Luglio 2014

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“Mi pare inutile che Lei lavori ancora per quest’anima quasi perduta. Io sono la causa di codesti mali”. Con queste parole, Maria De Mattias confida i trava‐ gli del suo spirito al caro Don Giovanni Merlini. È una delle tante notti che la giovane santa ha dovuto affrontare, tutta concentrata sui suoi sbagli e fallimenti. In un desiderio di unione alle sofferenze “dello Sposo Crocifisso”, Maria tende continuamente a sottolineare “il buio”, in un cammino di autostima in lenta discesa. In questo spirito, spes‐ so, siamo portati a vivere anche il pe‐ riodo penitenziale della Quaresima. Nel continuo sot‐ tolineare i nostri sbagli ci perdiamo in sfiancanti elucubrazioni sulla nostra fragilità, ma qui il Venerabile ci viene in aiuto. Non è tempo di piangere e lamentarsi, ma di at‐ tendere e prepararsi. In questo stanno il cambia‐ mento e la conversione: il volgersi al mistero di una Gioia che si sta preparando ad esplodere nella not‐ te di tutte le notti. La Quaresima dei redenti è il percorso di chi non si piange addosso, non può farlo. Salvàti dal Sangue di Cristo siamo coscienti

Conversione a testa alta ! che quella Luce che scaturirà per noi, presto o tardi ci travolgerà in pieno. “Non cerchiamo i difetti, ma quello che dobbiamo concludere, altrimenti ci per‐ diamo nelle inutilità. Non stia a sofisticare e non aggravi lo spirito”. Ecco la svolta quaresimale secondo le parole dello stesso Giovanni Merlini. “La cognizione dei nostri difetti non ci deve spaventare!”. Puntare lo sguardo, allora, fisso alla Luce della Risurre‐ zione, che già fa vedere i suoi riflessi e volge i nostri occhi a quanto di meglio siamo capaci di essere. Un fiero richiamo ad un cammino di pe‐ nitenza che verte alla Gioia, guardando ciò a cui siamo chiamati. Ecco la conversione: contro i “gravi allo Spirito”, siamo scelti per vivere il tempo di alzare la testa “ordi‐ nando cuore e pensieri alla luce della divina gloria”.

Preghiera per ottenere G razie O Santissima Trinità, con tutte le potenze dell’anima mia adoro la vostra maestà infinita e ringrazio la vostra bontà per i doni e i privilegi concessi al vostro Servo don GIOVANNI MERLINI, ardente di zelo per la salute delle anime e apostolo indefesso del Sangue Prezioso. Vi prego di volerlo glorificare anche qui in terra, e per questo vi supplico di donarmi, per sua intercessione, la grazia che umilmente chiedo. Così sia. TRE GLORIA (Romae, die 8 Februarii 1964 - Nihil obstat. Nicolaus Ferraro, S.R.C. Ads. Fidei Sub-Promotor Gen.)

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Anno XXX

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00181 ROMA - Via Narni, 29 - c.c.p. 538009 Mensile di informazione del Collegio Preziosissimo Sangue Aut. Trib. di Roma n. 337/84 del 21.9.1984 Edit. C.PP.S. - Via Narni, 29 - 00181 Roma Tel. 06 9320175 - 06 9322178 - c.c.p. 538009 Dir. resp.: De Vincentis Nico - Stilgraf Cesena

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Pastorale Giovanile e Vocazionale Percorsi di felicità


Sono sempre attuali le parole di don Rino Fisichella, sui nuovi orizzonti pastorali della Chiesa: «La Chiesa è fuori, a braccia aperte verso il futuro dell’uomo, che ha l’obbligo di raggiungere l’umanità per la strada, perché il mondo possa incontrare Cristo». Questo mese, il mese del Sangue Preziosissimo, vogliamo farvi un regalo. Vogliamo portarvi con noi nelle terre di missione. Africa? India? Sud America? No, Casapesenna, in provincia di Caserta. Proprio qui, alle porte della tua casa. Abbiamo intervistato per voi i protagonisti di questa esperienza, animatori e persone del posto, per capire nel concreto, cosa sia la nuova evangelizzazione. Scopriremo insieme, attraverso le parole dei protagonisti, i momenti più forti di un’animazione missionaria, e quali frutti produca all’interno di una comunità che sceglie di vivere, con noi, questa esperienza. Giulia, 19 anni, animatrice laica. «Ho ancora nel cuore i momenti della Veglia Eucaristica del sabato sera. Quella notte, ho conosciuto Gesù con gli occhi di Maria. Davanti a quel modello di Madre, mi sentivo piccola. Lei ha avuto coraggio. Sì, il coraggio di stare con Gesù sempre, di vivere con lui la sua passione e la sua gloria. In fondo credo che, nel cuore, Maria sia risorta con Gesù quel mattino di Pasqua. Io ho fede, ma non riesco a dire con tutto il cuore “eccomi, fa’ di me ciò che vuoi”. Quella sera mi sono resa conto che nonostante tutto il Signore mi ama. Come segno, al termine della Veglia, dovevamo scrivere, su una stella, le cose che volevamo cambiare della nostra vita, ed io ho chiesto proprio questo: di imparare ad abbandonarmi come Maria si è abbandonata ai piani di Dio». Giuseppe, 22 anni, seminarista. «Abbiamo fatto Pastorale di strada veramente per tutto il paese, ma il giorno più bello è stato al mercato cittadino, salutavamo tutti, davamo col megafono gli avvisi per gli appuntamenti della settimana. Lì ho incontrato un commerciante, costretto dalla crisi a svendere tutta la merce e a chiudere bottega. Ci siamo messi a

parlare e mi ha raccontato le sue difficoltà, le paure per il futuro, la preoccupazione per la famiglia. Alla fine gli ho lasciato un’immaginetta del nostro fondatore, promettendogli di pregare per lui. In questi momenti ti senti davvero mandato. Capisci di essere lì perché il Signore lo vuole, perché Dio ti ha mandato. Impari a metterti in discussione davanti ai problemi della gente, relativizzi tutto il resto e ricentri la tua vita su Cristo».

Domenico, 18 anni, studente. «Al primo Incontro giovani, la sera, abbiamo visto un filmato, il Circo della farfalla. Lo conosci? Il protagonista è Nick Vujicic, che nella vita vera vive una difficile condizione di disabilità: nato

! e n o i z a m i n a ’ l l e d i mille volti

Valerio, 21 anni, seminarista. «Il giovedì abbiamo fatto nella piazza del paese la Liturgia penitenziale. Tutt’un pomeriggio dedicato alle confessioni per intenderci. Inizialmente temevo che non sarebbe andata bene: come potevamo creare in un luogo così affollato da ragazzi ai tavolini del bar, macchine che passavano e motorini a tutto gas, un clima di silenzio e raccoglimento? Nonostante tutto abbiamo cominciato con l’esame di coscienza guidato e delle brevi provocazioni. Si è fatto tutt’intorno un silenzio surreale, la gente si affacciava dai bar, dai balconi, si fermavano le macchine. È stato importante fare in piazza quel momento. Sono stati proprio i “lontani” ad aprire le confessioni, gli uomini ed i ragazzi dei bar, gente che non si confessava da anni, alcuni dalla prima comunione addirittura. Alla fine della liturgia, la piazza ricoperta di piccole candeline, segno della luce rinata in ognuno, dopo la confessione».

senza braccia e gambe. Il “corto” è giocato sulla metafora del bozzolo e della farfalla e racconta la storia di un ragazzo condannato a rimanere “bruco”, che, nonostante la disabilità, non riesce a scoprire le ali che porta dentro. Poi un incontro lo cambia per sempre. Anche io, noi tutti, viviamo nascosti nel nostro bozzolo. Abbiamo paura di uscire allo scoperto. Magari perché siamo condizionati anche dalla realtà in cui viviamo. Essere cristiani non è facile qui, a Casapesenna, vicino a Casaldiprincipe. Il frutto immediato di quegli incontri è che ho smesso di bestemmiare. Ho capito che in Dio ho un alleato della mia vita e che se volevo uscire davvero dal bozzolo, dovevo metterlo al centro della mia vita». Luigi, 19 anni, studente. «La sera della Via Crucis ci saranno state circa duemila persone per le vie del paese. Sapessi che silenzio e quanti giovani. C’era tutto il mio gruppo. Stavamo in fondo, un po’ per vergogna, ma eravamo lì. All’improvviso, non so come, fui

chiamato insieme ad altri ragazzi per portare la croce. Quando sentii sulle mie braccia il peso di quella croce, scoppiai in pianto, davanti a tutti. Sentii, su quella croce, il peso di tutti i miei peccati, e ne fui come liberato. Non ero solo a portare la croce e non sono solo a portare il peso della mia vita». Gennaro, 41 anni, e Pina, 39 anni. Giovane famiglia. «I Centri d’ascolto sono stati un’esperienza incredibile. Inizialmente io e mio marito eravamo un po’ intimiditi. Poi si è subito creato un clima di confidenza e si avvertiva forte che lo Spirito ci stava guidando a vivere un forte momento di fede. Durante il primo centro di ascolto una Signora ha trovato il coraggio di confidare la sua solitudine, la sua rabbia. Da tempo ormai era vedova, ma non era riuscita ancora ad accettare la morte del marito, non piangeva, non manifestava le sue emozioni, era chiusa, accartocciata in se stessa. Quella sera, per la prima volta, ha trovato il coraggio di buttare tutto fuori e di vivere finalmente da risorta». Alessandro, 19 anni, animatore laico. «In quei giorni mi sono dedicato all’animazione GOM, Grande Oratorio Missionario, per i bambini della città, dalle 15 alle 17 del pomeriggio, tutti i pomeriggi. È stata un’esperienza indescrivibile, i bambini aumentavano ogni giorno. La piazza era gremita, i bambini erano così tanti che facevamo davvero fatica a coinvolgerli tutti in tutte le attività, ma, con l’aiuto di Dio, ci siamo riusciti. Io ero felice, perché vedevo la gioia crescere sul volto dei bambini, e non mi interessava se mi mettevo in ridicolo travestendomi nei più svariati modi per dar vita alle scenette con cui li intrattenevamo. Tra tutti, mi porto nel cuore Giovanni, un bambino timidissimo che in quei giorni ho visto fiorire. Quale migliore conferma da Dio?».

Se vuoi vivere anche tu, nella tua comunità, un’animazione vocazionale, contattaci all’indirizzo dondomenico70@gmail.com


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