Milano Museo Diocesano di Milano
Sonig Tchakerian violino Roberto Prosseda pianoforte
MartedĂŹ 21.IX.10 ore 17
Bach Schumann Paganini Schumann
° 66
Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione
SettembreMusica
Johann Sebastian Bach (1685-1750) Robert Schumann (1810-1856) Partita n. 3 in mi maggiore BWV 1006
Sonata n. 3 in do maggiore BWV 1005
ca 28 min.
Adagio Fuga Largo Allegro assai
Partita n. 2 in re minore BWV 1004 Allemanda
ca 18 min.
Preludio Loure Gavotte en Rondeau Menuet I Menuet II BourĂŠe Gigue
ca 30 min.
Corrente Sarabanda Giga Ciaccona
Niccolò Paganini (1782-1840) Robert Schumann Capricci nn. 2, 13, 16 dai Ventiquattro Capricci op. 1 Sonig Tchakerian, violino Roberto Prosseda, pianoforte
In collaborazione con Museo Diocesano di Milano
ca 10 min.
Schumann allo specchio Robert Schumann è uno dei compositori che hanno fatto maggior (e miglior) uso di musiche altrui. Ciò che stupisce non è tanto la quantità numerica dei casi di citazione nelle sue opere (più di un centinaio, comprese le autocitazioni), ma, soprattutto, la sua totale immedesimazione con materiali ‘altri’. Del resto, per Schumann il riferirsi a temi, strutture o idee musicali preesistenti non è solo una maniera di giocare con l’esterno, con il passato o con le convenzioni: è molto di più, è il nucleo fondante della sua concezione creativa. Infatti egli basa la propria poetica, peraltro originalissima, proprio su quelli che oggi sono propriamente detti ‘rapporti intertestuali’, ossia sulle relazioni a volte esplicite, altre volte allusive, in certi casi del tutto nascoste o addirittura inconsce con oggetti o brandelli di memorie musicali (e anche letterarie) esterne. E spesso succede che i temi che Schumann prende ‘in prestito’ da altri compositori suonano più intimamente ‘schumanniani’ dei suoi propri – si pensi al Lied di Beethoven An die ferne Geliebte, che appare al termine del primo movimento della Fantasia op. 17: non solo sembra il tema più originale, ma suona anche come la conseguenza naturale degli altri precedenti. Ciò avviene in maniera ancor più esplicita con le Sonate e Partite di Bach, nella versione con l’accompagnamento pianistico aggiunto da Schumann. Qui Schumann non cita Bach, ma, mantenendo invariata la parte violinistica, la riveste e la rivive con un proprio sguardo attraverso l’accompagnamento pianistico. Bach completò le Sonate e Partite nel 1720, senza pubblicarle, cosa peraltro normale all’epoca: è musica, questa, concepita per l’esecuzione domestica e privata, e proprio grazie a ciò Bach era libero di sperimentare soluzioni ardite senza la paura di un pubblico giudizio. La prima edizione fu pubblicata solo nel 1802 da Simrock, seguita da una seconda edizione nel 1820 e da una terza stampata a Lipsia (dove Schumann allora risiedeva) nel 1843. Lipsia era la città dove Bach aveva vissuto dal 1723 al 1750 e dove, tra il 1835 e il 1847, Felix Mendelssohn era stato direttore dell’orchestra del Gewandhaus. Com’è noto, fu proprio Mendelssohn che riscoprì la Passione secondo Matteo (eseguita a Lipsia nel 1841, dopo la ‘prima’ moderna a Berlino nel 1829). È meno noto, invece, che lo stesso Mendelssohn tenne anche un concerto come pianista al Gewandhaus nel 1840 con il violinista Ferdinand David, suonando la Ciaccona dalla Seconda Partita di Bach con l’aggiunta del suo accompagnamento pianistico. Mendelssohn sentì l’esigenza di una versione ‘più fruibile’ dal pubblico lipsiense e così aggiunse una parte pianistica che potesse rendere più chiare le armonie, altrimenti troppo vaghe e non percepibili per i non addetti ai lavori. Schumann era presente al concerto: se ne ricordò tredici anni dopo, nel gennaio 1853, quando scrisse al suo editore Breitkopf & Härtel dell’idea di realizzare l’accompagnamento pianistico per varie musiche di Bach per violino solo. Dopo la risposta positiva dell’editore, Schumann si mise all’opera e in un solo mese completò la sua versione delle Sonate e Partite. Non stupisce, a ben vedere, che i capolavori bachiani per violino solo attirassero tanto l’attenzione di Schumann, specie se pensiamo che l’idea di coniugare melodia e contrappunto, di creare un trompe-l’oeil sonoro, era da sempre principio fondante del linguaggio schumanniano e, ancor di più, delle sue più visionarie utopie. Già a partire dalla sua op. 1, Schumann aveva ricercato e sperimentato forme di polifonia ‘virtuale’ talmente concettuali da essere al limite della percettibilità: si pensi ai suoni ‘sottratti’ nella cadenza finale delle Variazioni Abegg, o alla Innere Stimme dell’Humoreske op. 20 – una voce scritta in partitura, ma da non suonare. Lo stesso Bach, peraltro, si era già spinto molto in là in tal senso, affidando al solo violino (strumento fondamentalmente monodico) le complesse fughe delle tre Sonate, in particolare quella della Sonata n. 2 che presenta, nel punto culminante, la fusione del soggetto con la sua inversione. 3
Non tutti sanno che Bach, oltre che organista e cembalista, era anche un provetto violinista e conosceva quindi bene l’arte di sfruttare le potenzialità timbriche e strumentali degli strumenti ad arco. Il figlio Carl Philipp Emanuel confermò a Johann Nikolaus Forkel che suo padre «nella sua giovinezza, e fino alla tarda età, suonò il violino con molta precisione ed energia, e così poteva tenere l’orchestra in miglior ordine di quanto avrebbe potuto fare con il clavicembalo. Egli comprendeva alla perfezione le possibilità di tutti gli strumenti ad arco». Con le Sonate e Partite, in effetti, Bach ha lasciato ai violinisti un’opera di imprescindibile importanza, una summa delle potenzialità tecniche ed espressive che il violino solo può ottenere. La sua musica, però, non è mai strettamente idiomatica, nel senso che mantiene la sua pregnanza espressiva anche quando trasferita su altri strumenti. Non a caso, delle Sonate e Partite esistono numerose, efficaci trascrizioni, delle quali la più celebre è forse la Ciaccona dalla Seconda Partita trascritta per pianoforte da Busoni. Non è così per le musiche di Schumann. È difficile, ad esempio, pensare ad un’orchestrazione dei suoi lavori pianistici. Al contrario di Bach, Schumann trova solo nel pianoforte il suo vero, completo universo timbrico, che è però ben lungi dall’essere autoreferenziale. Proprio mediante il pianoforte, Schumann sa evocare timbri orchestrali, suoni della natura, sa concepire note anche inaudibili o esistenti solo nella sua immaginazione. Ecco dunque che l’abbinarsi del pianoforte schumanniano alla polifonia violinistica bachiana dà risultati sorprendenti e compiuti. Le celebri Sonate e Partite suonano ora antiche e nuove al contempo. Il pianoforte agisce come un prisma attraverso cui è possibile una nuova percezione delle linee bachiane, riflesse nella poetica schumanniana. L’intervento di Schumann rimane sempre molto discreto: in genere il pianoforte, oltre ad amplificare le armonie del violino, si limita a replicare alcuni incisi tematici, anche per moto contrario o in canone. Solo in alcuni casi, come nella Ciaccona, la parte pianistica presenta l’aggiunta di nuovi spunti, fungendo da moltiplicatore dei contrappunti del violino, come una sorta di versione allo specchio della parte originale. Ciò avviene anche nel caso analogo dei Capricci di Paganini, a cui Schumann aggiunse l’accompagnamento pianistico. L’ascolto dal vivo di un concerto tenuto da Niccolò Paganini sconvolse Schumann e gli stimolò due raccolte di Studi per pianoforte oggi quasi mai eseguite: l’op. 3 e l’op. 10. In entrambe, Schumann tenta una trasposizione pianistica del virtuosismo paganiniano, trascrivendo, però, abbastanza letteralmente quei difficili passaggi (questi sì, idiomaticamente pensati per il violino). Successivamente, tracciò un ritratto musicale di Paganini nell’omonimo brano che fa parte del Carnaval op. 9. Non pago di ciò, nel 1853 tornò ai Capricci di Paganini per realizzarne l’accompagnamento pianistico, completando il lavoro nel 1855, a pochi mesi dalla morte. La pubblicazione è avvenuta solo nel 1941, nella versione rivista da Georg Schünemann. L’operazione, non dissimile da quella relativa alle Sonate e Partite di Bach, non è però volta a individuare un nuovo tipo di virtuosismo, ma a nobilitare, arricchendolo, quello originale di Paganini. La presenza del pianoforte consente infatti di evidenziare le finezze armoniche insite nella scrittura originale, addolcendone le asprezze senza peraltro smussare la brillantezza e l’ardore della parte violinistica. Ancora una volta, Schumann fa proprie musiche e concezioni creative altrui, senza snaturarle, eppure rinnovandole. Si può quindi parlare in questi casi di una composizione di Schumann, o si tratta di un mero arrangiamento o trascrizione? A proposito del problematico rapporto dell’’autorialità’ in simili casi, Schumann aveva le idee chiare sin da giovane: «Certe persone appaiono indipendenti solo quando si appoggiano ad un altro io. Ad esempio, lo stesso Shakespeare, che notoriamente trasse gran parte degli argomenti delle proprie tragedie antiche da novelle e simili». E ancora: «È difficile spiegare perché certe reminiscenze ci disturbano più in certi compositori che in altri: forse dipende dal fatto che in alcuni casi i rispettivi naturali caratteri del modello e dell’imitatore siano poco imparen4
tati fra loro, sicché gli elementi che vengono ripresi suonano estranei nel secondo, mentre ciò non succede nei casi in cui i due caratteri sembrano possedere somiglianze innate» . E in effetti, nell’aggiungere un accompagnamento pianistico alle Sonate e Partite di Bach, così come ai Capricci di Paganini, Schumann dimostra a posteriori che quella musica già gli apparteneva: ecco perché la nuova parte pianistica non suona come un’inutile appendice a un capolavoro già compiuto e perfetto, ma come un esplicitarsi, naturale, di contenuti armonici e tematici già implicitamente presenti nell’originale. Il pianoforte, discretamente, illumina e fa emergere quelle voci lontane, interiori, che nella polifonia violinistica erano solo alluse o sottintese: quelle Innere Stimmen che rappresentano il cuore della poetica schumanniana. Roberto Prosseda
5
Sonig Tchakerian, violino Sonig Tchakerian ha iniziato a suonare il violino piccolissima, sotto la guida del padre. Trasferitasi in Italia, si è diplomata a 16 anni con il massimo dei voti e la lode, con Giovanni Guglielmo. Si è perfezionata per alcuni anni con Salvatore Accardo a Cremona, oltre che con Franco Gulli a Siena e con Nathan Milstein a Zurigo. Premiata al concorso Paganini di Genova (nel 1980) ed all’ARD di Monaco di Baviera (nel 1982 e nel 1988), tiene recital per violino solo o con pianoforte (collabora tra gli altri con Bruno Canino e Andrea Lucchesini, con cui ha eseguito l’integrale delle Sonate di Beethoven) per importanti società di concerti. Come solista ha suonato con orchestre quali la Royal Philharmonic di Londra, la Bayerischer Rundfunk di Monaco, la Verdi di Milano, le orchestre del San Carlo di Napoli e dell’Arena di Verona, I Solisti Veneti, l’Orchestra di Padova e del Veneto, con direttori quali Piero Bellugi, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Antonio Janigro, Daniel Oren, Claudio Scimone, Emil Tchakarov. È tra i pochi violinisti ad eseguire dal vivo l’integrale dei Capricci di Paganini, che ha registrato anche in cd nel 2003. Assieme al marito, il direttore d’orchestra Giovanni Battista Rigon, ha fondato le Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza, festival dove ogni anno invita alcuni tra i più noti musicisti italiani ad interpretare con lei capolavori della musica da camera. Il Festival si svolge nel celebre teatro del Palladio ed è regolarmente trasmesso da RAI Radiotre. Ha fatto parte del Trio Italiano, con il quale le è stato assegnato all’unanimità il Premio Gui di Firenze (nel 1990), e con il quale ha registrato l’integrale delle sonate di Beethoven, Schubert e Schumann. Molto apprezzata anche come didatta, insegna al Conservatorio di Padova. Ha tenuto corsi di perfezionamento per l’APM di Saluzzo, e attualmente per il Gubbio Summer Festival. Dall’anno accademico 2009/2010 è titolare della cattedra di violino nell’ambito dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Suona un magnifico violino di Gennaro Gagliano, costruito a Napoli nel 1760. In occasione delle Colombiadi del 1992 ha avuto l’onore di tenere un concerto con il violino di Paganini, il Guarneri del Gesù detto “Il Cannone”. Ogni anno, nell’ambito del progetto Bottega Tartiniana, suona l’Amati appartenuto a Giuseppe Tartini in un concerto presso la casa natale del grande musicista, a Pirano d’Istria.
6
Roberto Prosseda Roberto Prosseda ha recentemente guadagnato una notorietà internazionale in seguito a una serie di registrazioni Decca dedicate a capolavori e musiche inedite di Felix Mendelssohn, unanimemente elogiata dalle più autorevoli riviste specializzate («American Record Guide», «Fanfare», «Diapason», «Fono Forum», «Amadeus»). Nella stagione 2006/2007 è stato protagonista del “Mendelssohn Discoveries tour”, una serie di concerti in Europa, Cina e America, tra cui la Wigmore Hall di Londra, la Philharmonie di Berlino e il Gewandhaus di Lipsia, in cui ha presentato più di 15 brani di Mendelssohn in prima esecuzione assoluta. Nato a Latina nel 1975, ha intrapreso gli studi di pianoforte con Anna Maria Martinelli e Sergio Cafaro. Alla sua formazione hanno contribuito Dmitri Bashkirov, Leon Fleisher, Alexander Lonquich, William Naboré, Boris Petrushansky, Franco Scala, Charles Rosen, Karl Ulrich Schnabel, Fou Ts’ong, docenti con cui ha studiato presso l’Accademia Pianistica di Imola, l’International Piano Foundation e ai corsi di Sermoneta. Si è affermato in vari concorsi internazionali (“Micheli” di Milano, “Casagrande” di Terni, “Schubert” di Dortmund, “Mozart” di Salisburgo). Ha suonato come solista con la Filarmonica della Scala, la Gewandhaus Orchester di Lipsia, la Mozarteum Orchester di Salisburgo, l’Orchestra Santa Cecilia di Roma, i Berliner Symphoniker, la New Japan Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic. In Italia ha tenuto concerti per il Teatro alla Scala, l’Orchestra Verdi e Serate Musicali di Milano, l’Accademia Filarmonica Romana, il Teatro la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino e gli Amici della Musica di Firenze, l’Unione Musicale di Torino, il Teatro Comunale di Bologna, il Festival Pontino, il Festival Pianistico di Bergamo e Brescia, la Biennale di Venezia. Oltre a Mendelssohn, ha inciso tutte le opere pianistiche di Petrassi e Dallapiccola e, per la Decca, un album chopiniano di grande successo. Fra i suoi impegni più recenti, concerti come solista nella stagione sinfonica della London Philharmonic e della Gewandhaus Orchester diretta da Riccardo Chailly, con cui ha registrato l’inedito Concerto in mi minore di Mendelssohn in un cd Decca pubblicato nel settembre del 2009.
7
Il FAI presenta i luoghi di MITO SettembreMusica Museo Diocesano Il Museo Diocesano, inaugurato il 5 novembre 2001, è ospitato negli antichi chiostri di Sant’Eustorgio, affacciati sull’attuale corso di Porta Ticinese, un tempo importante asse viario che conduceva a Pavia, l’antica capitale longobarda. Danneggiato assai gravemente durante la seconda guerra mondiale, il complesso domenicano – che fu sede del Tribunale dell’Inquisizione lombarda dal 1228 al 1559 e che svolse un ruolo cruciale nella vita religiosa milanese - è stato restaurato per ospitare prestigiose opere provenienti dalla Diocesi ambrosiana (che abbraccia le province di Milano, Varese, Lecco e alcune zone limitrofe), oltre a diverse collezioni di grande interesse. Il complesso ha perso l’aspetto originario: già nel XIII secolo si suppone l'esistenza di più chiostri e le fonti ricordano la costruzione, nel 1413, di uno splendido chiostro rinascimentale, distrutto già nel 1526 da scontri fra truppe spagnole e francesi. I due chiostri attuali, a pianta quadrata, spettano entrambi all’intervento seicentesco dell’architetto Girolamo Sitoni. Il primo, cui si accede dalla piazza di Sant’Eustorgio, è circondato su tre lati da un porticato con colonnine; il secondo, anch’esso porticato su tre lati, è ritmato da colonnine binate in granito. Entrambi i chiostri sono stati gravemente danneggiati e parzialmente ricostruiti in seguito ai bombardamenti del 1943. Nelle sue dodici sezioni, il Museo Diocesano ospita un nutrito gruppo di capolavori realizzati tra il IV e il XIX secolo. Tra le opere più antiche vi sono i preziosissimi frammenti lignei del portale maggiore di Sant’Ambrogio, risalenti al IV-V secolo, e la Cappella di San Nazaro, della metà del IV secolo. Spiccano, quindi, i cosiddetti “Fondi Oro” della Collezione Crespi, capolavori tre-quattrocenteschi di ambito umbro e toscano dipinti su tavola con foglia d’oro applicata sullo sfondo, di straordinaria qualità, e le sculture lignee della Collezione Marcenaro, recente deposito della Fondazione Cariplo. Arricchiscono il museo le raccolte di quattro arcivescovi di Milano tra Sei e Settecento: Monti, Visconti, Erba-Odescalchi e Pozzobonelli. Quest’ultima comprende soltanto paesaggi: pur privi di immediati riferimenti religiosi, erano collezionati dal Pozzobonelli in quanto specchio della bellezza di Dio nel creato. Completano la visita al Museo le opere provenienti dalla diocesi: oltre a svariate pale d’altare (da Bergognone a Bernardino Campi a Francesco Hayez), si segnala la grandiosa ancona lignea cinquecentesca realizzata da una bottega di Anversa per Annone Brianza, il celebre Furto sacrilego dipinto nel Settecento Alessandro Magnasco, i preziosi arredi liturgici e il ciclo di affreschi strappati del simbolista Gaetano Previati raffiguranti la Via Crucis (1882-88), un tempo nel cimitero di Castano Primo.
Si ringrazia
8
MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero® Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale. Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo. Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR.
Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival *È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto. In collaborazione con
9
MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi... … in metro Tutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM. … in stazione Martedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni. … nei parchi Tutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione. … nelle piazze e nelle strade della periferia milanese Nei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica. … nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centro Concerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica. … nelle Università Tre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca. … in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia. Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html
Per la terza volta due Istituzioni profondamente legate alla tradizione milanese come il Museo Diocesano di Milano ed il Festival Internazionale MITO SettembreMusica si incontrano. Anche quest’anno il Museo Diocesano apre le sue porte a MITO per celebrare così, in maniera ideale, il connubio fra arte e musica. Il Museo Diocesano di Milano, inaugurato nel novembre 2001 nei Chiostri di Sant’Eustorgio, risponde primariamente alla necessità di salvaguardia e valorizzazione dell’ingente patrimonio artistico della Diocesi ambrosiana, considerato tanto nella sua specifica valenza storico artistica, quanto come testimonianza di un’ininterrotta storia di fede e di bellezza cristiana. La Collezione permanente è costituita da più di settecento opere, comprese tra il IV ed il XXI secolo giunte al Museo sottoforma di lasciti, depositi o donazioni. Le opere costituiscono viva testimonianza della ricca produzione artistica ambrosiana, oltre ad offrire un interessante panorama del gusto collezionistico non solo arcivescovile, ma anche privato. Un primo nucleo espositivo è composto, significativamente, da opere strettamente connesse alla figura di Sant’Ambrogio, fondatore della Diocesi. Oltre a dipinti provenienti dalle chiese della Diocesi, indiscussi capolavori che documentano ampiamente gli esiti della pittura lombarda tra la fine del Quattrocento sino all’Ottocento, il Museo conserva tele un tempo appartenenti alle prestigiose collezioni degli arcivescovi di Milano, come il Cardinale Monti e il Cardinale Pozzobonelli; una sezione a parte è dedicata all’Oreficeria. Nelle sale del Museo è inoltre esposta la donazione Alberto Crespi, una preziosa collezione di 41 tavole a “fondo oro” realizzate da artisti italiani, perlopiù toscani, del XIV e del XV secolo. Una sezione è dedicata alla Collezione Marcenaro, depositata al Museo dalla Fondazione Cariplo, composta da sculture e dipinti databili dal XIV al XVII secolo. Infine, intorno ad un primo nucleo di opere di Lucio Fontana, si sono accostate numerose opere del XX e del XXI secolo, a testimonianza di un crescente interesse per la contemporaneità. In continuo e dinamico arricchimento, la Collezione permanente del Museo è attualmente allestita lungo i tre corpi restaurati del secondo chiostro di Sant’Eustorgio, in attesa del completamento del percorso espositivo, che avverrà con l’ampliamento in corso e consentirà anche l’attivazione di nuovi ed importanti servizi al pubblico.
Museo Diocesano di Milano Corso di Porta Ticinese, 95 - 20123 Milano tel 02.89.42.00.19 info.biglietteria@museodiocesano.it www.museodiocesano.it Aperto da martedi a domenica, ore 10-18 lunedi chiuso
MITO SettembreMusica Promosso da Città di Milano Letizia Moratti Sindaco Massimiliano Finazzer Flory Assessore alla Cultura
Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia
Comitato di coordinamento Presidente Francesco Micheli Presidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo
Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco
Vicepresidente Angelo Chianale Presidente Fondazione per le Attività Musicali Torino Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale
Enzo Restagno Direttore artistico Francesca Colombo Segretario generale Coordinatore artistico
Claudio Merlo Direttore generale
Realizzato da Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro Parenzo Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman Comitato di Patronage Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi Consiglio Direttivo Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada Collegio dei revisori Marco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artistico Stefania Brucini Responsabile biglietteria Marta Carasso Vice-responsabile biglietteria Carlotta Colombo Responsabile produzione Federica Michelini Assistente Segretario generale Luisella Molina Responsabile organizzazione Letizia Monti Responsabile promozione Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione 14
Lo Staff del Festival Per la Segreteria generale Chiara Borgini con Eleonora Tallarigo Per la Comunicazione Livio Aragona Responsabile edizioni / Marco Ferullo Ufficio stampa Marta Francavilla Responsabile redazione web / Roberta Punzi Referente partner e sponsor / Uberto Russo Ufficio comunicazione con Elisabetta Villa e Francesca Carcucci / Cristina Castiglioni / Lorenza Giacardi Margherita Maltagliati / Valentina Meotti / Francesco Monti / Maddalena Pais Alberto Raimondo / Daniela Valle Per la Produzione Ludmilla Faccenda Responsabile logistica produzione / Nicola Giuliani, Matteo Milani Andrea Minetto Direttori di produzione con Grazia Bilotta / Francesco Bollani Niccolò Bonazzon / Angelica Buoncore / Stefano Coppelli / Paola Rimoldi e Elisa Abba / Claudio Bardini / Giacomo Carabellese Stefano Chiabrando / Diego Dioguardi / Consuelo Di Pietro / Laura Ginepri Marta Masnaghetti / Bianca Platania Per la Promozione Alice Fantasia / Federica Mulinelli e Lea Carlini Per la Biglietteria Monica Montrone Responsabile gestione del pubblico Andrea Rizzi Responsabile infopoint con Alberto Corielli / Giulia De Brasi Silvia Masci / Marida Muzzalupo / Chiara Sacchi e Arjuna Das Irmici via Dogana, 2 – Scala E, II piano 20123 Milano telefono +39.02.88464725 / fax +39.02.88464749 c.mitoinformazioni@comune.milano.it / www.mitosettembremusica.it
15
I concerti di domani e dopodomani Mercoledì 22.IX
Giovedì 23.IX
ore 17 antica Basilica di San Simpliciano Alessandro Scarlatti Venere, Adone e Amore, serenata per soli e orchestra su testo di F. M. Paglia Giovanni Bononcini Amor non vuol diffidenza, serenata per soli e orchestra su testo di S. Stampiglia Accademia dArcadia Diego Fasolis, direttore Alena Dantcheva, soprano Laura Antonaz, soprano David Hansen, controtenore In occasione del 350° anniversario della nascita di Alessandro Scarlatti Ingresso gratuito
ore 15 antica Duomo di Milano Imago Virginis Numero e pittura musicale nei mottetti mariani di Josquin Musiche di Josquin Des Près Johannes Ockeghem Loyset Compère Odhecaton Ensemble Paolo Da Col, direttore Ingresso libero
ore 18 classica Galleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Sala da Ballo Un’ora con Chopin e Schumann Alexia Mouza, pianoforte Ingressi € 5 ore 21 contemporanea Teatro Dal Verme Musiche di Rihm e Lachenmann Orquesta de la Comunidad de Madrid José Ramón Encinar, direttore Arne Deforce, violoncello Ingresso gratuito ore 21 classica Auditorium di Milano, Fondazione Cariplo Gustav Mahler Sinfonia n. 3 in re minore Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi Xian Zhang, direttore Erina Gambarini, maestro del coro Maria Teresa Tramontin, maestro del Coro di Voci Bianche de laVerdi Monica Groop, mezzosoprano In occasione del 150° anniversario della nascita di Gustav Mahler Posti numerati € 15, 20
Palazzo Morando arte&musica Palazzo Morando In occasione di MITO SettembreMusica Apertura al pubblico della mostra Marco Glaviano. Donne e Jazz. Ingresso gratuito Informazioni tel. +39. 02.02.02 ore 21 classica Teatro Dal Verme Manuel de Falla Danza ritual del fuego da “El Amor brujo” Noches en los jardines de España impressioni sinfoniche per pianoforte e orchestra El sombrero de tres picos Orquesta de la Comunidad de Madrid Posti numerati € 25, 35 ore 22 crossover Fiera Milano City – MIC, Sala Plenaria Around the World Closing Party Señor Coconut and his Orchestra featuring Argenis Brito “10 years anniversary” Posti in piedi € 10
www.mitosettembremusica.it Responsabile editoriale Livio Aragona Progetto grafico Studio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano 16
MITO SettembreMusica
Quarta edizione
È un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
partner istituzionale
Sponsor
Media partner
Sponsor tecnici
Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar
Si ringrazia • per l’accoglienza degli artisti
Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato
ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A.
• per l’abbigliamento dello staff
• per il sostegno logistico allo staff
GF FERRÉ
BikeMi
-5 Milano Torino unite per l’Expo 2015