Jonio Giardino incantato 2013

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JONIO Giardino Incantato

Rassegna d’Arte Pittura - Scultura - Poesia - Foto d’Arte A cura dell’Associazione Onlus “Il Melograno Art” - Taranto

Sezione di

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Elaborazione testi, impaginazione e grafica di Mimmo Martinucci

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Introdu Introduzione zione Dott.ssa Letizia Lisi, Presidentessa dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto - Onlus” L’obiettivo della ricerca artistica effettuata dall’Associazione “Il Melograno Art Taranto” è quello di condividere le risorse di un nutrito numero di artisti locali per dar valore e ribalta alle numerose realtà del territorio ionico. Conscia della difficile realtà sociale e politica attuale, l’Associazione fa leva sull’iniziativa e sulla volontà dei suoi membri per poter portare avanti un progetto di valorizzazione dell’arte locale con lo scopo, ambizioso ma non inarrivabile, di vederla crescere e raggiungere fama e notorietà, anche a livello nazionale ed internazionale. I membri dell’Associazione, consapevoli dell’impegno necessario per poter portare avanti un’attività di così ampio respiro e fiduciosi nel loro operato, hanno promosso in questi anni una serie di eventi a cadenza bimestrale, a volte mensile, con il duplice scopo di rinsaldare i valori di amicizia e di aggregazione e di fornire una costante presenza ed un continuo riferimento nel territorio ionico. Il proliferare di associazioni artistiche locali ha portato inoltre a stabilire un sano e proficuo confronto che, attraverso i principi della collaborazione e del rispetto reciproco, ha permesso la realizzazione di interessanti manifestazioni in cui letteratura, storia, poesia, pittura e scultura si sono avvicinate e fuse tra loro in un suggestivo intreccio di emozioni ed esperienze. L’Associazione “Il Melograno Art Taranto” è anche una organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) che si propone l’esclusivo perseguimento dei valori fondanti della promozione della cultura, dell’arte e dei beni culturali con un occhio sempre attento alla tutela ed alla valorizzazione dell’ambiente. Dalle iniziali esperienze delle prime manifestazioni ad oggi, la produzione di questo gruppo di artisti è sempre più richiesta e presente negli eventi di maggior rilievo della realtà locale. Il segreto, come sempre, è nell’animo degli artisti: la loro capacità di trasmettere bellezza ed emozioni non passa inosservata ed anche il visitatore distratto percepisce il senso di dolce sensibilità e di talento trasmesso dalle loro realizzazioni. E’ un piacere farsi cullare dalle loro opere che parlano di storia, di emozioni e di vita vissuta: trasferiscono su tela tutti i riflessi e ritratti che il mondo regala a loro. Non è difficile, infatti, restare ammaliati dalle bellezze che il territorio ionico offre: città e paesi trasudano di storia che è rimasta impregnata nei palazzi, nei monumenti o gelosamente custodita all’interno del Museo Archeologico di Taranto (MARTA). Sono anche i visi della gente a parlare della storia e delle origini lontane di questa persone. Come un compositore porta le sue emozioni sul pentagramma trasferendo nelle note musicali passione e sentimento, così questi artisti, attraverso la tela, danno vita alle loro emozioni e le espongono al pubblico. E’ stato bello in tutti questi anni riuscire promuovere talenti e invogliare sempre nuovi artisti ad esporre le proprie opere lasciando che tutti potessero ammirare la bellezza del loro animo e della loro capacità artistica. Credere insieme in questi valori e nella fondante virtù della condivisione di idee e progetti è il pensiero che è alla base dell’Associazione Artistica “Il Melograno Art Taranto”, che io, come Presidente, mi impegno sempre nel portare avanti con costante impegno e sempre rinnovato entusiasmo da molti anni.

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Messaggio del Sindaco di Taranto Dr. Ippazio Stefàno E’ trascorso quasi un anno da quando l’Associazione “il Melograno Art Ta” ha presentato il suo primo catalogo e sono ben lieto, ancora una volta, di dare spazio ad alcune mie brevi riflessioni. Sono accadute molte cose in questi mesi nella nostra Città dei due mar; in primis la questione dell’Ilva che, per motivi opposti, ha tenuto tutta Taranto col fiato sospeso. Oggi possiamo affermare che alcuni passi in avanti sono stati fatti, ma non possiamo certo accontentarci. Si può e si deve fare di più, nella tutela dell’ambiente, della salute e delle famiglie di lavoratori che pongono nelle istituzioni e nella cultura la loro fiducia per un futuro migliore. Taranto sta ripartendo e lo fa, giorno dopo giorno, a piccoli passi ma con forza e con decisione. Il tempo dei rimpianti e delle occasioni perse va accantonato. Bisogna credere nella crescita e nello sviluppo del territorio. Taranto deve tornare ad essere una realtà di riferimento e deve farlo contando sull’apporto delle Istituzioni e non solo. E’ sicuramente attraverso l’impegno di tutti e dei singoli cittadini, che il motore della nostra economia può ripartire. Bisogna riscoprire il valore dell’impegno sociale e bisogna alimentare il nostro territorio facendo crescere le generazioni future in un ambiente sano dove anche lo sviluppo culturale ha, finalmente, gli spazi e le opportunità che merita. E’ da qui che dobbiamo ricominciare. La cultura è sicuramente uno dei pilastri da cui la nostra città deve ripartire poiché essa è la base della società.. Dove c’è cultura una società cresce sul piano della conoscenza e della consapevolezza alimentando il dialogo ed il confronto che è base della democrazia. Quello che ci serve oggi è la nascita di una politica culturale che crei forme relazionali più solide ed efficaci sia tra le varie espressioni artistiche sia tra i diversi protagonisti di ogni settore. Il nostro retaggio storico che affonda le basi nella Magna Grecia non deve essere solo motivo di vanto ma anche sprone a seguire con perseveranza un cammino che renda Taranto un luogo dove tradizione e cultura si coniughino con un avvenire più roseo. La nostra città merita di più e non posso che rallegrarmi nel vedere crescere di anno in anno alcune opportunità legate alla promozione di iniziative ed eventi culturali nel nostro territorio. E’ anche per questo che mi rallegro della costante crescita dell’associazione “Il Melograno Art Ta”. Negli anni ho potuto apprezzare come il cammino di questa associazione abbia dato alla nostra comunità sempre più occasioni di socializzazione, incontro e confronto. L’associazione “Il Melograno Art Ta” ha unito ed affiancato oltre alle presentazioni pittoriche, anche iniziative di sempre più ampio respiro culturale, con commistioni di generi dal mondo letterario a quello musicale, nel tentativo di dare a chiunque ne abbia le doti e la volontà la possibilità di esprimersi. Potremmo, utilizzando il mito greco di Apollo protettore delle Muse, paragonare l’Associazione “il Melograno” ad una grande famiglia che ha saputo proteggere ed incoraggiare gli artisti del territorio, dando ampia libertà di espressione a tutte le forme d’arte. In ogni pagina di questo catalogo si respira quel vento di novità di cui tutti noi abbiamo bisogno, fatto di speranza, impegno e dedizione, ma anche di passione, abilità e di libertà. Questo catalogo non è null’altro che uno strumento per ricordarci ogni giorno quanta forza e bellezza sia racchiusa dentro di noi. Taranto siamo noi, ed è nostro dovere, ad ogni livello, rendere ogni giorno questa meravigliosa città migliore, affinché il futuro che sogniamo non resti solo un desiderio, ma diventi una concreta realtà.

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ASSOCIAZIONE ARTISTICA “IL MELOGRANO ART - TA” della Prof. Antonella Messinese Sin dall'antichità, il frutto del melograno rappresentava, simbolicamente, energia vitale e onestà intellettuale. Nell'antico Egitto, il succo di melograno costituiva una delle bevande considerate magiche, perché in grado di salvare l'umanità dalla distruzione. Un frutto austero all'esterno, ma ricco al suo interno, che per i Cristiani era simbolo di vita, di unione, di amicizia. Forse è questo il motivo per il quale l'Associazione Artistico culturale “IL MELOGRANO” ha assunto questo nome, ad indicare la lealtà tra i suoi soci e la lealtà verso i principi etici e morali della stessa Associazione. L'intento dell'ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE IL MELOGRANO è quello di dare valore e spazio ad iniziative volte ad esprimere, attraverso diverse forme di linguaggio artistico, l'amore e la vicinanza al proprio territorio. L'ASSOCIAZIONE IL MELOGRANO, si occupa della promozione e del sostegno della ricerca artistica ed è particolarmente attenta alle produzioni culturali e alle attività legate al territorio e al suo contesto. Le iniziative realizzate, nel corso degli anni, hanno visto la produzione di opere d'arte di grande spessore e di grande interesse artistico, nate con l'idea di creare un dialogo costruttivo e reciproco fra chi produce e chi riceve. Interessanti le sinergie che l'Associazione ha instaurato con Enti ed Amministrazioni Locali, mirate a valorizzare le più disparate realtà culturali d'eccellenza in ambito artistico. Con le sue numerose attività l'Associazione ha inteso avvicinare l'artista al pubblico, con l'idea di comunicare le emozioni dell'artista, suscitandone di analoghe nel fruitore. L'obiettivo dell'Associazione è dunque quello di pervenire a momenti di aggregazione, in grado di stimolare lo scambio di idee e di opinioni, nonché la stessa circolarità dell'arte. Per questo, l'ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE IL MELOGRANO, promuove lo studio e la pratica dell'arte, con particolare attenzione alla valorizzazione del territorio, attraverso l'organizzazione di un'attività diretta a vari livelli e avvalendosi della partecipazione di artisti protagonisti dell'arte contemporanea, oltre che della collaborazione di storici dell'arte, critici d'arte, esperti a vario titolo, tutti autorevoli, che, di volta in 5


volta, affrontano la ricerca e la diffusione della conoscenza dell'arte, attraverso esperienze qualificate e qualificanti. L'ASSOCIAZIONE IL MELOGRANO ha dunque, come intento specifico, quello di portare ad una rinascita culturale ed artistica della città e del suo territorio, di concerto con le altre realtà interessate alla sua valorizzazione, per questo, partendo dal presupposto di contare sull' apporto culturale ed artistico di ogni singolo, considera i suoi soci come bene primario ed indispensabile, poiché ciascuno di essi consente la crescita ed il pieno sviluppo creativo di tutta l'Associazione. "Ben accetto il contributo di tutti", questo in sintesi il motto dell'Associazione che fa dell'associazionismo il suo punto di estrema rilevanza. L'ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE IL MELOGRANO, nel corso degli anni, ha organizzato iniziative ed eventi, esposizioni estemporanee, corsi di pittura, cicli di conferenze, riscontrando un forte numero di presenze. L'estensione a sempre nuove collaborazioni è diventata uno degli elementi più sentiti da questa Associazione, al fine di condividere sempre nuovi orizzonti artistici e culturali. Ma il merito della creazione dell'ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE IL MELOGRANO, va a Letizia Lisi, artista instancabile e vitale, le cui grandi capacità stanno proprio nel suo modo originale di declinare, attraverso soggetti e linguaggi diversi, le stesse tematiche di fondo a cui pare legata. Letizia Lisi, Presidente e socio fondatore dell'Associazione il Melograno, non si è mai accontentata dei risultati raggiunti, preferendo piuttosto continuare ad interrogarsi, a mettersi in discussione, a provare nuove mete, anche in ambito organizzativo, oltre che artistico. Letizia Lisi è una lavoratrice instancabile, dotata di un'incredibile vena artistica prodigiosa. Donna dalla forte personalità, sensibile, attenta e generosa con tutti, usa il colore come espressione del suo stato d'animo. Il suo stile è personale, fatto di colori che acquistano chiara valenza simbolica. Il blu domina le sue tele, gli altri colori sono sfumature attente agli stati d'animo. La profondità d'animo e l'esperienza di quest'artista, artefice dell'Associazione il Melograno, si nutre e trae impulso dalle innumerevoli iniziative create, grazie al suo talento ed al suo eccellente spirito organizzativo, ma il successo degli eventi da lei creati, non nasce dalla obbedienza alle leggi di mercato, né nasce dalla volontà di ottenere successo ed ottenere consensi, bensì dalla sensibilità e dall'interesse di chi la pratica, ovvero i soci dell'Associazione e dal pubblico che accorre sempre numeroso alle iniziative. Un grande plauso all'ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE IL MELOGRANO, brillante realtà del nostro territorio e alla sua fondatrice Letizia Lisi che continua ad accogliere larghi consensi da un pubblico sempre più attento e sempre più interessato all'arte e agli artisti del territorio.

La Prof. Antonella Messinese e la Prof. Letizia Lisi, Presidente de “Il Melograno Art - TA”

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Bilancio a termine dell'ultimo anno di attività di Letizia Lisi - Presidente di “Melograno Art TA - Onlus” Il 2012 è stato per la città di Taranto un anno difficile ed intenso in cui le forze sociali si sono, in numerose occasioni, confrontate e in alcuni casi contrapposte. Le decisioni politiche hanno dovuto tenere conto della conto della realtà di ogni giorno, delle necessità di salute, di sviluppo e delle esigenze delle famiglie tarantine. In quest'ottica è difficile, anche all'occhio del più attento osservatore, trovare una soluzione rapida ed indolore. I compromessi ai quali la città e tutto il contesto provinciale sono stati abituati da decenni, sono ritornati preponderanti sulle pagine dei media nazionali ed internazionali ricordando come, in troppe occasioni, è stato privilegiato l'oggi rispetto al domani. In un quadro sociale così complicato in cui i valori in gioco sono la salute, la famiglia ed il sostentamento economico può sembrare difficile parlare di arte. L'arte è bellezza, passione, armonia, gusto ed in alcuni casi gioia dell'effimero ma, a ben guardare, può essere anche il futuro. Un futuro lungimirante: fatto di scelte pragmatiche supportate da fervida volontà e dal desiderio di migliorarsi costantemente. Anche quest'anno, gli artisti riuniti nelle pagine di "Jonio - giardino incantato 2013" offrono la loro bravura ed esperienza per testimoniare che non esiste soltanto la Taranto dell'acciaio. L'Associazione artistica "il Melograno Art Taranto - ONLUS" in questa aggiornata edizione 2013 dona rinnovati visibilità alle tante realtà artistiche contemporanee in un'ottica di una sempre maggiore presenza e diffusione sul territorio. Il sito web "letizialisi.com" propone costantemente i resoconti e le fotografie di tutte le attività espositive. Gli incontri letterari ed artistici effettuati con cadenza mensile, la serata di gala "Le maestre del Colore ed i Cavalieri dell'Arte" giunta alla nona edizione e, non ultima, la presente Rassegna in formato cartaceo, costituiscono i tasselli sui i quali si impernia l'attività dell'Associazione. È logico, in quest'ottica, guardare al futuro con velato ottimismo perché parlando con questi artisti ho intravisto nei loro volti, giovani e meno giovani, famosi o in via di affermazione, un reale entusiasmo, la voglia di ben fare e di ben figurare. Ho osservato le loro opere e mi sono soffermata sui loro versi: c'è chi descrive il mondo usando tratti potenti che lasciano senza respiro, chi invece ne afferma le sue peculiarità con figure gentili e tonalità delicate. C'è chi descrive la realtà con parole forti e chi ne parla con i silenzi. Questo è il mondo dell’Arte e questa è la bellezza che molti di noi scopriranno in questo libro. Non è facile al giorno d’oggi fare Arte e parlare d’Arte ma, di fronte alla bravura, all’entusiasmo ed alla volontà di questi Artisti, anche i muri che si incontrano diventano solo semplici ostacoli da superare e il cielo della città, perennemente offuscato da polveri più o meno sottili, sembra già un po’ più terso. Nella foto: Mostra e Premiazione al Palazzo Galeota in Taranto.

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Maestre del Colore e Cavalieri dell’Arte Un’esposizione artistica per premiare l’arte nelle sue mille forme e per affermare i talenti creativi del nostro territorio. Si è conclusa domenica 10 marzo 2013 l’esposizione artistica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte – Donne e Territorio” organizzata dall’Associazione Culturale “Il Melograno Art Taranto”. Presidente dell’Associazione e organizzatrice dell’evento è la prof.ssa Letizia Lisi, che anche in questa occasione non smentisce la sua volontà e l’impegno volto alla promozione artistica. Un vernissage che darà spazio a numerosi artisti del nostro territorio, vivacizzato da interessanti forme di intrattenimento tra cui: riconoscimenti, sfilate, interventi musicali e declamazioni poetiche. Intento principale è quello di valorizzare la produzione artistica locale, non solo osteggiata da una crisi incombente in tutti i settori, ma talvolta anche svalutata da pregiudizi che considerano il nostro territorio da un’inquadratura di secondo piano. Apparteniamo a una terra spesso vittima di un retaggio ideologico che la relega a una cultura incentrata sul lavoro e di stampo ancora troppo tradizionalista per dare spazio all’arte, alla musica e a tutte quelle esperienze che si accompagnano alla nostra sfera più individuale e personale. Il Melograno Art Taranto, attraverso il suo impegno, offre nuove occasioni per smentire questo preconcetto spesso etichettato al nostro territorio, dimostrando invece, che quando l’arte nasce da un moto interiore, allora è in grado di pervadere ogni regione e ogni luogo. A testimoniarlo sono gli artisti partecipanti che, senza smentire le proprie origini, esercitano la loro passione con convinzione, spesso promuovendo le bellezze della nostra terra e affrontando diverse difficoltà per la loro affermazione. La manifestazione si è svolta nella suggestiva location del Castello Spagnolo, nei pressi di Taranto ed è stata un successo per tutti gli appassionati di pittura, musica, poesia e fotografia, insieme all’insegna dell’arte.

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L’arte di saper apprezzare le donne È bastata la dichiarazione di George Baselitz, pittore tedesco, a riaccendere la disanima che condanna la donna a un ruolo marginale in campo artistico: un pregiudizio dal sapore antico destinato a dissolversi. Se l’obiettivo principale dell’esposizione artistica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte – Donne e Territorio” è quello di valorizzare la produzione creativa locale, non meno importante e degno di nota è l’altro tema sfiorato da questa rassegna: quello della donna spesso al centro di varie polemiche e dibattiti. Qualche giorno fa, George Baselitz, pittore e scultore tedesco di fama mondiale, durante un’intervista a” Der Spiegel” ha rilasciato una dichiarazione molto grave nella quale afferma che le donne non hanno mai saputo dipingere e che nella storia dell’arte non c’è mai stata una donna paragonabile a Picasso o Modigliani. Non una semplice boutade, ma una vera e proprio convinzione sostenuta anche dalla constatazione che meno del 5% degli artisti presenti in diversi musei, è rappresentato da donne, mentre l’85% delle opere è composto da nudi femminili. Si tratta di un dato tristemente vero, ma forse la ragione non è dovuta all’ineffabilità artistica delle donne, bensì a lunghi anni di storia che mostrano come, per parecchio tempo, alla donna sia stata preclusa la possibilità di esprimersi liberamente attraverso qualsiasi strumento e mezzo di comunicazione, primo fra tutti l’arte. Solo col tempo la donna ha iniziato a scardinarsi da una mentalità gretta e primitiva, mostrando di essere perfettamente in grado di competere con l’uomo, affinando la propria cultura, il proprio pensiero e reclamando la sua libertà. Il nudo femminile per anni ha rappresentato il silenzio imposto alle donne, il tentativo, da parte dell’uomo, di dominare la carica espressiva e persuasiva di forme sinuose e indomabili. Si pensi ad Alfredo Protti, tra i più celebri artisti del primo Novecento: la sua pittura spia e sorprende la donna nelle sue pose più intime e cariche di erotismo, rubate a immagini di vita quotidiana. Solo quando la donna si sarà liberata da questa forma di dominio riuscirà a rendersi, essa stessa, protagonista delle sue opere. È nel Novecento che arriva un grande segnale a testimoniare il raggiungimento di una vera e propria identità e indipendenza femminile, basti pensare agli autoritratti concettuali di Cindy Sherman: ora è la donna che parla, non più solo il suo corpo. Il pregiudizio di Baselitz andrebbe rivisto all’interno di un contesto culturale più ampio, che tenga conto delle effettive condizioni vissute dalla donna in epoche di dominio esclusivamente maschile: è facile condannare la donna come incapace, quando la sua emancipazione artistica decolla con qualche secolo di ritardo rispetto all’uomo, per anni ispirato dalla sua figura e tacitamente sottomesso al suo fascino. (Da ExtraMagazine – Articolo di Creatività nostrana, di Maria Teresa Trivisan) La relazione che segue, della Prof. Antonella Messinese, affronta l’argomento in profondità sulla presenza delle donne nella pittura e nell’arte italiana. Nella foto: Castello Spagnolo (TA) “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte - Donne e Territorio” - Marzo 2013

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Donne nella storia dell'arte Castello Spagnolo (TA) - 9 marzo 2013 Relatrice Prof. Antonella Messinese Vi pongo una domanda che costituisce una piccola provocazione: perché non esiste una donna Picasso, Leonardo, Van Gogh? Una domanda forse banale, forse irritante, ma che ben fotografa una realtà fatta di pregiudizi radicati anche nel campo dell'arte. La pratica artistica ha rappresentato per le donne, nel corso dei secoli, un traguardo personale ambito ma, di fatto, disseminato da difficoltà, limitazioni, divieti, interdizioni. Certamente risulta difficile ricostruire la presenza femminile in campo artistico, perché per secoli le donne sono state pressoché invisibili, in quanto la loro attività artistica si svolgeva tra le mura domestiche o di un convento. Si spiega cosi il pregiudizio secondo cui, fin dal medioevo era considerato disdicevole per una donna intraprendere la carriera artistica. Per questo la storia dell'arte al femminile è una storia contraddistinta da un forte autobiografismo, come ferma volontà da parte delle donne, di esserci e di non rimanere nell'ombra. Se dovessimo chiederci quante sono le donne che sono entrate, a giusto titolo, a far parte della storia dell'arte, ci renderemmo conto che il nostro immaginario, che l'immaginario collettivo è costellato dalla presenza maschile in toto, sicché, se pensiamo ad un pittore, ad uno scultore, ad un compositore del passato, lo pensiamo al maschile. Come già detto, per molti secoli le donne artiste restano come invisibili, dedite solo alle cosiddette arti minori: il ricamo, la tessitura, la miniatura. Nel medioevo non era lecito, per le donne, intraprendere alcun apprendistato nelle botteghe d'arte, per cui, fino al '500, viene repressa o ignorata ogni aspirazione artistica al femminile. A partire dal XVI secolo, alcune pittrici riescono ad affermarsi riuscendo persino, in alcuni casi, ad essere apprezzate anche in Europa. Accadde alla primogenita del Tintoretto, Marietta Robusti, detta “La Tintoretta” (Foto 1 - Il vecchio e il giovane) che lavorò per 15 anni presso la bottega del padre, distinguendosi per le eccellenti doti artistiche, tanto da essere invitata a dipingere in Spagna alla corte del re Filippo II, un invito cui non poté assolvere perché il padre non le consentì di recarsi in terra straniera. Accadde ad Artemisia Gentileschi, la maggiore pittrice del seicento, che già tre anni prima del suo ingresso in accademia, aveva dipinto il suo capolavoro dal titolo “Giuditta che decapita Oloferne”, (Foto 2) un 10


dipinto che esprime le straordinarie doti pittoriche di questa giovane donna che venne violentata all'età di 18 anni da un anziano amico del padre, Orazio Gentileschi, e che, durante il processo contro il suo stupratore, fu costretta a subire indicibili torture e pesanti umiliazioni. Nei suoi quadri si può riconoscere tutta la rabbia ed il rancore delle donne abusate, non è certo un caso che i dipinti di Artemisia siano diventati emblema del femminismo nel XX secolo. Un altro caso straordinario è quello della bolognese Elisabetta Sirani che, a soli 17 anni, era già considerata un maestro in grado di gestire una sua scuola d'arte per fanciulle in cui insegnava le più raffinate tecniche della pittura e della incisione. Nella sua breve esistenza, morì a soli 27 anni, produrrà più di 200 dipinti e verrà apprezzata dalle maggiori corti europee per l'intensità espressiva dei suoi dipinti. (Foto 3 - Autoritratto della Siriani). Amica, nemica, madre, figlia, angelo, demone, si può dire che l'arte sia riuscita a cogliere le diverse sfaccettature dell'animo femminile, ma non nella sua interezza e questo perché la donna si esprime mediante aspetti differenti, in virtù di quella lunaticità o contraddittorietà che le è al tempo stesso congeniale e naturale e che la rende un turbinio di emozioni, in bilico tra bisogni e desideri, sempre diversa dalle altre donne e, talvolta, persino diversa da se stessa. Nel corso della storia le donne sono state spesso abusate, umiliate, derise, sono morte su un patibolo, bruciate come streghe, avvelenate ... eppure nessuno fino ai tempi recenti, ha riconosciuto loro il giusto merito nella storia. Le donne hanno faticato e continuano a faticare per emanciparsi da quel ruolo scomodo che hanno ricoperto per troppo tempo. Un ruolo sempre sotteso, sottaciuto dagli storici. Una storia che non tenga conto, se non in modo marginale, della prospettiva femminile, risulta una storia parziale e, personalmente mi capita assai di frequente di sentirmi come incompleta, senza un riflesso storico al femminile in cui potermi rispecchiare, senza poter agevolmente scorgere in letteratura, musica, scultura, pittura, un alter ego al femminile in cui riconoscermi. Ora non che io con questo voglio sminuire le grandissime personalità maschili emerse nei campi più disparati del sapere, quello che dico é che alle donne del passato, e penso sì alle donne già citate, ma anche a donne come Eleonora D'Aquitania, duchessa d'Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers, regina di Francia e poi d'Inghilterra, mecenate dei trovatori, nella sua fastosa corte aquitana (Foto 3), Giovanna D'Arco, (Foto 4 - in una Pittura, del 1485 circa, (Centre Historique des Archives Nationales, Parigi), 11


Beatrice Cenci, (Foto 5 - Presunto ritratto di Beatrice attribuito a Guido Reni, 1599), Chiara d'Assisi (Foto 6 - Santa Chiara, affresco di Simone Martini, 1322-1326), etc ..., spesso oscurate dai modelli dominanti maschili, bisognerebbe dar loro la possibilità di far sentire la loro voce e questo, non per offrire loro pari opportunità (che è una frase che proprio non mi piace), ma semplicemente perché la letteratura, la musica, l'arte, la poesia non hanno sesso e perché, cancellando la prospettiva femminile da tali ambiti, si asseconda l'idea che il ruolo delle donne nella storia sia stato effettivamente marginale. La mancanza quasi totale nei libri di un riferimento forte al femminile è un vuoto insopportabile per chi riesce a rendersi conto che lì, tra quelle pagine, manca qualcosa. Davvero poche le donne che con la loro determinazione ed il loro carisma hanno occupato un posto di rilievo nella storia, casi così atipici da risultare, proprio per la loro rarità, eccezionali. Negli ultimi cento anni il ruolo delle donne nell'arte è decisamente cresciuto di pari passo con le conquiste e le consapevolezze raggiunte ma tanta, molta strada resta ancora da fare. Dico questo perché ancora oggi, girando per musei, pinacoteche, gallerie, aste, sono ancora in minoranza le opere al femminile. Un esempio attuale è la prossima Biennale d'arte a Venezia, la 55esima in cui sono 14 gli artisti chiamati a rappresentare l'Italia, due dei quali sono donne. Dal mio canto posso solo affermare che, quando mi trovo in una pinacoteca, ad una mostra come questa sera con voi, riesco a distinguere la mano dell'artista uomo e dell'artista donna soltanto se conosco già lo stile dell'artefice, diversamente mi è impossibile identificare sessualmente l'appartenenza di quella tela o di quella scultura dalla scelta cromatica, piuttosto che dal taglio di luce scelto o dai sentimenti espressi. Non c'è davvero alcuna differenza. Valorizzare le figure femminili è ben altra cosa dall'indagare sull'arte al femminile. Oggi le donne dimostrano di avere maggiore consapevolezza della propria condizione, delle proprie abilità, competenze e conoscenze e spesso, anche attraverso l'arte, non soltanto denunciano le difficoltà che incontrano nel quotidiano, ma cercano piuttosto di ridefinire la loro immagine, partendo da un altro punto di vista: quello delle donne. Così, dopo una prima fase per così dire "battagliera", di matrice per lo più femminista, ci accorgiamo come la produzione pittorica, scultorea al femminile, assume connotazioni in grado di offrire uno sguardo sul mondo differente, inedito sulla realtà, capace di ritrarre gli aspetti più semplici e disincantati. I quadri che vediamo qui questa sera ne sono un esempio, e parlo tanto di quelli realizzati dalle donne, quanto di quelli realizzati dagli uomini. Guardandoli mi viene subito in mente l'impegno e la pazienza che ciascuno di voi ha profuso nel realizzarli. E poi, in alcuni i colori si accendono, in altri si sbiadiscono, tutti esprimono uno stato d'animo, alcuni liberano la mente, altri si raccontano, altri ancora si confessano, tutti voce dell'anima, espressione di fragilità o di determinazione, di gioia e serenità o di insicurezza e paure. In questa direzione l'arte, specie quella prodotta da una mano femminile, non rappresenta più solo un modo per riflettere sulla propria condizione, ma esprime e fa riferimento ad un universo di valori e di esperienze legati alla psicologia del femminile. Per questa strada e su questa via desidero concludere, affermando che l'apporto delle donne all'arte ha contribuito e contribuisce ad indicare nuovi percorsi, nuovi modi di fare arte, soprattutto sul piano delle tematiche e dei linguaggi espressivi. Guardare il mondo, attraverso il caleidoscopio femminile, costituisce, a mio avviso, una tappa importante, in grado di offrire nuova linfa alla ricerca artistica. 12


L'ARTE nell’era della globalizzazione Nell'ambito delle diverse e variegate possibilità che il mondo moderno offre ai suoi abitanti, esiste la reale possibilità di incontrare, in qualsiasi parte dello stesso, le stesse cose, gli stessi modi di vivere e, paradossalmente, gli stessi usi e costumi. Nell' immaginario collettivo, la globalizzazione è spesso percepita come un fenomeno progressivo, che si è andato sviluppando nel tempo in modo naturale e che vede la condizione attuale nei suddetti ambiti, come una fase intermedia tra il generico passato ed il futuro. In realtà, se con globalizzazione ci si riferisce ad un fenomeno specifico degli ultimi decenni, scientificamente il concetto è tutt'altro che consolidato, anche se è entrato a far parte del lessico comune e i mass media ne fanno larghissimo uso. Per quanto riguarda l'economia, per esempio, diversi autori sottolineano che il sistema degli scambi internazionali era più globalizzato negli anni precedenti il 1914 di quanto non sia attualmente, che i sistemi economici sono comunque fondamentalmente a base nazionale e anche quelli di dimensione tendenzialmente continentale presentano diversi aspetti di chiusura (cfr., in agricoltura, le politiche protezionistiche dell'Unione Europea). D'altra parte, Amartya Sen sostiene che processi di globalizzazione sono in corso da almeno un millennio, affogando così il concetto e le pratiche che lo sottendono nel mare magnum della lunga durata. Anche questo invita a maneggiare il concetto con una certa cautela. In ogni caso, nella coscienza dei popoli il fenomeno si sta consolidando, insieme alla diffusione del punto di vista globale ed all'impegno concreto per un mondo migliore, al di là dei propri interessi personali e dei confini nazionali. Si parla sempre più spesso di "globalizzazione dei diritti" e, perciò, di rispetto dell'ambiente, di eliminazione della povertà, di abolizione della pena di morte ed emancipazione femminile in tutti i paesi del mondo. Di pari passo alla diffusione di notizie su scala mondiale ed alla progressiva presa di coscienza delle problematiche globali, cominciano a svolgersi grandi manigestazioni, con la partecipazione contemporanea, in numerose località, di decine di milioni di persone. In esito a tutto questo, in questo periodo di grande opulenza e benessere sociale ma, purtroppo, povero e forte di un mai sopito malessere culturale, si vuole mostrare, attraverso queste pagine e le rappresentazioni artistiche riprodotte, il processo che ha portato artisti, come Letizia Lisi, a separarsi dai comuni stereotipi che caratterizzano il mondo figurativo attuale, creando un nuovo di tipo di pittura, dal carattere emozionale e rappresentativo, per potersi innalzare come punto di riferimento del nostro tempo. (Dott. Massimiliano Battista) LE ARTI FIGURATIVE Significati profondi e slanci e motivazioni dell'attuale produzione artistica, portano ad una sempre maggior localizzazione del “fenomeno” artistico figurativo che, negli ultimi anni, assume contorni sempre più interessanti. "Creare un nuovo tipo di pittura per separarsi dai comuni stereotipi che caratterizzano il mondo figurativo attuale" 13


La notte è silenziosa e, nel suo silenzio, si nascondono i sogni. L'osservatore dell'opera della Lisi deve andare oltre i facili vedutismi e deve cogliere la formale semplificazione. La Lisi non è una pittrice astratta, nell'eccezione comune del termine, poiché, nelle sue forme, è sempre riconoscibile uno spunto tratto dalla natura. Ma forse lo è più di molti altri nel senso profondo, poiché la sua pittura non è mai strumento di rappresentazione del mondo esterno, ma di espressione del mondo interno. (Dott.ssa Elisabetta Pitrelli)

L'artista Letizia Lisi, in queste tre opere in particolare, porta con sé immagini suggestive e oniriche, ricordi di viaggi e paesaggi mediterranei. Le opere, apparentemente malinconiche, sono accompagnate da una luce che riversa sulla tela una sensazione di dolce e soffusa serenità che spinge alla meditazione e alla ricerca interiore.

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Elsa Morante: IL BEATO PROPAGANDISTA DEL PARADISO Il Beato Angelico Note della Prof.ssa Jolanda Leccese “Agli artisti, come ai santi, noi chiediamo la difficile carità di rispondere alle nostre domande più disperate e confuse...” Elsa Morante

Parlare di Elsa Morante sulle pagine di una Rassegna d'Arte, potrebbe sembrare fuor di luogo, o comunque un argomento che non riguarda direttamente chi ama e professa l'attività pittorica. Eppure questa scrittrice straordinaria, della quale si è celebrato recentemente il centenario della nascita, non è stata soltanto autrice di grandi romanzi, di saggi dedicati alla letteratura e all'attualità, ma anche ottima intenditrice di musica e di pittura. Lo dimostrano le epigrafi dei suoi scritti, che sono spesso rinvii significativi alla musica, che testimoniano quanto importante ed eclettica sia stata la sua cultura musicale. Quanto alla pittura, pur se la Morante non ha esercitato con sistematicità professionale l'attività di critica d'arte, è evidente anche agli occhi del lettore meno vigile che gran parte della sua scrittura appare dotata di una peculiare cifra distintiva, la presenza costante, cioè, dell'elemento visuale figurativo sapientemente ricreato sulle pagine dall'uso di una variegata gamma di stilemi espressivi. A partire dall'impiego di aggettivi e metafore, opposizioni e similitudini fino a frasi dove la penna della scrittrice indugia in vivaci e dettagliate descrizioni di paesaggi, di interni domestici, di intensi ritratti rivelando una magnifica abilità di riprodurre con le parole spiccati effetti cromatici e affascinanti giochi di luce. Carlo Cecchi ricorda che a Venezia aveva visitato, insieme ad Elsa, le Galleria dell'Accademia, e che la scrittrice era stata tanto colpita da due dipinti la Tempesta di Giorgione e la Madonna col Bambino del Bellini, da affermare di aver avuto una sorta di “sator” cioè di illuminazione nel linguaggio zen. Solo a distanza di tempo si era resa conto che quella illuminazione era stata quasi una premonizione sui suoi libri futuri. Nella Madonna col Bambino in cui appare una ragazzetta di sempre, quindi anche del presente, c'era la Storia. Nella Tempesta erano invece impliciti alcuni aspetti importanti di Ara coeli (il suo ultimo romanzo). Il dato figurativo, così presente nella dimensione romanzesca, appare in modo altrettanto evidente nella produzione saggistica, in particolare nel saggio dal titolo Il Beato Propagandista del Paradiso. Siamo nel 1970. Elsa Morante, invitata dall'editore della Rizzoli a scrivere una prefazione ad uno dei volumi della collana dedicata ai Classici dell'Arte, opta per il Beato Angelico. Il Beato Propagandista del Paradiso è appunto Guido di Pietro (1395-1455) che poi, da religioso, assunse il nome di Giovanni da Fiesole, prima che il popolo lo chiamasse già da vivo Beato Angelico. Sceglie di parlare di un pittore che sente vicino al suo modo d'intendere la funzione dell'arte, un'arte “posta al servizio non già di una bigotta verità esterna bensì di un messaggio d'amore da lui diffuso con sincera carità”. Il Beato è certamente il Propagandista del Paradiso per imagines ma non è percepito come un santo o un angelo; la sua arte, secondo la scrittrice, conduce sì a Dio ma attraverso strade diverse da quelle che lo confinavano in una visione puramente mistica. 15


Il Beato è, per lei, colui che predica al popolo nella lingua del popolo “nessun vizio retorico, nessuna unzione bigotta corrompe i suoi gesti innamorati”. A partire da Giudizio Universale, uno dei primi dipinti, fino all'Armadio degli Argenti, tra gli ultimi, l'arte del Beato si nutre di quella cultura stupenda che è la poesia popolare. “Le storie straordinarie ch'essa fornisce al Beato riferiscono una realtà più vera di qualsiasi realtà storica”. “Le predelle degli altari, dei tabernacoli, delle pale sono il teatrino anzi la sublime televisione a colori del nostro cantastorie”. Presentano scene narrative dialoganti in cui si muove una “popolazione minuta di artigianelli, di soldati, di mercantucci che anima le piazze delle vocazioni, delle salvazioni e dei martiri”. Predicare al popolo nella sua lingua, agli umili, agli indifesi, non ai dotti e ai savi, sarà questo lo scopo che lei stessa si prefiggerà nella Storia. Non a caso al romanzo sarà premessa, come dedica, una frase del poeta peruviano Cesar Vallejo: “por el analfabeto a quien escribo”. Ma il commento della Morante non si esaurisce certo nel proiettare sull'artista concezioni che sono proprie della sua personale poetica. Sono le considerazioni inedite e suggestive sulle qualità stilistiche ed espressive del Beato che rendono interessante questo saggio. É lo stile semplicissimo, infantile e fiabesco con il quale il pittore raffigura e narra la realtà che la incanta; come la incanta l'uso della luce di per sé inesprimibile manifestata al mondo dei semplici, per approssimazione, con mezzi terreni, con l'uso abbondante dell'oro. “E così, per l'esaltazione dei loro occhi, questo pittore dell'Ordine degli Accattoni, costruisce alla Madre e al Bambino troni d'oro, camere pavesate d'oro, pavimenti marmorei, tappeti orientali”. É un inno alla luce, ai colori che sono il “regalo della luce”, la pagina dedicata all'Armadio degli Argenti, alla presentazione dei pannelli di sicura attribuzione all'Angelico. Qui la scrittura trova un'intensità espressiva straordinaria in una perfetta corrispondenza con i toni e le modalità della rappresentazione artistica. Chi ha visto quest'opera che rappresenta un ciclo di storie relative alla biografia di Cristo, nel Museo di San Marco in Firenze, o chi si propone di ammirarla in futuro, dovrebbe farsi guidare da questa “non addetta ai lavori” che sa valersi di un discorso tanto più efficace quanto meno accademico. “Qua la sua amica luce gli ha sorriso con una specie di umorismo impareggiabile, nel mantelluccio rosso del Bambino in partenza sull'asino verso l'Egitto; nelle ali di farfalla dell'Arcangelo Gabriele; e nella carne del minuscolo infante che si porge con le gambucce aperte al sacerdote armato per la circoncisione...; e per illuminargli l'Ultima Cena, gli ha tracciato un soffitto di archi azzurri, come se quel piccolo refettorio dell'addio si trovasse situato già in un'altra Gerusalemme, al di là delle Stelle”. É un saggio, questo, poco noto al grande pubblico e solo marginalmente discusso sugli studi della Morante scrittrice. Un saggio che, pur non possedendo un taglio biografico, offre un quadro d'insieme vivace della poetica e della cultura del Beato. É anche uno strumento prezioso per cogliere il fascino della scrittura della Morante che, per dirla con Giulio Ferroni, “non si limita alle misure dei ridotti giardini, sempre guidata dall'impegno di dare alla parola una forza che potremmo chiamare addirittura di sfondamento, in un fare grande che dialoga con tutto ciò che di grande l'arte e la cultura dell'umanità hanno costruito nei secoli”. Nota: La Prof. Jolanda Leccese è una delle pochissime donne di Puglia socie della Società Italiana delle Letterate. Già docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “Q. Ennio” di Taranto, è una corrispondente di varie riviste letterarie. La passione per la Letteratura e per tutte le espressioni di arte la contraddistinguono e la rendono ospite desiderata e preziosa in Convegni e Mostre d’Arte. La Prof. Jolanda Leccese ama essere presente e partecipare attivamente alle iniziative artistico-culturali organizzate dalla Prof. Letizia Lisi, nota Artista tarantina e Presidentessa dell’Associazione culturale: “Il Melograno Art - TA - Onlus”. (Mimmo Martinucci) 16


Taranto Fondata dal condottiero spartano Falanto Gli storici fanno risalire la nascita della città di Taranto al 706 a.C. Secondo la leggenda, il fondatore della città sarebbe stato Falanto, il condottiero che si mise alla guida dei Partheni, i figli illegittimi degli spartani, costretti a emigrare A quel tempo, infatti, durante la guerra tra Sparta e la vicina Messenia, le donne furono autorizzate a procreare figli illegittimi, in modo da consentire il mantenimento demografico durante il periodo di allontanamento dei loro mariti. I nuovi nati però vennero presto emarginati e costretti a emigrare alla ricerca di nuove terre. Prima di partire Falanto consultò l’oracolo di Delfi per chiedergli dove sarebbe approdato e ricevette il seguente responso: “Popolate la grassa terra degli Iapigi e siate la loro rovina. Quando vedrai piovere dal ciel sereno (in greco “ethra”), conquisterai territorio e città”. Alla foce del fiume Tara si avverò l'oracolo e Falanto fondò Saturo. Falanto si mise dunque in viaggio e giunse nei pressi della foce del fiume Tara, dove si fermò a riposarsi sul grembo della moglie. Quest’ultima, di nome Ethra, ripensando alle fatiche sopportate durante il viaggio iniziò a piangere bagnando il volto del marito. Falanto, al risveglio, capì subito che l’oscura profezia dell’oracolo si era avverata e che era quella la terra da conquistare. Si accinse quindi a fondare lì la sua città, cui diede il nome di Saturo, una località ancora esistente a pochi chilometri da Taranto. Soltanto in seguito, i coloni spartani si trasferirono nel territorio della futura Taras, per necessità di espansione e alla ricerca di migliori opportunità commerciali. La zona archeologica tra Saturo e Taranto, area agricola e di approdo marittimo La letteratura archeologica colloca a Saturo uno degli insediamenti più antichi di Taranto e testimonia la centralità di questa località durante la colonizzazione greca. Mentre a Taranto veniva localizzata la polis (la città), il territorio compreso tra Saturo e Taranto veniva utilizzato principalmente per attività agricole. Saturo con molta probabilità era sede di nuclei insediativi ed era anche un importante luogo di culto. Inoltre, esso costituiva un favorevole punto d’approdo nelle rotte del commercio marittimo; qui, infatti, trovavano riparo le navi dirette al vicino porto di Taranto. (di Eliana De Giorgio)

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Città di Taranto nella Terra di Otranto - Regno di Napoli di Giambatista Albrizzi - 1761

Basilica Cattedrale di San Cataldo a Taranto La principale chiesa di Taranto, San Cataldo, è stata costruita nell'XI secolo e custodisce le reliquie del santo patrono, tra i primi vescovi della città. In seguito l'edificio è stato modificato. La facciata è barocca, la cupola invece mostra l'influenza bizantina. Al suo interno la cattedrale è divisa in tre navate, separate da colonne con capitelli di varia origine. Particolarmente pregevoli sono il pavimento musivo, che ricorda quello di Otranto e la cappella di San Cataldo, custode delle reliquie del santo e di uno splendido ciclo di affreschi del 1713 ad opera di Paolo de Matteis. Al di sotto del transetto si apre una piccola cripta, di epoca bizantina con pianta cruciforme che ospita le tombe di alcuni vescovi di Taranto.

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Ponte girevole e Mar Piccolo Lungomare e rotonda

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Meraviglie di Taranto

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Simboli ed Ori di Taranto - Olio (e oro) su tela di Pina Soloperto, Artista in Fragagnano (TA) 21


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Inno a Taranto Taranto mia, su due mari posta, chi da lontane terre a te vi giunge l’azzurro del tuo mare ammira e sosta.

antiche tradizioni e le culture, nel sangue del Salento a rossa terra onore son per le genìe future.

Il ponte che t’unisce al vecchio borgo superbo s’apre e transita il Vespucci: e bianche vele col pavese io scorgo.

Antiche gesta delle greche genti ti fece altera e principe in Messapia che, delle tue virtù, porta sementi.

San Pietro con San Paolo fan corona alle tue coste laboriose e antiche, dove il sudore la ricchezza dona. Gli antichi legni che dall’Ilio mare vennero a te, fondendosi agli eroi della Messapia terra e a dispensare

Riprendi con orgoglio le tue vesti di fulgida città nella tua terra, come s’addice e come tu vorresti. Le due colonne di Poseidone sono la porta per la Conoscenza: risorgi allora, senza esitazione!

Versi di Mimmo Martinucci 23


L’ULIVO Simbolo di forza vitale nelle nostre terre rosse di Puglia Sua maestà l’Ulivo racconta Sotto la scorza porto le ferite che il tempo e l’uomo m’hanno sempre inferto, come a sferzarmi, quasi fossi pigro. Ma nei mie rami porto mille vite e nel ricordo sempre ne ho sofferto: Braccia sudate e fronti in giù assopite. Ho visto aridità nei campi e gente col suo sudor bagnar la rossa terra ed invocar la pioggia rinfrescante. Ricordo ancor chi scese dalle Murge sedersi all’ombra dei miei rami antichi e pregar Dio che a sera fosser vivi perché la guerra è cieca e non fa sconti se gli anni sono verdi oppur cascanti e tinge in rosso la già rossa terra. Ho visto pure innamorati e amanti nel farsi scudo al sole nei meriggi sotto la chioma che orgoglioso ostento. Io son l’Ulivo e sono un libro aperto per chi nel tronco legge la mia vita fatta di acqua e aridità … in concerto. “L’Ulivo racconta” - Olio su tela di Letizia Lisi

Io son l’Ulivo Ho visto rivoltare dal bifolco, la terra perché forte io germogliassi, con il sudore le bagnò ogni solco, tracciato in mezzo ai numerosi sassi. Di notte anch’io ho rubato la rugiada, che cade muta dalle stelle e avara. Mi son contorto, ché linfa non vada, ho respirato piano l’aria amara.

Le mie radici nella terra rossa mi han dato linfa e la mia chioma verde d’argento luce, quando al vento è mossa. Pur se ferito ai rami miei contorti, son tra color che il sangue mai non perde: io son l’Ulivo! Esempio a genti forti. Versi di Mimmo Martinucci 24


Il MARTA e le Associazioni culturali: insieme per la promozione del territorio della Dottoressa Antonietta Dell’Aglio, Direttore del MARTA Qualche giorno fa ho incontrato Letizia Lisi che, in qualità di presidente, mi ha illustrato le attività dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto - Onlus”. Sebbene quotidianamente operi e mi confronti con associazioni culturali che si impegnano sul territorio e che lo promuovono attraverso attività varie (che spesso si svolgono e vedono protagonista anche il Museo Nazionale Archeologico di Taranto), finora non avevo avuto l’occasione di conoscere in maniera approfondita l’operato di tale associazione e di collaborare alla promozione delle forme artistiche di cui essa è portavoce. Mi sembra particolarmente interessante la volontà di sostenere artisti del territorio jonico in particolare, ma in una visuale regionale, valorizzando forme di espressione diverse, dalla poesia alla pittura, attraverso incontri, conferenze, mostre, divulgandone l’operato anche a stampa. Del resto, sebbene la mission del MARTA sia, in particolare, promuovere la conoscenza, la conservazione, la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio archeologico del territorio tarantino, attraverso la ricostruzione storica dei rapporti fra le diverse popolazione che si sono susseguite in antico nel territorio jonico e attraverso le interrelazioni fra Taras - Tarentum e le genti vicine, tuttavia il Museo di Taranto è stato sempre aperto a nuove esperienze di carattere culturale. In quanto luogo deputato a raccontare la storia di un territorio e a farsi portavoce delle istanze culturali che da esso provengono, il Museo è stato aperto (e intende proseguire su questa strada) a promuovere a livello nazionale e internazionale varie manifestazioni artistiche, dalla scultura alla pittura, alla musica, non soltanto quelle legate al passato, ma anche espressione di arte moderna e contemporanea. Peraltro, a partire dal 2002, quindi già alcuni anni prima della riapertura al pubblico del 2007, il MARTA, in collaborazione con enti pubblici, istituti e associazioni impegnate sul territorio, ha accolto mostre di arte contemporanea, ampliando l’offerta culturale e mettendo a confronto, in alcuni casi, forme artistiche proprie del mondo di oggi (opere pittoriche in tecniche diverse, installazioni, fotografie, ecc.), che in alcuni casi prevedevano anche rielaborazioni originali di tematiche e tecniche di lavorazione antiche. Meritevole risulta pertanto l’attività, ormai consolidata sul territorio dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto - Onlus”, la cui validità è riconosciuta pubblicamente a vari livelli e che contribuisce, attraverso un’attività lungimirante e aperta a nuove esperienze, alla rinascita non solo culturale del nostro territorio, svolgendo peraltro un ruolo di aggregazione trasversale e avvicinando giovani e meno giovani all’arte. Sala XI del Museo MARTA di Taranto

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MARTA Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Il Museo archeologico nazionale di Taranto (MArTA) è un importante museo archeologico con sede a Taranto, dove è esposta, tra l'altro, una delle più grandi collezioni di manufatti dell'epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto. Sito in Corso Umberto I, al civico 42, fu fondato nel 1887 ed occupa la sede dell'ex Convento di San Pasquale di Baylon, edificato nel XVIII secolo. L'archeologo Luigi Viola voleva farne un Museo della Magna Grecia, ma esso è sempre stato dedicato, principalmente, alla documentazione archeologica di Taranto e del resto della Puglia. Il piano rialzato del museo è utilizzato per esposizioni temporanee e convegni. Il primo piano ospita la sezione greco-romana inerente alla società tarantina. Il secondo piano, attualmente in allestimento, ospita la sezione preistorica del Paleolitico e dell'età del Bronzo inerente all'intero territorio pugliese.

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Una storia millenaria narrata da gioielli e statue Le sale del MARTA, il Museo Archeologico della città, ospitano preziose collezioni di oggetti che spaziano dal V millennio a.C. al periodo altomedievale

Applique in terracotta dorata per sarcofago o letto funebre, fine del IV – inizi del III secolo a.C. Foto gentilmente concesse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Il visitatore è accolto nel nuovo percorso espositivo del Museo Nazionale Archeologico di Taranto, il MARTA secondo l’acronimo ormai acquisito, da una copia moderna della testa del colosso di bronzo dell’Eracle meditante di Lisippo, il grande scultore greco del IV secolo a.C. che era giunto a Taranto dall’Acarnania, dove operava per il re Cassandro. La statua dell’eroe paziente, metafora dell’ideologia di Archita, lo statista tarantino noto, oltre che per il suo impegno politico e scientifico, per il suo spirito contemplativo, era situata in un recinto sacro dell’acropoli. Da quel luogo la strappò Quinto Fabio Massimo nel 209 a.C., quando sottrasse la città ad Annibale, per trasportarla come trofeo di guerra a Roma, dove fu collocata come offerta rituale del vincitore, sul Campidoglio. 27


Una scultura di grande significato religioso, ideologico e di notevole valore artistico, considerata un simbolo della città greca del IV secolo a.C., in grado quindi di introdurre alla storia di Taranto e del suo territorio che viene raccontata, attraverso le raccolte del museo, fatte di vasi, statue, ritratti, mosaici, gioielli e terracotte, iscrizioni e monete, frammenti di affresco e resti di architetture, per descrivere un lungo periodo di tempo che parte dal V millennio a.C., passando per la polis greca anche nei suoi rapporti con il mondo indigeno, fino ad approdare alla città romana e poi a quella bizantina e altomedievale. Un racconto che parla di economia, di cultura funeraria, di religione e di culti, di urbanistica e di architettura, di un artigianato fiorente e di importazioni pregiate che giungono d’oltremare. La ceramica fabbricata a Corinto, i balsamari e le coppe uscite dalle officine di Rodi, Chio e Samo, gli scaraboidi, gli amuleti e i vasi in alabastro egiziano, gli oggetti in pasta vitrea, rinvenuti in quantità considerevole nelle tombe tarantine del ceto dominante, dimostrano la ricchezza, la varietà degli scambi e la qualità della richiesta da parte della committenza locale.

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Più tardi, intorno alla metà del VI secolo a.C., la ceramica attica, con le sue forme imponenti e il ricco e vario repertorio figurato, sostituì, nell’interesse dei Tarantini, i prodotti di Corinto. Ai balsamari e ai contenitori di profumi vennero preferite le grandi coppe con fregi figurati ispirati preferibilmente al mondo dionisiaco e i crateri, le anfore, le oinochoai, con le immagini delle divinità e degli eroi del mito, da esibire in occasione del simposio, espressione del mondo aristocratico. I vasi di importazione, insieme ai prodotti dell’artigianato locale, bronzi e ceramiche principalmente, furono inoltrati nei centri indigeni e in quelli coloniali, per soddisfare una richiesta sempre più ampia. L’attività commerciale rappresenta infatti, insieme alla pratica agricola, uno degli aspetti più rilevanti dell’economia tarantina. Il crescente prestigio della colonia spartana è testimoniato peraltro dall’affermazione dei suoi atleti nei giochi panellenici. Le anfore panatenaiche, rinvenute numerose nelle tombe tarantine del periodo arcaico, sono infatti il premio della vittoria dell’atleta, ma anche una sorta di simbolo dello status aristocratico, giacché l’attività agonistica era prerogativa delle classi sociali più alte. Nella foto: Gli Ori di Taranto - Olio su tela di Letizia Lisi Da Taranto giunse ad Ugento, un centro della Messapia, la statua di Zeus che sta per scagliare la folgore: era posta su una colonna sormontata da un capitello dorico, al centro di un recinto sacro. Fu eseguita probabilmente nell’atelier di un bronzista tarantino nell’ultimo trentennio del VI secolo. Allo stesso modo le popolazioni indigene della Daunia e della Peucezia, a Canosa, a Ruvo, a Rutigliano, accolsero i grandi crateri istoriati usciti dalle officine protoitaliote di Taranto e del suo territorio. La città greca, dalla fine del IV secolo a.C. fino alla conquista romana, si manifesta in special modo negli aspetti della cultura funeraria, nelle architetture come nei rituali che comportavano sepolture con corredi ricchi di oggetti preziosi, parte dell’ornamento personale del defunto. Fregi policromi, metope, frontoni, acroteri, scolpiti nella pietra tenera delle cave dei territori circostanti, ma anche del brindisino, decoravano i naiskoi, le edicole con colonne situate sulla facciata delle tombe ipogeiche. Ma sono i corredi che accompagnano nell’aldilà i defunti inumati, ma anche gli incinerati, a restituire una testimonianza della qualità eccellente dell’artigianato orafo della città greca tra IV e III secolo a.C. Gli orecchini, le collane, gli anelli sono espressione di un gusto esuberante e riconoscibile, con varianti sempre nuove e fantasiose. Pendente a protome leonina. Fine V secolo a. C. 29


(Nella foto: Afrodite o Artemide) Per questo motivo le botteghe artigiane tarantine incontrarono anche il favore delle genti indigene della Puglia, come sappiamo dalle oreficerie delle tombe di Canosa e di Egnazia, famose per la fattura pregevole e per la ricca esemplificazione di forme. La conquista romana avviata in Puglia alla fine del IV secolo a.C. provocò cambiamenti essenziali nell’impianto urbano come nel sistema funerario, anche se sopravvissero forme della cultura greca, evidenti soprattutto nelle copie di statue classiche per la nuova clientela romana. I mosaici colorati ricordano invece la decorazione delle case del ceto abbiente di età repubblicana ed imperiale, mentre le statue acefale in marmo di personaggi della famiglia giulio-claudia, che fanno corona al ritratto di Augusto con il capo velato, sono testimonianza della ristrutturazione urbana della prima età imperiale. L’allestimento accurato ed efficace del MARTA accompagna anche i non addetti ai lavori nella puntuale e affascinante lettura della storia della città fondata da coloni spartani in cerca di nuove terre, che soprattutto attraverso la cultura figurativa e materiale mostra la continuità e le trasformazioni che ne caratterizzano il lungo, millenario percorso. (Raffaella Cassano) Da:http://www.bridgepugliausa.it/articolo.asp?id_sez=1&id_cat =49&id_art=3466&lingua=it Orecchino in oro, fine IV secolo a.C. Corona d’oro dei primi decenni del II secolo a. C.

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Ipogeo delle Cariatidi Contatti MARTA Via Cavour, 10 74100 Taranto Tel. (+39) 099 453 2112 Fax (+39) 099 459 4946 E Mail: museoarch.taranto@beniculturali.it “La cultura, l’arte e le tradizioni della Magna Grecia vedono in Taranto il centro che ha assorbito l’intima anima dei loro Artisti. Le colonne del tempio di Poseidone sono l’emblema di una cultura che vide Taranto principe nella Terra dello Jonio”. (Mimmo Martinucci). Nella foto: “Sole, mare e ori di Taranto” Olio su tela dell’Artista tarantina Letizia Lisi Dagli Ori di Taranto a Bulgari, l’eccellenza italiana a Shanghai In mostra al Padiglione Italia dell’Expo di Shanghai una selezione dei preziosi monili magno-greci conservati nella città pugliese e venti creazioni della celebre maison. "Dagli Ori di Taranto alle gemme di Bulgari: l’eccellenza dell’oreficeria italiana" è la mostra, ospitata dal 2 al 31 ottobre a Shanghai nel Padiglione Italia dell’Expo 2010, che esalta l’artigianalità italiana nella lavorazione dei metalli preziosi dall’età magno-greca, presente con la collezione del Marta - Museo Nazionale Archeologico di Taranto, fino ai nostri giorni, rappresentati dalla collezione Bulgari. L’Esposizione universale si è presentata, per l’istituzione tarantina, come l’occasione per far apprezzare al mondo il suo patrimonio e un invito a visitare la struttura, il cui percorso museale è stato recentemente rinnovato.

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LAMA (Taranto) A cura dell’Associazione Pro Loco di Lama e le sue contrade Lara Marchetta e Vittoria Orlando Lama è un quartiere della città di Taranto che ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo demografico ed edilizio, sviluppo che, troppo spesso, ha deturpato l’antica bellezza di un territorio in gran parte agricolo e, in particolar modo, coltivato a vigne. Deve il suo nome alla forma morfologica del terreno che ha, per l’appunto, la forma di una Lama. Le sue origini sono piuttosto antiche. Nell’epoca della Magna Grecia, dopo la fondazione della colonia Taras nel 706 a.C., Lama e le sue vicine località facevano parte della “chora” tarantina. Dopo la conquista romana, queste terre furono concesse ai veterani ed ebbe inizio la conduzione delle campagne lamesi a latifondo, con la prevalenza della viticoltura e della olivocoltura. Particolarmente significativa fu la presenza dei monaci basiliani, sfuggiti alla persecuzione iconoclastica e rivolti a un paziente lavoro di miglioria agraria del territorio, fino a San Vito e Talsano, località strettamente connesse nella storia medievale. Le prime notizie risalgono XII secolo d.C. e si riferiscono ai possedimenti del Monastero italogreco di San Vito del Pizzo. Notizie meno frammentarie, sebbene rare, partono dal periodo successivo al Concilio di Trento ed in particolare con le Sante Visite che i Vescovi compivano periodicamente nel territorio della diocesi. Delle visite del primo vescovo post Concilio, Monsignore Lelio Brancaccio, non si hanno tracce, mentre particolari più diffusi si trovano nelle visite di Monsignor Stella con riferimento alle cappelle rurali presenti nel territorio, comprese quelle di Lama. Di notevole importanza per lo studio del territorio, si sono rivelati anche il catasto onciario del 1750 e quello Murattiano del 1800, i quali fotografano la situazione patrimoniale del territorio rispetto ai possedimenti feudali nonché agli usi dei termini utilizzati per la coltivazione del grano, della vite e dell’ulivo. Ancora oggi i discendenti delle vecchie famiglie che vi abitavano narrano che, in tempi più recenti, agli inizi del 1900, Lama si presentava come un piccolissimo borgo rurale suddiviso in contrade, Bellatrase, Capitignano, Carelli, La Battaglia, Tre Fontane, San Domenico, Faito, il cui nome derivava dalle masserie e Cappelle che esistevano nella zona. La popolazione di Lama si concentrava nella zona oggi corrispondente al centro, ove è ancora ubicato uno dei simboli di questo territorio, la Chiesa Regina Pacis, fortemente voluta da due tessitrici del luogo, Angela Simeone e Francesca Stendardo, che con il frutto dei loro risparmi ne resero possibile l’edificazione nella prima metà del novecento, sul finire degli anni 40. Il borgo era abitato da famiglie di piccoli proprietari terrieri dediti al lavoro della propria terra ovvero, molto più spesso, si trattava di gente che lavorava la terra dei più grandi proprietari terrieri che qui vi avevano la loro residenza estiva. Nelle case, tipicamente basse, di molti degli abitanti di Lama vi era un forno, il quale veniva utilizzato per la cottura del pane che sarebbe servito per un uso domestico, ma che pure veniva messo a disposizione di parenti e amici affinché, a loro volta, vi potessero cuocere il pane che sarebbe servito a soddisfare le proprie necessità, cosicché l’impasto del pane e la cottura nel forno rappresentavano, in quell’epoca, un momento centrale di aggregazione e di convivialità. Qualcuno, poi, racconta che fu un tale sig. Moscato che pensò, per così dire, di “esportare” il pane di Lama, cuocendolo nel proprio forno e portandolo in città per la vendita.

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A questa antica organizzazione del territorio e alle relative aggregazioni sociali si deve la prima Sacra Rappresentazione del Tarantino riferita all’Epifania, denominata La Calata dei Magi, che, con un canovaccio scenico rielaborato oralmente in oltre un secolo e codificato, mediante trascrizione nel 1935 da Alfredo Maiorano, con l’ausilio del prof. Luigi Russo, si ripete annualmente nel giorno del 6 Gennaio, con partenza dalla contrada che si è aggiudicata il simulacro del Gesù Bambino. Nonostante il territorio di Lama non abbia una superficie molto estesa, nonostante l’urbanizzazione, a tratti selvaggia, degli ultimi anni e nonostante lo stato di abbandono in cui versano talune zone, esso conserva e racchiude delle preziose bellezze, tanto paesaggistiche che architettoniche, che meritano di essere conosciute e salvaguardate. E, prime fra tutte, il mare verde-azzurro e la scogliera punteggiata da numerosissime piante spontanee tipiche della macchia mediterranea, dal Crithmummaritimum L. noto come finocchio di mare, all’elicriso e al timo, agli arbusti di Lentisco e del famoso Mirto tarantino dalle odorose foglie. Assai suggestivo è passeggiare, in primavera, per i numerosi sentieri e viottoli di terra battuta a ridosso del mare, specie quando è in fiore la profumatissima ginestra selvatica che crea meravigliose macchie di colore giallo. La costa è ricca anche di belle insenature, piccole baie, sulle quali si affacciano alcune torri costiere che ancora oggi ci raccontano di scorrerie piratesche e delle battaglie sostenute per la difesa della costa e per la cacciata dei turchi. Preziose per la loro bellezza e per la storia di cui sono testimonianza alcune Masserie. Un vero gioiello dell’architettura delle masserie è “ la Battaglia”, risalente al XVII secolo. Il toponimo Battaglia è storicamente evocativo anche se le fonti più che confermare dati storici, hanno lasciato fiorire leggende, come quella che narra della morte di un principe saraceno che sarebbe stato sepolto nei terreni della masseria con la sua armatura d’oro e d’argento. All’interno vi è la piccola cappella in cui aveva temine la rappresentazione della Calata dei Magi eseguita nel cortile dai contadini della frazione San Benedetto - La Battaglia. La masseria Capitignano, come La Battaglia, dà il suo nome ad una contrada di Lama. Fu acquistata nel 1652 dall’abate Capitignano dal Regio Fisco per 3000 ducati. Nasce dall’aggregazione di due torri in origine tra loro indipendenti e successivamente inserite armonicamente in un unico corpo. Particolarmente curati risultano i percorsi del giardino e del frutteto. Lungo la via principale del primo centro aggregato si ergono due importanti storiche dimore. Villa Lama Dionisia, risalente al 1889, nasce come proprietà dei conti D’Amelio e in origine era una masseria Regia. Villa Lama Vetusta, dove avrebbe soggiornato nei mesi estivi il canonico Ceci, segretario particolare di Monsignor Capecelatro. Sul cancello del limoneto e in altri punti della proprietà è ancora visibile il giglio angioino. Il piccolo “centro storico”, fatto soprattutto di umili abitazioni, oggi ristrutturate; il vecchio forno, di proprietà di una delle famiglie storiche di Lama, ancora visibile nei pressi della Chiesa Regina Pacis e la stessa Chiesa che, imponente, si erge sulla vallata che termina nel mare, ancora coltivata, nelle aree risparmiate dalla cementificazione, a vite, conferiscono un fascino evocativo a questo territorio, 33


luogo non solo rurale ma anche strategico, come testimonia la Batteria “Ammiraglio Saint Bon”, un’opera militare edificata nel periodo successivo alla nascita del Regno d’Italia. Con l’intento fine di far conoscere, anche al di là dei suoi confini, le bellezze e le tradizioni di questo che, per chi lo ama, resta un piccolo borgo, nasce nel 2004 dalla volontà di 50 sottoscrittori l’associazione “Pro Loco di Lama e le sue contrade”, facente parte dell’ UNPLI e dell’elenco ufficiale delle Pro Loco riconosciute dalla Regione Puglia. Nel corso degli anni, a partire soprattutto dal 2008, l’associazione si è contraddistinta per una serie di iniziative volte al recupero delle vecchie tradizioni e alla promozione del territorio. Con una intensa attività di collaborazione con la popolazione e le autorità locali, ha posto in essere una lunga serie di iniziative che sono state sempre premiate da una numerosa partecipazione. Sono state tenute conferenze di approfondimento sulla vita a Lama nel settecento e sulla tradizione e storia dei “Magi” che hanno visto la partecipazione di illustri studiosi, quali il dott. Giuseppe Orlando e gli storici Massimo Oldoni e Roberto Caprara. Si sono creati collegamenti e gemellaggi con la scuola polacca di Opolu, in occasione della Settimana Santa; sono stati organizzati raduni di auto e moto storiche, mostre mercato di artisti e artigiani, escursioni varie con l’obiettivo di portare sempre più visitatori a conoscere la nostra realtà. Appuntamento estivo ormai fisso è la Manifestazione “C’era una volta il pane … a Lama”, giunta ormai alla sua IV^ edizione che ha l’intento di rilanciare il pane di Lama come elemento identificativo del territorio. L’evento si svolge nella prima settimana di agosto, all’interno della storica dimora “Villa Lama Vetusta”, aperta solo per l’occasione al pubblico, grazie all’ospitalità della proprietaria Mariadele Blasi. Prossimo ambizioso progetto dell’associazione è la rievocazione storica della famosa battaglia fra Cristiani e Turchi, questi ultimi capeggiati dal rinnegato Sinan Bassà Cicala, avvenuta, secondo la tradizione, nella menzionata Masseria La Battaglia, la quale, per l’occasione, sarà messa a disposizione dai sigg. Fornari, attuali proprietari. E’ desiderio dell’Associazione Pro Loco di Lama e le sue contrade far (ri)vivere questo territorio, perché chi ci abita se ne (ri)appropri e se ne prenda cura, chi non vi abita lo conosca e se ne innamori! Alcune Rassegne d’Arte visiva Organizzate da “Il Melograno Art TA”, in collaborazione con l’Associazione “Proloco Lama e le sue contrade” si sono svolte presso la Masseria “La Battaglia” - Lama (TA)

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Panorami Panoramica d’Artisti d’Artisti

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“Petali di musica” di Mary Ancona 36


“Angelo” di Maria Aquaro 37


“Nike” di Egidio Bitonto

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“Ponte girevole – Taranto” di Ruggero Di Giorgio

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“Acquerelli e neve” di Simonetta Enei 40


“Veliero” di Doriana Fiore 41


“Angelo custode” di Vincenza Giannoccaro

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“Dolce Primavera” di Letizia Lisi

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“La tristezza si trasforma in freddezza....non cercate i miei pensieri... sono nascosti!” (Nilde Mastrosimone) “Foto da studio” di Nilde Mastrosimone de Troyli

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“San Giorgio e il drago” di Caterina Palmisano 45


“Ali sul mare” di Aclena Panzetta

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“Sole stanco” di Loris Setti

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“Autunno” di Lucia Riso 48


“Tra sabbia e niente più” di Gabriella Rodia 49


“Il Cavaliere” di Pina Soloperto 50


“Raccoglitrici d’olive” di Vita Tomai 51


“Afrodite” di Anna Troyli

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“La Madre” di Angela Vozza 53


Laguna Blu Io sogno una laguna blu cobalto e un’isola con palme e sabbia bianca, al centro una montagna che dall’alto sgorghi sorgente d’acqua che rinfranca. Io sogno una laguna ed una Ninfa che al sole e a notte sia per me carezza e che nel sangue immetta nuova linfa che fa gustar del mondo la bellezza. Vorrei che il sogno della mia laguna non terminasse mai nella mia vita: un’isola, la Ninfa e la mia luna. Vorrei che il sogno mio desse fortuna, per esser fieri d’esser sulla Terra, pianeta blu com’è la mia laguna.

Olio su tela di Letizia Lisi – Versi di Mimmo Martinucci

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Artisti del Colore 55


Mary Ancona In una regione prevalentemente pianeggiante e dal clima mite come la Puglia, nasce il 30 giugno 1975 a Fasano (BR), la nostra artista Mary Ancona. Moglie e madre di due figli, Mary abita e vive a Martina Franca (TA), nel cuore della "Valle d'Itria". Il suo esordio nel mondo della pittura inizia quasi per gioco, ma in lei subito si incominciano a delineare il carisma innato della pittura e del ritratto. Questo approccio con la tela lo si può notare, nella sua pienezza, nel ritratto di "San Giuseppe Moscati", realizzato interamente in "grisaglia". Il ritratto del medico Santo è legato a una circostanza famigliare, che ha portato l'artista ad esprimere, attraverso la profondità dello sguardo e l'espressività del volto del Santo, una intensa riconoscenza personale.

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Ma uno dei ritratti che esprime meglio il carattere profondo dell'artista è "Un giorno in più" (nella foto accanto), dove ammiriamo la ragazza dai capelli raccolti e dallo sguardo trapelante riflessione e saggezza. Nei suoi occhi brilla una luce. Forse è immersa in un dolce ricordo? “Vi sono Artisti che sanno comunicare con semplicità il significato di una loro opera, ponendo in risalto l'estro creativo di un loro specifico ed intellettuale stato d'animo. La loro arte ci offre così un senso di tranquillità e di pace che offre alla vista una logica definita con una squisita timbratura, nei particolari e negli effetti. Mary Ancona, in questo suo saggio pittorico, propone l'accostamento su un binario parallelo di due Entità che hanno sempre accompagnato con il loro carisma, l'esistenza umana. La pittura e la musica, in questo dipinto trovano un totale abbinamento che, fuse insieme, danno origine ad un motivo di soave armonia. Mary Ancona, ne dipinto “Petali di musica”, ha certamente vissuto una fertile fase della sua vita d'Artista, applicando il suo estro emotivo, disciplinato da una proiezione artistica di elevata e sublime concezione, fondendo 2 epicentri artistici, cioè l'universo musicale con quello del colore, in un'unica magica fusione e voglia di vivere. In questo messaggio l'Artista vuole esprimere il frutto di una padronanza della tecnica, coadiuvato da un ponderato raziocinio professionale, profuso e proiettato a livello intellettivo”. (Luce Di Maggio)

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Maria Aquaro Di formazione giuridica, è da sempre un’autodidatta delle varie tecniche pittoriche perfezionate, nel corso degli anni, frequentando ateliers romani e parigini. Dimostra, dunque, una notevole versatilità per le arti decorative in genere ma, la pittura su vetro o su acetato per diapositiva è quella che predilige e le fa esprimere maggiore creatività, dove luce e trasparenza si strutturano, si sublimano, creando suggestivi effetti, grazie al fluire spontaneo del colore, senza un rigore logico e senza linee precise, ma guidato soltanto da un attento sguardo alla natura o all’ascolto di messaggi interiori. Quadri, finestre, vetrate per interni, lampade, sono, quindi, il risultato di una creatività spontanea, per una più armoniosa decorazione della casa. Si considera sempre una studiosa di cose d’arte e gli autori dell’Art Nouveau, come Louis Comfort Tiffany, Alphonse Mucha, George Barbier, Gustave Klimt, Erté, sono alcuni dei suoi autori preferiti cui, a volte, si ispira per creare le proprie opere. Dal 1996 partecipa alle rassegne nazionali e internazionali di pittura “Città di Mottola” e, a volte, al Festival del Mediterraneo “Città di Conversano”. Ha organizzato diverse mostre personali a Martina Franca e in diverse collettive. Tra le diverse manifestazioni cui ha partecipato sono da annoverare le seguenti: -Bari: “Lacci di colore” in occasione della festa della donna; -Taranto: “Riti della Settimana Santa; omaggio a San Cataldo; -Giugno Tarantino; -“Isola Amata”: Omaggio ai Santi Medici; -“Omaggio a Padre Pio, e altre ancora; - San Marzano di S.Giuseppe (TA): in omaggio alla Fondazione “Santoro”; - Ha partecipato ai diversi concorsi di pittura organizzati dal MO.I.CA.di Taranto e di Martina Franca; Ha partecipato a diverse estemporanee su Alberobello, Locorotondo, Martina Franca, Francavilla Fontana eOstuni, in occasioni di feste patronali; In passato ha animato un fervido laboratorio di pittura e arte del teatro d’ombra per giovani ed anziani nel Centro Polivalente di Martina Franca e un altro presso la Scuola Media Battaglini. Continua il suo lavoro ed espone ogni qualvolta le si offre opportunità. Ha cominciato a scrivere poesie, partecipando a diversi concorsi e, nel 2008, si è classificata al primo posto ad un Concorso Nazionale.

Recapito dell’Artista: Il suo studio è in Martina Franca alla Via L.zo D’Arcangelo n. 5 Telefono: 3332012399

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Egidio Bitonto Egidio Bitonto, in arte Egi, è nato a Taranto il 25 settembre 1960. Seguendo la sua inclinazione naturale, fu avviato agli studi artistici presso il liceo “Lisippo” di Taranto, frequentato con profitto per un biennio. Per motivi di studio e di lavoro, ancora ragazzo, si trasferì a Roma, dove ebbe una intensa e proficua attività di pittore illustratore e dove conobbe varie personalità nel campo artistico, legandosi d’amicizia con lo scultore Barbieri. Ha collaborato con riviste specializzate e case editrici fiorentine e romane nel genere fantastico e fantascientifico, con copertine di libri, illustrazioni di vari testi, scenografie e calendari. Vincitore di vari premi nel campo delle arti visive, ha partecipato con successo a personali, collettive e rassegne d’arte contemporanea ed a concorsi nazionali ed internazionali. Di recente ha aderito al progetto ideato dall’Accademia Internazionale dei Dioscuri “Messaggi di pace sul Mediterraneo”, che gli ha aperto nuovi orizzonti, facendolo entrare in contatto con l’arte dei paesi arabi rivieraschi del Mediterraneo. Ha vinto le ultime edizioni del “Parnaso delle Muse” di Martina Franca ed altre manifestazioni artistiche rilevanti a livello nazionale. Il suo nome d’arte è “Egi” (inteso sia come diminutivo di Egidio, sia come perfetto indicativo del verbo latino “ago”col significato di “ho creato”). “Provando e riprovando” continua a proiettare sulla tela le immagini che ha nel cuore e nella mente. Tanta è la passione e l’ardimento che il segno si fa forma, realizzando il sogno. (Prof. Giuseppe Santoiemma) Egidio Bitonto, in arte Egi, è un artista del fantastico, del surreale. La sua ampia produzione è varia soprattutto formata da grandi guerrieri e donne, dove il fatto anatomico ha il sopravvento in una visione di insieme che poco spazio lascia a ciò che supporta l'opera d'arte, rendono la sua opera importante nel nostro panorama pittorico, non certo ristretto e con significative esperienze che godono del favore di un pubblico anche internazionale, stesso pubblico cui Egi è votato. La qualità, che presto risalta, è l'abilità certamente creativa, in rappresentazioni molto reinventate, molto interpretate, degnamente raffigurate. Egidio Bitonto ha la capacità non comune di dare corpo agli oggetti, di dare spessore e luce nuova persino nella rivisitazione di un esercizio grafico stilistico che prescinde dal punto di arrivo dell'artista. (Prof. Dina Turco)

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NIKE - Olio su tela - 70 x 90 cm “Nike, vestita di candida purezza, sentinella del territorio antico, abbraccia con le ali che, spiegate nel volo, ha ora raccolto per protezione attorno alla storia di un passato di gloria della città e si fonde con le sue vestigia a tributarne la vittoria imperitura, mentre una luce divina le infonde dall’alto rinnovata energia.” (Maria Anita Acciarini)

Nike ha, come sorgente, il duro marmo da cui prende forza e vigore e raffigura il sogno dell’Artista Egi Bitonto che vede la “Vittoria” fusa tra le due colonne doriche del tempio di Poseidone a Taranto. Un auspicio per un ritorno alla grandezza antica della sua città. (Mimmo Martinucci)

“Il bronzo” - Olio su tela - 70 x 90 cm “ E se il destino avverso mi terrà lontano allora cercherò le dolci acque del Galeso caro alle pecore avvolte nelle pelli, e gli ubertosi campi che un dì furono di Falanto lo Spartano.” (Quinto Orazio Flacco - A Settimio - Odi, II, 6, 10. Traduzione di Enrico Vetrò)

Contatti: EGIDIO BITONTO Viale Europa, 182 74122 Talsano (TA) Tel. 099-4006430 Cell. 329 2930584 egidiobitonto@gmail.com 61


“Passione” - Olio su tela di Egidio Bitonto

PASSIONE Sei frutto proibito che s’offre voglioso, la chioma che è rubra ricopre la terra e lava ricorda che tutto poi brucia. Le membra tue belle non vogliono veli, ti lasci sfiorare da un verde giaciglio bagnato di fresca rugiada ma il fuoco che arde nel turgido petto non sa più placarsi. Le cellule tue, vulcani infiniti, eruttano brace di fosca passione e il cielo si tinge di rosso che inebria. Ma chi ti ha stregata non è più con te e resti da sola e consumi i tuoi sensi nell’alcova che senti, come freddo sepolcro, raggelare la vita. Versi di Maria Anita Acciarini - Manita 62


Il Figlio”- Olio su tavola 163 x 65 cm di Egidio Bitonto - Versi di Mimmo Martinucci

La Madre e il Figlio Urlante nell’Alto in silenzio la Madre e brucian le lacrime al muto soffrire, ha dato la vita e chiede ora al Padre: perché generare e vederlo morire? Perché tra le stelle è sparita la Luce? Dov’è quel Gabriele che fu messaggero? Dov’è il mio Signore che a pace conduce? Perché solo un corpo nel venerdì nero? Quel Figlio straziato le giace d’accanto, nell’aria la Madre sospira un lamento, d’immenso sconforto riempie l’istinto. Quel Figlio, tra folla acclamante che rugge nei giorni passati, l’atteso Messia, tre giorni nell’antro di morte … e poi Sorge.

Egidio Bitonto: 1° classificato nella sezione Pittura, viene premiato nella manifestazione tenuta a Palazzo Galeota in Taranto 63


Rita Ca Cavallaro Rita Cavallaro, in arte ''Rita BlúNúr”, si diploma all'Istituto d'Arte di Messina ''Ernesto Basile'', il fiore all'occhiello per la città Siciliana a livello Regionale nel settore Tessuto, conseguendo il diploma di progettista tessile con indirizzo ''Arte del Tessuto'' nel 2008. Si diploma successivamente, nel Maggio 2010, all’Accademia Italiana “Art, Fashion & Design” a Firenze, conseguendo il titolo di “Textile Designer professionista”, o altrimenti detta ''Stilista del tessuto'', una figura che vanta un connubio di competenze tecniche, al contempo Artistiche, ed è quindi importante per le aziende del settore e della moda, avendo una visione del campo tessuto a 360 gradi, dal progetto alla sua realizzazione. Ma, come tutte le scuole servono a far capire le nostre inclinazioni maggiori e quello che davvero piace, Rita BlúNúr si innamora della Maglieria Industriale e dei tessuti a maglia. Stando a stretto contatto con i filati però, subentrerà un'altra curiosità: quella dell'uncinetto che, grazie alla sorella maggiore, inizierà a praticare dal Dicembre 2009 fino ad oggi, dilettandosi nella creazioni di cappelli Artistici un po’ particolari e di tutte le forme, ispirati da diversi stili, e pannelli artistici particolari. Inoltre è creatrice di particolari quadri fatti interamente ad uncinetto, ''dipingendo con i filati'' che mirano a comunicare la sua espressiva personalità ed il linguaggio della sua anima. La sperimentazione è l'anima della sua Arte. Da vera Professionista e Tecnica del settore, la Cavallaro, vede già lo schema nella sua testa e non ha bisogno di disegnarlo. Il frutto del suo ingegno e creatività si avvale di una rivisitazione degli abituali stili, perché nulla nasce dal NULLA ed ogni singolo pezzo non ha uguali nella sua unicità e nella sua unica anima. Infatti il bello di un'opera d'arte è la sua irriproducibilità. E' bella nella sua perfezione imperfetta, è bella la sua verità''. Cosa dice di sé Rita Cavallaro “Sono RitaBlúNúr (luce blu) una giovane Textile Designer alla ricerca di nuove avventure nel mondo dei filati. Ricerco trame e costruisco emozioni o almeno questo è il mio obiettivo. Ricostruire sul costruito essenziale, una ricerca continua di trame e sensazioni che mi trascinano in mondi nuovi e realtà infinite. Basta Regole. Io gioco con i fili…. I fili sono la mia fuga dal dolore e la gioia del mio cuore, la mia espressione. I miei occhi vedono spazi invisibili agli altri occhi ... esistono... io riesco a vederli e a renderli reali: un passatempo da sbrogliare e un mondo visibile, solo ai miei occhi, da ricreare. L'arte è tutto ciò che è normalmente diverso, strano e incomprensibile alla superficialità della gente, ma destinata ad anime sensibili, più sensibili di altre ... a chi vede doppiamente oltre. Informazioni di contatto Sito Web: http://ritablunurartista.blogspot.it/ https://www.facebook.com/RitaBlunurArtista E-mail: rita.cavallaro.75@facebook.com rita-cavallaro@hotmail.it 64


Coprimicrofono rockvintage realizzato per la cantante degli Acquatinta: la incantevole Geraldine Liberatore.

Dipingere con la lana ! “Alleluja” Filati misti 32 x 32 cm

“Suggestione 1”

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Ruggero Di Gior Giorgio L'artista Ruggero Di Giorgio, autodidatta, ha un lungo percorso pittorico. Egli è un artista dalla soluzione stilistica unitaria, in lui vi è la cultura e la predilezione del territorio, della sua Taranto, dove nasce nel 1944, delle sue marine. La saggezza pittorica è commisurata con l'armonia dell'elaborato artistico, ove gli spazi e gli elementi echeggiano sul binario della semplicità e dell'osservazione diretta. Nelle sue composizioni pittoriche c’è sempre la costante del fondo chiaro del cielo, quasi a imprigionare sulla tela immagini che fanno parte del suo vissuto verace tarantino, amante delle tradizioni, ripropone quello che il suo occhio di Artista ha osservato e fatto suo. Il disegno grafico da lui usato, la sobrietà delle pennellate, stesse e diluite, danno ampio respiro visivo alle sue opere, quasi, una fusione tra sentimento e amore per la sua Taranto, ove domina il suo bel cielo, il suo bel mare e quanto di bello la città offre. Ogni tematica è trasformata in evento dall'abilità della sua arte pittorica. I suoi cromatismi brillanti fanno rivivere i colori della sua terra, sono espressione di un'intensa liricità, rievocando sentimenti senza tempo. Un caleidoscopio di colori, luce della sua mediterraneità, con un messaggio diretto, spontaneo, esplicitato con nitore e purezza di linguaggio. Un "racconto" pittorico in una triplice dimensione di terra, cielo, mare, esplicitazione della caratteristica panteistica della dolcezza. Una concretizzazione lirica della realtà, in cui il colore predomina in tutta la sua solarità, ma anche una realtà, spesso, rivisitata in una nebulosità onirica di grande impatto emotivo. Le sue vele sembrano spiegate, sospinte dalla volontà ed emozionalità dell'artista. I suoi velieri, i suoi brigantini, rievocano tematiche storiche, in un percorso emozionale particolarmente recepito da chi è legato profondamente al mare. Le sue tematiche rappresentano una celebrazione del profondo legame con le proprie radici: prevale il bisogno di rappresentare l'evento, la realtà ed anche scavare nella propria memoria. (N.D. Baronessa Elisa Silvatici) "Donna del Sud" olio su tela, cm 50 x 70 Intrigante, quasi carica di mistero è l'espressione di questa giovane acquaiola, che torna o, forse, va al pozzo, con la sua tipica anfora dell'acqua. L'abbigliamento, nei panneggi e nel gioco cromatico, esibisce un ritratto femminile documentario delle donne meridionali, esaltato da quello sguardo schivo, ma reso quanto mai vivace dagli occhi espressivi e scuri come due olive mature. La figura, incorniciata da un pergolato, occupa la più parte del tessuto pittorico, che sullo sfondo lascia intravedere una fila di trulli, chiaro riferimento all'appartenenza geografica dell'autore. Una pittura precisa, che sa di documento, ma anche tanto simile a un brano di una favola antica, cara alla memoria dell'artista. (Vincenza Musardo Talò)

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Sogliano Cavour (Lecce) – 150° Anniversari dell’Unità d’Italia – Federalismo dell’Arte dal 1861 ad oggi – Viaggio alla scoperta delle tendenze artistiche regionali italiane. L’assessore alla Cultura, Luigi Nuzzaci, premia l’Artista Pittore Ruggero Di Giorgio.

Lecce - XII Edizione del Salento Porta d’Oriente dedicata a Vincent Van Gogh Premio Internazionale d’Arte Il Dottor Vincenzo De Marco premia l’Artista Pittore Ruggero Di Giorgio.

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Vola la vela mia Tra vele nere gonfie di vento, ferma è la vela mia bianca striata. E non un alito sembra spirare verso l’Oriente. I remi stanchi fendono l’acque nere di melma. Cigola amaro il legno e, allo scalmo, vedo che l’animo cede vigore. E duro (se è duro!) remare e il timone forzare all’Oriente, controcorrente.

Arranca la vela mia bianca striata. Vedo mari puliti e, ad ogni piccolo passo, tenue una brezza che spira e spinge la vela mia. Buie e lontane le vele nere di ieri, nel fatuo orizzonte che muore, svaniscono. Vola la vela mia bianca lucente.

Versi di Mimmo Martinucci 68


Il primo giorno Nasce tra i chiarori nelle albe sperate le fronde accarezzano l’aria cinguettii in albeggio a risvegliare musiche nel venir a deliziare. S’apre l’uscio, il primo giorno arriva leggera brezza sguardo accompagna una carezza tra le onde del mattino un sorriso donato al mondo regna. Il mare si tinge d’azzurro una barca lentamente scorre lo stridio di un gabbiano a far strada il sole che capolino fa in sussurro. Un pescatore attende in solitaria di quel dì il propizio momento del calore che s’avviluppa nell’aria tra le reti il pescato in delizio. Versi di Giovanni Monopoli 69


Madre Madre, Tu che tutto osservi dona il respiro, la gioia, tra le braccia il Messia, dona una carezza, letizia. Tu che col silenzio tutto contempli, spargila saggezza in ogni fiore, elargisci la tua dolcezza nelle menti, concedi l’amore al mondo intero. Madre, Tu che infondi la pace dona a noi tutti la forza del bene, sul tuo grembo culli il Signore dona a noi tutti quel calore. Tu con lo sguardo che ammalia, emani tra le genti la sapienza, posa su ognuno la tua mano e deponi sul capo la clemenza.

“La Madre” Olio su tela di Ruggero Di Giorgio Versi di Giovanni Monopoli

“Taranto” “Quell'angolo di mondo più d'ogni altro m'allieta, là dove i mieli a gara con quelli del monte Imetto fanno e le olive quelle della virente Venafro eguagliano; dove Giove primavere regala lunghe e tiepidi inverni, e dove Aulone, caro pure a Bacco, che tutto feconda, il liquor d'uva dei vitigni di Falerno non invidia affatto”.

(Quinto Orazio Flacco - A Settimio - Odi, II, 6, 10. Traduzione di Enrico Vetrò) Ruggero Di Giorgio ha il suo Studio in Taranto, via Emilia, 169. 70


Luce Di Maggio ISTAR - LILITH - EVA D’Amore e dea del Bene ma pur terrificante demone del nero, di guerra e di tempeste, dal tuo triplice nome: Istar, Lilith ed Eva. Il dono che tu porgi è rossa mela, che, come sangue, brucia e scorre nelle vene. Se solo tu, figlia di Selene ti offri tutta a me, sei balsamo di miele e sani della vita le mie pene. Scultura di Luce Di Maggio Versi di Mimmo Martinucci Bassorilievo di Luce Di Maggio Versi di Maria Anita Acciarini - Manita

La tua forza interiore è carisma che il mondo conquista con i gesti d’amore con parole di Fede che speranza può dare a chi credere brama in un mondo migliore.

INTENSA E’ LA LUCE Intensa è la luce, s’irradia in trionfo dal volto dell’uomo che è Figlio di Dio. Viaggiatore del tempo, tu sei nato da donna.

La corona di sterpi è forzata sul capo e ferisce ed oltraggia le tue carni divine, ma la tua anima è salva, e non sente dolore, e non prova rancore per il tradimento dell’Uomo che ignora che uccide il suo Dio. 71


Simonetta Enei Nata a Roma, da sempre appassionata alla pittura ed alle arti in genere, ha cominciato a dipingere ad acquerello nel 2001, sotto la guida e frequentando la scuola del maestro Mario Wlderk. Ha preso parte, con la scuola di acquarello, a mostre e gare di pittura nel Lazio. Nel 2011 ha partecipato alla mostra internazionale nell'ambito della festa del peperoncino di Rieti con un'opera a tema peperoncino dal titolo "E poi apparve l'ombra piccante della luna". Ha partecipato al seminario internazionale di acquarello nel febbraio del 2012 ed è membro direttivo dell'Associazione "Sabina un acquarello ... Artistic impression". Attualmente lavora presso un centro diurno di salute mentale, come insegnante di arteterapy. A giugno parteciperà , con gli altri membri dell'Associazione, ad una rappresentazione di pittura estemporanea, nell'ambito dello spettacolo teatrale del Teatro Potlac di Fara Sabina (RI).

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“Archi” di Simonetta Enei Tra archi e stradine Sangue di vita é la luce ch’ é seme di conoscenza. Il buio nega il reale e frena la vera semenza che alla cultura conduce. (Versi di Mimmo Martinucci)

L’anima stagna e ricerca antiche luci in ricordi, tra archi e stradine di vita vissuta. Ma il nutrimento è acquisire

brandelli d’immagini nuove, come gradini di luce che rendono immense le piccole valli tra i monti e i monti d’attorno si fanno rampe lucenti. Datemi un raggio di sole e vivrò sorridendo. 74


Doriana Fio Fiore Doriana Fiore è nata il 3 Febbraio 1982 a Taranto. Sin dall'infanzia evidenzia la sua predisposizione all'arte, infatti i suoi studi seguono un percorso ben definito che va, dal liceo artistico statale Lisippo, all'Accademia di Belle Arti di Lecce, entrambi superati con il massimo dei voti. La sua arte tende essenzialmente ad esaltare il bello in ogni suo aspetto: uno sguardo, un gesto, un sentimento o un semplice paesaggio o particolari di esso. I suoi dipinti sono essenzialmente ad olio, con l'aggiunta di particolari glitter che esaltano maggiormente l'aspetto "vitale" dei suoi lavori. E' amante di tutti i generi d'arte, del fai da te e grande appassionata di fumetti “manga”. Doriana Fiore realizza i suo dipinti su tela, tavola, ceramica, vetro e pareti di casa; realizza bigiotteria con le perline e vari oggetti decorativi col decoupage e non solo. Come pittrice è presente sul libro d'arte 1'ELITE 2010 e sul libro d'arte CAI 2010 (centro diffusione arte). Ha partecipato a numerose mostre collettive e ha anche organizzato una sua personale. Parte dei suoi dipinti sono in esposizione presso l'hotel Tursport a San Vito (TA). Oltre a collaborare con l'associazione artistico culturale "il melograno" per realizzare mostre di pittura e divulgare l'arte in ogni suo aspetto e forma, collabora anche con l'associazione culturale "La masseria" per il periodico gratuito di Taranto "Corso Vittorio", con la pubblicazione di vignette.

Donna velata Gli occhi alteri puntano al futuro per un riscatto che rincorre il tempo. D’attorno sembra sorgere d’indifferenza un muro celando qualità che rendono la donna simbolo dell’arte e d’equilibrio dell’umanità. Il velo tarpa l’ali alla sorgente dell’intensa sua sensualità. Pur se lo spirito è fremente e tace, latente urla la sua dignità. Olio su tela di Doriana Fiore Versi di Mimmo Martinucci

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“Karol Wojtyla - Il Grande”

L’Uomo-Papa che trascinò la sua croce fino all’ultimo respiro di vita.

“INCANTO” olio su tela – cm 50 x 70 “Veliero”

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“Ccomposizione d'orchidea” olio, acrilico e pasta all'acqua su 5 tele per 100 x 200 cm

“3 calle”

L’Artista Doriana Fiore: Lady Primavera !

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Vincenza Giannaccaro Vincenza Giannoccaro è un’artista con il bisogno di esprimere la propria creatività a 360 gradi, sia nella pittura che negli abiti da sposa ed anche nel realizzare gioielli in argento e cristalli. Un mondo sensibile alla purezza quello di Vincenza Giannoccaro che, per realizzare ogni singolo pezzo di questa splendida collezione, si immerge nell’ispirazione che la guida, passo dopo passo, alla composizione di queste vere e proprie opere d’arte. Questa collezione di gioielli, che prende il nome di “SESTO SENSO” è realizzata in argento ed una miriade di piccoli cristalli colorati ed è interamente fatta a mano. I gioielli sono pezzi unici, mai uguali l’uno all’altro perché, nel concetto dell’artista, ogni donna è unica, irripetibile creazione di sentimento e materia. Nella sua casa/laboratorio/atelier di Fasano, il suo bisogno di esprimersi e comunicare è parte integrante del suo essere. Manichini, scatole piene di pietre, gioielli e quadri circondano la sua vita quotidiana, riflettendo l’amore per la natura e la natura umana, quella più autentica e pura. I gioielli e le creazioni di Vincenza Giannoccaro sono disponibili in edizione limitata anche per i negozi. Nella foto: Collezione “sesto senso” fiori di primavera, argento e swarovski Vincenza Giannaccaro, oltre a creatrice di gioielli è anche una apprezzata pittrice. Le sue tele sono molto apprezzate da esperti d’arte e sono state esposte in molte Mostre di pittura, ricevendo lusinghiere critiche.

Contatti: Punto vendita – Show Room Via De Deo, 19 Fasano (BR) www.vincenzagiannoccaro.it 78


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Leti Letizia Lisi Letizia Lisi, artista tarantina, ha cominciato la sua attività fin da giovanissima, quando, profon-damente attratta dalle arti visive ha frequentato negli anni '60 lo studio del pittore Franco Dubla, dove dimostra la passione e l'amore nei confronti della pittura e della raffigurazione naturalistica. Di formazione artistica più paesaggista che ritrattista trascorre la giovane età nell'attenta osservazione delle opere del periodo espressionista e, più in generale, di tutte le rappresentazioni figurative dell' 800. Ha applicato la sua passione per l'arte e la pittura durante il suo percorso lavorativo come progettista d'interni e designer. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta il colore lascia posto alle sfumature monocromatiche del blu. Ha partecipato a numerose rassegne artistiche nazionali ed internazionali, collettive e personali, riscuotendo ampi consensi di pubblico e di critica e ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Hanno scritto di lei molti critici e storici d'arte e la sua attività è stata seguita da varie riviste d'arte del settore e testate giornalistiche locali e nazionali. E' intervenuta attivamente a dibattiti e congressi sul mondo dell' arte pittorica e ha promosso molteplici iniziative artistiche e culturali distinguendosi per l'apporto innovativo. Presidente dell'Associazione Artistico Culturale di Taranto: "Il Melograno", cura la realizzazione di rassegne pittoriche regionali e nazionali. Le sue opere sono custodite presso collezioni private e raccolte pubbliche in Italia e all'estero. Il cataloghi delle sue opere sono custoditi presso la biblioteca nazionale di Taranto.

"L’Artista del blu" Osservi le opere della Lisi e ti chiedi perché sono tutte vestite di blu. I colori sono la lingua segreta della natura, sono la luce, ma la scelta del blu è una condizione dell'anima che passa attraverso la storia e le tradizioni dell'uomo. Il blu greco è il colore della sofferenza: cyanos; il blu latino è candidus, coeruleus: bianco. Un tempo il pallore era considerato simbolo di bellezza e di benessere, proprio dei nobili, in opposi-zione al colore scuro abbronzante tipico dei lavoratori della terra. Il pallore evidenziava le vene blu e questo permise la dizione di sangue blu, nobile … Ma il blu è anche il colore dell'universo, dell'infinito e per questo il colore della natura. In psicologia il blu si contrappone al rosso e viene considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito, ma anche della malinconia, mentre, in informatica, rappresenta il blocco totale del sistema: Blue screen of death … Attraverso il blu Letizia esprime il suo lato interiore che non è scuro, ma blu luminoso per i molteplici fasci che riesce a sviluppare e diffondere in varie direzioni. (Prof. Angelo Scialpi)

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Omaggio a Letizia Lisi, instancabile Operatrice Culturale della Prof. Teresa Gentile Conoscere l'operatrice culturale e Artista Letizia Lisi, Presidente e Fondatrice della dinamicissima Associazione Artistico-Culturale “Il Melograno TA - Onlus”, è un' incredibile avventura dello Spirito, poiché la sua personalità, pur essendo discreta, sensibile e ben equilibrata, a contatto con l'arte e la poesia rivela un'essenza vulcanica, poliedrica, estrosa e fervidamente greca. Per Lei, sia l'espressione artistica che quella poetica costituiscono le manifestazioni evocative più sincere dello Spirito che, intimamente pervaso dall’emozione, si protende verso l’Infinito e, inebriandosi di sconvolgente solarità , si libera d'ogni maschera e dà vita ad un’emozione che vuole prepotentemente essere comunicata con poesie capaci di incastonare gli arpeggi del vento, tra le foglie argentee degli ulivi o lo sciabordio quieto delle onde contro gli scogli, oppure con dipinti tanto armoniosi da consentirci di tuffarci tra linee pregne di morbidissima armonia, solarità ed un azzurro mediterraneo che inebria, confonde comunica le sensazioni forti della passione, della giovinezza, dei tuffi in un blu che sconvolge, inebria, dona pace, suscita ricordi infiniti che ci portano il brivido di un volo improvviso di farfalle ubriache di sole verso lidi dove domina il mistero.. La poesia per Letizia è un reale atto d'amore, è espressione di una emozione che pervade le sillabe di una poesia ma anche i colori di una tela e, perciò, fa vibrare il cuore e l'animo dell'artista che non può non commuoversi, acquisendo la consapevolezza di compiere un atto poliedricamente creativo e perciò pregno di particolare armonia compositiva, in cui le figure e i versi creati non possono che disporsi e incominciare a vivere di vita propria. Le opere di Letizia sono innamorate del blu e dell'azzurro e tali colori le evidenziano in modo delicato, simile alle intessiture degli antichi cammei greci e romani o alle delicate trine, nella cui realizzazione le nostre antenate erano maestre. Ma Lei, alle sue creazioni d'arte, aggiunge un qualcosa di magico, simile agli argentei pleniluni d'agosto presso i nostri trulli, in un avvincente intreccio di realtà, mistero, sogno e vaghe visioni d'amore che, condensano messaggi di venerazione e rispetto nei confronti degli altri, del mare, della natura, della maestosità dell'infinito e della purezza primigenia dei sentimenti.

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Letizia Lisi La Pittrice dell’azzurro L’azzurro, un colorismo apparentemente monocromatico che nelle sue variegate sfumature esplicita le variazioni emozionali dell’Artista. Un narrato pittorico armonioso, di facile lettura, un’arte indimenticabile di indiscussa personalità, con uno stile ben definito. L’opera d’arte è l’Artista: non fare arte, ma “diventarla” attraverso la creatività, la tecnica e il cromatismo che, unitamente alla padronanza delle proporzioni e della prospettiva, rendono le “Pitture” di Letizia Lisi vere “Opere d’Arte”. Un’atmosfera tersa e brillante, una fine texure con la risultanza di una emozionante creatività propositiva che identifica un nuovo genere di pittura: “Stando nelle vicinanze dell’opera, ci siamo trovati improvvisamente in una dimensione diversa da quella in cui comunemente siamo”. (Martin Heidegger) Con l’eccellenza del suo cromatismo, l’azzurro, poetica della sua anima, si può integrare nel gruppo dei “Blauer Reiter”, fondato da Kandisky, mentre la sua pittura come lezione di serenità e sottesa “Joie de vivre” si discosta dal “Periodo blue” di Picasso, in cui l’azzurro rappresenta il mistero, il notturno, il dolente. Un percorso di maturità artistica e completezza che si esplicita in una vasta e feconda produzione in cui celebra il territorio con il suo mare, il cielo, la terra, ma anche rivisitando quei luoghi che fanno parte di un nostro passato storico da non dimenticare. Un “fil rouge” con Guccione nella realistica rappresentazione del colorismo del mare, quel mare che, come dice Italo Calvino, “… diventa di cobalto”. Nelle sue opere è sempre presente la Luna che, nell’immaginario, rappresenta la femminilità, l’emozione con il suo fascino onirico e con la poetica della sua “realtà irreale”, quella luna che lega le opere come grani di un rosario. Pennellate sinuose, avvolgenti, morbide, sembrano piegarsi all’emozionalità dell’Artista con un lirismo coinvolgente suffragato dal colorismo protagonista incontrastato che vivifica gli spazi e le tematiche. L’Artista attua una sfida con se stessa, mettendosi in gioco in una continua ricerca di perfezione ed innovazione: la pittura è il suo “alter ego”. Larghe pennellate simili ad “Onde d’Amore”, in un dipinto pregevole, “La Maternità”, in cui il dorato bizantino si coniuga con l’azzurro in una risultanza elegante e raffinata.

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Una suggestiva titolazione “Narrativa d’Autunno” in un “remember”, con una sottesa musicalità, quella di Vivaldi, nella rappresentazione di uno strumento musicale nascente dal tronco di un ulivo. In questo dipinto, notevoli per creatività sono le foglie: una cura meticolosa, un sottile ricamo, piccole pennellate, un’eloquenza formale con una preziosità che le rende simili alle tessere di un sofisticato mosaico, in un sottile “trait d’union” con Paul Signac.

Profondo studio della realtà, nel rispetto del colorismo naturale, nelle sue “Mimose”: un giallo vellutato, esaltato dall’azzurro dello sfondo, con l’uso sapiente della stessa pittura per evidenziare i fiori con un materico essenziale, pulito, espressivo. Un tocco magico, di profonda capacità creativa è dato dal “lucido” con cui l’Artista vuole esaltare i punti essenziali del dipinto: una ricerca accurata di un abile e mirato “effetto luce”. La seduzione dell’azzurro in un “racconto” emozionale in cui le parole sono sostituite dal cromatismo. N.D. Elisa Silvatici - Critica d’Arte.

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Volo in due Nel ricercar due ali nel gran cielo, io t’ho incontrata ed un turbamento mi prese, mentre solo un piccol velo tra l’ali nostre c’era nel gran vento. La vita a volte ha dei percorsi strani alla ricerca d’ali colorate, ma i voli del destino sono vani se l’ali giuste tu non hai trovate. Così la vita mia trovò due ali che ai giorni freddi danno calor pieno, finché l’azzurro Sole in antro cali. E voleremo insieme su pei cieli, scoprendo verità d’un mondo alieno che non a tutti è dato si riveli.

“Le ali del Poeta” Olio su tela di Letizia Lisi Versi di Mimmo Martinucci

Primavera Le timide violette prendon forma, come i pensieri al rifiorir del giorno, e fan ghirlanda al cielo coi colori che sfumano dal viola al giallo oro. I mandorli d’attorno sono in festa coi fiori a rivestire i rami nudi, le foglioline verdi han timidezza e ammirano i colori ed i profumi. Il pesco si riveste del suo rosa e lancia aromi caldi alla campagna come fa l’uomo a sua futura sposa. Il sole s’è vestito dell’azzurro per far contrasto al cielo ch’è turchese: si sveglia primavera in un sussurro.

“Primavera” - Olio su tela di Letizia Lisi Versi di Mimmo Martinucci 85


L’Arte di Letizia Lisi, l’Artista del blu del Dott. Mirko Battista Premessa L’arte è uno strumento di incredibile potenza e bellezza. Attraverso il proprio operato l’artista ha la possibilità di esprimere emozioni, sentimenti e stati d’animo. Così come avviene per la poesia l’arte ha un compito fondamentale:deve saper emozionare e trasmettere un messaggio. Solo partendo da questi assiomi si può comprendere a pieno il cammino artistico e la scelta stilistica di Letizia Lisi. Un’opera d’arte contemporanea per definirsi tale ha bisogno di alcuni importanti elementi come la creatività e l’innovazione. Il ruolo fondamentale dell’arte contemporanea è comunicare. Al giorno d’oggi non si tratta più di una questione di sola tecnica, quel che conta è lo spirito che c’è dietro, il coraggio di mostrarsi, il messaggio che viene trasmesso nell’osservatore. Correnti un tempo d’avanguardia come l’impressionismo, il futurismo, il cubismo sono oggi capite anche dai profani ma quando nacquero lasciarono perplessi gli addetti ai lavori che, abituati a canoni più tradizionali, non ne comprendevano l’essenza. Sia chiaro che con queste parole si vuole far cogliere al lettore come alcuni canoni classici dell’arte, benché di più facile lettura, talvolta risultino anacronistici e siano stati superati da più di cento anni. E’ noto che molti artisti, tra ottocento e novecento, colsero come la fotografia artistica poteva rappresentare lo strumento migliore per rappresentare la realtà e che ricopiarne ogni particolare in maniera minuziosa su tela non avrebbe mai consentito loro di eguagliare la fotografia. Picasso considerava la fotografia come un nuovo ed importante mezzo da integrare con la pittura, al fine di rappresentare la realtà. Partendo da queste considerazioni molti artisti cominciarono a seguire percorsi innovativi e sperimentali dove la creatività prevalse sulle abituali rappresentazioni della realtà. Rifacendosi a queste osservazioni dei grandi dell’arte ed in seguito ad un preciso e ponderato studio nasce la vena stilistica che, come un “filo blu”, segue tutta l’opera di Letizia Lisi. La Monocromia La prima domanda che si pone chi osserva le opere di Letizia Lisi è sul perché della scelta monocromatica. Ai non addetti ai lavori, limitare la paletta dei colori e lo spettro dell’iride ai suoi colori più freddi (blu, indaco e violetto) può sembrare una scelta limitante o transitoria di una fase in cui il cromatismo prevarrà. Chi sostiene che l’utilizzo di un colore semplifichi l’operato, poiché non richiede l’accostamento di varie tonalità, palesa una certa impreparazione e la necessità di riesaminare alcuni nodi epocali della storia dell’arte contemporanea. Si commette infatti un errore di fondo. La monocromia non è, in molti casi (e questo è il caso della Lisi), il punto di partenza, ma di arrivo. La Pittura monocroma, che percorre trasversalmente molte correnti del '900 e della pittura contemporanea, realizza un annullamento della opposizione sfondofigura: l'integrità segnica della figura è fatta scomparire a

favore dello sfondo, che diventa perciò la parte prevalente dell’opera d'arte. Andando oltre questa forma estrema di monocromia (la pittura di Klein o di Castellani) che vede l’annullamento della figura, si è assistito al raggiungimento di forme più bilanciate. In questo senso, la pittura monocroma ha, come caratteristica principale, la tendenza alla semplicità e linearità delle forme che si traduce in un quadro in cui il colore inghiotte la figura e dove si risolve il conflitto tra immagine ed astrazione, tra opera e idea, tra visibile ed invisibile, tra tangibile ed intangibile. E’ in questa categoria di opere che rientrano i lavori della Lisi.

Il Blu Non mi dilungherò sul perché della scelta di questo colore rispetto ad altri, ma semmai sulla diffusione di questo colore nel mondo dell’arte. Non credo di sorprendere nessuno parlando del periodo blu di Picasso o del blu di Kandisky e dell'effetto psichico dello stesso . Ma in tanti nel ‘900 hanno fatto prevalere nella propria paletta dei colori il blu e non solo nel mondo dell’arte. Per il regista Kieslowsky il blu è una musica di sottofondo e per Goethe l’azzurro è freddo e maschio. Sarebbe utile citare tutti gli impressionisti, poiché le critiche dell’epoca li definirono “afflitti da indaco mania”, tanto il blu prevaleva su tutti gli altri colori.Tra tutti prevale, però, Yves Klein con la sua proclamazione dell’epoca del blu e la creazione di una tonalità (l’IKB, su cui vi è un brevetto internazionale). Klein, grazie al suo blu, ci fa capire la luminosità spettacolare che questo colore possiede e lo rende unico e raro come un prezioso cimelio che emerge dagli abissi o dalle distanze siderali. Senza dilungarmi troppo per descrivere l’effetto del blu, basta pensare a questo breve aneddoto. Un medico di Dresda racconta di un suo paziente, da lui definito uomo "dalle doti spirituali non comuni", che sentiva sempre e immancabilmente come "blu" il sapore di una determinata salsa, ossia che la percepiva come colore blu. Si parla, in questo caso, della percezione acustica dei colori e della capacità di questo colore di intaccare sfere sensoriale che vanno al di là della vista. Ecco cosa accade guardando i quadri della Lisi: il sapore del blu ci impasta dolcemente la bocca e le narici si inebriano delle tonalità del cielo, mentre un turbinio di emozioni si scatenano nella mente.

Il tratto e lo stile Osservando le opere della Lisi ci si interroga sul tratto. Una visione classica dell’arte vorrebbe un tratto ben delineato volto a rimarcare i confini delle immagini nello spazio. Il superamento di questa visione avviene in molti artisti, fin dalla fine dell’800. Matisse è uno degli artefici di questa rottura. Morau, maestro di Matisse, gli disse un giorno: “Caro Henri.. lei semplificherà la pittura!”. Fu profetico. Matisse parte dall’impressionismo e se ne libe-

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ra. Lui non vuole imitare la natura. Lui vuole esprimere ciò che vede, rielaborandolo per mezzo della materia pittorica. Si pensi a ciò osservando l’opera “il nudo rosa”. Sembrerebbe quasi un disegno infantile. Un esempio, ancora più evidente, è nell’opera “La danza”. Pochi colori e puri, tratti stilizzati ed uno strano senso di profondità; sembrerebbe quasi un’opera improvvisata, realizzata in poco tempo. Ad alcuni occhi inesperti abituati ai canoni tradizionali potrebbe sembrare fin troppo semplicistico. Di questo quadro bisogna ammirare la composizione e lo slancio vitale, l’eterno movimento. Le figure non sono rappresentazione figurativa e realistica della realtà, ma rappresentano una forma d’arte suprema, poiché ognuna di esse dispone di una posizione relazionata a quella degli altri, secondo un rapporto calcolato che coinvolge l’intero quadro e lo spettatore. L’occhio pigro ed impreparato, non sapendo che si parla di Matisse, parlerebbe di dilettantismo e di realizzazione frettolosa. L’occhio del critico e dell’amante dell’arte riconosce invece queste mirabili qualità. Questa lunga premessa, che ha scomodato Matisse, serve a comprendere meglio la pittura ed il tratto della Lisi. Anche in questo caso non si vuole fare paragoni con nomi eccellenti; sarebbe assolutamente sbagliato ed immodesto. Si vuole semmai far comprendere cosa si nasconde dietro il processo creativo dell’artista ed è indubbio che la storia dell’arte è il miglior strumento di apprendimento dell’arte stessa. La scelta stilistica della Lisi è personale ed è estremamente precisa e ponderata. Non nasce dall’estro di un momento, ma da un’attenta meditazione e riflessione che, come un fiume in piena, viene riversata sulla tela. Dietro i paesaggi, ad esempio, si nasconde uno studio calcolato ed attento fatto di proporzioni e simbolismi. Lungi dall’artista è il voler rappresentare la realtà esattamente così come è. Per questo, nessuno me ne voglia, ma l’arte ideata da Niepce (la fotografia) è impareggiabile. L’osservatore dell’opera della Lisi deve andare oltre i facili vedutismi e deve cogliere la formale semplificazione. La Lisi non è una pittrice astratta, nell’eccezione comune del termine, poiché nelle sue forme è sempre riconoscibile uno spunto tratto dalla natura. Ma forse lo è più di molti altri, nel senso profondo, poiché la sua pittura non è mai strumento di rappresentazione del mondo esterno, ma di espressione del mondo interno.

Segno distintivo e comprensione La scelta di questa tematica è stata effettuata con la speranza di suscitare uno spunto di riflessione in coloro che leggono. L’importanza di un’artista risiede anche nella personalità del suo stile e nella sua riconoscibilità. Osservate le opere della Lisi con attenzione e scoprirete che non vi rievocano opere di altri artisti. Il tratto, l’utilizzo del colore, le scelte stilistiche sono uniche e peculiari. Un Lisi lo riconoscereste tra mille, poiché ha una propria carta d’identità, un passato, un presente ed un futuro. Provate ad andare ad una rassegna pittorica in cui partecipa la Lisi. Non avrete dubbi nel riconoscere i suoi quadri

tra centinaia. Naturalmente non è detto che le opere della Lisi provochino in tutti le stesse emozioni, né che tutti riescano ad apprezzarle a pieno. Questo è, infatti, il prezzo da pagare quando si cercano strade nuove mai battute da nessuno in precedenza. L’opera della Lisi è impegnativa, poiché la comprensione della stessa richiede un approccio riflessivo ed emozionale, nonché una grande sensibilità artistica. E’ facile ammirare un ritratto identico al volto originale o la riproduzione di un paesaggio che ricalca stili e gusti già visti. Credo di essere banale nell’affermare che molti artisti non vennero compresi, poiché troppo difficili o avanguardisti per l’epoca. Di Van Gogh si diceva che la sua arte era poco espressiva, a causa di un disegno pesante e materiale e del colore assai sporco e scuro e senza vitalità. Sappiamo bene come sia cambiato il giudizio sui suoi quadri oggigiorno, ma si tratta di episodi diffusi nel mondo della cultura e dell’arte. Il 7 maggio del 1824 si tenne un concerto epocale a Vienna. Il giorno dopo i giornali scrissero: Eleganza purezza e misura che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo ed affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Si tratta di una evidente stroncatura giornalistica che, andando avanti nell’articolo, non lasciava spazio ad alcun dubbio. Questo è quello che la critica scrisse di Beethoven, quando presentò la Nona (per i non amanti della musica classica si tratta della sinfonia che contiene l’inno alla gioia che (spero) tutti conoscano). Questi piccoli aneddoti servono per dire che, spesso, la vera arte ci richiede uno sforzo comprensivo non indifferente. Non sempre siamo pronti alla comprensione o non sempre ne abbiamo gli strumenti. Non è facile omologare ciò che non si conosce o non si comprende a pieno. Con ciò non si vuole sostenere, in maniera incondizionata, il valore delle opere dell’artista (pur essendone pienamente convinti), ma si spera di aver fornito all’osservatore gli strumenti per relazionarsi con spirito critico e con occhio attento. Spero che nessuno legga nei paragoni con i grandi dell’arte (oggettivamente inarrivabili) nulla di più se non lo strumento per spiegare alcuni concetti che, altrimenti, senza le dovute esemplificazioni, sarebbero rimasti astratti ed anonimi. Non si veda, quindi, né immodestia, né superbia, ma la scelta di un cammino volto a fornire le chiavi di lettura dell’opera della Lisi che, altrimenti, sarebbe stato troppo impervio per essere affrontato. La scelta di voler semplificare alcuni discorsi è stata fatta inoltre con l’intento di fornire uno strumento utile a tutti e non un trattato di storia dell’arte. Le elucubrazioni ricche di aforismi e neologismi ed intrise di tecnicismi le lascio a chi è in possesso di competenze più specifiche e a chi vuole fare dell’arte un bene fruibile da un’elite ristretta, tradendone le origini popolari. Ora che sono stati forniti gli strumenti di lettura delle opere, non vi resta che scoprire l’arte di Letizia Lisi, l’artista del blu.

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Emozioni di Primavera Luce abbagliante di dorati tetti avvolge di mistero questa terra che si insinua tra alture e valli mentre cerca il mare la cui schiuma va a baciare le sue dolci dune. Se chiudi gli occhi odori d’alghe e di salsedine stordiscono i tuoi sensi e il canto di cicale culla mentre ti lasci emozionare sotto un cielo azzurro dove sorride il sole. Come piramidi si elevano da vallata fertile i trulli magici che narrano di un passato antico che come miraggio appare al limite dell’orizzonte per poi perdersi tra le nebbie crescenti del presente. I rami dell’amico ulivo, come braccia protese al cielo, bisbigliano preghiere di ringraziamento per la ricchezza che il Cielo ha elargito a questa terra nostra e fremono in luccichii le foglie di emozione schiave. La fioritura di melograni e peschi addolcisce il paesaggio che di pietre consunte e di cemento ora è albergo e la fragranza della primavera in uno spazio di luce soporifera si spande seducente e par d’essere in un sogno e un senso di pacatezza ti pervade come ritrovata nenia di madre. Versi di Maria Anita Acciarini - Manita

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L’Ulivo, immagine ricorrente nei dipinti della Lisi “L'albero dell'ulivo, in questo dipinto di Letizia Lisi, ci pone in contatto diretto con la forza vitale dell'universo. I suoi rami si protendono strenuamente al cielo, ebbri di nuova vita, e le radici sono abbarbicate tenacemente nella terra per trarre linfa vitale dal passato e dai Valori. Simboleggia la dimensione del fare, del lottare quotidiano per raggiungere un obiettivo. I colori dell'arcobaleno si profilano all'orizzonte e rappresentano l'energia universale che ci sollecita a guardarci intorno con occhi diversi, capaci di cogliere i colori della speranza, del talento, dell'umanità, dell'armonia, della tenacia, dell'amicizia e, soprattutto, dell'amore. Questo dipinto ci invita a divenir simili all'ulivo, recuperando in noi stessi la capacità di risorgere, ricaricandoci d'energia positiva, d'armonia e bellezza ed acuendo la nostra forza di volontà e, quindi, le nostre energie interiori, per delineare sempre nuovi obiettivi e cantare ogni giorno il nostro inno più bello alla vita.” (Prof. Teresa Gentile)

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Taranto: “Sole, cielo, mare e gli Ori della Magna Grecia� Olio su tela di Letizia Lisi 90


Costantina Costantina Loscoc Loscocco Costantina Loscocco è nata a Trinitapoli il 23 luglio 1943. Stilista di moda e Presidente dell’Associazione culturale “AD MAIORA”. Organizzatrice di eventi storici e culturali come la Mostra Internazionale di Arte Figurativa Contemporanea. Presidente del Premio Letterario Nazionale “Massimo D’Azeglio” e “Graziella Mansi”, in onore della bambina uccisa a Castel del Monte. Si unisce al movimento artistico letterario POESIPITTURA e ne diviene membro importante, tanto da inserire nei suoi premi la sezione di Poesipittura.

Sotto: Castello Svevo, Barletta (BA) Premio Letterario Nazionale "Massimo D'Azeglio". Nella città della disfida, il poeta Antonio Bicchierri viene premiato nella Sala rossa del Castello Svevo con il terzo posto.

La Presidente del premio e dell'Associazione "Ad Maiora" prof. Costantina Loscocco, insieme con una componente della giuria, consegnano il premio all'autore.

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Nilde Mastrosimo Mastrosimone de Troyli Parlare di se stessi, spiegare il proprio lavoro, che si intreccia con la vita e la carne stessa del proprio corpo, non è semplice. Se si aggiunge il fatto che andrebbe scritta in terza persona per dare quella sorta di distacco, allora, lo confesso, non fa per me. Mi presento subito: sono un'artista multimediale; questo cosa significa? Semplicemente adoro utilizzare tutti gli strumenti antichi e contemporanei che la società ci mette a disposizione. Quando è nata la mia passione? Sono una figlia d'arte, quindi sono nata tra i pennelli e i libri di storia dell'arte, a 9 mesi parlavo e camminavo, a 2 anni leggevo e scrivevo. Questa innata capacità, o fortuna , mi ha dato la possibilità di osservare il lavoro giornaliero di un'artista, mia madre, di riprodurlo, senza mai chiederle aiuto; sono troppo indipendente e orgogliosa, lo riconosco! Non ho mai smesso di vivere e pensare all'arte: per me è come mangiare, dormire, è un bisogno primario. Dopo gli studi superiori di indirizzo scientifico, mi sono trasferita a Firenze. Ho superato l'esame d'ingresso per l'Accademia delle Belle Arti a pieni voti. Nel novembre 1991 ho avuto la mia prima lezione di Pittura presso la scuola del professore Giovannelli. Da quel giorno mi sono sentita come se tutti i pori della pelle assorbissero gli odori dei solventi, dei colori. Dopo due anni ho deciso di cambiare scuola di pittura e fare richiesta per entrare in quella del professore Ulivi, molto più aperto anche alle nuove dinamiche artistiche. Tra i miei professori voglio ricordare, perché è un piacere più che un vanto,: - Fotografia: professore Claudio Marra - Storia del teatro e del cinema: Mancini - direttore della fotografia di Michelangelo Antonioni. - Pedagogia: Adriano Sofri - Storia dell'Arte: prof. Bernardi. - Anatomia Artistica: prof. Ricci - Pittura: prof. Giorgio Ulivi. Dopo l'Accademia delle Belle Arti, ho lavorato come illustratrice ed ho conseguito un Master in grafica - design- editing video. Nel 2000 una nuova svolta: entro nello staff della Creative Image Entertainment, con sede a Firenze e Los Angeles. Inizio una nuova avventura con nuovi linguaggi da scoprire. Il cinema entra nella mia vita. Dopo 7 anni mi licenzio dalla Creative Image; quando quello faccio diventa una routine, solitamente faccio le valige e scappo. Come in un viaggio spaziale, vengo catapultata in un'altra dimensione, sempre creativa, ma questa volta nella moda. Collaboro con il marchio Amo Romeo, della stilista coreana Soo Youn Kim, senza abbandonare la pittura o la fotografia, semplicemente applicandola al tessuto, alle linee degli abiti, occupandomi di ideare delle stampe a numero limitato. Nel frattempo continuo con le esposizioni. Il tema è sempre lo stesso, il corpo, la donna, l'identità, la malattia, la mercificazione del corpo, i sinonimi e gli opposti. Da anni ho abbandonato anche la moda e sono tornata ad essere quella che, in modo compulsivo, produce e impara, in modo ossessivo, nell'eterna lotta contro il tempo. Sono notoriamente conosciuta per il mio pessimo carattere, perché amo la verità a qualsiasi costo. Le mie opere continueranno a parlare al posto mio. Per allietare questo estenuante saltare da un posto all'altro, elenco alcune tappe del mio C.V. (Titoli ed Esposizioni): - Laurea In pittura – Accademia delle Belle Arti – Firenze 1997 - Master in grafica pubblicitaria – editing video – Firenze

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- Collettiva “ Giovani Artisti” Policoro (MT), Luglio 1995 - “Prima Parete” Milano, 1996 - “Premio G. Casorati”, Torino 1997 - “Dall’Accademia alla città”, colletiva giovani artisti, Galleria Molinella, Faenza, Novembre 1997 - Premio Arte Donna – Castiglioncello (LI), Marzo 1998 - Concorso Nazionale Fotografico, “Il Lavoro Minorile”, Associazione ANMIL, 1998 – mostra itinerante. - Premio della critica “ S. Giorgio” , Pistoia PT), Ottobre 1998. - Graphic Designer presso Creative Image Entertainment, Fandango, Medusa,Cecchi Gori, General Video, Play boy - Associazione culturale Metamedia di Prato, nel quadro delle manifestazioni di Prato ’99 - Rassegna del Fumetto e del Fantastico, indice il VIII Premio "Pierlambicchi" - Concorso nazionale per Giovani Autori di Fumetti e il IV Premio "Giovani Illustratori" . - Mostra Fotografica – itinerante per l’Italia – Lo sfruttamento e il lavoro minorile - Personale “ Dolls in love” 48 r Firenze - Collettiva CMYK - Padova - 01! Digital Art Expo – collettiva arte digitale – Recanati (MC) - Mostra Fotografica internaziole – Seul – Corea del sud - AlfaniUnderground – proiezione video “ Miss Corea” – Firenze - Proiezione video “ Find me “ presso La Brac – Firenze - Mostra “ …e in Italia si balla” con la scultrice Clarice Plana – Artsenal – Firenze - “ Contemporanea – mente” Momentanea fuga di Cervelli dalla città – Fiera – Rassegna – Expo di creativi contemporanei, 24 – 27, giugno 2010, ex Chiesa di S.Carlo dei Barnabiti – Firenze - Pubblicazione “ Life People” - Maggio 2010 – Pubblicazione su “ Sette per uno” 4 scatti fotografici Stop-E – Motion, Maggio 2010 - Proiezione video “Nature’s Beat” Muv and digital art festival – presso la Casa della Creatività – Firenze - 2010 - Comparsa nel video di presentazione di Drusilla Foer - Firenze 2011 - Alterazioni visive- Associazione Artq e la Galleria d'arte Mondo Bizzarro, in mostra con il video FIND ME - Luglio Agosto 2011 - Castello Aldobrandesco, Arcidosso (GR) - Evento "Female Jame - Back to the Roots" - Ottobre 2011, Genova. - Performance con Martina Carrai con Rock Star Gianna Nannini - ottobre 2011, Siena. - Fotografa per Huma Show Entertainment – dir. artistica - Lucca Comix - Ti - Tattoo (Lugano) - Florence Tattoo Convention. - Live Performance - Mostra fotografica - Movo Café - dal 6 al 30 luglio 2012 - Policoro (MT). - Proiezione video " FIND ME" presso il Circolo degli Artisti , Roma - 9 Settembre 2012. - Mostra fotografica " Sinonimi e Contrari" presso Florence Tattoo Convention, Novembre 2012. - Associazione IL MELOGRANO ART TARANTO - Premio Castello Spagnolo - 2013 il 9 marzo - Taranto - Prima classificata sezione fotografia - CONCORSO ONLINE 2013 - Pasqua Tempo di Riflessione--promosso da Associazione IL MELOGRANO ART TARANTO - con il Patrocinio del Comune di Taranto Assessorato alla Cultura.Federico II Eventi - Xchange2013 artisti italiani in Croazia – Performance " La Stanza Vuota” - proiezione video “Find Me”- Istallazione fotografica. Castello - Museo Civico Etnografico, 8 Aprile 2013 - Pazin - Croazia. - Performance - Art Gallery DLS , 9 Aprile 2013 Pazin - Croazia

RECAPITI per l’Artista Nilde Mastrosimone email: nilde.mastrosimone@gmail.com cell: +39 338 2204346 BLOG: http://stopmakesense.wordpress.com/ VIDEO: http://vimeo.com/user3615815 FOTO: www.flickr.com/photos/nildemastrosimone/ “Parlare dell’Artista Nilde Mastrosimone de Troyli non è difficile. E’ quasi impossibile … inquadrarla in schemi o correnti ben definiti. La Mastrosimome è un’Artista eclettica e di una creatività sconvolgente. Lei va dal teatro dell’arte, alla fotografia artistica, alla pittura, al decoupage, in modo pressoché naturale. Odia i luoghi comuni e, nella sua dissacrazione del banale, va alla ricerca del nuovo che non c’è, rifuggendo dal conformismo dilagante. Questo suo modo di essere non la priva di una femminilità interessante, propria dell’Artista creativa”. (Mimmo Martinucci) 93


“La Stanza Vuota” - Performance al Castello di Pazin, in Croazia - Aprile 2013 “La Stanza Vuota” è il luogo dove si racchiude il dolore, quello più intenso, dove tutto ha inizio .... Il ricordo della violenza subita da bambina, riemerge. Questa volta all’interno del corpo di una donna, la pelle diventa un vestito troppo stretto … lo spazio si dilata all’infinito! La luce bianca accecante … il taglio della pelle diventa l’unico modo per far tacere quella voce silenziosa, che ti toglie il respiro!… Il progetto la “ Stanza Vuota” è composto da una performance, un’istallazione video “Find Me”, quattro fotografie 70 x 100. Il tema è sulla pedofilia, la violenza sulle donne, il percorso psichiatrico delle vittime che hanno subito violenza. E’ un urlo di aiuto e protesta, perché queste storie silenziose, sono numerose e tutti noi ci ricordiamo di queste … soltanto quando la vittima muore. Il dolore diventa una sorta di spettacolo mediatico che annulla l’identità delle vittime. Tartassati da ogni tipo di media, la gente ascolta curiosa i racconti come se fossero dei libri gialli, dimenticando la realtà fisica del problema. Allontanandolo dalla propria sfera, convita di essere immune ad una tale fine. Cosa fanno le autorità? Nelle scuole, ai bambini ed ai genitori viene spiegato come reagire davanti a possibili comportamenti che facciano pensare a degli abusi? Morte 124 donne in un solo anno in Italia: numeri ? Chi erano, cosa pensavano, cosa provavano ? Non interessa a nessuno … tranne risolvere il giallo, giocando come Miss Marple. Come donna sono delusa a volte anche impaurita, perché non avrei mai pensato che ancora oggi, mi sarei ritrovata a discutere di questi argomenti. (Nilde Mastrosimone)

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“Opera in corso di elaborazione� Arte nascente Tecnica mista su tela cm 150 x 100 95


Pur se t’avvampa Non far che la passione ti prenda e ti travolga sino in fondo, diversamente bruci i tempi dell’amore che di carezze lente s’alimenta e che, di tenerezze, la mente tua tormenta. Pur se t’avvampa a volte quel furore che ti riscalda a fuoco, rallenta e cerca solo quei brividi leggeri che dalla nuca scorrono tra ripide colline ed ampie valli, donandoti sorgenti d’emozioni vere. Cupido sfiora appena la tua pelle e sogni e brami chi vorresti accanto e solo allor si sente la melodia d’un arcano canto che l’estasi ti dona lentamente. Fotografia da studio di Nilde Mastrosimone Versi di Mimmo Martinucci

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Caterina Palmisano Caterina Palmisano, pittrice pugliese nata a Cisternino nella meravigliosa Valle d’Itria, usa la matita e i pennelli fin da bambina, apprende l’arte frequentando per anni studi di pittori che più la coinvolgono come Giancarlo Scarfino di Taranto, Lino Piccoli maestro veneziano, Filippo Cacace di Bari. Fa sue e reinterpreta tecniche diverse sulla tela, si ispira a tematiche diverse: ritratti, paesaggi, nature morte ecc. A tutt’oggi continua a dipingere ed esporre in diverse manifestazioni. "Delicatezza e sogno, melodia e ricordo, affiorano lievi sulle tele della Palmisano Pittrice. Scelte cromatiche mini: maliste...si accostano a sentimenti ben più vasti, dominati dall'amore per i luoghoi che, in fondo, raffigurazioni pensieri raminghi che finalmente trovano dimora sulla faccia intrica di una tela...." (Dino Turco - Critico d’Arte)

“Ultima Cena” 97


“Natura morta�

Caterina Palmisano al lavoro

Castello Spagnolo (TA) Caterina Palmisano premiata dalla Dott. Letizia Lisi e dalla Prof. Antonella Messinese (seduta) 98


Aclena Panzet anzetta Aclena Panzetta nasce a Taranto nel 1957. Di formazione artistica, ha conseguito il Diploma presso il Liceo Artistico Lisippo in Taranto. La sua preparazione e la sua innata passione, chiaramente visibili nelle sue opere, hanno determinato un grande consenso di pubblico e di critica. Le sue opere sono presenti presso collezioni private in tutta Italia, avendo avuto l’Artista, possibilità di viaggiare e partecipare a vari eventi culturali e Mostre collettive e personali. La Musica, altra sua Passione, coltivata al Liceo Musicale Paisiello di Taranto, le dà la possibilità di spaziare. Il pianoforte è presente nel suo studio d’arte e la musica è sua fonte di ispirazione. La passione per tutti gli autori le hanno dato l’opportunità di sviluppare progetti artistici nuovi. Nella sua arte il dorato caratterizza molti fondi e molti soggetti delle sue opere. (LELIART)

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“Donna e Madre” - Trittico di Aclena Panzetta - Versi di Mimmo Martinucci

A Te, Donna ! Donna, tu Tempio della vita, altra metà del cielo che fu data all’uomo per dare un senso al suo percorso, in questa umana dimensione. In nome d’ogni uomo, a te m’inchino e chiedo il tuo perdono. C’è chi ti sfiora lieve e t’accarezza, c’è chi ti bacia con trasporto e amore, c’è chi purtroppo a volte, con asprezza, tratta e maltratta il corpo tuo flessuoso, c’è chi profana la tua sacralità. Tu che sei Donna e Madre, ma pure amante e amica, nei miei momenti tristi, sei fiore della vita e la tua forma aulente consacra il tempio eterno di questa umanità dolente. 100


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Maria Pia Putignano L’eclettica artista Maria Pia Putignano nasce il 29 febbraio, anno bisestile, a Taranto, dove vive e lavora, dedicandosi da piccola al disegno ed alla personalizzazione della Pirografia che da sempre l’ha appassionata, insieme all’arte di creare e sperimentare nuovi effetti cromatici del suo amato Mare di Puglia. Detta anche “Matita di Fuoco”, per la tecnica della PIROGRAFIA che usa per le sue opere. Oggi sono più di centocinquanta i suoi lavori,che, in tutta Italia espone,con successo di pubblico ed interesse di critica. “IL MARE IN CALDE PIROGRAFIE”è il titolo delle sue esposizioni. Nel laboratorio d’arte applica la PIROGRAFOTERAPYA, che insegna durante le sue numerose esposizioni nelle scuole della Puglia. Scrivono dell'artista: …“Il MARE è l’elemento che la travolge, nelle sue onde traspare la sua forza interiore e l’amore per la VITA”. Maria Pia Putignano affidandosi alla preferenza complessa e innovativa della predominanza pirografica, ne deduce una personale attualizzazione e una trasfigurazione della realtà che si trasfigura in recupero della memoria, della evocazione, ripercorse sul Filo dolce del ricordo e della appartenenza all’ambiente del proprio amato “domicilio artistico”. (Critico d’arte Cav. G. Amodio – TA) Maria Pia Putignano, passeggiando sulla spiaggia, trova frammenti consunti una volta vivi: “il ramo modellato dal mare nella sua lunga traversata, iniziata chissà quando, chissà dove, è approdato per farsi ARTE”, quando viene introdotto dall’artista nella sua opera, disegnato direttamente com’è …” (Critico d’arte Prof. V. Laruccia -TA) “Il peso a volte dell’anima impedisce di sentirsi rinnovati e il MARE, l’ACQUA BLU, nelle opere di Maria Pia Putignano, diventano armonia e un motivo di confronto, con termini profondamente opposti alle piccole cose inutili: il respiro dell’immensità, la fragilità e l’essenza, la transitorietà e l’eterno ….” (Critico d’arte Dr.ssa C. Zucchi – Milano)

L’Ulivo volante Ultimo saluto a quel grande ULIVO secolare, era stato piantato lì, quasi vicino al mare, proprio nella mia terra natia ed era per me segno di pace e d’amore.

E’ un addio che mi strazia il cuore, è uno sradicamento completo; le sue radici sono ignude e cercano pudiche un rifugio. Ora VOLA VIA lontano, lontano, chissà dove sarà portato chissà dove sarà ripiantato.

Dovrà fare bella mostra della sua chioma argentea, mentre dal suo tronco contorto, usciranno lacrime di solitudine. Sarà solo, non sentirà più il caldo sole del SUD che lo abbraccia, non ospiterà più i suoi amici uccellini che cinguettano, non avvertirà più il sapore della salsedine marina sulle sue verdi foglie che lo hanno fatto crescere bene e così bello, ma così bello che è stato scelto tra tutti i suoi amici ULIVI. Versi di Maria Pia PUTIGNANO

“L'ulivo volante” - Pirografia - Acrilico - 90 x 85 cm 102


Fronde Il tempo si è fermato sotto le fronde resto a guardare l’abbagliante luccichio di questo mare che mi porta lontano coi pensieri e con il cuore. Ho un dolce senso di tranquillità profonda che mi fa pensare a lidi lontani che vorrei conoscere, visitare. Godendo di questi momenti incantevoli di serenità, vorrei tanto poter assaporare con pienezza quell’amore che ho dentro che mi avvolge e mi rapisce. Versi di Maria Pia Putignano - “Fronde” - Pirografia e acrilico - 90 x 70 cm

Il segreto di un mare agitato Qual è il segreto di questo caldo mare blu che bagna il mio corpo ed avvolge la mia anima … ? Abbandono i miei sensi e mi sento cullare dolcemente.

Mi inebria quella lievissima onda che mi schizza sul viso. Sono ad occhi chiusi e lascio che la mia mente vada lontano, verso nuovi lidi, verso nuove spiagge incontaminate, per poter vivere una vita nuova, priva di ipocrisie, di falsità, di avidità smisurate. Vorrei poter andare lontano da tutti questi grandi e potenti poteri, da tutti questi enormi interessi economici che ci circondano e che ci stanno distruggendo come esseri umani e che stanno annientando non solo la nostra Terra di Puglia ma il Pianeta.

Versi di Maria Pia PUTIGNANO “Mare agitato” Pirografia e acrilico 60 x 50 cm 103


Lucia Riso LUCIA RISO, pittrice autodidatta salentina, nasce il 22 Aprile 1973 a Corsano, in Puglia dove tuttora vive ed opera. Da sempre innamorata della pittura e dei colori, inizia col dipingere su stoffa, in giovane età acquisendo dimestichezza col pennello. Conseguito il diploma di ragioniera e, successivamente, quello di infermiera, svolge la sua professione nell'ambito dell'assistenza domiciliare integrata sul territorio. E' proprio durante il suo lavoro che, nel 2000, conosce il maestro Luigi De Giovanni, ne diviene allieva e comincia a dipingere "en plein air" su tela prediligendo la tecnica ad olio. Affascinata dalla bellezza della natura cerca di entrare in contatto con essa attraverso i colori che diventano sempre più vivi e luminosi. Tra il 2002 e il 2005 partecipa a collettive di pittura a Specchia, Corsano, Andrano e Tricase. Ne segue un periodo di allontanamento dalla pittura per alcuni anni, periodo in cui cresce sempre di più in Lucia Riso il desiderio di abbandonare il lavoro di infermiera e dedicarsi totalmente alla pittura, l'unica che riesce a donarle quel senso di pace e serenità che tanto ricerca. Dal 2008 si dedica allo studio della luce e dei suoi effetti sui colori, sperimenta materiali e tecniche diverse, studia il nudo maschile e femminile... Nel marzo del 2012 espone presso il caffè Santa Lucia in Tricase. A luglio dello stesso anno realizza la sua prima personale "I COLORI DELL'ANIMA" presso i locali della ProLoco di Corsano. Nell'agosto espone al Palazzo Legari di Alessano. Nel 2013 mostra permanente presso la Pasticceria Arte & Delizie di Gagliano del Capo. Nel marzo 2013 ha partecipato alla mostra "LE MAESTRE DEL COLORE E I CAVALIERI DELL'ARTE- VIII EDIZIONE- LA DONNA ED IL TERRITORIO - Premio Castello Spagnolo, STATTE (TA) a cura de Il Melograno Art TA.

“I COLORI DELL’ANIMA” Il colore, per definizione fisica, è una “percezione visiva determinata dalle caratteristiche delle onde elettromagnetiche riflesse dai corpi”. Per Lucia Riso i colori sono l’espressione dell’anima e la luce la forza penetrante in grado di tradurli sulla tela. E’ l’anima che percepisce la bellezza presente in natura e la pittura una pratica per instaurare un dialogo con essa. La pittura di Lucia Riso non è quindi solamente un mezzo per rappresentare la natura, ma un metodo per entrare in contatto con essa, per stabilire un rapporto panteistico in cui il pittore sente di essere 104


una parte di tutto ciò che lo circonda. In questo processo di fusione con la natura e la sua bellezza intrinseca, la pittrice ricerca e trae quel senso di pace e serenità che, in maniera così felice, si percepisce nelle sue opere, straripanti di colori e luce. I paesaggi, così come le composizioni floreali, soggetti prevalenti dei suoi quadri, emanano una forza liquida che si palesa e pervade lo spettatore, avvolgendolo con una tavolozza infinita di colori e luminescenze. E’ davvero rara ed apprezzabile la positiva convivenza sulla tela di tinte così forti e colori saturi con tutta la serie dei pastelli, sfumati fino all’evanescenza. Nelle opere di Lucia Riso si fondono la forza e la dolcezza, i colori forti e le mezze tinte, le luci e le ombre, in un racconto comunque sempre pacato e coinvolgente. Lucia Riso vive ed opera a Corsano (Lecce), nella penisola salentina, dove svolge la sua attività pittorica da oltre dieci anni, privilegiando la tecnica “en plein air”, in ossequio ai grandi maestri impressionisti che lei stessa predilige. Il sole, il mare, la luce della sua terra sono inequivocabilmente presenti nelle sue opere e costituiscono un vero e proprio dizionario di emozioni in grado di arrivare direttamente al cuore di chi le osserva. (Davide Gobbi)

Titolo dell’opera: “MALINCONIA D'AUTUNNO” Spoglia la composizione e ricca dei colori dell'autunno, tenuti fermi da una base di viola, come la malinconia che non li fa emergere. I gialli della solarità spingono verso l'alto, verso l'azzurro del cielo, verso la libertà, ma sono ancora ancorati al verde della speranza, senza lasciarsi veramente andare. I rossi delle passioni sono invece bloccati dalla base di un viola spento, ogni tanto reso vivo da qualche pennellata di rossi e gialli sbiaditi dal bianco ... L'unico modo per venir fuori da questa “Malinconia d'Autunno” è dimenticare i delitti e i castighi e tornare ad essere ... folle! 105


“Frutti d’autunno” - Olio su tela

L’autunno sembra la stagione della decadenza, invece è il tempo dei raccolti, dei colori vivaci e dei frutti maturi. La Riso ne coglie tutta la sua bellezza in questa composizione da “Natura Viva”. I colori esaltano la fantasia e sembra di percepirne il profumo ed i sapori. Appare evidente l’amore che l’Artista ha per i frutti della sua terra, terra salentina arsa e rossa, ma madre di forti genti e di nature vive. (Mimmo Martinucci)

Esplode Primavera Esplode nel giardino Primavera: il pesco gonfia i bocci e poi li espande in turbinio di rosa a far da damigelle alle novelle spose. L’erba risorge dalla rossa terra e il ficodindia antico affaccia timido i suoi fiori che nelle pale-foglie lui rinserra. Il mandorlo, che il vento ha accarezzato, ha sparso i petali, come velo bianco, sul tiepido selciato. Canta tra i rami un giovane usignolo in cerca dell’Amore col quale poi librarsi in volo. “Giardino a primavera” Olio su tela di Lucia Riso Versi di Mimmo Martinucci 106


Gabriella Ro Rodia Gabriella Rodia, pittrice originaria di Carosino (TA), ormai da anni vive e opera a Grottaglie (TA). Il percorso artistico di Gabriella Rodia sembra comporre un universo d’emozioni che ruota dolcemente attorno all’astro luminoso che racchiude dentro sé il mistero della vita: la Donna. “Non c’è posto per l’altra metà del cielo” sembrano dire le tele suggestive. Perché la Donna è raffigurata libera, con i capelli al vento, genuina, selvaggia, autentica. La Rodia rifugge dalle convenzioni e colma di sé ogni frammento d’eterno. Nei quadri dell’Artista c’è l’attenta constatazione di una realtà devastante che la pittrice contesta e dalla quale rifugge, pur senza cedere mai il passo alla disperazione. Ecco che la tela si fa allora spunto proficuo di riflessione, matrice di quella consapevolezza nuova che schiude le porte dell’anima alla speranza. Ed è così che, attingendo ai colori nitidi e vivi dell’arcobaleno del suo cuore di Donna, l’artista rassicura il nostro smarrimento: una via d’uscita da quella dimensione che abbatte e sovrasta c’è e va cercata dentro ciascuno di noi. Nella famiglia della Rodia sono tutti artisti che si esprimono attraverso la pittura, la poesia, la musica, la creatività in genere. Gabriella ama definirsi una pittrice autodidatta, che dipinge a modo suo! Quando dipinge, si isola dal mondo, raggiungendo un perfetto equilibrio cuore-mente-anima. Ama molto anche la poesia che suscita sentimenti, sogni e punti di vista. Ma la pittura per lei è una sorta di espressione emozionale, talmente forte da far vibrare l’anima. E’ come vedere un’alba, irradiarsi in un’aria vergine mattutina e incontrarsi al lento sorgere del sole. Sono quelle le emozioni che prova realizzando i suoi lavori. Se dipingere significa affidare a una tela un messaggio che si traduca in emozione davanti agli occhi di chi la osserva, guardando i quadri della Rodia, si avverte subito come l’Artista metta in evidenza la consapevolezza di una realtà che non sempre forse lei stessa sembra condividere, ma nelle sue tele quelle stesse realtà cambiano colore e sembrano schiudersi alla speranza. La Rodia ama particolarmente l’olio su tela, perché, lei ritiene che i colori scivolino meglio e siano più brillanti, più stabili. E’ convinta anche che ci sia un legame misterioso che intreccia poesia e pittura. (Liberamente tratto da un’intervista alla Rodia di Irene Losito a cura di Mimmo Martinucci) Nella foto: “Racconto d’autunno” - Olio su tela. 107


Una particolare tensione femminile nella pittura di Gabriella Rodia di Francesco Laterza Una tensione talora sottile, che in alcuni quadri si fa profonda, sino a diventare in altri vorticosa ed esplodente. Questa è l’impressione generale che si coglieva nell’ultima personale di Gabriella Rodia, che ha trovato posto nei prestigiosi locali dell’Associazione Kalliope di Massafra (TA), fondata e coordinata dal dinamicissimo prof. Francesco Silvestri La compattezza tematica dei quadri esposti, coniugata con la molteplicità delle forme, con il tono, il calore cromatico diffusi sopra le tele, dà subito la dimensione di una ricerca espressiva che non si riferisce soltanto ad una presa di posizione circa il ruolo della donna o a personali sobbalzi di rivendicazioni femministe, ma c’è anche dell’altro. Si avverte facilmente che la ricerca sta inglobando un proprio vissuto interiore, cui la pittrice si mostra profondamente legata e da cui scaturisce una spiccata tonalità tensiva, talora drammatica. Gabriella Rodia si immerge dentro il ruolo della donna, scavando contemporaneamente dentro di sé, dentro la propria vita, li scopre a noi e rivela i tanti aspetti legati al ruolo della femminilità. La sua riflessione artistica coincide così con un approccio introspettico di escavazione vera e propria dentro la sua spiritualità. La donna è vista ed è raffigurata sotto ogni angolazione possibile: dalla tenerezza materna, all’erotismo; dalla sensualità più pura e ispiratrice a quella della tentazione voluta o smascherata. Si passa dalla femmina intensamente coinvolta nei richiami seducenti dell’amore, alla donna intesa come misterioso e dolce ricettacolo produttore di nuova vita. Spunta così la figurazione quasi monocromatica della donna incinta, accanto ad altre tipologie descrittive della donna stessa, la quale viene colta ed esaltata nei suoi momenti di maternità (molto bella e significativa quella espressa dalle sole mani che si incontrano!), in quelli dell’erotismo e della sessualità, sino a giungere alle scene di stravolgimento satanico, fortemente simbolizzato da presenze serpentine e altre mostruosità. Anche la geminazione e moltiplicazione dei volti fa parte di questa particolare tensione artistica al femminile, di questa voglia di comunicare l’accensione emotiva che pulsa dall’interno. Foto: “Sguardi” - Dieci modi di esprimere coraggio L’erotismo non è esaltato per se stesso, ma fa parte del discorso di fondo di questa eccezionale tensione da cui l’artista sente che è investito il ruolo della donna. E, a proposito, mi pare opportuno segnalare un quadro-capolavoro nella produzione artistica di Gabriella Rodia, cioè la donna girata di schiena, la cui postura in torsione, le cui linee di contorno, il cui gioco dei capelli sopra le spalle, la scelta appropriata dei cromi, tutta quanta la figurazione, sprigionano un fascino di grandissima coinvolgente seduzione. 108


Persino il fatto che quel movimento di figura isolata si svolge sopra un muro cieco di mattoni ne aumenta il mistero e il fascino inebriante. Del volto nulla si sa, nulla si vede, eppure... quella donna non può che essere bellissima: ed è proprio il modo stesso con cui è concepito il quadro che ci suggerisce questo fascinoso risultato. Dunque, torsione, movimento, grande forza emotiva, brividi d’amore, eros avvolgente, sensualità, implosione germinativa che spesso si insinua nei meandri della tentazione, ma soprattutto, e ovunque, accentuazione emotiva. Tutto questo è nella pittura di Gabriella Rodio, un’artista pugliese che sta cercando di leggere e interpretare dal di dentro i fili caldi e appassionanti del suo essere donna.

O DONNA TU O donna tu che, di carezze dolci e di parole sussurrate piano, hai desiderio intenso e, spesso invano, vai ricercando amor che il cuor ti molci, per dissetar la sete che tu provi, tu guarda intorno a chi ti sta d’accanto e il primo passo fai verso l’Amore, un brivido tu avrai, come un tremore, su tutta la tua pelle, come un manto avvolto dal dio Eros dolcemente. Nel mentre scioglie Amor le labbra tue, un’arpa sentirai suonarti accanto e il corpo tuo, di trepide carezze, donate tanto e ricevute indietro, pervaso sarà poi da folli ebbrezze. Foto: “Oltre il muro” Olio su tela di Gabriella Rodia Versi di Mimmo Martinucci Olio su tela di Gabriella Rodia “Germinazione di fortezza”

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Loris Setti Nasce a Rovereto (TN) nel 1968, dove vive e lavora. Dipinge e scrive opere poetiche da oltre 15 anni sulla base di esperienze personali e sull'osservazione e la lettura dei grandi artisti del passato e contemporanei. Nelle loro opere pittoriche e letterarie cerca convergenze di pensiero finalizzate all'espressione artistica che gli permettano, però, di mantenere unicità nelle proprie opere, condividendo l’ispirazione tra queste due nobilissime arti. Si occupa principalmente di pittura astratta ed informale, nella quale “imprigiona” il pensiero ispiratore, ritenendo che il “gesto” pittorico, alla pari del verso poetico, debba essere libero ed immediato, non standardizzato in canoni precostituiti, ma vera espressione dello stato d'animo e d'anima dell'artista nel momento creativo. La sua ricerca, in pittura, è volta ad estendere anche alle opere prossime al concetto figurativo un'atmosfera di astrazione che coinvolga l'osservatore, rendendolo quasi parte integrante dell'opera e non mero spettatore. Questo coinvolgimento è fonte d’ispirazione, anche per quanto riguarda le opere poetiche, le quali intendono creare nel lettore immagini e sensazioni. Ritiene che l'opera d'arte sia composta da tre elementi sostanziali ed inscindibili: l’opera stessa, il concetto ispiratore e l'osservatore. Titolo dell’opera: “Sole Stanco” - 70 x 100 cm - Acrilico su pannello - Versi di Loris Setti

Anima candida Esisti sospesa ed eterea anima candida. Tra immensi blu esisti. Ne l'uno ne l'altro t'appartengono e tu non appartieni ad essi. Nel tempo che ormai non scorre osservi l'immenso vuoto che regna dentro e fuori e come gabbiano che si libra in un cielo evanescente nel non essere... sei.

Sole Stanco Sorge un sole stanco indebolito dalle umane irriverenze da volontà solitarie e irrazionali tiepido fluttua in un cielo innocuo che non crede ormai in se stesso. E tutto così passa e non lascia traccia. E il freddo dell'assenza avvolge le cose vive e quelle immobili privandole dei pensieri e delle azioni essenza vivida dell’esistenza.

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Titolo dell’opera: “Giardino d’inverno” - Acrilico su pannello - Dimensioni 80 x 60 cm Opera della serie “Nostalgie Sussurrate” “Un giardino d'inverno può divenire ipotetica tela sulla quale dipingere con la tavolozza interiore dei ricordi.”

Giardino d’inverno Il sole che il grand’arco ha già lasciato, con il solstizio segna breve luce. In una grotta un Seme è germogliato: ma al colle-cranio croce lo conduce. D’inverno ogni giardino dorme lento ed ogni chicco muore per dar vita a messi per il pane di frumento per questa umanità tutta impazzita. L’inverno ha consegnato i suoi colori ma la natura è viva a linfa ferma e dal camino spirano gli odori. L’ascosa geometria del cielo a sera già pronta è nel segreto della neve per ridonar la vita a primavera. Versi di Mimmo Martinucci 111


Titolo dell’opera: “Allegoria dell’universo” - Acrilico su pannello - Dimensioni 60 x 50 cm “La grande architettura dell’Universo sembra fremere in un equilibrio perfetto, dove la geometria si incastra armoniosamente nei colori della vita, nelle sue molteplici forme e colori. Il triangolo creativo è sempre presente nella sua triplice forma: Fiat, Materia, Vita”. (Mimmo Martinucci)

Pagina successiva - Titolo dell’opera: “Turbinio della Terra” - Dimensioni 70 x 100 cm Acrilico su pannello “La passione ha taciuto per troppo tempo, soffocata da eventi nefasti, ma ora come magma incandescente, non più costretta in antri oscuri, torna esplosiva a rivedere un cielo che si tinge dei suoi colori ed il mare di emozioni che avanzano si gonfia fino a toccare il paradiso dei sensi. SUGGESTIVO DIPINTO. NOTEVOLE L’ACCOSTAMENTO DELLE DUE CROMIE, ROSSO E NERO, INFERNO DEI SENSI CHE ALBERGANO NELL’ANIMO UMANO …” (Prof. Maria Anita Acciarini Manita) 112


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Pina Solo Soloperto Nata a Sava (Taranto), il 16 gennaio 1950, è docente negli istituti di istruzione primaria. Attualmente risiede a Fragagnano (TA). Fine conoscitrice del disegno e delle tecniche pittoriche, ha sempre trasmesso agli alunni il suo sapere artistico. Artista impegnata, abile in variegate tecniche pittoriche, è stata presente in eventi d’arte (mostre, rassegne, collettive, ecc.) e i suoi numerosissimi lavori sono presso collezioni private e pubbliche. Ha riscosso successo di pubblico e di critica e ricevuto premi da enti pubblici. Discorrendo della ricca produzione artistica della Soloperto, va detto che la sua poetica contempla soprattutto un fine naturalismo, ricco di emozioni e sensazioni, ricercato in una pratica il cui tessuto si rinviene nel fascinoso patrimonio della civiltà contadina, verso cui ella ha un legame forte. La sua pittura è lontana da ogni esasperata modernità informale o astratta e ricalca le immagini di un sereno contemplativo quotidiano, senza la ricerca di piani drammatici o sentimenti di crepuscolare nostalgia e rimpianto. Le liriche immagini delle sue tele diventano, così, evocazioni sospese della memoria. La memoria diviene tempo universale dell’Arte e il suo pennello riesce a far risuonare l’eco suggestiva dei caratteri universali di un tempo trascorso, attraverso una delicata meditazione, corroborata dal fascino di sapienti e modulati impasti cromatici. Con una accorta impaginazione narrativa, ella esprime, a tutto tondo, la condizione di un ceto umile in via di estinzione; ne lima, tuttavia, la rudezza, l’ammorbidisce, mettendo in scena quei suoi tipici colori, impregnati del sapore del tempo, così che in lei diviene connotativo il senso personale del colore storico. Linguaggio Pittorico Il linguaggio espressivo della Soloperto rimane sempre libero da aride implicazioni speculative, nel mentre si contorna di una malinconia elegiaca, mai dolorosa, e di una religiosa contemplazione di eventi che si adagiano sulla tela come orme di un viaggio fra le cattedrali della memoria di una civiltà sepolta, rivisitata come un diario malinconico di un viandante, che vorrebbe fermare il dinamico andare del tempo.

“MADONNA CON BAMBINO” - acrilico su tela cm 40 x 120 114


Le sue rimangono visioni sempre realistiche, sia pure, a volte, accarezzate da una personale trasfigurazione nei loro tramandi essenziali, attraverso ideazioni segniche e soluzioni cromatiche adorne di una umanità elegiaca. La veste formale e la tematica dei suoi dipinti divengono sempre pittura fascinosa, che vuol farsi delicato omaggio alla tradizione della propria terra, quella di Puglia in particolare, topos reiterato e caro all’artista, perché legato alla sua appartenenza geografica. In tal senso, ogni quadro diviene chiave privilegiata di lettura di una variegata espressione culturale legata ai propri affetti, ma soprattutto il suo raffigurato si carica di emozioni e pensamenti, che riesce a trasferire sulla tela mediante un senso di vaga sublimata nostalgia. Nel suo percorso artistico, la Soloperto non è rimasta estranea ad esperienze di tecniche pittoriche diverse, i cui risultati descrivono esiti di certo spessore e soprattutto anticipano o fanno intravedere in lei nuove stagioni artistiche. Sempre, però, la sua rimane una pittura controllata, severa e disciplinata, attenta e rispettosa dei processi esistenziali, così come il suo animo sensibile e vigile li coglie. La sua poetica continua ad essere confortata e sorretta da una diversità di tecniche, incentrate soprattutto su nuove invenzioni figurative e nuove capacità coloristiche, pur restando coerenti con il percorso già compiuto, a cui rimane legata per quelli che sono i nodi narrativi di maggior significato, riconducibili alla sua sensibile e matura personalità artistica. L’osservatore, nel contemplare i dipinti della Soloperto, avverte come un silenzio intorno, come un senso di sacralità, di solitudine del tempo, mentre i modulati accenti coloristici contornano le umili ed elementari architetture contadine e inondano l’atmosfera di sospensione, espressa sui volti delle tante figure, un’atmosfera che sa come di attesa. E il tutto si fa luogo ideale, ma reale insieme, descritto con un composto alfabeto cromatico, dalla elegante sintassi, classicamente strutturata.

“ALBERI” - acrilico su tela cm 50 x 120

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Vita Tomai L'artista Vita Tomai vive a Leporano, un tranquillo borgo pugliese in provincia di Taranto. Diplomata al Liceo Artistico di Taranto, si laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Torino - Corso di Scultura. Impegnata da tempo nel campo artistico, la scultrice Tomai ha fatto poco parlare di se, ma è a tutti nota la sua sensibilità e la sua poca propensione a partecipare a mostre e concorsi. Si dedica con eclettismo a modellare sculture in legno, in argilla e bronzo, ma anche a dipingere acquerelli, dipinti ad olio su tela, pittura su ceramica e caratteristiche e originalissime tegole, in quanto è sempre convinta che l’Arte la si può esprimere in ogni modo e in ogni settore, così come la persona saggia utilizza il proprio pensiero in ogni occasione particolare della vita. La Tomai vive intensamente la sua arte, così come la sua privacy. La sofferenza che sublima il momento di riflessione è il denominatore comune delle sue opere. Molto spesso la sofferenza cela sapienza e insegnamento. I suoi legni esprimono interiorità. Esprime le sue idee osservando i comportamenti e gli atteggiamenti degli anziani, che ritrae con amorevole convinzione artistica: la dipendenza, ma anche l’arroganza; il bisogno, ma anche l’opulenza; la debolezza, ma anche l’audacia. Queste condizioni, ma anche gli stati d’animo, sono abilmente concretizzate dal suo scalpello e dal suo pennello, per divenire messaggio e proposizione a favore dei deboli. La natura ed i suoi prodotti sono abilmente utilizzati dalla Tomai per ritrovare momenti forti del vero essere dell’uomo che, ci suggerisce, si ritrovano nella bontà grande della stessa natura e nei suoi prodotti. A volte anche delle piccole e semplici zucche possono fornire la opportunità di ripensare all’uomo, alla donna, al loro amore, al veloce trascorrere del tempo. Le zucche sembrano animate e rimangono eterne. Un messaggio profondo che ben si coniuga con il ruolo e la funzione educativa di quella età che rappresenta il prologo dell’educazione dell’uomo. In questo la Tomai ha ragione: “Occorre partire dalla sofferenza per conoscere l’uomo.” Sue opere sono esposte presso l'Accademia Albertina di Torino e nell'I.C.S. "A. Gemelli" di Leporano. Sensibile al suo territorio natio, dipinge le sue campagne i suoi uliveti, i colori della sua splendida terra. Tutte le sue opere sono pervase da caldi colori primaverili. I paesaggi risentono della freschezza del suo semplice e sincero temperamento. Raffinata scultrice, usa il legno di ulivo per ottenere delle mirabili opere d’arte, che sono, insieme alle sue opere pittoriche, in permanenza al CASTELLO Muscettola di Leporano. Vita Tomai svolge l’attività di docente con impegno e diligenza, trasmettendo ai suoi alunni la sua grande passione per l’Arte.

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Le sculture di Vita Tomai Sculture, quelle della Tomai, che esprimono valori e sentimenti universali, così come sono sentiti e avvertiti da ciascuno di noi nel vivere quotidiano. Nelle sculture della Tornai prevale la donna a livello formale, la cui plasticità è data dai pieni e dai vuoti, dalle rotondità, dallo scultorio "non-finito" o "indefinito", dove il simbolismo è funzionale all'espressione di tutti i rapporti e di tutte le problematiche umane. La materia lignea offre l'immagine che, dentro racchiusa, è portata fuori dalla genialità dell'artista che libera e si libera da una situazione di “prigione” che la natura non è riuscita a ben definire e a liberare. Allo stesso modo le sculture in pietra leccese patinata nella loro glauca variazione danno agli occhi tutte le sfumature tonali del mare, lasciandoci a una spirituale contemplazione del prodotto artistico. (Prof. Nazareno) “Meditazione” Legno d’ulivo - 87 x 27 cm

“Figure” - Pietra di Carovigno – 34 x 23 x 12 Vita Tomai è un'artista, dalle solide basi culturali, che ha acquisito negli anni di frequenza del Liceo Artistico di Taranto e, in seguito, dell'Accademia delle Belle Arti di Torino. Pratica la sculture e la pittura, ma Vita. TOMAI è senz'altro scultrice e ritrova nella scultura la sua dimensione di donna, ovvero di protagonista dell'atto creativo per eccellenza: la maternità, che è poi uno dei suoi temi preferiti, congiuntamente a quello dei "vecchi", abbracciando simbolicamente l'intero arco della vita, nella rappresentanza dei suoi estremi. Pur lavorando materiali nobili, quali il marmo ed il bronzo la Tomai esprime al meglio la sua creatività quando si cimenta con materiali poveri, quali l'argilla, il legno, la pietra, che le consentono di esprimere la sua vigorosa vena passionale, con grande immediatezza. “Raccoglitrici di ulive” - Olio su tela

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Vita TOMAI non potrebbe fare scultura se non "vivesse" la materia, plasmandola e intagliandola con le proprie mani, sublimando la materia in immagine. L’Artista nutre un amore intenso per la sua terra e ne sa riconoscere e "vedere" la bellezza, anche nelle visioni quotidiane della campagna ricca di ulivi e di viti. La plasticità dei secolari alberi d'ulivo agisce su Vita TOMAI come un provocatore ottico. Ella riconosce nelle tragiche contorsioni del tronco volti e corpi che libera con il suo lavoro di martello e scalpello, conferendo ai suoi personaggi una vitalità palpitante. La sua è un'arte intensamente umanistica dell'uomo. Il vigore espressivo di Vita TOMAI lo ritroviamo intatto nelle sue tele intensamente coloristiche, costruite con vigorosi e perentori tratti di colore, oppure nei volti dei vecchi che conservano un qualcosa di scultoreo nei violenti contrapposti di luce e d'ombra. Solo in certi paesaggi di grande atmosfera, realizzati in piccoli formati, la vitalità espressiva della TOMAI pare placarsi nella dolcezza degli orizzonti, ritmicamente interrotti dal profilo degli ulivi, nella malinconica decadenza della campagna cosparsa di masserie in rovina. (Vito Mario LARUCCIA) Campagne tarantine a terra rossa.

Galleria di opere in casa Tomai

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Anna Troyli Troyli L'Artista nata a Carosino (TA), vive a Policoro (MT) ed ha studiato presso l'Istituto Statale d'Arte di Bari "Pino Pascali. Come dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione ha insegnato Educazione Artistica, Disegno e Storia dell'Arte. Attualmente in pensione, si dedica a tempo pieno alla libera professione di Pittrice e Decoratrice. Nel corso degli anni ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive (Bari, Pistoia, Milano, Roma, Lecce, Policoro, Matera), proponendosi all'attenzione della critica per la specificità di un linguaggio figurativo caratterizzato dal richiamo alla purezza delle forme e agli equilibri compositivi dell'arte classica. L'interesse per il disegno, in quanto espressione artistica, in sé compiuta e non soltanto funzionale alla genesi dell'opera pittorica, si manifesta in una serie di grafiche, studi ad acquerello, tempera, pastello, dove il bianco e il colore sono evocati nella metafora della natura dipinta variamente ed emblematicamente nella purezza diafana dei colori e della luce. Nella pittura ad olio e acrilico il linguaggio diviene soprattutto coloristico Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e, della sua arte, si sono occupati in diverse occasioni pubblicazioni specializzate e quotidiani. Le sue opere sono presenti sul territorio nazionale in collezioni private e pubbliche. "Il Pianto della Vergine Maria" tecnica mista - 50 x 70 cm Pianto sommesso sgorga dagli occhi tristi di una Madre bambina sul sangue che stilla da un piede straziato dal ferro … Le sue lacrime sono perle purissime che si susseguono come grani di alabastro infilati su un rosario. Il Dio Figlio ha offerto la sua vita per gli uomini suoi fratelli. Risorgerà nella sua gloria in un tripudio di luce Versi di Francesco Troyli

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Come il viandante … Come il viandante che supera la duna e vede il mare e il viso suo si accende, così quand’io ti ho vista donna mia, dagli occhi lucidi di luna, la pelle tua che all'ambra ruba luce, e labbra tue di fragole mature e chioma rossa come accesa fiamma, mi si fermò l’ansar del mio respiro e fosti sole a me che al buio ero. “Flora” - Olio su tela di Anna Troyli Versi di Mimmo Martinucci

“ESTATE” - Olio su tela -

Agosto Fiero il Leone a Vergine s’accosta nella calura che dardeggia Terra. Chi nel Leon vi nacque è gente tosta a dominar è aduso e a sé l’inserra. Le spiagge dell’agosto son viventi di corpi nudi allo baciar del sole. Mai sguardi voluttuosi furon spenti tra lo sfilar di splendide figliole.

E poi, di San Lorenzo nella notte, brividi e scie di desideri vaghi: stelle cadenti il ciel solcano a frotte. L’azzurro mare le sue vele vuole cullare all’onda e a zefiro che spira: la vita è breve e tu sorridi al sole !

Versi di Mimmo Martinucci 121


La nascita di Afrodite Siccome turbinio nell’alto cielo, che nuvole ad azzurro pongon velo e nere di colore e lampi e tuoni si scaglian fra di lor tra strida e suoni e poi, dopo tempeste e venti forti, tutto ritorna a calma sulla terra, con le tempeste ed i rumori morti e appare caldo il sol che in cor s’asserra, così da bianca spuma a mare figlia ed onde alte, come neve a monte, io vidi uscire rosa una conchiglia ed Afrodite con il sole in fronte. Neppur un velo un seno le fasciava, mentre con l’altra man l’altro reggeva; il corpo suo perfetto al sol brillava e la sua chioma d’oro riluceva. Prassitele tentò di darle vita, agli occhi dell’amor di tutti i tempi, nel marmo che è la Venere di Cnidia, quasi che caldo corpo ognun contempli. Ed io ancor rimiro nella mente quell’apparir, tra l’onde del furore, che il mare generò tutto tremante, per dare ebbrezza ai corpi nell’amore. (Versi di Mimmo Martinucci)

“AFRODITE” Pastello di Anna Troyli

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PARTENOPE Leggiadra fanciulla come sirena, la più bella, sullo scoglio per ore restavi il mare a rimirar, sognando nuovi lidi in cui approdare. Viaggiavi con la fantasia che di scoperte avida era e l’innamorato tuo da te guidare si lasciava tra sospiri e baci. Partenope il tuo nome, virginee le tue forme e l’alma, triste lo sguardo ché l’amor per il bel Cimone dal padre tuo era negato e promessa d’andar sposa ad altro uomo, ti avea legata con lacci che stringevan forte il cuore. Ma voglia di scoperta e libertà su tema di disobbedienza al padre ebbe al fin vittoria e il mare Ionio che la terra tua baciava, con vela su cui vento di passione forte soffiava, prendeste a navigare. Giungeste in terra italica e la Natura che in molle ozio stava, affascinata da cotanto ardore e da bellezza eccelsa, a produrre floride piante senza frapporre indugio si affrettò per degnamente dare il benvenuto a chi osato avea sfidare convenzioni, contravvenendo agli ordini di un padre dal cuor tiranno. Col tempo pace fu ristabilita e parentado e popoli lontani giunsero a rimirare il Nuovo Paradiso che dal nome tuo Partenope fu detto. Tu madre generosa amata e rispettata, fedele e pia lo governasti con serenità e il canto tuo d’amore fu dolce linfa che Napoli nutrì con le sue note. Versi di Maria Anita Acciarini – Manita “Partenope” – Olio su tela di Anna Troyli

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Maria Rosaria Vendola Nasce a Taranto nel settembre del 1964 e rivela, sin da piccola, attitudine al disegno, ma la scelta dei suoi studi propende per l’insegnamento. Consegue la Maturità Magistrale e l'idoneità al 4° anno del liceo artistico come privatista. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bari superando l’esame di ammissione al corso di Scenografia. Sposata e con figli prosegue il percorso artistico con studi e ricerche personali. Partecipa a diverse mostre e collettive anche internazionali, incontra l’arte antica delle icone russe e se ne appassiona, coinvolgendo anche il marito che diventa suo stretto collaboratore nello studio e nella ricerca della tradizione religiosa. E’ convinta che l’arte non contenga in sé solo il privilegio di un piacere. ma anche l’intima consapevolezza di sapere e potere comunicare un sentimento trascendente, comune a tutti gli uomini e, per questo, in grado di sublimare ogni espressione, fino al raggiungimento dell’universale, approssimando gli animi al senso dell’eterno e svelando ai più il mistero del Divino. Mostre d’Arte:

Partecipa a numerose Rassegne d’Arte Contemporanea e personali. Riceve premi e riconoscimenti in varie occasioni: Giudizi di scrittori e critici d’arte: "Maria Rosaria Vendola, coglie il senso naturale delle cose e dell'umanità; diremmo la spontaneità e il gesto delle sue figure, dei suoi corpi maschili e femminili. Ella ha qualcosa di struggente, di immediato da comunicare. Come spesso accade in un’artista, la realtà le cose oggettive, diventano strumento di soggettività, di convincimenti personali. Maria Rosaria sente la natura, l'uomo, la figura femminile, le cose, il valore dell'ambiente e cerca di recuperare con il suo estro, con la sua pittura, i valori supremi della natura e dello spirito e li vivifica con la sua innocente dedizione all'arte, mediante il colore e la luce." Maria Luigia Scialpi (Scrittrice)

Taranto Mar Piccolo

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"Ti racconto un sogno" (Versi di Franca Leopizzi)

Ho sognato, per te, figlio mio, cieli azzurri, verdi campi, gioia di vivere. Ho sognato anche allegre marionette: vorrei regalartele, ma si dissolvono nella scia del ricordo. Solo i tuoi occhi sapranno vedere quello che tu cercherai. Sarai libero ed io non sempre ci sarò.

"Ti racconto un sogno" Olio su tela di Maria Rosaria Vendola : La madre si addormenta mentre racconta la fiaba al suo bambino ed entrambi entrano nel sogno …” Taranto: il suo lungomare, i suoi palazzi, i suoi grattacieli moderni ed il suo mare, il suo doppio mare, Mar Grande e Mar Piccolo. E dal Mare una Sirena lancia la sua rete. Contatti: Maria Rosaria Vendola (Circolo culturale "Rosselli") via Largo Alimini Grande, 30, 74100 Taranto tel. 099-373135, cell. 331-4659685, e-mail: maryv@email.it

Taranto souvenir Opera dove l’occhio dell’artista fonde le bellezze della città di Taranto. 125


Angela Vozza L’artista ANGELA VOZZA, docente specializzato nella Scuola Secondaria di Primo Grado, si è Diplomata all’Accademia di belle Arti, (Corso di “Decorazione”) a Lecce nell’anno 77, Diplomata nel ‘72 al Liceo Artistico “Lisippo” di Taranto e, nel ’77, all’Istituto Tecnico Femminile Statale “Cabrini”, come “Tecnico della Grafica e della Pubblicità”. Ha Pubblicato un’opera di narrativa “E mi credo in volo”, nel maggio 1998, ed. “Scorpione”. Ha preso parte alla Pubblicazione del libro “Aspetti di una esperienza di Risocializzazione a Taranto”, realizzato in collaborazione con Regione Puglia e la Provincia di Taranto, in cui viene descritta l’esperienza “Tempo libero e socializzazione” e alla cui stesura hanno collaborato i due Uffici Regionali C.R.S.E.C. e C.S.P.C.R. e la Provincia di Taranto con il S.S.M nel 1985. Tale esperienza è stata presentata a Roma in un Convegno Internazionale ed in parte, pubblicato dal dott. Piero Sangiorgio su “Psichiatria e Psicoterapia Analitica” sotto l’articolo: “Attività gruppali e riabilitazione di pazienti psicotici cronici”. Ha operato come Relatrice in diversi Convegni, come: -“A venti anni dalla L. 517”, organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Pulsano in collaborazione con la scuola Elementare di Pulsano e il Provveditorato di Taranto, nel giugno 1998; -“Utilizzo della elevata professionalità dell’Insegnante di Sostegno per affrontare i gravi problemi di Integrazione degli alunni svantaggiati, caratteriali, non scolarizzati, extra comunitari e della devianza minorile.” tenuto il 03/ 04/’96, presso la Scuola Media Statale “Cesare Battisti” di Taranto, organizzato dal coordinamento Insegnanti di Sostegno di cui faceva parte come membro del gruppo direttivo, approvato dal Provveditorato agli Studi di Taranto, con la partecipazione del Provveditore agli Studi di Taranto A. Carducci, il Presidente per il Tribunale dei minori B. Mastrogiacomo, Il Preside Vice Presidente UNICEF Prov. E. Grassi, Il Direttore Caritas Diocesana S. Leogrande, il Parroco insegnante Don L. Larizza ed altri . Ha operato come arte terapista e Animatrice presso il S.S.M. (Servizio di Salute Mentale) di Taranto nell’81 nel Progetto “Tempo libero e Socializzazione” in collaborazione con il dott. Piero Sangiorgio (psichiatra), con la supervisione del dott. P. Rizzi (psicologo di Napoli), l’Assessorato Provinciale alla Sanità e il Centro Sociale Tamburi C.R.S.E.C. e C.S.P.C.R. di Taranto. Ha ricevuto diversi premi e Diplomi di merito in concorsi di Pittura Nazionali e Internazionali, come il 3° premio a Roma in “Roma Città Eterna” nel ’74. Ha partecipato a mostre collettive ed ha realizzato Mostre Personali.

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L'aurora Nell'Aurora di un nuovo giorno la musica scandirà il tempo. Titolo dell’opera: “L'Aurora” Acrilico su tela cm 50 x 50 Dipinto e versi di Angela Vozza:

Il sonetto “Aurora” è di Mimmo Martinucci

Aurora Di due titani, Teia ed Iperione, fu figlia la gran dea dell’Aurora, sorella del dio Elio e di Selene. Delle sue grazie a Zeus non fu avara ed Ersa nacque, dea della Rugiada. Anche di Ares poi l’amor l’assale, ed Afrodite, cui il tradir è spada, l’Aurora condannò ad amor mortale. S’innamorò del bel Titone tanto, mortale esempio di bellezza arcana: ma Achille uccise il figlio e fu gran pianto. Ed or, dopo la notte buia e spessa, Eos, l’Aurora, piange disperata e all’alba la Rugiada ci è concessa. 127


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Artisti della POESIA

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Maria Anita Acciarini - Mani Manita

MARIA ANITA ACCIARINI (MANITA), nasce a Taranto nel 1951. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso la Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi di Bari, ha insegnato fino al 2011. E’ da anni interessata all’arte in genere, ed in particolar modo alla poesia e alla pittura. Ha composto più di un centinaio di poesie e scritto alcuni racconti. Ha inoltre adattato la sua vena poetica alla creazione di testi musicali. “Critica” d’arte, collabora con alcuni prestigiosi pittori italiani e stranieri. Ha partecipato come poetessa ad eventi culturali di poesia, pittura, scultura, conseguendo riconoscimenti ed apprezzamenti per la sua produzione poetica e per lo spirito artistico che la anima. Ha ricevuto attestati e premi da parte dell’ Accademia Internazionale “Città di Roma”, in occasione della Mostra Europea di Poesia Seconda Biennale S.S. XII Apostoli; dalla Città di Potenza in occasione della V Edizione del Concorso Nazionale Poesia Narrativa; dall’Associazione Artistico Culturale “Il Melograno” Art Ta Onlus in occasione dei seguenti eventi: Rassegna d’arte pittorica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte 2012”- Poesipittura a Taranto; TARDE NUESTRE IND’A SUMANA SANDE 2012 Colori e Versi nella città di Taranto; Collettiva di Arte Contemporanea “La poetica del Pascoli in Arte” a Taranto; Premio CASTELLO SPAGNOLO DONNA E TERRITORIO Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte- Associazione IL MELOGRANO ART TA Onlus; 1° premio Poesia in Italiano Concorso PASQUA 2013: Arte e Poesia. Ha pubblicato poesie sulla Rivista “di Versatilità poetiche”. Collabora con i suoi articoli con la rivista online “VIVIDISORRISI”. Nel 2010 la conoscenza con il Cantautore Francesco Gallina, con il quale si instaura un grande feeling artistico tra la parola scritta della Acciarini e la musica dello stesso, così nascono brani come “Le speranze”, “Anima prigioniera”, poesia che diventa subito canzone creata per il progetto AUTISMO, brani questi facenti parte del nuovo lavoro discografico “Deserto nel Deserto”. Ha pubblicato poesie sulla Rivista “di Versatilità poetiche”. Collabora con i suoi articoli con la rivista online “VIVIDISORRISI”. 130


IL MIO VOLO Nubi grigie gonfie di rabbia sorvolano un arenile cupo, intristito per un sole assente. Onde schiumose si rincorrono senza posa e si infrangono come kamikaze su scogli taglienti che le frantumano rilanciandole in mare come fossero ordigni esplosivi. Odore intenso di alghe nelle narici avide di respiri che stordiscano i sensi. Orme confuse di una umanità che, distratta, vaga senza meta, risucchiate dalla risacca in un panorama onirico in cui la Natura è dominante.

Volo di gabbiani impazziti che temono il largo e si tuffano nel cielo, forando le nubi che li accolgono ospitali, ma non li trattengono, perché non si può negare alla vita i suoi voli liberi neppure in un cielo foriero di tempesta. Resto in attesa, lo sguardo a quel cielo che tanto rispecchia i miei mutevoli umori e mi sento gabbiano che sfida l’ignoto, assecondando la corrente, mentre la cavalca.

“Il volo dei Poeti” Olio su tela di Letizia Lisi

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SEI VECCHIO Sei vecchio, ti aggiri fra la gente che ti ignora, come fossi un fantasma. Il tuo volto riflesso nelle vetrine lungo la strada che percorri, con passo stanco, ti angoscia e non lo riconosci. Sei vecchio, ti dicono che devi tacere, che il tuo tempo è scaduto e vivi solo di ricordi lontani, quando avevi sogni da realizzare e l’amore di una donna ti scaldava il cuore. Sei vecchio, non hai più diritti, i doveri li hai assolti da tempo, ma nessuno ricorda il tuo nome e ti trascini deluso senza più meta alcuna. Hai bruciato speranze ed amore. Sei vecchio, la solitudine, tua unica amica nelle lunghe giornate, ti parla, ma tu non vuoi più ascoltare e continui a cercare una mano che accarezzi la tua e degli occhi che ti guardino, non come un relitto da rottamare, ma come un uomo che ha ancora tanto amore da regalare.

ALLA VITA Spalanco la finestra sulla vita e ne respiro l’anelito ad occhi chiusi, quasi fosse caldo soffio di amante. Sento in petto fremiti nuovi che stupiscono i sensi ancora sopiti ed il mio corpo si inarca come gatta, offrendosi alla carezza di un vento che avvolge e poi si libera in un volo improvviso, lasciando rabbrividire la pelle. Resto stupita, le braccia tese ad accogliere un cielo che invoglia ad amare.

GOCCIA Goccia cade silente, rotola lungo il solco di un viso ormai consunto. Piccola, un po’ salata, ha il gusto amaro della solitudine. Lasci che indugi nel solco e che scavi piano in profondità, ma la pelle, indurita dalle emozioni, non si lascia penetrare. E intanto lanci pensieri come boomerang impazziti che ti colpiscono impietosi, mentre il cuore cadenza gli attimi, nell’illusione di un sogno che acquieti.

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AMAMI Amami per la donna che oggi sono, per quelle gocce di rugiada che dai miei occhi vengono ad offrire ristoro alle tue labbra bruciate dall’arsura di un lungo peregrinare, in cerca di un’anima innamorata della vita, innamorata di te. Amami per queste mie braccia, fiamme sacre, che ti avvolgono nelle notti interminabili e fanno di te stella polare in un cielo orbo di stelle, faro provvidenziale per chi crede ancora nel porto sicuro di un amore che tutto sfida e nulla teme mai.

Amami per i sospiri miei che cullano i sogni tuoi, discreti, mai invadenti, solo col desiderio di fondersi con i tuoi al tuo risveglio. Amami per questa forza di un vulcano che arde nel mio petto. Amami per il coraggio del mio vascello impavido in un mare in tempesta. Amami per quest’alta marea che sale incontrollata dentro me ed inonda la nostra passione e mai retrocede, perché teme il ritorno nell’oblio. Amor mio Amami… ora.

Palazzo Galeota Taranto - 2013 La Presidentessa Prof. Letizia Lisi premia La Prof. Maria Anita Acciarini con il 1° Premio per la Poesia in lingua italiana.

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Elena D’Arcangelo Nata a Martina Franca ed ivi residente. Ha frequentato il Liceo Classico "Tito Livio" e, dopo aver lavorato per circa trent'anni presso la filiale della Poste Italiane di Taranto centrale, oggi madre, nonna e pensionata, dedica il suo tempo libero al volontariato, all'ascolto di concerti di musica classica e, soprattutto, alla composizione di poesie, nelle quali esprime tutte le sue emozioni. Varie Associazioni di premi letterari l'hanno invitata a partecipare a concorsi nazionali ed internazionali di poesia e narrativa, ricevendo diplomi di merito, coppe, targhe, menzioni d'onore, benemerenze, premi speciali, premi della giuria. “I Poeti, come i Pittori, vedono con occhi diversi la realtà. Sembrano stupirsi per avvenimenti che altri giudicano banali … L’occhio dei Poeti e quello dei Pittori va oltre la fisicità e coglie l’attimo emotivo, la sensazione arcana che incanta. La Elena D’Arcangelo descrive le sue emozioni in versi dolci, lievi, semplici, rifugge da metafore astruse, vede con gli occhi dell’innocenza dell’anima. Nella sua Poesia “Clochard” scrive: “Vorrei scrutare nel tuo animo misterioso, nei tuoi pensieri erranti..” Ecco come si pone la D’Arcangelo: conoscere le sofferenze degli altri, oltre che le loro gioie, e condividerne le emozioni, porgere la mano ai deboli e godere della gioia di chi è felice.” (Mimmo Martinucci)

Forza del vento Sibila impetuoso il vento nel cielo grigio dell'inverno, sbatte la schiuma del mare sulla scogliera affiorante. S’infila nelle crepe delle case il vento del maestrale, attraversa il nostro corpo creando un brivido sulla pelle.

Soffre fa natura fiorente sotto il vento dominante, scoperchia le prime gemme che s'apprestano alla vita. Impotenti chinano il capo i rami degli alberi, divelti sono dal mulinar del vento, mentre orgoglioso della sua forza disegna con le foglie sradicate giochi vorticosi sulla terra. E quando d'estate ci soffoca il sole cocente attenua l'afa e la calura per sentirsi importante. Lungo è il viaggio del vento: ha il dono di portarsi via la pioggia e di far navigare con il vento in poppa un veliero agevole e spedito. Ma c'è anche il vento della pace che soffiando silenzioso aliti di speranza può ravvivare di coraggio i cuori dei grandi per un mondo migliore. 134


Il momento dei pensieri

Canto di primavera

Mi coglie all'improvviso il momento dei pensieri mentre un caffè sorseggio con gli occhi ancora sognanti.

S’affaccia sulla mia valle un sole primaverile risvegliando la natura dal grigiore invernale.

Sentieri di vita trascorsa percorro in un oceano di pensieri, un turbinio di emozioni inondano il mio animo carezzandomi la mente.

Una fioritura di papaveri rosei e violacei, esultanti di bellezza e gioventù, ci mostrano a prima vista un paesaggio incantevole.

Mi raccontano i pensieri delle persone care, dello spazio infinito del- cielo, del vento che scuote gli alberi. Cerca la mente di ricordare il bacio caloroso dei miei figli appena svegli, il momento della preghiera, il conforto e il sorriso dell'amica sincera. Nel momento dei pensieri sono sola con me stessa, è il momento che trovo la libertà di riflettere senza confronti e giudizi. E' il momento soprattutto che i miei sentimenti e i miei pensieri senza difendersi dal tempo mi cullano trasportandomi sul sentiero della poesia.

Ritornano a stormi le rondini migratrici: nidificano sugli alberi intrecciando cinguettii con pigolii d’amore. Al cospetto dì tale bellezza s’ispirano artisti e pittori con quadri pennellati di forme e colori. Con l’arrivo della primavera fluente scorre il rinnovarsi della vita: la mite stagione spandendo la sua linfa vitale in ogni ciuffo d'erba in ogni gemma novella regala all'animo stanco quel fremito di speranza che risorge come … canto alla vita.

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Il mio pensiero infinito

Volo d’Amore

Meraviglioso sarebbe oggi mamma se tu potessi leggere le mie poesie, scopriresti quanto vivo sia il dono del pensiero che t'avvolge nei miei versi.

Vorrei essere un fuscello d'erba trasportata dal vento per trovarmi ... in tutti i posti del cuore.

La mia ispirazione nasce dal tuo profumo materno, le mie parole respirano quasi a gara fra loro con il suono dei tuoi insegnamenti.

Accarezzare ogni bimbo che piange asciugare le sue lacrime, stringerlo al petto.

A volte partono dell'emozione che provo quando mi vieni in sogno, un'emozione tanto forte che diventa del passato un ricordo nostalgico. Esprimere questi pensieri per te mamma è come fare un viaggio insieme, è come rivisitare i percorsi felici della nostra vita. Mentre scrivo ... sento che ascolti il mio canto, sento che il sussurro del mio cuore ti giunge fino at tuo spirito azzurro e tu gioisci del mio eterno amore filiale.

Il suo cuoricino riscaldato ascolterà quel sentimento che mi commuove l'animo. Vorrei giungere fino a te piccolo sconosciuto solcando le onde di tutti i mari. E quando il sole tinge d'oro le cime dei monti vorrei far sorridere i tuoi occhioni così tristi che chiedono casa, cibo e pace. Allora, dammi la mano, insieme diremo al mondo che la tua terra versa lacrime e che ogni bimbo dovrebbe crescere giocando ... nel girotondo dell'amore con i colori dell'arcobaleno.

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Daniela Lelli e Cesare Natale Nascono il 12 Giugno/ il 12 ottobre del 1954, infermieri e scrittori. Cesare ha pubblicato a Marzo del 2009 una raccolta di poesie “La notte è buia solo per chi è senza amore” e, a Dicembre 2009, “L’amore oltre la vita” scritto a quattro mani, insieme alla sua compagna Daniela Lelli, aggiudicandosi il 5° premio al concorso Internazionale “Pegasus di Cattolica”. Nel dicembre 2010 ha pubblicato inoltre una raccolta dal titolo “SMS dal telefonino al cuore” descrivendo come, da un piccolo messaggio, si possono esternare grandi sentimenti. A novembre 2012 hanno inciso un cd “Il coraggio di vivere”, con musiche inedite di Fulvio Carotti, testi di Cesare Natale e voce narrante Daniela Lelli. Ma la produzione poetica non si è fermata e, a febbraio 2013, hanno pubblicato una raccolta di poesie “A come...Amore” e “I ricordi non muoiono mai”. A breve verrà pubblicata la loro ultima opera scritta a quattro mani “Un amore oltre il tempo”. Cesare scrive anche testi per brani musicali. Numerosi i riconoscimenti ricevuti: - Premio speciale della critica al Festival dell’Arte Nazionale a Martina Franca; - secondo premio al concorso Nazionale di poesia “ Giulia Selvaggi”; - primo premio per il testo in una video-poesia al 2° concorso internazionale EuropClub, “noi in Europa” a Messina; - primo premio al concorso Nazionale Moicart nella sezione narrativa; - secondo premio nella sezione poesia, sempre al concorso Nazionale Moicart; -primo premio come migliore testo al concorso “la forza dei sentimenti” a Roma; oltre al piazzamento nei primi posti in vari concorsi locali di poesia e narrativa. Daniela ama declamare le poesie di Cesare che riescono ad arrivare al cuore di tutti con semplicità, come un discorso aperto, creando una magica fusione tra musica e poesia. Da due anni, insieme a musicisti Tarantini, portano avanti uno spettacolo “Quando la poesia diventa spettacolo”; nel novembre del 2011 hanno organizzato una serata Pro Telethon, con la collaborazione di 11 artisti tarantini ed a luglio 2012 uno spettacolo teatrale in cui sono state unite le arti figurative, la poesia e la musica, in collaborazione con i musicisti Loredana Carriero fisarmonicista/cantante e Alessandro Di Donna pianista/cantante. A breve la loro collaborazione artistica si amplierà con la presenza di un cantante/attore/regista Gianluca Ferrarese con il quale stanno preparando un Musical. Nel 2012 sono stati ospiti alla “Vita in diretta” con Mara Venier ed anche a una puntata di “Uno Mattina”.

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AMORE PER SEMPRE di Cesare Natale Ti guardo mentre il tuo sorriso scandisce i battiti del mio cuore, sei lì, fragile ma con dentro la forza del mare a combattere contro chi cerca di toglierti i pensieri, cancellarti i ricordi. Io combatterò anche contro chi non vedo, ti proteggerò fino a sfinirmi, fino a che un solo raggio di luce terrà acceso i tuoi occhi. Alimenterò la tua vita con il mio amore, scaccerò le tue paure con le mie carezze, ti nutrirò con i miei baci, annoderò i nostri sogni uno ad uno e ne farò una ghirlanda che cingerà la tua testa. Prenderò i giorni passati insieme e ne farò un tappeto dove tu potrai camminare a piedi nudi senza paura di cadere, così tu non ti scorderai mai di me e ad ogni tuo passo io ci sarò. Terrò lontano quell’ultimo giorno mentre inesorabile scorre verso di noi, proverò a fermare il tempo, magari cercando di legarlo ad un ricordo lontano. Se potessi prenderei i miei giorni e li aggiungerei ai tuoi per arrivare insieme alla fine della strada, ma la vita ha il suo tempo che non divide mai. Ti guardo e penso: quando diventerai una stella la tua luce brillerà anche di giorno, quando diventerai un’onda del mare io verrò a cercarti mentre ti distendi sulla sabbia. Quando diventerai un pensiero sarai parte di me stesso e io ti troverò sempre dentro di me ogni volta che ti cercherò,

perché l’amore è per sempre.

LA TUA STELLA di Daniela Lelli Ad occhi chiusi lascio scorrere il tempo, lascio che i pensieri avvolgano la mia mente come a fermare quei ricordi che mai vorrei svanissero, come nuvole spinte dal vento. Faccio spazio nei mille pensieri, cercando affannosamente di fare ordine. Elaboro e chiudo tutto ciò che ha oscurato il mio cammino dando spazio a quella luce che ha illuminato il mio percorso, fino ad arrivare a te. Come una macchina fotografica fermo quelle immagini che mai vorrei dimenticare, che vorrei mi accompagnassero fino al giorno in cui tutto il mio essere darà luce al tuo cammino, diventando una stella, la tua stella. Ogni volta che alzerai il tuo sguardo … sarò sempre lì. Ogni volta che il tuo pensiero sarà rivolto a me … io ci sarò. Ogni volta che le tue gambe tenderanno a cedere, guarda avanti, ci saranno sempre le mie mani tese, che ti sorreggeranno. Ogni volta che ascolterai il tuo cuore battere, ci sarà anche il mio che batterà insieme al tuo. Non arrenderti mai, non fermare mai il tuo ricordo, continua a far scorrere dolcemente la tua penna, l’amore che hai nel cuore è vita e le tue parole daranno sempre luce al nostro grande amore, quell’amore che và: “oltre la vita”.

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IL TUO SORRISO di Cesare Natale Cammino, attraversando il viale della vita tenendo per mano ricordi, sogni, speranza. I ricordi li ho adagiati nel cuore, dandogli un posto speciale, i sogni, un film che ho appena incominciato a vedere con la speranza che il finale sia l’inizio della mia vita. Vorrei incontrare una luce che illumina il mio sentiero, cerco un raggio di sole che trasformi in arcobaleno ogni mio giorno di pioggia. Guardo con speranza oltre tutti gli ostacoli della mia vita cercando di scorgere una discesa.

Vorrei trovare l’amore, quello che ti ferma il cuore. Poi, il tuo sorriso, volo di gabbiano fra gli scogli della vita, vento di cuore a spazzare le nuvole, sogno da raccontare al mattino avendo i tuoi occhi come finestre da aprire al nuovo giorno. Il tuo sorriso, come porto dove ormeggiare nei giorni di tempesta, luce ad illuminare i giorni bui, il cammino sicuro senza paura di cadere. Il tuo sorriso, canto d’amore che ha fatto della mia vita un’onda inarrestabile di emozioni

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Franca Leopizzi Nasce a Taranto nel 1952. Consegue la maturità classica al Lice “Archita”. Si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari. Abilitata in Filosofia,Scienze dell’educazione e in Lettere, ha insegnato materie letterarie fino al 2009. Da anni si è interessata alla Psicologia, all’Arte e, soprattutto, alla Poesia. Ha partecipato, come Poetessa, ad eventi culturali di Poesia, ricevendo riconoscimenti, tra questi, nella Rassegna di Arti Pittoriche “Le Maestre del colore ed i Cavalieri dell’Arte - 2013”, Poesipittura a Taranto, organizzata dall’Associazione artistico-culturale “Il Melograno Art - TA - Onlus”. Sposata e con figli, avvia un percorso artistico con studi e ricerche personali. Nella sua produzione poetica è presente il suo pensiero orientato verso la sublimazione delle emozioni che vuole comunicare agli altri, recuperando i valori dello spirito. A mia figlia

Sei venuta alla luce Come stella del firmamento. Grano maturo nei tuoi capelli, cieli azzurri nei tuoi occhi. Ti ho insegnato a volare: abbi cura di splendere. Rosso di melagrano nella tua anima, il tuo nome è libertà.

Sul tuo viso lacrime calde, come grani di un rosario, riscaldato da mani sante che guariscono. “Pianto della Vergine” Olio su tela di Anna Troyli

Dipingi sempre, con i tuoi colori, i miei pensieri. Scambia, con me, le mie e le tue immagini: mettile, poi, a riscaldarsi tra le mie braccia.

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L’Albero dei Poeti Nell’azzurro pieno di sfumature, il tronco è duro e forte; i rami leggeri e pieni di fiori. Non sperava di dare Germogli così teneri e profumati. Lì c’è la vita: nel suo aspetto “normale” ed in quello variegato. Perciò, anche se muto, l’albero canta dolci poesie. Esalta il diverso, il multiforme, lì dove emerge prepotente il desiderio del vissuto. Olio su tela di Letizia Lisi

Donna con bimbo Felicemente sfinito riposi tranquillo. C’è buio intorno, ma puoi cercare la luce. La vedono i tuoi occhi, la sente il tuo corpo che vuole brillare. Decidi muoverti e creare. Nascono liete immagini che ti portano con sé: esistere e rinascere ogni giorno. Ti sorreggo con le mie braccia, ti aiuto a fuggire dal buio. Lo sfondo scuro e inquietante non è un freno. Basta la forza che trovi nei miei occhi, nei miei pensieri, nelle mie parole. Ogni giorno vivrò per rassicurarti. Sentirai presente il cielo e le sue nubi svaniranno di fronte al sereno.

“Presagio” di Maria Rosaria Vendola 141


Adele Li Libero Napoletana, sposata, laureata in lingue e culture moderne, ama la poesia e la cultura in generale. Pubblica su Danielaedintorni.com. Alcune poesie sono state incluse in raccolte antologiche sia stampate che in forma di e.book. Lo scorso novembre è uscita la sua prima silloge “Poesie per tutti i giorni”, con poesie esistenziali, d’amore, sociali e sulla sua amata città.

A mio padre E un giorno tacque la tua voce, si gelarono le braccia, si spensero i tuoi occhi avidi di luce. Per me non più abbracci, né carezze, né consigli, né parole, e quel legame pazzo che ci univa, muti. Spento il senso del mondo il dolore e lo strazio, di quando si perde una parte di te. Percorrevo strade come ramo spezzato, come uccello sena piume, come bimbo abbandonato.

Sfuma l’orizzonte Sfuma l’orizzonte di Capri, confusa nei colori del tramonto, dorme, fanciulla abbandonata, come in un triste racconto. Le luci dei traghetti in arrivo si tendono nel piccolo porto, s’apre anche la luna sul mare creando la luce per amare. Si, forse lei arriva stasera, improvvisa ha aperto la vita, ha deciso di urlare al destino che nulla può tenerli lontano. E lui, pescatore ammalato di passione, la guarda sorpreso, anche il vento adesso è calato e l’amore non è più sospeso.

M’era compagna la speranza di ritrovarti un giorno, quando Chi è lassù mi chiederà il ritorno. Riabbraccerò in quell’ora mio padre e il suo sorriso. E tornerò per lui la bimba del suo cuore.

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La barca Lo senti, stanotte, il vento, che urla, fin dentro le scale, portandosi foglie, pallido segno autunnale? La vedi, là in fondo la spuma e una barca, da sola, che sale le onde impazzite che a riva schiaffeggiano il cuore? Di colpo è mutato, stanotte, il vento, che prima aiutava le rotte e le vele, gonfiate, al sole avanzavano, ghiotte, adesso ruggisce. Si frena l’istante, la morte, attende, furiosa, bramosa, ghermisce qualcosa. E nella spuma s’arrende al niente e sfuma lontana la barca innocente del cuore.

Il Mondo Le delusioni della vita, stanche, carezzano le rughe del mio viso, i Se e i Ma ritornano alla mente quando di sera si distende il mondo. A volte si stupiscono le stelle se vedono una lacrima sul viso: ricordi, tenerezze o illusioni scontano qui l’affaccendato giorno. Ma se io posso accantonare il mondo rubando un po’ di cielo all’infinito, di te io sogno, unico amore mio: e l’anima tua con la mia risplende.

Lungofiume Avanzo lenta, lungofiume, stamattina, ho indossato, come sempre, la mia pelle, un po’ rosa un po’ tulipano, me la porto stretta, qui, al lungofiume. Scorgo gli uccelli, cercano del cibo, rompendo l’aria con i loro voli, adesso già raggela la mia faccia, arrivo al ponte, ormai sono qui fuori. Nei piccoli spiazzi soleggiati qualche gatto cerca il suo calore, immobile, apatico, un po’ scettico, sembra cristallizzato nel chiarore. Vado a casa, mi dico, vado, è l’ora, anche se invece vorrei non tornare, l’acqua al ponte, limpida, rimanda, vecchie immagini di me, da ricordare. Getto pensieri al vento, il cuore al mare, meglio tornare indietro e non pensare.

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Aria di Primavera Ecco fiorir la prima margherita. ecco coprire subito ogni cosa, il verde, il giallo, il sole la mimosa, l’aulente fiore che ti porti a casa. Si stende al sole anche un gatto asciutto, sbadiglia, mentre è arrotolato a riccio. Io corro al bus con il mio cuore pazzo. Stasera, poi, ti porto fuori a cena, in un giardino in centro non lontano, mangerai pizza e fiori, che fortuna e su di noi aleggerà la luna.

“Dolce Primavera” - Olio su tela di Letizia Lisi

Pasqua Un papa, una croce, un frammento, di piccola fede divina, che stranamente riappare, dopo secoli di gran tormento. Che sia l’alba diversa, potente, di un diverso sentire e pregare, di un più forte rinnovamento d’umano volere e potere? Un papa che vien da lontano ma che a Dio sa parlare davvero, una Pasqua diversa, da amare, spezza il Pane e l’isolamento.

“Orante della Settimana Santa in Taranto” Olio su tela di Letizia Lisi 144


Pioggia Se piove tra gli alberi non prendere l’ombrello, specie se piove piano. Goditi quelle gocce, che piovono sugli occhi, che scendono sul collo. Gusta l’acqua pulita, rinnovati nel cuore, è quasi primavera, passerà questo freddo, guarirà il raffreddore. Se poi spicchi di sole, d’un tratto sono in cielo, non trovi più parole, ti perdi nel mistero, scoppia l’arcobaleno, e sei anche tu un fiore. “Umbrella” - Olio su tela di Letizia Lisi

Fazzoletti

Sibilla

Stendo pensieri come fazzoletti, talvolta di ricordi punteggiati, vanno al cervello come servi matti, pungolando la mente arrugginita.

Mi chiamano Sibilla, lenta scorre la vita qui, nella mia ampolla, dove un tempo qualcuno, forse il mio amore, mi ficcò, come una stella.

Laggiù c’è la collina meno ambita, quella da cui nessuno più ritorna neanche per saluti o una partita o per gelar quella paura avita. Fisso nel seno, quindi, la mia gioia, per l’attimo che io mi tengo stretto, se presto sarò foglia per la storia. Addormentata, allora, sul tuo petto, rimando le mie lacrime a domani, toccando d’Infinito il senso netto.

Brillo, nel mio antro scuro, nero come la pece, dove qualcuno, insicuro, con flebile voce chiede, il futuro. Ed io, da qui, giuro, or il vero ora il falso, così l’interrogante vedrà il vaticinio, intrigante, su foglie scritto e non lo capirà. Sono Sibilla, a Cuma regno, nell’Eternità.

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Rosa Lombardi Scrittrice e poetessa in vernacolo, è nata e vive a Taranto. La natura e il mondo circostante sono fonte di ispirazione per i suoi scritti. Sin da giovanissima ha partecipato ad eventi poetici del territorio, collaborando con Nicola Nasole ed altri poeti di Taranto a trasmissioni radiofoniche in vernacolo. Oltre alle poesie, la Lombardi si dedica alla stesura di commedie. Partecipa all’eventi del territorio, con notevoli consensi di pubblico e di critica.

“Fundàne” Miènze 'a sta vije sòle e abbandunàte ste angòre sta fundàne sgàngàrate, tutta vecchije e arruzzenite, pure l'acque l'a lassàte. Na vòte … cu le vummile e le tammiggiàne ccè ffeste te fascevene indr’a vije, e tu„ t’addecrijave p’allegrije e te sendìve a pperle de sta vije. E mò t'onne scurdàte, mò sto sòle? Nisciùne chiù t'apprezze e nè te vòle indre 'a stu còre tìne na sperànze, ca nguarchedune te ffàce na criànze!

"La fontana" In mezzo ad una via, sola e abbandonata, c'è ancora una fontana sgangherata, molto vecchia e arrugginita anche l'acqua l’ha lasciata. Una volta.... con fiaschi e damigiane, che feste ti facevano per la via, e tutti rallegravi con allegria, e ti sentivi la perla di questa via. Ed ora ti hanno dimenticata? Sei da sola? Nessuno più t'apprezza e né ti vuole, ma nel cuor suo, ha una speranza, che ungiorno qualcuno le fa una gentilezza.

“Donna alla fontana” Olio su tela di Pina Soloperto

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Il Melograno ART TA onlus Associazione Artistico Culturale Taranto- presidente Letizia Lisi

1°PREMIO Fotografia Concorso PASQUA 2013: Arte e Poesia Foto di Nilde Mastrosimone Versi di Rosa Lombardi

"Attaccatème le màne" Nnonge a fazze chiùne, Attàne mije Bbelle... nonge a fazze chiùne damme a Mmè u fardelle! Famme sce su a quedda Croce, pigghie Ije u poste Sue, piccè u dulòre ijè tande, ca u còre spacche 'a doje.

"Legate a Me le mani" Non ce la faccio più Padre mio bello, non ce la faccio più date a Me il Fardello... fate a Me salire sopra a quella Croce, prendo Io il posto Suo, perchè il dolore è tanto, che si spacca il cuore in due.

Attaccatème le mane, cu chidde lacce amàre, piccè senze u Figghije mije Nnò sacce c'agghia fare.

Legatemi le mani con quella fune amara, perché senza mio Figlio non so cosa fare.

Levàtele le sine e 'a lange 'a u custàte, mettitèle pure 'a Mmè...

Toglietegli le spine e la lancia nel costato, mettetele pure a Me... prendo Io il posto Suo !

pigghije Ije u poste suije!

Versi di Rosa Lombardi 147


Mimmo Martinucci Terminato il liceo classico in seminario, per un tentativo non riuscito di farsi … prete, continuò gli studi in Radiotecnica ed insegnò per 2 anni a Francavilla Fontana. Appassionato di elettronica e telecomunicazioni divenne radioamatore nel 1967. E’ stato Direttore tecnico di Telepiombino, una delle primissime televisioni private e di Radio Costa Etrusca. Tecnico elettronico e capo laboratorio telecomunicazioni all’Italsider di Piombino (LI) dal 1964 al 1982. Nel 1975 si diplomò Perito Industriale Capotecnico Meccanico, settore siderurgico. Nel 1962 si sposò con Adriana che venne a mancare nel 2002. Per non cadere in depressione, subito dopo, a 65 anni, si inscrisse all’università di Trento in Giurisprudenza ed è diventato Dottore in Scienze Giuridiche a 69 anni … Dopo due anni da vedovo, fece ricerche della sua prima fidanzata di Francavilla, conosciuta nel 1960, la trovò, era vedova anche lei e … si è risposato nel 2004. Giornalista pubblicista nel settore delle radiocomunicazioni, grafico pubblicitario, ha pubblicato più di venti libri, tra i quali numerosi manuali sull’argomento telecomunicazioni e qualche centinaio di articoli su riviste del settore, ma anche qualche romanzo, alcuni saggi storici sui miti antichi e sei volumi di poesie. Si diletta in poesia, anche se ha soltanto 76 anni. Non ha nemici perché non sa odiare. Pugliese di nascita (nato a Sava nel 1937), ha vissuto a Roma, Torino, Piombino (LI), Milano, Besenello (TN) ed ora vive a Francavilla Fontana (BR). Pubblicazioni di Mimmo Martinucci: Manuale di stazione per Radioamatori ed SWL - 1993 - Edizioni CD - Bologna Elementi di Radiopropagazione Jonosferica - 1993 - Editore C&C - Faenza CQ Europe (in lingua inglese) - 1996 - Editore C&C - Faenza Vele Bianche lucenti - Poesie - Edito in proprio - 1998 L’ascoltare di onde corte - SWL - 1998 - Editore C&C- Faenza Storia del Radiantismo italiano da Marconi al 2000 - 1999 - EDIRADlO - Milano Nuova Normativa per Radioamatori - 2002 - Editore Edizioni CD - Bologna La strega di Castel Beseno - Romanzo - 2006 - Editore Giuseppe Laterza - Bari Tutte le isole del Mar Adriatico - 2007 - Edizioni Sandit - Bergamo Tutte le isole del Mar Tirreno e del Mar Jonio - 2007 - Sandit - Bergamo Sardegna e le sue isole minori - Liguria e le sue isole - 2007 - Sandit - Bergamo Tutte le isole della Sicilia - 2007 - Edizioni Sandit - Bergamo Pensierando – Poesie - Riflessioni - Racconto - 2008 - EditSantoro - Galatina (Le) Interviste a Joshua -2009 - EditSantoro -Galatina (Le) Vangeli apocrifici - 2009 - EditSantoro - Galatina (Le) Diritto all’antenna - 2009 - EditSantoro - Galatina (Le) Come Airone - Poesie - 2010 - EditSantoro – Galatina (Le) Frammenti d’Olimpo - Poesie - 2010 - EditSantoro – Galatina (Le) Il Diluvio tra miti e leggende - 2010 - EditSantoro – Galatina (Le) Spiragli di Luce - Poesie - dic. 2010 - EditSantoro - Galatina (LE) Piramidi sulla Terra e non solo … - aprile 2011- EditSantoro - Galatina (LE) Marte, il pianeta rosso e misterioso - aprile 2011- EditSantoro - Galatina (LE) Innamorarsi ancora -Versi e profumi di Puglia - ottobre 2011- EditSantoro - Galatina (LE) Giganti sulla Terra - Solo mito? - 2012 - EditSantoro - Galatina (LE) Un Poeta per amico - Versi sparsi - Ottobre 2012 - EditSantoro - Galatina (LE) 148


Innamorarsi ancora Innamorarsi ancora quando l’argento prende i miei capelli e il lento passo è figlio dei miei anni. Innamorarsi ancora della luna che a sera toglie luce alle mie stelle e il mare attende che la luna cali per farla sua in attimi struggenti. Innamorarsi di due occhi scuri che al mare cupo ruba i suoi colori e poi sognare al tatto i suoi capelli e dare un bacio agli occhi suoi socchiusi. Innamorarsi è come rifiorire e raddrizzar le spalle avanti al sole e, se la mano sua la tua ti sfiora, sentir l’anima tua che s’accalora.

Come airone Come airone libero nei cieli volando andrei sui laghi e su pei mari a lungo meditando sulla vita e poi planando all’acqua, là dove i giunchi al vento piegano la chioma. Vorrei assaporare quella brina che a notte cade dalle stelle. Sulle mie ali iridescenti gocce di lacrime di gioia io vorrei e non di pianti antichi delle genti che arrancano già stanche della vita. Nel ventre della terra volerei alla ricerca del Diamante puro perché attraverso lui io scoprirei colori differenti del cammino che portano nel cielo più lontano. Come airone libero nei cieli volando andrei sui laghi e su pei mari in solitario volo in cerca d’ali. 149


Qual brividi di stelle Qual brividi di stelle a notte in bruma e tremolii di voce quando vedo il viso tuo che guarda e mi consuma: resisto un po’, ma poi a te mi cedo. Se amor è malattia degli anni verdi non so capire allora perché sento le stesse sensazioni, ora che perdi il nero nei capelli nel gran vento. L’amore non guarisce mai con gli anni, è malattia che tutti volentieri si accetta sempre tra i miglior malanni. Ti vedo come eri e come sei e t’amo sempre come già t’amai, se a settant’anni turbi i sogni miei.

Un Poeta per Amico Qualcuno accanto a me io sento che detta ai miei pensieri vaghe note, ma io non sempre ascolto molto attento, distratto da vicende vane o vuote. Ambrata Musa ascolta me una volta, ridammi l’emozioni antiche mie, di quando gioventù, che mi fu tolta, passò veloce tra peripezie. Calliope ascolta e a Venere la bella chiedi che rughe non appaian presto e poi a Minerva che sapienza appella e ad Ercole che forza dia al mio estro. Se nella vita piano ormai cammino, ti prego Musa, dal potere antico, tu crea l’orgoglio in chi mi sta vicino di avere me Poeta per Amico.

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Pèrlami l’anima M’inchino a te, o mia Donna, siccome i giunchi, al vento proni, stanno. Tu Dea, irraggiungibile, m'appari. Versa un sorriso dagli occhi tuoi socchiusi ed io fluente cado nell’estasi dell’Eden. Pèrlami l’anima, Donna mia.

Non dimenticarmi mai ! Se scaveranno solchi i mesi e gli anni sulla mia fronte e più nella mia mente, se curvo per gli affanni mi vedrai, ti prego Amore non dimenticarmi mai. Se i miei capelli a uno ad uno o a ciocche cadranno e la mia chioma ch’è d’argento tu accarezzasti e la ricorderai, ti prego Amore non dimenticarmi mai. Ripensa e vivi i miei sorrisi dolci quando tu m’incantavi ed ero solo ed io le labbra appena ti sfiorai, ti prego Amore non dimenticarmi mai. Ed or che appare il mio traguardo in fondo e tu che ancora per la vita vai, ti prego Amore non dimenticarmi mai! 151


Giovanni Mono Monopoli Giovanni Monopoli nasce a Taranto il 28 Giugno del 1949. La passione per la poesia in lui è sempre stata tra le cose della vita importanti e, dal 1969, ha potuto dare il via alla sua vena poetica con componimenti in versi. Le prime poesie seguivano tracce di cuore lontano, ma poi, man mano che il tempo passava, ha saputo dare seguito ai suoi scritti, applicando la cultura della parola che l’ha portato anche a pubblicare alcuni libri di poesie (Scrivere pensando - Cristalli di poesie - Un viaggio nella vita per un non dimenticare mai) ed essere presente in tante sillogi. E’ in preparazione l’ultimo suo libro che avrà per titolo “Gemme d’amore”. Giovanni Monopoli è un cultore della parola, perché egli ama, nei suoi scritti, dare la musicalità ai versi per far sì che il lettore si lasci trasportare ed entri nell’animo del poeta per carpirne il pensiero e viverre le sue stesse emozioni. Ha partecipato e partecipa a tanti concorsi di poesia, con lusinghieri risultati e riconoscimenti. Portatore di emozioni e sentimenti puri, spazia in tutto il campo della poesia, dall’amore, alla natura, prediligendo la gioia della vita nella speranza che una luce ci sia sempre per tutti, una luce che guidi il cammino di ognuno. Non trascura infine le diverse tipologie di componimenti poetici: dagli acrostici, agli haiku, ai senryu, tanka, tautogramma e altre espressioni poetiche, come la poesia estemporanea, dialettale, a rima e Poesipittura. Essere definito poeta è, per lui, motivo di grande orgoglio, perché raggiunge, con la cultura, quei meandri della vita, quei sentimenti puri e quelle emozioni che fanno sì di essere collocati, a buon diritto, nel contesto poetico, con viva soddisfazione e gioia.

Abbraccio delizioso L’osservo lontano al cor fremente, colori in tinta, ombrelli di vita, in contorno tra i suoi rami la gioia fiorente mare immenso intorno. Abbraccio silenzioso, delizioso a contemplare il fare incantevole, sussurri alla sua ombra così gentile, col sole che capolino fa … ozioso Affonda le radici nella viva terra, regalando agli amori la maestosità, si pone leggiadro, omertoso, l’afferra, donando tutta la sua grandiosità. L’orizzonte contempla il pensiero, scie di elegante vezzo all’ombreggio, muta la scena resta di blu il tinteggio, ponendosi al futuro dell’amor foriero. “Umbrella” - Olio su tela di Letizia Lisi 152


T’osservo albero Portatore di forza possente tra gli albori che s’affacciano volo di gabbiani ad annunciare del dì il suo fiorire gaudente. Il sole l’arsa terra è a scaldare su fronde fresco s’avvede tra le verdi foglie tu ulivo dal possente tronco l’ombra raccogli e delicatamente poni il tuo volere. Accogli della vita l’essenza donando all’azzurro mare la sapienza t’osservo d’oleacea albero nel giacer fiero la speranza è il tuo intento sincero. Sui tuoi virgulti rami il poggiare a reggere l’umanità nel suo intiero brillano le luci sulle chete acque … austero l’estate s’avvicina e si resta col tuo ammirare.

Luci di città Tetti col cielo a parlare sembrano Finestre illuminate in coro osservano, la luna silenziosi passi accompagna tra le striature a far capolino in sogno. Luci di città poste ad illuminar del cielo i cuori tra i fumanti camini … frizzante aria tra i colori invadenti, di stelle cosparsi nel recondito mondo, tra i suoi tesori. Issati verso l’immenso vissuto si spingono lassù palazzi ad ogni vista, musiche recitano sin sopra i tetti in orchestra regalando ad ognun la maestosità del compiuto. Luci di città alberi corolle fanno del lor brillio nascente mentre pargoli a passeggiar con le mamme sono, domani all’alba il sole la vita scalderà e tutto sfavillerà tra le mura d’animo fiorente. “Tetti gialli” - Olio su tela di Letizia Lisi

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Cristalli di poesia Versidiversi Di GiovanniMonopoli Editore Il Rovescio

“Camminamenti s’aprono Risalenti i viali dell’esistenza, cristalli di luce luminescenti investono regalando fatato miraggio”

“Ulivo” Olio su tela di Letizia Lisi

L’ulivo Nell’immenso mare che circonda, lo specchiare coi rami tuoi fiorenti, foglioline di rugiada a luccicare il sole ad asciugare col suo calore. Tu che imponente ti manifesti, doni gioia, amore a chi tisi pone, gli uccelli sono ad avvolgerti festosi mentre le farfalle spensierate volano cercando appiglio ove riposare. La brina della notte rinfresca, la luna nel suo blu t’accarezza, radici a infondere nella terra giacigli innamorati al tramonto. La vita t’assorbe felice … canta, s’adagia ai suoi piedi e sorride, l’ascoltare con le musiche del tempo fruscio a giungere su bianche nuvole che invitano in sospiri mai persi.

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Vito Leucci Vito Leucci è nato a Taranto nel 1942, ufficiale di Marina Militare in pensione, vive a Leporano (TA). Scrittore e Poeta. Alcune opere sono state premiate in molti concorsi.

Il Sommergibile Così erano denominati sino alla fine della seconda guerra mondiale i battelli con possibilità di immergersi e navigare di sotto alla superficie. Questi avevano una sovrastruttura che gli permetteva di navigare sulla superficie del mare, somigliante alla struttura di una nave, con una prora ed una poppa, comunemente indicata col nome di scafo non resistente. Era l’anno 1968, dopo essere stato sottoposto a visita medica particolareggiata per destinazioni speciali, visto che ero ancora in buona salute, mi “spedirono” a “Comgrupsom Due”. Quest’ultimo era l’ente a capo del costituendo secondo gruppo sottomarini che avrebbe compreso i Smgg.: TOTI, DANDOLO, MOCENIGO, BAGNOLINI in corso di costruzione. …. Fui inviato sul Smg E. TOTI, in costruzione nei cantieri navali di Monfalcone, vicino Trieste. Raggiunsi, per ferrovia, la destinazione e fui alloggiato in una “camerata” ricavata in baracche di legno, poste nei pressi del cantiere navale, insieme ad altri colleghi, che costituivano l’equipaggio del Toti.(Da un racconto di Vito Leucci)

Sommergibile “Enrico Toti L'Enrico Toti, contraddistinto dal distintivo ottico S 506, è un sottomarino costruito in Italia negli anni sessanta che, dopo aver prestato un lungo servizio con la Marina Militare, a seguito della sua dismissione e dopo numerosi lavori di adattamento, è stato ceduto al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano dove, dal 2006, è tutt'ora esposto e visitabile. Il sottomarino venne costruito a Monfalcone dalla Italcantieri, che ne iniziò la fabbricazione l'11 aprile 1965. Venne varato il 12 marzo 1967 e consegnato alla Marina Militare il 22 gennaio 1968. Il sottomarino è stato progettato con caratteristiche antisottomarino (da cui la sigla NATO SSK- Submarine Submarine Killer) ed, essendone il capostipite, diede il nome alla classe, completata in circa due anni, dai sottomarini Dandolo, Mocenigo e Bagnolini. 155


E il tempo passa Le parole che non mi hai detto che non hai pronunciato. Quelle che forse hai pensato allora! Vagano aeree tra di noi e gravano racchiuse nel passato. Parrebbe ormai che io le abbia colte così come si possono cogliere pensieri ma risuonano con la mia voce e si confondono coi miei desideri. Rinchiusi come gemme come boccioli sorti e mai sbocciati e i profumi e i colori ancor serbati nell’arida scorza. Che possano giovare a darmi forza? A dar gusto all’attesa? E il tempo passa ! E il dubbio che sia vana già mi pesa.

Il gelso S'erge solitario nella radura arsa il gelso dal frutto zuccheroso e vermiglio che macchia indelebile l'immagine vissuta dell'infanzia perduta.

In corsia Ambienti d’atmosfera surreale letti candidi, allineati pensieri, speranze, illusioni levitano dai corpi adagiati e avverti parole senza voce. Lesti s’agitano fra loro bianchi nei camici immacolati o verdi , dispensano coloro ciò che gli sguardi chiedono, agitati.

Volavo Avevo imparato e volavo come fosse da sempre. Or pare che in un lampo arranchi fra ciò che già amavo mutato nell’attimo che s’apre e scioglie così nel contempo le inutili ali che indossavo.

Mediterraneo Di spartano sapore le tue sponde immutato specchio di terre all’orizzonte. Ora Greci ora Bizantini vennero a solcarne l’onde. Insieme ai levantini fusero per sempre i loro geni finanche i temuti Saraceni. In un mare comune ci specchiamo ora distanti come fratelli spartiti dal destino nel rivedersi o ritrovarsi senti il fiato d’un germano e il mare che nutrice abbraccia tutti ci plasma e ci modella coi suoi flutti. Ci accomuna il mare, coi suoi frutti comuni i suoi colori che tornano ridondanti in ogni dove. In ogni angolo di questo nostro mare ritrovi del natio i propri odori. Si affacciano bianche sulle sponde le case ovunque stesso il mormorio dell’onde. Se poi ti appresti per le strette vie d’un di quei siti che candidi coronano le coste ritrovi stessi visi, stesse melodie del vivo affaccendarsi dei tuoi posti.

Quel sorriso Che dire di quest’amore che mi sorprende ogni giorno, che si trasforma ogni giorno nelle immagini d’un tempo vissuto. Ritrovo il tuo viso di fanciulla con lo splendore di quegli anni che sorride e mi allieta che quel sorriso ancora risplende sul tuo viso che mostra, ora, la tua bellezza di donna. Ed è proprio lui!… il tuo sorriso che mi conforta nei momenti in cui mi chiedo se il nostro amore sia passato indenne fra gli anni, fra le insidie e le amarezze. E’ la luce che rischiara quando tutto si offusca d’intorno che riporta serenità, che mi dice che nulla è cambiato e tu sei come eri allora! 156


Son lieto Eppure son lieto ! non so cosa abbia scaldato il mio animo inquieto e i pensieri cupi cancellato. Forse l'animo rischiarato da un fiato sincero, sussurrato o da uno sguardo antico, riaffiorato ha nutrito l’eterea speranza che in cuor s'annida e non sento le voci più grevi ed insistenti. O son lieto che la vita scorra nell'alveo molle del momento e che nei flutti vergini l'acqua limpida .......io sento. O che il torbido rimestare d'un istante mi giunga affievolito dal passato. Son lieto, forse perché mi basta un cenno che accenda l'illusione d'essere.... stato ......amato.

Autore Giaccio assiso nell’angolo del mio divano preferito e ascolto il silenzio del tempo definito dal lento mutar delle cose e osservo come fossi spettatore chi mi si para dinanzi attore nei ruoli della commedia della vita nell’intima lusinga d’esserne in parte l’autore.

Partire - Restare Partire, lasciare gli affetti. Andare per mare ancora e poi ancora e parte di me che restava. Così mi spartivo. Così mi dolevo. Ed ora mi tocca restare. Restare e vederli partire ancora e poi ancora. Dolermi ancor di spartire gli affetti più cari. Restare e coglier furtivo l'ultimo sguardo celando i miei occhi arrossati. Temendo che l'ultimo ciao giunga fioco e angustiato. Restare ed attendere che tornino ancora e poi ancora.

La macchina della mia vita Eccomi seduto nella macchina della mia vita giusto nel mezzo di niente porto questo vecchio proprio dentro. Guido fra il deserto del dolore spazzando le lacrime piante fuori dallo specchio retrovisore. Una pigra occhiata al passato ove il paesaggio così veloce è volato che non avverti ciò che ancora farai e non vi sono segnali che ti possano guidare. Bloccato alla catena del tuo volere cerchi manovrando quel volante d’evitare la gran confusione nella tua mente abusando della ormai tua macchina allo stremo. Ed ecco che con tutta l’angoscia sopportata quasi non t’accorgi d’essere arrivato.

Per contatti: Vito LEUCCI Via Mezzetti n°21 74100 = Taranto tel 099.372217 - 328.0258219 157


Gabriella Pupino Nata a Taranto nel 1969, all'età di tre anni, a causa di una febbre virale, è colpita da sordità. Nel 1988 consegue, con il massimo dei voti, il Diploma di Maturità Classica presso il Liceo Ginnasio "Quinto Ennio" di Taranto, ricevendo due riconoscimenti: il Premio DIES VIRTUTIS dal Lions Club e il Diploma di Merito dal Rotary Club di Taranto per essersi distinta nel suo impegno sociale e nella sua formazione professionale. Laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti presso l'Università degli Studi di Bari, attualmente lavora in un ufficio del Comune di Taranto. Ha ricevuto riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali di poesia. Dall'età di otto anni scrive numerosi racconti, favole, romanzi e poesie. All'età di 14 anni partecipa al 14° Concorso Internazionale di Lettere ed Arte "Ungaretti ", ricevendo la menzione d'onore per la Sezione Poesia, conferitale dall'Accademia Internazionale di San Marco di Belle Arti Lettere e Scienze a Roma. Successivamente con le sue poesie vince il 3° premio al Concorso Nazionale "Cinquantenario del Monumento al Marinaio d'Italia Novembre 1983", il 5° premio al Concorso Internazionale di Lettere ed Arti Figurative "Golfo di Napoli 84", il 4° premio al 1° Concorso Internazionale di Lettere ed Arti figurative "Mare Nostrum". Alcune sue poesie sono pubblicate sul settimanale "Nuovo Dialogo" di Taranto e sul mensile "Collage" di Lamezia Terme (Catanzaro). Altre sue poesie sono inserite nell'antologia. "I Contemporanei al Città di Venezia", 1984, con giudizio critico di Bianca Buono e nell'Agenda della Poesia 1985" del Centro Studi "Carlo Capodieci” , edita dalla Nuova Editrice Spada di Roma. Alcune delle sue ultime poesie sono pubblicate sul calendario 2003 dell'Associazione "Oltre le barriere" di Taranto. Alcune sue poesie sono state pubblicate sulla prima edizione di “Jonio Giardino Incantato”, tra le Poetesse ed i Poeti della nostra Puglia. La silloge poetica "Il Canto del silenzio", edito da “Scorpione Editrice”, porta a conoscenza dei lettori il suo mondo interiore. Con la Pupino, l’emozione si fa Poesia e questo avviene con una semplicità che solo l’ispirazione e la sensibilità del suo animo le permettono. L’immagine ed i suoi colori diventano stimolo e vibrazione. Dalle immagini che la natura ci offre ogni giorno, ma che spesso non “vediamo” più, la Pupino trae il messaggio con candore, avvertendone la sonora vitalità. (Mimmo Martinucci)

Polvere di primavera Polvere di primavera trasportata dal vento in minuscoli fiori si adagia sulla mia anima ed essa danza sotto un sole cocente in un dolce grido infuocato.

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Suoni e … profumi Veemente scorre in me l'Amore, melodioso, ardente e adamantino, tutto di sole inonda come cascata di oro. Vita pensieri idee emozioni sogni inestinguibilmente nel mio cuore si accendono a riempire l'aria immobile di intensi e soavi profumi, e il nudo silenzio si colma dei miei suoni … !

Il silenzio Ascolto il tuo silenzio con le vibranti orecchie del mio cuore, sensibile al soffio del vento dei tuoi pensieri, al fruscio delle ali dei tuoi sogni, al palpito ardente e inudibile della tua Vita, al tremolio impercettibile, dal quale sono scosse le corde invisibili della tua Anima pizzicate dall'Amore … !!!

Il dono Non vagherò per le vie affollate del mondo a cercare le cose più belle da offrirti insieme al mio Amore. Mi fermerò lì dove infuocano i colori di un sole ardente e il cuore di un gabbiano alto vola, lì dove la sabbia fine è illuminata dalla luna e gli scogli scuri sono baciati dalle onde e ritornerò da te, con il mio cuore, i miei occhi, le mie mani traboccanti solo di questo ... !!! “Il silenzio” è una delle più belle e toccanti Poesie della Pupino. La sua sensibilità alle vibrazioni dell’anima le fanno “udire” le emozioni latenti, le parole non ascoltate, il “fruscio delle ali dei sogni”. Ascoltare il silenzio dell’Amore è lirismo puro e Gabriella Pupino ne è l’interprete più sensibile. (Mimmo Martinucci)

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Oroblu Parola magica nel suono nei colori nell’incanto. E’ il vento che respira nella nostra Amicizia, la luce radiosa e ardente che la rende ancora più raggiante. Il blu è la notte delle nostre anime, l’oro è il sole che irradiamo insieme.

Sogni Vibrano nel silenzio del mio cuore come fragili suoni scossi da corde come fragili corde pizzicate da dita sono queste le uniche ricchezze che possiedo …!

Un canto Un canto è dentro di me, un solo canto: un canto che si eleva caldo e fremente, intenso e tonante, dolce e melodioso, dal mio cuore ardente. Esso esce dal mio corpo, straordinariamente leggero nella sua nuova nudità, e va a trovarti, vestendosi del tuo corpo: ed esso non è più la prigione del mio, ma l’immenso infinito che il mio cuore in te cerca. In te infondo il mio Amore, travolgente e gorgogliante, dolce e calmo, pieno della sua vita e della sua immensità che non si possono scandagliare. Dentro di te comincio a ricantare …

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Anna Vozza Nata a Taranto il 31 Agosto 1958, Anna Vozza, già dalla scuola media, nutre un'attrazione verso il vernacolo e i classici della commedia popolare tarantina. Dalla lettura di opere teatrali e versi di grandi autori, come Diego Maturano, Alfredo Majorano Nunziato, Michele Scialpi e tanti altri, si è “scatenata” la passione per le rime dialettali che ha rafforzato, abitando per 14 anni al rione Tamburi dove, frequentando la gente del posto, ha arricchito la sua tarantinità. Feste religiose, tradizioni popolari, affetti, ma soprattutto l'amore sviscerato per la sua amata Taranto, l'hanno ispirata in oltre 200 liriche. Prima classificata in diversi concorsi letterari, nella sezione dialettale (alcuni anche online), ha pubblicato nel 2008, una raccolta di poesie dal titolo "Tàrde, amore e fandasìje" e sta lavorando per la realizzazione del secondo volume con versi inediti. Notevoli consensi ha riscosso dal pubblico che ha ascoltato le sue declamazioni e dai lettori. Presente inoltre nel primo volume del catalogo d'arte “Jonio giardino incantato" che contiene opere pittoriche, poetiche e fotografiche di affermati autori del nostro territorio. Nonostante la vivacità del dialetto, si è inserita gradevolmente nella nuova forma d'arte definita "Poesipittura", accostando i suoi versi a dipinti di artisti che viceversa hanno anche dipinto per alcune sue liriche. Ha ricevuto diverse recensioni da critici d'arte e appassionati di tarantinità. Anna Vozza poetessa La coinvolgente poesia di Anna Vozza, riesce a infondere vitalità e fiducia. La vita e il vissuto, che traspare dalle sue poesie, rendono preziosi i suoi versi. La sua ricerca poetica è sottile, semplice e, spesso, si fonde con il contesto territoriale della sua terra. La sua è una musicalità genuina, senza filtri, alla sua passione intellettuale. (Dott.ssa Elisa Pitrelli - Critico e storica dell'arte)

“E' già matìne! " Pe mmé jè n'abetudene ch'a sére, me mètte 'a svèglie prìme cu' allucèsce, però ce v'hagghia èssere sengère... 'A veretà? 'Nu pìcche me rengrèsce...

'U ciéle azzècche a mmèttere culore, 'mbrà rose andìche, azzùrre e blù marìne, 'sta meravìglie 'a chiàmene " L'Aurore", ch'apprìsse a jèdde " L'Albe" se strascìne...

Ma po' 'na bbèlla tàzze de caféje, 'na renvrescàte a' fàcce e a tutte 'u rèste, jàpre 'a serrànde pe' vedé ce stéje, ma fore è scure, è scure, è angore prèste...

Doje passarìdde accom'a 'nu relògge, punduàle descetèscene 'nu càne, pìgghie 'u messàle e assènne for'a lògge, scutole le muddìchele du' pàne...

Sparècchie 'a bbànghe,attàcche 'a lavatrìce, po' spànne,tràsche e stìre doje cammìse, indr'au frattiembe m'hagghie fàtte 'a croce, 'na bbòtte a 'na zanzàre e l'hagghie accìse...

'U prìme ràgge de n'òtre sciurnàte, filtre 'mbrà le persiàne e 'mbrà le pìne, latte e café su'a bbànghe hagghie allestàte: Azàteve uagnù, ch'è già matìne!

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"Amàra stòrije tarandìne" - Uèzete Tummasì ch'è ttàrde a' scole! Manìscete a mammà ch'è prònde 'u làtte! Tenìme méne de 'nu quàrte d'ore, 'u tiembe cu prepàre 'a zùppe a fràtte!

Ma 'u mìdeche ca pò l'ha vesetàte, se vote e pàrle sènze cu ss'ascònne: - Signò, 'u uagnone vé recoveràte! 'A mamme ndènde, gnòtte e no' respònne...

Ma cè culore puèrte figghie mije! Sté viànghe com'a cére d'a cannéle... da 'mbàcce hanne sparìte le sckannìje.. Avìne mò,ca te mesùre 'a fréve!

Nov'ànne avéve angore Tummasìne, pezzecarìdde de periferije, nonge fu perdunàte da 'u destìne, ca le mannò 'na 'mbàmamalatije...

Quarànde, doje lignètte e 'a chiecatore? Madonna Sande! Ma cè stè succéde? Hagghia chiamàre sùbbete 'u dottore, cu avéne a ccàse 'mbrìme e cu tte véde!

E jàte 'u viende, jàte 'a tramundàne, su'a 'sta cettà tradìte e maledètte, addò le fìle scappene lundàne, e a ce rumàne no' ppò ffà pruggètte...

- No'ng'jè 'na scuse pe' no' scére a' scole! Me crìde mà, ca no'mme stoca ssènde? - Mò 'a mamma toje te fàce doje bagnole, pò chiàme 'a scole e spiéghe 'sta faccènde -

E jàte 'u viende, jàte 'a tramundàne, su'a 'sta cettà tradìte e maledètte... grìde 'na màmme,'a siende da lundàne... SE VO'CCU STRAZZE 'U CORE E 'U VO CCU SCETTE!

Amàra stòrije tarandìne In questa lirica c'è la tragica realtà tarantina, e la narrazione diviene, nello scorrere dei versi, sempre più drammatica. Non possiamo non riflettere sulla disattenzione “ad usum sui” di quanti avevano il dovere di provvedere alla salubrità della nostra terra, perché tante vite non fossero stroncate dal male che ha esiti ancora letali. E ci sono anche fanciulli innocenti, cui la brama di denaro ha rapito il naturale percorso. Una storia dolorosa proposta nell'efficace vernacolo tarantino.

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"Ije tègne 'na celone" Ije tègne 'na celone, ch'è quand'a 'nu mattone, no' rrìde, no' chiànge, no' rrùsce e no' musce, e ce 'a pìgghie de pònde manghe fùsce...

E m'ha parute come ce 'a celone, cercave ògne matìne 'stu uagnòne, e m'ha parùte ca me cunzulave, quànne da 'mmane a mmé 'venè mangiave.

Ce 'ngat'a véde accome a 'nu scurzone, turcènne 'u nase e 'u muse m'addummànne: Ma a cè tte sèrve avére 'stu chiangone? No' tte déje adènze manghe ce 'a stè scànne! E pò te cach'e ppìsce a ttutte vànne! Ma pe' favore, dalle a 'nguarchedùne! Ma vìde cè te face vedé 'a furtùne! - E mò l'è dìtte,sarà ch'è 'na parole, e no'nge 'u diche pe'scaramanzije, ma quanne 'a véche addà spannùt'au sole, me sènde ca me face cumbagnije. E' vvére no'nge sckame, ma capisce, ce 'a chiame da su'a lògge, me canòsce, le bbàste 'na figghiazze de 'nzalate, cu'mmange e cu'sse sènde addecriate. Ma 'a veretà jè n'òtre e sté ind'au core, a cce no'ssape no'nge pò capire, quèdda celone téne 'nu valore, pe' quiste l'hagghia amare e custodìre. Jè na cunzègne de 'nu figghie mije, oramaje è tand'anne ca m'ha salutate, pe ffà carriére ind'a quèdd'agenzije, addò ha trasùte frische laureate. Nota: Celona è il nome dato nella Puglia meridionale alla Tartaruga di terra o Tartaruga di Hermann (Testudo hermanni - Gmelin, 1789) che è un rettile appartenente all'ordine delle testuggini. E’ presente esclusivamente nell'Europa meridionale, dalla Spagna alla Romania, includendo le isole maggiori del Mediterraneo. La Testudo hermanni e l'Emys orbicularis sono le sole specie autoctone italiane. Il nome Hermanni è in onore del medico naturalista francese Jean Hermann (1738-1800).

Curiosità… mitologica La mitologia greca spiegava la genesi dell'animale con la leggenda della ninfa Chelone, dalla quale la tartaruga prenderà anche il nome. Ella, avendo osato deridere Zeus ed Hedra, proprio il giorno delle nozze, era stata punita dagli Dei infuriati che l'avevano precipitata in mare e condannata a recare sul dorso la propria casa, fino alla fine dei tempi. Nell'inno omerico “Ad Hermes”, si canta l'invenzione della Lira da parte del dio che, precocissimo neonato, adattò le corde al carapace di una tartaruga, per utilizzarlo come cassa di risonanza, donandolo poi al dio Apollo. Le casse armoniche della Lira vennero fornite dalle tartarughe terrestri dell'Arcadia ma, prima della moda di impiallacciare con le sue scaglie mobili e stipiti delle case romane patrizie nel I secolo a.C., gli ulteriori utilizzi delle tartarughe erano collegati alle sue presunte proprietà apotropaiche, in grado, cioè, di contrastare le influenze malefiche. L'uso del guscio come culla o come vasca da bagno era, infatti, ritenuto, nel IV e III sec. a.C., efficace contro le malattie infantili.

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La POESIPITTURA di Tina Piccolo - Poetessa e Critica d’Arte Una corrente artistica molto particolare e affascinante nasce a Ceppaloni dove la giovane Francesca Barone e il padre Giovanni, tanto fanno per la poesipittura. Due arti unite in un connubio speciale, dove la pittura e i versi sono parte integrante di un progetto artistico. Nei colori che rappresentano immagini, nature morte, scene surreali si incidono versi che sembrano nati dalla prolifica arte. E così case, prati, bimbi raffigurati sulle tele, riportano anche la poesia attinente all'opera. Un compito meraviglioso quello dell'autore che si esprime con due modalità particolari. Il tutto completa il progetto di un'arte meravigliosa, una rappresentazione duplice che lascia stupiti ed ammirati. Come critico d'arte, ho visto tante opere della poesipittura e sono rimasta veramente entusiasta. Belle le opere che sono frutto di questa poesipittura nei variegati momenti. La Barone, nonostante la giovane età, è già un'esperta in tal campo e il padre Giovanni, coadiuvato da critici ed artisti, continua il cammino intrapreso con coraggio e passione. Ho premiata io stessa la giovane Francesca ed altri poeti e pittori in quest'ambito affascinante, col mio famoso salotto letterario e nei miei premi internazionali. Stimolo a proseguire l'itinerario con crescente consapevolezza , raggiungendo traguardi sempre più ambiti e a realizzare un Museo di queste opere che lasceranno ai posteri insegnamenti proficui.

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La POESIPITTURA: il nuovo linguaggio dell’arte del XXI secolo “è uno dei movimenti artistici letterario più importante dell’inizio secolo, sorto a Ceppaloni, antica terra Sannita, grazie al poeta Giovanni Barone e alla poetessa Francesca Barone”. Questo neologismo viene pubblicato per la prima volta sul giornale “Il Sannio Quotidiano” nel gennaio 2010. Da sempre, l'estro umano, in ogni epoca della storia, ha voluto lasciare una traccia, del proprio passaggio ed è a motivo di ciò, che sono giunte a noi opere di immenso ed inestimabile valore, patrimonio indiscusso, appartenente ormai all'intera Umanità. L'arte è sempre stata esposta e promossa,in tutte le sue diramazioni: dal canto, alla danza, dalla semplice poesia, ai grandi romanzi, dalla banale recitazione, ai grandi eventi cinematografici, da una schietta melodia, agli oceanici concerti. Il talento umano, non ancora soddisfatto, è alla continua ricerca di soluzioni artistiche che lo potrebbero gratificare nel contesto storico che segue indifferente ed imperterrito il suo corso. Da tempo immemorabile, nomi illustri nel campo dell'arte, sono stati i reali Protagonisti del passato e, dalle loro radici, si è giunti a quantificare ed innalzarne altri, che rappresentano l'anima dell'età contemporanea. Infatti, molte correnti artistiche e movimenti più o meno affermati sono nati nel XX secolo e fungono da rilevante cornice alla fine cultura umana. Tra queste, possiede una rispettosa ed autorevole dominante, la Poesipittura, una duplice concezione dell'arte, pregevole risultato della somma di due discipline fondamentalmente costitutive: la Poesia, che viene concentrata graficamente in un dipinto, per accompagnare un'opera pittorica avente il medesimo tema. Quando un artista termina una sua opera, la osserva soddisfatto ed il suo desiderio finale consiste nella gioiosa esposizione ad altri, affinché condividano la sua gratificazione. Sarà la critica poi ad esaltarne pregi e difetti. “L’Albero della Vita” è stato il primo dipinto con poesia tradotta in 5 lingue: “la lirica fusa nell’immagine”, diventa una scintilla in una polveriera. L’impatto è mediato e forte. Francesca Barone, con il padre Giovanni, hanno dato vita ad un gruppo che viene subito denominato gruppo storico, di cui fanno parte artisti proveniente da diverse località italiane, come Gino Tardivo (Germania) Giovanni Monopoli (Taranto), Rossella Spanu (Roma), Francesca Del Frate (Santa Caterina dello Ionio), Saverio Badolato (Santa Caterina dello Ionio ) e Lucia Clemente (Roscigno). Successivamente hanno aderito Loris Setta, Anna Nawrocka, Natalina Fucile, Patrizia Zancan, Polis Salì, Letizia Lisi, Gian Lucio Lai. L'Italia non è l'unico scenario dove la ricerca artistica fra poesia e immagine prende piede. In altre parti d'Europa artisti come Gino Tardivo e Anna Newrocka si prodigano per affermare il movimento, il primo fonda in Germania il sito di Poesipittura internazionale, mentre Newrocka fonda in Polonia il gruppo Poesipittura Polska. Intanto oltre oceano nascono i primi gruppi: Argentina, Brasile, Stati Uniti e, ultimamente, in Colombia. Nasce il primo Museo al mondo di Poesipittura. Un primo dipinto di “poesipittura” di Francesca Barone è posto nel Primo Museo al Mondo Enologico di Torrecuso, successivamente il gruppo prende parte a Sanremo Arte 2000 in concomitanza al Festival della Canzone Italiana. Un dipinto viene donato a sua Maestà Rosina Mawusi, Regina del Ghana. Si fanno mostre e convegni, come ad esempio ilConvegno al Museo della Marina Torrese di Torre del Greco. A Taranto Giovanni Monopoli e Letizia Lisi, esponenti di spicco del movimento, preparano altri eventi di importanza nazionale. Prestigioso riconoscimento alla Poesipittura viene dato al Premio Internazionale d’Arte e Cultura “Giordano Bruno”, organizzata dall’Accademia Internazionale Partenopea Federico II. La Poesipittura viene inserita nel calendario degli artisti Italiani del 2013. In due concorsi viene inserita la sezione di Poesipittura: “XIV Premio Letterario Nazionale Massimo D’Azeglio” e “XII Premio Nazionale di Poesia Graziella Mansi”. Nel gennaio 2013 viene bandito il Premio Internazionale “Città di Bellizzi”, il Premio Internazionale di Poesipittura “Rossigno Vecchio”, con le sezioni di Poesipittura.

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Francesca Barone Francesca Barone, nata a Benevento il 15 Marzo 1998, residente a Ceppaloni (BN), frequenta il I° Liceo Scientifico “Rummo” di Benevento. Hanno Parlato di Lei: “Il Sannio Quotidiano”, “La Nuova del Sud”,“Il Mattino”,“L’ARENA di Verona”, “Il Roma”- Rivista bimestrale d’arte e cultura BOE’ (Luglio 2010). Numerosi gli apprezzamenti di Artisti come: Carmine Ambrusco (Poeta/Pittore), Enza Conti (poetessa), Cristina di Lagopesole (Poetessa), Giovanni Grasso, Tina Piccolo (Poetessa), Vincenzo Russo (Poeta ). Conosciuta nel mondo letterario italiano per essere stata premiata in diverse manifestazioni nazionali ed internazionali e per aver creato una Corrente Artistica Letteraria “POESIPITTURA” che ha avuto i suoi sviluppi in campo internazionale. Concorsi di rilievo come l’EUROPCLUB e “Roscigno Vecchio” hanno messo la sezione di Poesipittura. Frequenta salotti letterari come quello di Tina Piccolo e Vincenzo Russo. Le sue Poesia vengano pubblicate su alcune riviste letterarie, antologie e siti internet. Interviste Televisive: TELEBENEVENTO - SKY – LUNASET – NTR24. Esame critico del Prof. Felice Casacci Università degli Studi del Sannio. Francesca Barone è Socia onoraria dell’Accademia Universale di Lettere e Scienze “Parthenope”. Innumerevoli i Premi vinti, classificandosi praticamente sempre ai primi posti di classifica. Una ragazza con un gran talento creativo che farà parlare ancora molto di sé e della sua Arte. Per contatti: francescabarone12@gmail.com - www.francescabarone.it

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Un mondo parallelo – Poesipittura di Francesca Barone 169


L’albero della speranza – Poesipittura di Francesca Barone

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Natalina Fucile Natalina Fucile, 36 anni, nata e residente a Taurianova (RC) è una pittrice autodidatta. Dipinge e disegna sin da piccola "in segreto". Da due anni si dedica assiduamente all’acrilico su tela, incentivata sempre più da apprezzamenti e richieste crescenti. Da qualche anno partecipa a varie mostre: - Val Montone Roma - “Cromie al museo”;. - S. Caterina dello Jonio ; - “Arte in vetrina” - San Gimignano (Siena); - “Donna oggi” - Arenzano Genova; Due sue opere di Poesipittura hanno vinto il concorso online di Poesipittura nel 2012: "Illusione" - 70 x 100 cm, "Spera l'amante" 50 x 70 cm (con critica) - 1° posto al 3° concorso di Poesipittura a Roscigno. Articolo su “Calabria ora - Gazzetta del sud“ approdonews online. La critica all’opera vincitrice “Spera l'amante”: “La concrezione pittorica, dalla cifra specularmente simbolista, rimanda alla allusione, alla evocazione, all'indeterminatezza, con un messaggio denso di suggestive, avvitanti fascinazioni. Il segno tortile, marcato, sinuoso, scavato non crea spareggio o discrasie con il colore elargito in tonalità brumose, scialbate, umbratili che rinvengono una compattezza timbrica. L'opera, che assiepa e confonde l'idea con l'elargizione del bello, è di notevole impatto fruitivo”. (Luigi Crescibene).

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Carlo In Infante Carlo Infante nacque nel 1973 a Lecce, splendida capitale del Barocco, in cui abita. E’ poeta, pittore, illustratore, aforista, paroliere, giornalista, scrittore, storico, critico d’arte e fotoreporter. Molto impegnato nel sociale (ha l’alto onore di ispirarsi alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Filippo Corridoni, Apostolo del Lavoro, Eroe della Patria). Ha ottenuto numerosi importanti riconoscimenti in ambito letterario e fotografico (fra cui, nel 2011 a Roma, il Trofeo “Pablo Neruda”, nell’ambito del 3° Premio Nazionale di Poesia Inedita “Scrivere”). Molte sue liriche sono apparse in antologie, agende, riviste, quotidiani, siti internet e le ha declamate in eventi e via radio. Nel 2012 ha aderito al Dinanimismo (Movimento Poetico/Artistico Rivoluzionario Delle Anime) ed alla Poesipittura. Nelle opere qui presenti, ha fatto suo il nome aggettivale “Vindice”, rammentando quello del figlio dello storico sindacalista pugliese Giuseppe Di Vittorio (formatosi sotto Corridoni).

Futurismo a colazione! (Manifesto del Futurismo 2012) “Futurismo a colazione! (Manifesto del Futurismo 2012)” è il titolo della mia prima opera di Poesipittura. Trattasi di un disegno su carta (foglio di centimetri 24 per 33), eseguito con tecnica mista, nell’ottobre 2012, ritoccato in dicembre. Vede quattro versi dell’omonima mia lirica (del primo settembre 2012). Un teschio rosso, mentre sbocca sangue, urla rabbia ed odio verso i nemici (insomma, vendetta). La daga impregnata del sangue nemico ha, sul battente, le iniziali del padre del Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti. I colori sono quelli dell’Inferno. E’ questa, dunque, un’opera intransigente, di matrice sociale, avanguardista, rivoluzionaria; omaggio al Futurismo, a Rosso Trevi (Graziano Cecchini) ed al Corridonianesimo. (Carlo Infante)

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Ode a Carmelo Bene - W SALOME’ “Ode a Carmelo Bene - W SALOME’” è la mia seconda opera di Poesipittura. Trattasi di un disegno su carta (foglio di centimetri 24 per 33), eseguito con tecnica mista, nel dicembre 2012. Vede quattro versi della mia premiata lirica “Ode a Carmelo Bene”. C’è un ritratto del genio Carmelo Bene, come appare (nei panni di Erode Antipa) in un’inquadratura del suo film di culto “Salomè” (1972). Accanto, la sua unica figlia, la stupenda ventenne Salomè mentre, il 31 agosto 2012, a Santa Cesarea Terme (Lecce), ritira il prestigioso Premio “Targa”, alla memoria dell’esimio genitore (ma nuda ed ingioiellata, proprio come la protagonista di questo lungometraggio, l’attrice e supermodella Veruschka). Nell’angolo in basso a destra, ho inserito la testa di lupa stilizzata, simbolo dell’Associazione Sportiva Roma dei tempi di Falcão, di cui Carmelo era tifoso. Questo è dunque un modestissimo omaggio ad un mio immenso e compianto conterraneo ed un sentitissimo augurio, a Salomè, d’ogni Bene! (Carlo Infante)

Per contatti con l’Artista: infante.pittore@libero.it

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Anna Dorota Nawro Nawrocka Mi chiamo Anna Dorota Nawrocka, sona nata in Polonia a Kielce il 06/07/1969. Nel 2002 e sono venuta in Italia per lavoro, fu l’inizio di una nuova vita. Ora mi sono stabilita in Calabria con il mio compagno, ho due splendide figlie. Mi sento felice e realizzata. Anche se mi manca tanto il mio paese e gli affetti più cari. Il mio curriculum artistico è molto povero, perché sono autodidatta e la mia avventura con la pittura è cominciata due anni fa con un corso privato, lì ho imparato qualche tecnica di base, e mi sono innamorata della pittura a olio. A casa ho continuato a dipingere su tutto, dal ferro battuto, alla ceramica, alle tegole, ai sassi del mare, e sulla tela. Tutto realizzato con un design personalizzato. Due anni fa, ho aperto una piccola galleria con oggetti realizzati da me, ciò mi ha permesso di essere invitata alle varie mostre ed eventi culturali locali per esporre la mie opere. Ho partecipato con i miei quadri a Badolato Borgo nella festa degli emigrati, alla gara di pittura contemporanea di Chiaravalle, e al concorso internazionale di poesipittori a Roscigno Vecchia, dove ho ricevuto il 4° premi, inoltre un mio quadro è stato esposto al Museo Della Marina a Torre del Grecco. L’ultima partecipazione con i miei quadri e’ stata a Santa Caterina Superiore ad un convegno di poesipittura. Mi sono resa conto che quando si raggiunge il proprio equilibrio e la serenità, si riesce a dare il meglio di se stessi. La pittura per me è come un dialogo con il mondo, il modo di conoscermi meglio, la voglia di esprimermi e di condividere le mie emozioni, per chi mi vuole ascoltare. Penso che l’arte è senza frontiere, senza barriere linguistiche, senza pregiudizi. Un anno fa mi sono associata come nuovo membro di poesipittori, il che mi rende molto felice. Da non molto ho esportato la poesipittura in Polonia, con la speranza che i miei connazionali si innamorino come me di questa corrente artistica. Ogni giorno imparo cose nuove. So che la strada da percorrere è ancora molto lunga e ho tanto da scoprire, però continuerò, perché l’arte mi fa sentire bene e mi rende migliore. “Anna Dorota Nawrocka ha un talento innato ed una sensibilità emotiva che le permette di cogliere le vibrazioni dei sentimenti nelle persone che le stanno vicine. Eccezionalmente lirici, anche se duri, sono i versi che caratterizzano la sua opera dal titolo “Mia Amica”.” (Mimmo Martinucci) Mia Amica Lei è senza una voce, senza bandiera, senza colore. Non chiede mai, non combatte con le armi, non giudica, è la mia migliore amica …, L’amore.

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Emozioni E di notte passavo con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire. Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore … … Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni … (Lucio Battisti)

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Loris Setti Nato a Rovereto (TN) nel 1968, dove vive e lavora, è da sempre appassionato d'arte e di poesia. Dipinge e scrive da oltre 15 anni sulla base di esperienze personali e sull'osservazione e la lettura dei grandi artisti del passato e contemporanei. Nelle loro opere pittoriche e letterarie il Setti cerca convergenze di pensiero finalizzate all'espressione artistica che gli permettano, però, di mantenere unicità nelle opere, condividendo l’ispirazione tra queste due nobilissime arti. Ama principalmente la pittura astratta ed informale nella quale cerca di imprigionare il pensiero ispiratore. Loris Setti ritiene che il “gesto” pittorico debba essere libero ed immediato, come pure il verso poetico, non standardizzati in canoni precostituiti, ma vera espressione dello stato d'animo e d'anima dell'artista nel momento creativo. Egli cerca sempre di estendere nella pittura il concetto figurativo in un'atmosfera di astrazione che coinvolga l'osservatore, ponendolo quasi come parte integrante dell'opera e non come mero spettatore. Cerca di realizzare questo coinvolgimento anche per quanto riguarda la poesia, che deve creare nel lettore immagini e sensazioni, ritenendo che l'opera d'arte sia composta da tre elementi sostanziali ed inscindibili: l’opera stessa, il concetto ispiratore e l'osservatore. Loris Setti è un attento cultore ed Artista della Poesipittura del Trentino Alto Adige.

Sole Stanco Sorge un sole stanco, indebolito dalle umane irriverenze, da volontà solitarie e irrazionali, tiepido fluttua in un cielo innocuo che non crede ormai in se stesso. E tutto così passa e non lascia traccia. E il freddo dell'assenza avvolge le cose vive e quelle immobili, privandole dei pensieri e delle azioni, essenza vivida dell'esistenza.

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Rossella Rossella Spanu L'Artista è nata a Roma nel 1973. Ha iniziato a dipingere da autodidatta, prendendo spunto dai grandi maestri del passato. Successivamente ha studiato presso l’Accademia delle Belle Arti di Monterotondo di Angelo Nardoni. Osservando le opere della Spanu, si nota come realizzi le sue creazioni, attraverso la realtà contemplata giorno dopo giorno con dolcezza. Infatti la sua tematica si alimenta dal vero, ispirandosi ai motivi antichi offerti dalla sua terra. I suoi dipinti sono caratterizzati da scene immerse in una quiete surreale, con una riuscita combinazione cromatica, infondendo in ogni sua creazione l'anima. Ha partecipato a numerose mostre collettive ed estemporanee, sempre ben distinguendosi ed ottenendo notevoli consensi di critica e di pubblico. Tra le sue ultime partecipazioni: Marzo 2009 Esposizione "Percorsi d'Arte"con la Sezione Decorazione e Restauro ARCA Enel; Maggio 2009 "Decorazione e Restauro" ARCA Enel "Arte Sacra" presso la chiesa di S. Maria di Campagna Napoli; Novembre 2009 Trofeo d'arte di Facebook di Lyna Lombardi, arrivando al 3° posto in classifica;

Dicembre 2009 "Desmaquilladoras" collettiva di pittura; Dicembre 2009 "Mostra di Natale" Salone degli Artisti S. Potito Sannitico Caserta; 6 marzo 2010, mostra “Giornata delle Donne” al Castello Grifeo di Partanna; 8 marzo 2010 Collettiva “Artiste Cielo e Mare” a EXPO di Fiumicino; 29 aprile ha partecipato alla trasmissione televisiva "Artisti si nasce” al Joy Ristoteatro; 15 amaggio 2010 “L’Arte contro l’omofobia”, “Mostra di Pittura” - Emiro Arte Palermo; 26 settembre 2010 “Collettiva di Artisti”, Vernissage all’Art Today Gallery in Roma; 26 settembre 2010, Collettiva Artisti al Borgo di Monterotondo; A dicembre 2010 mostra alla Bramante di Piazza del Popolo Roma; aprile 2011 Mostra alla Bazia di Farfa; luglio 2011 Mostra a Gaeta (NA). 179


“Cristo” di Rossella Spanu 180


Patrizia Zancan Patrizia Zancan nasce a Venezia nel 1974. Anche se totalmente autodidatta, tele, colori e pennelli invadono da sempre gli spazi delle case in cui vive, così come l'odore dell'olio di lino riempirà sempre le sue narici. I soggetti dipinti sono casuali, istintivi, lavorati e rimaneggiati mille e mille volte e, nell'ultimo periodo, probabilmente a causa di un episodio doloroso che ha segnato la sua vita, la pittura si è intensificata moltissimo, lo stile si trasforma di giorno in giorno, perché è nata un'autentica ricerca di sé. Soltanto nell’ultimo periodo, grazie all’utilizzo di internet, Patrizia Zancan ha iniziato ad essere esposta in numerosi gruppi e siti artistici, tra i quali ha scoperto ed abbracciato, con grande passione, la nuova corrente artistica “Poesipittura” di Francesca Barone, partecipando, per la prima volta, ad un concorso online nel marzo 2012 e successivamente al III° Concorso Internazionale di Poesipittura di Roscigno Vecchia, conseguendone un diploma di merito. Ha recentemente partecipato inoltre alla mostra collettiva di Poesipittura svoltasi presso il museo della Marineria di Torre del Greco (NA) e alla Mostra collettiva di Poesipittura nell'agosto 2012 nella Sala Consiliare di Santa Caterina dello Jonio (CZ). L'ultima partecipazione risale al concorso online di Poesipittura indetto dal Mastro Gino Tardivo, denominato “Arde la cultura”, avente come tema la pittura invernale o natalizia.

“Audrey Hepbrn” - Olio su tela - 50 x 70 cm

“La vie en rose” - Olio su tela - 50 x 60 cm

Contatti: http://patriziazncart.blogspot.com/

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Alcune INIZIATIVE dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto - Onlus”

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Arte sotto le stelle 2012 Castello Muscettola Leporano (TA) Agosto 2012

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Qual brividi di stelle Qual brividi di stelle a notte in bruma e tremolii di voce quando vedo il viso tuo che guarda e mi consuma: resisto un po’, ma poi a te mi cedo. Se amor è malattia degli anni verdi non so capire allora perché sento le stesse sensazioni, ora che perdi il nero nei capelli nel gran vento. L’amore non guarisce mai con gli anni, è malattia che tutti volentieri si accetta sempre tra i miglior malanni. Ti vedo come eri e come sei e t’amo sempre come già t’amai, se a settant’anni turbi i sogni miei. Versi di Mimmo Martinucci

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POESIPITTURA Notte Panna - Taranto 30 settembre 2012

Il Poeta Giovanni Monopoli, la Prof. Letizia Lisi

L’Artista Doriana Fiore in Face Panting ai ragazzi presenti o di passaggio alla Esposizione dei dipinti. Alle spalle: la poetessa Anna Vozza e la Prof. Letizia Lisi Presidentessa de “Il Melograno Art TA”

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Prof. Letizia Lisi, la Poetessa Anna Vozza, il Pittore Ruggero De Giorgi

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Rassegna d’Arte visiva e avvio corsi gratuiti di pittura c/o Masseria “La Battaglia” - Lama (TA) in collaborazione con Associazione “Proloco Lama e le sue contrade” 8 ottobre 2012

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Jonio Giardino Incantato Circolo Ufficiali MM - Taranto 22 ottobre 2012 Presentazione ufficiale della Rassegna d’Arte “Jonio – Giardino Incantato”

Tavolo della Presidenza: da sinistra Dr. Mimmo Martinucci, Prof. Angelo Scialpi, Prof. Letizia Lisi, Presidente del Circolo Ufficiali della Marina Militare di Taranto Foto di destra: La Dott. Nicla Pastore e la Prof. Letizia Lisi Presidente de “Il Melograno Art TA” 190


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La Dott. Nicla Pastore, giornalista della emittente TV “STUDIO 100” che ha presentato la serata

Il Dottor Mimmo Martinucci declama una sua Poesia “Inno a Taranto” 192


Corso di Pittura 10 gennaio 2013

Corso di Pittura a cura della Dott. Letizia Lisi Presidentessa di Melograno Art Taranto - Onlus

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Arte in Maschera Palazzo della Cultura - Taranto 29 - 31 gennaio 2013

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Arte in Maschera

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Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte 9 marzo 2013 - Castello Spagnolo (TA)

La Pro. Antonella Messinese relaziona su “Donne nell’Arte” Sfilata di moda di Doriana Fiore Il Poeta Dott. Mimmo Martinucci declama l’Inno a Taranto

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Riflessione Artistico-Poetica Pasqua 2013

Presso Atelier creativo “Il gioiello”

Via Duca degli Abruzzi, 41 - Taranto

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Da sinistra: Prof. Maria Anita Acciarini Dott.ssa Letizia Lisi Giovanni Monopoli Cesare Natale che declama i suoi versi Cesare Natale, Dott. Mimmo Martinucci, Gabriella Rodia

La Dott.ssa Letizia Lisi, Presidentessa de “Melograno Art TA� con il Poeta Dott. Mimmo Martinucci 198


Sinfonia d’Arte e Poesia Taranto - Palazzo Galeota - 5 aprile 2013

Prof. Antonella Messinese – Relatrice

Pubblico di Artisti e Poeti a Palazzo Galeota

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Attestato di Gratitudine,

con le firme di tutti gli Artisti e Poesti intervenuti, rilasciato alla Dott. Letizia Lisi Presidentessa di “Melograno Art TA” Nel corso del Convegno a Palazzo Galeota

Nel corso del Convegno vi è stata la Premiazione del Concorso online - PASQUA 2013

promosso dall’Associazione artistico culturale IL MELOGRANO ART TARANTO ONLUS, con il PATROCINIO DEL COMUNE DI TARANTO Assessorato alla Cultura: 1° classificato sezione pittura: Egidio Bitonto 1° classificato sezione poesia in lingua italiana: Maria Anita Acciarini 1° classificato sezione in vernacolo: Anna Vozza 1° classificato sezione scultura bassorilievi: Luce Di Maggio 1° primo classificato sezione fotografia: Nilde Mastrosimone Tutti gli altri partecipanti sono stati ritenuti dalla Giuria come 2° classificati ex equo per la pregevolezza dei dipinti e delle poesie presentate.

Relatori

Dott. Letizia Lisi Prof: Antonella Messinese Prof. Maria Anita Acciarini Dott. Mimmo Martinucci Giovanni Monopoli

Riprese televisive di: STUDIO 100 Tele Norba

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La TV “STUDIO 100” Intervista la Prof. Antonella Messinese

La TV “STUDIO 100” Intervista la Prof. Maria Anita Acciarini

Il Maestro violinista Domenico Zezza

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Altre manifestazioni Artistico-Culturali

Seduto sugli scogli dello Jonio Seduto sugli scogli guardo il mare e vedo l’orizzonte frastagliato: è la montagna calabra che appare... Lo Jonio dorme placido e pacato. Ma il tempo corre indietro lentamente: si fan vicini e baciano le coste i legni dei Messapi dall’oriente nella mia Puglia verde senza soste. E vedo poi le navi greche antiche ed i Romani farsi più vicini, portan le lor culture e sono amiche, ma i turchi fan razzie coi bizantini.

e l’arcipelago che va a incoronare Porto Cesareo, belle da vederle. Le genti rudi vedo far fatica rubare ai sassi terre per sudare, gli olivi ed i vigneti, gente antica, e i pescator solcar l’azzurro mare. Gallipoli città detta la Bella, Lecce la dotta dal barocco acheo, Nardò, poi Ugento ed Otranto la perla del mar che insegue le acque dell’Egeo. Il mare poi con voce mi sussurra ch’è notte fonda pur sull’acqua azzurra.

Da Brindisi le navi van per mare, a Taranto le Cheradi son perle, Versi di Mimmo Martinucci 202


Allestimento opere al Palazzo della Cultura in Taranto

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REALTA’ DEL TERRITORIO CHE OPERANO sul territorio e PER IL TERRITORIO che hanno condiviso e sostenuto i progetti artistici

dell’Associazione: “Il Melograno Art - Taranto - Onlus”

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Dal 1978 emittente televisiva leader a Taranto, Brindisi e Lecce, con significativi consensi anche nelle province di Matera e Cosenza. Da maggio 2012, con l’avvento della TV digitale, seguita sia sul canale 15 con diffusione in tutta la Puglia, che sul canale 187 nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce. Punti di forza del palinsesto dell’antenna sono la puntualità e la capillarità dei servizi informativi, in virtù delle redazioni e delle corrispondenze dalle sedi di Bari, Taranto, Martina Franca, Brindisi e Lecce: una programmazione che comprende ben 18 appuntamenti quotidiani con le News e numerose trasmissioni settimanali di approfondimento dedicate all’attualità, alla politica e al sociale, alla sanità, ai giovani e agli approfondimenti informativi. Tutti i programmi dell’emittente sono visibili in streaming live sul web, su iPad, iPhone e Android. Per la ricezione TV in streaming: http://www.radiotvsalento.net/studio-100-tv-streaming/

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Castello Spa Spagnolo S.S. 172 - TARANTO per MARTINA FRANCA STATTE – Telefono 099/4722222 3208083107 Sito Web: http://www.castellospagnolo.it

Il Castello, risalente alla fine del XV secolo, è oggi sede prestigiosa per matrimoni, convegni, ricevimenti nuziali, battesimi, comunioni, compleanni, eventi Speciali. Costa come gli altri, ma è un Castello ...

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INDICE Introduzione - Lisi ........................................................................................................................... 3 Messaggio del Sindaco di Taranto Stefàno ..................................................................................... 4 Associazione Artistica “Il Melograno Art – TA” della Prof. Antonella Messinese ....................... 5 Bilancio a termine ultimo anno attività - Lisi ................................................................................. 7 Maestre del colore e Cavalieri dell’Arte ........................................................................................ 8 L’arte di saper apprezzare le donne ................................................................................................ 9 Donne nella storia dell’arte - A. Messinese .................................................................................. 10 L’Arte nell’era della globalizzazione - Dr M. Battista ................................................................. 13 La Notte - Dr. Elisabetta Pitrelli ................................................................................................... 14 Elsa Morante: Il Beato propagandista del Paradiso - Jolanda Leccese ......................................... 15 Taranto fondata dal condottiero spartano Falanto......................................................................... 17 Inno a Taranto - Mimmo Martinucci ............................................................................................ 23 L’Ulivo simbolo di forza vitale nella terra rossa di Puglia ........................................................... 24 Il MARTA e le Associazioni culturali – Dott.ssa Antonietta dell’Aglio ...................................... 25 Museo archeologico Nazionale di Taranto - Marta - Raffaella Cassano ...................................... 26 Lama – Taranto – Dptt.sse Lara Marchetta e Vittoria Orlando .................................................... 32 Panoramica d’Artisti .................................................................................................................. 35 Artisti del Colore ......................................................................................................................... 55 Mary Ancona................................................................................................................................. 56 Maria Aquaro ................................................................................................................................ 58 Egidio Bitonto ............................................................................................................................... 60 Rita Cavallaro ............................................................................................................................... 64 Ruggero Di Giorgio ...................................................................................................................... 66 Luce Di Maggio ............................................................................................................................ 71 Simonetta Enei .............................................................................................................................. 72 Doriana Fiore ................................................................................................................................ 75 Vincenza Giannaccaro .................................................................................................................. 78 Letizia Lisi .................................................................................................................................... 81 Costantina Loscocco ..................................................................................................................... 91 Nilde Mastrosimone de Troyli ...................................................................................................... 92 Caterina Palmisano ....................................................................................................................... 97 Aclena Panzetta ............................................................................................................................. 99 Maria Pia Putignano .................................................................................................................... 102 Lucia Riso ................................................................................................................................... 104 Gabriella Rodia ........................................................................................................................... 107 Loris Setti .................................................................................................................................... 110 Pina Soloperto ............................................................................................................................. 114 Vita Tomai .................................................................................................................................. 117 Anna Troyli ................................................................................................................................. 120 Maria Rosaria Vendola ............................................................................................................... 124 Angela Vozza .............................................................................................................................. 126

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Artisti della Poesia .................................................................................................................... 129 Maria Anita Acciarini ................................................................................................................. 130 Elena D’Arcangelo ...................................................................................................................... 134 Daniela Lelli e Cesare Natale...................................................................................................... 137 Franca Leopizzi ........................................................................................................................... 140 Adele Libero ............................................................................................................................... 142 Rosa Lombardi ............................................................................................................................ 146 Mimmo Martinucci ..................................................................................................................... 148 Giovanni Monopoli ..................................................................................................................... 152 Vito Leucci .................................................................................................................................. 155 Gabriella Pupino ......................................................................................................................... 158 Anna Vozza ................................................................................................................................. 161 POESIPITTURA ....................................................................................................................... 165 Presentazione di Tina Piccolo ..................................................................................................... 166 La Poesipittura: il nuovo linguaggio dell’arte del XXI secolo ................................................... 167 Francesca Barone ....................................................................................................................... 168 Nataly Fucile ............................................................................................................................... 170 Carlo Infante ............................................................................................................................... 173 Anna Dorota Nawrocka .............................................................................................................. 175 Loris Setti .................................................................................................................................... 178 Rossella Spanu ............................................................................................................................ 179 Patrizia Zancan ............................................................................................................................ 181

Alcune iniziative de “Il Melograno Art – TA – Onlus” .......................................... 183 Arte sotto le stelle 2012 .............................................................................................................. 184 Poesipittura - Notte Panna - Taranto ........................................................................................... 186 Rassegna d’Arte Visiva ............................................................................................................... 188 Presentazione “Jonio Giardino incantato” .................................................................................. 190 Corso di Pittura ........................................................................................................................... 193 Arte in Maschera ......................................................................................................................... 194 Le Maestre del colore e i Cavalieri dell’Arte .............................................................................. 196 Riflessione artistico-poetica Pasqua 2013................................................................................... 197 Sinfonia d’Arte e Poesia ............................................................................................................. 199 Altre Manifestazioni Artistico-Culturali ..................................................................................... 202 Realtà del territorio che condividono i progetti dell’Associazione “Il Melograno Art” .... 205 Studio 100 TV ............................................................................................................................. 206 Castello Spagnolo ....................................................................................................................... 207

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Finito di stampare il …….

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