Monza Duomo
Orchestra I Pomeriggi Musicali Carlo Tenan direttore Barbara Massaro soprano Elena Caccamo mezzosoprano Markus Placci violino
GiovedĂŹ 16.IX.10 ore 21
Barber Bach
° 51 Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione
SettembreMusica
Per il terzo anno consecutivo Monza entra nel prestigioso circuito culturale del Festival MITO SettembreMusica, affiancandosi a Milano e a Torino. Confortati dal successo di pubblico della scorsa edizione, abbiamo deciso di riproporre un concerto in una delle cornici più belle che la nostra città possa offrire: il Duomo. Fra le pareti della Basilica che raccontano la storia di Monza e della regina Teodolinda, gli appassionati potranno lasciarsi trasportare dalle splendide musiche di Barber e Bach. Abbiamo fortemente voluto organizzare questo concerto ad ingresso libero per offrire un’occasione di avvicinamento alla musica classica a tutti i monzesi ed a quanti vorranno partecipare all’evento, con l’obiettivo di promuovere l’ascolto di questo genere che a me piace definire ‘sensoriale’. Non è infatti indispensabile essere uno studioso o un musicista per vivere l’esperienza del concerto lasciandosi coinvolgere dall’atmosfera magica creata dalle note. La cornice del Duomo poi aiuta ad immergersi completamente nel momento. Un sentito e doveroso ringraziamento va all’orchestra I pomeriggi musicali che si è prestata con impegno e passione all’organizzazione del concerto. Come Amministrazione rinnoviamo il nostro impegno nel sostenere progetti di questo genere, che vanno ad arricchire il panorama delle altre proposte musicali come quella di concerti jazz, blues, rock e pop. Un’offerta musicale a tutto tondo che sta arricchendo la nostra Monza ed i monzesi evento dopo evento.
Andrea Arbizzoni Assessore al Turismo e Spettacolo
Samuel Barber (1910-1981) Adagio per archi op. 11 8 min. Concerto per violino e orchestra op. 14
25 min.
Johann Sebastian Bach (1685-1750) Tilge, HĂśchster, meine SĂźnden per soprano, contralto, archi e continuo BWV 1083 dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi 43 min.
Orchestra I Pomeriggi Musicali Carlo Tenan, direttore Barbara Massaro, soprano Elena Caccamo, mezzosoprano Markus Placci, violino
In collaborazione con Comune di Monza - Assessorato al Turismo e Spettacolo Fondazione I Pomeriggi Musicali
Innesti di tradizioni Americano di nascita, Samuel Barber fu musicista assai vicino alla tradizione europea. A differenza dei compositori statunitensi della sua generazione – Aaron Copland e Leonard Bernstein, per citare i più noti – raramente consente a elementi provenienti dal mondo del jazz o della musica popolare di contaminare i propri lavori. Cifra stilistica della sua produzione è piuttosto uno spontaneo lirismo forgiato con gli strumenti della scrittura vocale. D’altra parte Barber avviò in gioventù una carriera di cantante, della quale abbiamo alcune testimonianze discografiche, e il suo catalogo comprende un numero sterminato di songs. Appare dunque naturale che questa inclinazione alla vocalità abbia influito anche sulle opere strumentali. Altrettanto radicati sono l’ancoraggio al linguaggio tonale e l’adozione delle forme classiche della musica colta europea. Peculiarità che si ritrovano senza eccezione nel brano che ha dato celebrità al compositore, l’Adagio per archi (1938), adattamento a cinque parti del secondo movimento del Quartetto in si minore op. 11 (1936), di una composizione, dunque, che si rifà all’archetipo formale della tradizione europea. Commovente cantabilità e struggente intensità convivono in mirabile equilibrio. Principio organizzatore del materiale musicale è il senso di continuità, l’assenza di interruzioni e di improvvisi scarti stilistici che consente al canto degli archi di fluire dall’inizio alla fine in un unico afflato. Si va così a determinare un arco emozionale che prende il pubblico per mano e lo conduce all’apice sonoro attraverso una climax per riportarlo progressivamente alla quiete iniziale. Dalla prima esecuzione avvenuta sotto la bacchetta di Toscanini, che scelse personalmente di inserire il brano nella stagione concertistica della NBC, l’Adagio ha conosciuto un successo ininterrotto di cui sono prova i numerosi adattamenti (fra i quali uno per mano dello stesso autore che ne trasse un Agnus Dei per coro), ma soprattutto l’appartenenza a quella ristretta cerchia di brani di musica colta che possono vantare una salda fortuna popolare. Eseguito in occasione delle cerimonie funebri di celebrità quali Einstein e Kennedy, l’Adagio di Barber è stato ben presto adottato dal mondo cinematografico, in pellicole del calibro di The Elephant Man di David Lynch e Platoon di Oliver Stone, e perfino in un episodio della serie The Simpsons, il cartoon che ritrae satiricamente la società contemporanea: quale miglior prova della penetrazione nell’immaginario collettivo? Il Concerto per violino op. 14 non si allontana molto dalle considerazioni stilistiche sin qui esposte, se lo stesso Barber lo descrive come un pezzo «lirico e di carattere piuttosto intimo». Il riferimento vale in particolare per i primi due movimenti di ascendenza tardo ottocentesca, nei quali l’elegiaca cantabilità è elemento comune al primo tema dell’Allegro in forma sonata e al tema principale dell’Andante tripartito (ABA’). Il compositore non rinuncia tuttavia a calcolati effetti di contrasto. Così il secondo tema del primo movimento strizza l’occhio a quella musica folklorica che raramente fa capolino nell’universo creativo di Barber, mentre la sezione centrale del secondo movimento propone un andamento rapsodico. È però il terzo movimento a staccarsi con forza da quanto lo precede. Alla limpidezza melodica si sostituisce la spigolosità dei ritmi sincopati, alla pervasiva consonanza armonica succede il ricorso a stridenti dissonanze. Barber abbandona insomma i riferimenti linguistici della tradizione in favore di un approccio più attuale che non disdegna la lezione di Stravinskij. La stessa scrittura del solista non sfrutta appieno le capacità liriche dello strumento, puntando, invece, in direzione del virtuosismo spinto, attraverso un interminabile perpetuum mobile che impegna il violino ininterrottamente per oltre cento battute. Proprio le difficoltà tecniche presentate dal Presto in moto perpetuo sarebbero state alla base del rifiuto della partitura da parte di chi l’aveva commissionata, l’industriale Samuel Fels. La richiesta era stata fatta per il figlio adottivo, il violinista Iso Briselli, che giudicò ineseguibile l’ultimo movimento. Venne allora ingaggiato un altro violinista, Herbert Baumel, il quale dimostrò l’assoluta fattibilità dell’esecuzione. La vicenda si
chiuse con il pagamento della commissione da parte di Fels e l’affidamento della ‘prima’ a un altro virtuoso. Il 7 febbraio 1941 Eugene Ormandy diresse il concerto alla testa della Philadelphia Orchestra; al violino, Albert Spalding. Si è detto che l’Adagio per archi di Barber altro non è che la rielaborazione di una composizione precedente. La ripresa di lavori preesistenti è una costante nella storia della musica e può presentarsi sotto forma di trascrizioni, variazioni, parafrasi, parodie, nuove orchestrazioni, arrangiamenti. In questo specifico ambito contributi assai significativi vennero certamente dall’officina di Johann Sebastian Bach. Il grande compositore rielaborò opere proprie e altrui, instaurando un fecondo rapporto con la produzione italiana. Sono ancora oggi molto noti gli adattamenti di concerti veneziani di autori come Benedetto Marcello, suo fratello Alessandro e Antonio Vivaldi. Meno conosciuta è invece la parodia dello Stabat Mater di Pergolesi, forse la più celebre pagina sacra nata in Italia. Non conosciamo le circostanze che portarono il grande Bach ad occuparsi di questo lavoro (siamo alla metà degli anni Quaranta del Settecento), ma è ipotizzabile che la rielaborazione fosse frutto di una commissione, forse proveniente da Dresda, città molto attenta a quanto avveniva in Italia, oppure fosse dovuta all’attività didattica del compositore e, pertanto, destinata ai suoi allievi. Bach sostituì la sequenza in latino di Jacopone da Todi con un testo tedesco, «Tilge, Höchster, meine Sünden», sarebbe a dire la versione poetica del Salmo 51 (il Miserere). Ciò determinò naturalmente la necessità di adattare le parti vocali alle nuove parole, ma Bach non rinunciò a mettere mano anche alle parti strumentali. Lo Stabat pergolesiano venne composto all’insegna del moderno stile concertante, pendant sacro dell’espressione affettiva di cui si nutriva il coevo teatro d’opera. Il brano fu anzi appositamente concepito per sostituire il superato Stabat Mater di Alessandro Scarlatti, che dello stile severo faceva il proprio marchio. Al fine di coinvolgere emotivamente il fedele, Pergolesi guarda dunque al mondo dell’opera, scelta che comporta una semplificazione della scrittura musicale in generale e di quella strumentale, condotta per lo più a due o a tre parti, in particolare. Bach ribalta questo approccio infittendo l’intreccio contrappuntistico grazie a un accurato lavoro sulla parte della viola. Ciò è sintomo di un ritorno allo stylus antiquus di Scarlatti per attualizzare il quale era nato il brano di Pergolesi e dice molto sulle idee bachiane in proposito. L’innovazione più evidente apportata dal compositore tedesco è però un’altra. La parte conclusiva del testo dello Stabat e quella del salmo hanno contenuti affatto differenti: l’uno termina con l’invocazione del credente che affida a Maria la propria anima nel momento della morte, l’altro si conclude con la glorificazione di Dio. Per meglio rispondere al messaggio testuale, Bach inverte l’ordine dei due ultimi numeri di Pergolesi e sceglie di intonare l’Amen finale non in Fa minore, come nell’originale, bensì in fa maggiore. Federico Fornoni*
*Dottore di ricerca in Musicologia all’Università di Pavia (sede di Cremona) è coordinatore artistico di Musicom.it e corresponsabile del settore Ricerca, Didattica ed Editoria presso la Fondazione Donizetti di Bergamo. Ha pubblicato per l’Università di Milano, il Teatro La Fenice, la Fondazione Donizetti, l’Orchestra Verdi, Carocci, Silvana Editoriale. 3
Tilge, Höchster, meine Sünden, deinen Eifer laß verschwinden, laß mich deine Huld erfreun.
Cancella, Altissimo, i miei peccati, fa che sparisca il tuo sdegno, fammi godere della tua clemenza.
Ist mein Herz in Missetate, und in große Schuld geraten, wasch es selber, mach es rein.
Se il mio cuore è caduto in errore e in gravi colpe, lavalo tu, purificalo.
Missetaten, die mich drükken, muß ich mir itzt selbst aufrükken, Vater, ich bin nicht gerecht.
Dell’errore che mi opprime solo me devo incolpare, Padre, io non sono giusto.
Dich erzürnt mein Tun und Lassen, Meinen Wandel mußt du hassen, weil die Sünde mich geschwächt.
La mia condotta ti smuove a sdegno, la mia vita devi odiare, perché il peccato mi rende debole.
Wer wird seine Schuld verneinen oder gar gerecht erscheinen? Ich bin doch ein Sündenknecht. Wer wird, Herr, dein Urteil mindern oder deinen Ausspruch hindern? Du bist recht, dein Wort ist recht.
Chi potrà negare la sua colpa? Chi apparirà giusto? Io son schiavo del peccato. Signore, chi potrebbe mitigare un tuo giudizio o contrastare una tua sentenza? Tu sei giusto, la tua parola è giusta.
Sieh! ich bin in Sünd empfangen, Sünde wurden ja begangen da, wo ich gezeuget ward.
Son stato concepito nel peccato, il peccato fu commesso dove io fui generato.
Sieh, du willst die Wahrheit haben, die geheimen Weisheitsgaben, hast du selbst mir offenbart.
Tu vuoi la verità, per questo mi hai donato e mi hai manifestato il sapere segreto.
Wasche mich doch rein von Sünden, daß kein Makel mehr zu finden, wenn der Isop mich besprengt.
E allora lavami, purificami dal peccato, che non resti più una macchia su me asperso con l’issopo.
Laß mich Freud und Wonne spüren, daß die Beine triumphieren, da dein Kreuz mich hart gedrängt.
Fa’ che io provi gioia ed estasi, che in me esultino le membra che la tua croce ha schiacciato.
Schaue nicht auf meine Sünden, tilge sie, laß sie verschwinden, Geist und Herze mache neu. Stoß mich nicht von deinen Augen, und soll fort mein Wandel taugen, o, so steh dein Geist mir bei. Gib, o Höchster, Trost ins Herze, heile wieder nach dem Schmerze, es enthalte mich dein Geist. Denn ich will die Sünder lehren, daß sie sich zu dir bekehren und nicht tun, was Sünde heißt. Laß, o Tilger meiner Sünden, alle Blutschuld gar verschwinden, daß mein Loblied, Herr, dich ehrt.
Non guardare ai miei peccati, cancellali, aboliscili, rinnova cuore e spirito. Non cacciarmi dal tuo sguardo, e se la mia condotta resta buona, fa’ che il tuo spirito resti con me. Conforta, Altissimo, il mio cuore, risanalo dopo il dolore, nel tuo spirito mi accogli. Ciò che voglio è che i peccatori imparino a convertirsi a te smettendo di far ciò che è peccato. Abolisci tutti i miei peccati, cancella ogni crimine di sangue, che il mio canto ti glorifichi, Signore.
Öffne Lippen, Mund und Seele, daß ich deinen Ruhm erzähle, der alleine dir gehört.
Aprimi labbra, bocca e cuore, ché io narri la tua gloria, che soltanto a te è dovuta.
Denn du willst kein Opfer haben, sonsten brächt ich meine Gaben; Rauch und Brand gefällt dir nicht. Herz und Geist, voll Angst und Grämen, wirst du, Höchster, nicht beschämen, weil dir das dein Herze bricht.
Se da me accettassi offerte, ti avrei recato i miei doni; fumo e fuoco non li vuoi. Ma un cuore ed uno spirito angosciati e straziati, questi non li disdegnerai, Altissimo, perché toccano il tuo cuore.
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Laß dein Zion Blühend dauern, baue die verfallnen Mauern, asldann opfern wir erfreut. Alsdann soll dein Ruhm erschallen, alsdann werden dir gefalle Opfer der Gerechtigkeit.
Fa’ che il tuo Sion sia sempre prospero, rialza le mura cadute, sì che noi, ti porteremo ancora offerte. Allora la tua gloria risuonerà nei canti, allora torneranno a esserti graditi i sacrifici offerti con giustizia.
Amen.
Amen.
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Orchestra I Pomeriggi Musicali L’Orchestra I Pomeriggi Musicali nacque nell’immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione: fu il frutto dell’incontro tra due uomini d’eccezione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo. Il primo pensava a una formazione da camera con cui eseguire il repertorio classico, il secondo a un’orchestra in grande stile che sviluppasse un repertorio di musica contemporanea e d’avanguardia. I due punti di vista trovarono una sintesi nell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che fin dal primo concerto, il 27 novembre 1945, accostando Mozart e Stravinskij, Beethoven e Prokof’ev, inaugurò una formula coraggiosa che la portò al successo. La lunga storia dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali non ha mai tradito le linee programmatiche e gli obiettivi ideali lanciati più di sessant’anni fa dai padri fondatori dell’istituzione, e oggi conta uno straordinario repertorio che include i più grandi capolavori del Barocco, del Classicismo, del primo Romanticismo e, allo stesso tempo, molta musica Moderna e Contemporanea. La diffusione popolare di quest’ultima fu avviata puntando sui grandi del Novecento, assenti dai cartelloni concertistici durante la dittatura fascista per motivi politici o di stolta autarchia culturale: andavano da Stravinskij a Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. Oltre naturalmente agli italiani, alcuni dei quali non solo poterono presentare le loro composizioni per la prima volta, ma ne scrissero su commissione dei Pomeriggi: parliamo di Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. La tradizione continuò con quelli delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, arrivando agli emergenti dei nostri giorni, Fedele, Francesconi, Vacchi, apparsi nelle ultime stagioni. Grandi compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e recentemente Penderecki, hanno diretto la loro musica sul podio dei Pomeriggi Musicali, un podio che è anche stato, per tanti giovani artisti, un trampolino di lancio verso la celebrità: ricordiamo due nomi per tutti, Leonard Bernstein e Sergiu Celibidache. Notevole è poi il numero delle future celebrità che sono state consacrate dai Pomeriggi: un albo d’oro che comprende nomi del calibro di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Corrado Rovaris, Hermann Scherchen, Thomas Schippers. Dal 2009 la direzione artistica è affidata a Ivan Fedele, mentre Antonello Manacorda continua a ricoprire il ruolo di direttore musicale dell’orchestra. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia, e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra ha conquistato platee internazionali. Recentemente ha riscosso lusinghieri successi in Spagna, Portogallo, Tunisia, Francia, Germania, Svizzera, Turchia e Austria. Oggi I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale.
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Violini primi
Alessandro Braga Igor Riva Fatlinda Thaci Michele Buca Katia Calabrese Engjellushe Bace Emilio Tosi Chiara Spagnolo Lucia Ronchini Federica Della Janna
Violini secondi
Lino Pietrantoni Paola Diamanti Alberto Berera Silvia Pauselli Elsa Righetti Mario Roncuzzi Andrea Pellegrini Lorenzo Maccaferri
Viole
Stefan Veltchev Giorgio Moraschini Stefano Martinotti Luca Maggioni Monica Vatrini Valentina Giangaspero
Violoncelli
Giovanni Moraschini Marco Paolini Simone Scotto Giovanni Gallo
Contrabbassi
Paolo Speziale Massimo Clavenna Giuseppe Di Martino
Flauti
Angela Citterio Elisabetta La Licata
Oboi
Paolo Mandelli Francesco Quaranta
Corni
Alfredo Arcobelli Ambrogio Mortarino
Trombe
Sergio Casesi Luciano Marconcini
Timpani
Andrea Scarpa
Organo, pianoforte Federica Falasconi
Ispettore
Pierangelo Minella
Clarinetti
Simone Nicoletta Giuseppe Cultraro
Fagotti
Lorenzo Lumachi Luca Ceretta
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Carlo Tenan, direttore Nato in Italia nel 1969, diplomato in direzione d’orchestra, pianoforte, oboe e musica elettronica, si dedica anche alla composizione studiando con Claudio Scannavini e approfondisce lo studio del pianoforte con Franco Scala. Parallelamente all’attività di primo oboe, a soli vent’anni, presso il Teatro Comunale di Bologna e successivamente al Teatro alla Scala, Carlo Tenan si perfeziona in direzione d’orchestra con Daniele Gatti e Lorin Maazel. Tenan partecipa come assistente alla preparazione di alcune produzioni dirette da Mtislav Rostropovicˇ, Georges Prêtre, Rafael Frühbeck de Burgos, Antonio Pappano e Lorin Maazel. La collaborazione con il Maestro Maazel risale al 2002 quando – unico italiano tra i finalisti del primo concorso internazionale per direttori d’orchestra “Maazel/Vilar” (430 partecipanti) – è notato dallo stesso Maestro alle semifinali tenutesi al Royal College di Londra. Carlo Tenan ha diretto, tra le altre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro di Mannheim, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Bruckner di Linz. In ambito operistico, Tenan ha diretto diversi titoli di particolare rilevanza, tra cui Die Entführung aus dem Serail a Oldenburg, Don Giovanni nei Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Die Zauberflöte con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Tosca al Landestheater Tiroler di Innsbruck, e La bohème al Teatro di Mannheim. Attivo anche come compositore, alcune sue partiture sono state segnalate e premiate in diversi concorsi internazionali. Nel 2008 Carlo Tenan ha insegnato direzione d’Orchestra al Conservatorio di S. Cecilia; nel 2009 è stato docente di tecnica direttoriale e concertazione presso La Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna e di lettura della partitura presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Da segnalare le numerose tournée con Uri Caine e il debutto avvenuto a gennaio 2010 presso una delle sale più prestigiose d’Europa, il Großes Festspielhaus Salzburg.
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Markus Placci, violino Elogiato per «una magnifica personalità, una superba energia, una maestria totale, ed un gusto estremamente sicuro» («La libre Belgique»), il giovane violinista Markus Placci sta rapidamente accrescendo il proprio prestigio internazionale, già consolidato con esibizioni in rinomate sale quali la Grande Sala Šostakovicˇ della Filarmonica e la Glinka Philarmonic Hall a San Pietroburgo, la Kursaal di Baden-Baden, Il Teatro Monumental di Madrid, l’Auditori di Barcellona, il Teatro Comunale e la Sala Mozart di Bologna, il Kennedy Center di Washington, la Seully Hall di Boston, la Ozawa Hall a Tanglewood e il Richardson Auditorium a Princeton. Vincitore all’unanimità del XXVI Premio Biennale “Città di Vittorio Veneto” e di numerosi riconoscimenti come il Brahms Preis (Carl Flesch Preis) in Germania, il Jules C. Reiner Violin Prize a Tanglewood, ed il premio al Washington International Competition in America, Placci ha debuttato come solista con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna all’età di soli 13 anni, ed ha poi continuato la sua carriera affiancato da orchestre di prestigio internazionale come la Barcelona Symphony, la Baden-Baden Philarmonie, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, e i Filarmonici del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra del Friuli Venezia Giulia, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo e l’Orchestra della Radio-Televisione Spagnola (RTVE). Con quest’ultima, nel 2005, Placci ha dato la prima esecuzione mondiale del Concerto per violino e orchestra del compositore J. Cervelló, in diretta radiofonica e televisiva dal Teatro Monumental di Madrid. Nel 2007 il compositore ha scritto e dedicato a lui i Tre Pensieri per violino e pianoforte. Molto attivo anche in ambito cameristico, Placci ha suonato per prestigiose stagioni concertistiche. quali Musica Insieme Bologna, l’Accademia Filarmonica Mozart, la Società del Quartetto di Vicenza, Asolo Musica, Circolo Culturale Bellunese, Steinway Hall di Boston, ed è anche membro fondatore del “Fortuna Piano Trio” (con K. Lee e M. Carbonara), formazione che ha vinto il “Villecroze Academy Award 2007-Emanuel Ax” in Francia, e ha recentemente effettuato una tournée in Sud America (Brasile, Argentina, Cile, Uruguay). Diplomato con Lode e Menzione Speciale d’Onore al Conservatorio di Bologna, Placci si è anche laureato con Borsa di Studio completa al Boston Conservatory sia nel “Graduate Performance Diploma”, che nel prestigioso “Artist Diploma”. Dal 2008 è stato invitato a tornare al Boston Conservatory per assumere la cattedra di violino principale. Markus Placci vive oggi tra Bologna e Boston. Suona un violino J.B. Vuillaume del 1871, copia dello Stradivari “Alard”.
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Barbara Massaro, soprano Nata a Milano il 28 marzo del 1994, dopo aver sostenuto un’audizione al conservatorio della sua città, entra a far parte del Coro di Voci Bianche del Conservatorio e del Teatro alla Scala, diretto prima dal Maestro Bruno Casoni, poi dal Maestro Alfonso Caiani in collaborazione con Marco De Gaspari. All’età di dieci anni intraprende gli studi di viola presso il Conservatorio Giuseppe Verdi (sotto la guida del maestro Emanuele Beschi); attualmente frequenta il terzo anno di Liceo musicale. Dal 2008 fa parte dell’Orchestra dei Piccoli Pomeriggi Musicali del Teatro Dal Verme diretta dal Maestro Daniele Parziani. Ancora oggi fa parte del coro e durante questi sei anni di studio ha preso parte ad alcune opere: La bohème (2004/2005 e 2007/2008), Tosca (2005/2006), 1984 di Maazel (2007/2008), Wozzeck (2007/2008), Midsummer Night’s Dream di Britten (2008/2009 nella parte di uno dei quattro folletti protagonisti), Carmen (2009/2010), Tannhäuser, (2009/2010 nella parte solista del pastorello e del paggio); ha partecipato inoltre ad alcuni concerti sinfonici: la Terza Sinfonia di Mahler, La Passione Secondo San Matteo e le Szenen aus Goethes Faust di Schumann.
Elena Caccamo, mezzosoprano Nata a Milano nel 1994, ha iniziato gli studi musicali al Conservatorio della sua città, dove studia viola nella classe di Emanuele Beschi. Nel 2003 è entrata nel Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala e del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sotto la direzione di Bruno Casoni e di Alfonso Caiani. Dal 2004 a oggi ha partecipato come corista a tutte le produzioni d’opera presso il Teatro alla Scala e ai concerti con coro diretti da Bruno Casoni (con parti soliste a partire dal 2006), nonché a concerti con l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala, con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali e con l’Orchestra Sinfonica LaVerdi. Nel 2005 ha ottenuto la sua prima parte da solista presso il Teatro alla Scala in Tannhäuser diretto da Jeffrey Tate. Successivamente, presso il Teatro alla Scala ha partecipato come solista in: Macbeth diretto da Kazushi Ono (2008), A Midsummer Night’s Dream di Britten diretto da Sir Andrew Davis (2009) e Tannhäuser diretto da Zubin Metha (2010). Dal 2006 ha ricoperto ruoli da solista con l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Roberto Abbado e di Gustavo Dudamel, e ancora presso il Teatro alla Scala, diretta da Bruno Casoni, presso il Teatro Dal Verme di Milano, diretta da Alessandro Cadario, e presso il Teatro Comunale di Bologna, ancora con Roberto Abbado.
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Il FAI presenta i luoghi di MITO SettembreMusica Duomo di Monza L’origine del Duomo è legata alla regina longobarda Teodolinda, che fondò alla fine del VI secolo una cappella dedicata a San Giovanni Battista nelle vicinanze della residenza estiva monzese della corte, dotandola di un ricco tesoro e ricevendovi sepoltura alla morte nel 627. Della prima fase quasi nulla sopravvive, a eccezione di una porzione di una torre che risulta inglobata nelle murature del perimetro absidale e delle preziose suppellettili liturgiche donate da Teodolinda e conservate nel Museo e Tesoro del Duomo. Dal 1300 la cappella fu, infatti, rimodellata e trasformata in chiesa con una pianta a croce latina a tre navate, un breve transetto e un’abside piatta. Nella seconda metà del secolo furono aggiunte le cappelle laterali e prese avvio una nuova fase costruttiva a opera di Matteo da Campione, architetto e scultore appartenente al gruppo dei Maestri Campionesi, protagonisti del Medioevo lombardo. Furono costruiti il battistero (oggi scomparso), il pulpito e ampliata la facciata, che venne decorata con il rosone incorniciato da una scacchiera. Completano il fronte del Duomo la lunetta del portale con un bassorilievo sempre trecentesco, raffigurante Teodolinda che consegna al Battista la Corona del Ferro e il tesoro, e il protiro, il piccolo portico di epoca rinascimentale, che presenta due medaglioni con i busti di Teodolinda e del marito Agilulfo. Matteo da Campione fu attivo anche all’interno del Duomo, progettando le due cappelle ai lati dell’abside: quella a destra dedicata alla Madonna del Rosario e quella a sinistra, intitolata alla regina Teodolinda e ornata da un importante ciclo pittorico: gli affreschi tardogotici, opera del 1444-1446 degli Zavattari, famiglia di pittori lombardi, sono uno dei capolavori del Duomo. Raffigurano le Storie della regina, narrate come una cronaca leggendaria di vita cortese, in cui sono protagoniste figure aristocratiche e lussuosamente vestite, su sfondi architettonici goticheggianti. La Cappella di Teodolinda ospita inoltre il sarcofago dove nel 1308 venne sepolta la regina e custodisce la celebre Corona del Ferro, detta comunemente ferrea perché secondo la tradizione conterrebbe un chiodo della Santa Croce. Opera di straordinaria oreficeria, è composta da sei piastre d’oro unite a cerniera ed è ornata da gemme, smalti e pietre preziose. La corona riveste inoltre un grande valore storico, avendo incoronato i re e gli imperatori d’Italia dal Medioevo fino all’età di Napoleone. Il Duomo visse un’altra importante stagione artistica tra Sei e Settecento, le cui testimonianze artistiche costituiscono un’antologia delle scuole pittoriche locali del periodo. Alla fine del Seicento il pittore milanese Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino, affrescò la volta della navata maggiore con la Gloria del Battista; tra il XVII e il XVIII secolo diversi artisti decorarono la navata centrale con grandi tele raffiguranti le storie di Teodolinda e della Corona ferrea. Carlo Innocenzo Carloni, grande decoratore del Settecento dallo stile affine al Tiepolo, decorò, infine, nel 1738, le volte delle navate laterali, le pareti del transetto e l’arco trionfale.
Si ringrazia
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MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero® Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale. Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo. Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR.
Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival *È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto. In collaborazione con
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MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi... … in metro Tutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM. … in stazione Martedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni. … nei parchi Tutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione. … nelle piazze e nelle strade della periferia milanese Nei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica. … nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centro Concerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica. … nelle Università Tre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca. … in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia. Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html 13
MITO SettembreMusica Promosso da Città di Milano Letizia Moratti Sindaco Massimiliano Finazzer Flory Assessore alla Cultura
Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia
Comitato di coordinamento Presidente Francesco Micheli Presidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo
Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco
Vicepresidente Angelo Chianale Presidente Fondazione per le Attività Musicali Torino Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale
Enzo Restagno Direttore artistico Francesca Colombo Segretario generale Coordinatore artistico
Claudio Merlo Direttore generale
Realizzato da Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro Parenzo Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman Comitato di Patronage Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi Consiglio Direttivo Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada Collegio dei revisori Marco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artistico Stefania Brucini Responsabile biglietteria Marta Carasso Vice-responsabile biglietteria Carlotta Colombo Responsabile produzione Federica Michelini Assistente Segretario generale Luisella Molina Responsabile organizzazione Letizia Monti Responsabile promozione Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione 15
I concerti di domani e dopodomani Venerdì 17.IX
Sabato 18.IX
ore 13 jazz Piazza Mercanti Break in jazz Il decano della chitarra jazz italiana Franco Cerri Quartetto Ingresso gratuito
ore 17 ragazzi Teatro Collegio San Carlo Suoni di sabbia °, Britten, Musiche di Martinu Peterson, Ellington Discovery Ensemble Luigi Di Fronzo, direttore Luigi Palombi, pianoforte Massimo Ottoni, artista visuale Posto unico numerato € 5
ore 17 contemporanea Sede GRUPPO 24 ORE, Auditorium Helmut Lachenmann Reigen Seliger Geister, per quartetto d’archi Salut für Caudwell, per due chitarre Grido, per quartetto d’archi Quartetto Arditti Ingresso gratuito
ore 17 contemporanea Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare Musiche di Lachenmann, Schönberg mdi ensemble Paolo Casiraghi, clarinetto Lorenzo Gentili Tedeschi, violino ore 18 classica Paolo Fumagalli, viola Galleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Giorgio Casati, violoncello Sala da Ballo Simone Beneventi, percussioni Un’ora con Chopin e Schumann Luca Ieracitano, pianoforte Roberto Giordano, pianoforte Ingresso gratuito Ingressi € 5 ore 18 incontri ore 21 classica Piccolo Teatro Grassi Università Bocconi - Aula Magna, Musica e Teatro via Roentgen Incontro su Sconcerto in programma Musiche di Robert Schumann il 19 settembre. Partecipano: Salvatore Accardo, violino Giorgio Battistelli, compositore Laura Gorna, violino Franco Marcoaldi, autore del testo Francesco Fiore, viola Toni Servillo, regista e attore Rocco Filippini, violoncello con Sergio Escobar, Francesca Colombo, Andrea Lucchesini, pianoforte Angelo Curti Ingressi € 15 Ingresso gratuito ore 22 canzone d’autore Teatro Filodrammatici Canzoni a nudo Carlo Pestelli, chitarra, armonica e voce Alex Gariazzo, chitarre, ukulele e voce Marco Gentile, violino, viola e chitarra Posto unico numerato € 10
ore 18 classica Galleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Sala da Ballo Un’ora con Chopin e Schumann Antonio Di Dedda, pianoforte Ingressi € 5 ore 21 classica Auditorium di Milano, Fondazione Cariplo Musiche di Rihm, Lachenmann Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Matthias Hermann, direttore Jörg Widmann, clarinetto Quartetto Danel Ingresso gratuito
www.mitosettembremusica.it Responsabile editoriale Livio Aragona Progetto grafico Studio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano 16
ore 22 jazz Officina Teodosio ATM, Reparto Verniciatura Mosche elettriche “Around Jimi” Giovanni Falzone, tromba, elettronica Valerio Scrignoli, chitarra elettrica Michele Tacchi, basso elettrico Riccardo Tosi, batteria Ingressi € 15
MITO SettembreMusica
Quarta edizione
È un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
partner istituzionale
Sponsor
Media partner
Sponsor tecnici
Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar
Si ringrazia • per l’accoglienza degli artisti
Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato
ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A.
• per l’abbigliamento dello staff
• per il sostegno logistico allo staff
GF FERRÉ
BikeMi
-5 Milano Torino unite per l’Expo 2015