Impaginazione e stampa: Alzani Tipografia - Pinerolo (TO)
09.IX mercoledì
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ore 21
Torino Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli
Sestetto “Harmonia” dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
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Dvořák Bridge
Antonín Dvořák (1841-1904) Sestetto in la maggiore op. 48 Allegro moderato Dumka. Poco allegretto Furiant. Presto Finale: Tema con variazioni Tema – Allegretto grazioso quasi andantino Variazione I – Poco più mosso Variazione II – Più mosso scherzando Variazione III – Meno mosso Variazione IV – L’istesso tempo Variazione V – L’istesso tempo Stretta. Allegro – Presto Frank Bridge (1879-1941) Sestetto in mi bemolle maggiore H. 107 Allegro moderato Andante con moto Allegro ben moderato Sestetto “Harmonia” dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Francesco Punturo, Matteo Ruffo, violini Giorgia Cervini, Federico Maria Fabbris, viole Michelangiolo Mafucci, Ermanno Franco, violoncelli In collaborazione con Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Seguiteci in rete – facebook.com/mitosettembremusica.torino – twitter.com/mitotorino – youtube.com/mitosettembremusica – flickr.com/photos/mitosettembremusica – pinterest.com/mitotorino
Secondo un detto tradizionale slavo “ogni ceco è un musicista” e Antonín Dvořák, sulla soglia dei quarant’anni, sembrava essere solo uno tra i tanti. Per fortuna un grande compositore, Johannes Brahms, si accorse del suo talento e lo aiutò a lanciare la sua carriera a livello internazionale. Incoraggiato da tale fiducia, Dvořák compose in poco tempo una serie di pezzi che prendevano spunto dalla ricca tradizione musicale della sua terra, tra cui il Sestetto per archi del 1878. Questa composizione è percorsa da un lirismo struggente che si combina a un linguaggio ritmico e melodico di ispirazione popolare; un esempio si trova già nel tema enunciato dal primo violino in apertura dell’Allegro moderato, che evoca l’atmosfera placida dei prati boemi. Il secondo movimento porta un’indicazione curiosa, Dumka, che si ritrova anche in lavori di altri compositori dell’Ottocento, tutti di origine slava, come Čajkovskij e Chopin. Con questo termine Dvořák spesso indicava movimenti contraddistinti dall’avvicendarsi di mestizia e solarità, ma la Dumka del Sestetto costituisce un’eccezione. Il movimento inizia come una polka insolitamente triste e prosegue mantenendo un tono elegiaco, per cui non ci sono contrasti interni: il contrasto si crea con il successivo Furiant. L’autore scelse questa danza boema vivacissima al posto del tradizionale Scherzo e un tema nostalgico con cinque variazioni per il Finale. La quinta variazione, punteggiata dai pizzicati, potrebbe chiudere in modo sognante la composizione ma la Stretta vigorosa che le fa seguito svela un insospettato lato brillante del tema, per concludere con una pagina di sincero buonumore. Frank Bridge era un violista e violoncellista di talento, forse per questo dedicò molte delle sue composizioni ai complessi da camera. Prima che il deflagrare della Prima Guerra Mondiale lo costringesse a mettere in discussione il suo linguaggio musicale, avvicinandolo all’atonalità, il musicista aveva coltivato uno stile ispirato ad autori quali Brahms e Fauré. A questo periodo iniziale della sua carriera appartiene il Sestetto per archi, iniziato nel 1906 e completato nel 1912. Come osservò Benjamin Britten, il più brillante allievo di Bridge, questa lunga gestazione è indicativa del forte spirito critico del maestro: «Era sempre alla ricerca della perfezione, anche se questo poteva comportare attendere sei anni per concludere un lavoro di trenta minuti». La composizione si articola in tre lunghi movimenti; il primo è contraddistinto dalle sonorità morbide e piene che avvolgono due temi estremamente seducenti. L’Andante con moto inizia con un lungo lamento che sembra sospendere lo scorrere del tempo, finché gli strumenti tacciono ed emerge la voce di una viola che ripete nervosamente un’unica nota per dare avvio a una sezione di forte contrasto percorsa da tremoli; il movimento conclude con il ritorno della desolata atmosfera iniziale. L’Allegro
ben moderato mette alla prova la memoria dell’ascoltatore perché riprende alcuni temi comparsi nei movimenti precedenti: si riconoscono, ad esempio, alcuni singhiozzi dell’Andante con moto e una specie di richiamo militaresco che punteggia l’Allegro moderato. Liana Püschel
Nel 1931 fu fondata a Torino la prima orchestra sinfonica dell’ente radiofonico pubblico, a cui si aggiunsero le orchestre di Roma, Milano e Napoli. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nacque nel 1994 dalla loro unificazione, divenendo una delle orchestre più prestigiose d’Italia. Dal novembre 2009 Juraj Valčuha ne è direttore principale. Con la presenza nei palinsesti radiofonici e televisivi, ha contribuito alla diffusione del repertorio sinfonico e dell’avanguardia storica e contemporanea, ottenendo importanti riconoscimenti discografici. L’OSN Rai affianca alla stagione concertistica torinese cicli speciali, e partecipa ai principali festival internazionali. Dal tronco principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale si sono poi formati e distinti complessi da camera con organici variabili, che svolgono un’intensa attività concertistica, incrementata dagli appuntamenti “Le domeniche dell’Auditorium” e dalla presenza in importanti eventi istituzionali come rappresentanza dell’intera Orchestra.
Domenica 13 settembre ore 11 - Auditorium Rai Arturo Toscanini Concerto straordinario seguito da aperitivo Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore
Bedřich Smetana: La Moldava, poema sinfonico Nino Rota: La strada, suite dal balletto Johann Strauss figlio: Valzer e polke Posto unico numerato euro 10 in vendita presso la biglietteria di MITO SettembreMusica Via San Francesco da Paola, 6 tutti i giorni 10.30/18.30 e on-line www.mitosettembremusica.it