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Saluto dal redattore

“Quale identità?”

Desidero iniziare con una pagina che mi ha sollecitato per la sua attualità e per la sua provocazione. La offro come lettura, seguita da una brevissima considerazione.

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“Siamo in un nuovo mondo, dominato dalle tecnologie e dalle scienze: una sorta di monocratismo e forse di nuovo monoteismo. Si pensi agli scenari della cosmologia scientifica, alle frontiere della scienza pura e applicata, alle prospettive dischiuse dalla genetica e dalle scienze cognitive. Ci stiamo incamminando velocemente verso un futuro complesso e incerto, che mette in discussione le nostre identità consolidate dalla storia e rassicurate dall’esperienza: l’identità culturale, che deve fare i conti con le altre culture; l’identità professionale, costretta a riconvertirsi con una rapidità inedita e progressivamente scalzata dalla robotica; e soprattutto l’identità personale. Infatti assistiamo al tramonto perfino delle parole che ritenevamo uniche, inalterabili e insostituibili, che non riusciamo più a pronunciare come abbiamo fatto per secoli. Si pensi alle figure di “padre” e “madre”: prima le certificava il sangue (ghénois), poi le garantiva la legge con l’adozione (nomos); ora sia il sangue sia la legge sono soppiantati dalla provetta della tecnologia (téchne), la quale sta esplorando e varcando i territori del trans-umano e del post-umano. E’ il salto, non privo di vertigini, dalla biologia alla cultura, alla tecnologia. La domanda di Agostino Tu qui es? (Tu chi sei?) è sottoposta a un costante, veloce e drammatico aggiornamento.” (Dionigi I., Parole che allungano la vita, Ed. R. Cortina 2020, pag. 83).

Una pagina, provocante, profonda, esistenziale. Merita una risposta. Ma quale! Ecco alcuni suggerimenti non definitivi, spero utili per riflettere.

L’uomo è una creatura, non può autogenerarsi, non è eterno e onnisciente, è una persona in cammino, non può vivere da individuo isolato, ha diverse relazioni di fratellanza ma una di sudditanza benevola di fronte al Creatore.

L’uomo è un ricercatore in cammino. Il suo è un esistere in crescita, in cammino, in maturazione. Mai è completo e può giungere a un traguardo definitivo. La pienezza, la verità, la felicità sono sempre obiettivi al di là, da raggiungere nella storia e nel tempo.

L’uomo è fratello e sorella, dal nascere al morire; è relazione profonda e fraterna, è collaboratore per il progresso e crescita dell’umanità. Non può vivere da solo, costruire da solo. E solamente nello stile di fratellanza, di collaborazione e gioia nell’incontro con il prossimo, trova la sua pace.

L’uomo è figlio, frutto di un Amore divino e umano che lo protegge e lo accompagna nella sua parabola di vita. Possiede pertanto una speranza e certezza che lo accompagna, un futuro che non è solamente incerto, ma che è rassicurato dall’Amore e da una benevolenza umana. Una vita che è dono e che si fa dono. Da qui parte e ritrova sempre la sua missione!

L’uomo è … ognuno può continuare! Buon cammino di ricerca e di speranza!

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