Milano Basilica di Sant’Eustorgio
Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per cantanti lirici Daniele Rustioni direttore
Martedì 21.IX.10 ore 18
Pergolesi Pärt
° 67 Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione
SettembreMusica
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) Salve Regina in fa minore per contralto, archi e continuo «Salve Regina» Largo «Ad te clamamus» Andante-Largo «Eia ergo» Andante «Et Jesum benedictum» Andante amoroso «O clemens non pia» Largo assai Arvo Pärt (1935) Stabat Mater ca 24 min. Giovanni Battista Pergolesi Stabat Mater per soprano, contralto, archi e continuo ca. 39 min. «Stabat mater dolorosa» Grave «Cujus animam gementem» Andante amoroso «O quam tristis et afflicta» Larghetto «Quae moerebat et dolebat» Allegro «Quis est homo» Largo - Allegro «Vidit suum dulcem natum» A tempo giusto «Eja Mater fons amoris» Andantino «Fac, ut ardeat cor meum» Allegro «Sancta mater, istud agas» A tempo giusto «Fac ut portem Christi mortem» Largo «Inflammatus et accensus» Allegro «Quando corpus morietur» Largo assai - Presto assai Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Daniele Rustioni, direttore Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala Susanne Braunsteffer, soprano Anna Victorova, mezzosoprano Leonardo Cortellazzi, tenore
Nello Stabat Mater di Pärt: Livio Salvatore Troiano, violino Matteo Giacosa, viola Fabio Mureddu, violoncello
In occasione del 300 anniversario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi In collaborazione con Accademia Teatro alla Scala
Due dimensioni del dolore In una conversazione con Enzo Restagno pubblicata qualche anno fa, Arvo Pärt ha raccontato di essere stato attratto dal testo dello Stabat Mater soprattutto per il modo in cui esso è costruito, e principalmente per il suo ritmo trocaico: il susseguirsi costante, in versi di varia ampiezza, e in tutte le strofe di terzine di cui si compone, di sillabe brevi e lunghe. Il ritmo interno al testo poetico, dice Pärt, invitando al canto, raffredda e sublima il dolore evocato dalle immagini poetiche, come accadrebbe a lava incandescente al contatto con l’acqua.1 Questa efficace immagine, oltre a cogliere caratteristiche intrinseche di quell’antica sequenza, aiuta a evidenziare gli elementi che insieme uniscono e separano lo Stabat Mater di Pärt dal suo celeberrimo antecedente, lo Stabat Mater di Pergolesi. In effetti il confronto rende evidenti una significativa affinità e una sostanziale differenza. Prima di tutto il tratto di affinità: a distanza di due secoli e mezzo, Pergolesi e Pärt operano nei confronti del linguaggio musicale delle rispettive epoche – la musica tardo-barocca per Pergolesi, la molteplicità e la complessità delle tecniche compositive dell’ultimo scorcio del secolo scorso per Pärt – una decisa semplificazione. Pergolesi compone lo Stabat Mater nell’ultima fase della sua brevissima vita, precisamente nel 1734. La scrittura musicale tende a un evidente alleggerimento rispetto ai modelli contemporanei, quasi a voler sciogliere gli intrecci contrappuntistici del severo stile da chiesa, lo stilus antiquus, in puro canto. Qualcosa di simile accade anche nel Salve Regina in fa minore, che appartiene alla medesima fase, e che è una versione per contralto dell’altra più nota in do minore. Già nel Salve Regina Pergolesi punta infatti a realizzare un sottile equilibrio tra il contrappunto e una scrittura melodica plastica ed espansiva, tutta protesa a valorizzare al massimo grado gli stati affettivi suggeriti dal testo poetico. Le sezioni d’esordio («Salve Regina») e di chiusura («O clemens o pia») sono dominate da un patetismo acceso, da un’espressività molto intensa resa con forti tensioni armoniche; nelle sezioni interne («Ad te clamamus», «Eia ergo», «Et Jesum benedictum») prevale invece un’espressione melodica più misurata, che di tanto in tanto pare bloccarsi in momenti estatici: in quei momenti, lunghe note tenute paiono affidarsi alla sola seduzione timbrica della voce. Nello Stabat Mater, Pergolesi spinge questa tendenza ancora più in là, in direzione di una quasi esclusiva concentrazione sulla componente melodica. Arvo Pärt scrive il suo Stabat Mater nel 1985, a seguito di una commissione giunta in occasione della nascita a Vienna del Trio Alban Berg. Come tutte le opere scritte a partire dalla metà anni Settanta, anche nello Stabat Mater Pärt manifesta l’esigenza di una radicale riduzione degli elementi messi in gioco nel processo compositivo. Si trattava di una profonda ridefinizione dei propri principi poetici che si manifestò in una vera e propria crisi creativa, e che andava di pari passo con un nuovo fervore spirituale. Dopo aver attraversato le più rilevanti esperienze del Novecento – un neoclassicismo nel segno di Prokof’ev, la tecnica dodecafonica e quella del collage – e malgrado alcune sue opere lo avessero già portato alla ribalta della musica contemporanea, Pärt si era imposto un lungo periodo di silenzio, durante il quale aveva avviato la ricerca di una nuova dimensione poetica, che aspirava a liberarsi dal tecnicismo e dalle artificiosità dei linguaggi contemporanei. Durante quel sofferto allontanamento dalla attività creativa Pärt aveva affrontato un nuovo apprendistato fondato sullo studio del canto gregoriano e della polifonia antica, e si era sforzato di comprendere come da un insieme ridottissimo di elementi potesse scaturire un nuovo stile, un’espressione densa, una musica semplice, austera, venata di misticismo e quasi incantatoria. Pärt inizia a lavorare con pochissimi elementi, e su questi elementi fonda costrutti musicali che paiono situarsi a metà strada tra monodia e polifonia, senza essere
propriamente né l’una né l’altra cosa. Intreccia due modalità di andamento melodico, uno che si muove per gradi congiunti e di solito ruota attorno ad un’altezza centrale, l’altro che si muove tra le altezze di una triade. Quel che ne risulta è un singolare intreccio di linee che non ha realmente a che fare né con la tradizionale distinzione di funzioni tra melodia e accompagnamento, né con l’idea di due linee autonome che procedono polifonicamente, ma risulta piuttosto come una monodia arricchita da risonanze armoniche di effetto continuamente variato. Nascono in questa nuova fase alcune delle sue composizioni più note, opere strumentali, come Fratres (1977) e Cantus in Memory of Benjamin Britten (1977), ma soprattutto alcuni capolavori di musica vocale su testi sacri, come il Te Deum (1984) e il Wallfahrtlied (1984). Dunque la scelta di adottare la sequenza dello Stabat non giunge a caso, ma si inscrive in questa precisa e ben definita evoluzione poetica. Per la commissione legata al Trio Alban Berg, il punto di partenza doveva essere necessariamente un trio d’archi. Fin da subito Pärt pensò di aggiungervi una voce, optando poi per una formazione più bilanciata, composta di un trio vocale accostato ad un trio strumentale. L’interpretazione di Pärt è assai toccante, a cominciare dall’introduzione strumentale, con i tre archi che suonano in registro molto acuto e si spostano verso zone di registro più grave ripetendo una figura discendente in imitazione, finché la voce di soprano non si inserisce come una trafittura in questo nodo di linee fluttuanti, seguita dal contralto (o da un controtenore) e poi dal tenore, come a dare al dolore individuale una dimensione collettiva. Il desolato esordio strumentale tornerà alla fine, avviandosi questa volta su una sonorità accordale tenuta dalle tre voci. In mezzo stanno episodi in cui la musica si riduce a scarne linee vocali, e dove si dissolve talvolta anche la più elementare parvenza di polifonia: è solo una nuda monodia ad articolare un nucleo melodico giocato su un pugno di suoni e sulla costante alternanza di valori brevi e lunghi. Interludi strumentali di crescente intensità interrompono momentaneamente questi episodi, per essere poi nuovamente riassorbiti in quella assorta prosodia. Accostato alla nudità quaresimale di Pärt, lo Stabat di Pergolesi pare acquistare una sorprendente esuberanza. D’altra parte le premesse e il contesto erano del tutto differenti. Vi sono varie ipotesi sull’origine e l’occasione del lavoro, nessuna però suffragata da prove documentarie sicure. Una delle più accreditate vuole che Pergolesi ricevesse l’incarico alla fine del 1734 dai Cavalieri dell’Arciconfraternita della Beata Vergine de’ Dolori per sostituire lo Stabat Mater di Alessandro Scarlatti, da vent’anni eseguito nella Chiesa francescana di San Luigi di Palazzo, dove i Cavalieri si riunivano per le funzioni religiose. Che fosse questo o meno lo scopo della commissione, Pergolesi scrisse una composizione che ben presto varcò i confini del Regno di Napoli, diffondendosi in tutta Europa con numerose edizioni a stampa e soprattutto con un numero imponente di copie manoscritte. Quel che invece è certo è che lo Stabat di Pergolesi avrebbe dovuto sostituire quello di Alessandro Scarlatti, eseguito in funzioni pubbliche per vent’anni e ormai invecchiato. Nell’organico e nell’impianto generale, Pergolesi era rimasto tutto sommato fedele al modello scarlattiano. Costruì un episodio musicale compiuto per ognuna delle dodici sezioni del testo, eliminò il recitativo, serrando così il ritmo drammatico. La maggior parte dei brani adotta la forma dell’aria bipartita, ad eccezione dei duetti «Quis est homo» costituito da un episodio in do minore che precede un allegro nel relativo maggiore, e «Sancta Mater istud agas», che è in forma ternaria. Un libero fugato caratterizza «Fac, ut ardeat cor meum» e l’«Amen» conclusivo. Il contrappunto appare evidentemente semplificato, e così anche l’armonia, sicché le parti strumentali assumono una funzione subordinata di accompagnamento piuttosto che partecipare allo svolgimento contrappuntistico. Il massimo risalto viene perciò dato all’espansività melodica. Le linee si dispiegano allineando incisi melodici simmetrici, che aderiscono al ritmo dei versi e alla forma di ciascuna strofa. 4
Ma ciò che più risalta nello Stabat Mater pergolesiano è il particolare accento della religiosità che vi viene evocata. Una religiosità che pare scaturire direttamente da una potente esperienza emotiva, da una sofferenza che si spoglia della compostezza ieratica e sublimata per mostrarsi in tutta la sua umana crudezza. E nel mostrare così un sentimento troppo umano abbandona l’artificiosa maestria del contrappunto, e si concede i modi del teatro. Ecco allora la sostanziale differenza, lo scarto decisivo: lo Stabat Mater di Pergolesi è una potente esperienza emotiva, tende a una dimensione estroversa del dolore; lo Stabat Mater di Pärt punta invece a una dimensione tutta interiore, a trasmettere un dolore denso e assorto, raffreddato. Come un immobile specchio d’acqua, richiuso su lava incandescente. 1. Arvo Pärt allo specchio. Conversazioni, saggi e testimonianze, Milano, il Saggiatore, 2004, p. 88.
Livio Aragona*
* Musicologo, ha al centro dei suoi interessi i molteplici indirizzi estetici della vita musicale contemporanea. È posseduto da un’autentica passione per il lavoro editoriale, che esercita a vario titolo per case editrici, istituzioni concertistiche, centri di ricerca. Insegna presso il Conservatorio di Pesaro e l’Università di Milano. 5
Salve Regina, mater misericordiae: vita dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Hevae. Ad te suspiramus, gementes et flentes in hac lacrimarum valle. Eia ergo, Advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Jesum benedictum, fructum ventris tui, nobis post hoc exsilium ostende. O clemens, o pia: o dulcis Virgo Maria.
Salve regina, madre di misericordia: vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Ors첫 dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi quegli ochiu tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Ges첫, il frutto benedetto del ventre tuo. O clemente, o pia: o dolce vergine Maria.
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Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa dum pendebat Filius Cuius animam gementem contristatem et dolentem pertransivit gladius O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta mater unigeniti! Quae moerebat et dolebat, et tremebat cum videbat nati poenas inclyti. Quis est homo qui non fleret, Christi Matrem si videret in tanto supplicio? Quis non posset contristari, piam Matrem contemplari dolentem cum Filio? Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis, et flagellis subditum. Vidit suum dulcem natum moriendo desolatum dum emisit spiritum Eia Mater, fons amoris me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. Fac, ut ardeat cor meum in amando Christum Deum ut sibi complaceam. Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas cordi meo valide. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. Fac me vere tecum flere, crucifixo condolere, donec ego vixero. Iuxta crucem tecum stare, te libenter sociare in planctu desidero Virgo virginum praeclara, mihi iam non sis amara fac me tecum plangere. Fac, ut portem Christi mortem passionis fac consortem, et plagas recolere. Fac me plagis vulnerari, cruce hac inebriari, ob amorem Filii. Inflammatus et accensus per Te, Virgo, sim defensus in die iudicii. Fac me cruce custodiri morte Christi praemuniri confoveri gratia. Quando corpus morietur, fac, ut animae donetur paradisi gloria. Amen.
La madre stava dolente in pianto, presso la croce dalla quale pendeva il figlio. La sua anima gemente angosciata e dolente fu trafitta da spada. Oh quanto triste ed afflitta fu la benedetta madre dell’unigenito! Che piangeva e soffriva tremava nel vedere le pene del glorioso suo figlio. Chi può trattenersi dal pianto davanti alla madre di Cristo in tanto tormento? Chi non potrebbe rattristarsi contemplando la madre che soffre col figlio? Per i peccati del suo popolo vide Gesù torturato, sottoposto al supplizio. Vide il suo dolce nato morire abbandonato, quando esalò l’ultimo respiro. Ti prego, madre, sorgente d’amore fa’ ch’io viva il tuo martirio, affinché io pianga con te. Fa’ che il mio cuore arda nell’amare Cristo Dio perché gli sia gradito. Fammi questo, o santa madre, imprimi nel profondo del mio cuore le piaghe del crocifisso. Del tuo figlio ferito, che tanto per me s’è degnato patire, dividi con me le sofferenze. Cons te lascia ch’io pianga fammi soffrire con il crocifisso, fintanto che avrò vita. Desidero stare con te presso la croce ed unirmi di buon grado a te nel pianto. Vergine tra le vergini la più insigne, non mi respingere, fammi piangere con te. Fa che porti con me la morte di Cristo, fammi partecipe della sofferenza e fa che adori le sue piaghe. Fa che sia ferito dalle sue ferite e che mi inebri della croce, per amore di tuo figlio. Colmo d’ardore e d’entusiasmo, difendimi, o Vergine, nel giorno del giudizio. Che io sia protetto dalla croce, fortificato dalla morte del Cristo, favorito dalla grazia. Quando il mio corpo morirà, fa che all’anima sia concessa la gloria del paradiso. Amen.
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Accademia di perfezionamento per cantanti lirici L’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici costituisce una delle eccellenze della proposta didattica dell’Accademia Teatro alla Scala, ente di caratura internazionale che, attraverso i suoi quattro dipartimenti –Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management – forma tutti i profili professionali legati al teatro musicale, avvalendosi della docenza dei migliori professionisti del Teatro alla Scala e dei più qualificati esperti del settore. Presieduta da Pier Andrea Chevallard e diretta da Luisa Vinci, l’Accademia offre percorsi formativi di altissimo livello per cantanti lirici, professori d’orchestra, maestri collaboratori, ballerini, scenografi, costumisti, truccatori e parrucchieri, sarti, attrezzisti, meccanici, falegnami, macchinisti, lighting designer, fotografi di scena, manager, tecnici del suono, videomaker. L’iter didattico, fondato su una modalità d’insegnamento che privilegia il contatto diretto con il mondo del lavoro, consente agli allievi di acquisire quotidianamente ‘sul campo’ competenze che vengono accresciute attraverso un’intensa esperienza di stage. La realizzazione del Progetto Accademia, un’opera che annualmente viene inserita nella stagione del Teatro alla Scala, a cui concorrono gli allievi di molti dei corsi attivi, costituisce un’importante occasione di confronto e di verifica, che va ad affiancarsi alle notevoli opportunità offerte nel corso dell’attività didattica: concerti, spettacoli, esposizioni, seminari. Fondata da Riccardo Muti nel 1997 sotto la direzione artistica di Leyla Gencer (scomparsa nel 2008), l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici raccoglie l’eredità della scuola dei Cadetti della Scala, voluta da Arturo Toscanini negli anni Cinquanta per garantire la trasmissione della tradizione lirica italiana. Grazie alla docenza di artisti come Luis Alva, Renato Bruson, Mirella Freni e Luciana Serra, l’Accademia prepara alla carriera professionale giovani cantanti dotati di una solida formazione vocale e musicale, affinandone in un percorso biennale le capacità tecniche e interpretative. Le masterclass tenute nel corso degli anni da Teresa Berganza, Enzo Dara, Christa Ludwig, Leo Nucci, Renata Scotto e Shirley Verrett hanno ulteriormente arricchito l’esperienza formativa. Lo studio quotidiano si intreccia costantemente con l’inserimento degli allievi nelle produzioni scaligere, accanto a interpreti, direttori d’orchestra e registi di fama assoluta. Particolare importanza rivestono inoltre l’attività concertistica in Italia e all’estero e la partecipazione a produzioni operistiche, come il Progetto Accademia. Numerosi i titoli allestiti al Teatro alla Scala e nei più importanti teatri italiani: fra le ultime produzioni si ricordano tre titoli del catalogo mozartiano, Ascanio in Alba (2006), Così fan tutte (2007) e Le nozze di Figaro (2008), Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti (2009), L’occasione fa il ladro di Rossini (2010). Numerosi gli ex allievi che oggi calcano le scene dei maggiori teatri nazionali ed esteri, dai soprano Serena Farnocchia, Carmen Giannattasio, Anja Kampe, Irina Lungu, Nino Machaidze, Teresa Romano ai mezzosoprano Ketevan Kemoklidze, Anita Rachvelishvili, Nino Surguladze, dal contralto Sonia Prina ai tenori Thiago Arancam, Leonardo Cortellazzi, Giuseppe Filianoti, dai baritoni Simon Bailey, Fabio Capitanucci, Massimo Cavalletti, Christian Senn, Vincenzo Taormina ai bassi Carlo Malinverno, Giovanni Battista Parodi, Dejan Vatchkov
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Susanne Braunsteffer, soprano Nata a Rosenheim in Germania, studi magistrali, si diploma a pieni voti nel 2008 presso il Mozarteum di Salisburgo. Durante il periodo di studi, frequenta le Masterclass di Barbara Bonney, Angelika Kirchschlager, Wolfang Holzmair e Theresa Linquist. Nel 2008 vince il concorso per studiare presso l’Opera National du Rhin a Strasburgo: qui frequenta le Masterclass di Francoise Pollet, Sylvie Valayre, Joyce Fieldsend, Umberto Finazzi, Lella Cuberli. Fra le sue interpretazioni: Pamina ne Il flauto magico di Mozart, la Contessa ne Le nozze di Figaro di Mozart, Gretel nell’Hansel e Gretel di Humperdinck. Il suo repertorio comprende Mozart, Puccini, Rossini, Verdi, Bizet, Offenbach. Numerose le sue partecipazioni a concerti e festival musicali, dal Bernstein Festival al Festival di Salisburgo, ai progetti dell’Opernstudio dell’Opera National du Rhin. Ha debuttato sul palcoscenico del Teatro alla Scala nel 2010 in un concerto in cui ha interpretato pagine di Offenbach e Puccini. È interprete di Micaela nella Carmen di Bizet a Liegi, Bruges e Namur.
Anna Victorova, mezzosoprano Nata a Mosca, nel 2006 si diploma presso il Conservatorio Tchaikovsky e nel 2008 si specializza in Canto con P. I. Scousnitchenko. Nelle competizioni a cui ha partecipato, si è aggiudicata: il Primo Posto dell’International Glinka Competition in Russia, il Secondo Posto del Maria Callas Grand Prix in Grecia, il Secondo Posto della Elena Obraztsova Competition in Russia, il Secondo Posto della terza edizione della China Competition in Cina, il Terzo Posto della Galina Vishnevskaya Competition, il primo Posto alla XII edizione del Concorso Internazionale per giovani cantanti lirici “Riccardo Zandonai”, il Quarto alla Tchaikovsky Competition in Russia e il Primo alla Lysenko Competition in Ucraina. Ha frequentato masterclass di Grace Bumbry, Brigitte Fassbaender, Mietta Sighele, Veriano Lucchetti, Mauro Trombetta, Veronica Dunne, Elena Obraztsova, Evgenij Nesterenko. Ha interpretato il ruolo di Olga nell’Evgenij Onegin di Tchaikovsky al Teatro Stanislavsky di Mosca e all’Opera Studio del Conservatorio moscovita, Polina nella Regina di Spade di Tchaikovsky al Teatro Bolshoi di Mosca e a Riga alla Latvian National Opera, Dalila nel Samson et Dalila di Saint-Saëns all’Anna Livia Dublin Opera Festival a Dublino, e Kate Pinkerton nella Madama Butterfly di Puccini al Teatro Stanislavsky di Mosca. Ha tenuto concerti come solista in Francia, Austria, Lituania, Giappone e Germania. Fra gli impegni più significativi si segnalano ad Amsterdam e Rotterdam una serie di concerti con musiche di Rachmaninov, l’interpretazione nel Requiem di Verdi alla Tonhalle di Zurigo, nella Sinfonia n. 9 di Beethoven a Foggia, nel 2006 nel concerto di chiusura dell’Anno della Russia in Cina e nel 2007 al musicaRivafestival a Riva del ˇ aikovskij con l’Orchestra Luigi Cherubini Garda nel Capriccio Italiano di C diretta da Isaac Karabtchevsky. Ha debuttato sul palcoscenico scaligero nel 2010 in un concerto in cui ha interpretato pagine di Verdi e Offenbach. Si è inoltre esibita con l’orchestra dell’Accademia scaligera, diretta da Marco Guidarini, in una tournée in Russia a Mosca al Bolshoj Theatre New Stage e a San Pietroburgo alla Philharmonia Šostakovicˇ, al Ravello Festival 2010 e al Teatro Grande di Pompei, nell’ambito del Campania Teatro Festival Italia.
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Leonardo Cortellazzi, tenore Nato a Mantova, laureato con lode in Marketing alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Parma, ha frequentato il corso superiore di Canto Lirico al Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma sotto la guida di Lelio Capilupi. Vincitore assoluto del XIII Concorso internazionale “Giuseppe Di Stefano” nel ruolo di Ferrando nel Così fan tutte di Mozart. Ha frequentato l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala fra il 2006 e il 2008. Nel 2003 ha debuttato nel ruolo di Schmidt nel Werther di Massenet al Teatro Magnani di Fidenza. Collabora spesso con il Teatro Regio di Parma dove ha interpretato il ruolo di Tamino nel Flauto Magico di Mozart e Giocondo nella Pietra del Paragone di Rossini e ha partecipato alle conferenze-concerto di presentazione de Il barbiere di Siviglia di Rossini e de Il flauto magico di Mozart. Come solista è stato interprete nel Requiem, nella Messa dell’Incoronazione e nella Missa Brevis KV 192 di Mozart, nella Messa in do maggiore di Beethoven, nella Cantata Erschallet, ihr Lieder di Bach, il Gloria RV 588 di Vivaldi, il Nisi Dominus di Haendel. Sul palcoscenico scaligero ha debuttato nel 2007 come solista nel Concerto Pucciniano diretto da Riccardo Chailly e come Ferrando nel Così fan tutte di Mozart, Progetto Accademia 2007, con la direzione di Ottavio Dantone e la regia di Michael Hampe. Nel medesimo ruolo è interprete nel Così fan tutte nel celebre allestimento di Giorgio Strehler, andato in scena al Piccolo Teatro in concomitanza con il decennale della scomparsa del grande maestro, con la direzione di Christopher Franklin. Nel 2008, ancora al Teatro alla Scala, interpreta il ruolo di Un innamorato ne Il Tabarro di Puccini, diretto da Riccardo Chailly, con la regia di Luca Ronconi, Don Basilio ne Le nozze di Figaro di Mozart, Progetto Accademia 2008, con la direzione di Giovanni Antonini nello storico allestimento di Giorgio Strehler ed è solista nei Vesperae solemnes de confessore di Mozart, diretto da Myung-Whun Chung nell’ambito del tradizionale Concerto di Natale. Nel 2009 è Guglielmo ne Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti, Progetto Accademia 2009, sotto la direzione di Marco Guidarini e la regia di Antonio Albanese, in scena al Teatro alla Scala e al Kongres & Kultur Center di Aalborg (Danimarca). Debutta nel ruolo di Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart, in scena al Teatro La Fenice di Venezia nel maggio 2010, con la direzione di Antonello Manacorda e la regia di Damiano Michieletto. A settembre è Borsa nel Rigoletto di Verdi, colossale produzione televisiva di Andrea Andermann, trasmessa in mondovisione in diretta da Mantova, con Placido Domingo nel ruolo principale, Zubin Mehta alla direzione dell'Orchestra sinfonica della Rai e Marco Bellocchio alla regia. Quindi interpreta il Conte Alberto ne L’occasione fa il ladro di Rossini, Progetto Accademia 2010, in scena al Teatro alla Scala fra settembre e ottobre, con la direzione di Daniele Rustioni nell’allestimento di Jean-Pierre Ponnelle ripreso da Sonja Frisell e Tamino nel Flauto magico di Mozart nei Teatri del Circuito Lirico Lombardo. Nel dicembre 2010 sarà al Teatro Carlo Felice di Genova fra gli interpreti del Concerto di Natale nei Vesperae solemnes de confessore di Mozart, con la direzione di Umberto Benedetti Michelangeli. Tornerà sul palcoscenico del Teatro alla Scala nel settembre 2011 nel ruolo di Telemaco ne Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi, con la direzione di Rinaldo Alessandrini e la regia di Bob Wilson.
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Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala L’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala si è formata nell’ambito dei Corsi di perfezionamento per professori d’orchestra, tenuti a partire dal 2000, finalizzati all’inserimento di giovani e valenti strumentisti nelle più importanti compagini orchestrali, in Italia e all’estero. Sotto la guida di stimati musicisti e delle Prime parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, i corsi prevedono lezioni individuali di strumento, musica da camera, sezioni d’orchestra, esercitazioni orchestrali. Gli allievi si sono esibiti a Milano al Teatro alla Scala, al Piccolo Teatro, al Teatro Dal Verme, al Teatro Donizetti di Bergamo, al Teatro Verdi di Brindisi, nell’ambito di Festival MITO SettembreMusica, Ravello Festival, Campania Teatro Festival Italia e in numerose tournée, tra le quali si segnalano: il progetto triennale promosso da Enel, che ha portato l’orchestra nelle maggiori piazze italiane (2001-2004), la partecipazione ad una serie di concerti fra Al Ain (Al Ain Classical Music Festival) ed Abu Dhabi negli Emirati Arabi (2008), una tournée in Danimarca (2009) e una in Russia (2010). Ogni anno l’orchestra partecipa al Progetto Accademia e ad alcune produzioni per il Corpo di Ballo scaligero: fra le più recenti si ricordano nel 2006 il balletto Il pipistrello, con la coreografia di Roland Petit, e Ascanio in Alba di Mozart. Nel 2007 e nel 2008 Così fan tutte, Le nozze di Figaro, Serata Petit. Nel 2009 il balletto Sogno di una notte di mezza estate, con la coreografia di George Balanchine, e l’opera Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti. Nel 2010 L’occasione fa il ladro di Rossini con la direzione di Daniele Rustioni, nell’allestimento di Jean-Pierre Ponnelle ripreso da Sonja Frisell. Alla direzione si sono avvicendati, fra gli altri, Giovanni Antonini, Roberto Rizzi Brignoli, Ottavio Dantone, Christopher Franklin, Marco Guidarini, Nicola Luisotti, Enrique Mazzola, Pietro Mianiti, Stefano Ranzani, Corrado Rovaris, Daniele Rustioni.
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Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Violini primi
Livio Salvatore Troiano (di spalla)* Giulia Bizzi Lorenzo Brufatto Madalina Dirlea Stefanov Petko Spasov Bettina Marie Tofte
Violini secondi
Catalina Spataru* Christine Champlon Hanne-Louise Heilberg Pascale Tudora Spataru Magdalena Valentinova Valcheva
Viole
Chiara Scopelliti* Matteo Giacosa Ali Zekeriya Kemanci Velyan Valentinov Vankov
Violoncelli
Fabio Mureddu* Tanyo Vladimirov Kondarev Adam Stadnicki
Contrabbassi
Luca Lombardi* Chavdar Svetoslavov Gerganov
Basso continuo
Federico Nicoletta
* (prima parte)
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Daniele Rustioni, direttore Con un emozionante debutto nella Cavalleria rusticana di Mascagni nello storico allestimento di Liliana Cavani al Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo, Daniele Rustioni ha fatto a soli 24 anni il suo ingresso nella scena musicale internazionale. Acclamato dalla critica come una rivelazione, il giovane direttore è stato immediatamente nominato Principale Direttore Ospite della seconda scena lirica pietroburghese. Rustioni ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dove si è diplomato a pieni voti in organo, composizione organistica, pianoforte, direzione d’orchestra. Si è perfezionato in direzione all’Accademia Superiore Musicale Pescarese, all’Accademia Musicale Chigiana di Siena (Diploma d’Onore) e alla Royal Academy of Music di Londra. Ha inoltre partecipato a masterclass con Sir Colin Davis, Kurt Masur e Gianandrea Noseda, che ne ha subito notato lo straordinario talento e ne è divenuto il principale mentore. Ha diretto l’Orchestra del Teatro Regio di Torino nel 2007 in un concerto con musiche di Mozart e nel 2008 per il debutto operistico in Italia con La bohème di Puccini nell’ambito del Festival estivo del Castello di Racconigi. Molto attivo all’estero, si è distinto in una serie di concerti alla guida della Russian National Philharmonic Orchestra di Mosca, dell’Orchestra Filarmonica Accademica di San Pietroburgo, della Welsh National Opera Orchestra al Covent Garden di Londra e in Italia dell’Orchestra della Toscana (ORT), dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, de I Pomeriggi Musicali e dell’Orchestra dell'Accademia del Festival Settimane Musicali di Stresa. Al Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo ha diretto nuove produzioni de L’elisir d’amore – presentata in tournée al Teatro Bolshoj di Mosca – e Pagliacci (per la regia di Liliana Cavani), riprese di Rigoletto e La traviata, oltre a concerti lirico-sinfonici e alla Messa di Requiem di Verdi, che ha poi diretto alla Sala Grande della Filarmonica di San Pietroburgo. Nel corso della stagione 2008/09 è stato assistente di Antonio Pappano alla Royal Opera House, Covent Garden nell’ambito del progetto Jette Parker Young Artists Programme. Nella stagione 2009/10 ha debuttato in Norma nell’ambito della stagione As.Li.Co, alla Fenice di Venezia ne Il barbiere di Siviglia, al Teatro Comunale di Bologna ne L’elisir d’amore e con l’Orchestra dell’Arena di Verona in un programma sinfonico. Nel maggio 2010 è tornato al Teatro Regio di Torino con La bohème e successivamente ha debuttato con l’Orchestra Haydn, che tornerà a dirigere nel dicembre 2011. Dopo il suo impegno al Teatro alla Scala nel settembre 2010 nella ripresa della storica produzione di Jean-Pierre Ponnelle de L’occasione fa il ladro con l’orchestra e i cantanti solisti dell’Accademia scaligera, tornerà ai Pomeriggi Musicali. Nel novembre 2010 dirigerà una nuova produzione di Otello di Giuseppe Verdi nella messa in scena di Edmuntas Nekrosius, mentre nel dicembre 2010 dirigerà la Messa di Requiem con la Filarmonica di Helsinki. Nella stagione 2010/11 farà il suo debutto alla Welsh National Opera con una nuova produzione di Così fan tutte e alla Royal Opera House di Londra con Aida.
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Il FAI presenta i luoghi di MITO SettembreMusica Basilica di Sant’Eustorgio La basilica di Sant’Eustorgio è protagonista di numerose tradizioni legate allo sviluppo e alla storia della città, e spesso, a partire dalla data e dai motivi della sua fondazione, è difficile distinguere i fatti storici da quelli con caratteristiche leggendarie: ogni passo all’interno di questa basilica svela un dettaglio, narra una storia, ricorda un personaggio o una leggenda. La basilica prende il nome da Eustorgio I, vescovo a Milano tra il 315 e il 331 che volle qui la sua sepoltura, oppure dall’omonimo Eustorgio II, vescovo nel 515. I resti di una prima chiesa paleocristiana del VII sec. sono ancora visibili sotto l’abside, mentre la chiesa attuale risale nelle sue componenti strutturali più importanti al 1190, costruita in stile romanico dopo la distruzione fatta da Federico Barbarossa che trafugò anche le reliquie dei Re Magi qui conservate. Nel XIII sec. la basilica venne affidata all’ordine domenicano, appena inviato a Milano da Domenico di Guzman, e subì alcuni adeguamenti, diventando a un’unica navata e ricevendo una copertura con volte a crociera costolanate. Sul lato destro della navata vennero poi aggiunte alcune cappelle. Nel corso del XIV e XV sec. la chiesa, sotto la spinta della famiglia dei Visconti, subì diversi interventi decorativi e di ampliamento: fu affrescata la cappella fondata nel 1297 da Matteo I, venne costruita una nuova biblioteca e un ancona marmorea per l’altare maggiore, vennero aggiunti il refettorio e il chiostro grande. Nel 1462 fu la volta della cappella Portinari, destinata a contenere le reliquie di San Pietro Martire in un sarcofago marmoreo di Giovanni di Balduccio e un incredibile ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa. Notevole è la moltiplicazione scenografica degli spazi dipinti dal noto pittore, sia nelle storie sulle pareti, che nei tondi, nei pennacchi della cupola e nei finti loggiati del tamburo. Successivamente fu la volta della cappella Brivio, nella quale furono collocati il polittico della Madonna con il Bambino con San Giacomo e Sant'Enrico di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, e il sepolcro di Giacomo Stefano Brivio, opera di Tommaso Cazzaniga e Benedetto Briosco. Tra il 1500 e il 1800 a basilica fu ulteriormente arricchita da una serie di opere di artisti importanti come Giulio Campi, Carlo Urbino, Andrea Pellegrini, Daniele Crespi, Giovanni Mauro della Rovere, detto il Fiammenghino e Federico Bianchi. Il patrimonio pittorico del convento venne arricchito inoltre dal cospicuo lascito di opere su tela di Giovanni Battista Marone de 1666. La facciata neoromanica venne sostituita nel 1870 su progetto di Giovanni Brocca e Enrico Terzaghi, e decorata da Agostino Caironi. Con un intervento di ripavimentazione del 1950 vennero riportate alla luce notevoli scoperte archeologiche e venne liberata dai sei strati di intonaco la decorazione della Cappella Portinari.
Si ringrazia
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MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero® Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale. Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo. Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR.
Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival *È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto. In collaborazione con
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MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi... … in metro Tutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM. … in stazione Martedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni. … nei parchi Tutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione. … nelle piazze e nelle strade della periferia milanese Nei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica. … nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centro Concerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica. … nelle Università Tre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca. … in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia. Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html 16
MITO SettembreMusica Promosso da Città di Milano Letizia Moratti Sindaco Massimiliano Finazzer Flory Assessore alla Cultura
Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia
Comitato di coordinamento Presidente Francesco Micheli Presidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo
Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco
Vicepresidente Angelo Chianale Presidente Fondazione per le Attività Musicali Torino Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale
Enzo Restagno Direttore artistico Francesca Colombo Segretario generale Coordinatore artistico
Claudio Merlo Direttore generale
Realizzato da Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro Parenzo Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman Comitato di Patronage Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi Consiglio Direttivo Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada Collegio dei revisori Marco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artistico Stefania Brucini Responsabile biglietteria Marta Carasso Vice-responsabile biglietteria Carlotta Colombo Responsabile produzione Federica Michelini Assistente Segretario generale Luisella Molina Responsabile organizzazione Letizia Monti Responsabile promozione Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione 18
Lo Staff del Festival Per la Segreteria generale Chiara Borgini con Eleonora Tallarigo Per la Comunicazione Livio Aragona Responsabile edizioni / Marco Ferullo Ufficio stampa Marta Francavilla Responsabile redazione web / Roberta Punzi Referente partner e sponsor / Uberto Russo Ufficio comunicazione con Elisabetta Villa e Francesca Carcucci / Cristina Castiglioni / Lorenza Giacardi Margherita Maltagliati / Valentina Meotti / Francesco Monti / Maddalena Pais Alberto Raimondo / Daniela Valle Per la Produzione Ludmilla Faccenda Responsabile logistica produzione / Nicola Giuliani, Matteo Milani Andrea Minetto Direttori di produzione con Grazia Bilotta / Francesco Bollani Niccolò Bonazzon / Angelica Buoncore / Stefano Coppelli / Paola Rimoldi e Elisa Abba / Claudio Bardini / Giacomo Carabellese Stefano Chiabrando / Diego Dioguardi / Consuelo Di Pietro / Laura Ginepri Marta Masnaghetti / Bianca Platania Per la Promozione Alice Fantasia / Federica Mulinelli e Lea Carlini Per la Biglietteria Monica Montrone Responsabile gestione del pubblico Andrea Rizzi Responsabile infopoint con Alberto Corielli / Giulia De Brasi Silvia Masci / Marida Muzzalupo / Chiara Sacchi e Arjuna Das Irmici via Dogana, 2 – Scala E, II piano 20123 Milano telefono +39.02.88464725 / fax +39.02.88464749 c.mitoinformazioni@comune.milano.it / www.mitosettembremusica.it
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I concerti di domani e dopodomani Mercoledì 22.IX
Giovedì 23.IX
ore 17 antica Basilica di San Simpliciano Alessandro Scarlatti Venere, Adone e Amore, serenata per soli e orchestra su testo di F. M. Paglia Giovanni Bononcini Amor non vuol diffidenza, serenata per soli e orchestra su testo di S. Stampiglia Accademia dArcadia Diego Fasolis, direttore Alena Dantcheva, soprano Laura Antonaz, soprano David Hansen, controtenore In occasione del 350° anniversario della nascita di Alessandro Scarlatti Ingresso gratuito
ore 15 antica Duomo di Milano Imago Virginis Numero e pittura musicale nei mottetti mariani di Josquin Musiche di Josquin Des Près Johannes Ockeghem Loyset Compère Odhecaton Ensemble Paolo Da Col, direttore Ingresso libero
ore 18 classica Galleria d’Arte Moderna - Villa Reale, Sala da Ballo Un’ora con Chopin e Schumann Alexia Mouza, pianoforte Ingressi € 5 ore 21 contemporanea Teatro Dal Verme Musiche di Rihm e Lachenmann Orquesta de la Comunidad de Madrid José Ramón Encinar, direttore Arne Deforce, violoncello Ingresso gratuito ore 21 classica Auditorium di Milano, Fondazione Cariplo Gustav Mahler Sinfonia n. 3 in re minore Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi Xian Zhang, direttore Erina Gambarini, maestro del coro Maria Teresa Tramontin, maestro del Coro di Voci Bianche de laVerdi Monica Groop, mezzosoprano In occasione del 150° anniversario della nascita di Gustav Mahler Posti numerati € 15, 20
Palazzo Morando arte&musica Palazzo Morando In occasione di MITO SettembreMusica Apertura al pubblico della mostra Marco Glaviano. Donne e Jazz. Ingresso gratuito Informazioni tel. +39. 02.02.02 ore 21 classica Teatro Dal Verme Manuel de Falla Danza ritual del fuego da “El Amor brujo” Noches en los jardines de España impressioni sinfoniche per pianoforte e orchestra El sombrero de tres picos Orquesta de la Comunidad de Madrid Posti numerati € 25, 35 ore 22 crossover Fiera Milano City – MIC, Sala Plenaria Around the World Closing Party Señor Coconut and his Orchestra featuring Argenis Brito “10 years anniversary” Posti in piedi € 10
www.mitosettembremusica.it Responsabile editoriale Livio Aragona Progetto grafico Studio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano 20
MITO SettembreMusica
Quarta edizione
È un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
partner istituzionale
Sponsor
Media partner
Sponsor tecnici
Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar
Si ringrazia • per l’accoglienza degli artisti
Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato
ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A.
• per l’abbigliamento dello staff
• per il sostegno logistico allo staff
GF FERRÉ
BikeMi
-5 Milano Torino unite per l’Expo 2015