MILANO GiovedĂŹ
15 settembre Spazio Teatro 89 ore 21 Partner
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ALTRI PADRI Il Novecento ha avuto molti padri. Di solito si citano Stravinskij, Schönberg, Debussy. Ma in realtà le cose sono state più complesse, e sono state scritte musiche più dolci, allegre o appassionate delle loro. Come quelle in programma. Darius Milhaud (1892-1974) La cheminée du Roi René Cortège Aubade Jongleurs La maousinglade Joutes sur l’Arc Chasse à Valabre Madrigal nocturne
Quintetto Papageno Mattia Petrilli flauto Nicolas Cock-Vassiliou oboe Dario Marino Varela clarinetto Giuseppe Russo corno Luca Franceschelli fagotto In collaborazione con Fondazione Amadeus per la diffusione della cultura musicale Il concerto è preceduto da una breve introduzione di Mattia Palma. La direzione artistica del festival invita a non utilizzare in alcun modo gli smartphone durante il concerto, nemmeno se posti in modalità aerea o silenziosa. L’accensione del display può infatti disturbare gli altri ascoltatori. Grazie.
Jean Françaix (1912-1997)
Novecento: happy new ear!
Quintetto n. 1 Andante tranquillo. Allegro assai Presto. Trio
Nato nel 1912 da un padre direttore di Conservatorio (a Le Mans) e da una madre professoressa di canto, Jean Françaix non aveva apparentemente altra scelta se non quella di essere musicista a sua volta. Ma in libertà. E infatti nel 1923, in risposta all’invio di un suo manoscritto, Ravel scrisse (probabilmente ai genitori di Françaix): «Tra i doni di questo bambino sottolineo ciò che di più fecondo possa esserci in un artista, la curiosità». Jean Françaix la coltivò sempre (le sue circa cinquanta composizioni cameristiche spaziano dal duo al decimino), in autonomia, cedendo a una sola lusinga della modernità: il cinema. Per alcuni anni segretario al servizio dell’ambasciatore Paul Claudel, anche Milhaud aprì la sua musica a suggestioni diverse: i suoni del Brasile, il jazz di Harlem senza dimenticare, come amava ripetere, il suo essere “un francese della Provenza e di religione israelita”. Scritta nel 1939 in Francia prima del suo viaggio negli Stati Uniti conseguente all’occupazione nazista ed eseguita dal Quintetto di San Francisco, La cheminée du Roi René è una metafora di mondi e lingue che convivono: la tecnologia (il cinema, per cui il brano era stato originariamente composto) e l’artigianato (la musica da camera), l’antico mondo dei troubadours e il Novecento. Vero è che di generazione in generazione, il popolo francese continuava a trasmettere un’antica lezione: trasformare in motto gli ideali. In musica liberté voleva ancora dire indipendenza. Tra i principali
Heitor Villa-Lobos (1887-1959) Bachiana brasileira n. 6 per flauto e fagotto Ária (chôro) Fantasia (Allegro) Maurice Ravel (1875-1937) Le Tombeau de Couperin Prélude – Vif Forlane – Allegretto Menuet – Allegro moderato Rigaudon – Assez vif trascrizione di Mason Jones Frank Zappa (1940-1993) Peaches en Regalia
animatori della Société de musique indépendante fondata a questo scopo nel 1909, Ravel sperimentò tra i primi quanto la storia non fosse d’intralcio a uno stato di libertà espressiva, che guardare al passato (il Settecento di Couperin) non equivaleva a volgere lo sguardo indietro, e che il passato poteva anzi autorevolmente trasformarsi in una lente sul presente (il cordoglio per le vittime di guerra). Trent’anni dopo, Villa-Lobos s’ispira allo stesso principio: usa Bach filtrato attraverso la musica popolare per unire mondi lontani (la vecchia Europa e il Brasile, ma anche il colto e il popolare). La libertà non è un’utopia, la fusion(e) è già cominciata, Zappa è già storia! Fiorella Sassanelli
I componenti del Quintetto Papageno si sono incontrati tra le fila di due orchestre fondate da Claudio Abbado: l’Orchestra Mozart e la Gustav Mahler Jugendorchester. Le comuni esperienze in ambienti musicali di così spiccata eccellenza li hanno indotti alla creazione di questo ensemble che ha debuttato nel 2005 al Bologna Festival. Da allora il Quintetto si è esibito in Italia e in Europa per enti e festival di grande prestigio, come Società del Quartetto di Milano, Lingotto Musica, Accademia Filarmonica di Bologna, Festival Internazionale di Portogruaro, Orta Festival, Festival Musica sull’Acqua, Festival Artes no Camiño di Santiago de Compostela, Festival di Lucerna. Nel 2014 il Quintetto Papageno esordisce sulla rivista musicale «Amadeus»: insieme ai quintetti di Carl Nielsen e Paul Taffanel, due capisaldi del repertorio, una rarissima incisione del Quintetto in sol minore di Ottorino Respighi. L’organico dell’ensemble, che nasce come quintetto di fiati, può variare a moduli più ampi a seconda dei progetti proposti, spaziando in una letteratura musicale vastissima, arricchita dalla costante ricerca di repertorio nuovo o poco conosciuto e dal dialogo stimolante tra musica colta e folklore. Il Quintetto Papageno si pone da sempre l’obiettivo di interloquire con culture lontane e diverse: collabora con l’associazione francopalestinese Al Kamandjati per la diffusione della musica nei campi profughi della Palestina e del Libano, e partecipa a un progetto di integrazione sull’isola di Lampedusa.