M.MARK Manifattura Museo Archeologico

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Miriam Pappalardo

M.MARK MANIFATTURA MUSEO ARCHEOLOGICO

NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO NELL’EX MANIFATTURA TABACCHI DI CATANIA

Relatore Prof. B. Messina

Correlatore Prof. A. Salemi

Università degli Studi di Catania_DARC Dipartimento di Architettura_SDS Struttura Didattica Speciale di Architettura
A.A.
2013/2014
M.MARK MANIFATTURA MUSEO ARCHEOLOGICO NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO NELL’EX MANIFATTURA TABACCHI DI CATANIA Università degli Studi di Catania A.A. 2013/2014 Miriam Pappalardo Tesi di Laurea Specialistica in Architettura Relatore Prof. B. Messina Correlatore Prof. A. Salemi DARC Dipartimento di Architettura SDS Struttura Didattica Speciale di Architettura Ai miei genitori Ad Anna A Paolo

INTRODUZIONE

L’avvicendarsi di destinazioni d’uso, consistenti trasformazioni, “passaggi di proprietà” e di organi statali del complesso architettonico noto come “Ex Manifattura Tabacchi” a Catania, raccontano la storia “travagliata” di un edificio strategico per la città, ad oggi privo di quella “linfa vitale” che lo ha caratterizzato nel corso degli ultimi due secoli, sia per il contesto urbano in cui insiste, sia per i differenti usi che ha accolto al suo interno: una storia purtroppo comune a molti edifici delle nostre città.

Fu fatto costruire come Quartiere Militare nel 1828 dallo Stato, allora Regno delle Due Sicilie, con lo scopo di dare alloggio alla cavalleria borbonica, necessaria alla repressione dei moti rivoluzionari in atto.

Cambiando organo statale, quindi proprietà, cambia anche la destinazione d’uso: dopo l’Unità d’Italia, con l’istituzione del nuovo Regno, infatti, passa dall’area demaniale a gestione militare a quella finanziaria, diventando sede della Governativa Manifattura Tabacchi, nota anche come Privativa dei Tabacchi; così da strumento di repressione popolare diventa occasione di lavoro per più di cinquecento dipendenti.

Nei primi anni del XX secolo inizia la produzione dei sigari “Toscani”, ma l’apice dell’attività arriva con la fabbricazione delle sigarette “Spagnolette” e “Macedonia”: incrementa così anche la manodopera, fino a raggiungere le mille unità nel secondo dopoguerra, di cui il 90% era costituito da donne.

Tutto cambia nel 2002, quando l’Eti, Ente Tabacchi Italiani, decide di chiudere la sede catanese del Monopolio Tabacchi: si ipotizza, quindi, di individuare l’intero complesso come sede del nuovo Museo Archeologico di Catania. Tuttavia, solo nel 2007 la Manifattura è acquisita al Demanio indisponibile della Regione Sicilia e, tre anni dopo, la Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania istituisce il Museo Archeologico Regionale Ignazio Paternò Castello V Principe di Biscari, con D.D.G. 1513, e si apre una sala espositiva al piano terra, utilizzata fino al 2013 per mostre temporanee.

Attualmente, però, la (ex) Manifattura Tabacchi riversa in uno stato di quasi totale abbandono, eccezione fatta per

M.Mark 5 INDICE Introduzione 7 Catalogo 85 14 Bibliografia Il tessuto urbano Spazi pubblici e attività in relazione con l’ex Manifattura Tabacchi 15 21 IL CONTESTO URBANO 12 Evoluzione storica dell’ex Manifattura Tabacchi Stato di fatto La struttura e la forma 33 37 47 LA FABBRICA 30 ANALISI 11 Ipotesi d’intervento Allestimento del nuovo Museo Archeologico 61 79 MANIFATTURA MUSEO ARCHEOLOGICO 58 PROGETTO 57 M.Mark 7

alcuni ambienti al piano terra, utilizzati come uffici dai dipendenti della Soprintendenza di Catania. Con gli orologi ancora fermi alle 13:25, orario conclusivo dell’ultimo ciclo produttivo, tutto appare congelato, in netto contrasto con l’uso quotidiano, ma limitato ad una piccola parte, che cerca di farsi spazio al suo interno.

Una “archeologia militare”, trasformata in “archeologia industriale”, che rischia di diventare “archeologia museale” piuttosto che Museo Archeologico.

Sorge allora una domanda: ciò è accaduto solo per mancanza di fondi, non sufficienti a restaurare l’intero complesso prima dell’apertura ufficiale del museo? Oppure perché, forse, è mancato un progetto più esaustivo alla base, che riuscisse a riscattarlo come nuovo polo attrattivo?

Obiettivo della presente tesi è, quindi, quello di risalire al principio che ha portato un’Istituzione a destinare l’ex

Manifattura Tabacchi a Museo Archeologico, per dare un senso al progetto iniziato e, sebbene l’esito possa sembrare identico, l’iter progettuale che vi sta alla base è completamente differente.

L’intento, dunque, è quello di inserire nuove funzioni per restituire nuova centralità e nuova “dignità” non solo all’edificio, ma anche al quartiere che lo “ingloba”, mettendo in luce le potenzialità che entrambi nascondono.

1. Ex Manifattura Tabacchi, primo piano, lato ovest.

2. Ex Manifattura Tabacchi, primo piano,lato est.

3. Ex Manifattura Tabacchi, secondo piano, lato ovest.

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1 23 ANALISI M.Mark 11

IL TESSUTO URBANO

L’ex Manifattura Tabacchi di Catania si trova nel cuore del centro storico della città, delimitata a nord da via Garibaldi, a sud da piazza San Cristoforo e ad est da via Quartiere Militare, che collega direttamente via Garibaldi a via Plebiscito, nel quartiere di San Cristoforo.

Osservando il tessuto urbano su cui insiste l’edificio, si può affermare che esso sia uno dei più storicizzati della città: numerosi, infatti, sono gli scavi archeologici, testimonianza della città in epoca greca e romana, uno su tutti il teatro romano, distanti poche centinaia di metri.

Catania, S. Barbera (a cura di), Gangem Editore, Roma 1998).

Inoltre, brani di tessuto medievale si possono individuare in isolati limitrofi a quello della Manifattura.

Tuttavia, la morfologia urbana di questa parte di città si è quasi completamente definita dopo i due eventi disastrosi che hanno scosso la città nel corso del XVII secolo: l’eruzione del 1669 e il terremoto del 1693.

Dalle incisioni pervenuteci (fig.1) possiamo avere un’idea di come fosse Catania nel XVI sec: una città chiusa dalla cinta muraria borbonica, con strade di impianto medievale, orientate in direzione est-ovest, tranne le due

2. Rielaborazione grafica personale sulla base di una veduta a volo d’uccello della città di Catania del 1584 e di una “pianta dello Spanocchi” del 1578 (L. Dufour, H. Raymond, 1693 Catania Rinascita di una città Domenico Sanfilippo

IL CONTESTO URBANO
13 12 M.Mark 15
G. Anfuso, foto aerea dell’ex Manifattura Tabacchi, 1990-1997 (AA.VV., Recuperare Catania, S. Barbera (a cura di), Gangem Editore, Roma 1998).
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1. Veduta della città di Catania di Don Antonio Stizzia del 1592, edita da P.Mortier agli inizi XVII (AA.VV., Recuperare
Editore,
3 A B D C E F G H b cd e f g h m 4 2 1 5 6 ELEMENTI PERMANENT 3 Castello Ursino 4- Platea Magna e Cattedrale 5 Teatro Romano e Odeon 6 Anfi eatro R m no PORTE A della Dec ma B de Sa e C dei Canal D Saracena E di Ferro o Pontonia F d S Orso a G d ac H del Re BASTION a - di S Giorg o b - d S C oce c - D Pe ucchio d de Salva or d Port Punt ne o Bastione Gr nde e - di S Giulian f d S.Miche g - di S Agata la Vetere o del Santo Carcere h - di S Vito o del Vescovo o degli Infetti - dell’A co a o del Tinda o o del Tonna o - d S G ov nni STRADE 1 - Strada della Luminaria collega l’attuale piazza Stesicoro all’attual piazza Duomo 2 - 2ª strada principale, collega l’attuale sito della chiesa di S. Agata la Vetere all’attuale piazza S. Francesco
Catania 1992).

principali, in direzione nord-sud, che ricollegano le porte opposte della città (fig. 2).

Nella primavera del 1669 una devastante serie di eruzioni dell’Etna arriva a lambire la città di Catania, distruggendo parte delle mura limitrofe al monastero di San Nicolò l’Arena e modificando la linea di costa in prossimità del Castello Ursino. Nel 1674 il Senato fa tracciare la cosiddetta via della Vittoria o del Gallazzo, ovvero l’attuale via Plebiscito, sulle lave a sud e ad ovest delle mura cittadine, per non ostacolare il percorso extra-moenia della processione in onore di Sant’Agata, patrona della città.

Poco più di vent’anni dopo, la notte dell’11 gennaio 1693, un fortissimo sisma distrugge gran parte della città; poco della città medievale e cinquecentesca resta in piedi: le fortificazioni, il Castello Ursino, le absidi e il transetto della Cattedrale, la chiesa di S. Maria Rotonda, l’anfiteatro romano, l’odeon e il teatro romano, pochi edifici tra chiese

3. Rielaborazione

STRADE E PIAZZE DEL PIANO DI RICOSTRUZIONE DEL DUCA DI CAMASTRA

1 - via Uzeda (via Etnea): 8 canne borboniche

2 - via Lanza (via A. di Sangiuliano): 8 c. b.

3 - via S. Francesco (via Vittorio Emanuele II): 6 c. b.

4 - via S. Filippo (via G. Garibaldi): 6 c. b.

5 - via del Gallazzo (via Plebiscito): 6 c. b.

6 - piazza S. Filippo (piazza G. Mazzini)

7 - piano di S. Agata (piazza del Duomo)

8 - Fera Nova (piazza dell’Università)

minori e costruzioni civili.

È dopo il terremoto che avvengono le grandi trasformazioni urbanistiche della città.

In un documento, datato 28 giugno 1694 e denominato “Consiglio ed istruzioni fatte dal Vicario generale duca, che fu di Camastra, col voto dell’ill.mo Senato, e corpo ecclesiastico, per la nuova reedificazione della città di Catania”, si tracciano le linee guida per il piano di ricostruzione della città.

Prima importante decisione è quella di ricostruire Catania in situ, così come si riedifica il Duomo di Sant’Agata sui resti della cattedrale normanna. Inoltre si stabilisce che le strade non siano troppo strette e che gli edifici che vi insistono non superino una certa altezza: in questo modo si dota la città di un piano “antisismico”, tracciando una

nuova rete viaria ortogonale che fornisca le necessarie vie di fuga in caso di un nuovo disastro. I nuovi assi, cosiddetti camastriani, sono regolati gerarchicamente in tre larghezze: 8 canne borboniche per la via Uzeda (odierna via Etnea) e la via Lanza (via Sangiuliano); 6 canne per la strada di San Filippo (via Garibaldi), di San Francesco (via Vittorio Emanuele II), e “delli tre santi” (prolungamento verso sud di via Crociferi); 4 canne per le restanti vie che intersecano il tracciato (fig. 3).

Nel XVIII secolo Catania si presenta come una città compatta e contenuta verso sud e verso ovest, mentre a nord si dissolve con una trama viaria aperta verso la campagna. La parte centrale, delimitata dalla trama di assi camastriani, si mostra già saturata di palazzi e complessi religiosi, con edifici a corte che spesso

4. Veduta prospettica della città di Catania di A. Vacca del 1780 (G. Dato, La città di Catania. Forma e struttura 1693 – 1833, Officina Edizioni, Roma 1983).

corrispondono con l’intero isolato. Si differenziano tre zone nelle quali il tessuto viario non segue l’andamento ortogonale del nuovo impianto, ma piuttosto si articola in maniera irregolare, contornato da bassi edifici: i quartieri Lumacari, Antico Corso e Civita (figg. 4 e 5). La città settecentesca, quindi, è quella che configura l’attuale centro storico; è quella della grande ricostruzione, la Catania barocca del Vaccarini, dei grandi complessi monastici e delle ricche facciate delle Chiese (basti pensare al Duomo, alla Badia di Sant’Agata, al Monastero di San Nicolò l’Arena), delle piazze quadrangolari, nate come spazio pubblico e sfogo naturale degli assi camastriani, dei maestosi palazzi nobiliari, uno su tutti il Palazzo Biscari.

Tenendo conto delle considerazioni precedenti, si è provato a sintetizzare le tipologie di isolato caratterizzanti il tessuto storico della città. Si sono individuati, quindi, due tipi prevalenti: l’isolato “monoblocco”, definito nei suoi limiti da uno o più edifici a corte, quali conventi e palazzi nobiliari, risultato della trama disegnata dai nuovi assi camastriani; l’isolato che, pur attestandosi ai limiti della maglia ortogonale, presenta al suo interno corti e vicoli dall’andamento irregolare e frastagliato, forse persistenza degli antichi tracciati medievali. Queste due tipologie di isolato sono anche quelle che vanno a definire la trama urbana sulla quale insiste l’ex Manifattura Tabacchi.

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1 2 3 4 5 6 7 8
grafica personale sulla base di una veduta a volo d’uccello della città di Catania del 1584 e di una “pianta dello Spanocchi” del 1578 (L. Dufour, H. Raymond, 1693 Catania Rinascita di una città Domenico Sanfilippo Editore, Catania 1992).
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5. Ipotesi di permanenza del tessuto medievale in quello settecentesco (rielaborazione grafica personale sulla base della “pianta della città di Catania” del 1840, F. Vallardi Tipografo Editore).
VICOLI
LIMITE CENTRO STORICO ISOLATI A CORTE DI IMPIANTO SETTECENTESCO EX MANIFATTURA TABACCHI SCALA 1:5000 50250500 m
E CORTI DI PROBABILE ORIGINE MEDIEVALE
6. Isolati caratterizzanti il tessuto urbano del centro storico di Catania.

SPAZI PUBBLICI E ATTIVITÀ IN RELAZIONE CON L’EX MANIFATTURA TABACCHI

L’esigenza di ripensare a nuove funzioni per l’ex Manifattura Tabacchi richiede necessariamente uno sguardo allargato allo spazio urbano circostante e di vagliare e differenziare gli spazi pubblici che offre: la loro presenza o assenza, la forza aggregativa, le mutue distanze che favoriscono o precludono interrelazioni, le attività presenti e i servizi offerti, i poli attrattivi contigui.

Come prima analisi, si è deciso di individuare principali luoghi di aggregazione, classificandoli in cinque categorie: mercati; centri culturali e polifunzionali; sedi universitarie; piazze; verde pubblico. Successivamente si è tracciato un diagramma con circonferenze concentriche equidistanti tracciate ogni 250 metri, al fine di fornire una misura dello spazio e delle distanze tra gli spazi individuati e l’ex Manifattura Tabacchi. Da questa prima analisi si evince che, in un raggio di 250 metri dall’ex Manifattura Tabacchi, si notano solo piazze e che, per incontrare un primo centro attrattivo di diversa natura, è necessario spostarsi almeno dopo 500 metri (fig. 1).

In seguito si è costruito un diagramma tracciando un poligono che ha per vertici i luoghi evidenziati; inoltre si

sono tracciate delle linee di collegamento tra gli stessi “elementi” e il complesso dell’ex Manifattura Tabacchi (fig. 2).

Si è potuto constatare che solo in un caso su cinque l’ex Manifattura Tabacchi risulta inserita all’interno del poligono, mentre nei restanti casi sembra quasi tagliata fuori, nonostante risulti facile il collegamento.

Questo si può spiegare perché l’unico tipo di spazio pubblico subito prossimo all’edificio, che abbia anche una certa forza aggregativa, è piazza San Cristoforo, prospiciente il complesso architettonico a sud.

Dunque, per quanto riguarda il resto, trattandosi in ogni caso di centro storicizzato e, quindi, denso e ricco di spazi pubblici, luoghi di aggregazione non mancano, relazionandosi tra loro, ma non con l’ex Manifattura Tabacchi.

1. Individuazione dei luoghi di aggregazione e relativa distanza rispetto all’ex Manifattura Tabacchi.

M.Mark 21
M.Mark 23 22 250 mt SCALA 1:5000 50250500 m CENTRI CULTURALI E POLIFUNZIONALI MERCATI VERDE PUBBLICO SEDI UNIVERSITARIE PIAZZE

1- G ardino Bellin

2- Orto Botanico

3- G ardino Pacin

SEDI UNIVERSITARIE

1- Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali

2- Economia e Impresa

3- Sc enze Politiche e Social

4- Sede centrale dell’Ateneo di Catania

5- Sc enze Umanistiche

6- Giurisprudenza

7- Accadem a d Belle Arti

Una successiva analisi ha portato a considerare le diverse attività presenti nelle due vie principali, via Plebiscito e via Garibaldi, nonché i servizi ivi offerti, in particolare andando a rilevare la maggiore o minore concentrazione di: attività legate alla fornitura di beni di prima necessità, come gli alimentari; di attività commerciali di vario tipo; di servizi quali trasporti, polizia, chiese; di attività ricreative e attività e beni culturali (figg. 3 e 4).

Si è potuto rilevare la totale assenza di questi ultimi nelle vie analizzate, nonostante la vicinanza dei principali musei e siti archeologici della città, mentre, al contrario, si nota la numerosa densità di attività commerciali e di prima necessità. In particolare via Plebiscito manifesta la sua vocazione “alimentare” così come via Garibaldi quella più propriamente commerciale.

Di conseguenza, si è provato ad individuare i principali punti d’interesse della città di Catania, quali musei, siti archeologici, gallerie di arte contemporanea, centri sociali, monumenti, teatri, ecc., che sono risultati assenti nel contesto urbano più vicino all’ex Manifattura Tabacchi (fig. 5).

Si è cercato, poi, di comprendere quanto effettivamente essi fossero distanti, indicando tempi di percorrenza necessari a raggiungerli, prendendo l’ex Manifattura come punto di partenza. Si è così appurato che bastano dagli 8 ai 15 minuti a piedi per raggiungere i principali monumenti e siti archeologici, il che dimostra come trasformare l’ex Manifattura Tabacchi in Museo Archeologico sarebbe la naturale conclusione (o punto di partenza) di un percorso di visita della città storica.

PIAZZE

1- Pa estro

2- Roma

3- Trento

4- Giovanni Verga

5- Principessa Iolanda

6- de Martir

7- S. Francesco di Pao a

8- Pao o Borsellino

9- Federico d Svevia

10- S Cris oforo

11- Nicolò Machiavell

12- Currò

13- Giuseppe Mazzini

14- S. Francesco d’Assisi

15- Duomo

16- Università

17- Vincenzo Bellini

18- Pietro Lupo

19- Manganelli

20- Dante Alighieri

21- Stesicoro

22- Carlo Alberto

23- Vittorio Emanuele III

24- Giovanni Bovio

CENTRI CULTURALI E POLIFUN

1- Le C miniere

2- Vecchia Dogana

3- Museo Civico Castello Ursino

4- Pa azzo Biscari

5- Pa azzo della Cultura

6- Fondazione Puglisi Cosentino

M.Mark 25 24 2 1 3
MERCATI 1- Mercato delle pulci 2- Fera o Luni
1 2 3 6 5 4
3- Pescheria
1 2
4 6 7 5
3
6 1 10 9 8 7 18 17 19 13 14 12 11 16 15 20 21 22 4 3 2 23 24 5
2 3 1
VERDE PUBBLICO
2. Diagramm di sintesi. M.Mark 27 26
VIA GARIBALDI VIA PLEBISCITO COMMERCIO PRIMA NECESSITÀ CULTURALI SERVIZI PER LA COMUNITÀ VIA PLEBISCITO TIPI DI ATTIVITÀ VIA GARIBALDI NUMEROSE SCARSE ASSENTI MEDIE VIA PLEBISCITO COMMERCIO
VIA GARIBALDI COMMERCIO
PRIMA NECESSITÀ
CULTURALISERVIZI PER LA COMUNITÀ PRIMA NECESSITÀ
CULTURALISERVIZI PER LA COMUNITÀ
3. Diagramm delle densità relative. 4. Localizzazione dei differenti servizi e attività in via Plebiscito e in via Garibaldi.
M.Mark 29 28 MUSEO CIVICO CASTELLO URSINO BOCS FONDAZIONE BRODBECK FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO PALAZZO DELLA CULTURA MACS MF MUSEUM & FASHION TEATRO V. BELLINI TEATRO SANGIORGI CHIESA S.FRANCESCO BORGIA TEATRO COPPOLA SCENARIO PUBBLICO CATTEDRALE CASA MUSEO VERGA MUSEO BELLINIANO MUSEO DIOCESANO MONASTERO DEI BENEDETTINI Biblioteca Civica Ursino Recupero DISUM Area archeologica LE CIMINIERE Centro fieristico Museo dello sbarco Museo del cinema ALAN LOMAX CENTRO POLIVALENTE EX MATTATOIO TEATRO ROMANO ODEON ANFITEATRO ROMANO TERME ACHILLIANE TERME DELLA ROTONDA VIA CROCIFERI TERME DELL’INDIRIZZO BAGNO DI CASA SAPUPPO FORO ROMANO GAPA AURO EXPERIA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO ARCI MUSEO EMILIO GRECO 10 minuti 13 minuti 2 minuti 5 minuti 8 minuti 11 minuti 5 minuti 15 minuti 5. Principali punti d’interesse e tempi di percorrenza rispetto all’ex MAnifattura Tabacchi. LA FABBRICA 30 M.Mark 31 Ex Manifattura Tabacchi, primo piano,lato est.

Il 03/06/1860 le truppe borboniche lasciano Catania: la Caserma è incamerata dal Demanio del nuovo Regno d’Italia.

Un evento significativo per la configurazione dell’edificio avviene tra il 1867 e il 1869: è il progetto di livellamento delle sedi stradali delle principali vie di Catania, predisposto dal Comune su progetto degli Ingg. Landolina, Beltrami, Di Stefano. Interessando via Garibaldi e via Quartiere Militare, esso comportò l’abbassamento di un metro della quota stradale, con conseguente messa in luce delle sottomurazioni delle paraste e delle fondazioni originali (fig. 4).

viene costruito un blocco, accorpato verso sud al prospetto sulla ex piazza d’armi, per ospitare servizi igienici e officine. Negli anni successivi, per migliorare le condizioni di illuminazione dei cameroni adibiti a sale di lavorazione del tabacco, si abbassano e allargano le finestre lungo via Quartiere Militare (figg. 5, 6, 7).

7.

EVOLUZIONE STORICA DELL’EX MANIFATTURA TABACCHI

Il primo nucleo dell’attuale complesso architettonico è costituito da un edificio a pianta quadrangolare con corte centrale, chiamato Quartiere Militare della Decima. Esso nasce nel 1828 su progetto dell’Ing. Musumeci, come quartiere militare per la cavalleria borbonica, presidio per il controllo delle masse popolari, dopo i moti del 1820-21; la decisione di edificarlo fu assunta il 30/10/1824, quando il Decurionato decise di “ridurre accanto a quartiere permanente per un intero regimento il locale proprio comunale cosiddetto della Decima” (A.S.C., Fondo Intendenza Borbonica, Opere pubbliche, 18211837, busta 4102). L’edificio quadrangolare a corte, rappresentato da Sebastiano Ittar nel suo Rilievo della città di Catania, pubblicato nel 1832, potrebbe essere tale locale “cosiddetto della Decima”. Il 19/06/1830 l’Ing. Musumeci viene incaricato di progettare il disegno del prospetto principale su via Garibaldi, mentre è ancora da costruire il terzo piano dell’edificio; tuttavia il 31/12/1830 tale incarico viene affidato all’Ing. Zahra Buda che il 10/03/1831 presenta il progetto dell’ultimo piano, per dormitori e ambienti di servizio, e della facciata principale,

disegnata secondo il gusto neoclassico. L’edificio si presentava come un blocco a corte, con aperture su tutti e quattro i prospetti; il piano terra comprendeva scuderie, magazzini e deposito armi; il primo piano e il secondo, privi di celle e corridoi nei lati lunghi, consentivano di avere ampi spazi per dormitori, mentre agli ambienti di servizio, quali scale, cucine, guardiole, ecc. erano riservati i lati lunghi; la piazza d’armi si trovava nell’area tra l’attuale secondo cortile e piazza San Cristoforo (figg.1, 2, 3).

illuminate da grandi finestroni, più adatte alla lavorazione e al deposito di consistenti quantità di tabacco: dall’inizio del XX secolo, infatti, l’attività produttiva aveva raggiunto livelli altissimi con la fabbricazione dei sigari “Toscani”, ma soprattutto delle sigarette “Spagnolette” e “Macedonia”. Il progetto di ampliamento subisce numerosi ritardi e varianti in corso d’opera, la più importante delle quali avvenne nel 1916 quando la Direzione Generale delle Privative accettò “la proposta di variare le soffitte preventivate a struttura di ferro con quelle a cemento armato” (A.S.C., Fondo Manifattura Tabacchi, Progetto di ampliamento della Reale Manifattura Tabacchi, 19061926, busta n.1). L’ampliamento venne completato tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale (figg. 8, 9, 10).

Un’altra importante modifica strutturale risale ad una data posteriore al 1929 (termine post quem dato da alcune foto storiche datate 1929 e pubblicate in AA.VV., Recuperare Catania, S. Barbera (a cura di), Gangem Editore, Roma 1998): furono demolite le volte a botte nella parte est del “Quartiere Militare” e furono sostituite da solai in cemento armato (figg. 11, 12).

Già nel 1877 risulta sede della Privativa dei Tabacchi, contando 567 mpiegati, di cui 523 donne. Il 16/03/1877 il Consiglio Comunale cede una porzione di 170 mq di un terreno di proprietà comunale, purché la Manifattura aumenti a 800 il numero delle mpiegate e apra una strada lungo il prospetto occidentale. Nel 1878 la Manifattura dei Tabacchi diventa Monopolio di Stato. Il primo ampliamento del complesso architettonico avviene nel 1881: su disegno dell’Ing. Giovanni Capace,

Il 14/04/1905 si stipula una Convenzione con il Municipio di Catania e si inizia la redazione di un ambizioso progetto di ampliamento, con l’intento di portare a 1000 le unità operative e, quindi, migliorare le condizioni igienico sanitarie dei laboratori, nonché sopperire alle carenze di spazio che un’industria in crescita richiedeva e che un edificio nato come caserma militare non era più in grado di offrire. Per questo si pensa ad un edificio con cubatura pari a quella dell’edificio esistente e dotato di ampie sale

M.Mark 33
1. Rielaborazione grafica del “Rilievo della città di Catania” del 1832 di S. Ittar. 2. Schemi esplicativi.
1 3 2 M.Mark 35 34
3. Volumetrie di riferimento. 4. Schema esplicativo. 5. Rielaborazione grafica della pianta catastale di Catania del 1884. 6. Schema esplicativo. Volumetria di riferimento. 8. Rielaborazione grafica delle piante catastali di Catania del 1916 e del 1925. 9. Schema esplicativo. 10. Volumetria di riferimento. 11. Foto degli operai della Manifattura Tabacchi a lavoro, 1929.
+ 5 8 7 10 6 912
12. Schema esplicativo.
+ 11

Verso la fine degli anni ’50 si costruisce il terzo e ultimo ampliamento, prolungamento cieco su via Naumachia, da adibire a mensa e depositi: così è definita l’attuale volumetria del complesso architettonico (figg. 13, 14, 15).

13. Rielaborazione grafica del Ctr di Catania 1:5000 del 1978.

14. Schema esplicativo.

15. Volumetria di riferimento.

Quartiere Militare, e la copertura.

In seguito al sisma del 1990 si effettua il ribassamento della ciminiera e la costruzione di un cordolo in cemento armato nella parte dell’ex caserma borbonica, sul prospetto di via Quartiere Militare.

Nel 2002, cessa l’attività e con DL n.282/2002, relativo alla “Dismissione di beni immobili dello Stato” chiude definitivamente la Manifattura Tabacchi.

Le ultime vicende dell’ex Manifattura Tabacchi comportando poche modifiche strutturali; il 6/4/2006, con decreto di vincolo n. 7790, parte del complesso attorno ai due cortili è dichiarata di interesse storico e architettonico.

Negli anni successivi si registrano l’installazione di mpianti (messa in sicurezza, climatizzazione, ecc.), silos, serbatoi, vasche, locali caldaie ed altre superfetazioni che vanno a saturare la più antica delle due corti, quella del

Nel marzo 2007 la Manifattura è acquisita al Demanio indisponibile della Regione Sicilia e il 12/07/2010, con D.D.G. 1513, è destinato a Museo Archeologico Regionale Ignazio Paternò Castello V Principe di Biscari: si aprono alcuni uffici al piano terra nella parte prospiciente piazza San Cristoforo e si inaugura una sala espositiva al piano terra nella sala est ad angolo tra via Naumachia e via Quartiere MiIitare. Infine il 04/11/2013 il Parco Archeologico greco-romano e il Museo Biscari vengono riuniti in un’unica struttura amministrativa, denominata Museo Regionale Interdisciplinare di Catania.

M.Mark 37 36 STATO DI FATTO
13 15 14 +
1. Pianta piano seminterrato (pianta a quota -1,65 m rispetto alla corte centrale).
105 m² 148 m² 052550 m M.Mark 39 38 360 m² 388 m² 150 m 410 m² 65 m 109 m 688 m² 295 m 307 m² 295 m 173m² 052550 m 360 m 388 m² 478 m²710 m² 118 m 415 m²660 m 052550 m 2. Pianta piano terra (pianta a quota +1,5 m). 3. Pianta primo piano (pianta a quota +6,6 m).
M.Mark 41 40 360 m² 388 m² 496 m²720 m 420 m² 670 m² 052550 m 052550 m
5. Pianta sottotetto (pianta a quota +14 m).
M.Mark 43 42 052550 m 052550 m
4. Pianta secondo piano (pianta a quota +11,4 m). 6. Pianta coperture 7. Prospetto su piazza S. Cristoforo e via Naumachia (A-A’). 8. Prospetto su via Quartiere Militare (B-B’).
A E' A’ C’C F'G F B' B G' D D'
9. Prospetto su via Garibaldi (C-C’).

LA STRUTTURA E LA FORMA

Gli stravolgimenti che hanno segnato la storia dell’ex Manifattura Tabacchi hanno avuto ripercussioni, conseguentemente, sulla sue fasi costruttive: sia perché differenti tipologie costruttive caratterizzano le varie fasi di ampliamento, specchio delle tecniche tipiche dell’epoca, sia perché i cambi di destinazione d‘uso hanno portato a consistenti modifiche strutturali. Di seguito si fornisce una schematizzazione semplificativa delle tipologie strutturali presenti nelle diverse fasi costruttive.

1. Primo nucleo, lato ovest

Struttura portante: volte portanti, a botte tra piano terra e primo piano, a crociera a doppia altezza tra primo e secondo piano; muratura portante in pietra lavica e malta ordinaria (sabbia rossa).

Involucro esterno: muratura portante in pietra lavica e malta ordinaria (sabbia rossa).

Copertura: capriate Polonceau e orditura primaria lignea.

M.Mark 45 44 052550 m 13. Sezione G-G’. 14. Destinazioni d’uso attuali.15. Collegamenti e sistem di risalita. 12. Sezione F-F’. 11. Sezione E-E’. 10. Sezione D-D’. 1 1 1. DEPOSITI DELLA SOPRINTENDENZA AI BB. CC. AA. DI CATANIA 2. UFFICI 3. SALA ESPOSITIVA 1 3 2 1 1 1 TOTALI PER PIANI Totale livello -1 _ 595 m² Totale livello 0 _ 4551 m² Totale livello 1 _ 4950 m² Totale livello 2 _ 4897 m² SPAZI NON ACQUISITI AL DEMANIO Totale _ 2916 m Totale _ 13641 m² SPAZI DI PERTINENZA DELLA SOPRINTENDENZA Totale _ 2612 m SPAZI DI PERTINENZA DELLA SOPRINTENDENZA SENZA DESTINAZIONE D’USO Totale _ 8113 m E A E' A’ C’C F'G F B' B G' D D' M.Mark 47
4 1 2 3

Struttura portante: solai latero cementizi, in rifacimento di precedenti volte a botte sostenute da archi tutt’ora esistenti; muratura portante in pietra lavica e malta ordinaria (sabbia rossa).

Involucro esterno: muratura portante in pietra lavica e malta ordinaria (sabbia rossa).

Copertura: capriate in cemento armato e orditura primaria in ferro.

Struttura portante: telaio in cemento armato, sistema Hennebique, a doppia orditura; muratura portante in pietra lavica (cannarozzoni e pietrame) e malta ordinaria (sabbia rossa).

Involucro esterno: muratura portante in pietra lavica (cannarozzoni e pietrame) e malta ordinaria (sabbia rossa), con intonaco esterno (sestiato/arricciatura e tonachina) in malta di calce e ghiaia grigia detta “azolo”.

Copertura: capriate in ferro e orditura primaria lignea.

Struttura portante: telaio in cemento armato. Involucro esterno: tamponamenti in laterizio. Copertura: in cemento armato e laterizi.

Successivamente, si è proceduto, tramite l’utilizzo di una sezione tecnologica in scala 1:50, ad analizzare con più attenzione la composizione strutturale dell’edificio: in particolare, grazie anche alla documentazione conservata nell’Archivio di Sato Centrale (A.S.C., Fondo Manifattura Tabacchi, Progetto di ampliamento della Reale Manifattura Tabacchi, 1906-1926, busta n.1), si è studiato la parte del complesso costruita tra il 1917 e il 1925 (figg. 5, 6).

M.Mark 49 48
2.
M.Mark 51 50 00,52,55 m 00,212 m
Primo nucleo, lato est3. Secondo nucleo, lati est ed ovest4. Terzo nucleo, intera struttura 1. Fondazioni 2. Pilastro 3. Trave 4. Travetti 5. Soletta 6. Muratura 7. Infisso 8. Copertura (lato esterno)
1 2 3 8 4 5 6 7 9 C D E G H F A Particolare A Particolare B Particolare C Particolare D Particolare E Particolare F Particolare G B Particolare H A A'
9. Copertura (lato cortile) 5. Sezione A-A’. 6. Particolari evidenziati.

1. FONDAZIONI

Dalla “Stima dei lavori” (A.S.C., Fondo Manifattura

Tabacchi, Progetto di ampliamento della Reale Manifattura

Tabacchi, 1906-1926, busta n.1), si deduce il volume di scavo; di conseguenza si ricava un’altezza di scavo pari a 1,20/1,50 metri. Fondazioni per gradoni che seguono la pendenza del terreno.

Si riscontrano:

- muratura in pietra vulcanica, costituita da “cannarozzoni” tagliati in blocchi di dimensione maggiore compresa tra 50 e 70 cm, profondità tra 20 e 30 cm, altezza tra 15 e 25 cm, provenienti dallo scavo e/o da cave locali, misti a pietrame minuto;

- malta ordinaria, detta malta di “ghiaia” rossa, ovvero sabbia vulcanica, composta per 1/3 da calce grassa in pasta e per 2/3 da sabbia vulcanica rossa; spessore 2-3 cm;

- muri di fondazione che si allargano di 10 cm per lato;

- plinto in cemento armato, con tondini ø 20 ad incrocio ogni 10 cm, secondo il sistema Hennebique;

- vespaio, composto da uno strato di pietrame a misura decrescente ogni 65/70 cm;

-strato di livellamento in calcestruzzo di 5 cm circa;

- massetto, collante, autolivellante per pavimentazione,

mattonelle in cotto, per uno spessore totale di 10 cm

2. PILASTRO

- sezione 40x40 cm; realizzato secondo il sistema Hennebique;

- 4 tondini ø 20

- staffe ø 6 ogni 25 cm in media.

3. TRAVE

- sezione 25x60 cm in mezzeria e 25x85 all’incastro, con incremento di 1 m; realizzata secondo il sistema Hennebique;

- tondini ø 20 disposti in numero di 4 nella sezione inferiore e 3 in quella superiore;

- staffe ø 6.

4. TRAVETTI

- sezione 15x30 cm in mezzeria e 15x50 all’incastro, con incremento di 80 cm; realizzata secondo il sistema Hennebique;

- tondini ø 12 disposti in numero di 3 nella sezione inferiore e 2 in quella superiore;)

- staffe ø 4.

5. SOLETTA

- altezza sezione 15 cm;

- armatura ad incrocio con tondini ø 6;

- livellante, piastrelle in cotto.

6. MURATURA

- muratura in pietra vulcanica, costituita da “cannarozzoni” misti a pietrame minuto;

- malta ordinaria, detta malta di “ghiaia” rossa, ovvero sabbia vulcanica, composta per 1/3 da calce grassa in pasta e per 2/3 da sabbia vulcanica rossa; spessore 2-3 cm;

- intonaco esterno (sestiato/arricciatura e tonachina) con malta di calce e ghiaia grigia detta “azolo”, composta per 1/3 da calce grassa in pasta e per 2/3 da ghiaia grigia; spessore 2 cm circa;

- intonaco interno con malta ordinaria (sabbia rossa);

- parapetti delle finestre realizzati ad “intoste” dello spessore di 25 cm, con cannarozzoni e due file di mattoni pieni da 22x14x3,5 cm;

- decorazioni in pietra lavica per il basamento e pietra calcarea per restanti elementi decorativi.

7. INFISSI

- legno di faggio o castagno, con vetro da 3 mm e spessore del telaio mobile 3,5 cm

8. COPERTURE (lato esterno) pendenza 28°

- capriate in ferro rivettate, così composte:

· catena, due profilati ad L da 110x110x12 mm;

· puntoni, due profilati ad L da 80x80x10 mm;

· monaco, due (più due di rinforzo), L da 50x50x6 mm;

· saette, due profilati ad L 60x60x8 mm;

- puntoni di legno da 15x20 cm;

- trave di colmo in legno da 20x25 cm;

- arcarecci da 15x20 cm con gattelli;

- travicelli in legno da 8x8 cm, con interasse 80 cm;

- strato isolante realizzato con pannello termoisolante in polistirene espanso rivestito di alluminio, con spessori rispettivamente di 6 e 4 cm, 35 x 300 cm

- profilo metallico sagomato per tegole;

- tegole marsigliesi, colmo in coppi siciliani;

- gabbia di Faraday.

8. COPERTURE (lato cortile

- capriate in ferro rivettate (idem);

- puntoni di legno da 15x20 cm;

- trave di colmo in legno da 20x25 cm;

- arcarecci da 15x20 cm con gattelli;

- travicelli da 6x4 cm, con interasse 30 cm;

- tavolato da 1,2x0,21x 300 cm;

- guaina bituminosa;

- correntini in doppia orditura da 4x4 cm;

- tegole marsigliesi, colmo in coppi siciliani;

- gabbia di Faraday.

Un’altra analisi ha riguardato, invece, lo studio dei caratteri formali dell’edificio e dei linguaggi architettonici usati nei prospetti costruiti in epoche differenti.

Si è notato come il primo nucleo, quello della Caserma borbonica, parla un proprio linguaggio, di tipo neoclassico, riproponendo alcuni elementi formali tipici di questo stile (figg. 7, 8).

Con la costruzione del secondo nucleo si sono adottati tre linguaggi stilistici differenti: per il prospetto su via Quartiere Militare, si è optato per una riproposizione conforme degli elementi presenti nel prospetto esistente (fig. 7); per il prospetto su piazza S. Cristoforo, si è

scelto di utilizzare ugualmente uno stile neoclassico, ma variando la soluzione formale negli elementi architettonici (fig. 8); per i prospetti della corte e per il prospetto ad ovest, considerati prospetti interni, si è deciso di semplificare al massimo l’apparato decorativo (fig. 9).

Tali trattamenti dissimili, nel contesto della stessa fase costruttiva, hanno generato una certa ambiguità di lettura

e di riconoscimento come unitaria di questa parte del complesso architettonico. Infine, nei prospetti del terzo ed ultimo ampliamento, sono stati riproposti alcuni elementi, quali il cornicione neoclassico e le cornici in pietra calcarea per le bucature, sebbene la costruzione sia di epoca più recente ed in cemento armato (fig. 10).

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7. Prospetti dell’ex Caserma borbonica e ampliamento su via Quartiere Militare. 9. Prospetti della corte e del lato ovest della seconda fase costruttiva. 10. Prospetti della terza fase costruttiva. 8. Prospetti principali di via Garibaldi e piazza S. Cristoforo.

MANIFATTURA MUSEO ARCHEOLOGICO

M.Mark 57
M.MARK
PROGETTO
58

A scala urbana, l’idea fondamentale del progetto si fonda sul riconoscimento delle tre tipologie di edificio proprie delle tre fasi costruttive principali, ovvero: l’edificio quadrangolare a corte centrale (ex Caserma borbonica); l’edificio a “U” con corte (ampliamento del 1917-’25); l’edificio in linea, che segue l’angolazione della piazza (ampliamento degli anni ‘50). Si ipotizza, quindi, di demolire la porzione di edificio annessa nel 1881, creando una cesura tra tre edifici, così da renderli indipendenti, ma, allo stesso tempo, ponendoli alla giusta distanza per potersi relazionare tra loro. Nella ridefinizione dei limiti dell’edificio ad “U”, si viene a creare un passaggio diretto

tra le corti interne (una chiusa e una aperta) e la piazza, formando una sequenza continua di spazi pubblici (fig. 6). Altra mportante chiave di lettura del progetto riguarda le nuove funzioni da inserire: non solo il museo archeologico, che da solo non basterebbe a compensare la carenza di servizi e attività pubbliche nel quartiere, ma anche un centro sociale e una galleria d’arte contemporanea. In seguito, si è cercato di individuare dove e come disporre le nuove funzioni. Dagli studi di analisi, si è rilevato che vi è maggiore concentrazione di musei e siti archeologici nella parte a nord e ad est di via Garibaldi, mentre la parte sud, cuore del quartiere San Cristoforo, richiede la presenza vicina di servizi per la comunità: la via apparentemente più logica sarebbe quella di collocare il museo archeologico nella parte dell’ex Quartiere Militare e il centro sociale nella parte più prossima alla piazza, così da assecondare flussi di utenti (fig. 7). L’idea di progetto, invece, è quella

IPOTESI D’INTERVENTO

Osservando nello specifico il brano di città compreso tra via Garibaldi e via Plebiscito, si possono individuare le due tipologie di isolato caratteristiche del centro storico: le corti e i vicoli frastagliati di impronta medievale e l’isolato definito da un edificio a corte, ovvero il primo impianto del Quartiere Militare (fig.1). Inoltre si nota come la costruzione dell’ampliamento su piazza S. Cristoforo abbia chiuso l’accesso e la visibilità della stessa piazza da via Garibaldi: l’unico collegamento attuale è lungo via Quartiere Militare (fig. 2).

Alcune considerazioni, invece, si possono fare rispetto alla presenza o assenza di assi di simmetria corrispondenti tra

i differenti accessi alle corti e alle vie limitrofe: si rilevano una spiccata simmetria e assialità rispetto alle due corti quadrangolari, interrotte in corrispondenza del prospetto su piazza San Cristoforo, cui ingressi non risultano simmetrici neanche rispetto alla piazza stessa (figg. 3,4,5).

M.Mark 61
1234 5 M.Mark 63 62
0 SCALA 1:500 m 50 25 678
9. Planivolumetrico.

di “scambiare” le due funzioni, individuando l’edificio a “U” come museo archeologico e quello a corte come centro per servizi e attività di quartiere, mentre l’edificio in linea è pensato come galleria d’arte contemporanea in entrambi casi (fig. 8). I flussi di utenti dovrebbero così intersecarsi, creando il presupposto per rendere l’ex Manifattura Tabacchi nuovo polo attrattivo ed evitando che si creino cesure tra le “due facce” della città che vi si incontrano, quella culturale e quella popolare, come potrebbe accadere nel primo caso.

Il progetto del Museo Archeologico, quindi, si è dovuto confrontare con il nuovo rapporto tra piazza San Cristoforo e le corti interne, con la corretta distribuzione interna legata al cambio di destinazione d’uso, con la “cesura” nelle teste dei due blocchi longitudinali, con il trattamento dei prospetti appropriato ai differenti casi (fig. 10).

Il collegamento tra le due piazze (A) viene pensato come una rampa unica che superi la differenza di quota esistente tra la corte interna e piazza San Cristoforo: il disegno della pavimentazione manifesta l’intersezione tra esse, poiché, disponendosi perpendicolarmente all’andamento dei due spazi, va ad incrociarsi in corrispondenza della rampa. L’arredo urbano si dispone in modo analogo sia nella piazza, che nella corte, ma si differenzia in base al tipo di ombra richiesto: panche con fioriere per piccoli arbusti nella corte, così da creare un’ombra puntuale per ogni gruppo di panche e non appesantire il campo visivo; panche con alberi e aiuole con fiori nella piazza, per ricreare zone d’ombra più ampie e garantire la giusta quantità di verde.

Salendo lungo la rampa, si entra nella parte ovest, attraverso un passaggio trattato come un vero e proprio atrio d’ingresso, che separa il blocco in due: qui trovano posto, infatti, la caffetteria da un lato, dotata di propri

M.Mark 65 64
M L I H F H A B C G G E D
M.Mark 67 66 -6,10 -5,15 -1,80 -2,80 021020 m -5,15 -6,10 -5,15 021020 m 11. Pianta del piano seminterrato, a quota - 3,65 m rispetto alla quota della corte. 12. Pianta del piano seminterrato, a quota - 1,65 m 1. Foyer 2. Sala conferenze da 220 posti 3.Servizi igienici 4. Depositi museo archeologico 5. Locale tecnico 6. Ingresso 1 2 3 4 5 2 3 4 5 6 6
10. Esploso degli elementi di progetto.

servizi, e la biglietteria dall’altro, superata la quale si raggiungono sistemi di risalita (B) che indirizzano alle sale espositive. Inoltre dalla rampa, mediante una scala e un ascensore (C), si accede ad una sala conferenze (D) ricavata a livello del piano seminterrato: essa, dotata di poltrone completamente a scomparsa, può essere utilizzata anche come sala per esposizioni temporanee. due ingressi prospicienti la piazza possono essere utilizzati dai dipendenti per accedere direttamente agli uffici, distribuiti sui tre piani nel blocco sud, e ai laboratori di restauro, collocati nel blocco orientale: qui un montacarichi (E) collega direttamente i laboratori ai depositi ricavati nel seminterrato e alle sale espositive nei due piani superiori; inoltre si è ricavato uno spazio da adibire a deposito “temporaneo”, per i reperti in attesa di restauro o appena restaurati. Sempre in questa parte ad est, trovano posto un altro blocco di risalita (F) per collegare le sale espositive e un bookshop; una porta vetrata scorrevole, infine, funge da filtro tra la conclusione della visita al museo e i laboratori che sono resi, così, visitabili.

La distribuzione delle sale espositive prevede un percorso fluido tra i due piani superiori, che tuttavia non “costringe” il visitatore a seguirlo nella sua interezza, lasciando

libertà di seguirne uno proprio. Dal corpo scale-ascensori ad ovest, si sale al primo piano, dove trova posto la collezione preistorica, per proseguire al secondo piano, dove è allestita quella greco-ellenistica (G), che attraversa l’intero piano fino a raggiungere il blocco scale-ascensori ad est; da qui si può ridiscendere per visitare la collezione romana, al primo piano, e laboratori di restauro, al piano terra.

La demolizione del blocco di congiunzione tra l’ex Caserma borbonica e l’edificio del nuovo museo, comporta necessariamente la progettazione di un sistema strutturale, che ripristini la connessione della scatola muraria nei due blocchi longitudinali, quali presentano una struttura mista con muratura portante in pietra lavica e partizioni orizzontali in cemento armato. Così si è pensato di utilizzare questa struttura, combinandola al sistema di risalita verticale assente e da inserire necessariamente per distribuire il percorso espositivo nei vari piani (B, F). Si è ipotizzata una struttura in acciaio ossidato, materiale che va a caratterizzare tutti gli interventi dichiaratamente “nuovi”, costituita da colonne HEA 240 allineate ai pilastri in cemento armato, e travi IPE 240, che sostengono la struttura della scala, anch’essa in acciaio ossidato, “avvolta” da parapetti in lamiera d’acciaio perforata.

1. Età preistorica (V millennio-IX sec. a.C.)

2. Modello di una grotta di scorrimento lavico

3. Colonizzazione greca (VIII-VII sec. a.C.)

4. Età arcaica e classica (VI-V sec. a.C.)

5. Ceramica corinzia

6. Produzione laconica, chiota, calcidese

7. Produzione attica

8. Coroplastica

9. Età ellenstica (V-III sec. a.C.)

10. Età romana repubblicana (III-I sec. a.C.)

11. Età imperiale (I sec. a.C. - V sec. d.C.)

12. Mosaico romano 13. Uffici 14. Servizi igienici

M.Mark 69 68
-2,80 0,00 -2,25 -1,80 0,00 0,00 -1,80 0,00 0,00 0,00 021020 m
13 Pianta del piano terra, a quota + 1,50 m
5. Caffetteria 6. Sala riunioni 7. Segreteria 8. Ufficio del direttore 9. Locale tecnico 10. Deposito 11. Labortorio di restauro 12. Bookshop 1 1 2 3 4 4 5 6 78 9 10 viaPlebiscito piazza S.Cristoforo via Naumachia via Quartiere Miitare 11 12 4 1 M.Mark 71 70 0,00 0,00 +5,10 +5,10 0,00 0,00 021020 m 0,00 +9,90 +9,90 021020 m 14. Pianta del primo piano, a quota + 6,6 m 15. Pianta del secondo piano, a quota +11,4 m
1. Ingresso 2. Accesso sala conferenze 3. Hall museo/biglietteria 4. Servizi igienici
1 2 10 13 14 14 14 11 12 3 4 56 7 8 9 14 14 14
M.Mark 73 72 021020 m 16.
Sezione A-A’. 17.
Sezione B-B’. 18. Sezione C-C’.
A A’ C C’ DD’ B B’ M.Mark 75 74 021020 m 20.
19. Sezione D-D’. Sezione E-E’. 21. Sezione F-F’. 22. Sezione G-G’.
E’ E G’G FF’ H’H
23. Sezione H-H’.

due blocchi di testa sono chiusi da una parete “trasparente” in vetro strutturale, resa possibile anche dal suo orientamento a nord (H).

prospetti interni della corte e quello su piazza San Cristoforo, presentando una propria identità formale e compositiva, sono trattati con un intervento di tipo conservativo, con ripristino degli infissi e restauro delle superfici intonacate e lapidee.

Differente, invece, l’approccio per il prospetto sulla rampa (I): l’esito della demolizione del blocco di connessione con l’edificio costruito negli anni ‘50 e del blocco a sud su

piazza S. Cristoforo è un prospetto incompleto. Alcune aperture presentano l’originaria cornice in pietra calcarea, altre sono semplici bucature, originari passaggi interni: l’idea di progetto prevede di sovrapporre a ciascuna di queste bucature “indefinite” una cornice aggettante 25 cm in acciaio ossidato. Tali “imbotti” sono disposti secondo l’ordine e la simmetria suggeriti dalla posizione delle finestre con cornice in pietra, e sono raccordati con dei fogli d’acciaio al profilo delle aperture: il risultato genera superfici d’appoggio all’altezza dei davanzali e tagli diversi degli infissi.

Dal lato opposto, nel prospetto su via Quartiere Militare (L), si è seguito un principio simile: si è pensato ad un “imbotto” aggettante 50 cm, disposto però in posizione assiale rispetto alle bucature esistenti, e di dimensioni ridotte. L’obiettivo è quello di ridurre la luce netta delle aperture esistenti, ritenuta eccessiva, e di differenziare il prospetto rispetto al suo omologo dell’edificio a corte, ex Caserma borbonica. nuovi infissi hanno in questo caso apertura a bilico orizzontale, per garantire il giusto ricambio d’aria nelle sale espositive. Tutti i nuovi infissi sono dotati di tende scorrevoli a scomparsa nell’imbotto,

per modulare il passaggio della luce in base alle necessità, consentendo il totale oscuramento.

Infine si è pensato di demolire in controsoffitti al secondo piano, lasciando le capriate a vista, e si sono riprogettate le coperture (M), che presentavano una differenza di quota dei colm e di pendenza delle falde: si è ipotizzato di allineare i colmi ad una stessa altezza e di inserire capriate di sostegno in tutto lo sviluppo dell’edificio, riutilizzando, dove possibile, quelle esistenti e rimuovendo gli elementi non costruiti “a regola d’arte”.

ALLESTIMENTO DEL NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO

Nel progettare l’allestimento del Museo Archeologico, ci si è basati sui principi di chiarezza cronologica e fluidità del percorso espositivo e sul fatto che l’allestimento potesse mediare tra contenitore (le sale espositive) e contenuto (i reperti esposti).

Caratteristiche ricercate sono: modularità; aggregabilità; illuminazione integrata; indipendenza dalla struttura; solidità.

Si differenziano due tipologie di espositori.

La prima (fig. 2), “leggera”, ridotta all’essenziale, utilizzata per le collezioni preistorica e romana al primo piano, dove la struttura intelaiata esistente in cemento armato definisce di per sé lo spazio.

La seconda (fig. 3), piena, solida, per la collezione greca al secondo piano, dove è necessario creare dei marcati elementi visivi, per orientare la percezione dello spazio. Gli espositori sono progettati, anch’essi, in acciaio ossidato, con la differenza che i primi sono costituiti da scatolari a sezione rettangolare, mentre i secondi sono ipotizzati rivestiti da lamiere spesse 2 mm Si distingue, inoltre, un particolare elemento espositivo

(fig. 1), che consiste in un modello sintetico di una grotta di scorrimento lavico, realizzato in acciaio piegato a freddo.

Per quanto riguarda la scelta dei pezzi da esporre, si è ipotizzato di seguire una rotazione: per permettere il restauro dei reperti, per adattare la collezione in caso di prestiti ad altri musei o scoperta di nuovi reperti, ma soprattutto perché, data la quantità ingente degli stessi, ma non altrettanto la loro varietà tipologica, una completa esposizione sarebbe difficile da gestire e risulterebbe ridondante.

Il percorso espositivo può essere schematizzato come segue.

Incipit:

-sintesi sulla storia della città e della Manifattura

ETÀ PREISTORICA _ V millennio-IX sec. a. C. :

-sintesi sulla storia della territorio prima della colonizzazione greca;

-proiezione della stratigrafia degli scavi dei Benedettini e della collina di Montevergine);

-frammenti del Neolitico Medio provenienti dagli scavi

M.Mark 77 76
021020 m 021020 m 24. Sezione prospettica del lato ovest.
M.Mark 79
25. Sezione prospettica del lato est.

della collina di Montevergine;

-ricostruzione di una tomba del Tardo Neolitico ritrovata ai Benedettini;

-frammenti dell’Età del Rame da Montevergine;

-sintesi sulla formazione delle grotte di scorrimento lavico e loro uso;

-ricostruzione di un modello semplificato della grotta Petralia;

-brocche e boccale ritrovati nella grotta;

-proiezione degli scavi della capanna del Bronzo Medio rinvenuta sulla collina San Paolillo;

-frammenti micenei e baltici ritrovati nella capanna.

EPOCA GRECA

Periodo della colonizzazione _ VIII-VII sec. a. C.: -sintesi storica sulla colonizzazione della Sicilia e sulla fondazione della città di Katane;

-proiezione degli scavi del Castello Ursino;

-numerosi frammenti e qualche elemento in vista relativo a questo periodo.

Età arcaica e classica _ VI-V sec. a. C.

-sintesi sulla storia della Sicilia greca e sullo sviluppo di Katane in età arcaica e classica, mpianto urbanistico, mappa degli scavi;

-frammenti e produzione fittile dagli scavi di Benedettini, Purità, Crociferi;

-sintesi e immagini del ritrovamento della stipe votiva di p.zza San Francesco, storia del santuario di Demetra e Kore a Catania;

-introduzione alle classi di produzione delle ceramiche;

-la ceramica corinzia;

-la ceramica chiota;

-la ceramica laconica;

-elementi appartenenti alle altre classi di produzione: calcidese, greco-orientale, ionica, vernice nera;

-la ceramica attica, il “pittore del cigno”;

-la ceramica locale;

-coroplastica: tipologie, periodi e tecniche di fabbricazione, statuette maschili e femminili di offerenti, sdraiate, stanti, assise, vasi configurati a forma di kouros e kore;

-figure che rappresentano lavoratori e attività;

-serie delle protomi o maschere;

-serie degli animali, soprattutto volatili;

-vasi miniaturistici;

-vasi configurati;

-sintesi sulla monetazione della città.

Età ellenistica _ V-III sec. a. C.

-sintesi sulla storia della città dopo la conquista siracusana, proiezione delle trasformazioni urbane e degli scavi significativi;

-vasi rinvenuti nelle fossette votive (thysiai) esposti singolarmente e nella configurazione del ritrovamento;

-piccoli vasi, terrecotte, lanterne, teste femminili;

-testa di Demetra, referente al santuario.

EPOCA ROMANA

Periodo della conquista romana ed età repubblicana _

III-I sec. a. C.:

-quadro storico dalla civitas decumana (263 a.C.) alla fase repubblicana della città, l’eruzione del 122 a.C., l’impianto urbano;

-proiezione nucleo delle case di età repubblicana dei Benedettini, mosaici, affreschi, planimetrie;

-proiezione altri scavi, come quelli della Purità e di Palazzo Tezzano, tombe di via Androne e viale M. Rapisardi;

-reperti risalenti a questo periodo provenienti dagli scavi, quali monete, anfore, lanterne.

Età imperiale _ I sec. a. C. – V sec. d. C.

-estensione dell’abitato, strade lastricate e necropoli;

-le grandi opere architettoniche: il teatro e l’odeon, l’anfiteatro, i complessi termali e gli altri edifici pubblici, planimetrie degli scavi, foto, sintesi storica, per fornire un’idea complessiva della città romana e facilitare il collegamento con i siti archeologici;

-fase imperiale degli scavi ai Benedettini, edificio di via Crociferi, Purità, sepolcri dell’area delle via Androne, Dottor Consoli e S. Euplio;

-reperti dai relativi scavi: coppe romane dragendoff, busto in marmo di Trophimus, statua di atleta, parti di colonne e capitelli, monete, altri reperti;

-anfore da trasporto;

-mosaico del V sec. d. C.

M.Mark 81 80
360c 80 c 25 c 260 m 160 c m 260 m 200 m 180 c 40 50 150 m 60cm 80 25 c 260 cm 80 m 180 80 80 c 60 120 c m 40 c 50 m 260 60cm 160 m 110 c 150 40 c 100 360 c 300 m 1 2 82 M.Mark 83
110 120 240 80 25 80 80 90 m 60 60 m 350 260 80 100 60 280 90 m 260 25 m 260 m 80 3

Il presente catalogo rappresenta solo una parte dei reperti che potrebbero essere esposti nel Museo Archeologico della città: uttavia, potendo pubblicare solo immagini di reperti catalogati già edite, si è scelto di basarsi principalmente sul catalogo: M. Ursino (a cura di), Da Evarco a Messalla. Archeologia di Catania e del territorio dalla colonizzazione greca alla conquista romana. (Museo Archeologico Regionale “Ignazio Paternò Castello V Principe di Biscari”, Catania 21 dicembre 2012 - 10 marzo 2013), Catalogo della mostra, Regione siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Palermo 2012.

M.Mark 85 CATALOGO M.Mark 87 86 INDICE Sepoltura Grotte Prima della colonizzazione 91 91 93 EPOCA PREISTORICA 89 La colonizzazione Età arcaica e classica La produzione corinzia La produzione attica La produzione chiota La produzione laconica La ceramica locale Le terrecotte I vasi miniaturistici I vasi configurati Dall’ellenismo alla conquista romana Età repubblicana Età imperiale 97 101 105 107 111 113 115 117 121 123 125 137 139 EPOCA GRECA EPOCA ROMANA 95 135

SEPOLTURA

EPOCA PREISTORICA

Sepoltura di donna

Si tratta del primo “catanese” finora conosciuto; ritovato nel cortile del Monastero dei Benedettini. Di epoca tra il tardo Neolitico e l’età del Rame, 40003500 a.c.

RICOSTRUZIONE GROTTA

Grotta di Pertralia

Ricostuzione di una delle grotte di scorrimento lavico che si trovano intorno alla città in particolare nelle zone di Canalicchio, Barriera e San Giovanni Galermo.

Esse erano utilizzate nell’Età del Rame come ricovero ma soprattutto come sepolture, come si intuisce da molti ritrovamenti di oggetti sacri.

M.Mark 89
M.Mark 91

Vaso di ceramica

Età del Bronzo.

PRIMA DELLA COLONIZZAZIONE

Brocca

Argilla di mpasto rosa, con inclusi biancastri e grigi.

Ricomposta da più frammenti e integrata.

Età del Rame Finale (facies Pellegriti-Marca)

DIMENSIONI

H 25,5 cm; diam. Orlo 9.5 cm

Grano di ambra

Grano di una collana del baltico, di origine micenea; Età del Bronzo.

Frammento di vaso miceneo

Età del Bronzo.

Brocca

Argilla di impasto giallastro, grgia al nucleo, grossolana, con inclusi biancastri e grigi.

Ricomposta da più frammenti e ampiamente integrata.

Età del Rame Finale (facies Pellegriti-Marca)

DIMENSIONI

H 31,5 cm;diam. orlo 12,7 cm

Boccale

Argilla di impasto rossa con inclusi biancastri e grigi, molto friabile. Ricomposte e integrato.

Antica Età del Bronzo (facies di Castelluccio)

DIMENSIONI

H 30 cm; diam. orlo 19 cm

25,5 cm 25,5 cm 9,5 cm 9,5 cm M.Mark 93 92
31.5 cm 12.7 cm EPOCA GRECA M.Mark 95

Kotyle di tipo protocorinzio

Corpo ceramico rosato con inclusi grigi.

Produzione coloniale.

DIMENSIONI

H 3,8 cm; largh. 3,2

Skyphos proto arcaico

Corpo ceramico arancio.

Produzione katanaia di tipo euboico-calcidese di mitazione potocorinzia

DIMENSIONI

H 2.1 cm; largh. 2,4 cm

Kotyle protocorinzia

Corpo ceramico beige camoscio.

DIMENSIONI

H 2,1 cm; largh. 1,5 cm

Bird bowling greco orientale

Corpo ceramico beige rosato.

Probabile produzione greco orientale.

DIMENSIONI

H 3,1 cm; largh. 0,5 cm

Piede di vaso a figure nere

Corpo ceramico rosato.

Produzione katanaia di età protoarcaica con decori di tradizione euboico-ionica.

DIMENSIONI

H 3,1 cm; largh. 0,5 cm

LA COLONIZZAZIONE

Skyphos a chevrons

Produzione katanaia di tipo protocorinzia.

DIMENSIONI

H 3 cm; largh. 6,8 cm

Coppa protocorinzia

Corpo ceramico beige.

DIMENSIONI

H 3.4 cm; largh. 4,4.

Kotyle con chevrons

Frammento di coppa con orlo indistinto e parete curva.

Decorata a vernice rossa all’interno e brunastra all’esterno.

Banda di chevrons tra due serie di linee orizzontali dipinti di bruno.

Superfici lisciate. Corpo ceramico beige.

Produzione corinzia tardo geometrica/protocorinzia.

DIMENSIONI

H 3.4 cm; largh. 4,4.

Skiphos calcidese

Corpo ceramico beige arancio.

Produzione calcidese tardo geometrica di imitazione protocorinzia.

DIMENSIONI

H 2 cm; largh. 4,5 cm

Coppa euboica

Corpo ceramico rosso superfici polite.

Produzione di Calcide in stile Geometrico Recente.

DIMENSIONI

H 3,5 cm

Cratere di tipo euboico

Corpo ceramico arancio.

Produzione katanaia di tipo euboico.

DIMENSIONI

H 5 cm; largh. 4 cm

Aryballos ovoidale

Corpo ceramico giallino depurato.

Privo del collo, del pide e delle anse a nastro mpostate sulla spalla.

Tardo Protocorinzio-Transizionale. 640-635 a.C.

DIMENSIONI

H 6,5 cm

Balsamario corinzio configurato ad uccello

Corpo ceramico beige ben depurato.

Protocorinzio. Ultimi decenni dell’VIII secolo a.C.

DIMENSIONI

H 6,5 cm

M.Mark 97
M.Mark 99 98

Coppa attica a figure nere

Dettagli graffiti e dipinti in nero e paonazzo.

575-550 a.C.

DIMENSIONI

H 6,8 cm; largh. 6.2 cm

Coppa attica a figure nere

Corpo ceramico rosato. Due frammenti ricomposti.

575-550 a.C.

DIMENSIONI

H. 3,4 cm; largh. 5,6 cm

Kylix

Corpo ceramico arancio

Prima metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 3,5 cm; largh. 2 cm

Coperchio a figure nere

Corpo ceramico rosato.

Produzione attica di età arcaica 600-570 a.C.

DIMENSIONI

H. 3,5 cm; largh. 2 cm

Kotyle a figure nere

Corpo ceramico beige.

Probabile produzione tardo corinzia 575-525 a.C.

DIMENSIONI

H. 4,3 cm; largh. 3,8 cm

ETÀ ARCAICA E CLASSICA

Cornice architettonica a cassetta

Cornice fittile di rivestimento di tradizione siceliota. Corpo ceramico rosso con tritume lavico.

VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H 10,5 cm; largh.14,7 cm

Cornice architettonica a cassetta

Corpo ceramico rosso con tritume lavico.

VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H 10,8 cm; largh. 14,3 cm

Cornice architettonica a cassetta

Cornice fittile di rivestimento di tradizione siceliota. Corpo ceramico rosso con tritume lavico.

VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 12 cm; largh. 17,4 cm; spess. 2.2/3.6 cm

Orlo di cratere attico a figure nere

Bande radiali a vernice nera.

560-530 a.C.

DIMENSIONI

H. 3.8; largh. 9.6 cm; largh.tesa 4 cm

Testa di statuetta femminile

Produzione magnogreca.

DIMENSIONI

H. 4,5 cm

Frammento di coppa

Corpo ceramico rosato depurato.

Produzione attica. Fabbrica dei “Piccoli Maestri” 550-530 a.C.

DIMENSIONI

H. 3.8; largh. 9.6 cm; largh. tesa 4 cm

Frammento di cratere a figure nere

Frammento di cratere a figure nere, Corpo ceramico rosso arancio ben depurato.

Produzione attica, Fine del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

Largh. 20 cm; lungh. 15 cm

M.Mark 101
M.Mark 103 102

Antefissa a palmetta

VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 15 cm; largh. max 15 cm

Coppa ionica di tipo B2

Metà - seconda metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 6 cm; diam. Orlo 12,8 cm

Protome femminile

Corpo ceramico beige con nucleo scuro. 500-490 a.C.

DIMENSIONI

H. 8,9 cm; largh. Max cons. 6,7 cm

LA PRODUZIONE CORINZIA

Aryballos corinzio

Argilla giallo pallido; ingubbiatura giallina; vernice nero bruna; sovraddipinture violacee sul corpo degli animali e dettagli incisi. Medio Corinzio.

DIMENSIONI

H. 9,9 cm; diam max 9,2 cm; diam. bocchello 4,3 cm; diam. piede 6,2 cm

Piatto corinzio

Argilla gialla, ingubbiatura giallina; sovraddipinture rossastre, dettagli incisi Medio Corinzio.

DIMENSIONI Diam max 28 cm

Alabastron

Argilla giallo pallido; ingubbiatura giallina; vernice bruna con piccoli difetti di cottura; dettagli incisi; sovraddipinture in rosso violaceo sulle figure; dello stesso colore e in bianco quelle sulle squame. Medio Corinzio.

DIMENSIONI H. 21 cm; diam max 9.7 cm

Pisside a tripode

Argilla rosata; ingubbiatura giallina; vernice bruna. Tardo Corinzio I.

DIMENSIONI

H.5.5 cm; diam max 10,9 cm

Kotyle corinzia

Argilla rosata; ingubbiatura giallina; vernice bruna tendente al rossastro; dettagli incisi; sovraddipinture in rosso violaceo su ali, viso tronco delle sirene.

Fine Medio Corinzio.

DIMENSIONI

H. 15 cm; diam. bocca 17 cm.; diam. piede 6,6 cm

LA PRODUZIONE ATTICA

Coppa

Fabbrica attica a figure nere. Pittore di Tleson. Intorno al 550 a.C.

DIMENSIONI max conservata 11,9 cm

Coppa

Fabbrica attica a figure nere. Cerchia dei Piccoli Maestri. 550-540 a.C.

DIMENSIONI max conservata 15,1 cm

Coperchio

Pittore del Cigno

DIMENSIONI

H.1,3 cm; diam. 7,6 cm

Coperchio

Pittore del Cigno

DIMENSIONI

H. 1,5 cm; diam. 7,5 cm

M.Mark 105
9.9 cm 21 cm 9.2 cm 9,7 cm 104
6 cm 12.8 cm M.Mark 107 106

Coperchio

Pittore del Cigno.

DIMENSIONI

H. 1,7 cm.; diam. 8.4 cm

Coperchio

Pittore del Cigno.

Argilla rosata.

560-540 a.C.

DIMENSIONI

H. 2,2 cm; diam. 8,4 cm

Coperchio

Pittore del Cigno.

DIMENSIONI

H. 1,9 cm.; diam. 8 cm

Frammento di coperchio

Pittore del Cigno.

DIMENSIONI

H. 2,6 cm; diam. 8,3 cm

108

Lekythos

Fabbrica attica a figure nere. Gruppo del Gallo.

510-490 a.C.

DIMENSIONI

H.15,1 cm; diam. bocca 3,7 cm; diam. piede 3,8 cm

Lekane

Fabbrica attica a figure nere. Pittore del Polos.

Intorno al 570 a.C.

DIMENSIONI

H. 5,2 cm; diam. 15,2 cm

LA PRODUZIONE CHIOTA

Calice

Argilla bruno-rosata, pochi inclusi chiari, rara mica, dura. Ingubbiatura beige-crema non uniforme in stesura. Vernice nera diluita in bruno.

Produzione chiota. Fine VII-prim decenni del VI secolo a.C. (600/590-580).

DIMENSIONI

H. 20,8 cm; diam. ricostruito 36 cm

Calice

Argilla nocciola-rosato con rari minuti inclusi, anche micacei, dura. Ingubbiatura bianco-crema, densa e coprente. Vernice bruna, bianca e rossa.

Produzione chiota. Secondo quarto del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 8.1 cm; diam. 11,5 cm

M.Mark 109
15.1 cm 3.7 cm 3.8 cm M.Mark 111

Coppetta tripodata

Argilla arancio-rosato, abbastanza depurata, dura e compatta. Ingubbiatura giallo-crema, spessa e omogenea. Vernice bruna diluita in arancio, sovraddipinture violetto.

Produzione chiota.

Primo quarto del VI secolo a. C.

DIMENSIONI

H. 8.3 cm

LA PRODUZIONE LACONICA

Kylix a figure nere

Corpo ceramico di colore rosa.

Produzione laconica. Pittore della Caccia.

540-530 a.C.

DIMENSIONI

Dimensione max 11,5 cm

Aryballos globulare

Corpo ceramico di colore marroncino.

Produzione laconica. 625-575 a.C.

DIMENSIONI

H.7 cm; diam. 6,7 cm

CERAMICA LOCALE

Pisside stamnoide

Argilla rossiccia con inclusi bianchi e particelle micacee.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 10,5 cm.; diam max 10 cm

Pisside stamnoide

Argilla grigio rossastra con particelle micacee.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.11,8 cm.; diam max 10.3 cm

Pisside stamnoide

Argilla beige con abbondanti particelle micacee.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 10 cm.; diam max 13 cm.;

diam. piede 4,7 cm. ; diam. bocca 8,4 cm

M.Mark 113 112
7 cm 6.7 cm
M.Mark 115
10 cm 11.8 cm 10 cm 10 cm 10.3 cm 13cm

Pisside stamnoide

Argilla rosata con particelle micacee.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 7,8 cm ; diam max 8,6 cm

Pisside stamnoide

Argilla beige con particelle micacee.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 9,5 cm ; diam max 9 cm , diam .bocca 4,2 cm ; diam. piede 4,5 cm

LE TERRECOTTE

Statuetta maschile di recumbente

Corpo ceramico rosato, tenero, compatto, con numerosi inclusi micacei.

Produzione greco-orientale

Seconda metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 5,1cm ; larg. 6,2 cm

Statuetta femminile assisa su trono

Corpo ceramico arancio, grigio in superficie, molto duro, compatto con numerosi inclusi micacei e sporadici inclusi litici.

Secondo quarto-fine del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 20,5 cm. ; larg. 7,4 cm

Statuette femminile di offerente di porcellino

Argilla nocciola-grigiastro, con micro inclusi scuri.

Produzione locale

Prima metà del V secolo a.C.

DIMENSIONI

H, res. 18 cm.; larg max 9 cm

Statuette femminiledi offerente di porcellino

Argilla nocciola rosato, nucleo grigio, inclusi chiari e microinclusi scuri, rara mica.

Produzione locale.

Prima metà del IV secolo a.C.

DIMENSIONI

H. res. 17,5 cm.; larg. max 8cm

Statuette femminiledi offerente di porcellino

Argilla mattone, con microinclusi scuri e micacei; dura e compatta.

Produzione locale.

Fine V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. res. 17,2 cm; larg. max 5,9 cm

Vaso configurato in forma di kore

Argilla arancio-rosata con rari inclusi e molto micacea

Produzione greco-orientale.

Seconda metà del VI secolo a.C

DIMENSIONI

H. res 25,5 cm ; larg. max 6,5 cm

Statuetta di offerente con capsula di papavero

Argilla arancio scuro con inclusi bianchi, compatta e molto dura.

Produzione locale.

Ultimo quarto del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 39 cm; larg. 11 cm

Vaso configurato in forma di kouros

Argilla arancio rosata con rari inclusi e molto micacea, morbida e polverosa al tatto.

Produzione greco-orientale.

Seconda metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 25,7 cm larg. max 6,8 cm

Statuetta femminile di offerente con ghirlanda

Argilla rosata, con pochi inclusi, prevalentemente lavici e rara mica, compatta e dura.

Produzione locale.

Fine VI - inizi V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 19,4 cm; larg. max 4,4 cm

Statua di offerente con porcellino

Argilla rosata con inclusi micacei.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 18,2 cm; larg. 5,9 cm

Figura femminile nell’atto di pestare il grano

CC. arancio chiaro, compatto, ben depurato, con inclusi micacei.

Fine VI – inizi V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 18,2 cm; larg. 5,9 cm

M.Mark 117 116
7.6 cm 9.5 cm 8.6 cm 9 cm M.Mark 119 118

Figura maschile nell’atto di impastare

CC. arancio chiaro, compatto, abbastanza depurato con presenza di mica.

Fine VI – inizi V secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 7,5 cm.; larg. max 4,2 cm, lung. max 7,7 cm

Protome femminile

Corpo ceramico rosa-arancio, tenero, poroso con piccoli vacuoli, con numerosi inclusi micacei.

Produzione greco-orientale.

Intorno alla metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 9 cm;larg. 6,2 cm

Protome femminile

Corpo ceramico arancio,molto duro, compatto, con inclusi micacei ed inclusi litici neri di piccole e medie dimensioni

Produzione locale.

Intorno alla metà del VI secolo a.C.

DIMENSIONI

H.27,1 cm ; larg. 19,1 cm

Protome femminile

Argilla rosata, grigia al nucleo, molto dura, compatta con inclusi litici neri di piccole e medie dimensioni e sporadici inclusi micacei.

Produzione locale.

Intorno alla metà del VI secolo a.C

DIMENSIONI

H. 10,6 cm; larg. 9,5 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta. Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,2 cm; diam max 5,2 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta. Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,1 cm; diam max 5,1 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta. Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,2 cm; diam max 5 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta. Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.6,8 cm; diam max 5,2 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta. Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.5,8 cm; diam max 5,2 cm

Hydria

Argilla rosa, compatta.

Produzione locale.

V secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,1 cm; diam max 5,2

Anforisco

Argilla rosa, compatta.

Produzione locale.

V secolo a.C.

H. 7,5 cm

I VASI CONFIGURATI

Protome taurina

CC. rosato, depurato, tenero, micaceo.

590-580 a.C.

DIMENSIONI

H.5,7 cm.; base 7,3x3,8 cm

Melagrana

CC. bruno rossastro,granuloso,con presenza di mica, saponoso al tatto.

590-570 a.C.

DIMENSIONI

H.9 cm; larg. 7,7 cm

Melagrana

CC. bruno rossastro, granuloso, con presenza di mica, saponoso al tatto.

590-570 a.C.

DIMENSIONI

H. 7,3 cm; larg. 6,5cm

M.Mark 121 120
I VASI MINIATURISTICI
M.Mark 123 122
DIMENSIONI
7.1 cm 7.5 cm 8.6 cm

Protome equine

CC. bruno rossastro, granuloso, con presenza di mica, saponoso al tatto.

590-570 a.C.

DIMENSIONI

H.9,3 cm; base larg. 3,6 cm

Comasta

CC. bruno rossastro, granuloso, con presenza di mica, saponoso al tatto.

570-560 a.C

DIMENSIONI

H.9,7cm; larg. 4,8 cm

Testa di Eracle

CC. nocciola grigiastro, molto micaceo, con minuti inclusi scusi.

570-560 a.C.

DIMENSIONI

H.8,6cm; base 7,1x4,8 cm

Protome di Acheloo

CC. nocciola grigiastro, molto micaceo, con minuti inclusi scusi.

570-560 a.C

DIMENSIONI

H.7,6 cm. ; base 8,1x4,1 cm

Coperchio a vernice rossa di tipo C

Corpo ceramico rosso arancio.

Seconda metà del III-II secolo a.C.

DIMENSIONI

H.4,3 cm ; diam. 8,7 cm

Olletta

Corpo ceramico rosso bruno.

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,4 cm.; diam. orlo 8,4 cm

Olletta

Corpo ceramico rosso arancio.

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,3 cm; orlo 7,8 cm

Olletta

Corpo ceramico rosso arancio.

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,3 cm; orlo 7,8 cm

Anforetta acroma

Corpo ceramico rosso con calcite.

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.15,5 cm; diam. bocca ric. 8,1 cm ; diam. piede 5,4 cm

DALL’ELLENISMO ALLA CONQUISTA ROMANA

Testa femminile

Corpo ceramico rosato

Prima metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 8 cm

Statuetta femminile

Corpo ceramico beige arancio

Seconda metà del IV secolo a.C.

DIMENSIONI

H.9,5 cm

Unguentario lekythoide

Corpo ceramico beige

Produzione siceliota

300-250 a.C. circa

DIMENSIONI

H.12,8 cm

Lekythos a vernice nera di tipo C

Corpo ceramico con inclusi bianchi

Produzione locale

200-50 a.C. circa

DIMENSIONI

H.7,1cm; diam. piede 5,4 cm

Pisside cilindrica a vernice nera di tipo C

Corpo ceramico rosso bruno con inclusi bianchi

II-I secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 2,8 cm; diam. orlo 6cm; diam. base 5,9cm

Boccaletto a vernice rossa di tipo C

Corpo ceramico arancio

Seconda metà III-II secolo a.C.

DIMENSIONI

H.4,5 cm; diam. bocca 3,7 cm

Coperchio a vernice rossa di tipo C

Corpo ceramico arancio

III-II secolo a.C.

DIMENSIONI

H.3 cm ; diam. 6,1 cm

Testa di statuetta femminile

Corpo ceramico rosso

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.7,7cm

M.Mark 125 124
M.Mark 127 126

Disco figurato con funzioni di oscillum

Corpo ceramico rosato.

IV-III secolo a.C.

DIMENSIONI

Diam. 5,6 cm; spessore 1,2 cm

Frammento di vaso con applicazione plastica

Corpo ceramico rosso arancio con schiarimento superficiale.

Età ellenistica.

DIMENSIONI

Larg. 10 cm; lung. 10 cm

Boccaletto biansato

Corpo ceramico rossastro con inclusi bianchi e micacei

Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H 8,2 cm; diam max 9,3 cm; diam. bocca 7,2 cm

Lucernetta

Corpo ceramico marrone chiaro con mica argentata e inclusi bianchi, Produzione locale.

Dalla fine del IV alla seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H.2,5 cm lung. 7,5 cm, larg. 6,5 cm

Boccaletto biansato

Corpo ceramico rossastro con mica dorata ed inclusi bianchi.

Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H.8,6cm diam max 10,3 cm, diam. bocca 8,2 cm

Boccaletto biansato

Corpo ceramico color mattone. Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H. 9 cm diam max 11,3 cm, diam. bocca 8,2

Boccaletto biansato

Corpo ceramico rossastro con inclusi neri e micacei. Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H 8 cm diam max 11 cm, diam. bocca 8,2 cm

Brocchetta

Corpo ceramico rosato con inclusi micacei. III secolo a.C.

DIMENSIONI

H 10,4 cm diam max 7 cm, diam. bocca 3,7

Stamnos con coperchio

Corpo ceramico rossastro abbastanza depurato con qualche incluso bianco e micaceo.

Fine IV – metà III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 20,8 cm diam max 23 cm, diam. bocca 17,3 cm

Coperchio H. 4,5 cm, diam. 13,5 cm

Coppetta biansata

Corpo ceramico rossastro con inclusi bianchi e micacei. Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 3,4 cm diam. bocca 7,5 cm, diam. piede 2,9 cm

Piccolo skyphos

Corpo ceramico rosato con inclusi bianchi e mica dorata

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H 3,8 cm diam. bocca 7,8 cm diam. piede 3,3 cm

Coppetta biansata

Corpo ceramico rossastro di impasto grossolano con inclusi bianchi, neri e micacei.

III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 3,2 cm diam. bocca 9,2 diam. piede 3 cm

Lucernetta

Corpo ceramico rosato con inclusi bianchi

Produzione locale

Dalla fine del IV alla seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 2,5 cm lung. 6,9 cm larg. 5,8 cm

Basso skyphos.

Corpo ceramico rosato con inclusi neri e micacei

Seconda metà del IV - metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H 5,8 cm diam. bocca 11,1 cm diam. vasca 8,3 cm diam. piede 3,2 cm

Stamnos con coperchio

Corpo ceramico rosso-rosato con inclusi neri e bianchi e poca mica argentata Fine IV – metà III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 22,1 cm diam max 22,7 cm diam. bocca 15,7 cm diam. piede 11,9 cm; Coperchio H 4 cm diam. 11,5 cm

Coppetta biansata

Corpo ceramico rosso arancio con inclusi micacei

Seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 3,6 cm diam. bocca 7,7 cm diam. piede 2,8 cm

Coppetta biansata

Corpo ceramico arancio rosato con inclusi bianchi e micacei III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 3,2 cm diam max 9,5 diam. piede 3,1 cm Basso skyphos

Corpo ceramico rossastro con inclusi bianchi e micacei

Seconda metà del IV – metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H 5,8 cm diam. bocca 10,1 cm diam. vasca 8,8 cm diam. piede 4,6cm

Boccaletto biansato

Corpo ceramico rossastro con inclusi bianchi e mica

argentata

Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H. 7,5 cm. ; diam max 9,7 cm, diam. bocca 7,7 cm

Boccaletto biansato

Corpo ceramico rossastro con inclusi micacei

Età ieroniana e post ieroniana

DIMENSIONI

H. 8 cm ; diam max 10,1 cm; diam. bocca 7,9 cm

M.Mark 129 128
M.Mark 131 130

Lucernetta

Corpo ceramico arancio-rosato con qualche incluso bianco e micaceo. Produzione locale

Dalla fine del IV alla seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 2,4 cm; lung. 7,1 cm; larg. 6 cm

Lucernetta

Corpo ceramico rosso arancio. Produzione locale

Dalla fine del IV alla seconda metà del III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 2,4 cm; lung. 7,1 cm ; larg. 6 cm

Bassa coppetta biansata

Corpo ceramico rossastro abbastanza depurato, con qualche incluso micaceo.

Età ieroniana e post ieroniana.

DIMENSIONI

H. 2,5 cm; diam .8.7 cm, diam. piede 3 cm

Stamnos con coperchio

Corpo ceramico rossastro con inclusi neri e micacei.

Fine IV – inizi III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 23,6 cm; diam max 25,6 cm; diam. bocca 16,2 cm

Coperchio: h. 4,1 cm; diam. 15 cm

Skyphos a vernice nera

Corpo ceramico beige

Età ieroniana e post ieroniana

DIMENSIONI

H. 9,2 cm; diam. bocca 9,2 cm

Testa femminile di statua

Marmo bianco a grana fine

IV secolo a.C.

DIMENSIONI

H. max 12,5 cm, larg. max 10 cm; spess. max 7 cm

Testa di statuetta femminile

Corpo ceramico beige-mattone

Inizi III secolo a.C.

DIMENSIONI

H. max 6,5 cm

Statuetta di papposileno

Corpo ceramico rossastro di impasto grossolano, con mica dorata e molti inclusi neri, bianchi e rossi IV secolo a.C.

DIMENSIONI

H. 15,5 cm

EPOCA ROMANA

M.Mark 133 132
M.Mark 135

ETÀ REPUBBLICANA

Coppa romana

Ceramica sud-gallica. Forma Dragendorff 29. Fine I-seconda metà II sec. d.C.

Frammenti di sigillata chiara Hayes

Termine ultimo di produzione si pone nella prima metà del III sec. d.C.

ETÀ IMPERIALE

Busto in marmo di Trophimus

Risalente alla fine del IV o agli inizi del V secolo d.C.

Statua marmorea di atleta

È stata rinvenuta, riversa in terra, acefala e priva delle braccia; poco distante è stata ritrovata parte della base con il piede destro, mentre un frammento della gamba sinistra, dal ginocchio alla caviglia, era riutilizzato come pietra da costruzione. Marmo di Afyon.

M.Mark 137
M.Mark 139

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Nota:

Le foto e gli elaborati grafici sono stati prodotti da Miriam Pappalardo, dove non diversamente specificato; Le foto dei reperti sono tratte da M. Ursino (a cura di), Da Evarco a Messalla.., ad eccezione: pag. 91, da www.blogsicilia.it; pag. 137, da M. G. Branciforti, Tra lava e mare, pag. 138 e 141; pag. 139, da L. Scalisi (a cura di), Catania. L’identità urbana, pag. 59 e da M. G. Branciforti, Tra lava e mare pag. 218.

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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio sentitamente per il tempo dedicatomi tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo elaborato, con speciale rigurado a:

il Relatore, Prof. Bruno Messina;

il Correlatore, Prof. Angelo Salemi;

la Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania, in particolare il Dr. Andrea Patanè, il Dr. Francesco Privitera e la Dott.ssa Michela Ursino; i colleghi Claudio Grasso e Irene Pulvirenti.

M.Mark 145 144
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