CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI
LA CRISI IN GRECIA Tre opinioni a confronto
LUG ‘15 N°5 anno XXII euro 2,00
BANCHE
Come cambia il mondo del credito
ALLA SCOPERTA DELLE GROTTE
della costa di Ancona
CITTÀ MISTERIOSE
Manuela Bora
Su Focus una produzione marchigiana
“Internazionalizzazione, la via maestra per la ripresa”
I SONDAGGI DI ML
Franco Settimini
Che musica suona nella terra del Picchio?
Mezzo secolo di barba e capelli
Studiare, perché?
164 Pagine
Rispondono i Magnifici Quattro delle università delle Marche
Economia.Lavoro Cultura.Attualità Stile.Viaggi.Design
CIVITANOVA, il porto e l’anima
Le illustrazioni DI COMICS
Allegato
FINANZA ALTERNATIVA
Copertina di Ramona Sette
a cura di Sida Group srl
NUOVA VITA AI MUSEI DI ANCONA Internet ed eventi dedicati, la ricetta del presidente Morbidoni ∂1∂
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EDITORIALE | di Flavio Guidi
“IMPARARE AD IMPARARE”
La consapevolezza del ruolo della conoscenza porta alla crescita e all’espressione massima del senso dell’esistenza di Flavio Guidi Management Academy Sida Group srl - Area Macroeconomica
L’
apprendimento è un processo mentale che si articola attraverso vari strumenti: l’osservazione, l’ascolto, esperienze positive nonché acquisizione di metodi, la riflessione e la formazione. L’attitudine ad utilizzare questi strumenti è funzione, a livello individuale, dei fattori caratterologici. Il carattere è il risultato di elementi costitutivi (genetici) ed educativi. Nel carattere intervengono spesso pulsioni libidiche (espansive, conservative) e pulsioni mortide (preservative). Quando intervengono nell’individuo pulsioni libidiche avremo soggetti curiosi, amanti della conoscenza e utilizzatori degli strumenti dell’apprendimento. In presenza di pulsioni preservative avremo invece apatia, indifferenza, ignoranza e strumenta-
lizzazione della conoscenza. Attraverso la presa di coscienza delle pulsioni negative e attraverso l’esercizio del libero arbitrio, la consapevolezza può far seguire il ruolo funzionale della conoscenza. Conoscere e apprendere rende sincroni con il processo evolutivo, l’espansione, l’evoluzione è il carattere che contraddistingue sia il mondo fisico che quello metafisico (spirituale). A configurare lo stato materiale della nostra esistenza ci sono due dimensioni: quella individuale e il contesto in cui ogni soggetto si inserisce ed interagisce per poter esprimere il suo essere. A livello individuale l’apprendimento diventa uno strumento di fondamentale efficacia nella crescita di livello.
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EDITORIALE | di Flavio Guidi E’ attraverso l’osservazione, la formazione e la riflessione che si capisce chi siamo e chi sono, quanti ci circondano e con chi condividiamo il nostro viaggio di vita, il perché dei comportamenti, delle decisioni, dei conflitti, della comunicazione, dei rapporti, degli atteggiamenti, cos’è l’empatia, la simpatia, l’amore, perché diamo, perché deprediamo, perché strumentalizziamo, cos’è la libertà, quali sono i confini della democrazia, dell’autoritarismo, quali sono le leggi che regolano ogni tipo di accadimento individuale o di rapporto, ecc. Quanto più apprendiamo, tanto più acquisiamo consapevolezza e ci avviciniamo alla luminosità. Conoscere il mondo o il contesto in cui viviamo attraverso le interrelazioni e le attività, sia ludiche che economiche, ci consente di aumentare l’efficacia e la qualità delle nostre azioni. Le motivazioni di sicurezza, successo, prestigio, potere e auto-realizzazione possono trovare attraverso lo sviluppo delle conoscenze,
delle competenze e delle abilità, la massima espressione consentendo con ciò di vivere più serenamente e più felici. La conoscenza delle interconnessioni funzionali che legano i vari sistemi ci permette di allargare la visione spazio-temporale, facendo accrescere la consapevolezza e avvicinandoci sempre più verso il risveglio. La formazione, che è il trasferimento di esperienze vissute o acquisite portate spesso a generalizzazioni attraverso processi mentali di connessione, ci permette di accelerare la conoscenza. Oggigiorno il contesto è sottoposto a un turbinio di cambiamenti. Le scoperte scientifiche e tecnologiche intervengono a produrre nel contesto continui mutamenti. Questi repentini cambiamenti, onde evitare disorientamento, processi di marginalizzazione e di decadimento, ci impongono sempre più dei veloci cambiamenti di comportamento, al fine di rispondere al principio di adattamento.
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Formarsi oggi diventa non solo un’opportunità intelligente, ma una necessità. Il processo cognitivo formativo acquista un carattere permanente. La formazione dovrà essere una compagna della nostra intera esistenza. Se tutto ciò è vero la formazione deve entrare a far parte in modo costante e prepotente del nostro programma giornaliero di vita. Si rende sempre più necessario predisporre la nostra mente all’apprendimento o formazione continua. L’intera catena formativa dovrà sviluppare e trasformare metodi sull’ “imparare ad imparare”. Ogni individuo deve interiorizzare e adottare metodi e strumenti sempre più veloci ed efficaci di formazione. La formazione diventa maestra della nostra efficacia adattativa. Concentrarsi su questa funzione esistenziale acquista un valore centrale del nostro comportamento.
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Gift IL COFANETTO REGALO MADE IN MARCHE
59 euro
99 euro
139 euro ∂6∂
199 euro
249 euro
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CONTENUTI 3 13
L'EDITORIALE di Flavio Guidi
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ALTO ARTIGIANATO Franco Settimini
PRIMO PIANO Assessore Manula Bora
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NUOVE PROFESSIONI “Virtual prototyping”
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DOSSIER BANCHE Come cambia il mondo del credito
SPECIALE FORMAZIONE Studiare, perché?
“Internazionalizzazione, la via maestra per la ripresa”
17
COVER STORY Nuova vita ai musei di Ancona
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TERZO SETTORE Quando l'innovazione è cross
ATTUALITA': LA CRISI IN GRECIA L'onorevole Lino Duilio
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Internet ed eventi dedicati, la ricetta del presidente Morbidoni per il patrimonio culturale locale
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Un 'Paese pignorato'
FLAVIO GUIDI Un bel gesto di democrazia per l'Europa unita
126
GIUSEPPE BARCHIESI La verità è (quasi) nel mezzo
NEWS
“Puntiamo ai mercati strategici per crescere”
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INTERMODADRIA
IMPRESE E IMPRENDITORI
Fare impresa in sella a una bici
56
Daniele Gatti
58
“Il teatro, patrimonio di tutti”
Il nuovo libro di Maria Lampa
www.amore@mondo.uni
Don Vinicio Albanesi
"Il volontariato rischia la burocratizzazione"
ITINERARI Alla scoperta delle Grotte della costa di Ancona
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60 Sogenus
CONTRIBUTI E INCENTIVI
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Danhera Italy
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CITTA' E BORGHI Civitanova Marche
MOTORI 150 Quando il cuore corre sulle quattro ruote
Il profumo delle Marche
Inaugurata l'Oasi della biodiversità
I SONDAGGI DI ML Che musica suona nella terra del Picchio?
Velia Papa
Il turismo corre sul web
FOCUS Le Marche in musica
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54 MarcheBikeLife
Rispondono i 'Magnifici Quattro' delle università delle Marche
Su Focus una produzione marchigiana
CONSULENZA 52 Angelo Pasquarella
Verso il 'change management'
Formart Marche, 20 diplomati al seminario conclusivo
Educhiamo i giovani ai temi dell'intermodalità
Mezzo secolo di barba e capelli
CULTURA Città misteriose
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INTERNAZIONALIZZAZIONE Annarita Pilotti
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2015 n°5 LUGLIO
CARRIERE E POLTRONE
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VIAGGI Prendi e parti con Maraviglia CALICI E FORCHETTE Diario di un #socialeating COMICS EVENTI DA NON PERDERE OLQ
DESIGN 134
Sfide e opportunità per il design italiano
Marco Fossati
ALLEGATO n°5 FINANZA ALTERNATIVA a cura di Sida Group srl
SPECIALE FORMAZIONE
COVER STORY
FOCUS
Nuova vita ai musei di Ancona
Eventi e protagonisti
MATTIA MORBIDONI
DOSSIER
LE MARCHE IN MUSICA
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Banche&Credito
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in breve G
li occhi del mondo sono puntati sulla Grecia: cosa accadrà alla penisola ellenica dopo l'accordo europeo? Tre opinioni a confronto per capire le dinamiche e i possibili risvolti anche sull'economia italiana. Di economia parleremo anche all'interno del dossier 'Banche e credito', per capire come si è evoluto il mondo del credito dopo gli anni della crisi e quali sono le nuove proposte e soluzioni degli istituti italiani e marchigiani. Prendendo spunto da Einstein che diceva: “È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”, entreremo nel mondo della finanza alternativa con l'allegato a cura di Sida Group. Perché cambiare si può e oggi più che mai si deve. Diversificare, innovarsi e guardare anche lontano, all'estero: solo così si possono infatti affrontare le attuali difficoltà, come conferma il giovanissimo neo assessore all'internazionalizzazione Manuela Bora, nell'intervista di primo piano. Lo sa anche il mondo dell'istruzione che, fresco di riforma appena approvata alla Camera, si prepara a vivere una storica svolta. Con la disoccupazione giovanile ai massimi storici, in molti si chiedono se conviene ancora studiare e soprattutto su che tipo di formazione è bene puntare. Ne parleremo con i quattro rettori delle università marchigiane, alcuni dirigenti di scuole professionalizzanti e due ex alunni d'eccezione: gli chef Mauro Uliassi e Umberto Bentivoglio. Ricca come sempre la parte dedicata alla cultura e al turismo, con un focus su Civitanova e un suggestivo itinerario tra le Grotte della costa di Ancona.
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REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133301 ufficiostampa@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Carlo Badioli Apollonia Benassi Sara Bonacucina Lucia Fava Claudia Giuliodori Laura Osmani Anna Siria
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IL TUO VIAGGIO NEL CUORE
DELL’ ITALIA
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PRIMO PIANO
“Export, la via maestra A per la ripresa” Già consigliere e assessore comunale, poliglotta, dottore commercialista e revisore legale: è Manuela Bora il più giovane assessore regionale della giunta Ceriscioli, con deleghe all'Industria, Internazionalizzazione, Politiche europee e cooperazione allo sviluppo, Pari Opportunità di Asmae Dachan
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ssessore Bora, uno dei suoi primi impegni istituzionali è stato la missione in Vietnam. Quali sono stati gli obiettivi di questo incontro? “Sicuramente un bel ‘battesimo’ per iniziare il mandato che il Presidente Ceriscioli ha voluto affidarmi. E mi onora la fiducia accordata per guidare, da assessora all’Internazionalizzazione, la delegazione istituzionale in Vietnam. Una missione che aveva un obiettivo notevole per un rilancio della nostra presenza sui mercati esteri: far conoscere e trovare strumenti per la realizzazione del progetto ‘Italy-Vietnam blue corridor’ che mira a istituire un corridoio doganale privilegiato, attraverso le strutture
PRIMO PIANO intermodali delle Marche e che semplifichi e velocizzi i traffici merci tra Italia e il Vietnam, paese strategico dell’area Asean. Ritengo sia fondamentale, infatti, anche per le nostre piccole e medie imprese, che le Marche diventino un ponte logistico per gli scambi commerciali con le nazioni del sud est asiatico aderenti all’area Asean, ovvero Thailandia, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia. Si tratta di un’opportunità strategica che consentirà di bypassare le rotte atlantiche, con una riduzione dei giorni di viaggio e dei costi di movimentazione. Il punto di forza di questo progetto, infatti, riguarda la diminuzione significativa dei costi di trasporto: i dati forniti dal ministero vietnamita ci dicono, infatti, come essi incidano sui prodotti esportati fino al 22% del costo totale. E un altro dato confortante, sempre secondo l’analisi del ministero vietnamita, è che l'operatività del progetto presentato dalla delegazione marchigiana, ridurrebbe questa incidenza al 15%. Sono tornata nelle Marche con un buon risultato, che incentiva ancor più a un forte impegno perché il concreto interesse da parte delle autorità vietnamite per il progetto del fast corridor è un segnale molto importante per lo sviluppo del sistema economico regionale. Ora il passo successivo sarà arrivare alla sottoscrizione di un accordo bilaterale tra la Regione e i principali porti vietnamiti, per agevolare il transito delle merci sul territorio marchigiano. E contiamo di raggiungere molto presto questa tappa fondamentale del processo di realizzazione del progetto”. Tra le sue deleghe c'è, quindi, l'internazionalizzazione: su quali mercati ancora non esplorati le Marche hanno bisogno di proporsi per diventare ancora più competitive? “I dati del 2014 dicono che nelle Marche le esportazioni sono superiori alle importazioni per circa cinque miliardi e mezzo di Euro. E questo è un ottimo risultato. Tuttavia, su base 100 per l'export dell'Italia, le Marche arrivano in settima posizione con una quota di 3,2%. Credo che possiamo e dobbiamo fare molto meglio. Per esempio paghiamo lo scotto della comunicazione ancora troppo poco efficace e così molti dei nostri prodotti rimangono ancora sconosciuti all'este-
ro. Sono convinta anche della validità di alcuni nostri prodotti di nicchia che possono avere canali aperti su mercati maturi come il Giappone, gli Stati Uniti e alcune fasce di mercato inesplorate in un'Europa nella quale continuiamo comunque a spedire più del 70% del nostro export. Al di là di tutto, una cosa è sicura: dopo gli sviluppi della crisi greca che colpisce un comparto importante della nostra regione come l'agroalimentare, dopo i grandi cambiamenti nelle relazioni internazionali tra Cuba, Iran e gli Stati Uniti, senza dimenticare il drammatico sbilanciamento di interi comparti regionali su singoli mercati, è il mondo che deve diventare sempre di più il nostro mercato di riferimento. Il mondo, quindi tutti i mercati - emergenti e maturi - partendo dall’area della vicina Macroregione Adriatico-Ionica. Penso per questo che sia necessario un patto tra sistema politico e imprenditoriale, senza lasciare indietro l’imprenditoria femminile. Un universo per il quale prevedo di costruire un apposito tavolo proprio per un confronto e una riflessione sull’internazionalizzazione”. Su quali punti si svilupperà l'attività del suo assessorato? “Le priorità del mio assessorato saranno le stesse del programma di governo regionale. Tra le principali, il lavoro, un nuovo modello di sviluppo economico e la semplificazione burocratica, naturalmente declinate sulla base delle mie deleghe specifiche, ma con uno strumento trasversale in più: le pari opportunità, un plus valore e una cultura ‘altra’ che possa permeare le scelte importanti di questo nuovo corso della Regione. Del resto con la scelta di tre donne in Giunta ha già dimostrato di crederci molto. Certo il problema della disoccupazione è quello che ci preoccupa e ci occuperà maggiormente e siamo consapevoli che si può affrontare e risolvere solo creando nuova occupazione e tutelando l’esistente. In questo, un ruolo fondamentale lo giocano le imprese. Ovviamente, al centro del mio impegno ci sarà anche l’adeguato utilizzo dei fondi europei, indispensabili per un vero rilancio delle Marche, privilegiando un impiego non ‘a pioggia’ indifferenziata, ma selezionando le eccellenze progettuali e l’accessibilità anche al mondo imprenditoriale per
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tutelare quel patrimonio produttivo e di capitale umano che ci può rendere ancora competitivi sui mercati. Tra i punti di discontinuità ci sarà sicuramente la maggiore attenzione al territorio, la partecipazione e la concertazione delle scelte: al centro della nostra legislatura ci saranno i cittadini, le persone e non la burocrazia o la classe dirigente. Condivideremo le decisioni con i sindaci e con gli amministratori pubblici consapevoli che ognuno può portare un contributo utile. Insomma, le parole d’ordine saranno partecipazione, ma anche trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche”. Le Pmi sono quelle che hanno sofferto di più a causa della crisi: qual è la sua ricetta per aiutare il tessuto industriale regionale a risollevarsi? “Non c’è una ricetta unica, purtroppo, ma un unico obiettivo a cui puntare, sì. Nel suo discorso di insediamento, il presidente Ceriscioli ha ribadito con forza l'importanza di far ripartire le imprese. Credo che dobbiamo attaccarci a questa volontà precisa. Intanto stiamo verificando dettagliatamente la situazione dei singoli comparti vecchi e nuovi, per capire bene il nostro potenziale. Allo stesso tempo stiamo monitorando attentamente la situazione dei mercati internazionali per l'analisi delle molteplici opportunità da cogliere. In definitiva, in assenza di un mercato interno favorevole, la prima strategia - l'internazionalizzazione - è la via maestra da seguire per una piena ripresa. Dobbiamo portare le imprese verso nuove mentalità, perché non tutte si sentono in grado di esportare. Per questo motivo il secondo punto di attenzione deve essere l'apertura alle innovazioni e alla rivoluzione digitale. Questa scelta potrebbe già da sola aprire nuove strade. Altro nodo fondamentale per aprirsi al nuovo è compiere rapidamente una scelta manageriale, per adattarsi al passo di un mondo che cambia velocemente e per esplorare nuovi metodi di lavoro e studiare - insieme al sistema imprenditoriale - nuove vie verso lo sviluppo delle Pmi marchigiane. Infine accompagnare, laddove necessario, il passaggio generazionale che le scelte politiche cercheranno di agevolare. Perché tutto ciò avvenga, è fondamentale il ‘gioco di squadra’; per segnare risultati la risposta deve venire da uno sforzo con-
PRIMO PIANO giunto tra imprese e settore pubblico. Se da una parte le aziende devono chiedere il sostegno per conquistare alcuni mercati, l'obiettivo di aumentare drasticamente il numero delle imprese esportatrici non potrà essere raggiunto se non ci sarà un processo di internazionalizzazione proattiva da parte di un settore pubblico che deve continuamente fare proposte e segnalare puntualmente le opportunità”. L'Europa guarda con ansia alla crisi greca: che ricadute può avere sull'economia regionale? “La crisi greca ha già avuto una ricaduta pesante sul settore dell'agroalimentare marchigiano e per le esportazioni di alcuni beni in vari comparti, visto che la vicinanza con questo paese partner dell'Unione europea rende i prodotti marchigiani molto competitivi. Il peggio, da scongiurare, potrebbe avvenire solo con l'uscita della Grecia dall'euro, almeno in un primo momento. Continuiamo a sperare che le cose migliorino e che questo sia un campanello d'allarme per tutti noi, per prendere coscienza che le crisi di debito degli altri ci potrebbero appartenere, per ricordarci di adottare politiche di bilancio oculate”. Un altro fronte caldo per l'export è la questione russa: come valuta le politiche messe in atto ad oggi? Quali possibili alternative potrebbero esserci per gli operatori regionali? “Purtroppo alcuni comparti marchigiani, principalmente calzaturiero e mobili, sono drammaticamente esposti con il loro export su singoli mercati, con tutte le conseguenze che ciò comporta in caso di crisi. L'attuale situazione poco positiva con la Russia deriva da una scelta compiuta con gli altri partner europei e per la quale non sappiamo ancora né la durata, né l'impatto definitivo. La flessibilità, riconosciuta alle nostre aziende, è una reazione giusta, ed è servita a tamponare immediatamente questo stato di cose, tornando su mercati di una volta con ingenti sacrifici e pesanti cambi di materiale e di stile. Per alcuni operatori, però, la quota di esposizione è talmente di notevoli dimensioni che questo cambio in corsa rischia di non essere sufficiente. Bisogna quindi aprirsi anche a nuovi mercati e riconsiderare anche quelli maturi. Per questo saremo
al fianco delle imprese e delle associazioni di categoria per capire insieme quali migliori soluzioni adottare, studiando assieme i vari vincoli politici e non lasciandoci guidare dalla contingenza”. Come far valere maggiormente il contributo delle singole regioni e dei territori in sede europea? “In questo momento, l'Europa sta conoscendo un fermento storico politico non indifferente. Anzi, possiamo dire epocale: quasi viviamo in diretta gli eventi cruciali che decideranno come sarà l'Europa di domani. Esistono problematiche molto importanti da gestire come quelle che derivano dai debiti sovrani e che costituiscono un nodo critico. Su questi, al momento le regioni e i territori possono farsi valere ben poco. La Bce guidata da Mario Draghi sta svolgendo un ruolo importante immettendo 60 miliardi di euro al mese nel sistema. Tuttavia, l'attaccamento all'euro è un segnale politico, oltre che economico molto forte che è venuto dal basso, anche da una Grecia prostrata e in estrema difficoltà. Il contributo all'Europa che in questa fase possono dare le singole regioni e i territori – e penso anche alle Marche - è quello di fare ognuno la sua parte per far tornare la crescita nei propri territori a beneficio di un Paese e di un continente. Questo ricordando i valori della solidarietà, del nostro comune destino e delle radici culturali, sviluppando una comune coscienza europea, con la diffusione di quei principi ad ogni livello. Sarà tuttavia fondamentale valorizzare il ruolo della Regione Marche, partecipando alle consultazioni periodiche lanciate dalle istituzioni europee e fornire, nel rispetto del processo decisionale europeo, contributi di competenze a dossier ritenuti di interesse strategico per le Marche”. Pari opportunità: un concetto superato o un obiettivo ancora lontano in regione? “È un po’ come guardare con un binocolo al contrario. Si tratta di cambiare prospettiva e metodo di lavoro e cioè non considerare queste politiche residuali o a corollario di qualcos’altro, ma centrali. Dunque c’è ancora molto da fare, nonostante nella sua “Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015” l’Unione Europea promuova l’uguaglianza
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tra uomini e donne per contribuire in questo modo anche a raggiungere gli obiettivi sociali e di crescita economica a livello europeo. Ho fortemente voluto la delega alle Pari opportunità, perché rappresentano anzitutto una battaglia di civiltà e in politica anche di qualità della democrazia. La percentuale di donne nel Consiglio Regionale delle Marche è del 20%, 6 su 30. Ho particolarmente apprezzato la scelta del presidente della Regione di comporre una giunta paritetica, perché le donne meritano di essere rappresentate e perché l’affermazione del loro futuro può significare un futuro migliore per tutte le Marche. Non lasciare indietro le donne significa aggiungere potenza al proprio motore. Significa beneficiare così di una spinta aggiuntiva per conseguire i massimi risultati in tutti i campi. Non solo per la loro forza di volontà, ma soprattutto per le loro competenze, le donne non devono e non possono essere escluse. Speriamo che questo Consiglio si impegnerà a lavorare anche sulla modifica della preferenza di genere, della quale sono un’accanita sostenitrice. In circostanze normali non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, ma i dati delle recenti elezioni regionali – e purtroppo non mi riferisco solo alle Marche – confermano che anche in politica le donne sono discriminate. Quando la percentuale di rappresentanza di genere è inferiore al 30% si parla di discriminazione. E non c’è altra definizione per descrivere tale situazione”. Ci consenta, in conclusione, una domanda personale: a 29 anni non è da tutti diventare assessore regionale. Quali saranno i suoi punti cardinali? “Due saranno le direttrici da seguire, perché non siano più rette parallele, ma strade che si incrociano fruttuosamente: donne e lavoro. La volontà del presidente Ceriscioli di mettere in giunta la consigliera più giovane è stato un segnale forte che riconosce alla mia generazione il diritto di avere voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il nostro futuro. Con questo spirito ho apprezzato la nomina, di cui sento tutta la responsabilità. Lavorerò quindi a testa bassa, cercando di portare nel lavoro i miei valori di onestà e abitudine all’impegno e avendo come faro le persone vere che hanno voluto che le rappresentassi”.
Un ristorante che ha un nome di donna e la bellezza di un sogno che diventa realtà. Perché mangiare è un’arte, un atto d’amore verso se stessi e al Ginevra Restaurant tutto è preparato con sapienza e cuore, in un connubio originale di tradizione e innovazione.
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COVER STORY
COVER STORY
Nuova vita ai musei di Ancona Mattia Morbidoni, 27 anni, un master in Management dei Beni Culturali, è il nuovo presidente del Sistema Museale della provincia di Ancona Tra Internet ed eventi dedicati, ecco la sua ricetta per valorizzare il patrimonio culturale locale di Asmae Dachan
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ottor Morbidoni, lei è un nativo digitale alla guida del Sistema Museale della provincia di Ancona. Come ha accolto questa nomina? “In modo molto positivo: ho voluto cogliere la sfida, far vedere cioè che i musei possono essere, luoghi vivi che raccontano chi siamo e da dove veniamo. È vero che questi luoghi sono l'emblema della nostra storia, ma ritengo che la custodia e la conservazione del nostro passato non debba essere trattata con distacco, tutt'altro. Le sale all'interno delle quali sono conservate opere d'arte esercitano un'attrazione non dinamica, ma è stato dimostrato che quadri e sculture si possono raccontare efficacemente anche
COVER STORY con strumenti digitali e innovativi. Questi, infatti, aiutano a raccontare meglio l'anima di un museo, cosa c'è dietro le opere e gli artisti. La mia sfida è dimostrare che possiamo rendere vivi i musei e restituire ai tesori in essi custoditi il loro ruolo educativo e la loro funzione di trasmettitori di saperi e concetti. Ricordiamo, infatti, che in passato la maggior parte delle persone era analfabeta e l'arte era uno strumento di comunicazione fondamentale. Oggi vorremmo ridare ai musei questa funzione, facendone una fucina del pensiero e investendoli anche del ruolo di ambasciatori del territorio”. Anche i musei possono fare da volano per il turismo nelle Marche? “Un recente studio ha dimostrato che la cultura rappresenta circa il 90% di quello che i turisti cercano nelle loro esperienze di viaggio. Visitare un museo, una biblioteca, assistere a un concerto, partecipare a iniziative culturali sono attività che le persone amano fare quando visitano luoghi nuovi. C'è la voglia di lasciarsi catturare dalla contemplazione della bellezza, di farsi stupire da un'opera d'arte, ma anche di socializzare. Quindi, quando si sceglie una destinazione turistica, l'offerta culturale conta sempre di più. Se guardiamo a turisti tedeschi, ad esempio, vediamo che l'85% di essi, dopo aver scelto un posto per il mare, va in cerca di attrazioni culturali come chiese storiche, pinacoteche e musei. Come Sistema Museale vogliamo valorizzare il turismo culturale; abbiamo margini potenziali di crescita ancora molto ampi. Nelle Marche, specie nella provincia di Ancona, abbiamo sofferto a lungo a causa di una sorta di autocensura. Non ci ritenevamo attrattivi come altre zone d'Italia. Negli ultimi anni è cambiata la mentalità, abbiamo riscoperto le bellezze del nostro territorio e abbiamo anche imparato a raccontarle e farle conoscere. La Regione Marche in questo senso ha avuto un ruolo fondamentale. È accaduto quello che Einstein diceva, ovvero uno scatto di orgoglio di fronte alla crisi, che ci ha fatto riscoprire chi siamo e quanto vale il nostro patrimonio. Ora siamo molto più conosciuti, sia a livello nazionale, sia internazionale e per far sì che il flusso dei turisti continui ad aumentare dobbiamo fare rete e saperci raccontare”. Su che tipo di comunicazione puntate
come Sistema Museale? “Dire chi siamo e cosa facciamo è fondamentale. Il nostro slogan è 'un sistema unico', perché vogliamo trasmettere un'idea efficace di unità e identità. Il Sistema Museale vuole rappresentare tutto il patrimonio culturale della provincia di Ancona, ma vuole anche far conoscere l'insieme delle bellezze naturali e architettoniche locali. Quella che oggi viene definita 'biodiversità artistica dei territori', vede le Marche tra le regioni più ricche, che vantano tante stratigrafie storiche, dall'età del bronzo al neolitico, dai piceni, ai greci, ai romani; poi dal Medioevo al Rinascimento, fino alla modernità. Ci sono, inoltre, realtà uniche al mondo come la Santa Casa di Loreto, che ha importanza a livello mondiale per la sua bellezza e il suo valore. Cosa dire, poi di Ancona, che purtroppo fatica ancora a emergere, ma che vanta bellezze rare come Portonovo e la zona medievale del porto. La città ha poi la particolarità naturale della forma a gomito che regala il fenomeno straordinario e unico del sole che sorge e tramonta in mare. Raccontano che nel 1961 la regina Elisabetta II di Inghilterra si fece portare in incognito ad Ancona, nella piazzetta di fronte al Duomo di San Ciriaco, proprio per assistere a questo raro spettacolo. Pensiamo a quanti turisti verrebbero ad Ancona anche solo per vedere questa sua peculiarità. L'importante è saperne parlare e creare un'offerta che consenta a chi arriva di poter scoprire tutti i tesori che la città custodisce”. Ha dichiarato di voler visitare tutti i musei della provincia. Lo ha già fatto? Che quadro ha trovato? “Ne ho visitati buona parte ormai e posso dire che sono veramente di grande varietà e interesse. Ce ne sono più di 35 che fanno parte della nostra rete, oltre ai musei diocesani e a quelli dei comuni non ancora soci. L'aspetto più interessante è la diversità dell'offerta: si va dal museo dell'Etichetta al museo delle Scienze naturali, dalla pinacoteca con opere d'arte antica, fino a quello d'arte contemporanea. Non si può fare un paragone tra tutti, perché rappresentano epoche e stili diversi, con gli inevitabili mutamenti dovuti al tempo. Questa varietà tra musei ci aiuta a sfruttare meglio i luoghi, creando scambi tra le varie realtà. In occasione della festa dell'uva, ad esempio, si potrebbero creare
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sinergie tra il museo dell'etichetta e una pinacoteca, mettendo queste due realtà in dialogo e organizzando contest di giovani artisti. Il dialogo tra musei potrebbe essere potenzialmente infinito. Per quanto riguarda la logistica e la funzionalità, devo dire che purtroppo non sempre ho trovato situazioni ottimali. Spesso, infatti, a causa delle ristrettezze di bilancio i comuni si trovano a dover optare per tagli infelici, penalizzando spesso la cultura. Come Sistema Museale, nei limiti delle nostre possibilità, aiutiamo gli enti locali a valorizzare il loro patrimonio, dando sostegno per fare quei piccoli lavori che sono indispensabili per il buon funzionamento delle strutture”. Il Museo Omero è senza dubbio una delle eccellenze locali. In che rapporti siete? “Ci collaboriamo in modo fruttuoso. Loro dipendono direttamente dal Mibac, non lo gestiamo noi, ma abbiamo quasi un'osmosi e ci sosteniamo a vicenda. Lo scorso 17 luglio abbiamo organizzato al suo interno, nella prestigiosa location della Mole Vanvitelliana, un evento con ballerini di tango provenienti da tutta Italia, in collaborazione con l'associazione Mill Pasos. La parola tango, non dimentichiamo, deriva dal latino 'tangere' e il Museo Tattile Omero non poteva che essere la location ideale. È stato un successo”. Quali musei, in Italia e all'estero, ispirano in qualche modo il vostro lavoro? “Ho visitato molti musei in Italia e nel mondo e ho tratto ispirazione dai migliori, cercando di declinare le loro idee e proposte alla nostra realtà territoriale. Abbiamo adattato alla provincia anconetana iniziative come 'Notte al museo' o 'Apriti Sesamo', prendendo spunto da esperienze che a livello internazionale sono molto conosciute. All'estero il museo non è concepito solo come luogo dove ammirare capolavori straordinari, ma è anche un luogo di ritrovo, come da noi il cinema, ad esempio. Ho notato che, intorno alle opere, da noi mancava una cornice che potesse creare aggregazione e potesse fare da ulteriore richiamo per i visitatori. L'offerta museale andava implementata attraverso studi dedicati, che potessero individuare la soluzione ideale per quel determinato contesto. Il nostro impegno come Sistema Museale si sta muovendo
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Offagna Museo Paolucci ricostruzione dello studio del Prof Paolucci foto di Valeria Scrilatti
proprio in questa direzione”. Come vi relazionate con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il Mibac? “Abbiamo ottimi rapporti, anche se siamo economicamente indipendenti da loro. La Soprintendenza riceve 109mila euro dal Ministero, tutti già impegnati. Abbiamo rapporti diretti con il sottosegretario Borletti Buitoni, con il funzionario Amedeo Benini Confalonieri, che ricevono periodicamente i nostri report: vengono aggiornati sulle nostre iniziative, e dimostrano di apprezzare. Anche con gli enti
locali in questi sei mesi abbiamo avviato molti contatti; i sindaci e gli amministratori che abbiamo contattato sono stati molto soddisfatti delle nostre iniziative e del successo che hanno avuto. La soddisfazione coinvolge anche gli stakeholders, che hanno riconosciuto la qualità del lavoro svolto. Posso dire che, ad esempio, il Consorzio Città Romana Castel Leone di Suasa, nonostante sia stato chiuso per tre anni, ha deciso di rimanere all'interno del Sistema Museale perché ha apprezzato il valore del nostro operato e ora che riapre vuole potersi raccontare meglio,
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a un pubblico maggiore. Noi siamo una rete e dobbiamo ragionare in prospettiva, perché il bene della comunità è il bene di tutti. Far venire gente sul territorio dà benefici a più realtà. Se riusciamo a caratterizzarci come catalizzatori degli interessi dei turisti saremo molto avvantaggiati e riusciremo a dirottare i flussi sulle diverse realtà locali. Chiaramente si tratta di un programma a lungo termine. Bisogna lavorare per gradi, ponendoci obiettivi diversi e affrontando tappe intermedie”. Avete pensato a iniziative mirate per le
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scuole? “Certamente, sono la categoria più interessata e più interessante per il mondo museale. Vorremmo proporre 'Notte al museo' alle scuole e moltiplicare le iniziative all'interno dei vari siti, per portare direttamente i giovani a contatto con opere e tesori di grande valore storico, scientifico e artistico”. Come possono le nuove tecnologie rendere più fruibile il patrimonio museale? “Anzitutto i musei vanno ben indicizzati e vanno creati siti dedicati, dove gli utenti possano conoscerli e scoprirne il valore. In secondo luogo credo che all'interno del museo sia fondamentale avere una buona copertura di rete, per collegare ulteriori contenuti alle varie opere. Internet apre a molte opportunità; mettere il Qr code, ad esempio per raccontare il quadro, o ricorrere alla realtà aumentata, rendono la visita interessante e maggiormente interattiva. Il vero punto di forza delle esposizioni all'estero è proprio che l'utente interagisce con l'opera e il museo
diventa un luogo vivo, di dialogo”. I dati dimostrano che, rispetto ad altre categorie culturali in difficoltà, come ad esempio l'editoria, l'afflusso ai musei è in aumento. A cosa si deve? “La crisi della stampa, secondo me, deriva dal moltiplicarsi di nuove tecnologie, che permettono a tutti di leggere i libri e i giornali sui propri dispositivi, pc, tablet e smartphone. Aumentano, infatti, gli abbonamenti online, che hanno un costo minore rispetto alla versione cartacea. Non è che la gente abbia smesso di informarsi, ma sono nati nuovi modi di farlo. Per quanto riguarda i musei, invece, molti sono visitabili online, però non è la stessa cosa rispetto a trovarsi di fronte all'opera originale. Un conto è vedere la Gioconda su Google, un conto è averla davanti a te, dal vivo. Ti crea sensazioni molto più accentuate, emozioni uniche. L'esperienza personale diretta è fondamentale; in questo caso il ruolo della rete è attrarre, creare nuove occasioni, invogliare, far conoscere realtà spesso sconosciute”.
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Su quali iniziative state maggiormente puntando? “Stiamo organizzando eventi che aiutano i musei a farsi conoscere e li rendono attrattivi tutto l'anno. I risultati ci stanno premiando: il museo Paolucci di Offagna, per esempio, ha aumentato le visite ordinarie in modo significativo. Dal 1 dicembre 2007 al 31 gennaio 2015 il museo ha incassato 2.290 euro. Dopo l'iniziativa 'Notte al Museo', dal 1 febbraio 2015 al 9 luglio 2015 l'incasso è stato di 1.789,50 euro. Sono aumentate le presenze di gruppi e le scolaresche e puntiamo a continuare a crescere. Con iniziative come 'Apriti Sesamo' in cui facciamo anche musica live e reading poetici, attiriamo un pubblico sensibile e interessato alla cultura, che magari non ha mai visitato quel determinato tipo di museo. Anche le aperture serali hanno un loro richiamo significativo. Abbiamo iniziato da sei mesi, la strada è tutta da attraversare, ma crediamo molto nel potenziale dei musei provinciali e questo lavoro ci piace”.
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TERZO SETTORE
TERZO SETTORE, quando l’innovazione è ‘Cross’
Alla Loggia dei Mercanti di Ancona il grande evento ‘Cross Innovation’ negli ecosistemi di Terzo Settore, promosso da GGF Group, Sida e The Hive assieme a Confcommercio Marche. Un’occasione per parlare delle opportunità di sviluppo del comparto del non-profit grazie all’incrocio con il mondo del profit di Silvia Baldini Ph: Apollonia Benassi
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Group. Moderatrice è stata la Dottoressa Vilma Mazzocco, dell’Area Welfare di Sida Group.
na serata di dibattito intenso, dove si sono confrontati diversi esperti del settore, alla presenza di due sottosegretari di Stato, l’On. Luigi Bobba, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e l’On. Vito De Filippo, del ministero della Salute. È l’evento ‘Cross Innovation negli Ecosistemi di Terzo Settore’, organizzato da GGF Group, Sida e The Hive, per fare luce sulle occasioni di sviluppo possibili grazie all’incontro tra due mondi finora rimasti distanti: quello profit e quello non profit. Ha introdotto il dibattito il Dottor Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida. Giulio Guidi, Direttore Generale di Sida Group, ha evidenziato che “con 5 milioni di volontari, 12 mila cooperative sociali, circa 1 milione di occupati e oltre 300 mila istituzioni attive, il mondo del non profit rappresenta oltre il 4% del Pil”. Sono intervenuti al dibattito anche Giorgio Guidi, Presidente di The Hive, e Fabio Di Giulio, General Manager GGF
I RELATORI DELL’EVENTO Alla serata hanno preso parte molti esperti di Terzo Settore: Simone Bucchi, Presidente CSV Marche, Marco Carlizzi, Consigliere d’amministrazione di Banca Etica, e Germana Di Falco Expert DG Social e DG Regio Commissione Europea. C’erano anche Franco De Felice, professore dell’Università di Urbino, Vincenzo Marini Marini, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio Ascoli Piceno, e Marco Morganti amministratore delegato di Banca Prossima. Intervenuto alla discussione anche Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali. LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE Di recente approvazione alla Camera, la riforma è uno dei temi caldi dell’attualità:
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TERZO SETTORE Il Dottor Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida
Fabio Di Giulio
Giorgio Guidi
tra gli elementi in discussione, grande interesse riveste quello della previsione di un Codice unico del Terzo Settore, che preveda procedure nuove, soprattutto sulla tenuta dei registri, l’iscrizione e la concessione della personalità giuridica a chi opera in questo ambito. L’attenzione è rivolta anche al rapporto tra profit e non profit, per una maggiore integrazione dei due ambiti, per promuovere e sostenere progetti di innovazione sociale, sanitaria, culturale e ambientale. Si punta, infatti, a rendere più definite le norme di rapporto tra le due aree, per rendere tutto più
trasparente e chiaro e per dare una più efficacia alle azioni degli organismi che operano nel Terzo settore. LE OPPORTUNITA’ DI INCROCIO TRA PROFIT E NON-PROFIT Durante il dibattito, Vilma Mazzocco, esperta Sida dell’area Welfare, ha confermato che “uno dei vantaggi dell’incontro tra imprese profit e non profit sarà avere fresco capitale di rischio immesso nel mercato sociale. Questo darà impulso all’evoluzione del Welfare in Italia - ha detto - e una spinta innovativa ai sistemi
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culturali. È determinante perché le risorse statali sono sempre meno, e riuscire a perseguire uno sviluppo tra profit e non profit - ha proseguito Mazzocco - darà una svolta positiva a più ambiti”. Importante, secondo la Mazzocco, anche il fatto che dalla riforma esca una precisa modalità di descrizione del Terzo Settore: “Gli enti non-profit, per come descritti dal nuovo testo - ha continuato - sono organizzazioni che generano valore economico ma non lo distribuiscono ai propri soci: lo producono come capitale sociale a disposizione delle comunità, e gestiscono
TERZO SETTORE servizi di interesse collettivo”. Un altro importante passaggio di cui si è discusso è la trasparenza: la riforma fa una valutazione specifica su tutte le forme di rendicontazione sociale e di valutazione dell’impatto sociale delle imprese non-profit, “ma introduce anche concetti più evoluti – ha aggiunto Mazzocco come quello della semplificazione, perché non c’è trasparenza se non c’è semplificazione”. Quindi avere un Registro unico di Terzo Settore, contro i trenta di oggi, sicuramente agevolerà gli stessi enti non profit, “ma anche il pubblico, nelle forme di controllo – ha specificato - e consentirà una maggiore trasparenza su governance, bilanci e conflitti di interesse". L’onorevole Luigi Bobba ha voluto evidenziare le principali novità del nuovo testo di legge: “In evidenza c’è il riordino di una normativa che andava riorientata al principio costituzionale. La Carta dice, infatti, che tutte le istituzioni della Repubblica hanno il dovere di favorire l’autonomia iniziativa dei cittadini quando svolgono attività di interesse generale – ha dichiarato - ovvero quando curano il bene comune, quando fanno attività volontaria e creano libere associazioni, alimentando un circuito di opere sociali che fanno il bene di tutti”. L’onorevole Vito De Filippo, sottosegretario al ministero della Salute, ha focalizzato invece l’attenzione sulle conseguenze della riforma sul rapporto tra Terzo Settore e sanità: “Il sistema sanitario nazionale è un sistema universale – ha detto - e la crescita dei bisogni sanitari, che sono determinati da tumultuosi cambiamenti demografici, richiederà sistemi sofisticati di gestione. Pubblico, privato e Terzo Settore saranno chiamati a incrociarsi sempre di più”. I tre comparti dovranno essere all’altezza di rispondere a un bisogno sanitario nuovo, che presenterà aspetti diversi dagli attuali. Un ambito particolare del non profit è anche quello delle imprese culturali. “Ci sono opportunità reciproche tra aziende profit e non profit, abituate a presenziare in un mercato ricco di attrattività turistiche e artistiche”, ha spiegato Fabio Di Giulio, General Manager GGF Group. “Per quelle profit l’opportunità è di rappresentare le peculiarità del territorio italiano e l’immagine del made in Italy all’interno del contesto internazionale. I numeri delle imprese culturali in Italia – ha continuato - sono anche molto interessan-
ti: non sono limitate, anzi rappresentano, in termini di valore imprese, il 50% di quelle presenti nel Terzo Settore. In termini di addetti siamo oltre il 60%, inoltre”. Numeri importanti, che sottolineano la dedizione diffusa, nella popolazione, per la cura volontaria e la tutela del patrimonio artistico del Paese. “Le esigenze di queste realtà, oggi – ha proseguito Di Giulio – sono di potersi riposizionare nel mercato, per avere maggiore visibilità, e potenziare la propria immagine” Germana De Falco, Expert DG Social e DG Regio Commissione europea, ha spiegato poi la necessità di managerializzare il Terzo Settore e di far incontrare il non-profit con il profit anche sfruttando le nuove opportunità date dall’Europa. “Il Terzo Settore si è mostrato resiliente in questi anni, ovvero in grado di resistere ai contraccolpi della crisi, rispetto ad altri settori – ha detto – ma bisogna graduare in modo nuovo alle sfide per lo stesso non-profit”. Il rapporto è di 5 a 1 tra volontari e occupati, infatti, e ora c’è bisogno di una professionalizzazione del Terzo Settore, che non si improvvisa. “L’Unione europea sta investendo molto su due temi – ha spiegato - ovvero su come promuovere l’innovazione sociale e su come dare ossigeno finanziario non episodico al Terzo Settore, evitando la dipendenza da donazioni aleatorie. In questo senso ci sono da guardare i Grants, le misure a fondo perduto – ha continuato - e il fronte dei programmi a gestione diretta, tra cui quello sull’innovazione sociale, EaSI”. Anche Horizon2020 dedica alle collaborazioni pubblico-privato il 15% del suo bilancio totale. Marco Carlizzi di Banca Etica ha poi affrontato il tema della finanza che sta vicina al Terzo Settore: “Per sostenere le banche che lavorano con il non-profit, servono più aiuti”, ha detto. “Le imprese sociali hanno sofferenze superiori alle normali e bisognerebbe puntare su un’economia sostenibile anche nel profit”. Simone Bucchi, presidente del Csv Marche, ha affermato che i migliori strumenti a disposizione per far funzionare le associazioni del volontariato sono la rete e la programmazione. “La Cross Innovation va pensata e realizzata secondo questa modalità – ha detto - individuando elementi da mettere in condivisione e integrando realtà diverse, usando prassi efficaci già per il mondo profit”. Il presidente della
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Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Vincenzo Marini Marini, ha spiegato che spesso le fondazioni non sono considerate parte del Terzo Settore e nemmeno le cooperative sociali, problema da tenere sotto osservazione. Franco De Felice, professore dell’Università di Urbino, ha poi illustrato la storia dello sviluppo del Terzo Settore, mentre Giorgio Guidi ha portato esempi pratici di come l’incubatore d’impresa The Hive abbia sostenuto startup del settore non profit, dando loro una sostenibilità economica per i prossimi anni. Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche, ha infine sottolineato che “senza un Terzo Settore sano in tempo di crisi oggi non avremmo una società sana”. I NUMERI DEL TERZO SETTORE NELLE MARCHE Le Marche sono terra di enti molto impegnati nel settore cultura, sport e ricreazione: ce ne sono 7.667 su 10.676 organizzazioni non-profit totali, registrate dall’ultimo censimento Istat del 2011. Di questi 7.676, 3.924 sono attivi proprio nel campo delle attività sportive. Numeri importanti, che parlano di un’attenzione particolare, in regione, a un aspetto rilevante dell’esistenza di tutti i giorni, quello delle attività ricreative, di socializzazione e del benessere della persona. Le istituzioni attive nei settori dell’assistenza sociale e della Sanità, anche se sono numericamente inferiori, presentano dati significativi rispetto al fatturato e all’occupazione; nei fatti, nelle Marche costituiscono la dorsale strategica dei sistemi territoriali di welfare. L’OCCUPAZIONE E IL VOLONTARIATO Sempre secondo il censimento dell’Istat, sono 12.092, tra dipendenti e volontari, le persone che operano in regione con le imprese non profit, e 3.558 si trovano nella provincia di Ancona, quella che ne ha di più. Seguono quelle di Pesaro-Urbino, con 2.776, Macerata, con 2.671, e Ascoli Piceno con 1.663. Fermo, infine, ne ha 1.424.
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Il tavolo dei relatori
Vilma Mazzocco
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ATTUALITÀ
GRECIA, un 'Paese pignorato' L'onorevole Lino Duilio: “Con la 'Grexit' saremmo entrati in una terra incognita, non immune da rischio anche sul piano geo-politico” di Asmae Dachan
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ott. Duilio, da esperto di economia, la crisi greca in questi mesi è balzata drammaticamente agli onori delle cronache e, nonostante l’accordo faticosamente raggiunto a Bruxelles ai primi di luglio, non è facile prevedere come finirà. Come si possono sintetizzare, in parole semplici, le origini e le ragioni? “Le origini risalgono a cause lontane, che attengono alla strutturale debolezza del sistema economico ellenico, caratterizzato da scarsa capacità produttiva, pesantezza e inefficienza della Pubblica Amministrazione, regole previdenziali eccessivamente generose, fortissima evasione fiscale. La fragilità del sistema politico, poi, aggrava ulteriormente i problemi, che sono diventati drammatici dal 2008 in avanti, con una caduta di quasi il trenta per cento del Prodotto Interno Lordo e una crescita abnorme del debito pubblico, arrivato a quasi il 180 per cento del Pil”. Dopo mesi di trattative, l'Eurogruppo ha vissuto una situazione inedita, sfiorando la rottura con la Grecia. La cosiddetta “Grexit” sarebbe (stata) così grave come molti paventavano?
“In effetti, come tutti hanno potuto osservare, si è stati a un passo dal default e dall’uscita della Grecia dalla zona euro e secondo numerosi osservatori questo rischio non è ancora del tutto scongiurato. L’uscita dall’euro dei greci avrebbe sicuramente determinato conseguenze sugli altri paesi che hanno adottato la moneta unica e, più ampiamente, sulla stessa Unione europea. Conseguenze non facilmente prevedibili perché sarebbe stata la prima volta di una simile esperienza. Saremmo cioè entrati, come si usa dire, in una 'terra incognita', non immune da rischi potenziali di non poco conto anche sul piano politico e geo-politico”. Veniamo all’intesa raggiunta. Per molti si tratta di un compromesso che non risolverà i problemi della Grecia, la quale ha dovuto sopportare condizioni durissime e persino umilianti. Che ne pensa? “L’accordo, raggiunto dopo una maratona di diciassette ore di trattative (la più lunga che si ricordi), prevede contenuti indubbiamente molto pesanti per la Grecia: in materia di Iva, pensioni, sanità, privatizzazioni, tagli di spesa, clausole di
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salvaguardia in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. A fronte di finanziamenti per circa 85 miliardi di euro in tre anni, è prevista inoltre la costituzione di un Fondo di 50 miliardi di euro in cui far confluire beni pubblici dati in garanzia. E sul debito, che rappresenta uno dei problemi più rilevanti del Paese, si adombra solo la possibilità che venga discussa una modalità di rimborso che lo renda più sostenibile”. Come si spiegano condizioni così dure? Ce la farà poi la Grecia a rispettarle oppure la rottura con l’Eurozona è solo rinviata? “Il compromesso raggiunto è stato sicuramente molto, forse troppo pesante, sul piano del metodo prima che del merito. Non a caso i commenti che ne sono seguiti lo hanno sottolineato quasi dappertutto: si è parlato di 'paese pignorato', di 'accordo umiliante”', nella stessa Germania di 'catalogo di crudeltà'. Una medicina così forte e amara è sicuramente da connettere all’oggettiva gravità della crisi greca, ma è anche da legare alla mancanza di fiducia che alcuni paesi, a partire proprio dalla
ATTUALITÀ Germania, nutrono verso il governo ellenico, fiducia ulteriormente calata dopo l’indizione del referendum. Se quelle misure serviranno, poi, a far uscire la Grecia dalla crisi, a mio parere è tutto da vedere. La 'filosofia' di approccio seguita nell’accordo non è infatti diversa da quella che in tutti questi anni non ha prodotto grandi risultati, e non solo in Grecia. La mia opinione è che, pur non perdendo d’occhio i saldi del bilancio pubblico, sarebbe necessario varare un robusto programma di crescita e di sviluppo del Paese, esplicitando linee di investimenti (non solo pubblici) in assenza dei quali la politica di austerity potrebbe risultare addirittura regressiva. Sulla partita del debito, poi, sarebbe necessario usare il linguaggio della verità: così com’è, la montagna di quel debito (peraltro contratto per l’80 per cento con creditori stranieri) non è sostenibile! In questi giorni leggo che anche il Fondo Monetario internazionale sta sostenendo che bisogna tagliarlo, minacciando addirittura, se così non fosse, di non sottoscrivere l’accordo. Spero che prevalga il buon senso, e che si decida almeno una “spalmatura” del debito su un numero di anni congruo, che consenta alla Grecia di far ripartire l’economia senza essere strangolata da interessi e rimborso di rate”. Nelle scorse settimane abbiamo assistito alla scena di centinaia di cittadini greci in coda davanti alle banche e, una volta firmata l’intesa, tornare a manifestare nelle piazze: quali sono i timori della gente? “I cittadini greci hanno paura di vedere andare in fumo i (pochi) risparmi accumulati e di andare incontro a una prospettiva di ulteriore impoverimento e nuovi sacrifici. Il che, in un Paese già stremato e con livelli di disoccupazione stratosferici, se non si interviene con equilibrio e sapienza, potrebbe farci assistere a conseguenze drammatiche”. Molti si chiedono se dal malaugurato default della Grecia ci può essere una sorta di 'contagio' per l'economia di altri paesi, compresa l'Italia. Cosa ne pensa? “Come ho già accennato, non esiste un precedente per questa prospettiva, per cui gli effetti non sono facilmente stima-
bili. Certamente, in una realtà economica fortemente integrata sul piano economico e finanziario, dall’eventualità di una rottura, come poteva (e secondo alcuni potrebbe ancora) essere la Grexit, non sarebbero da escludere conseguenze negative sugli altri partner europei, a partire evidentemente dal mancato rimborso dei prestiti accordati in questi ultimi anni dagli Stati (per l’Italia, a oggi circa 36 miliardi di euro direttamente erogati più quelli derivanti dalla partecipazione ai Fondi di garanzia europei e alla stesa Bce, per un totale stimato di circa 50 miliardi), senza dimenticare le conseguenze delle prevedibili turbolenze finanziarie e speculative, il cui riflesso sugli spread potrebbe tradursi in una lievitazione dei tassi di interesse, fattore molto negativo per quei paesi, come il nostro, con un forte debito pubblico”. Il Parlamento greco ha approvato l’intesa sottoscritta da Tsipras, ma a costo di una spaccatura dentro il partito del primo ministro che potrebbe portare a conseguenze politiche ad oggi non facilmente prevedibili. Sul piano più generale, cosa accadrebbe se, alla fine, Atene decidesse di uscire dall'euro? “Si tratterebbe, complessivamente, di un esito nefasto, per ragioni molteplici che, oltre a quanto già detto sul piano economico, riassumerei così: la Grecia rischierebbe di precipitare nel caos, politico e istituzionale. A livello europeo, inoltre, le conseguenze sarebbero non meno rilevanti: politicamente, sarebbe un grave colpo d’immagine alla prospettiva di un’Europa unita, con possibili effetti di contagio, viste le tensioni antieuropee che stanno montando anche in altri paesi dell’Unione. A livello geo-politico, poi, il fronte sud-orientale dell’Europa, già critico per le posizioni assunte ultimamente dalla Turchia, si indebolirebbe ulteriormente, e potrebbe incentivare la Russia, da sempre interessata ad “avere un porto nel Mediterraneo”, ad estendere la sua area di influenza sulla Grecia. Sul versante più culturale infine, ci troveremmo di fronte a un’Europa senza Grecia, il che, se posso dire, rappresenterebbe una prospettiva inaccettabile perché priva di ogni senso storico”.
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Il compromesso raggiunto ha visto ancora una volta una fortissima contrapposizione con la Germania e i paesi del centro-nord, che ha confermato l’immagine di un’Europa fortemente divisa al suo interno. Non crede che, come dicono in tanti, l’Europa unita rimane un traguardo allo stato un poco velleitario? “Purtroppo si tratta di un dato di realtà: l’Europa unita ha davanti a sé un cammino lungo e irto di ostacoli, che non sono solo di natura economica, ma soprattutto politica e anche culturale. La Germania, in particolare, si sta dimostrando non all’altezza di svolgere un ruolo politico lungimirante, come auspicato dai grandi leader europei, anche tedeschi, del passato. Ciò non toglie che bisogna continuare a perseguire quell’obiettivo, perché se il progetto dovesse fallire, l’esito sarebbe disastroso per tutti, Germania compresa. E di Europa unita, forse, si parlerebbe solo tra almeno cinquant’anni”. Per uscire dalla crisi che attanaglia il vecchio continente in molti invocano più economia reale e meno finanza: come si tradurrebbe in concreto questa soluzione? “Si tradurrebbe nell’assunzione di decisioni che dovrebbero privilegiare la crescita delle economie nazionali, e dunque in una virata della politica economica europea favorita dal sostegno a massicci investimenti produttivi, ad esempio con i tanti invocati Eurobond e project bond, con nuove regole sul Patto di stabilità, secondo taluno con la creazione di un Fondo unico europeo in cui convogliare la parte di debiti degli stati nazionali che eccedono il famoso 60 per cento del Pil. E via dicendo. Ma qui sorge la domanda fondamentale: è in grado l’Europa di oggi, così divisa, di assumere queste decisioni, dunque di rivedere la cosiddetta politica di austerity di tutti questi anni? Se questo dovesse accadere, vorrebbe dire che la stessa crisi greca passerebbe alla storia, paradossalmente, come un grimaldello per un vero e proprio 'giro di boa' della storia dell’Europa, oltre che della sua politica economica. Onestamente, credo che la prospettiva, per quanto a mio parere auspicabile, è oggi poco verosimile. Ma la speranza, come sappiamo, è ultima a morire”.
ATTUALITÀ
GRECIA:
UN BEL GESTO DI DEMOCRAZIA PER L’EUROPA UNITA La Grecia culla della democrazia
di Flavio Guidi Management Academy Sida Group - Area Macroeconomica
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l risultato del referendum greco rappresenta per l’Europa unita e per il processo di unificazione un grande monito e al tempo stesso un grande conforto di consapevolezza. Esso ha evidenziato il contrasto tra due culture: quella latina e quella anglosassone. La prima: più libera, più anarchica, più orgogliosa, più coraggiosa, meno conformista e se vogliamo ancor meno sistematica, più improvvisata, più spontanea, più generosa, tutt'ora ancorata più a valori di solidarietà, generosità, unità nazionale e più creativa; la seconda: più ordinata, più controllata, più sagace, più pragmatica, più calcolatrice e più opportunistica. La notizia del “No” mi ha riportato alla mente quanto è scritto ai piedi di un monumento dedicato alla resistenza: “La Repubblica nata dalla resistenza, si gloria della sua origine”. Il “No” è la risposta a un processo storico innescatosi con la prima esperienza di unificazione europea, processo che vede il dominio del potere della finanza sull’economia reale e sociale e, dove sotto l’apparente rigore delle gestione economica e finanziaria dei bilanci dei singoli Stati, il potere del capitale e della finanza fa il suo dominio. I più forti tendono a comandare sui più deboli. Dove la solidarietà comunitaria
è solo una bandiera che nasconde gli opportunismi dei più forti, anche se ha favorito la stabilizzazione. Il cambio, con l’unificazione monetaria, ha contribuito in modo sostanziale a favorire i più forti e ad indebolire ulteriormente i più deboli. La Germania ha potuto raggiungere, grazie all’introduzione del cambio e a un’indiretta svalutazione, un buon livello di competitività che le ha concesso, anche in un periodo di crisi, di mantenere alti i livelli della sua domanda, laddove i prezzi dei prodotti tedeschi costavano meno rispetto ai nostri o a quelli dei paesi più deboli. La Germania, adiacente alla Polonia, che non è entrata nell’unità monetaria, con la localizzazione di buona parte della produzione in questo paese e con le svalutazioni da questa adottate, ha potuto aggiungere indirettamente ulteriore competitività alla sua economia. Mentre ci si unificava, attraverso l’unità monetaria, la Germania si rafforzava e sistemava; inoltre aveva tempo e modo di adottare politiche di sistemazione che le conferivano ulteriore competitività. L’austerità promossa, valido principio che dovrebbe uniformare ogni gestione di politica economica e finanziaria, di gestione e di governance, dovrebbe essere adot∂28∂
ATTUALITÀ
tata in modo differente a seconda delle diverse realtà economiche e finanziarie, processo gestibile solo in un’economia con una situazione come quella tedesca, sostenuta da un cambio favorevole e dal mantenimento dei livelli di domanda. La Germania e con essa il sistema finanziario comunitario, ha potuto, in tempo di crisi mondiale, sanare le sue ferite e sviluppare il suo potere. I sostegni finanziari offerti in prima istanza alla Grecia hanno fatto sì che il sistema finanziario tedesco rientrasse dalle sue esposizioni a scapito della finanza degli altri paesi fratelli. Nonostante i vantaggi di stabilità monetaria e di tassi di interesse di cui l’Europa ha potuto godere, la Germania, il capitalismo e la finanza ne hanno tratto vantaggio, creando invece nei paesi più poveri un aumento della povertà, della disoccupazione e della depressione economica. Il principio di fratellanza che doveva governare l’unificazione politica dei vari
paesi, ha lasciato il passo alle sagaci strumentalizzazioni finanziarie. Il “No” è il grido dei più deboli contro il dominio dei più forti. È una lirica contro ogni forma di potere. Il “No” rappresenta una tappa nel processo di unificazione, la presa di consapevolezza che tale processo non può essere uno strumento per sviluppare il dominio del più forte e del più preparato culturalmente e gestionalmente. Si dovrà ripensare al modello del processo di unificazione, ma si dovrà anche andare verso un sistema dove si aiutano i più deboli a esistere e dove i più forti facciano uno stop per consentire a questi di allinearsi, un sistema dove l’unificazione economica e sociale domini su quella finanziaria. È necessario differenziare tra i più deboli e i più forti le politiche economiche: nelle prime vanno adottate politiche di crescita, nelle seconde di mantenimento.
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I debiti devono essere percentualmente riallineati tra i diversi paesi e gli interessi della finanza devono essere controllati e subordinati a una strategia di sviluppo dell’economia reale, nonché solidale, altrimenti è un gioco tra furbetti dove il più sagace e talvolta avido domina il più tranquillo. Il “No” è stato un’occasione di risveglio su questo processo di unificazione, dove capitale, finanza e strapotere dei più forti hanno il dominio. Si dovrà prendere atto del valore delle differenti culture, favorire l’integrazione ma al tempo stesso qualificare se alla base dell’integrazione ci sia il valore della solidarietà, dove la ricaduta è il bene comune, valore e obiettivo di civiltà. Ricordiamo quanto viene predicato da Papa Bergoglio: “Il capitale è al servizio dell’uomo, non l’uomo al servizio del capitale”.
ATTUALITÀ
LA CRISI GRECA E L’EUROPA
Se ne sono già sentite tante, forse troppe, ma come sempre la verità è (quasi) nel mezzo di Giuseppe Barchiesi Management Academy Sida Group - Senior Advisor Area Corporate Finance
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cui meccaniche di funzionamento sono invero complesse e di competenza quasi esclusiva di tecnici. E nel frattempo la pesante situazione della Grecia, la sua realtà, restava lì in tutta la sua gravità. Il Paese si trova in pessime condizioni economiche, certamente frutto di un passato, anche molto lontano, con un debito pubblico elevatissimo, pieno di costi e con scarsissimi investimenti, con una serie di importanti riforme da fare, ad iniziare da quella delle pensioni e, quindi, veramente lontano dal cammino imposto dalla moneta unica. Quando l’Europa decise di far nascere l’euro, le posizioni economico-politiche dei vari Stati erano molto lontane tra loro
egli ultimi mesi ha tenuto banco la Grecia con i suoi importanti problemi e conseguenti turbolenze. Il culmine lo si è raggiunto nelle ultime settimane, con l’avvio delle trattative con i creditori per la rinegoziazione del debito. In questa fase abbiamo dovuto assistere e vivere situazioni, commenti, prese di posizione e quant’altro, non certamente edificanti, dove la politica e la speculazione hanno potuto dar sfoggio delle loro parti “migliori”, per trarre il massimo beneficio da una realtà solo a loro favorevole. Il terreno fertile su cui hanno seminato è una profonda (e in parte plausibile) ignoranza di una gran parte dell’opinione pubblica su problematiche i cui effetti sono sicuramente evidenti a tutti, ma le
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ATTUALITÀ
e questo non poteva che costituire ostacolo sia per la politica monetaria che per quella economica, il cui compito è quello di correggere “errori” di percorso. Non restava altro che identificare per tutti un cammino comune, virtuoso, che portasse alla convergenza dei vari Stati, che con puntualità e rigore andasse seguito, al fine di eliminare questa minaccia per la moneta unica e per l’Europa nel suo insieme. In questo quadro che ci sia e ci debba essere uno spazio per migliorare tale percorso, non può essere minimamente in discussione. Ma neanche il principio che si debba fare di tutto per quella convergenza che si diceva, può essere affatto messo in discussione. La materia del contendere è il rigore, non solo della Germania, di tenere sotto controllo la spesa pubblica e, qualora ciò non avvenga, di fare quelle riforme che nel tempo assicurino di mantenere tale fenomeno sotto controllo. Una spesa pubblica fuori controllo ha minato in modo quasi irreparabile l’economia greca, quella italiana e quelli di diversi altri paesi, quindi anche questo aspetto è pressoché inequivocabile e non opinabile. In un linguaggio molto più diretto, come accade nelle nostre famiglie, non si può spendere di più di quello che si guadagna per un tempo quasi indeterminato. Vero che per gli Stati il grande economista del passato, Keynes, ha suggerito che la domanda aggregata andava sostenuta anche con il debito pubblico, cioè aveva calcolato che fosse appunto opportuno che lo Stato si indebitasse per supportare la domanda e quindi i consumi e quindi l’occupazione.
Ma tutti gli Stati hanno accolto a piene mani questo principio, basta guardare i rispettivi bilanci, fino al punto di abusarne abbondantemente, tanto che non è più possibile andare oltre. Per inciso, è evidente che forzando la strada dell’indebitamento pubblico, oltre come si diceva che a tutto c’è un limite, si fa anche una scelta molto importante: si decide in buona sostanza che l’attuale generazione starà meglio a discapito di quelle future, che avranno ancora più debiti da pagare ed alle quali, è evidente, “non si può chiedere alcun parere”. Il dubbio a questo punto è: dei tanti che parlano, sparlano e profetizzano, quanti invero si sono posti domande del genere? Ritornando alla Grecia, dopo le varie rappresentazioni non sempre comprensibili, come il referendum (costoso, demagogico e, ai fatti, inutile e/o ignorato), non resta altro da fare che intraprendere quella strada virtuosa di cui si diceva, fatta sicuramente di sacrifici e di molto tempo, nella doppia consapevolezza che altri stati, noi compresi, la stanno già percorrendo e che tale strada è la sola a poter assicurare uno sviluppo sostenibile di lungo periodo. D’altra parte una ipotesi di uscita dall’euro e ritorno alla dracma (e questo vale anche per altre valute), non può neanche essere immaginata se non da una perversa demagogia politica, tale e tanti sarebbero i problemi che si innescherebbero per il popolo greco. Giusto per chiarire un aspetto che sembra clamorosamente ignorato dai più, nessuno dall’estero vorrebbe essere pagato in dracme, mentre le pensioni e gli stipendi sarebbero calcolati e pagati proprio con quella moneta, ∂31∂
debole e destinata ad una progressiva quanto drammatica svalutazione. Di conseguenza, è molto probabile che la fascia alta della popolazione risentirebbe tutto sommato poco del passaggio, mentre è ipotizzabile che un pensionato non riuscirebbe ben presto più a comprare neanche una fila di pane con ciò che dovrebbe invece bastargli per un mese intero. In questo quadro, resta anche la certezza che i sacrifici vengono richiesti per un futuro miglioramento della situazione economica, dato che molti miliardi saranno destinati alla crescita e al rilancio dell’economia Greca. E pensare che tutto questo vada a giovamento solo delle banche, magari tedesche, non merita neanche di essere commentato. In buona sostanza, si potrebbe sottolineare come i principi fondatori dell’Euro vadano rispettati, perché altrimenti non ci sarebbe mai quella indispensabile convergenza di tutti i Paesi europei aderenti, sia sotto l’aspetto politico, che economico. Ma è anche indispensabile che passi una volta per tutte che tali principi non possono essere immutabili, mentre tutto cambia, e, di conseguenza dare sostanza al concetto di Comunità europea dove tutta la “squadra” lavora per lo sviluppo. È tempo che si guardi ai rispettivi debiti pubblici nella loro composizione, ancora prima che nei parametri legati al Pil, distinguendo bene i costi, contratti per fini non sempre costruttivi, dagli investimenti. Un’ultima annotazione: la Grecia non ha avuto molto garbo nel chiedere gli aiuti all’Europa, ma anche l’Europa non è stata da meno in quanto a tatto. Molte volte anche la forma diviene sostanza.
NEWS DA P.U. A Pesaro e Urbino la cultura crea occupazione “Pesaro e Urbino sono al secondo posto in Italia sia per il valore aggiunto, 8%, che per occupati legati alle industrie culturali, 9,3%”. È quanto è emerso dal rapporto 2015 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere. Il report è stato presentato a Roma, al ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dal ministro Dario Franceschini, dal segretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi, dal presidente di Symbola Ermete Realacci e dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello. “Si tratta dell’unico studio in Italia che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale”, hanno spiegato i promotori. “È un grandissimo risultato – notano il sindaco Matteo Ricci e il vicesindaco Daniele Vimini –, che dimostra come i binomi culturaeconomia e cultura-turismo siano tra gli assi principali su cui puntare”. Non solo: “Il dato rafforza la strategia che stiamo portando avanti a livello cittadino, ma anche a livello provinciale, nell'ambito della collaborazione con Urbino, sul rapporto tra creatività e impresa e tra cultura e impresa. Un altro biglietto da visita turistico per visitare la nostra terra. Il report è un ulteriore attestazione che con la cultura si mangia. E che con la cultura si migliora anche la manifattura”.
Minsk, inaugurata la prima rassegna del mobile pesarese
Francobollo dedicato alla Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro
È stata inaugurata a Minsk, in Bielorussia, la prima edizione del Samm.it, la rassegna dell'arredamento pesarese in Bielorussia. Al taglio del nastro, insieme al presidente della Camera di Commercio di Pesaro Urbino, Alberto Drudi, c'erano tra gli altri il vice ministro bielorusso per il Commercio estero, Leonid Dragon, il presidente nazionale dell'associazione degli industriali, Dimitri Makarov, e i vertici dell'ente fieristico. Secondo Drudi, “l'evento non ha solo un valore espositivo, ma rappresenta un ulteriore tassello sul fronte del consolidamento delle relazioni economiche con la Bielorussia”. Incontrando i giornalisti, inoltre, il presidente dell'ente camerale pesarese ha ribadito la richiesta ai governi europei di “azzerare le sanzioni con la Russia, puntando su strade diplomatiche più efficaci per risolvere il conflitto con l'Ucraina”.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso, il giorno 22 giugno 2015, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato alla Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, nel 50° anniversario della fondazione, nel valore di € 0,80. La vignetta riproduce il logo del 50° anniversario della Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, in primo piano su un fondino caratterizzato da una rappresentazione pittorica della costa adriatica. Completano il francobollo le legende “Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro” e “Pesaro1965 - 2015”, la scritta “Italia” e il valore “€ 0,80”. La bozzettista è Anna Maria Maresca. A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma di Bruno Torri, Fondatore della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema e coordinatore del comitato scientifico.
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Pesaro, il Comune firma l'accordo con Microsoft
Monica Priore nel mare di Pesaro, contro il diabete
“La volontà è intercettare la rivoluzione digitale per un Comune più trasparente, efficiente e veloce” ha dichiarato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, in occasione della firma dell'accordo firmato con il colosso americano dell'informazione Microsoft, a cui ha preso parte il direttore della Divisione Office di Microsoft Italia. L'iniziativa, 'Office 365 a Pesaro: l'ufficio a cielo aperto”, ha lo scopo di mostrare come le nuove tecnologie siano una leva di competitività ed efficienza per le aziende e la pubblica amministrazione italiana. Alcuni dipendenti del Comune lavoreranno in un ufficio a cielo aperto per rappresentare uno stile di lavoro flessibile che consente di essere sempre connessi e di gestire al meglio il rapporto tra vita lavorativa e vita privata, garantendo nello stesso tempo un miglior servizio al cittadino.
'Volando sulle onde della vita' è arrivata a Pesaro. L'iniziativa, ideata dalla giovane Monica Priore, la prima atleta diabetica in Europa ad aver attraversato lo stretto di Messina nel 2007, toccherà altre città italiane, dopo aver fatto tappa in Puglia, Molise e Abruzzo. L'obiettivo è promuovere l'importanza della pratica regolare di attività fisica, per il benessere di corpo e mente. Nella tappa pesarese l'atleta ha percorso tre chilometri, partendo dalla zona del Moletto, procedendo fino a Fano, per poi tornare indietro. “Si tratta di una iniziativa molto importante – ha dichiarato l'assessore al Benessere Mila Della Dora – perché si pone l'obiettivo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sui grandi benefici dell'attività fisica sul nostro corpo. Fare sport è essenziale per mantenersi in forma, per prevenire malattie, ma anche per tenere sotto controllo patologie come quella del diabete, molto diffusa anche nella nostra provincia. Al progetto di Monica Priore va quindi il plauso e il sostegno mio e dell'amministrazione comunale”.
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Arriva il bus scoperto per ammirare Urbino La città ducale, per i mesi di luglio e agosto, sarà visitabile stando comodamente seduti su un bus scoperto Ami. “Un servizio di grande importanza ha spiegato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini – perché va ad aggiungersi all'offerta che abbiamo pensato per i turisti, che avranno la possibilità di vedere gli scorci più caratteristici della città in un'ottica completamente nuova. Mai come quest'anno - ha concluso - Urbino ha un fitto calendario di eventi che si susseguono ed è meta di visitatori da ogni parte del mondo, anche per la presenza dell'importante presidio di Expo alla Data”. Borgo Mercatale, piazza della Repubblica, il monumento a Raffaello e Porta Santa Lucia sono alcuni dei punti caratteristici della città attraversati dal piccolo bus, con corse ogni 20 minuti dalle 9 alle 19, al costo di un biglietto urbano.
NEWS DA AN Verdicchio e Fondazione Pergolesi insieme per il XV Festival e la stagione lirica Offagna, arriva l'eccellenza Trip Advisor La città di Offagna ha vinto il Certificato di Eccellenza Tripadvisor 2015, simbolo di qualità nel settore ricettivo. Il Certificato di Eccellenza è un premio prestigioso che solo le strutture che ricevono con costanza recensioni notevoli sul portale di viaggi più grande del mondo possono ottenere. Offagna è stata quindi riconosciuta come una delle migliori strutture del settore da parte dei viaggiatori di tutto il mondo. “Si ringraziano tutti gli offagnesi - afferma Salvatore Moffa, presidente della Pro loco - per l’ effettiva collaborazione in tutte le attività promotrici del territorio e nell’ organizzazione degli eventi messi in essere dal paese, per il loro zelo, la loro disponibilità e la loro voglia di stare e crescere insieme. Un orgoglio condiviso, dunque, da tutta la comunità che già vanta altri prestigiosi riconoscimenti quali la Bandiera Verde, la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e l’appartenenza a uno dei Borghi più belli d’Italia e che, forte di questi meriti, si impegnerà sempre di più a collaborare e lavorare per essere sempre più degna di tali onori”.
L'Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) e il Verdicchio sposano il teatro e la lirica attraverso una nuova partnership con la Fondazione Pergolesi Spontini. Ad annunciarlo a Roma, il direttore dell'Imt, Alberto Mazzoni, insieme al vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Jesi, Luca Butini e all'amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini, William Graziosi, durante la conferenza stampa di presentazione del XV Festival Pergolesi Spontini (4-20 settembre) e della 48^ stagione lirica di tradizione, in programma dal 2 ottobre al 13 dicembre prossimi al teatro Pergolesi di Jesi. Per entrambi gli eventi il maxi consorzio delle Marche, con 800 aziende, 16 denominazioni tutelate, tra cui il Verdicchio, seguirà infatti gli appuntamenti delle rassegne con speciali degustazioni a base del vino bianco fermo più premiato d'Italia, in abbinamento ai prodotti marchigiani. Il direttore Mazzoni ha dichiarato: “Siamo onorati di affiancare a queste importanti iniziative dedicate ai due grandi compositori marchigiani, Pergolesi e Spontini, il nostro vino principe, che è al contempo il prodotto emblema della zona di Jesi. Siamo convinti che partnership come questa siano premianti e vadano a beneficio di tutto il territorio: solo promuovendo in maniera integrale e integrata unicità 100% marchigiane come vino, scherma, musica e cultura, possiamo esportare efficacemente il brand Marche nel mondo”.
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Nasce Polat Group, start up italo-turca con sede a Falconara Marittima Ha sede a Falconara Marittima la neonata startup italo-turca Polat Group Italia srl, riferimento del gruppo turco Polat Makina. Lo hanno annunciato l'amministratore delegato Fabio Longobardi e il presidente Ibrahim Polat nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nell'ufficio del console generale onorario della Repubblica Turca in Italia, Mauro Minestroni. Nella prima fase la startup commercializzerà centrifughe industriali, mentre nella seconda fase avvierà anche la loro produzione in loco per i mercati di Italia, Svizzera, Francia, Austria e della Macroregione Adriatico Ionica, in praticolare Albania e Croazia. Ancona: “è il punto di riferimento ideale per raggiungere il territorio d'interesse - ha detto Longombardo -: ha un porto importante, un aeroporto, un interporto e vi è la sede del consolato turco”.
Loreto, creato il primo dizionario digitale Ben 50mila termini di gastronomia, prodotti vari e nutrizione, tutti racchiusi in una app: è il nuovo 'Dizionario dell'alimentazione in 9 lingue', delle Edizioni Plan, casa editrice del gruppo ELI-La Spiga edizioni specializzata nel settore dell’enogastronomia e della nutrizione, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali dell’Università di Milano e con Alma e la Scuola internazionale di Cucina Italiana diretta dal grande chef Gualtiero Marchesi. Pensato soprattutto per turisti e viaggiatori, è disponibile per le piattaforme Android e Ios e scaricabile su www. espodictionary.com. Il dizionario, che ha ottenuto il patrocinio del Comitato organizzatore di Expo Milano 2015, è fruibile in arabo, cinese, francese, inglese, russo, portoghese, spagnolo e tedesco. “Il nostro obiettivo era di realizzare uno strumento che potesse rispondere alle esigenze di un pubblico vasto, eterogeneo e privo di una preparazione specifica, come quello dei visitatori dell’Expo o dei telespettatori dei cooking show televisivi”, ha dichiarato Michele Casali, amministratore delegato del gruppo ELI-La Spiga Edizioni.
Riforma dei porti, preoccupazione di CamCom
Jesi protagonista a Expo Milano 2015 con 'Spreco Zero Alimentare' Con il progetto 'Spreco Alimentare Zero' Jesi è diventata protagonista a Expo Milano 2015. Già premiato come migliore esperienza nazionale, è stato preso di riferimento come modello per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale. “Sono molto lieto di presentare questo progetto ha sottolineato il sindaco della città federiciana Massimo Bacci - che evidenzia la rete di solidarietà che si è creata nella nostra città. Essere presi a modello su un tema di grande attualità ci rende orgogliosi ed è un vanto che va condiviso insieme a tutti i soggetti che mettono a disposizione il proprio tempo o le proprie risorse per aiutare gli altri”.
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La Camera di Commercio di Ancona “manifesta all'unanimità la propria preoccupazione in merito al piano di riforma proposto dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che potrebbe portare all'accorpamento degli scali marittimi di Ancona e Ravenna e conferma tutto il necessario sostegno per garantire la piena autonomia dell'Autorità Portuale di Ancona. Per il presidente della Cciaa Giorgio Cataldi “non è possibile accettare una riforma che indebolisce il porto delle Marche spostando altrove la governance ed i centri decisionali. Oltretutto l'unione tra Ancona e Ravenna sembra essere l'unica tra tutti gli accorpamenti, che unifica porti di regioni diverse, in questo caso Marche ed Emilia Romagna, con specificità e mercati di riferimento del tutto differenti”.
NEWS DA MC Recanati, un milione e mezzo di euro dall'Europa
Il pollentino Alberto Staffolani tra i tirocinanti alla Scuderia Toro Rosso Tra i quattro giovani talenti che parteciperanno alla terza edizione di Red Bull On Stage, il programma che offre a quattro studenti e/o neolaureati la possibilità unica di effettuare uno stage retribuito di tre mesi nei dipartimenti Procurement, IT, Logistics, R&D della Scuderia Toro Rosso c’è anche Alberto Staffolani, 27 anni, di Pollenza (MC), una laurea magistrale in Ingegneria Meccanica e una passione per i motori. Dopo aver superato tutte le fasi di selezione, test online, form di candidatura, test specifico per dipartimento e colloquio finale a Faenza riservato ai 12 talenti più brillanti, ed essere risultato uno dei migliori tra più di un migliaio di candidati, Alberto ha ora la possibilità di effettuare una vera e propria formazione sul campo all’interno del dipartimento R&D della scuderia italiana di Formula Uno.
Ammontano a più di 1,5 milioni di euro i finanziamenti ricevuti dal Comune di Recanati dal Fondo europeo di sviluppo regionale stanziato dal Programma operativo regionale. Una cifra importante che ha consentito la realizzazione di interventi volti alla mobilità sostenibile, al risparmio energetico, al potenziamento dell’offerta turistica ma non solo, come testimonia il milione di euro erogato per il risanamento e la bonifica della ex discarica a San Francesco. Una delegazione della Regione Marche, composta anche dai referenti di Bruxelles ha verificato, alla presenza del sindaco Francesco Fiordomo e del delegato ai lavori pubblici Alessandro Biagiola, le opere che hanno già visto un investimento complessivo di 2,6 milioni di euro. I lavori, volti alla mobilità sostenibile, hanno previsto la realizzazione di tre ascensori e la riqualificazione di un nodo di scambio gomma/gomma. Sono stati inoltre realizzati interventi di risparmio energetico su due scuole primarie della città e coperto un parcheggio pubblico con un impianto fotovoltaico. Si aggiungono, infine, gli interventi svolti dalla Regione, che hanno riguardato la copertura di tutto il territorio comunale con la banda larga e nelle aree rurali con il wireless. Importante, inoltre, la promozione turistica, di cui ha beneficiato la città della poesia e del bel canto, con l'allestimento del museo del grande tenore Beniamino Gigli all'interno del Teatro Persiani con un finanziamento di 199mila euro.
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I rettori d'Italia riuniti a Camerino hanno firmato la 'Carta europea dei ricercatori' A dieci anni dalla firma della “Dichiarazione di impegno all’attuazione della Carta europea dei ricercatori e del Codice di Condotta per il loro Reclutamento”, le Università italiane sono tornate a Camerino per discutere sui traguardi raggiunti e i progressi effettuati. Al termine dell’evento i rettori delle università italiane hanno infatti firmato la “Camerino Declaration” come nuova presa d’impegno all’implementazione della HRS4R (Strategia per le Risorse Umane per i Ricercatori). Tra i principi sottoscritti, un sistema di assunzione per ricercatori che sia aperto e basato sulla trasparenza e sul merito; una capillare diffusione della cultura dell’accoglienza di ricercatori europei e di paesi terzi, con la prospettiva di agevolare la circolazione di talenti a livello internazionale; una efficace attenzione alle politiche e pratiche in materia di parità ed integrazione di genere nella ricerca.
Si accende l'estate civitanovese con '100% Vogue'
Appello dell'On. Irene Manzi al Governo per il rilancio di Banca Marche
Civitanova Marche prende il testimone da San Severino e diventa capitale della moda per una sera: sabato 11 luglio, al Lido Cluana, hanno sfilato ben trentasette aziende per l'evento '100% Vogue'. Uno spettacolo sotto la regia di Chiara Nadenich, interamente dedicato al made in Italy e organizzato da Confartigianato Imprese Macerata, in collaborazione con Camera di Commercio e Comune di Civitanova, Assessorato al Turismo. La direzione artistica è stata affidata a Marco Moscatelli, mentre ha indossato i panni della conduttrice l'ex Miss Italia Claudia Andreatti. “Abbiamo investito su questa nuova vetrina di assoluto rilievo – ha spiegato Renzo Leonori, presidente provinciale di Confartigianato – con una manifestazione unica nella provincia portando aziende che sono fiore all'occhiello a livello nazionale. Nonostante le ristrettezze dovute alla crisi, è importante proseguire anche con la promozione. Abbiamo scelto Civitanova per aiutare e dare fiducia alle sue imprese che in questo momento hanno bisogno di visibilità”. A Civitanova la moda riaccenderà i riflettori il 13 agosto con la seconda edizione di CivitaModa.
La deputata maceratese Irene Manzi ha lanciato un appello al Governo: “Di fronte ad un quadro così allarmante, serve una rapida conclusione dei procedimenti, penali e civili aperti, così da accertare in modo chiaro ed equivocabile le responsabilità dei soggetti coinvolti”. I legali dell'istituto di credito hanno chiesto 282 milioni di euro di risarcimento danni a Massimo Bianconi, agli ex vice direttori, agli ex consiglieri di amministrazione, oltre che alla PriceWaterhouseCoper, la società incaricata di revisionare gli ultimi otto bilanci di Banca Marche. “Pesano come pietre le parole contenute nell'atto di citazione a giudizio presentato dai commissari straordinari di Banca Marche nei confronti degli ex vertici dell'istituto e della società di revisione che hanno definito quello di Banca Marche 'Il più grande disastro dopo Sindona e Calvi' ha affermato la deputata PD. “È auspicabile - ha concluso Manzi - che Governo, Banca d'Italia e commissari favoriscano un rapido superamento dell'attuale situazione di commissariamento, per concretizzare ipotesi di concreto rilancio dell'istituto di credito”.
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Nasce 'La Provincia a tavola', la guida alla ristorazione nel Maceratese Cucina, ristorazione e itinerari turistici. L'ultimo progetto di Confartigianato Imprese Macerata per promuovere il territorio e le sue peculiarità enogastronomiche è la nuovissima guida alla ristorazione 'La Provincia a Tavola', realizzata con il patrocinio della Regione Marche, Provincia e Camera di Commercio di Macerata. Nata con lo scopo di pubblicizzare e far conoscere le strutture che fanno ristorazione nella provincia di Macerata, la guida conta ben 84 locali divisi per tipologia e area geografica, e offre inoltre particolari itinerari turistici alla scoperta del territorio. Luoghi da visitare, curiosità, e soprattutto un’ampia scelta tra ristoranti, pub, pizzerie, enoteche e agriturismi che offrono sconti tramite i coupon inseriti all’interno della guida. “Crediamo di aver fatto un passo importante per la valorizzazione del territorio – afferma il presidente provinciale di Confartigianato Renzo Leonori- servendoci del nostro saper fare. Abbiamo messo a disposizione uno strumento che riteniamo sarà assai utile ed efficace nel fornire alle imprese nuove opportunità di mercato offrendo al contempo, non solo ai cittadini della provincia ma anche e soprattutto ai turisti, l’occasione per godere al meglio del nostro territorio, scoprendone le infinite risorse”.
NEWS DA FM
Palazzo dei Priori: la Sala Mappamondo apre a tutti senza barriere architettoniche La biblioteca della Sala del Mappamondo a Palazzo dei Priori, istituita intorno alla fine del XVII secolo grazie a un considerevole lascito del nobile fermano Paolo Ruffo e a un significativo contributo finanziario del cardinale Decio Azzolino, oggi è fruibile anche per le persone portatrici di disabilità motorie, visive e uditive. Un intervento realizzato grazie a “il Museo di Tutti e per Tutti”, l'iniziativa dell'assessorato alla Cultura della Regione Marche, in collaborazione con il Museo tattile statale Omero di Ancona, il conservatorio statale di musica Pergolesi e il liceo artistico Preziotti e Licini di Fermo.
WiFi gratuito all'ufficio postale di Fermo Centro Nello sportello delle Poste di Fermo Centro si potrà navigare online connettendosi gratuitamente alla rete wireless. L’ufficio postale di piazzale Azzolino, dal 30 giugno, è il primo della provincia a mettere a disposizione della propria clientela un hot spot gratuito che avrà il grande vantaggio di migliorare la Customer Experience, e darà la possibilità di svolgere alcune attività finalizzate ai servizi richiesti. Entro settembre saranno attivati al servizio WiFi gratuito anche gli uffici di Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Montegranarono.
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Sant’Elpidio a Mare: 365mila euro per la sicurezza stradale Al via lavori di manutenzione straordinaria su vie e piazze Il comune di Sant’Elpidio a Mare ha partecipato al bando emesso dalla Regione Marche in attuazione del terzo programma annuale sulla sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture. Le risorse del ministero dei Trasporti per la Regione Marche sono di oltre 2 milioni di euro, di cui 349.875 per la realizzazione del “Piano intercomunale della sicurezza stradale del Fermano”. L’Amministrazione comunale ha ritenuto indispensabile inserire in tale piano le opere di manutenzione straordinaria di via Dalla Chiesa, via Lazio, piazzale Magnalbò, piazzale Fratelli Cervi e il tratto iniziale di via Lombardia. Il progetto prevede un investimento di 365.000 euro per la sicurezza stradale: il 45% è stato finanziato dalla Regione per un importo pari a 164.250 euro e il resto sarà finanziato dal bilancio comunale per 200.750 euro.
Ortezzano, una festa dedicata agli asini: si chiama "Somaria" Una festa di popolo dedicata ad un animale docile, tranquillo, umile, quasi sempre bistrattato: il somaro. Ortezzano, dal 17 al 19 luglio, ha ospitato "Somaria" la festa dell’asino, per valorizzare un modello di rapporto giusto ed equilibrato con la natura e la riscoperta dei mestieri della terra, delle tradizioni e del folclore. Tre giornate di relax e divertimento, con tanti laboratori per grandi e piccini, per fare la carta, giocare con le parole e dipingere immersi nella natura.
Al Veregra Street di Montegranaro 100 mila presenze per 100 spettacoli Boom di spettatori nella 17/a edizione del Veregra Street, il Festival internazionale dell’arte e del cibo di strada che si è svolto a Montegranaro dal 20 al 27 giugno. La rassegna è organizzata dal Comune, con la direzione artistica di Giuseppe Nuciari ed il sostegno di MiBACT, Regione Marche, provincia di Fermo, Camera di Commercio di Fermo e Fondazione Cassa di risparmio di Fermo. Un calendario ricchissimo di eventi, con più di 100 spettacoli a rappresentare le numerose espressioni dell’arte urbana e 75 compagnie artistiche provenienti da ogni parte del mondo per un totale di oltre 200 artisti: in otto giorni, gli organizzatori hanno stimato oltre 100mila spettatori.
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“Uniti contro la povertà”: 6 tonnellate di alimenti raccolti da Provincia e associazioni di volontariato Un contributo incredibile quello della raccolta straordinaria di alimenti e prodotti per l’infanzia organizzata, il 6 giugno, dal tavolo delle povertà della Provincia: i cittadini del Fermano hanno risposto con il cuore a “Uniti contro la povertà”, donando latte, pelati, tonno, legumi, olio e prodotti per l’infanzia per un ammontare complessivo di oltre 6 tonnellate. I 19 soggetti componenti il tavolo delle povertà, tra cui associazioni di volontariato, parrocchie ed enti locali, replicano con successo l'esperimento solidale dello scorso anno. Un' iniziativa che si è svolta grazie all'ospitalità di 29 supermercati grandi e piccoli del territorio che, aderendo all’iniziativa, hanno accolto ben 192 volontari del tavolo delle povertà – tra i quali anche gruppi scout, giovani cresimandi e bambini – sistemati all’interno dei negozi, vicino alle casse, oppure all’esterno. La raccolta si è svolta a Fermo, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Petritoli, Montegiorgio e Piane di Falerone.
NEWS DA AP
Pantofola d'Oro: celebrati i 130 anni Ben 130 anni festeggiati con maestria attraverso un viaggio immaginario sulle due ruote tra le squisitezze enogastronomiche picene e creazioni artistiche, per contestualizzare la collezione ispirata al ciclismo presentata all'88esimo Pitti Uomo. È questo il mood della serata evento che Pantofola d'Oro, storica azienda ascolana che produce calzature sportive, accompagnata dalla Camera di Commercio di Ascoli Piceno, ha voluto realizzare per celebrare l'importante anniversario all'appuntamento fiorentino di riferimento per la moda che, nel corso dell'ultima edizione, ha attirato oltre 30mila visitatori. “In occasione dei 130 anni di Pantofola d'Oro - ha dichiarato l'amministratore delegato di Pantofola d'Oro, Kim Williams - abbiamo organizzato questo evento durante Pitti Uomo per presentare la nostra collezione legata al ciclismo da città grazie anche alla collaborazione con la Camera di Commercio di Ascoli che ha colto l’occasione per presentare al meglio il territorio e l’economia del Piceno”.
Il Comitato di presidenza dell'Acri ricevuto da Papa Francesco
Poste Italiane, da Ascoli Piceno il progetto 'Nonni su Internet'
Papa Francesco ha ricevuto in udienza il comitato di presidenza dell'Acri, l'associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa. Il Santo Padre è stato informato dal presidente della Fondazione di Ascoli, Vincenzo Marini Marini, delle attività svolte dalle fondazioni stessa. “La Fondazione di Ascoli – ha dichiarato in proposito il presidente Marini Marini - è da tempo impegnata nelle relazioni con il terzo settore tramite la bottega del terzo settore ed è altresì attiva nella realizzazione dell'housing sociale”.
Si chiama 'Nonni su internet' ed è il programma di alfabetizzazione digitale della terza età promosso da Poste Italiane per rendere anche le persone più anziane pratiche nell’uso del web e delle più moderne tecnologie di comunicazione. Il progetto-pilota è partito il 7 luglio ad Ascoli e da settembre il programma sarà esteso a tutto il territorio nazionale. È la prima volta che un’azienda apre le porte dei propri uffici ai cittadini, per ospitare attività di aggiornamento e formazione. Gli obiettivi del corso sono avvicinare gli over 60 all'uso del computer per navigare in rete, inviare mail e utilizzare i servizi digitali delle pubbliche amministrazioni. I protagonisti sono i partecipanti over 60 iscritti ai Centri anziani e non.
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Sofi Award al 'Castellino' dell'azienda Ralò di San Severino Le olive grigliare da antipasto o aperitivo dell'azienda Ralò di San Severino, con il marchio 'Castellino' si sono aggiudicate una statuetta d'argento al concorso internazionale dei prodotti alimentari 'Sofi Award'. La premiazione è avvenuta a New York durante la fiera Fancy Food, che ha assegnato gli 'Oscar alle migliori ricette'. Per l'azienda settempedana, specializzata nella produzione di vegetali sottolio, verdure grigliate, salse, creme e altro ancora, è stata una ribalta mondiale di assoluto valore, oltre che una straordinaria occasione di promozione dell’immagine del marchio 'Castellino' nell’ambito del mercato nordamericano. “Per noi, e penso per tutte le Marche e il made in Italy in generale, ricevere questo ambito riconoscimento – ha affermato Francesco Lombardo, titolare della Ralò - è stato motivo di orgoglio perché arrivare alle finali di un evento così importante per il nostro settore significa essere riconosciuti tra le migliori eccellenze alimentari presenti sul mercato”.
San Benedetto del Tronto dice 'No' alle armi nucleari Con il patrocinio del Comune si è svolta, il 9 luglio scorso a San Benedetto del Tronto, in concomitanza con altre città italiane, una toccante iniziativa del Comitato 'Senzatomica'. In un'affollata piazza Giorgini è stata data lettura del Manifesto di Russel-Einstein. La dichiarazione è stata presentata il 9 luglio 1955 a Londra, in occasione del lancio di una campagna per il disarmo nucleare. I partecipanti all'iniziativa si sono presentati vestiti di una maglia bianca, a simboleggiare il loro rifiuto per le armi nucleari. Come ha ricordato Daniele Santi, Presidente Comitato Senzatomica, in una lettera al Sindaco per chiedere il sostegno del Comune, San Benedetto del Tronto “ha ospitato la mostra Senzatomica ed è stata visitata da tante persone, soprattutto studenti: non possiamo che esprimere, ancora un volta, gratitudine per il sostegno alla campagna Senzatomica. Ma la campagna continua, continuerà fino a che non sarà raggiunto l’obiettivo: l’approvazione di un Trattato per la messa al bando delle armi nucleari”.
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Grottammare, novità sui mercatini estivi Il sindaco di Grottammare Enrico Piergallini e l'assessore alle Politiche contro la crisi, Lorenzo Rossi, hanno illustrato nel corso di una conferenza stampa tutte le novità che riguardano i diversi mercatini estivi che si terranno in città. Si parte dal 'Mercatino de le Grotte', che durerà fino al 1 settembre lungo il Vialetto pedonale del lungomare della Repubblica, con 45 bancarelle dedicate ad artigiani, hobbisti e Opi, creatori di opere del proprio ingegno. Fino al 27 agosto il Vialetto pedonale lungomare De Gasperi ospiterà il 'Mercatino degli Oleandri'; per quest'ultimo è stato indetto un bando pubblico per cedere l'organizzazione a esterni e incrementare gli incassi del Comune. L'1 e 2 agosto, al Vialetto pedonale lungomare della Repubblica, tornerà il ' XVIII Mercatino della calzatura', organizzato dal Comune di Monte Urano.
NEWS DAL...
BOLIVIA Scoperto un nuovo pozzo petrolifero Vicino alla città di Yapacani, in provincia di Ichilo, è stato scoperto un nuovo giacimento petrolifero, che, secondo le prime stime, porterebbe la Bolivia a produrre 44 milioni di barili di greggio al giorno. Il pozzo è lungo 2500 metri; l'attività di trivellazione è iniziata nel 2014. Per sfruttare il nuovo deposito l'azienda statale Ypfb Andina, ha già stanziato 220 milioni di dollari, di cui 180 per perforare 24 pozzi e definire l'area di operazione e 40 milioni per altre opere e infrastrutture. Per il dipartimento di Santa Cruz, ma anche per le istituzioni locali, aumenterà il flusso di royalties.
ARGENTINA Arriva il libro che si pianta e diventa albero L'editore argentino Pequeno Editor ha creato il primo libro ecologico per bambini, che si pianta nel terreno per trasformarsi in albero. Le pagine sono costituite da materiale biodegradabile e contengono semi di jacaranda, una pianta autoctona che raggiunge fino a 30 metri di altezza. L'opera si intitola “Mi papa esuvo en la selva”, Mio papà è stato nel bosco e racconta la storia di un viaggio nella foresta dell'Ecuador attraverso la voce di un bambino. La finalità del progetto è di dare ai bambini lettori una nuova coscienza e consapevolezza ecologica. Quando il libro è logorato lo si può seppellire e, annaffiandolo per alcune settimane, diventa un vero e proprio albero.
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EGITTO Nasce il mercato unico africano Ben 26 Paesi africani hanno siglato a Sharm El-Sheikh, in Egitto, un accordo per il libero scambio. Nasce così un mercato unico, fondato su tre piani: integrazione, sviluppo infrastrutturale e industriale. 625 milioni le persone coinvolte, per un Pil di oltre 900 miliardi di euro. Per il presidente della Banca mondiale Jim Yong Kim il patto consentirà al continente africano di compiere enormi progressi. “Questa iniziativa - ha dichiarato Kim - è da considerarsi un passo importante verso la valorizzazione della capacità economica del continente africano, ricco di risorse naturali”.
MONDO
MOLDAVIA Accordi con la Cina dopo la crisi dell'embargo russo Il governo della Moldavia, alla luce della crisi causata dall'embargo russo, ha deciso di avviare un importante accordo con la Cina per rilanciare la sua economia. In particolare, è stata firmata una partnership tra la Shipping Container Lines e il porto fluviale di Giurgiulesti, sul Danubio. “La Cina offrirà un servizio diretto agli esportatori cinesi verso la Moldavia”, ha dichiarato Thomas Moser, direttore generale dell'operatore portuale Danube Logistics. “Per la Moldavia la cosa più importante è fornire un servizio a Paesi come la Cina, ma anche altri Paesi asiatici e mediorientali”.
URUGUAY Verso l'addio al petrolio
ETIOPIA Pil in crescita dell'11,4%
Approvato nel 2000 dal presidente Tabaré Vasquez, il piano 'Politica energetica per il 2005-2030' ha portato l'Uruguay a raggiungere l'ambizioso risultato dell'84% di energia rinnovabile. Solare, eolico, idroelettrico e dalle biomasse agricole: queste le fonti su cui il Paese sudamenricano ha puntato in questi anni, con una programmazione efficace. Ogni anno l'Uruguay ha investito il 3% del suo Gdp nelle rinnovabili, cercando investimenti stranieri, che sono arrivati da Spagna, Danimarca, Germania, Usa, Cina, India e anche Italia. L'obiettivo di quest'anno è di raggiungere il 90% di elettricità rinnovabile, puntando, nel 2016, all'indipendenza totale.
Il ministro delle Finanze e dello Sviluppo economico dell'Etiopia, Sufian Ahmed, ha annunciato che quest'anno il Pil del Paese crescerà dell'11,4%. È soprattutto il settore dei servizi a trainare la crescita nazionale, contribuendo al 46,2% del Pil, seguito dall'agricoltura, che copre il 40,2% del Pil. Secondo The Business Ethiopia, l'industria, che attualmente rappresenta il 14,3% del Pil, dovrebbe crescere almeno di 9 punti percentuali. Se le previsioni saranno confermate dai fatti, l'Etiopia, il secondo Paese più popoloso dell'Africa, con oltre 100 milioni di abitanti, diverrà sempre più appetibile per gli investitori stranieri, anche nell'ambito delle energie rinnovabili. Addis Abeba, infatti, ha annunciato di puntare alle energie pulite, per arrivare, nel 2030, a ridurre del 64% le emissioni di gas serra.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
“Puntiamo ai mercati strategici per crescere”
Annarita Pilotti, la prima donna alla guida di Assocalzaturifici Ottimismo, tutela del 'Made In' e internazionalizzazione per tornare a competere di Asmae Dachan
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ottoressa Pilotti, lo scorso mese è stata eletta nuovo presidente di Assocalzaturifici, succedendo ad un altro marchigiano, Cleto Sagripanti. Quali saranno le novità del suo mandato? “Una delle mie priorità sarà la tutela del 'Made In', che ha reso il nostro settore uno dei perni della moda e del gusto a livello mondiale. La protezione dei prodotti e dei produttori italiani sarà dunque uno dei miei obiettivi principali. Rafforzeremo le attività di rappresentanza, affinché si possa esprimere con maggior forza gli interessi del nostro settore, sia a livello nazionale, che internazionale. Non
tralascio gli altri punti principali del mio programma: internazionalizzazione, defiscalizzazione degli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, formazione. Daremo grande importanza all’attività di promozione all'estero a favore delle piccole e medie imprese associate, per aiutare il posizionamento sui mercati più strategici e la collocazione delle manifestazioni fieristiche all’interno del calendario internazionale. E non dimentico certamente il Micam, di cui ritengo indispensabile una rivalutazione e ricollocazione, in termini temporali e di organizzazione, sviluppo e immagine. A ciò vorrei aggiungere un altro strumento
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
che considero basilare e lungimirante: la creazione di uno showroom permanente Assocalzaturifici a Milano, da mettere a disposizione degli associati, con regole di accesso e funzionamento che andremo a definire”. Lei è la prima donna a ricoprire questo incarico, ma è stata pioniera anche quando è entrata in Polizia. Come si afferma una donna in un ambiente storicamente maschile? “Certamente non è stato facile, è servito molto impegno, ma per citare una frase celebre, volere è potere, tutto si può fare. Nell'ambiente di Assocalzaturifici sono stata accolta positivamente: al di là del genere, penso che la mia persona possa rappresentare e dare voce alle aziende calzaturiere. So come funziona un’azienda di calzature; so cosa c’è dietro a un semplice prodotto come la scarpa, che si voglia parlare di progettazione, di produzione, vendita o altro ancora; so quali sono i reali bisogni e problematiche di chi fa impresa in questo settore, perché lo vivo quotidianamente da venti anni. Penso che questo possa essere un valore aggiunto”. Il settore calzaturiero ha risentito molto della crisi degli ultimi anni: si riesce a vedere l'uscita? “Recentemente, in preparazione dell'assemblea in cui sono stata eletta, ho fatto un tour in giro per l’Italia. Ho incontrato molti colleghi sì preoccupati, ma con tanta voglia di fare e di non abbandonarsi a sentimenti di sfiducia e rassegnazione. Imprenditori, prima di
tutto, ma anche imprenditori dell’ottimismo, li definirei. Per questo guardo al futuro con fiducia”. La difesa del Made in Italy è da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia: a che punto siamo? “Il 'Made In' è la maggiore ricchezza del nostro settore: sfruttare questa nostra peculiarità sarà indispensabile per la produzione calzaturiera italiana e dunque questo sarà il punto focale di azione della mia presidenza. Solleciteremo l’attenzione dei ministeri competenti, affinché i loro interventi siano più mirati, concreti e vicini alle attese del nostro settore. Naturalmente, questo processo sarà gestito con una 'governance' adeguata ed efficace in un quadro internazionale in cui siano accresciute le azioni antidumping, sia disciplinato il rispetto universale delle regole commerciali, specialmente riguardo ai dazi doganali e siano potenziate le misure a contrasto della contraffazione delle produzioni”. Quanto la crisi russa sta penalizzando il comparto calzaturiero? Cosa auspicano gli imprenditori del settore? “Proprio recentemente, in un incontro con una delegazione di parlamentari europei, ho sollecitato una apertura di dialogo con le autorità russe affinché si possa giungere a un accordo condiviso che modifichi il sistema di sanzioni. Questi problemi hanno causato ingenti danni al nostro settore e hanno contribuito a far chiudere oltre 200 aziende. La Russia è il nostro secondo Paese di esportazione e questa situazione
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sta mettendo in ginocchio l’economia, pertanto riteniamo indispensabile una revisione urgente di questi provvedimenti”. La sua azienda sta investendo molto nell'apertura di nuovi negozi all'estero. Che valore ha oggi l'internazionalizzazione? “Ricerca di nuovi mercati e internazionalizzazione sono senz'altro la principale leva di crescita. Oggi la qualità da sola non basta più, infatti da tempo sosteniamo il nostro brand con politiche di investimento a tutto tondo, guardando soprattutto all'estero: comunicazione, pubblicità, rafforzamento della distribuzione diretta con vetrine monomarca, e-commerce. Negli ultimi anni abbiamo avuto ottimi risultati a livello internazionale, e in particolare in Cina, negli Emirati Arabi, nella Russia e nelle ex repubbliche sovietiche. Inoltre siamo ben presenti, grazie anche alle nostre boutique monomarca, in Spagna (Tenerife), Regno Unito (Londra), Francia (Parigi) e siamo sempre attenti anche agli Stati Uniti”. Un'ultima domanda: quali saranno le sue prossime sfide da donna e da imprenditrice? “Continuare a lavorare con passione insieme alla mia famiglia. Due dei miei quattro figli sono già in azienda, spero che anche gli altri due potranno entrarvi presto. Un cambio generazionale sarà necessario, ma io e mio marito Graziano saremo qui con la medesima passione che abbiamo avuto nei nostri primi 40 anni”.
INTERNAZIONALIZZAZIONE
INTERMODADRIA: educhiamo i giovani ai temi dell'intermodalità
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porti del mare Adriatico che si caratterizzano per differenti livelli di accessibilità alle infrastrutture di trasporto dell’entroterra. Strutturato in cinque linee di attività, il progetto ha l’Interporto Marche fra i suoi 11 soggetti partner. Interporto Marche si è dedicata alle misure di sostegno all’intermodalità ed alla redazione dei report finali relativi ai flussi di traffico, ferry e container, e allo stato del sistema infrastrutturale. Per il trasporto merci il sistema produttivo delle Marche sceglie per oltre il 95% la gomma, relegando all’1% quello su ferro e a circa il 2,5% quello via mare, cifre che indicano chiaramente come
ESI - Coerentemente con la propria vocazione internazionale, Interporto Marche spa, infrastruttura che ottimizza il sistema dei trasporti regionali incentivando lo sviluppo della logistica e dell'intermodalità assecondando i paradigmi dello sviluppo sostenibile, è partner del progetto “INTERMODADRIA – Supporting intermodal transport solutions in the Adriatic area” del programma comunitario IPA CBC Adriatico, nel quale la Regione Marche è capofila. Il progetto si pone l’obiettivo generale di migliorare l’integrazione del trasporto marittimo a corto raggio nelle catene logistiche che includono i porti e retro-
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
sia necessario un cambio di passo verso l’intermodalità. La sostenibilità, tuttavia, non è solo quella ambientale ma anche economica. Ecco quindi che diventa prioritario attrarre flussi europei e mondiali accettando che la partita si giochi sulla competitività dei servizi nei quali ancora l'Italia è perdente rispetto ai grandi hub del nord Europa tipo Rotterdam e Amburgo. Al contempo è fondamentale creare una rete di porti integrata nella quale le strutture terrestri come l'interporto sia una porta di accesso al porto nel quale svolgere alcune attività ad elevato valore aggiunto per le merci importate, e nel quale effettuare alcune operazioni preliminari all'imbarco per l'Export. In ottica di sostenibilità vanno ricordate le direttive comunitarie definite nel Libro Bianco dell'Unione Europea e nelle Linee Guida del Piano nazionale della Logistica che hanno fissato obiettivi ambiziosi: il 30% entro il 2030 ed il 50% entro il 2050 del trasporto merci sopra i 300 Km dovrà viaggiare su modalità diverse dalla gomma. Da qui discende l'impegno di Interporto Marche a sostenere e partecipare ai progetti di sviluppo della intermodalità. Come dimostrato da uno studio condotto in joint con la facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università di Parma, l’utilizzo del trasporto ferroviario incide per 1/6 sul consumo di energia e per l’emissione di CO2 e polveri sottili rispetto al trasporto camionistico. Si tratta di un modello trasportistico sostenibile e non solo dal punto di vista strettamente ambientale, ma anche da quello economico e sociale.
The project is co-funded by the European Union, Instrument for Pre-Accession Assistanc
PARTNERSHIP TRA AURORA BASKET E INTERPORTO MARCHE SPA Grazie alle attività del progetto Intermodadria, nel periodo novembre 2014-maggio 2015, si è sviluppata una partnership con l’Aurora Basket di Jesi nell'ambito della quale sono state realizzate una serie di attività rivolte alle nuove generazioni con la realizzazione di una serie di iniziative a carattere divulgativo volte proprio a comunicare il progetto ai più giovani per fare dei piccoli atleti degli adulti consapevoli. Non sono mancati momenti di divulgazione anche nei confronti delle imprese (con il canale B4B Basket for Business) e delle scuole con incontri presso scuole elementari e superiori e visite guidate in interporto. Tra due mondi apparentemente lontani come quello dell’intermodalità e della pallacanestro, è nato quindi un robusto sodalizio che ha avuto come fattore comune la trasmissione di valori legati alla sostenibilità ambientale ed al trasporto delle merci che poi vengono consumate. L'appuntamento finale si è svolto con il “Trofeo Intermodadria”, torneo di basket giovanile maschile per categorie Aquilotti (classe 2004) con la partecipazione, oltre che degli atleti dell'Aurora Basket, di quelli della Robur ∂47∂
Osimo e Marotta Basket e delle formazioni categoria under 15 di Aurora Basket, Perugia Basket, Pescara Basket e Cab Stamura Ancona. Alla manifestazione ha partecipato anche Luca Celli, project manager del progetto Intermodadria per il partner Interporto Marche, il quale ha consegnato i riconoscimenti a tutte le formazioni partecipanti. “Sicuramente una bella due giorni di sport – ha detto Celli – nella quale i ragazzi si sono divertiti ma hanno anche appreso alcuni concetti che sono interessanti per il loro futuro. Se vogliamo che le future generazioni siano più consapevoli delle tematiche della sostenibilità ambientale e dello sviluppo infrastrutturale quale volàno di opportunità anche lavorative, iniziative come questa, seppur sperimentali, sono convinto che possano aprire un filone interessante per parlare più direttamente a cittadini europei di domani”. Proprio con la finalità di informare i giovani sulle opportunità di formazione e lavoro offerte dal settore del trasporto e della logistica, nell'ambito del progetto Intermodadria, è stato creato il portale web http://lavorareinporto.it
EUROPA INFORMA Nuovi programmi di collaborazione transnazionale europei di Antonio Morano Management Academy Sida Group srl - Area Europrogettazione
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egli scorsi anni l’attenzione dell’Unione Europea non sembrava orientata alla sua sponda meridionale e all’area del Mediterraneo. Oggi sembra esserci un cambio di rotta, il 23 giugno scorso, a Marsiglia, si è svolto l’evento di lancio del programma di cooperazione transnazionale INTERREG MED. Il programma, al fine di promuovere la crescita sostenibile nell'area mediterranea, di rafforzare le idee e le pratiche innovative, contestualmente ad un uso ragionevole delle risorse, sostenendo contemporaneamente l'integrazione sociale attraverso un cooperazione integrata e basata sul territorio, finanzierà progetti che prevedono lo scambio di esperienze e conoscenze ed il miglioramento delle politiche pubbliche fra le autorità nazionali, regionali e locali e gli altri attori territoriali delle regioni che partecipano al programma. Il programma agisce a livello regionale coinvolgendo ben 57 regioni appartenenti a 10 Stati membri dell’Unione Europea che si affacciano sul Mediterraneo, dalla Grecia alla Spagna meridionale e ad
alcune regioni del Portogallo, oltre ad includere anche tre Paesi candidati (Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro). Per l’Italia sono ammissibili tutte le regioni eccetto il Trentino Alto Adige. Contestualmente all’evento di lancio è stata aperta la fase preparatoria del primo bando del programma, relativo ai progetti modulari. L’apertura effettiva del bando è fissata per il prossimo 1° settembre con scadenza il 2 novembre. Inoltre, da Aprile si sono riaperti i bandi di cooperazione territoriale europea. Il programma di cooperazione interregionale 2014-2020 INTERREG EUROPE interessa tutti i 28 Stati membri dell’UE, a cui si aggiungono Norvegia e Svizzera. Il programma Interreg Europe, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), è stato progettato per sostenere le Regioni Europee nella progettazione ed attuazione di politiche e programmi regionali in modo più efficace. Il programma di cooperazione interregionale ha un focus particolare sulla creazione di reti, lo scambio e il trasferimento di esperienze, con l'obiettivo di trovare soluzioni ai problemi.
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Il bilancio totale per il programma è di 359 milioni di euro: • 322,4 milioni di euro sono disponibili per cofinanziare progetti di cooperazione interregionale realizzati dai partner europei. I partner della Norvegia e della Svizzera saranno cofinanziati da fondi nazionali dei rispettivi paesi. • 15,3 milioni di euro sono assegnati al finanziamento delle attività svolte dalle piattaforme di policy-learning. • 21,3 milioni di euro sono destinati all’assistenza tecnica. Ad ottobre, invece, si apriranno interreg Adrion, basato sulla strategia della macroregione Adriatico – Ionica, nella quale la regione Marche svolge un ruolo di primo piano in quanto presidente. L'idea alla base di una strategia macroregionale è dare valore aggiunto agli interventi, sia per l'Unione europea, le autorità nazionali o regionali, il terzo settore o settori privati, in modo da rafforzare significativamente il funzionamento della macro-regione. Inoltre, risolvendo i problemi di un gruppo relativamente ristretto di paesi e regioni si può aprire la strada verso una maggiore coesione a livello Europeo.
Al se rvizio dei ma r ch i g i a n i
RACCOLTA TRASPORTO STOCCAGGIO SMALTIMENTO RICICLAGGIO RIFIUTI QUALITÀ CERTIFICATA Qualità, efficienza organizzativa e specializzazione. La SOGENUS Spa ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001, quella del sistema di gestione ambientale ISO 14001, la ISO 18001, la Sa 8000 e la registrazione EMAS.
La SOGENUS Spa ha adottato inoltre un Sistema di Gestione Integrato (SGI). Per questo ci è stato riconosciuto il marchio BEST4 (Business Excellence Sustainable Task), segno di eccellenza organizzativa e operativa. www.creative-project.it
A DIFESA DELL’AMBIENTE La SOGENUS Spa garantisce il recupero e il reinserimento nel contesto territoriale delle aree gestite dal momento dell’inizio della postgestione dei comparti esauriti. Tratta con le più avanzate tecnologie i rifiuti compresi quelli gassosi come il biogas trasformandolo in energia elettrica. Di particolare interesse ed efficacia è il biomonitoraggio tramite l’utilizzo delle api mellifere ed il progetto per la biodiversità curato dall’Università Politecnica delle Marche.
LA DISCARICA CONTROLLATA Dal 1989 la SOGENUS Spa gestisce la discarica comunale sita nel Comune di Maiolati Spontini (AN) con un'estensione globale di circa 40 ettari. I rifiuti sono smaltiti secondo precisi criteri di legge, nel rispetto e nella tutela dell'ambiente attuando approfonditi monitoraggi ambientali nel rispetto della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). SEDE LEGALE E OPERATIVA Via Cornacchia, 12 60030 Moie di Maiolati Spontini (AN) Tel. 0731.703418 Fax 0731.703419 infoimpianto@sogenus.com
SEDE AMMINISTRATIVA Via Petrarca, 5-7-9 60030 Moie di Maiolati Spontini (AN) Tel. 0731.705088 Fax 0731.705111 ∂49∂ info@sogenus.com
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ACQUISIZIONI & CESSIONI BUY SIDE ID
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AREA
TUTTA ITALIA
TUTTA ITALIA
TUTTA ITALIA
SETTORE
OPERAZIONE
CALZATURE
ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE
TURISTICO
ALIMENTARE
LOCAZIONE IMMOBILE
ACQUISIZIONE MAGGIORANZA DEL CAPITALE
DESCRIZIONE TARGET
Rilevante gruppo indiano operante nel settore delle calzature e della moda, interessato a valutare ingressi qualificati nel capitale di PMI specializzate nella produzione di calzature antinfortunistiche.
Catena alberghiera leader a livello internazionale ricerca strutture ricettive di grandi dimensioni (minimo 70 camere), ubicate preferibilmente in grandi città (zone industriali-zone commerciali) con l'obiettivo di rilevare in locazione la struttura. La durata minima garantita del contratto di locazione è pari a 20 anni.
Primario Gruppo con sede nel centro Italia operante nel settore alimentare interessato a valutare ingressi qualificati nel capitale di aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di spumanti.
VALORI FATTURATO: € 10 - 40 Mio EBITDA: 10% DEAL SIZE: € 1-5 Mio REVENUES: n.d. EBITDA: n.d. DEAL SIZE: n.d. FATTURATO: € 2/15 Mio EBITDA: 10% DEAL SIZE: € 1-3 Mio
SELL SIDE ID
S1
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S3
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AREA
CENTRO ITALIA
CENTRO ITALIA
CENTRO ITALIA
CENTRO ITALIA
SETTORE
CALZATURE
CALZATURE
ICT/TLC CONSULTING
ABBIGLIAMENTO
OPERAZIONE
DESCRIZIONE TARGET
VALORI FATTURATO: € 27 Mio
CESSIONE MINORANZA
Affermato gruppo manifatturiero operante nel settore delle calzature di sicurezza con marchi riconosciuti a livello europeo interessato a valutare ingressi di minoranza qualificata di partner industriali e/o finanziari internazionali per sviluppo del business
CESSIONE MAGGIORANZA
CESSIONE MAGGIORANZA
CESSIONE MAGGIORANZA
Affermata PMI nel settore delle calzature di sicurezza con marchi riconosciutI a livello internazionale interessata a valutare ingressi qualificati nel capitale o partnership operative per sviluppo del business
PMI specializzata nell’erogazione di servizi ad elevato valore aggiunto in ambito TLC (system integrator) eITC , con clientela di stampo internazionale, cede maggioranza per scelta strategica dei soci
Affermata PMI operante da oltre vent'anni nel settore dell'abbigliamento con prestigiosi marchi riconosciuti a livello internazionale (80% delle vendite all'estero) cede la maggioranza per mancato passaggio generazionale
EBITDA: 15% PFN: € 3,8 Mio E.V.: 20 - 25 M. FATTURATO: € 12 Mio EBITDA: 4% PFN: € 4,8 Mio E.V.: € 2 M. FATTURATO: € 1,2 Mio EBITDA: 19% PFN: € 0 E.V.: € 1,5 Mio FATTURATO: € 6 Mio EBITDA: 13% PFN: € 1,2 Mio E.V.: 6-8 Mio FATTURATO: € 0,150 Mio
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CENTRO ITALIA
ALIMENTARE
CESSIONE MAGGIORANZA
Azienda agricola vitivinicola specializzata nella produzione di vino Verdicchio di fascia alta cede attività, terreni (7 ettari) ed immobile (casolare) per scelta strategica dei soci.
EBITDA: n.a PFN: n.a E.V.: € 0,7 Mio
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CONSULENZA
VERSO IL 'CHANGE MANAGEMENT'
Per un avvicinamento della formazione della Pubblica amministrazione a quella delle aziende private di Angelo Pasquarella
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ualcuno potrebbe domandarsi: perché parlare di formazione per aziende private e per la Pubblica amministrazione? Alla fin fine, anche a fronte di diverse attività, i metodi formativi non sono sempre gli stessi? E in particolare: la Pubblica amministrazione non potrebbe semplicemente essere assimilabile ad un’azienda di servizi? Dopo tutto, si occupa di garantire ai cittadini il funzionamento di quanto serve, sia in termini di manutenzione delle strutture materiali, sia in termini di facilitazione per lo svolgimento delle proprie attività, nel rispetto delle regole imposte dalla civile convivenza. Si potrebbe anche dire che, così come la Pubblica amministrazione è regolata da precise norme, anche ogni società privata o commerciale ha delle regole che ogni operatore deve rispettare. Le osservazioni sopra riportate, stando alla logica, sono pienamente condivisibili. Qual è quindi il problema che ci fa percepire così distanti i due modelli formativi?
Intervengono sicuramente due importanti aspetti: le procedure della Pubblica amministrazione sono vincolate da leggi e regolamenti che, per loro natura, possiedono un livello di rigidità maggiore rispetto a quanto non avvenga nelle aziende private. La mentalità che ne consegue è orientata al rispetto della norma, piuttosto che ai risultati che le norme stesse intendono perseguire. La logica aziendalista è orientata al perseguimento del risultato che l’impresa si pone. Il rispetto della norma è pertanto strumentale al raggiungimento del risultato stesso e, in questi termini, viene interpretata dagli stessi operatori, che la vedono come un mezzo per l’ottenimento dei fini aziendali. Oggi, peraltro, soprattutto nel mondo dei servizi, si tende ad investire le risorse di risultati attesi, laddove (e la circostanza è sempre più frequente) non è più il rispetto del modello organizzativo a fornire implicitamente, attraverso il suo rispetto, il risultato atteso, ma
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CONSULENZA quest’ultimo è l’obiettivo del quale è l’operatore ad essere investito, lasciando a lui una consistente dose di flessibilità per ottenerlo. Ciò che conta quindi non è tanto l’attenzione ossessiva al rispetto dei vincoli dettati dalla procedura, ma i risultati che devono essere conseguiti, nel rispetto dei 'paletti' in termini di correttezza, di valori e di principi, posti dall’impresa. La logica perseguita dalla Pubblica amministrazione è tutt’altra. In questo contesto prima vengono le regole e solo successivamente i risultati. Non si tratta di una scelta degli operatori, ma del meccanismo tipico della Pubblica amministrazione che, attraverso una fitta serie di norme e di controlli, impone a ogni operatore determinati comportamenti. La conseguenza è che la formazione orientata agli enti pubblici vede come momento centrale proprio gli aspetti giuridici e procedurali e passa in secondo piano, automaticamente, gli scopi pratici che pure le normative sono deputate a perseguire. In buona sostanza, l’operatore privato legge la regola in funzione del risultato di cui è investito, l’operatore pubblico si preoccupa di essere ligio alla norma prescindendo dai risultati pratici che la norma persegue. Questa è l’essenza stessa della burocrazia, cioè l’involuzione all’interno di un’infinità di procedure che perdono di vista il risultato. Se dovessimo quindi parlare di cambiamento della formazione dovremmo pensare ad un avvicinamento tra le logiche private e quelle pubbliche. Il focus della formazione dovrebbe, infatti, passare dagli aspetti giuridici a quelli progettuali, dalla conoscenza delle procedure al problem solving, dalla rigidità imposta dai meccanismi burocratici alla capacità di operare in team in modo flessibile. Dobbiamo tuttavia domandarci fino a che punto un nuovo orientamento formativo attento al servizio al cittadino, alla soluzione dei problemi e ai risultati pratici nell’interesse collettivo sia oggettivamente possibile e praticabile. Se ci immaginiamo nei panni di un pubblico ufficiale che sia investito dell’applicazione di una regola, e che sia perfettamente cosciente che la sua applicazione alla lettera genera un danno certo alla Pubblica amministrazione, e quindi a tutti i cittadini, cosa preferiremmo fare? Ci sforzeremmo di trovare
una soluzione che salvaguardi il risultato, con il rischio di avere conseguenze personalmente negative, o applicheremmo pedissequamente la regola, mettendoci al riparo da ogni grana e provocando così il prevedibile danno? Ben pochi sceglierebbero la prima soluzione! Ecco che allora il problema della formazione passa, a mio avviso, attraverso una profonda riforma delle regole. Solo se l’operatore, così come avviene nel mondo delle aziende private, seppure all’interno di un preciso contesto di regole, appare investito di un risultato atteso collegato alla sua funzione, solo se il sistema di valutazione del suo operato fa riferimento al risultato medesimo, solo se le norme incentivano all’assunzione di responsabilità in funzione del servizio reso, solo se i controlli sono focalizzati nella direzione dei risultati pratici perseguiti, avremo una burocrazia che, in modo efficace, ottiene risultati nell’interesse dei cittadini e non appare indifferente di fronte ai problemi, esclusivamente attenta al proprio autoreferenziale riferimento alle regole. Ma, dobbiamo domandarci: è possibile tutto questo? Con un sistema che incentivi le responsabilità, supportato da formazione orientata in questo senso, non aumenterebbero gli abusi, la corruzione, i favoritismi? È esattamente il contrario. Le irregolarità e la corruzione si annidano all’interno di meccanismi poco trasparenti, nei quali l’impersonalità delle norme esclude ogni e qualsiasi responsabilità, nei quali la difficoltà di comprensione dei meccanismi esclude ogni possibilità di controllo sociale e nei quali la mancata visibilità dei processi e di coloro che sono precisamente deputati ad effettuare le scelte impediscono ai semplici cittadini ogni e qualsiasi consapevolezza, rendendoli rassegnati e comunque incapaci di esprime un giudizio su quelle funzioni che dovrebbero essere proprio al loro servizio. Penso quindi che oggi il problema non stia nei programmi e nelle modalità formative che possono essere messe in gioco, ma nella necessità di una profonda riforma. Il successivo passo sarebbe un grande sforzo formativo orientato al “change management”, teso ad educare impiegati e funzionari pubblici alla nuova logica di servizio, di attenzione al risultato e di assunzione di responsabilità.
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Angelo Pasquarella, avvocato prestato al management, già top manager è ora piccolo imprenditore di successo. Esperto di mercato del lavoro dal punto di vista sociologico, ha partecipato a numerose ricerche, è pubblicista e autore di quattro libri di cui l’ultimo, "Giovani al lavoro", pubblicato a fine 2013. Suo è il celeberrimo "Il Quinto Stato" (Guerini), testo di riferimento nel settore aziendale e ben recensito da grandi giornali.
IMPRESE E IMPRENDITORI
MARCHEBIKELIFE: fare impresa in sella a una bici
La storia di Mauro Fumagalli che ha trasformato la sua passione in un nuovo business: “Il cicloturismo, in Europa, genera un indotto di 44 miliardi di euro all'anno e può crescere molto anche nelle Marche, con un target di appassionati ancora prevalentemente straniero” di Stefano Strano
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IMPRESE E IMPRENDITORI
D
a ciclista a imprenditore, cosa l'ha spinta a questo cambiamento? “L'entusiasmo e la passione per la bicicletta, la stessa che, e lo dico con un filo di commozione, è stato mio padre, un corridore di altri tempi, a trasmettermi. Ho percorso tanti chilometri in sella, fatto molti sacrifici, visitato luoghi magnifici e vissuto esperienze uniche che solo la strada e una bicicletta ti possono dare. Oggi, a distanza di tanti anni, mi ritrovo ad aprire le tasche della mia maglia da corridore e, sempre con grande passione, trasformare un'importante esperienza sportiva in un'opportunità di nuovo business. Il tutto nasce da diversi spunti e da idee comuni, fuse in un unico modo di pensare, insieme alla mia compagna di vita, e di bici, Monica Palloni, affermata fotografa professionista con un profondo amore per lo sport e per le sfide. Con lei ho analizzato il fenomeno del cicloturismo internazionale, il patrimonio del nostro territorio e tutte quelle idee, conoscenze, esperienze e appunti custoditi gelosamente nella nostra agenda e tenuti in incubazione per tanti anni”. MarcheBikeLife, un nome che sintetizza tanti concetti: in che modo? “MarcheBikeLife - radici, bici e passioni, ha al centro l'amore per la bicicletta, con una particolare attenzione al mondo del turismo ecosostenibile. Un progetto che è nato per racchiudere una sfida: concentrare in una sola parola tantissime emozioni e storie da condividere. Così abbiamo voluto unire saldamente tre parole: le Marche, con tutto il loro patrimonio di arte, cultura, storia, territorio ed eccellenze, dal mare ai monti, dai fiumi alle colline; la bicicletta, Bike, come strumento ecologico di conoscenza, viaggio, benessere e libertà; la vita, Life, vissuta e da vivere con questa nostra passione”. Quali sono stati i passaggi successivi alla definizione del progetto? “MarcheBikeLife si sviluppa diffondendo un concetto: utilizzare la bicicletta come mezzo di viaggio e di turismo, arte, cultura, benessere, fino a farla diventare lo strumento più rappresentativo e cool del nuovo stile di vita con-
temporaneo, per tutte le tipologie di persone e fasce di età. Il core business è la creazione e l'organizzazione di tour cicloturistici su misura del cliente, alla scoperta delle Marche”. Qual è il vostro target? “Ci rivolgiamo in prevalenza a chi è appassionato di bicicletta, a chi, insieme alla sua bici, vuole scoprire nuovi itinerari e paesi, prendersi cura di sé, trascorrere vacanze in modo sportivo e dinamico e conoscere nuove persone. Il target, per ora, è prevalentemente internazionale, mirato su quelle realtà dove c'è maggiore cultura ciclistica: paesi del Nord Europa, Stati Uniti, Australia, Arabia Saudita, Israele, Brasile. Speriamo a breve di sensibilizzare sempre di più anche i nostri connazionali”. Quali sono i volumi del cicloturismo in Italia e in Europa? “L'Italia è tra le mete preferite: ci sono dati dell'Unione europea che lo confermano. Alcune regioni italiane, da qualche anno, e grazie anche alla spinta dell'imprenditoria privata (albergatori, associazioni di categoria del turismo, consorzi vinicoli e agrari) hanno cominciato a destinare risorse economiche per la valorizzazione dei propri territori, in funzione di una migliore offerta per i cicloturisti stranieri che ogni anno scelgono il nostro paese. Il cicloturismo in Europa non è affatto una nicchia per pochi appassionati, ma un'economia vera, che genera circa 20 milioni di pernottamenti per vacanze in bici all'anno e circa 2 miliardi di escursioni giornaliere a scopo turistico, con un indotto pari a circa 44 miliardi di euro l'anno. In Italia questo flusso non è ben conosciuto perché manca ancora un organo di studio dedicato che possa monitorare in modo preciso l'andamento del settore. Inoltre, non si conoscono con esattezza i numeri generati dalle varie discipline del cicloturismo: racing, performance, slow, trekking, mountain bike, citybike ecc. L'unica regione che ha provato a monitorare il fenomeno è stata il Trentino Alto Adige, e i numeri che ha registrato sono incredibili: 79 milioni di euro di introito tra il 2009 e 2010. Che dire? A buon intenditore poche parole”.
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Che tipo di business si può sviluppare intorno al cicloturismo? “Attualmente, stiamo parlando di un valore aggiunto minimo per il territorio marchigiano, quindi, se adeguatamente supportato e valorizzato, con specifiche azioni di diffusione o promozione, potrebbe incontrare il parere favorevole di numerosi operatori turistici, enti pubblici, strutture ricettive, consorzi turistici, aziende vinicole e agroalimentari e trasporti, a partire da quelli ferroviari. Questo perché rappresenta uno dei pochi segmenti che influisce positivamente sulla destagionalizzazione del turismo, sull'aumento degli arrivi e delle presenze di turisti stranieri: particolarmente apprezzata è la possibilità di coniugare la pratica sportiva con il turismo culturale. Ne consegue l'aumento dell'occupazione nei settori correlati”. Come si distribuisce quest'attività durante l'anno? “Il momento più opportuno per una vacanza cicloturistica nella nostra regione, generalmente, è il periodo di bassa stagione. La fase migliore, infatti, va da marzo a metà luglio, e poi, da settembre a ottobre”. Quanto conta, per valorizzare e promuovere simili iniziative, la creazione di una rete? “E' fondamentale per avere successo in questo campo: occorre mettere insieme gli specialisti del settore. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di fare sistema, senza pregiudicare le peculiarità di ciascun esperto in questo ambito, ma, al contrario, coordinandole affinché siano in grado di affrontare le dimensioni del mercato internazionale”. Quali sono le prossime azioni che metterete in campo? “MarcheBikeLife sarà un propulsore nella promozione di iniziative legate all'uso della bicicletta in tutte le sue forme: organizzeremo eventi ciclistici legati alla cultura, arte e storia della bicicletta, convegni sulla ciclabilità dei nostri territori e pedalate ecologiche aperte a tutti. In sostanza, cercheremo con tutte le nostre forze di divulgare l'uso della bicicletta nella nostra frenetica società moderna”.
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IL TURISMO CORRE SUL WEB
Prenotazioni sempre più last minute e online: entra nel vivo l'estate 2015 Ne parliamo con Daniele Gatti, titolare del Centro turistico Holiday di Porto Sant'Elpidio di Asmae Dachan
L
a stagione turistica estiva 2015 è ufficialmente iniziata: come stanno andando le prenotazioni? “Purtroppo non possiamo ancora dire di aver scavalcato la vetta: la crisi si fa sentire, le prenotazioni diventano sempre più last minute. A pagarne le spese è soprattutto la bassa stagione; nonostante il clima quest’anno favorevole, giugno non ha dato risultati eclatanti rispetto allo scorso anno, come noi operatori turistici speravamo. L’occupazione per luglio e agosto, invece, è positiva: abbiamo quasi terminato la disponibilità per questo periodo, tranne le settimane a cavallo dei due mesi di alta stagione, che sono quelle sempre più difficili da riempire”. Quali iniziative avete messo in essere per attirare i flussi di vacanzieri? Come promuovete le vostre attività? “Oggi gran parte della partita si gioca in rete. Nella mia azienda ho formato un team che si occupa di marketing e social marketing e in questo senso stiamo davvero investendo molto; l’indicizzazione e il posizionamento della struttura ricettiva sul web sono potenti strumenti di vendita. I social media sono nati come gioco, ma ormai sono un fondamentale strumento di marketing e di e-commerce. Facebook, Twitter e oggi anche Instagram sono le vetrine dove i nostri clienti 'ci scelgono'. Quest’anno abbiamo anche ospitato il primo instameet in una struttura turistica nelle Marche, con blogger e intagramers provenienti da tutta Italia, che hanno raccontato attraverso le immagini la loro esperienza nella nostra struttura. Il cliente cerca ormai strumenti per vivere la sua vacanza ancora prima di prenotare: luoghi, bellezze, divertimento. La sfida è
proprio essere capaci di raccontargli le emozioni che potrà assaporare, convincendolo così a sceglierci. Non dobbiamo poi dimenticare le fiere di settore, che rappresentano ancora un’opportunità di contatto diretto con il cliente e danno quindi un valore aggiunto. Oggi il modo di fare fiere è cambiato, la distribuzione di depliant è stata sostituita dalla ricerca di contatti profilati, cioè di gente che ha scelto la destinazione e il tipo di struttura. Quei contatti vengono poi utilizzati per il target a cui si vuole rivolgere una determinata offerta: parliamo del cosi detto 'direct mail marketing' che porta anch’esso buoni risultati in termini di prenotazioni dirette”. Un villaggio, un hotel residence e un campeggio: una rosa di soluzioni per rispondere a una clientela sempre più eterogenea. Come riuscite a gestire tante diverse attività? “Sicuramente con l’esperienza maturata negli anni e la capacità di cogliere le esigenze di un cliente sempre più attento alla qualità della vacanza. Tripadvisor, Booking e altri siti sono ormai le vetrine dove la clientela esprime giudizi e valuta il servizio e la qualità della vacanza. Premesso che non tutte le recensioni sono affidabili, un utente attento deve essere bravo a trovare gli strumenti per capire se una struttura gli offrirà il tipo di vacanza che cerca. Oggi la web reputation è determinante, lavori se ce l’hai buona; gestire la propria immagine esterna è decisivo”. Anche nel turismo sono richieste professionalità sempre più alte: come
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rispondete a questa esigenza? “La formazione è fondamentale. In azienda, prima dell’inizio della stagione, attiviamo corsi di formazione turistica da cui poi selezioniamo il personale per gli uffici di front office Villaggio e Residence. L’apertura stagionale rende certo sempre più difficile reclutare profili con professionalità adeguate ad una struttura cosi grande, per questo cerchiamo continuamente di essere vicini ai nostri dipendenti anche durante la stagione. L'esperienza sul campo consente poi di perfezionare e tradurre in pratica le competenze maturate nel percorso formativo”. Ci parli dei vostri ospiti: più italiani o stranieri? Quali sono le loro maggiori richieste? Una volta giunti al vostro centro turistico, vanno anche a visitare il territorio? “L’estero è purtroppo ancora un mercato residuale; abbiamo segnali di interesse dalla Russia e dall’Ucraina, malgrado la crisi che ha penalizzo questi spostamenti. C’è un discreto movimento da Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Svizzera. Il mercato italiano, in particolare quello dal nord Italia, rimane il nostro bacino d’utenza principale”. Facciamo un passo indietro: come è iniziata la sua avventura imprenditoriale? “La nostra azienda è stata fondata dai miei nonni Gelmira Peretti e Sebastiano Mancini negli anni’70, poi mio zio Giuseppe Falzetta è stato il pioniere di una forma di turismo ancora sconosciuto nelle Marche, investendo non solo nel campeggio, ma anche nelle strutture in muratura. Erano gli anni della trasformazione dei campeggi in villaggi. Ho iniziato con ruoli
IMPRESE E IMPRENDITORI Holiday Porto Santelpidio
Daniele Gatti
gestionali nell’azienda di famiglia dal 1998 e ho vissuto una profonda evoluzione del mercato turistico. I flussi spontanei negli anni si sono ridotti drasticamente: si può dire che prima bastava 'accendere la macchina' ed essere pronti ad accogliere le persone. I villaggi vacanze erano la novità, il turismo en plein air attirava; si muovevano grandi quantità di turisti dai Paesi del centro e Nord Europa. Ricordo file di roulotte lungo la pineta prima dell’ingresso del villaggio, in attesa per poter entrare”. Oltre al suo impegno di imprenditore, lei ricopre anche diversi importanti ruoli come quello alla presidenza della Confcommercio locale. Quanto conta riuscire a mettere in comunicazione queste realtà? “Oltre che presidente della Confcommercio sono stato vicepresidente del Sistema Turistico locale Marca Fermana dal 2008 al 2014 e sono attualmente consigliere del Turismo della Camera Di Commercio di
Fermo. Grazie a questi ruoli, ho sempre avuto una visione d’insieme del comparto turistico territoriale: il confronto con i colleghi e con chi rappresenta le eccellenze della nostra regione, dall’enogastronomia alla cultura, è fondamentale per le strategie di promozione che un operatore deve mettere in atto. Spesso, all’interno delle associazioni e degli enti, manca il contatto diretto con chi conosce le vere esigenze dei turisti; per questo è importante la presenza di imprenditori 'impegnati sul campo' in grado di focalizzare gli investimenti ed evitare gli sprechi”.
funzionale per promuovere la regione sotto l’aspetto delle bellezze naturali ambientali ed enogastronomiche. Debbo dire che nel Consorzio Marche Maraviglia vedo una mentalità aperta e ottime potenzialità per raggiungere l'obiettivo di realizzare uno stand fieristico con un unico 'Brand Marche' con cui ci siamo già proposti questo inverno nei maggiori appuntamenti fieristici italiani. È stato un passo importante per promuovere in un unico contenitore le nostre strutture ricettive e il nostro territorio”.
L'Holiday ha aderito al Consorzio Marche Maraviglia: quanto conta oggi fare rete? “Da anni parlo della necessità di fare sistema per promuovere il territorio; purtroppo siamo ancora indietro, serve una linea di condotta comune tra gli operatori che ancora manca. Le Marche hanno bisogno di un piano strategico ancora più
Ci tolga una curiosità: quando arriverà anche per lei il momento di andare in vacanza, che tipo di meta sceglierà? “Sorrido sempre a questa domanda . Dopo tre mesi di mare scelgo la pace della montagna con la mia famiglia; la mia meta è la Val Passiria, Nordik walking e bici. Possibilmente dove non prende il telefono”.
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IMPRESE E IMPRENDITORI
DANHERA ITALY, il profumo delle Marche
Con la fragranza 'INFINITO', l'azienda di Daniela Ciaffardoni è stata sponsor tecnico della Regione Marche a Expo Milano 2015
R
è lo sguardo oltre la siepe, la libertà dell'anima che viaggia al di là delle barriere del tempo e dello spazio. Il lifestyle DANHERA Italy è stato un eccellente ambasciatore delle Marche, proponendo la relazione tra odori e benessere, tra le suggestioni che suscita un profumo, che richiama ricordi lontani della vita di ognuno di noi e il piacere di stare bene, avvolti in un ambiente accogliente, di rara bellezza. L'ennesimo successo per Daniela Ciaffardoni, titolare di DANHERA Italy, che da trent'anni opera come imprenditrice nel settore del cleaning con la Ecoline Group. Alla base di questa nuova sfida umana e imprenditoriale c'è la passione per i prodotti naturali pensati per la creazione di un ambiente piacevole, dove il benessere regna sovrano. “Il mio sogno - ha dichiarato l’imprenditrice - è infondere in una creazione di valore i miei trent'anni di esperienza; è una sorta di regalo al mondo. Ogni profumo è un racconto, è la fotografia di un istante della vita raccontato attraverso la suggestione di una fragranza. Ognuno lo racconta a
accontare l'anima più nascosta delle Marche attraverso una fragranza che ha un nome inequivocabile, 'INFINITO'. Così DANHERA Italy, luxury brand di Ecoline Group di Porto S. Elpidio (FM), si è presentata come sponsor tecnico della Regione Marche a Expo Milano 2015. Un profumo per ambiente avvolgente, che nasce dalla fusione dei paesaggi eterogenei delle Marche, caratterizzati da mare, colline e monti e dalla lunga esperienza dell'azienda nella creazione di prodotti per la cura dell'ambiente e della persona. 'INFINITO' racchiude in sé le molte identità della regione del Picchio, il suo legame col passato e la tradizione, ma anche la sua proiezione al futuro, la sua voglia di accogliere e farsi scoprire con delicatezza. È una sintesi di tutti i colori, le armonie, i suoni e le suggestioni che regalano le Marche. Un'idea originale e raffinata, quella di DANHERA Italy, che ha affascinato le migliaia di visitatori, italiani e stranieri, che hanno visitato lo stand della Regione Marche inaugurato all'esposizione universale. Perché il profumo è un prodotto che stimola tutti i sensi, non solo l'olfatto e 'INFINITO'
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IMPRESE E IMPRENDITORI
modo suo, perché l'esperienza personale è unica”. Dalla pulizia d'alta gamma per aziende, hotel e attività commerciali, alla creazione di prodotti per la pulizia e la cura della casa e della persona, fino alla cosmesi per il bucato, il percorso di Ecoline Group ha avuto alcune costanti: la lunga ricerca in laboratorio, l'altissima qualità delle materie prime, la garanzia della resa, ma anche la cura dei dettagli e della bellezza. Una sintesi perfetta di tecnica, efficacia e passione che nasce dalla consapevolezza che prendersi cura del proprio ambiente e di se stessi genera una piacevole e impagabile sensazione di benessere. I nuovi prodotti della linea DANHERA
Italy si presentano con un packaging di design, un'attenzione alle cromie e al naming davvero notevole. Lo stesso nome, DANHERA, è frutto del connubio tra due nomi di donna: Dan, come Daniela, la donna, l'imprenditrice, l'amante dei profumi ed Hera, la dea greca, del matrimonio e del parto, moglie di Zeus e sovrana dell'Olimpo. Le collezioni nascono dal desiderio di rinnovare le sensazioni profonde che i profumi evocano in ogni persona, perché il profumo è un pezzo d'arte, un oggetto animato che mette in comunicazione con il proprio io. DANHERA Italy ha creato un percorso olfattivo in cui ogni individuo può riscoprire se stesso. Si parte
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dalla fragranza 'Innocentia', che rievoca la luminosità della nascita, il calore della famiglia, passando per 'Nimfa', 'Daunia', 'Soavia', 'Desìo', 'Pretiosa', ideato per la sposa e gli ambienti moda, fino a 'Krono', una fragranza dove le note maschili sono predominanti, a simboleggiare l'incontro di Hera con Zeus. Entrare nel mondo DANHERA Italy significa vivere un viaggio nella storia, un sogno a occhi aperti che regala sensazioni picevoli, indimenticabili. Oltre a vivere l'esperienza diretta del percorso olfattivo recandosi in azienda, DANHERA Italy ha creato ad hoc una e-boutique (www.danhera.com), che permette agli utenti di scoprire il suo mondo in rete.
IMPRESE E IMPRENDITORI
INAUGURATA L'OASI DELLA BIODIVERSITÀ a cura di Sogenus
È
Questo progetto di miglioramento della qualità ambientale e della biodiversità nell’area della discarica 'La Cornacchia', gestita da Sogenus, è nato nel 2011. Il percorso di recupero è stato realizzato, nel rispetto delle normative vigenti, da Sogenus grazie alle ricerche condotte dall’Orto Botanico 'Selva di Gallignano' e da C.Re.Ha. Nature Soc. Coop., spin off dell’Università Politecnica delle Marche.
stata inaugurata a Moie di Maiolati Spontini l'Oasi della biodiversità presso la discarica 'La Cornacchia' gestita da Sogenus. Si tratta di un importante progetto nazionale di riqualificazione del territorio e di recupero della biodiversità locale all'interno di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti. Dopo i saluti di Umberto Domizioli, Sindaco di Maiolati Spontini, e di Eddi Ceccarelli, Presidente di Sogenus, è stata data la parola ai professori dell’Università Politecnica delle Marche, Fabio Taffetani e Nunzio Isidoro, che hanno curato la realizzazione dell’Oasi e descritto le fasi di progettazione e di monitoraggio ambientale dell'area. Paola Filipponi, autrice del blog Flora Vegetazione Paesaggio del progetto di educazione ambientale F.V.P., e Marina Carbonetti, titolare dell'azienda agricola Carbonetti, hanno raccontato le numerose iniziative a scopo didattico ed educativo che verranno programmate all'interno dell'Oasi, rivolte non solo agli studenti dei Comuni della Vallesina ma anche a tutti i cittadini, studiosi e curiosi. È stata organizzata, infine, una visita guidata alla discarica per gli interessati.
Le fasi di realizzazione dell’Oasi della biodiversità Come primo intervento è stato ridotto completamente l’impatto ambientale della discarica ripristinando gli equilibri strutturali e funzionali dell'ecosistema. È stata poi realizzata una copertura vegetale con specie erbacee, arbustive e arboree: sono state piantumate in 104 aiuole 13.956 piantine, appartenenti a specie tipiche dell’ambiente collinare marchigiano autoctono. È stato, quindi, creato un centro di salvaguardia e di diffusione della biodiversità all’interno della discarica “La Cornacchia”. Sono state messe a dimora specie erbacee e arbustive di notevole interesse mellifero e paesaggistico per innalzare
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IMPRESE E IMPRENDITORI Discarica Sogenus
L'Oasi della biodiversità
la qualità ambientale e creare un vero e proprio giardino didattico. Infine, nel 2014 è stata elaborata una Cartografia della Vegetazione informatizzata, utilizzata sia come strumento di monitoraggio della vegetazione, sia come riferimento per l’interpretazione dei dati provenienti dai biomonitoraggi condotti attraverso bioindicatori (ad esempio il lichene, il carabide e l’anellide). Tra questi, in particolare, annoveriamo le api impiegate per segnalare lo stress ambientale da inquinamento chimico: prodotti fitosanitari, metalli pesanti e radionuclidi. All’interno dell’Oasi, Sogenus ha, infatti, realizzato una stazione di biomonitoraggio composta da due arnie; ogni settimana vengono conteggiate le api morte che, al superamento della soglia critica pari a 200 esemplari, vengono sottoposte ad analisi cliniche per rilevare eventuali prodotti fitosanitari.
Durante gli 8 anni di biomonitoraggio, non è stata rilevata alcuna presenza di inquinamento da fitofarmaci, oltre a non essere mai stata superata la soglia critica di 200 api morte a settimana, e non si è mai verificato il superamento dei valori di riferimento di metalli pesanti (cadmio, nichel e piombo) per le aree industrializzate sulle api vive e nel miele. “Il progetto che abbiamo inaugurato è di assoluta qualità - ha dichiarato Eddi Ceccarelli, Presidente di Sogenus - abbiamo reso l'area dismessa della discarica La Cornacchia un'oasi di biodiversità. La raccolta differenziata ha raggiunto percentuali molto buone, destinate a migliorare ancora, ma ci sarà sempre una parte residua di rifiuti che, per legge, può essere trattata e smaltita solo in discarica. Pertanto abbiamo scelto, da sempre, di gestire il nostro impianto in assoluta sicurezza, rigore e nel rispetto dell'ambiente.
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Operiamo monitoraggi costanti condotti dall'Università, che producono dati rigorosamente scientifici; da oggi, questa oasi sarà ulteriormente valorizzata con percorsi didattici per cittadini, studiosi, studenti. A loro, alle giovani generazioni, la affidiamo idealmente, ribaltando il concetto diffuso di discarica. È infatti anche ambiente vitale in cui le essenze autoctone piantumate possono trovare habitat naturale e crescere rigogliosamente”. “Siamo molto soddisfatti - ha detto Umberto Domizioli, Sindaco di Maiolati Spontini - di vedere realizzato questo importante progetto per i cittadini di tutti i Comuni della Vallesina. Ancora una volta la Sogenus, un'azienda pubblica, ha dimostrato l'impegno nei confronti dell'ambiente e del territorio marchigiano. L'Oasi, infatti, rappresenta una culla della biodiversità e uno spazio adatto a percorsi didattici ed educativi”.
IMPRESE
CONTO ECONOMICO 01.01 - 31.12.2014 Consuntivo
DESCRIZIONE
2014
2013
1400000
1.301.000
A. VALORE DELLA PRODUZIONE 1 Ricavi 2 Variazione delle rimanenze 3 Variazione dei lavori in corso su ordinazione 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5 Altri ricavi e proventi TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE
-0
-0
475.609
481.360
1.875.609
1.782.360
B. COSTI DELLA PRODUZIONE 6 Costi per Materie Prime, Sussidiarie, di Consumo e Merci 7 Prestazioni di servizi
(328)
(327)
(145.811)
(168.959)
8 Costi per il Godimento Beni di Terzi
(35.130)
(35.257)
9 Spese per il personale
(156.169)
(155.938)
10 Ammortamenti e svalutazioni
(615.308)
(752.817)
0
(101.986)
(6.165)
(19.842)
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE
(958.911)
(1.235.126)
DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DI PRODUZIONE (A-B)
916.698
547.234
11 Variazione delle scorte (+/-)
0
12 Accantonamenti per rischi 13 Altri accantonamenti
0
14 Oneri diversi di gestione
C. PROVENTI ED ONERI FINANZIARI 15 Proventi da Partecipazioni 16 Altri proventi finanziari
141
6
17 Interessi e altri oneri finanziari
(274.428)
(334.069)
TOTALE PROVENTI E ONERI FINANZIARI (15+16-17)
(274.287)
(334.063)
D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' FINANZIARIE
0
0
18 Rivalutazioni
0
0
19 Svalutazioni
0
0
0
0
176.853
140.824
TOTALE DELLE RETTIFICHE (18-19)
E. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI 20 Proventi straordinari 21 Oneri straordinari TOTALE ONERI E PROVENTI STRAORDINARI (20-21)
(63)
(0)
176.790
140.824
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B+/-C+/-D+/-E)
819.201
353.995
22 Imposte sul reddito dell'esercizio
(272.007)
(139.945)
23 UTILE (PERDITA) DI ESERCIZIO
547.194
214.050
Il Direttore Geom. Giacomo Aquilanti
Il Presidente Prof. Alessandro Mancinelli
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IMPRESE
STATO PATRIMONIALE AL 31.12.2014 Consuntivo
ATTIVO
2013
2012
0
0
23.469.094
24.061.317
A. CREDITI VERSO ENTI PUBBLICI DI RIFERIMENTO 1 Crediti verso enti pubblici di riferimento B. IMMOBILIZZAZIONI I. Immobilizzazioni immateriali II. Immobilizzazioni materiali III. Immobilizzazioni finanziaria, con separata indicazione C. ATTIVO CIRCOLANTE I. Rimanenze II. CREDITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, dagli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:
33.064
21.504
23.430.780
24.034.563
5.250
5.250
626.399
1.176.179
0
0
624.617
1.173.687
1.782
2.492
III. Attività finanziaria che non costituiscono immobilizzazioni
0
IV. Disponibilità liquide D. RATEI E RISCONTI TOTALE ATTIVO (A+B+C+D)
23.098
31.600
24.118.591
25.269.096
CONTI D’ORDINE
9.317
PASSIVO
2013
2012
A. PATRIMONIO NETTO
15.913.891
15.699.840
I. Capitale di dotazione
12.793.896
12.793.896
IV. Fondo riserva
1.204.914
1.138.962
VI. Riserve statuarie o regolamentari
1.701.031
1.437.221
IX. Utile (perdita) dell’Esercizio
214.050
329.761
B. FONDO PER RISCHI E ONERI
1.206.647
1.217.176
29.964
27.633
6.961.672
8.317.815
309.888
371.208
a) Quota mutui scadenti entro l’anno successivo
1.142.483
1.083.162
b) Quota mutui scadenti oltre l’anno successivo
5.082.681
6.234.813
0
81
C. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO lavoro subord. D. DEBITI, con separata indicazione, per ciascuna voce degli importi esigibili oltre esercizio successivo: 3. Debiti Vs Tesoriere, Banche, Poste a) Tesoriere 4. Mutui
5. Acconti 6. Debiti verso fornitori
134.795
140.196
8. Debiti Vs imprese controllate
a) Scadenza entro l’anno successivo
0
0
9. Debiti Vs imprese collegate
0
0
10. Debiti verso Entri pubblici di riferimento
200.260
204.631
11. Debiti tributari
30.077
220.989
12. Debiti verso Istituti di Previdenza e sicurezza sociale
23.431
22.948
38.057
39.787
0
0
6.417
6.632
23.547.105
24.118.591
13. Altri debiti a) Scadenza entro anno successivo b) Scadenza oltre anno succesivo E. RATEI E RISCONTI TOTALE PASSIVO+ PATRIMONIO NETTO(A+B+C+D+E)
Il Direttore Geom. Giacomo Aquilanti
Il Presidente Prof. Alessandro Mancinelli
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CONTRIBUTI & INCENTIVI
Contributi & incentivi a cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Sida Group srl
¬ MARCHE ¬ MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO ""Voucher per l'internazionalizzazione"" Saranno a breve disponibili contributi a fondo perduto sotto forma di VOUCHER , ovvero un sostegno economico a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati oltreconfine attraverso una figura specializzata (il cd. Temporary Export Manager o TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. La data per la presentazione delle domande non è stata ancora resa nota. SCADENZA: in fase di definizione
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Ricerca e sviluppo" A breve saranno disponibili i 400 milioni di euro che il Ministero dello Sviluppo eco-
INVITALIA "Smart&Start" Smart&Start Italia sostiene la nascita e la crescita delle start-up innovative ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’ economia digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero. Il finanziamento agevolato è pari al massimo al 70% delle spese sostenute.
nomico ha destinato alle imprese che investono in grandi progetti di Ricerca e Sviluppo (R&S). Con la firma del decreto ministeriale attuativo sono stati infatti definiti i termini, le modalità per la presentazione delle istanze preliminari e di quelle definitive e le modalità di applicazione dei criteri di valutazione per i bandi Ict – Agenda digitale e Industria sostenibile. Per il primo bando le istanze preliminari potranno essere presentate dal 25 giugno 2015, per il secondo dal 30 giugno 2015.
SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Credito d'imposta per alberghi e strutture ricettive"
REGIONE MARCHE "Voucher per la progettazione comunitaria" Voucher per la copertura delle spese di progettazione sostenute dalle aziende in fase di presentazione domanda. Il contributo massimo erogabile è pari ad € 5.000,00
Credito d'imposta per la digitalizzazione e la riqualificazione degli esercizi ricettivi. La misura è pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di € 12.500 per la digitalizzazione e € 200.000 per la ristrutturazione. I perio-
SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
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di di imposta agevolati sono 2014, 2015 e 2016. SCADENZA: a sportello
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Crescita: R&D, settore ICT e industria sostenibile" Al via due interventi del Fondo per la crescita sostenibile per la promozione di grandi progetti di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione elettroniche (ICT), coerenti con l’Agenda digitale italiana, e nel settore della cosiddetta industria sostenibile. I progetti dovranno prevedere spese ammissibili comprese tra 5 mln € e 40 mln €, con un mix di agevolazioni tra finanziamento agevolato (max 60%) e fondo perduto (max 15%). SCADENZA: in fase di attivazione
CONTRIBUTI & INCENTIVI
MISE "Credito d'imposta assunzioni" Le istanze potranno essere presentate dalle imprese, in modalità telematica attraverso una specifica piattaforma informatica, a partire dal 15 settembre 2014 per le assunzioni effettuate dal 26 giugno al 31 dicembre 2012. Per le assunzioni effettuate nel corso del 2013, le istanze potranno essere presentate a partire dal 10 gennaio 2015. SCADENZA: fino a esaurimento fondi
FONDI INTERPROFESSIONALI "Sostegno alla formazione" I fondi interprofessionali sono stati istituiti per favorire la formazione dei lavoratori e sono aperti a soddisfare i fabbisogni formativi della singola impresa, partecipando ai bandi emessi dal Fondo. SIDA Group affianca l'azienda, supportandola nella scelta del Fondo Interprofessionale, elaborando e gestendo i progetti formativi aziendali e interaziendali, svolgendo tutti gli adempimenti burocratici previsti.
REGIONE MARCHE "Progetti Bottega-Scuola" Sono a disposizione contributi alle PMI della Regione che prevedono l'assunzione di borsisti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L'entità del contributo è pari
ad € 7.000,00. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Crescita Sostenibile" Il bando finanzia, attraverso finanziamenti a tasso agevolato, iniziative e progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale per la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi e per il miglioramento degli stessi. I progetti devono avere durata tra 18 e 36 mesi, essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e di importo compreso tra 800 mila e 3 milioni di euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal 30 settembre 2014. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Centrale di Garanzia per le PMI" Con il Fondo di Garanzia le PMI possono accedere a diversi tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti, avendo a supporto una copertura massima dell'80% del finanziamento, fino ad un massimo di € 2,5 milioni.
MISE E CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Sabatini Bis" Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che istituisce un nuovo strumento per accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese.Alle imprese verrà riconosciuto dal Mise un contributo in conto interessi pari all'ammontare complessivo degli interessi calcolato su un tasso favorevole del 2,75%, ripartito in cinque anni in quote annuali costanti.
REGIONE MARCHE - BANCA MARCHE - SIDA GROUP "Prestito d'onore Regione Marche" Obiettivo è quello di sostenere la creazione di 400 nuove imprese, attraverso finanziamenti agevolati concessi sull'onore ovvero non assistiti da alcun tipo di garanzia (fino a € 25.000,00 per le ditte individuali, e fino ad € 50.000,00 per le società) e la previsione di servizi gratuiti di assistenza tecnica personalizzata (tutoraggio) per i primi 12 mesi di attività. SCADENZA: 30/04/2015
SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
ISMEA ”Agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura”
CAMERA DI COMMERCIO FERMO "Fondo Genesi per credito a PMI" La Camera di Commercio di Fermo, ha stipulato una convenzione con i confidi che operano sul territorio provinciale, con l’obbiettivo di agevolare l’accesso al credito delle nuove Pmi, tramite la costituzione di un fondo (Fondo Genesi), per la concessione di garanzie sui finanziamenti. Destinatari finali sono le PMI iscritte al Registro delle Imprese dal 1° gennaio 2012. L'importo massimo della garanzia potrà essere pari ad € 30.000, nella misura massima del 30%.
Sono previsti interventi al fine di favorire l’insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. L’agevolazione prevede contributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio massimo erogabile è pari ad € 40.000,00.
SCADENZA: a sportello
SCADENZA: fino ad esaurimento fondi
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SCADENZA: Bando sempre aperto
CHI ENTRA E CHI ESCE
Chi entra e chi esce
In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine e incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani
Annarita Pilotti presidente di Assocalzaturifici L'amministratore delegato di Loriblu, Annarita Pilotti, è stata eletta alla guida dell'associazione ci Confindustria per i prossimi quattro anni. È la prima donna a ricoprire questo incarico. Succede a un altro marchigiano, Cleto Sagripanti.
ponenti sono: Cristina Brunori, Artigianato (Confartigianato) Paola Mengarelli, Artigianato (Confartigianato) Sara Ripesi Industria, (Confindustria) Emanuela Pulcinelli ,Commercio (Cna) Erica Lorenzini, Servizi alle imprese (Confcommercio) Stefania Vago, Servizi alle imprese (Confcommercio) Marina Marozzi, Organizzazione Sindacali (Uil) Francesca Gironi, Agricoltura (Coldiretti) Orietta Zitti, Cooperative (Agci Marche).
Francesca Gironi presidente del Comitato Femminile di CamCom Ancona È stato eletto il nuovo Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Ancona. Alla presidenza è stata designata Francesca Gironi. Le altre com-
Gianni Genga direttore generale Inrca La Giunta regionale delle Marche, sentito anche il ministero della Sa-
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CHI ENTRA E CHI ESCE
lute, ha nominato Gianni Genga direttore generale dell'Inrca. La direzione dell'Asur passa provvisoriamente a Giulietta Capocasa. Antonio Lauriola socio onorario del Nucleo Aereo Protezione Civile 'Fly Fano' Il questore di Pesaro e Urbino Antonio Lauriola ha ricevuto il diploma di socio onorario del Nucleo Aereo di Protezione Civile 'Fly Fano'. Recanati, conferite le civiche benemerenze Alla presenza del produttore cinematografico Carlo Degli Esposti, sono state assegnate, nell'aula magna del Palazzo Comunale, le Civiche benemerenze 2015. I premiati di quest'anno sono: Luigi Vincenzoni, Paolo Tanoni, Monsignor Pietro Speranzoni, Maria Chiusaroli Carnevali, Matilde Brualdi Clementoni, Mirko Savoretti, Marcello Lorenzetti, Ottavia Maria Maceratini. Dante Ferretti riceve il 'Globo d'Oro' Lo scenografo maceratese premio Oscar ha ricevuto a Roma il Globo d'oro. “Dovrò andare all'Ikea a comprare nuove mensole”, ha commentato il maestro. Ancona 1905, Fiorello Gramillano presidente onorario Il già sindaco di Ancona, Fiorello Gramillano, è stato nominato presidente onorario dell'Ancona 1905. Fu proprio il primo cittadino del capoluogo, nel 2010, a sottoscrivere la prima tessera di 'Sosteniamo'. A Iginio Straffi il premio 'Città di Staffolo' Il fondatore e presidente del Gruppo Rainbow Iginio Straffi ha ricevuto il Premio 'Città di Staffolo'. Gli organizzatori hanno voluto omaggiare il padre delle Winx per il talento artistico e la passione per il lavoro e le Marche. Alberto Meriggi cittadino onorario di Appignano Il professor Alberto Meriggi, originario di Treia e docente in quiescenza di Storia medievale all'università degli studi di Urbino Carlo Bo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Appignano. A consegnare
l'onorificenza il sindaco di Appignano Osvaldo Messi. Francesca Porcedda presidente Rotary Club di Chiaravalle e Falconara Franesca Porcedda è la prima presidentessa donna dal 1986 del Rotary Club di Chiaravalle e Falconara. Succede a Massimo Fonti. Giuseppe Maccaferro alla Banca Monte dei Paschi di Ascoli Il sanbenedettese Giuseppe Maccaferro è il nuovo direttore territoriale mercati di Ascoli Piceno di Banca Monte dei Paschi di Siena. Sabino Cassese presidente CreditAgri Italia Il giudice emerito della Corte Costituzionale, il professor Sabino Cassese, è il nuovo presidente di CreditAgri Italia. Elio Germano e Mario Martone cittadini onorari di Recanati In occasione delle celebrazioni per ricordare la nascita di Giacomo Leopardi, l'amministrazione comunale di Recanati ha voluto premiare due artisti che hanno omaggiato il sommo poeta con la loro straordinaria opera. A Elio Germano, 'Il giovane favoloso' e vincitore del David di Donatello e a Mario Martone, il regista dell'applaudito lungometraggio, è stata assegnata la cittadinanza onoraria di Recanati. Roberta Preziotti nuovo prefetto di Macerata Macerata ha il suo nuovo prefetto: è Roberta Preziotti, già direttore generale per i servizi civili e direttore della divisione assistenza ai profughi. Succede a Pietro Giardina, nominato prefetto a Sassari. Ascoli Piceno, premiati i nuovi Maestri del Lavoro I Maestri del Lavoro premiati con l'attestato di riconoscimento dalla Provincia di Ascoli Piceno sono: Antonio Calcagni, impiegato Magazzini Gabrielli, Pietro Caponetti, già dipendente della Ahlstrom Turin di Ascoli, Antonello Germani, funzionario Bnl, Fabrizio Vallese, dipendente della Mecaer Aviation Group di
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Monteprandone, Tito Tirabassi, quadro della Avery Denninson di Ancarano, Ivana Camaioni, impiegata Magazzini Gabrielli, Stefano Fede, quadro impiegato della Bnl, Settimio Agostini, impiegato Telecom Italia S.p.A., Rodolfo Cesaroni, impiegato Cassa Edile di Ascoli, Antonio Peroni, dipendente della Travaglini Costruzioni srl e Costantino Brandozzi, impiegato Confcommercio di Ascoli. Roberto Campelli presidente del 'Premio Vallesina' L'assemblea dei soci del 'Premio Vallesina' ha scelto il suo nuovo presidente: si tratta di Roberto Campelli, sindaco del Comune di Monsano. Il vice presidente è Massimo Costarelli, vice sindaco di Castelbellino. Michele Della Chiara presidente Lions Club Pesaro Host Passaggio di consegne al Lions Club Pesaro Host, tra il presidente uscente Vincenzo Paccapelo e Michele Dalla Chiara, che ha assunto il nuovo incarico durante un incontro a Villa Montani. Patrizia Angeli presidente nazionale IPE L'ingegnere fabrianese Patrizia Angeli è stata nominata presidente dell'associazione nazionale per la prevenzione e l'emergenza. Il "Paul Harris fellow" va al Cardinale Edoardo Menichelli La prestigiosa onorificenza rotariana, il 'Paul Harris fellow', dal nome del suo fondatore è stata conferita a Menichelli con la seguente motivazione: “per essersi costantemente adoperato, durante il suo mandato, a diffondere la comprensione e la pace, a superare le discriminazioni, con un impegno sociale costante verso le classi più deboli e sofferenti, esprimendo così quei valori di carità, solidarietà, condivisione, accoglienza, che sono anche i principi rotariani ed essere, per questo, punto di riferimento costante per tutta la comunità”.
Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email: ufficiostampa@mlmagazine.it
ALTO ARTIGIANATO
Mezzo secolo di barba e capelli
Franco Settimini, 71 anni, anconetano, cavaliere del Lavoro dal 2007, ha festeggiato quest'anno i cinquant'anni di attività da parrucchiere per uomo: è titolare del Salone Juve in via XXV Aprile e con simpatia e irriverenza è entrato nella storia dell'artigianato della città dorica di Stefano Strano
Q
uali sono i suoi ricordi degli inizi, da ragazzo di bottega? “Era il 1952, avevo otto anni. Fino a mezzanotte o l'una lavoravo dal barbiere Valentino Mercantini, a Montecarotto. S'iniziava dopo le nove di sera, perché a quel tempo, in campagna, erano quasi tutti contadini e si lavorava dall'alba al tramonto. La paga? Poca, in compenso, erano tanti gli schiaffoni e le 'zampate': dovevo imparare, è un lavoro che va fatto con grande attenzione, precisione e delicatezza perché si ha sempre una persona sotto le forbici o il rasoio. Fino a 14 anni ho fatto il 'ragazzo spazzola', ho dovuto smettere per un anno, arrangiandomi come muratore, ho ripreso nel 1960 e mi sono spostato ad Ancona: ne ho cambiati quattro o cinque prima di aprire il mio salone, tra il 1964 e il 1965, insieme al mio socio Giannino, in via degli Orefici, nel centro storico”.
politico si parla più di pallone e, in genere, è meglio lasciare perdere la politica: anche se poi, con i clienti che conosco da tanti anni, si finisce per discutere proprio di questo”. In cinquant'anni, saranno state innumerevoli le chiacchierate con chi si è seduto sulla sua poltrona: quale discorso tiene banco tra le persone che vengono nel suo salone? “È' proprio la politica l'argomento sempre più disprezzato, anno dopo anno. C'è stato un peggioramento: i politici sono diventati dei mestieranti, e io ne ho visti di personaggi che erano di ben altra pasta: Pertini, De Gasperi o Togliatti oggi si rivolterebbero nella tomba vedendo i governanti degli ultimi decenni. Oggi c'è una crisi profonda e i cittadini sono stanchi di pagare. Chi viene a farsi barba e capelli qui si lamenta di tutti i partiti: in tanti non vanno più a votare”.
Lei ha fatto barba e capelli a migliaia di anconetani. Qualche personaggio noto della città che è stato suo cliente? “Tanti amministratori comunali e regionali, ex sindaci e assessori. Ricordo con commozione Giancarlo Mascino, Guido Monina e Alfredo Trifogli. Per l'amore dello sport, l'assessore Lidio Rocchi, che è stato anche ex allenatore di calcio dell'Ancona e della Jesina. Con un
Alla luce della sua lunga esperienza, come ha visto cambiare l'artigianato? “È alla base della nostra economia, ha fatto crescere l'industria che, una volta diventata più grande, si è liberata nel peggiore dei modi dei suoi artigiani: anche le grandi famiglie di imprenditori marchigiani hanno delocalizzato la produzione all'estero per ridurre il costo
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ALTO ARTIGIANATO Franco Settimini e sua moglie Alma Silvestrelli
I 50 anni del salone di Franco Settimini con il sindaco Valeria Mancinelli e presidente della Camera di Commercio di Ancona Giorgio Cataldi
del lavoro. Il sistema fiscale è opprimente: perché un artigiano da noi arriva a pagare, di fatto, oltre il 70% di tasse, e in Germania il 35%? La finanza intanto è cresciuta a dismisura, a danno del lavoro e dell'economia reale. Noi abbiamo le più grandi eccellenze artigiane del mondo e siamo invasi da merci scadenti, perché costano meno. Riguardo al nostro settore, poi, la Comunità europea è stata deludente: quando è nata, c'era speranza e fiducia, ma oggi, che ho sei nipoti e sto per avere due pronipoti, non penso che sia l'Europa che vorrei per il loro bene”. Qual è stato il momento più difficile e quello più bello? “Il terremoto del 1972 è stato devastante: a me ha distrutto tutto, casa e bottega. Solo grazie all'aiuto del sindaco Trifogli, una persona brava e onesta, sono riuscito a ricominciare, ma forse questo è anche il momento più positivo, perché ancora, rimboccandosi le maniche, si poteva farcela. Oggi questo mestiere è falsato
dalla concorrenza sleale. Ci sono molti parrucchieri che lavorano senza licenza, usano prodotti scadenti o non certificati: troppo spesso sono cinesi, e mi dispiace anche dirlo, perché non è razzismo, ma nella maggior parte dei casi sono loro a non essere in regola. È diventato più complicato portare avanti questa attività: io non ho aumentato le tariffe da quando è arrivato l'euro, e non è affatto scontato garantire un guadagno per dar da mangiare a una famiglia e non rincarare il prezzo sul cliente”. Qual è stato il suo rapporto con le associazioni di categoria? “Sono stato in Cna e, da 43 anni, nella Confartigianato. Questi organismi servono a fare gli interessi del piccolo imprenditore artigiano: riempono un vuoto della politica che ha fatto, e continua a fare, poco o nulla per questo settore. Per tanti anni ho ricoperto ruoli di vertice, anche a livello nazionale, nella categoria degli acconciatori. L'ho fatto a modo mio, sem-
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pre in modo diretto, onesto, spesso anche irriverente. Una volta, a Roma, per manifestare davanti al ministero delle Finanze per poco non mi arrestavano: avevo esagerato con i miei modi, e mi ero lasciato scappare qualche parola di troppo. Oggi sono presidente dell'Ancos di Ancona, l' Associazione nazionale comunità sociali e sportive, che si è costituita nel 2002 all'interno del sistema Confartigianato”. Che cosa direbbe a un giovane che volesse fare il suo lavoro? “Cercherei di fargli capire che se sai fare un mestiere, ti prendono sicuramente. Ci vuole un grande spirito di sacrificio, tante ore di lavoro che non finiscono quando abbassi la serranda. Le nuove tecnologie offrono grandi potenzialità, anche all'artigianato, e un ragazzo può usarle con grande creatività: non è un caso che l'università abbia stretto contatti con gli imprenditori artigiani, comprendendo che sono una risorsa fondamentale da analizzare per la nostra economia”.
NUOVE PROFESSIONI
“VIRTUAL PROTOTYPING”, 20 diplomati al seminario conclusivo di Formart Marche Realizzare prototipi in 3D e robot per assistere anziani e disabili. Nasce il “virtual prototyping”, nuova figura professionale per le aziende marchigiane della meccanica e della domotica di Sergio Giacchi
L
domotica e l’assistenza ad anziani e disabili, e nuove frontiere del lavoro sono quelle con notevoli opportunità occupazionali”. che si aprono ai giovani marchigiani A conclusione del corso, della durata di grazie ai innovativi mestieri che si vanno 800 ore, Formart Marche ha organizzato affermando sul mercato. Come i “virtual un seminario conclusivo per presentare le prototyping”, venti figure professionali a nuove figure professionali. Si tratta di Aldo disposizione delle aziende marchigiane della meccanica grazie ad un corso professionaBergantino, Giulio Bianca, Veronica Bregale di Formart Marche, l’ente di formazione gna, Andrea Cacciamani, Alessio Cappanera, della Cna. Dovranno Flavio Carotti, Simone Cerasa, costruire prototipi Andrea Cioccolanti, Paolo SPERNANZONI: “ DOPO IL CORSO in 3D di oggetti Santis, Federico Di E GLI STAGES AZIENDALI, IL 25 PER CENTO De Matteo, Marco Ferrari, meccanici, stampi, DEGLI ALLIEVI HA PROSEGUITO LA COLLABO- Michele Fionga, Davide macchinari per RAZIONE CON LE IMPRESE OSPITANTI. Foscari, Andrea Magamigliorare i processi produttivi aziendali UN SUCCESSO SIA PER LA REGIONE MARCHE, gnino, Michele Mazzoli, Marco Tardoni, Alfonso ma anche robot per CHE DA ANNI PROMUOVE E PROGETTA Pisacane, Andrea Rossi, assistere anziani e PERCORSI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE Giacomo Santarelli, Eroina disabili ed altri apTECNICA SUPERIORE COME MODELLO DI Zahari. parati innovativi. “Si FORMAZIONE PROFESSIONALE IN RETE CON Dopo i saluti del segretratta - ha affermato SCUOLA, UNIVERSITÀ E IMPRESA, tario Cna Marche Otello il presidente di ForGregorini e del dirigente del mart Marche Stefano SIA PER FORMART MARCHE" dipartimento Lavoro e FormaSpernanzoni - di una zione della Regione Marche Fabio Montanini, figura tecnica specialistica spendibile in molti i risultati del progetto sono stati illustrati dal settori produttivi fondamentali per la regiopresidente Formart Marche Stefano Spernanne Marche, che vanno da settori tradizionali zoni e da Giuliano Fattorini, docente dell’Itis come la meccanica a quelli innovativi come la
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NUOVE PROFESSIONI
Da sinistra Gregorini, Spernanzoni, Montanini
Il prof. Fattorini con il robot che assiste i bambini disabili
I venti giovani di “virtual prototyping”
di Jesi. Il direttore del dipartimento di ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche Michele Germani, ha illustrato gli scenari e le prospettive del “virtual prototyping” nel territorio regionale. Infine, Catia Rossetti per la Regione Marche, ha consegnato ai venti allievi i certificati di specializzazione tecnica superiore, che dovrebbero aprire loro le porte delle aziende marchigiane. Le imprese del territorio regionale, infatti, attraverso tali professionalità, vengono inserite in un ambiente moderno e innovativo che le rendono maggiormente competitive sul mercato. I “Virtual Prototyping” è un tecnico specialista con la capacità professionale
di progettare, disegnare e sviluppare prototipi di molti prodotti dove vengono utilizzati moduli funzionali legati alla meccanica, all’elettronica e al software. Oltre a saper utilizzare i maggiori sistemi di supporto alla progettazione 3D attraverso modelli virtuali, è in grado di realizzare la prototipazione rapida (digital prototyping) delle soluzioni ed analizzarne le prestazioni in tempi ridotti e senza la necessità di costruire numerosi modelli fisici. “Va sottolineato - ha concluso Spernanzoni - che dopo aver concluso gli stages aziendali, il 25 per cento degli allievi ha proseguito la collaborazione con le imprese ospitanti. Un successo sia per la Regione Marche, che da anni promuove e
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progetta percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore come modello di formazione professionale in rete con scuola, Università e impresa, sia per Formart Marche, che ha saputo cogliere le esigenze di professionalità del territorio e a soddisfarle attraverso un percorso formativo altamente specialistico e innovativo”.
I nostri servizi BREVETTI Preparazione e deposito di brevetti nazionali, europei ed internazionali
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DOSSIER
Banche&Credito “Wall Street è l'unico luogo in cui chi arriva in Rolls-Royce chiede consiglio a chi arriva in metropolitana” Warren Buffet – Imprenditore ed economista statunitense
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DOSSIER BANCHE & CREDITO
IL RAPPORTO DELLA BANCA D'ITALIA SULL'ECONOMIA DELLE MARCHE
Nel 2014, la crisi si è aggravata nella nostra regione con flebili segnali di ripresa solo nei primi mesi di quest'anno: note più positive dal turismo, peggiora l'edilizia, ferma la produzione industriale di Stefano Strano Grafici e tabelle © Banca d’Italia, 2015
A
nche nel 2014 si è aggravata la crisi economica delle Marche, con alcuni segnali positivi, e comunque ancora poco consolidati, solo nei primi mesi di quest'anno. È questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dall'ultimo rapporto della Banca d'Italia sull'economia delle Marche, pubblicato l'11 giugno 2015. Una situazione ancora stagnante lo scorso anno, con il prodotto interno lordo (Pil) regionale ancora in lieve calo (-0,4%), in linea con quello del Paese. Solo nei primi mesi del 2015, si legge nel documento di Bankitalia, “sono emersi elementi congiunturali favorevoli e, dalle inchieste qualitative, si è riscontrato un miglioramento della fiducia delle imprese”. Anche variazioni contabili hanno peggiorato il quadro: “Il passaggio al nuovo Sistema europeo
dei conti ha comportato una revisione dei conti nazionali e regionali. Il Pil delle Marche a valori correnti è stato rivisto a ribasso, in controtendenza rispetto all’Italia: in termini pro capite, per il 2011 era emerso un differenziale negativo di quasi il 5% tra il Pil regionale e quello nazionale, sostanzialmente allineati, invece, secondo il precedente sistema. Poiché nel successivo biennio l’impatto della crisi è stato più accentuato nelle Marche, il divario si è portato a quasi 7 punti percentuali”. L'industria marchigiana non è cresciuta. Si confermano le difficoltà della crisi, e, nel comparto delle costruzioni edili, sono ancora più pesanti: “Nel 2014 la produzione industriale si è mantenuta stabile; le differenze negli andamenti settoriali si sono attenuate, sebbene permangano maggiori difficoltà
per i comparti che producono materiali per l’edilizia o che hanno comunque più strette connessioni con quel settore, come l’industria dei beni per la casa”. DOMANDA INTERNA ED EXPORT I consumi interni sono ripartiti su ritmi ancora modesti e anche l'export è stato intaccato dalla stretta sul mercato russo dovuta alle sanzioni commerciali: “La domanda interna è leggermente migliorata, ma risulta ancora debole, mentre la crescita delle esportazioni è stata rallentata dal forte calo della domanda proveniente dalla Russia, dove alcune produzioni della tradizionale specializzazione regionale, quali gli elettrodomestici e soprattutto le calzature, detengono significative quote di mercato”.
Incidenza della Russia sulle esportazioni regionali di prodotti manifatturieri (valori percentuali)
20
(a) Totale
20 80
(b) Calzature
80
export in Russia - % Marche su Italia peso Russia su export Marche
15 60
60
10
10 40
40
5
5 20
15
20 export in Russia - % Marche su Italia
0
00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14
0
0
Fonte: elaborazioni su dati Istat. Cfr. la sezione: Note metodologiche.
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peso Russia su export Marche
00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14
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DOSSIER BANCHE & CREDITO Il settore farmaceutico è quello che ha segnato larghissima parte dell'incremento dell'export che è ancora più basso se si escludono i prodotti petroliferi: “Nel 2014 le esportazioni marchigiane sono aumentate del 7,5% a prezzi correnti. La dinamica è stata ancora fortemente influenzata dalle vendite di prodotti farmaceutici, che spiegano circa i tre quarti dell’incremento registrato nell’anno: al netto di questo comparto, la crescita sarebbe sensibilmente più bassa (1,9%) e in linea con la media nazionale (2%). Il valore delle esportazioni di prodotti farmaceutici ha raggiunto livelli storicamente elevati: 735 milioni di euro solo nel quarto trimestre del 2014; 2,4 miliardi nell’intero anno, un importo pari a circa il 20% delle esportazioni regionali e al 12% delle esportazioni italiane del comparto. Il dato complessivo risente anche della riattivazione della raffineria di Falconara Marittima (ferma nel primo semestre del 2013), che ha determinato una ripresa delle vendite di prodotti petroliferi: escludendo anche questo comparto, le esportazioni regionali nel 2014 risulterebbero in aumento solo dello 0,5%”.
l'edilizia che è ancora diminuita: “Dopo il punto di minimo raggiunto nel 2013, nel comparto immobiliare, si è osservato un lieve incremento delle transazioni, che si è però accompagnato a un ulteriore calo della produzione edile, date le molte abitazioni invendute. Secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, infatti, il volume degli scambi resta ancora su livelli storicamente bassi, nonostante nel 2014 si sia interrotto il calo che perdurava da sette anni (le compravendite in regione sono aumentate dell’1%, a fronte del 3,6% in Italia)”. Nelle opere pubbliche, cresce l'entità dei lavori appaltati e delle gare, a fronte di una riduzione del numero dei progetti: “secondo l’Osservatorio regionale dei contratti pubblici, si è registrato un aumento di oltre il 30% dell’importo dei lavori appaltati, pur in presenza di una riduzione del numero dei progetti (di circa il 15%). È cresciuto anche l’importo delle gare bandite di oltre il 40%, secondo il Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio (Cresme)”.
segnali più favorevoli. Gli esercizi commerciali, in particolare, hanno beneficiato del lieve recupero della spesa delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli. I flussi turistici diretti in regione sono aumentati, ma in misura contenuta e solo grazie alla componente estera: il comparto turistico regionale è sfavorito, in questa fase, dalla sua specializzazione relativamente orientata ai turisti di nazionalità italiana, che hanno contenuto gli spostamenti e la spesa per vacanze”. La quota di strutture ricettive medie e grandi resta bassa, ma cresce, se pur di poco, il numero di hotel e alberghi che decidono di aumentare la loro dimensione. Tra 2007 e 2013, una variazione considerevole si è registrata, invece, nell'aumento dei numero di posti letto di agriturismi (81,5%) e bed & breakfast (54,2%): “In base ai dati diffusi dall’Osservatorio del turismo della Regione Marche, nel 2014 gli arrivi nelle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere sono lievemente saliti (0,3%): l’esito è dovuto all’aumento degli ospiti stranieri, mentre il numero dei turisti italiani è risultato invariato. I giorni di presenza complessivi sono aumentati TURISMO E SERVIZI dello 0,7%, attestandosi tuttavia su livelli MERCATO IMMOBILIARE E OPERE Nel terziario, dati più confortanti da più bassi rispetto a quelli raggiunti negli PUBBLICHE commercio e dal turismo, in crescita grazie anni pre-crisi. Nel confronto con l’Italia, il Unica nota positiva, se pur flebile, è il magsoprattutto ai visitatori stranieri: “L’attività comparto turistico marchigiano si carattegiore dinamismo nelle compravendite, ma risulta nel complesso ancora debole anche rizza per un’offerta ricettiva relativamente nulla di così consistente da far risollevare nel settore dei servizi, sebbene emergano più orientata verso le strutture extra-alberghiere, specialmente campeggi e villaggi turistici, e per un Capacità delle strutture turistiche peso più contenuto (unità e variazioni percentuali) della componente Marche I talia straniera tra i flussi TIPOLOGIE DI ESERCIZI di arrivi e presenze. Var. Var. 2013 2013 2007/2013 2007/2013 Tra il 2007 e il 2013 il numero di alberghi Esercizi alberghieri nelle Marche si è ridotto, ma la dotazioNumero di esercizi alberghieri 8 87 8,4 33.316 2,2 ne in termini di posti di cui: 4 stelle e oltre 116 28,9 5 .803 2 8,6 letto è lievemente Numero di posti letto 6 1.880 1,0 2.233.823 4 ,2 cresciuta (1%, contro il 4,2% dell’Italia) per di cui: 4 stelle e oltre 12.655 3 9,6 799.487 2 5,6 effetto di un increEsercizi extra-alberghieri (1) mento della dimensione media delle Numero di posti letto 110.393 4 4,8 1.759.098 7 ,9 strutture; anche il di cui: campeggi e villaggi turistici 83.090 3 8,9 1.328.079 0,3 livello qualitativo bed & breakfast 7 .353 5 4,2 137.189 7 8,9 medio dell’offerta, agriturismi 17.051 8 1,5 235.559 3 9,7 approssimato dalla quota di alberghi a Fonte: elaborazioni su dati Istat. quattro stelle e oltre, (1) L’aggregato ricomprende: c ampeggi e villaggi t uristici, agriturismi, ostelli per l a gioventù, rifugi d i montagna, bed and breakfast; sono invece esclusi: alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, case per ferie, altri esercizi ricettivi non classificati. è migliorato”.
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DOSSIER BANCHE & CREDITO TRASPORTI In questo comparto i dati appaiono piuttosto contraddittori. Se “in base ai dati dell’Autorità portuale di Ancona, nel 2014, la quantità di merci movimentate nel porto del capoluogo è aumentata di circa il 23 per cento, dopo la contrazione osservata nel 2013 (-12,3 per cento)”, tale variazione non è di per sé positiva: “l’incremento del traffico di merci è riconducibile principalmente alla movimentazione di petrolio greggio e derivati (in aumento di oltre il 45%) connessa con la riattivazione della raffineria di Falconara Marittima”. Flessione nei servizi di trasporto alle persone: “Il numero di passeggeri in transito nel porto di Ancona è diminuito dell’8%. In particolare, i passeggeri dei traghetti sono calati del 2% (la riduzione degli spostamenti sulle direttrici greca e albanese ha più che controbilanciato l’incremento su quella croata)” e c'è stato un drastico calo nelle crociere con “il movimento di croceristi ridotto di due terzi rispetto al 2013 (oltre 37 mila passeggeri in meno)”. Meglio il trasporto aereo, anche se la contrazione resta significativa: “Secondo i dati di Assaeroporti, il numero di passeggeri in transito presso l’aeroporto di Ancona-Falconara si è ridotto del 4,5%, in misura minore rispetto all’anno precedente (quando il calo era stato prossimo all’11%); la riduzione ha interessato sia i voli nazionali, sia quelli internazionali”.
delle imprese industriali, ma solo in misura modesta; i piani delle aziende per il 2015 non prevedono un’ulteriore espansione. Secondo le informazioni tratte dalla contabilità territoriale dell’Istat, a partire dal 2008 gli investimenti fissi lordi nelle Marche hanno subito una caduta più forte che in Italia, specie quelli effettuati dalle aziende manifatturiere e quelli pubblici per infrastrutture”. OCCUPAZIONE Per Bankitalia, nelle Marche, i dati sul mercato del lavoro sono più incoraggianti: “Dopo una fase di riduzione occupazionale in atto quasi senza interruzioni dal 2009, nel 2014 si sono osservati segnali di miglioramento nel mercato del lavoro: il numero di occupati è tornato ad aumentare e il tasso di disoccupazione a diminuire. Il numero di ore autorizzate per la Cassa integrazione guadagni rimane però ancora elevato”. CREDITO BANCARIO Peggiora la crisi di liquidità delle imprese, il rubinetto del credito è ancora chiuso, anche se gli istituti bancari hanno allentato un po' la presa: “I prestiti bancari alle imprese si sono ancora ridotti nel 2014 (-2,1%), sebbene a un ritmo che si è attenuato rispetto all’anno precedente (-4,2%). Il processo di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito si è arrestato, ma non per le imprese delle costruzioni, caratterizzate da una peggiore qualità dei finanziamenti; la domanda ha mostrato alcuni segnali di recupero, restando tuttavia contenuta, specie quella per nuovi investimenti. Nel 2014 il deterioramento
INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI Male gli investimenti: in questo ambito, le aziende marchigiani sono sotto la media nazionale. “In base alle nostre indagini, nel 2014 è ripresa l’accumulazione di capitale
della qualità dei prestiti erogati da banche e società finanziarie a clientela residente nelle Marche si è attenuato”. Le aziende marchigiane soffrono meno rispetto all'apice della crisi, nel 2013, anche se crescono le difficoltà delle famiglie: “Nella media dei quattro trimestri dell’anno, infatti, il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti vivi di inizio periodo è stato pari al 4,7%, un valore in diminuzione rispetto al 2013 (6,4%), sebbene ancora più elevato rispetto al dato medio nazionale (2,7%). Tale andamento è stato determinato principalmente dai prestiti alle imprese, per i quali l’indicatore è sceso al 6,4%, dall’8,8 del 2013, il livello massimo dall’inizio della crisi. La qualità del credito è migliorata per le imprese manifatturiere e per quelle dei servizi, i cui tassi di ingresso in sofferenza sono scesi rispettivamente al 4,2% e al 3,8% (erano 7,7% e 5% nel 2013); è invece ulteriormente peggiorata per quelle delle costruzioni, il cui indicatore è salito al 17,2% (16,8% nel 2013). I prestiti alle famiglie sono risultati stabili; dopo un triennio di forte contrazione, sono tornati a espandersi i nuovi mutui concessi per l’acquisto di abitazioni, che rispetto al passato si caratterizzano per un importo medio più contenuto e una durata inferiore. L’incidenza delle posizioni in sofferenza sul totale dei prestiti si è leggermente ridotta per le imprese (al 16,3%), mentre è lievemente aumentata per le famiglie (al 5,8%). I crediti deteriorati complessivi (sofferenze, incagli, ristrutturati, scaduti o sconfinanti) sono arrivati a rappresentare il 34,4% del totale dei finanziamenti a clientela residente in regione, quota che per le imprese è salita al 42,8%”.
Numero di fallimenti e insolvency ratio (b) Insolvency ratio delle società di capitali (1) (procedure fallimentari aperte per 10.000 imprese presenti sul mercato; dati annuali)
(a) Procedure fallimentari aperte (unità; dati trimestrali) 200
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100
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80
80
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80
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60
60
60
40
40
dati trimestrali medie mobili (2)
20 0
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
40 20 0
Marche Centro Italia
20 0
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
40 20 0
Fonte: elaborazioni su dati Cerved Group e Infocamere. Cfr. la sezione: Note metodologiche. (1) L’insolvency ratio è un indicatore calcolato come rapporto tra il numero di procedure fallimentari aperte nell’anno e quello delle imprese presenti sul mercato a inizio anno (moltiplicato per 10.000), intese come le imprese con almeno un bilancio disponibile con attivo positivo nei tre anni che precedono l’avvio della procedura fallimentare. – (2) Medie mobili di 4 trimestri terminanti nel periodo di riferimento.
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PROCEDURE FALLIMENTARI Nelle Marche, l'uscita delle imprese dal mercato è un un fenomeno che si è aggravato. Nel 2014, in media, ne è fallita più di una ogni cento: “Secondo i dati di Cerved Group e Infocamere, nel 2014 sono state avviate nelle Marche 570 procedure fallimentari, in significativo aumento nel confronto con l’anno precedente (18,8%) e due volte e mezzo in più rispetto al 2008, primo anno da cui è possibile confrontare dati omogenei sulla base della normativa vigente. Il fenomeno dei fallimenti e delle altre procedure assimilabili riguarda in particolar modo le società
DOSSIER BANCHE & CREDITO di capitali: a esse si riferisce oltre l’80% delle istanze presentate nel corso dell’ultimo anno. Nel 2014 sono state avviate 120,4 procedure fallimentari ogni 10mila società di capitali presenti sul mercato (insolvency ratio), in sensibile aumento rispetto al 2013.
ramento dei principali indicatori reddituali nel 2013, ultimo anno di disponibilità dei bilanci. La redditività operativa, misurata dal rapporto tra margine operativo lordo e attivo, è lievemente aumentata in tutti i settori, pur collocandosi su livelli ancora inferiori a quelli pre-crisi, specie nel comparto dell’edilizia. Anche il rendimento del capitale proprio (Roe), pur rimanendo negativo per effetto dei risultati fortemente sfavorevoli dell’edilizia, ha conseguito un miglioramento nel 2013, riflettendo il recupero dell’industria manifatturiera”. Si può anche aggiungere che nel 2007, prima dell'inizio della crisi, l'indice di redditività del capitale proprio Roe, era superiore
INDICATORI ECONOMICI E FINANZIARI DELLE IMPRESE Le imprese marchigiane restano scarsamente attrattive agli occhi degli investitori, anche se c'è stato qualche passo in avanti rispetto ai primi anni della crisi: “L’analisi dei bilanci delle società di capitali con sede in regione censite negli archivi di Cerved Group mostra un modesto miglio-
(4,7%) al rendimento medio dei titoli di stato (le medie ponderate del rendimento dei Bot a 3, 6 e 12 mesi erano, rispettivamente, 3,89%, 3,96%, 4,08%): dal 2008 è iniziato a calare e, dal 2011, segna il passo la serie negativa di questo indicatore (-0,8%) fino al 2012, con un valore del -5,9%, toccando il punto più basso per le nostre aziende, dall'inizio della crisi finanziaria globale, nella capacità di attrarre capitali e di risultare appetibili agli investitori: insomma una situazione fortemente negativa, in cui non solo non c'è premio all'investitore, sotto forma di utile, per scegliere di entrare nel capitale proprio di un'impresa, ma c'è anche una perdita sensibile.
Indicatori economici e finanziari delle imprese (valori percentuali)
VOCI
2007
Margine operativo lordo / Valore aggiunto Margine operativo lordo / Attivo
2008
2009
2010
2011
2012
2013
34,5
33,1
30,2
30,6
30,5
25,7
27,3
7,1
6,4
5,4
5,6
5,6
4,6
5,1
ROA (1)
5,3
4,4
2,9
3,3
3,1
2,1
2,6
ROE (2)
4,7
1,5
0,1
1,8
-0,8
-5,9
-1,8
Oneri finanziari / Margine operativo lordo
31,1
38,5
30,4
23,6
27,0
36,8
31,3
Leverage (3)
60,8
59,2
57,5
57,5
58,4
58,9
57,3
Leverage corretto per la liquidità (4)
56,6
55,6
53,3
53,2
54,6
55,1
52,7
Debiti finanziari / Fatturato
34,1
38,5
43,0
41,5
41,2
42,5
40,1
Debiti bancari / Debiti finanziari
80,3
81,1
80,2
80,1
79,7
78,0
74,5
Obbligazioni / Debiti finanziari Liquidità corrente (5)
0,5
0,6
0,8
0,9
0,8
0,9
0,6
115,8
116,9
120,4
118,8
114,9
113,6
117,7
76,6
75,6
78,6
78,2
75,7
74,6
78,6
6,3
5,6
6,4
6,4
5,9
5,9
6,6
21,2
24,1
27,7
26,5
25,7
25,9
24,3
Liquidità immediata (6) Liquidità / Attivo Indice di gestione incassi e pagamenti (7)
Fonte: elaborazioni su dati Cerved Group. Campione aperto di società di capitali con sede in regione. Cfr. la sezione: Note metodologiche. (1) Rapporto tra l’utile corrente ante oneri finanziari e il totale dell’attivo. – (2) Rapporto tra il risultato netto rettificato e il patrimonio netto. – (3) Rapporto fra i debiti finanziari e la somma dei debiti finanziari e del patrimonio netto. – (4) Rapporto fra i debiti finanziari al netto della liquidità e la somma dei debiti finanziari al netto della liquidità e del patrimonio netto – (5) Rapporto tra attivo corrente e passivo corrente. – (6) Rapporto tra attivo corrente, al netto delle rimanenze di magazzino, e passivo corrente. – (7) Rapporto tra la somma dei crediti commerciali e delle scorte al netto dei debiti commerciali e il fatturato.
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DOSSIER BANCHE & CREDITO
Il no profit, un solido oggetto di investimento
Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima: “La traccia genetica di ciò che chiamiamo Italia sta nel terzo settore” di Asmae Dachan
I
l mondo delle banche negli ultimi anni è stato spesso al centro di contestazioni e critiche, eppure, senza credito e servizi finanziari, si paralizzerebbe l'intero sistema economico. Il vostro istituto, come ha difeso la sua immagine e la sua credibilità? “Il demerito delle banche è stato molto ingigantito e la gente si è fatta un'idea in un contesto turbato da un'asimmetria informativa. Per quanto riguarda la nostra banca, siamo specializzati in un segmento di economia finalizzato alla realizzazione del bene comune e devo dire che per questo siamo in una situazione particolare. Finanziamo soltanto il terzo settore e questo possiede il dono e la logica della reciprocità, per cui fa buon uso dei nostri prestiti (che non sono fatti per buon cuore, ma solo sulla base di una valutazione tecnica) e conserva anche
una forma di gratitudine e considerazione. Per cui spesso capita che associazioni, parrocchie, cooperative si esprimano positivamente su Banca Prossima, portando la propria esperienza e riferendosi a noi come a degli alleati. È come se, per una contiguità con quel mondo, ci derivasse un'immagine positiva. Noi cerchiamo di fare il nostro lavoro degnamente e i numeri ci danno ragione: i well performing loans sono, in Banca Prossima, oltre il 98%. È un risultato che va al di là di ogni possibile attesa. Non siamo una banca etica, ma una banca specializzata in un segmento etico dell'economia”. Come si riconquista oggi la fiducia di risparmiatori e investitori? “Si riconquista facendo la banca, tornando a occuparsi di economia reale e di vicinanza ai bisogni concreti delle persone e
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DOSSIER BANCHE & CREDITO delle imprese. Non credo a logiche basate sulla restituzione di valore: per fare il mestiere dell’erogazione il sistema italiano ha inventato le fondazioni bancarie. E le Fondazioni si sono specializzate nel farlo bene”. Quanto è importante oggi la vicinanza delle banche al territorio, che si tratti di imprese o di privati? “È importante, anche se contiene qualche minaccia, nel senso che il territorio è stato abituato all'automatismo della concessione del credito, come se 'la banca del territorio “dovesse” far credito al territorio'. Sicuramente stando vicino all'economia locale se ne conoscono meglio le dimensioni, ma se ne possono subire anche i condizionamenti. Per questo non credo alla maggior validità delle banche locali rispetto alle banche di dimensioni nazionali o internazionali. Sono molto soddisfatto del modello di Banca Prossima, che ogni anno dimezza l'utile che diamo all'azionista per poter nutrire un fondo di garanzia, che ci consente di fare prestiti altrimenti impossibili. Cioè usiamo la parte di profitto cui rinunciamo per essere più inclusivi e ‘sociali’ ”. Il vostro è un istituto tarato sulle imprese sociali e le comunità: che importanza hanno oggi queste realtà? Perché conviene investire e sostenere il terzo settore? “Penso che la traccia genetica di ciò che chiamiamo Italia sia nel terzo settore, in quel microcosmo di organizzazioni che, liberamente, la società si è data per rispondere alle proprie esigenze. È a quella combinazione di domanda e offerta nell'ambito dello stesso contenitore sociale, della stessa comunità, che vanno delegate alcune delle funzioni che ha sempre svolto, talvolta anche con grande merito, il settore pubblico. Tale modello si può declinare anche in mancanza di risorse. Da sottolineare che il no profit è anche molto solido come oggetto di investimento. È resiliente perché si dedica sempre ai bisogni primari per quella specifica comunità di riferimento, come la salute, la non autosufficienza, ma anche la diffusione di cultura, la tutela dell'ambiente. C'è poi un altro punto molto importante, ovvero l'impossibilità di delocalizzare, la fortuna di non essere contendibili da soggetti che vengono da altri sistemi. I servizi del terzo
settore, infatti, prestati dalla comunità per la comunità, sono imbattibili. Un terzo elemento di forza del terzo settore è che utilizza la gratuità tra i fattori di produzione. Non esiste, in nessun caso, qualcuno disponibile a lavorare gratuitamente, ma nel terzo settore c'è il volontariato, un mondo che coinvolge 5 milioni e mezzo di persone. Un dato lusinghiero, inspiegabile, come quello delle donazioni di cui beneficia il no profit. Questi sono i motivi per cui si può ragionevolmente dire che il terzo settore sia un buon ambito di investimento, a prescindere dalle 'ragioni del cuore'”. Quali i servizi più richiesti in questo momento, dal vostro target specifico di clienti? “Il terzo settore fa una massiccia richiesta di anticipazione del credito, per la semplice ragione che lo Stato paga tardi: la stessa Unione europea ha più volte contestato all'Italia i suoi ritardi cronici nei pagamenti. Un altro servizio, ben più interessante, è il sostegno alla progettualità, agli investimenti strutturali: una nuova sede, un nuovo sistema informativo, ma anche interventi per la managerialità e corsi di formazione. Nel 2014 il no profit ne ha fatto poca richiesta, ma ora comincia di nuovo ad esserci voglia di investire. In tutti quei casi la banca cerca di esserci con gli strumenti ordinari e mettendoci dentro fondi BEI e fondi che otteniamo dal mercato con obbligazioni sociali, per abbassare il costo del denaro. L'altra strada aperta è la fornitura di servizi che non sono bancari, né finanziari, ma sono di networking, di efficientamento. In questo ambito vanno indirizzate e combinate le eccellenze. Tutti questi servizi sono così importanti e complessi che abbiamo voluto creare una Fondazione per l'innovazione nel terzo settore: la nostra Fits”. Quali servizi e strumenti di finanza alternativa proponete? “Abbiamo fatto alcune cose molto innovative, creando un modello autonomo di disintermediazione. Riteniamo che meno forte è il carico di interessi per un cliente, più c'è l'opportunità che possa impegnarsi in nuovi progetti. Per far questo, bisogna far pagare di meno il denaro e abbiamo trovato il modo creativo per farlo: quando siamo pronti a fare un prestito e ne abbiamo fissato le condizioni, siamo disponibili
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a che il cliente trovi prestatori privati, persone e imprese, che gli prestino denaro a condizioni migliori delle nostre. A coloro che concedono il prestito offriamo garanzie sul capitale. La scena finale vede la banca non più come unico risk taker e fornitore di tutto il denaro necessario. Ne emerge uno schema diverso, con i privati che prestano spesso a tasso zero con l'obiettivo di veder realizzare un progetto nella loro comunità e veder aumentare i servizi. Il risultato finale è che, con questo mix di finanza gratuita e finanza commerciale, i tassi scendono notevolmente e diventa più facile lavorare. Parrocchie, fondazioni, cooperative sociali lo hanno fatto con ottimi risultati pagando il denaro meno di una multinazionale. E si può fare perché la finanza, del terzo settore, tra i due estremi della speculazione e della gratuità sceglie sempre di stare vicino al secondo. Un'altra cosa che abbiamo realizzato è il Titolo di riduzione di spesa (Tris) e appartiene alla categoria della finanza d'impatto. La scommessa che fa l'investitore è che grazie al denaro che mette a disposizione, si possa dare il via ad un progetto nuovo: le organizzazioni sociali svolgono un servizio a beneficio dell'amministrazione pubblica abbassandone i costi. Sull'abbassamento di costo si ottiene quella capacità economica che serve a ripagare l’interesse all'obbligazionista”. Con la vostra 'banca madre' Intesa San Paolo, siete Official Global Partner a Expo Milano 2015. Quali sono le vostre aspettative rispetto a questo evento? “Intesa San Paolo è una banca globale come approccio e come mercati. È uno dei grandi player bancari del mondo. Noi abbiamo una visione limitata al nostro paese e all'economia del terzo settore. Avrei voluto che il no profit a Expo fosse stato più protagonista, perché quello che viene fatto per rispondere a impegni come 'nutrire il pianeta' passa spesso per il terzo settore, che in questo ha fatto grandi cose con esempi eccellenti. Vorrei che il terzo settore diventasse sempre più efficiente incontrando l’economia e la finanza con intelligenza, padroneggiando questi strumenti. Vale per l'Expo, ma in generale vale per la riduzione delle distanze tra le persone e per l'affermazione dei loro diritti”.
DOSSIER BANCHE & CREDITO
“Il credito è il vero fattore di crescita del territorio”
Ferdinando Cavallini, direttore generale della Banca della Provincia di Macerata: “Ci sono nuove opportunità per le aziende, ma ancora gli imprenditori marchigiani devono cambiare mentalità” di Stefano Strano
I
n ambito di finanza alternativa, come valuta questi strumenti di credito? “Quando si parla di finanza alternativa si può fare riferimento a diversi concetti. Vi sono vari strumenti di ausilio, perché le imprese si affranchino, almeno in parte, dal credito bancario. Per le piccole medie imprese è possibile, ad esempio, l'emissione di minibond che è effettuabile da almeno un paio di anni. Molto interessante è poi il crowdfunding che rappresenta una ottima soluzione per le startup, le quali accedono con grande
difficoltà al credito bancario. Vi sono poi i fondi di private equity e quant'altro. Tuttavia, il vero salto di qualità che una azienda può, e forse deve fare, per competere al meglio, è quello della quotazione in Borsa che però richiede dimensioni e organizzazione adeguata. La capitalizzazione della nostra Borsa è davvero poco significativa. È necessario che molte più aziende pensino alla quotazione, anche per poter competere con maggiore efficacia a livello mondiale. Ogni impresa dovrebbe individuare la forma di finanza alternativa più adegua∂80∂
DOSSIER BANCHE & CREDITO
ta a se stessa. Siamo quindi nel campo della innovazione di processo, ancorché in campo finanziario. Da ultimo, vorrei accennare alla necessità di non considerare sempre la finanza come il diavolo. Esiste la finanza cattiva che tanti guai ha combinato negli ultimi anni - soprattutto per mancanza di adeguata regolamentazione - ma in generale la finanza correttamente “cavalcata”, e posta al servizio delle aziende e dell'economia reale, determina effetti positivi e consente alle aziende migliori di crescere in competitività ed efficienza”. Le nostre aziende, in genere sono molto spesso piccole, in pochi casi medie, in rari esempi grandi: questo come viene interpretato da una banca che opera in un contesto locale? “Siamo in Europa ed è questo lo spazio di riferimento a cui guardare: a confronto con gli altri paesi, le nostre imprese scontano un ritardo storico e carenze sia dal punto di vista dimensionale che organizzativo, anche se è proprio questo ultimo aspetto a essere più importante, perché, se ben organizzate, anche piccole aziende sono diventate delle eccellenze. Nel tempo gli imprenditori, tranne qualche 'illuminata' eccezione, non hanno investito adeguatamente in quella che viene chiamata “produttività totale dei fattori”, ovvero quella organizzazione che porta all'efficientamento del processo di lavoro e quindi all'aumento della produttività. Si dice che il costo del lavoro è alto in Italia, ma lo è ancora di più in Germania, eppure i tedeschi hanno un costo del lavoro per unità di prodotto molto più basso del nostro, perché in quel concetto rientra anche la produttività degli altri fattori: organizzazione, dimensione e innovazione. Sottolineo poi la scarsa attenzione al capitale umano: sono troppo pochi i laureati occupati in azienda”. Quindi, analizzando quei fattori che risultano ancora deficitari, ce n'è qualcuno in particolare che manca alle nostre Pmi? “L'attenzione alla formazione del capitale umano. Un aspetto che, ancorché in miglioramento, è interpretato in una logica sbagliata perché è spesso visto come un costo e non come un investimento”.
Come può si può aiutare l'impresa a superare queste carenze? “Un aspetto fondamentale da cui partire, innanzitutto, sono le risorse dell'Unione europea: tutti ne parlano da tempo, ma pochi poi mettono in pratica le azioni necessarie per usufruirne. Il nostro istituto intende offrire un servizio di consulenza all'azienda, per accompagnare l'imprenditore nei progetti che possano farlo accedere ai fondi europei: ci stiamo attrezzando per avvalerci di consulenti professionisti. Nel territorio, infatti, manca un'assistenza specialistica alle aziende, e noi vogliamo essere il riferimento per le imprese locali”. E la quotazione in Borsa? È un'opzione plausibile per le Pmi? “Io consiglio di non quotarsi in Borsa se l'obiettivo è solo quello di aumentare il valore azionario e far crescere il capitale: la ragione principale per farlo è assumere una dimensione più grande e far crescere la propria competitività nel mondo. Se si decide di intraprendere questa strada, si deve accettare di essere controllati. Il mercato richiede report periodici e l'imprenditore deve essere disposto a sottostare alla rendicontazione, ad accettare un prezzo chiaro e trasparente della propria azione che è determinato dal mercato borsistico. Con queste premesse, la quotazione può portare solo benefici, nel breve come nel lungo periodo. Qui però torniamo alla necessità di un adeguamento culturale: servono manager capaci che gestiscano al meglio e rendicontino alla proprietà, la quale non dovrebbe mescolarsi con la gestione dell'azienda. In questo credo che nel nostro territorio ci sia ancora molta strada da fare”. Che cosa significa essere una banca di riferimento del territorio? “Fino a qualche anno fa significava 'avere la testa' nel territorio, creare valore aggiunto e lavoro, in termini di maggiore vicinanza al tessuto produttivo che determinava una maggiore facilità di accesso al credito delle aziende di tale territorio. La crisi ha fatto comprendere che quei valori - che sono ovviamente tuttora validissimi - non possono però essere disgiunti da una corretta gestione. La territorialità non può far dimenticare che
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la banca è un'impresa - e quindi deve generare reddito - e che deve gestire bene il denaro dei depositanti. La banca distrugge valore se concede credito a chi non lo merita. Chi ha l'acqua alla gola può ancora salvarsi, non chi ha l'acqua ormai alla fronte: in quel caso il salvagente purtroppo non serve più. Altro punto essenziale per svolgere correttamente la funzione di banca di riferimento del territorio è la consulenza all'azienda: qui si gioca la vera partita, è lo sviluppo vero. Qui la banca può essere determinante: in questo, la Banca della Provincia di Macerata vuol fare la differenza”. In prospettiva opposta, quanto la crisi del territorio incide sull'andamento della vostra banca? “In un contesto ancora difficile per la nostra economia, il semestre non è andato male. L'utile di Banca della Provincia di Macerata è superiore al milione di euro. Un risultato considerevole per un istituto di credito piccolo ed è un dato che risente comunque del mantenimento di una scelta che continuiamo a fare: procedere ad effettuare importanti accantonamenti patrimoniali. Come già annunciato dal nostro presidente, nel medio periodo, fra 3 o 5 anni, anche noi ci quoteremo in Borsa. Dal punto di vista aziendale, crediamo poi nell'importanza del capitale umano: dei nostri 54 dipendenti, l'80% è composto da giovani laureati e il 50% da donne. Abbiamo 4 sportelli e altrettanti punti servizi; la nostra scelta è di avere pochi sportelli e molti consulenti che si muovono sul territorio anche perché oggi ci sono strumenti informatici che permettono di operare a distanza. Devo aggiungere che anche il settore immobiliare mostra un timido segnale di ripresa delle compravendite e questo è incoraggiante, anche se partiamo da un dato terribile: dall'ultimo rapporto della Banca d'Italia per il 2014, più dei due terzi delle imprese di costruzioni hanno crediti deteriorati, un numero abnorme”.
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“Il diamante è un impiego saggio e affidabile del risparmio”
L'autorevole economista Mario Baldassarri presidente del Centro Studi Economia Reale: “Gli istituti di credito si sono aperti a modelli di finanza alternativi. Sui diamanti però debbono ancora espandere la loro opportunità di presenza, capendo bene che questo investimento non è alternativo ma complementare alle altre forme di proposta ai loro clienti” di Letizia Ciaccafava
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rofessor Baldassarri, le ripercussioni della crisi economica mondiale continuano a farsi sentire. L'uscita è ancora lontana? Quando e come, secondo lei, riprenderà la crescita? “Non c’è una crisi economica mondiale. L’economia mondiale ha avuto un solo anno di crescita zero nel 2009. Prima e dopo tutti i vari continenti del mondo (America inclusa) hanno avuto tassi di crescita molto sostenuti. E’ vero però che
i ritmi di crescita successivi alla crisi del 2009 sono apparsi e appaiono anche in prospettiva inferiori a quelli pre-crisi. Un esempio su tutti: la Cina cresceva al 10% prima del 2009, mentre dopo è cresciuta al 7-8% ed ora le previsioni la danno in crescita attorno al 6-7%. La verità è che c’è una palese crisi strutturale dell’economia europea che, sia prima che dopo il 2009 ha ormai da venti anni una crescita molto bassa e di molto inferiore sia alla crescita degli Usa sia a quella di tutti gli
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altri continenti del mondo, in particolare quella dei paesi asiatici. L’Unione Europea cresce poco, l’area euro cresce pochissimo. E questo non è un dato congiunturale bensì strutturale visto che va avanti da quasi venti anni. Dentro la crisi europea c’è poi una ancora più accentuata crisi italiana. L’Italia infatti in questi venti anni è cresciuta sempre meno della media europea che a sua volta cresce molto meno del resto del mondo. Esiste quindi un problema Europa a cui si aggiunge un problema Italia. Da questa crisi strutturale si può uscire solo con riforme strutturale, in Europa ed in Italia. In Europa occorre rivedere le colonne portanti dell’Unione, cioè lo statuto della Bce, per farne una vera banca centrale e prestatore di ultima istanza, ed il trattato di Maastricht per introdurre la distinzione tra spesa pubblica corrente e spesa pubblica per investimenti. Pertanto la crisi europea è stata ed è costruita dagli errori di politica economica europei. In Italia occorre aggredire i circa 50 miliardi di euro all’anno di sprechi, malversazioni e ruberie (corruzione) e recuperare i circa 100 miliardi di evasione fiscale. Se negli ultimi quindici anni si fossero recuperate quelle risorse e fossero state indirizzate a ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese ed ad aumentare gli investimenti pubblici, l’Italia al 2014 avrebbe avuto oltre 200 miliardi di euro di Pil in più ed oltre 1,5 milioni di disoccupati in meno. In sintesi, non avremmo vissuto la drammatica crisi di reddito e di occupazione di questi ultimi 7-8 anni. Pertanto la crisi italiana è stata tutta costruita con le nostre mani italiane. La nostra crisi è la diretta conseguenza delle nostre mancate riforme strutturali. Questi sono gli scogli, Scilla e Cariddi, che devono essere affrontati per uscire dalla crisi, in Italia ed in Europa”. Lei fa parte del cda della Diamond Private Investment, azienda marchigiana
in grande crescita che opera in investimenti in beni rifugio, come il diamante; come collocherebbe in un contesto attuale questo tipo di opportunità? “Una sana e saggia gestione del risparmio implica sempre una gestione patrimoniale che diversifichi il rischio. Questo vale a maggiore ragione in tempi di grave crisi quando i valori appaiano estremamente volatili. In questo senso il diamante da investimento è il migliore modo di diversificare il patrimonio e minimizzare i rischi. A differenza infatti di altri cosiddetti beni rifugio, come ad esempio l’oro, il mercato dei diamanti è stabile, il suo valore rimane stabile nel medio lungo periodo, è facilmente liquidabile e nel lungo periodo garantisce un rendimento 1,5 -2% annuo. Va però detto subito che la diversificazione del risparmio verso i diamanti va fatta per una quota di patrimonio non altissima, a mio parere tra il 5 e il 10%. Questo vale anche per patrimoni di piccole dimensioni visto che l’investimento in diamanti può essere a partire da 5.000 euro”. Il mondo degli istituti di credito non è stato impassibile di fronte ai cambiamenti in atto e ha cercato di proporre nuovi modelli di finanza alternativa. Qual è la loro efficacia? “Gli istituti di credito si sono aperti a modelli di finanza alternativi. Sui diamanti però debbono ancora espandere la loro opportunità di presenza, capendo bene che questo investimento non è alternativo ma complementare alle loro altre forme di proposta di investimento ai loro clienti e può rappresentare anche una buona opportunità di margini per gli stessi istituti di credito”. Molte imprese, nonostante la congiuntura sfavorevole, sono riuscite a crescere in modo significativo. Quali sono i loro punti di forza? “In questi sette anni di crisi profonda, le
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imprese manifatturiere che sono riuscite a crescere sono quelle che esportano più del 60-70% del loro prodotto. Il fatto però è che queste rappresentano soltanto il 10-15% delle imprese italiane. Le altre imprese che fanno riferimento prevalente al mercato interno italiano hanno vissuto anni tremendi, molto hanno chiuso i battenti e molto sono tuttora in crisi. Nel settore della finanza e della gestione dei portafogli le imprese di successo sono quelle che hanno capito la situazione ed hanno offerto prodotti nuovi e adeguati alle esigenze di prudenza, salvaguardia del capitale e rendimenti accettabili da parte dei risparmiatori. Questi sono i loro punti di forza. A fronte di questo è necessaria assoluta trasparenza, rigore di gestione, affidabilità verso il cliente, credibilità verso le relative autorità di controllo”. Da grande esperto di economia e finanza, come descriverebbe l'esperienza maturata dalla collaborazione con DPI? E quali sono gli scenari futuri del settore di riferimento? “Su questi aspetti DPI ha fatto meglio della concorrenza e quindi ha avuto più successo. Un successo basato su capacità, esperienza, affidabilità, trasparenza e professionalità. Il futuro del settore si presenta con grandi opportunità di espansione, proprio perché la crisi sarà ancora lunga e difficile e per uscirne sul serio occorreranno anni ed anni. In queste condizioni l’investimento in diamante continuerà ad essere un impiego saggio ed affidabile del risparmio. Ulteriore potenzialità di espansione si aprono attraverso la presenza in altri mercati europei, visto che questa forma di investimento è stata inventata e sviluppata prevalentemente in Italia e visto, come detto prima, che anche le prospettive dell’Europa si presentano serie e con problemi di non facile ed immediata soluzione”.
FINANZA FINANZA E MERCATO E MERCATO DEIDEI CAPITALI CAPITALI
SERVIZI SERVIZIDI DIFINANZA FINANZAALTERNATIVA ALTERNATIVA IlIlcliente e’e’ililfulcro fulcrodella dellatua tuaazienda? azienda? EEcliente INNOVATIVA INNOVATIVA PER PER LELEIMPRESE IMPRESE CONTESTO CONTESTO ATTUALE ATTUALE La crescita La crescita e il ecambiamento il cambiamento dell’economia dell’economia reale reale dipenderanno dipenderanno dal dal ruolo ruolo cheche il credito il credito (finanza) (finanza) saprà saprà svolgere svolgere nel nel sostenere sostenere i i processi processi di sviluppo. di sviluppo. L’approvvigionamento L’approvvigionamento dei dei mezzi mezzi finanziari finanziari per per sostenere sostenere le operazioni le operazioni economiche economiche reali, reali, la la strutturazione strutturazione e laecrescita la crescita aziendale aziendale nel nel nostro nostro Paese, Paese, trovano trovano la loro la loro fonte fonte primaria primaria nel nel credito credito Tradizionale Tradizionale bancario, bancario, per per oltreoltre l’80% l’80% del del totale, totale, mentre mentre solosolo il 20% il 20% è è rappresentato rappresentato dalladalla finanza finanza alternativa. alternativa. Negli Negli StatiStati Uniti, Uniti, in Europa, in Europa, in Cina in Cina il rapporto il rapporto tra fonti tra fonti provenienti provenienti dal dal sistema sistema bancario bancario tradizionale tradizionale e leefonti le fonti Alternative Alternative presenta presenta rapporti rapporti profondamente profondamente diversi, diversi, mediamente mediamente del del 50%50% e 50%. e 50%. Il sistema Il sistema bancario bancario è giàè sottoposto già sottoposto a vincoli a vincoli sempre sempre più stringenti, più stringenti, imposti imposti dalledalle Istituzioni Istituzioni di Vigilanza, di Vigilanza, e dale contesto dal contesto deteriorato deteriorato in cui in cui opera opera (elevato (elevato volume volume di sofferenze) di sofferenze) taletale aspetto aspetto sta sta facendo facendo venirvenir meno meno il ruolo il ruolo delladella Finanza Finanza come come acceleratore acceleratore dellodello sviluppo sviluppo e e ripresa ripresa economica. economica. Il mercato Il mercato del credito del credito in generale in generale devedeve puntare puntare allaalla trasparenza trasparenza finanziando finanziando i i PROGETTI PROGETTI e non e non anche anche i soggetti i soggetti e laeFinanza la Finanza alternativa alternativa dovrà dovrà ricoprire ricoprire il ruolo il ruolo lasciato lasciato vacante vacante dal credito dal credito tradizionale. tradizionale.
ISTITUTI ISTITUTIE E STRUMENTI STRUMENTI FINANZA FINANZA ALTERNATIVA ALTERNATIVA PURA PURA • • AimAim (mercato (mercato borsistico) borsistico) • • Percorso Percorso ELITE ELITE • • MiniMini Bond Bond • • Equity Equity Italiani Italiani ed Esteri, ed Esteri, investitori investitori • • Crowdfunding Crowdfunding • • European European Bank Bank for for R&DR&D (EBRD) (EBRD) • • Cassa Cassa depositi depositi e Prestiti e Prestiti • • Fondo Fondo Italiano Italiano Investimenti Investimenti FINANZA FINANZA ALTERNATIVA ALTERNATIVA AGEVOLATA AGEVOLATA • • Banca Banca Europea Europea deglidegli Investimenti Investimenti • • Fondo Fondo centrale centrale di Garanzia di Garanzia (Mcc) (Mcc) • • Consorzi Consorzi diGaranzia diGaranzia fidi fidi • • Invitalia Invitalia FINANZA FINANZA ALTERNATIVA ALTERNATIVA SPECIFICA SPECIFICA • • Simest Simest / Sace / Sace • • Factoring Factoring • • Prodotti Prodotti Assicurativi Assicurativi TuttiTutti questi questi e altre e altre istituzioni istituzioni NONNON BANCARIE, BANCARIE, o comunque o comunque a latere a latere del del sistema sistema tradizionale tradizionale Bancario, Bancario, operano operano sia sia direttamente direttamente cheindirettamente cheindirettamente attraverso attraverso altrealtre istituzioni istituzioni finanziarie. finanziarie. Le risorse Le risorse disponibili disponibili sonosono sempre sempre più più ampie ampie e specialistiche, e specialistiche, dedicate dedicate allealle diverse diverse tipologie tipologie di impiego, di impiego, offrendo offrendo nonnon solosolo provviste provviste in denaro, in denaro, ma ma servizi servizi e cultura e cultura aziendale aziendale per per la crescita. la crescita. ∂84∂
FORME FORMED'IMPIEGO D'IMPIEGO La Finanza La Finanza ALTERNATIVA ALTERNATIVA si giustappone si giustappone cosìcosì a 4 amacroaree 4 macroaree di impiego: di impiego: CRESCITA CRESCITA DIMENSIONALE DIMENSIONALE Necessità Necessità di finanziarie di finanziarie il progetto il progetto prima prima cheche il soggetto, il soggetto, apporto apporto quindi quindi di finanza di finanza libera libera e modulare e modulare per per i diversi i diversi stadi stadi di di fabbisogno. fabbisogno. Strutture Strutture per per garanzie garanzie a sostegno a sostegno de de l’approvvigionamento l’approvvigionamento del del credito credito RICERCA RICERCA E SVILUPPO E SVILUPPO Credito Credito per per ricerca, ricerca, innovazione, innovazione, sviluppo sviluppo e e ammodernamento. ammodernamento. Sostegno Sostegno finanziario finanziario di lungo di lungo termine, termine, al al finefine di valorizzare di valorizzare le caratteristiche le caratteristiche di Know di Know -how -how industriale industriale e brevettuale e brevettuale per per il futuro. il futuro. INVESTIMENTO INVESTIMENTO ESTERO ESTERO Finanza Finanza per per grandi grandi investimenti, investimenti, per per riqualificazioni riqualificazioni ambientali, ambientali, grandi grandi opere opere e per e per l’internazionalizzazione, l’internazionalizzazione, rivolta rivolta a percorsi a percorsi immediati immediati di penetrazione di penetrazione e e sfruttamento sfruttamento di vantaggi di vantaggi competitivi competitivi e e sbocco sbocco commerciale. commerciale. REVISIONE REVISIONE DELDEL BUSINESS BUSINESS Creditodedicato Creditodedicato perle perle operazioni operazioni distruttur distruttur azioneeristrutturazioneoperativa azioneeristrutturazioneoperativa aziendale, aziendale, riqualificazione riqualificazione del del credito, credito, finanza finanza per per aggregazioni aggregazioni verticali verticali e orizzontali, e orizzontali, creazione creazione di piattaforme di piattaforme e reti e reti d’impresa. d’impresa.
IL PROGETTO ILILPROGETTO PROGETTO Con l’obiettivo di creare cultura sulla Con Con l’obiettivo l’obiettivo di creare di creare cultura cultura sulla FINANZA ALTERNATIVA, nasce ilsulla progetto FINANZA FINANZA ALTERNATIVA, nasce il progetto il progetto MaG.NuS diALTERNATIVA, SidaGroup,nasce destinato a MaG.NuS MaG.NuS di SidaGroup, di SidaGroup, destinato destinato a a e rivedere gli schemi tradizionali del credito rivedere rivedere gli schemi gli schemi tradizionali tradizionali del del credito credito e e della provvista finanziaria specialistica. della della provvista provvista finanziaria finanziaria specialistica. MaG.NuS è l’integrazione dispecialistica. servizi MaG.NuS MaG.NuS è l’integrazione è l’integrazione di servizi di servizi di finanza alternativa con l’obiettivo di di finanza di finanza alternativa alternativa con con l’obiettivo l’obiettivo di di utilizzare gli strumenti più all’avanguardia utilizzare utilizzare glidi strumenti gli strumenti piùlopiù all’avanguardia all’avanguardia in termini finanza per sviluppo, in termini in termini dicon finanza di ifinanza per per lointernazionali sviluppo, lo sviluppo, alla competere mercati competere concon isul mercati imercato mercati internazionali internazionali pari,competere puntando dei Capitalialla e alla pari, pari, puntando puntando sul mercato sulbancarie. mercato dei dei Capitali Capitali e e delle istituzioni non delle delle istituzioni istituzioni nonHow non bancarie. bancarie. Disporre di Know sulla finanza Disporre Disporre disugli Know di Know HowHow sullasulla finanza finanza aziendale, strumenti della finanza aziendale, aziendale, sugli strumenti strumenti delladella finanza finanza alternativa, sulsugli comportamento dell’attuale alternativa, alternativa, sul comportamento sul comportamento dell’attuale sistema di relazioni con queste dell’attuale nuove fonti sistema sistema di relazioni dierelazioni concon queste queste nuove nuove fontifonti e strumenti, su come approcciare queste enuove strumenti, e strumenti, e suecome su come approcciare queste queste fonti finanziarie conapprocciare specializzazione nuove fonti finanziarie finanziarie concon specializzazione specializzazione nei nuove varifonti settori dell’economia, diviene nei nei varivari settori settori dell’economia, dell’economia, diviene diviene il fulcro di uno sviluppo sostenibile e ilorientato fulcro il fulcro di alla uno di uno sviluppo sviluppo sostenibile sostenibile e e crescita. orientato orientato allaalla crescita. crescita.
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SEDI E CONTATTI SEDI SEDI EGroup CONTATTI E CONTATTI Sida Sida Sida Group Group info@sidagroup.com info@sidagroup.com info@sidagroup.com www.sidagroup.com www.sidagroup.com www.sidagroup.com
MILANO MILANO MILANO BOLOGNA BOLOGNA BOLOGNA PARMA PARMA PARMA PADOVA PADOVA PADOVA VERONA VERONA VERONA FERRARA FERRARA FERRARA
FIRENZE FIRENZE FIRENZE ANCONA ANCONA ANCONA ROMA ROMA ROMA NAPOLI NAPOLI NAPOLI TERNI TERNI TERNI FOGGIA FOGGIA FOGGIA
Sede Amministrativa Sede Sede Amministrativa Amministrativa Via I°Maggio, 156 Via60131 Via I°Maggio, I°Maggio, 156 Ancona 156 60131 60131 Ancona Ancona Tel.07128521 Tel.07128521 Tel.07128521 Fax 0712852245 FaxFax 0712852245 0712852245
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Accordo per il credito 2015 in favore delle PMI di Alessandro Scarlato Management Academy Sida Group - Senior Advisor Area Corporate Finance
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Le PMI che possono accedere alle predette iniziative, operanti in Italia in qualsiasi settore economico, possono anche trovarsi in temporanee difficoltà finanziarie ma, al momento della presentazione della domanda devono essere classificate dal sistema bancario “in bonis” e, quindi, non devono essere in situazioni di “sofferenza” o con esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per quanto riguarda l'iniziativa "Imprese in ripresa", è possibile sospendere o allungare anche i finanziamenti che hanno già beneficiato di analoghe agevolazioni negli anni passati, a condizione che la precedente sospensione non sia stata richiesta nei 24 mesi precedenti.
a SIDA, nella sua ormai ultraventennale attività di consulenza, segnala alle imprese il nuovo “Accordo per il Credito 2015” in favore delle PMI che, riprendendo quanto previsto dal precedente accordo del 2013 e prolungandone la validità al 31 dicembre 2017, avvia nel contempo nuovi interessanti progetti. Sono tre, in particolare, le iniziative previste nel predetto “Accordo”: 1. Imprese in ripresa, in tema di sospensione e allungamento dei finanziamenti; 2. Imprese in sviluppo, per il finanziamento dei progetti imprenditoriali di investimento ed il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese; 3. Imprese e Pa, per lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Lo strumento della sospensione e dell’al-
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lungamento dei finanziamenti consente senz’altro alle imprese di recuperare liquidità, ma occorre prestare attenzione alle condizioni economiche alle quali queste agevolazioni vengono concesse. Difatti, le modifiche ai contratti originali potrebbero comportare per le banche un aggravio dei costi della provvista, oppure maggiori accantonamenti per le accresciute condizioni di rischio del prenditore, con ovvio trasferimento degli eventuali maggiori oneri sul prezzo finale dell’operazione di rinegoziazione. All’incremento dei costi, l’Accordo pone comunque delle condizioni che, fatte salve particolari situazioni di rischio, dovrebbero limitare le variazioni penalizzanti.
stimenti in beni strumentali agevolabili o anche per finanziare l’incremento del capitale circolante necessario a rendere operativi gli investimenti realizzati o in corso di realizzazione, nonché l’incremento della capacità operativa necessaria a far fronte a nuovi ordinativi. Come detto in premessa, l’utilizzo del plafond “Imprese in sviluppo” è molto articolato sia per quanto riguarda gli investimenti finanziabili, sia per quanto concerne le condizioni applicabili alle operazioni e sia per la possibilità di temperare il costo del finanziamento mediante l’acquisizione di idonee garanzie rilasciate da organismi quali SACE, ISMEA, Fondo di Garanzia per le PMI o dai diversi Confidi.
Particolarmente interessante appare l’iniziativa “Imprese in sviluppo”, che prevede in maniera articolata la possibilità di accedere ad un plafond per il finanziamento di investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività d’impresa, compresi gli investimenti avviati nei 6 mesi precedenti alla data di presentazione della domanda.
In ultimo, la terza iniziativa riguarda i rapporti tra PMI e la Pubblica Amministrazione e persegue l’obbiettivo di agevolare le operazioni di smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Inoltre, qualora compatibile con il dettato della cosiddetta “Nuova Sabatini”, il predetto plafond, può essere utilizzato anche per il finanziamento degli inve-
I crediti oggetto di smobilizzo devono essere certificati come certi, liquidi ed esigibili, ai sensi dell’art. 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 e successive integrazioni e modifiche. È stato pertanto istituito un plafond denominato appunto “Imprese e PA” da
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utilizzare mediante diverse modalità: • sconto pro soluto, anche con garanzia dello Stato concessa ai sensi dell’articolo 37 del DL n.66/2014; • anticipazione del credito, con cessione dello stesso, realizzata anche nella forma dello sconto pro solvendo • anticipazione del credito, senza cessione dello stesso. Anche le imprese con esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, e fino ad un massimo di 180, possono richiedere alla banca di valutare l’accesso all’operazione di smobilizzo quando la situazione di ritardo nei pagamenti dell’impresa medesima sia imputabile proprio al mancato incasso dei crediti vantati nei confronti della PA per i quali l’impresa richiede l’attivazione del plafond in questione. Molto importante sottolineare, in conclusione, che le banche dovranno tenere in adeguata considerazione la circostanza che il rischio di credito delle operazioni derivanti dall’utilizzo del plafond è anche riconducibile alla PA debitrice: questo sia al fine del mantenimento di eventuali altre linee di credito, sia per il costo complessivo dell’operazione di smobilizzo.
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NUOVE FORME DI CREDITO PER LE IMPRESE: “Differenziare le fonti finanziarie e sfruttare le opportunità degli strumenti digitali come il crowdfunding”
L'analisi del consulente aziendale Davide Capra, esperto del mondo delle startup e direttore generale della Smart Up, società che si occupa di nuovi rami d’impresa e spin-off innovativi di Stefano Strano
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ome definire i servizi finanziari che servono alle imprese ? “Innanzitutto, partiamo dalla considerazione che il vero tessuto industriale italiano è rappresentato dalle piccole e medie aziende, quindi le attività si riferiscono principalmente a questo range. Esse spesso si trovano in difficoltà nel reperimento e nella gestione delle risorse finanziarie necessarie. Oggi, grazie all'avvento delle tecnologie digitali, esistono anche nuovi servizi finanziari. Pertanto,
è necessario un costante aggiornamento, raggiungibile dotandosi di un team di consulenti d’azienda con i quali focalizzare esigenze e finalità della finanza oggetto della richiesta. Purtroppo, ancora oggi ciò non avviene nella maggior parte delle aziende”. La finanza alternativa è legata a un ruolo sociale ed etico delle banche? È sempre più voluto per dare un'immagine, per così dire, di “banca dal
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DOSSIER BANCHE & CREDITO
volto umano”, considerando la "pars destruens" che hanno avuto nell'origine della crisi dei mutui subprime? “E' vero, ma forme di finanza alternativa sono sempre esistite anche prima della crisi: le stesse casse rurali o le società di mutuo soccorso, ma anche enti regionali che hanno il compito di distribuire i fondi stanziati da Comunità europea e ministero dello Sviluppo Economico. Così come società parastatali che assegnano a progetti specifici l’erogazione di finanza agevolata quali, ad esempio, la Simest che promuove l'internazionalizzazione di aziende italiane in mercati extra Ue operando anche come venture capital, secondo l’operazione che l’imprenditore intende effettuare, al fine di favorirne la competitività globale. Queste sono tipologie diverse di credito, come l’utilizzo di fondi di private equity che prevedono anche l’apertura del capitale a nuovi soci, prassi non molto diffusa in Italia per ragioni più culturali che economiche. Certamente oggi vi è maggiore sensibilità da parte degli istituti di credito verso una finanza “etica”, complice la crisi e la ormai indiscussa corresponsabilità nelle cause della stessa, il che ha portato gli istituti di credito ad interrogarsi anche sul ruolo sociale della banca e più ampiamente sulla propria mission; questo ha comportato un riassetto interno e nuove funzioni dedicate agli aspetti propriamente etici. Non ultima l’attenzione al microcredito: una di quelle forme di finanza alternativa che supera il credito ordinario, con limiti di soglia, e viene impiegato in termini sociali e culturali”. Lei, da direttore generale della società Smart Up, si occupa di nuovi rami d'impresa startup e di spin off con il mondo della ricerca e sviluppo legati alle università. Quanto è difficile per una startup, e soprattutto per una innovativa, trovare le fonti finanziarie? “La difficoltà nasce soprattutto dalla mancanza di storicità, accompagnata il più delle volte da una debolezza patrimoniale, sicuramente non sufficiente a garantire
la solvibilità del credito. In Italia, il sistema bancario, per come è strutturato, trova notevole difficoltà a interloquire con le startup, nonostante il legislatore abbia introdotto nuovi parametri andando a disciplinare quelle innovative, costituendo anche una apposita sezione presso le Camere di Commercio. L'istituto di credito deve interagire con un soggetto giuridico la cui capacità di restituzione di quel credito deve essere dimostrata dai soci e non dalla validità del progetto. Negli Stati Uniti può nascere uno Steve Jobs e diventare Steve Jobs, in Italia può nascere ma deve migrare in un altro paese per realizzarsi: difficilmente troverà qualche istituto bancario disposto a credere a tal punto da 'scommettere' un finanziamento su un progetto innovativo. Si stanno affermando altre forme alternative a quelle ormai diffuse, quali le garanzie emesse da consorzi convenzionati con istituti di credito e associazioni di categoria. Ad esempio il crowdfunding o i fondi di venture capital: queste sono le risposte più concrete alla richiesta di credito da parte di una start up innovativa. Attraverso canali digitali si può proporre un progetto che, grazie alla raccolta di fondi specifici, finanzi queste iniziative imprenditoriali innovative. La stessa Consob è intervenuta per favorire queste forme di credito”. In tema di bilancio, nelle Marche, molte società di capitali sono fallite o sono a rischio fallimento. Ad esempio, un parametro come il Roe (Return on equity), che sintetizza anche la capacità dell'impresa di attrarre nuovi capitali, è cominciato a diminuire dall'inizio della crisi finanziaria del 2008. I nostri imprenditori comprendono davvero l'importanza di un indicatore finanziario di questo tipo, e come si può biasimare le stesse banche che non aprono i rubinetti del credito a fronte a un quinquennio di performance così negative nella gestione aziendale? “Il Roe è uno dei parametri più importanti che vanno a comporre il rating, l’indice di riferimento per la banca nella fase di con-
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cessione del credito e, di conseguenza, non è molto gradito dalla maggior parte degli imprenditori. L’attività deve essere svolta in maniera preventiva, in quanto il Roe è un dato contabile che emerge al termine della chiusura d’esercizio ed esprime, in estrema sintesi, il risultato economico dell’attività d’impresa essendo indice della redditività del capitale proprio. Una gestione maggiormente consapevole da parte dell’azienda delle risorse finanziarie concesse dagli istituti di credito sicuramente può portare a costruire una migliore 'immagine di bilancio' che, una volta riclassificato dalla banca, potrà produrre un rating migliore e quindi agevolare la concessione di nuova finanza, ovviamente unitamente ad altre attività. Nelle consulenze che faccio per le aziende si nota un utilizzo spesso poco consapevole della finanza aziendale: certo, raramente si tratta di un uso sconsiderato, ma con qualche accortezza in più si potrebbe ottenere un risparmio sugli oneri finanziari e questo potrebbe portare anche l'inserimento di un istituto bancario nella linea di credito dell'azienda. Fino al 2007 le banche proponevano una finanza più 'facile', oggi, dopo una crisi che è stata causata proprio dal mondo finanziario e non dall'economia reale, sono diventate molto più selettive, e nel 2009-2010 hanno congelato la concessione di prestiti. Nel 2007 un'azienda, indipendentemente dall'utile o dallo stato patrimoniale, aveva banche che le facevano la corte per gestire i portafogli clienti. Con la crisi, questo meccanismo è collassato, con un effetto domino, in cui i primi a cadere sono quei tantissimi piccoli imprenditori che non hanno fatto il salto dimensionale da artigiano a impresa: e questo in tempi non sospetti, visto che ancora nel 2002-2003 in media avevano due o tre dipendenti. Di fatto, attualmente, il maggior numero di imprese sotto-capitalizzate si trova nel Centro Italia, e quindi anche nelle Marche: questo significa che le aziende non possono garantire il credito che richiedono alle banche”.
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SPECIALE FORMAZIONE
LE MARCHE, una regione di 'secchioni'
C
he le Marche siano una regione di eccellenti artigiani, imprenditori geniali, poeti e musicisti è ormai cosa nota. Le donne e gli uomini che 'si son fatti da soli' hanno scritto la storia di questo territorio, contribuendo a valorizzarne l'immagine e la nomea. Ma non tutti sanno, però, che le Marche sono anche una regione di 'secchioni', di studenti meritevoli che ottengono risultati brillanti e sanno affermarsi anche sul piano nazionale. A confermare questo dato è il recente Rapporto sulle Rivelazioni nazionali degli apprendimenti 2014-2015 presentato dall'Invalsi nella sede del ministero dell'Istruzione. Le Marche, infatti, spiccano tra le regioni del Centro per il punteggio decisamente al di sopra della media nazionale in italiano e in matematica, sia nella scuola primaria, sia nella secondaria di secondo grado. “Certamente è un caso da studiare, ha dichiarato il responsabile Area Prove Invalsi, Roberto Ricci, illustrando i dati delle rilevazioni. Se fosse possibile, bisognerebbe diffondere la ricetta del successo, che non è un exploit del 2015. È il quarto anno consecutivo che la regione vanta risultati molto buoni”. “È una crescita costruita negli anni - ha commentato il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Letizia Melina - come risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutta la comunità scolastica e, in una logica di rete, gli enti locali, le agenzie formative, le università, il mondo imprenditoriale e i diversi soggetti con cui, a vario titolo, la scuola interagisce sul territorio. Un lavoro che ha
portato a un notevole e costante innalzamento dei livelli di apprendimento degli alunni e studenti marchigiani”. “È davvero un buon segnale - ha dichiarato l’assessore all’Istruzione e Formazione, Loretta Bravi - che arriva per il quarto anno consecutivo, per avviare il nostro lavoro su basi solide; un risultato che è lo specchio di una realtà sana, che premia l’impegno della scuola, del sistema scolastico regionale e della classe docente che si distingue per professionalità e preparazione”. Sono soprattutto gli alunni delle classi primarie ad eccellere, piazzandosi primi nella prova di lingua italiana. Forse, per questi piccoli campioni dello studio la strada della formazione sarà ancora lunga, fino ad arrivare a università e master. Di sicuro vivranno gli effetti della riforma della scuola, l'ennesima, che cambierà il mondo dell'istruzione. Oggi, con la disoccupazione che tocca livelli record, con il 52,79% dei giovani tra i 15 e i 29 anni senza lavoro (dato Ocse), in molti si chiedono se abbia ancora un senso investire in anni di studio, per poi ritrovarsi disoccupati. In Italia i giovani 'Neet', né occupati, né iscritti a scuola o in apprendistato sono il 26,09% degli under 30. Un dato preoccupante che mostra una generazione che ha smesso di studiare, ma anche di cercare lavoro. Nel nostro speciale metteremo più opinioni a confronto per capire quanto vale oggi lo studio e soprattutto su quale tipo di formazione conviene ancora investire. ∂93∂
SPECIALE FORMAZIONE
STUDIARE, PERCHÉ?
Rispondono i 'Magnifici Quattro' delle università delle Marche di Silvia Baldini
1.
Anche l’Università italiana sta attraversando questo periodo di inevitabili cambiamenti che investono tutta la società. Di fronte alle difficoltà economiche e ai dati della disoccupazione così alti, conviene oggi per una famiglia investire ancora nell’istruzione universitaria dei figli? E perché?
SAURO LONGHI Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
LUIGI LACCHÈ Rettore dell’Università di Macerata
VILBERTO STOCCHI Rettore dell’Università di Urbino
FLAVIO CORRADINI Rettore dell’Università di Camerino
“Il futuro si poggia tutto sull'istruzione e il Paese va avanti se dispone del capitale umano capace di innovare. È necessario, quindi, investire ancora nell'istruzione universitaria perché il Paese ha bisogno di laureati, lo dicono le statistiche. Bisogna però scegliere la laurea giusta. La laurea conseguita all’Univpm offre sicure opportunità di occupazione. Si prevede che nel 2020 il 40% della forza lavoro europea tra i 30 e i 40 anni richiederà una qualifica di livello universitario. Così negli ultimi anni abbiamo cercato di avvicinare il mondo accademico a quello lavorativo e portato nelle Marche un nuovo modello di sviluppo basato sui cluster tecnologici, modello già ampiamente utilizzato nelle regioni più sviluppate d'Europa”.
“Laurearsi - seriamente e in tempo utile - conviene ai singoli, alle famiglie e all’intera comunità. Tutti i dati smentiscono chi predica l’inutilità della laurea, specie di alcune. Il problema non è investire in formazione, semmai è avere un mercato più ricettivo, capace di crescere qualitativamente. Abbiamo la metà dei laureati della media dei paesi Ocse ed è evidente il rapporto tra crescita economica e sviluppo dell’alta formazione”.
"Il ruolo dell’Università in queste condizioni è cruciale, ma il nostro Paese investe meno degli altri nella ricerca, nell’innovazione e conseguentemente nei giovani, con i risultati che sappiamo. Frequentare l’Università significa crescere nella conoscenza, attraverso un percorso che nessun altro è in grado di offrire. Ragionando poi pragmaticamente, va detto che da anni Urbino si colloca al di sopra delle medie nazionali sull’occupazione post laurea".
“Nei momenti di crisi è necessario porre al centro di tutto la Persona e la vocazione principale dell’università è quella di formare donne e uomini, ancor prima di preparare professioniste e professionisti, capaci di affrontare la vita. Impegno, preparazione e determinazione sono le chiavi vincenti per realizzare la propria strada. Per questo ad Unicam ci stiamo impegnando a mantenere alta la qualità della didattica e dei servizi, le agevolazioni e le borse di studio a disposizione dei nostri studenti, premiando quelli meritevoli e ponendoli nelle condizioni di proseguire gli studi senza disagi”.
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SPECIALE FORMAZIONE
2.
Quali sono le innovazioni che state portando avanti, a livello di metodo didattico e di ricerca? E quanto sono importanti quelle riguardanti la dotazione strumentale universitaria?
SAURO LONGHI Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
LUIGI LACCHÈ Rettore dell’Università di Macerata
VILBERTO STOCCHI Rettore dell’Università di Urbino
FLAVIO CORRADINI Rettore dell’Università di Camerino
“Stiamo continuando a investire nelle attrezzature scientifiche e tecnologiche. Una particolare attenzione sarà riservata alla valorizzazione della ricerca di base, motore fondamentale di sviluppo assieme alla ricerca applicata. Sul fronte della ricerca l’Univpm è fortemente impegnata nei cluster di interesse per le Marche, come quelli delle Smart living technologies, dell’Advanced manufacturing e il più recente Agrifood, tanto da contribuire alla guida delle politiche di sviluppo nazionale. Con oltre 40 spin-off attivati l’Univpm è fra le prime università in ambito nazionale, in rapporto al numero degli studenti e dei ricercatori, con 150 giovani coinvolti in progetti imprenditoriali. C’è poi il Contamination Lab con il Miur, luogo di promozione dell’imprenditorialità, dell’innovazione e di nuovi modelli di apprendimento”.
“Il nostro ateneo, pur a dimensione di studente, ha una forte propensione internazionale. Tra i poli attrattivi, l’Istituto Confucio dimostra potenzialità enormi con la Cina grazie al genius loci di Padre Matteo Ricci. Non solo: gli studenti arrivano da tutte le parti del mondo e sono uno stimolo per gli studenti locali. Quest’anno offriamo sette lauree internazionali a doppio titolo, che permettono di passare un periodo di studio all’estero, in Francia, Russia, Ucraina o Spagna, e di ottenere due lauree; abbiamo poi tre corsi in inglese, in economia, scienze politiche e turismo. L’offerta formativa è sempre più calibrata sulle attuali e mutevoli esigenze del mercato del lavoro. Cito, giusto per fare degli esempi, il nuovo corso in Comunicazione e culture digitali o l’indirizzo in Consulente dei trasporti di Scienze giuridiche. Il nostro ateneo offre, infine, ottimi servizi, come biblioteche, aule, laboratori informatici e linguistici, mense e residenze universitarie, con la tassazione più bassa delle Marche. Nel campo della ricerca, aumentano i progetti europei presentati e vinti e sono sempre più attivi poli e centri di ricerca a valenza ‘geopolitica’ (Macroregione Adriatico-Ionica, Cina, Africa)”.
"Tra le forme più innovative della nostra didattica abbiamo l’e-learning, che ogni anno raccoglie centinaia di iscritti che altrimenti non riuscirebbero a seguire corsi a carattere universitario. E questo anche grazie all’utilizzo di strumenti innovativi".
“L’Ateneo punterà sempre alla qualità della didattica e di tutti i servizi offerti agli studenti. Altra linea di sviluppo è l’internazionalizzazione: l’insegnamento in inglese sta interessando studenti da tanti paesi del mondo. Soddisfacenti sono anche i risultati della ricerca: l’Europa chiede massa critica e multidisciplinarietà e Unicam risponde con sette Piattaforme Tematiche di Ateneo, che raggruppano ricercatori e competenze in ambiti strategici che consentiranno un migliore accesso ai finanziamenti europei”.
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SPECIALE FORMAZIONE
3.
Quali sono i dati del rapporto tra formazione universitaria e lavoro nel vostro ateneo?
SAURO LONGHI Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
LUIGI LACCHÈ Rettore dell’Università di Macerata
VILBERTO STOCCHI Rettore dell’Università di Urbino
FLAVIO CORRADINI Rettore dell’Università di Camerino
“Secondo gli ultimi dati di AlmaLaurea l'Univpm ha un'alta percentuale di studenti che lavora durante gli studi. Il 60% dei laureati 2014 ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari. E dopo la laurea il 62% dei giovani intende proseguire gli studi. Il nostro Ateneo è il 6° nella classifica de Il Sole 24 Ore dei migliori atenei d'Italia”.
“Secondo i dati Alma Laurea, a tre anni dalla laurea lavora circa il 75% dei ragazzi, una percentuale superiore alla media nazionale del 68%”.
"Decisamente positivi: gli ultimi dati AlmaLaurea mostrano che il 75,5% dei laureati magistrali di Urbino a tre anni dalla laurea è occupato, un dato superiore al dato nazionale che è del 73%. Questo grazie al continuo impegno sul fronte del job placement e di eventi molto partecipati e proficui come il Career Day, la giornata di incontro fra università e imprese che ogni anno offre importanti occasioni ai nostri ragazzi".
Sono orgoglioso di affermare che già ad un anno dalla laurea, la quasi totalità delle Scuole di Ateneo ha percentuali di occupazione che superano le medie nazionali. Le performance occupazionali migliorano se si guarda ai tre anni: l’82,1% dei laureati intervistati è occupato. Interessante è anche il dato relativo all’efficacia del titolo di studio, a dimostrarne l’utilità e la spendibilità nel mercato del lavoro: ad un anno dalla laurea, è efficace per il 76,3% dei laureati, percentuale che sale al 91,1% a tre anni e al 95,1 % a cinque anni.
4.
Considerando lo scenario attuale e i timidi segnali di ripresa che sembrano affiorare, quali sono le sfide più importanti che l’istruzione universitaria dovrà sostenere di qui agli anni futuri?
SAURO LONGHI Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
LUIGI LACCHÈ Rettore dell’Università di Macerata
VILBERTO STOCCHI Rettore dell’Università di Urbino
FLAVIO CORRADINI Rettore dell’Università di Camerino
“Dobbiamo preparare i giovani laureati alle sfide che i nuovi mercati presentano, intensificare le relazioni internazionali e favorire la mobilità degli studenti. Su quest’ultimo fronte abbiamo incrementato con nostri fondi, 300 mila euro, le borse di studio”.
“Paradossalmente, non offriamo opportunità adeguate ai giovani dotati di un elevato livello di formazione o addirittura di una forte vocazione per la ricerca. Li formiamo, ma li costringiamo a trovare il loro futuro spesso all’estero, in paesi che sanno valorizzare le intelligenze. Una situazione di crisi come quella degli ultimi anni dovrebbe rafforzare la consapevolezza che la crescita strutturale è possibile, a patto che si investa di più e meglio in ricerca e formazione”.
"Le università italiane hanno subito in modo pesante gli effetti della crisi, con il Fondo di Finanziamento Ordinario inferiore a quello del 2007 con tagli conseguenti all’offerta formativa e al ricambio generazionale nel corpo docente, dall’età media tra le più alte d’Europa. Nonostante ciò la qualità dei lavori dei nostri ricercatori è altissima, come pure quella dei nostri laureati, col risultato paradossale che l’Italia semina, mentre gli altri paesi raccolgono i nostri migliori laureati e i ricercatori senza prospettive di carriera né fondi per la ricerca. Fermare, o meglio invertire questa deriva è la nostra sfida".
“Come dicevo, compito dell’Università è quello di formare cittadine e cittadini, capaci di inserirsi prontamente nel mondo del lavoro. Dobbiamo fornire ai nostri laureati conoscenze e competenze, anche grazie ad una collaborazione costante e sinergica con il mondo delle imprese e con gli enti del territorio, con un forte impegno sul fronte dell’internazionalizzazione. Tutte azioni in cui Unicam crede fortemente e sulle quali sta investendo molto”.
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SAURO LONGHI Rettore dell’Università Politecnica delle Marche
LUIGI LACCHÈ Rettore dell’Università di Macerata
VILBERTO STOCCHI Rettore dell’Università di Urbino
FLAVIO CORRADINI Rettore dell’Università di Camerino
Una potente ‘macchina’ di formazione tecnica e scientifica che prosegue spedita su una strada di successo, con numeri in crescita. La Politecnica cosa ha messo in campo in questi anni per crescere e affrontare le difficoltà? “Puntare sull'internazionalizzazione e sulla ‘contaminazione’. Un capitale umano competitivo deve potersi riferire a modelli organizzativi e sociali globali. Abbiamo aperto una nuova laurea magistrale in lingua inglese e potenziato una laurea magistrale in Scienze Sociali presso la sede di San Benedetto del Tronto. Abbiamo finanziato con nostri fondi la creazione di due importanti laboratori, il primo di tipo scientifico, costato un milione di dollari, il NY-MaSBiC, New York-Marche Structural Biology Center, per la produzione di proteine ad alta efficienza. Il laboratorio è frutto di una stretta collaborazione con un consorzio pubblico di dieci tra i più importanti istituti di ricerca di New York. Abbiamo anche aperto una nostra sede a Manhattan per ospitare i nostri ricercatori che operano presso queste università”.
‘L’Umanesimo che innova’ è un vostro importante slogan. In che modo l’Università declina questo connubio e come si riesce a portare l’innovazione nel settore umanistico? “L’obiettivo è portare Unimc verso un orizzonte che valorizzi i giovani. Stiamo lavorando sull’imprenditorialità e sugli gli spin-off e stiamo partendo con un incubatore di imprese. Il nostro ateneo vuole investire sul territorio, a sostegno delle imprese e dei laureati”.
Urbino è un importante centro di formazione universitario nel settore culturale. Come è possibile ridare alle professioni intellettuali quello status che oggi sembra smarrito? "Tornare a puntare sui valori più profondi dell’uomo è un compito che riguarda l’intero Paese. La bellezza e l’armonia della città di Urbino, Capitale del Rinascimento e culla dell’Umanesimo, nonché Patrimonio dell’Unesco, sono l’esempio dei risultati che la cultura e la scienza sanno produrre nell’uomo, influenzando significativamente le relazioni umane e il progresso civile. Studiare a Urbino significa acquisire questa consapevolezza".
Camerino è un centro di eccellenza nella formazione delle professionalità scientifiche, in particolare in ambito farmaceutico. Quali sono le innovazioni che promuovete come Università in questo ambito? “La Farmacia, con i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Chimica e tecnologia farmaceutiche e in Farmacia, è da tempo uno dei punti di forza dell’Ateneo, come testimoniato dai più che positivi dati relativi al numero di iscritti. Notevole il successo anche del corso di laurea in Informazione scientifica sul farmaco e scienze del fitness e dei prodotti della salute. Nei giorni scorsi è stata presentata poi la linea cosmetica “Aquarelle” prodotta dallo spin off Unicam “Recusol”. Ottimo esempio di come la ricerca universitaria si trasformi in attività imprenditoriale di qualità e opportunità di lavoro per i giovani”.
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Gli studenti dell’Univpm al centro della campagna di comunicazione dell'ateneo Con Universo Passione gli universitari della Politecnica delle Marche diventano testimonial di spot video, manifesti e social network di Stefano Strano Ph: Apollonia Benassi
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li studenti dell'Università Politecnica delle Marche (Univpm) al centro della nuova campagna di comunicazione dell'ateneo dorico Universo Passione (su Twitter, hashtag #scattalapassione), in vista delle iscrizioni ai corsi per l'anno accademico 2015-2016: sono loro i testimonial dello spot video e dei manifesti pubblicitari, in un coinvolgente racconto per immagini sul valore che per ciascuno di loro ha lo studio, su qual è la motivazione essenziale per raggiungere i propri obiettivi, che significa non solo sacrificio e dedizione ma anche, e soprattutto, realizzazione e felicità. “Sono i nostri studenti a parlare ai loro coetanei, ai prossimi che si iscriveranno – ha sottolineato il rettore dell'Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi -, un po' come è cambiato il nostro sito negli ultimi tempi, dove abbiamo sostituito le immagini delle strutture, assai più impersonali, con i volti dei nostri ragazzi”. Una campagna di comunicazione che è già “virale” sui social: “Nelle prime tre settimane dalla pubblicazione del video di backstage, abbiamo avuto oltre 21mila visualizzazioni – ha affermato Massimo Pigliapoco, il titolare dell'agenzia Tonidigrigio - con copertura superiore alle 75 mila persone raggiunte e più di 3mila interazioni su Facebook. In totale, sui social, abbiamo raggiunto 241mila persone e quasi 28mila interazioni da parte degli utenti sui 100 post pubblicati, dando voce agli 80 studenti che hanno fatto da testimonial. Il titolo riassume come l'università si proietti verso la passione degli studenti ed è online il
secondo video della campagna di comunicazione vera e propria”. L'ateneo dorico è sempre più riconosciuto e rinomato nella didattica come nella ricerca scientifica, un'eccellenza nell'offerta formativa articolata in 5 facoltà, 12 dipartimenti e tre poli didattici, con 17 mila studenti. Il rettore dell'Università Politecnica delle Marche, nel corso della presentazione della nuova campagna di comunicazione, ha annunciato con soddisfazione il lavoro fatto finora: “Rispetto al livello nazionale che fa registrare un calo nelle immatricolazioni alle università – ha spiegato Sauro Longhi –, noi manteniamo un numero delle iscrizioni costante e siamo cresciuti: dal 34,4% al 36%, come quota sul sistema universitario marchigiano. Una parte rilevante, considerando che siamo un ateneo con facoltà tecniche e scientifiche. Anche i settori di occupabilità dei nostri studenti sono sopra la media, anche se purtroppo nel nostro Paese sono ancora troppo pochi i laureati, mentre aumentano i giovani cosiddetti Neet, Not in Education, Employment or Training, che interrompono il percorso formativo e non studiano né lavorano. Vogliamo rivolgerci soprattutto a questi ragazzi che non sono intenzionati a proseguire gli studi: vogliamo che cambino idea, trasmettendo la passione che c'è nello studio, una scelta d'amore per la conoscenza che sentono e che vogliono condividere altri ragazzi come loro”. La Politecnica delle Marche ha preparato tre incontri rivolti agli studenti appena diplomati negli istituti superiori: “Dal 1 luglio
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sul sito si trovano le informazioni sull'immatricolazione online (il modello è sul sito dal 13 luglio) – ha aggiunto il rettore – e abbiamo già organizzato tre giornate di orientamento rivolte ai giovani diplomati: ad Ancona, il 15 luglio, alla facoltà di Ingegneria Montedago; a Fermo, il 16 luglio alla facoltà di Ingegneria; a San Benedetto del Tronto, il 21 luglio, alla facoltà di Economia. Proprio in queste sedi periferiche, da quest'anno abbiamo istituito il corso in Management pubblico e dei sistemi socio-sanitari a San Benedetto e abbiamo l'unico indirizzo di Ingegneria gestionale da Bologna a Bari in un distretto manifatturiero importantissimo come quello del Fermano”. Nella tassa d'iscrizione, ci sarà attenzione al merito, all'equità e
alla solidarietà: “Lo studente pagherà tre euro in più – ha proseguito Longhi - e altri tre aggiungeremo noi a studente per finanziare tra le 10 e le 20 borse di studio destinate ai ragazzi che provengono dai paesi disagiati, a rischio politico democratico, a partire dall'Africa. È un contributo simbolico per riaffermare che l'emergenza migratoria non è tale e diventa un'opportunità se riusciamo a portare più persone nel nostro modello formativo. Parlando con questi studenti stranieri, tutti mi hanno detto che vorrebbero tornare per contribuire alla crescita del loro paese”. GLI UNIVERSITARI A EXPO MILANO 2015 Gli studenti dell'Università Politecnica
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delle Marche sono protagonisti anche a Expo: “Hanno risposto con entusiasmo – ha rimarcato il rettore - e finora sono stati 5mila i biglietti acquistati, pari circa a un terzo di tutti i nostri studenti. Sono molto attivi nella comunicazione e tre di loro, tra gli studenti di 18 atenei coinvolti, sono stati scelti nella competition Rai Experia, rivolta a tutte le università italiane per raccontare l'Expo: parlano del 'brodetto', non come aspetto folkloristico, ma descrivendone il contenuto scientifico-nutrizionale, della longevità attiva, che è frutto non solo della genetica, ma anche dei corretti stili di vita, e della filiera agraria dove la tradizione è sempre un'innovazione ben riuscita, senza distinzione tra questi due concetti”.
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L’offerta formativa 2015/2016 dell’Univpm tra novità e conferme
Due corsi di laurea d’eccellenza, la riduzione e l’esenzione dalle tasse per gli studenti più svantaggiati e il potenziamento dell’internazionalizzazione. Sono solo alcuni dei punti di forza del programma formativo della Politecnica per il prossimo anno accademico, presentato ad Ancona di Silvia Baldini
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n casa Univpm si guarda al futuro: alla conferenza stampa di presentazione dell’offerta formativa per l’anno accademico 2015/2016 sono state presentate molte iniziative, tra cui due corsi di laurea innovativi. Per l’area economica, la laurea magistrale in Management Pubblico e dei Sistemi Socio Sanitari, presso la sede di San Benedetto del Tronto, mentre per l’area ingegneristica il corso di Biomedical Engineering – Ingegneria Biomedica. Altri due punti centrali dell’offerta per il prossimo ciclo di studi sono la riduzione e l’esenzione dalle tasse universitarie, come
quella per merito: tutti gli studenti che hanno ottenuto una votazione di 100/100 e lode non devono pagare le tasse e, a seguire, dal secondo anno in poi, quelli che hanno conseguito il numero massimo dei crediti con una buona media. Esentati dal pagamento delle tasse anche gli studenti con i genitori in cassa integrazione. L’ORIENTAMENTO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE Molto efficace tutta l’attività di orientamento condotta dalla Politecnica: secondo quanto emerge dai dati presen-
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tati, sono stati raggiunti 47mila potenziali utenti. Molto bene anche tutte le attività di internazionalizzazione. Il rettore Sauro Longhi, introducendo l’argomento, ha detto che “sul piano internazionale l’Ateneo persegue tutte le forme di collaborazione atte a favorire la conoscenza, l’integrazione e l’arricchimento reciproco fra le culture, la circolazione del sapere e lo scambio di tutte le componenti della comunità universitaria”. Tra i progetti attivati, molti dei quali autofinanziati dallo stesso ateneo, ci sono Campusworld, che ha permesso di effettuare 120 tirocini agli studenti della Politecnica nel mondo, o Sunbeam, il progetto di mobilità internazionale pensato per studenti, amministrativi e docenti in area Adriatico-Ionica. Questa attività ha canalizzato fondi dall’Ue per 5 milioni di euro. Ci sono stati poi i progetti Erasmus ed Erasmus Mundus, ma anche le iniziative a favore di cittadini stranieri e della mobilità dei docenti, come Visiting Scientist. Su queste attività, l’ateneo ha investito quasi un milione di euro. L’OCCUPAZIONE DOPO LA LAUREA Ottimi i risultati anche del rapporto di AlmaLaurea sul numero degli studenti occupati a tre anni dalla laurea. Lavora ben il 72% dei laureati, contro il 67,9% del dato nazionale. Inoltre, i curricula inseriti sulla piattaforma della stessa AlmaLaurea, circa 12mila, sono stati scaricati dalle aziende ben 40mila volte.
della ricerca, invece, stanno per uscire i nuovi bandi di dottorato dell’Univpm, che prevederanno la presenza di 131 posti, di cui 109 con borsa di studio. Dieci saranno riservati a studenti stranieri e 33 borse saranno co-finanziate dal progetto Eureka. Altre dieci saranno finanziate da imprese, di cui 9 al 50% e una al 100%. Ci sarà anche il sostegno, per cinque borse, della Fondazione Cariverona. “L’innovazione per l’Univpm è diventata sistema, un sistema in cui si sente protagonista – ha proseguito Longhi – in quanto, come perno centrale del triangolo della conoscenza, l’università ha una funzione primaria nello stimolare un preciso processo: quello che lega la produzione di conoscenza, ovvero la ricerca, con la sua diffusione, ovvero l’istruzione, e con la capacità di tradurre conoscenza in innovazione, con alla base la qualità della ricerca”. Il territorio, ha continuato il rettore, “può contare su un’Università di eccellenza e ciò si rifletterà sulla qualità degli studenti e sulla capacità di stimolare l’innovazione nel sistema economico”.
del Contamination Lab, un ‘laboratorio della contaminazione’ dedicato agli studenti di tutte le facoltà dell’Univpm che è stato inaugurato alla fine del 2014. Ben 41 studenti hanno sviluppato 8 progetti di imprenditorialità innovativa, e si sono proposte per una collaborazione anche molte aziende di rilievo come Electrolux. Per il 2015/2016 questo spazio dell’innovazione e dell’imprenditorialità sarà aperto alla contaminazione con studenti anche di altri atenei. Molto positive anche le notizie sul fronte della creazione d’impresa: alla fine del 2014 l’Univpm aveva creato 36 spin off, con un fatturato complessivo che supera oggi i 7 milioni di euro. Molti anche i rapporti di collaborazione attivati, oltre 100, con le aziende marchigiane, e di grande importanza è stata la creazione di tre Cluster tecnologici: Agrifood, Fabbrica Intelligente e Tecnologie per gli ambienti di vita. Iniziative di rilievo, dunque, risultati importanti e tanti progetti per il futuro: la Politecnica davanti a sé ha un percorso limpido e punta al domani con coraggio e voglia di crescere ancora.
L’ESPERIENZA DEL CONTAMINATION LAB Si è chiusa con successo anche la prima edizione
INNOVAZIONE E RICERCA La Politecnica ottiene ottimi risultati anche sul fronte dei finanziamenti europei: entro l’ambito di Horizon 2020 sono stati già approvati progetti per una cifra che arriva a superare i 2 milioni di euro. Un risultato notevole, vista la grande quantità delle candidature presenti per questo stesso programma e la difficoltà di accedere ai fondi. La selezione, infatti, è molto dura e l’Ue fa molta attenzione alle proposte di qualità: solo quelle possono sperare di ottenere il finanziamento, dopo una rigorosissima scrematura. Sul fronte
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SPECIALE FORMAZIONE
“Formare i tecnici che servono alle nostre aziende”
Patrizia Cuppini, dirigente scolastico dell'istituto di istruzione superiore Volterra Elia di Ancona di Stefano Strano
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ell'ottica del vostro istituto tecnico, quali sono le prospettive occupazionali per i vostri corsi? “Non disponiamo al momento di dati statistici completi, li stiamo raccogliendo attraverso Alma Diploma. Comunque ci risulta che i nostri ragazzi trovano lavoro nonostante le difficoltà del momento: circa un 30-40% prosegue gli studi post-diploma, anche nell'Istruzione tecnica superiore (Its), e in modo soddisfacente, con scarsi fenomeni di dispersione. Io stessa ricevo molte richieste, in diversi settori, a conferma di quella che è la tendenza nazionale: c'è bisogno di tecnici qualificati. Posso stimare che gran parte dei nostri studenti, che sono 1.300, trova occupazione, e non ci sono solo i diplomati a pieni voti. Inoltre, l'alternanza scuola lavoro è efficace: diversi ragazzi vengono contattati dalle aziende ospitanti per periodi suppletivi di tirocinio o per vere e proprie assunzioni”.
tipo di formazione e strumentazione fuori dalla regione, in Puglia o in Campania, ad esempio”. Mentre, a livello nazionale, calano gli iscritti alle università, la formazione tecnica-professionale può rappresentare una risposta, più pratica che teorica, e comunque qualificata alle esigenze del mercato del lavoro attuale? “La preparazione tecnica e professionale è fondamentale per i quadri interni delle nostre industrie: le aziende richiedono una formazione di questo tipo. I nostri alunni, in gran parte, si caratterizzano per un'intelligenza pratica spesso creativa, e il nostro istituto dà loro una risposta qualificata. Per coloro che cercano un'altra scelta rispetto all'università, l’istruzione tecnica superiore rappresenta una valida alternativa alla formazione accademica, per quei ragazzi che vogliono diventare tecnici di alto livello: in altri paesi del Nord Europa, come Olanda, Svizzera o Germania, questo percorso c'è da circa vent'anni”.
Al Nautico, dal 2013, avete a disposizione un simulatore di navigazione all'avanguardia. Qual è il valore didattico di questo strumento innovativo per i ragazzi che si iscrivono? “Si tratta di un investimento consistente, tra i 150mila e i 200mila euro, che consente ai nostri ragazzi, e ai prossimi che si iscriveranno, di avere la preparazione tecnologicamente più avanzata per chi vuole intraprendere il mestiere del mare. Garantiamo una preparazione che rientra nel sistema di certificazione (STCW) indispensabile ai marittimi. Prima i nostri allievi dovevano cercare questo
Nei vostri indirizzi scolastici, quali sono i punti di forza e quelli di debolezza? “Tra gli aspetti più consolidati, c'è il rapporto con le aziende: siamo in contatto con più di 200 imprese e, nonostante la crisi economica, per gli studenti delle classi quarte e quinte, abbiamo garantito la formazione in azienda di almeno 120 ore nell'alternanza scuola lavoro. Se devo indicare l’indirizzo numericamente più contenuto è quello chimico, mentre
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SPECIALE FORMAZIONE il più richiesto è Informatica e Telecomunicazioni. Questo dipende dalla realtà territoriale e dall’orientamento: in ogni caso, per i diversi indirizzi, le prospettive a livello nazionale restano buone. Stiamo lavorando per migliorare le relazioni con gli istituti secondari di primo grado, per far conoscere a questi studenti l'importanza della scuola tecnica e far capire i nostri insegnamenti, cosa c'è dietro la mera sigla dei singoli indirizzi. Va potenziato, anche attraverso il nostro Comitato tecnico scientifico di cui fanno parte anche imprese qualificate del territorio, l'orientamento sia in ingresso, sia in itinere: ad esempio, nel primo biennio, anche con l'aiuto di testimonial aziendali,
cerchiamo di sostenere i nostri allievi nella motivazione e nella conoscenza del percorso di studi individuato, per rispondere meglio alle istanze del mercato del lavoro, dell'università e dei corsi post-diploma”. In quest'ultimo ambito, quali sono i contenuti del corso post-diploma riconosciuto a livello europeo "Tecnici Creativi"? “Si tratta di 1.800 ore in due anni di formazione. Il nome è uno slogan per un nuovo tipo di formazione dove sono coinvolti soggetti pubblici (scuole, università, ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Regione ed enti locali) e privati,
a partire dalle aziende che sostengono questi percorsi. Si tratta di creare figure tecniche nuove, che si contraddistinguono per creatività e autonomia: ad esempio, nell'ambito della meccatronica, la figura del “Project Leader” che opera nei settori della nautica o della domotica di lusso. Si tratta di un tecnico che si occupa della gestione di commesse complesse, in grado di rapportarsi con progettisti, fornitori e committenti per la produzione di alto livello di quei prodotti tipici del made in Italy. Sono figure con conoscenze tecniche a 360 gradi che in genere le università non formano e che interessano a molte aziende”.
Laboratorio Volterra Elia
Simulatore Navale Elia
Dirigente Scolastico Itis Volterra Elia Patrizia Cuppini
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SPECIALE FORMAZIONE
lL PANZINI DI SENIGALLIA: una formazione alberghiera rinomata in tutto mondo
Insegnamenti di qualità negli indirizzi enogastronomico, sala bar, cucina e accoglienza turistica L'analisi della dirigente scolastica Maria Rosella Bitti e il racconto dello chef Vittorio Serritelli: storico insegnante di Cucina dell'istituto superiore, da oltre vent'anni ai fornelli con gli allievi e compagno di classe del grande Mauro Uliassi di Stefano Strano
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l settore alberghiero offre ancora promettenti sbocchi lavorativi? (Maria Rosella Bitti): “Sicuramente sì: trova occupazione circa l'80% dei nostri ragazzi. A essi si aggiungono quelli che durante il periodo stagionale partecipano a stage e a percorsi di alternanza scuola lavoro a livello locale, nazionale e internazionale. Nelle Marche, trovano lavoro soprattutto nei ristoranti di mare, sulla costa, ma anche in quelli dell'interno e delle città d'arte. Va considerato anche il numero elevato di allievi: ne contiamo circa 1.400 e, ogni anno, aumentano di circa 70-80 nuovi iscritti”. Quanto è importante il rapporto con le aziende alimentari? Si creano contatti anche con l'agroalimentare biologico? (Maria Rosella Bitti): “Gli istituti professionali alberghieri dovrebbero essere il posto deputato per la sperimentazione e il rapporto con le aziende del territorio. Il settore caseario, ad esempio, è uno di quelli più legati alle nostre attività, come anche l'oleario, il vitivinicolo, insieme a tantissimi prodotti, dalla pasta alle carni. Il biologico, invece, è un mercato di nicchia:
hanno parametri molto ristretti, le aziende certificate si contano sulle dita di una mano nella nostra regione. La scuola, comunque, insegna anche tutte le caratteristiche del prodotto biologico”. Quali caratteristiche ha la vostra offerta formativa? (Maria Rosella Bitti): “L'istituto offre una formazione completa e, con progetti mirati e specifici, prepara gli studenti anche per categorie specialistiche della ristorazione. Spazia dall'ambito dell'enogastronomia locale, a quello nazionale e di altre regioni, fino a quello internazionale. Abbiamo studenti da tutto il mondo, da 24 o 25 paesi, come ad esempio, Sud America, stati dell'Est e del Nord Europa o dall'Africa. I ragazzi sono diplomati da tecnici dei servizi enogastronomici e hanno una preparazione a 360 gradi, ma sicuramente dovranno proseguire un percorso di alta formazione tecnica o fare esperienza sul campo, anche a livello nazionale internazionale, per diventare poi chef. Formiamo degli operatori di cucina che sono preparati per essere già pronti a lavorare in questo settore”.
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I vostri ragazzi trovano un lavoro stabile, al di là di quei dati stagionali che vedono un aumento dell'impiego di questo tipo nella periodo turistico estivo? (Vittorio Serritelli): “Il contesto economico dell'ultimo decennio ha penalizzato tanto anche la ristorazione, a discapito dell'impiego della forza lavoro in sé. Oggi, per i ristoranti il costo più pesante, infatti, è quello del personale, e la pressione fiscale, anche nella ristorazione, è eccessiva. Quindi i titolari assumono il meno possibile. E' difficile che i più giovani trovino un lavoro stabile, rimane sempre una situazione stagionale, con una forte mobilità dei ragazzi, e non solo qui, ma in tutto il mondo: avere un diploma di un istituto prestigioso come il Panzini, che c'è dal 1961, sin da quando è nato come costola di un alberghiero di Firenze, comporta anche un know how dalla professionalità elevatissima. Ad esempio, nei dieci ristoranti più rinomati di Mosca, otto chef provengono dal nostro istituto alberghiero. Abbiamo nostri ragazzi in ogni angolo del globo: negli Stati Uniti, in particolare, in questo momento abbiamo cinque allie-
SPECIALE FORMAZIONE vi che sono impiegati in una catena di alta ristorazione del calibro dell'Hyatt Hotel a Houston, in Texas, e altri otto ne partiranno a fine settembre. Faranno un'esperienza di pregio, con regolare contratto, assunti con tutte le garanzie offerte da un sistema rigoroso come quello americano”. Un grande chef come Mauro Uliassi ha studiato al Panzini. Quale ricordo ha di questa grande personalità? Un aneddoto su tutti? (Vittorio Serritelli): “Io sono stato compagno di classe di Mauro Uliassi e abbiamo insegnato per 23 anni fianco a fianco. Lo conosco benissimo, da quando era bambino, abbiamo iniziato insieme questo percorso. Lui ha una marcia in più rispetto a tantissimi altri per la sua dedizione scrupolosa
e il suo spirito di sacrificio: con grandi doti di linguaggio nella presentazione delle sue creazioni, e soprattutto, estro e determinazione. Tra i miei ricordi personali, voglio raccontare un divertente episodio di una trentina d'anni fa: aveva iniziato a lavorare lo zucchero filandolo, cuocendolo in vari stadi e a diverse temperature, un po' come il vetro soffiato. Decise per un anno di studiare questa tecnica: non so quanti quintali di zucchero abbia consumato. Fece un pappagallo, tutto colorato, lo portò a un concorso: non fu premiato perché la giuria considerò la sua creazione non commestibile, di vetro. Non vinse nulla, però, poco dopo, una volta rotta la statua, tutti si resero conto che i giurati avevano sbagliato e che il pappagallo, in realtà, era di zucchero”.
Qual è il rapporto tra l'istituto e il massimo riconoscimento per lo chef, la stella della guida Michelin? (Vittorio Serritelli): “Uliassi è l'unico chef formato nel nostro istituto ad averla ottenuta, ma tanti nostri ragazzi, almeno un settantina, lavorano in ristoranti 'stellati'. Come Stefano Baiocco, che è chef a Villa Feltrinelli, sul Lago di Garda, uno dei resort più belli al mondo: da quando è arrivato lui, hanno preso due stelle Michelin e sono in odore della terza. Eppure, non è un traguardo, ma una partenza: la 'stella' si può anche ottenere, ma poi è difficile mantenerla. I canoni di cucina, di sala e gli stessi materiali selezionati dal ristorante, a partire dai cristalli dei bicchieri o dalle ceramiche dei piatti, sono altissimi”.
1. Alberghiero Panzini Senigallia 2. Chef Vittorio Serritelli docente di Cucina al Panzini 3. Il dirigente scolastico dell'Istituto professionale alberghiero Maria Rosella Bitti insieme agli allievi 4. Alberghiero Panzini Senigallia
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SPECIALE FORMAZIONE
Da ex allievo a premiato speciale Lo chef Uliassi, un'eccellenza del Panzini di Asmae Dachan
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hef Uliassi, recentemente la sua ex scuola, l'istituto Panzini di Senigallia, ha assegnato a lei e al suo collega Moreno Cedroni il 'Premio Panzini'. Che effetto le ha fatto? “Sicuramente i premi fanno piacere, rendono orgogliosi ma sono dell'idea che siano fini a se stessi. Sono una persona che ama lavorare e ama ciò che fa e il fine ultimo non sono certo i riconoscimenti formali, ma le soddisfazioni quotidiane. Un premio vale per ciò che hai già fatto, non per ciò che hai ancora da fare, per il tuo futuro. Il significato stesso del premio finisce nel momento stesso in cui te l'hanno dato. Lo accetti a testa bassa, cerchi altri orizzonti e ricominci a lavorare. Forse l'aspetto più bello dell'evento al Panzini è stato riconoscere la grande attenzione e l'affetto sincero che la gente ha nei nostri confronti. Una ragione in più per continuare a impegnarmi e a mettere passione in ciò che faccio”. Come ex allievo e alla luce della sua esperienza personale, che consiglio si
sentirebbe di dare a un giovane? “Ai giovani suggerisco di studiare più che possono, perché a iniziare a lavorare si fa sempre in tempo e poi, studio e lavoro si possono conciliare. Lo studio è importante perché apre la mente, è una palestra per il cervello, un esercizio intellettivo continuo che ti aiuta a capire tante cose. Anche ciò che si fa con le mani deve essere prima immaginato e ragionato, poi realizzato. Ben vengano figure come l'artigiano filosofo, o che conoscono le lingue, la letteratura e l'informatica, perché ciò li rende più attenti e sensibili alla loro professione. L'intelligenza manuale, da sola, non basta, bisogna acquisire consapevolezza. Oggi sono cambiate anche le scuole: una volta all'alberghiero facevi diciotto ore di cucina alla settimana, adesso se ne fanno tre perché ci si è resi conto che non serve. La consapevolezza della cucina, a mio avviso, si acquisisce dopo i vent'anni, quando ormai hai deciso quale sarà il tuo mestiere. Prima hai bisogno di impostare il cervello sullo studio, sulla matematica, l'economia, le scienze in genere, perché tutto questo
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poi ti aiuta a capire il mondo”. Come è stata la sua esperienza da studente alla scuola Panzini? “Sono arrivato al Panzini dopo aver studiato per tre anni all'istituto tecnico industriale. Avevo capito che quella, decisamente, non era la mia strada. In quella scuola non c'era nemmeno una ragazza e questo è stato penalizzante. Quando sono arrivato al Panzini ho trovato un ambiente misto, più gioioso e stimolante. Un altro aspetto particolarmente importante per me è stato che l'istituto alberghiero mi ha messo subito in contatto con il mondo del lavoro. Avere una mia indipendenza economica è stato l'inizio del mio cammino per l'emancipazione dalla mia famiglia. Ho trovato la mia strada verso la libertà. Al Panzini ho passato un periodo bellissimo della mia vita, in cui ero perennemente innamorato. Con la leggerezza che si ha a quell'età e il mio gruppo di amici, tre ragazze e un altro ragazzo, con cui avevamo un grande affiatamento, ci siamo divertiti molto e al tempo stesso abbiamo lavorato per costruire il nostro futuro”.
SPECIALE FORMAZIONE
UMBERTO BENTIVOGLIO, Chef Executive del SeePort Hotel
“Le parole chiave della formazione: dedizione, cuore e conoscenza della tradizione” di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi
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osa le ha lasciato il tempo della formazione scolastica? “Sicuramente è stato decisivo lo studio dell’alimentazione, materia molto difficile, che mi ha consentito di apprendere le basi della cucina, su cui oggi lavoro per evolvere la struttura dei piatti. È stato un insegnamento fondamentale perché quando entra in gioco la fantasia c’è bisogno di conoscenza, altrimenti non si può sviluppare niente. Devo però dire che la scuola è stata troppo teorica e poco pratica: la maggior parte delle conoscenze l’ho sviluppata con le esperienze lavorative. Un tempo, invece, l’istruzione, per come la raccontano i grandi chef, era più concentrata sulla pratica; uscendo da scuola partivano sempre dal basso, ma erano già preparati ad affrontare la maggior parte delle situazioni in cui si trovavano”. Come ha vissuto gli anni della crescita e dell’educazione professionale? “È stato un percorso lungo e di riflessione profonda, di maturazione, grazie al rigore dei maestri che ho avuto, e di scommessa
continua con me stesso. Bisogna alzare ogni giorno l’asticella in questo mestiere, essere intransigenti con se stessi. Molti ragazzi invece si accontentano, mentre la professione di chef è sacrificio. Come per ogni lavoro, bisogna amarne soprattutto i difetti per apprezzarne i pregi, ma tanti diventano cuochi per ripiego, pensando che non ci sia studio dietro. Anche il tema della responsabilità è importante: i giovanissimi non la sentono, mentre essere chef significa avere piena capacità e conoscenza dei prodotti che si utilizzano, sapendo prima di tutto fare le cose più semplici. Questa abilità spesso manca nei ragazzi". Se fosse un insegnante, qual è la prima cosa che trasmetterebbe a un giovanissimo? “La pulizia. La prima cosa che si fa è proprio pulire, solo dopo si cucina. La seconda lezione sarebbe su come si tiene in ordine la cucina, mentre la terza su come si appoggia il coltello sul tagliere. Non inizierei subito a parlare di alimenti e della loro preparazione. Prima bisogna dare all’allievo la rigidità che
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serve per far sì che il lavoro che andrà a fare sia perfetto. Oggi questi insegnamenti mancano, mentre la migliore cucina è fatta da un cuoco pulito: è più importante la precisione del lavoro che c’è dietro alla costruzione di un piatto, rispetto a quello che vi si mette alla fine. Inoltre, lavorare nel disordine, come molti ragazzi fanno, non è da professionisti. A quelli con cui lavoro insegno il rigore che è stato trasmesso a me. Io ancora adesso mi scrivo tutto quello che devo fare durante la giornata, cosa fondamentale che ho appreso dai grandi chef, mentre i ragazzi la vedono come una cosa inutile”. Quanto ha contato nel suo percorso formativo la conoscenza della tradizione? “Moltissimo. Oggi nei miei piatti cerco il legame con la tradizione, cosa che ho ereditato dalla famiglia. Solo conoscendola si possono fare cose di valore. Il cliente ritorna se si sente a casa, se sente il profumo delle origini nei piatti, se ritrova le piccole cose di ogni giorno. Su quelle poi si lavora per innovare: il segreto della buona cucina è in questo”.
SPECIALE FORMAZIONE
La scuola di design che crea occupazione
Giordano Pierlorenzi, direttore di Poliarte Design School di Ancona “Formarsi è come crearsi un parafulmine” di Asmae Dachan
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irettore Pierlorenzi, con la disoccupazione giovanile in crescita, in molti oggi si chiedono se convenga ancora studiare. Cosa risponde? “Contro le difficoltà e le congiunture sfavorevoli, è un investimento per garantirsi una crescita individuale e professionale. Presso Poliarte Design School si 'impara facendo' in un ambiente ricco di spunti e di opportunità anche socializzanti e si acquisisce una forma mentis polivalente, utile per navigare nella complessità del mercato del lavoro”.
Come è strutturata la formazione? Qual è il rapporto teoria/pratica? “Poliarte Design School prevede che il metodo formativo parta dall’osservazione, per poi passare alla ricerca e al progetto. Gli studenti lavorano confrontandosi con esigenze concrete, partecipando ad iniziative interdisciplinari e a workshop realizzati con le aziende. Una formazione trasversale, basata sulla osmosi delle conoscenze: docente- impresa- studente. Il primo anno di studio è propedeutico e prevede l’acquisizione del metodo progettuale attraverso un approccio culturale alla materia; la conoscenza teorica è comunque affiancata da subito a quella tecnico/pratica. La didattica di Poliarte è una didattica su misura: i suoi piani si adeguano alle mutevoli condizioni del mondo del lavoro per una formazione specialistica mirata. Ricerca, sperimentazione, innovazione, metodo: questa è la sequenza del metodo formativo di Poliarte Design School consolidato nel tempo e affinato secondo le esigenze emergenti dal mercato del lavoro. Poliarte riprende l’originale, fortunata e costruttiva intuizione di Walter Gropius di mettere insieme studenti, imprenditori di diversa estrazione e docenti per realizzare progetti innovativi e sperimentare il problem solving. In questo senso risente della cultura del Bauhaus che vive ovunque nella sperimentazione creativa”.
La vostra è una scuola altamente professionalizzante: quali sbocchi hanno gli iscritti? Avete dati sulla successiva occupazione? “Poliarte Design School è l’unica scuola delle Marche che forma designer, specialisti di settore. Gli sbocchi lavorativi sono a 360 gradi a dimostrazione che il design è trasversale: comunicazione, moda, cinema, progettazione d’interni e disegno industriale. La Poliarte nei suoi 43 anni di attività ha raggiunto picchi occupazionali elevati fino al 90 % già nel primo anno dal diploma. Ed oggi nonostante la crisi si mantiene ad un buon livello. All’interno di Poliarte è presente l’ufficio Job placement che si occupa di matching tra domanda e offerta di lavoro. D’altronde nella sua strategia di marketing, Poliarte ha sempre curato le relazioni con le aziende tanto che annualmente oltre 100 imprese collaborano per stage, workshop, ricerche partecipate, eventi culturali e tesi finali”.
I corsi ruotano intorno al mondo del design, un settore che è da sempre
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SPECIALE FORMAZIONE
Defilè Africa
VERSIONE POSITIVA E’ da preferire la versione positiva.
VERSIONE NEGATIVA
fiore all'occhiello dell'Italia, ma che non è immune dalla competitività internazionale. Quali sono le carte in più che il nostro Paese può ancora giocarsi? “Tutti i nostri corsi gravitano intorno alla galassia del design, che esplode in centinai di professioni creative sempre in cambiamento. Mai è in crisi perché bellezza e creatività sono richieste sempre e ovunque e l’Italia e le sue contrade tipiche sono un deposito ineguagliabile e riconosciuto della bellezza. Il Design, per Poliarte, non è una metodologia statica, uno stile definito a priori, ma è animato da una continua spinta a migliorare: è studio, sperimentazione, ricerca e progettazione innovativa. Il design italiano è unico e originale perché attinge ai giacimenti storici dei mestieri e delle arti i cui maestri artigiani sono ancora oggi scuola di vita e di lavoro”. Cosa risponderebbe a un genitore o a un giovane che stia valutando l'opportunità di iscriversi a una scuola d'arte o
bietà, costanza e capacità, sono diventati design? eccellenti professionisti del design; posso “Al genitore di un aspirante designer sugcitare Paolo Capeci, responsabile ricerca gerirei di orientarlo alla Poliarte Design VERSIONE MINIMA LEGGIBILITA’ e sviluppo Korg Italy, ditta di strumenti School perché sicuramente oltre al titolo musicali. Annalisa Marcucci, presidente che acquisisce impara la professione di Unione Stilisti delle Marche, associazione designer; ad un giovane aspirante desiche riunisce i maggiori marchi di calzatugner direi che in Poliarte ha l’opportunità re a livello nazionale, Valentino Bedini e di apprendere in modo serio ma creativo Diego Pacenti titolari dello studio LAB81 e piacevole; ad entrambi farei scoprire di Senigallia, vincitori di premi internala magia di questo Istituto che premia la zionali ed Emanuele Fabri, vincitore del curiosità unita all’impegno e all’approfonpremio Compasso d’Oro, premio 'Nobel' dimento. del design. Il più famoso tra gli studenti di Poliarte sicuramente è Fabri Fibra, nome Oltre a quelli triennali, proponete d'arte di Fabrizio Tarducci, famoso rapdiversi corsi: quali sono? per e produttore discografico, ma grande "I corsi brevi attivati da Poliarte Design appassionato del mondo della grafica e Shool sono: Fumetto e illustrazione; Cine video operatore; un corso master di Desidella comunicazione, oggetto di studio gn Manager; Designer ergonomo”. presso Poliarte. Tra i vostri ex iscritti molti si sono affermati nel panorama nazionale e non solo: vuole ricordarne uno? “Mi piace far menzione di studenti di Poliarte che negli anni, grazie a capar∂109∂
Chiaramente mi piacerebbe ricordarne anche altri ma in questi 43 anni di attività ne abbiamo formati circa duemila, davvero molti”.
SPECIALE FORMAZIONE
'Scritture brevi', quando Twitter sposa la linguistica Francesca Chiusaroli è quarta con il suo blog nella 'Top Language Lovers 2015' di Asmae Dachan
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i racconti come è nata l'idea del blog e quali sono gli argomenti principali di discussione. “Scritture Brevi è innanzi tutto un progetto universitario, della Linguistica - che è la mia disciplina - e dell’Ingegneria informatica, per la collaborazione con il collega Fabio Massimo Zanzotto. L’idea è stata di confrontare forme brevi e abbreviative di tutte le tradizioni storiche, dalla nascita della scrittura, coi primi pittogrammi, alle abbreviazioni usate nei manoscritti medioevali e nelle epigrafi, fino ai sistemi crittografici odierni: il motore di ricerca, le abbreviazioni degli sms e delle chat, icone e loghi, smile, emoticon. Si tratta, in tutti casi, di meccanismi di abbreviazione che rispondono a principi comuni che sono la sintesi efficace, l’economia dei mezzi, il risparmio, in termini di denaro, spazio, tempo. Le scritture sintetiche tipiche dei nuovi linguaggi giovanili, spesso criticate come illogiche e incoerenti, mostrano, concretamente, di sottostare a “regole” interne che sono le stesse usate
dall’uomo di tutti i tempi. La nostra ricerca ha riunito quindi intorno a un tavolo comune di discussione esperti di scritture di tutte le epoche e di tante lingue, paleografi ed epigrafisti, storici e geografi, manager d’azienda ed esperti di linguaggi giovanili. Riflettere insieme su tante fenomenologie ne fa scoprire le affinità e le somiglianze e consente di valutarne pregi e difetti indipendentemente da posizioni di pregiudizio”. Come si conciliano la linguistica e i social? “Nel 2012 nasce il blog www.scritturebrevi.it, creato allo scopo di aprirci al confronto con il multiforme mondo della rete e dei social network, lì dove le forme abbreviative vivono costantemente. L’idea era di costituire una sorta di osservatorio virtuale delle forme brevi e anche un laboratorio per la verifica dei meccanismi della brevità. Si collega al blog il lancio contestuale dell’hashtag #scritturebrevi su Twitter. Il social network dei centoqua∂110∂
SPECIALE FORMAZIONE ranta caratteri è certamente una palestra formidabile per l’esercizio della brevità. Fanno capo al blog e all’hashtag #scritturebrevi progetti e giochi di scrittura che si fondano sulla brevità come mezzo e come fine, e che riguardano il segno, la parola, il testo. Nello spazio del tweet confluiscono giornalmente migliaia di contributi di una vasta comunità social che oggi si riconosce nel nostro punto di vista e arricchisce con idee e testi quello che ci piace definire come un grande contenitore di forme, dando vita a un inventario universale delle scritture brevi. Insieme agli esercizi di Twitter promuoviamo iniziative scientifiche e progetti per le scuole: #checarattere! #adottaunsegno e #fatespazio per le riflessioni sulla punteggiatura; #figuriamoci e #inEmoticon con prove di scrittura per immagini, emoticon e emoji; #microstorie per l’universo del testo breve, e ancora esercizi come acrostici, lipogrammi, rebus, e altri giochi basati sulle lettere e sulle parole”. Con il moltiplicarsi dei mezzi di comunicazione, si assiste paradossalmente all'impoverimento del linguaggio. Come rimediare? “Non ci sottraiamo alle riflessioni e alle discussioni sui rischi dell’impoverimento del linguaggio provocati dalla rete, tuttavia pensiamo che sia possibile una 'battaglia', per così dire, dall’interno, ovvero operando in senso costruttivo invece che attraverso la sola critica, sfruttando le potenzialità della rete e 'giocando' con gli errori (si veda, ad esempio, #refusando) per accrescere insieme la nostra possibilità di essere attivi protagonisti rispetto alla lingua che cambia e non passivi fruitori; la consapevolezza è di per sé un potente motore del cambiamento. La speciale versatilità dell’etichetta #scritturebrevi consente applicazioni agli ambiti della scrittura creativa e letteraria, così che su Twitter confluiscono esempi di composizioni in forma di citazione o di riscrittura a partire da testi brevi tradizionali: poesia ermetica, haiku della tradizione giapponese, massime e aforismi trovano nello spazio del tweet un’occasione di riproposizione all’interno di un gruppo social composto di un’utenza che ama la letteratura, la rispetta e vuole farla propria e viva. Tra i progetti culturali che consentono l’applicazione al mondo delle arti, abbiamo ad esempio #narrAr-
te, un esperimento didattico di lettura e fruizione dell’opera d’arte attraverso brevi didascalie su Twitter. Più recente e attuale, la collaborazione con la stagione estiva del Macerata opera Festival, che prevede tweet dedicati al Rigoletto, ed ecco la comunità radunata nella condivisione di esperienze e memorie legate all’opera lirica, insieme a testi e a immagini. Un’esperienza culturale collettiva che riguarda le continue sfide della comunicazione digitale rispetto ai valori della tradizione. In tal senso Twitter costituisce un’occasione e un mezzo, senza volersi sostituire ad altri ambienti, poiché resta inteso che la brevità si esprime in tanti modi, così come la brevità non è l’unico modo per esprimersi”. Il suo blog 'Scritture Brevi' è risultato quinto nella classifica internazionale 'Top Language Lovers 2015': come ha raggiunto questo risultato? “'Top Language Lovers' è un contest che si svolge annualmente ed è organizzato dal portale linguistico internazionale Bab.La e Lexiophiles. L’iniziativa mette in luce realtà della rete come blog, account Twitter e pagine Facebook, e altri siti che si occupano in modo professionale di linguistica, ovvero che coniugano le esperienze di ricerca, accademiche o variamente scientifiche, con il mondo della rete. Questo è esattamente il caso di Scritture Brevi. Dopo una fase di nomination e dopo la selezione effettuata dall’organizzazione, è proprio la rete a votare i preferiti. Dobbiamo dunque questo bellissimo risultato alla stessa comunità che segue il blog e partecipa su Twitter alle nostre iniziative, una comunità numerosa, generosa e attiva, che crede nel programma culturale di Scritture Brevi. Il risultato è significativo perché ci consente di emergere a livello internazionale e ci rafforza ancora una volta negli intenti e nei progetti”. Secondo lei, come si evolveranno le frontiere della comunicazione nei prossimi anni? “Il successo dei social network è attualmente evidente e in continua ascesa. Cosa potrà accadere non è possibile prevederlo naturalmente. Per parte mia, come osservatrice della storia della scrittura, posso immaginare che le “scritture brevi” troveranno occasioni sempre nuove per riproporsi”.
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FRANCESCA CHIUSAROLI Dopo il dottorato di ricerca in Linguistica all’Università di Pisa e il post-dottorato all’Università di Napoli L’Orientale, Francesca Chiusaroli è stata ricercatrice presso l’Università di Udine, poi professoressa associata all’Università di Roma “Tor Vergata”, e dal 2012 si è trasferita all'Università di Macerata, dove insegna Linguistica generale. È autrice del blog Scritture Brevi (www.scritturebrevi.it).
SPECIALE FORMAZIONE
All'Itcg Corinaldesi il premio Cna 'La migliore idea imprenditoriale'
Con il progetto 'Centro benessere La Dolce Vita' l'istituto diretto da Daniele Sordoni ha vinto la quinta edizione della sfida tra giovani creativi L'assegno di 1.500 euro è stato consegnato dal presidente di Cna provinciale di Ancona Leonardo Mezzabotta alla presenza del coordinatore del progetto, professor Giuseppe Postacchini di Asmae Dachan
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reside Sordoni, come è nato il progetto che ha visto gli alunni dell'istituto da lei diretto partecipare e vincere il concorso indetto dalla Cna? “La scuola italiana dal 2001 è sempre più orientata ai progetti, che ampliano il Pof. Noi puntiamo a progetti concreti, che vedono i ragazzi protagonisti e che possono avere attinenza con la nostra realtà. Il progetto della Cna 'La migliore idea imprenditoriale' ci ha attratto proprio perché noi abbiamo diversi indirizzi, Afm, Sia e Rim tutti orientati all'impresa. Si tratta di un progetto multidisciplinare che ha coinvolto diversi insegnanti e gruppi di studenti delle classi III, IV e V che hanno lavorato ognuno su precise aree tematiche. Coordinati dal professor Postacchini, i giovani hanno creato il 'Centro benessere La Dolce Vita', centro di riabilitazione riservato in particolare a disabili e anziani ai quali offre servizi specifici per le loro esigenze attraverso la riqualificazione di una struttura già esistente nel comune di Trecastelli. È un lavoro sul diritto alla cittadinanza, che offre le stesse opportunità alle persone con diversa abilità. L'idea dei ragazzi di trasformare il progetto in qualcosa di reale sta prendendo forma; si uniranno diverse realtà del territorio, supportate anche da Banca Etica. La Cna ci ha dato sostegno dal punto di vista della formazione e ha seguito e valutato tutte le fasi del progetto. Il coinvolgimento dei ragazzi è stato tanto sentito che i neo diplomati hanno dato la propria
disponibilità a lavorare per vederlo realizzare. Da parte nostra, come istituto, faremo il nostro dovere”. L'Itcg è una scuola altamente professionalizzante. Che vantaggi offre ai ragazzi che scelgono questo indirizzo di studi? “L'Istituto tecnico economico e tecnologico Enzo Ferruccio Corinaldesi (Itcg) riesce a garantire agli studenti una formazione tecnica grazie anche al rapporto con istituzioni del territorio come Cna, Confidustria e al Collegio dei geometri. I nostri docenti, inoltre, trasmettono ai ragazzi conoscenze e competenze indispensabili per la loro cultura professionale. La percentuale di ragazzi che viene assunta subito dopo la fine del percorso è molto alta. Da uno studio della Fondazione Agnelli sugli istituti che hanno maggiore efficacia, la nostra scuola risulta al top, insieme allo Scientifico di Jesi. Le famiglie sono consapevoli di questi aspetti e per questo sono serene quando i figli scelgono la nostra proposta di studio e formazione. Con Italia Lavoro abbiamo di recente attivato un servizio di placement scolastico. I ragazzi vengono seguiti da noi stessi e messi in contatto con diverse realtà aziendali. Molti sono stati assunti da importanti aziende del territorio. La cosa fondamentale è che lavoriamo con grande coinvolgimento degli studenti e questo dà loro molte soddisfazioni, aumentando le opportunità di successo scolastico e lavorativo”.
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Sicura, efficiente e antisismica: questa è la scuola del futuro Con le sue best practices l'azienda Subissati spicca nel panorama nazionale dei costruttori Due istituti d'eccellenza costruiti nel 2015 e altri in corso di realizzazione
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ottor Subissati, la sua azienda ha recentemente inaugurato una modernissima scuola a Folignano, in provincia di Ascoli Piceno. Può presentarci le caratteristiche di questo istituto? “È per noi un piacere oltre che un lavoro qualificante progettare e realizzare edifici scolastici. La scuola di Folignano rappresenta un punto di partenza e non di arrivo, nonostante il numero elevato di strutture realizzate negli ultimi anni, soprattutto per la qualità dei materiali impiegati, per le caratteristiche tecniche, per il confort e benessere degli allievi e per la metodologia di gestione della commessa. Sintetizzando, è una struttura realizzata a misura di alunno, con finiture di pregio artigianale e con un’attenzione particolare alla sicurezza. Sicurezza che è la garanzia delle nostre strutture realizzate in legno lamellare, in questo caso con la tipologia costruttiva Platform Frame, ovvero con il telaio a piattaforma, altamente dissipativa dell’energia sismica, sismicamente sicura: le pareti garantiscono ottime ed elevate prestazioni termoacustiche e con una resistenza al fuoco oltremodo soddisfacente. Un costo di costruzione contenuto nei limiti del prezzario regionale e in linea con le costruzioni tradizionali. Ci tengo soprattutto a sottolineare che, tra le peculiarità della primaria di Folignano, c’è l’attenzione alla durabilità dei materiali utilizzati volta alla minima manutenzione sia all’interno,
negli impianti e nelle finiture, sia all’esterno, nelle coperture e negli infissi, finanche alla gestione ottimale del verde. Una classe energetica A+ è la cornice economica di un fabbricato di 1000 mq che ospiterà circa 150 alunni e che, posso dire con orgoglio, è autosufficiente dal punto di vista energetico. Costruire una scuola è un lavoro che ancora stimola me, i miei fratelli e i collaboratori a migliorarci continuamente e ci offre un’emozione unica, originale e inedita. Per noi è importante fare, saper fare e far sapere”. Già a gennaio avevate inaugurato un'altra scuola nel comune di Vallefoglia, in provincia di Pesaro-Urbino, che vanta anche un record: ce ne vuole parlare? “Il 24 gennaio è stata inaugurata una nostra realizzazione scolastica a Vallefoglia, una scuola primaria intitolata a Federico da Montefeltro, con tante particolarità tecniche che possiamo sintetizzare in sicurezza, ecosostenibilità e alta efficienza energetica. La particolarità e unicità di questa realizzazione sta nella puntuale e attenta gestione del processo costruttivo, che ci ha permesso con tanto orgoglio e soddisfazione di realizzarla e metterla in funzione in settantadue giorni. Orgoglio e soddisfazione che condivido con tutta la Subissati, con i nostri tecnici, con i nostri collaboratori, subappaltatori, cottimisti e fornitori, con la Dirigenza scolastica e con il nuovo comune di Vallefoglia. Nessuno ha perso tempo in chiacchiere inutili; ∂114∂
SPECIALE FORMAZIONE
Scuola Folignano
Paolo Subissati
abbiamo messo testa e duro lavoro per rispondere all' esigenza di avere a disposizione quanto prima una scuola indispensabile per la comunità. Una scuola frutto di passione e fatica, per dirla in modo molto chiaro”. Il tema della sicurezza nelle scuole è di grande attualità: in termini economici, quali vantaggi hanno gli enti che si affidano a una realtà come la vostra? “In Subissati c’è un attaccamento serio e sincero a valori non negoziabili, che sono i cardini della nostra azienda, quali il rispetto per l’attività umana, per il paesaggio in cui viviamo e lavoriamo e un reale e concreto senso della misura. Una 'stretta di mano' anche oggi, nell’era 2.0, per noi ha un significato molto elevato e riscuote un sincero apprezzamento. Queste premesse che possono sembrare scontate o legate chissà a quali tempi e a quali modi di gestire un’attività economica, per me e per noi tutti sono doverose per far comprendere quanto teniamo all’etica
2015-06-06 Inaugurazione Folignano
del fare impresa. Ci impegniamo tutti per essere un’azienda affidabile. In tema di sicurezza i vantaggi economici non devono e non possono cedere mai il passo alla scientificità delle soluzioni proposte. E su questo non si possono fare compromessi. Questo è il vantaggio che noi offriamo”. All'inaugurazione del plesso è intervenuto anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli: che significato ha il riconoscimento da parte delle istituzioni di quelle che sono le eccellenze imprenditoriali locali? “Vi confesso che la presenza del nuovo presidente, arrivato peraltro con la sua automobile un’ora prima dell’inaugurazione assieme ad altri consiglieri regionali, Casini ed Urbinati, ci ha gratificato, ma la cosa ancor più degna di menzione è che, nella riservatezza e lontano dai riflettori, ha visitato e ha voluto conoscere ogni particolare della scuola. Questa è stata la vera soddisfazione: che sia d’auspicio per una politica regionale e per una politica
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fatta di azioni concrete per un sostegno reale alla nostra economia costituita da tante eccellenze che non attendono altro. Mi piacerebbe che la nuova amministrazione regionale, ma anche i nostri parlamentari facciano visita alle aziende che hanno sfidato e combattuto la crisi mettendocela tutta”. Oltre alle costruzioni per privati, in quali progetti siete attualmente impegnati? “In Subissati si costruisce, ma prima di realizzare e prima di fare, si investe in tecnologia e risorse umane. Questo è l’impegno più grande per me e i miei fratelli. Le opere sono il risultato finale di un lavoro di cura artigianale del particolare. Abbiamo appena finito di installare un ponte pedonale per il Comune di Mogliano e stiamo per iniziare le opere di ampliamento di una scuola dell’infanzia nel comune di Gradara. Per settembre prevediamo di cominciare i lavori di costruzione di una scuola dell’infanzia a Rimini”.
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BLUZONE CAMP, il futuro non ha età
Il Gruppo Loccioni lancia la piattaforma per la collaborazione tra scuola, lavoro e territorio Ben 9 progetti, 220 studenti ospitati, oltre 12mila ore di laboratorio e orientamento di Asmae Dachan
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'era una volta prima lo studio, poi il lavoro; prima la scuola, poi le vacanze. C'erano una volta i bambini, i ragazzi, gli adulti, i saggi. C'erano una volta la classe e l'impresa, l'insegnante e il manager. C'erano una volta e ci sono ancora, ma rimessi in gioco, insieme, di fronte a nuove emozionanti dimensioni, il progetto e il futuro”. Inizia così la presentazione del Bluzone Camp, il nuovo progetto del Gruppo Loccioni che interpreta l'integrazione tra scuola, lavoro e territorio, rivolgendosi per la prima volta anche agli studenti più giovani delle scuole primarie e secondarie di primo grado e alle scuole superiori non di tipo tecnico. Grazie al coinvolgimento dei comuni, degli insegnanti e dei genitori è stato creato un laboratorio estivo per l’orientamento e l’innovazione, in cui ogni studente ha la possibilità di partecipare alla realizzazione di un progetto, di intraprendere una sfida preziosa per la propria crescita e vivere da protagonista il mondo del lavoro. I nuovi progetti estivi sono: 'Fuoriclasse', un laboratorio per bambini delle V elementari e delle II medie, dove tecnologia e fantasia si fondono, per progettare ciò che ancora non c’è, immaginare il futuro, proporre un’idea innovativa; 'Classe
Virtuale Camp', pensato per gli studenti delle terze superiori, licei, istituti tecnici e commerciali, è un laboratorio attraverso cui ideare, realizzare e presentare un progetto, pensato per il futuro. Si è creata così l’occasione per recuperare il grandissimo valore dello scambio, del confronto tra generazioni, tra mondi professionali, tra competenze diverse, in una magica alchimia che vede insieme, intorno al progetto, alunni della primaria e dottorandi di ricerca, insegnanti e manager, guru tecnici e umanisti. Nello stesso periodo, negli uffici e nei parchi dell’impresa di Angeli di Rosora, infatti, sono andati in onda altri progetti appartenenti all’universo Bluzone; oltre agli studenti delle quarte superiori per l’alternanza scuola lavoro, si è svolta 'Classe Virtuale', con 30 ragazzi al quarto anno degli istituti tecnici che hanno progettato un tavolo interattivo dedicato proprio ai bambini; 'Grow On', con 20 studenti di varie facoltà prossimi alla laurea magistrale che sviluppano nuovi modelli di business futuro; 'Open Academy', una comunità di 21 dottorandi che seguono altrettanti progetti innovativi tra università e impresa. Senza dimenticare la presenza preziosa dei Silverzone, persone over 65 di grande esperienza, molti ex manager ∂116∂
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di grandi gruppi internazionali, e appassionati del mondo Loccioni, che mettono a disposizione il loro sapere per i ragazzi più giovani. E infine, come ogni anno, ci sono i figli dei collaboratori dai 5 anni in su, con il progetto 'Summer & Sons', che quest’anno saranno protagonisti di laboratori manuali, teatrali e linguistici, sempre nell’ottica di un apprendimento attivo e giocoso che sappia legare sapere e fare, divertimento e lavoro. È così che, raccogliendo spunti dal dibattito internazionale sul rapporto scuola-lavoro e sulle competenze del futuro, Loccioni diventa la prima impresa per tutte le età, un luogo-laboratorio in cui le relazioni creano ponti intergenerazionali per il raggiungimento di un obiettivo comune e dove l’apertura verso l’altro, la generazione di senso e l’intreccio di prospettive portano a scoprire la gioia dell’imparare scambiando. È questo l’obiettivo di Bluzone, progetto con cui Loccioni da sempre si rivolge ai giovani del territorio e di cui Bluzone
Camp è la versione estiva. Vincitore nel 2003 del premio 'Impresa e Cultura' e raccontato nel 2013 da Superquark su Rai 1, Bluzone è la palestra formativa del Gruppo Loccioni, che stimola la creatività e l’inventiva degli studenti, portandoli ad acquisire nuove competenze e a orientarsi nella scelta del loro futuro lavorativo. Ogni anno il Gruppo ospita più di mille studenti di scuole superiori e università, offrendo loro l’opportunità di mettere scuola e lavoro in parallelo e vivere la realtà d’impresa durante l’anno scolastico. Bluzone Camp è frutto di una progettazione congiunta con gli insegnanti delle scuole del territorio della Vallesina, dove ha sede l'azienda fondata da Enrico Loccioni, capitanati da Mirella Mazzarini, ex dirigente scolastica, Stefania Sbriscia, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Serra San Quirico e Leda Appolloni, ex professoressa di Liceo. Le scuole coinvolte sono l’istituto comprensivo “Don Mauro Costantini” di Serra San Quirico, l’istituto tecnico - commerciale
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“Pietro Cuppari”, l’istituto di istruzione superiore “G. Galilei”, il liceo classico “V. Emanuele II” e il liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Jesi. Diversi sono stati i momenti di confronto fra il Team Loccioni e gli insegnanti per costruire insieme il progetto. Tra questi, tre incontri formativi dedicati ai docenti, tenuti da due consulenti storici del Gruppo, Luca Varvelli e Norberto Patrignani. I temi trattati hanno riguardato la comunicazione persuasiva, il lavoro di squadra, l’alfabetizzazione e la saggezza digitale. L’idea progettuale è far sì che il mondo della scuola e quello dell’impresa, spesso troppo distanti, possano costruire insieme un percorso realizzante, formativo e che generi bellezza, conoscenza e crescita per gli studenti e la comunità tutta. Nell’ottica del coinvolgimento del territorio, importante è il contributo dei comuni di Rosora, Mergo e Serra San Quirico che, oltre a sposare e promuovere l’iniziativa, mettono a disposizione i pulmini per lo spostamento dei ragazzi.
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Illustrazione di Rossana Vitali
FOCUS Le Marche in Musica
“La musica è basata sull’armonia tra Cielo e Terra, è la coincidenza tra il disordine e la chiarezza” Hermann Hesse- Scrittore e aforista tedesco
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FOCUS LE MARCHE IN MUSICA
I Festival musicali nelle Marche
Un’estate 2015 ricca di iniziative: le rassegne che sono diventate famose nel panorama italiano e internazionale e le novità più sperimentali di Stefano Strano
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una manifestazione che è diventata una vetrina internazionale della musica di qualità (www.musicultura.it). Sempre dal 19 al 21 giugno, tra le novità più originali, tra Gabicce Monte e Gabicce Mare in provincia di Pesaro e Urbino, “Disco Diva – i Favolosi anni ’70” ha reso omaggio al decennio d'oro della dance, con dj set e celebri ospiti nazionali e internazionali della disco music: tra questi, i Gibson Brother, gruppo francese degli anni '70 (il loro album di maggiore successo è “Cuba” del 1979), Kenny Carpenter, considerato uno dei padri della dance, dj resident del famoso del tempio della disco music, lo Studio 54 di New York, e Leroy Gomez, voce solista della band Santa Esmeralda, che nel 1977
ella nostra regione sono sempre più numerose le rassegne musicali, a partire da quelle più tradizionali di antica, classica e jazz, fino ai festival con sonorità più elettroniche e sperimentali. Di sicuro l'estate si conferma la stagione più entusiasmante per gli spettacoli musicali. A Macerata, la città dello Sferisterio conosciuta per la prestigiosa rassegna di lirica del Macerata Opera Festival (www.sferisterio.it), quest'anno dal 19 al 21 giugno, c'è stato il tradizionale appuntamento con “Musicultura”, il Festival della canzone popolare d'autore: qui si confrontano da diversi anni artisti affermati e nuove proposte del mercato discografico, molto spesso marchigiane, in
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FOCUS LE MARCHE IN MUSICA
divenne celebre in tutto il mondo con una cover del brano di Nina Simone Don't Let Me Be Misunderstood. Prezioso lo “spartito” musicale nella rassegna della classica marchigiana: a Pesaro, terra del celebre Rossini Opera Festival, dal 30 giugno al 4 agosto si svolge la prima edizione di “MU.N - Music in Notes in Pesaro”, una serie di concerti con brani dal Settecento ai giorni nostri, a cadenza settimanale, nella Chiesa dell’Annunziata. A Grottammare, nella provincia di Ascoli Piceno (18, 20, 23, 25, 27 e 28 agosto), si tiene la 13/a edizione del “Festival Liszt - Concerti di Musica Classica da camera”, un appuntamento imperdibile per gli appassionati della musica classica. Il festival è dedicato al grande compositore e pianista ungherese Franz Liszt che soggiornò nella città di Grottammare nell’estate del 1868 e ne rimase affascinato descrivendola come un luogo di pace e di serenità (www.festivaliszt.com). In varie sedi delle province delle Marche, dal 10 luglio al 15 agosto, si tiene l’undicesima edizione di “Armonie della Sera”, che trae la sua origine dal festival di musica da camera nata nel piccolo borgo di Ponzano di Fermo (www.armoniedellasera.it). Una delle rassegne storiche è il Festival Pergo-
lesi Spontini, organizzato a Jesi, Maiolati Spontini, Montecarotto, Monteroberto e San Marcello, dal 4 al 20 settembre 2015. A Urbino, un altro grande spettacolo della musica dei secoli passati: è il “Festival Musica Antica “(dal 18 al 28 luglio), una manifestazione che, giunta alla sua 46/a edizione, è divenuta ormai una tradizione e che attrae ogni anno studenti e musicisti di chiara fama provenienti da ogni parte del mondo. In una settimana di concerti che variano dalla musica sacra ai virtuosismi vocali e strumentali, tutti eseguiti nei luoghi più suggestivi della cittadina, come il Palazzo Ducale e l'oratorio di San Giuseppe (www.fima-online.org). Dai suoni medievali, rinascimentali e barocchi al pop contemporaneo dei musical: nella prima edizione del Sem-Senigallia Estate Musical, il Teatro La Fenice ha ospitato le date di Pinocchio e Grease (11 e 12 agosto). Sempre nella città dalla “spiaggia di velluto”, dal 29 giugno al 4 luglio si è ripetuto con successo l'appuntamento con il CaterRaduno, la vivace kermesse radiofonica che conclude la stagione di Caterpillar e Caterpillar AM di Rai Radio2 con diversi concerti, tra cui il più travolgente, quello del rapper Caparezza. Anche il Jazz è un genere molto amato
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nelle Marche, per la sua carica di innovazione, sperimentazione, contaminazione e scambio culturale tra musicisti italiani e internazionali: dal 18 al 25 luglio tra SeePort Hotel, Mole Vanvitelliana e Aia Moroder è tornato l'Ancona Summer Jazz, mentre a Fano, dal 24 al 31 luglio, il Fano Jazz by the Sea. Nell’ambito della musica elettronica, ad Ancona (21, 30, 31 luglio; 1 e 2 agosto) c'è Acusmatiq, un festival di musica d’avanguardia che propone ogni anno artisti da tutto il mondo alla Mole Vanvitelliana (www.acusmatiq.it). Infine uno strumento musicale artigianale che ci ha reso famosi nel mondo: la fisarmonica e il suo premio internazionale (Pif ) di Castelfidardo (dal 17 al 20 settembre), caratterizzato dalla presenza di numerosi ospiti di grandissimo rilievo e di innovazione musicale che uniscono la fisarmonica a tutte le altre forme di espressione artistica. Il calendario della manifestazione prevede serate di gala in teatro; spettacoli live diurni e notturni; lo Young Music Club per avvicinare i giovani all’educazione musicale, masterclass, presentazione cd, mostre ed aree espositive, con una collezione di 350 esemplari e molti pezzi unici provenienti da ben 22 paesi diversi. (www. pifcastelfidardo.it – www.festivalinternazionalefisarmonicacastelfidardo.com).
FOCUS LE MARCHE IN MUSICA
MACAPEA, sulle note dell'estate marchigiana Voce, chitarra e passione: Massimo di Matteo e la sua Acoustic band di Asmae Dachan
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on esiste una stagione per la musica, ma certamente l'estate è il momento più favorevole per le esibizioni live in luoghi all'aperto. Una combinazione di spettacolo e atmosfera che caratterizza le serate sul lungomare in molte località delle Marche, come a San Benedetto, dove incontriamo Massimo di Matteo e la sua band, i Macapea. Quando li vediamo sono in concerto allo chalet 'La conchiglia', con alcune cover e remake di indimenticabili brani italiani e stranieri. Gli
applausi del pubblico sono la dimostrazione più bella del successo della serata, mentre il trio si prepara al prossimo evento. Matteo, vuole presentarsi e presentare la sua band? “Sono la voce solista, cantante autodidatta, con una passione per la musica che ha sempre accompagnato tutte le fasi della mia vita. Come strumento ho una predilezione per la chitarra, che ho studiato per
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FOCUS LE MARCHE IN MUSICA diversi anni, avendo la fortuna di incontrare grandi maestri di fama internazionale. Sono partito con il Rock, poi ho scoperto il Blues e me ne sono innamorato. Amo molto anche la musica leggera. Sono anche compositore e mi dedico alle melodie e agli arrangiamenti. Gli altri due membri sono Piero Tartarelli e Marco Galanti, entrambi chitarristi. Ci conosciamo da anni e abbiamo deciso di fondare il gruppo tre anni fa. Spesso suoniamo con il percussionista Toni Esposito e da trio diventiamo quartetto”. Quali sono gli autori o i gruppi a cui vi ispirate maggiormente? “Tutti gli autori di musica leggera italiana, ma anche gruppi internazionali, dai Beatles ai Led Zeppelin, fino ai Pink Floyd. Amo molto il chitarrista americano Pat Matheny. Mi piace studiare e ascoltare suoni, melodie, stili tanto differenti, che sono uno specchio delle evoluzioni artistiche attraverso il tempo. Devo dire che la musica classica, su tutte, resta il vero patrimonio dell'umanità, la prima scuola da cui attingere e una fonte inesauribile di ispirazione”. Dove vi esibirete nelle prossime serate? “Per tutta l'estate saremo prevalentemen-
te nella zona della riviera, esibendoci in concerti aperti al pubblico, ma anche in feste private, dove viene richiesta musica d'autore. Ci muoveremo tra le Marche e l'Abruzzo e parteciperemo anche ad alcuni festival di Blues”. Che tipo di pubblico è quello marchigiano? “Un pubblico molto attento, esigente e preparato. C'è una cultura musicale notevole e una predilezione per generi anche molto impegnativi. Ciò deriva certamente dalla grande eredità che i musicisti di ieri hanno lasciato al territorio, ma anche da una grande attenzione generale alla qualità; qui c'è un terreno fertile per l'arte, in tutte le sue manifestazioni. In Italia, in generale, non c'è una cultura che si interessi ai suoni nuovi, ci si accontenta di quelli conosciuti, già noti. Avendo la possibilità di suonare per pubblici diversi ci rendiamo conto che nelle Marche non ci si accontenta della 'musica commerciale', perché la gente vuole qualcosa che sappia regalare emozioni vere. Da abruzzese d'origine, voglio dire due parole in più sul territorio marchigiano: questa è una regione stupenda, che vanta una varietà di paesaggi unica e che merita di essere scoperta e valorizzata, perché no, anche
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attraverso il contributo dell'arte”. Come descriverebbe il patrimonio musicale italiano in questo momento? “Devo dire che il mondo della musica, rispetto a quando ho iniziato la mia carriera, è cambiato. C'è una sorta di appiattimento delle vocalità, che porta i cantanti delle nuove generazioni a esprimersi tutti nelle stesso modo. Si punta quasi esclusivamente sulle voci potenti e anche la melodia, in generale, ne risente. Bisognerebbe, a mio avviso, dare più spazio all'ingegno personale e riscoprire ritmi e suoni che si stanno abbandonando. Non basta avere una voce bella e potente per affermarsi, è necessario studiare gli autori del passato, padroneggiare uno o più strumenti e far emergere l'arte e la sensibilità che rende ognuno di noi una persona unica. Questo discorso vale per l'Italia, ma anche per l'estero. C'è una generale tendenza a sacrificare l'arte alle esigenze del commercio, ma questo è fortemente penalizzante. La musica deve essere anzitutto libertà”.
Per info www.massimodimatteo.com
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INFORMAZIONI SUL SONDAGGIO
Sondaggio realizzato da GGF Group Srl Sondaggio online, pubblicato sul profilo Facebook, su sito e all'interno delle newsletter di Mondo Lavoro ML Magazine. Indagine gestita attraverso piattaforma CAWI dal 10 al 15 luglio 2015. Campione non probabilistico. Totale rispondenti: 103 Per te la musica è:
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uesto mese abbiamo deciso di indagare gusti e abitudini dei nostri lettori in tema di musica. Abbiamo chiesto loro quale genere amano ascoltare, attraverso quali mezzi, arrivando poi a sondare la loro conoscenza di personaggi, gruppi ed eventi in musica del nostro territorio. Il primo quesito rivolto ai nostri lettori concerne il loro modo di interpretare la musica: per la maggioranza assoluta dei rispondenti (59,22%) musica è soprattutto ascolto, seguono canto (21,36%), ballo (15,53%) e suono (3,88%).
Numero rispondenti: 103; 100% del campione intercettato
Il genere musicale che preferisci è:
Numero rispondenti: 103; 100% del campione intercettato Il genere preferito dai lettori risulta essere il rock, indicato dal 33,98% dei rispondenti, seguito dal pop (30,10% delle preferenze). Il resto del campione si frammenta in maniera piuttosto omogenea tra gli altri generi, tra cui prevalgono (seppur con percentuali marginali) musica elettronica, country, funk, rap e jazz. Per quanto concerne la conoscenza di personaggi in musica originari della nostra regione, tra i musicisti i nostri lettori segnalano in primis Giovanni Allevi, ma anche Raphael Gualazzi, e il
compositore Gioacchino Rossini. Tra i cantanti il più citato è il rapper Fabri Fibra, seguito da Jimmy Fontana, Raphael Gualazzi (conosciuto nella doppia veste di cantante e musicista), dal tenore Beniamino Gigli e dal marchigiano d’adozione Michele Pecora. Per quanto concerne le band nostrane, la più menzionata è quella dei Kurnalcool, seguita da The Gang, Via Verdi, Gli Amici dello Zio Pecos e la Macina.
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Ascolti emittenti radio marchigiane?
La tua “fonte principale” di musica è:
Numero rispondenti: 102; 99% del campione intercettato
Numero rispondenti: 102; 99% del campione intercettato
Per quanto concerne le “abitudini di consumo”, il mezzo preferito per ascoltare musica risulta essere la radio (49,02% dei rispondenti), seguito dal web (41,18%), CD e TV (entrambi con il 4,90% di preferenze).
Indagando ulteriormente la conoscenza e familiarità con questi 4 mezzi, scopriamo che il 65,69% dei lettori intercettati ascolta emittenti radio marchigiane, tra le quali la più nota risulta essere Radio Arancia Network.
Segui talent show o altri programmi incentrati sulla musica in TV?
Un’ultima curiosità concerne il dualismo tra acquisto di cd e download di musica dal web; la tendenza che registriamo è una maggioranza assoluta (66,67%) di rispondenti che preferisce ricorrere al web piuttosto che acquistare dispositivi fisici in negozio. Sei solito acquistare cd o scaricare musica dal web?
Numero rispondenti: 102; 99% del campione intercettato Per quanto concerne la musica in TV, sia essa in formato talent o tema principale di altri programmi, il campione si divide nettamente in due, con un 44,12% dei rispondenti che dichiara di seguire sia l’una che l’altra tipologia di format, mentre il 43,14% dei lettori dichiara di non sintonizzarsi su alcuna delle due.
Sei solito partecipare a concerti?
Numero rispondenti: 102; 99% del campione intercettato
Hai mai partecipato a concerti sul territorio marchigiano?
Numero rispondenti: 102; 99% del campione intercettato
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Infine abbiamo indagato il rapporto dei nostri lettori con la musica dal vivo. Il 64,71% dei rispondenti dichiara di prendere abitualmente parte a concerti; una maggioranza ancora più consistente (85,29%) ha partecipato, almeno una volta, a concerti sul territorio marchigiano. La città più gettonata per concerti risulta essere Ancona, seguita da Senigallia, Pesaro, Macerata e Recanati. La location più frequentata nell’ambito dei concerti marchigiani è lo stadio (31,52% dei rispondenti), ma anche palazzetti, piazze, teatri e discoclub registrano percentuali significative, a sottolineare la varietà dell’offerta musi-culturale della nostra regione. A tale proposito, il 59,41% dei lettori dichiara di conoscere eventi incentrati sulla musica sul nostro territorio: tra i moltissimi segnalati spiccano Musicultura, Macerata Opera Festival, Summer Jamboree, Ancona Jazz e San Severino Blues.
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Città&Borghi
Civitanova Marche “ C e rv e de mo a se t t e mbre , q u a n n o l ’ua è f at t a e l o f i c o pe nne " Ph. Apollonia Benassi
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Città&Borghi | CIVITANOVA MARCHE
CIVITANOVA MARCHE: tra pesca, industria e commercio come traino del turismo L'intervista all'assessore comunale Francesco Peroni di Stefano Strano Ph:Apollonia Benassi
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uardando alle sue deleghe, Commercio, Attività produttive, Democrazia partecipata, Agricoltura, Pesca e Tutela dei consumatori, qual è quella che caratterizza la storia economica della città? “La vocazione di Civitanova Marche è quella di un porto commerciale, proiettato sul mare e dinamico sin dalle sue origini di borgo marinaro di pochi pescatori. Da quest'attività si è sviluppata una fiorente cantieristica: venivano da tutta Italia per far realizzare i propri pescherecci dai cosiddetti “maestri d'ascia”, ma da decenni questi artigiani sono spariti perché le imbarcazioni non vengono fatte più in legno. Oggi di cantieri ne sono rimasti
due, gli altri si occupano solo di scalaggio e rimessaggio. Abbiamo una flotta di 45 pescherecci, un mercato ittico pubblico-privato, composto da due cooperative, dal Comune, e da produttori, ristoratori, commercianti e grossisti. Il più antico venditore all'ingrosso ha ormai un secolo ed è la famiglia Recchioni che è arrivata a commerciare in tutto il mondo”. Le vostre attività produttive, insomma, nascono dal mare: oggi quali sono le prospettive per la pesca? “Parliamo di un settore in crisi che, se non cambia profondamente, può a malapena sopravvivere. La logica dello sfruttamento delle risorse ittiche è inutile: il pesce,
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in pratica, è finito. Quindi va sviluppata l'acquacoltura e la pesca deve innovarsi, come sta facendo l'agroalimentare, specie nel biologico. Bisogna concretizzare quel concetto di scambio tra i paesi della Macroregione Adriatico Ionica, in tutte le potenzialità, e sfruttare le novità offerte dalla Blue Economy, l'economia del mare”. Quali sono i settori industriali storici nella città? “Tra gli anni '30 e '40 si sviluppa la meccanica, con l'officina di Adriano Cecchetti che arriverà a contare 1.200 operai e che nel corso della Seconda guerra mondiale è stata convertita alla produzione bellica di vagoni ferroviari e proiettili. Dalle nostre parti, quelli che lavoravano lì prendevano il nome di “cecchettari”, un marchio distintivo di una grande industria che è rimasta in attività fino all'inizio degli anni '90 e per oltre cinquant'anni è stata una fucina dei tecnici più qualificati della zona. Nel secondo dopoguerra, dagli anni '60 e '70 si sviluppa il calzaturiero e il suo indotto della meccanica e macchinari. In questo periodo nasce il nostro distretto, quello 'della suola', delle imprese, spesso molto piccole, di lavorazione del poliuretano, un materiale purtroppo molto inquinante, mentre quello della calzatura vera e propria si trova tra Casette d'Ete, Montegranaro e Morrovalle”. Nel commercio, qual è il quadro d'insieme? “Anche qui, la crisi dei consumi è seria, sono diminuiti i negozi delle famiglie storiche, è sempre più diffusa la modalità del franchising, anche se c'è una grossa tradizione: io stesso sono titolare di un'ottica che c'è da 43 anni. Da Rimini in giù restiamo un punto di riferimento per la moda; inoltre, vanno bene e si moltiplicano le attività di ristorazione a prezzo medio-basso, come le paninoteche, gelaterie e pizzerie, che più si adattano
a clienti che sono per di più visitatori del weekend, turisti balneari o che vengono a fare shopping per le tante boutique molto riconosciute e apprezzate. La recente apertura di un centro commerciale che è il secondo più grande in tutto il Centro Italia è stata una sciagura per le piccole attività: la nostra amministrazione comunale è entrata in carica dopo, e abbiamo potuto solo constatare una situazione che era già definita tra 2006 e 2010. In compenso, siamo riusciti a raggiungere un accordo con la ditta costruttrice per rifare il palazzetto dello sport da 4mila posti, in cui gioca la Lube campione d'Italia e d'Europa di pallavolo, in una struttura da 11mila metri quadrati che ospita anche la nuova fiera”. Cosa può offrire questo polo fieristico alle attività commerciali? “La struttura è pronta, serve a coinvolgere le piccole aziende in modo da far rete, in cinque ambiti: calzaturiero del Fermano, distretto del cappello di Montappone-Massa Fermana, infissi della provincia di Macerata e Ancona, insieme a pellame e agroalimentare. Il Comune non ha disponibilità economiche per poter fare da gestore, ma sono coinvolte le principali associazioni di categoria del territorio, come Cna, Confcommercio e Confindustria. Senza tralasciare l'area storica della città: nel bilancio di previsione sono previsti 20mila euro per il centro commerciale naturale, in modo da consolidare anche qui una rete di attività”. Come si integrano i suoi incarichi con il turismo, considerato che ci si avvia al clou della stagione estiva? “Le attività produttive e il commercio sono declinate a un turismo 'mordi e fuggi', del fine settimana o del dopocena, che è anche quello più rilevante: nel lungomare ci sono una quarantina di chalet che si sommano alle discoteche di Civitanova e,
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a questo tipo di vita notturna, si affiancano i mercatini e i negozi aperti spesso anche la sera, dall'orario dell'aperitivo. Anche per questo c'è il progetto di finire il lungomare Nord, dopo aver completato il Sud e il Centro. Non c'è stato mai uno sviluppo del turismo a livello sistemico: la base sono le famiglie che gestiscono gli stabilimenti balneari, ma non ci sono tanti alberghi. Qui la modalità ricettiva prevalente è stata per lungo tempo a gestione familiare, con l'affitto delle seconde case, di appartamenti sfitti, o di una stanza della propria casa. Non c'è un'impronta professionale, così contiamo al massimo 800 posti letto nelle nostre strutture alberghiere”. Che corrispondenza c'è tra i paesi dove le aziende esportano di più e quelli di provenienza dei turisti stranieri? “C'è un legame abbastanza consolidato: molti stranieri vengono in vacanza qui, o in viaggio di lavoro, dopo aver visitato le fiere internazionali dove sono presenti anche le nostre imprese, come, ad esempio, quella di Londra di quest'inverno. Certo, in estate le presenze non si concentrano tutte ad agosto come avviene da noi, sono più distribuite tra maggio e luglio”. Quali ripercussioni hanno avuto le sanzioni alla Russia per le attività produttive e il turismo? “A me sembra che la Russia tenga come export, e che di visitatori se ne vedano ancora molti in giro a Civitanova, per lo shopping nei nostri negozi e negli spacci aziendali delle firme più famose. Comunque non c'è solo questo paese di riferimento: il calzaturiero, ad esempio, attrae altri mercati interessanti, come la Serbia e la Turchia, insieme a tanti paesi arabi. Non i cinesi: nella nostra città generano un enorme flusso economico, ma sono quasi tutte rimesse al paese d'origine che non determinano una crescita nel territorio”.
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COSMOPOLITAN BUSINESS HOTEL: Una struttura ricettiva costruita sulla qualità
L'albergo di Civitanova Marche del Gruppo Giustozzi Hotel intende garantire la migliore ospitalità al cliente, offrendo comfort, strutture sportive, eliporto e con un tradizionale punto di forza: la cucina fatta in casa, dalla lunga esperienza dello chef proprietario della catena alberghiera Giuseppe Giustozzi di Stefano Strano
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uali servizi servono a qualificare una struttura ricettiva di qualità? “Servono tutti gli accorgimenti necessari, e non solo nelle camere dell'hotel: bisogna dotarsi di ogni comfort per offrire un servizio di qualità al cliente, dall'ospitalità alla ristorazione. Il Cosmopolitan Business Hotel è cresciuto sin dalla sua apertura, quattro anni fa. Abbiamo sale meeting di diversa metratura e capienza da un minimo di 20 posti fino ad un massimo di 400, tutte modulabili e dotate di attrezzature all’avanguardia per la convegnistica. Disponiamo di diverse strutture sportive con spogliatoio: campi da calcetto, basket e pallavolo, palestra, e ora è in programma l'apertura di un'area beauty farm. All'esterno abbiamo anche una pista per l'atterraggio degli elicotteri, oltre a un parcheggio da 270 posti auto”. Nella ristorazione cosa bisogna garantire al cliente? “Poniamo particolare attenzione alla cucina. Abbiamo una sala ristorante da 270 coperti e offriamo pacchetti per matrimoni, cresime, comunioni e battesimi, qui come nelle altre strutture del Gruppo Giustozzi Hotel: Parco Hotel e Villa Lauri di Pollenza, e Recina Hotel di Montecassiano. Servono locali ben attrezzati: io sono uno chef e in cucina siamo in cinque. E' da 52 anni che faccio il cuoco, sono diplomato alla scuola professionale alberghiera Enalc di Salerno, poi ho lavorato un po' in tutto il mondo, soprattutto in Australia e Stati Uniti, e sono 37 anni che mi sono messo in proprio. Tutto da noi è cucina locale e tradizionale, di carne e di
pesce. E' tutto fatto in casa, a partire dai prodotti tipici della stagione. Tra le nostre specialità: la galantina di carne, la pasta all'uovo, i vincisgrassi, il ragù alla marchigiana e di cacciagione, il brodetto, le fritture di pesce dell'Adriatico, le alici alla scottadito e gli scampi al Verdicchio. Faccio io la pasticceria, con tutti dolci, dalla biscotteria ai ciambelloni, dalle crostate alle torte nuziali. In cantina, il 99% dei vini è marchigiano. Tra le etichette: Verdicchio dei Castelli di Jesi, Falerio, Passerina, Colli Pesaresi, Rosso Piceno Superiore, Rosso Conero, Lacrima di Morro d'Alba e Vernaccia di Serrapetrona”. Dalla sua lunga esperienza in questo settore, come sono cambiati gli ospiti nel corso degli anni? “I clienti diventano sempre più esigenti, guardano sempre di più alla qualità, nei minimi dettagli: non che anche in passato non lo facessero, ma oggi sono ancora più attenti. Noi ci mettiamo il massimo impegno per offrire ai nostri ospiti il miglior servizio. Anche nella cucina, quando ho iniziato io, era tutto molto più casareccio, come dicono a Napoli, 'sciuè sciuè', alla buona, informale, senza andare tanto per il sottile: adesso è importante mantenere la tradizione locale ma occorre farlo con standard ben precisi e più formali”. Com'è il rapporto con l'amministrazione comunale: si fa abbastanza per l'ospitalità alberghiera? “No, siamo lasciati da soli: non vorrei dire questo ma mi sento di doverlo fare. Pensavo che ci fosse più sensibilità per chi come me ha scelto di investire a
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Civitanova Marche, perché credo ancora che sia una città dalle tante potenzialità, soprattutto commerciali: è anche per questo che ho scelto di realizzare un albergo business, non uno sul mare”. Da dove provengono i clienti che alloggiano nei suoi hotel e come si distribuiscono le presenze durante l'anno? “Provengono da tutte le regioni, con distribuzione omogenea tra Nord e Sud Italia. Essendo un hotel business i nostri clienti alloggiano in gran parte per viaggi di lavoro: tanti convegnisti, rappresentanti e imprenditori. Civitanova è il polo mondiale della suola della scarpa, in più le migliori eccellenze tra le aziende calzaturiere stanno a due passi, per questo gli stranieri vengono qui da tutto il mondo: soprattutto da paesi arabi ed europei, con molti tedeschi e olandesi, dal Giappone, dalla Cina e dalla Turchia. I russi sono sempre molti, ma sono un po' diminuiti: le sanzioni commerciali si sono fatte sentire. I numeri da noi sono costanti durante l'anno: abbiamo un periodo più alto di presenze ad agosto, ma mediamente, da gennaio a dicembre, abbiamo 25.000 ospiti. Anche il turismo estivo, comunque, si mantiene stabile rispetto allo scorso anno”. Crede che gli strumenti digitali, come il sito più noto, Booking.com, siano efficaci per questo mercato, per far incontrare domanda e offerta? “Certamente, è un ottimo mezzo per l'hotel. Si lavora meglio con questi strumenti: danno maggiore visibilità e la possibilità di gestire con facilità prenotazioni da tutto il mondo”.
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Ph. Apollonia Benassi
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SFIDE E OPPORTUNITÀ PER IL DESIGN ITALIANO Marco Fossati: “Expo rappresenta un’enorme vetrina che sta trasformando il volto di Milano” di Anna Siria
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n un'epoca di grandi incertezze e instabilità, cosa si richiede al design? “Il design può assolutamente giocare un ruolo molto importante nella dinamica di un’azienda, intendendolo non soltanto come finalizzazione estetica di un prodotto, ma bensì come elemento in grado di coordinare le diverse attività che caratterizzano la definizione di un nuovo prodotto. Influenza attività come ricerca di mercato, bisogni dell’utente e tecnologie coinvolte, e tutto ciò attraverso un approccio strategico al progetto. Il rapporto tra design e azienda può portare anche a una diversa e migliore percezione del brand, riposizionandolo e ponendo le basi per un futuro sviluppo di nuovi prodotti: la percezione del prodotto, infatti, risulta fondamentale”. Quali sono, secondo lei, le migliori scuole di design in Italia? “È difficile fare una graduatoria. Esistono diverse realtà molto interessanti e valide. Se valutiamo la città di Milano, che rappresenta un po’ il cuore
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italiano del design, senza dubbio spiccano la scuola del Politecnico di Milano, l’Istituto europeo di design (Ied), che probabilmente è la più conosciuta anche a livello internazionale, la scuola Politecnica di Design, la DomusAcademy e la NaBa, cioè la nuova Accademia di belle arti del capoluogo lombardo. Ci sono però delle realtà nate in questi ultimi anni, e mi riferisco soprattutto alla LaBa, accademia di belle arti di Brescia: è una scuola giovane, ma molto attiva che forma lo studente basando il corso su una vera e propria cultura del design del progetto”. Perché molti giovani italiani scelgono scuole all'estero per specializzarsi? “La scelta delle scuole all’estero va vista senza dubbio come un'ottima opportunità. Non credo che le scuole italiane siano inferiori, ma integrare il proprio iter formativo con esperienze all'estero rappresenta senza dubbio un forte completamento della propria formazione. Va visto come un arricchimento ed è anche, se vogliamo, un modo
DESIGN
Marco Fossati, da 16 anni nel modo del design, inizia la sua attività presso Design Continuum Milano, società con sede a Boston e in parallelo come ricercatore sul tema dell’interazione uomo-macchina al CNR di Milano. Successivamente passa a MR&D Institute, società di ricerca e sviluppo, dove oltre a lavorare al disegno di prodotti, si dedica anche al design strategico con stretto legame col marketing per la definizione di nuovi progetti con forte connotazione di innovazione e tecnologia, rimanendoci per
per vedere il design da altri punti di vista”. 'Italians do it better': è ancora così o anche in questo settore la concorrenza internazionale sta diventando pesante? “Il design italiano ha sicuramente fatto la storia, ma in effetti oggi le figure di eccellenza nel mondo del design non sono italiane: mi riferisco per esempio a Marc Newson, o al giapponese Oki Sato (studio Nendo), o a Patricia Urquiola. Questi ultimi due, soprattutto, riconoscono comunque a Milano una certa centralità del mondo del design. Quindi, al là del fatto che ci sia più o meno concorrenza, l'Italia e Milano in primis sono sempre e comunque un riferimento culturale internazionale. Ospitiamo la più grande fiera del settore a livello mondiale: mi riferisco al Salone del mobile a cui poi è collegata la Design Week”. Gli occhi del mondo sono ora puntati
su Expo Milano 2015: che significato può avere un simile evento per il design internazionale? “Prima di tutto Expo rappresenta un’enorme vetrina che sta trasformando il volto di Milano, una città che possiamo veramente cominciare a definire europea. Per architetti e designer probabilmente il tema più interessante può essere come intercettare investitori, turisti, architetti e designer stessi che verranno a visitare Expo 2015 per creare occasioni di network e di business. Expo è in grado senza dubbio di generare cultura, stimolare creatività e confronto fra professionisti e imprenditori”. Tecnologia e benessere sono i due must delle case di nuova costruzione. Come risponde il design? “Tecnologia e benessere in una casa moderna possono essere espressi in tanti modi differenti. Viene facile in primo luo-
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8 anni. Torna a Milano presso lo studio Attivo Creative Resource e successivamente passa a Tatic Design Studio dove è consulente da quattro anni e dove lavora tutt’ora. In parallelo a queste attività, da 11 anni, è designer freelance e consulente per aziende sempre sul tema del design e lo sviluppo del prodotto in diversi settori come il mobile, lo sport e il prodotto tecnologico. Vincitore di numerosi premi design tra cui il RedDot e l’IF di Hannover.
go parlare di domotica: essa è in grado di supportare l'utente nella gestione di tutte le automazioni della casa, luci, tapparelle, riscaldamento, passando poi per la gestione del risparmio energetico, arrivando infine all’integrazione dei vari sistemi di sicurezza. Tutto ciò è fattibile quando si è lontani da casa in maniera totalmente automatica. Esistono ormai sistemi che si attivano semplicemente perché 'sentono' che ci stiamo avvicinando a casa, sfruttando l’ormai onnipresente smartphone che rileva costantemente la nostra posizione. Altrettanto interessante è valutare tutti gli aspetti legati ai nuovi materiali che vengono utilizzati sia in fase di costruzione, rendendo la casa più confortevole da un punto di vista sonoro e termico, sia all’interno, realizzando gli arredi in grado di elevare il comfort reale e percepito e andando così ad aumentare il benessere personale, nonché a migliorare anche gli aspetti legati all'ergonomia e alla tattilità”.
HIGH TECH
I DRONI: UNA REALTÀ CHE AVANZA I sistemi a pilotaggio remoto alla luce della prima edizione del regolamento ENAC di Giovanni Di Giacomo Management Academy Sida Group - Accademia del Volo
È
zioni nei più svariati settori (Agronomo, Architettura, Ingegneria, Agricoltura di precisione, Protezione civile, Ordine e Sicurezza, Fotografia e video, ecc.), fino a coinvolgere il mondo della formazione di ogni ordine e grado. Affinché la filiera di questi mezzi aerei possa beneficiare di uno sviluppo qualificato, occorre fare riferimento a quelle che sono le regole principali del gioco. In attesa che l’Icao e la Ue emanino normative complete ed esaustive in materia, l’Italia si é dotata di un proprio Regolamento interno. L‘art. 743 del codice della Navigazione stabilisce che per "aeromobile si intende ogni macchina destinata al trasporto per aria di persone o cose. Sono altresì considerati aeromobili i mezzi a pilotaggio remoto"...(omissis). In attuazione dell'art. 743 del codice della navigazione l’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile), ha emanato il 16 dicembre 2013 la prima edizione del Regolamento per Sistemi a pilotaggio remoto, entrato in vigore il 30 aprile 2014, distinguendo i mezzi a pilotaggio remoto in sistemi a pilotaggio remoto ed Aeromodelli. Anche se il cod. Nav. non disciplina quest’ultimi, l'Enac ha ritenuto opportuno disciplinare tali mezzi, soprattutto al fine di garantire le persone o le cose che vengono da essi sorvolati. In base a quanto previsto da Reg. CE 216/2008 nel nostro Regolamento trovano applicazione quei sistemi con massa massima al decollo non superiore ai 150 kg e a tutti quelli progettati per scopi di ricerca, sperimentazione e scientifici.
da qualche anno che, in maniera sempre più insistente, si sente parlare di droni. Ma cosa sono i droni? In passato nel mondo militare con tale termine si identificavano gli aerobersagli, ossia quei bersagli volanti utilizzati per l'addestramento dei piloti militari, del personale delle batterie contraeree o per la messa a punto di sistemi missilistici terra-aria. Oggi sono molteplici gli acronimi che si rinvengono nelle diverse normative esistenti, ma tra essi quello che appare essere più appropriato per definire tali mezzi pare essere "Rpas" (Remotely Piloted Aircraft System) poiché con tale definizione si intende fare riferimento ad un sistema costituito da un pilota che guida un aereo attraverso una stazione di pilotaggio remoto. Per l’elevata attrazione che questi mezzi aerei stanno avendo, è facile ritenere che essi avranno un impatto di vasta portata a livello non solo nazionale, ma mondiale. Tali sistemi altamente tecnologici non solo ridurranno i costi e consentiranno operazioni più efficienti ed efficaci in molti ambiti, ma creeranno delle opportunità per le imprese di sviluppare tecnologie, alimentando questa rivoluzione industriale. Il Consiglio europeo ha affrontato il tema sostenendo che la rilevanza tecnologica e innovativa dei Rpas è davvero rivoluzionaria assicurandosi che le piccole imprese beneficeranno del decollo di questo settore. Tale evoluzione tecnologica industriale, determinerà a cascata lo sviluppo di altri ambiti ad esso collegati, che vanno dalle applica-
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'CITTÀ MISTERIOSE', SU FOCUS UNA PRODUZIONE MARCHIGIANA Il regista e produttore Luca Trovellesi Cesana, fondatore di Sydonia “Immergersi in queste realtà ci ha fatto scoprire un mondo sconosciuto” di Asmae Dachan
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ittà misteriose': come nasce il progetto e come siete arrivati a Focus? “Il nostro è un percorso intrapreso alcuni anni fa. Partecipiamo da tempo a fiere e rassegne internazionali dedicate al cinema e al video, come Mip Com a Cannes, Hot Docs a Toronto, Realscreen a Washington. Questa presenza è stata fondamentale perché ci ha permesso di incontrare buyers di vari canali. Noi proponiamo progetti e format e sulla base di questi si sviluppano veri e propri programmi. In passato abbiamo realizzato una mini serie in Sud America intitolata Secret Towns, così Discovery ci ha chiesto di ideare un format relativo ad una produzione sui misteri in Italia. Abbiamo presentato il nostro progetto, 'Città misteriose'; ha avuto successo, tanto che si parla già di una seconda stagione e stiamo editando anche un Magazine omonimo, che è già al terzo numero”.
del pietrificatore di Girolamo Segato e dell'omicidio di Giuliano de' Medici nella Congiura dei Pazzi. Ci siamo occupati della tomba di Dracula, dei coralli neri e anche dei Templari. La declinazione principale del format è che ci deve sempre essere dietro una componente scientifica, un'università o un esperto che segua o che studi quel determinato fenomeno. Ciò di cui ci occupiamo non è un mistero nudo e crudo, fine a se stesso. Non trattiamo i fenomeni paranormali, per intenderci, a meno che non emerga una componente scientifica. Mistero sì, quindi, però legato alla ricerca seria e professionale. È stato bello e stimolante fare tante scoperte”. Avete lavorato anche nelle Marche? “Purtroppo, per varie ragioni, le Marche sono state poco coinvolte in questo progetto. Abbiamo inserito solo San Copertino di Osimo, il 'prete che vola'. È l'unica finestra territoriale. Non escludo di tornare per la seconda serie, perché sono innamorato delle Marche che, oltre ad essere la nostra regione, sono un territorio che offre davvero molto e che avrebbe tanto da raccontare”.
Che cosa avete scoperto di particolare, lavorando sul mistero? “Su questo tema già in passato abbiamo realizzato in Italia molte produzioni per il programma Voyager, di Roberto Giacobbo. Abbiamo toccato varie città, con una grande varietà di temi, dall'archeologia, alla storia, fino alla scienza e alla natura. Abbiamo raccontato la Torino magica, la Sacra di San Michele, la città di Rosazza. In Lombardia ci siamo occupati delle tavolette enigmatiche, mentre in Toscana abbiamo parlato
Puoi raccontarci un aneddoto legato a questo suo lavoro di ricerca e studio? “Ce ne sarebbero un'infinità. Sono avventure molto affascinanti, quando ci si addentra in esse.
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'Città Misteriose' intriga perché ti fa penetrare in storie che normalmente non vengono approfondite e sono spesso inedite. Se devo raccontare un aneddoto in particolare, citerei le interessantissime scoperte che abbiamo fatto in Basilicata. Non sapevo che Hansel e Gretel, Raperonzolo e altre fiabe con cui siamo cresciuti, in realtà sono state attinte da un autore della Lucania, Giambattista Basile, vissuto nel '600 e riconosciuto a livello internazionale, che aveva raccolto favole e leggende locali e le aveva scritte in forma di fiaba. Il mistero è stato scoprire i luoghi che in Basilicata hanno ispirato Basile e che spesso sono rimasti praticamente immutati nel tempo. C'è anche un altro aneddoto che vale la pena citare e che riguarda il conte Vlad, meglio noto come Dracula. Abbiamo scoperto che la figlia Maria di Balsa si era trasferita in Italia dopo le nozze con un lucano e che questa, riscattato il padre prigioniero, lo condusse con sé a Napoli, dove morì e
venne sepolto in gran segreto. La tomba oggi si troverebbe all'interno del cortile di una chiesa. Alcuni scienziati stanno conducendo una ricerca semi-invasiva perché hanno rilevato sul posto un'anomala fonte di calore”. Come è nata la sua passione per tutto ciò che è documentario e narrazione filmica? “Da ragazzino facevo l'attore di teatro in una compagnia abruzzese; abbiamo girato l'Italia con lo spettacolo Don Chisciotte, di cui ero protagonista. Il regista era di Roma e insieme a De Laurentiis decisero di girare un corto su di noi. All'epoca avevo 17 anni e quando è arrivata la troupe, con tutta la sua attrezzatura a filmare la nostra attività sul palco, sono rimasto affascinato dalla macchina cinematografica. Ho così iniziato a passare più tempo con loro che con i miei colleghi, studiando i movimenti, le azioni, i ritmi del lavoro. Da lì ho preso la decisione di stare 'dietro' la
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telecamera e non davanti. Sono autodidatta, non ho mai frequentato una scuola; sono ragioniere, il che però mi ha aiutato per la parte imprenditoriale. Ho iniziato a fare i primi documentari a fine anni '90 che venivano venduti con le riviste, poi mi sono rivolto al mercato televisivo nazionale e internazionale. Abbiamo fatto una scelta con i miei collaboratori e cinque anni fa abbiamo aperto una società a Buenos Aires, Studio 3 TV, che realizza produzioni per l'America latina”. Come mai a Buenos Aires? “Per una ragione di tipo strategico. Cinque anni fa, infatti, lì è arrivato il digitale terrestre e ha creato buone opportunità di lavoro, con l'avvio di tante produzioni. Abbiamo costituito il ramo argentino della Sydonia Production grazie all'impegno del nostro general manager, Diego Corvaro. Siamo riusciti a lavorare anche per il governo argentino, diventando consulenti per la creazione di un canale televisivo
CULTURA e prendendo appalti di produzioni di un certo rilievo. Ad esempio lo scorso febbraio siamo stati l'unica casa di produzione chiamata a realizzare le riprese ufficiali in Vaticano del convegno internazionale 'Scholas Occurrentes', un ente di cooperazione e di dialogo interreligioso voluto fortemente da Papa Francesco; sempre per l'Argentina abbiamo realizzato anche diverse serie tv. Da lì ci si sono aperte diverse porte. Siamo stati in Antartide, dove abbiamo girato un documentario e a gennaio di quest'anno abbiamo costituito nel Kurdistan iracheno, a Erbil, una nuova branch di Sydonia per produzioni nel Middle East. A livello televisivo è tutto in fermento e lì abbiamo ottimi collaboratori, ragazzi che sono stati in giro per il mondo e sono poi tornati con tante idee. Certo ci sono problemi al confine, ma è un mercato in crescita, che punta alla qualità”. Tra le vostre produzioni di punta ci sono 'Le radici della fede' e 'Il Ritratto di Leonardo'. “Il primo è in fase di produzione. Si tratta di 13 episodi in cui raccontiamo come sono nate le religioni del mondo e in cui spieghiamo, in termini televisivi, quali sono i principi base, i dettami e il pensiero delle diverse tradizioni confessionali. L'obiettivo è trasmettere cultura e mostrare nella pratica che tutte le religioni hanno radici comuni, parlano degli stessi
principi, dell'amore, della fratellanza, hanno valori comuni, ma si differenziano nell'espressione e nella pratica. Se andiamo alle radici ci sono molte più cose che ci accomunano che cose che ci dividono. Per quanto riguarda la docufiction su 'Leonardo' si tratta di un progetto che ho ideato qualche anno fa e che è diventato oggi una coproduzione internazionale con canali importanti e società prestigiose in Francia, USA e Canada. Il tema è inedito: la scoperta di un autoritratto ritrovato nel 2008 a Salerno e attribuito a Leonardo Da Vinci grazie a un'indagine scientifica multidisciplinare. Questo documentario investiga dietro le quinte, per far capire come si arriva ad attribuire a un personaggio un'opera e a collocarla in un determinato periodo storico. Mettiamo in evidenza l'attività scientifica che c'è dietro ogni scoperta. Grazie al quadro, parleremo del contesto storico, delle tecniche pittoriche e di altri importanti aspetti legati a Leonardo”. Di tutt'altro genere è 'Living Toxic'. “È un progetto nato dalla collaborazione con Alessandro Tesei, un filmaker jesino, che anni fa aveva fatto un documentario su Fukushima. Ci ha appassionato molto il suo studio sui luoghi più contaminati nel mondo, il modo di approcciare il tema, la quantità delle testimonianze raccolte. Si spiegano le conseguenze
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sulla gente, i danni, gli effetti che tale inquinamento provoca. Noi vorremmo raccontare in otto episodi gli effetti di vari tipi di contaminazione: radioattività, petrolio, rifiuti tossici, ecc. Siamo stati in una regione russa off-limits per il livello di avvelenamento, ma dove c'è ancora gente che vive. I bambini lì nascono con gravi malformazioni. Siamo riusciti ad entrarvi solo tramite alcuni importanti agganci. Quello di 'Living toxic' è un progetto dalla forte valenza sociale”. Cosa significano per lei tutti questi viaggi? “Mi permettono di conoscere il mondo, tante nuove realtà. Il viaggio ti dà idee concrete, ti forma, ti mette in relazione con tante persone diverse, ti permette di farti un bagaglio culturale importante. All'estero poi, puoi fare esperienze uniche e scoprire realtà che in Italia non esistono. Per questo, invito chi vuole avere una visione più ampia della vita e del mondo ad andare fuori, a confrontarsi con modi differenti di vivere e pensare, che aprono collegamenti interni ed esterni”. Qual è il suo prossimo obiettivo? “Il cinema. Stiamo già lavorando a diverse sceneggiature e progetti di film”.
LUCI DELLA RIBALTA
"IL TEATRO, PATRIMONIO DI TUTTI"
L’ente Marche Teatro ha ottenuto per il 2015 un contributo ministeriale pari a 678.299 euro, registrando un aumento di oltre 50mila euro rispetto al 2014. Velia Papa, la direttrice, dopo il successo dell’edizione 2015 di una delle produzioni, Inteatro Festival, parla dei progetti dell’ente e dello sviluppo del mondo dello spettacolo dal vivo marchigiano, fra tradizione e innovazione di Silvia Baldini Ph: Apollonia Benassi – Inteatro Festival
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irettrice, com’è andato il primo anno di vita di Marche Teatro? Cosa è stato fatto, quali i risultati raggiunti e cosa si può fare di più? “Il primo anno è stato positivo, perché abbiamo avuto molti successi. La nostra è un’iniziativa di realizzazione artistica, prima di tutto: le nostre produzioni hanno avuto grandissimi riconoscimenti, con consenso di critica e premi. Il secondo successo è stato l’accoglimento da parte del ministero dei Beni Culturali della domanda di far parte dei Tric, i Teatri di Rilevante Interesse Culturale; abbiamo ottenuto così un aumento del contributo ministeriale, cosa che non è successa a tutti. Di 68 teatri che avevano
fatto domanda, solo 19 hanno guadagnato il riconoscimento. Altro elemento importante di soddisfazione è che il primo bilancio di Marche Teatro è stato chiuso in perfetto equilibrio e con un piccolo attivo: è sano e riflette una gestione positiva, efficace dal punto di vista manageriale. Dunque è stato vincente unire sotto il nuovo ente Marche Teatro imprese fragili, per costruire un’unica impresa forte. Un’operazione non sempre possibile, perché spesso realtà diverse vivono situazioni non assimilabili tra loro; in questo caso, invece, abbiamo riunito iniziative culturali e teatrali cresciute insieme, appartenenti a un’unica matrice, che erano poi state separate per una serie di vicende
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LUCI DELLA RIBALTA politiche dei territori. Con il tempo si erano create anche esperienze importanti che era necessario far crescere, partendo proprio dall’assunto di valorizzare ogni soggetto, e non di deprivarlo della sua forza. In un momento in cui sembra che la cultura sia in crisi, come vivete la situazione? “Le difficoltà si superano facendo rete, come dicono molti, anche se questo è uno slogan che va riempito di contenuti. Non si può, ad esempio, fare rete con soggetti con cui non si hanno obiettivi in comune; prima bisogna capire i punti strategici e poi intercettare gli elementi su cui fondare una sinergia. Le imprese riescono a stare insieme solo quando trovano una convergenza su un comune interesse”. Lei è stata nominata nel direttivo di Fondazione Platea, organo di rappresentanza dei Teatri Nazionali e dei Teatri di rilevante interesse culturale. Questo che vantaggi potrà portare alla stessa Marche Teatro? “È importante capire i processi evolutivi del teatro dall’interno, stando assieme a una serie di soggetti attivi nel campo dei teatri nazionali, come quelli che costituiscono Platea e che sono i più finanziati dallo Stato. Alcune dinamiche diventano sicuramente più chiare. È fondamentale poter uscire dal proprio ambito e aprirsi ad altro, perché non si può fare cultura se non si guarda quello che c’è fuori da casa propria, interagendo con altre realtà. Questo porta vantaggi a più livelli, sia culturali, sia di produzione artistica, sia di impresa”.
Che aria si respira a livello nazionale in termini di attenzione alle problematiche del teatro? “C’è un disinteresse diffuso verso la produzione culturale in Italia. Andiamo avanti a slogan, dicendo che il Paese deve giocarsi questa carta, ma non c’è attenzione, per esempio, alla cultura contemporanea. C’è un gap enorme con le altre nazioni. Non ci si può riferire solo alla grande tradizione italiana teatrale e basta: bisogna rinnovare il patrimonio e alimentarlo, con forze diverse e nuova creatività. C’è disattenzione anche su forme di facilitazione della vita delle imprese teatrali. Ne parla l’Europa, ma queste imprese creative poi non hanno una declinazione strutturale definita. In generale, si fa più attenzione a realtà con risvolti commerciali più evidenti, come il multimedia e la comunicazione, mentre altri ambienti non vengono considerati, come quello dello spettacolo dal vivo, che deve fare impresa ma non ha una redditività immediata”. Il pubblico, invece, vuole ancora il teatro? “C’è molto interesse, che però è stato o sopito, o depresso. Bisogna sollecitarlo nuovamente. Non si può ragionare in termini generali, poi, perché è una forzatura illudersi che esista un unico tipo di pubblico per tutti i teatri. Per esempio, non esiste neanche un’univoca categoria ‘giovani’: questi non possono interessarsi a certi tipi di spettacoli non appetibili magari nemmeno per il pubblico adulto. Ogni produzione ha il suo pubblico: bisogna puntare a mescolare le forme diverse di espressione, ma non si possono portare a teatro pubblici che non hanno sensibilità
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per il suo linguaggio. Si può sollecitare un certo tipo di pubblico ad avvicinarvisi, come i giovanissimi, ma anche la scuola deve agire in senso educativo per far sì che i più piccoli diventino futuri appassionati di teatro”. Le generazioni più giovani oggi come vivono l’approccio al teatro? “I ragazzi sono legati ai fenomeni di linguaggio digitale, per cui hanno tempi di attenzione brevi, mentre uno spettacolo teatrale ha tempi lunghi di ricezione. È anche vero che dipende dal teatro stesso e da come parla a questo pubblico la riuscita o meno della sua azione. Inteatro, per esempio, quest’anno ha presentato produzioni che potevano essere viste anche da chi non aveva mai messo piede in teatro: in molte sono state usate le tecnologie, che non sono un obbligo dell’arte contemporanea, ma uno strumento in più per artisti che sentano il bisogno di utilizzarle. Prima di tutto debbono esserci contenuti di valore da esprimere, però, e nel modo giusto”. Quali le iniziative della prossima stagione di Marche Teatro? “Il progetto è triennale: oltre a Inteatro, ci sono una stagione teatrale, una rassegna di teatro contemporaneo e una di danza. Poi è in programma una serie di produzioni nei prossimi tre anni di cui abbiamo la gestione: tra queste, il teatro per i ragazzi, che funziona in permanenza. Abbiamo, inoltre, i tre teatri di Ancona: le Muse, lo Sperimentale e il teatro del Piano, nato recentemente, che è un vero e proprio teatro di comunità, con una forte valenza sociale”.
IL LIBRO
WWW.AMORE@MONDO.UNI "UN LIBRO CHE ARRIVA DRITTO AL CUORE" Pubblicato dalla casa editrice Marcelli di Ancona, il nuovo libro di Maria Lampa è uno scrigno di preghiere di Anna Siria
È
Fin qui suggestioni, idee e curiosità: ma di cosa parla veramente questo libro? È solo iniziando a leggerlo che si comprende dove voglia portarci questa nuova avventura letteraria. L'opera di Maria Lampa è una collezione di preghiere; evocazioni scritte dall'autrice stessa con un linguaggio semplice, immediato, quasi familiare. Non si tratta, però, di un manuale per credenti, ma di una sorta di inno alla vita e ai sentimenti positivi. “Questo libro è nato da un sogno. I miei componimenti non sono di ispirazione teologica: si tratta di una carrellata di pensieri, messi in ordine alfabetico. Per me pregare significa rivolgersi a qualcuno di superiore, diverso rispetto a noi. Ognuno ha un suo linguaggio ed è giusto che lo condivida con gli altri. Vorrei che il mio scritto fosse un invito a cogliere ciò che di bello e positivo c'è in tutto ciò che ci circonda. È un modo per intenerire il cuore e attivare la mente.
stato presentato al Klass Hotel di Castelfidardo, in un'affollatissima sala conferenze, il nuovo libro di Maria Lampa. Scrittori, giornalisti, artisti e appassionati di lettura sono giunti da ogni parte delle Marche per l'anteprima dell'opera, che già dal titolo incuriosisce e appassiona: 'www.Amore@Mondo.Uni'. È la stessa autrice, introdotta da Moreno Giannantasio, a spiegare questa sua originale scelta: “Il prefisso www è riconosciuto ovunque come la chiave di accesso al pianeta Internet, a cui ci si può collegare da ogni parte del globo. Amore sta a indicare il più nobile dei sentimenti, quello che possiamo provare per gli altri, per la natura, per noi stessi. In copertina ho scelto con l'editore, Paolo Marcelli, il disegno di una mano: questa simboleggia i fatti, la concretezza, ma anche l'atto del dono, della richiesta, o il gesto di indicare qualcosa”.
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IL LIBRO Credo che siamo una scintilla di Dio e per questo è giusto che si abbassino i toni e che ci si fermi tutti a pensare, recuperando gli spazi della nostra intimità”. Molti gli intervenuti alla presentazione, con testimonianze ricche e autentiche, intervallate da incantevoli esibizioni al violino del maestro Marco Santini. “Serve coraggio per scrivere un libro così; questo è un esercizio alla libertà”, ha dichiarato Moreno Giannantasio. “La preghiera ha a che fare con la precarietà della vita, porta ad alzare lo sguardo alla trascendenza”, ha affermato Paola Mancinelli, teologa e filosofa. “Pregare è un bisogno del cuore, che prescinde da ogni schema e unisce gli esseri umani più diversi. Maria è riuscita a parlare alle coscienze di tutti perché si è presentata in tutta la sua semplice e autentica umanità”, ha commentato Asmae Dachan, giornalista e scrittrice.
“Tra un buon cristiano e buon ateo non c'è nessuna differenza”, ha detto Dante Svarca, scrittore ateo; “questo libro è una lirica, un sogno e i sogni sono la spinta che fa progredire l'umanità”, ha concluso. Significativo anche l'intervento di Paolo Marcelli, ateo, editore per la seconda volta di Maria Lampa, dopo aver pubblicato nel 2006 il libro 'Il valore nelle orme del cuore'. “Chi non crede, non chiede e lotta per ottenere ciò che ha in mente. L'ateo prega, ma non mette in discussione l'esistenza del divino”, ha detto Marcelli. Toccante, infine, il messaggio del giornalista e scrittore Giancarlo Trapanese: “Credo che Dio sia più vicino a noi di quanto immaginiamo. Come quando cerchiamo gli occhiali e sono sul nostro naso. Il libro di Maria è una spinta propositiva a perseguire i propri obiettivi, senza porsi limiti”.
“ARMONIA SIGNORE AIUTAMI AD ACCORDARE LA MIA VITA, PERCHÉ DIVENTI UN CANTO, UNA LODE. PENSO A QUELLE PERSONE CHE VOGLIONO CANTARE, ALL'INIZIO ESCONO DALLA LORO GOLA SOLO NOTE STONATE, E SONO NECESSARI TANTI ALLENAMENTI E GORGHEGGI PER MODELLARE LA VOCE, PER FAR SÌ CHE LE CORDE VOCALI DIANO LE NOTE ESATTE AL MOMENTO GIUSTO COME DESIDERATE (…)”.
Dopo i ringraziamenti iniziali e una breve presentazione dell'autrice, il libro offre una serie di preghiere inserite in ordine alfabetico: da 'Angelo amico' a 'Confessione' fino a 'Zizzania'. Maria apre il suo cuore ed eleva il suo spirito, quasi in un inno alla vita. Seguono la postfazione 'In noi la scintilla di Dio' e, in chiusura, cinque testimonianze di personaggi molto diversi tra loro, uniti dall'affetto per Maria e dalla condivisione del suo modo di credere nell'umanità: Roberto Mancini, filosofo, professore e scrittore cattolico, Dante Svarca, scrittore ateo, Asmae Dachan, giornalista e scrittrice musulmana, Paola Mancinelli, teologa e filosofa cattolica, Fr. Ricardo Perez Marquez, Biblista Centro Studi biblici 'G. Vannucci' Montefano.
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IL PERSONAGGIO
"AIUTIAMO LE PERSONE A SENTIRSI FELICI" La profonda riflessione di una delle voci più autorevoli dell'associazionismo italiano, Don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco di Stefano Strano Ph: Stefano Dal Pozzolo
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on Vinicio, lei, insieme a don Franco Monterubbianesi è il fondatore della Comunità di Capodarco di Fermo e da oltre vent'anni ne è il presidente. Come è nata la comunità e quale ricordo porta nel cuore da quando è stata fondata nel 1966? “Occorreva continuare l'esperienza partita da Loreto e Lourdes. Franco trovò questa villa semiabbandonata e incominciammo a vivere insieme all'inizio in modo precario, poi, piano piano, organizzandoci fino a che nel tempo si stabilizzarono i rapporti con le istituzioni e ragazzi provenienti da tutta Italia: iniziò qualcosa di nuovo, e, all'epoca, di impensabile, perché le persone disabili stavano rinchiuse nei numerosissimi istituti che c'erano nel nostro Paese e vivevano una vita senza significato al loro interno”.
ogni ragazzo ha questi princìpi, a prescindere dalla condizione fisica o economica. Significa aiutare le persone a sentirsi importanti e felici”. Come si sono sviluppate le attività di Capodarco? Quali sono oggi le realtà più difficili, visto il disagio economico e sociale conseguenza della crisi? “All'inizio le disabilità riguardavano malattie come la poliomielite o le spasticità, ora sono le malattie neurologiche, la distrofia, la Sla, forme patologiche abbastanza lente ma inesorabili senza risposte mediche o farmacologiche. È diventato più difficile e impegnativo far sì che queste persone, nonostante la malattia, possano sentirsi utili e traggano forza per vivere la loro giovinezza o maturità con significato e speranza”. Lei è tra i fondatori del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca) di Pino Puglisi e ne è stato responsabile nazionale tra il 1990 e il 2002, spesso a fianco del fondatore di Libera don Luigi Ciotti. Alla luce delle strette relazioni con queste figure centrali nella discussione dello Stato
Che cosa significa accogliere e aiutare le persone in gravi difficoltà, coloro che non hanno diritti? “Credo che ciascuno, al di là della disabilità fisica o mentale, abbia nella sua vita sogni e aspettative, cose da realizzare. Famiglia, lavoro, ruolo sociale, istruzione:
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IL PERSONAGGIO sociale e della carità nella Chiesa, che cosa ha portato l'esperienza e il dialogo nel terzo settore e che cosa resta ancora da fare? “L'incontro con queste personalità ha permesso di allargare l'orizzonte su queste tematiche in Italia: tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, in Italia, c'è stato tutto un movimento nel sociale che ha portato alla rivalutazione delle condizioni personali, e quindi, anche nelle politiche sociali, si è innescata una procedura di maggiore rispetto e accoglienza verso ciascuna di queste storie che avevano bisogno di aiuto. Riguardo al futuro, il rischio è che si torni indietro per motivi economici: c'è un tentativo di burocratizzazione, di forme 'sanitarizzanti'. La salute è invece un elemento unico, riguarda la condizione umana, quella culturale, affettiva, senza però isolare i vari 'pezzi' della persona prendendone alcuni e tralasciandone altri: occorre un approccio globale e, in qualche modo, onnicomprensivo, delle attese e delle possibilità che le persone hanno”. Lei ha stigmatizzato la tendenza, sempre più evidente, “di ridurre le comunità a centri 'assistenziali', sulla falsariga di 'corsie ospedaliere', negando ogni intervento di attenzione alla vita di re-
lazione, all'integrazione, all'inserimento lavorativo”. Perché l'associazionismo e il volontariato vivono queste difficoltà? “È calato una specie di silenzio. Nel tempo c'è stata una regolamentazione di queste nuove forme di risposta. Fino a un certo momento, questo ha portato aiuto, chiarezza e trasparenza nella gestione. Se però si esagerano le forme di controllo, di specialità e di monitoraggio o 'minutaggio' delle prestazioni, si rischia di ricreare in termini moderni dei nuovi istituti nei quali le persone sono curate secondo schemi che non riguardano la loro vita ma l'organizzazione, e questo produce enormi danni: le persone, così, sono costrette ad adeguarsi all'organizzazione quando invece deve avvenire il contrario”.
fino alle chiese locali”.
Lei, tra i suoi scritti, è autore di un libro, “Il sogno di una Chiesa diversa. Un canonista di periferia scrive al Papa”. Qual è il cambiamento che chiede in questa sua “lettera” a papa Francesco? “Chiedo una valorizzazione del popolo di Dio: al suo interno, ciascuno ha un ruolo, le funzioni nella Chiesa devono stare a servizio di tutti. Quindi, serve una riforma che riguardi la partecipazione: una rivisitazione dello schema organizzativo della Chiesa, a cominciare dalla Curia romana,
Come è andata con gli ospiti di quest'edizione del festival, a partire dai personaggi più noti, il regista Matteo Garrone e l'attore Valerio Mastandrea? “Abbiamo incrementato ancora di più la presenza di registi e attori, celebri e non solo: tutti loro fanno conoscere fenomeni e realtà che stanno cambiando. Anche questi ospiti illustri si sono dimostrati dialoganti e accoglienti: di sicuro non si danno arie da 'superuomini' che hanno raggiunto la fama e la celebrità”.
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Qual è il messaggio che lanciano l'ultimo “Capodarco l'Altro Festival” e i cortometraggi premiati del concorso “L'anello debole 2015”? “Il messaggio è che il sociale è fatto di tante cose belle, è la vita stessa: occorre che chi accoglie e chi è accolto elabori forme di partecipazione attiva capaci di creare integrazione, pace sociale, occasioni di vita dignitosa, in modo che ci siano i presupposti per un passaggio di civiltà che ieri era legato all'interno dell'Europa, e oggi allarga gli orizzonti almeno fino al Nord Africa e ai paesi balcanici, per costruire una nuova mondialità, un nuovo schema di vita”.
L'APPUNTAMENTO
LOTR DAY AD ANCONA SONO SBARCATI GLI HOBBIT
Si è svolto alla Mole un grande evento che ha attratto centinaia di fan del Signore degli Anelli da tutta Europa e dall’America: il Lotr Day. È stato possibile incontrare l’attore Billy Boyd, ovvero Pipino, uno degli hobbit protagonisti della saga, partecipare a workshop a tema e anche vestirsi come gli eroi della pellicola. Un’iniziativa dell’Associazione Social Movie con il supporto di The Hive e la startup BeOnSocial di Silvia Baldini Ph. Fmphoto – Lotr Day
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Hotel, con un aperitivo di Gala. Billy Boyd è stato il protagonista assoluto della manifestazione: alla Mole si è concesso con affetto ai tanti fan accorsi per incontrarlo e per ascoltare l’esecuzione di ‘The Last Goodbye’, brano del film ‘Lo Hobbit – la battaglia delle Cinque Armate’. L’attore e compositore ha anche suonato il brano ‘Perfect Time’ del suo gruppo, i Beecake. Presenti anche i doppiatori italiani del film, Paolo Vivio, voce di Merry, Davide Pierino, di Frodo, e il direttore del doppiaggio dell’intera trilogia, Francesco Vairano, che è anche la voce del famosissimo Gollum. Lo stesso Vairano si è detto “molto legato al personaggio, diventato una vera e propria icona del film, perché è una figura che sintetizza in sé il bene e il male”. Interessante, per Vairano, “la continua lotta all’interno dello stesso Gollum fra la parte positiva e quella negativa, con il bene che, come spesso accade nella realtà, fa fatica a emergere”. Billy Boyd ha raccontato che il clamore suscitato dal film “è stato qualcosa di assolutamente inaspettato per tutti: ave-
mmaginate per un giorno Ancona trasformarsi nella Terra di Mezzo, e immaginate anche arrivare hobbit, cavalieri ed elfi. Immaginate tutto questo e trasformatelo in realtà, perché è accaduto davvero alla Mole Vanvitelliana del capoluogo dorico, diventata, per una domenica, la patria degli appassionati del Signore degli Anelli. La mitica trilogia dell’autore J. R. R. Tolkien dal 2001 è diventata pellicola di successo del cinema contemporaneo e la sua fortuna non conosce crisi. Ad Ancona, per il ‘Lord Of The Rings Day’, sono arrivati oltre 300 appassionati provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei, come Belgio e Germania, e perfino dall’America. Tutti desiderosi di poter incontrare il protagonista della giornata: Billy Boyd, il Pipino del film, ovvero uno degli hobbit amici del protagonista Frodo e suo compagno di viaggio nella trilogia. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Social Movie con The Hive e BeOnSocial, startup che è scresciuta nell’alveo dello stesso incubatore The Hive di Ancona. La giornata si è conclusa poi al SeePort ∂146∂
L'APPUNTAMENTO
L'attore Billy Boyd
vamo intenzione di fare un film su Tolkien perché appassionati, ma non avremmo mai immaginato il successo che è arrivato dopo”, ha detto. Addirittura si pensava che il film uscisse solo in dvd, mentre la realtà ha superato ampiamente le aspettative. L’attore ha poi ricordato con commozione Christopher Lee, l’attore che ha interpretato Saruman nella trilogia, scomparso a giugno. “Era il più grande di tutti, quello che aveva più film alle spalle. Ci siamo salutati con le lacrime agli occhi l’ultimo giorno di riprese – ha detto Boyd – perché ci disse che quella era stata la sua più bella esperienza”. Poi sono stati molti i racconti sulla saga, sulle riprese e sul backstage, per la gioia di tutti i fan. Durante la giornata, l’attore si è messo anche a disposizione degli stessi fan per
autografi e foto. Molti i momenti di divertimento, come quello della caccia al tesoro, i cui vincitori sono stati premiati con una copia del mitico anello e con un poster autografato dall’attore e dai doppiatori. Si è svolta anche una gara cosplay, che ha visto premiato il costume più bello della serata, tra sette finalisti. Tutti quelli che non avevano acquistato il pass per incontrare Billy Boyd hanno potuto comunque vivere una giornata ricca di momenti divertenti. L’area della Mole, infatti, è stata allestita a tema, con l’esposizione di oggetti del film, che hanno suscitato la curiosità di tanti, e la presenza di truccatori che si sono cimentati con la ripresa del make-up della pellicola. Una vera e propria riproposizione in grande stile delle atmosfere del film, per la gioia di tutti
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quelli che hanno partecipato. Numerosi gli appassionati che per l’occasione si sono vestiti con abbigliamento a tema, sfoggiando costumi che non sono passati inosservati; tra loro c’era anche chi si è conosciuto e innamorato grazie alla saga. Magie del fantasy. Una giornata intensa, dunque, frutto del lavoro di una startup giovane del territorio come BeOnSocial che, assieme a The Hive e Social Movie, è riuscita nel doppio intento di valorizzare il territorio di Ancona e di organizzare un’iniziativa importante, di grandi dimensioni e con personaggi di fama internazionale. Un risultato di rilievo, che mostra la vitalità e la forza del giovane tessuto imprenditoriale marchigiano.
SPORTNEWS Simone Pazzaglia allenatore della Vis Pesaro Il nuovo allenatore della Vis Pesaro 1898 è Simone Pazzaglia. Guiderà la squadra per la stagione sportiva 2015/ 2016.
Domenico Sfrappa
Elisa Di Francisca campionessa d'Italia e d'Europa
Camila Giorgi festeggia il primo titolo Wta a 'S- Hertogenbosch
Un successo inarrestabile per la pluripremiata regina della scherma Elisa Di Francisca. Agli Europei di Montreux la campionessa jesina si è aggiudicata l'oro individuale. Insieme a Valentina Vezzali e a Errigo Batini ha vinto anche l'oro contro la Russia. A Torino, invece, in occasione dei Campionati italiani, Di Francisca ha battuto la Vezzali 15-3, laureandosi così anche campionessa italiana.
La tennista maceratese Camila Giorgi ha conquistato a 'S- Hertogenbosch, in Olanda, il primo titolo Wta della sua carriera, battendo in finale la svizzera Belinda Bencic per 7-5, 6-3. La giovane atleta ha raggiunto le finali per ben quattro volte prima di riuscire ad affermarsi, sollevando l'ambita coppa, dopo una sfida durata ben 90 minuti.
Jana Kruzikova nuovo allenatore della Libero Volley La Libero Volley 'Tabaccheria Battente' ha un nuovo allenatore, Jana Kruzikova, che raccoglie l'eredità di Mauro Mantovani. Guiderà la squadra per il prossimo campionato di serie D.
direttore sportivo dell'Ancona Il cinquantacinquenne perugino Domenico Sfrappa è il nuovo direttore sportivo della società calcistica sportiva Ancona 1905.
Jesina, Yuri Bugari è il nuovo allenatore Yuri Bugari, classe 1987, è il nuovo mister della squadra di calcio Jesina. Allenerà i leoncelli nel prossimo torneo di serie D.
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Fiorentini e Melucci oro ai Campionati italiani di Tennistavolo La coppia Fiorentini-Melucci, rispettivamente junior e allievo, ha trionfato ai Campionati italiani di Tennistavolo che si sono svolti a Torino, aggiudicandosi l'oro. I due ragazzi non hanno trovato vita facile lottando però con caparbietà incontro dopo incontro,
si è laureato nuovo recordman italiano. L'atleta, originario di Civitanova, ma residente a Offagna, ha battuto al meeting di Colonia, in Germania, il record precedente, che risale a ben 26 anni fa, di 2,33 metri segnato da Marcello Benvenuti.
acquisendo man mano la consapevolezza che era possibile farcela. Fiorentini e Melucci hanno giochi differenti e alternano potenza esplosiva a lift in un mix dal risultato vincente. Diversi nel temperamento e nel modo di allenarsi, i due ragazzi fanno parte di un gruppo affiatato che vive l’agonismo con la leggerezza necessaria a questa età. L’affermazione nazionale di Fiorentini Lorenzo e Melucci Michele è un bel riconoscimento per la Scuola del Centro Olimpico del maestro Pettinelli.
Oro per la Monsub ai Campionati di Apnea Indoor Nuoto, oro nazionale per Sofia Ruggeri Grande risultato alle finali nazionali di categoria Propaganda per la giovanissima nuotatrice della Salus Nuoto Matelica Sofia Ruggeri. La sirenetta matelicese si è aggiudicata la medaglia d'oro nei 50 rana, con il tempo di 47'2'''. Per la campionessa Ruggeri, classe 2006, non si è trattato dell'unica medaglia: ha fatto il bis nella rappresentativa regionale con la staffetta 4 per 25 misti, festeggiando l'oro anche come regione Marche.
Risultato memorabile per la Monsub Jesi che ai Campionati italiani estivi di Apnea indoor di Torino ha conquistato la medaglia d'oro. Artefice dell'impresa la campionessa Jessika Giraldi, al suo terzo oro consecutivo.
Giuseppe Cerolini acquista la Civitanovese L'imprenditore Giuseppe Cerolini è il nuovo patron della squadra sportiva calcistica Civitanovese.
Alberto Lanari premiato come 'Sportivo dell'anno' L'allenatore della squadra di volley maschile dell'U.S. Pallavvolo Max Control, Alberto Lanari, è stato premiato a Senigallia in occasione della manifestazione 'Sportivo dell'anno'. Insieme a lui, anche il secondo e terzo classificato: il motociclista Simone Saltarelli e il pongista Gigi Manoni, anche loro premiati dal sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi e dal presidente della Bcc di Corinaldo Felice Saccinto. Premi anche per gli sportivi junior: il calciatore della Vigorina Luca Belardinelli, che da settembre passerà alle giovanili dell’Empoli, e Nicole Gualtieri, che si è poi esibita in una performance assieme alle sue compagne di squadra della Polisportiva Senigallia.
L'Enfant terrible di Alberto Rossi vince i Mondiali di Barcellona Gianmarco Tamberi recordman italiano Con un salto da 2,34 metri, il ventitreenne marchigiano Gianmarco Tamberi
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L'armatore anconetano Alberto Rossi ha vinto a Barcellona il titolo iridato dell'Orci International. L'Enfant terrible, dopo un duello testa a testa con il rivale Xio, si è così aggiudicata la quarta vittoria, dopo Cres nel 2011, Helsinki nel 2012 e Kiel nel 2014.
MOTORI
PGKart INDOOR QUANDO IL CUORE CORRE SULLE QUATTRO RUOTE
Il kartodromo di Camerano, nato due anni fa da un’idea dei fratelli Paolo e Mauro Gagliardini, è tra i più importanti circuiti nazionali indoor di corse amatoriali con i kart. Una pista d’eccellenza che usa i migliori materiali esistenti e che quest’anno ospita anche il campionato del mondo. Mauro Gagliardini, gestore del circuito, ci ha raccontato l’avventura di una vita di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi – PGKart Indoor Asd
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ome è nata l’idea di costruire i kartodromi? “Tutto è sorto dalla volontà di Paolo, campione italiano ed europeo di realizzare strutture per il divertimento al chiuso, usabili tutto l’anno. Ha scelto di intraprendere questa strada, quella della costruzione di kartodromi in tutto il mondo, per il desiderio di appassionare le persone e i giovani a questo sport, che è bello ma molto costoso, se fatto a livello importante. Nelle nostre strutture, invece, è a portata di tutti”. Quali sono i vostri competitor? “In Italia siamo gli unici a fare piste di eccellenza, mentre dall’estero vengono in molti a chiedere preventivi e a capire come si costruiscono questi circuiti, come dalla Cina. L’interesse è cresciuto negli anni, da quando abbiamo iniziato, ed è un trend che non si ferma”. Qual è il pubblico che frequenta la pista di Camerano? “È molto variegato, va dai 7 agli 80 anni. Vengono per divertimento, perché correre sui kart piace a tutti, uomini e donne, anche se gli uomini sono la maggioranza. I giorni più pieni sono quelli del weekend, ma non c’è un trend unico. D’estate si lavora molto con gli stranieri che vengono in vacanza sul Conero: molti sono quelli dei campeggi e degli hotel di Numana
e Sirolo e vengono qua dopo il mare, il pomeriggio o la sera. Lavoriamo sul passaparola degli stessi operatori turistici che consigliano la nostra struttura”. Perché avete scelto di aprire un kartodromo proprio a Camerano? “Abbiamo genitori di Ancona e siamo di qui: volevamo mantenere il legame con il territorio. Paolo è anche andato ad aprire piste nel resto d’Italia, d’Europa e del mondo, ma essere presenti a casa era importante. Per Camerano il business è partito bene e adesso qui facciamo anche gare a livello amatoriale. Quest’anno la grande soddisfazione è stata soprattutto ospitare il campionato del mondo indoor KWC: siamo stati gli unici in Italia ad avere l’onore di essere scelti per questa grande competizione”. Come è strutturata la pista e quali requisiti presenta? “Qui dentro abbiamo sintetizzato l’esperienza di anni nel mondo delle corse per trasmettere a chi corre la sensazione di essere su un kart da competizione. Questa è una struttura di alto livello, che abbiamo voluto costruire con tutti i requisiti di eccellenza possibili: abbiamo anche un sistema di sicurezza di alta qualità che altrove non hanno. C’è un sistema di assorbimento urti, ci sono cinture di sicurezza sui kart, e una resina speciale in
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pista che consente di avere un’aderenza totale. Usiamo kart di una società che è la prima costruttrice al mondo e ne abbiamo anche di specifici per i bambini. Queste cose le abbiamo riproposte in tutte le piste che abbiamo costruito finora, da Cagliari a Lione, da Bucarest all’India. Per due anni abbiamo partecipato alla fiera dei kart di Francoforte dove sono presenti i costruttori di kart e probabilmente siamo stati i primi a esporre non i kart, ma i modellini di piste indoor, spiegando come costruirle. Ci sono stati tanti curiosi che hanno iniziato a informarsi e da questo siamo partiti per sviluppare il nostro progetto e i nostri contatti”. Avete anche costruito un vostro kart, il KZR. Perché? “Abbiamo iniziato la produzione da circa un anno, per avvicinare gli appassionati il più possibile a un prodotto da competizione, rimanendo nell’ambito di quelli da noleggio. Il KZR è un kart con motore 400 a 4 tempi, con cambio sequenziale al volante a 6 marce. Può essere usato da tutti perché ha ogni protezione necessaria alla sicurezza: ha sedili regolabili per qualsiasi pilota e c’è la possibilità di gestire la potenza in base al circuito in cui si corre. Un prodotto che è il nostro orgoglio, e che rappresenta il frutto di un grande lavoro di squadra, condotto con passione e cuore”.
MOTORI
La pista di Camerano
Il KZR della PGKart
Mauro Gagliardini
Finora a quante gare avete partecipato con il vostro kart? “A una decina, come staff di assistenza tecnica. Gianni Bongiovanni è il campione del Pgk-Z dello scorso anno, il campionato che organizziamo noi: abbiamo fatto otto gare di campionato in Italia, con due gare qua. E’ l’esempio di come vanno le cose oggi in Italia: da piccolo non si era mai avvicinato al kart perché non c’erano certe strutture e i costi erano troppo elevati. Oggi, a 46 anni, ha vinto un campionato battendo ragazzi di 15-16 anni: le sue capacità, se avesse iniziato prima,
lo avrebbero portato chissà dove. Molti talenti si perdono per strada perché non hanno modo di continuare, non avendo le risorse per andare avanti”. Quanto è difficile reperire i fondi per le gare? “In Italia è molto complicato. Se una persona ha talento e ha alle spalle una famiglia agiata può fare il salto di qualità, altrimenti è difficile passare dal livello amatoriale al professionismo. Quello che manca è proprio la possibilità di fare provare ai ragazzi il kart a costi bassi,
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come facciamo noi. Anche io ho ragazzini che poi da qua si sono spostati sul mondo delle corse: a 8-9 anni sono già passati a un livello superiore. Noi teniamo regolarmente una scuola di kart, a Camerano, e bimbi e ragazzi vengono soprattutto sabato e domenica. Facciamo sempre un briefing con loro, dove spieghiamo tutto, anche il comportamento in pista. Li seguiamo passo dopo passo e questa è un’altra delle belle soddisfazioni che ci dà questo lavoro”.
ITINERARI
GROTTE DA (A)MARE Foto e servizio di Silvia Baldini
“UNA SMANIA DE NOTTE, ENTRAGNA UMIDA E SCHIVA, SPINGE A SCAVÀ LE GROTTE DRENTO LA MARNA VIVA…” Franco Scataglini ‘Una smania de notte’
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a storia delle oltre quattrocento grotte scavate lungo la costa anconetana dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta è quella di un universo singolare, a pochi passi dalla città e sconosciuto a molti nella sua natura più profonda. Qui inizia il viaggio tra le persone e le cose che ne hanno segnato lo sviluppo. Nessuno sa che scendere in grotta è come attraversare la frontiera. Ci sono un mondo di sopra e un mondo di sotto. All'inizio dello stradello o della scalinata che portano a mare, cambiano il sole, la luce, le idee. Muta il ritmo delle cose, muta il tempo, che non è più quello di fuori ma di dentro. Scendendo a piccoli passi, nessun rumore. Il profilo della città si allontana. I clacson, il rumore delle ruote sulla
strada, le macchine che corrono chissà dove. Mentre si va giù, il brusio di sopra lascia spazio al silenzio di sotto. Arrivano l'acqua, il moto vario del mare, brusco o delicato che sia. La soglia è superata, il nuovo mondo è lì, a portata di passo. QUANDO TUTTO INIZIÒ Alla fine del XIX secolo, quando la storia delle grotte di Ancona ebbe inizio, la pesca era l'attività principale praticata dalla popolazione del litorale, alto e roccioso: i pescatori dell'epoca, dopo aver inizialmente creato dei ricoveri in legno per le barche in riva al mare, decisero di scavare veri e propri buchi nella pietra, per proteggerle meglio. Il lavoro fu durissimo: ci vollero anni per creare grotte sufficientemente ampie da ospitare barche di quattro, cinque metri. Alcune vennero
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scavate nel monte anche fino a dieci metri di profondità. Le zone della baia in cui i ricoveri vennero creati, tutte appartenenti all'area protetta del Parco del Conero, furono cinque: il Passetto, proprio sotto la città, Pietralacroce e la Vedova, le aree più selvagge, il Parco del Cardeto e la zona sottostante la piscina comunale, che venne scavata solo a partire dagli anni Sessanta. Per raggiungere le grotte, gli antichi pescatori scavarono anche molti stradelli ripidi e tortuosi lungo le pendici delle rupi cittadine; armati solo di pala e piccone, erano soliti percorrerli avanti e indietro carichi di cemento sulle spalle, usato per rinforzare la struttura in pietra dei ricoveri. La zona del Passetto, oggi dotata di vari comfort e meta di balneazione dei cittadini anconetani, si presentava all'epoca aspra e selvaggia.
ITINERARI
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1. Le grotte del Passetto 2. Antichi mestieri in grotta 3. La Seggiola del Papa
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LÀ DOVE IL PASSO È PIÙ BREVE Il Passetto deriva il suo nome probabilmente dal sostantivo 'passo', usato in questo caso con il significato di "luogo attraverso cui il transito è permesso". 'Passetto' potrebbe pertanto indicare la via più breve di accesso al mare, essendone il diminutivo, perché è proprio qui che la rupe su cui sorge Ancona si abbassa ed è possibile un passaggio a mare più rapido. Storicamente si individua con questo nome tutta la zona che va dal cosiddetto scoglio della Seggiola del Papa fino alla Scalinata, che consente la risalita dalla spiaggia. Tutta l'area del Passetto presenta alcune interessanti peculiarità: la spiaggia, a inizio Novecento, era sassosa e la Scalinata non esisteva ancora. Fu costruita nel 1926 e inaugurata nel secondo dopoguerra. Prima esistevano solo due grandi scalandroni addossati alla rupe e le persone scendevano a mare tramite questi o lo stradello della Panoramica, poi interdetto durante la Seconda guerra mondiale. Dalla metà degli anni Cinquanta fino all'inizio dei
Sessanta i finanzieri presidiarono tutta la zona, per contrastare il fenomeno del contrabbando di sigarette, attività praticata per fame. Nel 1923 al Passetto fu posata la prima pietra del Monumento ai Caduti, poi inaugurato nel 1932. Fu proprio negli anni immediatamente seguenti il primo conflitto mondiale che la spiaggia venne valorizzata al massimo, soprattutto tramite l'iniziativa dei privati: venne creato uno stabilimento, 'Il Valentino', inaugurato nel 1931 dalla famiglia Cerusico e negli anni Cinquanta fu la volta dello 'Stabilimento', una costruzione su palafitta delle famiglie Cerusico, Moroni e Burattini. Nel 1956, infine, venne infine inaugurato l'ascensore, che facilitò ulteriormente l'accesso alla spiaggia. Il periodo più felice per il Passetto fu senz'altro quello tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Era considerata la spiaggia d'elezione degli anconetani e, prima del boom economico, anche l'unica raggiungibile per chi non aveva mezzi per spostarsi dalla città. Poi arrivarono la Cinquecento e il benessere e iniziò l'esodo verso le spiagge lontane ma meglio curate della costa cittadina, tra cui Portonovo.
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ITINERARI
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VITA DA GROTTAROLI La baia di Pietralacroce e quella della Vedova sono altre due zone in cui vennero scavati molti ricoveri dai pescatori, anche se in numero minore rispetto al Passetto. Sono zone più selvagge, infatti, non facilmente accessibili. Solo la costanza e l'amore dei grottaroli hanno fatto sì che negli anni gli stradelli d'accesso al mare non si sgretolassero per colpa delle intemperie e che la spiaggia fosse ancora accessibile. I lavori per la loro manutenzione sono durissimi e tengono impegnati i proprietari anche durante l'inverno. Di generazione in generazione, padri, figli e nipoti si sono tramandati quasi naturalmente questo compito. All'inizio, i pescatori usavano strumenti rudimentali per scavare la roccia. Poi le tecniche, con il tempo, si affinarono e le grotte pian piano da ricoveri rudimentali divennero qualcosa di diverso. La cura per questi luoghi aumentò negli anni e molti iniziarono a rivestirle internamente di strati di cemento e a decorarle. Le porte in legno cominciarono a essere dipinte, vennero aggiunti elementi decorativi, si assegnò a ogni grotta un numero civico, ancora oggi ben visibile sulle porte. Come fossero delle vere e proprie case. Gli uomini erano soliti passare giorni e giorni in grotta per i lavori di manutenzione, oltre che per l'attività di pesca. Col tempo vi si riuscì a portare la luce e l'acqua corrente e le famiglie dei pescatori iniziarono a frequentare questi luoghi. Piano piano, partì tutta un'altra storia. Le grotte cominciarono a essere vissute sempre più come luoghi di ritrovo, di vita comunitaria, oltre che di lavoro. Si creò una sorta di mondo 'altro', diverso dal cittadino sopra le rupi, con le sue regole, le sue amicizie, i suoi rapporti speciali. Così, tra il primo dopoguerra e gli anni Sessanta, Ancona quasi si sdoppiò: da una parte rimaneva la città, con i suoi ritmi ordinari e la sua fisionomia definita, dall'altra, sotto le rupi, c’era un universo dai tempi diversissimi, in armonia con la natura e fedele al suo spirito.
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4. Tramonto a Pietralacroce 5. L'interno di una grotta 6. Barca di pescatori
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ITINERARI
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7. Le grotte della Piscina 8. Un pescatore al lavoro 9. Una veduta della baia della Piscina
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IL MONDO NASCOSTO Quello delle grotte era ed è ancora, seppure in forme molto diverse, un universo che appartiene solo ai pescatori e ai loro figli, pronti a imparare il mestiere e i suoi segreti e ad apprendere valori forti come lo spirito di collaborazione, il sacrificio, la lealtà. Lo scambio era circolare e creava continuità fra le generazioni. Poi lo sviluppo economico lentamente cambiò la fisionomia di alcuni di questi posti. Fu proprio negli anni Sessanta che nacque l'ultima serie di grotte, scavate sotto la zona della piscina comunale. Qui sorsero costruzioni singolari, diverse da quelle rudimentali e semplici scavate dai primi pescatori, segno dei tempi mutati e del diverso spirito che animava uomini e cose: oggi sono molte le grotte a due piani, dotate di vari comfort. Alcuni vi hanno anche costruito piccoli terrazzi che danno sul mare. Le grotte iniziarono, così, a essere vissute in maniera diversa; ora, a distanza di più di un secolo dalla loro nascita, per molti sono piuttosto dei piccoli luoghi di villeggiatura, vicini alla città e comodi da raggiungere. Al di là delle differenze formali, la sostanza non cambia. Tutti i grottaroli difendono con forza il loro attaccamento a questi luoghi: la grotta è qualcosa di personale, come la casa, la vita. Il senso della storia di questi luoghi è tutto racchiuso in quelle poche cose essenziali della vita quotidiana in mare che vi si conservano ancora. Lampade da pesca, fiocine, retini, ramponi arrugginiti. Ognuno rappresenta una storia, una voce. Ognuno un tempo, un brandello di vita scritto sul pelo dell'acqua, che scorre, ritorna e se ne va, in un moto che non conosce interruzioni.
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VIAGGI
PRENDI E PARTI CAMERA CON POLTRONA / Cavalleria rusticana & Pagliacci Sferisterio, stagione lirica 2015 In un’unica serata, l’occasione di godersi due opere tradizionalmente rappresentate insieme: “Cavalleria Rusticana”, opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga e “Pagliacci”, di Ruggero Leoncavallo. La cornice è quella incredibilmente suggestiva dello Sferisterio di Macerata, con il suo immenso palcoscenico e la sua acustica perfetta. Per godere al massimo dell'Opera, Marche Maraviglia arricchisce la proposta con una notte in hotel in residenza d'epoca nel centro storico di Macerata e un ricco aperitivo con prodotti e vino del territorio. Il pacchetto comprende
Hotel Lauri*** - Macerata (MC) • 1 notte in camera matrimoniale presso Hotel Lauri*** in centro storico a Macerata • Prima colazione a buffet con prodotti artigianali • Aperitivo pre-Opera con calice di vino e stuzzichini • Biglietto per la Stagione Lirica dello Sferisterio "Cavalleria Rusticana & Pagliacci" Settore Centrale Verde. Quota pacchetto a persona: 142 €
CAMERA CON POLTRONA / Grease, compagnia della Rancia Senigallia, 11 agosto 2015 È sempre greasemania! Lo spettacolo che ha dato il via alla musical-mania in Italia compie 18 anni e torna con una nuova edizione, confermandosi come un vero e proprio fenomeno di costume che fa impazzire gli spettatori e guarda alle nuove generazioni, con l’intramontabile storia d’amore tra Danny (Giuseppe Verzicco) e Sandy (Beatrice Baldaccini) e tanto rock’n’roll. Grease ha cambiato il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro: è una festa da condividere con amici, figli, famiglie intere o in coppia, è trascorrere due ore spensierate, è non riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare, tra gonne a ruota, giubbotti di pelle e, naturalmente, tanta brillantina. Approfittatene per un soggiorno nella meravigliosa Senigallia nel cuore dell’estate! Il pacchetto comprende
Senb Hotel **** Senigallia (AN) Proposta standard • 1 notte in camera matrimoniale • Prima colazione a buffet • 1 biglietto I° Settore per il musical “Grease” presso il Teatro La Fenice Quota a persona 135 €
a cura di
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Proposta Family • 1 notte in camera family (2 adulti + 2 bambini) • Prima colazione a buffet • Pacchetto Family (4 biglietti I Settore) per il musical “Grease” presso il Teatro La Fenice Quota family 188 €
VIAGGI
ROSSINI: TRA GUSTO E OPERA LIRICA Da amante della buona tavola quale era, aggiungendo fegato d'oca e tartufo nero a molte ricette, Gioachino Rossini divenne conosciuto per i suoi piatti che venivano offerti ad ospiti come: Wagner, Weber, Mendelssohn e Verdi. Un piccolo viaggio alla scoperta della sua personalità, tra musica e gusto. Il pacchetto comprende • • • •
Servizio navetta per il Rossini Opera Festival* 2 notti in camera doppia con trattamento di prima colazione 1 percorso di benessere olistico a persona 1 Cena Rossiniana presso il ristorante Urbino dei laghi (3 portate, bevande incluse)
Quota a persona: 285 €
EXCELSIOR SPECIAL SUMMER All’Hotel Excelsior di Pesaro l’estate inizia alla grande con il pacchetto “Special Summer Offer”: un’offerta pensata nei minimi dettagli per rendere il vostro soggiorno indimenticabile. Godetevi la bellezza del sole e lo spettacolo del mare dal “Lido Excelsior”: spiaggia esclusiva dove il glamour si confonde con la tranquillità di spazi discreti e silenziosi, per vivere il momento spiaggia senza caos e stress. Il pacchetto comprende • • • •
Soggiorno di 1 notte in Camera Comfort presso Hotel Excelsior***** di Pesaro Colazione a buffet Cena a tre portate al '59 Restaurant (bevande escluse) Accesso alla spiaggia privata “Lido Excelsior” con uso gratuito di 1 ombrellone, 2 lettini con materassini, 4 teli mare, vasche idromassaggio e baby corner (in caso di maltempo la tariffa lido non verrà rimborsata) • Connessione internet WI-FI gratuita • Un accesso gratuito alla Spa Excelsior* comprensivo dell’uso sauna, sala relax, piscina da relax e idromassaggio per i genitori, mentre i bambini potranno divertirsi nel baby corner • Utilizzo della sala Fitness con attrezzature Technogym Quota a persona: 175 €
∂157∂ info: www.marchemaraviglia.it | mail: booking@marchemaraviglia.it | tel.: 071.2133845
CALICI & FORCHETTE
DIARIO DI UN #SOCIALEATING CON PENTAGRAMMI DI FARINA "Immaginate un venerdì sera di inizio luglio: i profumi tipici dell’estate, le luci del tramonto, i campi di grano incorniciati dal giallo delle ginestre, del buon ritmo musicale..." Le Pentagrammate
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immerso nel verde del Parco del Conero, lontano dalla strada e dai rumori artificiali, un luogo di una bellezza e pace naturale in cui lasciarsi andare a un tempo per se stessi, per la tranquillità e per conoscere nuove persone. Borgoparvo è un'antica corte marchigiana ristrutturata nel 2013 e gestita a livello familiare, che ha colto con noi la sfida di organizzare un evento social decidendo di ospitarci, apprezzando la passione e l’anima che mettiamo in ciò che facciamo. Il menu era rigorosamente “gluten free”: è stata l’occasione giusta per far testare con mano, o meglio, con il palato, a una platea di non intolleranti al glutine che i prodotti free from non sono assolutamente senza sapore. Anzi, che è possibile dare speranza a chi scopre ora di essere intollerante, e che con qualche accorgimento è possibile seguire un regime alimentare assolutamente bilanciato, sano e ricco di gusto.
uesta l'ambientazione per la serata che abbiamo organizzato per i 20 che hanno partecipato al nostro primo #socialeating sul Monte Conero. Ma andiamo con ordine e spieghiamo che cosa è un social eating e che cosa è Gnammo. Gnammo è la prima piattaforma italiana attraverso la quale è possibile organizzare qualsiasi tipo di evento culinario in casa propria o in altre location private dando la possibilità a tutti di offrire la propria cucina e conoscere nuove persone, e si sa, la conoscenza che passa tramite la tavola è una delle migliori. Abbiamo così pensato di accorciare le già brevi distanze del virtuale per conoscere il pubblico del nostro blog dal vivo, condividere la tavola e far assaggiare alcune delle nostre ricette di successo. La location scelta per il nostro primo Social Eating è Borgoparvo, un Countryvilla ∂158∂
CALICI & FORCHETTE
Il menu che hanno potuto gustare gli gnammers è stato preparato con ingredienti freschi e selezionando per lo più materie prime locali di alta qualità. Per il pesce, i moscioli di Portonovo e le vongole dell'Adriatico acquistate dalle cooperative di pescatori della nostra zona. Gli ortaggi che hanno accompagnato le varie portate li abbiamo raccolti con le nostre mani dal campo, per far assaporare il gusto genuino delle materie prime, provenienti da coltivazioni biologiche a kilometro zero. Abbiamo alternato piatti classici della tradizione a nostre rivisitazioni. I piatti forti della cena sono stati l'hummus di tonno, la zuppetta di ceci e vongole, i moscioli al gratin, l'insalata di polipo agli agrumi e la torta tenerina al cioccolato fondente presa in adozione da Ferrara. Anche per la scelta dei vini ci siamo orientate nella stessa direzione: ricerca di cantine locali, che producessero eventualmente anche biologico, per dar rilievo ad aziende che come noi stanno creando una rete di contatti nel territorio e sono interessati a collaborazioni di questo tipo. Per l’aperitivo, e anche per rompere il ghiaccio tra tutti i partecipanti, abbiamo scelto un vino spumantizzato della Cantina Benforte di Cupramontana, il Brut
Quattordici, che viene solitamente abbinato a piatti di pesce o crudità di verdure, quindi perfetto per i nostri accostamenti. Per il momento centrale della cena il Podere Giustini di Candia ci ha proposto il Lucubratio, un vino lavorato in agricoltura biologica a kilometro zero. Si tratta in particolare di un rosato equilibrato con forti sentori di frutta del sottobosco e more che si abbina bene a piatti di pesce, in particolare a moscioli e vongole, che rappresentavano il cuore della nostra proposta. La particolarità? L’etichetta intrigante: l’etichetta infatti è rappresentata da un dettaglio di un quadro di Simona Bramati con il quale l’artista jesina ha vinto un contest internazionale ad Arcevia nel 2014. Il tema della serata è dato dalle parole che meglio descrivono la nostra identità: condivisione e unione nelle nostre differenze, proprio come per le righe del pentagramma. Per dimostrarlo i colori della nostra serata sono stati il blu, il verde ed il bianco, uniti in un unico elemento: la lavanda, che abbiamo voluto donare a mazzetti a ogni partecipante insieme a una strofa di un brano musicale diverso per ogni commensale. Nella nostra cucina cerchiamo sempre di stimolare la persona ∂159∂
partendo dai cinque sensi: con i colori, gli odori, la musica, le consistenze e, ovviamente, il gusto. In una cena PDF non poteva di certo mancare la musica: abbiamo scelto un sottofondo lounge per accompagnare il momento della cena, mentre per l'aperitivo dei brani più ritmati per scaldare l'atmosfera. Alla fine di questa prima avventura non possiamo che essere pienamente soddisfatte per il pieno raggiungimento del nostro obiettivo: donare ai nostri amici gnammers una serata piacevole, rilassante e allo stesso tempo diversa dalle solite, dove poter unire il mangiare a un momento di convivialità, il tutto curato dalla nostra passione. Per chi non avesse avuto modo di partecipare alla social dinner non temete, stiamo già progettando il prossimo evento per l'inizio dell'autunno. Il tema sarà molto particolare, caro a noi italiani e con caratteristiche diverse in ogni paese, con un elemento in comune. Non possiamo svelarvi di più, per cui appuntamento come sempre sul blog e canali social per avere qualche indizio.
COMICSPERML
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2. TUTTI ALL'INSEGNA DELLA MUSICA E DELLA VOGLIA DI ESTATE I DISEGNI REALIZZATI PER ML DAGLI ARTISTI DI COMICS. COLORI E FORME EVOCATIVE CHE RACCONTANO L'ANIMA CANTERINA DELLA REGIONE, CHE IERI COME OGGI CONTINUA A PARTORIRE TALENTI. DENICE TOMBESI (1), SIMONE ALTAMURA (2). ∂160∂
EVENTI DA NON PERDERE
SUMMER JAMOBOREE SENIGALLIA, RIVIERA ADRIATICA DAL 1 AL 9 AGOSTO Il Summer Jamboree, Festival Internazionale di musica e cultura dell’America anni 4’ 0 e ’50, è organizzato dall’Associazione Culturale Summer Jamboree e promosso dal Comune di Senigallia con la partecipazione di Regione Marche, Camera di Commercio di Ancona e la collaborazione di sponsor privati. Partner etico Lega del Filo d’Oro. Anche quest’anno tantissimi i nomi illustri che prenderanno parte al Summer Jamboree: The Velvet Candles, Bobby Brooks Wilson, The Backseat Boogie, The Jollie Rockers e molti altri. Tutti i giorni ci saranno i dopo Festival (a pagamento) alla Rotonda a Mare, tranne venerdì 7 quando il Burlesque Show popolerà tutti gli spazi del Teatro La Fenice di Senigallia. Moltissime altre iniziative come il Dance Camp, i corsi di ballo gratuiti per principianti, il barber shop, il Car Park e tante altre ancora. Per l’edizione 2015 della “hottest rockin’ holiday on earth” (così il pubblico in arrivo da tutto il mondo ha ribattezzato il Summer Jamboree), è in programma un cartellone di grandi esclusive e straordinari appuntamenti musicali che verranno presentati nel corso delle prossime settimane. www.summerjamboree.com
FRANCESCO DE GREGORI A PORTO RECANATI (MC) 6 AGOSTO A grande richiesta torna in estate il “Vivavoce Tour” di Francesco De Gregori, con cui l’artista presenta live “Vivavoce”, il doppio album certificato doppio
disco di platino (certificazioni FIMI/GFK Retail and Technology Italia) dove rivisita con arrangiamenti inediti 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio. Durante tour, l’artista è accompagnato dalla sua band formata da Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax). Tra le tappe anche l’Arena Beniamino Gigli di Porto Recanati, dove il cantautore sarà in concerto giovedì 6 agosto alle 21.30, organizzazione Elite Agency. www.francescodegregori.net
MONTELAGO CELTIC FESTIVAL TORNA DAL 6 ALL’8 AGOSTO Una manifestazione incentrata sulla musica e la cultura di tradizione celtica, nata come Celtic Night, una lunga notte, dal tramonto all’alba, dedicata appunto al misterioso popolo dei Celti, con il tempo l’evento è divenuto un festival vero e proprio, capace di valorizzare il territorio attraverso un’organizzazione di sempre maggior respiro e carattere internazionale, che accoglie ogni anno circa 25 mila partecipanti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Nel corso delle precedenti edizioni, si sono succeduti sul palco alcuni fra i migliori gruppi contemporanei di musica celtica, come Evia, Kila, Berrogüeto, mentre rievocazioni di battaglie, danze celtiche, fuochi e menhir hanno animato lo spirito gallico insieme a conferenze e dibattiti su temi di notevole rilevanza e suggestione, come fantasy, globalizzazione e intercultura. La festa druidica dell’Appennino Marchigiano si arricchisce di due presenze prestigiose: il Ministero della Gioventù e la Federazione Italiana Rugby. Appuntamento imperdibile per chi ama la natura e la vita all’aria aperta, ideale per una vacanza di relax a contatto con l’ambiente montano, Montelago è ogni anno sempre di più il cuore di esperienze di convivenza trasversale, l’occasione per conoscere persone con il medesimo sentimento d’appartenenza, lo stesso desiderio di partecipazione a una comunità che si ritrova. www.montelagocelticfestival.it
CORINALDO JAZZ FESTIVAL DAL 3 ALL’11 AGOSTO Con l’aria d’estate arriva come ogni anno, puntuale e sempre ricco di stile, il calendario dei concerti di Corinaldo Jazz, l’amato festival organizzato dall’associazione culturale Round Jazz nello scenario di uno dei borghi più belli d’Italia. Siamo alla diciassettesima edizione e le serate da segnarsi sull’agenda sono tre, nel mese di agosto, tutte con inizio alle 21.45 e, come tradizione vuole, seguite da jam session imperdibili per gli appassionati dijazz e di buona musica in generale, ai 9 Tarocchi. La rassegna si apre lunedì 3 agosto nel luogo più scenografico di Corinaldo, la scalinata della Piaggia, con ingresso libero: l’affascinante pianista e cantautrice Mala Waldron si esibirà con Alessandro Napolitano alla batteria e Maurizio Rolli al basso elettrico. L’artista, porterà sul palco l’eredità del padre recentemente scomparso, il grande Mal Waldron, leader e pianista nelle formazioni di miti del jazz come Charles Mingus e John Coltrane. Mercoledì 5 agosto, presso la Piazza del Terreno, il concerto del Joey Calderazzo Trio, con Joey al piano,Justin Faulkner alla batteria ed Eric Revis al contrabbasso (ingresso 10€). Di origini calabresi, Calderazzo è nato negli Stati Uniti nel 1965 e a sette anni già muoveva i primi passi musicali: la vera rivelazione per lui, dopo anni di rock, fu ascoltare la musica di Oscar Peterson e Chick Corea. Il suo stile spettacolare, di classe, mescola grande lirismo e profondità, soprattutto nei pezzi a piano solo, a uno swing istintivo e deciso. Ultimo appuntamento, martedì 11 agosto, sempre nella Piazza del Terreno, ingresso a 10€, con Steve Kuhn al piano, Steve Swallow al basso elettrico e Joey Baron alla batteria. La serata finale, notte di stelle, vedrà brillare Kuhn e i suoi 55 anni di carriera, un vero maestro, scelto nel 1960 da John Coltrane per il suo quartetto e uno dei massimi esponenti della new thing degli anni 60. Genialità e classe in lui si sposano con uno stile che parte dal classico per lanciarsi in un’esplorazione musicale senza limiti. Ottimi, ovviamente, i suoi partner sul palco, entrambi americani, che vantano collaborazioni con i migliori jazzisti viventi. www.corinaldojazz.com
a cura di
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competenze gestionali di significativo livello, conoscenze e competenze importanti specifiche del settore di riferimento ricercato. E’ richiesta la disponibilità a trasferte ed un’ottima conoscenza della lingua inglese E’ requisito fondamentale la provenienza dal settore VITIVINICOLO o BEVERAGE in generale (candidature che non provengono da questo settore NON verranno prese in considerazione) La sede di lavoro è nel centro –nord Italia. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento DIRETTORE GENERALE, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup.com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • SIDA GROUP, PER CONTO DI UN’IMPORTANTE SOCIETÀ SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE DI STAMPI E STAMPAGGIO DI MATERIALE PLASTICO, CHE HA COME OBIETTIVO L’AMPLIAMENTO DEL PROPRIO ORGANICO, RICERCA UN/A: INGEGNERE MECCANICO (RIF. IM/SD) Il quale si occuperà della: • progettazione stampi 3D e stampaggio delle materie plastiche; • edazione di manuali tecnico-operativi; • gestione tecnica dei progetti con clienti esteri. Requisiti richiesti: • esperienza maturata da almeno 2/3 anni in posizioni analoghe o assimilabili, nel settore metalmeccanico o simili; • età preferibilmente compresa tra 28 e 35 anni; • residenza nelle Marche; • Laurea in Ingegneria Meccanica; • inglese fluente. Ricerchiamo candidati dotati di spirito d’iniziativa, volitivi, intraprendenti, proattivi. La figura selezionata dovrà confrontarsi e gestire rapporti con importanti clienti internazionali, con frequenti trasferte all’estero. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro
sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento IM/SD, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • SIDA GROUP, PER AZIENDA CLIENTE CHE OPERA NEL SETTORE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE, RICERCA UN: RESPONSABILE MARKETING OPERATIVO (RIF. RM/01) Il quale, in accordo con la Direzione Commerciale, pianificherà le linee guida delle campagne di comunicazione off-line ed on-line curandone la realizzazione; nello specifico si occuperà di: • Ideare e coordinare le campagne di comunicazione prevalentemente OFF LINE, attraverso la gestione degli strumenti previsti; flyer, radio e cartellonistica; • Si occuperà di gestire il marketing diretto sui punti vendita dell’azienda; • Coordinerà e monitorerà le campagne ON LINE su sito con target b2c; • Effettuerà attività di monitoraggio delle fonti concorrenziali. Il candidato ideale ha già ricoperto il ruolo all’interno di realtà operanti nell’area marketing della GDO – GDS ed ha un’età preferibilmente compresa tra i 30 ed i 40 anni. Possiede inoltre competenze di web marketing. Completano il profilo capacità organizzative, problem solving , dinamismo, capacità di gestione dello stress, determinazione e capacità di lavorare per obiettivi. La sede di lavoro è in provincia di Rimini ed è indispensabile la residenza o domicilio in zona. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento RM/01, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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1|2 OTTOBRE 2015
IN VIAGGIO VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE TURISMO DEL GUSTO
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