismessi nella città di Prato.

Progetto di allestimento mostra (Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus - Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze)

5^ Edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze (Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus - Opera del Tempio Ebraico)

Primo Livello concorso per un Nuovo Polo Scolastico “Sant’Anna” a Bevagna


01

Museo Giuseppe Poggi Parco delle Cascine, Firenze Prof. Arch. F. Capanni Lab. Progettazione III, DIDA, Unifi 2012

In Occasione del 150esimo anniversario dell’ Unità d’ Italia, in ricordo del periodo in cui Firenze fu capitale del Regno, si è voluto ideare un museo che raccogliesse disegni, modelli, scritti, libri e fotografie dei progetti dell’Architetto Giuseppe Poggi, il quale influenzò maggiormente il volto e l’assetto urbanistico di Firenze. Posto alle porte delle Cascine, polmone verde della città, l’edificio museale vuole essere un nuovo punto nodale in grado di riqualificare e riallacciare il Parco al tessuto urbano. Nell’ intento di creare un luogo fin da subito in armonia con le Cascine, si è innanzitutto cercato di risolvere i problemi di accessibilità alla zona tramite percorsi pedonali, ciclabili, carrabili in aggiunta a quello della tramvia,e di rendere Piazza Vittorio Veneto non più uno spazio vuoto per la sosta delle macchine, ma un luogo di accesso al museo, anticipatore del verde del parco. Le sue dimensioni permettono ai visitatori di soffermarsi a osservare il paesaggio, godendo dell’aerosità del luogo, o delle eventuali installazioni di mostre temporanee all’aperto. Un’ estesa pavimentazione rialzata si estende a continuzione della Piazza, con lo scopo di conferire importanza al museo fungendo da palcoscenico tra le quinte alberate. La forma a C del museo, che si immerge nel verde del giardino, vuole riprendere i principi progettuali del Poggi il quale esaltava il dialogo tra l’ esterno e l’ interno dell’ archittettura, considerando l’ edificio non come una struttura a sè, ma come parte di un organismo complesso. La corte interna presenta una pavimentazione erbosa che, insieme alle pareti vetrate dell’ edificio ,permettono una continuità con il giardino retrostante preannunciato dalla vista privilegiata ottenuta grazie all’ ampia vetrata che contraddistingue l’ingresso al museo.


a

a'

Scala 1:500

Università degli studi di Firenze - Facoltà di Architettura - CdLM 4 c.u - Architettura

Laboratorio di Progettazione dell' Architettura III - A.A. 11/12 - Prof. Arch. Fabio Capanni, Arch. Stefano Lambardi, Arch. Claudio Marrocchi Oggetto: "Museo Giuseppe Poggi" Studenti: Fei Irene, matricola n. 4915855- Gualfetti Micol, matricola n.4924921

a

TAV.n°: 1


c'

a

Legenda 1 Atrio di ingresso 2 Bookshop 3 Biglietteria 4 Servizi igienici 5 Ufficio APT 6 Sala conferenze

8

6

7

5

4

3

4

7 Uffici direzionali 8 Servizi personale 9 Internet point

b'

b

10 Bar 11 Cucina 12 Sala espositiva

1

11

10

9

4

c'

4

2

a'

Pianta piano terra Scala 1:100

Università degli studi di Firenze - Facoltà di Architettura - CdLM 4 c.u - Architettura

Laboratorio di Progettazione dell' Architettura III - A.A. 11/12 - Prof. Arch. Fabio Capanni, Arch. Stefano Lambardi, Arch. Claudio Marrocchi Pianta piano terra 1 Atrio d’ingresso Oggetto: "Museo Giuseppe Poggi" 2 Bookshop Studenti: Fei Irene, matricola n. 4915855- Gualfetti Micol, matricola n.4924921 3 Biglietteria 4 Servizi igienici 5 Ufficio ATP 6 Sala conferenze

7 Uffici direzionali 8 Servizi personale 9 Internet point 10 Bar 11 Cucina 12 Sala espositiva

TAV.n°: 2a


Prospetto Est

Prospetto Ovest Scala 1:100

Università degli studi di Firenze - Facoltà di Architettura - CdLM 4 c.u - Architettura

Laboratorio di Progettazione dell' Architettura III - A.A. 11/12 - Prof. Arch. Fabio Capanni, Arch. Stefano Lambardi, Arch. Claudio Marrocchi Oggetto: "Museo Giuseppe Poggi" Studenti: Fei Irene, matricola n. 4915855- Gualfetti Micol, matricola n.4924921

TAV.n°: 4a


02

Una scuola di cucina a Poppiano Poppiano, San Casciano in Val di Pesa, Firenze Prof. Arch. P. Matracchi Lab. Restauro I-II, DIDA, Unifi 2015

Progetto di restauro e recupero funzionale di una frazione del borgo di Poppiano per la realizzazione di una scuola di cucina, con alloggi annessi e un’ enoteca.

La proprietà si trova nella zona del Chianti classico, in una splendida posizione panoramica nel Borgo di Poppiano nel comune di San casciano in Val di Pesa, in Toscana. L’edificio preso in considerazione, attualmente risulta essere una casa colonica, Casa Canevaro, ma presenta gli avanzi di due massicce torri, che ponevano in mezzo un cortile al posto del quale oggi sorge una nuova porzione di edificio, che si è andata ad aggiungersi all’antico nucleo. Il complesso edilizio, di rilevante valore, purtroppo risulta essere abbandonato e in cattive condizioni di conservazione; solo una porzione che si ritiene essere un’adduzione di epoca successiva al nucleo originario delle due torri, è stat ristrutturata relativamente di recente e periodicamente abitata da un addetto che si occupa dei terreni circostanti. Tramite il rilievo geometrico, l’analisi del sistema strutturale, l’analisi materica, l’analisi del degrado, si è avanzata una proposta di resturo e recupero funzionale dei locali, realizzando esclusivamente opere finalizzate all’adeguamento delle dotazioni impiantistiche, al consolidamento strutturale degli impalcati di piano e di copertura, all’adattamento degli spazi funzionali esistenti volte ad un generalizzato miglioramento delle condizioni ambientali interne di tutti i locali. Il progetto cerca quindi di sfruttare le potenzialità di questo fabbricato cercando di essere il meno invasivo possibile. Il piano terra, è dedicato interamente alla scuola di cucina. L’ingresso principale che avviene da sotto il portico, porta nella vecchia cucina, riadattata a sala relax e accettazione per i clienti della scuola. Dalla hall si ha la possibilità, tramite ambienti di passaggio, di andare al piano superiore, interamente dedicato agli alloggi degli studenti, ognuno con un bagno privato, e dotati di una sala comune e piccola cucina, oppure di procedere verso i laboratori della scuola.


Gli alloggi sono stati ricavati all’interno di locali già esistenti e probabilmente già destinati a camera da letto. L’unica aggiunta è stata quella dei bagni privati in ogni camera. Proprio per cercare di mantenere il più possibile una continuità con la storia del luogo, l’intero nucleo della torre diviene un’enoteca aperta al pubblico che forma un corpo a sè stante, e autonomo rispetto al resto del complesso della scuola di cucina. Si mantengono i solai esistenti opportunamente ristrutturati per realizzare quindi una fiaschetteria su più piani accessibile sia direttamente dalla strada, che dall’interno del casale, specialmente per il servizio, che sfrutta le postazioni e la dispensa della scuola di cucina, e per i disabili. Anche l’esterno del casolare è stato oggetto di progetto, prevedendo un riallestimento generale, comprendendo anche un parcheggio sia per gli studenti che per i visitatori occasionali dell’enoteca. Per mantenere maggiormente l’assetto ”agricolo” del casale sono state disposte delle serre, in cui verranno coltivati ortaggi per la scuola di cucina e la cui coltivazione è anch’essa oggetto di studio da parte degli studenti. Oltre che alle colture in serra vi sono anche piccoli appezzamenti in cui la coltivazione è a cielo aperto, e piccole aree per la coltura di alberi da frutto. Il riassetto dell’esterno è stato progettato nella parte posteriore il casolare, anch’essa in stato di abbandono, che dà direttamente sulla valletta sottostante, caratterizzata dai lunghi filari di viti, per promuovere maggiormente l’assetto panoramico del luogo e l’utilizzo anche dell’esterno per piacevoli attività all’aperto.


Confronto prospetto sud: stato di fatto e progetto di restauro

Prospetto sud materico

Prospetto sud di progetto


Restituzione rilievo diretto

Pianta piano terra

Pianta piano primo

Piante comparative di progetto

Pianta piano terra

Pianta piano primo


Iter di progetto sezione trasversale e longitudinale Restituzione rilievo diretto

A

A’

A

A’

Materico

Degrado

Sezioni comparative

Sezioni di progetto

Sezione A-A’

Sezione B-B’


0,2

5,6

0,4

4,4 collegamenti passanti del 16

HEA 200

inghisaggi con tondinello del 16 lunghi almeno 20 cm

2,93

2,7

HEA 200

collegamenti passanti del 16

fazzoletti d'irrigidimento sp 10 mm

5,6 pacchetto solaio

cordolo in C.A. h 25 cm 4,35

0,2

0,4

4,4 collegamenti passanti del 16 0,25

HEA 200

4,9 inghisaggi con tondinello del 16 lunghi almeno 20 cm

prospetto telaio

scala 1:20

sezione trasversale

HEA 200

2,93

2,7

Per la realizzazione della cerchiatura dovranno essere rispettate le seguenti fasi di lavorazione:

collegamenti passanti del 16

fazzoletti d'irrigidimento sp 10 mm

particolare

cordolo in C.A. h 25 cm

scala 1:20

4,35

4,9

prospetto telaio

scala 1:20

Prospetto telaio

scala 1:20

1) Puntellare il solaio, parallelamente alla parete da cerchiare, da entrambi i lati, ad una distanza tale da permettere di lavorare agevolmente. 2) Eseguire lo scasso per l'inserimento dell'architrave rimuovendo solo metà muratura, livellare dei buoni appoggi e inserire i primi 2 profilati costituenti l'architrave stessa. 3) Ripetere l'operazione per l'altra metà della muratura e finire di inserirei i profilati dell'architrave; quindi unire fra di loro i profilati mediante barre filettate e bulloni (avendo già realizzato in precedenza i fori nelle anime delle longarine). 4) Eseguire sulla parete da cerchiare, da entrambi i lati, con l'ausilio di un flessibile, le incisioni verticali della muratura in modo da delimitare la parte da demolire. Tali incisioni saranno realizzate ad una distanza tale da permettere l'inserimento dei piedritti. 5)Demolire, con cautela, partendo dall'alto la parte di muratura sottostante l'architrave per una larghezza pari a quella che vi è tra le due incisioni realizzate in precedenza e fino a raggiungere il piano di realizzazione del cordolo in c.a. 6) Realizzare il cordolo inferiore in c.a. 7) Mettere in opera i piedritti e mediante bullonatura fissandoli bene al cordolo inferiore e all'architrave. 8) Procedere alla finitura esterna della cerchiatura mediante intonaco, velo e imbiancatura.

0,25

pacchetto solaio

I laboratori della scuola sono stati realizzati all’interno dei due ambienti che dovevano essere stalle: tramite un’ingente cerchiatura è stato possibile aprire parte del muro portante che le divideva e realizzare un ambiente unico e spazioso in cui sono disposte le varie postazioni cucina degli studenti per le lezioni quotidiane.

sezione trasversale

scala 1:20

Sezione trasversale

Per la realizzazione della cerchiatura dovranno essere rispettate le seguenti fasi di lavorazione: 1) Puntellare il solaio, parallelamente alla parete da cerchiare, da entrambi i lati, ad una distanza tale da permettere di lavorare agevolmente. 2) Eseguire lo scasso per l'inserimento dell'architrave rimuovendo solo metà muratura, livellare dei buoni appoggi e inserire i primi 2 profilati costituenti l'architrave stessa. 3) Ripetere l'operazione per l'altra metà della muratura e finire di inserirei i profilati dell'architrave; quindi unire fra di loro i profilati mediante barre filettate e bulloni (avendo già realizzato in precedenza i fori nelle anime delle longarine). 4) Eseguire sulla parete da cerchiare, da entrambi i lati, con l'ausilio di un flessibile, le incisioni verticali della muratura in modo da delimitare la parte da demolire. Tali incisioni saranno realizzate ad una distanza tale da permettere l'inserimento dei piedritti.


03

London 2012: The Olympic legacy Newham, London Prof. Arch. A. Baratelli - A. Rizzo Lab. Progettazione IV, Urbanistica II, DIDA, Unifi in collaborazione con AA School of Architecture 2013

Il recupero dell’area olimpica. Riadattamento dello stadio a piazza cittadina, centro di vita quotidiana e fulcro dell’ area rigenerata. Alla luce delle passate edizioni delle olimpiadi (Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004) è stata sempre maggiore la paura che gli investimenti e i lavori legati alla creazione delle infrastrutture per i giochi olimpici, rimanessero un’azione di rigenerazione, posti di lavoro, creazione di nuove attrattive e nuove abitazioni legata ad una pianificazione a breve termine. Sebbene sia stata effettuata una pianificazione con materiali sostenibili, energia rinnovabile e attenzione ai rifiuti, strutture removibili e atre smantellabili, il dispendio energetico e materico iniziale e i costi di bonifica,demolizione, e di manutenzione del parco sono stati notevoli. Inserito tra i quartieri popolari pubblici dell’East End londinese, in corrispondenza della nuova stazione ferroviaria di Stratford, nella Lower Lea Valley sorge il Parco Olimpico che secondo il Legacy strategic framework della Olympic Park Legacy Company (nata nel 2008), verrà riadattato per creare il nuovo Qeen Elizabeth Olympic Park. Quest’ultimo è progettato, definito e manutenuto dalla London Legacy Development Corporation, la quale ha il compito di promuovere e conferire una rigenerazione fisica, sociale ed economica oltre che una riqualificazione ambientale del parco e delle zone adiacienti, cercando di ricavare la maggior eredità possibile dai Giochi Olimpici tramite investimenti che assicurino uno sviluppo sostenibile di alta qualità con un utilizzo e successo dei servizi e delle risorse sul lungo termine. In collaborazione con le autorità locali dei Boroughs limitrofi, la LLDC tenendo conto dei dati sul numero di abitazioni necessarie, gli studi sui mezzi di trasporto e i principali luoghi di interesse da raggiungere, le diverse destinzaioni d’uso degli edifici quali uffici, centri sanitari, edifici scolastici, sportivi e ricreativi, centri commerciali, vari servizi comunitari e centri di quartiere, ha il dovere di osservare le strutture esistenti , eredità dei Giochi, e pianificare una riorganizzazione dell’area. Con l’intento di riprendere le direttive della LLDC, dopo aver creato un Materplan dell’intera area di progetto, è stato poi celto un singolo intervento da sviluppare alla scala architettonica.


Analisi del progetto di riqualificazione dell’area fatto dalla London Legacy Corporation.


Edificio di progetto.

La struttura in acciaio dello stadio è stata in parte mantenuta e in parte riutilizzata come struttura portante all’interno dell’edificio.

La scelta di mantenere la forma ellittica dello stadio nasce dalla volonta di mantenere le fondazioni esistenti. Basandosi sulle piante di tali strutture sono stati tracciati un insieme di assi di riferimento sia per gli edifici affacciati sulla piazza che per quelli adiacenti, che vanno a “esplodere” verso l’esterno.





04

America2

Roosvelt Island, New York Prof. Arch. F. V. Arrigoni Lab. Progettazione V, DIDA, Unifi 2014

Il museo dell’immaginario europeo: un centro polifunzionale per le arti e la cultura. Il progetto prevede la creazione di un centro polifunzionale per le arti e la cultura: un complesso che racchiude al suo interno sia spazi da visitare, che luoghi per l’apprendimento e la sperimentazione diretta. L’ area di intervento ricopre circa 2.800 ettari all’interno del South Point Park, area verde nel lembo meridionale della Roosevelt Island a New York City, isola che sorge nell’ East River tra Manhattan e il borough del Queens; il sito è contenuto tra la Road 3 e il Franklin D. Roosevelt Four Freedoms Park. Uniche costruzioni presenti nel luogo sono i resti di due strutture una volta destinate alla cura: The Smallpox Hospital e lo Strecker Memorial Laboratory (restaurato nel 2000). La posizione di quest’ area è di evidente rilievo valutando le destinazioni d’uso ad essa tangenti: il memoriale progettato dall’architetto Louis Kahn a sud e il nuovo campus tecnologico della Cornell University previsto nel lotto a nord, dove ora sorge il Coler-Goldwater Specialty Hospital and Nursing Facility. Roosevelt Island è stata fino agli anni ‘60 sede di strutture di reclusione sia per motivi medico-psichiatrici che per la detenzione di criminali. Il luogo risulta essere poco frequentato anche a causa di una scarsa rete di collegamenti: l’ unico accesso carrabile avviene tramite un ponte proveniente dal Queens, mentre da Manhattan vi si accede tramite la funivia e gli accessi pedonali del Qeensboro Bridge. Grazie agli interventi di ridefinizione dell’isola tramite la costruzione di complessi residenziali, iniziati nel 1968 Roosevelt Island ha iniziato a popolarsi. Anche se, nonostante tali interventi rimane una meta poco considerata. L’ opera di Kahn in primis e il campus della Cornell University poi, stanno iniziando a rivalorizzarla. Il progetto pertanto si presenta come un’ occasione per aumentare la vitalità dell’isola in un luogo che è allo stesso tempo un rifugio dalla frenesia della metropoli e un manufatto per la collettività, per un riunirsi altrove alla scoperta del verde, dell’arte e delle proprie potenzialità.



A_MUSEO B_BIBLIOTECA C_AUDITORIUM D_LOGISTICA E_OFFICINA MUSICA F_CAFFETTERIA G_OFFICINA LABORATORI ARTE E DANZA

Il complesso di sviluppa sulla sponda lasciando un ampio spazio verde che integra in sé le due strutture ottocentesche a ricordo del vecchio utilizzo dell’isola, ma che conferisce respiro e senso di apertura. Gli edifici vogliono collegarsi all’idea dello skyline che caratterizza l’edificato al di là delle rive, all’ombra che proiettano e al riflesso che producono sull’acqua, creando un reverse tra costruito e sua proiezione. La nuova progettazione dell’area ha portato al ridisegno dei percorsi non solo lungo fiume, ma anche in tutto il parco. Il lotto è raggiungibile per via carrabile per mezzo della viabilità che circonda il campus universitario, oltre il quale i percorsi diventano ad uso esclusivamente pedonale, fatta eccezione di eventuali mezzi legati alle necessità di trasporto e rifornimento dei singoli edifici di progetto. Il complesso di sviluppa interamente sulla sponda nord dell’isola ed è attraversato da una strada che prolunga, ampliandosi, il percorso lungo fiume che si estende per tutto il resto dell’isola, rivelando subito la sua importanza. Sull’ altra sponda il percorso è stato ugualmente valorizzato attraverso un sistema di gradoni in granito che permettono di sostare a pochi passi dall’acqua e che, in caso di alta marea, creano un’ interazione ancora maggiore tra costruito e natura. Entrambe le percorrenze convergono ai punti di accesso al memoriale, e sono connesse tra loro tramite ulteriori percorsi che attraversano il verde del parco.


Pianta piano terra


Profilo a-a’ / b-b’

Profilo c-c’ / d-d’

Profilo f-f’

Profilo g-g’


1_Copertura _Strato di finitura _Isolante termico _Guaina bituminosa _Massetto per la pendenza _Ghiaia drenante _Solaio in c.a. _Elemento di ancoraggio controsoffitto _Controsoffitto 2_Veletta _Lamiera zincata _Guaina bituminosa _Struttura in ca _Isolante _Lamiera di ancoraggio _Lastre di rivestimento in granito 3_Chiusura verticale _Rivestimento in granito _Lamiera di ancoraggio _Viti di fissaggio _Struttura in c.a. _Barriera al vapore _Isolante _Lamiera di ancoraggio _Rivestimento in granito (_Intonaco interno)

4_Solaio primo piano _Pavimentazione in parquet _Massetto cementizio autolivellante per diffuzione del calore _Serpentina radiante _Strato isolante in poliuretano _Barriera al vapore _Rete elettrosaldata _Solaio nervato in c.a. _Trave _Elementi di ancoraggio del controsoffitto _Controsoffitto _Piastra ancoraggio sistema di vetrata continua 4a_Parapetto in vetro _Corrimano in acciaio 5_Vetrata continua _Vetro temperato _Guarnizione _Telaio in alluminio _Montante in acciaio _Lamiera di fissaggio _viti di ancoraggio

6_Pavimentazione esterna _Pavimentazione esterna in pietra _Massetto cementizio di pendenza _Guaina bituminosa _Massetto alleggerito _Ghiaia _Ghiaia di drenaggio 7_Solaio piano terra esterno _Pavimentazione esterna in pietra _Massetto cementizio _Guaina bituminosa _Massetto struttrale _Isolante _Solaio in c.a. 8_Solaio piano terra interno _Pavimentazione in parquet _Massetto cementizioper diffuzione del calore _Serpentina radiante _Strato isolante in poliuretano _Barriera al vapore _Rete elettrosaldata

_Solaio nervato in c.a. _Elementi di ancoraggio del controsoffitto _Controsoffitto 10_Solaio areato _Massetto struttrale _Vespaio con Igloo _Carta bituminosa _Massetto cementizio in pendenza _Massetto alleggerito _Plinto di fondazione _Getto di magrone _Terreno vergine 9_Copertura sala espositiva _Sistema metallico di copertura _Vetro _Sistema di oscuramento _Splinker _Pannello diffusore _Grondaia _Profilato in acciaio


04

Tesi

Prato (progetto replicabile altrove) Relatore Prof. Arch. R. Bologna Tesi di Laurea, DIDA, Unifi 2018

Il fenomeno dell’immigrazione e la rinascita degli spazi abbandonati. Un centro di accoglienza flessibile come strumento di recupero di edifici industriali dismessi nella città di Prato. Negli ultimi anni la crisi dei rifugiati e il rilevante flusso di migranti forzati che ne deriva, risultano essere una delle tematiche di maggior rilevanza socio-economica e politica nel panorama internazionale. L’obiettivo della tesi è stato quello di sviluppare il progetto di un centro collettivo flessibile che si inserisse all’interno del sistema sviluppato da Ministero dell’ Interno in collaborazione con Stato, Regioni e Comuni nell’ambito della seconda fase di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, proponendosi come approccio alternativo alla progettazione e localizzazione degli alloggi in zone specifiche, spesso non disponibili. L’aspetto propositivo consiste nella progettazione di unità modulari, da inserire all’interno di edifici preesistenti, capaci di risolvere i problemi legati all’adeguamento fisico, tecnologico e ambientale caratteristici degli insediamenti di emergenza, ottimizzando al contempo lo sfruttamento dei pieni del tessuto cittadino. In particolare, il progetto si inserisce nel tema della rigenerazione urbana e ambientale attraverso la riqualificazione di un edificio industriale dismesso. https://issuu.com/micolgualfetti4/docs/tesi_micol_gualfetti


sezione

sezione

IL PROCESSO PROGETTUALE

Materiali prefabbricati Il formato standard di fabbricazione dei materiali costruttivi è servito a dimensionare gli elementi di chiusura dei moduli.

Catalogo chiusure

Unità abitative

Aggregazione di moduli

Sono state create una varietà di pareti a catalogo, caratterizzate da differenti aperture permettendo una flessibilità delle tipologie aggregative.

La varietà di pareti offerte ha permesso il dimensionamento di unità abitative e tecniche, dalle configurazioni variabili.

I moduli possono essere composti tra di loro per rispondere alle esigenze mutevoli di spazialità e di utenza.

Riqualificazione ed integrazione urbana Il sistema costruttivo, modulare e prefabbricato è servito a riqualificare l’edificio industriale dismesso.


PARETE

Legno lamellare

Listello di irrigidimento e connessione

OSB

Controventamento

Legno lamellare Sistema strutturale

Telo Rothblaas Freno al vapore

SOLAIO

Lana di roccia Isolante

Pannello fibra di gesso Finitura interna

Legno

Telaio finestra

Vetro

superficie trasparente finestra


SOLAIO 1

SOLAIO 2

SOLAIO 3

S1

S2

S3

PARETE 1

PARETE 3

PARETE 4

sezione sezione sezione

1A 1B 1C 1D 1E PARETE 2

2A 2B 2C 2D

sezione

3A 3B 3C 3D 3E 3F 3G 3H 3I 3L

4A 4B 4C 4D 4E sezione

sezione

sezione

Catalogo pareti Nell’ottica di ottenere una struttura aperta ai cambiamenti esigenziali, alla base della progettazione delle unità da inserire nell’edificio preesistente, vi è la creazione di un catalogo di pareti. Per permettere la flessibilità compositiva delle aggregazioni, è stata studiata una varietà di elementi di chiusura che si differenziano per la presenza e la qualità delle aperture volte a soddisfare le varie configurazioni degli alloggi e dei vani di servizio.


96

Sezione mm’ Sezione ii’ 40 40

Sezione nn’ 40

40 40

40 40

40 47

47 6

6

47

47 40

40 40

40

60 60 60

60 60 60

40

40

60

40

40 40

40

60 54.5per unità servizi

54.5

600

41

41 6

600

6

Sezione cc’

6

6

215

53.5

53.5

125

125

Sezione oo’

41

5 20 10 1 unità ogni

1 unità ogni

uomini

donne

103.5

103.5

300 6

83.4

6

300 6

83.4

21.5

125

25.5

13.5

6

277

116

41

277

21.5

6

125

Sezione dd’ 16.8 16.8 215

332

21.5

300

16.8 16.8

332

21.5

148.2

13.5

42.5 64

64

42.5

300

12 21.5

277

6

116

12 21.5

121 148.2

277

41

42.5

12 21.5

83.4

600

6

60

600

40

6

60 42.5

MODULO B: TECNICO - TOILETTE

40

41

121

83.4

277

40

40

60 60

60

40

40

42.5 60

60

40

40

60

600 13.5

60

47

40

42.5

60

6

40

25.5

40 60

47

47

25.5

40 60

40

6

13.5

12 21.5

215

25.5

600

273

60

40

47

12 21.5

41 60

40

40

300

54.5

40

40 8

86.5

8

86.5

8

13.5

13.5

52

60

8

8

273

300

8

64 52

42.5 60

12

52

12

52

8

8

52 52

60 60

8

8

52 52

60 60 8

5286.5

8

64 52

42.5 60

273

300

8

8

52 52

60 60 8

5286.5

8

42.5 60 64 52

25.5 12

52

60

8

25.5 12

52

60

273

300

8

8

8

52 64

60 42.5

273

300

8

52 64

52 64

60 42.5

273

300

8

52 64

52 64

60 42.5

273

300

52

60

13.5

52

52

60

13.5

52

52

60

13.5

64

42.5

13.5

64

42.5

64

13.5

64

42.5

64

13.5

54.5

12 21.5

41

40

40

60

273

54.5

40 60

64

277

41

40 60

300

52

16.8 16.8 215

21.5

21.5

41

60

13.5

8

52 64

16.8 16.8

37.5

42.5 64

13.5

60

54.5

13.5

12

52

42.5

40

83.4

13.5

60

60

332

8

5286.5

60

21.5

21.5

62.2

54.2

21.5

numero ospiti

37.5

25.5 12

60 42.5

273

12 21.5

332

332

148.2

37.5

21.5

60

60

50

86.5

60 60

12 21.5

277

121 148.2

221 40

83.4

277

221

215

62.2 113.5

54.2 119

277

332

60

60

332

6

54.5

60

37.5

6

60

25.5

273 42.5 60

persone

60

221 50

6

6

60

221

300

6

60

33.5

103.5 6

600

54.5

15m

33.5

103.5 12 21.5

121

33.5

215 16.8 16.8

113.5 101.5

96 119

277

332

superficie interna

83.4

300 60

300 13.5

Sezione bb’

148.2

125 12 21.5

33.5

96 101.5 33.5

12 21.5

300

121 148.2

53.5

MODULO B: ABITATIVO

121

6

125 42.5

13.5

16.8 16.8

33.5

1 10 1 unità ogni

83.4

6

53.5 6

215

300 6

103.5

215 16.8 16.8

41 6

2

16.8 16.8

40 41 300

148.2

300 125

6

277

40

piano cottura per unità 103.5

121 148.2

40 54.5 300

277

40 40 54.5 53.5 125

121

40 40 60 64

300

13.5

52

64

42.5

MODULO A: TECNICO - CUCINA

300

8

52 64

52

60

Sezione aa’ 6

53.5

13.5

12

52

8

52 64

42.5 60

60 6 6

25.5

40 60 41

300

8

5286.5

8

52 52

60 60 8

12 21.5

300

25.5

40 60 40 6

12 21.5

25.5 12

8

60 42.5 64 52

13.5

numero ospiti

7m

12 21.5

86.5

8

13.5

60 40 41

25.5

52

60

273

300

60 40

332

41 40 40

21.5

8

273

300

54.5 40 40

83.4

41 40 40

148.2

21.5

42.5 64

13.5

300

332

83.4

13.5

54.5 40 54.5

277

21.5

41 40 60

121 148.2

215

62.2

54.2

6

41 60

54.5

121

277

21.5

6

60

60

12 21.5

62.2 113.5

54.2 119

277

332

6

54.5 60

215 16.8 16.8

113.5 101.5

119 96

277

332

6

60

12 21.5

101.5 33.5

12 21.5

300

54.5

16.8 16.8

33.5

12 21.5

MODULO A: ABITATIVO 2

600

superficie interna


17m

MODULO C: ABITATIVO numero ospiti

Definizione dei moduli base

2

superficie interna

660 60

60

60

60

13.5

54.5

60

60

60

54.5

60

60

60

60

60

60

60

60

54.5

41

52 8

64 52 86.5 52 8

64

660 6

41

40

40

30

41

40

40

30

10

40

40

40

40

40

40

40

40

300 40

40

40

40

40

40

40

40

10

30

40

40

41

30

40

40

41

6

6

25.5

125

6

13.5

41

103.5

125

53.5

125

53.5

6

215 83.4

103.5

62.2

6

60

100

95.7 60

13.5

60

3 25 1 unità ogni

600 60

Sezione ff’

33.5

16.8 16.8

MODULO B: TECNICO - DOCCIA 54.5

60

60

60

60

60

60

box doccia 60 unità 54.5 per

persone

42.5

600 60

60

60

60

60

60

86.5188

42.5 60 60 60

25.5

60 42.5

273

86.5

60

13.5

47

41

40

40

40

40

40

47

42.5

6

300 47

40

40

40

40

40

41

47

40

40

40

40

40

41

6

83.4

50

148.2

6

215 83.4

53.5

125

53.5

125

215 16.8 16.8

221 33.5

16.8 16.8

33.5

277 12 21.5

332

121 12 21.5

Sezione pp’

103.5

6

300 6

148.2 121

332

277

25.5

6

6

37.5

40

50

40

37.5

40

50 221

40

25.5

40

25.5

41

600 6

37.5

50 221 221 33.5

6

33.5

103.5

600 6

13.5

6

37.5

103.5

La sintesi dei principi di flessibilità, reversibilità ed economia e dei requisiti funzionali del programma ha portato alla progettazione di un sistema modulare di volumi, risultato dell’assemblaggio degli elementi di chiusura prefabbricati presenti nel catalogo. Per stabilire gli ingombri delle cellule base è necessario pertanto partire dalle misure delle pareti e del solaio che le delimitano. Dove il dimensionamento delle componenti prefabbricate è in stretta relazione con gli standard dimensionali di produzione dei materiali costruttivi scelti. Sono stati definiti tre moduli spaziali:

54.5 188

54.5

13.5

273

300

300 6

33.5

16.8 16.8 215

277

332

277

332

12 21.5 12 21.5

Sezione ee’

300

62.2 115

6

54.2 119

10

115100

10

21.5

6

54.2

660

6

119 95.7

83.4

21.5

125

42.5

8

86.5

52

8

1225.5

52

52 64

60 42.5

273

13.5

60

300

88

60 60

52 52

8

12

64 52

273

13.5

8

60

52

60

64

64

42.5

60

660 54.5

42.5 60

300

60

Sezione qq’

103.5

6

• Modulo A (3 x 3 x 3,32 m) • Modulo B (3 x 6 x 3,32 m) • Modulo C (3 x 6,6 x 3,32 m) In parallelo alla creazione dei volumi scatolari ne è stata definita la funzione: • Il modulo abitativo definisce l’unità nella quale si svolgono le attività della residenza. •Il modulo tecnico dove si svolgono le attività legate alla sfera semi-privata come la preparazione dei pasti e i servizi igienici.


superficie interna

22m

2

7,30 m2/persona

numero ospiti

numero ospiti

Aggregazione modulare Nella La giustapposizione dei moduli base permette di creare soluzioni abitative che rispondano alla richiesta dei diversi nuclei di utenza e alla variabilità delle attività offerte dal centro. Sfruttando la composizione modulare delle unità abitative se ne può aumentare la capienza, arrivando ad ospitare 4, 5, 6 e più persone a seconda delle modalità di aggregazione.

superficie interna

43 m

superficie interna

44 m

2

10,75 m2/persona

numero ospiti

2

8,80 m2/persona

numero ospiti


superficie interna

30m

2

6,40 m2/persona

numero ospiti

numero ospiti

numero ospiti

numero ospiti

superficie interna

32m

2

8,66 m2/persona

numero ospiti

32m

2

7,50 m2/persona

superficie interna

52 m

superficie interna

superficie interna

49m

2

3,00 m2/persona

spazio giochi

2

3,00 m2 /persona

aula lezioni italiano


PRATO

EDIFICIO RIQUALIFICATO

Casa del Popolo

2 minuti

Supermercato

6 minuti

Teatro Fabbricone

Supermercato

Palestra Scuola Fermi

Farmacia Biblioteca Polo Universitario

20

Tennis Club Bisenzio

PIN - Polo Universitario

Stazione Ferroviaria Prato Porta al Serraglio 20 minuti

20 minuti

6 minuti


RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA 1

3 4 5 6 7 8

9 10 11

Assorbimento calore e surriscaldamento ambienti

Ponti termici

2

Inefficacia infissi

VALORIZZAZIONE ESTETICA

15 16

17

Paramento di facciata in mattoni usurato e con segni di atti vandalici

18 19 20 21

Pavimentazione degradata

12 13 14

22 23 22 24 25 26 27

Aperture lineari senza particolari segni distintivi

28 23 29 2

SICUREZZA

Legenda 1. Struttura in latero-cemento 430 mm 2. Trave in cemento armato

30 15 16

3. Lamiera grecata (color bianco) h. 28 mm 4. Telo traspirante nastrato 1500 x 2000 x1 mm 5. Listelli porta lamiera 140 x 2000 x 140 mm

Mancanza di uscite di sicurezza

6. Perni per fissaggio lamiera 7. Isolante in lana di roccia con collante 400 x 1200 x 140 mm 8. Freno a vapore 1500 x 2000 x 1,2 mm 9. Gocciolatoio in acciaio zincato 10. Tirante in acciaio 11. Canale di gronda 7 mm 12. Solaio in latero-cemento 380 mm 13. Malta 20 mm 14. Silidur strato di silicato di potassio e litio 5 mm

Assenza di scale antincendio

15. Telaio fisso in alluminio 50 x 210 mm 16. Vetro-camera 3,5 mm 17. Telaio mobile in alluminio a taglio termico 18. Malta 19. Mattone faccia vista 5,5 x 12 x 25 cm

20. Rinzaffo 10 mm 21. Mattone forato 12 x 24 x 24 cm 22. Isolante di lana di roccia 40 mm 23. Profilo montante in acciaio a C da 50 x 50 x 0,6 mm 24. Barriera al vapore 1 mm 25. Pannello in cartongesso 12,5 mm 26. Profilo guida a U in acciaio da 50 x 40 x 0,6 mm 27. Tassello e vite da cemento 28. Tassello e vite da laterizio 29. Vite autoperforante 212/65 30. Viti autoperforanti 212/25 – 212/35 31. Pilastro in cemento armato 350 x 350 mm

18 19 21 15 15

31

28 18 26 22 24 25 23

30 15 16


Spazio pubblico Spazio semi-privato Spazio semi-pubblico Spazio di circolazione

SEZIONI

Uomini singoli 60% Famiglie 28%

24 52

Donne singole 12%

10


PIANO TERRA

PRIMO PIANO


06

“E le acque si calmarono” Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze Allestimento mostra Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus - BNC 2017

VETRINA N. 1d (BIBBIA E COMMENTI)

9

ABRAVANEL, Yiṣḥaq ben Yehûdâ, Mirkevet ha-mišnê. Sabbioneta,Ṭoviyyâ Foa 1551 Magl. 12.1.84

12

Eliyyâ ben Avraham Mizraḥî, Pêrûš Rašî. Venezia, Daniel Bomberg, 1545. Magl. 12.1.76

74 cm

Tre calici da Kiddush Argentiere polacco; inizio sec. XX Collocazione Comunità Ebraica, Firenze(dono di Johanna P.Margulies) Argento fuso, tornito e bulinato

Mappà Manifattura fiorentina; 1760 Firenze, Comunità Ebraica Raso di seta verde con ricamo in oro filato a punto stuoia e sete policrome a punto lanciato;

173 cm


07

Grafica pannelli illustrativi Salone dell’Arte e del Restauro, Firenze Grafica pannelli Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus - Opera del Tempio Ebraico 2016

LA FONDAZIONE PER I BENI CULTU� RALI EBRAICI IN ITALIA–ONLUS è

fortemente voluto da rav Fernando Belgrado,

L’ OPERA DEL TEMPIO EBRAICO DI FIRENZE si occupa di sviluppare iniziative

nata nel 1986 con l’intento di promuovere il

si è concretizzato nel 1981 a seguito della

IL MUSEO EBRAICO DI FIRENZE

per il restauro della Sinagoga di Firenze e di

recupero, la conservazione, il restauro e la

donazione di Marta del Mar Bigiavi. Il primo

altri beni architettonici ebraici.

valorizzazione del patrimonio storico artistico

nucleo occupava il primo piano in un ambien�

Gli importi spesi per il Restauro del Tempio,

ebraico italiano, compreso ogni bene di in�

te retrostante il matroneo e comprendeva la

sono stati per la maggior parte finanziati da

teresse culturale, religioso, archeologico, ar�

sezione storica, gli arredi di culto domestico

Enti Pubblici e Fondazioni bancarie, oltre all’U�

chivistico, bibliografico e musicale e di dif�

e gli arredi sinagogali.

cei , dall’ Opera del Tempio e grazie a dona�

fonderne la conoscenza in Italia e all’estero,

La seconda parte del museo, inaugurata nel

zioni di privati della Comunità e Fondazioni

testimonianza della presenza di questo popo�

2007, è situata al piano superiore.

internazionali.

Il museo si divide quindi in due sezioni: al

Il lavoro fatto sino ad oggi ha completato tut�

lo che dura da oltre duemiladuecento anni.

La Fondazione si propone come punto di rife� rimento e di supporto per le Comunità ebrai�

primo piano sono rimasti gli arredi cerimoni�

to l’esterno del Tempio, cupola, facciate, tet�

che italiane, ed in particolare per le più picco�

ali utilizzati nella sinagoga, nel secondo sono

ti, giardini, illuminazione esterna, ascensore,

le, per sostenerle nella loro attività, cercando

stati spostati gli oggetti per il culto domes�

riscaldamento, e parte dell’illuminazione in�

di rafforzarne la voce nel dialogo con le istitu�

tico.

terna.

zioni locali anche per favorire la loro possibi�

Una stanza, curata dall’arch. Renzo Funaro e

Inoltre l’Opera del Tempio insieme alla Comu�

lità di avere accesso a finanziamenti pubblici

dalla prof. Liana Funaro, è stata dedicata alla

nità in questi anni ha sviluppato varie iniziati�

e privati. Infine punta sulla capacità dei beni

Shoà.

ve per il recupero della Cappella cimiteriale di

stessi, di generare valore economico attra�

via di Caciolle , il restauro del Cimitero Ebraico

verso il turismo e valore intellettuale attra�

di viale Ariosto, il restauro delle stanze della

verso la diffusione della conoscenza.

Sinagoga di Siena,e il rcupero dell’Antico Ci� mitero di Monte San Savino .

Per far conoscere le proprie attività, la Fon� dazione utilizza la rete e sul suo portale: www.

Per far conoscere le proprie attività, la Fonda�

beniculturaliebraici.it

zione utilizza la rete e sul suo portale: www. operadeltempio.it

Offre diversi servizi: mappe interattive sui luoghi importanti per l’ebraismo italiano, cam� pagne di crowdfunding per il recupero dei beni

nel quale si possono esplorare: la Sinagoga Si tratta di un museo relativamente picco�

di Firenze e Siena, attraverso un’introduzio�

culturali, una sezione dedicata alle mostre che

lo, ma molto suggestivo, che permette colpi

ne storica, foto e una visualizzazione virtuale

facilita i prestiti e gli scambi e un glossario.

d’occhio straordinari sia sull’aula di preghi�

a 360 gradi, i progetti di recupero dei cimiteri

era, sia sui tetti di Firenze.

e di restauro e conservazione dei beni ebraici

GLI IMPERDIBILI DELL’ ITALIA EBRAICA

toscani, oltre a poter contribuire al restauro Nelle vetrine sono esposti arredi tessili e in

delle vetrate della sinagoga fiorentina trami�

argento, utilizzati per le cerimonie sinagoga�

te il progetto “adotta una vetrata”.

li, eseguiti tra la fine del XVI e il XIX secolo. Al secondo piano, in una sala con una sug� gestiva veduta sull’interno del Tempio, sono esposti oggetti e arredi di devozione domes� tica e privata, che illustrano momenti sali� enti delle festività religiose e della vita di un ebreo quali nascita, matrimonio e maggiorità La Fondazione si è occupata di racchiudere in

religiosa.

una mappa interattiva lo straordinario e an� cora poco conosciuto patrimonio artistico de� gli ebrei che da più di 2200 anni popolano la penisola italiana. Si tratta di una settantina di sinagoghe co� struite tra il Medio Evo e il XX° secolo, due sono addirittura di epoca romana. Numerosi sono i musei sparsi che custodiscono oggetti legati alla liturgia e alla vita casalinga, arredi,

Molti di questi oggetti sono doni di famiglie

libri, lapidi e stele, documenti di epoche dif�

ebraiche che hanno voluto così testimoniare

ferenti.

il proprio attaccamento alla Comunità.

Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia � Onlus

Il progetto scientifico è stato curato dalla prof. Dora Liscia.

Opera del tempio

Presidente:

Dario Disegni

L’ allestimento del primo piano è stato progettato dall’ Arch.

Presidente :

Arch. Renzo Funaro

Vice Presidenti:

Renzo Funaro

Alberto Boralevi. L’ ampliamento del secondo piano dall’

Segretario :

Avv. Andrea Torricelli

Annie Sacerdoti

Sponsor allestimento:

Arch. Renzo Funaro.

Progetto allestimento:

Micol Gualfetti Annamaria Russo


08

Concorso primo livello Bevagna Pogetto di concorso in collaborazione con Arch. C. Gangale, Ing. C. Pelati, Ing. F. Patti, Ing. R.M. Piacenti, Ing. G. Savina 2020

Nuovo Polo Scolastico Sant’Anna a Bevagna



09

Disegno di architettura Firenze, lungarno Corsini - Guicciardini 2013

Disegno dal vivo delle architetture presenti suile due sponde del fiume Arno in corrispondenza del Ponte Santa Trinita, Firenze.




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