RASSEGNA STAMPA DEL 22 SETTEMBRE 2020

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22-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 1-8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-30

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 32

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


22-SET-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 10

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 38-38

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 33

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 37

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 10

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22-SET-2020 Estratto da pag. 19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 15

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 5

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 27

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22-SET-2020 Estratto da pag. 31

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 31

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-10

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22-SET-2020 Estratto da pag. 40

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22-SET-2020 Estratto da pag. 16

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

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22-SET-2020 Estratto da pag. 19

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22-SET-2020 Estratto da pag. 19

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 23

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 8

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 16

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-35

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 20

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 8-8

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

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22-SET-2020 Estratto da pag. 14-14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1

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22-SET-2020

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-4

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-4

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22-SET-2020 Estratto da pag. 15

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22-SET-2020 Estratto da pag. 11

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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22-SET-2020 Estratto da pag. 4

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22-SET-2020 Estratto da pag. 8

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22-SET-2020 Estratto da pag. 6

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22-SET-2020 Estratto da pag. 5

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22-SET-2020 Estratto da pag. 2

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-5

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-19

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-19

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22-SET-2020 Estratto da pag. 5

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-6

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-9

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-9

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-3

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22-SET-2020 Estratto da pag. 21-1

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

EDIZIONE DELLA MATTINA

22-SET-2020 Estratto da pag. 1-2 3043


22-SET-2020 Estratto da pag. 1-2

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22-SET-2020 Estratto da pag. 23

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22-SET-2020

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-27

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-27

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22-SET-2020 Estratto da pag. 1-4

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MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020 - ANNO XVIII - N. 225

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Il libro

Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

La stagione

Se Venezia è il rifugio da Trump

IldirettoreMarinelli: «All’Olimpicoun mesedispettacoli»

a pagina 21 D’Ascenzo

9 Km/h 91%

MER

GIO

VEN

SAB

18°/ 22° 19°/ 23° 21°/ 22° 15°/ 19°

a pagina 22 Della Valle

VENEZIA E MESTRE

LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona

22°

Temporale e schiarite

Maurizio, Basilia, Emerita

corrieredelveneto.it

UN PLEBISCITO STORICO

Valanga Zaia: vale tre volte la Lega

Governatore al 76 %, la vittoria più alta di sempre. La sua lista al 46%, quella del Carroccio si ferma al 16% «Nessun dualismo, ringrazio il mio partito. Non ho ambizioni nazionali, adesso l’autonomia». Tracollo dem Zaia stravince con un dato che è il più alto di sempre: oltre il 76%. E la sua lista triplica quella della Lega, 46% contro il 16% . «Una grande responsabilità. Ora l’autonomia». alle pagine 2 e 3 Bonet

VENEZIA

E ORA DOVRÀ COMPETERE CON SE STESSO di Alessandro Russello

«C

● ALL’INTERNO

redibile». «Mi fido di lui». Il miglior slogan per

un politico, anzi amministratore. Giudizio secco, semplice, apodittico. Il motivo «basico» e bastevole per chiunque voglia far sapere a Zaia perché ha vinto e a noi perché ha vinto Zaia. Quel «mi fido di lui» è più di un programma elettorale, di una lezione di politologia, di un oracolo. Lo hanno scelto sia a destra che a sinistra. Chiunque abbia parlato con il «popolo» lo poteva avere chiaro. Popolo, appunto, anche di sinistra, che ha votato disgiunto e ha aggiunto, popolo non di partito ma quello che vota al di là dei partiti. Più che un’elezione un nuovo referendum. Dopo quello sull’autonomia, quello sul padre dell’autonomia che «incarna il Veneto». Al netto delle critiche, della più volte rilanciata «carenza di visione» (giudizio da lui respinto), Zaia ha battuto tutto e tutti. Certo, anche grazie ad una campagna elettorale inesistente e al vantaggio di farla di default nel lockdown con collegamenti televisivi quotidiani dalla tolda della Protezione civile di Marghera, sorta di centrale da stato di guerra, in questo caso contro il Covid.

continua a pagina 3

GLI ALLEATI

Il balzo di FdI «Avremo più voce» di Silvia Maria Dubois

«F Luca Zaia

Arturo Lorenzoni

76

16

Abbattuto il muro

La debacle

La percentuale raggiunta da Zaia è la più alta di sempre. Record anche di affluenza

Il candidato governatore di centrosinistra ha totalizzato il 16,4 per cento

LE COMUNALI PER LA RILEVAZIONE RAI SI ATTESTA TRA IL 49,5 E IL 53,5. BARETTA: LA PARTITA È ANCORA APERTA

E a Venezia l’exit poll spinge Brugnaro VENEZIA L’exit poll della Rai as-

segna sindaco uscente Luigi Brugnaro una percentuale tra il 49,5 e il 53,5 per cento. Una forchetta che non chiude ancora la partita per Ca’ Farsetti. Pierpaolo Baretta (centrosinistra): «Sfida ancora aperta». a pagina 9 Bottazzo

LA SCURE PASSA CON IL 62,4%

Referendum, trionfa il sì al taglio dei parlamentari a pagina 11 Bensa

a pagina 9 Aldegheri

«Niente quarantena per gli altri». A Treviso 17 classi e 300 alunni in isolamento Al liceo scientifico Nievo, nel centro storico di Padova, una studentessa dell’ultimo anno è risultata positiva. Ma, spiega il preside non è seguito alcun intervento da parte dell’Usl: «Gli operatori sanitari hanno verificato che la classe di cui stiamo parlando è composta soltanto da 17 alunni e che le lezioni avvengono in un’aula molto spaziosa, dove sono sempre state rispettate le norme anti-contagio. A Treviso 17 classi e 300 alunni in isolamento. pag 13 D’Attino, Madiotto

IL CENTROSINISTRA

Lorenzoni delusoattacca: effettoCovid di Gloria Bertasi

«U

na campagna condizionata dalla visibilità di Zaia nell’emergenza Covid». Lorenzoni commenta il crollo. a pagina 6

IN LAGUNA

Il centrodestra De Carlo nuovo fa man bassa senatore: «Il mio pensiero a Bertacco» di preferenze

VERONA LE SUPPLETIVE

Padova, liceale positiva: si resta in aula

PADOVA

ratelli d’Italia cresce in Veneto». La leader Giorgia Meloni sintetizza il balzo in regione di FdI. Che ora passa all’incasso: «Avremo più voce». a pag 4

IL NUOVO STABILIMENTO

Apre Amazon, 900 assunzioni e il Leone alato come mascotte ROVIGO In Polesine ieri ha aperto il primo centro di distribuzione Amazon in Veneto. Darà lavoro a 900 persone. La mascotte è il Leone alato. a pagina 12 Priante

a pagina 10 Zicchiero


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Martedì 22 Settembre 2020

I risultati e i precedenti

Sezioni scrutinate: 2.511 su 4.751

Regionali 2020

Luca ZAIA

Europee 2019

Politiche 2018

50,09%

Lega

16%

49,88%

Zaia Presidente

46%

-

Veneta Autonomia

1,98%

-

-

Forza Italia

3,43%

6,05%

10,52%

5,97%

8,90%

6,76%

4,12%

2,6%

47,84%

52,19%

Fratelli d’Italia

TOTALE COALIZIONE Arturo LORENZONI Il Veneto che vogliamo Partito Democratico

32,17%

di Alessandro Russello

17,83%

Il campione di credibilità che ora dovrà competere soltanto con se stesso

23,09%

76,08%

2,70%

Indipendenza noi Veneto

16,42%

M

22,74%

2,06%

-

-

12,56%

18,94%

16,88%

16,66%

2,72%

2,72%

1,45%

+Veneto in Europa

0,70%

Europa Verde

1,73%

2,74%

0,12%

-

Sanca Veneta

● L’editoriale

Regionali 2015

75,90%

+ Europa - Italia in comune - Pde

3,82%

Alessandra Moretti presidente

+Europa

Veneto Civico

1,1%

0,47%

Italia Europa Insieme

Verdi Europei - Sel - Sinistra

0,34% Progetto Veneto autonomo

TOTALE COALIZIONE Enrico CAPPELLETTI Movimento 5 Stelle

Antonio GUADAGNINI Il Partito dei Veneti

Paolo BENVEGNÙ Solidarietà Ambiente e Lavoro

Daniela SBROLLINI Italia Viva - Psi -Pri Civica per il Veneto

17,16% 2,78%

10,41% -

-

-

2,52%

Indipendenza Veneto

0,64%

0,9% 1,05%

0,69%

La Sinistra

0,63% 0,62%

-

70

-

● La parola ZAIASTAN

È il modo, ironico, con cui in Rete viene chiamato il Veneto, per indicare la «dominazione» di Zaia e della Lega dalle Dolomiti al Delta del Po. La mappa del voto, d’altronde, non lascia spazio alle interpretazioni. La coalizione guidata dal presidente uscente, col traino della sua lista personale e della lista della Lega, arriva prima in tutti i Comuni della regione, con punte che superano il 90% dei consensi nei Comuni più piccoli del Trevigiano, terra natia di Zaia che lì è stato presidente della Provincia, oltre che consigliere comunale

Dati in %

-

-

-

-

-

61,1463,69

60

-

-

-

57,16

0,63% 0,47%

L'altro Veneto

L’AFFLUENZA 78,54 80

0,84% 0,84%

0,76%

Potere al Popolo

50 -

Regionali 2015

Politiche2018

Europee 2019

Regionali 2020

L’Ego - Hub

Federico D’Incà e i duri e puri dell’ex capogruppo Jacopo Berti, dopo la scelta di correre da soli con Enrico Cappelletti hanno ansimato tutto il giorno attorno alla soglia del 3%, superandola a stento con un 3,3% che li riduce da forza di governo del Paese a sigla irrilevante sul territorio. La loro proposta politica continua ad apparire evanescente e la protesta a colpi di esposti in procura non può bastare. Gli autonomisti, cannibalizzati da Zaia che agli occhi dei veneti è la riforma fatta uomo, fanno flop sia nella loro versione più strong, tendenza indipendenza di Antonio Guadagnini sia nella versione progressista di Simonetta Rubinato. Con tutta evidenza, gli elettori non ritengono che quanto fatto fin qui sia «pari allo zero» e che il patrimonio del referendum del 2017 sia stato dilapidato. Infine, veniamo al centrosinistra. La sconfitta era ampiamente annunciata e anche qui le previsioni dei sondaggi sono state rispettate. Diciamolo subito: chiunque si fosse presentato contro Zaia, in questo momento, sarebbe uscito con le ossa rotte. Ciò non di meno, la scelta del Pd (perché è ai dem che vanno addossate le responsabilità più pesanti, in quanto forza guida della coalizione) di puntare su un profilo civico come Arturo Lorenzoni, persona perbene ma assolutamente impreparata alla sfida contro un campione rodato come Zaia (si è affacciato alla politica per la prima volta nel 2017) e sconosciuta al di fuori della sua Padova, si è rivelata totalmente

24,48%

0,83%

0,61%

Veneto Ecologia e Solidarietà

8,91%

0,96%

Rubinato per le Autonomie

Patrizia BARTELLE

-

0,84%

0,59%

Movimento 3V Libertà di Scelta

23,37%

3,33%

Simonetta RUBINATO

Paolo GIROTTO

20,46%

3

fallimentare. Si voleva «allargare il perimetro», si sperava nel soccorso della società civile, dei movimenti, delle Sardine. Risultato: il centrosinistra veneto è passato in 15 anni dal 42% di Massimo Carraro al 29% di Giuseppe Bortolussi, al 22% di Alessandra Moretti al 16% di Arturo Lorenzoni. L’immagine della resa incondizionata allo strapotere di Zaia sta nella foto della sede del Pd, ieri sera, a Padova: una stanza desolatamente vuota. Non pervenuti i dirigenti locali, a lungo introvabili anche al telefono, e lontani, non solo fisicamente, quelli nazionali, troppo presi a festeggiare la difesa della Toscana mentre il loro Veneto si allontanava di un altro paio di miglia. Non risulta che qualcuno si sia preso la responsabilità della sconfitta, gesto che sarebbe il primo passo per tentare la risalita; certo è dura rimettere in moto un elettorato stanco e deluso ripetendo come un mantra che «purtroppo Zaia è fortissimo, imbattibile». Ora Lorenzoni dice di voler costruire una nuova leadership in consiglio, ricostruendo pezzo a pezzo il fronte democratico. Non sarà facile, perché al momento è frantumato in mille pezzi. Da Daniela Sbrollini (Italia Viva) a Paolo Benvegnù (Rifondazione) passando per l’ex 5 Stelle Patrizia Bartelle, hanno corso ognun per sé e, alla fine, tutti contro Lorenzoni. Una gara a perdere che, viste le percentuali, è difficile persino definire di testimonianza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SEGUE DALLA PRIMA

a avrebbe stravinto lo stesso (i sondaggi lo davano altissimo già prima del Covid). Luca Zaia, con il record di consensi da quando in Italia esistono le Regioni (1970) ha battuto candidati e partiti del tabellone avversario e di quello +amico. Ha sconfitto un centrosinistra-ectoplasma, starato rispetto all’antropologia del Veneto e debole nel suo candidato, scelto da un Pd che non ha saputo o voluto opporgli uno sfidante di bandiera immolato comunque alla sconfitta. E ha sopravanzato la Lega «nazionale» di Salvini, quasi fosse un partito «esterno» o «altro». L’unico soggetto politico con il quale il governatore uscente e rientrante ora dovrà competere è se stesso. Ovvero il suo futuro: l’autonomia. Come lui ama ripetere, «la madre di tutte le battaglie». Autonomia che, paradossalmente (ma neanche troppo) sarà più facile ottenere dal centrosinistra che dal centrodestra. E non solo perché con i risultati delle regionali di ieri il governo Conte è più saldo di prima (il sogno di premierato di Salvini è almeno per il momento sfumato). Zaia - che ieri ha nuovamente allontanato ogni sirena di impegno romano - lo potrà fare dal Nordest dei governatori che soprattutto con il Covid hanno preso campo sulla politica. Luca & Stefano (Bonaccini, presidente Pd dell’Emilia), nella partita nazionale sono diventati una coppia di attaccanti che ha sparigliato i giochi come avanguardia del buongoverno e della «credibilità». Luca & Stefano pungoli di partiti diversi capaci di dialogare con un esecutivo più volte «sfidato» ma abile nel gestire la voce dei territori con il Pil più alto del Paese (assieme alla Lombardia) difendendo al contempo una linea sovraregionale e unitaria. Un governo che sotto il profilo della gestione Covid ha dimostrato errori compresi - di saper affrontare l’emergenza molto meglio della maggior parte delle nazioni continentali e globali. E che ha dimostrato come sotto il profilo sanitario il federalismo possa funzionare. Non a caso ha assecondato il coinvolgimento sull’emergenza virus della Conferenza delle Regioni, presieduta da Bonaccini, diventata sempre più una sorta di seconda Camera dello Stato. Ora, proprio assieme a Bonaccini, con il quale si sente ogni giorno, Zaia avrà la possibilità di ottenere l’autonomia - o nel peggiore dei casi mettere una zeppa sotto la porta che apre alla riforma - giovandosi di un vantaggio: il dialogo già fortemente avviato con l’esecutivo Pd-Cinque Stelle. La

bozza di accordo con il governo, dopo la trattativa avvenuta con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, è già pronta. Anche i tempi sono corti: Boccia ha annunciato per l’inizio di ottobre la presentazione in parlamento della legge quadro che contiene le regole e la strada da seguire per arrivare alla firma della fatidica intesa tra lo Stato le Regioni. Non solo. La battaglia per l’autonomia, oltre a prendere forza dal successo personale di Zaia e dalla centralità nel Pd del collega Bonaccini, potrebbe giovarsi anche del protagonismo degli altri due governatori dem che proprio ieri sono stati riconfermati ad Sud, De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia. Entrambi aperturisti - fatto salvo l’aspetto «solidale» della nuova architettura istituzionale - rispetto all’ipotesi di una riforma federale del Paese. Come potrà il Pd in parlamento, certo nell’ambito dell’alleanza con i Cinque Stelle, votare contro le istanze che vengono dal «nuovo protagonismo» dei leader territoriali? E come potranno i Cinque Stelle del Nord/Nordest, sostenitori convinti della riforma, contraddire a Roma ciò che dicono in Veneto? Insomma, un risultato molto diverso da quello che (non) ha ottenuto Zaia quando governava l’alleanza Lega-M5S. Concesso che Salvini creda nell’autonomia e che nella trattativa dell’allora ministra leghista Stefani parte dei grillini si misero di traverso, il segretario del nuovo partito nazionale avrebbe avuto (e avrebbe ancora) i suoi problemi ad andare a raccogliere voti al Sud. Anche o soprattutto con un governo di centrodestra. Ipotesi peraltro, per il momento, fuori dalla realtà dopo la sconfitta patita ieri (ha potuto «gioire» solo per la vittoria di Zaia in Veneto, dove la lista della Lega ha preso un terzo dei voti rispetto al Re Leone). Naturalmente l’autonomia non sarà la sola sfida nei prossimi cinque anni di governo Zaia, che con i primi due mandati arriveranno a quindici. Il campione del consenso, tra le partite portate a casa, ha rivendicato il sì alle Olimpiadi di Cortina, ostinatamente volute e ottenute, la Pedemontana e la riforma della sanità. Ma ce ne sono altre fondamentali. Come quella sui soldi del Recovery Fund, per i quali Roma ha chiesto un piano dettagliato che rilanci il Veneto, che il sistema imprese attende e che il governatore rieletto ha promesso a breve. Come decisiva è quella sulla Tav, le Grandi Navi e il Porto di Venezia. Una sfida enorme anche per un amministratore molto «credibile». alessandro.russello@rcs.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

VE


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MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Elezioni

Le nuove promesse «Voto per il Veneto il primo obiettivo resta l’autonomia» Il bilancio del trionfatore Zaia: «Amministrazione di tutti abbiamo compagni di viaggio che rispettiamo» Filippo Tosatto / TREVISO

Se è emozionato, non lo lascia trapelare. Sono trascorse da dieci minuti le 21 quando Luca Zaia fa capolino al K3 (il quartier generale leghista a Villorba) e balzella sul palco strappando la prima salva di applausi. «Questo risultato comporta una grande responsabilità per tutti noi, è un voto dei veneti per il Veneto, per quelli che sono qui da generazioni, per quelli di adozione e anche per gli ultimi arrivati che hanno un progetto di vita nella nostra terra», è

Messaggio di pace a Salvini: «Non ambisco a carriere romane di nessun tipo» l’esordio ecumenico, lontanissimo dalle barriere etniche del leghismo delle origini; «Grazie alla Lega, il mio partito, per avere sempre creduto in me e ai nostri straordinari militanti», il messaggio successivo, che suona segnale di pace a quanti, tra i fratelli-coltelli, l’hanno accusato di condurre una corsa individuale ai danni del Carroccio. L’APERTURA DI CREDITO

È cosciente, il governatore dei record, di aver calamitato un consenso abnorme, che va assai aldilà della sua

stessa coalizione politica e si configura come un’apertura di credito ad personam: «Sarà mio impegno non deludere l’elettorato e quanti si sono avvicinati. Molti torneranno ai loro partiti, ma avranno tutti la garanzia che questa amministrazione sarà l’amministrazione di tutti. Gli obiettivi? «Il principale è e resterà l’autonomia, un traguardo al quale non rinunceremo mai perché risponde alla volontà popolare espressa dai cittadini nel referendum. Matteo Salvini? Sì, l’ho sentito, ci siamo messaggiati. Si è congratulato, certo. Lo so che in molti vorrebbero vederci litigare, ma non accadrà. Lo ribadirò fino alla nausea, io non ambisco a carriere romane di nessun tipo, mi piace fare l’amministratore, credo ci abbiamo premiato anche perché non penso ogni giorno a scalate nazionali o altro. Semmai, l’opposizione si prepari, tra cinque anni non ci sarò più e potrà tirare un sospiro di sollievo». I PROGETTI IN CANTIERE

Ma cosa è lecito attendersi dalla nuova amministrazione plebiscitata dagli elettori? «Non sarà di ordinaria amministrazione, abbiamo in cantiere molti progetti innovativi oltre al completamento delle operazione avviate: la Pedemontana, il potenziamento tecnologico del sistema ospedaliero,

il privato

Il ringraziamento alla moglie Raffaella «che mi sopporta»

Nel bagno di folla che ha saluto il suo successo elettorale, al K3 di Treviso, Luca Zaia non ha dimenticato un ringraziamento per la moglie, Raffaella, «che mi sopporta», ha detto il politico, indicando la consorte, vicina al palco. Un discorso a braccio di una ventina di minuti, in un passaggio del quale, Zaia ha citato anche il padre.

gli investimenti nella salvaguardia idrogeologica e ambientale, il sostegno al lavoro, all’agricoltura, al turismo, alle imprese». Monocolore zaialeghista in barba agli alleati del centrodestra? Il governatore ter non si sbilancia: «Aspettiamo di vedere i numeri definitivi, il nostro motto è vincere ma non stravincere. Abbiamo dei compagni di viaggio che rispettiamo, parleremo

con loro. Certo, il verdetto democratico delle urne non si presta ad equivoci». I COMMENTI DEI COLONNELLI

A pochi passi, lo stato maggiore annuisce e respinge con stizza la raffigurazione di una Lega polverizzata dalla lista presidenziale: «Siamo tutti leghisti, il valore aggiunto l’ha fatto Luca», commenta il commissario del partito Lorenzo Fonta-

na; «Abbiamo schierato due liste anche nelle elezioni precedenti, correttezza vuole che si sommino i risultati, la differenza, e mi riferisco anche al massiccio voto disgiunto, l’ha fatta la capacità amministrativa del nostro candidato presidente», fa eco Massimo Bitonci mentre Roberto “bulldog” Marcato parla di «un risultato straordinario, oltre ogni ottimistica previsione, che

gli alleati

Forza Italia si sente “cannibalizzata” «Il plebiscito ha mangiato voti a tutti» Il deputato Marco Marin «C’è ancora molto lavoro da fare Ma Forza Italia è fondamentale per caratterizzare il centrodestra in questa regione» VENEZIA

La partita per Forza Italia ruota intorno a un numero: 3.8. La percentuale da superare per ottenere il secondo seggio all'interno del Consiglio regionale. Ma, al di là

dei calcoli, gli eventuali malumori per un risultato ballerino intorno al 3 per cento sono celati dietro il plebiscito di Zaia. IL RISULTATO

«Un risultato straordinario di una lista che ha “mangiato” risultati a tutti: alla Lega, a Fratelli d’Italia e, in parte, anche a noi. Persino al centro sinistra» commenta Michele Zuin, coordina-

tore regionale del partito e assessore al bilancio a Venezia. «Non posso dirmi soddisfatto ma, letti i risultati degli altri partiti all'interno della coalizione, nemmeno amareggiato. Stiamo crescendo, è evidente. I risultati, parziali, sono leggermente sotto quelle che erano le nostre aspettative, ma come coalizione potremmo raggiungere il 75 per cento. E meglio di così non poteva-

Il coordinatore regionale Zuin «È evidente che stiamo crescendo» mo proprio andare, saremo pur sempre nel governo della regione, siederemo pur sempre in consiglio regionale. E poi, se la Lega è ferma al 14 per cento, il nostro 3

Marco Marin

per cento è oro». La soddisfazione è quindi per un risultato complessivamente plebiscitario. Guardando anche gli altri partiti, ma so-

lo per condividere qualche delusione. Parlando di Forza Italia, non considerando l’incertezza del 3 per cento. Una soglia sotto la quale,


MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

11

Elezioni La formazione della Meloni non si sente schiacciata dal governatore «Siamo l’unico partito che è riuscito ad avanzare ancora»

Donazzan: «Fratelli d’Italia in giunta ha lavorato bene così anche il terzo mandato» Laura Berlinghieri / VENEZIA

Luca Zaia mentre festeggia la vittoria trionfale a Treviso dove ha risposto anche alle domande dei giornalisti

segnerà una svolta nel cammino del nostro popolo». LA PUNTURA DI SPILLO SUL COVID

Torniamo all’uomo del giorno, lesto a rivendicare, in conclusione, il valore di un mandato non riducibile all’efficace gestione del contagio “teletrasmessa” per 140 giorni consecutivi: «Sono stati giorni difficili quelli del coronavirus e se abbiamo scelto di parlare quoti-

dianamente ai veneti è perché crediamo nella trasparenza e nella collaborazione tra istituzioni e cittadini». «Qualcuno», chiude Luca Zaia «dice che è stata un’occasione per prendere voti m, credetemi, già avevo un buon consenso e sinceramente non avevamo bisogno di questa disgrazia. Chi afferma il contrario, è privo di argomenti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Noi schiacciati dalla lista Zaia? Gli altri partiti, ma non noi. Anzi, mentre tutti i partiti hanno pagato l’"effetto Zaia" perdendo consenso, Fratelli d’Italia è l’unico partito che è riuscito a crescere ancora». È l'analisi di Luca De Carlo, sindaco di Calalzo e (da ieri) senatore, in sostituzione del veronese Stefano Bertacco, scomparso a giugno. E in effetti, dati alla mano, se i risultati di ieri dovessero essere confermati, per il partito guidato a Roma da Giorgia Meloni si parlerebbe di cifre più che triplicate rispetto a cinque anni fa: dal 2.60 per cento del 2015 a 8.8 per cento. «Se ci attendevamo un distacco meno importante dalla Lega? Non pensiamo a queste cose. Noi ci aspettavamo solo di confermare il nostro percorso di crescita. E così è stato, con risultati superiori a quelli ottenuti tanto alle scorse elezioni regionali quanto alle europee». E parte dagli stessi presupposti l’analisi del deputato Ciro Maschio, commissario provinciale del partito a Padova. «C’è soddisfazione perché Fratelli d’Italia cresce rispetto alle europee, nonostante i numeri strabilianti ottenuti dalla Lista Zaia» spiega il parlamentare padovano. «Ci sono le basi per governare in Regione con una rappresentanza importante di Padova e ci sono tutte le premesse per guardare con fiducia alle prossime amministrative nel capoluogo e in tanti comuni» il suo sguardo, che non si esaurisce ai risultati di oggi. «Ringraziamo gli elettori che ad ogni elezione ci danno sempre più consenso e fiducia. Non

senza l’appoggio della coalizione, il partito sarebbe persino escluso dal Consiglio regionale. Ipotesi in ogni caso distanti dai fatti e quindi a cui non pensare nemmeno. E si dice soddisfatto, infatti, Maurizio Conte, consigliere regionale uscente e candidato padovano.

CANDIDATI E LISTE

Michele Zuin

Maurizio Conte

sere estremamente soddisfatti» ci tiene a precisare. «La consideriamo una vittoria di gruppo, a cui Forza Italia ha partecipato. Poi, è del

tutto evidente che la lista Zaia ha "preso" molti voti anche dalle altre liste, tra cui la nostra, ridimensionandone il risultato. Ma era

VOTI

%

% 2015

Lega Salvini - Liga Veneta

17,8

Forza Italia

6,0

Partito Democratico

16,6 –

Europa Verde

– –

Sanca Autonomia

– –

Movimento 5 Stelle

11,9 –

Solidarietà Ambiente Lavoro

– –

Movimento 3V

– –

sempre di avere più voti di quanti effettivamente riusciamo a ottenerne. Anche perché intorno a Fratelli d’Italia si respira un gran bel clima». Lo stesso clima che, difatti, faceva tremare la Lega

Nel Veronese exploit con il 16 per cento e nel Vicentino sfiorata quota 10 per cento Elena Donazzan

la tradiremo». Puntava più in alto, invece, Elena Donazzan, già assessora all’istruzione nella Regione guidata da Zaia. «Ma non perché avessimo in mente una particolare percentuale da raggiungere, ma perché noi speriamo

di Salvini, che difficilmente avrebbe retto anche un eventuale secondo colpo inflitto dal partito della Meloni, oltre a dover sopportare i risultati quasi triplicati dalla lista Zaia. Da domani per Fratelli d’Italia si aprirà la “trattativa” con il nuovo (vecchio)

più che prevedibile, ce lo aspettavamo. La stessa Lega ha ottenuto un terzo dei voti della lista Zaia».

ve, di elezione in elezione, non riesce a sfondare». Pur nella soddisfazione dei risultati complessivi, Marin non può sottrarsi all’analisi del risultato del suo partito: «C’è ancora molto lavoro da fare, lo dicono i dati, seppur parziali. Ma Forza Italia è fondamentale per caratterizzare il centro destra in questa regione. In ogni caso, i nostri lavori moderati, liberali, cattolici e riformatori sono incarnati dal presidente Zaia. E tutte le liste sono rimaste schiacciate, proporzionalmente, dai voti raccolti dalla sua lista. Per questo il risultato di Forza Italia, per quanto ci imponga a una riflessione, va inquadrato all'interno del risultato complessivo». Ora,

BUON GOVERNO

VOTO AL GOVERNATORE

«È evidente che il voto sia andato soprattutto a Zaia. Alla sua lista, che sulla scheda elettorale aveva il nome scritto in grande. Moltissimi hanno apposto la "croce" sulla scritta Zaia. Ma spesso il voto alla lista del presidente è stato accompagnato alla preferenza espressa a un nome di Forza Italia e di questo non possiamo che es-

IL VOTO AI PARTITI IN VENETO

Mentre Marco Marin tende a valutare il risultato di Forza Italia senza scindere la lista dal resto della coalizione. «È la conferma del buon governo di Zaia, visto lungo dieci anni e ancor più apprezzato durante l’emergenza Covid. E una persona preparata e una persona perbene, che i veneti hanno voluto premiare alle urne ancora una volta» il commento del deputato forzista. «Dimostrazione del fatto che la sinistra statalista e assistenzialista non trova cittadinanza in Veneto do-

governatore, per determinare il peso del partito nell'amministrazione della regione. «Quello che stiamo registrando è un plebiscito del presidente e sarà lui a decidere come è meglio procedere» il “fair play” dell’assessora uscente. «Certo è che in questi anni abbiamo lavorato molto bene e sempre nel segno dell’inclusione. Speriamo che questo modo di agire possa connotare anche questo terzo mandato». A maggior ragione dopo i risultati più che triplicati rispetto a quelli delle scorse elezioni regionali. Donazzan ha ben chiara la ricetta che ha regalato a Zaia le chiavi del Veneto per la terza volta, iniziando il terzo tratto di un percorso che potrebbe (e dovrebbe) durare complessivamente quindici anni. «È un voto che ha premiato la continuità. I veneti dimostrano di avere totale fiducia nel presidente Zaia, che ha ottenuto il risultato più straordinario della storia. I voti sono arrivati da tutti gli schieramenti e anche da parti prive di un preciso colore politico. Questo, ovviamente, a scapito dei risultati di alcuni partiti, ma non di Fratelli d’Italia». Una soddisfazione che è enfatizzata in alcune province. Su tutte, quella di Verona, dove il partito di Giorgia Meloni, stando ai risultati di ieri, superava abbondantemente il 16 per cento. Ma sono più che soddisfacenti anche i dati del Vicentino - di cui è originaria la bassanese Donazzan -, dove Fratelli d’Italia ha comunque sfiorato il 10 per cento. «La provincia di Verona era quella in cui la lista Zaia era meno forte. Chiaramente, per Fratelli d'Italia, ci attendevamo risultati più bassi nel Trevigiano». E così è stato, con il partito che sembra costretto a fermarsi sotto il 7 per cento, nulla potendo di fronte allo strapotere del "padrone di casa". Ora Donazzan vede il Veneto indirizzato verso l’autonomia, «Roma permettendo» precisa. «L’autonomia è già scritta nel piano di governo. È il primo punto insieme a presidenzialismo e patto anti-inciucio. Ma il Veneto la si ottiene se a Roma c’è un governo che risponde». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il primo punto all’ordine del giorno: l’autonomia. Primo, sì, ma non subito. «Il risultato del referendum ci impegna con tutti i veneti. Sarà il primo punto quando torneremo al governo del Paese, perché non mi aspetto nulla dal governo di oggi» spiega Marin. «L’autonomia incarna lo spirito dei veneti: far correre più velocemente tutti, senza lasciare indietro nessuno». Sembra più ottimista Zuin: «È assolutamente la prima cosa da fare. A questo punto, con una regione così forte, con un voto così plebiscitario e con un referendum che era stato tanto chiaro, non si potrebbe fare altrimenti». — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Speciale Elezioni

Martedì 22 Settembre 2020 www.gazzettino.it

La due giorni L’AFFLUENZA Mascherine e lunghe code ma il Covid non frena il voto

Manildo: «Voto storico In Zaia c’è sostanza negarlo sarebbe inutile» L’ex sindaco di Treviso: «Il Veneto a trazione moderata si è identificato in lui, la sinistra deve trovare stimoli per rifondarsi» `

Le tanto temute elezioni nell’epoca del Covid non hanno causato disagi particolari grazie alla perfetta organizzazione dei seggi e ai puntuali controlli che hanno rasserenato i votanti.

LE CRITICITA’ Schede uguali e caos matite dentro i seggi anche problemi Matite cancellabili e schede dello stesso colore hanno messo in difficoltà qualche presidente di seggio, problemi poi risolti presi dalla lista Zaia». Il segretario Zorzi ribadisce il sentiment del centro sinistra. «Zaia stravince perchè ha potuto tesaurizzare 4 mesi di presenza capillare sui media per l’emergenza Covid». Ma sui demeriti dell’opposizione è chiaro Zanoni. «In questi 5 anni passati dovevamo osare di più. Un mea culpa su questo va fatto. È inutile lavorare tanto se poi non trovi i mezzi per essere al passo con i tempi. Dobbiamo impegnarci in un’opposizione forte, dura e vera». Incita alla reazione anche il segretario provinciale del Pd. «L’impegno nostro è di lavorare a un’opposizione ancora più incisiva al sistema di potere di Zaia, cercando di far valere nei territori della nostra provincia i risultati che il governo sta ottenendo in un contesto di emergenza epocale. L’obiettivo che il Partito Democratico in Veneto si deve porre in modo fermo e assoluto è di creare da subito le condizioni per costruire un’alternativa credibile e autorevole, partendo da quanto di nuovo è stato espresso dai nostri candidati». Sul referendum, Zorzi annota come il dato della provincia di Treviso risulti più equilibrato rispetto a quello nazionale. «Serve ora uno sforzo per avviare il percorso delle riforme tenendo conto delle perplessità e delle istanze emerse durante il dibattito tra i comitati. Sarà importante salvaguardare la rappresentatività dei territori cominciando dalla nuova legge elettorale, come ribadito dal segretario nazionale Nicola Zingaretti». Elena Filini

IL VINCITORE Il trionfo scatena i militanti bagno di folla per Zaia al K3

La riconferma “bulgara” del governatore è stata acclamata al K3, sede storica della Lega trevigiana, da centinaia di militanti. «Siete i nostri diamanti» ha detto Zaia.

GLI SCONFITTI Dagli exit-poll alle certezze: tracollo Dem, sede quasi vuota

A Castagnole sede vuota: i dati snocciolati dalle tv e dalla Prefettura, già a partire dagli exit poll, hanno spento subito entusiasmo e velleità dei Democratici.

L’INTERVISTA TREVISO «Il Veneto a trazione moderata si identifica in Zaia. È un voto storico: negarlo è inutile. D’altronde in Zaia, abilissimo comunicatore, c’è anche sostanza. E la sinistra più che giustificazioni, deve trovare stimoli per rifondarsi». Giovanni Manildo ha abdicato per il momento ad un ruolo pubblico a livello politico. Ultimo sindaco espressione del centro sinistra a Treviso, figura di riferimento non solo per la città, sceglie di non nascondersi di fronte ad un risultato che rende inutile l’utilizzo degli eufemismi.

realizzato negli ultimi 10 anni. Ora la sinistra ha bisogno di dirsi la verità: è da ricostruire un’idea di alternativa. Questo risultato più che indurci a trovare giustificazioni, dovrebbe farci trovare degli stimoli. La sinistra è da rifondare». Come arginare la parcellizzazione della sinistra?

Si aspettava una Caporetto di queste dimensioni? «Quando con Alessandra Moretti arrivammo al 25% già ci sembrò una disfatta. Questo risultato elettorale è un colpo. Non giriamoci intorno. Il PD da solo non sfonda. Serve un ragionamento collettivo: abbiamo perso troppo tempo. Quello che esce dalle urne è un risultato schiacciante: non si era mai visto, vuol dire che si è sbagliato qualcosa nei 10 anni precedenti»

Lei un giorno scrisse: se un uomo con un ragionamento incontra un uomo con uno slogan, l’uomo con il ragionamento è un uomo morto. È applicabile a queste elezioni? «È una sintesi dei nostri tempi. Dal mio punto di vista il ragionamento sullo slogan vale per il referendum. Con il si ha vinto un po’ di demagogia. Non vale per Zaia. Sicuramente è un abilissimo comunicatore, molto attento nella scelta dei tempi e dei modi. Però in lui c’è anche sostanza. E negarlo non ha senso».

Vince Zaia dunque, anche sulla Lega? «Asetticamente questa è la vittoria di Zaia anche sulla Lega. Perchè i dati raccontano, insieme al risultato clamoroso del Presidente uscente, una dualità all’interno della stessa Lega. La naturale trazione moderata del Veneto ha in Zaia in qualche modo un rappresentante lontano dall’estremismo salviniano». Ritiene che l’emergenza Covid abbia condizionato il voto? «Il Covid ha un po’ condizionato la campagna, ma il risultato è talmente schiacciante che non può essere spiegato in questi termini. Zaia non ha vinto per i 4 mesi di emergenza: ha vinto per quanto

«IL PRESIDENTE HA VINTO ANCHE SULLA LEGA TENENDOSI LONTANO DALL’ESTREMISMO SALVINIANO»

«Queste elezioni erano cronache di una vittoria annunciata. Forse per questo hanno portato ad un progressivo disimpegno. È stata una campagna addormentata, era già nelle premesse una lotta alla Don Chisciotte. Ora serve un impegno di tutti: dobbiamo riuscire ad interpretare un’idea diversa di Veneto». Parliamo di referendum: vince l’antipolitica? «Avevo anticipato il mio voto per il no, perchè conservo l’idea quando si tocca la Costituzione bisogna capire anche i passi successivi. Credo che abbia un po’ vinto il populismo: ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e speriamo che ora si faccia una legge elettorale buona».

L’ANALISI L’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo non fa sconti al centro sinistra veneto. A lato Manildo sindaco assieme a Zaia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il risultato del Veneto avrà secondo lei una valenza nazionale? «Senza dubbio. Che ci fosse aria di derby interno era una preoccupazione già in qualche modo espressa nella Lega. Dalle urne emerge questo a mio modo di vedere: tante persone hanno voluto premiare una persona che ha una faccia più moderata rispetto all’estremismo di Salvini. E io credo che sia il primo passo di un Apollo 12 che deve partire per andare da un’altra parte». El.Fi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Delusione Rubinato: «Per noi il confronto è stato impari» L’AUTONOMIA TREVISO il messaggio autonomista lanciato da Simonetta Rubinato non passa. Guardando i risultati pare evidente che l’elettore medio trevigiano, per non parlare di quello Veneto, individua solo Luca Zaia come unica speranza per ottenere la tanto sospirata autonomia. E questo concetto, così chiaro nella sua essenzialità, è stato ribadito più volte e con grande orgoglio anche al K3. La Rubinato ne ha avuto la conferma guardando i dati: il suo movimento politico, interamente votato all’autonomia, si attesta attorno all’uno per cento nella Marca. Quando lo spoglio delle schede era arrivato appena a metà, era addirittura sotto. Dura con questi numeri anche solo

pensare all’ingresso in consiglio regionale.

LA DIFESA «Lo avevamo detto fin dall’inizio - ribatte Rubinato - la nostra era una start up che coglieva l’occasione del voto regionale per avviare un progetto politico, e prima ancora culturale. Ora, quando sono state scrutinate appena il 12 per cento delle sezioni, non siamo in grado di dare un giudizio definitivo sulla nostra partecipazione. Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficilissima per le condizioni impari del confronto. Una cosa è certa: l’effetto polarizzazione sul terzo mandato di Zaia sta provocando un vero e proprio tsumani su tutte le altre liste anche del Centrodestra». Per l’ex senatrice e deputata il governatore uscente ha sa-

puto trarre grande vantaggio da alcune situazioni: «Zaia - attacca - che ha gestito con capacità la difficile emergenza Covid, ha trovato davanti a sé delle praterie, soprattutto per responsabilità di un centro sinistra ancora una volta arrivato impreparato all’appuntamento».

IL TIMORE Rubinato non nasconde anche un suo timore: «Il trionfo di

IL MOVIMENTO DELL’EX SENATRICE PD SI ATTESTA ATTORNO ALL’UNO PER CENTO «ZAIA HA AVUTO PRATERIE A DISPOSIZIONE»

DELUSA Il messaggio autonomista di Simonetta Rubinato non è passato: la sua lista non ha ottenuto l’esito elettorale che sperava

48102ebd-9e66-43ce-b42f-4a9c423b97a1

Zaia, al quale vanno i nostri auguri, rappresenta un elemento di criticità per la rappresentanza democratica in questa regione. E carica il governatore di grandissime responsabilità soprattutto in merito alla trattativa con il Governo per l’autonomia. Zaia, che ha surclassato la Lega, prenda il coraggio a piene mani e investa sulla sua popolarità per far fare al Veneto quel balzo che merita, perché è evidente con i risultati di oggi che qui tutte le forze politiche sono uscite sconfitte. Al di là del nostro risultato che valuteremo a bocce ferme, noi pensiamo che in Veneto ci sia lo spazio per un movimento regionale sul modello del Svp o della Csu bavarese e continueremo a lavorare sul territorio per radicarlo». P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


V

Speciale Elezioni

Martedì 22 Settembre 2020 www.gazzettino.it

La due giorni L’AFFLUENZA Mascherine e lunghe code ma il Covid non frena il voto

Manildo: «Voto storico In Zaia c’è sostanza negarlo sarebbe inutile» L’ex sindaco di Treviso: «Il Veneto a trazione moderata si è identificato in lui, la sinistra deve trovare stimoli per rifondarsi» `

Le tanto temute elezioni nell’epoca del Covid non hanno causato disagi particolari grazie alla perfetta organizzazione dei seggi e ai puntuali controlli che hanno rasserenato i votanti.

LE CRITICITA’ Schede uguali e caos matite dentro i seggi anche problemi Matite cancellabili e schede dello stesso colore hanno messo in difficoltà qualche presidente di seggio, problemi poi risolti presi dalla lista Zaia». Il segretario Zorzi ribadisce il sentiment del centro sinistra. «Zaia stravince perchè ha potuto tesaurizzare 4 mesi di presenza capillare sui media per l’emergenza Covid». Ma sui demeriti dell’opposizione è chiaro Zanoni. «In questi 5 anni passati dovevamo osare di più. Un mea culpa su questo va fatto. È inutile lavorare tanto se poi non trovi i mezzi per essere al passo con i tempi. Dobbiamo impegnarci in un’opposizione forte, dura e vera». Incita alla reazione anche il segretario provinciale del Pd. «L’impegno nostro è di lavorare a un’opposizione ancora più incisiva al sistema di potere di Zaia, cercando di far valere nei territori della nostra provincia i risultati che il governo sta ottenendo in un contesto di emergenza epocale. L’obiettivo che il Partito Democratico in Veneto si deve porre in modo fermo e assoluto è di creare da subito le condizioni per costruire un’alternativa credibile e autorevole, partendo da quanto di nuovo è stato espresso dai nostri candidati». Sul referendum, Zorzi annota come il dato della provincia di Treviso risulti più equilibrato rispetto a quello nazionale. «Serve ora uno sforzo per avviare il percorso delle riforme tenendo conto delle perplessità e delle istanze emerse durante il dibattito tra i comitati. Sarà importante salvaguardare la rappresentatività dei territori cominciando dalla nuova legge elettorale, come ribadito dal segretario nazionale Nicola Zingaretti». Elena Filini

IL VINCITORE Il trionfo scatena i militanti bagno di folla per Zaia al K3

La riconferma “bulgara” del governatore è stata acclamata al K3, sede storica della Lega trevigiana, da centinaia di militanti. «Siete i nostri diamanti» ha detto Zaia.

GLI SCONFITTI Dagli exit-poll alle certezze: tracollo Dem, sede quasi vuota

A Castagnole sede vuota: i dati snocciolati dalle tv e dalla Prefettura, già a partire dagli exit poll, hanno spento subito entusiasmo e velleità dei Democratici.

L’INTERVISTA TREVISO «Il Veneto a trazione moderata si identifica in Zaia. È un voto storico: negarlo è inutile. D’altronde in Zaia, abilissimo comunicatore, c’è anche sostanza. E la sinistra più che giustificazioni, deve trovare stimoli per rifondarsi». Giovanni Manildo ha abdicato per il momento ad un ruolo pubblico a livello politico. Ultimo sindaco espressione del centro sinistra a Treviso, figura di riferimento non solo per la città, sceglie di non nascondersi di fronte ad un risultato che rende inutile l’utilizzo degli eufemismi.

realizzato negli ultimi 10 anni. Ora la sinistra ha bisogno di dirsi la verità: è da ricostruire un’idea di alternativa. Questo risultato più che indurci a trovare giustificazioni, dovrebbe farci trovare degli stimoli. La sinistra è da rifondare». Come arginare la parcellizzazione della sinistra?

Si aspettava una Caporetto di queste dimensioni? «Quando con Alessandra Moretti arrivammo al 25% già ci sembrò una disfatta. Questo risultato elettorale è un colpo. Non giriamoci intorno. Il PD da solo non sfonda. Serve un ragionamento collettivo: abbiamo perso troppo tempo. Quello che esce dalle urne è un risultato schiacciante: non si era mai visto, vuol dire che si è sbagliato qualcosa nei 10 anni precedenti»

Lei un giorno scrisse: se un uomo con un ragionamento incontra un uomo con uno slogan, l’uomo con il ragionamento è un uomo morto. È applicabile a queste elezioni? «È una sintesi dei nostri tempi. Dal mio punto di vista il ragionamento sullo slogan vale per il referendum. Con il si ha vinto un po’ di demagogia. Non vale per Zaia. Sicuramente è un abilissimo comunicatore, molto attento nella scelta dei tempi e dei modi. Però in lui c’è anche sostanza. E negarlo non ha senso».

Vince Zaia dunque, anche sulla Lega? «Asetticamente questa è la vittoria di Zaia anche sulla Lega. Perchè i dati raccontano, insieme al risultato clamoroso del Presidente uscente, una dualità all’interno della stessa Lega. La naturale trazione moderata del Veneto ha in Zaia in qualche modo un rappresentante lontano dall’estremismo salviniano». Ritiene che l’emergenza Covid abbia condizionato il voto? «Il Covid ha un po’ condizionato la campagna, ma il risultato è talmente schiacciante che non può essere spiegato in questi termini. Zaia non ha vinto per i 4 mesi di emergenza: ha vinto per quanto

«IL PRESIDENTE HA VINTO ANCHE SULLA LEGA TENENDOSI LONTANO DALL’ESTREMISMO SALVINIANO»

«Queste elezioni erano cronache di una vittoria annunciata. Forse per questo hanno portato ad un progressivo disimpegno. È stata una campagna addormentata, era già nelle premesse una lotta alla Don Chisciotte. Ora serve un impegno di tutti: dobbiamo riuscire ad interpretare un’idea diversa di Veneto». Parliamo di referendum: vince l’antipolitica? «Avevo anticipato il mio voto per il no, perchè conservo l’idea quando si tocca la Costituzione bisogna capire anche i passi successivi. Credo che abbia un po’ vinto il populismo: ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e speriamo che ora si faccia una legge elettorale buona».

L’ANALISI L’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo non fa sconti al centro sinistra veneto. A lato Manildo sindaco assieme a Zaia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il risultato del Veneto avrà secondo lei una valenza nazionale? «Senza dubbio. Che ci fosse aria di derby interno era una preoccupazione già in qualche modo espressa nella Lega. Dalle urne emerge questo a mio modo di vedere: tante persone hanno voluto premiare una persona che ha una faccia più moderata rispetto all’estremismo di Salvini. E io credo che sia il primo passo di un Apollo 12 che deve partire per andare da un’altra parte». El.Fi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Delusione Rubinato: «Per noi il confronto è stato impari» L’AUTONOMIA TREVISO il messaggio autonomista lanciato da Simonetta Rubinato non passa. Guardando i risultati pare evidente che l’elettore medio trevigiano, per non parlare di quello Veneto, individua solo Luca Zaia come unica speranza per ottenere la tanto sospirata autonomia. E questo concetto, così chiaro nella sua essenzialità, è stato ribadito più volte e con grande orgoglio anche al K3. La Rubinato ne ha avuto la conferma guardando i dati: il suo movimento politico, interamente votato all’autonomia, si attesta attorno all’uno per cento nella Marca. Quando lo spoglio delle schede era arrivato appena a metà, era addirittura sotto. Dura con questi numeri anche solo

pensare all’ingresso in consiglio regionale.

LA DIFESA «Lo avevamo detto fin dall’inizio - ribatte Rubinato - la nostra era una start up che coglieva l’occasione del voto regionale per avviare un progetto politico, e prima ancora culturale. Ora, quando sono state scrutinate appena il 12 per cento delle sezioni, non siamo in grado di dare un giudizio definitivo sulla nostra partecipazione. Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficilissima per le condizioni impari del confronto. Una cosa è certa: l’effetto polarizzazione sul terzo mandato di Zaia sta provocando un vero e proprio tsumani su tutte le altre liste anche del Centrodestra». Per l’ex senatrice e deputata il governatore uscente ha sa-

puto trarre grande vantaggio da alcune situazioni: «Zaia - attacca - che ha gestito con capacità la difficile emergenza Covid, ha trovato davanti a sé delle praterie, soprattutto per responsabilità di un centro sinistra ancora una volta arrivato impreparato all’appuntamento».

IL TIMORE Rubinato non nasconde anche un suo timore: «Il trionfo di

IL MOVIMENTO DELL’EX SENATRICE PD SI ATTESTA ATTORNO ALL’UNO PER CENTO «ZAIA HA AVUTO PRATERIE A DISPOSIZIONE»

DELUSA Il messaggio autonomista di Simonetta Rubinato non è passato: la sua lista non ha ottenuto l’esito elettorale che sperava

48102ebd-9e66-43ce-b42f-4a9c423b97a1

Zaia, al quale vanno i nostri auguri, rappresenta un elemento di criticità per la rappresentanza democratica in questa regione. E carica il governatore di grandissime responsabilità soprattutto in merito alla trattativa con il Governo per l’autonomia. Zaia, che ha surclassato la Lega, prenda il coraggio a piene mani e investa sulla sua popolarità per far fare al Veneto quel balzo che merita, perché è evidente con i risultati di oggi che qui tutte le forze politiche sono uscite sconfitte. Al di là del nostro risultato che valuteremo a bocce ferme, noi pensiamo che in Veneto ci sia lo spazio per un movimento regionale sul modello del Svp o della Csu bavarese e continueremo a lavorare sul territorio per radicarlo». P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Primo Piano 3

IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 22 Settembre 2020

IlColleesclude nuoveelezioni

NonèmaisuccessoinItaliadisciogliere le Camere - con un governo che non si dimette - a causa di un voto regionale di senso contrario. Non ci saranno particolari strappi

rispettoallatradizionerepubblicana.AlQuirinaleregnailmassimoriserboinattesadeirisultatidefinitivi ma considerazioni e analisi della vigilianonsonocertocambiateieri

quando il clima in maggioranza risulta decisamente più disteso che alla vigilia. Nel chiuso delle stanze del Quirinale , si è sempre escluso cheilrisultatodielezioniregionali-

e foss'anche l'entrata in vigore del taglio dei parlamentari - possa comportareloscioglimentodell'attuale Parlamento. Basta guardare la legge e aggiungere le prossime

scadenze del Paese per far tremarele veneneipolsi solo adimmaginarele conseguenze diuno scioglimento anticipato della legislatura inquestafase.

REGIONALI. Deludono icandidati pentastellati,che rimangonosusogliemodeste, equelli di ItaliaViva,fermaal3,7%

Igovernatoridoppiano ipartiti Èlavittoriadelvotodisgiunto Laconsultazione finiscecon un 3a3, premiatele listedeipresidenti IDemprimo partito inToscana, ilcentrodestrasi prendele Marche Giovanni Innamorati

Lesfide

Il 3 a 3 di questa tornata di regionali è caratterizzato da un forte protagonismo dei presidenti eletti, le cui liste civiche risultano addirittura il primo partito nel Veneto di Luca Zaia e nella Liguria di Giovanni Toti. Ma è anche una tornata all'insegna del voto utile, determinante in Toscana e Puglia dove è stato significativo il voto disgiunto di molti elettori di M5s. «Sono certo che tantissimi pugliesi che avrebbero votato M5S hanno preferito il voto utile - il commento di Michele Emiliano, che si riconferma alla guida della Regione Puglia - Ci sono stati momenti durissimi, abbiamo dato il meglio di noi stessi. Dovevamo spiegare le cose che sembravano evaporate per aria». E non è caduto nel vuoto neanche l’appello dem agli elettori Cinque Stelle toscani che hanno fatto convergere molti dei loro voti sul candidato del centrosinistra Eugenio Giani. Il Movimento di Vito Crimi rimane su soglie modeste, lontano anni luce da quelle del 2018 e 2019, mentre il Pd non solo archivia la grande paura di perdere la Toscana, ma vi risulta essere il primo partito con il 34%, «mangiandosi» Italia Viva, ferma al 3,7%, amche se esordirà nel consiglio regionale grazie alla conquista di due seggi. Le due regioni il cui risultato è stato indicato da subito come politicamente più «pe-

L’Italia al voto: le Regioni

Unelettoresi accingeadesprimere il suovoto ANSA

Ilmovimento diGrillo eCasaleggio lontanoanniluce dairisultati del2018e2019

1

Proiezioni (ore 19.53 del 21/9) - Dati in percentuale%

51,2

LIGURIA

5 7

2

Centro destra

Centrosinistra M5S

VENETO

3

Luca Zaia

Arturo Lorenzoni

Centro destra

Centro destra

13-17 Progetto Civico Progressista

(exit poll ore 15 del 21/9)

4

Centro sinistra

6

20,8 Stefano Caldoro

Centro sinistra

Centro destra

46,6 40,4

Eugenio Giani Centro sinistra

Susanna Ceccardi Centro destra

Fonte: Consorzio Opinio Italia per la Rai

sante» erano Toscana e Puglia, governate finora dal centrosinistra e in bilico secondo i sondaggi. Le rilevazioni davano il centrodestra sicuramente vincente in Veneto, Liguria e Marche, con il centrosinistra in grado di mantenere senza incertezze solo la Campania con Vincenzo De Luca. Rispetto al testa a testa che ci si aspettava tra Giani e Ceccardi in Toscana e tra Emiliano e Fitto in Puglia, già le prime le proiezioni ieri sera hanno regalato il sorriso a Nicola Zingaretti: i candidati del Pd si affermano con un distacco più marcato del previsto sugli antagonisti di centrodestra. Emiliano è al 46,1% rispetto al 37% di Raffaele Fitto, mentre Eugenio Giani è al 47,2% contro il 40,8% di Susanna Ceccardi. In attesa dello scrutinio reale sembra essere stato decisivo il voto disgiunto di molti elettori di M5s, che hanno sì vota-

Centro sinistra

Carmine De Luca

48,2

TOSCANA

20-24

Maurizio Mangialardi

64,7 16,1

1

35,7 Francesco Acquaroli

76,6

6

Lega Salvini Vallée d’Aosta

5

CAMPANIA

4

Ferruccio Sansa

to la lista del Movimento ma hanno votato come presidente i candidati con più chance di vittoria, cioè Emiliano e Giani. Infatti i candidati Governatori di M5s hanno ottenuto meno voti di quanto lasciassero pensare i sondaggi: In Puglia Antonella Laricchia si attesta all'11,9%, 3-5 punti meno delle aspettative, e in Toscana Irene Galletti non va oltre il 7,1%. Per altro in Puglia ha funzionato il voto di preferenza sui numerosissimi candidati al Consiglio regionale delle 15 liste che sostenevano Emiliano. Anzi quelle che si riferivano esplicitamente a lui, hanno ottenuto il 27,3%, ben 10 punti più del Pd. E qui si inserisce il discorso delle liste del Presidente. In Veneto la Lista Zaia è al 47,3% annichilendo Lega (14,9%), Fdi (8,3%) e FI (2,6%). In Liguria la Lista di Toti sale al 22,1% rispetto al 16% della Lega, al 9,4% di

37,6

PUGLIA

2

38,4 Giovanni Toti

MARCHE

55,5

3

VALLE D’AOSTA

ROMA

7

Michele Emiliano Centro sinistra

Raffaele Fitto Centro destra

ANSA

Fdi e al 4,3% di FI. Cifre che proiettano i due governatori su una dimensione di leadership nazionale. Il M5s risulta ininfluente nella vittoria o nella sconfitta del Pd in cinque regioni su 6. In Liguria l'alleanza M5s-Pd su Ferruccio Sansa ha fallito l'obiettivo, e in Puglia e Toscana la corsa in solitaria del Movimento non ha influito sulla vittoria di Emiliano e Giani. Invece nelle Marche se il 9,3% del pentastellato Mercorelli si fosse sommato al 37,6% del Dem Mangialardi, la partita con Acquaroli (47,3%) sarebbe stata aperta. Tra i partiti con i risultati più deludenti, a fianco di Fi, cè Italia Viva. Il partito di Renzi è bloccato al 3,7% nella sua Toscana, e i candidati governatori non sono andati meglio: Scalfarotto al 2% in Puglia, Massardo al 2,8% in Liguria, Sbrollini sotto l'1% in Veneto . •

Centrodestra

Salvini sconfitto,è l’oradeiveleni Nientecappotto, niente 7a0. Il probabilepareggio 3a 3escludendodal conto laVal D'Aosta- scuoteil centrodestraefa traballarela leadershipdiSalvini,ancora sconfittoinToscana come accaddeagennaio in Emilia-Romagna.Il segretario leghistatagliacorto parlando di15regioni su20inmano al centrodestra,peròèevidente cheisuoi pianierano altri.Per settimaneaveva attribuitoal Covidil crollonei sondaggi.Ma illockdown èpassatodamesi e inumeri nonsono quelli delle europee.Anche la notiziadella ListaZaiachesurclassa quella ufficialedellaLega inVeneto rischiadiriaprirela vexata quaestiosulla competizione tra ilDoge eil Capitano.Vamolto meglioa GiorgiaMeloni che avanzaovunque,primopartito dell'alleanzainPugliacome in Campania,conquistale Marche conun suo uomoesfiora l'en pleincon Raffaele Fittoin Puglia.Maèproprio inquesta Regionechescattal'ora dei veleniedei sospettiincrociati: quis'era consumataunasfida nellasfidatra la Lega eFratelli d'Italiaperstabilire chi si dovessecandidare contro il governatoreuscenteMichele Emiliano.Alla fine laspuntò il partitodellaMeloni,ma quella faidapotrebbeaver lasciato sulcampo malumori epossibili ripicche.Lettii primidati,fonti localivicinea Fratellid'Italia e ForzaItalia, difronteal crollo dellaLega,hannostorto il naso, arrivandoa ipotizzarescarso impegno,se non addiritturaun boicottaggioai danni diFitto. Solorumors, mai numeri sono quelli:il partito diSalvini,con il 7,9%,sarebbe il terzoeultimo partitodellacoalizione,battuto daFdI,al 13,3%epersino da ForzaItalia, al 10,9%.


PRIMO PIANO

MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020 IL MATTINO

11

Elezioni La formazione della Meloni non si sente schiacciata dal governatore «Siamo l’unico partito che è riuscito ad avanzare ancora»

Donazzan: «Fratelli d’Italia in giunta ha lavorato bene così anche il terzo mandato» Laura Berlinghieri / VENEZIA

Luca Zaia mentre festeggia la vittoria trionfale a Treviso dove ha risposto anche alle domande dei giornalisti

segnerà una svolta nel cammino del nostro popolo». LA PUNTURA DI SPILLO SUL COVID

Torniamo all’uomo del giorno, lesto a rivendicare, in conclusione, il valore di un mandato non riducibile all’efficace gestione del contagio “teletrasmessa” per 140 giorni consecutivi: «Sono stati giorni difficili quelli del coronavirus e se abbiamo scelto di parlare quoti-

dianamente ai veneti è perché crediamo nella trasparenza e nella collaborazione tra istituzioni e cittadini». «Qualcuno», chiude Luca Zaia «dice che è stata un’occasione per prendere voti m, credetemi, già avevo un buon consenso e sinceramente non avevamo bisogno di questa disgrazia. Chi afferma il contrario, è privo di argomenti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Noi schiacciati dalla lista Zaia? Gli altri partiti, ma non noi. Anzi, mentre tutti i partiti hanno pagato l’"effetto Zaia" perdendo consenso, Fratelli d’Italia è l’unico partito che è riuscito a crescere ancora». È l'analisi di Luca De Carlo, sindaco di Calalzo e (da ieri) senatore, in sostituzione del veronese Stefano Bertacco, scomparso a giugno. E in effetti, dati alla mano, se i risultati di ieri dovessero essere confermati, per il partito guidato a Roma da Giorgia Meloni si parlerebbe di cifre più che triplicate rispetto a cinque anni fa: dal 2.60 per cento del 2015 a 8.8 per cento. «Se ci attendevamo un distacco meno importante dalla Lega? Non pensiamo a queste cose. Noi ci aspettavamo solo di confermare il nostro percorso di crescita. E così è stato, con risultati superiori a quelli ottenuti tanto alle scorse elezioni regionali quanto alle europee». E parte dagli stessi presupposti l’analisi del deputato Ciro Maschio, commissario provinciale del partito a Padova. «C’è soddisfazione perché Fratelli d’Italia cresce rispetto alle europee, nonostante i numeri strabilianti ottenuti dalla Lista Zaia» spiega il parlamentare padovano. «Ci sono le basi per governare in Regione con una rappresentanza importante di Padova e ci sono tutte le premesse per guardare con fiducia alle prossime amministrative nel capoluogo e in tanti comuni» il suo sguardo, che non si esaurisce ai risultati di oggi. «Ringraziamo gli elettori che ad ogni elezione ci danno sempre più consenso e fiducia. Non

senza l’appoggio della coalizione, il partito sarebbe persino escluso dal Consiglio regionale. Ipotesi in ogni caso distanti dai fatti e quindi a cui non pensare nemmeno. E si dice soddisfatto, infatti, Maurizio Conte, consigliere regionale uscente e candidato padovano.

CANDIDATI E LISTE

VOTI

%

% 2015

Zaia Presidente

796.942

45,3

23,1

Lega Salvini - Liga Veneta

295.222

16,8

17,8

Lista Veneta Autonomia

40.850

2,3

2,7

Forza Italia

60.034

3,4

6,0

Fratelli d’Italia

161.865

9,2

2,6

Partito Democratico

210.331

12,0

16,6

+Veneto in Europa Volt

12.204

0,7

Europa Verde

29.361

1,7

Il Veneto che vogliamo

35.296

2,0

Sanca Autonomia

2.010

0,1

Veneto per l’Autonomia

10.946

0,6

Movimento 5 Stelle

47.470

2,7

11,9

Veneto Ecologia Solidarietà

7.891

0,5

Solidarietà Ambiente Lavoro

10.332

0,6

Italia Viva

12.908

0,6

Movimento 3V

13.038

0,7

Partito dei Veneti

16.972

1,0

sempre di avere più voti di quanti effettivamente riusciamo a ottenerne. Anche perché intorno a Fratelli d’Italia si respira un gran bel clima». Lo stesso clima che, difatti, faceva tremare la Lega

Elena Donazzan

Michele Zuin

Maurizio Conte

sere estremamente soddisfatti» ci tiene a precisare. «La consideriamo una vittoria di gruppo, a cui Forza Italia ha partecipato. Poi, è del

tutto evidente che la lista Zaia ha "preso" molti voti anche dalle altre liste, tra cui la nostra, ridimensionandone il risultato. Ma era

Nel Veronese exploit con il 16 per cento e nel Vicentino sfiorata quota 10 per cento

la tradiremo». Puntava più in alto, invece, Elena Donazzan, già assessora all’istruzione nella Regione guidata da Zaia. «Ma non perché avessimo in mente una particolare percentuale da raggiungere, ma perché noi speriamo

di Salvini, che difficilmente avrebbe retto anche un eventuale secondo colpo inflitto dal partito della Meloni, oltre a dover sopportare i risultati quasi triplicati dalla lista Zaia. Da domani per Fratelli d’Italia si aprirà la “trattativa” con il nuovo (vecchio)

più che prevedibile, ce lo aspettavamo. La stessa Lega ha ottenuto un terzo dei voti della lista Zaia».

ve, di elezione in elezione, non riesce a sfondare». Pur nella soddisfazione dei risultati complessivi, Marin non può sottrarsi all’analisi del risultato del suo partito: «C’è ancora molto lavoro da fare, lo dicono i dati, seppur parziali. Ma Forza Italia è fondamentale per caratterizzare il centro destra in questa regione. In ogni caso, i nostri lavori moderati, liberali, cattolici e riformatori sono incarnati dal presidente Zaia. E tutte le liste sono rimaste schiacciate, proporzionalmente, dai voti raccolti dalla sua lista. Per questo il risultato di Forza Italia, per quanto ci imponga a una riflessione, va inquadrato all'interno del risultato complessivo». Ora,

BUON GOVERNO

VOTO AL GOVERNATORE

«È evidente che il voto sia andato soprattutto a Zaia. Alla sua lista, che sulla scheda elettorale aveva il nome scritto in grande. Moltissimi hanno apposto la "croce" sulla scritta Zaia. Ma spesso il voto alla lista del presidente è stato accompagnato alla preferenza espressa a un nome di Forza Italia e di questo non possiamo che es-

IL VOTO AI PARTITI IN VENETO

Mentre Marco Marin tende a valutare il risultato di Forza Italia senza scindere la lista dal resto della coalizione. «È la conferma del buon governo di Zaia, visto lungo dieci anni e ancor più apprezzato durante l’emergenza Covid. E una persona preparata e una persona perbene, che i veneti hanno voluto premiare alle urne ancora una volta» il commento del deputato forzista. «Dimostrazione del fatto che la sinistra statalista e assistenzialista non trova cittadinanza in Veneto do-

governatore, per determinare il peso del partito nell'amministrazione della regione. «Quello che stiamo registrando è un plebiscito del presidente e sarà lui a decidere come è meglio procedere» il “fair play” dell’assessora uscente. «Certo è che in questi anni abbiamo lavorato molto bene e sempre nel segno dell’inclusione. Speriamo che questo modo di agire possa connotare anche questo terzo mandato». A maggior ragione dopo i risultati più che triplicati rispetto a quelli delle scorse elezioni regionali. Donazzan ha ben chiara la ricetta che ha regalato a Zaia le chiavi del Veneto per la terza volta, iniziando il terzo tratto di un percorso che potrebbe (e dovrebbe) durare complessivamente quindici anni. «È un voto che ha premiato la continuità. I veneti dimostrano di avere totale fiducia nel presidente Zaia, che ha ottenuto il risultato più straordinario della storia. I voti sono arrivati da tutti gli schieramenti e anche da parti prive di un preciso colore politico. Questo, ovviamente, a scapito dei risultati di alcuni partiti, ma non di Fratelli d’Italia». Una soddisfazione che è enfatizzata in alcune province. Su tutte, quella di Verona, dove il partito di Giorgia Meloni, stando ai risultati di ieri, superava abbondantemente il 16 per cento. Ma sono più che soddisfacenti anche i dati del Vicentino - di cui è originaria la bassanese Donazzan -, dove Fratelli d’Italia ha comunque sfiorato il 10 per cento. «La provincia di Verona era quella in cui la lista Zaia era meno forte. Chiaramente, per Fratelli d'Italia, ci attendevamo risultati più bassi nel Trevigiano». E così è stato, con il partito che sembra costretto a fermarsi sotto il 7 per cento, nulla potendo di fronte allo strapotere del "padrone di casa". Ora Donazzan vede il Veneto indirizzato verso l’autonomia, «Roma permettendo» precisa. «L’autonomia è già scritta nel piano di governo. È il primo punto insieme a presidenzialismo e patto anti-inciucio. Ma il Veneto la si ottiene se a Roma c’è un governo che risponde». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il primo punto all’ordine del giorno: l’autonomia. Primo, sì, ma non subito. «Il risultato del referendum ci impegna con tutti i veneti. Sarà il primo punto quando torneremo al governo del Paese, perché non mi aspetto nulla dal governo di oggi» spiega Marin. «L’autonomia incarna lo spirito dei veneti: far correre più velocemente tutti, senza lasciare indietro nessuno». Sembra più ottimista Zuin: «È assolutamente la prima cosa da fare. A questo punto, con una regione così forte, con un voto così plebiscitario e con un referendum che era stato tanto chiaro, non si potrebbe fare altrimenti». — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


14 Cronaca

L'ARENA

Martedì 22 Settembre 2020

REFERENDUM 20 REFERENDUM. Promossa dagli elettori la legge che riduce di un terzo il numero dei parlamentari

Il«Sì» nel Veronese sifermaal61,8 %

FantinatieBusinarolodelMovimento 5Stelle: «Unanostra battaglia storica».BendinellidiItaliaViva:«Riforma inutile,ha vintola paura» Enrico Santi

Una valanga di Sì ha promosso la riforma costituzionale che riduce di un terzo il numero dei parlamentari. A livello nazionale sfiora il 70 per cento, in Veneto ha superato il 63 e nel Veronese ha toccato quota 62 per cento (il 59 in città). Il deputato veronese del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati, già sottosegretario nel primo governo Conte, parla di «risultato storico». «Questa riforma è una battaglia che portiamo avanti da sempre e i cittadini si sono espressi come speravamo e ci aspettavamo. Grazie al referendum», assicura il deputato, «il numero dei parlamentari sarà in linea con gli standard europei». Una vittoria netta, quindi, a fronte di un risultato a dir poco deludente, anche in Veneto, per i candidati pentastellati. «Gli esponenti degli altri

FrancescaBusinarolo

DavideBendinelli

partiti che hanno votato la riforma costituzionale in aula sinceramente si sono sentiti poco, oppure si sono espressi per il Sì in modo tiepido, per usare un eufemismo. Noi abbiamo voluto questa riforma e il risultato, ne sono convinto, rafforza la maggioranza di governo che sta lavorando bene e che non è a rischio». Molto soddisfatta, ovviamente, è anche la deputata

Francesca Businarolo. «Il risultato del Veneto, dove il centrodestra ha stravinto nelle regionali», osserva l’esponente 5Stelle, «è la prova che gli elettori hanno votato sul tema della riduzione dei parlamentari e non contro o a favore di Conte. Adesso», continua, «va riformata la legge elettorale e vanno approvati i nuovi regolamenti delle Camere per lavorare più spedita-

SI Voti AFFI ALBAREDO D'ADIGE ANGIARI ARCOLE BADIA CALAVENA BARDOLINO BELFIORE BEVILACQUA BONAVIGO BOSCHI SANT'ANNA BOSCO CHIESANUOVA BOVOLONE BRENTINO BELLUNO BRENZONE SUL GARDA BUSSOLENGO BUTTAPIETRA CALDIERO CAPRINO VERONESE CASALEONE CASTAGNARO CASTEL D'AZZANO CASTELNUOVO DEL GARDA CAVAION VERONESE CAZZANO DI TRAMIGNA CEREA CERRO VERONESE COLOGNA VENETA COLOGNOLA AI COLLI CONCAMARISE COSTERMANO SUL GARDA DOLCE' ERBE' ERBEZZO FERRARA DI MONTE BALDO FUMANE GARDA GAZZO VERONESE GREZZANA ILLASI ISOLA DELLA SCALA ISOLA RIZZA LAVAGNO LAZISE LEGNAGO MALCESINE MARANO DI VALPOLICELLA MEZZANE DI SOTTO MINERBE MONTECCHIA DI CROSARA MONTEFORTE D'ALPONE

740 1.777 831 2.064 908 2.088 1.041 524 724 488 1.290 4.325 394 829 5.915 2.239 2.248 2.500 1.769 1.146 3.954 3.892 1.738 488 4.896 816 2.385 2.604 332 1.190 716 547 260 77 1.302 1.091 1.623 3.585 1.637 3.633 1.079 2.801 1.980 7.707 1.110 1.029 888 1.439 1.361 2.673

NO % 61,26 63,78 66,43 67,12 65,42 61,76 64,58 64,22 62,96 63,96 65,78 59,56 59,7 66,32 61,79 64,99 63,41 62,64 63,86 65,04 64,42 63,81 61,57 61,08 61,31 61,03 59,34 63,4 56,95 60,31 62,15 63,53 63,11 50 60,42 58,69 63,3 63,32 59,01 65,27 65,59 63,36 60,29 64,07 67,77 63,09 61,37 62,46 59,07 64,09

Voti 468 1.009 420 1.011 480 1.293 571 292 426 275 671 2.936 266 421 3.657 1.206 1.297 1.491 1.001 616 2.184 2.207 1.085 311 3.089 521 1.634 1.503 251 783 436 314 152 77 853 768 941 2.077 1.137 1.933 566 1.620 1.304 4.322 528 602 559 865 943 1.498

BIANCHE % 38,74 36,22 33,57 32,88 34,58 38,24 35,42 35,78 37,04 36,04 34,22 40,44 40,3 33,68 38,21 35,01 36,59 37,36 36,14 34,96 35,58 36,19 38,43 38,92 38,69 38,97 40,66 36,6 43,05 39,69 37,85 36,47 36,89 50 39,58 41,31 36,7 36,68 40,99 34,73 34,41 36,64 39,71 35,93 32,23 36,91 38,63 37,54 40,93 35,91

Voti 9 72 11 35 15 26 15 5 20 6 17 61 8 18 80 28 24 41 48 21 47 41 22 7 77 13 44 41 9 11 15 9 6 1 18 23 20 32 29 38 16 26 20 93 17 20 11 19 19 34

mente». Il Sì plebiscitario al referendum, tuttavia, non ha beneficiato, in termini di consenso, il Movimento 5 Stelle. «Su questo si dovrà fare una riflessione, ma il cappotto di Zaia», osserva, «non ha dato scampo: Forza Italia rischia di non eleggere neanche un consigliere, e anche per il Pd le cose non sono andate bene. D’altra parte la lunghissima esposizione mediatica di Zaia durante l’emergenza Covid ha dato i suoi effetti...». Di tutt’altra opinione Davide Bendinelli, deputato di Italia Viva, schierato per il No: «Se alcuni partiti, soprattutto nel centrodestra ci avessero creduto e non avessero avuto paura di un giudizio strumentale, i fautori di questo referendum non l’avrebbe spuntata... Ma purtroppo ha prevalso la paura. Tutti, 5 Stelle a parte, sanno che questa è una riforma che non serve a niente e che non migliora la situazione». •

Leoperazionidi spoglio delleschede in unseggiocittadino FOTO MARCHIORI

Affluenzain lineaconle precedenti

ModificaallaCostituzione Quartavoltaalleurne Quellosul quale sièvotato ieri edomenicai èstato il quarto referendumcostituzionale nellastoriadellaRepubblica. Gliappuntamenti precedenti sonostati: quellodel2001, dedicatoalla riformadelTitolo quintodellaCostituzioneeche videprevalere il Sì; quellodel 2006,sulla cosiddetta

TOTALE

% 0,74 2,51 0,87 1,12 1,06 0,76 0,92 0,61 1,7 0,77 0,85 0,83 1,19 1,41 0,82 0,8 0,67 1,01 1,69 1,17 0,76 0,66 0,77 0,86 0,95 0,96 1,08 0,98 1,51 0,55 1,27 1,03 1,43 0,65 0,82 1,22 0,77 0,56 1,03 0,67 0,96 0,58 0,6 0,76 1,02 1,21 0,74 0,81 0,81 0,8

Voti 1.222 2.872 1.267 3.122 1.415 3.427 1.636 825 1.174 775 1.992 7.374 675 1.278 9.698 3.483 3.593 4.051 2.832 1.797 6.218 6.169 2.864 810 8.106 1.351 4.093 4.168 595 1.997 1.182 873 420 155 2.183 1.891 2.597 5.722 2.818 5.641 1.673 4.462 3.323 12.177 1.668 1.658 1.477 2.333 2.342 4.227

«devolution»,quando invece prevalseilNo; quellodel2016, per unprogettodiriformadella secondapartedellaCostituzione, eancoraunavolta siimpose il No. Inmedia con glialtri appuntamenti costituzionalil’affluenza registrataconla scadenza dioggi, chehainvitatogli italiani a esprimersiper confermare il

SI

% 66,85 72,99 68,67 66,72 69,91 63,75 70,73 62,83 79,97 70,71 72,65 62,08 65,92 67,02 64,47 66,62 64,54 63,08 64,55 61,6 70,29 63,27 63,49 69,29 62,64 69,46 65,42 65,76 75,99 66,15 62,81 62,99 67,42 74,16 68,3 63,67 58,01 70,36 68,8 66,62 68,99 68,53 62,12 61,73 61,19 65,98 73,63 65,74 65,84 67,71

Voti MOZZECANE NEGRAR NOGARA NOGAROLE ROCCA OPPEANO PALU' PASTRENGO PESCANTINA PESCHIERA DEL GARDA POVEGLIANO VERONESE PRESSANA RIVOLI VERONESE RONCA' RONCO ALL'ADIGE ROVERCHIARA ROVERE' VERONESE ROVEREDO DI GUA' SALIZZOLE SAN BONIFACIO SAN GIOVANNI ILARIONE SAN GIOVANNI LUPATOTO SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MAURO DI SALINE SAN PIETRO DI MORUBIO SAN PIETRO IN CARIANO SAN ZENO DI MONTAGNA SANGUINETTO SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA SANT'ANNA D'ALFAEDO SELVA DI PROGNO SOAVE SOMMACAMPAGNA SONA SORGA' TERRAZZO TORRI DEL BENACO TREGNAGO TREVENZUOLO VALEGGIO SUL MINCIO VELO VERONESE VERONA VERONELLA VESTENANOVA VIGASIO VILLA BARTOLOMEA VILLAFRANCA DI VERONA ZEVIO ZIMELLA TOTALE PROVINCIA VERONA Sezioni: 863 su 863

2.484 5.330 2.423 1.011 2.735 445 840 5.319 3.150 2.436 809 843 1.142 1.833 801 812 531 1.100 6.128 1.649 8.159 4.915 200 960 4.089 466 1.243 3.308 905 373 2.270 4.721 5.472 919 669 892 1.686 959 4.509 309 70.992 1.551 867 3.393 1.712 10.289 4.881 1.506 276.709

NO

tagliodeglieletti allaCamera eal Senato:la percentuale di partecipazione,nonvincolanteper ilraggiungimento delquorum, è statadel 53,8per cento,con i picchimassimi registratinel Nord, comeconfermanogli esitidella Valled’Aosta(73,5 percento), TrentinoAlto Adige (70,9%)e Veneto(67,5%).Affluenzapiù contenutaal Sud, nonostanteil 61 percento dellaCampania, confermataperò dal 35,7per centodellaSardegna edal 45,2 percento dellaCalabria. Peril leaderdelPd Zingaretti«con la vittoriadel Sìsi apreuna stagione diriforme: congli alleati faremodi tuttoperchèvadaavanti».

BIANCHE

%

Voti

%

66,9 60,87 65,84 64,39 61,98 63,3 58,17 61,29 62,97 65,55 66,37 64,25 59,05 66,56 65,12 67,89 65,88 58,6 64,79 60,8 65,29 65,5 57,64 66,81 58,86 64,99 61,63 58,55 69,3 67,33 62,62 61,45 61,33 63,16 63,96 59,11 63,65 66,88 63,46 67,91 59,08 64,81 63,56 62,73 61,67 62,38 64,41 63,12 61,88

1.229 3.426 1.257 559 1.678 258 604 3.360 1.852 1.280 410 469 792 921 429 384 275 777 3.330 1.063 4.337 2.589 147 477 2.858 251 774 2.342 401 181 1.355 2.962 3.450 536 377 617 963 475 2.596 146 49.170 842 497 2.016 1.064 6.205 2.697 880 170.428

33,1 39,13 34,16 35,61 38,02 36,7 41,83 38,71 37,03 34,45 33,63 35,75 40,95 33,44 34,88 32,11 34,12 41,4 35,21 39,2 34,71 34,5 42,36 33,19 41,14 35,01 38,37 41,45 30,7 32,67 37,38 38,55 38,67 36,84 36,04 40,89 36,35 33,12 36,54 32,09 40,92 35,19 36,44 37,27 38,33 37,62 35,59 36,88 38,12

Voti 28 56 52 14 25 27 4 63 35 34 27 12 20 51 32 11 10 18 87 36 87 50 7 16 51 7 23 39 7 11 45 59 64 18 11 13 28 17 67 6 749 21 15 39 38 138 69 45 3.720

TOTALE

% 0,75 0,63 1,39 0,88 0,56 3,68 0,28 0,72 0,69 0,9 2,16 0,9 1,02 1,81 2,51 0,91 1,22 0,94 0,91 1,3 0,69 0,66 1,98 1,1 0,73 0,95 1,12 0,68 0,53 1,94 1,22 0,76 0,71 1,22 1,04 0,85 1,04 1,16 0,93 1,29 0,62 0,87 1,08 0,71 1,35 0,83 0,9 1,84 0,82

Voti

%

3.758 8.873 3.744 1.592 4.464 734 1.453 8.787 5.055 3.768 1.251 1.334 1.964 2.822 1.273 1.215 820 1.909 9.599 2.761 12.639 7.592 354 1.455 7.034 733 2.052 5.721 1.323 568 3.690 7.789 9.023 1.476 1.062 1.533 2.693 1.461 7.214 465 121.441 2.424 1.388 5.474 2.822 16.706 7.676 2.449 453.134

67,68 66,83 62,17 66,42 62,19 84,86 61,94 66 62,28 67,55 66,93 77,65 68,67 62,88 67,39 75,84 71,18 65,71 65,89 72,13 66,97 66,49 76,13 63,48 68,48 66,1 67,39 60,76 66,95 76,14 66,3 70,95 67,23 68,91 65,31 66,97 70,7 72,9 64,07 76,73 63,57 65,66 70,31 73,34 63,72 66,93 67,93 68,58 65,5 L’EGO-HUB


Cronaca 13

L'ARENA

Martedì 22 Settembre 2020

REGIONALI 20 PALAZZOFERRO FINI. Lamaggioranza potrà contaresu39 seggi

Valdegamberi, DeBertie Bigon versoVenezia

Scrutatoriall’operaieripomeriggio dopol’apertura delleurne FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Nelnuovo Consiglioregionale entrerannonove veronesi.Battagliaall’ultima preferenzainFdI

lorba inprovincia diTreviso. Il verdettoelettorale èstato unautentico plebiscitoafavore delgovernatore

LEREAZIONI. D’Arienzo (Pd):«Zaia per iveronesi non hafatto nulla»

LaLega: «Il Comune oracambieràmarcia» Soddisfatto il sindaco Sboarina: «Grande risultato» «Questo risultato è la prova che il centrodestra gode di ottima salute». È questo il commento a caldo sui risultati delle elezioni regionali del sindaco Federico Sboarina, a capo di una Giunta, diversi esponenti della quale si sono candidati. Tuttavia, la performance dei partiti che hanno beneficiato della «valanga» Zaia qualche grattacapo al sindaco potrebbe invece crearlo. L’avvertimento arriva dal commissario provinciale della Lega Nicolò Zavarise. «Sicuramente questa può essere l’occasione per migliorare la compagine amministrativa a 360 gradi, a partire dalle partecipate, con nomine importanti e strategiche per la città». Zavarise parla di «occasione per dare una marcia in più poiché da due consiglieri veronesi leghisti ne avremo cinque sicuri, compresi quelli eletti nella Lista Zaia e, potenzialmente due assessori. Quindi potremo incidere di più per Verona». Parla di «risultato straordinario» Paolo Tosato, senatore della Lega. «In Veneto», afferma, «si votava per la con-

Ilsindaco Federico Sboarina, adestra,con NicolòZavarise

ferma di Luca Zaia e quindi tanti veneti, leghisti e non leghisti, hanno valutato Zaia come una persona che dà sicurezza, affidabilità, e quindi gli hanno dato fiducia e lo hanno premiato». Esulta anche Ciro Maschio, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. «Se fossero confermati i dati

attuali si tratterebbe per Fratelli d’Italia di un risultato strabiliante, sia in città che in provincia. Merito», esclama, «del grande consenso di Giorgia Meloni, delle scelte che abbiamo fatto, costruendo una lista aperta e fortissima e di un grande lavoro di tutti i nostri dirigenti e militanti». Dal fronte opposto, parla

Enrico Santi

del trionfo di Zaia anche Diego Zardini, deputato del Pd: «È riuscito ad affrontare in maniera buona l’emergenza Covid, tranne forse per le case di riposo. Sta a noi ora fare una riflessione su come rendere almeno contendibile il Veneto, così come il centrodestra, pur perdendo, è riuscito a fare all’inizio di quest’anno in Emilia Romagna e ora in Toscana». Per Vincenzo D’Arienzo, senatore del Pd, «Zaia vince per la sua nomea di buon amministratore, ma se si chiede a un qualsiasi veronese cosa ha fatto di concreto per il nostro territorio nessuno sarebbe in grado di dirlo. E fa pensare che sia andato a gonfie vele anche nelle aree inquinate da Pfas. Ma ora si pongono alcuni temi: Zaia resterà davvero in Veneto nei prossimi cinque anni e sulla questione del Mes reclamerà la quota di 3,5 miliardi che spettano alla sanità pubblica veneta, dopo aver favorito quella privata? E come finirà», conclude il senatore del Pd, «la partita dell’autonomia?». In una nota, infine, Daniela Sbrollini candidata alla presidenza del Veneto per Italia Viva, Psi, Pri e Civica per il Veneto parla di «risultato deludente» per la sua lista. «Però», sottolinea, «lo abbiamo detto fin dall’inizio: questo è solo l’inizio di un percorso e di un progetto futuro. Sarebbe un grave errore», afferma la senatrice di Italia Viva, «fermarlo adesso». • E.S.

A Palazzo Ferro Fini il «doge» Luca Zaia, forte del consenso di tre veneti su quattro, potrà contare su una maggioranza bulgara. In Consiglio regionale siedono 51 consiglieri, compresi il presidente Zaia e Arturo Lorenzoni, il candidato del centrosinistra. La maggioranza di centrodestra, secondo una prima valutazione dell’Osservatorio regionale sul voto, potrà contare su 39 seggi. Di questi, ben 24 saranno occupati dagli eletti nella Lista Zaia presidente. Alla Lega ne spetteranno otto, a Fratelli d’Italia quattro, a Forza Italia due e uno alla Lista Veneta Autonomia. Nel campo dell’opposizione, sempre secondo i calcoli ufficiosi dell’Osservatorio regionale, sette seggi andranno al Partito democratico, e uno rispettivamente ad al tre due liste che sostenevano la candidatura di Lorenzoni: il Veneto che vogliamo ed Europa verde. Infine, il Movimento 5 Stelle verrà rappresentato da un solo consigliere. I veronesi che prenderanno il biglietto per la laguna saranno nove, numero che potrà aumentare nel caso qualche veronese entrasse nella squadra degli assessori rinunciando al seggio in Consiglio. Quasi sicuramente tra questi ci saranno Stefano Valdegamberi della Lista Zaia, Elisa de Berti, assessore regionale uscente della Lega, e Anna Maria Bigon, consigliere regionale uscente del Pd. Sarà

AnnaMariaBigon

DanielePolato

lotta all’ultima preferenza in Fratelli d’Italia con Massimo Giorgetti, Stefano Casali e Daniele Polato a contendersi un posto. Mentre prosegue il conteggio delle preferenze qualche conclusione si può intanto trarre in città. Nella Lista Zaia presidente, che tra le mura scaligere ha raccolto il 31 per cento dei consensi, secondo dati non ancora definitivi (il dato corrisponde a 239 sezioni su 264), il campione di preferenze è Stefano Valdegamberi, consigliere regionale uscente, con 1.732 voti. Al secondo posto troviamo l’assessore allo sport Filippo Rando che di preferenze ne ha raccolte 1.366. Dopo la lista del governatore, il primo partito della città è Fratelli d’Italia, con oltre il 17%. Qui il candidato con più preferenze, 3.351, è Daniele Polato, asses-

sore alla sicurezza, seguito dal consigliere regionale uscente Stefano Casali con 2.249 preferenze. Al terzo posto troviamo Massimo Mariotti con 1.339 preferenze. Per restare nella maggioranza, la Lega, che, sempre in città, ha incamerato il 14 per cento, il candidato più votato è il consigliere regionale uscente Enrico Corsi con 915 preferenze, seguito dal vicesindaco Luca Zanotto, a quota 821 che distanzia di poco la capogruppo a Palazzo Barbieri Anna Grassi che ha incassato 807 preferenze. Sul fronte del centrosinistra, all’ombra dell’Arena il Pd si è fermato al 16,5 per cento. I più votati sono Anna Maria Bigon, consigliera regionale uscente, con 1.934 preferenze, la consigliera comunale Elisa La Paglia (1.894) e Giandomenico Allegri (1.172). •


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MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020 MESSAGGERO VENETO

PRIMO PIANO

Il test elettorale - In Friuli Venezia Giulia MATTIA PERTOLDI

l sì al taglio dei parlamentari passa con ampia maggioranza anche in Friuli Venezia Giulia, ma la regione si scopre, a urne chiuse, quella in cui il no ha raccolto la percentuale maggiore di consensi in Italia con i contrari alla riforma costituzionale che hanno sfiorato il 41%. Un dato, tra l’altro, che al di là del caso di Sgonico – tra i pochissimi Comuni italiani a vedere la vittoria dei no – cresce particolarmente nelle città, e specialmente a Udine e Trieste, e cala nei paesi dove i favorevoli alla riduzione di deputati e senatori rag-

&

Nelle città ci sono state le fette di elettorato più critiche nei confronti del taglio dei parlamentari giungono il picco all’interno dei confini regionali. Numeri diversi dal resto d’Italia, in ogni caso, probabilmente anche figli di un’alzata di scudi, nel fronte del no, che nelle ultime settimane ha coinvolto quasi tutto l’arco costituzionale locale – tranne M5s, Fdi e parte di Pd – e imprenditoriale. Cifre che, in un referendum in cui nessuno onestamente ha mai pensato che potessero vincere i no, regalano al Friuli Venezia Giulia uno scenario diverso. Soprattutto se si incastra il dato referendario con quello delle Regionali dove la lista Zaia in Veneto ha surclassato la Lega e quella Toti in Liguria ha sorpassato, e non di poco, il Carroccio. Cosa significa? Che in Friuli Venezia Giulia, probabilmente, si accelererà e non poco sulla creazione della lista del presidente a centrodestra, anche in vista del 2023. Perché nella Lega qualcosa è cambiato e sta cambiando, è inutile negarlo e se ne so-

Sgonico è l’unico Comune dove hanno vinto coloro che volevano mantenere lo status quo a Roma no accorti un po’ tutti. Non soltanto a Milano e Venezia. I RISULTATI IN REGIONE

Da Massimiliano Fedriga a Riccardo Riccardi, passando per Michelangelo Agrusti fino a Graziano Tilatti. Tutto il gotha della politica e delle categorie del Friuli Venezia Giulia si era schierato, nelle ultime settimane, contro il taglio dei parlamentari. Una posizione che ha inciso, senza dubbio, nelle scelte dei friulani così come, probabilmente, il fatto che la regione, nella nuova geografia istitu-

Friuli Venezia Giulia Veneto Liguria Lazio Toscana Sardegna Valle d’Aosta Lombardia Piemonte Umbria Marche Emilia Romagna Trentino Alto Adige Abruzzo Puglia Sicilia Basilicata Campania Calabria Molise

40,43 37,36 36,16 34,20 33,99 33,15 32,00 31,88 31,59 31,28 30,80 30,46 29,18 26,26 24,76 24,12 24,00 22,59 22,46 20,12

Molise Calabria Campania Basilicata Sicilia Puglia Abruzzo Trentino Alto Adige Emilia Romagna Marche Umbria Piemonte Lombardia Valle d’Aosta Sardegna Toscana Lazio Liguria Veneto Friuli Venezia Giulia 0

10

20

30

40

50

Nei grafici si può vedere nettamente la quantità dei No in Friuli Venezia Giulia, prima regione italiana per percentuali raccolte

Nel trionfo nazionale dei sì il Fvg si scopre la regione con il maggior numero di no I contrari alla riforma sfiorano il 41%, ma a Pordenone i favorevoli volano a poco meno del 63% E con i risultati di Veneto e Liguria si avvicina l’ok alla lista del presidente in vista del 2023 zionale del Paese, sarà tra le più penalizzate. Resta il fatto, in ogni caso, che il Friuli Venezia Giulia, ieri, è diventata l’unica regione d’Italia in cui il sì al referendum si è fermato appena sotto il 60%, esattamente al 59,57%. Sia chiaro, che i contrari potessero vincere era improbabile, ma che in regione il no ottenesse una decina di punti percentuali in più del resto d’Italia probabilmente se lo aspettavano in pochi. Complessivamente, prima di tutto, va annotata l’affluen-

za finale che in regione si è attestata al 50,22% con una forbice compresa tra il 53,21% di Pordenone e il 43,68% di Trieste e in mezzo il dato omogeneo di Udine (51,17%) e Gorizia (51,13%). In linea generale, dunque, hanno votato 475 mila 312 aventi diritto. Di questi 281 mila e 42 hanno scelto il sì, 190 mila 743 il no. Nel totale, inoltre, vanno conteggiate 2 mila 247 schede nulle, mille 267 bianche e 13 contestate. Per quanto riguarda l’esito, poi, Trieste guida il fronte dei meno convinti del-

la legge se pensiamo che i sì hanno raggiunto, in provincia, il 53,94% – con Sgonico che ha visto vincere i no grazie al 51,67% dei voti –, mentre Pordenone quello dei favorevoli con il 62,48% e in mezzo Gorizia con il 61,47% e Udine con il 59,49%. Molto interessante, inoltre, è analizzare anche i dati dei Comuni capoluogo ricordando che i sindaci delle due principali città del Friuli Venezia Giulia, Roberto Dipiazza e Pietro Fontanini, si erano apertamente schierati per il sì. Udine e Trieste, in-

fatti, rappresentano una variabile non secondaria nel fronte del no in Friuli Venezia Giulia se pensiamo che nel primo caso il dato friulano si attesta al 46,48% dei contrari e sale addirittura al 46,57% sulle Rive. Leggermente più basso, invece, è il finale relativo al no a Pordenone città (43,02%) e a Gorizia (42,81%). Un trend, tenendo in considerazione i numeri finali del sì nelle province, che testimonia ancora una volta come dalle nostre parti, spesso, le città si muovano in una maniera oppo-

le reazioni

Fedriga: ora il Parlamento non rispetta la Costituzione UDINE

«Il Parlamento attuale, adesso, non rispetta più i numeri previsti dalla Costituzione, per cui la maggioranza giallorossa ne prenda doverosamente atto e porti il Paese a votare». Il flash è firmato da Massimiliano Fedriga nei minuti in cui, ieri, si è certificata la vittoria dei sì al referendum costituzionale sul taglio dei

parlamentari. «Mi pare evidente – ha spiegato il presidente della Regione – il recupero del fronte no nelle ultime settimane se consideriamo che fino a qualche mese fa il sì era dato vincente con percentuali che, nei sondaggi, sfioravano il 90%. Detto questo, allo stesso tempo, da oggi abbiamo una Camera e un Senato che non rispettano più i numeri previsti dalla Costituzione ormai

modificata. Eleggere il nuovo Capo dello Stato con questi numeri, dopo la vittoria del sì e senza tenere nemmeno in considerazione il nuovo peso delle Regioni sarebbe inaccettabile. Mi auguro che la maggioranza a Roma lo capisca e ne prenda atto anche se, in tutta onestà, non ne sono per niente convinto». La posizione del governatore, dunque, è chiara, ma

Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga

Fedriga, nella sua analisi, aggiunge anche due altre considerazioni e cioè che «il Friuli Venezia Giulia è la regione con il maggior nume-

ro di no» e che, per quanto riguarda Roma, si augura «che non vogliano andare avanti con una legge elettorale con il proporzionale pu-

ro, perché questo toglie il diritto di scelta ai cittadini». L’assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, invece, si è affidato a Facebook per commentare l’esito del referendum. «Ero fortemente contrario alla riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, ma il popolo (bello il risultato di Trieste) – ha scritto – ha deciso. Ora mi auguro che con una Costituzione modificata e la volontà espressa dalla maggioranza degli italiani, il Parlamento venga sciolto immediatamente per non far diventare tutta questa vicenda una mega farsa. Le poltrone tagliatele subito, non fra tre anni». — M.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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