Alimentazione: parola ai bambini

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POLITECNICO DI TORINO

Facoltà di Architettura I Dicembre 2011

ALIMENTAZIONE: PAROLA AI BAMBIN I

PROPOSTE PROGETTUALI PER AVVICINARE I BAMBINI AD UNA DIETA SANA Candidata: Tamara Garcevic Relatore: Marco Bozzola Corelatore: Dario Toso

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Indice Scenario 9

0. Introduzione

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0.1 easyEATING 0.2 JUmangi

1. La questione alimentare

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2. I disturbi alimentari e le patologie conseguenti

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3. L’alimentazione attraverso i media

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4. Questionari rivolti ai bambini delle elementari

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1.1 Sprechi 1.2 Accessibiltà al cibo: differenze tra il Nord e il Sud del Mondo 1.3 Approcci culturali 1.4 Relazioni tra alimentazione e corporatura 2.1 Cause 2.2 Denutrizione 2.3 Anoressia e bulimia 2.4 Obesità 2.5 Malnutrizione

3.1 Ideali promessi 3.2 Come funziona 3.3 Effetti: omologazione ed ignoranza 3.4 Junk&fast food 3.5 Rappresentazioni di bambini sul momento del pasto 3.6 Pubblicità progresso 4.1 Struttura 4.2 Analisi dei risultati 4.3 Informazioni ottenute

2

16 18 20 30 36 37 40 42 47 52 54 57 59 61 64 68 71 75


5. L’ educazione alimentare

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6. Comunicare con i bambini

95

82 85 91 91

5.1 Perchè mangiare 5.2 Cosa mangiare 5.3 Quanto mangiare 5.4 Movimento

6.1 Il metodo Montessori 6.2 Il teatro dei burattini

7. Stato dell’arte del design per bambini 7.1 Kit 7.2 Supporti per bere 7.3 Piatti 7.4 Posate 7.5 Altri oggetti pensati per i bambini

96 102

105

108 112 116 118 120

Progetto 1. Target

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2. Concept

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3. Progettazione

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1.1 Definizione 1.2 Parole chiave

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3.1 Messaggio 3.2 Concretizzare i concept 3.3 Ispirazioni 3.4 Ideazione

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4. La sbilancia

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5. I Vitamini

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Schemi

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Bibliografia

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Sitografia

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Ringraziamenti

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4.1 Dalle domande del questionario rivolto ai bambini 4.2 Come nasce 4.3 Cos’è 4.4 Struttura 5.1 Dalle domande del questionario rivolto ai bambini 5.2 Come nascono 5.3 Cosa sono 5.4 Codice colore 5.5 Dettagli usi 5.6 Il packaging 1. Analisi globale della cultura dell’alimentazione 2. Effetti della pubblicità sulle famiglie 3. Mappa delle relazioni tra alimente, sostanze e patologie

4

140 141 142 145

152 153 154 158 160 162 168 170 172


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Scenario

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Introduzione

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0 Introduzione Il consumatore embrione inizia a svilupparsi durante il primo anno di esistenza. I bambini iniziano il loro percorso consumistico durante l’infanzia. E certamente meritano di essere considerati come i consumatori in questo periodoJames U. McNeal Pioniere del marketing infantile

0.1 easyEATING Durante il corso di Cartotecnica e Imballaggio II dell’anno accademico 2009-2010, con il prof. Bozzola, è stato affrontato il tema del packaging alimentare. La collaborazione con Comieco ha orientato la scelta del materiale verso i cartacei ed, in particolare, quelli riciclati. La ricerca svolta sul prodotto agroalimentare locale, si è concentrate sulle modalità di utilizzo all’interno dell’ VIII edizione del Salone del Gusto, importante evento di valorizzazione dei prodotti italiani.

0.2 JUmangi

Un progetto in collaborazione con: Eugenio Nittolo, Gloricristin Milidoni, Luca Rosa Sentinella e Arianna Soldano.

Il mio gruppo di lavoro si è orientato nella fruizione degli assaggi da parte dei bambini, che, grazie al sistema prodotto, potevano mangiare giocando, componendo nuovi mondi con le grafiche delle sei diverse tovagliette, compatibili tra loro. Ogni tovaglietta raffigura un ambiente diverso, a rappresentazione dei gruppi alimentare: carne, pesce, frutta, verdura, latticini, dolci. Altro punto interessante del progetto è la possibilità di evitare le posate, scomode in un contesto movimentato come il Salone del Gusto. Queste vengono sostituite da una “posata” unica, che rappresenta, per ogni tovaglietta, il predatore dell’ambiente raffigurato. Egli permette di afferrare i bocconi come se fossero prede, con il movimento spontaneo della mano, ma senza toccarli direttamente, per via delle condizioni igieniche di un luogo pubblico. A contenere e completare il kit, c’è un bicchiere di carta che rappresenta l’albero, elemento centrale nella rappresentazione dell’ambiente naturale da parte dei bambini.

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Assonometria isometrica del kit aperto

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Utilizzo della posata

Schizzi per la posata di JUmangi, il coccodito, Eugenio Nittolo

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Grazie per la collaborazione a

Luca, Lorenzo e Andrej

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1.La questione alimentare

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La società è composta di due grandi classi: quelli che han più roba da mangiare che appetito, e quelli che han più appetito che roba da mangiare.

duzione non viene utilizzata. Per esempio, una parte di frutta e verdura viene abbandonata perché costa più raccoglierla che lasciarla a terra a marcire. Un’altra parte viene buttata successivamente. A tal proposito, secondo Coldiretti, solo in Italia, ogni anno restano invendute 240 mila tonnellate di alimenti, per un valore di un miliardo di euro. Con queste derrate, si potreb-

Nicolas de Chamfort Massime e pensieri, 1795

La Terra è un posto interessante, per noi che ci abitiamo. Si stima che, sulla Terra, convivano da due a cento milioni di specie viventi differenti. La specie umana è solo una di queste, ed è quella che vanta la dieta più varia per quantità, qualità, luogo, sapore, tradizione. Ed è l’unica a soffrire di problemi alimentari.

1.1 Sprechi Con sette miliardi di persone nel mondo si produce cibo per dodici miliardi di viventi, e, nello stesso tempo, un miliardo soffre la fame, 55 milioni di bambini soffrono di denutrizione acuta e 3,5 muoiono ogni anno per questa ragione1. Vuol dire che più del 45 per cento della pro1

Acción contra el hambre, ACF International.

bero dare tre pasti al giorno, per un anno intero, a 600 mila persone2. Considerando quindi che, in Italia, le persone che vivono sotto la soglia di povertà sono 12 milioni3, si potrebbe dare un pasto quotidiano a 1,8 milioni di loro, cioè il 15%. Non è molto, ma è sufficiente a scandalizzarci, ad incolpare il sistema. Però, non si dissipa solo nei supermercati: lo spreco di cibo in Italia e in Europa è di 179 chili annui pro capite, 4 mila tonnellate al giorno di cibo nella sola Italia4, per un totale, quindi, di 10 milioni e 950 mila pasti annui. Un pasto quotidiano per un altro 91% degli italiani più poveri, buttato quotidianamente nella spazzatura da ciascuno di noi. Sommando i due sprechi, si può togliere la preoccupazione del cibo quotidiano a tutte le persone sotto la soglia di povertà in Italia, 2 Altroconsumo, ottobre 2011 3 Istat, 2010 4 Fao

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lasciandone comunque d’avanzo. Per comprare solo quello che ci occorre, bisogna essere consapevoli di ciò che ci serve. Al supermercato: • controllare la data di scadenza; • diffidare di frutta e verdura prelavate e/o tritate: appassiscono prima; • comprare meno carne; • valutare se i prodotti in offerta siano davvero necessari e se verranno consumati, prima di comprare il pacco più grande. A casa: • conservare frutta e verdura nei ripiani bassi del frigo, dove è più freddo; • riutilizzare gli avanzi congelandoli, grattare il pane secco o usarlo per il sugo.

SCHEMA 1, P.166

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1.2 Accessibiltà al cibo: differenze tra il Nord e il Sud del Mondo

tivi sulla quantità d’energia richiesta dall’organismo e sulla capacità di quest’ultimo di assorbire i nutrienti introdotti attraverso l’alimentazione, creando un circolo vizioso dal quale risulta impossibile uscire.

Nel mondo, quasi un miliardo di individui che soffrono la fame convive con il miliardo e mezzo che patisce malattie legate all’obesità e al sovrappeso; nella sola Europa, 42 milioni di persone sono al di sotto della soglia di povertà, ma 250 milioni sono in sovrappeso. Però, mentre nel mondo occidentale la salute è in rapporti problematici con lo stile di vita, nei Paesi in via di sviluppo il disagio è più a monte, cioè nell’accesso al cibo. In questo contesto socio-economico, si sviluppano condizioni croniche di denutrizione e malnutrizione, che hanno effetti sul sistema immunitario degli individui, lasciandoli esposti alle malattie. Anche gravi e durevoli. Questa relazione è rafforzata da un sistema di condizioni che, tipicamente, si associano a situazioni di denutrizione, quali la precarietà igienico-sanitaria, l’accesso all’acqua potabile e ai farmaci di base. Inoltre, il rapporto tra salute e accesso al cibo viene reso ancora più precario attraverso l’alterazione del normale metabolismo e la perdita di nutrienti necessari all’organismo, cosicchè una malattia ha effetti nega-

Il World Food Programme stima come, sul numero totale di casi di persone definibili “in condizioni di sotto o malnutrizione”, solo il 10% sia causato da shock temporanei (guerre civili, carestie, epidemie, ecc.), mentre il 90% sia legato a situazioni croniche di lungo periodo non risolte. In tale contesto, i soggetti maggiormente colpiti sono donne e bambini, per due ragioni principali. In primo luogo, per la minore resistenza fisica a fame e malattie. In secondo luogo, per via delle peggiori condizioni sociali, giuridiche ed economiche in cui versano in alcuni Paesi, soprattutto fra quelli in via di sviluppo: queste si riflettono in una minore capacità d’accesso al cibo e ad adeguate cure mediche. Un’altra categoria di persone toccata dal circolo vizioso fame-malattia è quella dei rifugiati, le cui condizioni di vita limitano fortemente l’accesso al cibo e, men che meno, a un cibo di buona qualità. La diffusione di malattie – in forma circoscritta o anche epidemica – è in questi casi molto alta. I moniti lanciati dagli organismi

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internazionali e le immagini drammatiche che spesso giungono dai Paesi più colpiti da fame ed epidemie stanno concorrendo a una maggiore sensibilizzazione verso la necessità di azione da parte dei Paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo. Tuttavia, è necessario ricordare che, nonostante il miglioramento delle condizioni generali di salute e di disponibilità di cibo, rimangono disparità fortissime, sia fra Paesi avanzati e in via di sviluppo, sia al loro

carta geografica in cui la forma degli Stati è alterata in proporzione ad un parametro. Per leggere la mappa correttamente, bisogna confrontarla con quella riferita alla popolazione, in mezzo.

interno. Nell’immagine in basso è raffigurata una

Mappa ponderata della popolazione nel mondo, www.worldmapper.com

Mappa dei decessi per diabete. www.worldmapper.com

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Lo sai perchè non abbiamo lo sviluppo economico, in Africa? Il fatto è che noi africani dividiamo tutto. Voi siete fortunati: avete l’egoismo su cui costruire la ricchezza. Ater, ragazzo sopravvissuto alla guerra del Sud Sudan. Tratto da Alberto Salza, Bambini Perduti

1.3 Approcci culturali Le differenze nutrizionali da Nazione a Nazione sono stati documentati da studi di tipo molto diverso tra loro. Particolarmente interessante, trovo il volume What the world eats ad opera del fotografo Peter Menzel e della moglie, giornalista, Faith d’Alusio. La coppia ha immortalato 30 diverse famiglie di estrazione sociale e cultura diverse, ognuna di uno Stato diverso e ognuna in posa nella propria cucina, o equivalente,

con tutto il cibo disponibile per la settimana. Sono specificati, in didascalia, i soldi spesi e i prodotti comprati. Semplicemente osservando le fotografie, ci si rende conto, in primo luogo, dell’enorme disparità che regola il mercato alimentare. Mentre i tavoli occidentali sono imbanditi con una quantità eccessiva, esagerata di cibo, soprattutto preconfezionato, non si può dire lo stesso degli alimenti mostrati dagli africani. Un altro aspetto è la differenza culturale, visibile sia nella varietà proposta di prodotti locali, sia nel modo in cui vengono esposti. Mentre in Messico la varietà e quantità di frutta da dinamismo all’insieme, Considero questo studio utile a rendere più accessibile quanto detto nel capitolo precedente sulle differenze tra le diverse aree geografiche. A questo scopo, propongo le immagini di sei delle famiglie fotografate. • I Manzo, Sicilia, Italia; • I Melander di Bargteheide, Germania, a rappresentazione del Nord - Europa; • I Revis, Carolina del Nord, Stati Uniti; • Gli Ukita di Kodaira, Giappone;

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• I Casales di Cuernavaca, Messico, a rappresentazione dei Paesi in via di sviluppo; • I Celiks di Istanbul, Turchia, per il Medio Oriente; • I Patkars di Ujjain, India; • Gli Aboubakar del campo di Breidjing, Chad, rappresentanti estrema.

della

miseria

Questo studio è testimone di casi particolari all’interno di una realtà globale; osservando però la fotografia della famiglia africana, ci rendiamo conto che quel particolare caso non sarebbe stato verosimile associato all’Italia. Invece, quel che a noi salta meno all’occhio è che l’esagerazione di prodotti vantata dalla famiglia tedesca, sarebbe stata altrettanto inverosimile abbinata alla famiglia africana.

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Famiglia Manzo, Italia What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Melander, Germania What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Revis, Carolina del Nord What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Ukita Giappone What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Casales, Messico What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Celik, Turchia What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Patkar, India What the World eats, Menzel - D’Alusio

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Famiglia Aboubakar del campo di Breidjing, Chad What the World eats, Menzel - D’Alusio

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1.4 Relazione tra alimentazione e corporatura

Tutte queste informazioni vengono specificate nella didascalia di ogni immagini. Sotto, ne fornisco una d’esempio.

Un altro studio della coppia Menzel - D’Alusio, pubblicato come What I eat, around the world in 80 diets, raccoglie fotografie e diete quotidiane di 80 persone completamente diverse tra loro per nazionalità, lavoro, benessere, corporatura, sesso, età.

Da questi dati, si è creato un istogramma (nella pagina seguente) in cui sono sinteticamente rappresentate alcuni dei personaggi ritratti. L’altezza del rettangolo segnala quella della persona, la larghezza il suo peso, mentre

Egitto, il cammelliere, What I eat, Around the world in 80 diets, Menzel - D’Alusio Nome: Saleh Abdul Fadlallah Età:40; Altezza: 1.72m Peso:75 kg Valore energetico della giornata: 3200 kcal

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l’altezza del punto rappresenta le calorie introdotte giornalmente. Per ognuna delle persone rappresentate, ho calcolato il BMI (Body Mass Index) e segnalato con il colore del rettangolo se la persona è sottopeso (giallo), in forma (verde) o sovrappeso (rosso).

Minnesota, la studentessa e vigilante part-time, What I eat, Around the world in 80 diets, Menzel - D’Alusio Nome: Tiffany Whitehead Età: 21; Altezza: 1.70m Peso:59 kg Valore energetico della giornata: 1900 kcal

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0000

9000

8000

7000

6000

1,9 1,8

5000

4000

1,7 1,6 1,5

3000

2000

1,4 1,3 1,2

1000

1,1

metri

kcal

1

altezza in m peso in kg

BMI: 17,2 1,65 46

BMI: 25,1 1,73 75

BMI: 22,2 1,96 88

BMI: 24,8 1,83 83

BMI: 18,3 1,57 45

Grafico delle corporature delle persone in relazione alla quantitĂ di calorie assunta quotidianamente

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BMI: 23,5 1,65 72

BM 1,8 72


MI: 20,06 88

BMI: 69,3 1,75 212

BMI: 30,1 1,85 106

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BMI: 17,2 1,65 46


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2. I disturbi alimentari e le patologie conseguenti

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Il nostro modo di mangiare è cambiato più negli ultimi dieci anni, che nei precedenti 50,000. Food, Inc., documentario

2.1 Cause i primi tre fattori di rischio decessi distribuiti per tipologia geografica sono: • nei Paesi in via di sviluppo con alta mortalità: malnutrizione, rapporti sessuali non protetti e la presenza di acqua non potabile e di carenze igieniche; • nei Paesi in via di sviluppo con bassa mortalità: alcol, ipertensione arteriosa e fumo di tabacco; • nei Paesi sviluppati: fumo di tabacco, ipertensione arteriosa e alcol. Generalizzando, è possibile affermare che nei Paesi poveri il rischio maggiore deriva da denutrizione e malnutrizione, mentre nei Paesi ad alto reddito da eccesso di cibo e stili di vita scorretti.

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2.2 Denutrizione Denutrizione è il termine ufficiale per definire la fame, nel mondo.

negli ultimi 15 anni a livello globale. Le popolazioni maggiormente colpite da questo fenomeno, il 98% del totale, si trovano nei Paesi in via di sviluppo.

Per definizione, è denutrita una persona che ha un BMI minore di 18.5, pesa cioè l’80% di quanto dovrebbe. Secondo le recenti stime della FAO, le persone che nel 2010 soffrono la fame nel mondo sono circa 925 milioni, cioè il 13,4% del totale, con un forte aumento registrato

Mappa ponderata della popolazione nel mondo, www.worldmapper.com

Mappa dei bambini sottopeso nel mondo. www.worldmapper.com

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Secondo il World Food Programme delle Nazioni Unite, la denutrizione contribuisce al 53% delle morti di bambini sotto i cinque anni nei Paesi in via di sviluppo, e più del 70% dei 146 milioni di bambini denutriti al mondo con età inferiore ai cinque anni vive in dieci Paesi, di cui più della metà concentrati nell’Asia meridionale. 5,6 milioni di morti annuali nei bambini al di sotto dei cinque anni sono direttamente ri-

conducibili a malattie che, in presenza di un corretto livello alimentare, non risulterebbero letali, come diarrea, polmonite e malaria. È stimato inoltre che 684.000 morti di bambini potrebbero essere evitate, in tutto il mondo, solo aumentando l’accesso alla vitamina A e allo zinco. C’è, però, anche un risultato confortante che arriva dai recenti risultati pubblicati dal-

Circolo fame-salute, FAO, 2008

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le Nazioni Unite riguardo al quarto obiettivo dei Millennium Development Goals, ovvero quello di ridurre di due terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni. Dal 1990, la mortalità si è ridotta di un terzo, da 12,4 milioni nel 1990 a 8,4 nel 2009. I risultati sono incoraggianti perchè rispetto agli anni Novanta, quando era stata calcolata una riduzione media annua di 1,4%, nel periodo 2000-2009 tale tasso è stato pari al 2,8%. Ci sono però ancora Paesi con tassi di mortalità infantile inaccettabili e, inoltre, dei 64 Paesi con alto tasso di mortalità infantile, solo 9 si stanno avvicinando al target prefissato. Le prospettive future dell’accesso al cibo non sono rassicuranti. Infatti, se si considera che nel 2050 ci saranno 2,2 miliardi di persone in più da sfamare, l’attuale situazione – in assenza di incisive azioni correttive – potrà solamente peggiorare.

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2.3 Anoressia e bulimia Dal greco anorexía, an- privazione e órexis appetito, letteralmente vuol dire eliminazione dell’appetito.

L’anoressica/o è contraddistinto, appunto, dall rifiuto del cibo, associato alla paura ossessiva di ingrassare. Spesso, raggiunge un peso nettamente inferiore a quello ideale, somigliando alle persone denutrite. Si differenzia da loro perchè, pur potendo mangiare, sceglie di non farlo. Inoltre, si ostina a negare la propria magrezza, continuando a considerarsi orribilmente grassa/o. Il pensiero è costantemente rivolto al cibo, al “non-devo-mangiare-niente” che, tradotto a tavola, si manifesta con una lentezza spossante nella consumazione dei pasti, ridotti a pezzettini minuscoli e masticati a lungo. Il problema è grave ed è in aumento, con un’incidenza soprattutto femminile. In Italia, lo 0,5% di giovani tra i 12 e i 25 anni è affetto da anoressia; di questi, il 90% sono donne e il 15% morirà delle patologie conseguenti. Il termine bulimia deriva invece dalla parola, sempre greca, boùlimos, composizione di bous, bue, e di limòs, fame, “una fame da bue”. Le pazienti che soffrono di bulimia sono caratterizzate dalle abbuffate, nelle quali si possono distinguere tre fasi:

Modella anoressica sfila

Prima: stati d’animo negativi, ansia, rabbia, noia e solitudine. Viene avvertito un impulso incontrollabile a mangiare, associato all’an-

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sia di non essere più in grado di fermarsi una volta cominciato. Durante: L’abbuffata viene programmata in anticipo e svolta sempre in segreto.Una volta iniziata, diventa incontrollabile. Il bulimico ingurgita dalle 1000 alle 10000 calorie in una o due ore, senza mai raggiungere un senso di sazietà. Le abbuffate sono cicliche. Nei casi peggiori, quotidiane.

questi blog c’è un elenco molto completo di trucchi per mascherare la propria fame a sè stessi, diversi spunti per le scuse più originali e credibili da dire quando qualcuno chiede perchè non mangia nulla e fotografie di modelle esageratamente magre, chiamate thinspiration. A scrivere e commentare questi post sono ragazzine che frequentano ancora le scuole medie, in tutta libertà, senza alcun controllo.

Dopo: in ognuno, emergono il senso di colpa e l’autodisprezzo. Non tutti hanno lo stesso tipo di reazione: nei casi non purgativi, cercano di dimenticare l’evento dormendo, ma portandosi dentro un senso di disgusto; nei casi purgativi, vomitano tutto e/o usano lassativi. In entrambi i casi, la situazione è preoccupante. Esistono 180 siti web che sono stati rintracciati digitando parole chiave come Pro-Ana, Pro-Anoressia, Pro-Bulimia e Thin and Support1. Sono comunità interattive in cui gli utenti possono incoraggiarsi l’un l’altro ad intraprendere comportamenti alimentari problematici, riconoscendoli e ammettendo che sono malati. Alcuni di questi siti forniscono informazioni dettagliate su come intensificare i propri disturbi alimentari: per esempio, in uno di 1 Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e della Stanford University School of Medicine

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2.4 Obesità

maggiore di 40. Come una donna alta 1.70 m che pesa 120 kg, per intenderci.

L’obesità non è una questione estetica, ma medica. Dal latino ob, oltre ed edo, mangio, letteralmente significa oltremangiare, superare il proprio fabbisogno. Quindi, ingrassare; Molto. Per definizione, è obeso chi risulta avete un

Quasi tutti i Paesi del mondo stanno sperimentando una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità e del sovrappeso, al punto da indurre la European Association for the Study Of Diabetes (EASD) a riconoscere la prevenzione e il trattamento dell’obesità quale “il più importante problema di

Indice di Massa Corporea o Body Mass Index (IMC o BMI) maggiore di 30. L’obesità è definita estrema quando l’IMC è

salute pubblica in tutto il mondo” e il Parlamento Europeo, con 620 voti favorevoli, 24 contrari e 14 astensioni, ha adottato la

Aumento di peso medio negli Stati Uniti, www.esciencenews.com Per gli uomini, da 75 a 86,5 kg, per le donne da 63 a 74,5 kg.

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relazione di Frederique Ries1; con questo documento il Parlamento chiede che la lotta all’obesità venga ormai considerata una priorità politica dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Nonostante sovrappeso e obesità siano riscontrabili a livello internazionale, ci sono differenze fra le diverse aree geografiche. In particolare, nei Paesi in via di sviluppo tali problematiche sono diffuse soprattutto fra persone adulte di mezza età caratterizzate da livelli di reddito medio-alti. Invece, nei Paesi ricchi, l’obesità e il sovrappeso sono riscontrati con sempre maggior frequenza in giovani e bambini. Tra i 6 e i 9 anni i bambini sovrappeso o obesi in Italia sono 4 su 10, un primato in Europa. Nonostante non siano un caso isolato, gli Stati Uniti d’America rappresentano il peggior esempo assoluto del trend di diffusione di obesità e sovrappeso. Più del 65% degli statunitensi risulta essere sopra il proprio IBM ideale e circa il 31% della popolazione adulta (ossia più di 61 milioni di persone) appare soffrire di obesità. L’NIH (National Institutes of Health) ritiene inoltre che una il 4,7% di popolazione adulta statunitense rientri addirittura nei criteri 1 Libro Verde della Commissione Promuovere le diete sane e l’attività fisica: una dimensione europea nella prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche.

dell’obesità estrema. La gravità dell’allargamento alle fasce di popolazione più giovani del fenomeno è testimoniata, citando nuovamente uno sconvolgente dato americano, dal triplicarsi di casi di sovrappeso fra i giovani dal 1970 ai giorni nostri: secondo uno studio del Trust for America’s Health e della Robert Wood Johnson Foundation, quasi un terzo dei bambini e degli adolescenti americani è sovrappeso o obeso. In particolare, il 16% dei bambini fra i 6 e i 19 anni è attualmente sovrappeso, mentre un altro 15% risulta essere a forte rischio di diventarlo. Il livello del sovrappeso in età giovanile aumenta la probabilità dello svilupparsi di patologie e disagi gravi in età adulta, come il diabete di secondo tipo, una volta ritenuto una patologia degli adulti in età avanzata, e che ora è registrato, in modo crescente, fra i bambini e i giovani. Il 25% dei bambini obesi è già a rischio di malattie cardiovascolari2, con possibili sviluppi come diabete, rischi cardiaci, tumori. Fra le conseguenze dell’obesità sono registrabili, infatti, alcuni dei fattori di rischio principali per tali patologie, come l’ipertensione arteriosa (rilevante per tutte le malattie cardiovascolari) e l’insulino-resistenza (centrale nella patologia diabetica). I fattori all’origine di sovrappeso e obesità sono numerosi.

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Alcuni di questi non sono prevenibili, perché legati all’ereditarietà genetica. Per altri, invece, è possibile un intervento di prevenzione e, soprtattutto, di sensibilizzazione, con il fine di correffere le tendenze scorrette nello stile di vita. Il Progetto Cina, per esempio, ha scoperto che in tale Paese l’obesità è collegata più a certi tipi di cibi che al numero di calorie assunte. In Cina, l’apporto calorico di una persona, relativamente al peso, è del 30% più alto che negli Stati Uniti, circa 270 calorie in più al giorno. Però, mentre l’obesità dilaga in America, è difficile trovarla in Cina. Dal momento che l’alimentazione a base di vegetali dei Cinesi contiene il triplo del quantitativo di amidi e solo il 30% del quantitativo di grassi rispetto a quello che assumono gli Americani, si pensa che i grassi vengano immagazzinati più facilmente e direttamente dall’organismo, mentre sia necessario bruciare, in proporzione, più di calorie derivanti da amidi per produrre energia e calore, prima che le rimanenti si immagazzinino come adipe. Inoltre, c’è da considerare che la maggioranza delle persone, in Cina, trascorre tutta la propria vita nella stessa zona mangiando sempre lo stesso cibo, coltivato localmente.

Gli archivi di dati su malattia e mortalità del governo Cinese su 800 milioni di persone, residenti in circa 2.400 paesi, hanno dimostrato che i tassi di morte dipendenti dalla stessa malattia differivano di centinaia di volte da regione a regione, confermando questa varietà. I villaggi con diete ricche di carne esibivano tassi di incidenza di cancro molto più elevati rispetto ai villaggi con diete povere di carne. Intanto, i confronti internazionali hanno denunciato che, negli Stati Uniti, gli uomini sotto i 65 anni hanno un tasso di morte per malattia coronarica 17 volte superiore rispetto alla Cina, e le donne americane hanno muoiono di cancro alla mammella 5 volte di più delle donne cinesi. Gli stessi orientali, però, trasferitisi in un Paese occidentale, risultano avere problemi cardiovascolari e tumori in percentuali

Mappa ponderata della popolazione nel mondo, www.worldmapper.com

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Mappa dei decessi per malattie cardiovascolari. www.worldmapper.com

Mappa dei decessi per diabete. www.worldmapper.com

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prossime a quelle statunitensi già durante la stessa generazione. Questo mette in evidenza come lo stile di vita assunto e l’alimentazione seguita influiscano sulla salute in modo ben più considerevole dell’etnia.

Le possibili conseguenze dell’obesità nell’adolescene, Elsevier, Lancet 2002

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2.5 Malnutrizione La malnutrizione, detta anche fame nascosta, interessa più di due miliardi di persone1. È una condizione in cui, a parità di quantitativo calorico assunto, c’è carenza, spesso drammatica, di uno o più micronutrienti fondamentali (proteine, minerali, vitamine) per il corretto funzionamento dell’organismo umano. Tali carenze danno origine a disturbi delle basilari funzionalità organiche, problemi di crescita e, in alcuni casi, a malattie psichiatriche particolarmente gravi, soprattutto negli individui più giovani. Tra i micronutrienti, particolare rilievo risulta avere la vitamina A o retinolo, la cui carenza è causa di circa 800.000 morti all’anno fra donne e bambini2. È stato stimato che 684.000 morti infantili potrebbero essere evitate anche solo attraverso un maggior accesso a vitamina A e zinco12. La vitamina A partecipa nella regolazione di alcuni processi biologici fondamentali, come la crescita, la vista, la capacità riproduttiva e la differenziazione cellulare. La FAO calcola periodicamente la disponibilità di retinolo per il consumo umano nei 1 2

World Food Programme World Food Programme

diversi Paesi del mondo, attraverso la conversione delle stime di cibo disponibile per il suo consumo in microgrammi (mcg) equivalenti (RE). La sua carenza è particolarmente significativa nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo. Nonostante questo, la malnutrizione non dev’essere confusa con la denutrizione, perché è presente in tutto il mondo. Nei Paesi sottosviluppati c’è per via dell’effettiva impossibilità, per una famiglia o una singola persona, di nutrirsi e quindi, anche di procurarsi alimenti di qualità. Nei Paesi sviluppati, invece, alimentarsi correttamente è possibile. I problemi nascono dall’ignoranza in campo alimentare e dal continuo bombardamento di informazioni fuorvianti contenute nelle pubblicità. S­ i riscontra un aumento esponenziale dell’incidenza di sovrappeso e obesità all’interno della popolazione dei Paesi più ricchi e un incremento significativo di quelle patologie croniche (principalmente malattie cardiovascolari, diabete e tumori) per le quali l’alimentazione risulta essere fondamentale in ottica di prevenzione. Alla luce di tali riflessioni appare evidente come il rapporto fra alimentazione e salute interessi tutte le aree del Pianeta, con riflessi, criticità e caratteristiche differenti. Se per i Paesi in via di sviluppo il rapporto fra

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sicurezza alimentare e salute passa principalmente attraverso l’accesso al cibo e ad adeguate quantità minime di micronutrienti, per i Paesi avanzati il nodo principale risulta essere quello dell’adesione a un regime alimentare sano e corretto. In particolare, a favorire lo sviluppo tumorale, è la dieta adottata nei Paesi ricchi, che si contraddistingue per una composizione sbilanciata verso l’eccessivo consumo di gras-

Si stima che annualmente ben 2,7 milioni di decessi siano attribuibili a un consumo ridotto di frutta e verdura3. Sono numerosi gli studi scientifici che hanno dimostrato una correlazione positiva tra il consumo quotidiano di frutta e verdura e la riduzione del rischio di contrarre malattie tumorali. Tra questi, hanno particolare valore i risultati dell’analisi presentata nell’immagine,

si animali e di carne, senza un valido motivo nutrizionale. Una dieta sbilanciata verso il consumo eccessivo di carne comporta un potenziale aumento del rischio di contrarre malattie tumorali, ed è causa di un forte impatto negativo sull’ambiente.

che mostrano come, ad un incremento della quantità assunta di frutta e verdura (espresse in grammi al giorno) coincida una proporzionale riduzione del rischio di contrarre tumori (espresso con il tasso di rischio relativo).

World Cancer Research Fund e American Institute for Cancer Research, 1997

3 World Health Organization, “Diet and physical activity: a public health priority”

48


49


50


3 L’alimentazione attraverso i media

51


Il consumatore embrione inizia a svilupparsi durante il primo anno di esistenza. I bambini iniziano il loro percorso consumistico durante l’infanzia. E certamente meritano di essere considerati come i consumatori in questo periodo James U. McNeal Pioniere del marketing infantile Il mercato propone cibi gustosi, ma non sani, mettendo in primo piano le vendite a discapito della salute delle persone e, soprattutto, dei bambini. Il fatto che fenomeni come la malnutrizione e la denutrizione siano diventati patologici è in gran parte dovuto all’influenza dei messaggi pubblicitari, che solitamente omettono gli effetti negativi dei loro prodotti, sottolineandone solo il buon sapore e le presunte qualità nutrizionali

3.1 Ideali promessi Gli ideali di bellezza dei nostri nonni erano più in carne dei nostri, però i nostri nonni erano più magri di noi. Il risultato è che un giovane di sessant’anni fa, sfogliando una rivista, trovava immagini che gli somigliavano. Adesso, invece, no. Il fondamentale aspetto ideale proposto dalla pubblicità è, appunto, quello della perfezione, diretto ad un pubblico adulto, e quello della sorpresa, rivolto ai bambini. I più noti atleti del Paese propongono di consumare merendine al cioccolato durante lo spuntino, perchè sane. Le più belle ed eleganti attrici offrono snack dietetici in alternativa, perchè leggeri. Vengono messe in scena le famiglie più felici, per vendere i prodotti da colazione più nutrienti. In questo modo, anche se siamo al corrente che è impossibile ottenere la perfezione con un acquisto, ci sembra che ci possiamo almeno avvicinare ad essa. Un’altra esca della pubblicità di cibo spazzatura è il richiamo nutrizionale. Il riferimento al genuino contenuto di latte nei dolci1 o della bontà delle verdure nei 1 Kinder

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prodotti pre- fritti2 produce effetti positivi sui genitori. Intanto, viene omesso o sapientemente celato che, a causa del metodo di preparazione, questi cibi risultano traboccanti di grassi. I bambini, invece, sono indotti all’acquisto solo per ottenere quello che vi è annesso: la sorpresa, il gadget, il premio. Il prodotto passa in secondo piano. Viene venduta la felicità del possesso. Questo è lo scopo della pubblicità: vendere. E le persone non sono altro che potenziali consumatori. Devono desiderare, comprare ed esaurire, per poter poi dinuovo desidare e permettere al circolo vizioso di ripartire. La frustrazione che la gente sente per la carenza di qualcosa di superfluo è il perno su cui gira il mercato e, quindi, la pubblicità.

2

Pubblicità ingannevole

Sofficini e Panatine Findus.

53


3.2 Come i messaggi pubblicitari condizionano i bambini Gli spot che reclamizzano fast food e cibospazzatura aumentano nelle ore pomeridiane, quando l’ascolto è soprattutto infantile. I bambini, considerati come una categoria di consumatori a sé, sono i protagonisti degli spot insieme alla mamma. Lei è molto bella,

Il vero milkshake, McDonalds Viene segnalato solo la genuinità del latte, omettendo la presenza di sostanze non genuine.

sceglie la “giusta merenda” per il figlio, asseconda le sue richieste e talvolta consuma anche lei il prodotto. Oppure, come già accennato, il prodotto pubblicizzato è abbinato ad un regalo, offerto da una simpatica mascotte, che funge da esca. Un altro aspetto è la promozione attraverso la messa in evidenza non delle qualità del prodotto, bensì dal suo essere alla moda. La Società Italiana di Pediatria ha svolto nel 2005 uno studio sulla quantità di pubblicità rivolta ai bambini. È risultato che, se un bambino guardasse per due ore al giorno Italia 1 nella fascia oraria compresa tra le 15 e le 18, durante la quale è trasmessa una programmazione specificatamente destinata all’infanzia, rischierebbe di vedere in un anno 31.500 spot pubblicitari. La situazione appare peggiore se si considerano i tempi: su quindici ore di programmazione di Italia 1, quattro sono di pubblicità. La durata media del singolo spot è di circa venti secondi e questi sono generalmente trasmessi in blocchi di almeno dieci, per un totale di almeno tre minuti e mezzo. Questo tempo è insufficiente a svolgere una qualsiasi attività produttiva. Si resta quindi, in quasi tutti i casi, inchiodati al divano, aspettando che il programmi ricominci e sorbendosi il lavaggio del cervello. Un recente studio

54


del National Bureau of Economics Research (NBER), ha messo in evidenza che il divieto di trasmettere messaggi pubblicitari di panini, patate fritte e cibi pronti potrebbe portare a una diminuzione dell’obesità infantile pari addirittura al 18%. Sarebbe un ottimo traguardo, ma il problema è che, oltre agli spot televisivi, che reclamizza apertamente specifici prodotti, ci sono i dvd, i cartoni, i gadget, i cellulari, i giocattoli, i videogiochi, i siti internet, il tutto multimediale e sponsorizzato a colori vivaci: i negozi delle marche da pubblicizzare e gli stessi slogan vengono inseriti nella trama dei film per bambini e nei cartoni.

nessi quotidianamente tramite smartphone e computer, internet è lo strumento di persuasione più sfruttato ed efficace. Si arriva ad una sommersione di 3000 messaggi quotidiani, assorbiti inconsciamente. Inoltre, i bambini utilizzano anche più di uno alla volta di questi strumenti: giocano ai vi-

Con più di quaranta milioni di bambini con-

Pubblicità di hamburger giganti su uno scuolabus, Stati Uniti

Campagna pubblicitaria Coca-Cola

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deogiochi o navigano su internet mentre la televisione è accesa, abbracciano i pupazzi dei loro cartoni preferiti mentre li guardano sullo schermo offrir loro prodotti scadenti. Successivamente diventa impossibile dar loro una giustificazione logica del perchè tali prodotti non siano un saggio acquisto, mentre altri, che non sono nemmeno sponsorizzati da un personaggio divertente, si. Diventa quindi difficile insegnare cos’è giusto, quando questo è diverso da cosa rece-

piscono tutto il giorno, da tutte le fonti.

Campagna pubblicitaria Kids love veggies, Boyardee 2010

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3.3 Effetti: omologazione e ignoranza Il bombardamento continuo di immagini, jingle orecchiabili e slogan influisce non solo sulle scelte momentanee dei prodotti ma, a lungo andare, anche sui gusti personali. Di conseguenza, le persone tempestate dallo stesso tipo di pubblicità, avranno poi lo stesso gusto personale. Immaginare che venga omologato il gusto

personale di un’intera generazione di bambini è uno scenario spaventoso. Ancor più inquietante è che che cresceranno convinti che ciò che mangiano non solo non sia dannoso, ma addirittura buono. Negli Stati Uniti del 1979, qualche anno dopo che le pubblicità avevano iniziato a bersagliare i bambini, l’associazione Television Children propone di bandire tutti i messaggi che promuovevano il consumo di prodotti zuccherati ai più piccoli, perchè considerati scorretti e sleali verso un pub-

40 miliardi $

40

30

20

10

2010

2000

1990

1980

1970

1960

1950

4,2 miliardi $

Quanti i bambini statunitensi spendono autonomamente negli anni, Consuming Kids, The comercialization of childhood

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blico non in grado di comprendere il vero intento, quello nascosto. Fred Furth, avvocato della compagnia Kellogg, risponde che i bambini sanno badare a sé stessi e che non serve una badante che controlli ciò che guardano per i prossimi vent’anni. Quindi, la pubblicità a target infantile non viene bandita e i bambini di oggi si ritrovano in un contesto ancora più fragile, dove nemmeno i loro genitori, maestri ed educatori sono immuni ai messaggi

Questo è il motto: di più è meglio, più grande significa più bello. Applicando questo slogan a tutti gli strati della società, si spiega come sia possibile che una singola porzione da fast food possa arrivare a comprendere due Big Mac, due litri di Coca Cola (l’equivalente di 48 cucchiaini di zucchero), mezzo chilo di patatine fritte in olio vegetale e due etti di gelato in polvere.

pubblicitari. Quindi, quando dodicenni e tredicenni domandano a papà e mamma alimenti visti in televisione, l’81,6 % li ottiene1. E il gioco è fatto. Al giorno d’oggi, i bambini statunitensi sotto i dodici anni spendono autonomamente 40 milioni di dollari all’anno. Inoltre influenzano, con le loro richieste, la spesa di 700 milioni annui, pari alla somma delle economie delle 115 nazioni più povere del mondo. Nello show televisivo Kids say the darndest things, nel 1964, alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” una bambina rispondeva la maestra, un altro il poliziotto, un altro ancora il postino, per poter leggere le cartoline. Alen Kanner, psicoterapeuta infantile, dice che, dagli anni Ottanta, hanno iniziato a dare tutti lo stesso tipo di risposta: diventare ricchi, fare soldi, avere tante cose. 1

Società Italiana di Pediatria.

SCHEMA 2, P.168

58


3.4 Junk&fast food Mc Donalds

Un articolo sulle abitudini alimentari USA1 ha confrontato i dati del periodo ‘77-’78 con quelli del periodo ‘94-’96 con queste evidenze:

In una dieta equilibrata, gli zuccheri semplici coprono fino al 10-15% dell’apporto calorico giornaliero, cioè non più di 10 zollette di zucchero. Un bicchiere di bibita gassata ne contiene la metà.

le persone che mangiano snack e merendine sono aumentate dal 77% all’84%. La percentuale di calorie fornite dagli snack è passata dal 20% al 23% della quantità giornaliera introdotta.

I’m lovin’ it.

1

Sopra: pubblicità del Sausage Burrito, McDonalds Sotto: Sausage Burrito, McDonalds

Prevention Medical 2001

Sopra: pubblicità del Nachos Bell, Taco Bell Sotto: Nachos Bell, McDonalds

59


Le calorie introdotte col singolo snack sono cresciute del 26%. Le calorie per grammo di snack sono mediamente cresciute del 30%. La percentuale di snack salati (patatine ad esempio) è raddoppiata. Bibite dolcificate e alcolici rimangono importanti fonti di introduzione calorica. Perchè è così importante evitare il più possibile i prodotti industriali?1 Le preparazioni alimentari industriali rendono la vita facile, ma hanno creato una separazione abissale tra chi prepara gli alimenti e chi li mangia. Le etichette con gli ingredienti, obbligatorie per legge, non sempre aiutano a capire che cosa c’è dentro a ciò che mangiamo. Questa informazione è ancor più importante quando si tratta di prodotti destinati ai bambini, che sono quelli più imbottiti di sostanze che ne migliorano aspetto e sapore, a scapito della qualità. A tal proposito, occorre parlare di additivi e zucchero. Gli additivi sono contenuti nella maggior parte dei prodotti alimentari industriali e non hanno alcun valore nutritivo. Vengono impiegati per rendere l’alimento più colorato, più invitante, per mantenere l’aspetto e la consistenza originari fino al momento del consumo, per prolungare il periodo di conservazione e, spesso, anche per maschera-

re l’uso di materie prime di qualità scadente. Negli ultimi anni, sono state svolte molte ricerche sugli effetti negativi che gli additivi possono provocare. Per esempio, ha lanciato l’allarme uno studio commissionato dall’agenzia britannica di controllo dei cibi (Food Standard Agency) all’Università di Southampton, pubblicato su The Lancet, secondo il quale alcuni coloranti e conservanti, contenuti nei cibi preferiti dai bambini come bibite, caramelle, gelati e dessert, possono influire negativamente sull’attività e sull’attenzione dei bambini. I coloranti, in particolare, sono additivi usati per ripristinare o accentuare il colore di un alimento, o per renderlo più attraente ed invitante. Possono essere naturali o artificiali (di sintesi). I primi sono sensibili alla luce, all’ossigeno e all’azione dei batteri, quindi sono poco stabili e, contrariamente a quanto si pensa, non sempre sono innocui. I coloranti artificiali sono ottenuti in laboratorio, durano di più, hanno colori più intensi e costano meno. Anche questi possono dare problemi di salute. Ricordo un anziano della campagna piemontese, che produceva autonomamente gelati. Nella sua bottega vidi, per la prima volta, il

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gusto menta bianco. Tutt’ora è il più buono che abbia mai assaggiato. La vaschetta della menta, però, rimaneva sempre piena, e lui mi spiegò che i clienti, non vedendola del familiare verde brillante, supponevano una carenza dell’ingrediente principale. Non sapevano che non era l’anziano a mettere troppo poca menta, ma gli altri gelatai, che ne compensavano la carenza con il colorante abituando tutti noi ad un sapore sbagliato. Lo zucchero fornisce energia, quindi è importante assumerlo con la dieta, ma altrettanto importante è non eccedere per non andare incontro al rischio di obesità e sovrappeso. I pediatri, per esempio bandiscono l’utilizzo dello zucchero nello svezzamento e consigliano di limitarne l’apporto anche successivamente, per evitare l’abitudine difficilmente estirpabile al gusto dolce fin da piccoli.

3.4 Rappresentazioni di bambini sul momento del pasto

Nella pagina seguente sono proposti alcuni disegni, realizzati dai bambini delle classi seconde e quinte della scuola elementare di Piobesi d’Alba, sul tema: Il momento del pasto. Gli elementi più gettonati nelle raffigurazioni sono stati i fast food, in particolare il McDonalds. Mentre, nelle rappresentazioni della cena in casa, spesso era presente l’immagine di una televisione accesa.

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Disegni di bambini di secanda e quinta elementare sul tema: Il momento del pasto

62


63


3.5 Pubblicità progresso Con l’obiettivo di arginare il fenomeno di ignoranza alimentare che dilaga a macchia d’olio, i Ministeri della Salute delle Nazioni interessate dal problema hanno iniziato a proporre pubblicità progresso. Questi messaggi ricordano alla popolazione i corretti comportamenti alimentari, ormai dimenticati. A differenza delle pubblicità commerciali, che promuovono prodotti destinati alla vendita evidenziandole il lato alla moda e omettendone le effettive caratteristiche, la pub-

blicità progresso deve mantenere un livello strettamente informativo. Questo aspetto può renderla meno attraente, ma è interessante vedere come diversi Paesi hanno sviluppato queste campagne. Il messaggio degli Stati Uniti alla popolazione è elementare: pulisci, separa, cucina, raffredda. Molti americani sono così abituati a consumare pasti fuori casa (4-5 volte alla settima-

Campagna per l’educazione alimentare, Stati Uniti

64


na), che hanno dimenticato le basi necessarie a conservare un alimento. Diverso è il discorso cinese, Paese dove solo recentemente il fenomeno ha avuto inizio. Per questa ragione, il messaggio propone di domandarsi se davvero sappiamo che cosa sia contenuto negli alimenti che offriamo ai bambini, mostrando come anche i dolci di più bell’aspetto possano nascondere invisibili insidie. Questa campagna è un’ottima metafora del cibo spazzatura che rappresenta, perchè sfrutta il linguaggio colorato dei bambini e da, a primo impatto, l’immagine di un luogo piacevole e felice. Solo osservando con più attenzione, ci si

rende conto dei pericoli che cela. La campagna italiana è, invece, graficamente meno avvincente, ma qualitativamente si trova a un livello più elevato, che implica una cultura alimentare maggiore di quella sottintesa dalla pubblicità americana.

Campagna del Ministero della Salute in Italia sul consumo di sale.

Campagna per l’educazione alimentare “Sai cosa mangia?”, Cina.

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66


4. Questionari rivolti alle elementari

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4. Questionari rivolti alle elementari - Da dove viene lo yogurt? - Dall’Inghilterra. Alunno delle elementari

4.1 Struttura Le informazioni raccolte fin’ora mi hanno incuriosito molto riguardo al punto di vista dei bambini in questo ampio dibattito sull’alimentazione. In tutti gli studi che ho letto e nei documentari che ho visto, tutti discutono della situazione dei bambini, ma pochi domandano loro l’opinione riguardo a ciò di cui si sta parlando. Questo mi ha dato l’idea di proporre un questionario alla scuola elementare Don Coccino di Piobesi d’Alba, paesino di mille abitanti nella campagna piemontese, rendendone parte fondamentale della ricerca. Lo scopo è quello di scoprire le abitudini, le conoscenze e i gusti alimentari dei bambini nei contesti famiglia e scuola. La struttura del progetto è molto semplice:

delle classi superiori. Le domande appartengono a categorie di cultura sull’educazione alimentare, gusti e abitudini personali e della famiglia, opinioni e curiosità. Quasi tutte le domande sono aperte, il che li ha resi molto difficili da catalogare, data la varietà di modi di rispondere. Perfino nelle le poche domande che implicassero una scelta, le risposte sono molto varie. Nelle prossime pagine sono presentati i due questionari, uno per le classi seconde e uno per quelle dalla terza alla quinta. Siccome il questionario per i più piccoli è una versione semplificata dell’altro, non ci sono aggiunte. Quindi, nell’analisi delle risposte presentata successivamente, le tabelle tengono conto dello schema del secondo questionario, aggiungendo i valori delle classi seconde solo nelle domande analoghe e rispettandone l’ordine, ma non la numerazione.

Partecipano le classi dalla seconda alla quinta, per ovvi motivi di lettura e scrittura; Ci sono tredici quesiti, proposti in modo più semplice, per i bambini della classe seconda e ventidue, più articolati, per gli alunni

68


Esempio di questionario per le classi seconde

69


Esempio di questionario per le classi terze, quarte e quinte

70


4.2 Analisi dei risultati n.1 2° 3° 4° 5° TOT

Pasta 1 2 3 8 14

n.2a 3°

Colazione 3 A B C 2 0 0 2 A B C 2 0 0 1 A B C 0 0 0 6

4° 5° TOT

Riso/gnocchi 2 1 0 0 3

D E 0 1 D E 0 1 D E 0 1

Pizza 10 5 6 7 28

Pranzo 3 A B C 2 0 1 4 A B C 1 0 0 8 A B C 2 0 1 15

Carne 4 0 1 2 7

D E 0 0 D E 2 1 D E 3 2

Patatine 2 1 1 3 7

Cena 5 A B 1 1 5 A B 1 1 5 A B 2 1 15

Formaggio 0 2 0 0 2

C D E 3 0 0 C D E 1 0 2 C D E 2 0 0

Dolci 1 0 0 0 1

Tutti 0 0 0 1 1

TOT 19(+1) 11 11 16(+1) 57(+1)

N.R. 0

TOT 11

0

11

2

16

2

38

a. Buon cibo b. Tanto cibo c. Famiglia riunita d. Amici riuniti e. Altro n.3 2° 3° 4° 5° TOT n.4 2° 3° 4° 5° TOT

Merendina 7 7 9 4 27 Si 13 11 9 16 49

Panino/focaccia/pizza 8 2 4 11 25

Frutto 1 0 0 2 3

Succo di frutta 1 1 0 0 2

No 5 0 2 0 7

Snack salati 2 0 1 1 4

Più o meno 1 0 0 0 1

71

Altro 0 1 0 0 1 TOT 19 11 11 16 57

TOT 19 11 11(+3) 16(+2) 57(+5)


n.5 2° 3° 4° 5° TOT

Frutto 6 11 5 10 32

n.6 2° 3° 4° 5° TOT

Acqua 12 8 10 14 44

n.7 3° 4° 5° TOT

Si 10 8 12 30

n.8a 3° 4° 5° TOT

Spesso 1 1 0 2

n.8b 3° 4° 5° TOT

Si 9 6 7 22

n.9 2° 3° 4° 5° TOT

Pasta 7 7 2 4 20

Merendina 12 0 6 6 24 Succhi di frutta 7 2 0 0 9

Dipende 1 0 0 0 1

TOT 19 11 11 16 57

Bibite gassate

TOT 19 11 11 16 57

Non presente nella scelta

1 1 2 4

No 1 3 4 8 A volte 9 5 4 18 No 0 0 2 2 Carne 2 1 0 2 5

Pizza 2 0 2 1 5

TOT 11 11 16 38

Raramente 0 1 4 5

Mai 0 1 1 2

Più o meno 0 1 1 2 Minestre 2 0 1 0 3

72

Verdure 0 1 0 2 3

Non risponde 0 0 3 3 Non risponde 1 1 2 4 Precotti 3 2 3 7 15

Altro 3 0 3 2 8

TOT 10 8 12 30

TOT 10 8 12 30 TOT 19 11 11 16 (+2) 57 (+2)


n.10 3° 4° 5° TOT n.11 2° 3° 4° 5° TOT n.12 2° 3° 4° 5° TOT n.13 3° 4° 5° TOT n.14 2° 3° 4° 5° TOT n.15 3° 4° 5° TOT

15 minuti o meno 2 4 4 10 Si 13 9 8 16 46

30 minuti 2 4 6 12

No 1 0 0 0 1 Mani 1 0 1 1 3

Si 0 1 3 4 Si 18 11 11 16 56 Si 5 8 14 27

Un’ora c.ca 2 3 6 11 A volte 4 2 3 0 9

Posate 18 11 9 15 53

Non sa 5 0 0 5

Non sa 1 0 0 0 1

TOT 19 11 11 16 57

Dipende 0 0 1 0 1

No 8 5 11 14

A volte 3 4 2 9 No 1 0 0 0 1 No 6 3 2 11

73

TOT 11 11 16 38

TOT 19 11 11 16 57 Non sa 0 1 0 1 TOT 19 11 11 16 57 TOT 11 11 16 38

TOT 11 11 16 28


n.16a 3° 4° 5° TOT n.16b 3° 4° 5° TOT

Si 3 7 11 21

No 1 0 1 2

Cinese/Giapponese 4 4 8 16 (+6)

n.17 3° 4° 5° TOT

Si 8 6 5 19

n.18 3° 4° 5° TOT

Pollo 2 5 2 9

Non risponde 1 1 2 4

Arabo 3 3 1 7 (+4)

Altri 1 3 8 12 (+5)

A volte 2 1 2 5 Gallina 0 1 3 4

n.19 2° 3° 4° 5° TOT

Carne di suino/bovino 0 2 1 7 10

n.20 3° 4° 5° TOT

Mezzo litro 1 0 1 2

1 litro 4 4 8 16

Non risponde 0 1 0 1 No 1 4 9 14

Altri animali 1 0 0 1 Altro tipo di carne 0 0 0 4 4 1 litro e mezzo 1 3 2 6

Macellaio 3 5 0 8

74

Generico 1 0 1 2

TOT 5 (+3) 7 (+4) 11 (+6) 23 (+13) TOT 11 11 16 38

Non sa 5 0 11 16

Salsiccia/salame 7 3 2 0 12

2 litri 1 0 2 3

TOT 5 8 14 27

Altro 3

1 0 3 7

TOT 11 11 16 38 Non sa TOT 9 19 5 11 8 11 2 16 24 57

Non risponde 3 4 2 9

TOT 11 11 16 38


n.21a 2° 3° 4° 5° TOT

Primavera 0 2 3 1 6

n.21b 3° 4° 5° TOT

Primavera 2 4 5 11

n.22 3° 4° 5° TOT

Latte 3 1 8 12

Estate 9 1 4 0 14

Autunno 0 1 2 8 11 (di cui 2 settembre)

Estate 2 4 3 9 Mucche 2 1 0 3

Inverno

Non sa

0 0 0 1

7 2 7 25

1

Autunno 0 1 0 1 Frutta 2 1 0 3

Altro 0 2 1 3

4.3 Informazioni ottenute Domande sulle preferenze: 1. Gli alimenti preferiti in assoluto sono la pasta, da consumare in casa, e la pizza. 2. I pasti preferiti dai bambini sono il pranzo e la cena, a pari merito. Nella maggior parte dei casi la giustificazione è perchè si mangia tutti insieme. 3. La maggior parte dei bambini porta con sè per merenda, a scuola, uno snack o

9

Non sa 7 2 8 17 Non sa 5 6 7 18

TOT 19 11 11 16 57 TOT 11 11 16 38

TOT 11 (+1 doppia risposta) 11 16 38

un panino, una focaccia o un trancio di pizza. 4. Quasi la totalità dei bambini sostiene di amare la frutta... 5. ...ma, quando si tratta di scegliere tra un frutto e una merendina, le parti si dividono in metà e metà. Abitudini: 6. L’acqua è di gran lunga la più bevuta, seguita da succhi di frutta e bevande gassate. 7. La maggioranza conosce i fast food. 8. Non li frequentano spesso (complice

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l’assenza di fast-food a meno di 20 minuti di macchina, ndr).Però, quasi tutti quelli che li frequentano, amano ciò che offrono. 9. I piatti preferiti nelle famiglie sono la pasta e i cibi precotti. 10. I tempi necessari a consumare un pasto sono variabili da tre minuti, a un’ora. 11. Quasi tutte le famiglie mangiano riunite. 12. Praticamente la totalità dei bambini preferisce utilizzare le posate, per mangiare. 13. Ma, a quelli che preferiscono mangiare con le mani, quasi mai viene concesso. 14. Tutti amano mangiare con gli amici. Cultura: 15. Due terzi ha già assaggiato piatti tipici di culture diverse. 16. Si tratta soprattutto di piatti arabi (kebab e cous cous) e cinesi/giapponesi, molto confusi tra loro. Sono in gran parte piaciuti. 17. La metà chiede prodotti visti nelle pubblicità. 18. Solo un terzo dei bambini risponde correttamente (o quasi) alla domanda di spiegare cosa sia un petto di pollo. Un quarto di loro crede che venga dal macellaio. 19. La metà dei bambini non sa come definire i wurstel, nonostante diversi li abbiano

segnalati come cibo preferito. 20. Quasi tutti hanno un’idea chiara di quanta acqua sia necessario bere. 21. La metà dei bambini non sa quando si raccolgano mele e fragole, ma l’altra metà risponde più o meno correttamente. Tutti sanno che la stagione giusta non è l’inverno. 22. Solo un quarto sa che lo yogurt venga dal latte, mentre altri propongono la frutta, la fabbrica e altre provenienze sentite dire. Dall’analisi risulta che ai bambini piace la frutta, però preferiscono mangiare merendine. Quasi nessuno di loro ha risposto correttamente a tutte le domande della sezione culturale e molti hanno preferito non rispondere affatto a queste domande. Sono influenzati dai media, ma non controllati. C’è però da dire che si tratta di un paese di mille abitanti, i cui parenti sono in prevalenza agricoltori. Tutti amano mangiare in compagnia, che sia con la famiglia o con gli amici, ma diversi consumano il pasto così in fretta da non poterne godere e molti conoscono e amano i fast-food, anche non li visitano spesso. I risultati sono ottimisti riguardo al consumo di frutta: è possibile, se la frutta viene presentata in modo più attraente. Quasi sempre, è la mamma a preparare o

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scegliere la merenda che il figlio porta a scuola. Quindi è possibile, creando un territorio in comune tra frutto, genitore e figlio, convincere senza sforzo il bambino a cambiare la merenda che porta a scuola con una più sana. Grazie alle risposte molto variegate dei bambini, i questionari sono una svolta e assumono un ruolo fondamentale nella ricerca dell’anello mancante tra bambini e alimentazione sana. Alcune delle risposte più geniali sono raggruppate nella pagina seguente.

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5 L’educazione alimentare

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Non ci sono stagioni in un supermercato americano. adesso ci sono pomodori tutto l’anno, cresciuti a metà in ogni parte del mondo, raccolti quend’erano verdi, e fatti maturare con gas etilico. Anche se sembra un pomodoro, è una nozione. È l’idea del pomodoro. Micheal Pollan Food, Inc.

Dopo aver sottolineato la gravità dell’ignoranza in campo alimentare, l’unica soluzione valida è educare. Per la precisione, educare i bambini, che sono gli adulti del fututo, in modo da risolvere, o semplicemente migliorareil problema, a monte. Cosa c’è da sapere sull’alimentazione, per poter affermare di essere educati? Bisogna essere in grado di rispondere a queste tre questioni: Perché mangiare? Che cosa mangiare? Quanto mangiare?

5.1 Perchè mangiare Perché il cibo è la fonte di energia per svolgere le funzioni vitali come crescere, proteggersi, muoversi, svolgere le attività quotidiane. Ciò che mangiamo contiene nutrienti, diversi per ogni alimento, che sono carboidrati, grassi, proteine, vitamine, minerali e acqua. I carboidrati forniscono energia pronta per l’uso e sono il glucosio, che è la base delle altre molecole di carboidrati, il fruttosio, il saccarosio, l’amido e la cellulosa. L’amido, contenuto nei cereali e nei loro derivati pane e pasta, nelle patate e nei legumi, è il carboidrato più importante per l’alimentazione umana, perchè una volta digerito, fornisce una grande quantità di energia pronta per l’uso. La cellulosa èla costituente principale delle fibre, che non sono digeribili perchè resistono a tutti gli enzimi presenti nell’apparato digerente. In passato, per questa ragione, si pensava che fossero uno scarto, ma adesso è noto che, proprio grazie al fatto che attraversano tutto l’intestino sotto la stessa forma, portano con sè le sostanze tossiche ed aiutano ad eliminarle. In più, contribuiscono al raggiungimento del senso di sazietà e quindi aiutano a contenere il consumo di alimenti ad elevata densità

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energetica. Le fibre si trovano in tutti i vegetali, nei legumi e nei cereali integrali. Mentre i carboidrati forniscono energia immediata, i grassi costituiscono le scorte dell’organismo. Vengono accumulati nel tessuto adiposo, appena sotto la pelle, che può fornire 9 kcal al grammo. Sono anche componenti importanti delle membrane cel-

globina, che trasporta l’ossigeno in tutto il corpo e gli enzimi. In caso di mancanza di carboidrati e grassi, possono essere demolite per ottenere un’energia pari a quella dei carboidrati, 4 kcal per grammo. Le vitamine sono molecole semplici che regolano e proteggono l’organismo. Generalmente, non vengono sintetizzate all’interno dell’organismo, perciò devono essere as-

lulari, per cui svolgono sia funzione energetica che plastica. I grassi sono di due tipi: vegetali: contenuti nell’olio d’oliva e di semi; sono indispensabili, ma in quantità ridotta. animali, contenuti nelle carni grasse, nel burro, nello strutto e nel lardo; è documentato che non sono indispensabili per l’organismo, per cui sono preferibili quelli vegetali.

CARBOIDRATI

ENERGIA GRASSI

PLASTICA Le proteine svolgono diverse funzioni: plastica, energetica, regolatrice e protettiva. Sono lunghissime catene di centinaio o migliaia di molecole più piccole, gli aminoacidi; dopo l’acqua, sono le sostanze più abbondanti nell’organismo umano. Ci sono molti tipi diversi di proteine ed ognuna svolge una funzione ben definita. Per esempio, la funzione plastica è svolta da alcune di loro, che sono costituenti fondamentali di muscoli, pelle, ossa e organi. Altre sono protettive, come gli anticorpi, o regolatrici, come l’emo-

PROTEINE

MINERALI PROTEZIONE E REGOLAZIONE

VITAMINE

Schema delle funzioni svolte dai vari tipi di nutrienti nel nostro organismo, Lezioni di Scienze, Paravia.

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sunte attraverso il cibo e sono abbondanti in frutta e verdura, ma si possono trovare anche negli alimenti di origine animale come latte, carne, uova e pesce. Sono segnalate da lettere maiuscole ed ognuna di loro svolge funzioni ben precise. Le varie vitamine: A è importante per i bambini, perchè regola la crescita nei primi anni di vita, protegge la pelle e migliora la vista nella semioscurità. • Le vitamine della serie B rafforzano il sistema nervoso e, più in dettaglio, la B1 regola il metabolismo degli zuccheri, mentre la B12 protegge il fegato e regola la sintesi delle proteine. • C migliora la resistenza alle infezioni e rallenta l’invecchiamento delle cellule. • D regola l’assorbimento del calcio ed è quindi importante nella formazione delle ossa. • E, rallenta l’invecchiamento delle cellule e aumenta la resistenza alle infezioni. I minerali svolgono funzioni plastiche e regolatrici. Sono presenti sia allo stato solido nel nostro organismo, che in stato diluito nell’acqua. Il calcio, il fosforo e il magnesio sono costituenti necessari alle ossa ed ai denti. Il sodio ed il potassio, invece, regolano gli scambi dei liquidi nell’organismo. Più nel dettaglio: • Calcio: si trova quasi tutto nelle ossa e nei denti, ma ha anche una funzione re-

• •

golatrice nelle risposte delle cellule. Fosforo: Aiuta nella formazione dello scheletro, costituisce il tessuto nervoso e cerebrale, è indispensabile nella formazione del DNA, regola le proteine e i processi di uso dell’energia. Magnesio: è un componente essenziale delle ossa, si trova nelle proteine, nel tessuto nervoso e nei muscoli. Potassio: regola il funzionamento dei muscoli, del cuore e del sistema nervoso. Sodio: Insieme al calcio, regola la quantità di liquido presente nel corpo. Cloro: concorre nella formazione di acido cloridrico, utile alla digestione nello stomaco. Ferro: si trova nei globuli rossi ed è indispensabile al trasporto dell’ossigeno, inoltre è componente fondamentale di alcune proteine.

L’acqua, invece svolge una funzione prevalentemente regolatrice e corrisponde a circa 2/3 del peso corporeo. Si trova nel sangue, nella linfa e nel citoplasma di ogni cellula del corpo. È il solvente nel quale avvengono quasi tutte le reazioni chimiche necessarie alla vita, ed è grazie ad essa che le sostanze utili possono essere trasportate in tutto il corpo e quelle inutili eliminate. Evaporando sotto forma di sudore, contribuisce a regolare la temperatura del corpo.

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5.2 Che cosa mangiare Tutto il cibo è in grado di fornirci energia, però ogni alimento è composto da principi nutritivi diversi, che aiutano il corpo a svolgere funzioni di diverso tipo. Gli alimenti sono divisi in sei gruppi (frutta

e verdura, carboidrati, olii e grassi, latticini, proteine e dolci) e rappresentati nelle giuste proporzioni nella piramide alimentare. Ogni giorno, è necessario mettere in tavola alimenti provenienti da tutti i gruppi, per garantire la varietà di principi nutritivi di cui l’organismo ha bisogno. La frutta e gli ortaggi hanno un ridotto con-

Piramide alimentare quotidiana, Ministero della Salute

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tenuto calorico e forniscono all’ organismo: acqua, proteine, carboidrati, vitamine, minerali, fibra e phytochemicals. Il contenuto di proteine è molto basso, in media pari all’1,5%,di scarso valore nutrizionale; trascurabile è anche il contenuto in grassi (0,3%). L’apporto in carboidrati consiste soprattutto di zuccheri semplici facilmente utilizzabili dall’organismo e poco amido. Lo zucchero semplice della frutta è il fruttosio che confe-

con meccanismi come l’azione antiossidante nei confronti dei radicali liberi e quella di privilegiare lo sviluppo di una flora batterica intestinale favorevole.

risce il sapore particolare e che ha un potere dolcificante maggiore dello zucchero. Sono la miglior fonte di acqua in quantocontengono dall’80 al 95% di acqua, e quindi sono poco calorici. Le vitamine più abbondanti nella frutta e negli ortaggi sono il b carotene, le vitamine del gruppo B e la C. Sono presenti in quantità ridotte, ma sufficienti a svolgere funzioni metaboliche ed azioni protettive (potere antiossidante). I minerali sono piccole quantità di sodio e tanto potassio,oltre a magnesio, calcio, fosforo ed altri metalli (ferro, rame, zinco); questi ultimi però sono più difficile da assorbire rispetto a quelli contenuti negli alimenti di origine animale. Sono la fonte principale di fibra e, soprattutto se freschi, contengono i phytochemicals (acidi organici, polifenoli, oligosaccaridi, etc.). Questi sono composti organici che non nutrono, ma proteggono l’organismo

mente più sana di quelli fuori stagione. Inoltre, i prodotti fuori stagione, come quelli esotici, vengono spesso importati da lontano, raccolti ancora acerbi e trasportati fino a noi con emissioni e spese enormi. Maturano in aereo.

È importante consumare frutta e verdura secondo le stagioni e limitarsi a quelli di provenienza locale, perché la terra ci offre i prodotti che ci servono nel momento e nel luogo in cui adatto, maturati al sole secondo il proprio ciclo naturale, in maniera netta-

Si consigliano 5-6 porzioni al giorno tra frutta ed ortaggi, con un massimo settimanale di 21 porzioni di frutta e 14 di ortaggi. Una porzione di frutta dovrebbe avere un peso di circa 150 grammi: ciò corrisponde a un frutto medio-grande (se si tratta di mele, pere, arance, pesche o simili) oppure a duetre pezzi in caso di frutti piccoli. Ogni prodotto della terra ha un colore che dipende dalla sua composizione. Per questo è possibile raggruppare frutta e ortaggi per colori, rispettando le differenze di funzione. Gruppi:

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Bianco: aglio, cipolle, cavolfiore, finocchio, funghi, porri, sedano, castagne, mele, pere. Contengono un phytochemical con potente azione antiossidante: la quercetina, sono ricchi di fibra, sali minerali (soprattutto potassio), vitamine (in particolare la C). Blu-viola: melanzane, radicchio, fichi, frutti di bosco, prugne, uva nera. Contengono sostanze importanti per la visione, la struttura

gastro-intestinale, neutralizzando la formazione di radicali liberi o catturandoli prima che possano danneggiare altre molecole. L’arancia, il limone, il peperone sono ricchi in vitamina C che, oltre alla funzione antiossidante, interviene sulla biosintesi del collagene, che mantiene integri i vasi sanguigni, stimola le difese immunitarie, la cicatrizzazione delle ferite e favorisce l’assorbimento del ferro contenuto nei vegetali.

dei capillari sanguigni e la funzione urinaria. I composti ad azione protettiva sono le antocianine, phytochemicals caratterizzati da un elevato potere antiossidante. Anche questi vegetali sono ricchi di fibra; i frutti di bosco, in particolare, contengono fibra solubile che regola l’assorbimento degli altri nutrienti e che nutre la flora microbica intestinale che la trasforma in acidi grassi a catena corta importanti per una regolare funzione intestinale.

Rosso: barbabietola rossa, pomodoro, ravanello, anguria, arancia rossa, ciliegia, fragola. Contengono due phytochemicals con potente azione antiossidante: il licopene e le antocianine. I pomodori sono la fonte più importante di licopene e la loro cottura in presenza di olio di oliva rende questo composto più facilmente assorbibile. Anche l’anguria è un frutto ricco di licopene. Fragole ed arancia rossa contengono elevate quantità di vitamina C.

Giallo-arancio: carota, peperone, zucca, albicocca, arancia, cachi, limone, mandarino, melone, pesca, pompelmo. Contengono b carotene, un phytochemical con potente azione provitaminica ed antiossidante, precursore della vitamina A, interviene nella crescita, riproduzione, mantenimento dei tessuti epiteliali, funzione immunitaria e visione. Questo gruppo è anche ricco di flavonoidi che svolgono la loro azione a livello

Verde: asparagi, basilico, broccoli, carciofi, cetrioli, cicoria, indivia, lattuga, prezzemolo, rughetta, spinaci, zucchine, olive, kiwi ed uva. Contengono due phytochemicals con azione antiossidante: la clorofilla ed i carotenoidi. L’apporto di magnesio con gli ortaggi di questo gruppo è molto importante, in quanto partecipa al metabolismo dei carboidrati e delle proteine, modula il tono vascolare, la trasmissione nervosa e le contrazioni

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neuromuscolari. Il magnesio stimola l’assorbimento ed il metabolismo di calcio, fosforo, sodio e potassio. Negli alimenti verdi sono presenti anche molti carotenoidi, precursori della vitamina A, che svolgono azioni fisiologiche come la visione, la riproduzione e la difesa antiossidante. Sono la miglior fonte di acido folico la cui azione vitaminica è fondamentale nelle donne all’inizio della gravidanza e per prevenire del rischio di incompleta chiusura del canale vertebrale dei

Le carni contribuiscono al fabbisogno di selenio, rame e zinco. È preferibile scegliere i tagli più magri e in generale alternare le carni rosse (bovino, suino magro) a quelle bianche (pollame, vitello), evitando le frattaglie perchè sature di colesterolo. Recentemente, studi comi il Progetto Cina hanno dimostrato che il consumo di carne può essere nocivo per la salute, in quanto contribuisce a innalzare i livelli di colesterolo nel sangue, aumentando i rischi car-

neonati. Il contenuto di vitamina C, od acido ascorbico, è molto elevato, in particolare nei broccoli, prezzemolo, spinaci e kiwi.

diovascolari. Inoltre, i grassi sono rischiosi anche per il rischio di cancro. I dato sono stati provati mostrando come l’incidenza di tumori e infarti fosse nettamente inferiore in luoghi dove la carne è un lusso consumato rararmente.

La carne contribuisce all’apporto di proteine di elevata qualità, il cui contenuto varia da 15g a 22 g/100g secondo il tipo di carne e di taglio. Circa il 40% delle proteine della carne è costituito da aminoacidi essenziali per l’organismo umano. Il contenuto in grassi è compreso tra il 2% ed il 30% in quanto dipende dal taglio di carne che contiene grasso di infiltrazione muscolare non visibile, oltre al grasso visibile. Sono presenti, inoltre, le vitamine del gruppo B, in particolare la B12 il cui apporto è assicurato per il 50% del fabbisogno solo con il consumo di carni e fegato, la niacina e minerali comeferro, zinco, rame. Importante è il contenuto di ferroeme, in particolare nelle carni rosse, che si assorbe più facilmente di quello proveniente dagli alimenti vegetali.

Il pesce è molto digeribile perchè le fibre muscolari sono corte e sfaldabili, prive di collageno e facilmente masticabili. Il contenuto di proteine oscilladall’1% al 20 %, mentre nei crostacei e molluschi dal 9% al 16%. Il contenuto di grassi è piuttosto variabile e per questo i pesci sono classificati in: • magri (grasso 1-3%) : aragosta, calamaro, gambero, mitili, nasello, orata, ostrica, palombo, polipo, razza, rombo, seppia, sogliola, spigola, vongola; • semigrassi (grasso 3-10%) : alice, den-

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tice, pesce spada, sarago, sarda, triglia, tonno; • grassi (grasso superiore al 10%) : anguilla, aringa, sgombro. Nei grassi dei pesci sono presenti gli acidi grassi omega-3, considerati benefici nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie. Il contenuto di colesterolo è di circa 50 mg %nei pesci, mentre arriva a valori di 150 mg % nei crostacei. Ottima fonte di iodio, calcio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio e sodio. Il ferro, in particolare, si trova in forma facilmente assorbibile. Le vitamine presenti sono B1, B2, B12 e PP, ma soprattutto le vitamine A e D presenti come tali nel fegato (olio di fegato di merluzzo). L’apporto energetico dei prodotti della pesca dipende dal contenuto di grasso e può variare da 70 a 200 kcal per 100 g di alimento al netto degli scarti. Le uova sono impiegate da sempre nell’alimentazione umana. Le proteine sono di valore biologico talmente alto che per anni sono state il riferimento per valutare la qualità delle proteine degli altri alimenti. Grazie alla facilità con cui saziano, con un apporto di calorie relativamente basso, sono indicate nei regimi ipocalorici. Si sconsiglia di superare le due uova settimanali.

I legumi più diffusi sono i fagioli, i piselli, le lenticchie, i ceci, le fave, le arachidi e i lupini. Sono gli alimenti vegetali a più alto contenuto proteico, contenendo circa il 20% di proteine (il doppio dei cereali e una quantità simile a quella della carne). Allo stato secco hanno un elevato contenuto di amido, quindi sono ottime fonti di energia. Presente in grandi quantità sono anche le fibre e le vitamine del gruppo B (B1 e B2), niacina e folati. Inoltre, forniscono sali minerali, ferro, zinco e calcio. I legumi secchi hanno in media 300 kcal per 100 g, mentre i freschi ne forniscono circa 133 kcal per 100 g. Il latte è composto per l’87% di acqua in cui sono dispersi proteine (3,3%) di alto valore biologico, grassi (3,6%) in prevalenza saturi e facilmente digeribili, zuccheri (4,9%) rappresentati soprattutto dal lattosio. Le vitamine presenti nel latte in quantità consistenti sono A, B1, B2, B12. Importante è la presenza di calcio, di cui il latte è la fonte principale per la nutrizione umana, in quanto presente in una forma facilmente assorbita dall’organismo. Il latte vaccino intero pastorizzato fornisce 64 kcal/100 g. Lo yogurt, è più digeribile del latte per chi è intollerante al lattosio. I metabolici prodotti dai batteri lattici favoriscono la biodisponibilità di di calcio e fosforo. Lo yogurt da latte

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intero fornisce 66 kcal/100 g. Si consiglia ogni giorno di consumare un vasetto di yogurt e un bicchiere di latte. Ci sono formaggi di diversi tipi. Quelli freschi contengono una maggiore percentuale di acqua, quindi meno nutrientirispetto a quelli stagionati. Insignificante il contenuto in carboidrati, mentre quello di grassi varia da circa il 18% nei formaggi freschi fino al 36% dei formaggi stagionati. Il calcio presente è in una forma biodisponibile che contribuisce a soddisfare il fabbisogno del nostro organismo. Le vitamine del gruppo B sono presenti in piccole quantità, mentre buona è la quantità di vitamina A. Il valore energetico dei formaggi dipende dal contenuto di grasso ed è compreso tra circa 260 kcal di un formaggio fresco fino alle 400 kcal di alcuni formaggi stagionati. l burro non è la materia grassa ricavata con operazioni meccaniche dal latte di mucca. Il grasso è costituito anche da acidi grassi a catena corta e media, per cui ha un basso punto di fusione e viene digerito facilmente a crudo. Contiene il 18% di acqua, 82% grassi, 250 mg/100g di colesterolo, energia pari a 760 kcal/100g ed è ricco di vitamina A. A causa dell’elevata percentuale di grassi animali, è consigliabile non consumarlo ogni giorno.

L’olio è costituito per il 70% dall’acido oleico, acido grasso monoinsaturo che stimola la secrezione biliare favorendo la digeribilità dell’olio, per il 10-15% circa da acidi grassi essenziali linoleico e linolenico, che non vengono sintetizzati dall’organismo e regolano molti processi fisiologici e per il restante 10-15% da altri acidi grassi saturi. Le componenti minori dell’olio extra vergine di oliva sono la clorofilla, i polifenoli, i carotenoidi, i fitosteroli ed i tocoferoli (vitamina E); è questa la frazione responsabile delle proprietà organolettiche, cioè del gusto e dell’aroma, che conferiscono all’olio di oliva una appetibilità del tutto particolare a confronto degli altri oli vegetali. Polifenoli, carotenoidi e tocoferoli svolgono anche una funzione protettiva degli acidi grassi insaturi nei confronti degli agenti ossidanti. 100 g di olio extra vergine di oliva forniscono 900 kcal. Il pane è un alimento primario ricco di amido. La quota di calorie da carboidrati dovrebbe essere tale da coprire almeno il 55-60% dell’apporto energetico giornaliero. Il contenuto di proteine del pane è modesto (circa 10%), il contenuto in grassi è pressoché nullo, mentre è considerevole il contenuto in carboidrati che varia dal 45% al 70%. Le vitamine presenti sono essenzialmente vitamina B1 e B2; i minerali sono sodio, potas-

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sio, calcio e fosforo. 100 g di pane comune apportano al nostro organismo circa 250 kcal, se pane all’olio le kcal sono circa 300.

5.3 Quanto mangiare

La pasta ha caratteristiche analoghe al pane, mentre il riso vanta alcune variazioni. Come tutti i cereali, ha un elevato contenuto di amido (circa 75%), poche proteine (6%), pochissimi grassi (0,4%) e apporta 332 kcal per 100 g. Contiene inoltre piccole quantità di vitamine del gruppo B e minerali.

Quanto mangiare è soggettivo e dipende da età, sesso, luogo, attività fisica svolta e velocità del metabolismo. Con l’utilizzo complicate formule o l’aiuto di uno specialista, è possibile calcolare la quantità indicativa di calorie da assumere giornalmente, ma per assumere la quantità corretta di cibo, durante un pasto, è sufficiente ascoltare il proprio stomaco. Secondo un recente esperimento condotto in Svezia, le persone bendate hanno mangiato il forse 22% in meno rispetto a quelle non bendate, sentendosi sazie come sempre. Questo sia perché l’occhio vuole la sua parte, e vedere un piatto appetitoso fa venire l’acquolina in bocca e stimola il nostro appetito, sia perché è idea comune nella società odierna che “più è meglio”, quindi esageriamo nelle porzioni e, anche quando ci sentiamo sazi, continuiamo per non lasciare nulla nel piatto. In questo caso, siccome sappiamo che il problema della fame nel mondo non verrà risolto sforzandoci di finire ciò che ci siamo serviti, potremmo mettere gli avanzi nel frigorifero e mangiarli il giorno dopo a pranzo. Rispetteremmo sia noi, che l’ambiente.

Il riso è privo di glutine e si presta ad essere utilizzato dagli antipasti ai dolci. La patata ha un ridotto contenuto di grassi (inferiore all’1%) e di proteine (2%), mentre i carboidrati sono presenti al 18%, soprattutto amido. Sono presenti vitamine B1 e C, oltre a potassio, (circa 570 mg/100 g), fosforo e calcio, che in parte passano nell’acqua di cottura se non ci si attiene alla precauzione di bollire i tuberi interi con la buccia. Le patate forniscono 85 kcal per 100 g e sono facilmente digeribili.

SCHEMA 3, P.170

Ascolta la tua pancia.

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5.4 Attività fisica

lizzare il meno possibile i mezzi motorizzati.

Si stima che annualmente ben 1,9 milioni di decessi siano riconducibili all’inattività fisica1. Sono innumerevoli le evidenze che dimostrano come una regolare attività fisica favorisca uno stile di vita sano, con notevoli benefici sulla salute generale della persona.

Tra i benefici c’è la possibilità di ridurre fino al 50% il rischio di sviluppare malattie cardiache, tumorali e diabetiche. La dimostrazione dell’importanza di svolgere una regolare attività fisica è confermata anche dai programmi sanitari nazionali.

Lo stile di vita delle società occidentali è caratterizzato da un progressivo aumento della sedentarietà. Lo sforzo fisico ed il movimento sono sempre più contenuti e la spesa energetica giornaliera del nostro organismo si riduce, mentre i consumi alimentari restano quasi invariati come quantità. O aumentano. Siccome siamo fatti per stare in movimento, un minimo del 30% del dispendio energetico giornaliero di un soggetto adulto sano dovrebbe essere attribuibile all’attività fisica. La pratica di un’attività sportiva o motoria ha effetti benefici sullo stato di salute. Anche le persone più sedentarie dovrebbero praticare almeno 30 minuti al giorno di attività fisica moderata, per ottenere benefici per la salute2. Non è necessario essere sportivi per usare i propri muscoli. È sufficiente camminare, fare le scale, parcheggiare più lontano e uti1 2

Heart Disease & Stroke Statistics. 2009 Organizzazione Mondiale della Salute

Negli Stati Uniti, ad esempio, il programma “Healthy People 2010” sostiene l’attività fisica come uno degli obiettivi principali per garantire la salute del Paese. L’Unione Europea attraverso il “Public Health Programme (2003-2008)” propone progetti di supporto e promozione dell’attività fisica. In Italia, il Piano Sanitario Nazionale 20032005 ha sottolineato l’importanza dell’attività fisica per la salute, mentre il successivo, 2006- 2008 ha affrontato il tema della sedentarietà, in particolare dal punto di vista delle cause del diabete. L'attività fisica nei bambini ha due enormi vantaggi: sottrae i bambini dalla televisione e dal computer, ricolmi di messaggi sbagliati e il movimento stesso. Negli Stati Uniti, circa il 77% dei bambini svolge attività fisica nel tempo libero3, mentre la percentuale cala clamorosamente nel3

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Media Youth Center, 2002


la partecipazione ad attività fisiche organizzate. Seppure più bassa, raggiunge livelli migliori tra i bambini di etnia bianca rispetto agli ispanici e ai bambini di colore, tra i più abbienti rispetto ai meno abbienti e tra i figli

di genitori più istruiti rispetto a quelli di genitori con scolarizzazione bassa.

Piramide settimanale dell’alimentazione e degli stili di vita, Ministero della Salute

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6 Comunicare con i bambini

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6.1 Il metodo Montessori Il pensiero di Maria Montessori sull’educazione infantile è molto articolato1. I concetti espressi sono basati sulla considerazione delle cosiddette tendenze umane, che sono: • • • • • • • • • • • •

orientamento nell’ambiente; ordine; esplorazione; comunicazione; lavoro come attività intenzionale; manipolazione dell’ambiente; ripetizione; astrazione; auto – perfezionamento; indipendenza; decisione; concentrazione

Maria Montessori lavora con due bambini

• •

Queste stanno a loro volta alla base di alcuni concetti, applicabili all’educazione alimentare: • I bambini sono esseri competenti e capaci di prendere decisioni anche importanti. Come tali devono essere considerati. • Proporre al bambino esercizi conse1

M. Montessori, La scoperta del bambino

quenziali e osservare il livello di accumulo di informazioni. Creare un microcosmo con mobili e oggetti più piccoli. I genitori devono partecipare attivamente alla sua educazione e insegnargli soprattutto le norme basiche di igiene. Considerare l’importanza della motivazione nella comprensione del circostante. Il materiale didattico dev’essere autocorrettivo, perchè il bambino comprenda solo dove sbaglia.

Considerando i concetti e le tendenze, la Montessori ricrea, nelle sue scuole, un ambiente favorevole all’apprendimento, le cui caratteristiche sono:

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• • • • • •

Bellezza e armonia. Proporzionato al bambino. Pulito. Ordinato. Limitato negli strumenti. Libero da ingombro.

Ai caratteri detti, altri se ne devono aggiungere, che si riferiscono a tutto ciò che circonda il bambino. E sono:

Si deve cercare di offrire al bambino materiali che contengano in sé il “controllo dell’errore”, come gli incastri solidi: sostegni di legno che portano dei fori ai quali si adattano cilindri di graduale dimensione. Non è possibile collocare tutti gli spazi in modo sbagliato, perchè sono esattamente corrispondenti e ne rimarrebbe uno fuori posto: questo denuncia l’errore. Come quando di sbaglia ad abbottonare la camicia. II. L’estetica.

I. Il controllo dell’errore.

Serie di cilindri, Maria Montessori

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Un altro carattere degli oggetti è di essere attraenti. Il colore, la brillantezza, l’armonia dev’essere curata in tutto quello che circonda il bambino. Non solo il materiale sensoriale, ma tutto l’ambiente è cosí preparato, da attirarlo. I colori e le forme sono inviti delle cose.

cente possono senza dubbio richiamare l’interesse infantile, ma se il bambino deve soltanto vedere, ascoltare o toccare un oggetto immutabile, quell’interesse sarà superficiale, passando da cosa a cosa.

III. L’attività.

Infine, l’ultimo principio comune a tutti i mezzi costruiti per l’educazione, è stato finora poco compreso, ma di alto interesse pedagogico: cioè che il materiale deve essere “limitato in quantità”. Questo fatto, una volta constatato, è logicamente chiaro: il bambino normale non ha bisogno di “stimoli che lo risveglino”, perchè è sveglio, e i suoi

Altro carattere del materiale di sviluppo deve essere quello di prestarsi all’attività del bambino. La possibilità di trattenere con interesse l’attenzione infantile non dipende dalla qualità contenuta nelle cose, quanto dalla possibilità che offrono di agire. Quindi, per rendere interessante un oggetto occorre che si presti all’attività motrice del bambino. Bisogna che ci siano, per esempio, piccoli oggetti da spostare. Allora è il movimento della mano, più che gli oggetti che sposta, che trattiene il bambino occupato. Un giocattolo bellissimo o un racconto stupefa-

Materiale Montessori

IV. I limiti.

Bambina disegna in una scuola montessoriana

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rapporti con l’ambiente sono innumerevoli e continui. Il bambino ha invece bisogno di riordinare il caos formato dalla varietà di sensazioni che il mondo gli ha dato. È un esploratore nel mondo, che è nuovo per lui e, come tale, ha bisogno di un percorso che lo verso il suo fine.

Crediamo erroneamente che il bambino più “ricco di giocattoli”, più “ricco d’aiuti” possa essere il meglio sviluppato. Invece, la moltitudine disordinata di oggetti, crea nuovo caos e scoraggia il bambino. Tutto questo avrà il riscontro migliore se ap-

Mezzi materiali di apprendimento, Maria Montessori

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plicato rispettando i periodi sensibili. Questi sono tappe fondamentali nella crescita di ogni bambino, caratterizzati ognuno da alcuni comportamenti tipici. La Montessori definisce quattro periodi sensibili, divisi in blocchi di sei anni ciascuno. La fase in cui il bambino assorbe meglio le corrette abitudini alimentari è compreso tra i 3-4 e i 10 anni, cioè l’età in cui comincia a frequentare intensamente i suoi coetanei e a mangiare da solo, a volte anche fuori casa. Questo lasso di tempo è a cavallo tra i primi due periodi sensibili. Le qualità principali dei bambini fino a sei anni sono la comprensione, l’organizzazione dei contenuti, la coscienza, la disciplina spontanea e il comportamento sociale. I bambini della scuola elementare, avendo quindi già sviluppato la capacità di rapporto sociale, lavorano bene in gruppo, utilizzano la ragione e la fantasia mentre sviluppano l’indipendenza individuale. Tutto questo li porta, in poche parole, ad avere una morale e dei valori propri.

to, dell’igiene personale. Inoltre, comprende l’assimilazione della buona educazione, non fare rumore con le sedie e non essere

Bambino impara a “fare da solo”, Scuola Montessori.

Nella stessa classe, inoltre, dovrebbero trovarsi insieme bambini di tre età: i più piccoli che spontaneamente si interessano al lavoro dei più grandi e imparano da loro, i quali dovrebbero essere aiutati dai più grandi. Il metodo Montessori prevede anche, in fasi graduali, l’apprendimento dell’autonomia nel riordinare gli oggetti dopo averli usati e gli spazi, della pulizia di ciò che si è sporca-

Piramide Montessori

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bruschi nei movimenti, mangiare correttamente con le posate e salutare. A differenza della scuola ordinaria, nelle scuole montessoriane il modo e i tempi di apprendimento sono lasciati alla libera scelta del bambino, che deciderà quando è il momento giusto in base alle sue esigenze. Nessuno meglio di lui può saperlo. In questo modo, la maggior parte dei bambini che frequenta una scuola montessoria-

na, anche quando torna a casa dice sempre “faccio da solo”; si sentono più indipendenti dei bambini che frequentano le scuole ordinarie, spesso obbligati a imparare a memoria concetti che non mettono in pratica e controllati a vista da educatori che li ritengono incapaci di decidere per sè stessi.

Bambino utilizza mezzi materiali montessoriani.

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6.2 Il teatro dei burattini Il teatro dei burattini ha origini molto antiche. Gli archeologi hanno trovato figurine in Egitto, in Grecia, a Roma. Come la rappresentazione per maschere o marionette, anche i burattini nascono con lo scopo di far dire ciò che non si voleva o poteva dire in prima persona, anche se sono originariamente destinati ad un pubblico diverso più rozzo. Forse, è per questa ragione che burattini hanno, fin da subito, incontrato

il favore della gente, diventando espressione della voce del popolo che attraverso essi riusciva ad ironizzare sul potere. Proprio per la sua capacità di dare voce a chi non ne ha, il burattino viene utilizzato come mediatore nei contesti in cui la comunicazione è difficile, assumendo sempre più spesso una valenza educativa. Secondo Mariano Dolci, educatore e burattinaio, il burattino è “un poco vero e un poco finto” perchè il bambino crede al burattino, ma sa che è finto. Nella pratica educativa, il burattino adesso

Teatro dei burattini, immagine da www.flickr.com

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compare non solo nelle scuole dell’infanzia ed elementari, ma anche nella riabilitazione psichiatrica. Il teatro dei burattini non si esaurisce solo nel momento della messa in scena degli spettacoli ma parte dalla creazione del burattino stesso. Nel costruire il burattino il soggetto lo personalizza e riesce a fargli esprimere delle emozioni. Il pregio dei burattini e delle marionette è che chi li manovra ha la tendenza a dire

cose in più rispetto a quelle che direbbe a tu per tu1. Non perché i burattini inventino chissà che, ma perché sono un altro linguaggio. Il bambino, quando nasce, non ha un’identità, ma la costruisce poco a poco: la prende e ci gioca. I bambini di tutto il mondo sono sempre disposti a mascherarsi, a travestirsi, a far finta di essere in un altro contesto per sperimentare come sarebbe. Tutto questo contribuisce a creare la loro identità. 1

Spettacolo di burattini in Panama, www.flickr.com

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Mariano Dolci


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7. Stato dell’arte del design per bambini

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Un bambino creativo è un bambino felice. Bruno Munari

Da quanto detto in precedenza, si evince che la ricerca si è stretta sempre di più dall’ambito dell’alimentazione a livello globale verso un livello più circoscritto, in particolare rivolto ai bambini della porzione di mondo detta sviluppata. Questa scelta implica un ragionamento che sembra ovvio, ma è necessario al fine di non guardare solo una faccia della medaglia. Serve a specificare perchè c’è una differenza tra pensare un supporto per l’alimentazione dei bambini del Nord e pensarne uno per i bambini del Sud del Mondo. Questa differenza è pesante, ed include, in primo luogo, la variazione di accessibilità al cibo. La maggior parte dei bambini del Mondo sviluppato non è mai rimasta senza un pasto per carenza di cibo. Il che, senza bisogno di altro, rende già difficile la creazione di un supporto atto a consumare qualcosa che, spesso, non c’è. Inoltre, la quasi totalità dei bambini occiden-

tali non immagina nemmeno un pasto senza tavolo, senza un piatto per sè e delle posate, perchè è così che hanno mangiato ogni giorno ed è così che hanno visto mangiare tutti quanti conoscano. Invece, nei Paesi in via di Sviluppo si mangia quasi sempre tutti dallo stesso recipiente, con le mani, per rimanere a stretto contatto con i cibo e gli altri commensali. I bambini occidentali, quindi, saranno più pronti a utilizzare un supporto diverso da tutii quelli che già conoscono perchè è incluso nella loro educazione di separare la pelle dal cibo. Quindi, si è scelto di lavorare su un prodotto per bambini del Nord del Mondo. Per continuare nella definizione, si ha la consapevolezza che la maggior parte di questi bambini abbia uno spazio personale, intimo o condiviso, in cui può passare il proprio tempo sia da solo, che in compagnia, e che questo spazio è arredato. Inoltre, quasi la totalità di loro frequenta o sta per frequentare una scuola materna o elementare, dove non passa il proprio tempo con la famiglia, ma con coetanei ed educatori, e, nella maggior parte dei casi, consuma lì un pasto e uno spuntino portato da casa e quasi mai scelto autonomamente. Un altro fattore importante da considera-

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re sono gli effetti dei media sui bambini, l’influenza della pubblicità e la diffusione dell’ignoranza nel campo dell’educazione alimentare, che li porta a preferire alimenti ipercalorici, ma carenti di nutrienti. A conclusione di questo quadro, è chiaro che progettare un supporto per bambini è un lavoro delicato e diverso che progettarne uno per adulti. Nel design per bambini, il colore gioca un ruolo importante nell’attirare l’attenzione e facilita quindi l’approccio al nuovo oggetto. Inoltre, i bambini socializzano più facilmente degli adulti, per cui la personificazione del supporto ha un ruolo determinante nella buona riuscita del rapporto bambino con oggetto, che viene visto come un amico e un complice.

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7.1 Kit Ci sono designer o brand che hanno deciso di creare supporti adatti al traporto che rispondono a più di una funzione per volta. È il caso di questi kit. Il Picnic Set ecofriendly è composto da un vassoio che ricorda le tovaglie della nonna e due posate in legno, agganciabili e per questo difficili da perdere durante il trasporto. Il valore aggiunto di questo semplice set sono

Il Vassoso Driade Dinner contiene una serie di ciotole impilabili di dimensioni via via più piccole, che possono essere scelte tra vari colori, tutti abbinati tra loro. Non ha però nessuna caratteristica specifica atta al trasporto.

i due fori presenti sul vassoio, che servono a posizionarvi le posate quando il vassoio è sulle ginoccha.

EVOCAZIONE COMODITÀ TRASPORTABILITÀ

VARIETÀ ADATTABILITÀ COLORE

Picnic Set ecofriendly, Alacard

Vassoio Driade Dinner

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Il più versatile dei tre, il Royal Puzzle Dinner Tray, è adatto sia al trasporto, grazie agli incastri, sia ad una fruizione divertente del pasto in casa, visto che tutti i suoi componenti sono lavabili e riutilizzabili.

Il Lunch Soft Box di Beaba è pensato per un target di bambini molto piccoli, è componibile ed è utilizzabile anche fuori casa, essendo facilmente sigillabile e quindi adatto al trasporto.

TRASPORTABILITÀ ADATTABILITÀ DIVERTIMENTO COLORE

TRASPORTABILITÀ ADATTABILITÀ COLORE ERGONOMIA

Royal Puzzle Dinner Tray

Lunch Box Soft, BEABA

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Il Set di otto ciotole Nest è impacchettabile in stile Matrioska, fino a creare un arcobaleno circolare che occupa uno spazio minimo in cucina.

Donna Wilson produce sei in porcellana, per bambini e non, abbinabili e giocosi, per apparecchiare il tavolo con piacere.

COLORE IMPILABILITÀ ADATTABILITÀ

COLORE GIOCO

Nest 8 bowl set, Morph, Joseph Joseph.

Set ciotola+portauovo+vassoio, Donna Wilson

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Il brand Due mani non bastano ha prodotto questa serie di quattro tovagliette in cotone: pi첫 bici, pi첫 alberi, meno macchine, meno rumore.

COMUNICAZIONE

Less-cars, More-bikes, Due mani non bastano

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7.2 Supporti per bere La tazza Dombo è un prodotto per bambini che iniziano a sentirsi grandi: del mondo infantile ha le grandi orecchie, che aiutano a impugnare la tazza, i colori vivaci e il materiale indistruttibile. Del mondo dei grandi, ha la forma base, facilmente associabile a quella di un normale bicchiere, di cui è rararamente concesso l’utilizzo ai piccoli.

La borraccia Babypote, oltre ad essere di colori vivaci, è in morbido silicone. Questo la rende comoda per mangiare merende semisolide (come lo yogurt), in modo divertente: cioè schiacciandola come un tubetto del dentifricio. Ottima fuori casa o in mancanza di cucchiaino, per non sporcarsi

COLORE EVOCAZIONE CRESCITA PARTECIPAZIONE ERGONOMIA

COLORE DIVERTIMENTO PRATICITÀ ERGONOMIA

Tazza Dombo, Droog

Borraccia Babypote, BEABA

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La tazza evolutiva di Beaba segue il percorso di crescita del bambino fin dallo svezzamento, grazie al alcuni elementi componibili in modi diversi.

Il biberon Mucca, evoca in modo molto divertente l’animale deputato alla produzione di latte per eccelenza.

COLORE ADATTAMENTO PRATICITÀ ERGONOMIA

EVOCAZIONE DIVERTIMENTO PARTECIPAZIONE

Tazza evolitiva 3 fasi Evoluclip, BEABA

Biberon Mucca, Viceversa

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I bicchieri Soft si comprano impilati in scaatole completamente trasparenti. Sono possibili diversi abbinamenti di colori pastello e tutti sono simili ma mai uguali, il che li rende perfetti per le occasioni in cui ci sono molti bambini.

Le Niestlig Dolls sono pensate per apparecchiare il tavolo in modo allegro, sono impilabili e colorate. La fantasia dei bambini le può trasformare nei personaggi di una storia inventata durante il pranzo.

COLORE PRATICITÀ ADATTABILITÀ

COLORE IMPILABILITÀ EVOCAZIONE

Bicchieri soft, BEABA

Niestling Dolls

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MULTIUSO RIUSO CREATIVITÀ

Questi contenitori, di plastica contengono una bibita alla frutta e, una volta lavati e asciugati, diventano degli elementi che si possono unire per costruire grandi sculture futuristiche. In merito non a questo prodotto, ma ad uno simile, c’è la testimonianza di una mamma che aveva difficoltà a nutrire la figlia di frutta. Aveva provato qualsiasi cosa, fettine, dolci, frullati, spremute, ma la bambina non ne voleva proprio sapere. Lei voleva solo la pappetta alla frutta che le aveva offerto una volta la zia. Alla fine, la mamma ha avuto l’idea di mettere uno dei frullati nel contenitore d’alluminio vuoto della pappetta industriale, e l’ha presentato così alla bambina, che l’ha subito accettato e divorato. Questi contenitori sarebbero perfino migliori di quello in alluminio perchè sono progettati per essere riutilizzabili e richiudibili.

Ywater, Yves Behar, FuseProject

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7.3 Piatti La serie di piatti Donna Wilson è, similmente al set del vassioio con ciotola e portauovo, un progetto elegante con una grafica allegra, invitante.

COLORE GIOCO

Piatti, Donna Wilson

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Il piatto Faccina si propone come un amico con cui condividere il pasto, da costruire in modo sempre diverso di volta in volta.

ADATTABILITÀ GIOCO PERSONIFICAZIONE FANTASIA

Piatto Faccina, Studio BoCa

La designer tedesca Gabriela Peiser ha rispreso, in queste stoviglie, dei disegni degli anni Settanta, modernizzandoli nei colori e nelle forme.

COLORE ADATTABILITÀ

Stoviglie vintage, Graziela Peiser

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Questo set è pensato per essere elegante, ma adatto ai bambini. Per questo motivo, anche se prodotti principalmente in porcellana, gli elementi sono dotati di un fondo in gomma che li mantiene stabili al loro posto. Inoltre, il piatto è caratterizzato da un canale che percorre il bordo e che ha la funzione di contenere il brodo che “sborda”.

7.3 Posate

ERGONOMIA STABILITÀ

PERSONIFICAZIONE FANTASIA

Set con fondo di gomma, Stelton Rebel

Gense - Animal Friends children´s cutlery set - Karin Mannerstål

Come anche altri prodotti, questo si ispira a personaggi animali, che prendono vita sotto forma di posate per i primi pasti autonomi e invogliano a mangiare con la complicità di qualcuno.

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Queste particolari posate aiutano il bambino nel momento in cui inizia a mangiare da solo, grazie alla forma ergonomica, di presa molto facile.

Il cucchiaio di Beaba è pensato, come le altre posate proposte, per i bambini che iniziano a mangiare da soli. Oltre ad essere ergonomico e colorato, è progettato in modo che il manico è separato dalla struttura del cucchiaio, cosicchè anche ruotando il pugno, il boccone si mantiene nel senso giusto e non cade.

COMFORT ERGONOMIA

COLORE ERGONOMIA FUNZIONALITÀ

Posate per iniziare, Kay Bojesen

Cucchiaio, BEABA

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7.4 Altri oggetti pensati per i bambini Oltre ai prodotti per bambini pensati appositamente per la fruizione del cibo, ce ne sono altri, geniali e potenzialmente ispiratori grazie ad alcune loro particolari caratteristiche. Per esempio, ci sono giocattoli che permettono ai bambini di autocorreggersi, sperimentando logiche diverse, in pieno stile Montessori. Altri insegnano perseguire la tendenza a sognare, immaginare, grazie all’evocazione di mondi inverosimili. Altri ancora insegnano a comporre e ricomporre gli elementi creando strutture sempre diverse, che possono trasmettere messaggi di qualunque tipo. Molti di questi oggetti utilizzano la personificazione e l’evocazione, perchè i bambini giocano meglio se sono in compagnia, quindi quando è il giocattolo stesso ad essere un amico, è più facile divertirsi e non si è mai soli.

fantile presentati precedentemente. Credo doveroso iniziare con i grandi progetti, disegnati da altrettanto grandi progettisti, come primi presentati. I sedici animali di Enzo Mari sono l’emblema del gioco che difficilmente può annoiare. Con questi personaggi, definiti abbastanza da essere riconoscibili ma non eccessivamente per essere adattabili, si possono creare molti mondi e storie.

RICOMPONIBILITÀ ERGONOMIA FANTASIA CREATIVITÀ PERSONIFICAZIONE

Per questa ragione ho deciso di informarmi e poi inserire una sezione, sul cosiddetto design per bambini. La ricerca presentata non rende giustizia a questo meraviglioso ambito, ma aiuta a inquadrare il modo in cui funziona e i concetti sui quali si articola, in cui vengono ritrovati gli stessi dei prodotti per l’alimentazione in-

Sedici animali, Enzo Mari

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Gli altri due grandi ispiratori sono Alexander Calder e Bruno Munari. Il primo, Calder, per la ludicità intelligente dei suoi lavori, in particolare le sculture mobili, che con un sapiente gioco di equilibri creano creature a metà tra gli animali preistorici e gli alieni, ma sempre leggere e morbide. Il secondo, Munari, per il suo genio eclettico

“un insieme di fogli delle stesse dimensioni, stampati o manoscritti, cuciti insieme secondo un certo ordine e racchiusi da una copertina, per lo più rigida”.

FANTASIA CREATIVITÀ LIBERTÀ COLORE

e la capacità di comunicare in modo semplice concetti che sembrano venir fuori da l nulla, come i libri illeggibili. Questi si basano sulla definizione del dizionario Garzanti, che definisce il libro come:

FANTASIA EQUILIBRIO SOGNO

Libro illeggibile nr.1, Bruno Munari.

Scultura mobile, Calder

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La serie Tumbling Animals di Bobles, comprende una serie di animali grandi abbastanza da essere utilizzati come sgabelli, tavolini e sedie a dondolo. Il materiale è stabile, ma caldo e morbido.

Lo sgabello Pally è composto da una moltitudine di astine che ricordano fiammiferi con punte colorate e dal loro contenitore. A seconda di come vengono riordinate, le astine compongono un diverso disegno sulla superficie.

ERGONOMIA COLORE CREATIVITÀ PERSONIFICAZIONE

ERGONOMIA COLORE CREATIVITÀ MULTIUSO

Tumbling animals, pesce, Bobles

Sgabello Pally, Laura Väinölä

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Questo ambiente creato con dua parete curva a forma di capanna crea un cantuccio privato in cui rifugiarsi a leggere e fantasticare.

La panchina Baloon può ingannare anche l’occhio più esperto, perchè i ganci che la sostengono sono abilmente celati dietro ai palloncini.

FANTASIA SOGNO

EVOCAZIONE COLORE FANTASIA

Cantuccio lettura

Panchina Baloon

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Lo Stacking Throne accoglie il bambino quando ancora è seggiolone e lo accompagna nella crescita poco per volta. Infatti, si può togliere ogni “strato”, capovolgerlo e trasformarlo nel ripiano di uno scaffale che cresce con il bambino.

Il pavone di Kids on the roof ricorda un concetto importante, quello della semplicità. Con due pezzi di cartoncino opportunamente tagliati e disegnati, si può creare un perfetto personaggio, adatto come gioco, decorazione o compagnia.

ERGONOMIA COLORE IMPILABILITÀ EVOLUZIONE

EVOCAZIONE FANTASIA SEMPLICITÀ COMPONIBILITÀ

Stacking_throne, Laurens van Wieringen

Peacock, Kids on Roof

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Questo razzo di cartone è un perfetto nascondiglio, gioco, attrazione, fonte di divertimento per ogni bambino. Inoltre è scomponibile e ricomponibile.

EVOCAZIONE FANTASIA DIVERTIMENTO COMPONIBILITÀ

Rocket, Paperpod

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Questi giocattoli riproducono momenti della fruizione del pasto, che i bambini recitano senza mangiare. Questo può comunicare il valore del momento in cui si mangia, come attimo importante di condivisione di uno spazio comune, di compagnia e di piacere.

EVOCAZIONE FANTASIA DIVERTIMENTO PARTECIPAZIONE

Frutta assortita, Set da tè e da tavolo, Plan toys

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Progetto

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1 Target 1.1 Definizione Il target di riferimento sono i bambini in età scolare che vivono in Paesi del Nord del Mondo e che hanno accesso al cibo in qualunque momento della giornata. Il progetto si rivolge soprattutto a coloro che non conoscono il valore di un’alimentazione sana, della necessità di variare i nutrienti assunti quotidianamente e che non immaginano neppure gli effetti negativi che possono scaturire a medio-lungo termine, se si assume cibo spazzatura quotidianamente. Il bambino-target è cresciuto nell’era multimediale, in cui ogni oggetto è uno stimolo plurisensioriale e i messaggi che riceve da terzi sono spesso più numerosi ed eloquenti di quelli forniti dalla famiglia o dagli educatori. Più precisamente, il bambino rifiuta la frutta non perchè non gli piaccia, ma per-

Immagine da www.wikipedia.com

chè carente dei messaggi divertenti e delle mascotte, presenti invece nei prodotti industriali grazie a pubblicità e confezioni. Inoltre, come conseguenza della sua cattiva informazione, è incapace di regolare la quantità di cibo assunto, perchè spesso mangia mentre svolge altre attività e non si rende conto di quando è sazio. Inoltre, il target ha più autonomia d’acquisto rispetto ai bambini cresciuti qualche anno fa, e spende più soldi, soprattutto in acquisti online. Nella pagina a fianco, sotto forma di mappa concettuale, sono espressi i concetti che rappresentano i bambini. I concetti sono in gran parte caratteristiche umane, empatiche e sociali in generale. Non è produttivo, in questo caso, delineare un target infantile per interessi personali, quando le qualità più importanti che i bambini possiedono sono proprio quelle che permettono poi agli interessi di svilupparsi e diventare passioni. Inoltre, tutti i bambini devono mangiare e continueranno a farlo, per cui, qualunque sia l’attività che svolgono e svolgeranno in futuro, è indispensabile che conoscano l’importanza del nutrimento in tutti i suoi aspetti. Nella mappa concettuale sono evidenziati con una dimensione maggiore le parole chiave di ciascuna catena di pensiero, mentre con il colore si è voluto dar importanza a quelle che hanno ispirato i progetti proposti.

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1.2 Parole chiave divertimento

ludicità

gioco

creare

inventare

cartoni animati televisione

storie

mascotte

racconti

supporto

ascoltare scuola

compagnia amici

messa in scena scherzo fantasia

condivisione

confidenza

raccontare

favole recettività fiabe personaggi

equilibrio

sorpresa

ridere

complicità

parlare

finzione

bisogno di comunicare domandare

multiuso

colore

dubbio

capacità di osservazione

forma

scoperta

curiosità

esplorazione

uso delle mani

toccare

sperimentare

modificare

interagire confronto

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ergonomia

costruire


2 Concept Ludico

Personaggio

Disimpegnato. A differenza del gioco vero e proprio, ciò che è a scopo ludico non include la necessità di vincere, quindi nemmeno la paura di perdere. Ludica può essere un’attività organizzata da regole ben precise, oppure una esagerata e incontenibile, ma sarà sempre leggera, semplice, piacevole.

Persona importante per l’alto incarico che ricopre, la fama e il prestigio che ha conquistato. Oppure chi ha un ruolo, una parte in una rappresentazione teatrale, cinematografica o in un’opera letteraria. Un personaggio può essere chiunque si decidia che sia, può interpretare qualsiasi ruolo gli venga assegnato perchè la sua caratteristica principale è quella di non avere una personalità impostata, ma definibile di volta in volta al tipo di messaggio che si vole comunicare, al pubblico a cui è rivolto. Un prodotto associato a questo concept è e molto comunicativo. E, meno le fattezze saranno definite, più sarà adattabile al contesto: può essere una volta una mascotte attraente, un’altra volta un burattino a cui è concesso dire qualsiasi cosa per convenzione teatrale.

Pinocchio, Collodi, copertina di Enzo Niccheri

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Multiuso

Equilibrio

Utilizzabile in vari contesti, capace di comunicare il messaggio in diversi modi. La molteplicità d’uso è un requisito strettamente connesso alla presenza diversi elementi componibili tra loro in modi diversi, quindi adattabili alle varie situazioni in cui potrebbe capitare l’oggetto. In un prodotto multiuso, nulla può essere la-

L’equilibrio di vari elementi è il loro insieme misurato, in cui le varie parti che lo compongono si bilanciano tra loro. Rappresenta l’armonia, il benessere, il ritmo, tutti elementi che possono essere sia astratti, interiori, sia concreti e possibili da toccare con mano, per essere meglio compresi.

sciato al caso.

Tangram, da www,wikipedia.com

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3 Progettazione 3.1 Messaggio Il problema fin qui evidenziato, rispetto al tema alimentazione nei paesi occidentali, è il consumo ininterrotto di cibo spazzatura durante il giorno, spesso senza orari o necessità, senza alcun ritmo regolatore.

3.2 Concretizzare i concept A questo punto è necessario considerare tutto ciò che è stato scoperto nello scenario in funzione dei concetti espressi e del messaggio che si vuole far passare.

Intendo trasmettere il valore del pasto, definito come particolare momento della giorna-

Per esempio, è possibile esprimere l’aspetto ludico nella comunicazione con i bam-

ta in cui si consuma cibo in modo equilibrato in compagnia di altre persone. I pasti sono colazione pranzo e cena.

bini. Siccome, come già detto, ludico non vuol dire necessariamento gioco, ma modo giocoso di affrontare le situazione, sarebbe buona norma non insistere con obblighi e spiegazioni, ma creare un prodotto che sia in grado di comunicare anche da solo con il bambino.

La dieta mediterranea, però, propone di consumare, in messo ai pasti principali anche uno spuntino a metà mattina e una merenda a metà pomeriggio, per non arrivare a pranzo e cena con una fame enorme, che porterebbe a mangiare più del necessario. È consigliabile mangiare un frutto, o uno yogurt, ma il problema è di solito vengono assunte solo merendine e snack di ogni genere.

Per questo motivo, come insegna Maria Montessori, appare più semplice ed utile separare le varie funzioni in modo che ogni oggetto abbia solo un messaggio da trasmettere, in modo che sia più facile da percepire. Per rendere invece l’oggetto un personaggio che possa “socializzare” con il bambino, è opportuno dargli un aspetto umano o animale, o anche, semplicemente, un’espressione facciale che lo trasformi da oggetto inanimato a mascotte.

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Come già segnalato, per rendere un oggetto utilizzabile in più maniere, è una buona idea scomporlo nei suoi diversi componenti in modo che uno o più di questi abbiano una funzione specifica anche separati dal supporto principale. Quanto detto deve permettere un’armonia completa del progetto, all’interno della sua costruzione fisica vera e propria, con il bambino e con il messaggio che trasmette.

senza bisogno di spiegazioni o meccanismi complessi. Per approcciarmi ai diversi concetti ho cercato ispirazione tra gli oggetti già esistenti che rappresentano l’emblema della semplicità e del genio uniti, come i progetti dei già citati Enzo Mari, Bruno Munari e Alexander Calder.

Nulla dev’essere forzato o obbligatorio e l’equilibrio dev’essere facile da percepire,

Schizzi che riproducono le sculture di Calder

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3.3 Ispirazioni

Glassfish, Calder

Scultura mobile, Calder

Scultura mobile, Calder

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Goldfish, Calder

Macchina inutile, Munari

La mela, Enzo Mari

La pera, Enzo Mari

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3.4 Ideazione Volendo rispettare il motto montessoriano della funzione singola per ogni mezzo materiale, sarebbe eccessivo progettare un oggetto che comunichi sia l’equilibio di nutrienti e quantità dei pasti principali, sia la necessità e il piacere di una merenda sana. Per questa ragione, da questo momento in poi, vengono portati avanti due progetti complementari. Uno è concentrato sull’equilibrio, quindi l’armonia dei pasti, mentre l’altro è un promotore della merenda sana, resa anche divertente per l’occasione.

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Prodotti

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4 La sbilancia 4.1 Dalle domande del questionario rivolto ai bambini della scuola elementare: Da dove viene un petto di pollo?

POLLO/GALLINA

Che cosa sono i wurstel?

CARNE SUINA/ BOVINA

Da dove viene lo yogurt?

LATTE

ALTRO

Scopo

INSEGNARE A CONOSCERE IL CIBO ED EQUILIBRARE I PROPRI PASTI 142


4.2 Come nasce L’ignoranza in campo alimentare è così diffusa che sempre più persone, soprattutto bambini, differenziano gli alimenti solo in base al sapore.

PERCHÈ NON CREARE UNO STRUMENTO CHE PERMETTA DI CREARE UN EQUILIBRIO CONCRETO TRA I VARI ALIMENTI?

www.bobbles.com

Bilanciato Intelligente Didattico Ludico Manuale Gradevole

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4.3 Cos’è Il nome racchiude una logica fornita dai prefissi arbitrari di cui parla Gianni Rodari nella sua Grammatica della Fantasia. Quando ad una parola si aggiunge un prefisso, la si deforma, si esplorano i significati nascosti che più avere e che cosa potrebbe succedere se la nuova parola esistesse davvero. Per esempio, la bispenna, scriverebbe doppio, lo staccapanni servirebbe ad offrire i cappotti quando ce n’è bisogno, il trigatto offre innumerevoli spunti per creare storie fantastiche. Nel momento in cui si presenta la sbilancia ad un bambino, lui si accorgerà dell’errore e domanderà se non abbiamo forse sbagliato, che forse è una bilancia questa, e non una sbilancia. A quel punto si dirà che no, è proprio una sbilancia e non serve a dirci il peso e, se viene usata correttamente, ci aiuterà a capire come fare combattere le bilancie quando ci dicono che non pesiamo quanto dovremmo. La spiegazione, probabilmente, verrà poi deviata verso un improvvisato gioco del prefisso arbitrario, scaturito dopo aver capito che esistono anche le sbilancie e quindi, chissà quante altre creature incredibili. Nonostante la digressione, la curiosità spingerà il bambino a capire in che modo quest’oggetto funzioni ed, utilizzandola, im-

parerà a bilanciare i propri pasto sia nella quantità, che ne nella varietà dei nutrienti. La sbilancia è un oggetto didattico-ludico, che per essere utilizzato al meglio deve includere una comunicazione tra il genitore e il bambino. Fin dal principio, il progetto comprende una bacchetta, bloccata nel punto centrale, alla quale appendere da un lato il peso corrispondente al pasto (colazione, pranzo o cena) e dall’altro i pesi corrispondenti ai vari cibi. Nel momento in cui si raggiunge la quantità ottimale, il sistema è in equilibrio, altrimenti viene segnalato da una freccia. Non è verificabile in modo sicuro che sia stata messa sul piatto della bilancia la giusta varietà di nutrienti per il pasto, che viene specificata solamente sulla confezione. Sta a chi gioca decidere se seguire i consigli o no. Perchè il sistema sia smontabile e rimontabile anche in luoghi diversi, c’è la possiblità di cambiare il tipo di gancio. Così, se il bambino vuole interagire con la mamma mentre lei cucina e sentirsi partecipe delle decisioni, può trasferire la struttura dalla sua camera alla cucina, appoggiandola al tavolo o ad una mensola.

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Schizzi sui possibili ganci.

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4.4 Struttura Punto d’aggancio tra la base, il perno e il cerchio. Si alla base fissa tramite una vite, inclusa.

Cerchio, pezzo centrale che rappresenta la base su cui tuttto viene appoggiato e figura di riferimento per i risultati.

Base su cui viene fissatil cerchio centrale con il perno. Può essere collegata ai ganci grazie alle due fessure in alto.

Perno e blocco con struttura a chiodo, si infila a pressione tra cerchio e l’aggancio.

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I pesi sono cerchi di diverso spessore che raffigurano i diversi alimenti. Ognuno di questi ha due fori.

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I diversi spessori dei dischetti sono dati dalle Calorie contenute in una porzione singola del gruppo alimentare. Nel grafico in basso sono poste in relazione su due cartesiani specchiati il numero di Calorie per 100 grammi dell’alimento e la porzione media di tale alimento1 . La barra totale che ne esce rappresenta il valore energetico della porzione. Oltre ai dischetti raffiguranti gli alimenti, ce ne sono tre, piÚ spessi, che simboleggiano ognuno un pasto, e che, posti sul braccio opposto dei primi, bilanciano la giusta quantità di nutrienti per la colazione, il pranzo o la cena.

1

Fourchette verte.

KCAL PORZIONE

Frutta Verdura Pesce Carne Legumi Carboidrati 0200 02

150 051

Kcal/100 grammi

100 0 01

050

505 0

500

100 100

Porzione in grammi

149

150 150

200 200

250 250

300 300

350 350


Gancio da tavolo. Si unisce alla base portante e rimane sospeso ad un tavolo o una mensola.

Supporto non autonomo, adatto a qualsiasi superficie, che può reggere la struttura se stabilizzato da un peso di qualunque tipo.

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5 I vitamini 5.1 Dalle domande del questionario rivolto ai bambini della scuola elementare: Ti piace la frutta?

PIĂ™ O MENO

NO

SI

Tra un frutto e una merendina, che cosa scegli?

DIPENDE

FRUTTA

Che cosa porti per merenda a scuola?

ALTRO

MERENDINA

Scopo

PROMUOVERE IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA NEGLI SPUNTINI

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5.2 Come nascono Le industrie alimentari creano mascotte per rendere i loro prodotti accattivanti. LA FRUTTA È DI VARIE FORME E COLORI, QUINDI PERCHÈ NON RENDERE OGNI FRUTTO MASCOTTE DI SE STESSA? Personificazione Espressività Attraente Accattivante

Ronald McDonald

Carletto Findus

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Coco Pops


5.3 Cosa sono Il nome Vitamini è una contrazione tra le parole vitamina, famiglia di sostanze molto importanti per l’organismo e presenti nella frutta, e burattino. I Vitamini sono accaniti promotori della merenda sana. Si tratta di una famiglia di tre contenitori a sezione rotonda di misure differenti, atti a contenere e presentare frutta o verdura

commestibile cruda. Ogni Vitamino è trasparente e vanta di un’espressione facciale; questa viene traslata al frutto contenuto, che si trasforma quindi in un personaggio a tutto tondo. Bambino e genitore possono allora dialogare attraverso i Vitamini, che diventano i simpatici ambasciatori della buona educazione alimentare, normalmente così noiosa. A tal proposito, cito i burattini e spiego la loro presenza nel nome. Questi hanno una funzione specifica: costi-

Schizzi sulla frutta e verdura commestibile a merenda attraverso i Vitamini.

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tuiscono un territorio neutro di comunicazione tra bambini e adulto1. Si tratta di organizzare una triangolazione di messaggi:

data la sua condizione aliena a entrambi i mondi, può dire qualunque cosa ed essere credibile per convenzione teatrale.

1. L’adulto parla tramite il burattino; utilizza un linguaggio mediato, da non-adulto, ma neppure da bambino.

3. Il bambino dialoga con il burattino; utilizza il proprio linguaggio, ma riesce a esprimere concetti che non direbbe mai direttamente all’adulto1.

2. Il burattino parla direttamente ai bambini; 1

Bambini Perduti, Alberto Salza

Schizzi, la personificazione del frutto attraverso il Vitamino

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Una volta lasciato solo con il Vitamino, il pargolo ha già instaurato un rapporto d’amicizia con lui ed è invogliato a mangiare ciò che il suo nuovo amico gli offre: una mela, una carota, un mandarino. Il frutto, prelevato dal contenitore per essere mangiato, perde la sua connotazione antropomorfica; in questo modo, al bambino non sembrerà di far del male all’amico, che può invece rivivere infinite volte nelle merende successive, grazie al resto della frutta presente in casa. Il valore in più di questo prodotto è che, grazie all’aggiunta di un tappo di silicone, diventa una confezione in cui trasportare il frutto per la merenda a scuola.

Schizzi, proposte per le espressioni facciali

Schizzi, il tappo

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Inoltre, la placca di metallo inserita nel fondo della base permette di bloccare il baricentro al suo interno ed evita il rovesciamento, contenendolo in una serie di oscillazioni.

Schizzi, ’il tappo

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5.4 Codice colore

C 37 Y 91

M 90 Y 32

Attivo, brillante, fresco, giocoso. Come dovrebbe essere un bambino, la figura che il Vitamino più piccolo rappresenta.

Caldo, intenso e femminile, rappresenta la mamma dei Vitamini.

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C 82 M 62 Tra i tre, è il colore più sobrio, adatto all’unico Vitamino che non posside una forma adatta ad oscillare e risulta quindi più statico. Però, è subito smentito dalla sua espressione.


Render dei Vitamini

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5.5 Dettagli usi PRESENTAZIONE Il Vitamino impersona il frutto da presentare al bambino come un burattino rappresenta un personaggio.

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TRASPORTO

LUDICO

Chiuso con il tappo, ogni Vitamino è un ottimo contenitore per trasportare la frutta nello zaino, in modo da averla a scuola per lo spuntino.

Siccome oscilla sempre, il Vitamino sembra instabile e la tentazione a spingerlo è irresistibile. Però, grazie al peso nel fondo, rimarrà sempre in piedi

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5.6 Il packaging

sporto a casa, grazie ad una fustellatura a taglio trateggiato.

Siccome i Vitamini rappresentano una famiglia, il packaging è stato pensato per essere una casa in cui loro alloggiano sia sul ripiano del negozio in cui sono venduti, dotato di maniglia per agevolare il trasporto.

È completamente in carta e permette di sbirciare i Vitamini dall’esterno grazie a tre fori rotondi sulla facciata. L’interno è ammobiliato con mobili di frutta e verdura.

La scatola è pensata per essere la dimora degli oggetti anche quando sono ormai a casa, inutilizzati tra una merenda e l’altra. Per questa ragione, la maniglia e la facciata frontale della confezione sono progettate per essere facilmente eliminate dopo il tra-

Schizzo per il packaging

Grafica interna del packaging

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TRASPORTO

TRASFORMAZIONE

Grazie alla maniglia è possibile maneggiare facilmente il packaging e portarlo con nè in mano come una shopper.

Quando i Vitamini arrivano a casa, è possibile togliere le parti della confezione atti al trasporto.

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RIUSO Una volta tolte le parti non pi첫 utili, diventa il posto sicuro dove custodire i Vitamini, riconoscibile e raggiungibile dai bambini

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Schemi

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Analisi globale della cultura dell’alimentazione

La cucina ebraica vanta, tra le sue pietanze tipiche, piatti tradizionali di moltissimi paesi.

ISLANDA

IRAN

Popolari le formiche, considerate afrodisiache.

Piatto tipico è l’Hakarl, squalo putrefatto, accompagnato da Brennevin, il distillato di patate detto anche “morte nera”

É di mal’augur giare con la m nistra. (anche altri Paesi Is

GROENLANDIA Uno dei piatti preferiti della zona è l’orso polare.

Troppo cibo buono è peggio di troppo poco cibo cattivo. (proverbio ebraico)

MALI Il cibo non è molto e il pasto è pubblico.

SVEZIA Quando ci si serve il cibo soli nei piatti, bisogna finire tutto.

CONDIVISIONE

ISRAELE

COLOMBIA

ANALISI GLOBALE DEL MOMENTO DEL PASTO

MULTICULTURALITÀ

La tortilla serve come cibo, piatto, coperto e tovagliolo.

RISPETTO

MESSICO

ADATTABILITÀ

SCHEMA 1.

VI

TURCHIA Si mangia tutti dallo stesso piatto. Prima gli uomini, poi le donne.

CREDENZE, ABITUDINI E TRADIZIONI VALORI ESEMPLARI ALIMENTI TIPICI

Chi mangia da solo, si strozza in solitudine. (proverbio arabo)

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Tu pe ch ve pe


INDONESIA/MALESIA

VARIETĂ€

rio manmano sie negli slamici)

Il durian è un frutto che puzza tanto da essere proibito nei luoghi pubblici.

INDIA

GIAPPONE

Ogni pasto dovrebbe basarsi sulla successione di 6 gusti: dolce, salato, amaro, astringente, agro e piccante.

Il sushi si mangia in un sol boccone, per non distruggere la sua perfezione.

IETNAM

utta la famiglia cena er terra, in un cerhio. Tavolo e sedie engono messi di lato er dare spazio.

AUSTRALIA Take-away ovunque, spesso il pasto del fast-food si consuma in macchina.

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SCHEMA 2.

glie

Effetti della pubblicità sulle fami-

MODELLI

CONTRASTI

INGANNO

PUBBLICITÀ

PERFEZIONE

OMISSIONE

PREMIO

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CAMBIO

ABITUDINI


PROBLEMI DI SALUTE PROBLEMI ALIMENTARI

MODELLO DI MASSA

PERDITA TRADIZIONI

IGNORANZA ALIMENTARE Non si cucina, si mangia dove capita e cosa capita.

VALORI IMPOSSIBILI

essere MAGRO BELLO PERFETTO ad ogni costo.

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Mappa delle relazioni tra alimenti, sostanze e patologie SCHEMA 3.

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Ai lati, l’elenco di tutti gli alimenti più comuni. Ognuno è collegato alle sostanze nutritive che contiene. Ogni sostanza è a sua volta collegata alla parte o alle parti del corpo su cui interferische. Indicativamente, gli alimenti a destra hanno effetti sempre negativi, quelli di destra, se non assunti in eccesso, positivi. Lo schema è organizzato in modo che si possa partire da qualsiasi punto (che sia alimento, sostanza o organo) per arrivare a qualsiasi altro sia connesso.

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Bibliografia “Hungry Planet: What the World Eats”, P. Menzel, F. D’Alusio, 2007 “What I Eat: Around the World in 80 Diets”, P. Menzel, F. D’ Alusio, 2010 “Grammatica della fantasia”, G. Rodari, Einaudi, 1974 “La giusta combinazione alimentare”, Red Edizioni, Gudrun Dalla Via “La vera dieta anticancro”, Mondadori, David Khayat, 2011 “Niente”, A. Salza, 2007 “Bambini perduti”, A.Salza, 2010 “Design e comunicazione visiva”, Laterza, Bruno Munari, 1968 “Libro verde sulla qualità dei prodotti agricoli: norme di prodotto, requisiti di produzione e sistemi di qualità”, Commissione europea, 2008 “Libro verde - Politica di informazione e promozione dei prodotti agricoli: una strategia a forte valoreaggiunto europeo per promuovere i sapori dell’Europa”, Commissione Europea, 2011 “The China Study”, C.Campbell, 2005 “Accesso al cibo: sfide e prospettive”, Barilla Center for Food and Nutrition “Alimentazione e salute”, Barilla Center for Food and Nutrition “Altroconsumo”, ottobre 2011 “McNudo”, Luther Blissett “Supersize me”, Morgan Spurlock, 2004

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Sitografia www.fao.org www.worldmapper.com www.who.int www.sip.it www.salute.gov.it www.time.com www.menzelphoto.com www.weston.org www.npr.org www.harvardmagazine.com www.whfoods.com www.globalgeografia.it www.everyculture.com www.tfproject.org www.dirjournal.com www.worldwidewords.org www.huffingtonpost.com www.informationisbeautiful.net www.scuolamontessori.it www.internazionale.it www.kidsmodern.com www.kidslovedesign.com www.abitare.it www.puredesignkids.com www.lecivettesulcomo.com www.bobles.dk www.beaba.com www.kidsonroof.com www.yellowbasket.it www.lefatebianche.it www.perludi.com www.paperpod.co.uk

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Grazie a: Marco Bozzola per avermi trasmesso la passione per il design per bambini. Dario Toso per avermi sostenuto senza mai esitare e per i consigli trash. Mio papà, per tutto il legno che mi ha tagliato. Mia mamma, per le dritte giuste su alimentazione e non. Daniel, per le scansioni fatte di spontanea volontà. Federico ed Elisa, per la regia e la voglia di fare. Eugenio, per gli spunti senza fine e i progetti mai finiti. Pietro, per tutte le volte che è stato delegato a trasportare i miei averi. Antea e Sara, per avermi ospitato e nutrito contro l’ideologia di questa tesi. Arthur, per essere andato dall’altra parte del mondo. Inga, Fanny, Ružica, por estar aqui. Alessio, per il supporto tridimensionale. Maestre ed alunni della scuola elementare di Piobesi d’Alba, per la disponibilità e l’attenzione che mi hanno riservato.

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