Jonio Giardino inacantato

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JONIO Giardino Incantato

Rassegna d’Arte Pittori e Poeti A cura dell’Associazione Onlus “Il Melograno”

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Grafica e impaginazione di Mimmo Martinucci

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Associazione Artistica Culturale

“IL MELOGRANO ART TARANTO onlus”: UNA REALTA’ DEL NOSTRO TERRITORIO Saluto del Dott. Ippazio Stefano Sindaco della Città di Taranto Il sodalizio tra la città di Taranto e l'arte é sempre stato intenso e vivace ed è rimasto tale anche in questi anni difficili, dettati dalla presente congiuntura economica. Nella moltitudine delle associazioni che operano a livello locale con la finalità di promuovere il nostro meraviglioso, ma martoriato territorio, la spinta creativa e costruttiva che l'associazione artistico culturale "Il melograno Art Taranto” ha dato alla nostra città è sempre stata per me motivo di attenzione. In un momento storico così delicato dove la nostra Taranto si trova protagonista a livello nazionale è necessario guardare al futuro con realismo ma anche con slancio ottimista. La nostra città ha bisogno di intraprendenza e di iniziativa privata per avviarsi in un nuovo cammino che la porti ad affrontare i prossimi anni con più serenità. Con questo auspicio non posso che complimentarmi per il lavoro finora svolto dall'associazione "Il Melograno Art Taranto ONLUS “ e dalla sua presidente Prof.ssa Letizia Lisi. L'arte, e più estensivamente la cultura in ogni sua forma, sono strumenti potentissimi per lo sviluppo e la crescita del territorio ed è sempre stato mio desiderio incentivare e sostenere tutte le iniziative che volgono in questa direzione. Il lavoro quotidiano svolto da Letizia Lisi con la finalità di promuovere una Taranto più sensibile ed attenta all'arte ed alla poesia sono per me motivo di profondo interesse e sostegno. Ogni qual volta mi è stato possibile, è sempre stato un piacere prendere parte ai frequenti eventi organizzati dall'associazione "Il Melograno Art Taranto". In essi ho riscontrato come la creatività possa ancora essere una chiave di volta nello sviluppo della nostra città e come la cultura tarantina che pone le sue origini sin dai tempi della Magna Grecia, abbia ancora molto da esprimere a livelli di eccellenza. Il mio augurio personale e profondo è che questa Associazione continui, insieme alle tante altre che operano nel nostro territorio, a dare il suo contributo per una Taranto migliore che sa guardarsi indietro con saggezza ma, che al tempo stesso, volge il suo sguardo al futuro con entusiasmo.

Taranto – Sala degli specchi – “150 anni dell'unità d'Italia”. Con Letizia Lisi, il Dott. Ippazio Stefàno, Sindaco di Taranto e il Prof. Angelo Scialpi

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Introduzione Dott.ssa Letizia Lisi, Presidentessa dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto-Onlus” L’obiettivo della ricerca artistica effettuata dall’Associazione “Il Melograno Art Taranto” è quello di condividere le risorse di un nutrito numero di artisti locali per dar valore e ribalta alle numerose realtà del territorio ionico. Conscia della difficile realtà sociale e politica attuale, l’Associazione fa leva sull’iniziativa e sulla volontà dei suoi membri per poter portare avanti un progetto di valorizzazione dell’arte locale con lo scopo, ambizioso ma non inarrivabile, di vederla crescere e raggiungere fama e notorietà, anche a livello nazionale ed internazionale. I membri dell’Associazione, consapevoli dell’impegno necessario per poter portare avanti un’attività di così ampio respiro e fiduciosi nel loro operato, hanno promosso in questi anni una serie di eventi a cadenza bimestrale, a volte mensile, con il duplice scopo di rinsaldare i valori di amicizia e di aggregazione e di fornire una costante presenza ed un continuo riferimento nel territorio ionico. Il proliferare di associazioni artistiche locali ha portato inoltre a stabilire un sano e proficuo confronto che, attraverso i principi della collaborazione e del rispetto reciproco, ha permesso la realizzazione di interessanti manifestazioni in cui letteratura, storia, poesia, pittura e scultura si sono avvicinate e fuse tra loro in un suggestivo intreccio di emozioni ed esperienze. L’Associazione “Il Melograno Art Taranto” è anche una organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) che si propone l’esclusivo perseguimento dei valori fondanti della promozione della cultura, dell’arte e dei beni culturali con un occhio sempre attento alla tutela ed alla valorizzazione dell’ambiente. Dalle iniziali esperienze delle prime manifestazioni ad oggi, la produzione di questo gruppo di artisti è sempre più richiesta e presente negli eventi di maggior rilievo della realtà locale. Il segreto, come sempre, è nell’animo degli artisti: la loro capacità di trasmettere bellezza ed emozioni non passa inosservata ed anche il visitatore distratto percepisce il senso di dolce sensibilità e di talento trasmesso dalle loro realizzazioni. E’ un piacere farsi cullare dalle loro opere che parlano di storia, di emozioni e di vita vissuta: trasferiscono su tela tutti i riflessi e ritratti che il mondo regala a loro. Non è difficile, infatti, restare ammaliati dalle bellezze che il territorio ionico offre: città e paesi trasudano di storia che è rimasta impregnata nei palazzi, nei monumenti o gelosamente custodita all’interno del Museo Archeologico di Taranto (MARTA). Sono anche i visi della gente a parlare della storia e delle origini lontane di questa persone. Come un compositore porta le sue emozioni sul pentagramma trasferendo nelle note musicali passione e sentimento, così questi artisti, attraverso la tela, danno vita alle loro emozioni e le espongono al pubblico. E’ stato bello in tutti questi anni riuscire promuovere talenti e invogliare sempre nuovi artisti ad esporre le proprie opere lasciando che tutti potessero ammirare la bellezza del loro animo e della loro capacità artistica. Credere insieme in questi valori e nella fondante virtù della condivisione di idee e progetti è il pensiero che è alla base dell’Associazione Artistica “Il Melograno Art Taranto”, che io, come Presidente, mi impegno sempre nel portare avanti con costante impegno e sempre rinnovato entusiasmo da molti anni. 4


Prefazione del Prof. Angelo Scialpi

“Il Giardino incantato dello Jonio” “Con l’arte si può! E’ certamente uno dei canali privilegiati per costruire l’amicizia e la considerazione dell’altro. Nel suo nome milioni di persone si muovono e si trasferiscono per ritrovare il senso vero dell’essere, per ammirare l’essenza della vita, per onorare la forza intellettiva dell’uomo messa al servizio della umanità.” 1. Il mondo esterno, complesso e articolato per l’evoluzione inarrestabile della scienza e della tecnologia, ha bisogno di cittadini in grado di comprenderlo e di amarlo. Per realizzare questa simbiosi, vera sfida del presente che guarda al futuro, è necessario che la società civile debba venirne in possesso delle conoscenze. Rimane quindi rilevante la conoscenza e l’esame del mondo che ci circonda, anche attraverso una analisi ed una critica costruttiva, per alimentare la costruzione della soggettualità nel pluralismo esistenziale. Nella foto: Il Prof. Angelo Scialpi e la Dott.ssa Letizia Lisi La storia, la memoria, i segni della memoria, le tradizioni, il pensiero, l’arte devono poter concorrere alla elaborazione e alla costruzione della organizzazione della realtà. In questo senso, i problemi, le esperienze personali e quelle sociali rappresentano il piano sul quale devono potersi incontrare le esigenze del nuovo per poter spingere, ogni individuo, ad effettuare ulteriori elaborazioni. La storia del singolo è storia degli altri. Questo “Giardino incantato dello Jonio” sembra voler programmare un primo intervento socioculturale-ambientale per avviare quella necessaria interazione tra società e territorio, per realizzare opportunità di ricerca a favore dei nostri giovani e delle prossime generazioni. E’ interessante questa iniziativa artistica (e non è la prima da parte dell’Associazione Artisticoculturale “Il Melograno”), che ha come obiettivo la ricerca dell’attualità, la responsabilizzazione e la coscientizzazione delle problematiche per meglio conoscerle ed affrontarle. Con l’arte si può, e si possono affrontare tutti i temi come la donna, l’ambiente, la storia, la memoria. L’occasione, questa volta, ci viene offerta dalla terra, dalla nostra terra, considerando il carattere fortemente storico, caratterizzante sia in termini di glorioso passato che di futuro-presente colmo di speranza in relazione al giacimento culturale, al turismo, alla bontà dei prodotti, ai numerosi giacimenti culturali: il tutto naturalmente intriso di diversità, di storia, di divenire dinamico.

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Creato il bene si dovrebbe pensare alla sua gestione. Il nuovo nasce dal passato e si collega al presente affinché beni culturali e beni umani possano divenire espressione di civiltà e di forte richiamo turistico. Il giacimento culturale deve resuscitare il patrimonio dell’anima, così come quando uno scrittore, un poeta, un pittore, un musicista riesce ad esprimere tutta la sua interiorità artistica per il piacere di esternare moti interiori in grado di abbellire l’esistenza e di disegnare un percorso adeguato lungo il quale poter vivere la propria esistenza e darle un senso. 2. Ciò che avanza indelebilmente è il tempo, per tutto e per tutti, ma se non lo colmiamo di buona proposizione, di capacità culturale e di miglioramento dei nostri ideali e del nostro comportamento, è come se non lo vivessimo affatto. L’etica non è mero rispetto della regola, ma capacità di saper trasmettere agli altri la propria cultura per permettere alle generazioni future di contare sui valori della appartenenza e della provenienza. La cultura è conquista quotidiana che ricerca la salvezza e non può, contrariamente alla idea comune, starsene in disparte e attendere. La divulgazione e la diffusione sono dei compiti importanti che ognuno deve perseguire per tenere alto l’orgoglio civico e il senso del legame. In questo senso il tempo è galantuomo e conferisce qualità alla vita in quanto sicuro giudice della verità. Centro di civiltà, crocevia di interessi e contenitore di tante espressioni artistiche, questa terra ionica custodisce un patrimonio storico che va riproposto per far rinascere la civiltà contemporanea, o meglio per continuare quella stratificazione umana che appartiene alla storia del mondo. Lungi dal dall’esaltare le amenità dei luoghi, questo Giardino ionico sembra sprigionare un fascino interiore che sa molto di spiritualità in quanto custode della cultura e dei saperi del mondo greco e poi romano. Crediamo alla influenza del luogo, come crediamo al suo valore pedagogico, ma molto spesso viene confuso con quella paventata necessità sociologica che investe l’edilizia ed altri mostri ambientali. Il messaggio principale vuole essere questo: “Ambiente e ispirazione dovrebbero divenire un tutt’uno per la ricerca delle potenzialità del rinnovarsi attraverso la verità di forme che la luce e la ricerca riescono a rivelare, anche attraverso le ombre.” L’arte della pittura e della ceramica è da millenni depositaria di messaggi, di significati e di precise interpretazioni di fenomeni sociali e umani. Attraverso la ceramica si snoda un interminabile profilo storico dell’uomo in espressione pittorica, con particolari che non sempre sono stati interpretati dagli scrittori del passato, attratti, per lo più, da vicende e fatti appartenenti alle classi sociali superiori. Attraverso la ceramica è possibile evidenziare un importante filone storico in grado di dare contributi notevoli alla determinazione, per esempio, del razzismo nell’antica Grecia e nell’antica Roma, del rapporto tra romani e alieni, del concetto romano di “etiope” in rapporto ai “bruni” mediterranei ed ai “candidi” nordici. La ceramica, e con essa la pittura, si riscopre deposi6


taria di verità nascoste che ripongono l’uomo al centro dell’interesse generale, grazie ai raffigurati che essa custodisce. Fra colli d’anfora, mattoni di calcare parallelepipedali, tegole ancora inutilizzate, chiodi ossidati, skyphoi, hydriai (risalenti al terzo e quarto secolo a.C.) e suggestive supposizioni storiche, si evince e si documenta la centralità del mare Jonio, per i Greci, i Romani e i Medievali. Dalla grande ricchezza raccolta e conservatasi nel luogo per secoli, si può risalire ad una antica civiltà e scoprire i meccanismi di associazione, le funzioni e le abitudini sociali, nonché quelle economiche, commerciali ed artistiche. Lo Jonio come ricchezza storica e coscienza civile; come grande incontrastato spettatore e protagonista della storia, sempre tale da millenni; I Giardini incantati dello Jonio demandati alla cura ed al rispetto di noi moderni, anche noi protagonisti della storia. 3. In questo senso, conoscere l’ambiente diventa una espressione dell’arte e la conoscenza del messaggio artistico potrebbe essere considerata una branca della filosofia naturale. Non bisogna modificare a proprio piacimento l’opera di Dio e degli uomini, ma lasciarsi guidare per scoprirne il “nirvana” e per considerare ulteriormente la necessità di conservare e di riconoscere chi e che cosa ci permette di vivere l’esistenza nella soavità. Ciò che si evidenzia subito è questa caratteristica affettiva del luogo, Bisogna recuperare il valore psicologico per sentirci parte unita. Non bisogna essere geni per capire il valore dell’arte, ma possedere qualcosa di diverso dalla semplice intelligenza e possedere un fortissimo istinto in grado di indurci a descrivere le cose che amiamo, non per la fama, né per il bene, né per ottenere qualche vantaggio, ma un istinto simile a quello che ci induce a vivere meglio, coscienti di aver racchiuso nella memoria i motivi caratterizzanti di un luogo capace di suscitare il risveglio della storia e della sovrapposizione dei comportamenti e atteggiamenti dell’uomo. Continuiamo a chiederci il perché della tristezza che ci pervade, che ci isola, che ci fa soffrire; il perché di certa violenza, ora in terribile ripresa. Non possiamo vivere nel fango, non possiamo coprire questo giardino di poltiglia e lasciarlo dormire sotto una coltre di offesa e di disperazione. Abbiamo tutti il dover di scavare in profondità e di avere il coraggio di esaltare gli uomini di buona volontà, mettendo da parte gli imbroglioni, i faccendieri e quanti si piccano di cultura soltanto per motivi folkloristici e propagandistici. 4. Oltre tremila anni di storia sono riflessi sul territorio; anni durante i quali rifulse la Taranto Magno Greca quale rinomato centro di civiltà, prima greca e poi romana. La storia esprime sempre un fascino speciale, l’unico in grado di avvolgerti e di renderti parte in causa. Recuperare l’orgoglio del passato è il grande segreto che emerge da questa nostra storia. La storia è rappresentata dai beni culturali come dalle tradizioni, dalle vocazioni e dalla bontà del territorio, ma tocca all’uomo conferirle dignità e decoro, senso civico e autorevolezza. Occorre pensare bene, alle cose belle della vita, sia quelle materiali, che materiali non lo sono mai, che quelle spirituali che nutrono continuamente il mondo e grazie alle quali è possibile continuare ad amare la vita. L’ambiente diventa un tutt’uno con il resto della vita, con l’uomo, ma anche con le abitudini, i costumi di un popolo, ma soprattutto quella serenità interiore che pervade e permea cose e persone. Collegare i grandi problemi del presente alla sfera comportamentale del singolo individuo appare essere, sempre più, il percorso obbligato per ricercare strategie in grado di garantire una certa qualità della vita, messa in crisi dalla caduta della sensibilità e dall’elevazione della indifferenza a norma di vita. Ecco, l’amore genera cultura e la cultura genera giustizia. 7


Tornare alle origini per rispettare la vita e con essa tutti i valori cristiani del tempo e dell’età adulta. Nell’uomo è depositato il regno di Dio. L’uomo può esserne guidato o, se decide, può schizzare via, andando a degradare l’ambiente, i valori, lo spirito, la giustizia, sociale e individuale. L’esperienza tecnologica e scientifica attesta che l’uomo è destinato ad assumere maggiore potere a livello individuale (The I love you virus Cloning) per cui occorrerà educare all’amore per credere nell’altro, per generare vita e serenità, per far rinascere la speranza, per diffondere pace, per continuare a vivere. Ci sono regole che non possono essere codificate, ma appartengono alla spiritualità di ognuno e non possono eludere le problematiche che riguardano la crescita spirituale di ciascuno nel rispetto della persona umana. che a volte ti fa apparire diverso, ma diversi si finisce con l’esserlo in virtù del fatto che la solidarietà impone umiltà e coraggio, forza e intelligenza... ma soprattutto molta fede. 5. Sono orgoglioso di essere cittadino jonico di origine greca. Se si è capaci di conoscere e comprendere le origini della nostra vita, ma anche il luogo in cui si è nato, si è anche in grado di conoscere i cambiamenti, le innovazioni, le tradizioni e lo sviluppo dell’ambiente che si sono succeduti fin dai tempi passati per continuare a costruire la contemporaneità. Il nostro vivere quotidiano è talmente poco attento all’ambiente che, poco alla volta, produciamo dei guasti che invece di migliorare la vivibilità la peggioriamo al punto tale da richiedere l’intervento della scienza. “La nostra terra ionica è di una bellezza avvenente, ma anche in una avvilente condizione; essa “è piena di tante contraddizioni, in cui è possibile scorgere, sospesi a mezz’aria, un inferno dantesco da una parte e un paradiso dall’altro. Un meraviglioso lungomare che si interrompe bruscamente; l’isola del borgo antico che potrebbe divenire uno dei patrimoni mondiali; la testimonianza eterna della storia e dell’ambiente che si adagia su due mari come una “silver stone”, direbbe Shakespeare.”… ma rimane forte in noi il dispiacere di riuscire poco a confrontarci con noi stessi, di parlare, di alzare lo sguardo e guardare oltre qualsiasi orizzonte, purché non sia quello degli interessi personali, della giustizia personale, della frode e della denigrazione. Non servono ciarlatani, ma buoni oratori per poter tornare ad ascoltare e imparare a parlare. Plauso a questa iniziativa che ci permette, almeno per una sera, di riprendere a levigare un passato glorioso che la semplificazione di alcuni è riuscito a seppellire vivo. Per noi è una resurrezione continua!

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Taranto Taranto mia, su due mari posta, chi da lontane terre a te vi giunge l’azzurro del tuo mare ammira e sosta. Il ponte che t’unisce al vecchio borgo superbo s’apre e transita il Vespucci: e bianche vele col pavese io scorgo. San Pietro con San Paolo fan corona alle tue coste laboriose e antiche, dove il sudore la ricchezza dona. Gli antichi legni che dall’Ilio mare vennero a te, fondendosi agli eroi della Messapia terra e a dispensare antiche tradizioni e le culture, nel sangue del Salento a rossa terra onore son per le genìe future. Antiche gesta delle greche genti ti fece altera e principe in Messapia che, delle tue virtù, porta sementi. Riprendi con orgoglio le tue vesti di fulgida città nella tua terra, come s’addice e come tu vorresti. Le due colonne di Poseidone sono la porta per la Conoscenza: risorgi allora, senza esitazione! Mimmo Martinucci

Rassegna

d’Arte

Pittori e

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A cura

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Sfida culturale e promozione del territorio Prof.ssa ANGELA MIGNOGNA Quando nel 2007 ho accettato con entusiasmo la delega di Assessore alla Cultura nel Comune di Taranto, ero consapevole sia della necessità di un rilancio culturale della nostra città sia delle difficoltà ad operare per una seria promozione culturale, dal momento che la cultura è posta ai margini di tutte le attività politiche ed amministrative, ma ero altresì consapevole che una comunità si riconosce e rinsalda i suoi legami solo se si parte dalla cultura. “Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se perfetta, sarebbe una giungla”, scriveva il filosofo Albert Camus ; io mi rispecchio in questa massima ed ho sempre operato per la valorizzazione della cultura in tutte le sue manifestazioni. Nonostante la scarsa considerazione che si ha della cultura a livello istituzionale, sia nazionale che locale, nonostante la carenza di risorse è possibile progettare eventi ed iniziative di un certo spessore, se c’è la volontà di coinvolgere attivamente gli Enti pubblici e privati, gli intellettuali e le associazioni artistico-culturali che operano sul territorio. La mia esperienza è stata intensa e gratificante, perché mi ha permesso di conoscere, apprezzare e sostenere tante associazioni e soprattutto di incontrare persone di straordinaria sensibilità, donne e uomini che, con passione e volontà, promuovono iniziative artistico-culturali. E’ stato oltremodo facile interagire con l’Associazione artistico-culturale “Il Melograno”, che contribuisce a far crescere la sensibilità nei confronti dell’arte, arricchendo la conoscenza e la competenza dei cittadini. L’Associazione “Il Melograno”, nata per volontà di alcuni artisti, particolarmente sensibili all’arte nelle sue più svariate manifestazioni, vive e prosegue il suo cammino stimolante grazie all’impegno tenace della sua presidente, Letizia Lisi, promotrice ed organizzatrice attenta ed esigente di manifestazioni artistico-culturali, secondo modalità ritenute le più idonee. E’ doveroso, pertanto, unire la mia voce a quelle che apprezzano l’impegno dell’Associazione “Il Melograno”. Tale impegno si concretizza nell’allestimento di mostre personali e collettive finalizzate alla diffusione della nostra civiltà, passata e presente, laddove le immagini pittoriche non solo riescono ad immortalare una serie di emozioni, capaci di far rivivere un vissuto di storia e di tradizioni ma spingono anche al confronto tra quanto da ognuno di noi è stato vissuto e quello che ammiriamo. I colori forti che parlano di sole, di mare e di terra danno vita alla nostalgia, sottesa nei segni lasciati dal pennello, educano al rispetto della memoria e sono un atto d’amore per il proprio territorio. Aprendo finestre sulla storia, l’Associazione “Il Melograno” per l’allestimento delle sue mostre sceglie scenari affascinanti: le splendide strutture dei castelli presenti sul territorio provinciale, che sono fruiti dai visitatori nel loro valore storico-culturale e diventano nel contempo contenitori privilegiati di manifestazioni altamente qualificate. 10


Fare cultura significa operare come l’Associazione “Il Melograno” per divulgare, quanto più è possibile, il patrimonio storico-geografico, oggettistico, artistico-creativo della propria civiltà. Le Mostre, come i Musei, costituiscono luoghi di incontro tra il nostro passato che talvolta sembra sovrastarci con la sua grandezza ed il presente ancora troppo confuso e lacerato. Trovare più tempo per la cultura e l’arte in generale ci permette di trovare il coraggio del sogno; coraggio che dimostra Letizia Lisi con gli incantevoli azzurri dei suoi quadri. Credo che in Letizia Lisi la pittura nasca dal confronto fra lo stato sereno del suo animo e le situazioni naturali, come traduzione della realtà attraverso modalità libere e personali, che tendono a creare una realtà nuova, essenzialmente pittorica, non banalmente parallela a quella naturale. L’incanto della sua pittura ha ispirato i versi della mia poesia “Alberi”, che ho a lei dedicato e, come in un dolcissimo gioco di emozioni introspettive, ci siamo ritrovate sulle ali trasparenti della nostra sensibilità artistica.

Alberi Crepitano secche le foglie sulle pietre antiche. La vecchia casa abbracciano i padri ulivi. Vagano mesti su mandorli noci e ciliegi i ricordi Poesia dedicata all’arte pittorica di Letizia Lisi, originale nei segni e nei colori penetranti, come i sentimenti che suscita nell’anima. Angela Mignogna

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L’Associazione IL MELOGRANO ART TARANTO ONLUS al servizio del territorio IONICO Prof.ssa Elisabetta Pitrelli Università di Pisa - Critico e Storico dell’arte Il mecenatismo, parola nobile ed antica, è definibile come una forma di sostegno economico, materiale e morale da parte di sovrani, signori ed aristocratici nei confronti di artisti che producevano opere di grande valore che magnificavano le corti e nobilitavano il genere umano. L’origine del termine è sicuramente riconducibile al patrizio romano Gaio Clinio Mecenate vissuto nel I secolo a.c. .Oltre ad essere stato un influente consigliere, alleato ed amico del primo imperatore di Roma, Cesare Augusto, Gaio Mecenate creò a Roma un circolo di intellettuali, di poeti e di artisti che incoraggiò e sostenne. Tra gli innumerevoli grandi uomini di cultura che orbitarono nel circolo di Mecenate si possono annoverare: Orazio, Virgilio, Properzio e Vitruvio. Il loro operato si è tramandato nei secoli e la loro grandezza è giunta fino a noi inalterata. Il fenomeno del mecenatismo ha raggiunto la sua maturazione durante il Rinascimento Italiano. In questa età di magnificenza politica ed economica, in cui l’umanesimo recupera le antiche origini del periodo classico si annoverano esempi mirabili di forme di mecenatismo tra cui i Medici a Firenze con Botticelli, i Gonzaga a Mantova con Mantegna, gli Este a Ferrara con Cosmé Tura e Ludovico Ariosto. Tra questi illustri uomini si distinse anche una donna polivalente, appassionata di diverse forme di arte, che alla fine del XVII secolo partecipò attivamente e sostenne con grande energia e vitalità la vita culturale del Regno di Napoli e di tutto il meridione d’Italia. Il suo nome era Aurora Sanseverino Gaetani e nella tradizione che vuole le donne del Mezzogiorno come parte attiva e propositiva dello scenario culturale e sociale, ancora oggi possiamo osservare nel nostro territorio interessanti esempi di mecenatismo. Questo fenomeno non è certo scemato nel XXI secolo in quanto il perpetrarsi dell’antico operato dei mecenati è oggi visibile in una forma più attuale e moderna grazie alla presenza capillare delle associazioni culturali. Il loro operato celebra l’antico splendore della nostra terra e la grandezza della Magna Grecia recuperandone colori, versi e suoni della culla della civiltà e tenendo vivo il meridione. In questa forma di moderno mecenatismo va annoverata l’associazione culturale “Il Melograno Art” di Taranto con presidente l’artista Letizia Lisi. Questa associazione, affermata sul territorio da molti anni, è sempre stata foriera di iniziative culturali presso il territorio Jonico e nazionale con la finalità di recuperare e far conoscere le antiche vestigia della Magna Grecia e della cultura dello splendido territorio pugliese. L’associazione “ Il Melograno Art ” ha sempre saputo percorrere nuove strade non ancora solcate da altri dando spazio e voce ad artisti emergenti. 12


La pittura, la cultura e la poesia degli artisti del nostro territorio hanno finalmente avuto un’occasione per rivelarsi in tutta la loro bellezza. Questi mirabili artisti nascosti nei loro piccoli atelier hanno finalmente avuto l’occasione di poter partecipare a mostre ed eventi culturali ed hanno ricevuto l’attenzione e l’importanza che gli si addice. Questa meravigliosa nicchia di eccellenza si è affermata negli anni per il suo indiscusso valore e spirito di rinnovamento partecipando ad importanti appuntamenti culturali scanditi da cadenze mensili. Nulla di tutto ciò sarebbe, però, stato possibile senza l’apporto e l’iniziativa della presidente Letizia Lisi, la quale, come un volano, rappresenta un ingranaggio fondamentale per rilanciare il territorio. Il suo operato, tangibile ogni giorno, è volto a valorizzare il ponte culturale fra il passato, il presente ed il futuro. Alla luce degli eccellenti risultati ottenuti e della concreta fattività ed operosità si può constatare senza ombra di dubbio che l’associazione dell’artista Lisi può essere paragonata a buon diritto ai mecenati dell’antico umanesimo italiano. L’operato di Letizia Lisi è volto a proteggere, incoraggiare, incentivare ed amplificare come una cassa di risonanza in tutte le sue forme la cultura di un territorio ricco di storia e tradizioni. La presidente dell’associazione “ Il Melograno Art ” di Taranto ci fa riaffiorare alla memoria la mecenate Aurora Sanseverino Gaetani. Ritroviamo in lei tanto la passione nel creare un cenacolo di artisti quanto la maestria profusa sulla tela in cui ritrae e immortala splendidi paesaggi marini ed agresti reinterpretati con le splendide pennellate del blu. L’augurio sincero è che queste splendide iniziative culturali continuino e proseguano nel tempo affermandosi sempre di più come faro culturale ed accogliente porto del nostro territorio in tempesta.

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Tra arte, storia, poesia e ambiente: un modo di essere nella vita contemporanea di

Taranto

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Taranto: la gemma dello Jonio Prof. Angelo Scialpi La gemma dello Jonio - Oltre tre mila anni di storia sono riflessi sul territorio; anni durante i quali rifulse il nostro territorio, rinomato centro di civiltà magno-greca e poi romana, e quindi federiciana e marinara, passando attraverso la tecnologia impositiva dell’acciacio. Quando gli storici parlano delle origini di Taranto, parlano di Saturo e con saturo emergono figure di personaggi che si identificano in Orazio, Pirro, Falanto, i Parteni e la Ninfa Satyria. La storia di Leporano, infatti, è legata alle origini di Taranto. Le due versioni esistenti sono entrambe legate a Saturo. Secondo quanto ci hanno tramandato Antioco di Siracusa ed Eusebio di Cesarea, si racconta che a Falanto, capo dei Parteni, fu concesso dall’Oracolo di Delfo di abitare Satyrion e la pingue regione di Taranto. La seconda versione ci riferisce che il termine Satyrion deriva da Satyria, la Ninfa locale amata da Poseidone, dio del mare, dal cui amore sarebbe nato Taras, il quale avrebbe poi fondato Taranto. Entrambe le versioni attestano l’anteriorità di Saturo rispetto alla stessa Taranto, capitale della Magna Grecia. Centro di civiltà, crocevia di interessi e contenitore di tante espressioni artistiche, questa terra custodisce un patrimonio storico che va riproposto per far rinascere la civiltà contemporanea. Apprendiamo da Nicola Millardi che a Saturo c’erano tintorie dove si tingevano lane di gran pregio, rinomate nel mondo classico; c’erano botteghe artigianali che attestavano la laboriosità e la creatività del tempo, non ultimo i maestri orafi. Lungi dal continuare ad esaltare le amenità che pur ci sono, Taranto sembra sprigionare un fascino interiore che sa molto di spiritualità. Crediamo alla influenza del luogo, come crediamo al suo valore pedagogico che molto spesso viene confuso con quella paventata necessità sociologica che investe l’edilizia. Il messaggio principale vuole essere questo: “Ambiente e ispirazione divengono un tutt’uno per la ricerca delle potenzialità del divenire attraverso la verità di forme che la luce e la ricerca riescono a rivelare, anche attraverso le ombre.” Fra colli d’anfora, mattoni di calcare parallelepipedali, tegole ancora inutilizzate, chiodi ossidati, skyphoi, hydriai (risalenti al terzo e quarto secolo a.C.) e suggestive supposizioni storiche, si evince e si documenta la centralità del mare e di Saturo per i Greci, i Romani e i Medievali. Dalla grande ricchezza raccolta e conservatasi nel luogo per secoli, si può risalire ad una antica civiltà e scoprire i meccanismi di associazione, le funzioni e le abitudini sociali, nonché quelle economiche, commerciali ed artistiche. Taranto come ricchezza storica e coscienza civile; come grande incontrastato spettatore e protagonista della storia, sempre tale da millenni; Taranto demandata alla cura ed al rispetto di noi moderni, anche noi protagonisti della storia.

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La conoscenza ed il rispetto dell’ambiente possono ben rendersi portatori di nuovi valori umani in grado di produrre nuovi ordini e creare realtà supplementari capaci di permetterci di procedere autonomamente. Il rispetto dell’ambiente e della natura è un atteggiamento irrinunciabile, per cui l’artista, il ricercatore, il pensatore devono saper trarre ogni divina verità dalla rivelazione della storia. Il bene culturale mantiene e conserva una condizione che ci consente di considerare quell’autorevolezza superiore che è conservata in esso. Le vocazioni del territorio sono dei grandi capitoli all’interno dei quali poter costruite la sintesi tra uomo e ambiente. L’ambiente può ritenersi la madre dell’uomo e in quanto tale è sempre pronto a custodirlo e ad allevarlo secondo le bellezze della sua natura interiore. Tra l’uomo e l’ambiente si pone l’Ente locale che è il principale deputato a programmare lo sviluppo del territorio e della comunità, ma molta parte è demandata alla individualità ed alla capacità di rispetto che ognuno deve avere nei confronti della natura. Il nuovo nasce dal passato e si collega al presente affinché beni culturali e beni umani possano divenire espressione di civiltà e di forte richiamo turistico. Uomo e ambiente, se non interagiscono, non hanno possibilità di sopravvivere e forse nemmeno motivo di esistere. L’uno vive in funzione dell’altro, mentre entrambi inneggiano al miracolo della vita ed al miglioramento continuo dell’uomo, attraverso quanto ci ha lasciato nel corso dei tempi. Il giacimento culturale deve resuscitare continuamente il patrimonio dell’anima, così come quando uno scrittore, un poeta, un pittore, un musicista riesce ad esprimere tutta la sua interiorità artistica per il piacere di esternare moti interiori in grado di abbellire l’esistenza e di disegnare un percorso adeguato lungo il quale poter vivere la propria esistenza e darle un senso. Ciò che avanza indelebilmente è il tempo, per tutto e per tutti, ma se non lo colmiamo di buona proposizione, di capacità culturale e di miglioramento dei propri ideali e del proprio comportamento, è come se non lo vivessimo affatto. L’etica non è mero rispetto della regola, ma capacità di saper trasmettere agli altri la propria cultura per permettere alle generazioni future di contare sui valori della appartenenza. La cultura è conquista quotidiana che ricerca la salvezza e non può, contrariamente alla idea comune, starsene in disparte e attendere. La divulgazione e la diffusione sono dei compiti importanti che l’Ente locale deve perseguire per tenere alto l’orgoglio civico e il senso della appartenenza. Il cittadino deve farsi accarezzare dalle gioie che sono sparse attorno a lui, e amarle, e migliorarle. In questo senso il tempo è galantuomo e conferisce qualità alla vita nella misura in cui ogni singolo cittadino riesce a considerare come propria una cosa comune, un bene pubblico. A tutti è demandato il dovere di essere, se volete, dei politici, nel senso di saper organizzare e difendere la cosa 16


pubblica, proprio in quanto appartiene, in parte, a ciascuno di noi. Ci sono molti motivi per affermare questo, ma alcuni possono essere, a mio parere, i seguenti: 1.Il primo è rappresentato dalla crisi che investe la vita contemporanea in quanto riflette la mancanza di lavoro, la ricerca del potere, l’espressione spropositata di prevaricazione e di arroganza da parte di coloro i quali devono difendere le istituzioni semplicemente facendole funzionare a favore dei cittadini tutti e non divenire come dei proprietari soltanto perché hanno ricevuto dei voti. Ecco, I voti: essi rappresentano la condizione di fiducia a fare meglio ed a servire e non altro. 2. Il secondo dalla ingiustificata appropriazione del potere pubblico quale bene personale e non servizio alla collettività. 3. Il terzo è porre fine, con forza e con coraggio, alle intercessioni di raccomandazioni a favore di persone mediocri che allentano, fermano il corso del processo innovativo del progresso. E’ questo un agire ormai obsoleto e inaccettabile. 4. Il quarto sarebbe l’immediato licenziamento da qualsiasi impegno pubblico, con conseguente addebito dei costi, a chiunque utilizzi denaro e cosa pubblica in maniera personale e spropositata senza ritegno. Dal passato nuove professionalità Il mondo esterno, complesso e articolato per l’evoluzione inarrestabile della scienza e della tecnologia, ha bisogno di cittadini in grado di comprenderlo e amarlo. Per realizzare questa simbiosi, vera sfida del futuro, è necessario che la società e la scuola debbano permetterne le conoscenze collegate direttamente all’ambiente e alla società civile. Rimane quindi rilevante la conoscenza e l’esame del mondo che ci circonda, anche attraverso una analisi ed una critica costruttiva. Alla nuova scuola si chiede di avviare la costruzione della soggettualità nel pluralismo esistenziale. La memoria, i segni della memoria, le tradizioni, la storia, il pensiero devono poter concorrere alla elaborazione e costruzione della organizzazione della realtà. In questo senso, la scuola, la società civile e la realtà, le discipline e i problemi, le esperienze personali e quelle sociali rappresentano il piano sul quale devono potersi incontrare le esigenze del nuovo per poter spingere, ogni individuo, ad effettuare ulteriori elaborazioni. L’occasione, comunque, non può che esserci offerta dalla terra, dalla nostra terra, considerando il carattere fortemente storico, caratterizzante sia in termini di glorioso passato che di fiorente futuro-presente in relazione al turismo, alla bontà dei prodotti, alla rinomata dieta mediterranea: il tutto naturalmente intriso di diversità, di storia, di divenire dinamico, di onestà e di amore. Creato il bene si dovrebbe pensare a gestirlo, in maniera autonoma e corretta, per avviare quella cultura della conservazione, ma anche della responsabilizzazione a vivere, a far rivivere, il passato per costruire il future presente continuo. Che cosa evoca la storia? Innanzi tutto l’uomo! Archita, Pitagora, Aristosseno! Essi rappresentano il pensiero e la morale, la legalità, composizione e musica: essi sono la nostra grande eredità spirituale. Su di loro possiamo continuare a fondare il nostro futuro.

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Jonio Perché quel mare azzurro e sì profondo richiama a mente legni e remi antichi che fendono le onde e le tempeste per conquistare terre per la vita? Io vedo Jonio figlio di Durazzo e stirpe di Epidamno e Poseidone baciar le rive ed Ercole che insegue e di suo sangue blu lasciò il colore. E quei tramonti che sull’Aspromonte perla i crinali di rubin lucente e il sorgere del sole là in Oriente dal mare d’Adria sollevarsi in luce. E’ questo il mare che richiama a mente le acque calme di mia madre antica dove sicuro dal mio buio venni all’onde della vita e alla fatica. (Versi di Mimmo Martinucci)

Mare Jonio Il mar Ionio (in greco: Ιóνιo Πέλαγoς, in albanese: Deti Ion) è un bacino del mar Mediterraneo, situato tra l'Italia meridionale, l'Albania (Canale d'Otranto) e la Grecia (Isole Ionie). Il mar Ionio, secondo la leggenda, prende il nome da Ionio, figlio di Durazzo, nipote a sua volta di Epidamno figlio di Poseidone. Fu ucciso erroneamente da Eracle nello scontro con i fratelli Durazzo. Così che si diede il nome al porto di Durazzo, alla città di Epidamno e al mare di Ionio. L'attestazione della dizione 'Ιώνιoς κόλπoς è riportata fino al IV secolo a.C. e designava proprio quel tratto di mare che separa la Grecia dall'Italia.

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Pittura d’autunno: Interpretare la natura nella stagione della maturità Prof. Angelo Scialpi Taranto - Palazzo della cultura 09.11.2010 23 settembre, in concomitanza con l’equinozio, inizia l’autunno che dura 89 giorni e 18 ore (94 e 12 ore dura l’estate, la primavera 93 circa e l’inverno 89 giorni e 1 ora). Si tratta di dati dell’astronomia. Notiamo subito che la primavera e l’estate hanno una durata maggiore, circa 5 giorni in più, per un totale di 10 di differenza tra la prima parte dell’anno e la seconda parte, cioè tra primavera-estate e autunno-inverno. Se osserviamo la natura possiamo dedurre che il ciclo vitale è sempre uguale per ogni creatura dell’universo. La sua immensità è ben regolata dalle leggi fisiche, dalla terra, dall’acqua, dal vento e dal fuoco. Accade così per ogni tipo di pianta che, a sua volta, vive e vegeta in rapporto con gli elementi prima menzionati e, soprattutto, in rapporto con la vicinanza di una pianta all’altra e poi all’ambiente. Si determina così la meraviglia del creato, riscaldata, animata, concepita dal sole-luce per risplendere in eterno nella gloria dei Dio. L’uomo, il nostro sapiens, ha la fortuna di avere un intelletto e la possibilità di muoversi, ma è fortemente soggetto alle stagioni. Ogni cosa in lui si forma e si determina attraverso il tempo, la nutrizione, la formazione. E’ eletto l’uomo, in quanto gode della possibilità di fruire della istruzione, dell’apprendimento, per tutto l’arco della vita. Oggi non è più il tempo del corso di studi, del conseguimento della laurea, dell’esame finale per dirsi qualcuno; oggi è il tempo della educazione permanente, fino all’ultimo giorno di vita, tanto la società e la ricerca sono diventate complesse e scientificamente in vigore. La lettura del curriculum e l’esame attitudinale creano il resto per sopperire alla necessità che istituzioni e società hanno nel corso dei tempi. Si parla, infatti, sempre con maggiore insistenza di credito formativo della persona, di curriculum della persona, di esame del carattere e ricerca delle attitudini necessarie in una persona. L’autunno, in riferimento all’uomo, rappresenta la sua stessa determinazione e diviene centrale nell’arco della vita e nel tempo presente che viviamo, che tutti vivono. L’arte ha lo stesso valore: ritrarre la contemporaneità e le emozioni del presente in quanto in continuo divenire. L'idea base di George Inness in Early autumn, è quella di rappresentare la natura come un organismo vivente e in perenne movimento. L'albero, secolare e sofferente, troneggia in mezzo al quadro ed è esposto alla violenza delle tempeste. I colori scuri accentuano il senso di inquietudine e di mistero. Abbiamo bisogno di poterci rapportare serenamente con i nostri simili, ma la storia contemporanea ci mette fortemente in guardia da falsi sapiens, da uomini che hanno perso il senso delle stagioni, da persone che vivono, fin dalla loro nascita, l’inverno più cupo e più gelido; da persone in cui è venuto meno 19


il dovere di ringraziare Dio per il dono della vita, sempre; l’orgoglio della mamma nel vedere crescere il proprio bambino e diventare uomo; la serenità dei genitori di aver dato alla società una persona degna di vivere la collettività e di sostenere al meglio la vita di chi è vicino; la certezza del riferimento in termini di onestà, abilità, professionalità che si forma nell’estate e permane per tutto l’autunno, pronto a preparare, dopo il letargo che è permanenza nella riflessione, la nuova primavera della vita, ritenendo l’inverno una stagione di gestazione. Si rincorrono così padri e figli e poi figli e padri: questo è l’alto valore aggiunto alla semplice vita: essere di servizio alla società tutta, alla grande famiglia di Dio e degli uomini. Allora, per noi mortali, l’autunno è una estate allungata, prolungata fino al giorno in cui il sole splende al punto più alto, e potrebbe essere sia il primo giorno dell’estate che l’ultimo dell’autunno. Prolungare l’estate, dunque, è il vero segreto dell’autunno. Come è possibile prolungare l’estate e riflettere in autunno? Il problema non è riflettere in autunno, ma prolungare l’estate e noi, per prolungare l’estate, parleremo dell’autunno. Che cosa significa autunno? Il periodo in cui la natura comincia a riposarsi, a rinvigorirsi, a colmarsi delle acque perdute durante l’estate; l’autunno è il periodo del cambio di vestito della natura, per l’uomo è il periodo della riflessione e dell’inizio ad essere riferimento. Non manca chi accosta l’autunno alla nostalgia, specialmente quando la foschia sfuma le case - come afferma una gentile poetessa dell’anima - offrendo il suo profilo triste e melanconico, fino a stabilirsi dentro. Occorre che l’autunno sia sempre illuminato dall’estate. Riscontriamo la convinzione che il vero presente è il futuro, per cui potremmo affermare che l’estate prepara l’autunno nei termini che richiedono riguardo e raziocinio. Come fare a dividere l’uomo dalla natura; essi, se non interagiscono non hanno alcuna possibilità di sopravvivere. Pensate all’ira della natura: rovina tutto e tracima via ogni cosa. Pensate quando l’uomo perde la testa: rovina tutto e tracima tutto, abituandoci a pensare l’orrendo e non il bene, riuscendo ad inventare persino il turismo dell’orrore. Allora, in autunno la natura cambia i colori, mostra il suo aspetto meno ridente ed offre all’uomo il meglio di se per vivere bene il freddo inverno. Quanti frutti in autunno: l’uva inebriante che, trasformata in vino, allieta le giornate dell’anno e ci offre il meglio che la terra possa produrre durante la calda estate. L’autunno viene rappresentato, in pittura, con il trionfo di Bacco, dio del vino, accompagnato dalla sposa Arianna. Intorno ai due protagonisti, graziosi amorini recanti ghirlande e fiaccole movimentano la scena. A completare l’allegoria sono dipinte altre figure mitologiche, come Sileno, Baccanti e Satiri. Nella foto: William-Adolphe_Bouguereau (1825-1905) The Youth of Bacchus (1884) Mi diceva un mio nobile amico, Comandante di una stazione di Carabinieri, che il pregiato Recioto viene ricavato da una paziente custodia dell’uva durante le giornate d’autunno per poi essere pigiata in dicembre, dopo aver permesso ai gustosi chicchi di maturare e rielaborare l’essenza della natura per allietare, bagnandola, la sempre pregiata dieta locale che madre natura dona agli uomini tutti da sempre. L’autunno è la stagione della definizione, della protezione, forse potremmo definirla la stagione della continuità, del

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passaggio di esperienza, della trasmissione della fertilità che rinnova la vita in una maestosità di colori. I tartufi e i funghi; le castagne energetiche, preparate in vari modi pronte a restare disponibili per mesi interi; i fichi che, smettendo la loro fragranza, diventato pezzi prelibati congiunti a mandorle e a cioccolate, dopo essere passate dal fuoco che da loro una seconda vita per vivere a lungo; i cachi, da acerbi a maturi, accompagnati dalle mele sembrano farti compagnia per tutto l’autunno; gli agrumi, pronti a durare per tutto l’autunno ed oltre, ormai apirene e croccanti che si sfogliano su se stessi; il melograno; simbolo onnivalente della natura e dell’intelletto dell’uomo. L’uomo dovrebbe somigliare alla natura per orgoglioso di vivere. Bella quell’opera di Giuseppe De Nittis “Che freddo, 1874 “ in cui “Quattro figure, tre donne e una bambina, si stagliano scure su un gelido paesaggio tardo-autunnale, investito da una folata di vento. I colori sono smorzati dal freddo; le prime due donne si oppongono con forza alla violenza del vento, mentre la bambina pare rifiutarsi di proseguire. La madre, unica figura ferma, bilancia le forze centrifughe del dipinto” Sembrano rappresentare le stagioni. Bello anche il dipinto di Ury Lesser,, Siegessallee mit Siegesaule im Herbst in cui “Una delle più famose strade di Berlino, il viale della Vittoria, ritratto in veste autunnale in prospettiva profonda, con la Colonna della Vittoria che si staglia sullo sfondo. Le vetture di inizio secolo procedono ordinate nelle due direzioni; il tono monocromatico del dipinto rende bene l'idea della stagione e magari anche del momento storico.

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Come anche “Fiume d’autunno” di Vasily Kandinskij. L’opera, che è precedente alla più famosa produzione astratta del pittore, fa parte di un’ampia serie di paesaggi. Il quadro appare costruito attraverso una forse semplificazione formale con campiture piatte accostate a creare un netto contrasto cromatico. Nonostante il tema, i toni dominanti sono freddi: l’azzurro del fiume che si snoda a zig-zag e il verde dei prati che lo costeggiano e degli alberi che vi si riflettono. Solo alcune macchie rosse richiamano i colori caldi tipici dell’autunno. I colori marrone, arancione, giallo, senape, rosso fiammante, ocra, rubino, rendono l’autunno un sapiente pittore che usa tutti i colori pastello della natura, quasi ad esprimere la meravigliosa composizione infinita del bello. Diceva un poeta che l’autunno “ trasforma in regina la foglia che muore, apparendo alla gente stupenda e truccata, poi lascia il suo ramo e con mossa studiata volteggia nell’aria, farfalla morente, uscendo di scena nel vento pungente.”, per poi ritornare verde e rigogliosa ad abbracciare il ramo rinvigorito e pronto a proseguire l’opera magna della natura. Tutto questo accade da sempre, con la differenza che, disponendo di un numero più limitato di mezzi, si cercava di affrontare l'inverno con i frutti della propria terra. In ricordo delle antiche tradizioni, quindi, molte sagre continuano a rallegrare l'autunno e preparano fisico e spirito all'arrivo dell'inverno nel modo migliore, si spera sempre in allegria. Se l’arte, come la scrittura, deve mirare a segnare sulla tela il momento presente con le sue sensazioni e le particolari interpretazioni e quindi deve poter raccontare, in questo caso artisticamente, l’autunno in termini di presente preparatorio, allora si deve richiedere ad essa la maturità dovuta, per cui il compito della pittura diviene difficile in quanto non resa più semplice da colori nitidi, ma da colori pastello, definiti e non lucenti, determinanti un oggetto e non caratterizzanti l’oggetto stesso per effetto della crescita vitale. I colori d’autunno sono i colori dell’intero anno, potremmo dire della maturità, ma sono anche i colori della terra, anche fangosa come il melo cotogno, multicolore come i funghi, imprecisi come l’atmosfera tipica del clima di stagione; sono i colori della trasformazione il cui sforzo continuo tende solo al bello, o meglio alla espressione più bella e più complessa del colore base in grado di rappresentare, esso stesso, la caratteristica della stagione, tipica autunnale, della definizione della natura e dell’uomo per poter continuare, mentre alla pittura il compito di poterla raccontare e custodire nel tempo, come nel tempo è custodita ogni azione umana.

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Il silenzio cromatico Il sacro e il territorio Prof. Angelo Scialpi Presso la Parrocchia Sant’Egidio - 7.9.2011 Comunicato stampa: La collettiva d’arte “IL SILENZIO CROMATICO” viene inserita tra le iniziative promosse per i solenni festeggiamenti del S. Egidio - Taranto Tramontone e in occasione del 25° anniversario della parrocchia. 20 artisti espositori, proporranno circa 60 opere inneggianti al SACRO e al Territorio. Una esposizione variegata per tecniche ed esposizione pittorica. La collettiva permette la presentazione del tema con stili diversi ma accomunati tutti dalla stessa vitalità dovuta all'utilizzo del colore che crea scenari vari, continui e nuovi, che guideranno il fruitore nel percorso affascinante dell'osservazione delle opere. La curatrice dell'evento Letizia Lisi, ha voluto, con questa rassegna d'arte, continuare il percorso della promozione del territorio sul territorio, dando spazio a talenti con opere inedite e originali. L’associazione artistica culturale “IL MELOGRANO”, da sempre sensibile al territorio ionico ed allo sviluppo artistico culturale della città di Taranto, esalta, in tutte le manifestazioni d'arte, il territorio, un territorio con una realtà ancorata alle sue salde tradizioni, e fa di esse un’unione con l'arte, un ventaglio di stimoli per tutta l'area Ionica. Interverranno Don Luigi Trivisano, parroco parrocchia S. Egidio. Il silenzio indica la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore . In senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo. Viene considerato una forma di rispetto collettivo l'osservare alcuni minuti di silenzio e raccoglimento durante la commemorazione di persone defunte. Questa pratica, presente in tutti gli aspetti della vita sociale, assume un particolare valore e importanza in campo religioso. In senso lato si può intendere anche come l'insieme di gesti e comportamenti sociali attuati in alcune circostanze. La pratica del silenzio viene considerata una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità. Nelle regole religiose cristiane, in particolare di clausura, il silenzio è uno dei vincoli obbligatori della vita comunitaria. Che il silenzio non sia solo la negazione o l'interruzione della comunicazione, ma un mezzo di espressione di pensieri ed emozioni è convinzione che risale ai primi retori. Seneca, come pure Cicerone e Quintiliano, sostiene che un bravo oratore non solo deve saper parlare ed essere persuasivo, ma deve anche saper tacere con efficacia. 23


Il silenzio diventa così messaggio e continua la sua eloquente oratoria in termini di formazione e conoscenza. La scelta di non dire è un atto linguistico, come è la stessa espressione della preghiera, parlata o silenziosa. Quando il silenzio cede la parola alla immagine, allora la comunicazione diventa più forte per effetto della bellezza che essa produce attraverso la sua cromaticità, ma soprattutto attraverso la sua espressione e intuizione della ispirazione, mentre l’orazione diviene individuale e, allo stesso tempo, collettiva per effetto dell’oggetto della ispirazione che ricerca nell’ambito della sacralità, che si esprime al meglio per donare lati diversi della conoscenza e della considerazione oggettiva. Nella foto: Lucius Annaeus Seneca anche noto come Seneca o Seneca il giovane (Cordoba, 4 a.C. – Roma, 65) L’arte è figlia sempre del proprio tempo, per cui questa esperienza forte e partecipata dalla sacra ispirazione produce il nuovo, la modernità e ci permette di intuire, se non comprendere appieno, il cambiamento dei tempi e la diversa concezione di riferimenti che per il solo effetto del tempo assumono significanti diversi. I motivi che hanno prodotto le opere in esposizione non possono che abbellire la nostra esistenza, arricchirla ulteriormente e originare un dibattito su temi e immagini che certamente devono essere adeguati ai tempi per capirne il mutevole e pregnante valore in termini di continuità e di miglioramento della comprensione. E’ questo un coro a più voci, una sinfonia di pensieri e di interpretazioni che ci offrono il senso vero delle cose e la consapevolezza che l’uomo, il suo essere, il suo modo di essere e di pensare appartiene ad una miriade di pensieri e di interpretazioni che ci lasciano col fiato in gola, tanto è immenso il mare della ispirazione che l’uomo, soltanto lui e la sua positiva diversità, riesce a riprodurre e a ripresentarci sotto forma di saperi e di nuove conoscenze, sempre attuali per il suo continuo rinnovamento nello spirito e nella mente dello stesso uomo: nostra eterna preoccupazione. Ogni intuizione è un mossa intellettuale e senza l’intelletto rimarremmo alla pura e semplice sensazione che potrebbe essere simile al piacere o al dolore, diversamente sarebbe soltanto un alternarsi di condizioni prive di significato e quindi non sarebbe una conoscenza. L’intuizione, come conoscenza e come ragione, appartiene al genere umano e quindi pone l’uomo nella qualità necessaria di agire secondo un piano di logica e di riflessione dal quale emerge il bello, la morale e l’etica; sempre il pensiero appartiene alla contemporaneità e traduce, in termini nuovi, l’attualità con le sue difficoltà e le sue incomprensioni. In un momento in cui la parola sembra essere asservita agli interessi personali o di parte, ecco che, come già avvenuto in passato, l’arte, in tutte le sue forme ed espressioni, riesce a dare il giusto senso delle cose e a permettere una diversa visione e interpretazione delle cose. Questa esposizione di opere pittoriche è una occasione per ricordare che ognuno di noi può essere osservato e fruito per arricchirsi e arricchire gli altri: una forte occasione di vita in quanto sviluppa una sottile partecipazione e comunione di riflessione, che non è semplice partecipazione o presenza 24


massificante, ma interazione continua e subliminale tra ascolto, visione e condivisione. La conoscenza dell’intuizione di altri diviene nostra intuizione e nostra ragione per costruire la sapienza irradiata dalla bellezza che produce cristianità e amore per l’uomo. Forse questo è il senso nuovo e moderno della istruzione e formazione che, per certi versi, sembra sfuggirci da una giusta interpretazione. In questo momento particolare della storia, considerare questo coro a più voci, significa prendere coscienza della esistenza di un modo di pensare e di interpretare la vita. Attraverso la ispirazione individuale ci viene meno complicato comprendere che esiste sempre una qualche forma di speranza che si annida dentro lo stesso uomo e in esso sono sempre custoditi i sistemi di svolgimento delle difficoltà e della giusta interpretazione delle cose. Come non ammirare e considerare accortamente i tanti motivi, comprese le loro interpretazioni, di motivi che sono gli argomenti di un discorrere cromatico e culturale, pittorico e del pensiero nostro contemporaneo, del quale, questi artisti, ne sono parte integrante per il solo proporci interpretazioni e conoscenze nuove di quanto ci accompagna da sempre con riferimento e devozione. In questo senso, il solo silenzio cromatico diventa espressione dell’arte e la conoscenza del della moderna interpretazione potrebbe essere considerata una branca della filosofia naturale, fino a scoprire il “nirvana”, come solo l’arte è capace di fare e donare, e per considerare ulteriormente la necessità di conservare e di riconoscere chi e che cosa ci può permettere di vivere l’esistenza nella migliore soavità.

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Promozione artistica nel comprensorio jonico e magno-greco della città di Taranto Dott.ssa Dina Turco La civiltà del XXI secolo è sottoposta a frizioni stridenti che relegano le caratteristiche estetiche ad anfratti impropriamente angusti. Tanto la funzione estetica quanto quella storica e culturale, confliggono con la tendenza a maturare quei dettami imposti da una globalizzazione forzata che, come presagito ai tempi in cui gli entusiasmi erano facili a venire, non poteva che sortire effetti nefasti. Annoverare l'esacerbazione delle tensioni internazionali ed il subdolo ritorno di fiamma che le guerre propagano all'intero sistema geopolitico e finanziario mondiale, è forse la maniera più semplice - ma non semplicistica per puntare il dito su una cultura che le volontà 'superiori' ambiscono a saturare di falle. Guerre sante fondate sull'assenza di ideali, frodi governative e delicate manovre sullo scacchiere del pianeta, depauperano di "storia" il mondo o, peggio, la strumentalizzano. Se una prerogativa è demandata alla storia, quella è di preservare le identità dislocate su tre livelli diversi della compenetrazione sociologica, vale a dire quello locale, quello continentale e quello mondiale. L'identità del microcosmo paradossalmente non confluisce in quello continentale, a meno di esperienze sottoposte alla condizione del giudizio e giudicate sensorialmente eccelse. Più facilitato l'assorbimento dell'esperienza continentale a quella globale, dove la corrente diviene un criterio in sé. In campo artistico, il raccordo delle esperienze pregresse rischia di cristallizzare l'alfabetizzazione pittorica in un revival ciclico ed in una reiterazione che nulla apporta all'ordito culturale, né sotto il profilo della crescita del territorio, né sotto quello della vera promozione umana intesa in senso canonico. Tuttavia il percorso opposto, ovvero quello delle sperimentazioni, se non adeguatamente supportato da genio od eccesso di creatività, rischia di trasformarsi in mero esercizio logistico-cromatico dove la giustapposizione di colori in uno spazio delimitato non contribuisce per nulla alla rielaborazione di non-canoni accettabili cognitivamente. Il concetto entropico applicato innovativamente all'esperienza artistica, enuncerebbe che "tanta più creatività si trasforma in uno stato indisponibile, tanto più sarà sottratta alle generazioni future e tanto più disordine proporzionale sarà riversato in ambito culturale". Una piccola rivoluzione nel campo dell'entropia che dal suo ambito elettivo tende a diffondere ai domini più disparati proprio in virtù di una validità a priori del concetto fondamentale. Ma, al contrario, essa descrive una distruttiva pratica di tipo reazionario dove alla fine ciò che veramente conta per chi scrive la partitura di questa assurda pantomima che stiamo vivendo, è che la pseudo cultura del nozionismo e del citazionismo prenda il sopravvento sulla libertà delle idee. E la creatività è ingrediente di base delle idee. Tumulando viva la creatività - giacché ucciderla è impossibile - si depriva di ossigeno il polmone che garantisce respiro e vita alle grandi idee. Va altresì detto che nessuna grande idea sia nata da un'ispirazione che non abbia avuto un sostrato pragmatico o empirico alla base. E nessun artista ha raggiunto la maturità nel momento in cui si è applicato all'arte. Dal generale al particolare, andando a sondare l'aspetto fondante della promozione artistica nel 26


comprensorio jonico e magno-greco della città di Taranto, (entrambe le peculiarità hanno un senso importante nello studio analitico), si osserva un fermento vivo ed una partecipazione costante che sicuramente attesta il bisogno di quell'esserci di heideggeriana memoria ove il costitutivo rapporto con l'uomo è legato all'osservazione esatta di se stessi. Osservazione esatta che preclude tuttavia l'interazione con gli altri soggetti e con gli oggetti, che sottende l'essere nel suo contesto, con le proprie peculiarità e, a volte, con le proprie anticipazioni. Il tutto in una relazione di scambio senza la quale l'arte non avrebbe motivo di essere. E lo scambio, si badi bene, non sempre è uno scambio alla pari. L'associazionismo canonico tende a riunire in spirito consortile persone accomunate da uno scopo unitario, che coinvolge le forze individuali. La città di Taranto invece sta vivendo una stagione nuova, ove lo spirito civico ha soppiantato quello del raggiungimento dei fini istituzionali, lo scopo unitario è divenuta la promozione del territorio, laddove lo sforzo del management resta quello di promuovere l'individuo in seno ad un contesto territoriale. Ciò che affascina di questo modo reinventato di ossigenare nuovi fermenti culturali a Taranto è, certamente, la struttura non ingessata e guidata da rappresentanti che indefessi svolgono talent scouting. La figura centrale del manager artistico spesso racchiude nelle proprie caratteristiche personali la chiave di volta che sorregge l'intero gruppo. Nelle sue aspirazioni, risiedono le aspirazioni della più parte dei consociati. Nelle sue abilità manageriali, ma soprattutto nel suo gusto artistico, ricadono le responsabilità e le scelte del gruppo intero. Conclusa definitivamente l'era della bottega d'arte e degli artisti artigiani, il laboratorio ha perso la sua ragion d'essere e la possibilità di specializzazione è praticamente terminata se non nei luoghi deputati all'istruzione, tagliando perlopiù fuori tutti coloro che, pur avendo spirito creativo, manualità ed ispirazione, non rientravano nel range anagrafico previsto. E' stato proprio in quel dato momento storico che hanno cominciato a proliferare le iniziative contraddistinte da un orientamento alla cenacolarità, orientamento che indagini sociologiche fanno risalire ad un'attitudine del tutto femminile. Ed anche qui è svelato l'arcano, avendo il ricambio generazionale dato luogo ad un calcare la scena da parte di donne, artiste, cultrici o managers che hanno avviato sì un discorso artistico con la città, ma soprattutto con quanti intendevano cimentarsi, confrontarsi e sottoporsi al giudizio dei fruitori, casuali frequentatori di luoghi deputati all’arte o tecnici, esperti ed artisti acclamati. L’audacia nella scommessa su firme nuove, il propagandare l’arte consolidata a Taranto ed il porre a confronto nuove e vecchie leve dell’arte nella città jonica, non può che meritoriamente essere ricaduta importante per la città, in un ciclo perpetuo di collettive, personali, cocktail d’arte come quel poker di artisti che programmaticamente partiva da Taranto in cerca di nuove porti ove sbarcare un nuovo modo di intendere l’arte, di promuovere le bellezze museali, di rinnovare il magico e secolare interesse che magicamente avvolge la città della Magna Grecia, la culla della cultura a sudest, il territorio che non si piegò alle molteplici invasioni ed al tentativo di conquista che si perpetrò nei tempi. E sotto l’egida di un labaro che dice della forza e della bellezza di un territorio leggendario, la città di Taranto assiste ad una nuova stagione dell’arte, ove l’interesse per la città si coniuga fino a collimare con l’interesse per la salvaguardia delle identità locali, nel contesto declinato agli eventi del macromondo culturale in cui Taranto continua a mantenere, talora politicamente bistrattata, una posizione egemonica, padrona del proprio passato, ospite del proprio presente e proiettata per divenire signora assoluta del proprio futuro. 27


Arte: brivido della bellezza Prof. Teresa Gentile Plauso alle associazioni del nostro territorio che collaborano con associazioni nazionali, non a fine di lucro, ma accomunate dallo stesso intento di promuovere un diverso modo di vita che esula da ogni sorta di individualismo e sterile competizione, garantendo dialogo costruttivo, confronto e crescita e sollecitando ad attuare un tangibile connubio tra arte, poesia e vita. Molte rassegne promuovono sul territorio eventi di successo, grazie all’apporto entusiasta ed altamente professionale di ottimi artisti e scrittori che si sentono sollecitati a esprimere compiutamente il proprio ideale di bellezza, per non restare schiavi, ma per comunicare ad altri la più autentica e pulsante essenza delle proprie emozioni al cospetto della Bellezza, muovendo l’anima verso un rapporto più sincero, consapevole e armonioso con se stessi, la città natia, il mondo, naturalmente sempre più nel proprio senso d’identità e di appartenenza a territori operosi e ricchi di Valori. I nostri artisti, sono dunque “eroi” perché capaci di non divenire prigionieri inermi, delle emozioni provate, ma di mutarsi in loro fedeli … .interpreti, fieri di poter dimostrare di saper rifiutare l’orgogliosa solitudine dell’io egoista che diviene fragile e bisognoso spesso di terapie adeguate a causa di indelebili ferite che solo la Fede riesce a saper lenire e poi ad esaltare garantendo il migliore e saldo connubio tra Arte e Poesia perché esse appartengono al DNA di dio, alla magica essenza del Carisma di cui siamo portatori e a cui diamo il nome di Talento. Esso è qualcosa da scoprire, acuire tramandare per poter cantare un meraviglioso inno di gratitudine alla vita ed è purissima scia di Luce volta ad esprimere compiutamente l’idea della Bellezza che è incastonata nel nostro cuore ed è sempre in attesa della meraviglia dinanzi ad opere belle per venire alla luce sotto forma di ispirazione di un qualcosa di armoniosamente bello a cui diamo poi il nome di poesia, opera d’arte o musica. Ecco perché sarà l’Arte creando connubi tra le più varie forme espressive, a salvare il mondo aiutando gli uomini a guardare alla realtà” con occhi diversi” per cogliere ed avvertire sempre più efficacemente e con l’ausilio di tutti i nostri sensi, il brivido della BELLEZZA, dell’estasi e della librazione del nostro spirito in sublimi atmosfere dove regna sovrana la luce dell’armonia universale.

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“I segni dell’anima sono nascosti nel colore blu” Intervista di Irene Losito alla Dott.ssa Letizia Lisi Letizia Lisi, pittrice, è presidente e fondatrice dell’Associazione Artistico Culturale “Il Melograno”. Nei giorni 7-21-22 Agosto presso il Castello Muscettola a Leporano proporrà la rassegna “La Poetica del Pascoli in Arte in occasione del centenario”, una collettiva che rientra nell’ambito dell’estate leporanese “Arte sotto le Stelle 2012”. Signora Lisi l’arte è componente essenziale della sua vita sin da giovanissima età quando, affascinata dalle arti visive, frequenta lo studio del pittore Franco Dubla. Quindi si intreccia alla sua vita professionale allorché inizia a svolgere l’attività di progettista d’interni e designer… «Ho sempre amato disegnare, passione che aveva anche mio fratello, ed amo i colori. Quello che prediligo è il blu. Non solo nell’arte, ma nel modo di vestire, nell’arredamento... A 16 anni ho fatto la mia prima mostra con gli acquerelli e i disegni. Fondamentale poi è stata la frequentazione dello studio del professor Dubla: i suoi colori, la sua arte, si sono avvicinati alla mia vita sino ad assumere una dimensione propria. E in fondo la vita artistica che si sviluppa, altro non è che l’io interiore che si manifesta col tempo». E’ conosciuta infatti come “L’artista del blu”, colore predominante in tutti i suoi quadri. Cosa ha condizionato questa sua scelta? «Non è stato un condizionamento ma una vera e propria scelta dell’anima. A un certo punto mi sono accorta che, nella tavolozza cromatica, il blu era diventato il segno distintivo della mia personalità. E’ stato come se avvertissi in quel momento il bisogno di identificarmi in un colore. Ecco: col blu mi sento me stessa. Quando viveva il mio povero papà non si sapeva più cosa regalargli! Così un giorno ho preso un’opera blu e gliel’ho donata. Si incupì: pensava che avessi dei problemi se volevo il blu dappertutto! Lui invece amava il trionfo dei colori, ma eccezionalmente accettò il mio tocco di blu. Vedi, io il paesaggio lo vedo avvolto di blu. Dipingere gli ulivi in blu per me è come avvolgerli nella nostra “mediterraneità” nelle sfumature del nostro mare stupendo. E poi nelle tele c’è il mio segno, che è questo sole o questa luna blu. E’ un po’ come osservare una bella notte o una bella sera di un qualunque giorno in cui si coglie all’orizzonte un sole di speranza. E’ comparso da alcuni anni nei miei dipinti, non da sempre, come se in quel frangente avessi raggiunto una maturità interiore, non artistica, perché l’artista deve sempre rileggersi, continuamente, senza fermarsi mai». Attraverso le mostre che organizza, ha contribuito a far conoscere a Taranto la “Poesipittura” ovvero quella corrente artistica che intreccia parole e immagini alfine di individuare appunto uno snodo cruciale che consenta di leggere i versi in chiave “artistica” e di osservare le tele in chiave “intellettuale” finchè queste due interpretazioni convergono nell’unico punto d’incontro che è l’emozione… «O si osserva un’opera e l’opera trasmette emozione e chi è dotato di penna per scrivere riesce a mettere in parole quell’emozione che il quadro ha suscitato, o viceversa. Mi capita di leggere versi che riescono ad emozionarmi a tal punto da riuscire a trasformare quell’emozione in tela. Così mi è successo con il Pascoli. Mio marito mi ha letto “La quercia caduta” che mi ha emozionata a tal punto da voler procedere col dipingere l’opera. La poesipittura non è altro che l’intreccio 29


dell’emozione tra il poeta ed il pittore, tra le parole e le immagini. Un’altra particolarità è quella di scrivere i versi sulla tela con la penna dorata». Nelle sue tele trionfano maestosi gli elementi naturali. Che si tratti di voli di gabbiani sul mare, o di paesaggi di rara bellezza, la poesia contemplata nella maestosità della natura si fa emozione viva attraverso i suoi quadri. Quali tecniche predilige? «Tutte le tecniche. Sono nata come acquerellista. Nell’acquerello il disegno è immediato e questa tecnica mi ha insegnato a lavorare “immediatamente” l’immagine. L’olio invece è considerato un po’ la tecnica del ripensamento perché si può ritoccare l’opera. L’acrilico infine necessita di maestria perché non si può ritoccare. Da pittrice avverto comunque la necessità di trasmettere subito l’emozione sulla tela». L’Associazione Artistico Culturale “Il Melograno” di cui, come dicevamo in apertura, è fondatrice e presidente, è stata premiata “tra i progetti più innovativi nelle politiche di sviluppo locale, gli interventi di promozione integrata dei beni culturali, di valorizzazione del territorio, di riorganizzazione dei servizi ai cittadini”. Una bella soddisfazione! «C’è alle spalle un impegno e una serietà nonché una passione che porta a fare tutto ciò. Le nostre mostre sono sempre itineranti perché il mio intento è dare a tutti la visibilità dei lavori che si fanno. Io do molta soddisfazione a quanti si accostano alle tele pur senza essere preparati all’arte. Apprezzo molto la gente che guarda i quadri con attenzione, che vuole capire, e chiede spiegazioni con umiltà. Il saccente diversamente non osserva, e parla sempre». Di lei hanno scritto molti critici e storici d’arte. Le hanno dedicato meritate attenzioni diverse testate giornalistiche locali e nazionali come “La Repubblica” e “Il Quotidiano di Taranto” per citarne qualcuno. La sua arte emoziona e lascia il segno. Se dovesse fare un bilancio relativamente al suo percorso artistico, confrontando i sacrifici e l’impegno col successo ottenuto, la dedizione e la passione con le emozioni suscitate nel cuore della gente, come lo chiuderebbe? «Non si può chiudere il bilancio, c’è ancora tanto da dare! Un artista vero non chiude mai il bilancio, e ha sempre da imparare». Nelle collettive che organizza presta sempre grande attenzione ai giovani validi artisti. Ad ottobre poi partirà un corso di pittura di secondo livello gratuito per i partecipanti, patrocinato dalla sua associazione. Sono previste due lezioni a settimana. Cosa ci dice in merito a questa iniziativa? «L’iniziativa nasce dal desiderio di rendere l’arte alla portata di tutti gratuitamente. Io ho imparato gratuitamente e mi piace l’idea di poter far vivere la stessa esperienza anche ad altri. Ai giovani dedico tutte le dovute attenzioni e metto il cuore in quello che faccio. Tutto ciò mi ha donato bellissime soddisfazioni e di molti di loro sono proprio orgogliosa! » E il 31 agosto presso la sede dell’associazione a Talsano - in via Cannolicchi n. 9 (Tramontone Mare) – si terrà una sua personale di pittura… «Si, questa mi piace farla nella sede. Il tema è “Il territorio”. E credo che il nostro territorio vada molto stimolato ed esaltato. Il contributo con cui posso partecipare a tutto ciò è proprio quello della mia pittura».

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ARTE: Calore, Colore, Ritmo del Dott. Mimmo Martinucci Arte è cogliere l’emozione personale di un momento e renderla universale, fruibile cioè da altre sensibilità, in modo non mediato. I Pittori, gli Scultori, i Musicisti ed i Poeti sono coloro che vedono la realtà in modo diverso, ne colgono il messaggio universale in essa posto e lo esprimono in modi diversi, utilizzando frequenze diverse, vibrazioni differenti. - Il Pittore scrive la sua Poesia della Natura con i colori. - Lo Scultore intuisce nel masso informe la “sua” opera e la libera dalle scorie sovrapposte. - Il Musicista pone l’emozione con note differenti, con vibrazioni che colpiscono l’anima e la portano in una specie di estasi mistica. - Il Poeta è l’Artista della parola, alla ricerca del termine più vicino e più consono per descrivere l’emozione che lo ispira. Perché in ogni opera di questi artisti ci sia la VERA ARTE, è necessaria ed indispensabile la presenza di tre caratteristiche peculiari: CALORE, COLORE, RITMO. Ognuno con diverse sfumature, con personali sensibilità di colore, di forma, di armonia e di assonanze ritmiche. Il colore ed il pennello del Pittore, lo scalpello dello Scultore, le note del Musicista, le parole del Poeta … e finanche la stessa macchina fotografica sono tutti mezzi comuni, ma comuni non sono i risultati, proprio perché comune non è la sensibilità artistica. Promuovere l’arte in queste diverse forme significa alimentare lo spirito, significa, spesso, “ricordare” emozioni inconsce, come vissute in altre vite. E’ questa la sensazione di chi “vede” la realtà e la descrive superando la fisicità del momento, estraendo quel “quid” di universale che sfugge spesso alla percezione sensoriale.

Un Poeta per Amico Qualcuno accanto a me io sento che detta ai miei pensieri vaghe note, ma io non sempre ascolto molto attento, distratto da vicende vane o vuote. Ambrata Musa ascolta me una volta, ridammi l’emozioni antiche mie, di quando gioventù, che mi fu tolta, passò veloce tra peripezie. Calliope ascolta e a Venere la bella chiedi che rughe non appaian presto e poi a Minerva che sapienza appella e ad Ercole che forza dia al mio estro. Se nella vita piano ormai cammino, ti prego Musa, dal potere antico, tu crea l’orgoglio in chi mi sta vicino di avere me Poeta per Amico. 31


La poetica del Pascoli in arte Prof. Angelo Scialpi presso il Circolo Ufficiali Taranto il 12.5.2012

Non c'è ribellione nella sua poesia, ma rassegnazione al male, una certa passività di fronte ad esso: vi domina una malinconia diffusa nella quale il poeta immerge tutto: uomini e cose. Egli accetta la realtà triste come è, e si sottomette al mistero che non riesce a spiegare. La sua poesia non ha una trama narrativa e non è neppure descrittiva: esprime soltanto degli stati d'animo, delle meditazioni. E' l'ascolto della sua anima e delle voci misteriose che gli giungono da lontano: dalla natura o dai morti. Giovanni Pascoli nel 1884 diceva "Delle città in cui sono stato, Matera è quella che mi sorride di più, quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e malinconia". Il modo di concepire del Pascoli si stacca da tutta la tradizione della nostra poesia. Il Pascoli è l'iniziatore della poesia frammentaria che ha dominato dai suoi tempi sino ad oggi, cioè sino alla « poesia pura». Le liriche del Pascoli non hanno un filo né narrativo né logico; e quando egli lo cerca, forza la propria natura. La sua poesia è una vibrazione che si ripete senza dimensioni e senza linee; è tutta atmosfera e stato d'animo. Lo stato d'animo dà a questi suoni vaganti un'unità poetica insolita e affascinante La poesia riuscita del Pascoli è tutta di questo genere. Quando egli tenta la poesia di pensiero, la sua inesperienza alla si tradizionale si rivela apertamente: la sua poesia rimane senza nessi. La vera poesia del Pascoli è quella che nasconde la fonte da cui è rivata: i lutti della sua famiglia, che sono il seme della sua poesia gli hanno suggerito, fra le tante, ben poche pagine belle; e così quel suo continuo travagliarsi intorno al problema del male e del mistero, che ha generato il suo stato d'animo di poeta. Il pensieri della morte gli impose il problema della fede. La prima tappa del Pascoli su questo cammino fu, se non atea, negativa. La morte in quelle brevissime liriche non è che un'apparizione orrenda: tracce, forse, dello stato d'animo cupo e ribelle in cui lo avevano gettato i lutti domestici. Da questa cupezza si sollevò con un conforto misterioso, con un senso malinconico di pace. La parola è musica dello spirito e delle cose. Il Pascoli eredita chiaramente la fine delle illusioni del secondo Ottocento nelle capacità della scienza-tecnica-industrializzazione di superare il dolore, la sofferenza, le contraddizioni degli uomini. Il male, per lui, non è generato dalla natura (che anzi è "madre dolcissima") ma dall'uomo sociale (ritenuto assai diverso dall'uomo primitivo, "buono per natura"). Unico rimedio al male consiste nel fuggire tutto ciò che è prodotto di civiltà, rifugiandosi nel puro sentimento, nella solitudine, in un contatto più stretto con la natura, vista esteticamente ma anche come fonte di consolazione, come luogo simbolico in cui poter rievocare un passato, un'innocenza perduta definitivamente.

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La natura è anche un luogo in cui si può meditare sul problema del dolore, della morte, della sofferenza degli uomini in maniera distaccata, cioè senza cercare nel conflitto delle classi una soluzione alle contraddizioni sociali. La meditazione sul dolore e sul mistero di una vita che ci fa nascere felici e ci fa diventare infelici, deve portare l'uomo ad avere pietà del suo simile. Il dolore infatti ha qualcosa di sacro e di necessario e per renderlo più sopportabile occorre la fraternità universale. Lo stile e il linguaggio: Pascoli usa un linguaggio poetico lirico, con echi e risonanze melodiche ottenute talvolta con ripetizioni di parole e di espressioni cantilenanti, arricchite di rapide note impressionistiche e di frasi spesso ridotte all'essenziale. Realtà e simbolismo: egli ricerca " nelle cose il loro sorriso", la loro anima, il loro significato nascosto e simbolico. Ecco perché la sua poesia è sempre ricca di allusioni e di analogie simboliche. La sintassi: preferisce periodi semplici, composti di una sola frase. Cura in particolare la magia dei suoni, la trama sonora, gli effetti musicali della parola. Ne risulta uno stile impressionistico e nuovo. Gli uomini sono creature fragili ed effimere, soggette al dolore e alla morte, vittime di un destino oscuro ed imperscrutabile. Pertanto esorta gli uomini a bandire, nei loro rapporti, l'egoismo, la violenza, la guerra, ad unirsi e ad amarsi come fratelli nell'ambito della famiglia, della nazione e dell'umanità.

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ARTISTI di Puglia FLASH

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PAOLO BIANCO:

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EGIDIO BITONTO 37


GIOVANNA BUONFRATE 38


RUGGERO DI GIORGIO

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DORIANA FIORE

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PATRIZIA GASPARRO 41


NICO GRANIERI

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RAFFAELLA LABONIA 43


PINO LECCE

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VITO LEONE

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FLORENZA LESSA

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LETIZIA LISI

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ROSANNA PETRUZZI 48


MASSIMO PUGLIELLI 49


MARIA PIA PUTIGNANO 50


GRABRIELLA RODIA 51


FRANCESCA RUGGIERO

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PINA SOLOPERTO 53


MARIA ROSARIA VENDOLA 54


Artisti del

Colore e della

Poesia

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Maria Anita Acciarini MARIA ANITA ACCIARINI (MANITA), nasce a Taranto nel 1951. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso la Facoltà di Lingue dell’Università degli Studi di Bari, ha insegnato fino al 2011. E’ da anni interessata all’arte in genere ed, in particolar modo, alla poesia e alla pittura. Ha composto più di un centinaio di poesie e scritto alcuni racconti. Ha inoltre adattato la sua vena poetica alla creazione di testi musicali, collaborando con l’artista Francesco Gallina, cantautore. “Critica” d’arte, collabora con alcuni prestigiosi pittori italiani e stranieri. Ha partecipato come poetessa ad eventi culturali di poesia, pittura, scultura, conseguendo riconoscimenti ed apprezzamenti per la sua produzione poetica e per lo spirito artistico che la anima. Ha ricevuto attestati e premi da parte dell’Accademia Internazionale “Città di Roma”, in occasione della Mostra Europea di Poesia Seconda Biennale S.S. XII Apostoli; dalla Città di Potenza in occasione della V° Edizione del Concorso Nazionale Poesia Narrativa; dall’Associazione Artistico Culturale “Il Melograno” Art Ta onlus in occasione della Rassegna d’arte pittorica “Le Maestre del Colore e i Cavalieri dell’Arte 2012” - Poesipittura a Taranto, dell’evento: TARDE NUESTRE IND’A SUMANA SANDE 2012 Colori e Versi nella città di Taranto e della Collettiva di Arte Contemporanea “La poetica del Pascoli in Arte” a Taranto.

All’ombra della quercia Amo sedere, sulla nuda terra, in solitudine gaudiosa, all’ombra della quercia che maestosa sovrasta i miei liberi pensieri che, come rondini, sfrecciano veloci, quasi temerari, nei lunghi pomeriggi di calura estiva quando la mente si lascia cullare dai mille impercettibili suoni che la natura mi sussurra piano, quasi fosse amorosa madre, prima che io chiuda gli occhi per aprire la porta dei sogni che mi fanno volare, pur senza ali. Il torpore mi assale

ed io mi lascio mollemente andare, indifesa, all’assedio di un ozio che mi sa ristorare anima e corpo mentre soffi leggeri mi accarezzano ed i raggi di un sole che è esploso, han trovato la strada, attraverso le foglie di quei rami intricati della mia amata quercia, per venirmi a baciare con dolcezza infinita.

La Acciarini si abbandona anima e corpo all’ombra della sua antica quercia e cede al lieve fremito della verde brezza che parla e che ristora. Ma il sole impertinente vìola questo rifugio e, tra le foglie, s’affaccia furtivo e bacia lei che, sognante, libera i sensi e si offre al bacio dei suoi raggi. (Mimmo Martinucci) 56


Amore negato

Anima cara

I tuoi occhi lucciole nella notte fuggono da sogni traditi. Hai lividi in cuore che fanno soffrire, ferite aperte nell’anima stanca di scelte sbagliate, di amori finiti.

Si aggirano silenziosi come anime perse fra i vicoli del borgo, rasenti i muri delle case antiche depredate dei ricordi del passato, agonizzanti, solo fantasmi ormai di quel che fu.

Nel tuo cieco vagare presenze notturne affaticano il petto, rallentano il passo. Sono ricordi di carezze negate, di abbracci violenti, rubati con odio. L’anima è muta e legata ad un letto s’immola silente come in freddo sepolcro. I sogni per te sono lunghe agonie, incubi eterni dai confini sfocati. Ti fa compagnia solo la tua tristezza nei giorni che vivi temendo il domani. Il corpo è ormai involucro privato dell’anima e lui è lì che ti guarda, con cupo sogghigno la bocca è ferita che infetta, contagia, ti graffia l’orgoglio, non hai dignità rubata, sepolta, coperta di infamia. Per te Mangiafuoco, tu il suo burattino. E prosegui il tuo viaggio, sospiri leggeri, calpesti il passato con passo dolente, il volto rigato da gocce di sangue, lo sguardo sognante guardando lontano. La luna si è desta al lamento silente, la notte ti è manto che tutto ricopre e mentre ti specchi nella brina notturna, rivedi una donna che tu conoscevi, lontano nel tempo, ti accenna un sorriso e l’alba già sorge soltanto per te.

Il cuore è in lutto ma non può urlare stretto da morse che lo fan sanguinare togliendogli un respiro che è solo un soffio. Gli occhi velati si sono prosciugati al pari di quell’acqua che ruggente di rabbia tutto travolse nella sua follia. Cercano indizi, suoni conosciuti, volti amati che non trovano più e intanto, come in processione, avanzano intonando una preghiera perché qualcuno l’ascolti da lassù.

Poesia sulla Violenza esercitata sulle Donne Questi pensieri, queste semplici parole sono un umile ma sentito omaggio alle tante vite spezzate di donne che hanno visto calpestata la loro dignità, a quelle donne la cui libertà è stata soffocata senza Contatti: scrupoli da chi non è più degno di essere chiamato mariaanitaacciarini.manita@facebook.com “UOMO”!

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Audacia

Bocca di rosa

Mi abbandono ai tuoi sguardi che coprono il mio corpo che si offre alla luna. Esplori il mio territorio con passo felino. Mi lascio conquistare e mi lego alla tua anima con fili sottili di follia. Audacia nei pensieri che versi nei miei occhi, calici di passione. Ti muovi con maestria nell'anima che graffi con artigli di fuoco, ma lasci solo ghiaccio fino al prossimo viaggio ed il tuo inganno non lo percepisco più.

Bocca di rosa, sei profumo di vita e respiri e sospiri con il petto in affanno, mentre pensi all’amore, ad un frutto proibito che non hai mai assaggiato per timore di inganno. Ora attendi quel sogno, che diventi realtà ed immagini spiagge con le onde invadenti e le spume salate e la sabbia che graffia la tua pelle che è ambrata e che mani ormai audaci ora esplorano piano mentre cercan tesori che tu hai sempre celato, con ritroso pudore agli sguardi di uomo che voleva violare la tua verginità. Ed intanto ti immergi con le membra frementi in un verde smeraldo e conchiglie ti adornano ed al par di una dea che si eleva dal mare, stai allargando le braccia e con gli occhi socchiusi cerchi chi hai incontrato nei tuoi sogni di donna e la pelle tua arde ed un soffio ti avvolge mentre fluttui leggera ed il labbro si schiude come boccio di fiore che si schiude all’amore ora che il desiderio di un abbraccio di uomo ti regala sussulti a cui ti lasci andare con piacere infinito, con bramoso abbandono della mente e del corpo sulla spiaggia deserta, incantata, stordita dalla voce del mare che sapiente ti culla e ti invoglia ad amare.

Carezze (A mia figlia) Non voglio svegliarti. Ti sono accanto, il tuo sonno ti trasfigura. Un raggio di luce ferisce il tuo volto sereno. Accenni un sorriso, una virgola delicata intorno al tuo labbro di rosa. Il tuo respiro è lieve. Le lunghe ciglia, ali di farfalla, vibrano appena. Sono gelosa dei tuoi sogni, vorrei accarezzarti la guancia, posare le mie labbra amorose sulla tua fronte diafana. Non voglio svegliarti. Piano ritorno sui miei passi. Domani tornerò, ti sussurrerò dolci parole di mamma come fossero carezze. Ti avvolgerò col mio amore, le mie braccia ali d'Angelo. Sarò il custode di questo miracolo, ombra che veglia sui tuoi sogni e al tuo risveglio ti sentirai sicura in questo abbraccio lieve.

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La Lupa

Il Bacio

Sono lupa selvaggia, che è cresciuta nei boschi e che ulula piano, quasi fosse un piacere, una rabbia profonda alla luna infingarda che si cela allo sguardo nelle notti in cui il cuore sa invogliare ad amare. Poi mi aggiro nei boschi con il passo felpato e non temo nemici né la mano dell’ uomo. E mi abbevero ingorda alle fonti ed ai rivi ma è grande l’arsura che non posso placare nel mio girovagare che più fine non ha. Poi risalgo sul monte, dove è la mia tana ma non cerco riparo, e rimango nel buio e contemplo la notte e non ululo più. Ma non vi sono stelle che nascoste da veli, son celate al mio sguardo che è in cerca di luce. E la luna si nega, e mi lascia aspettare, e non manda le ancelle, le sue serve fedeli, e rimango a sperare e più pace non ho. Poi aspetto il mattino e riprendo a ululare e la luna riappare ma non l’amo già più.

Riassaporo con i sensi accesi nella mente il primo bacio di labbra ingenue come l’Amore. Tremore soffuso, brivido intenso sotto la pelle mentre un fiume percorre le vene e giunge al cuore fermandone il battito fin quasi a svenire. Gli occhi socchiusi temendo il risveglio da forte piacere che non ho mai svelato … Mi par di volare leggera ma sento il mio corpo bruciare al sapor delle labbra come frutto proibito, presenza che turba i miei sogni di donna da quando l’incontro di sguardi tradì il desiderio. Ti penso compagno che non ho più incontrato, proseguendo il cammino verso nuove emozioni ma quel bacio rubato ha un sapore mai più ritrovato.

Seduzione Seducimi, assediami con le tue braccia, ergi mura invalicabili nelle quali rinchiudermi incatenata al tuo amore. Seducimi, incendiami col fuoco dei tuoi baci, inondami poi con la linfa tua vitale, perché spenga la passione che arde. I tuoi occhi, come carboni accesi, mi penetrano nell’anima, sciogliendola piano. Seducimi, i miei sensi sono tesi, attendono il tuo arrivo, sento i passi tuoi e la mente impazzisce soffocata da brividi che bramo. Seducimi, io vittima, tu carnefice di questo amore impossibile che urla al vento la sua disperazione.

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Paolo Bianco Paolo Bianco è nato a Putignano (BA) il 31 gennaio 1966. Nel 2010, da autodidatta e appassionato d’arte, timidamente si affaccia nel mondo della pittura, ove scopre la propria attitudine e naturalezza nel riprodurre tutto quello che è vita, natura e ingegno dell’essere umano. Convinto sostenitore della teoria che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, ama giocare con i colori con destrezza e mano decisa, usando la tecnica dell’iperrealismo pittorico, dedicando alle sue opere alcuni versi poetici dalle quale ne trae spunto. Egli afferma che è suo intento ricercare, nei momenti del quotidiano, “l’attimo fuggente”, cercando di immortalare in una fatidica “4ª dimensione” tutto quello che lo circonda e che trasmetta suggestive emozioni, rimanendo bloccato in uno spazio-tempo, senza invecchiare. Dell’artista parlano critici d’arte come: il Dott. Dino Marasà; Dott.ssa Pompea Vergaro; Dott.ssa Vittoria Eramo; Dott.ssa Caterina Randazzo: ”L’elevata fattura stilistica dona all’intento rappresentativo, un eccelso valore narrativo. L’artista con la sua verve compositiva concretizza il lirismo del messaggio.” Dott. Dino Marasà Mostre alle quali l’artista ha partecipato: Personale (Esordio) Putignano (BA) Personale Monopoli (BA) Natale nel Borgo Antico Capurso (BA) Festival Internazionale delle Emozioni Martina Franca (TA) Rassegna “Confronto d’arte” Casamassima (BA) Mostre d’arte Santeramo (BA) ArtealMuseo – Museo Fagiano Lecce Biennale Rassegna Nazionale “Echi di perle artistiche” Martina Franca (TA) Rassegna “Confronto d’arte” Casamassima (BA) Mostra d’arte contemporanea “LIBERAmente” Presso Auditorio Diocesano La Vallisa Bari Collettiva d’estate sui due Mari “AMAREARTE” Taranto

12 -13 giugno 2010; 15 - 16 agosto 2010; 7 - 23 dicembre 2010; 22 -29 maggio 2011; 27 giu - 4 lugl 2011; 15 - 18 dicembre 2011; 17 - 31 dicembre 2011; 23 mag -2 giu 2012; 04 -10 giugno 2012; 6 -15 luglio 2012; 21 – 29 luglio 2012;

Concorsi ai quali l’artista ha partecipato: Wine & Art 2011 2° Classificato Putignano (BA) feb/Mar 2011 Concorso Nazionale “150° anniversario dell’ Unità d’Italia” Pinacoteca Giuseppe De Nittis 3° Classificato Barletta (BA) 28 sett - 1 ott 2011 Collettiva “I colori del Sud” Premio della Critica Alberobello (BA) 21/7 – 4/8 2012 Recapito dell’Artista: Putignano (Bari) Via Fratelli Morea 55/B - Tel. 0804055677 - cell. 3341159464

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L’ABBRACCIO Occhi vitrei, inespressivi ma attenti e fissi su quel corpicino curioso e barcollante. Lo esamina annusandolo, esplorando ogni centimetro del suo manto striato e ancora scialbo. Lo rassicura col tepore del suo fiato mentre lui, con fare ostentato si arrampica alla vita.

Si affollano i pensieri…. è istinto o vere emozioni? Cade lo sguardo,….. ancora su di loro. Seduto, gomiti sul tavolo ed il mento tra le mani, sorrido ed annuisco.

Tutto intorno il nulla,… per lei, solo quel cuoricino intriso del suo sangue.

Sono vere emozioni, esplosione d’amore materno, manifesto nell’abbraccio di una mamma. L’ho sentita,… fiera ruggire e comincio a dipingere.

Sono geloso! Penso che, spesso animali e uomini si scambino i ruoli.

(Paolo Bianco)

L'ABBRACCIO - Olio su Tela - misure 70 x 57

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STELLINA

STELLINA – Olio su tela - misure 62,5 x 89,5

Ricorreva San Lorenzo, quando percorrendo a testa bassa, il vialetto del parco,…. fui,… da un bagliore attratto. Alzai lo sguardo e vidi, un’argentea figura accesa. A far da sfondo, la rugosa pelle di un vecchio pino, dai grandi solchi a creare le trame del sipario…. ed energico, lui, con i suoi possenti rami, pareva brindar con un bicchier di vino. Mi concentrai su di lei,…… mi parve Prometeo compromesso tra gli uomini e gli Dei. Lingue di fuoco, le sue mani, a tenersi il volto raggiante e ciotto. Fremeva,…… di scintille brulicava, ma, qualcosa la tratteneva. Era sola ad atteggiarsi, davanti l’obiettivo di chi per una foto doveva affrettarsi. Sorrideva. Poi di scatto, come una cometa, di corsa verso i suoi amici, verso la sua meta. Tra le urla compiaciute delle compagne accaldate, si mischia e confonde tra le vestine colorate.

FRANCIS PUMA - Olio su tela - misure 105 x 70

Mentre la fotografa impreca ed urla: “Adrianaaaaaa!!!!” Una bomba di energia celata da una candida faccina. Dolce, intrepida stellina. (Paolo Bianco) 62


PERLEDIVINO - Olio su tela - misure 50x70

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Egidio Bitonto Egidio Bitonto in arte Egi è nato a Taranto il 25 settembre 1960. Seguendo la sia inclinazione naturale fu avviato agli studi artistici presso il liceo “Lisippo” di Taranto, frequentato con profitto per un biennio. Per motivi di studio e di lavoro, ancora ragazzo, si trasferì a Roma dove ebbe una intensa e proficua attività di pittore illustratore e dove conobbe varie personalità nel campo artistico, legandosi d’amicizia con lo scultore Barbieri. Ha collaborato con riviste specializzate e case editrici fiorentine e romane nel genere fantastico e fantascientifico, con copertine di libri, illustrazioni di vari testi, scenografie e calendari. Vincitore di vari premi nei campo delle arti visive, ha partecipato con successo a personali, collettive e rassegne d’arte contemporanea ed a concorsi nazionali ed internazionali. Di recente ha aderito al progetto ideato dall’Accademia Internazionale dei Dioscuri “Messaggi di pace sul Mediterraneo”, che gli ha aperto nuovi orizzonti, facendolo entrare in contatto con l’arte dei paesi arabi rivieraschi del Mediterraneo. Ha vinto le ultime edizioni del “Parnaso delle Muse” di Martina Franca ed altre manifestazioni artistiche rilevanti a livello nazionale. Il suo nome d’arte è “Egi” (inteso sia come diminutivo di Egidio, sia come perfetto indicativo del verbo latino “ago”col significato di “ho creato”). “Provando e riprovando” continua a proiettare sulla tela le immagini che ha nel cuore e nella mente, e tanta è la passione e l’ardimento che il segno si fa forma, realizzando il sogno. “Egidio Bitonto, in arte Egi, è un pittore tarantino autodidatta dal carattere schivo e riservato, che riversa nella sua pittura, i sogni di gloria, le intime pulsioni di un cuore indocile, l’ardimento, l’ebbrezza dionisiaca, la gioia del vivere, quasi come compensazione alla grigia routine quotidiana, alla monotona alternanza casa, lavoro, ai crucci familiari, all’angoscia e alla fatica del vivere … L’artista parte da un’istintiva adesione ad una pittura di forti sensazioni cromatiche e di forme in movimento che colpiscono e coinvolgono il fruitore, come è appunto l’Espressionismo, per poi giungere alla sua 64


meta attuale, vale. a dire ad una rappresentazione mitica e fantastica del reale, alla dimensione del sogno, ad un mondo iperuranio, popolato da divinità ed eroi, . a quel genere surrealista che annovera fra i suoi indiscussi maestri Max Ernst, Andrè Masson, Juan Mirò, Renè Magritte, e Salvador Dalì. In qualche opera c’è un certo influsso ed una contaminazione di quella che è stata una sua passione giovanile, “l’illustrazione fumettistica”, con rapide incursioni nella Popart e nella cartellonistica pubblicitaria…. Ed ancora, per finire, i temi della storia, della leggenda e del mito, con antichi velieri guidati da eroi come Giasone e gli Argonauti alla ricerca del “vello d’oro” o da Ulisse, pronto a varcare “le colonne d’Ercole” per “seguir virtute e conoscenza”, e “per divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore…” (Prof. Giuseppe Santoiemma)

Egidio Bitonto in arte Egi è un artista del fantastico, del surreale. La sua ampia produzione è varia soprattutto formata da grandi guerrieri e donne,dove il fatto anatomico ha il sopravvento in una visione di insieme che poco spazio lascia a ciò che supporta l'opera d'arte, rendono la sua opera importante nel nostro panorama pittorico,non certo ristretto e con significative esperienze che godono del favore di un pubblico anche internazionale, stesso pubblico cui Egi è votato. La qualità che presto risalta è l'abilità certamente creativa,in rappresentazioni molto reinventate, molto interpretate, degnamente raffigurate. Ha la capacità non comune di dare corpo agli oggetti, di dare spessore e luce nuova persino nella rivisitazione di un esercizio grafico stilistico che prescinde dal punto di arrivo dell'artista. (Dina Turco) 65


L'artista Egidio Bitonto ha un’esplicita padronanza della tecnica pittorica; il tratto sembra piegarsi al cromatismo, un cromatismo che enfatizza un'espressione di forza dell'immagine. Cavalli colorati in un excursus di cromie mediterranee che supportano il dinamismo sotteso. Il suo "Cavallo" appare come un remember di Pegaso con estrema forza e vitalità: lo stesso si evince anche nelle figure femminili, dai colori evanescenti che richiamano un coinvolgimento onirico. (Baronessa Elisa Silvatici) Un percorso artistico il "suo" che prende spunto dall'espressionismo, per poi pervenire ad una sua personale rappresentazione. Fortemente sentito il tema della mitologia. Sensuale la rappresentazione della figura femminile: nei nudi di donne tutto il mistero della vita. Ardito l'uso del colore, che richiama correnti impressioniste, luminoso,intenso, quasi a voler far luce sui temi a volte inquieti che, una volta riportati sulla tela, si liberano e si svelano. (Lucia Basile)

GALOPPA L’ANIMA MIA Galoppa l’anima mia come bianco destriero che affonda gli zoccoli in prati sterminati la cui fragranza di fiori in sboccio stordisce i sensi ed alleggerisce il cuore da pene e sogni infranti. Si è lasciata alle spalle montagne la cui ardua scalata aveva fiaccato energie e volontà e come candida nube si è lasciata fluttuare fino a valle dove agevole è il procedere verso confini da scavalcare e al pari del nobile animale raggiungerà anch’essa la sua libertà. (Versi di Maria Anita Acciarini )

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“Regata” - olio su telato 50x40 dell’artista Egidio Bitonto

Regata Per mare vanno vele colorate che, con pennelli di magia, mista a luce iridescente, dipingono le acque accarezzate lentamente. Il cielo guarda sotto e si riflette, invidia il sole che ha dipinto il mare e, sfoderando l’estro suo nascosto, irradia le sue nubi copiandone i colori. Il vento spira e gonfia le tre vele che puntano all’oriente, verso il carro ed i destrieri che Fetonte guida nell’arco grande, attorno ad un pianeta, che dell’azzurro manto, tra mille e mille stelle, ne ha orgoglioso vanto. (Versi di Mimmo Martinucci)

“Nike, vestita di candida purezza, sentinella del territorio antico, abbraccia con le ali che, spiegate nel volo, ha ora raccolto per protezione attorno alla storia di un passato di gloria della città e si fonde con le sue vestigia a tributarne la vittoria imperitura, mentre una luce divina le infonde dall’alto rinnovata energia.” (Maria Anita Acciarini)

Contatti: EGIDIO BITONTO Viale Europa, 182 74122 Talsano (TA) Tel. 099-4006430 Cell. 329 2930584 egidiobitonto@gmail.com www.egi.netsons.org

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Giovanna Buonfrate Giovanna Buonfrate vive ed opera in Martina Franca (TA). Ha partecipato a numerose mostre d'arte sul territorio, con consensi di pubblico e di critica. Collabora presso la bottega d'Arte Garutika. Presente su pubblicazioni editoriali d'Arte contemporanea. Profonda conoscitrice della tecnica e del disegno, applica la sua professionalità in tutte le sue espressioni artistiche. Ha partecipato con successo a numerose estemporanee e concorsi. La sua produzione artistica si trova in collezione private, presso gallerie e studi d'arte. Di lei scrive W. Scotti: “In ogni opera d'arte, non so chi l'abbia detto, c'è la firma personale dell'autore, non come scarabocchio volgare e presuntuoso, bensì come prodotto della sua sensibilità. E tanto si evidenzia chiaramente nei ritratti di Giovanna Buonfrate, che non sono soltanto frutto di un attenta osservazione, ma anche qualcosa del suo sentire spiritualmente la realtà oggettiva del mondo esterno. La Buonfrate non si limita a rappresentare l'aspetto esatto di quella, dandoci una verosimiglianza della stessa, ma idealizza le proprie visioni, costruendole, in piena luce, entro strutture nelle quali ritmi lineari, masse e colore sussistono in pieno equilibrio e armonia. Un altro interessante aspetto dell'opera pittorica della Buonfrate è la capacità di rendere realistica la luce. E, poiché il colore ha una sua ricchezza, anche le forme acquistano una loro pienezza, dando l'illusione di tridimensionalità.” Nota critica di V. Mario Laruccia: “Dalle opere dell'artista ben si comprende la sua sensibilità pittorica rivolta al paesaggio e alla figura. Mirabili le interpretazioni delle immagini, ove il colore ad olio viene steso con linee e pennellate morbide e incisive, ottenendo un ottima modularità cromatica.” Recapito dell’Artista: Via Orazio Flacco 125/M Martina Franca (TA) Cell. 339 5447057 E-Mail: giovanna3107@hotmail.it

Sopra: “Amore materno” Olio su tela - 70 x 50 cm

Accanto: “Paesaggio” Olio su tela 70 x 50 cm 68


“Angelica” Olio su tela - 50 x 40 cm

Angelica La pelle ambrata al carezzar del vento, il corpo sciogli con un’eleganza, per evocar sensuale turbamento in ogni passo di un’arcana danza. Profumi, tra le pieghe dei tuoi veli, inondano i cuscini dell’alcova e, mentre con movenze lente sveli le forme tue, ognun amor ritrova. E’ il desiderio che l’Amor ribelle, nel caldo amplesso, sazia lietamente e inonda dei suoi fremiti la pelle. Tu vergine ed ancella di Afrodite, Angelica tu voli nella mente, svegliando le emozioni più sopite. (Versi di Mimmo Martinucci)

“Sensualità” - olio su tela Sensualità La pelle freme e i sensi al calor rosso ti turbano e lasci che il tuo corpo scivoli nel sogno. Brividi intensi e variegate luci arcane, illuminanti sensazioni strane t’acquetano la mente e placano la voglia intensa della tua sensualità. (Versi di Mimmo Martinucci) 69


“Profilo di donna” - Olio su tela - 70 x 50 cm 70


“Sassofonista” - Olio su tela - 70 x 50 cm

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Cinzia Castellana Cinzia Castellana è nata a Martina Franca il 20/08/1966. Ha frequentato l'Istituto Tecnico Commerciale "Leonardo Da Vinci" ed attualmente vive nella stessa città natia. Sposata e madre di 3 figli, si occupa di svariate iniziative culturali e lavorative. E' socia dell' "Accademia d'a Cutezze", un'associazione che si prodiga per la conservazione delle tradizioni e del dialetto locale attraverso spettacoli, brani musicali e testi poetici. Fa parte del Salotto Culturale "Palazzo Recupero"della propria città, coordinato dalla Dott. Teresa Gentile, ed è inserita in diverse antologie: "Iridescenze 2011", "Sassi di mare" e "Tra le parole e l'infinito". L'amore per la poesia è sorto in lei sin da piccola ed ancor oggi avverte il bisogno di esprimere in versi le proprie emozioni in un diario. Le sue liriche parlano di una donna che si guarda dentro e intorno cogliendo infinite ispirazioni per propone bozzetti meravigliosi e pregni di verità. Dipinge con i suoi versi le emozioni che la sua anima coglie lasciandosi permeare da profondi sentimenti d'amore o schietta amicizia. Utilizza con straordinaria naturalezza e padronanza sia il vernacolo che l'italiano. Ogni sua lirica è simile ad una luminosa scheggia di verità o di saggezza popolare modulata sugli inconfondibili ritmi del cuore, dei ricordi più cari e dell'amore visto nella prospettiva della speranza. La sua voce comunica emozioni perché evoca i colori caldi della realtà, della gioia, della fede, dell'amicizia, della tenacia, dell'amore, della ricerca del bello ed i colori freddi delle disillusioni, dello sconforto, delle sconfitte, del dolore e delle debolezze umane. Ma il tutto poi si ricompone nella suadente e armoniosa danza della vita. Il suo linguaggio magmatico condivide sentimenti reali e desidera essere ascoltato e capito oltre ogni limite di indifferenza o di effimera barriera di spazio e di tempo. Ha partecipato con successo a diversi concorsi letterari nazionali e internazionali, tra i quali: "l'Italia: Nata per Unire", dove si è classificata al primo posto e il premio Letterario Internazionale "Tra le parole e l'infinito", dove la commissione giudicatrice le ha conferito il medaglione aureo. Fortemente legata alla sua terra, Cinzia Castellana ha raccolto alcune delle sue poesie più significative nella sua opera prima: una silloge che ha per titolo: "Il richiamo della terra mia". (Dott.ssa TERESA GENTILE) Il libro è edito da: Edit Santoro via Tommaso Cavazza ,17 73013 - Galatina ( Le) per informazioni: 0836-568152 editsantoro@libero.it oppure info@editsantoro.it

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Mi manchi (A mio padre)

Madre

L'inverno torna e ghiaccia il cuore e il tempo coi suoi giorni scorre lento, i fremiti io avverto sulla pelle e si risveglia la malinconia.

E ti vedo lì seduta Persa nell’inceder lento delle tue stagioni, la mano aggrappata ai grani del rosario in lunghe tue meditazioni.

La pioggia uggiosa scende sui silenzi e il ticchettio incessante mi avvelena. Com'impeto dell'acqua che straripa dagli argini e travolge i miei pensieri, così son trascinata al tuo ricordo. Come impigliate nei miei occhi stanno le lacrime come gocce di rugiada. Il vetro della mente poi s'appanna e lenta la tua immagine svanisce. Ti prego Padre dimmi dove sei? Avverto chiara la tua presenza nella sommessa penombra. Manca sul mio viso la carezza che mi donavi e la tua forza più non regge i battiti sconnessi del mio cuore. Mi par sentir, se porgo orecchio al vento, che dentro al sibilo del suo soffiar si cela la voce tua e i passi che già sento. E' grande così tanto la distanza tra la mia vita e il cielo dove sei, ma se avessi un paio d'ali volerei da te papà per riabbracciarti ancora.

Vorrei entrare nel tuo infinito, prenderti per mano e sul tuo viso ormai sfiorito ridisegnarti la curva dell’arcobaleno. Mi par d’udire ancora la tua voce nel morire della notte, cullarmi quella nenia che dà pace stretta al tuo seno ad allattarmi. Sei la nostra quercia radicata nei valori di un incommensurabile fatica, fatta di bilanci e di dolori di dedizione e fedeltà antica. La tua tenacia ancor mi rasserena, all’alba di un'altra primavera abbracci ancora il mio entusiasmo e la mia pena e tu testarda abbatti ogni barriera. Piccola sei diventata, il tuo viso scarnito, le tue parole di miele addolcite, i tuoi capelli d’argento perlato, le tue vecchie convinzioni ringiovanite. Nel vento dei ricordi sospiri, inciampi nella tua tenerezza al nosro pensier ancor tu miri, nello specchio del tuo cuore traspare la bellezza.

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Semplicemente cosi Semplicemente voglio amarti così, restando accanto a te, vegliando sul tuo sonno, mentre il mondo scorre fuori senza rumori, e tu, con la tua mano sul mio seno, mentre mi cingi nel tuo abbraccio, sogni. Semplicemente voglio amarti così, preparandoti il caffè, raddrizzandoti il colletto, con le mani che ti sfiorano la nuca, mentre le tue mi sollevano il mento per incontrare le tue labbra.

Semplicemente voglio amarti così, beandomi del tuo sguardo, mentre percorri la curva del mio naso con il tocco tuo leggero, ed io che voglio rasserenare i tratti del tuo viso increspati da un tacito pensiero. Semplicemente voglio amarti così, passeggiando mano nella mano, attraverso le stagioni della vita, per vivere attimo per attimo, in un respiro senza fine. Semplicemente voglio amarti così, col bacio della buona notte che chiude il libro delle nostre emozioni e ci ricongiunge in un solo abbraccio. Semplicemente così … Perché è solo amarti che io voglio.

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Il richiamo della terra mia Il richiamo della terra mia mi spinge a inoltrarmi nei ricordi antichi della mia memoria. L’anima ansante sembra che s’addentri laddove le radici, roride di pioggia, si snodan negli anfratti dell’adolescenza, dove io, l’adulta, teme che si perda. La terra mia mi parla nei racconti di mio padre e dei miei avi, gente semplice e orgogliosa, dal cuore grande e generoso. Le pietre, questi ulivi ed i vigneti, racchiudono la forza della gente mia, la loro storia, i sacrifici, la fame sofferta nel silenzio, il sudato pane, l’incessante fede. L’urlo del vento che piegava le chiome degli ulivi, ha piegato sempre le loro schiene stanche per un po’ di pane ed un bicchier di vino.

La gente mia era analfabeta, ma di grandi opere capace, artigiani, carrettieri ed i trullari esperti, con lo sguardo al ciel rivolto si segnavan con la croce che racchiudeva tutte le speranze. La mia terra si affaccia in Valle d’itria: ha il suo albeggiar radioso che, nell’addormentarsi al magico chiarore della luna, fa biancheggiare i trulli sparsi tra i vigneti e tra gli ulivi. E’ la mia terra che mi fa cantare, che mi spinge a scrivere, in questa fredda sera in cui la neve ha steso un manto bianco sulle case e sui trulli solitari addormentati. E nel silenzio d’ovattata notte mi sembra d’ascoltare ancor le fiabe, che cullano, nel buio, la mia mente, nel mentre cerco di carpire l’eternità del suo ricordo dolcemente.

Valle d’Itria

Contatti: cinzia.castellana@facebook.com

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Silvia Catino Silvia Catino, nata a Trani il 27 Novembre 1986, è una giovane artista poliedrica. Diplomata all’istituto I.I.S.S. “G. Bovio” di Trani, laureata presso l’università degli studi di Bari Aldo Moro, con il massimo dei voti in Scienze della formazione e specializzata in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Collabora con uno studio fotografico e con diverse associazioni artistiche. Attualmente svolge la mansione di fashion graphic designer presso una nota azienda italiana del settore. Partecipa a concorsi ed esposizioni d’arte nazionali ed internazionali. La serie di nudi presentati dall’artista Silvia Catino, per lo più nella tecnica della fotografia in bianco e nero, sono nudi che riprendono il corpo femminile di una donna il cui volto è quasi sempre celato, le pose ritrarre sono pose dai lineamenti morbidi, con forti contrasti tra la figura e lo sfondo dalla quale essa emerge. La ricerca artistica del nudo qui intrapresa, vuole ricordare la filosofia antimoralista messa in discussione da tanti, tra i quali Lord Clark, il quale sostenne la necessità di “combattere l’ovvietà e affermare che nessun nudo, per quanto astratto, dovrebbe mancare di suscitare nello spettatore una qualche sensazione erotizzante, anche solo un brivido accennato. Se ciò non si verifica, si tratta allora o di cattiva arte o di falsa morale”. Tale presa di posizione sottolinea fortemente il valore sessuale del nudo fotografico o meglio dell’ostentazione della sessualità presente in esso. La rappresentazione fotografica inaugura quindi, un rapporto inedito con il corpo, la carne e il sesso, ma non si presta a una lettura unidirezionale all’indirizzo della stimolazione erotica, ma anzi diventa gioco visivo che innesca l’immaginario e il desiderio, “nell’auspicio, più o meno esplicito, che l’immagine divenga nuovamente carne, eros, e conviva con noi piena di grazia e di verità”.

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Brividi Brividi dolci da trepide dita sul seno che offri come coppe d’avorio dal sole baciate. Son come la brezza d’estate sul mare che increspa, senza agitare, le acque d’azzurro.

E’ un brivido come il sussurro di labbra che sfioran le palpebre chiuse. E sento cantare le Muse e danzare le Ore attorno a Cupido che tende il suo arco e lo punta sul cuore. (Versi di Mimmo Martinucci)

“Nudo di donna” di Silvia Catino 77


“Io sono mia” Nudo di Silvia Catino

Il bianco e nero nelle foto è una precisa scelta della Silvia Catino, scelta che dona un tocco di romanticismo all’immagine. L’artista coglie gli attimi emotivi e ne esprime l’istante nella donna che è consapevole di possedere se stessa: opera armonica della natura. Le linee dolci del corpo si stagliano sul nero e diventano un flash di luce che richiama tratti e modi caravaggeschi. (Mimar)

Recapito: Silvia Catino Via Gramsci, 32 76125 Trani (BT) 3462105619 Coco-@hotmail.it

L’artista Silvia Catino si dedica anche alla pittura con un personalissimo metodo. Sono sempre volti di donna i suoi soggetti. 78


“Desiderio” -

Olio su tela

Si con tempesta Amor Si con tempesta Amor appièn te prende lo segno ne lo corpo è lo tremore de lo innamoramento che s’arrende al foco che divampa dentro al core. Si l’occhi della dama stai a guatare te entra un dardo ne li tuoi pensieri che fa auscultare li angeli cantare e te che corri in groppa a li destrieri. Lo viso suo è como fusse cera de lo colore appena rubro claro e lo desio che sorge è voglia vera. E le sue rosse labbra paron faro che, quando luna chiara manca a sera, è guida ne lo mare al marinaro. (Versi di Mimmo Martinucci)

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Elena D’Arcangelo Nata a Martina Franca ed ivi residente. Ha frequentato il Liceo Classico "Tito Livio" e, dopo aver lavorato per circa trent'anni presso la filiale della Poste Italiane di Taranto centrale, oggi, madre, nonna e pensionata, dedica il suo tempo libero al volontariato, all'ascolto di concerti di musica classica e, soprattutto, alla composizione di poesie, nelle quali esprime tutte le sue emozioni. Varie Associazioni di premi letterari l'hanno invitata a partecipare a concorsi nazionali ed internazionali di poesia e narrativa, ricevendo diplomi di merito, coppe, targhe, menzioni d'onore, benemerenze, premi speciali, premi della giuria. “I Poeti, come i Pittori, vedono con occhi diversi la realtà. Sembrano stupirsi per avvenimenti che altri giudicano banali … L’occhio dei Poeti e quello dei Pittori va oltre la fisicità e coglie l’attimo emotivo, la sensazione arcana che incanta. La Elena D’Arcangelo descrive le sue emozioni in versi dolci, lievi, semplici, rifugge da metafore astruse, vede con gli occhi dell’innocenza dell’anima. Nella sua Poesia “Clochard” scrive: “Vorrei scrutare nel tuo animo misterioso, nei tuoi pensieri erranti..”

Ecco come si pone la D’Arcangelo: conoscere le sofferenze degli altri, oltre che le loro gioie, e condividerne le emozioni, porgere la mano ai deboli e godere della gioia di chi è felice.” (Mimmo Martinucci)

Carezzando il mio paese In una ridente e dolce vallata t'affacci paese mio, con bianche pietre secolari e profumo di verdeggianti prati. D'estate balconi fioriti di gerani rampicanti accolgono festosi i turisti, con l'aria fresca collinare. Pittori itineranti raccontano sulle tele le tue bellezze e, per la dolcezza dei profili, sembrano toccare il cielo. Testimonianza di generazioni è il bianco dei tuoi trulli, i muretti a secco che si toccano per mano e il mistero dei vicoli stretti, con le case imbiancate di calce. Martina, perla della Puglia, terra mia, amica fedele della mia vita, in te risiedono i mie ricordi più cari, dal sorgere del sole al tramonto. 80


Emozione

Clochard

Qualcosa... di travolgente, una stretta al cuore, sguardi senza parole. E pensare... al mio essere donna sentire il brivido intenso della vita trascorsa, dei volti amati, degli affetti veri. E sentire... semplicemente qualcosa che rimane dentro che stringo a me per conservarne l'immagine di quel che più non sono. Nella stanza volteggia lo spirito pensoso, scende l'ombra ad avvolgermi, emozionata e naufraga, nel mare dei ricordi.

O Clochard chi sei? Cammini tra la gente nel silenzio più assoluto: non t'importa di far sentire ancora la tua voce, hai smesso di pensare di volere e sognare. Non so darti un'età perché i disagi hanno reso le tue membra invecchiate. O anima errante! Forse hai avuto un dolore un dolce sentimento o ti senti deluso dalla società? Mi guardi con aria smarrita mentre ti ripari nei cartoni per il freddo gelido. È lì la tua casa, il tuo nido, ti spaventa solamente il vandalismo dei giovani. Vorrei scrutare nel tuo animo misterioso nei tuoi pensieri erranti, non lo permetti, tendi solo la tua mano rugosa. Dimmi, cosa posso fare per te? Puoi donarmi qualche spicciolo, ma, ti prego, rispetta la mia scelta di vita e... la libertà del mio pensiero.

Bianchi capelli Ti guardavo... Riccioli argentati adornavano le tue virtù di madre. Riverberi di luce giovane illuminavano il tuo viso. Pallide gote in un attimo divenivano rosee. Tutto di te adoravo: la dolcezza e l'infinita pazienza di madre. Il tuo candore era musica che arrivava inesorabile al mio cuore. Mi domandavo se un giorno anch'io... sarei diventata come te. Avevo paura di perderti. Per me eri sempre bella e giovane, quando... su quei bianchi capelli si posava lo sguardo del mio cuore.

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Momenti di vita

Tenebroso inverno

Ascolto... e ti guardo: sei chino sul piano, dove, perso nella musica, trovi tutto il tuo mondo, mentre la tua anima, uscendo da quelle note, profuma l'aria, posandosi sul mio petto.

O virtuoso pittore, nella fredda stagione, la malinconia ti prenderà l'animo e dipingerai con mesti colori il paesaggio della natura.

Penso... forse mi vedrà e... noterà la mia gioia? Sa che la musica mi dà momenti di vita serena, per lei allontano la tristezza e dimentico i profondi pensieri. Alle volte il tuo volto è ombrato, le tue mani si posano sui tasti senza sinfonia, capisco che qualcosa t'assilla... ma il tuo pensiero m'appartiene ed io raccolgo tutto il mio coraggio per allontanare il silenzio dal tuo cuore.

Non attingerai il pennello nel giallo dell'astro lucente, luci e ombre offuscheranno le tue tele, mentre il silenzio della sera ti avvolgerà molto prima nel buio della notte. Tinteggiando il panorama, con un cielo oscurato dai temporali, le tue stelle lucenti vagheranno nel firmamento sempre più alte. Ti mancherà dell'estate lo scenario fiabesco, dove la musica delle acque dei fiumi ti scioglieva dal tenebroso inverno e la nostra vita rinasceva insieme alla luce dei tuoi colori.

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“Raggi d'amore” nella poesia di Elena D'Arcangelo (Edizioni Pugliesi, Martina Franca, 2009) Basta scorrere pochi versi delle poesie dell’autrice per sentirsi avvolti in un turbinio di emozioni calde e autentiche. Le liriche contengono un’effusione forte, un bisogno d’espressione impellente di un sentimento d’amore che si incarna nei valori della famiglia, dell’amicizia, della solidarietà, come espresso nella lirica “Il respiro del cuore”. “Nella notte buia,/abbracciata/dal silenzio profondo/un tacito respiro/mi percuote la fronte./(…)/ Al conforto del suo abbraccio/ all’improvviso mi abbandono/sognando un mondo d’amore”. È alla luce di questo potente anelito che i valori sono vissuti dall’autrice in tutta la loro forza e irruenza e le emozioni, mai sbiadite, trasmesse in tutta la loro intensità, come traspare nella lirica “Mani al vento” in cui il vivo sentimento dell’io si accosta all’esperienza del dolore comunicata nell’immediatezza di immagini comuni ma non banali, e della ricerca di un’armonia interiore espressa nella metafora della musica. “Gola serrata dal pianto/gioia smorzata/ dal suono della tristezza/ Ho sete di musica/ e canto il dolore/ del mio cuore”. Sono immagini dalle quale traspare un sentimento d’esilio dai cari affetti che hanno costituito il centro di una vita fondata sul valore della famiglia. Un sentimento d’esilio per la perdita della cara mamma, ma anche per affetti destinati a smorzarsi, a perdere la loro carica, a diventare fragili per lo scorrere del tempo che divide ciò che, un tempo, era unito. Il riferimento è, soprattutto, agli amati figli, alla quale l’autrice si rivolge con un anelito di speranza ”che quell’amore rinasca, perché essi si sono persi/ nell’oblio dell’affetto fraterno”e rivela il bisogno di fare della poesia comunicazione diretta in un velato e delicato appello in grado di toccare le corde più profonde del cuore e suscitare rinnovate armonie. Ma il sentimento dell’autrice è anche rivolto verso se stessa, in una proustiana ricerca del tempo perduto, scavando nei ricordi per ritrovare la fiamma vivificante della gioventù che ha reso gli aneliti spensierati di una giovane donna promesse di vita, come emerge nella lettera indirizzata all’amato marito. “Alla mia età ho voglia ancora di sognare e tu, caro ricordo che hai risvegliato il tempo passato, entra ancora una volta nei nostri cuori e riscaldali di un eterno amore”. Anche nella lirica “Nel cuore di donna” emerge la connessione tra il sentimento dell’io e affetti vissuti, quasi che l’autrice non riuscisse a pensare se stessa, la propria identità, che attraverso gli affetti che l’hanno circondata e nutrita e per cui “un pezzetto di vita/ancora vivo e pulsante/emergendo a fatica/ ridesta in sé immagini ferme e nitide/(…)/come quadri pennellati/ della melodia di piccole cose/ e dall’emozione di gesti d’amore.” (Nel cuore di donna)…. (dall’Introduzione di Annalisa Scialpi).

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Ruggero Di Giorgio L'artista Ruggero Di Giorgio, autodidatta, ha un lungo percorso pittorico. Egli è un artista dalla soluzione stilistica unitaria, in lui vi è la cultura e la predilezione del territorio, della sua Taranto, delle sue marine. La saggezza pittorica è commisurata con l'armonia dell'elaborato artistico, ove gli spazi e gli elementi echeggiano sul binario della semplicità e dell'osservazione diretta. Nelle sue composizioni pittoriche c’è sempre la costante del fondo chiaro del cielo, quasi a imprigionare sulla tela immagini che fanno parte del SUO VISSUTO VERACE TARANTINO, AMANTE DELLE TRADIZIONI, RIPROPONE QUELLO CHE IL SUO OCCHIO DI ARTISTA HA OSSERVATO E FATTO SUO. Il disegno grafico da lui usato, la sobrietà delle pennellate, stesse e diluite, danno ampio respiro visivo alle sue opere, quasi, una fusione tra sentimento e amore per la sua Taranto, ove domina il suo bel cielo, il suo bel mare e quanto di bello la città offre. Ogni tematica è trasformata in evento dall'abilità della sua arte pittorica. I suoi cromatismi brillanti fanno rivivere i colori della sua terra, sono espressione di un'intensa liricità, rievocando sentimenti senza tempo. Un caleidoscopio di colori, luce della sua mediterraneità, con un messaggio diretto, spontaneo, esplicitato con nitore e purezza di linguaggio. Un "racconto" pittorico in una triplice dimensione di terra, cielo, mare, esplicitazione della caratteristica panteistica della dolcezza. Una concretizzazione lirica della realtà, in cui il colore predomina in tutta la sua solarità, ma anche una realtà, spesso, rivisitata in una nebulosità onirica di grande impatto emotivo. Le sue vele sembrano spiegate, sospinte dalla volontà ed emozionalità dell'artista. I suoi velieri, i suoi brigantini, rievocano tematiche storiche, in un percorso emozionale particolarmente recepito da chi è legato profondamente al mare. Le sue tematiche rappresentano una celebrazione del profondo legame con le proprie radici: prevale il bisogno di rappresentare l'evento, la realtà ed anche scavare nella propria memoria. (N.D. Baronessa Elisa Silvatici)

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Sul filo di un realismo la sua ricerca coerente del mito conduce l'osservatore a riconoscere il... Ruggero Di Giorgio, l'abitante di quelle zone, quel territorio cioè, dove rivolge l'attenzione tematica agli emblemi e alle marine di Taranto, che illumina con i colori della luce e che esalta attraverso tratti personali e colorazioni a sorpresa, tra le cui pieghe nasconde il suo amore per la sua terra nativa. (Prof. Giovanni Reo)

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Fascinosa contemplazione di una visione-evento, che è uno dei simboli nell'immaginario collettivo della tarantinità : quasi una cartolina appare essere l'impianto disegnativo della tela, che narra del passaggio maestoso, solenne della nave ammiraglia Vespucci nelle acque calme e azzurrissime del Mar Piccolo. Sullo sfondo, vive la costa urbana, interrotta dal ponte girevole, incorniciato da due vele che vanno, nel mentre il vento le sospinge. Un alfabeto cromatico, scelto e modulato ad arte in ogni suo tono, fa rivivere ed enfatizza un reale osservato, certamente caro alla lirica sensibilità e all'appartenenza geografica dell'Artista.

Studio: Via Emilia, 169 74121 Taranto

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Tramonto Tramonto d’inverno terso l’orizzonte l’ultimo raggio arancione è scia di fuoco sul mare Stanco gabbiano in volo radente consuma ignaro suo magro pasto solingo viator in pensieri assorto a mirar è assente l’opra della natura Versi di Michele Mastronardi

Crepuscolo Il sole imporporato declina all’orizzonte ali di nuvole nere salutano la sua partenza. Pochi minuti ancora e le ombre tingeranno di buio la Terra. Versi di Michele Mastronardi

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Doriana Fiore Doriana Fiore è nata il 3 Febbraio 1982 a Taranto. Sin dall'infanzia evidenzia la sua predisposizione all'arte, infatti i suoi studi seguono un percorso ben definito che va, dal liceo artistico statale Lisippo, all'Accademia di Belle Arti di Lecce, entrambi superati con il massimo dei voti. La sua arte tende essenzialmente ad esaltare il bello in ogni suo aspetto: uno sguardo, un gesto, un sentimento o un semplice paesaggio o particolari di esso. I suoi dipinti sono essenzialmente ad olio, con l'aggiunta di particolari glitter che esaltano maggiormente l'aspetto "vitale" dei suoi lavori. E' amante di tutti i generi d'arte, del fai da te e grande appassionata di fumetti “manga”. Doriana Fiore realizza i suo dipinti su tela, tavola, ceramica, vetro e pareti di casa; realizza bigiotteria con le perline e vari oggetti decorativi col decoupage e non solo. Come pittrice è presente sul libro d'arte 1'ELITE 2010 e sul libro d'arte CAI 2010 (centro diffusione arte). Ha partecipato a numerose mostre collettive e ha anche organizzato una sua personale. Parte dei suoi dipinti sono in esposizione presso l'hotel Tursport a San Vito (TA). Oltre a collaborare con l'associazione artistico culturale "il melograno" per realizzare mostre di pittura e divulgare l'arte in ogni suo aspetto e forma, collabora anche con l'associazione culturale "La masseria" per il periodico gratuito di Taranto "Corso Vittorio", con la pubblicazione di vignette.

“Campo di papaveri al tramonto” - olio e glitter su tela - 35 x 50 cm 88


“Sotto una pioggia di stelle cadenti� - Olio su tela - 50 x 70 cm 89


“Un simbolo per la vita” – Olio su tela – 50 x 70 cm 90


“Natura morta con spighe di grano”

“Violenza sulle donne” - Olio su tela - 35x50 cm L’Artista Doriana Fiore spazia volentieri tra le diverse forme d’arte, prediligendo soggetti che la portano a contatto con la vita, ma anche oggetti di uso quotidiano o di arredamento non su tela o normali supporti pittorici. Ama il decoupage e si applica su “piatti” o “contenitori in vetro” vari. Il piatto accanto è un piccolo capolavoro di colori. Per contatti:

dorianafiore@libero.it Cell. 3491540896 Sito Web: http://dorianafiore.sitiwebs.com

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Patrizia Gasparro Patrizia Gasparro è nata a Carosino, ma vive ed opera a Pulsano (TA). Ha studiato incisione e cesellatura metalli preziosi presso Accademia Belle Arti di Lecce. “Di formazione artistica, la Gasparro è non solo abile pittrice del territorio, ma è maggiormente predisposta al classico. Ottima esecutrice e riproduttrice di opere classiche che lei interpreta con rara maestria e competenza. Profonda Conoscitrice degli impasti coloristici, riesce a farne dei fondi Caravaggeschi con tecnica e studio ammirevoli. Presente in molti eventi proposti da Letizia Lisi, presidente dell’Associazione “Il Melograno art onlus ta”, si è sempre distinta per gli elaborati presentati, ricevendo consensi di pubblico e di critica”. (Letizia Lisi)

“L’arte della Gasparro non è meramente riproduttiva di opere di altri autori classici, ma lei mette sulla tela anche la sua arte interpretativa, frutto di una sua personale visione della scena. Le tele dei classici divengono pertanto, per la Gasparro, motivo di ispirazione, quasi che, nel riprodurle, essa ricordi la scena originale, apportando le opportune varianti e sfumature che, se pur piccole, rispondono i suoi particolari gusti di artista. Da notare la cornice che è la opportuna inquadratura della tela nel tempo in cui l’originale fu generato”. (Mimar)

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Sant’Egidio - Olio su tela di Patrizia Gasparro Cappella di Sant’Egidio Parrocchia di San Pasquale a Taranto

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“Riproduzione di parte della tela di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dal titolo: “Madonna dei pellegrini”, dipinta dal Caravaggio negli anni 1604-1606, con la tecnica olio su tela, dimensioni originali 260×150 cm, che si trova nella Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio a Roma. La Gasparro ha reinterpretato l’opera del Caravaggio cogliendo, con tecnica tutta personale, i volti della Madonna e del bambino e quelli dei due pellegrini oranti, conservando la magia delle luci, proprie della tecnica caravaggesca”. (Mimar)

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Meravigliosa riproduzione di "Fanciullo con canestro di frutta" del Caravaggio, ad opera dell’artista Patrizia Gasparro. L’originale si trova esposto alla Galleria Borghese a Roma.

Accanto: “Nudo orientale” con l’autrice Patrizia Gasparro. 95


Niko Granieri Nicola Granieri, in arte “Niko” nato a Taranto il 24 novembre 1973, sin da bambino manifesta subito il suo interesse e capacità per l’arte del disegno che dimostra partecipando a vari concorsi scolastici ed extra-scolastici. Dopo aver conseguito all’età di 18 anni il diploma di Perito Aziendale Corrispondente in Lingue Estere, si iscrive e frequenta per tre anni la Scuola Romana del Fumetto a Roma conseguendone il titolo e l’iscrizione all’albo dei Fumettari. A Taranto collabora attivamente con il fumettaro VINCENZO NISCO (attuale Art director della serie d'animazione cinematografica "WINX") nella realizzazione del fumetto “DEMON HUNTER” Temptation e cerca di introdursi in questo mondo che lo affascina. I tentativi si dimostrano molto difficili per cui accetta un lavoro impiegatizio che lo tiene tutt’ora occupato. Nell’età della sua adolescenza ha avuto come miti nel mondo dei fumetti tutti i supereroi MARVEL e DC in maggior modo del personaggio di SUPERMAN ed al quale ha dedicato una delle sue opere. Amante dello sport dedica parte del suo tempo libero al gioco del calcio tifando per la sua squadra del cuore. Oggi, sposato e amorevole padre di un bambino, sente rinascere in lui, prorompente, la vecchia passione e realizza subito lavori di pittura su vetro e tela, alcuni di questi sono stati fonte di ispirazione per le poetesse Anna Vozza e Maria Anita Acciarini e questo unito al parere favorevole della critica e del pubblico, lo gratifica. "LA DONNA SUL LAGO" Tecnica "Olio su Tela" - 50 x 70 cm “Come candido cigno, la fanciulla le belle e flessuose forme prive di veli si lascia accarezzare da fresche acque mentre volge lo sguardo verso la libertà di una foce lontana. Vegetazione fluviale come paravento la nasconde ad occhi indiscreti ed ella si offre ai soffi caldi con le braccia alzate a raccogliere la chioma, in segno di resa. Delicate cromie infondono alla tela atmosfera onirica che invoglia lo spettatore ad abbandonarsi, al pari della giovane donna, al dolce scorrere del tempo.” (Maria Anita Acciarini - Manita)

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"VACANZE ROMANE" Tecnica "Olio su Tela" - 40 x 50 cm (inspirato ad un celebre film che ha segnato la storia del cinema)

“Monumento al marinaio – Taranto” Olio su vetro “Il Granieri spazia sia nei ricordi, sia nella natura che lo circonda. Ed emergono le immagini di un film che è una tappa di riferimento nel panorama del cinema internazionale, come il suo “Vacanze romane”: un film del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn. In quel film la “Vespa” assume il simbolo della libertà di movimento. L’artista infatti lo colora di azzurro. Ma il Granieri vede e modifica quel che c’è intorno ed un contenitore di vetro diventa un quadro quasi tridimensionale del Monumento al marinaio in prossimità del Ponte girevole di Taranto. Anche in questa opera il Granieri esprime con l’immagine dei marinai l’anelito di libertà e di forza.” (Mimmo Martinucci)

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"L'INGANNO" - Tecnica "Olio su Tela" - 40 x 50 cm

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"MADRE" - Tecnica "Olio su Tela" - Misure 40 x 50 cm (Ritratto a mia madre)

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Raffaella Labonia Raffaella Labonia è nata a Crotone il 25 settembre del 1954 e risiede a Statte (Taranto). Autodidatta, ma fortemente motivata, imprime nelle sue opere la sua emozionalità, la sua sensibilità. Il suo percorso conoscitivo è sostenuto da una costante volontà di ricerca. Il suo è un linguaggio personale, ove la delicatezza dei toni usati, i temi trattati, ora figurativi, ora paesaggistici, danno una valenza degna di considerazione e di osservazione. La sua poetica pittorica è in armonia con le sue poesie, dettate dal suo animo sensibile e delicato. Nelle sue opere c'è una ricerca di contenuti, c'è quell'alchimia che, attraverso l'intensità del colore e dei soggetti rappresentati, celano la sua solare e delicata personalità. Moltissime sono le sue partecipazioni a Mostre, Esposizioni e Concorsi dove ha avuto notevole successo di pubblico e di critica. “Raffaella Labonia … una profonda religiosità e spiritualità nella sua emozionante arte visiva. Gli occhi di Gesù sembrano ricercare quelli del fruitore e penetrare nelle più recondite armonie del suo animo. L'amore per l'arte è esplicitato e supportato da una verve poetique …” (Elisa Silvatici) “Raffaella Labonia artista autodidatta come Ligabue o il Doganiere Henry Rousseau pratica una pittura libera da impacci tecnici, fresca e altamente comunicativa capace di cogliere istintivamente il significato profondo del soggetto ritratto come nel notevole "Ritratto di donna" il cui fascino comunicativo si concentra mirabilmente nello sguardo vivissimo”. (Vito Mario Laruccía)

Profondi Sentimenti II fiume scorreva lentamente, limpide e pure accarezzava i ciottoli. in un delirio nostalgico, tutto intorno irreale, misterioso quasi un segreto. Il verde risveglio ondeggiava in collina, lasciava posto al tramonto. Profondi sentimenti custodi dell'anima, immensi come distese oltre gli abissi vanno oltre, cercando risposte, varcano l'impossibile, chiedendo perché. (Versi di Raffaella Labonia)

“Spiaggia” - Olio su tela

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“Ritratto di donna” - Olio su tela di Raffaella Labonia 101


Un fiore azzurro Hai colto un fiore azzurro in riva al lago, ma la tristezza di viola l’ha dipinto. L’amore come un fiore era il tuo sogno, ma fu violato e i petali spezzati son solo quel che resta dei sogni tuoi ormai bruciati. (Versi di Mimmo Martinucci) 102


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Pino Lecce Giuseppe Lecce è nato il 14/09/53 a Talsano (TA), dove risiede in via C.E. Gadda n° 2. Si è diplomato presso il Liceo Artistico “Lisippo” di Taranto nel1972 e all’Accademia di Belle Arti di Urbino nella sezione di Pittura nel1977, allievo del maestro Concetto Pozzati. Si è poi abilitato, con concorso a cattedra, all’insegnamento di Educazione Artistica, Discipline Pittoriche e Disegno e Storia dell’Arte nel1991. Titolare dal 1982 di una ditta individuale per la lavorazione dei quadri su lastra d’argento, ha sviluppato e arricchito con questa attività la propria esperienza in campo artigianale. Con l’apertura del suo studio d’arte, ha poi contemporaneamente iniziato la propria attività di ricerca artistica e, in particolare, di quella pittorica. Ha partecipato con successo a innumerevoli mostre collettive in ambito provinciale e regionale, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti dalla critica. Dal 1999 ha lo studio in via Principe di Piemonte n° 4 a Talsano, dove insegna le tecniche pittoriche ai soci dell’Associazione del circolo culturale “Centro Jonico” affiliato E.N.DA.S., della quale ne è il Vicepresidente. Ha inoltre sviluppato alcuni progetti negli Istituti Scolastici, come quello realizzato con gli alunni presso il XXIV° Circolo “Tramontone”, con a tema “Immagini di Taranto”, poi esposto in uno stand presso la “Fiera delle Cooperative”. Nel 2004 ha invece coordinato, con l’Istituto “Gemelli”, il Comune di Leporano , i docenti e gli alunni della scuola media, il progetto: “Quella notte…”, con studio e realizzazione di costumi, personaggi, scenografia e messa in scena di un presepe vivente nel salone del castello Muscettola di Leporano. Organizza da anni la rassegna d’atre “Nuovi Orizzonti”, sempre sotto il patrocinio dell’E.N.D.A.S. di Taranto.

Il Ponte di ferro Occhiali azzurri dall’alto i due mari in cobalto risalto. Il Piccolo, scrigno geloso riparo dal grande maroso. Oltremare, aperto il Grande di spumose scorribande. Lega un filo di metallo il vecchio e il nuovo a cavallo, antico e moderno sul dondolìo eterno del generoso jonio

di ricco pescoso conio. Il ponte di ferro unisce lingue che nessuno capisce, nell’intricato passato, sotto il vico assediato, bollente di olio versato. Veglia il castello nel riflesso più bello, mente l’orizzonte invita a guardare oltre la vita. (Versi di Pino Lecce)

RECAPITO: via Carlo Emilio Gadda, 2 74100 Talsano (Taranto) TEL: 099-7314886 - 3316129558 e-mail: pinolecce.g1953@libero.it info@pinolecce.it sito web: www.pinolecce.it

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Le Rose e le Margherite di Afrodite Rivedo le facce seguendo le tracce di vetusti canoni austeri ancora dogmi severi. E roboanti echi distanti di filosofici canti, di matematici vanti presenti sulle rovine trasparenti di pensieri decadenti. Disegnano ancora le scure matite forme che vanno ancora capite. Non dite ad Afrodite dove son finite le rose, le margherite. (Versi di Pino Lecce)

Pino Lecce è l’Artista-Poeta che intuisce l’emozione e la pone su tela, condividendola con altri occhi e sensi attenti. I colori e le parole sono i pennelli con i quali il Lecce “vede” una realtà che non sempre accetta e fa sua. Questa sensazione di vuoto dell’anima la trasfonde nelle sue tele e nei suoi versi. Rimpiange la sua Taranto dove la natura sembra soffrire per l’indolenza e per la trascuratezza, dove l’apparire prevale ormai sull’essere, dove Afrodite non trova più le spume morbide e bianche dei due mari, dove il cielo è privo di farfalle, dove le rose e le margherite, simbolo di purezza antica, ormai sono lontane nel tempo e nello spazio. L’Artista sembra leggere nei pensieri della sua gente, ormai dimentica dei vanti dell’antica Taras, dei suoi matematici, filosofi, dei templi antichi dove ora solo due colonne richiamano, e solo a pochi attenti, i fasti del Tempio che fu di Poseidone. Nei versi che sono ispirati dalla tela riprodotta sopra, il pittore-poeta chiudi con versi di rimpianto e, quasi con vergogna mista ad orgoglio, scrive: “Non dite ad Afrodite dove son finite le rose, le margherite.” (Mimmo Martinucci)

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Si và in Città Luci technicolor, vetrine sfavillanti, aria carbonica, fumi asfissianti. Gente che si accalca per ore in acquisti al profumo d’amore. Il tempo passa e nascosto il sospirato parcheggio a ogni costo. Un’auto a martello, una moto a incudine, tra sguardi di solitudine. (Versi di Pino Lecce) 106


Resto Come un nodoso ulivo radicato al suo spirito istintivo guardo i miei rami che cercano cieli e origami. Braccia che cingono il mare ornate da uno scoglio secolare. Sbatte l’onda di sale sulle scrostate scale nell’aula ristagna di bianchi gessi e lavagna. Ancora lÏ i sogni di bambino il rumore dal cortile vicino. Corre la palla una certezza traballa. La inseguo, ancora adesso, nell’acqua il tremante riflesso. Resto. Nel dogma della naturale bellezza alla stregua della mattutina brezza che accarezza una meraviglia senza tregua. La giornaliera guerra nella mia terra. (Versi di Pino Lecce)

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Vito Leone Vito Domenico Leone è nato a Martina Franca (TA), dove vive e opera, nel 1956. Diplomato presso il Liceo Artistico Lisippo in Taranto nel 1976. Inizia la sua carriera artistica dopo trentaquattro anni, nel maggio del 2010, usando diverse tecniche: matite, pastelli, carboncino, china, acquerello, gessetti, olio.

Mostre -

novembre 2010: mostra di arte sacra Azioni; dicembre 2010: mostra “Dalla matita all’olio” con la maestra Letizia Battaglia, Società operaia, Martina Franca; gennaio 2011: 45a Rassegna Internazionale di Pittura Città di Mottola; maggio 2011: Festival Internazionali delle Emozioni, Palazzo Ducale, Sala d'Avalos, Martina Franca; giugno 20 I I : collettiva di pittura con scuola di Letizia Battaglia, Società Operaia Martina Franca; agosto 2011: Rassegna Internazionale Itinerante d'Arte Contemporanea e... “state con noi” con l'Associazione culturale Sèmata di Taranto, Policoro-Nuova Siri (MT).

Di questa bellezza della nostra Puglia Leone è un interprete fedele, quasi un cronista che fotografa le immagini, tutte le immagini, da quelle che suggestionano anche i più severi e i più duri a quelle che colpiscono per la veridicità di certi momenti umani e che non hanno bisogno di commenti, né di sommarie didascalie. Leone vede il paesaggio della sua Puglia così com'è: non gli dà alcun tocco particolare, né lo interpreta secondo una determinata formula, né gli imprime un soffio di fantasia, in quanto tutti i possibili ingredienti (che nel tempo della sua produzione l’artista ha anche sperimentato) non farebbero altro che modificare la sostanziale e reale bellezza del nostro paesaggio. Se il mare, per essere pittorico, dev'essere veramente una distesa di nitido azzurro, la Puglia per essere Puglia dev'essere così com'è. È questo il convincimento di Leone ed è questo il valore più spiccato della sua produzione. Forse perché Leone sa che il pane per avere la fragranza del pane dev'essere soltanto pane. (Walter Scotti) Recapito: via Bernini, 34 74015 Martina Franca (TA) tel. 0804803713 - celi. 336894266

“Rudere” - Olio su tela - 30 x 40 cm

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L’Ulivo solitario Oltre la grotta una carezza di luce solare conduce il mio sguardo verso un grande ulivo solitario. I suoi rami, come figli del Creato, al vento danzano in sintonia e mentre tacito l'osservo il -capo inclina per un mesto saluto. Bellezza e magia m’attraversano l’animo le sue radici sulla terra affiorate m'infondono emozioni come aneliti di vita e subito m'appare in tutta la sua umiltà. La sua imponente forza respira in me allorché lo ritraggo nella sua grandezza, con il pennello intriso nel verde della speranza un brivido intenso percuote la mia pelle. Sul tronco nodoso e rigoglioso lacrime scendono dalle sue fenditure, in silenzio ascolta la vita che passa cullando dolcemente i nidi di uccelli erranti. Passo dopo passo m'avvicino la mia presenza è conforto alla sua solitudine, i suoi frutti come gemme preziose sono luce vitale per i miei colori (Versi di Elena D’Arcangelo) Ulivo in Puglia

Abbarbicato ai sassi cercando giù l’umida terra, suggi la linfa fresca, per dissetar contorti e ruvidosi rami con le brillanti argentee foglie. Dimmi se mai Diomede, che approdò in Apulia, ha calpestato forse le aride radici? Innumeri stagioni l’avaro divo Pluvio dimenticò tua terra

e i frutti tuoi all’arsura li condannò infecondi. Ma tu, austero e forte, sfida all’avverso tempo, inviasti le radici in cerca della vita. L’austerità ti dona, quel nobile lignaggio, esempio e monumento per indomate genti, nell’arida mia Puglia, terra di forti braccia, nel sole che dardeggia. (Versi di Mimmo Martinucci) 109


“Becco d’Aquila” Matita - 30 x 40 cm

"L'aquilone" Siamo alla poetica del fanciullino. L'aquilone ha sempre destato stupore tra i bambini per il suo tendere al volo, a sparire tra le nuvole, a ricercare la libertà. Gradevole l'opera di Leone; in essa è possibile identificare anche aquilone che guardano, vestiti di verde, il tendere in to. Nell'aquilone Pascoli depone molta parte della sua poetica sul fanciullino; un fanciullino sempre adulto che deve vedere, nella ricerca della libertà, il vero grande obiettivo della vita. L'opera realizza bene la poetica del fanciullino. La poesia è per Pascoli la voce del poeta-fanciullo che riscopre la realtà delle cose. Per Pascoli può dirsi poeta colui che è riuscito ad esprimere quello che tutti stavano pensando, ma che nessuno riusciva a dire. La poesia però deve avere anche un compito sociale e civile: deve migliorare l'uomo, renderlo buono, renderlo etico. Questa concezione riflette pienamente il suo socialismo umanitario, utopistico, interclassista, patriottico. (Angelo Scialpi)

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Il gelso in autunno Le rare foglie il vento porta via al vecchio gelso lungo il suo ruscello, l’autunno freddo al verno si prepara, la linfa frena il suo fluir nei rami Lontani quei ricordi quando, verde, le foglie sue cedeva per la seta e i bimbi arrampicati sui suoi rami i frutti dolci ne coglievan lieti. Il gelso sconsolato è lì che spera che ai rami nudi dopo il grande freddo con nuove foglie vesta primavera. L’età è avanzata, ma lui spera ancora nel sole che verrà nel nuovo anno e dopo lunga notte sorga aurora. (Versi di Mimmo Martinucci)

“Autunno” - Carboncino - 23 x 33 cm

Fasci di luce Fasci di luce nella notte, azzurri velati tra le ombre, scie luminose a circuir pensiero nei vortici fluttuanti dei silenzi posti. Aloni di mistero … onde omertose tra passaggi di brezze in coro nelle oscurità d’ansanti cuori come sassi a sperdere negli abissi. Sguardi increduli ad osservare: il mare? forte tinteggio al chiaror di luna remi silenziosi a solcar le tenebre, nel buio di specchi d’acqua … l’albore. (Versi di Giovanni Monopoli)

“Il faro” – Olio su tela

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Florenza Lessa Florenza Lessa è una Pittrice già nota nel mondo della “tavolozza” per aver partecipato a numerose collettive, mostre estemporanee e, con delle personali alle spalle, dopo un periodo di pausa e riflessione ritorna nel mondo dell'arte con le sue opere, realizzando lavori che, attraverso la sua “curiosità” e fantasia, la portano a sperimentare sempre più nuove Tecniche espressive: Attualmente, dopo la realizzazione di opere di pittura ad olio su tele, presentate nel passato, propone nuove opere e nuovi lavori, con nuove tecniche espressive, in cui manifesta le sue nuove sensazioni e la sua nuova identità. Molti critici hanno ammirato le sue precedenti opere, esprimendosi in modo positivo, come il Pittore Barese Felice Augusto Trisolini, che cosi si esprime: “Florenza Lessa è maestra dell'arte a pieno titolo e lo è con dignità piena di riserbo, con pudore che non la induce mai a strafare, sottraendosi cosi sapientemente al rischio di enfatizzare le sue opere” “I colori della mia anima” - acrilico su tela - 80 x 40 cm

Come mare Come mare burrascoso mi agito in onde alte quasi a voler toccare il cielo per fondermi nel rosso di un tramonto che infuochi i sensi miei che poi schiuma fresca acquieterà fino a nuovo slancio di passione eruttante come lava di vulcano. (Versi di Maria Anita Acciarini)

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Gabbiani dopo la tempesta Il mare già s’acqueta dopo il vento, nel cielo qualche nube vagabonda, cessato d’addolcire il sal dell’onda, chiede all’arcobalen di por l’accento sul temporale ch’è già messo in fuga, rendendo le scogliere schiumeggianti; le rive con conchiglie agonizzanti che sono triste segno al bagnasciuga. Il sole la sua corsa già riprende e all’orizzonte cala dolcemente, promessa della calma che s’attende. Riprendon il lor volo i due gabbiani nel variegato e già cangiante cielo, verso la libertà ch’è nel domani … (Versi di Mimmo Martinucci) “I toni caldi, in questa opera hanno una magia cromatica particolare … l'ombra tonale che avvolge il dipinto, mi coinvolge, le nuvole, come ali, alzano le onde, quasi a portarle via. E poi le leggere pennellate delle onde, in ocra, quasi, a lasciar interpretare il come una mano determinata e sensibile sfiora la tela e trasmuta i sui sentimenti su di essa.” (Letizia Lisi)

''VERSO LA LIBERTA'' acrilico su tela 80 x 80 cm 113


L’ulivo ed i papaveri Il vecchio ulivo al sole e senza vento, con le radici cerca linfa fresca ove in arsura piana del Salento di fiori rossi un manto sembra cresca. Il tronco antico sfida il tempo ancora e in mezzo a nuova vita sembra immerso, in danza che rinnova ed ove affiora il ciclo della vita in universo. E nelle notti afose dell’estate l’ulivo narra storie del passato alle corolle fresche appena nate. Breve è il percorso di quel prato rosso che dona il seme a fine di stagione: l’ulivo vibra i rami, un po’ commosso …

“Ulivo in campo di papaveri” - Acrilico su tela - 100 x 80 cm (Versi di Mimmo Martinucci) 114


“Sognare di essere un aquilone” - Acrilico su tela - 80 x 80 cm 115


Vito Leucci Vito Leucci è nato a Taranto nel 1942, ufficiale di Marina Militare in pensione, vive a Leporano (TA). Alcune opere sono state premiate in molti concorsi : • Inserito nell’antologia “Viaggi e parole” ed. Fuori dal cassetto . Lecce 20.11.2011 • Inserito Montegrappa Edizioni "LES CAHIERS DU TROSKIJ CAFE'." Raccolta Antologica DA PICCOLI - 2011 • Premio “San Benedetto nel Cuore” 2011 IV ed. – Diploma di merito • Premio Altamura DEMOS 2010 ; 4° Premio. • Concorso “La bellezza del volto” 2010 Città di Carosino; 3° Premio. • Concorso Città di Martinsicuro 2009 - - inserito in antologia. • Concorso “Il Federiciano” 2009 – inserito in antologia. • Premio “La luna e il Drago” 2009 – 3° Premio • Finalista “Il pozzo e l’arancio” 2009 • Darkword aword 2009 – Poeti scelti • Poeti Labirintisti – Inserito in antologia 2009 • Editrice zona 2009 – concorso Myricae” poesia selezionata per antologia 2009 • Menzione “premio letterario “il numero UNO della poesia contemporanea italiana” Salotto letterario Torino 2008. • Pragmata – “Ridendo con la poesia” autore selezionato al concorso, inserito in antologia. • Finalista Premio Internazionale WILDE 2008. • Premio Letterario “San Benedetto nel Cuore” Ed. 2008 – menzione d’onore • I° Concorso Nazionale di Poesia “L’universo di Leonardo”2006- Diploma di merito • 7° Concorso Nazionale “Il Faro” 2006- Diploma di merito. • Premio Nazionale di Lettere ed Arti “ Città Viva” di Ostuni – anno 2005 – I° Premio • Premio Nazionale di Lettere ed Arti “ Città Viva” di Ostuni – anno 2001 – Menzione d’onore • Gara internazionale del sonetto 1997 – XXX ed. San Vito dei Normanni – 5° premio • Gara internazionale del sonetto 2002– XXXIV ed. San Vito dei Normanni – menzione della giuria.

Una notte in collina In un aia d’antico sapore Una notte stellata in collina Il consesso di più convenuti La cornice di pini e di querce E l’odore della terra assetata Fra gli anziani, bambini festanti In penombra Una tavola appena imbandita Ed a capo l’anziano Il festeggiato

E memorie nell’aria evanescenti Come fiabe raccontate A bambini ad occhi sbarrati E poi giochi d’un tempo passato Or risorgono da mani invecchiate E quegli occhi bramosi del nuovo Che resuscitano immagini andate Poi ci chiamano ai posti segnati E sediamo l’un l’altro allineati Il brusio, la chiassosa allegria cede il tempo ai sapori passati.

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L’attesa Il lento trascorrere del tempo nell’alba di un fresco mattino. L’immagine di un lembo di costa, sferzato a tratti dal pungente soffio levantino. Immobile statica presenza per cui s’inoltra il pensiero a vagare pei lustri trascorsi. Si muove tra vaghi ricordi, sorride a memorie d’istanti vissuti pervasi da un vago miscuglio di gioie e rimorsi. Indugia nell’attimo lieve, scrutando uno squarcio di cielo, scorgendo fra tronchi e tra fusti alcuni minuti germogli. L’immagina giovin virgulti poi corpi dal flebile tronco. S’appaga di tale disegno poi, colto da un fremito è scosso dall’ansia di quanto già pesa ...l’attesa!

Il Silenzio Osservi il suo tratto e lo cogli segnato dal tempo. L’accogli in seno al tuo petto al calore dell’affetto. Insiste la tua mano pel verso del suo crine e il gesto accompagna il silenzio che racconta di un amore vissuto.

“Ulivo” Olio su tela di Letizia Lisi 117


Come fratelli Di spartano sapore le tue sponde immutato specchio di terre all’orizzonte. Ora Greci ora Bizantini vennero a solcarne l’onde. Insieme ai levantini fusero per sempre i loro geni finanche i temuti Saraceni. In un mare comune ci specchiamo ora distanti come fratelli spartiti dal destino nel rivedersi o ritrovarsi senti il fiato d’un germano e il mare che nutrice abbraccia tutti ci plasma e ci modella coi suoi flutti. Ci accomuna il mare! Ci accomuna il mare coi suoi frutti comuni i suoi colori che tornano ridondanti in ogni dove. In ogni angolo di questo nostro mare ritrovi del natio i propri odori. Si affacciano bianche sulle sponde le case ... ovunque stesso il mormorio dell’onde. Se poi ti appresti per le strette vie d’un di quei siti che candidi coronano le coste ritrovi stessi visi, stesse melodie del vivo affaccendarsi dei tuoi posti.

“Monumento ai Marinai -Taranto” Olio su tela di Letizia Lisi 118


I giorni di pioggia d’estate

Un Meriggio di calura

I giorni di pioggia d’estate Il cupo scrosciare di gocce Su verdi propaggini Cancella l’immagine assolata Più verde, più limpida, più fresca Più triste la giornata. Segue la mente Il muto cangiare di colori E muta il pensiero E vaga fra i minuti meandri Fino a cogliere nascosti antichi sapori, odori, colori D’istanti vissuti Sunti nel grigiore Dal grigio del passato.

Un meriggio di calura Il silenzio rotto dal meditare Inutile ricerca che si cura Di colmare il vuoto che riapre e innova L’intima esigenza.

La Bontà (Sonetto) Talvolta resti colpito dal gesto che alquanto inatteso, d’amore sgorga, qual schivo, dall’animo mesto pervaso d’un vivo, fulgido ardore. Sebben sorga poco apparente lo cogli nascente, fluido, a tono d’acqua limpida, serena, stagnante da colui che più l’aspetti, dal buono. Come dardo scoccato che va a segno prorompe impetuoso, fuggevole dall’aridità di chi non par degno. Celata nell’intimo, ma già pronta all’invito, sebbene avvilita talora la trovi, ha nome bontà.

Quando Quando il crepuscolo T’incupisce d’intorno Quando i solchi Segnano Nuda la scorza Quando nell’umore Limpido mi specchio Guardandoti Vorrei Essere rugiada sui petali Al mattino.

Colmo la carenza Con note che non mi appagano Inutili surrogati. Vaghi ricordi di una esistenza. Attimi e immagini placano il pensare E svaniscono Subito cancellate Da un barlume di speranza. Prende corpo, estenuante, il suono che più vorresti ridondante. Il timbro, l’inflessione Svaniscono col tempo Inesorabile, … resti ! Conscio che stai perdendo i loro mutamenti Del divenire i momenti.

Immagini Le membra smunte Ricurve Provate dal tempo. Lo sguardo assente Rivolto al passato Rivive In ciò che è stato. Scorrono sul vitreo bagliore Di un’umida pupilla Le immagini andate. Si scorgono a tratti. Alcune si mostrano Altre le avverti Velate. Sonore visioni. E ascolti L’allegro vociare, e avverti gli odori d’allora. Un fresco bucato decanta Al sole d’estate. Poi volge lo sguardo E torna a fissare Le immagini nuove.

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Letizia Lisi Letizia Lisi, artista tarantina, ha cominciato la sua attività fin da giovanissima, quando, profondamente attratta dalle arti visive ha frequentato negli anni '60 lo studio del pittore Franco Dubla, dove dimostra la passione e l'amore nei confronti della pittura e della raffigurazione naturalistica. Di formazione artistica più paesaggista che ritrattista trascorre la giovane età nell'attenta osservazione delle opere del periodo espressionista e, più in generale, di tutte le rappresentazioni figurative dell' 800. Ha applicato la sua passione per l'arte e la pittura durante il suo percorso lavorativo come progettista d'interni e designer. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta il colore lascia posto alle sfumature monocromatiche del blu. Ha partecipato a numerose rassegne artistiche nazionali ed internazionali, collettive e personali, riscuotendo ampi consensi di pubblico e di critica e ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Hanno scritto di lei molti critici e storici d'arte e la sua attività è stata seguita da varie riviste d'arte del settore e testate giornalistiche locali e nazionali. E' intervenuta attivamente a dibattiti e congressi sul mondo dell' arte pittorica e ha promosso molteplici iniziative artistiche e culturali distinguendosi per l'apporto innovativo. Presidente dell'Associazione Artistico Culturale di Taranto: "Il Melograno", cura la realizzazione di rassegne pittoriche regionali e nazionali. Le sue opere sono custodite presso collezioni private e raccolte pubbliche in Italia e all'estero. Il cataloghi delle sue opere sono custoditi presso la biblioteca nazionale di Taranto.

"... in blu" Osservi le opere della Lisi e ti chiedi perché sono tutte vestite di blu. I colori sono la lingua segreta della natura, sono la luce, ma la scelta del blu è una condizione dell'anima che passa attraverso la storia e le tradizioni dell'uomo. Ti soffermi a pensare e realizzi che il blu è una variazione del bianco, come tutti i colori, ma le varianti si riferiscono alla condizione spirituale della persona. Il blu greco è il colore della sofferenza: cyanos; il blu latino è candidus, coeruleus: bianco. Un tempo il pallore era considerato simbolo di bellezza e di benessere, proprio dei nobili, in opposizione al colore scuro abbronzante tipico dei lavoratori della terra. Il pallore evidenziava le vene blu e questo permise la dizione di sangue blu, nobile … Ma il blu è anche il colore dell'universo, dell'infinito e per questo il colore della natura. In psicologia il blu si contrappone al rosso e viene considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito, ma anche della malinconia, mentre, in informatica, rappresenta il blocco totale del sistema: Blue screen of death …

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Attraverso il blu Letizia esprime il suo lato interiore che non è scuro, ma blu luminoso per i molteplici fasci che riesce a sviluppare e diffondere in varie direzioni. Sono tante le direzioni che Letizia suggerisce e indica, ma tutte convergono alla serenità, motivo per cui la partenza è articolata e nervosa, complessa e difficile da intraprendere; ben altra cosa è l'arrivo che rimane recupero della serenità e certezza di proseguire. In quei gabbiani sproporzionati c'è tutta la rabbia di un periodo difficile che va a cominciare … Le diverse sfumature del blu (il percorso intimo di Letizia Lisi) rappresentano il sentiero intimo della nostra pittrice che conduce alla ricerca del possibile protetto, pur sempre consapevole del mutare dei tempi, ma, e questo è i suo segreto, riesce con abilità di donna e di mamma a trasformare le sue preoccupazioni e ad inserirle nell'ambiente che vive e che respira per fissarle, proteggendole, sulla grande tela della natura … Questa certezza traspare dalle opere di Letizia Lisi a sostegno della raggiunta serenità, proprio attraverso l'arte che sembra rimanere il suo libro aperto sulla natura e sugli uomini. (Angelo Scialpi)

La forza della volontà come fiore Sei come fiore che su stelo sottile si lascia inondare di pioggia violenta e piegare da soffi di vento contrario fin quasi a sfiorare la terra bagnata Lo sguardo tuo altero rivolto sprezzante a sfidare le forze tiranne padrone su di te, mi parla di orgoglio e di dignità per te come humus che nutre e ristora. Radici ti legano, ti stringono forte e tu inizi a sognare di voli infiniti, lontani sul mare, su acque che portano in terre nascoste dove i fiori si incontrano in cerchi d’amore, dove vento non nuoce ed il sole li asciuga, la rugiada disseta con gocce di vita. (Versi di Anita Acciarini)

“Lo sguardo della Natura” Olio su tela - 70 x 100 cm - “Opera di particolarissimo talento, nonché di una sensibilità compositiva veramente rara. Eccellente cromatismo rotante sul monocromo blu, caro all'artista”. (Sandro Serradifalco - Critico d’arte) 121


Ed arrivò l’estate Ed arrivò l’estate finalmente: i fiori inghirlandavano il giardino, dal mare mi saliva dolcemente il suo profumo eppur di gelsomino. La casa al mare riprendeva vita, i quadri dell’altr’anno appesi ai muri, la pianta dell’acanto un po’ avvizzita del mio ritorno n’erano sicuri. Il depliant dell’ultimo concerto era posato sulla scrivania, insieme al blocco degli appunti aperto. Là fuori il mare con la schiuma al vento mi sussurrava dolce, insieme al sole, che a rivedermi ancora era contento. (Versi di Mimmo Martinucci)

L’Ulivo innamorato Il vecchio ulivo, d’anni suoi già stanco, un giorno vide un pesco tutto in fiore, l’aveva visto crescere d’accanto, e subito rapito fu d’Amore. Le foglie sue ripresero l’argento, il verde intenso colorò la chioma e, quando i rami sospingeva il vento, il pesco lo inebriava del suo aroma. I suoi contorti rami e la sua linfa sembravano goder di una freschezza, come se accanto fosse a lui una Ninfa che gli donasse nuova giovinezza. Il pesco tinse in rosa i suoi bei fiori, quando l’ulivo dette una carezza. (Versi di Mimmo Martinucci)

"L'Ulivo innamorato del Pesco" L'opera della pittrice Letizia Lisi "L'Ulivo innamorato del giovane Pesco" denota una sapiente ricerca stilistica e tematica con il connubio grafi122


co, pittorico fra il possente Ulivo e il giovane Pesco. La tela, realizzata nel 2011 con tecnica ad acrilico (70x100 cm), raffigura a sinistra un ulivo con le sue fronde e le sue radici, che occupa e domina tutto lo spazio, però, contemporaneamente in primo piano si staglia esile e vigoroso di fiori un giovane pesco, che insinuandosi nel quadro cattura tutta l'attenzione. In secondo piano si osserva l'azzurro mare Jonio, con vibranti sfumature dal blu oltre mare all'azzurro ceruleo, che tanto contraddistinguono la Lisi, così come le sue Lune piene, un rievocare melanconico del tempo passato, trascorso, ed anche una luce spirituale che si irradia nell'intero dipinto il cui cielo etereo dona pace e tranquillità. Dai secoli e dal tempo è tornito il tronco del possente Ulivo della Lisi che, come un anziano padre carico di esperienza, di sofferenza e di ferite, abbraccia l'esile tenero figlio, il Pesco, per proteggerlo. Nel contempo il Pesco cerca di assaporare prontamente la giovane vita, stagliando su nel cielo i suoi giovani fiori, ma il tronco è ancora fragile, delicato, è gracile per affrontare da solo la dura vita. Il quadro sprigiona una profonda tensione dinamica interiore, rappresentata dalla veloce pennellata. La tavolozza della Lisi, in questa tela, oltre la ricerca delle infinite sfumature del Blu, si arricchisce anche del Rosa Pesco, un richiamo ancestrale del fiorire della vita e della quiete che rappresenta l'amore, la dolcezza, la gentilezza. Questo connubio cromatico trascina lo sguardo e lo spirito a perdersi nei meandri della mente ed a riflettere sul senso della vita, sul rapporto fra vecchio-nuovo, fra padri-figli. L'artista Letizia Lisi delinea, dunque, una complessa teoria sul linguaggio delle forme e dei colori in senso simbolico, definendo, secondo le idee simboliste, i caratteri propri a ogni colore, individuando e ricercando, nell'accostamento tra loro, il "contenuto interiore" più equilibrato ma, al tempo stesso, carico di forza immaginativa ed evocativa. (Storica dell'arte Elisabetta Pitrelli)

Mare d’inverno Il vento dell’inverno soffia freddo e il mare s’incupisce brontolando nell’ansimar dell’onda sulla riva. Conchiglie rare ed alghe sulla sabbia van sull’asciutto e poi son riportate dal ritmo dell’ansar della risacca. Le tamerici quiete, sulle dune, le braccia verdi prone al vento danno e attendono la calma al suo ritorno. Il sole si riflette nel suo mare e sembra che incupisca il suo colore tra nubi grevi di tempeste amare. A secco una medusa ed una stella, sbattute sugli scogli con furore, al mare non faranno più ritorno. La vita a volte è solo una tempesta che brucia amori grandi inutilmente, ma dopo il sole sorge ed è gran festa (Versi di Mimmo Martinucci

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“Gli Ori di Taranto” - Olio su tela

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Gabbiani verso il sole Il vento muove l’onda e poi l’infrange in schiaffi, gorgoglii, schiume spruzzanti e, al rinforzar del vento, il mare piange: due coppie di gabbiani son sognanti, diretti all’orizzonte dove il sole, d’azzurro rivestito come il mare, appare come ciò che ognuno vuole e ammalia nel percorso il suo volare. A volte quell’azzurro dei suoi raggi travisa i suoi color di vera vita, ma nel tramonto son solo miraggi. Lo scorrere degli anni spesso invita a falsi miti d‘ideale viaggio: tu fà che la ragion mai sia pentita! (Versi di Mimmo Martinucci)

Contatti: Telefono: 347 8436257 Email : info@letizialisi.com Sito web : www.letizialisi.com

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Giovanni Monopoli Giovanni Monopoli è nato a Taranto il 28 Giugno del 1949. La passione per la scrittura in lui è innata ma solo nel 1969, trovandosi lontano dalla sua amata, ha potuto dare modo alla sua vena poetica di esprimersi. Le prime poesie seguivano tracce di cuore lontano, ma poi, man mano che il tempo passava, ha saputo dare seguito ai suoi scritti, applicando la cultura della parola che l’ha portato anche a scrivere dei libri di poesie: - Scrivere pensando; - Cristalli di poesie; - Per non dimenticare. ed essere presente in tante silloge. Il Monopoli è cultore della parola perché egli ama, nei suoi scritti, dare la musicalità ai versi per far si che il lettore si lasci trasportare ed entri nell’animo del poeta per carpirne il pensiero. Con la sua poetica ha partecipato a molti concorsi di poesia con lusinghieri risultati e riconoscimenti. Portatore di emozioni e sentimenti puri, spazia in tutto il campo della poesia dall’amore, alla natura, prediligendo la gioia della vita, nella speranza che una luce ci sia sempre per tutti, una luce che guidi il cammino di ognuno. Non trascura infine le diverse tipologie di scritture dagli acrostici, gli haiku, i senryu, i tanka, i tautogrammi e altre espressioni poetiche, come la poesia estemporanea, dialettale, a rima e la poesipittura. Non ama definirsi poeta, perché questa definizione resta per chi della poesia ne ha fatto storia, cultura e quindi Giovanni Monopoli si colloca nella sfera di umile scrivano.

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Note di Primavera Sinuoso pone il suo archetto violino a donar sublimi note tra gli azzurri a mescere … ansanti cuori. Ghirlande di fiori aleggiano in profumate coreografie spingendosi nel blu di quel sole, tra orizzonti di placida esistenza nei cieli sospirosi e vogliosi di vita.

Echeggia nell’aeree sfere il solfeggio musica orchestrata nei silenzi, le acque origliano, oziano il bere nel catino d’immenso oceano il sorseggio tra le spumose onde l’annunciata Primavera.

“Primavera sullo Jonio” Olio su tela di Letizia Lisi

Riflette in mare cielo da nubi … libero respiro di salino gaudente a elargir supini giacigli là dove l’amor sereno poggia nel respiro di grande emozione.

Ali speranzose Infinite acque sulle rive maree a finire mitili ad osservare orizzonti lontani a gioire. Ali speranzose, volteggi di futura memoria liberi nel blu a carezzare tra le dune sabbiose della vita.

“Gli …Ori di Taranto” Olio su tela di Letizia Lisi

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“Mare di Taranto” olio su tela di Letizia Lisi

Vento d’arte Alitano striati di blu soavi pensieri, gabbiani Jonathan in accompagno, alisei veleggiano tra le onde in sogno per accarezzar colori d’oggi, di ieri. Doriche colonne in affaccio lì imperiose ad adorar del mare la profusa bellezza, fresca canzone respirata in brezza tra le aperte ali di soffi armoniosi. L’orizzonte è lì,s’avvicina incantato naviga fiero il patrio amore, vento d’arte al cor impresso … innamorato tra i fiori ad inebriar d’ognun splendore. Aureo sole del suo brillare il cogliere, ad affrescar pennello d’eccelso artista, tra i bagliori della sera il suo amare, dimani ancor sfavillerà in festa. 128


La colomba della pace Nei cuori aleggia leggera una colomba per te, per me stesso un ramoscello donato con amore tra gli ulivi a coronare … l’ingresso.

Sulle orme della vita il passaggio, livree nelle nuvole … anime in volo assaporano la pace, il messaggio tra i rametti che s’adagiano nel perdono. Nel sole che nasce … la vita sperata parole spinte da brezze … su vele spiegate, frasi ad ampliare i respiri … in veglie obliate in quella notte … la sinuosa onda accarezzata.

“Vento di Pace”

Olio su tela di Letizia Lisi 129


Rosanna Petruzzi L’artista Rosanna Petruzzi è nata a Taranto il 10/05/1963. Nella prima infanzia effettua esperienze artistiche e percettivo-manipolative che senz'altro la sensibilizzano al gusto del fare come espressione dell’essere. Consegue il Diploma di Maturità Scientifica frequentando il Liceo Scientifico “G. Ferraris” di Taranto dove si avvale dello studio dell’architettura e del disegno ornato, grazie al quale apprende le nozioni fondamentali che supportano le sue prime produzioni artistiche. Si laurea in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Bari elaborando una tesi su “Lo sviluppo della capacità narrativa nella comunicazione del bambino”. Approfondisce gli studi sulla creatività della prima infanzia in ambito linguistico e decide di ampliare le sue conoscenze in ambito pedagogico. Sensibile alle problematiche socio-educative si specializza nell’insegnamento degli alunni diversabili conseguendo il Diploma di Specializzazione Polivalente. Si abilita all’insegnamento in tutti gli ordini di scuola dove effettua significative esperienze lavorative. Docente di lingua Inglese nella scuola secondaria di primo grado da molti anni elabora diversi progetti extracurriculari e dà impulso alla creatività degli alunni, supportandoli nella realizzazione di attività laboratoriali e di prodotti multimediali e cartacei che richiedono la sua mediazione anche in quanto a scelte grafiche, produzione e ricerca di immagini. E’ attualmente iscritta al corso di laurea specialistica in Scienze pedagogiche, percorso: pedagogista della disabilità e della marginalità. Si interessa di arte terapia e di counselling. L’’amicizia con noti pittori del territorio ha stimolato la sua inclinazione artistica, dandole modo di prendere parte a svariate iniziative artistico- culturali. . Partendo da una produzione che utilizza tecniche artistiche di base, frequenta laboratori artistici alla ricerca di stimoli nuovi e trova uno stile personale frutto anche dello studio di materiali e del loro utilizzo per una produzione originale che è l’esito di una continua ricerca interiore e dell’estemporaneità del suo atto creativo. Sviluppa una tecnica personale grazie alla quale la materia assume forme diversificate che determinano effetti particolarmente suggestivi. Le sue idee spesso si concretizzano nel momento dell’incisione della materia che si solidifica, dando visibilità al flusso di coscienza ideativo che si definisce e appare nel divenire. Un mix di materiali prestati alla pittura formano la materia che, spatolata, fa da sfondo ad elementi astratti e figurativi . Pennellate ingenue di colori acrilici, spatolate e stampe di matrici contribuiscono a trasmettere il suo messaggio artistico ed attribuire significato alle sue opere. Spinta a socializzare la sua produzione pittorica partecipa alla XXXX Edizione del Premio Primavera 2008, mostra nazionale di pittura e bianco e nero organizzata dal club degli artisti di Foggia con il patrocinio del Presidente della Giunta regionale Puglia e della Provincia di Torino, e in data 21/06/2008 viene insignita del premio: “74-Galleria dell’Artista - 74” Foggia per l’opera “L’infantile dualismo contemporaneo”, esperienza che la sprona a effettuare un’attenta e costante ricerca artistica. Interviene in numerosi eventi artistici pubblicizzate da testate giornalistiche di rilievo ed espone con successo in mostre personali. Le sue opere sono presenti in cataloghi di tiratura nazionale ed internazionale. 130


“Simbiosi metropolitana” “Pittrice autodidatta , ricerca nell’arte della pittura una personale via di realizzazione per mezzo di espressioni, tecniche e materiali, che diano un senso di matericità quasi palpabile alle sue opere. Usa differenti supporti ma fondamentale è il senso di suggestiva luminosità che traspare dalle sue composizioni nelle quali è fondamentale l’idea di serenità, ottenute grazie ad una gamma di colori caldi e stemperati che richiamano l’affresco, stesi con naturale semplicità ed estemporaneità. I temi sono: il figurativo in cui personaggi danno un senso di levità e coinvolgimento affettivo; e la raffigurazione astratta, ottenuta con elementi essenziali, tratti, figure e segni, fondamentali e di facile lettura che danno all’insieme un senso di coinvolgimento spirituale e di serenità. Colori castellati e accostamenti di segni che riportano alle raffigurazioni di antichi affreschi e pitture murali, stesi sul supporto con semplicità, in cui ogni elemento concorre ad una felice unità della composizione”. Girolamo Galluccio

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“Mediterraneo” “…In continua evoluzione il percorso artistico di Rosanna Petruzzi, che si fa notare per il felice ricorso ad antichi archetipi che ci richiamano alle nostre radici magno greche e per la gradevolezza estetica e concettuale d’opere e tecnica mista in cui la pittrice affronta rilevanti questioni di carattere etico sociale….” Dal Corriere del Giorno del 28 agosto 2009 In “Pictores loci, autodidatti, ma artisti “ del prof. Pino Santoiemma, critico d’arte e presidente della Proloco di Leporano (TA).

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“Il bolide” “Artista poliedrica, Rosanna Petruzzi, si fa notare per sensibilità ed originalità interpretativa. La sua pittura diretta ed efficace , si rivela semplice nell’esecuzione, ma complessa nell’interpretazione del pensiero che la sostanzia. Affascinata dalla poesia cosmica del Pascoli, nell’opera pittorica “Il bolide”, dal titolo del componimento a cui è ispirata, la pittrice rappresenta la terra nei suoi molteplici aspetti, errante nel vuoto e spogliata dalle sue certezze. L’uomo trova dimora nello spazio aperto. L’artista rappresenta essenzialmente il passaggio dal geocentrismo copernicano alla visione galassocentrica pascoliana. Nuovi spazi, luci e colori circondano l’uomo. Egli è smarrito nella sua solitudine efficacemente rappresentata da un’immagine composta da parti asimmetriche la cui compostezza formale è tutta da ritrovare, insieme al suo equilibrio esistenziale. Cesare Ciurnelli

Versi a cui è ispirata l’opera. Da “Il bolide” di Giovanni Pascoli Tutto annerò. Brillava, in alto in alto, il cielo azzurro…. …ecco scoppiare e brillare, cadere, esser caduto, dall'infinito tremolìo stellare, un globo d'oro, che si tuffò muto nelle campagne,… E la Terra sentii nell'Universo. Sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella. E mi vidi quaggiù piccolo e sperso errare, tra le stelle, in una stella. Recapito dell’Artista: Rosanna Petruzzi via Azalee,2 - Taranto rosanna.petruzzi@alice.it tel 0993203604402 133


Massimiliano Puglielli Massimiliano Puglielli nasce a Lecce il 19/06/1967 dove attualmente risiede e lavora. Nascendo in una famiglia di artisti respira arte da subito, Il padre Arnaldo è uno dei più importanti incisori a bulino al Mondo , oltre ad essere Orafo scultore . Inizia da subito a distinguersi per la capacità artistica conseguendo voti massimi nelle Materie specifiche . Conseguito il diploma nel 1986 All’età di 19 anni inizia a lavorare a tempo pieno nel laboratorio del Padre dove matura una notevole esperienza nel campo orafo artigianale, nel frattempo nel tempo libero si cimenta nella pittura con tecnica mista (pennelli/aerografo) su vari supporti .Nel 1994 avvia un proprio laboratorio a Lecce diventando in pochi anni molto conosciuto in città e realizzando delle vere e proprie sculture in Oro e argento . Nel 2000 avvia la produzione nel campo Orafo di un Marchio di gioielli artigianale denominato Jordano sculture di cui sono stati prodotti e venduti circa 20.000 esemplari. Nel 2005 e 2006 realizza la corona e lo scettro in argento e gemme preziose per la vincitrice del concorso Miss Mondo in Italia. Nel 2008 decide di cedere il marchio e di dedicarsi ad una vita più a misura d’uomo lontana dal business sfrenato e in quel momento avendo più tempo a disposizione inizia a dedicarsi alla pittura su tela con colori a olio .Da subito attratto dalla sfida con il realismo e l’iperrealismo, i suoi dipinti raffigurano il mondo moderno e contemporaneo ispirato dalle emozioni dell’artista e dal suo stato interiore. In alcuni dipinti raffigura la forza della natura, senza trascurarne la bellezza, ma predilige raffigurare la donna moderna con il suo corpo curato e sportivo, riuscendo a tirare fuori il carattere e la storia di vita dallo sguardo delle modelle, esponendolo su tela. Partecipando a delle rassegne riceve numerosi apprezzamenti per i suoi dipinti e ottime critiche dagli esperti, ispirando poeti e poetesse a scrivere versi per i suoi dipinti. Di lui scrive Letizia Lisi: L'artista si esprime con le sue rappresentazioni pittoriche fuori dagli schemi e dalle regole, figlio d'arte, talentuoso, tocca tutti gli argomenti e le emozioni che lo colpiscono, fuori dai Temi e li riporta su tela. Si emoziona Lui stesso quando termina un opera e la vive in progress, come fosse una sua creatura. La natura, l'anima di chi osserva, l'immagine femminile, il mare in tempesta, tutto ciò che lo emoziona è tema rappresentato dall'artista. Con la poesia del Pascoli, ad esempio, ha molto in comune per quel che riguarda i suoi sentimenti più nascosti, mentre le immagini forti sono in contrapposizione ai versi del Pascoli, il suo amare la famiglia, la casa gli affetti, ma visti con un ottica diversa dal Pascoli, ma che emergono comunque dal cuore. La sua pittura è rifinita e realistica. "Mio Cristo" Olio su tela 30 x 40 cm Lo splendido volto di un uomo chiamato Gesù emana luce intensa che dal dipinto si irradia all’esterno e va 134


ad avvolgere l’osservatore regalandogli intense emozioni … (Maria Anita Acciarini) “Mi copro il volto coi capelli che tu mi hai tagliato e gli occhi chiusi su strani mondi che non ho contemplato ammazzano di realtà il mio bramoso immaginario, tinto e ritinto in toni audaci.. E mi spoglio al tuo sguardo, che non vede oltre la mia nudità..” (Giovanna Politi) "ALESSIA" - Olio su Tela - 80 x 120 cm

Avvolta da una brezza che ne esalta la sua fragilità, la spoglio con gli occhi… Ogni petalo un sospiro… Quale segreto potrebbe celare? Provo ad immaginare… La sua bellezza è una rarità, come il suo cuore che sboccia nelle avversità.

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"IL CESTO DI ROSSELLA" Olio su Tela 60 x 70 cm

"Natura Viva" olio su tela 70 x 80 cm

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Amor celato L’ambrata pelle tua ed i capelli, che di corvino portan lucentezza, magico incanto ispira ai sogni miei, qual trepida carezza. Un fremito m’assale, se i tuoi occhi, che d’ebano m’appaiono creati, io ammiro: son rare perle nere di un orientale mare. Il corpo tuo mi sembra di sfiorare, se solo tu, nei sogni miei già nuda ed in attesa, a me uno sguardo lanci ed un invito, misteriosa Donna. Versi di Mimmo Martinucci

"Amor celato" - Olio su Tela 70 x 90 cm 137


Gabriella Pupino Gabriella Pupino è nata a Taranto nel 1969. Diplomata presso il Liceo Classico Statale "Quinto Ennio" di Taranto e laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Bari, lavora in un ufficio del Comune di Taranto. Ha ricevuto riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali di poesia e ha pubblicato una propria silloge poetica "Il Canto del silenzio", edita da Scorpione Editrice.

Il canto di un’immagine Il volo inebriante di una farfalla il profumo voluttuoso di una rosa il candore soffice di una nuvola. L'azzurro palpitante del mare la carezza ardente del sole il fremito del vento sull' erba. Lo splendore del plenilunio la rugiada, perla dell'alba, i colori fantasmagorici del tramonto. Spalanca i sensi addormentati del tuo cuore: ascolta il meraviglioso canto di un' immagine...!

Quando l’emozione si fa Poesia. Con la Pupino questo avviene con una semplicità che solo l’ispirazione e la sensibilità del suo animo permettono. L’immagine ed i suoi colori diventano stimolo e vibrazione. Sono le immagini che la natura ci offre ogni giorno e che non “vediamo” più. La Poetessa Pupino ne coglie il messaggio con candore e ne avverte la vitalità. Nel suo verso “L’azzurro palpitante del mare” emerge l’ansare come respiro di questa immensità di acqua, fonte antica di vita sul pianeta azzurro. E l’invito finale è sprone a chi distratto nasce, cresce e non “vive”: “Spalanca i sensi addormentati …” (Mimmo Martinucci)

Olio su tela di Letizia Lisi

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Alla vita Ho desiderio, o Vita, dei tuoi soavi profumi e di una lentissima danza, scandita dal ritmo di cullanti culle, di ore immobili, di onde moventi. Ho desiderio, o Vita, di qualcosa di delicato, di fragile, come io sono, forte senza esserlo veramente, di qualcosa che possa stringermi il cuore, stringerlo senza fargli male, ma solo con tenerezza accarezzarlo. Ho desiderio, o Vita, di un tuo diverso bacio, più toccante e fremente sulla mia anima, leggero, scorrevole come vento e sfiorante come il volo di un gabbiano sul mare, che lasci la traccia umida della tua dolcezza e la tempesta commovente della tua passione.

mi faccia diventare qualcosa di bello da ammirare, di fragile da proteggere, di profondo da scandagliare, di prezioso da custodire e qualcosa di meraviglioso da amare ...!

Plenilunio d’argento Quando vedrai la luna giocare con l'acqua e la notte con le sue invisibili braccia avvolgere il mio corpo libero e silenzioso e il mio cuore caldo luminosamente nudo ricco dei suoi sentimenti che l'Amore non vuole avere ma vuole soltanto amare … Quando mi vedrai danzare immobile nell'aria e sentirai nel vento il battito delle mie ali che avranno rubato alla luna il suo splendore d'argento, tu aprirai il mio cuore con le tue magiche chiavi e lo stesso io farò con te, per accendere l'Universo di impulsi di Amore...!

Ho desiderio, o Vita, che tu mi prenda per mano e mi faccia danzare come io non ho mai danzato, che tu 139


Maria Pia Putignano L’eclettica artista Maria Pia Putignano nasce il 29 febbraio in anno bisestile a Taranto unitamente alla sua creatività e all’arte del bruciare. Con tenacia e passione ha personalizzato l’antica arte della PIROGRAFIA. E’ detta “Matita di Fuoco” per la sua capacità di disegnare a fuoco con il saldatore ed insinuando con maestria il colore del “Mare di Puglia”. I suoi lavori sono ormai conosciuti in tutta Italia e all’estero, con successo di pubblico ed interesse di critica. Durante le esposizioni applica la PIROGRAFOTERAPYA, che insegna anche nelle scuole e nel proprio laboratorio d’arte. Nel dicembre 2010 è stata segnalata e premiata a Roma con il “Premio Ambiente” per l’impegno verso la natura e per le sue opere “relitti naturali” a cui riesce a dare vita. "IL MARE IN CALDE PIROGRAFIE" è il titolo delle sue esposizioni. Scrivono dell'artista: “Maria Pia Putignano, affidandosi alla preferenza complessa e innovativa della predominanza pirografica, ne deduce una personale attualizzazione e una trasfigurazione della realtà che si trasfigura in recupero della memoria, della evocazione, ripercorse sul filo dolce del ricordo e della appartenenza all'ambiente del proprio amato domicilio artistico" (Critico d'arte G. Amodio) “Maria Pia Putignano, passeggiando sulla spiaggia, trova frammenti consunti una volta vivi: "il ramo modellato dal mare nella sua lunga traversata, iniziata chissà quando e chissà dove, è approdato per farsi ARTE", quando viene introdotto dall'artista nella sua opera, disegnato direttamente com'è.... (Critico d'arte Prof. V Laruccia - Taranto). "Il peso a volte dell'anima impedisce di sentirsi rinnovati e il MARE, L'ACQUA BLU nelle opere di Maria Pia Putignano diventano armonia e motivo di confronto con termini profondamente opposti alle piccole cose inutili: il respiro dell'immensità, la fragilità e l'essenza, la transitorietà e l'eterno ...." (Critico d'arte Drssa C. Zucchi - Milano).

"VERSO IL MARE" Sento i legacci che trattengono il mio spirito libero. La mia creatività, quell’amore che è in me è muto, sta per soffocare. Verso il mare devo andare nonostante le difficoltà che mi travolgono e mi impediscono di andare. Ma io … nonostante quei nodi che non mi fanno respirare, devo andare per non soffrire, per non avere rimpianti, per non morire. Finalmente libera, verso il mare continuerò per sempre ad andare. (Versi di M.P. Putignano) 140


"SPIRAGLIO DI MARE" Ovunque tua sia, qualsiasi cosa ti nasconda, sian le pietre, sian i rami, sian le insenature più nascoste, sian le più piccole fessure, io ti vedrò, io ti brucerò, io ti dipingerò. Solo il buio dei miei occhi potrà non farmi vedere il sole che si riflette in te, il cielo che si specchia in te. Solo il buio del mio cuore potrà non farmi sentire il mio cuore che batte per te, il mio amore verso di te. Versi di Maria Pia Putignano "Spiraglio di Mare" 90 x 50 cm - Pirografia e Olio Il Mare c'è. E' lì, si intravede tra le pietre ed i rami che scendono cadenti sulla riva. "Cuore alla deriva" 80 x 70 - Pirografia e acrilico Cuore di pietra che resti immobile e sopporti le maree che ti fanno perdere il tuo bel colore ROSSO. Il Cuore delle donne non restano immobili; nonostante le maree, i loro cuori si riprendono e ben presto riprendono il loro colore ROSSO della Vita e dell'AMORE.

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"PAROLE NEL VENTO"

50 x 45 cm - Pirografia e acrilico DOVE SONO ANDATE LE PAROLE D'AMORE E LE BELLE POESIE? SONO VOLATE VIA DAI LIBRI E VOLANO IN CIELO FINO A CADERE GIU' VERSO IL MARE. A CERCARE UN APPRODO IN UN CUORE CHE POSSA FARLE RINASCERE. PER POTER GUARIRE TUTTI QUEI CUORI FREDDI, INSENSIBILI, MALATI DI AVIDITA' E DI NARCISISMO CHE CI CIRCONDANO.

Jonio Perché quel mare azzurro e sì profondo richiama a mente legni e remi antichi che fendono le onde e le tempeste per conquistare terre per la vita? Io vedo Jonio figlio di Durazzo e stirpe di Epidamno e Poseidone baciar le rive ed Ercole che insegue e di suo sangue blu lasciò il colore. E quei tramonti che sull’Aspromonte perla i crinali di rubin lucente e il sorgere del sole là in Oriente dal mare d’Adria sollevarsi in luce. E’ questo il mare che richiama a mente le acque calme di mia madre antica dove sicuro dal mio buio venni all’onde della vita e alla fatica. (Versi di Mimmo Martinucci) 142


La Consapevolezza” (oltre la mimosa) – Pirografia e acrilico Le donne danno la Vita; danno l'Amore; danno il Corpo; danno l'Anima. Gli uomini vogliono la Vita; vogliono l'amore; vogliono il corpo; vogliono l'Anima. Ma … l'8 Marzo DANNO LA MIMOSA.

Info: e-mail - putignanopia@hotmail.it www.myspace.com/putignanomariapia cell. 3490638235 - 099/7770927 - Via Torpediniere n.24 - 74020 Taranto – Lama 143


Gabriella Rodia Dopo anni di studio e di lavoro, ha affrontato il pubblico nell’anno 2011, esordendo con una Mostra Personale alla Galleria “Ai Quattro Venti” di Laura Maniscalco Blasi, mostra dal titolo “La Costola del cielo”, in seguito riproposta con nuove opere alla Galleria “L’Acchiatura” di Grottaglie, con la presentazione critica di Giovanni Amodio, in entrambe le occasioni. Ha partecipato alle seguenti collettive: -“Uniti nella Patria e nell’Arte”, per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia Galleria “Ai Quattro Venti” Taranto; - Rassegna d’Arte “Vetrine a regola d’Arte” organizzata dal Comune di Taranto; -“Testimonianze di un’Epoca” organizzata dal Soroptimist International d’Italia Sezione di Grottaglie; -“Serata a mare con arte” organizzata al molo S. Eligio di Taranto dall’Associazione culturale “Kalliope” di Massafra, in tandem con la presentazione di un libro di Francesco Silvestri; -“Estate con Arte” organizzata alla Masseria Triglie di Crispiano dall’Associazione culturale “Kalliope” di Massafra; - Rassegna d’Arte “Vacanze Intelligenti” Galleria “Ai Quattro Venti” Taranto; Premio Speciale“Il Velo di Artemide” organizzato da “Hermes Accademy” Taranto; - “Eros e Thanatos” organizzato dallo Studio d’Arte “Art’ava” Taranto; - Rassegna Internazionale di Pittura “Artisti a Confronto” organizzata dal Comune di Mottola; - Rassegna d’Arte “CinemArt in galleria ” Galleria “Ai Quattro Venti” Taranto in seguito riproposta al Wine Bar “Siddharta”sempre a Taranto; - Rassegna collettiva “Don Luigi Neglia” Manduria; - Rassegna d’arte “Sorella Acqua” Galleria “Ai Quattro Venti” Taranto; - Collettiva nel centenario di G. Pascoli “La poetica di Pascoli in Arte” presso il circolo ufficiali della MM organizzata dell’Associazione “Il melograno”. L’artista è presente nei volumi “Rassegna dell’arte italiana contemporanea”curata da Walter Scotti Artebaria Edizioni Srl – Taranto e ”Rassega Internazionale Di Pittura” Città di Mottola Edizioni Stampasud S.p.A. 2011. In ultimo Gabriella Rodia ha presentato al pubblico la sua seconda Personale ”La prima pietra” nella Galleria d’Arte “ Ai Quattro Venti” di Taranto. Di Gabriella Rodia così scrive il critico d’arte Giovanni Amodio: LA VERITA’ PROFONDA TRA VIZI E VIRTU’ - Dall’universo Donna Le pietre considerate “le ossa ” della Madre Terra, per Garcia Lorca, divenivano “una spalla per portare il tempo” e se inclinate e levigate al punto da costituire uno scivolo, per la fede popolare diventa vano strumento di magia per contatto, tanto da attribuire alle donne la possibilità dell’assorbimento della virtù per la fecondità. Se nell’evangelica osservazione: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra contro di lei” detiene in sé la metafora del peccato, in essa risiede anche lo sfarzo del tempio di Gerusalemme e della edificazione dell’intera Chiesa, nel nome dell’ Apostolo Pietro. Nel simbolismo cristiano la pietra stabilisce un rapporto con la pena capitale della lapidazione, per la quale la figura femminile esemplare, Maddalena, ne assimila l’analogia col peccato, mentre nella prima pietra Gesù ne rievoca il parallelismo con la colpa di ciascuno. La pittrice GABRIELLA RODIA, dopo la precedente mostra “LA COSTOLA DEL CIELO ”, approfondisce ancora maggiormente l’analisi del pianeta donna, tanto da dichiararla, per mezzo della citazione di Oriana Fallaci, in copertina. E se ne esplora anche il lato oscuro, ricapitolando le simbologie dei Sette Vizi Capitali, riletti con inquietante adesione attraverso la figura femminile, allo 144


stesso modo contrappone, nell’ambito della sua stessa mostra, le Sette Virtù (quelle teologali) Fede, Speranza, Carità e quelle (cardinali) , Fortezza, Giustizia, Prudenza e Temperanza. Sofia, ovvero saggezza le comprende tutte e non è un caso che, nella simbologia, tutte le figure della virtù vengano per lo più rappresentate come giovani donne in abiti lunghi, che a volte combattono contro i vizi. Di volta in volta definite “Piume al Vento” Eterni dei ” “Oggi Icaro è Donna ”, per secoli l’universo femminile ha rappresentato lo specchio magico e delizioso, nel quale si riflette la figura dell’uomo raddoppiata, come sosteneva Virginia Woolf. E Gabriella Rodia affida alle sue opere, l’impietosa attribuzione dei vizi capitali, con intelligenti metafore ed allegorie, nelle quali: - l’AVARIZIA coltiva i desideri irrefrenabili dei beni temporali; - l’IRA esprime l’incontenibile desiderio di vendicare un torto subito; - l’ACCIDIA investe il torpore malinconico e l’inerzia nel vivere e nel compiere il bene; - la GOLA ricade nell’abbandono e nell’esagerazione, insiti nel piacere della tavola; - la SUPERBIA quale desiderio irrefrenabile di giudicarsi superiori agli altri; - l’INVIDIA per mostrare tristezza verso il bene altrui , percepito come male proprio; - la LUSSURIA quale desiderio sfrenato del piacere sessuale; Guardati da S A L I G I A suonava un vecchio acronimo affidato alle iniziali del nome dei Sette Vizi Capitali. Le figure, non di rado contorte nella necessaria identificazione con le inquietanti immagini simbolo che le correlano, si impaginano nella angosciante e criptica rappresentazione che ne denuncia la motivazione fortemente analogica, non priva di intuizioni acute e coraggiose. L’incisività virtuosa, nel contrappasso, ripropone l’effige femminile nella sua elegiaca adesione con tutti i meriti oggettivi che, dalla maternità, alla riflessione, al senso di libertà, alla porzione d’anima, alla proiezione della vita, all’inseguimento del sogno, al trionfo della fantasia, alla generosità (solo per citare alcuni argomenti proposti dalla pittrice), la riguardano completamente. E non mancano altre denunce a riguardo della violenza riservata alle donne, le ossessioni a cui è sottoposta, la prigionia psicologica, gli approdi negati, la perdizione obbligata, la tentazione di Eva, le lacrime d’amore, vari temi sviluppati attraverso l’indagine che prende le mosse dalla sua moltiplicativa poetica attestata sulla DONNA. “Lussuria” Olio su tela di G. Rodia “Essere donna è così affascinante. E’ un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai”. (Oriana Fallaci)

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Le sue immagini, eloquenti, quanto affidate al concetto del “doppio”, della frantumazione reiterata della stessa ritrattistica simbolica, paiono trasfigurare le visioni, tra denuncia devastante ed elegia poetica. Traspongono la scena, i contesti, le rapide stesure affidate al segno nervoso o al colore suadente, a sguardi ammiccanti o a capigliature aggressive, si confortano a volte in composizioni floreali bucoliche. Con Henry David Thorean la pittrice sembra ribadire che “Non vi è un istante di tregua nella lotta tra vizio e virtù “. Il cromatismo spesso smagliante, a volte cupo, celebra il segno che si insinua nell’emozionalità del dato visivo e ne accentua la perentoria adesione ad un linguaggio mai edulcorato. Ci piace chiudere con CARTESIO che non mancava di rimarcare come “Le anime più grandi sono capaci dei più grandi vizi, come delle più grandi virtù ”. La saggezza solo ne mescola e tempera i riflessi, che GABRIELLA RODIA, rielabora cromaticamente ed espressivamente. (Giovanni Amodio) “Una vita di riflessioni” Olio su tela di Gabriella Rodia

Contatti: GABRIELLA RODIA Vive ed opera a Grottaglie, Via Stefano Pelo, 2/E Cell. 329/2930186 Email: gabriella.rodia@alice.it

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“Il peccato di Eva” Olio su tela di Gabriella Rodia

“Oltre il muro” Olio su tela di Gabriella Rodia 147


Francesca Ruggiero Nata a Taranto nel 1959, Francesca Ruggiero si occupa prevalentemente di progettazione e grafica avendo maturato importanti competenze attraverso la partecipazione a corsi di marketing e di formazione. Come grafica pubblicitaria ha collaborato con enti locali, università, aziende sanitarie, associazioni, agenzie, società, case editrici, riviste scientifiche, periodici vari. Foto: Prof. Francesca Ruggiero accanto alle sue opere ed alla Dott.ssa Letizia Lisi. E’ stata consulente e docente di grafica. Ha curato la scenografia ed i costumi di spettacoli del Crest, cooperativa per la quale attualmente si occupa dell’area comunicazione. E’ datata 1975 la sua prima mostra personale di pittura. A febbraio, sul foyer del teatro TaTÀ, ha aleggiato “l’Angelo ferito” dell’artista Francesca Ruggiero: dodici stampe (elaborazione grafica di bozzetti tecnica mista). «L’angelo ferito si è sporcato non brilla dei propri colori, come se avesse dimenticato di averne. E’ un chiaroscuro fragile … si lascia frullare, spremere, pesare, pungere, tagliare, per farsi nutrimento dei bisogni di chi lo circonda». Sono suoi i pannelli pittorici delle aule della Corte D’Appello di Taranto e dell’aula “bunker”. TITOLO mostra...di fragile materia... ...sguaina di lama in preghiera quel che i sogni mai hanno osato nella superbia di un angelo dannato... (Torquato Tasso) Angeli sospesi tra voli blu e grigie permanenze Teste bellissime trattengono pance e cuori Pesanti ed estetici orpelli, didascaliche icone di salvavita. Fili sottili di cristallo, invisibili all'occhio della mente irradiano intermittenti bagliori per l'occhio del cuore. Sono lucciole sparse che schiariscono il sentiero della paura. Grandi ali aperte bisognose di accogliere e già pronte a fuggire.

Contatti con l’Artista: Francesca Ruggiero - ruggierografica@libero.it +39 338 2828536 Le opere della Ruggiero sono in Acrilico, formato 50 x150

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Pina Soloperto Nata a Sava, il 16 gennaio 1950, docente negli istituti di istruzione primaria. Fine conoscitrice del disegno e delle tecniche pittoriche, ha sempre trasmesso agli alunni il suo sapere artistico. Artista impegnata, abile in variegate tecniche pittoriche, è stata presente in eventi d’arte (mostre, rassegne, collettive, ecc.) e i suoi numerosissimi lavori sono presso collezioni private e pubbliche. Ha riscosso successo di pubblico e di critica e ricevuto premi da enti pubblici. La poetica artistica della Soloperto contempla soprattutto un fine naturalismo, ricco di emozioni e sensazioni, ricercato in una pratica il cui tessuto si rinviene nel fascinoso patrimonio della civiltà contadina, verso cui ella ha un legame forte. La sua pittura è lontana da ogni esasperata modernità informale o astratta e ricalca le immagini di un sereno contemplativo quotidiano, senza la ricerca di piani drammatici o sentimenti di crepuscolare nostalgia e rimpianto. Le liriche immagini delle sue tele diventano, così, evocazioni sospese della memoria. La memoria diviene tempo universale dell’Arte e il suo pennello riesce a far risuonare l’eco suggestiva dei caratteri universali di un tempo trascorso, attraverso una delicata meditazione, corroborata dal fascino di sapienti e modulati impasti cromatici. Con una accorta impaginazione narrativa, ella esprime - a tutto tondo - la condizione di un ceto umile in via di estinzione; ne lima, tuttavia, la rudezza, la ammorbidisce, mettendo in scena quei suoi tipici colori, impregnati del sapore del tempo, così che, in lei diviene connotativo il senso personale del colore storico Il linguaggio espressivo della Soloperto rimane sempre libero da aride implicazioni speculative, nel mentre si contorna di una malinconia elegiaca, mai dolorosa, e di una religiosa contemplazione di eventi che si adagiano sulla tela come orme di un viaggio fra le cattedrali della memoria di una civiltà sepolta, rivisitata come un diario malinconico di un viandante, che vorrebbe fermare il dinamico andare del tempo. Le sue rimangono visioni sempre realistiche, sia pure, a volte, accarezzate da una personale trasfigurazione nei loro tramandi essenziali, attraverso ideazioni segniche e soluzioni cromatiche adorne di una umanità elegiaca. La veste formale e la tematica dei suoi dipinti divengono sempre pittura fascinosa, che vuol farsi delicato omaggio alla tradizione della propria terra, quella di Puglia in particolare, topos reiterato e caro all’artista, perché legato alla sua appartenenza geografica. In tal senso, ogni quadro diviene chiave privilegiata di lettura di una variegata espressione culturale legata ai propri affetti, ma soprattutto il suo raffigurato si carica di emozioni e pensamenti, che riesce a trasferire sulla tela mediante un senso di vaga sublimata nostalgia. “Vecchio con tabarro” – olio su tela – 50 x 40 cm 152


“Castel del Monte” - olio e acrilico su tela . 50 x 80 cm Nel suo percorso artistico, la Soloperto non è rimasta estranea ad esperienze di tecniche pittoriche diverse, i cui risultati descrivono esiti di certo spessore e soprattutto anticipano o fanno intravedere in lei nuove stagioni artistiche. Sempre, però, la sua rimane una pittura controllata, severa e disciplinata, attenta e rispettosa dei processi esistenziali, così come il suo animo sensibile e vigile li coglie. L’osservatore, nel contemplare i dipinti della Soloperto avverte come un silenzio intorno, come un senso di sacralità, di solitudine del tempo, mentre i modulati accenti coloristici contornano le umili ed elementari architetture contadine e inondano l’atmosfera di sospensione, espressa sui volti delle tante figure, un’atmosfera che sa come di attesa. E il tutto si fa luogo ideale, ma reale insieme, descritto con un composto alfabeto cromatico, dalla elegante sintassi, classicamente strutturata.

Reliquie del tempo Forme e Suggestioni di Pietra .... i tanti e ricchi modi del sentire umano trovano una robusta e caleidoscopica testimonianza nelle pietre dipinte della Soloperto. … Da ogni pietra sembrano emergere aspetti e profondità inedite, forme e suggestioni che incantano e stupiscono l’osservatore. Sono sassi inerti, su cui però è possibile leggere le intense e misteriche pagine del tempo, fermate dalla mano della natura in quelle facce, a volte dure, dai lineamenti squadrati, forti e granitici, a volte delicate, dai lineamenti abilmente accennati, con volumi leggeri. 153


La donna alla fontana Le vecchie strade e mura colorate, con la vetrata che fa porta-luce e contro la calura ante accostate, hai casa che nell’orto poi conduce. Avanti sol due vasi con le piante che al muro rosa nudità vi toglie, due vecchie viti con stagioni tante negli angoli con tralci e verdi foglie. I grappoli maturi han da venire e i bimbi passeranno a spiluccare. La vita par che non voglia morire ... Tu donna pensi alla tua vita vana, rivedi gli anni verdi quando andavi a catturare un sogno alla fontana.

“Lu Traìno” La strada è solitaria alla controra, e il sole a picco non dà stilla d’ombra; le chianche l’astro caldo le divora e aspettano la brezza della sera. Triste il traìno dorme alla rimessa e soffre il caldo come fosse vivo, da inutile telone ricoperto, le stanghe in aria in cerca di frescura. I sacchi, che di biada sono pieni, sono il futuro di quel vecchio mulo che arranca spesso stanco nel tratturo che porta a quei filari a malvasia, uva d’antichi gusti ormai passati come i ritratti scoloriti a un muro.

In alto: “Donna alla fontana” Olio su tela – 70 x 50 cm

Foto accanto: “Lu Traìno” Olio su tela – 60 x 40 cm Sonetti di Mimmo Martinucci 154


Ninfa dei boschi Sfiorando i tuoi capelli nel mio pugno, arresterò la corsa che tu fai, Ninfa dei boschi che il silente vento, qual brezza lieve, sfiora. Come cerbiatta corri ad inseguir la vita ed io sarò al tuo fianco nei tempi di abbandono a rivelarti il sole tra le alte e verdi fronde. Poi rivoli di perle saranno a dissetarci nelle cascate a valle e tu sarai piÚ fiera, mirando il tuo futuro. E insieme correremo nella vita. (Mimmo Martinucci)

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Maria Rosaria Vendola Nasce a Taranto nel settembre del 1964 e rivela, sin da piccola, attitudine al disegno, ma la scelta dei suoi studi propende per l’insegnamento. Consegue la Maturità Magistrale e l'idoneità al 4° anno del liceo artistico come privatista. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bari superando l’esame di ammissione al corso di Scenografia. Sposata e con figli prosegue il percorso artistico con studi e ricerche personali. Partecipa a diverse mostre e collettive anche internazionali, incontra l’arte antica delle icone russe e se ne appassiona, coinvolgendo anche il marito che diventa suo stretto collaboratore nello studio e nella ricerca della tradizione religiosa. E’ convinta che l’arte non contenga in sé solo il privilegio di un piacere. ma anche l’intima consapevolezza di sapere e potere comunicare un sentimento trascendente, comune a tutti gli uomini e, per questo, in grado di sublimare ogni espressione, fino al raggiungimento dell’universale, approssimando gli animi al senso dell’eterno e svelando ai più il mistero del Divino. Mostre d’Arte:

Partecipa a numerose Rassegne d’Arte Contemporanea e personali. Riceve premi e riconoscimenti in varie occasioni: - XVI Premio nazionale MOICA ARTE “ Maria Scarcella Padovano” "Premio Arte nel Sacro"; - Mostra internazionale dell’arte iconografica a Gravina di Puglia, "Prermio Arte Bizantina" 2° premio insieme al marito Nicola Tagliente (intervento di Pina Belli D'Elia, storico dell'arte medioevale e di Anna Soricaro, curatrice di arte contemporanea); - Mostra-concorso "Angoli-nascosti...d'oro, d'argento e cobalto...i colori della Puglia " (Statte TA) 3° premio con l'opera "Scorcio sul Mar Piccolo "l'aciddara". - 14° edizione Premio d'arte visiva città di San Giorgio, premio speciale della giuria per l'icona di San Giorgio . - Numerose collettive con l'associazione il "Melograno”. Giudizi di scrittori e critici d’arte: "Maria Rosaria Vendola, coglie il senso naturale delle cose e dell'umanità; diremmo la spontaneità e il gesto delle sue figure, dei suoi corpi maschili e femminili. Ella ha qualcosa di struggente, di immediato da comunicare. Come spesso accade in un’artista, la realtà le cose oggettive, diventano strumento di soggettività, di convincimenti personali. Maria Rosaria sente la natura, l'uomo, la figura femminile, le cose, il valore dell'ambiente e cerca di recuperare con il suo estro, con la sua pittura, i valori supremi della natura e dello spirito e li vivifica con la sua innocente dedizione all'arte, mediante il colore e la luce." Maria Luigia Scialpi (Scrittrice) "Un effetto immediato di grande coinvolgimento emotivo, una sottile liricità nel saper cogliere l'essenza stessa della realtà. Nella sua arte la dinamicità degli elementi si fonde con la natura. Sacro e umano sono concretati in una magica alchimia di sentimenti, emozioni, spiritualità. Una profonda religiosità, cardine e riferimento nella vita dell'Artista, è tematica di grande pathos nella sua arte visiva. Segno e cromatismo in perfetta simbiosi per disvelare le recondite armonie del suo animo." N.D. Elisa Silvatici – Critico d’Arte-

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Taranto Mar Piccolo

Sognami

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Taranto souvenir Opera dove l’occhio dell’artista fonde le bellezze della città di Taranto: il suo lungomare, i suoi palazzi, i suoi grattacieli moderni ed il suo mare, il suo doppio mare, Mar Grande e Mar Piccolo. E dal Mare una Sirena lancia la sua rete. Contatti: Maria Rosaria Vendola (Circolo culturale "Rosselli") via Largo Alimini Grande, 30, 74100 Taranto tel. 099-373135, cell. 331-4659685, e-mail: maryv@email.it

"Ti racconto un sogno" (Versi di Franca Leopizzi)

Ho sognato, per te, figlio mio, cieli azzurri, verdi campi, gioia di vivere. Ho sognato anche allegre marionette: vorrei regalartele, ma si dissolvono nella scia del ricordo. Solo i tuoi occhi sapranno vedere quello che tu cercherai. Sarai libero ed io non sempre ci sarò.

"Ti racconto un sogno" Olio su tela di Maria Rosaria Vendola : La madre si addormenta mentre racconta la fiaba al suo bambino ed entrambi entrano nel sogno …”

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Splendido esempio di icona della Vergine con il Bambino.

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Anna Vozza Basile Vivere i primi quattordici anni di matrimonio nel rione Tamburi ha stuzzicato la mia curiosità, la voglia di documentarmi, di saperne di più: tarantina sì, ma "di città", sono stata adottata da questo quartiere e, una volta qui, ho scoperto la passione per le rime in vernacolo. Semplice, spontanea e genuina, la gente di questo rione mi ha arricchita di tarantinità. Ascoltando, apprezzando e sfruttando le conoscenze degli anziani del posto, tra cui i miei suoceri (preziose enciclopedie viventi), ho attinto affascinata molti termini e usanze a me sconosciute, nonostante io sia nata e cresciuta nella loro stessa città. È nato così "Tarde amore e fantasije". L'amore che mi lega alle mie radici, la fantasia che uso per descrivere situazioni, tradizioni e luoghi della mia amata Taranto, il cognome che porto unito a quello di mio marito (che da sempre appar-tengono alla provincia ionica) sono il titolo stesso di questa mia prima raccolta, che spero trovi con-senso tra i lettori miei concittadini. Diversi brani nascono dalla mia personale esperienza, ma sono certa che molti di voi si riconosceranno in alcune situazioni che descrivo, nei posti e nei profumi di cui mi piace narrare, delle piccole disavventure quotidiane, nelle tradizioni e nelle usanze che ci accomunano. Tutti quei ricordi non sono altro che il baule in soffitta che ognuno di noi conserva gelosamente e che, ogni tanto, riapre tirando fuori di tutto: giochi d'infanzia, affetti perduti, posti incontaminati, immagini sfocate di antiche tradizioni e tanto altro. Poi si rimette tutto a posto per ritornare al presente... E come a voler mettere ordine nella soffitta del proprio cuore. (Anna Vozza Basile) Ecco alcune poesie in “tarantino” della Poetessa:

Sciurnate sturtegghiate (giornate storte) Stònne sciurnate ca nascene tòrte, accume te vuéze già pigghie 'na stòrte te usche(1) c' 'u maneche d' 'a caffettiére, te spruscene(2) tazze, tumbagne(3) e bicchiére. Stè scinne a ffa 'a spése cu'll'acque'e c' 'u viende, d'abbascie ha sparite pure 'a cingheciende, rumane 'mbalate c' 'u 'mbrèlle a le mane, o poste d' 'a mmachene stè dorme 'nu cane. E già d' 'a matine se véde 'u bongiòrne, t'attòcche'a scéije a ppéde all'andate e o retòrne, ca sciopere pure stè face 'a tramvije, e "Maèstre 'a stèsse !(4)" pe' le farmacije.

Po' tuorne sfenite cu"a lènghe da fóre, no'jacchie la chiave, se ?quasciene(5) l'óve, po' scatte l’allarme d' 'a pòrte e stè spande: - Ma pe stè sciurnate, esiste 'nu Sande? Con una filastrocca ho voluto parlare di una delle mie giornate più disastrose, durante la quale mi è successo di tutto, anche quando credevo che fosse finita. Note: (1) USCHE, bruci (2) SPRUSCENE, scivolano (3) TUMBAGNE, coperchi (4) MAESTRE 'A STESSE!, modo di dire che indica qualcosa che si ripete (5) SQUASCIENE, rompono

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'Nu suènne de pace (Un sonno di pace) 'Nu suènne m'agghie fatte ind'a nuttate, ca jéve fèsta granne sus'a Tèrre, ca le naziune scèvene affiatate, ca no 'nge stave l'òmbre de 'na uèrre. 'Nu prate granne devendò 'u pianéte, sparirene palazze e cemenére, e se sendéve 'n'uneca parlate, e se decéve 'n'uneca preghiére. E cume ci èreme tutte 'mbarendate, allegre ne tenèmme a mmane-a-mmane, cume ce avèmma ffa 'na scampagnate atturne o munne, figghie, mamme e attane. S'accumenzò 'sta fèste e candò 'u mare, 'u viende apprisse a tutte le mundagne, e a 'stu cungièrte chiù uneche ca rrare, 'nu córe d'acedduzze s'accumbagne. Se ne presciave(1) 'ngiele 'U Criatóre, ca sus'a Terre stave st'armunije, e a nuje da 'mbiette se ne zumbave 'u córe, pe"ste mumènde chine d'allegrije. Ma de 'mbruvvise o mègghie d' 'a nuttate, 'nu timburale accume pe' despiette, cu lambe e truéne cange 'a sgrenate, sparisce 'u suènne e spande(2) d'ind' o liette. Credo che questa poesia sia il sogno ad occhi aperti di ognuno di noi, perché nel cuore di chi ama il Signore c'è sempre posto per la speranza. Note: (1) SE NE PRESCIAVE, se ne rallegrava (2) (2) SPANDE, salto

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Fotògrafije (fotografie) Spèrte(1) pe"nu descetele(2), l'òtre ggiurne a menzadije, m'hagghie acchiate a scarnisciare(3), minz'a le fotògrafije. Combleanne, sposalizie, Comunióne e Carnevale, gite fatte de staggióne, 'nguarche pranze de Natale. Gire'e vuéte (vuét'e gire) m'ha pigghiate 'a nustalgije, de uardare ann'òtra vóte, chidde de le nòzze mije. E cu' fileme 'u piccinne m'azzettéve s' 'u devane, e cu' comède geréve chidde fòglie a mmane-a-mmane. Ind'a camere d'u liette cu' a vestaglie nand'o spècchie, 'ndande ca me 'ngiuppenave(4) e me stè appettave l'eècchie. Gire e stóche già vestute e d'a camere agghie' assute, vianghe cum' 'a 'na Madònne, ècche 'a zite(5) ca stè scènne. Ma ce bbèlle 'st'òtra póse addò stóche trasche 'a Chiése, 'mbrà le sguarde de pariende tutte in'abbete elegande. E geranne ame arrevate ca n'avèmme già spusate: - Vide attanete(6) quidde ggiurne cume stave emozionate, vide 'a nònne ca stè chiange, pure jèdde s'à cummòsse, e 'a cummare za Rusìne stave pure 'nzigne all'òsse(7)-. Indr' o mèndre stè geramme tutte 'ste fotògrafije, hagghie viste ind'a facciòdde cume 'na malingunije, specie quande ame arrevate, addò stóche apprisse a' 'nane, mendre stè tagghiame 'a tòrte e ne sbattene le mane. Tanne no"nge ha vviste chiù e cussì m'addumannate: - Mà Pe'ccase cu' le nònne, ce n'avèreme arrajate? Quiste tu me l'ha spiegare, ce no azzèche e me ne vóche, 'mbrà stà mòrre(8) de cristiane, me l'a discere addò stóche?-

La spensieratezza di staccare la spina e con il proprio figliolo accomodarsi in salotto e sfogliare l'album delle proprie nozze, spiegando al piccolo i vari passaggi: casa, cerimonia, banchetto. Poverino però, non capisce perché non è stato invitato … Note: (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8)

SPÈRTE, alla ricerca DESCETALE. ditale SCARNISCIARE, rovistare 'NGIUPPENAVE, acconciavo ZITE, sposa ATTANETE, tuo padre 'NZIGNE ALL'ÒSSE, modo di dire per definire una commozione che si trattiene a stento MÒRRE, moltitudine 162


‘U pèsche e l'alije (Il pesco e l'ulivo) In occasione de 'sta primavére cu' `mmite1 annunge e partecipazione, s'ha organizzate cu' mamma Nature, ‘mbrà l'alvure `na bbèlla selèzione. L'amènele2 c'u pèsche, arrivene elegande, sendènnese `mbrà ll'otre vengeture, pére e cerase3 accume a dóje berbande, du' fatte lóre jèvene secure. Po' arrive pure `u salece c'u pine, ‘n ògna sgraziate l'alvure d'alije ‘a quèrce cu' l'arange e `u manderine, tutte a disposizione d' ‘a giurije. Cumrnare de 'sta manifestazióne, ‘na ròndene stè ‘n abbete da sére, pe' ss'occupare po' d' ‘a premiazióne, apprisse ‘a terragnóle4 e 'a capenére. E mèndre ‘a bbrèzze allisce fiure e ffògghie, accume a 'n' estetiste de mestiére, `u presedènde sènze cu sse ‘mbrògghie, a' fine scacchie5 e pare assaje singére. Cumbòste da l'aciedde d' `a staggióne, sus'a `nu pale eleddreche ‘a giurije, azanne ‘ngiéle a vviste `u tabbellóne, déje `u prime prèmie all'alvure d'alije. 1 `MMITE, inviti 2 L'AMENELE, il mandorlo 3 CERASE, ciliegio 4 TERRAGNÓLE, allodola 5 SCACCHIE, sceglie

Versi di Anna Vozza Basile Olio su tela di Letizia Lisi 163


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Pittori e Poeti in evidenza

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Giuseppe Cantatore Giuseppe Cantatore nasce a Bari il 30/06/1973, da una famiglia di ascendenze artistiche; non a caso il suo nome ricorda il grande genio della pittura, Domenico Cantatore, che conobbe i grandi impressionisti del 900, Modigliani, Picasso, Matisse. Giuseppe Cantatore segue ora la sua strada senza inutili pretese di facile arrivismo, infatti espone in tutta Italia, con modestia ed umiltà senza andare alla ricerca di ambiti premi, ma per puro spirito artistico e per far conoscere la sua arte ad un numero sempre maggiore di persone. Cantatore ama il disegno già dalla tenera età quando, in prima elementare, gli viene affidato un tema libero di disegno. Alla consegna, Giuseppe ottiene il suo primo successo, infatti quel disegno fatto di case sovrapposte, come antichi scorci, venne subito mostrato alle insegnanti delle altre classi ed affisso nei corridoi della scuola. Cantatore riscuote apprezzamenti non solo da conoscenti ed amici ma anche da pittori già affermati come Italia Ciasca (oggi scomparsa) e Luigi Dragone (allievo del grande Renato Guttuso). Egli comincia così ad acquistare fiducia in se stesso e in quello che produce. Esperimenta nuove tecniche, oltre alla matita sua prima grande amica. Così, nel 1991 a 18 anni, produce e vende sotto commissione, una decina di opere, sempre di paesaggi. Dal 1992 al 1998 poi lascia completamente la sua passione conservandola comunque nel suo cuore. Riprende l’attività nel 1999, anno in cui nasce il suo primogenito Francesco. Nel 1999 la sua prima opera ad olio, tecnica che utilizza fino ad oggi, con personalità spiccata. “Dietro la collina” - Olio su tela

“Ulivi” - Olio su tela

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Martino Carrieri Martino Carrieri è il Presidente dell' Istituto per la Cultura della Pace e il nuovo Sviluppo, ed è candidato al Premio Nobel per la Pace 2012. Ha scritto racconti, saggi, opere teatrali, poesie, romanzi, sceneggiati per la RAI. Il tema fondamentale della sua azione e della sua speculazione intellettuale è l'IMPULSO CREATIVO come impulso primario - nell'individuo, nella collettività, nei popoli - visto, attraverso le sue opere, nelle poliedriche implicazioni non solo artistiche e culturali, ma anche sociologiche, economiche, etiche, teologiche. Martino Carrieri ha ottenuto la candidatura al Premio Nobel per la Pace per il suo impegno pratico e, soprattutto, per le sue teorie fortemente innovative riguardo ad un mondo di pace, felicità, evoluzione creatrice. A formularla e proporla per prima è stata l'Amministratrice Comunale di Lizzano che patrocina lo splendido "Museo civico della Paleontologia e dell'Uomo". L'Opera in aforismi "La ricca cultura di Pace" è il secondo momento (il primo è stato l’ “Intervista sulla cultura della Pace"), in cui Martino Carrieri approfondisce ed illustra con mirabile sintesi la teoria che per 30 anni lo ha visto impegnato in prima persona nel trovare un'idea e un'azione per la Pace che fosse duratura, stabile, affascinante, coinvolgente. E' lettura utile per coloro che sostengono intuitivamente l’ “Istituto internazionale per la cultura della Pace e il nuovo Sviluppo". Ecco i titoli di alcune delle opere più rappresentative di Carrieri, già pubblicate, interpretate, trasmesse o di prossima uscita: "Cauricchio", "Nuovissima Atlantide", "Nel mondo di Isabella" e "Maria D'Enghìen" (con Federica Marzano), "Vacanza ad Alborea", "Il nuovo sviluppo" (con Gianni Casella), "Il Terzo Capitale", "E mi credo in volo" (con Angela Vozza), "Dal Terzo Capitale al Capitale finanziario" (con Tiziana Martire, Vincenzo Bruno e Salvatore D'Alesio), "Intervista sulla cultura della Pace", "La vita dolce", "Come arrivare di nuovo a fine mese" (con Angela Vozza), "Preghiere estetiche", "Maria Ruta: ovvero il Turismo ricchezza primaria", "Beato Giovanni XXIII - Genio dell'Umanità".

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Carmine De Gregorio Carmine De Gregorio (Nello De Gregorio), sindacalista, dirigente politico ed amministratore di lungo corso, ha preso a cuore negli ultimi anni la tutela dei beni culturali e del patrimonio paesaggistico, architettonico, artistico ed archeologico (tutela per la quale si è battuto quasi sempre in solitudine, e troppo spesso inascoltato, anche da consigliere comunale) convinto che per tutelare sia necessario conoscere, ha intrapreso studi sempre più approfonditi, dapprima sui beni culturali della città e della provincia, poi, man mano che ci prendeva gusto, della Puglia intera, unendo alla documentazione delle bellissime, inedite fotografie appositamente scattate. Da questa indagine sono scaturiti cinque libri affascinanti che fanno sì propaganda al territorio, ma non con l'ottica, forzosa e forzatamente reticente, delle aziende di promozione turistica. (Giuseppe Mazzarino, giornalista Gazzetta del Mezzogiorno) “Raccontare la Puglia non viene mai a noia ed è sempre difficile per chi lo fa scadere in luoghi comuni o stantie ripetitività. Me ne sono accorto in occasione del mio primo lavoro sulla Puglia: “Earth - La mia Terra”. L'idea di questo nuovo lavoro mi è stata suggerita da Lino Patruno, in occasione della presentazione del libro nel novembre del 2010. Era piaciuto ad un grande comunicatore quale è lui, il sottile filo conduttore che aveva accompagnato la mia lunga passeggiata in tutto il territorio regionale: la Puglia è terra di primati, terra di unicum. Da qui l'invito ad un lavoro che approfondisse ancor di più questo aspetto della nostra regione, con quell'enfasi che va concessa ad uno che ama visceralmente la terra che gli ha dato i natali e dove vive. Mi sono quindi rimesso a passeggiare ed ecco quindi queste spigolature di Puglia, questi straordinari ed originalissimi primati. La Puglia non è una terra qualsiasi: è terra di antica umanità, nel suo antichissimo aspetto, nelle sue sorprendenti fioriture artistiche; un meraviglioso paese austero, arcaico dove anche i ritmi della modernità non sono mai fuori dal tempo. E' una terra da scoprire, sapendo che non si finirà mai di scoprirla perché è una terra, la Puglia, come le stagioni: il ciclo è sempre lo stesso ma riserva sempre qualcosa di nuovo fin dalla notte dei tempi, fin da quando è stata colpita dal primo raggio di sole. Già! Perchè è dalla Puglia che la luce del mattino dà il buongiorno al Bel Paese. La Puglia è la terra più antica d'Italia. Anzi quando la Puglia nasceva la nostra penisola era ben lungi dal modellarsi come oggi. La Puglia era un corno d'Africa e tutt'intorno l'immenso mar di Tetide da cui sarebbe residuato il Mediterraneo. 85 o forse 120 milioni di anni fa sul Gargano e nel cuore di quella che oggi è la Murgia vi passeggiavano i grandi dinosauri, i grandi mammiferi di età giurassica che un giorno di appena dieci anni orsono hanno voluto manifestarsi prima ad Altamura e poi a Mattinata. Ancor più di recente vicino Molfetta…” 168


Annamaria Guido E’ nata a Taranto il 12 aprile 1944 e risiede a Martina Franca (TA). Pittrice, restauratrice di dipinti antichi, amante del decoupage e del decoro natalizio. Ha una sua bottega d'arte "Garutika" nel centro storico di Martina Franca. Organizza corsi di pittura con il maestro Francesco Zefferino.

“Doccia” Olio su tela dell’artista Annamaria Guido

Sotto: “Mare in tempesta” (da una foto di Mimmo Modarelli) - Olio su tela

La pelle freme La nostalgia ti prende: quell’amore che catturava l’anima e travolgeva i sensi. Brucia la solitudine ed il ricordo, sotto la doccia calda, ti sorprende. La pelle freme, mentre l’acqua scende sul corpo tuo in attesa, e tu ne avverti, accanto a te, insieme alle carezze, il suo profumo. (Versi di Mimmo Martinucci) 169


Adele Libero Adele Libero è nata a Napoli il 28.12.1950. Sposata. Laureata in lingue e culture moderne. Ama la poesia e la cultura in generale. Scrive poesie pubblicate su Aphorism.it e su Danielaedintorni.it. Innamorata della Puglia e del suo mare.

Gabbiani Gabbiani stan giungendo fin qui, del mare incontrastate ali, sembra accarezzino l’aria, sfiorando tetti, palazzi. Affido loro un sogno: sappiano giungere a te, il mio amor urlando, con ali gonfie di baci. E tu raccoglierai l’aria, ti sembrerà di vedermi, invocando il giorno del mio ritorno.

Sera Chiara e opaca la sera, senza luna, a lei appartengono i lampioni spenti, gli ubriachi in giro senza mai fortuna, il molo con pescatori stanchi. S’incammina restio anche il mio cuore, rimestando le ore del giorno, i baci dati e presi, le paure, i suoi capelli nella mia maglia blu. E’ troppo bella e giovane, io penso, mentre raccolgo le somme del mio tempo. Ma lei racconta l’anima, la vita e pura innalza le parole, sottraendole al destino.

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Anna Marinelli Anna Marinelli, nata a San Giorgio Jonico (Taranto), dove risiede, è impegnata attivamente nel volontariato di ispirazione cattolica. La sua bibliografia è molto ricca ed esaustiva, in riferimento a quelle che sono le tematiche da lei trattate. Ha pubblicato molte raccolte di poesie e prosa. Anna Marinelli ha vinto numerosi Primi Premi di poesia, nazionali ed internazionali, che l’hanno imposta all’attenzione della critica qualificata su tutto il territorio nazionale. Le sue poesie sono presenti anche in innumerevoli antologie poetiche. Molte sono anche le sue collaborazioni, di cui si trovano molteplici testimonianze sia nel suo sito che in altri e che consistono nei suoi “Interventi” sia poetici che in riferimento a relazioni letterarie tematiche specifiche. Essa è presente nello spazio dedicato alle poesie più meritevoli: “Attimi di poesia” ed è contenuta in AA. VV., Attimi di Poesia – prima raccolta 1° semestre 2010, frutto della lodevole iniziativa di “la Mente e il Cuore”. La Marinelli si incanta di fronte alla natura e beve i ricordi, donandoci versi di una limpidezza unica.

Batuffoli di Luce Donde li colse il vento questi batuffoli di Luce, questi scampoli di seta rosa appena venati di stupore ? Li sottrasse forse al pennello di un pittore ? Li sottrasse alle ramaglie odorose, dalle forcine delle spose ? Versi di Anna Marinelli

“Mandorlo in fiore” Olio su tela di Letizia Lisi 171


Angela Mignogna “Cammei d’amore” I cammei sono dei gioielli realizzati attraverso l’incisione di una pietra stratificata: l’onice; altre volte, per poterli realizzare, vengono usate delle conchiglie speciali, ma sono stratificate anch’esse. La vita può ben identificarsi nella composizione dell’onice o della conchiglia stratificata: tutte hanno i segni forti del tempo. La pietra, come la persona, interagisce con la natura circostante e si conforma, fino a custodire ed evocare la storia; la parola, come la persona, si forgia alle esperienze del corso dei tempi, fino a custodire ed evocare il pensiero dell’uomo. Quanta stratificazione temporale nell’animo di Angela Mignogna, poetessa per sentimenti, come per sovrapposizione di esperienze di vita. Puoi incontrarla solo quando percorri i sentieri dell’anima; quelli in cui le pietre miliari sono i sentimenti, gli affetti, le attenzioni, mentre i segnali sono le rivalutazioni, le ricerche, l’ordine dell’essere uomo sempre, a prescindere dal tipo di lavoro che si svolge e tenendo conto della energia interiore. Consapevole che lo stare insieme offre rose e spine, ma si viene pure illuminati dai sorrisi solari e dagli sguardi che guidano mani carezzevoli, Angela Mignogna ritiene che il sorriso rimane la prefazione alla vita, anche quando l’amore si trasforma e diventa desiderio per gli altri da godere, ma immergendo lo sguardo per incontrare la persona e non l’oggetto. Surrealismo puro e tenero di una vita vissuta nella ricerca e nella considerazione; un surrealismo che ha saputo riscattare le semplicità e le ignoranze, a volte ritenute sconvenienti, mentre erano lavoro utile e certezza di far di conti: surrealismo che ha saputo sorridere eternamente alla luce del suo viso che la sua parola riflette bene. Angela Mignogna sa andare oltre con la sua ricerca interiore e riesce a lasciarci il profumo dei fiori amati, come il ricordo della voce, delle mani, degli sguardi e dei sorrisi: tutto deve essere dolce per aiutarci a vivere nella sua esperienza di continuità, diversamente si rischia di rimanere soli in questo mondo come il suo viaggio tra sogno e realtà ci suggerisce molto saggiamente. Il giornalista e scrittore Giuseppe Mazzarino ha così recensito il libro di Angela Mignogna: «La poesia della Mignogna è d’impronta nettamente lirica, i suoi versi risentono della essenzialità dei lirici greci rivisitati da Quasimodo, sono in un certo senso atemporali, cantano un io interiore metastorico, profondità di affetti, sensazioni e sentimenti metastorici. Sono veri e propri cammei sui quali l’autrice ha lavorato di bulino, per ricavarne profili netti, nitidi, che sfidano il tempo (per inciso, il libretto, anche graficamente molto bello e curato, è illustrato da differenti cammei, opera di Vladimir Voccoli, accanto al titolo di ogni poesia). [...] Amore, ricordi, rimpianti, paesaggi ed affetti fioriscono nell’esiguo manipolo di liriche, concluso con un brano di prosa rievocativa, Una vita un mestiere, rievocazione a metà fra l’iniziale neorealismo e – anche qui – la trasfigurazione lirica memoriale di uno zio carbonaio e semi-analfabeta, che si spegne distrutto dalla fatica, dalla polvere di carbone e dall’inquinamento che tutti ci avvelena».

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Lucia Torelli Lucia Torelli, città nata a Corato (BA), pittrice, maestra d’Arte e poetessa, approda sin da giovanissima nel mondo dell’Arte “per vocazione”. La sua prima 1ª mostra risale al 1973. Durante la sua residenza a Roma, ha frequentato con assiduità lo studio in via Margutta del noto ritrattista R. Geleng, per affinare le sue tecniche. Ha partecipato a numerose rassegne e concorsi, riscuotendo vari primi premi e menzioni della critica. Per i suoi meriti artistici e letterari, le sono stati conferiti titoli accademici e premi alla carriera. Ultimamente ha esposto in Roma a Palazzo Barberini. Molti i suoi molti riconoscimenti nel settore della pittura e della Letteratura. E’ presente in importanti annuari d’Arte Contemporanea. Le sue antologie sono presenti in Vaticano, al Campidoglio, nella biblioteca della città di Parma, Trieste, Campobasso, Siena, Bari e altre città. E’ recensita dai critici d’Arte: Grimaldi, Falossi, Delgado, Cracas, Addamiano, Amodio, Conti , Latronico … E’ componente della giuria della Mostra di Arte Contemporanea de “Il Pendio”, Corato, e altre. Fa parte della giuria di prestigiosi concorsi letterari.

Come valzer di viole In una notte di prodigi e di vento il mare d’erba alita messaggi al bosco che saluta rispettoso. Il grido del falco ora graffia il cielo e sfiora carezze contadine. Sogni di donna attraversano nuvole e stelle e si faranno volti fra le ombre come movenze di ballo di onde nervose e di mille margherite al vento. Il pettirosso verseggia in cielo sussurri di note che contornano l’aria e i loro voli articolati disegneranno la fragilità delle foglie e solcheranno silenzi di cuori. Il buio intreccia sui rami memorie di donne e aurore di bambine e il ricordo di novembre dopo la pioggia, si legherà al cielo e alla quiete e ne rafforzerà l’aria. Canti di speranza scioglieranno inverni di neve e spighe assetate ondeggeranno al vento in cantilene di nostalgie a tessere sui rami profumi articolati a dileguare dilemmi. E i pensieri andati e ansie sospese scivoleranno come sabbia fra le dita e i desideri come valzer di viole si solleveranno nella polvere. 173


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Alcune INIZIATIVE dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto – Onlus”

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REALTA’ DEL TERRITORIO CHE OPERANO sul territorio e PER IL TERRITORIO che hanno condiviso e sostenuto i progetti artistici

dell’Associazione: “Il Melograno Art Taranto - Onlus”

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Dal 1978 emittente televisiva leader a Taranto, Brindisi e Lecce, con significativi consensi anche nelle province di Matera e Cosenza. Da maggio 2012, con l’avvento della TV digitale, seguita sia sul canale 15 con diffusione in tutta la Puglia, che sul canale 187 nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce. Punti di forza del palinsesto dell’antenna sono la puntualità e la capillarità dei servizi informativi, in virtù delle redazioni e delle corrispondenze dalle sedi di Bari, Taranto, Martina Franca, Brindisi e Lecce: una programmazione che comprende ben 18 appuntamenti quotidiani con le News e numerose trasmissioni settimanali di approfondimento dedicate all’attualità, alla politica e al sociale, alla sanità, ai giovani e agli approfondimenti informativi. Tutti i programmi dell’emittente sono visibili in streaming live sul web, su iPad, iPhone e Android.

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Castello Spagnolo S.S. 172 - TARANTO per MARTINA FRANCA STATTE – Telefono 099/4722222 3208083107 Sito Web: http://www.castellospagnolo.it Il Castello,risalente alla fine del XV secolo,è oggi sede prestigiosa per matrimoni, convegni, ricevimenti nuziali, battesimi, comunioni, compleanni, eventi Speciali. Costa come gli altri,ma è un castello...

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INDICE Saluto del Sindaco di Taranto Dottor Ippazio Stefàno ..................................................................... Introduzione della Dott.ssa Letizia Lisi ............................................................................................ Prefazione: “Il Giardino incantato dello Jonio” - Prof. Angelo Scialpi ............................................ Taranto - Versi di Mimmo Martinucci .............................................................................................. Sfida culturale e promozione del territorio – Dott.ssa Angela Mignogna ........................................ L’Associazione IL MELOGRANO ART TARANTO ONLUS al servizio del territorio IONICO Presentazione della Prof.ssa Elisabetta Pitrelli dell’Università di Pisa - Critico e Storico dell’arte ................................ Tra arte, storia, poesia e ambiente: un modo di essere nella vita contemporanea di Taranto ........... Taranto: la gemma dello Jonio – Prof. Angelo Scialpi ..................................................................... Pittura d’autunno: Interpretare la natura nella stagione della maturità – Prof. A. Scialpi ................ Il Silenzio cromatico – Il sacro e il territorio – Prof. Angelo Scialpi ............................................... “Promozione artistica nel comprensorio jonico e magno-greco della città di Taranto” - Dottoressa Dina Turco ................................................................................ “Arte: brivido della bellezza” - Prof. Teresa Gentile ........................................................................ “I segni dell’anima sono nascosti nel colore blu” Intervista alla Dott.ssa Lisi di Irene Losito ....................................................................................... “Arte: Calore, Colore, Ritmo” - Dott. Mimmo Martinucci ............................................................ La poetica del Pascoli in arte – Prof. Angelo Scialpi........................................................................ Artisti di Puglia - Flash ................................................................................................................... Artisti del Colore e della Poesia ..................................................................................................... Anita Acciarini - Poetessa ................................................................................................................. Paolo Bianco – Pittore....................................................................................................................... Egidio Bitonto - Pittore ..................................................................................................................... Giovanna Buonfrate - Pittrice ........................................................................................................... Cinzia Castellana - Poetessa ............................................................................................................. Silvia Catino - Fotografa d’Arte ....................................................................................................... Elena D’Arcangelo - Poetessa........................................................................................................... Ruggero Di Giorgio - Pittore ............................................................................................................ Doriana Fiore - Pittrice .................................................................................................................... Patrizia Gasparro – Pittrice ............................................................................................................... Nico Granieri - Pittore ...................................................................................................................... Raffaella Labonia - Pittrice e Poetessa ............................................................................................. Pino Lecce - Pittore e Poeta .............................................................................................................. Vito Leucci – Poeta ........................................................................................................................... Vito Leone - Pittore........................................................................................................................... Florenza Lessa - Pittrice .................................................................................................................... Letizia Lisi - Pittrice e Poetessa ........................................................................................................ Giovanni Monopoli - Poeta ............................................................................................................... Rosanna Petruzzi – Pittrice ............................................................................................................... Massimiliano Puglielli – Pittore e Poeta ........................................................................................... Gabriella Pupino - Poetessa .............................................................................................................. Maria Pia Putignano - Pittrice e Poetessa ......................................................................................... Gabriella Rodia - Pittrice .................................................................................................................. 195


Francesca Ruggiero – Pittrice ........................................................................................................... Pina Soloperto - Pittrice ................................................................ ................................................... Maria Rosaria Vendola - Pittrice .................................................. ................................................... Anna Vozza Basile - Poetessa ....................................................... ................................................... Pittori e Poeti in evidenza ........................................................... ................................................... Giuseppe Cantatore - Pittore ......................................................... ................................................... Martino Carrieri - Scrittore ........................................................... ................................................... Carmine De Gregorio - Scrittore ................................................... ................................................... Anna Maria Guido - Pittrice.......................................................... ................................................... Adele Libero - Poetessa ................................................................ ................................................... Anna Marinelli – Scrittrice e Poetessa .......................................... ................................................... Angela Mignogna – Poetessa ........................................................ ................................................... Lucia Torelli - Pittrice e Poetessa ................................................. ................................................... Alcune INIZIATIVE dell’Associazione “Il Melograno Art Taranto – Onlus ........................... Realtà del territorio Amici dell’Associazione “Il Melograno” ................................................... Arredamenti Caiazzo – San Giorgio Jonico (TA) ......................... ................................................... Studio 100 TV – Taranto .............................................................. ................................................... Castello Spagnolo Statte Taranto .................................................. ................................................... Cornici – Belle Arti di Delicato Giuseppe - Taranto .................... ................................................... ENI – Scalera srl – Palagiano (TA) .............................................. ................................................... SISTEMA – Cablaggi - Taranto ................................................... ................................................... C. Varvaglione – Vini – Leporano (TA) ....................................... ................................................... Tecnoedil di Giuseppe De Santis - Taranto .................................. ...................................................

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