Marzo-Aprile 2015

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Preghiera per ottenere Grazie

Il 14 marzo 1861 viene proclamato il Regno d’Italia, l’avvento del governo italiano aveva spazzato via tante case di missione e scuole nei territori occupati. In questo periodo così tumultuoso don Giovanni è direttore generale della Congregazione e lo stato d’animo dei missionari non è tranquillo, almeno non come quello di don Giovanni.

Nelle ricreazioni i missionari si affollano intorno ai giornali a cercare le ultime notizie: “Cosa ha detto il re d’Italia? Cosa ha risposto il papa? La Francia continuerà a proteggere lo Stato Pontificio? L’Austria invece?”. Don Giovanni non legge una sola riga, non chiede notizie e a chi si meraviglia di questo suo disinteresse risponde: “Non è importante, possono dire quello che vogliono. L’ultima parola è sempre di Dio e quella non è scritta sui giornali”. Accade l’esatto contrario quando arrivano lettere contenenti buone notizie dalle case di missione, in quei frangenti è don Giovanni a tenere banco durante la ricreazione leggendo e gioendo di queste buone nuove.

La sua imperturbabile sicurezza si trasmette a tutti i confratelli; essi sanno quanto don Giovanni ami la Congregazione e dicono: “Se lui non ha paura, vuol dire che non c’è da aver paura; le cose non devono stare così male come sembra!”. Grazie a tale sicurezza che emana da don Giovanni molti capi di istituti religiosi vengono da lui a chiedere consiglio e la risposta è sempre la stessa: “Bisogna farsi santi; solo il santo non ha nulla da temere. Formare gli uomini è più importante che formare le case, abbattute le case ogni uomo sarà una casa di missione”.

O Santissima Trinità, con tutte le potenze dell’anima mia adoro la vostra maestà infinita e ringrazio la vostra bontà per i doni e i privilegi concessi al vostro Servo don GIOVANNI MERLINI, ardente di zelo per la salute delle anime e apostolo indefesso del Sangue Prezioso. Vi prego di volerlo glorificare anche qui in terra, e per questo vi supplico di donarmi, per sua intercessione, la grazia che umilmente chiedo. Così sia. TRE GLORIA

Marzo-Aprile 2015

Anno XXXI

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/C/RM

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Periodico di informazione del Collegio Preziosissimo Sangue

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“SEI GRANDEMENTE FORTUNATO...” Per sciogliere una promessa e per compiere finalmente un doveroso atto di riconoscenza verso il Venerabile Merlini, prego pubblicare – magari sintetizzando – quanto segue. Su un furgone viaggiava la famiglia di quattro miei parenti. In un pauroso incidente rimasero tutti feriti, ma l’autista fu estratto dal furgone in condizioni pietose. All’ospedale gli furono riscontrate fratture alle gambe e contusioni in varie parti del corpo; una costola spezzata e conficcata nel polmone; frattura nella zona cervicale, lesioni al cervello e stato comatoso, Una situazione disperata, gravissima che faceva dire ad alcuni: “Sarebbe stato meglio se fosse morto nell’incidente, giacché, se sopravvive, finirà immobilizzato su una sedia a rotelle”. Ci rivolgemmo allora al Ven. Giovanni Merlini con tutta la fede, con tutto il trasporto e con la più viva speranza che egli ci avrebbe certamente impetrato da Dio la grazia della guarigione del nostro infermo. E il Venerabile ce la ottenne! Oggi l’infermo è guarito; infatti egli non solo parla, non solo non ha bisogno della sedia a rotelle, ma ha ripreso la sua attività nel negozio, oltre a quella di un tempo, recandosi a installare bombole di gas presso gli utenti. I dottori, rivedendolo alle visite periodiche di controllo, gli hanno detto: “Sei grandemente fortunato, tu; o piuttosto, tu sei un miracolato!”. Maria Pagliaroli (Romae, die 8 Februarii 1964 Nihil obstat. Nicolaus Ferraro, S.R.C. Ads. Fidei Sub-Promotor Gen.)

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Editoriale Testimonianza di Marco Percorsi di felicità


È questa una delle frasi dell’Exultet, del Preconio Pasquale, il canto liturgico con cui inizia la Solenne veglia di Pasqua. Sì la notte di Pasqua splende come il giorno, più del giorno, perché Cristo ha distrutto la morte, è il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, è veramente il Vivente. Sembra paradossale questo, Cristo è il Vivente proprio perché è passato attraverso la croce, perché ha subìto, ha portato sopra di sé, la morte. È proprio così invece, non ci sarebbe la notte di Pasqua senza Venerdì Santo e la Chiesa ce lo dice in maniera chiarissima attraverso le celebrazioni del Triduo Pasquale, una celebrazione quasi unica dall’ultima Cena e dalla lavanda dei piedi sino al sepolcro vuoto. Cosa dice tutto questo a noi, alle nostre vite? Ci dice che la Pasqua è vita, è giorno, ma che nasce dalla notte, dalla croce. Cristo non è sceso sulla terra per regnare come regnano i potenti ma per servire, per questo non è stato accolto ed è stato condannato. Abbracciando questa sua notte, fatta di sudore di sangue, di disprezzo, di dolore, Cristo ha abbracciato tutte le nostre notti. Ha testimoniato in maniera chiara e evidente quanto da lui proclamato nelle Beatitudini: beati

gli afflitti, beati i perseguitati. Noi non siamo fatti per la notte, siamo fatti per la vita, per la luce, ecco perché nelle nostre piccole o grandi notti non dobbiamo smarrirci o temere, bisogna passarci attraverso chiedendo il dono della fede che lo Spirito Santo non manca mai di donare a chi osa chiederlo. Abbracciamo come Gesù la nostra notte, il nostro Venerdì Santo, guardando a Lui che tutto si è caricato sulle spalle e ci apre il cammino verso quella luce per cui siamo stati creati… e allora davvero questa Pasqua splenderà come il giorno! Non c’è fede cristiana senza Pasqua, non c’è speranza senza Pasqua, non c’è amore senza Pasqua. Credo perché Cristo è vivo e l’ho incontrato, spero perché la mia notte non ha l’ultima parola e amo perché il Signore mi ama!

Ciao! Mi presento subito, mi chiamo Marco Lambertucci, ho ventitré anni e sono un seminarista della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ho iniziato il mio cammino di sequela al Signore all’età di diciotto anni entrando nella Comunità di Accoglienza ad Albano Laziale, per discernere in profondità la chiamata che sentivo dentro di me. Così, dopo questo primo anno, entrai nel Seminario Maggiore a Roma, dove trascorsi altri due anni del mio cammino. All’inizio del terzo anno, cominciai a rendermi conto che qualcosa non andava, dentro di me sentivo un’aridità grandissima, mi sentivo spento, smarrito, in una parola sola, che spesso e

volentieri non ci piace e ci fa paura, caddi in CRISI! Il termine crisi in greco significa “scelta” e in quel momento dovevo riflettere veramente bene con tanta preghiera, sulla scelta che avevo fatto qualche anno prima. Così, chiesi ai miei superiori un anno di pausa per discernere meglio la mia vocazione fuori dal Seminario e credimi, benedico e ringrazio Dio con tutto il mio cuore per avermi donato questo momento di crisi! eh sì, perché è proprio quando si fa notte nella tua vita, in cui non vedi nulla davanti a te, che devi imparare a camminare FIDANDotI SoLo DI DIo e non delle tue forze, perché Lui vede più lontano di noi! In questo modo ho potuto veramente capire qual era il progetto di Dio per la mia vita e cosa il mio cuore desiderava! Così dopo questa grandissima benedizione di Dio, ho chiesto ai miei superiori di rientrare in Seminario ed ora mi trovo al primo anno di teologia e sono veramente felice! A te che hai letto questa piccola storia di vita, ti dico, non avere paura di quei momenti di buio e di crisi che attraversi o che attraverserai, fai spazio a Dio dentro di te, ed è proprio in quel momento di deserto e di aridità che riscoprirai la bellezza, il senso della tua vita e il tuo eSSeRe FIGLIo AMAto DI UN PADRe PIeNo DI MISeRICoRDIA! Buon cammino!


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