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per la cittĂ 07/23 09 2015
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19.IX sabato www.mitosettembremusica.it
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ore 17
Torino Parco della Tesoriera
Ensemble di ottoni Venti sonori del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino Purcell Susato Gabrieli Scheidt Mozart Short Bakalian
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LA MUSICA Ăˆ ASSICURATA
Henry Purcell (1659-1695) Trumpet tune and Air Tielman Susato (1500-1562 ca.) Da Danserye, Het derde musyck boexken: La mourisque, Bransle, Basse dance bergeret, Ronde mon ami Giovanni Gabrieli (1557-1612)
Ensemble di ottoni Venti sonori del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino Mattia Gallo, Enrico Mattea, Niccolò Ricciardo, trombe Gregorio De Maria, Dafne Nocerino, corni Federico Dodero Podio, Elena Gabri, Manuel Innocenti, tromboni Federico Moscarlola, tuba Francesca Odling, direttore Scuola di musica d’assieme per fiati di Francesca Odling In collaborazione con Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino
Canzon Duodecimi toni a 10 Samuel Scheidt (1587-1654) Galliard Battaglia Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Danza n. 3 da Tre danze tedesche KV 605 David Short (1951) Tango Craig Bakalian (1961) Brass Octet Fast Slow Fast, With Energy
La musica per strumenti a fiato è antica quasi quanto il mondo ed è diffusa in tutte le terre all’interno dell’equatore... Se ci limitassimo quindi agli ottoni dovremmo viaggiare per un periodo di oltre cinque secoli, attraverso i Paesi di tutti i continenti. Ecco perché potremmo definire il programma del concerto odierno “un giro del mondo con la macchina del tempo”. Iniziando dal brano di Henry Purcell, assaporiamo la gioia festosa e disincantata delle cerimonie nell’Inghilterra del Seicento. Poi, un piccolo passo indietro: l’invenzione della stampa attorno al 1440 rappresentò una pietra miliare nella storia della cultura europea e il famoso Harmonice Musices Odhecaton (1501) dell’editore veneziano Ottaviano Petrucci fu la prima raccolta di musiche interamente stampata con caratteri mobili. Attorno alla metà del Cinquecento un altro editore musicale, Tielman Susato, ad Anversa, iniziò a pubblicare a proprie spese messe, mottetti, madrigali e canzoni di vari compositori, per lo più fiamminghi. Il suo terzo libro, intitolato Danserye, Het derde musyck boexken è il più conosciuto e comprende 59 danze a quattro parti basate spesso su canzoni popolari francesi, olandesi o tedesche, da allora assai eseguite per l’immediatezza melodica e per la finezza degli arrangiamenti. Con Giovanni Gabrieli arriviamo in Italia, precisamente nella Venezia del Cinquecento, dove egli prestò servizio dapprima come organista a San Marco e poi come compositore: la caratteristica principale del suo stile è lo straordinario colore sonoro, una ricchezza di toni e di chiaroscuri che si affianca agli effetti più suggestivi della pittura veneziana del tempo. Il brano qui eseguito fa parte della raccolta Sacrae Symphoniae del
1597: grazie anche alla straordinaria bravura degli strumentisti a sua disposizione (i piffari del Doge, tra cui il capo de’ concerti Girolamo della Casa e il formidabile cornettista Giovanni Bassano) l’immaginazione di Gabrieli è libera di creare brani di eccezionale varietà pur rimanendo nei canoni delle forme musicali del tempo. Il compositore e organista tedesco Samuel Scheidt, nato ad Halle (come Händel!) fu Maestro di Cappella di Corte, prima con il Margravio di Brandeburgo e poi, nel corso della Guerra dei trent’anni, con il Duca Augusto di Sassonia. È autore di molta musica sacra per la liturgia protestante tedesca, composizioni su testi in latino, opere per organo e anche fantasie, toccate e danze per ensemble strumentali: tra queste la brillante Galliard Battaglia, pubblicata nella raccolta Ludi Musici del 1621 e dedicata al bravissimo cornettista di corte. Mozart scrisse le Danze tedesche per lo più mentre era al servizio dell’Imperatore Giuseppe II come Kammermusikus, incarico ricoperto precedentemente da Gluck. Destinate alle serate danzanti del Palazzo imperiale, le tre danze KV 605 risalgono ai primi mesi del 1791, ultimo anno della sua vita. La straordinaria convivenza di tragico e leggero nell’animo di Mozart è resa perfettamente dalla tenera gaiezza di questa piccola pagina, che convive sì con Così fan tutte e la Sinfonia Jupiter KV 551, ma anche con le malinconie della Sinfonia KV 550, del Concerto per clarinetto KV 622 e soprattutto del Requiem. Dopo una virtuale traversata dell’oceano ci concediamo un’altra pagina danzante, Tango di David Short (già prima tromba dell’Orchestra della Rai di Roma), arrangiatore e compositore, un pezzo sfrontato e sensuale; con l’Ottetto composto nel 2008 da Craig Bakalian, flautista e insegnante di Philadelphia, esploriamo la scrittura contemporanea per ottoni più rigorosa: ai primi due tempi dalle reminiscenze hindemithiane segue un brillante e vivace movimento in 7/8. Alberto Fiabane
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