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La devozione fortissima di don Giovanni Merlini per Maria è ben nota, presente in tutte le biografie che lo riguardano e ribadita con forza da tutte le testimonianze, non per ultima la celeberrima attestazione della visione mariana avuta in punto di morte. Sfogliando i suoi scritti dunque, si nota sovente la presenza del riferimento alla Madre di Dio come clausola fondamentale quando don Giovanni, da buon direttore spirituale, ha necessità di additare un esempio pieno di vita cristiana da imitare. Tuttavia ci occupiamo oggi di una particolare lettera rivolta a Maria de Mattias che, per l’approccio riguardo all’impostazione mariana può risultare molto utile soprattutto come linea guida di discernimento rispetto alle tante voci che circolano oggi, in ambiente non cattolico, circa la possibilità di concepire la sequela di Cristo prescindendo dalla venerazione alla Sua Santissima Madre. Facciamo riferimento alla lettera che il Venerabile Merlini scrisse a Santa Maria de Mattias l’11 febbraio del 1856. Si tratta di un testo che oggi abbiamo in forma incompleta: il foglio inizia infatti con un elenco puntato al numero 12, e non sappiamo di cosa si trattasse nella parte precedente. Ciò nonostante al numero 17 Merlini scrive, con una evidente vena di ironia, contro coloro che si rifiutano di attribuire il termine “divino” al Sangue di Gesù, e lo fa argomentando proprio riguardo all’importanza del ruolo della Vergine Maria. Il Sangue di Gesù, che è biologicamente sangue di Maria, è “divino” e non può che essere affermato come tale se si riconosce universalmente l’attributo “Madre di Dio” a colei che ha portato in grembo il nostro Salvatore. Se Maria è Madre di Dio, “come la si prega nell’Ave Maria” argomenta Giovanni Merlini, è comprensibile che Dio stesso abbia preso Sangue, anzi è logico che sia così!
Una brevissima argomentazione per cercare di mentalizzarci riguardo al fatto che non è possibile credere e professare Gesù come Dio fatto uomo prescindendo dalla considerazione di Maria come Madre di Dio e quindi come stella degnissima di ogni venerazione. Ogni completa considerazione del mistero di Cristo passa per il riconoscimento del ruolo fondamentale di Maria, e ad essa conferisce i dovuti onori: diffidare dalle imitazioni!
Maggio 2014
Anno XXX
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La fede ci pone sempre davanti ad un problema di riconciliazione. Riconciliazione con gli altri, con se stessi, con il proprio passato, con Dio, con la propria identità. Oggi questa riconciliazione costa sacrificio.
Mio nonno si sacrificava quando era costretto ad andare a pescare la notte e lavorare all’alba in acciaieria, ma si doveva arrotondare in qualche modo. E non l’ho mai sentito lamentarsi quando la sua vita non gli piaceva; se non aveva bagno in casa e la doccia, il nonno, la faceva in spiaggia, anche d’inverno. Non l’ho mai sentito lamentarsi nemmeno quando l’hanno sfrattato da quella catapecchia, perché all’improvviso quel cumulo di baracche è diventato un borgo di pescatori vincolato dalla sovrintendenza “per il suo valore etno-antropologico”, ed oggi in quella casa, dove non voleva viverci nessuno, c’è un locale chic, quando il minimale fa tendenza.
Oggi il sacrificio è sopportarsi, sopportare di essere maschio, donna, e siccome sono libero e la mia libertà è sacra, ho il sacrosanto diritto di essere donna anche se sono uomo e viceversa. Ho diritto a vivere da infelice saltando da un polo all’altro della mia identità sessuale, perché mi dicono che devo liberarmi dal pregiudizio culturale che vuole ingabbiarmi in un genere, perché siamo fluidi, dobbiamo adattarci alle situazioni. E davanti al dolore di un uomo od una donna smarriti, nessuno mi riconosce il diritto ad essere amato così come sono, uomo e donna, come sono nato. Perché nessuno vuol prendersi la responsabilità di dirmi che vado bene così, che non devo essere diverso per essere amato. Perché il problema non è quello che hai fuori, ma cosa ti scava dentro. Maria ha fatto il sacrificio di concepire un bambino venuto dal nulla. E non s’è posta il problema se voleva essere donna o uomo, perché sapeva chi era: una donna amata semplicemente perché viva. In un mondo che non ha il coraggio di amarci, prendiamola come esempio e riflettiamoci su.
Le apparizioni mariane non sono una novità degli ultimi secoli ma forse non tutti sanno che, dal 1830 ad oggi, l’azione di Maria in Europa si è intensificata: da Parigi a Medjugorje, passando per La Salette, Lourdes e Fatima. Unendo i diversi punti delle principali apparizioni si compone una grande M: la firma di Maria sul nostro continente. Se c’è questa particolare vicinanza è perché c’è un maggiore bisogno, Maria ci parla dell’esistenza del demonio e dell’inferno, di una lotta tra bene e male che lei vuole aiutarci a vincere. Il secondo segreto rivelato a Fatima riguarda la richiesta di Maria, fatta al papa e a tutti i vescovi del mondo, di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato: se questo fosse stato fatto nelle modalità da lei richieste, si sarebbe evitata la seconda guerra mondiale! Ma ciò non avvenne e le conseguenze le conosciamo. Tale consacrazione fu fatta più volte da diversi papi ma solo quella fatta nel 1984 da Giovanni Paolo II fu “accetta al cielo”, come testimonia la veggente Lucia. Fatto sta che nel 1985 in Urss, Gorbaciov avvia la Perestrojka, mentre nel 1989 viene abbattuto il muro di Berlino; inoltre nel 1991, l’8 dicembre, festa dell’Immaco-
lata, i capi delle Repubbliche sovietiche si riuniscono per decretare la fine dell’Unione sovietica, firmandone gli atti il 25 dicembre successivo: queste date non furono scelte con alcun intento religioso! Le apparizioni di Fatima sono strettamente legate a quelle di Medjugorje, in un’apparizione dell’agosto 1991, la Madonna invita alla rinuncia “affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima”. E così è stato! Il primo messaggio dato a Medjugorje è: “Pace, pace, pace!”; la triplice ripetizione indica un’urgenza, il nostro è un tempo di profonda perversione dei costumi e del pensiero, un tempo in cui le potenze del mondo pretendono di garantire la pace minacciando l’uso delle armi nucleari. l’invito di Maria è terribilmente concreto: convertiti iniziando dal tuo cuore e dal tuo modo di pensare e prega per la pace!