Ml6ago 2015 web2

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI AGO ‘15 N°6 anno XXII euro 2,00

Grottammare Tra l’Adriatico e il cielo Festival Pergolesi Spontini

‘Lacrimosa memoria, sorridente levità’

Ritornare al lavoro CON IL SORRISO VERDICCHIAMO,

CHEF on the Road

l’ esperienza del vino da vivere

KOKOGENA,

Umberto Bentivoglio

IL PUB “GOURMET”

tra le meraviglie della ristorazione USA

LAVORO

Allegato

FINANZA PER

E RIFORMA

l’internazionalizzazione

ENERGIA & Ambiente

a cura di Sida Group srl

164 Pagine

Esperienze turistiche

nelle Marche

Economia.Lavoro Cultura.Attualità Stile.Viaggi.Design

I sondaggi di ML GREEN QUIZ Copertina di Jennifer Isil Lucertini

SALUMIFICIO CIRIACI, PASSIONE E TRADIZIONE Titolari, collaboratori e clienti da quattro generazioni ∂1∂


: o n i r e m a C i d à t i s r Unive

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Architettura e Design Bioscienze, Biotecnologie e Medicina Veterinaria Giurisprudenza Scienze del farmaco e dei prodotti della salute Scienze e Tecnologie Lauree | Lauree magistrali | Master universitari | Scuole di specializzazione ∂2∂ School of Advanced Studies | Scuola di Studi Superiori

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EDITORIALE | di Flavio Guidi

ORIENTAMENTO AL LAVORO

Una funzione che, se ben svolta, può contribuire al benessere dell’individuo Una nuova frontiera per il superamento del fenomeno della disoccupazione Riflessioni di Flavio Guidi Management Academy Sida Group srl - Area Macroeconomica

I

zioni, dove lo spirito emulativo, distintivo, imitativo e conservativo produce le sue influenze. Sono spesso i genitori, con particolare rilievo la madre, che giocano un ruolo di attori nella scelta del futuro professionale del ragazzo. I genitori sono spinti da una pulsione conservatrice, tradizionalista e preservativa, dove il posto sicuro, il posto pubblico e il lavoro in banca rappresentano gli archetipi di riferimento. Tali riferimenti, oggi sono per lo più incoerenti con il contesto lavorativo attuale e prospettico. Nel mercato del lavoro il posto sicuro non esiste più. La sicurezza è connessa alle competenze e alle abilità che la persona ha acquisito durante il percorso educativo, alla partecipazione in azienda e alla creazione di valore. La meritocrazia sta

l progetto professionale di ogni individuo nasce dalla rappresentazione futura di come ci vediamo inseriti nell’ambiente in cui viviamo e vivremo. Il processo mentale attraverso cui si arriva al progetto professionale passa attraverso varie fasi: 1. analisi di chi sono, cosa voglio, dove voglio andare, cosa posso realizzare; 2. analisi del contesto in cui voglio inserirmi; 3. come, quando, quale, dove e con quale ruolo; 4. analisi delle professioni e di come andranno a configurarsi nel futuro rispetto al contesto in cui viviamo; 5. definizione del progetto professionale e pianificazione del processo formativo. Oggi la definizione del progetto professionale avviene per lo più seguendo le intui-

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EDITORIALE | di Flavio Guidi diventando il fondamento del rapporto di lavoro. La vita media di un’azienda non supera i dieci anni, la vita lavorativa si avvicina ai quarant’anni, pertanto ogni persona sarà chiamata a cambiare, durante la sua vita, sia il posto che il tipo di lavoro. La flessibilità sul lavoro introdotta renderà ancora più volatile il posto fisso. Si fanno sempre più spazio i lavori imprenditoriali, professionali e quelli legati ai servizi; avanzano inoltre le forme associative: lavori, quest’ultimi, che lasciano più spazio all’espressione di abilità creative, di intraprendenza e di autonomia. Motivazioni queste che, con la crescita del benessere, stanno diventando sempre più importanti nel parco motivazionale dell’individuo. L’orientamento è una funzione che deve essere sempre più svolta onde evitare di influenzare, sulla base di preconcetti e distorsioni, la scelta di percorsi scolastici e professionali non coerenti con la personalità dell’individuo e con il contesto. Ciò al fine di evitare situazioni di frustrazione ricadenti in tutti gli atteggiamenti che

viviamo: giovani disoccupati, depressi e caratterizzati da smarrimento, con cadute di fiducia in se stessi e nichilismo. Grande cura deve essere dedicata all’orientamento, che deve avvenire durante tutta l’attività didattica ed educativa fin dalle prime esperienze scolastiche, se non di vita. Ricordiamo che nel processo didattico intervengono la cultura, i media, la famiglia e tutti gli altri soggetti che circondano l’individuo, quindi non solo gli insegnanti. Scegliere il percorso scolastico (ad esempio l’istituto superiore) più coerente alla personalità e alle attitudini del ragazzo può fare il successo individuale e professionale dello stesso. La scelta dell’istituto può condizionare poi anche la scelta universitaria, è da evitare che si produca uno scollamento tra il mondo della cultura e della formazione e il mondo del lavoro e della vita. Gli orientatori dovranno fare cultura sugli aspetti psicologici, al fine di capire il soggetto da orientare: quali le attitudini, le versatilità, la professionalità del soggetto sul contesto, sulle professioni, sulle abilità

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necessarie e sulle competenze che il contesto lavorativo di oggi richiede. Ricordiamo che la nuova formulazione della riforma della scuola prevede il sistema duale: al giovane viene infatti data l’opzione di scegliere il percorso formativo che prevede anche l’inserimento in azienda con l’attivazione di un ruolo attivo didattico dell’azienda, ciò produrrà integrazione tra individuo e contesto. Viene così valorizzato il metodo 'impara-facendo' (learning by doing), un percorso che concorre a risolvere, a monte e naturalmente, il problema del posto di lavoro (placement); un sistema molto intelligente e già da tempo adottato a livello internazionale dai Paesi più evoluti per sistemi formativi. Una buona scelta scolastica basata su un’attenta analisi orientativa concorre a risolvere il problema occupazionale, abbreviando il tempo di attesa per l’ingresso nel mondo del lavoro. Il giovane deve entrare fin da giovane nel mondo dei problemi aziendali o di contesto, onde poter sviluppare quelle abilità e competenze che gli stessi richiedono.


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59 € 99 € 139 € 199 € 249 € ∂6∂


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CONTENUTI

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Titolari, collaboratori e clienti da quattro generazioni

CHEF ON THE ROAD Umberto Bentivoglio

IL DESIGN SENZA STAGIONE

CULTURA Jennifer Isil Lucertini

130

COVER Salumificio Ciriaci, passione e tradizione

18

128

L'EDITORIALE di Flavio Guidi

2015 n°6 AGOSTO

“La vita è un disegno in divenire”

GROTTO 132 Il film vincitore al Giffoni Experience

tra le meraviglie della ristorazione USA

134

FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI 'Lacrimosa memoria sorridente levità'

22

ATTUALITA' La minaccia cibernetica incombe

137

ALLA SALUTE DELL'ARTE

26

NEWS

138

IL LIBRO “Pessima Mossa, Maestro Petrosi”

TERZO SETTORE Quando l’etica si fa azienda: la compliance ed il Terzo Settore

140

SALUTE & BENESSERE Ritornare al lavoro col sorriso

40

CRISI DELLA BORSA CINESE, crisi della calzatura marchigiana?

VOLONTARIATO 144 Casa Accoglienza Dilva Baroni

38

Da 27 anni un sostegno concreto ai malati e ai loro cari

42

FORMAZIONE Corsi Sida, il futuro passa per la formazione

L'APPUNTAMENTO 148 Festival Brodetto 2015

46

NEET A CHI?

150

VERDICCHIAMO, l’esperienza del vino da vivere

50 60 62

IMPRESE E IMPRENDITORI

152 154

LIKE TOURISM 2015

CONTRIBUTI E INCENTIVI

CARRIERE E POLTRONE

CINEMATICA, Immagine in movimento

VIAGGI Prendi e parti con Maraviglia

DOSSIER 64 Lavoro e riforma

156

SPECIALE 85 Energia & ambiente

158

FOCUS Esperienze turistiche nelle Marche

160 Un anconetano equivocabile 161 EVENTI DA NON PERDERE 162 OLQ

RACCONTO

113

CALICI E FORCHETTE Kokogena. il pub “gourmet”

CITTA' E BORGHI

122 Grottammare

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CULTURA 132

Nelle Grotte di Frasassi un film vincitore

al Giffoni Experience

ALLEGATO n°6

Finanza per l'internazionalizzazione a cura di Sida Group srl

E NE R G I A E AMBI E N T E

COVER STORY

SPECIALE

PASSIONE E TRADIZIONE

NELLE MARCHE

SALUMIFICIO CIRIACI

ESPERIENZE TURISTICHE

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DOSSIER lavoro&riforme


noi di ML SEGUICI ANCHE SU: FACEBOOK/MLMAGAZINE - TWITTER/MLMagazineIT - PINTEREST/MONDOLAVORO GOOGLE+/Mondo Lavoro/MLmagazine - YOUTUBE/MondoLavoro DIRETTORE EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it

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Chiuso in redazione il 04/09/2015 progetto grafico: Tommaso Costantini stampa: Bieffe spa (MC)

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in breve C

hiuso il capitolo estate, caldo e ferie, si riparte a settembre carichi di idee e voglia di fare. Partiamo dai giovani, che tornano sui libri a scrivere le pagine del proprio futuro, raccontando due casi di eccellenza, tutti marchigiani. Studenti che si impegnano e osano e gridano agli adulti: 'Neet a chi?'. E se dai banchi di scuola e università il passaggio naturale è quello al mondo del lavoro, cerchiamo di capire, alle luce di crisi, riforme e di una lenta ripresa, in che direzione stiamo andando. Ne parliamo nel nostro dossier, con interventi di consulenti ed esperti in materia. Lo speciale di questo mese, invece, è dedicato al tema dell'energia e dell'ambiente. Quante e quali sono le nuove forme di produzione energetica e cosa possono fare le imprese in questo senso.

EDITORE GGF GROUP

REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133301 ufficiostampa@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Carlo Badioli Apollonia Benassi Sara Bonacucina Letizia Ciaccafava Lucia Fava Graziella Mastronicola Laura Osmani

PARTECIPANO:

Ampia la nostra pagina sui viaggi, con un focus dedicato alle esperienze turistiche nelle Marche e un approfondimento sul bellissimo borgo di Grottammare. Parleremo anche di gusto, dal gelato artigianale ai consigli dei coach nutrizionisti per ripartire dopo le vacanze con la giusta dose di adrenalina. Da non perdere le pagine riservate alla cultura, con un'anteprima sulla 15/a edizione del Festival Pergolesi Spontini e la 48/a Stagione lirica di tradizione. Come ogni mese il numero è accompagnato da un allegato a cura di Sida Group dedicato alla finanza per l'internazionalizzazione.

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Comune di Fano

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COVER STORY

COVER STORY

Salumificio Ciriaci, O passione, tradizione... e tenacia. Titolari, collaboratori e clienti da quattro generazioni Graziella Ciriaci racconta la storia di un'eccellenza marchigiana nata in Valdaso, che ha saputo conquistare i consumatori italiani ∂13∂

ttant'anni e non sentirli. Può ricostruire la storia della vostra azienda? “La storia del salumificio Ciriaci inizia nel lontano 1933 con nonno Lorenzo Ciriaci. Era un giovane lungimirante, intraprendente che ha mosso i primi passi nel commercio acquistando prosciutti freschi in campagna , quando le famiglie contadine trasformavano autonomamente la carne di maile, dando in cambio il lardo, che era un bene primario. I prosciutti freschi venivano messi sotto sale, poi si faceva una rifilatura e una toelettatura e dai rifili preparava il ciauscolo, un salume con un alto contenuto di grasso, che poi vendeva nella zona dopo un breve perio-


COVER STORY do di stagionatura. Con i suoi prosciutti è arrivato a commerciare fino a Roma, creandosi in poco tempo una clientela fedele. Per quell'epoca mio nonno era un uomo molto aperto e nel suo DNA aveva il commercio e svolgere pubbliche relazioni. Per la sua intraprendenza il nonno è stato tra i primi ad ottenere una licenza ministeriale (la numero quattro) e periodicamente andava a PortoSan Giorgio, alla 'Salotta', dove acquistava all'ingrosso sale, valori bollati, sigarette, che poi rivendeva in uno spaccio che serviva tutti i paesini limitrofi. La sua attività di imprenditore è nata proprio grazie alle sue intuizioni e alla sua propensione nei rapporti interpersonali. Trasformava le sue uve e commercializzava anche il vino; tra tanti interessi era riuscito ad aprire tre agenzie di riscossione tributi . Il nonno con tre figli maschi ha creato per ognuno di loro un

futuro lavorativo affidando a zio Ernesto la cantina, a zio Concetto le agenzie di riscossione tributi e a mio padre Benito tutta quella che è la filiera della lavorazione delle carni di maiale”. Cosa è cambiato con il passaggio di consegne a suo padre? “Quando sono subentrati mio padre e mia madre, negli anni '50, l'attività ha conosciuto un'importante evoluzione. La complicità tra i miei genitori è stata fondamentale; sono stati innovativi per l'epoca, hanno lavorato in sintonia e simbiosi. La crescita è avvenuta gradualmente, consolidando sia la qualità dei prodotti, sia la cura dei rapporti umani. Mia madre è stata una delle prime donne a prendere la patente di guida; si muoveva prima con l’automobile, poi con un piccolo camion, strutturando piano piano con papà tutti

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i rami dell'azienda, fino a creare una vera e propria filiera. Gestiva i rapporti con i clienti, facendo conoscere sempre di più l'azienda sul territorio, arrivando a Porto San Giorgio, San Benedetto, Ancona e in altre zone. Successivamente con mio padre hanno acquistato un terreno e hanno costruito la prima scrofaia; poi un altro dove hanno realizzato l'allevamento. Negli anni '80 eravamo una delle prime aziende ad avere una filiera completa dalla nascita del maiale, all'allevamento, fino al mattatoio. È stato sin da subito possibile controllare a 360 gradi la filiera e la qualità nel raggio di pochi chilometri. Da lì sono stati anche aperti punti vendita diretti e questo ha ulteriormente rafforzato il rapporto e il legame diretto con il consumatore privato oltre che con le aziende business. Il fatto di poter produrre e poi vendere in prima persona ha permesso a tutto il


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nostro personale di avere una percezione oggettiva sull'apprezzamento e il piacere dell'acquisto da parte dei consumatori. Oggi che in azienda è entrata la quarta generazione, siamo presenti in tutte le realtà specializzate che vanno dalle salumerie, gastronomie, macellerie private, fino alla grande distribuzione organizzata, mantenendo ovunque un'attenzione particolare alla qualità”. Quali sono stati gli elementi di novità e quelli di continuità in questo ricambio generazionale? “Voglio premettere un aspetto molto interessante di cui siamo testimoni e protagonisti: la continuità non ha riguar-

dato solo noi come famiglia, ma anche i nostri dipendenti e clienti anch'essi alla quarta generazione. Capita spesso, infatti, che vengano in azienda o nei nostri punti vendita giovani a chiedere particolari prodotti a cui sono affezionati e ci raccontano che li mangiavano dai nonni. Per quanto riguarda il personale, è stata un'integrazione, un'evoluzione quasi familiare. Questi ragazzi sono cresciuti qui con noi, condividono la passione, la fierezza, gli obiettivi aziendali come se fossero una questione personale. La quarta generazione è cresciuta con la stessa mentalità e amore per il prodotto di sempre e anche con la consapevolezza dei sacrifici che l'azienda richiede. I giovani portano inno-

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vazione, brio e il loro contributo oggi è fondamentale per far conoscere la nostra realtà ad un pubblico sempre più ampio, esteso su tutto il territorio nazionale”. Un'evoluzione, quindi, nel segno della continuità? “Abbiamo mantenuto immutato il legame con il territorio, curando i rapporti umani anche ora che siamo una grande realtà. Per quanto riguarda la produzione, pianifichiamo in modo scientifico ciò che nonno faceva, spontaneamente, negli anni '30. La lavorazione avviene ancora manualmente; tutti i passaggi vengono realizzati secondo l'antica tradizione artigiana, usando materie prime di qualità eccellente. I macchi-


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Graziella Ciriaci

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nari e la struttura tecnologica vengono impiegati per i processi standardizzati, il monitoraggio delle fasi produttive e i controlli qualitativi. La componente umana è fondamentale. Esperienza e modernità da noi si compensano e contaminano e al consumatore arriva la solidità e l'affidabilità del nostro prodotto”. Come si compongono le vostre risorse umane? “Siamo oltre quaranta persone con alta professionalità e specializzazioni diverse che vanno dal diploma all'istituto alberghiero, alle lauree in Scienze della Comunicazione, Economia, Veterinaria, Scienze dell'Alimentazione. Abbiamo avviato collaborazioni con le Università; crediamo molto nell'importanza di fare formazione e di dare ai ragazzi la possibilità di vivere l'esperienza concreta e diretta del lavoro. È un arricchimento anche per noi, che riceviamo spunti e feedback di tipo scientifico-accademico. Recentemente abbiamo vinto un premio Cnr ricostruendo il dna del salume. È un progetto a cui abbiamo lavorato come Azienda in sinergia con l’Istituto Tecnico Montani e l'Università degli Studi di Camerino, in particolare la facoltà di Scienze dell'Alimentazione e Veterinaria. Con la facoltà di Medicina, inoltre, stiamo lavorando a un progetto che riguarda la sicurezza alimentare, ma anche la longevità e il benessere. Oggi c'è una sempre maggiore consapevolezza della necessità di mangiare bene per vivere meglio”. Ci parli dei vostri prodotti. “Lonza stagionata, lonzino, salame alla cacciatora, salame lardellato, guanciale affumicato, ciauscolo Igp: il segreto di ogni lavorazione sono le materie prime e il tempo. Ogni lotto è a sé: le nostre produzioni sono su misura, con ricette particolari secondo le esigenze del cliente e le preferenze del territorio. In base alla vicinanza al mare o alla montagna, infatti, si modificano le tradizioni, la cultura, anche a tavola. Abbiamo una base comune, con materia prima d'eccellenza, che decliniamo con venti ricette diverse. Facciamo analisi del territorio, dei suoi gusti storici e questo ci dà un'ulteriore opportunità per crescere. L'esigenza del cliente è anche nostra: abbiamo un rapporto di collaborazione, sono nostri partner, ci danno un riscontro diretto, immediato feedback

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che per noi sono indispensabili. Per quanto riguarda la qualità, da diversi anni utilizziamo sistemi di autocontrollo Haccp da parte di laboratori chimici accreditati Sinal, che garantiscono l'igienicità della lavorazione e conservazione del prodotto. Abbiamo, inoltre, un sistema di certificazione garantito da un ente esterno quale l'Assam, che ci permette di certificare la tracciabilità dei nostri prodotti, dalla nascita dei suini, fino al prodotto finito, sia per le carni fresche, sia per i prodotti stagionati. L'ultima certificazione che abbiamo preso è quella del prodotto senza glutine, pensato per chi ne necessità o che vuole fare prevenzione. È nostra tradizione reinvestire in ricerca e tecnologia tutti i nostri utili. Siamo molto autocritici, al mercato vogliamo offrire solo ciò che ci rappresenta davvero, che sappiamo fare, che riscontra il favore del cliente. Non mettiamo in discussione le procedure d'eccellenza che abbiamo adottato, ma siamo aperti ad ogni stimolo che ci venga proposto”. Oltre al passaparola e alle campagne di comunicazione, partecipate anche ad eventi pubblici per far conoscere i vostri prodotti? “Siamo presenti ad eventi come Expo 2015, Slow Food, Tipicità, Sagre e Fiere”. Abbiamo promosso la 'Sagra del ciauscolo, l'Azienda è stata affiancata dal Comune di Moresco e alla sua Pro loco, evento che programmano ogni anno la prima settimana di settembre . L’evento è sempre inaugurato da un Convegno che come tema parte da ciauscolo e svolge con autorevoli Relatori il tema dell’alimentazione benessere e buon vivere. Lo scorso anno abbiamo affrontato il tema della tracciabilità dei prodotti, l'anno prima la sicurezza alimentare; quest'anno la salubrità del prodotto e il discorso del glutine-free come prevenzione. È stato un grande successo e l'affluenza da tutto il territorio marchigiano ci ha gratificato”. Per info: Sede amministrativa e commerciale: Contrada Croce n.13 – 63851 Ortezzano (FM) Tel. (+39) 0734 777134 Fax (+39) 0734 777276 E-mail: info@salumificiociriaci.it www.salumificiociriaci.it


CHEF ON THE ROAD

Lo Chef Umberto Bentivoglio davanti all' Eleven Madison Park

Missione a 'stelle e strisce' tra i migliori fornelli d'America

Un percorso del gusto per conoscere le esperienze enogastronomiche più importanti del mondo: è quello compiuto tra New York e Chicago dallo Chef del SeePort Hotel di Ancona, Umberto Bentivoglio, che ci ha raccontato il suo viaggio negli USA, fatto di sorprese, emozioni e crescita professionale di Silvia Baldini Ph. Umberto Bentivoglio

A

merica. La chiamavano così. Il sogno che era difficile toccare con mano. Lei lontana, così distante. Eppure, in un momento, così vicina. All’atterraggio, lo scossone dell’aereo. E il viaggio poteva iniziare. I PRIMI PASSI NELLA GRANDE MELA “Roma-New York, una rotta di nove ore. L’attesa dell’arrivo è qualcosa di esaltante”, racconta lo Chef Umberto Bentivoglio. L’emozione è materia viva che si fa carne, in certi momenti. Poi lo sbarco. La Grande Mela è lì, ancora nel suo sguardo, a mostrare le sue meraviglie anche ora, da lontano. “Sorvolando New York la prima cosa che si nota è l’immensità di tutto”, dice lo Chef. Lo stereotipo che si fa realtà, inevitabilmente. E quando iniziano ad apparire i grattacieli, giganti di metallo che guardano al cielo, è come se il film iniziasse. Stavolta, però, gli attori non sono divi hollywoodiani. Roba da non crederci.

Primo approdo è il The New York Edition Hotel, un cosiddetto albergo di ‘lusso democratico’, un quattro stelle di eleganza e stile. Giusto il tempo di riprendersi dal viaggio, però, per ripartire di nuovo. “Una prima tappa molto importante: il ristorante Le Bernardin”, spiega Bentivoglio. Le Bernardin è all’incrocio dorato del mito che si fa vivo, tra Times Square e Broadway. Si fregia anche di tre stelle Michelin, e ricopre la posizione numero 80, nella classifica 2015 dei primi 100 del mondo. A guidare la cucina, le mani esperte dello Chef francese Eric Ripert. NEW YORK, OVVERO L’ELEGANZA DELLA CUCINA “Appena si entra a Le Bernardin, la sensazione è quella di varcare una soglia importante. L’ambiente ha una luce molto bassa, ma i tavoli sono illuminati a giorno, perché i piatti devono catturare tutta l’attenzione”, racconta lo Chef. Un ∂18∂

ambiente esclusivo, caratterizzato da un particolare che tornerà in tutti i ristoranti visitati: il tavolo imbottito, per la comodità del cliente. Classico e moderno qui vanno a braccetto, ma la cosa che lo colpisce, racconta lo Chef, è il giusto equilibrio tra cottura esatta e bilanciamento degli ingredienti che ritrova in un piatto: uno scampo scottato con crema di foie gras, riduzione di Porto e germogli. A fine cena, l’idea è quella di un locale raffinato dove si rimane legati a tecniche classiche di lavorazione. Di fuori, le luci di Times Square rischiarano quasi a giorno le strade. La felicità, in America, si ferma anche dentro un neon a led, che brilla a intermittenza. STREET FOOD, AMORE E FANTASIA Al risveglio, la Grande Mela è uno spettacolo di colori e suoni: persone che corrono veloci per la strada, macchine che si muovono rapide agli incroci, riuscendo a


CHEF ON THE ROAD

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1./2. Le Bernardin e una creazione dello Chef Eric Ripert 3. L'interno di The Spotted Pig 4. Dall'alto a sinistra, gli Chef Eric Ripert (Le Bernardin) Daniel Humm (Eleven Madino Park). In basso, da sinistra, Grant Achatz (Alinea) Jean Francois Bruel (Daniel) 5./6./7. Il ristorante Daniel con i piatti dello Chef Jean Francois Bruel

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seguire un ordine nella frenesia della metropoli. Vite che si intrecciano, idee che si allargano. La strada, in America, è una madre dolce che governa autorevole la vita dei suoi figli. Lì si ritrovano le ragioni più profonde dello Street Food, oggi di successo nel mondo. “The Spotted Pig è uno dei locali di New York più famosi in tal senso – spiega lo Chef – e bisogna

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imparare anche da quel mondo, per crescere”. Così anche l’hamburger entra a far parte dell’esperienza. Alto e basso si toccano sempre. Il trasferimento successivo all’hotel The NoMad, dopo un salto da Eataly e la sorpresa delle marmellate di Moreno Cedroni in vetrina, segna un passaggio di stile: un albergo total black, stile anni ’70,

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“dall’atmosfera ricercata, quasi austera”, ricorda lo Chef. Le sensazioni riaffiorano sul suo viso come in un presente vivo, e il ricordo si materializza in un sorriso. DUE PASSI TRA LE STELLE Il locale della cena del secondo giorno, il Daniel, è di una classicità fine, di grande misura. “Negli occhi ti arriva la luce di


CHEF ON THE ROAD quello che vedi attorno”, fantastica lo Chef. Un’eleganza che rapisce, che è nelle persone e nelle cose. “La gentilezza dello staff è una delle prime cose che si notano”, ricorda Umberto. Uno staff che si prende a cuore lo chef viaggiatore, coccolandolo con le portate più importanti. Un altro momento di apprendimento. La scelta del menu ricade su piatti che lo Chef predilige per la sua cucina, per trovare un punto di crescita. Le lavorazioni gourmet sono eccellenti e le tecniche, seppure note, sono portate ai massimi livelli. L’impronta dell’alta cucina francese, qui, dello Chef Jean Fracois Bruel, è evidente. La sorpresa finale è tutto dire: un muffin da portare via per la colazione del giorno dopo. Dolcezze di Francia. AI VERTICI DEL MONDO “Essere il quinto ristorante del pianeta è un grande onore, oltre che una grande responsabilità”, pensa lo Chef di fronte

all’Eleven Madison Park, la tappa newyorkese del pranzo del terzo giorno. Poi l’emozione sale improvvisa. Comprare i libri dei grandi chef del mondo, studiarli, cercare di carpirne i segreti è diverso dal vivere di persona l’esperienza della loro cucina. Al timone dell’Eleven c’è lo svizzero Daniel Humm, che da piccolo voleva fare il ciclista di mountain bike e che il padre voleva architetto. Poi il destino ha fatto la sua parte e Humm è oggi fra i più importanti chef stellati al mondo. “L’Eleven conserva un’atmosfera di eleganza sobria che incanta già all’ingresso – racconta lo Chef Bentivoglio – con il suo imponente portone di vetro grigio”. Una specie di porta del Paradiso. Difficile varcarla senza sentirsi un po’ persi. “Quando ho spiegato le ragioni del viaggio, l’accoglienza è stata meravigliosa. Mi hanno consentito di fare anche un giro nelle cucine, per capire come si lavora in un posto così. Una grande emozione”. All’Eleven non si sceglie

A sinistra lo Chef Bentivoglio con il rivenditore di Hot Dog davanti all' Eleven Madison A destra e in basso l'interno dell'Eleven Madison, la cucina e una delle proposte dello Chef Daniel Humm

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cosa mangiare, lo si sa solo dopo; stupore che si aggiunge allo stupore, mentre ci si accomoda in un’ampia sala illuminata a giorno da vetrate che fanno entrare la luce calda della metropoli. La sobrietà raffinata dell’ambiente trasmette un senso di calore misurato. La chiamano l’eccellenza delle cose semplici. “Una volta iniziata la degustazione – dice lo Chef Bentivoglio –si scopre una cucina tutta imperniata sul rispetto della genuinità degli alimenti e della tradizione, rivisitata con maestria e attenzione”. Molti prodotti provengono da coltivazioni e allevamenti della proprietà dell’Eleven, e la ricerca dietro ogni piatto è altissima. “La presentazione è essenziale – ricorda Umberto – su piatti dalla foggia semplicissima. Le cose che valgono non hanno bisogno di ostentazione”. C’è spazio anche per il gioco, all’Eleven. “Quattro tipi di cioccolata di cui indovinare il latte; ne ho centrati tre su quattro”. Piccole soddisfazioni da Chef. Fuori, l’ultima sor-


CHEF ON THE ROAD

In alto, da sinistra, il ristorante Alinea e le sue creazioni: il Balloon, il fiore sopra il tavolo, il dessert e, in basso, il piatto Barbecue cotto in tavola

Il mitico locale del film ‘Forrest Gump’, il Bubba Gump Shrimp Co., con i suoi gamberetti fritti

presa. “Quando si esce, in sala consigliano di salutare un rivenditore di hot dog davanti al ristorante”, racconta divertito Bentivoglio. “Mi sono chiesto perché, ma l’ho fatto. Ho ricevuto in dono un gelato alla fragola e, stampati sul bastoncino, c’erano i quattro simboli del ristorante. Un ricordo per i clienti”. La genialità della semplicità. A CHICAGO, SPERIMENTANDO L’ESTREMO Dopo un rapido passaggio al rinomato pub newyorkese Estela e il cambio d’hotel allo stravagante Crosby, il quarto giorno si vola verso Chicago, ultima tappa del viaggio del gusto. Qui l’eccellenza ha l’immagine di Alinea, il locale della cucina d’arte dello Chef Grant Achatz. Il numero 26 al mondo, tre stelle Michelin e tre mesi di attesa per trovare posto. E’ famoso per il suo palloncino di zucchero riempito di elio, il Balloon, che fluttua sul tavolo a fine pasto. La leggerezza dell’arte.

Ad Alinea forma e sostanza si incontrano in un gioco delle parti dove entrambe sono fondamentali. L’arredamento del locale è essenziale. “Sul tavolo, all’arrivo, solo un bicchiere, nessuna posata”, spiega lo Chef Umberto. “Si inizia con un tipico cocktail americano stravolto ed è già sorpresa; poi un podio di finger foods, da cucina molecolare”. Ancora, l’estremizzazione massima della prima portata, con un gelato al pomodoro da assaggiare con cannuccia, e la bellezza di un piatto barbecue cotto in diretta su pietra di Chicago: l’innovazione che sposa la tradizione nei suoi elementi essenziali. Un fiore e un peperoncino appesi sopra al tavolo, che un cameriere stacca per appoggiare su un pollo nascosto nel piatto barbecue, conducono alla parte finale del gioco: quello del dessert-show, fatto in tavola. Pennellate di sapore, per un quadro a tema. “E’ la sublimazione della cucina che si fa creazione da palcoscenico, con un piccolo sacrificio, però: il gusto superato

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dalla scena”, spiega lo Chef Bentivoglio. Siamo quasi al termine del percorso: dopo una tappa al mitico locale del film ‘Forrest Gump’, il Bubba Gump Shrimp Co., con i suoi gamberetti fritti, è tempo di prepararsi. Si torna a casa. TORNARE…PER RIPARTIRE “Quando arriva il momento di fare le valigie, all’ultimo hotel di Chicago, l’eccellente Four Season, la città si mostra ridente dalle finestre del grattacielo, con la sua identità di metropoli calma, più serena di New York”, dice lo Chef. Terminare un viaggio significa portare con sé qualcosa per ricominciare con nuovi stimoli. L’America ha accolto con calore il suo giovane ospite e lo ha salutato, alla partenza, con un abbraccio stretto. Adesso si può ripartire. Lo Chef si alza, deve tornare a lavorare, è quasi ora di cena. Lo sguardo vivace dell’America è un lampo sorridente, che passa nei suoi occhi, mentre se ne va.


ATTUALITÀ

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ATTUALITÀ

LA MINACCIA CIBERNETICA INCOMBE

La sicurezza dei dati aziendali e la privacy sono sempre più a rischio a causa di quelle stesse tecnologie diventate indispensabili nella vita di tutti i giorni. Abbiamo chiesto a Luca Tarullo, consulente direzionale e responsabile della società di consulenza Inline S.r.l. come fare per tutelarsi di Asmae Dachan

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a sicurezza in azienda passa anche tramite la protezione dei dati: quali sono le norme fondamentali da rispettare per tutelare la propria impresa? Quali sono le figure professionali addette alla sicurezza aziendale? “Se ci riferiamo alla protezione dei dati personali, la normativa a partire dal 2011 individua come soggetti destinatari del D. Lgs. 196/2003 solo le persone fisiche. Per quanto concerne, invece, le informazioni aziendali la normativa portante è rappresentata dal Codice della proprietà industriale. Di certo il concetto di sicurezza nelle aziende passa per la tutela dei dati personali e la protezione delle informazioni aziendali con un legame trasversale tra sicurezza logica, fisica e organizzativa, partendo dal presupposto che la sicurezza è un concetto a 360 gradi. Relativamente alla protezione dei dati personali spesso le aziende si fermano agli adempimenti previsti dal Testo Unico sulla Privacy, trascurando le misure minime di sicurezza contemplate dall’allegato B del D. Lgs. 196/2003. Soprattutto non prendendo in considerazione il panorama, molto vasto, composto dai provvedimenti generali del garante per la Protezione dei dati perso-

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nali, per normalizzare ambiti specifici del trattamento dei dati personali (come la videosorveglianza ad esempio) fornendo al contempo validi strumenti per applicare il codice privacy alle nuove tecnologie (dai rifiuti delle apparecchiature elettroniche, al cloud). In una società dell’informazione nella quale il dato spesso prevale rispetto all’individuo, in una dicotomia continua e a volte conflittuale tra identità reale e identità virtuale, le professioni legate alla sicurezza delle informazioni sono sempre più importanti, ricercate e in continua evoluzione. Tra queste spicca l’IT manager o amministratore di sistema, figura strategica dal punto di vista dei rischi relativi alla protezione dei dati, quali gli amministratori di basi di dati, gli amministratori di reti e di apparati di sicurezza e gli amministratori di sistemi software complessi. Dal punto di vista più interno all’organizzazione aziendale, come responsabile del trattamento il nuovo Regolamento europeo sul data protection prevede una nuova figura professionale chiamata data protection officer, ruolo aziendale con competenze giuridiche e informatiche la cui responsabilità principale è valutare e garantire la protezione dei dati personali nel rispetto delle normative vigenti”.


ATTUALITÀ Lo spionaggio industriale è l’unico incubo da cui doversi guardare? “Le minacce al patrimonio informativo delle aziende crescono di pari passo con l’evoluzione tecnologica, con la differenza che gli investimenti, le tecnologie e le stesse competenze a difesa dei dati, non sono sempre superiori come potenziale, rispetto a chi intende violarle. Lo spionaggio industriale tradizionale, che in alcuni casi è disposto su un piatto d’argento da parte delle aziende poco accorte a causa della protezione casuale delle informazioni, non rappresenta l’unica minaccia per le organizzazioni che dispongono di piattaforme software connesse in rete. La minaccia cibernetica non conosce confini e sfrutta inesorabilmente la tecnologia per i fini più deplorevoli, che vanno dalla clonazione dei dati, al sabotaggio, allo sfruttamento delle risorse informatiche per la pedo pornografia, alla diffusione di slogan terroristici, all’antiriciclaggio, rendendo in tal senso i cyber attack comparabili come effetti potenziali, agli attacchi bellici convenzionali o a calamità catastrofiche naturali. Di certo la nuova sfida dell’umanità non è tanto prevedere quando erutterà il prossimo vulcano spento, ma quando avverrà l’attacco cibernetico di portata globale in grado di mettere in ginocchio intere nazioni industrializzate. I primi sintomi ci sono, dall’Eurograbber che ha minacciato e violato migliaia di conti correnti, ai recenti blocchi operativi in America del Wall Street Journal e del Nyse. Come dire, nessuno è al sicuro. L’economia attuale, basata sulla conoscenza e sulla capacità di creare valore dalle informazioni, sviluppa nella centralità del dato e delle informazioni aziendali i suoi asset per perseguire i suoi obiettivi di crescita, in un clima di concorrenza sempre più agguerrita all’interno del quale il cyber crimine, i controlli e le sanzioni dell’autorità giudiziaria e le cause civili rappresentano una seria minaccia alla brand reputation”. Una ricerca di Cisco Italia rileva che spesso le maggiori minacce alla sicurezza aziendale arrivano dall’interno: come tutelarsi? “Niente di più vero, quando parliamo di sicurezza, il personale delle aziende rappresenta l’anello debole della catena. Oltre ai comportamenti volontari riconducibili generalmente al top management

nell’ambito delle attività di spionaggio industriale, se non altro per l’ambito potenziale degli accessi alle informazioni riservate, le minacce più frequenti all’integrità e riservatezza delle informazioni arrivano dai dipendenti delle aziende. Questi, infatti, spesso non riescono a tracciare il confine tra l’utilizzo del computer per finalità personali e quello legittimo per finalità professionali, in una cornice di diritti e doveri che nell’assicurare l’espressione della personalità del lavoratore e la tutela della sua riservatezza rischia di diventare un boomerang contro la sicurezza aziendale. La tutela in tal senso deve agire su più fronti: la formazione e la responsabilizzazione delle risorse umane, l’organizzazione aziendale e la definizione di chiare policy di sicurezza, l’attuazione di misure preventive sulla sicurezza informatica e continue attività di controllo con modelli applicativi simili a quelli della 231. La formazione rimane un valore primario in quanto le debolezze interne sulla sicurezza delle informazioni non nascono sempre da attività dolose, ma da imperizia, incuria, negligenza e superficialità con l’ignoranza che spesso la fa da padrona. L’applicazione di un disciplinare informatico interno, che definisce le direttive comportamentali in merito all’utilizzo delle dotazioni informatiche della società, è un primo passo fondamentale che ha la duplice valenza di informare da una parte i dipendenti, tutelando al contempo l’azienda qualora attivi eventuali provvedimenti disciplinari a fronte di condotte illecite del suo personale. In ogni caso, parliamo di un progetto che richiede la consapevolezza del management, investimenti e risorse da mettere in campo partendo sempre da un’attività di risk management strumentale alla redazione di un piano sulla sicurezza delle informazioni. Le attività preventive interesseranno la configurazione del firewall, la definizione di chiari profili di autenticazione e criteri di robustezza sulle password, l’attivazione di strumenti di log management, l’attivazione di tecnologie di intrusion prevention e detection system, privilegiando sempre la prevenzione agli interventi ex post le violazioni sulla sicurezza delle informazioni”. Tra le innovazioni introdotte dal Jobs Act c’è anche il controllo a distanza dei lavoratori. Come si traduce nel con-

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creto? Anche tra gli esperti di diritto, i pareri sono discordanti. Lei cosa ne pensa? “Il Jobs Act introduce il concetto di accesso da parte dell’azienda agli strumenti che vengono assegnati al lavoratore per rendere la prestazione lavorativa (computer, tablet, ecc.), senza dover fare un accordo sindacale o in assenza dello stesso, ricorrere alla direzione provinciale del lavoro, favorendo di fatto il datore di lavoro nell’acquisizione di informazioni che si potrebbero configurare come controllo a distanza dei lavoratori. È ovvio che partendo da questo concetto, l’azienda acquisisce il potere (a mio avviso 'sacrosanto') di misurare la produttività del dipendente ed eventualmente attivare provvedimenti disciplinari, ma è pur vero che l’azienda può utilizzare queste informazioni per migliorare la produttività aziendale, favorire azioni formative mirate e attivare meccanismi di incentivazione sulla produttività. Chi vede in questo aggiornamento di una disciplina che risale al 1970 un potere occulto e indiscriminato dell’azienda nel ledere la dignità del lavoratore e la sua libertà, ragiona in mala fede. Semmai gli sforzi che vanno fatti sono nel trovare un equilibrio e il giusto confine tra i controlli cosiddetti difensivi del datore di lavoro per prevenire condotte illecite e i controlli sulla produttività dei dipendenti. In sostanza, gli imprenditori che avevano definito chiare policy di sicurezza sui dati personali, informando i propri dipendenti in modo trasparente sulle direttive comportamentali in merito all’utilizzo delle dotazioni informatiche, misurando al contempo la loro produttività sulla base di indicatori di processo e obiettivi assegnati, non trovano nel Jobs Act nessuno strumento di supporto aggiuntivo. Viceversa, chi pensa di poter misurare la produttività del dipendente sulla base della sola analisi delle dotazioni assegnate al lavoratore per erogare la prestazione lavorativa, denota una miopia imprenditoriale e un’endemica incapacità di creare valore. Dal punto di vista del lavoratore, lo stesso non può appellarsi al diritto alla riservatezza come alibi per non eseguire la prestazione lavorativa e utilizzare il computer dell’ufficio come il computer di casa. È una questione di etica e di buon senso, partendo dal presupposto che il luogo di lavoro è una finestra della nostra società


ATTUALITÀ nella quale in una cornice bidirezionale di diritti e doveri è necessario trovare il giusto equilibrio tra l’esaltazione della personalità del lavoratore e l’esigenza di produttività e di sicurezza dell’azienda”. Oggi i social network entrano sempre di più in azienda per promuovere le proprie attività: come si coniuga questa apertura con l’esigenza della privacy? “Gli strumenti social sono innegabilmente un potente strumento di comunicazione e di marketing. Il confine nell’utilizzo degli stessi deve giustificarsi con finalità professionali senza creare quel terreno paludoso di dubbio nel quale si perdono tutti gli schemi e le relazioni tra cliente e fornitore, datore di lavoro e dipendente solo perché crediamo, erroneamente, che sono tutti nostri amici perché qualcuno ci ha permesso di catalogare gli stessi in una lista virtuale. Dal punto di vista normativo il garante per la Protezione dei dati personali è intervenuto più volte anche recentemente sul tema, con il provvedimento generale del 4 luglio 2013 sullo spam, dell’08 maggio 2013 sui cookie e il vademecum del 20 aprile 2015 contenente le 'Regole del garante per offerte commerciali a prova di privacy”' Il navigatore dei social network, indipendentemente dal fatto che acceda tramite dispositivi mobili (smartphone, tablet) o pc, deve sempre essere adeguatamente informato ed essere messo nella condizione di esprimere il con­senso sui trattamenti dei propri dati personali per marketing, profilazione o per altre finalità (come la co­comunicazione a terzi dei dati raccolti). Un’impresa può inviare offerte commerciali ai pro­pri follower sui social network quando dalla loro iscrizione si palesa apertamente l’interesse a ricevere mes­ saggi pubblicitari concernenti il marchio, prodotto o servizio offerto, stando molti attenta a non trasmettere in privato, nella bacheca o nel suo indirizzo di posta elettronica collegato al suo profilo social messaggi promozionali che si configurerebbero come social spam. Il fatto che i dati siano disponibili in rete non significa che possano essere liberamente usati per inviare comunicazioni promozionali automatizzate o per altre attività di marketing virale o mirato. Ovviamente la maggior parte dei social network consente agli utenti di bloccare

l’invio di messaggi da parte di un determinato contatto o di segnalare quest’ultimo come spammer”. Volendo pensare ad un decalogo sulla privacy e la sicurezza aziendale, da cosa partirebbe? “Da misure sostanziali a favore della tutela delle riservatezza del patrimonio informativo aziendale attraverso l’utilizzo di tecnologie e misure idonee di sicurezza, atte a prevenire l’acquisizione indebita dei dati personali e delle informazioni riservate da parte di terzi. Per troppi anni, infatti, abbiamo vissuto la privacy come concetto meramente formale legato a dogmi della giurisprudenza, dimenticandoci che la vera essenza del garantire la libertà inviolabile dell’essere umano attraverso la tutela dei suoi dati personali, sta nel mettere in campo, operativamente parlando, le dovute risorse fisiche, logiche e organizzative per garantirne tale diritto. Come dire, inutile parafrasare la legge con belle informative che esaltano la liceità dei trattamenti e la sicurezza delle informazioni, quando a malapena abbiamo antivirus free e permettiamo, a titolo di esempio, accessi h24 ai nostri sistemi informatici da remoto per esigenze di manutenzione. Il decalogo sulla sicurezza dovrebbe considerare attività periodiche di analisi dei rischi, programmi periodici di formazione e sensibilizzazione del personale, adozione di piani di miglioramento e audit al fine di pianificare, adottare e misurare gli interventi a favore della sicurezza con aggiornamenti continui in base all’evoluzione tecnologica della società. L’analisi del rischio ci permette di mettere in campo le contromisure necessarie e quantificare i costi della sicurezza come elementi tangibili (difesa legale, perdite dovute alla disponibilità delle informazioni, costi per le consulenze IT) e intangibili (perdita della reputation, spionaggio industriale). Di certo viviamo in un’era nella quale il confine tra identità reale e identità digitale è sempre più labile e l’atteggiamento di vita quasi antropomorfico nei confronti degli strumenti social e delle tecnologie in genere ci rende sempre più vulnerabili. Quando riacquisteremo il piacere di vivere un’emozione prima di doverla condividere per forza di cose con gli altri nel mondo virtuale, forse ci riapproprieremo di un po’ della nostra sicurezza”.

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LUCA TARULLO RELATORE IN NUMEROSI SEMINARI SULLA PRIVACY, HA SCRITTO REDAZIONALI SUL DATA PROTECTION IN RIVISTE DI SETTORE. É DOCENTE DI PRIVACY PER L’ENTE BILATERALE DEL TURISMO ED ENTI DI FORMAZIONE POST UNIVERSITARI. COLLABORA COME DOCENTE E CONSULENTE PER PRESTIGIOSE ISTITUZIONI NAZIONALI E BRAND INTERNAZIONALI IN AMBITO RICETTIVO. NEL 2013 CONSEGUE LA QUALIFICA PROFESSIONALE DI PRIVACY OFFICER CON L’ENTE DI CERTIFICAZIONE TUV SECONDO LO SCHEMA UNI CEI EN ISO/ IEC 17024:2004.


NEWS DA P.U. Più turisti stranieri nelle Marche: la provincia di Pesaro Urbino è la più visitata nel 2014 Il cantante Enrico Ruggeri cittadino onorario di Mondolfo C'è un grande artista tra nuovi mondolfesi: è il cantautore milanese Enrico Ruggeri che ha ricevuto la cittadinanza onoraria, il 12 agosto, a Marotta, durante la kermesse canora Jam Burrasca. E' molto forte, infatti, il rapporto tra l'artista, già vincitore del festival di Sanremo e la località balneare. Ruggeri ha dichiarato, in alcune interviste, di aver scritto quella che è forse la sua canzone più famosa "Il mare d’inverno" ispirandosi a Marotta, che frequenta ininterrottamente dal 1972 nei mesi estivi. “E’ un luogo che sembra estraneo dal tempo – ha affermato il cantante - non assomiglia a nessun'altra località balneare”.

Le Marche sono una destinazione turistica sempre amata dagli stranieri: secondo Confartigianato Marche che ha analizzato i dati dell’Osservatorio regionale, nell’ultimo anno, le presenze dei turisti nella regione sono aumentate dell’1,4%, trainate dalla crescita del 4,3% degli stranieri e del 0,8% degli italiani. Tra gennaio e ottobre 2014 le Marche hanno registrato 11,5 milioni di presenze, di cui il 17,9% è rappresentato da stranieri. Ed è proprio la provincia di Pesaro Urbino la meta più apprezzata, con 3.012.853 presenze (di cui 2.382.654 italiani; 630.199 stranieri), seguita da Ancona con 2.767.219 (2.221.596 italiani; 545.623 stranieri), Macerata 1.982.116 (1.610.117 italiani; 371.999 stranieri), Fermo 1.900.252 (di cui 1.696.770 italiani; 203.482 stranieri), Ascoli Piceno 1.841.707 (1.535.542 italiani; 306.165 stranieri). I turisti generano sul territorio regionale una crescita economica stimata in quasi 1,3 miliardi di euro, di cui il 67,9% per spese di alloggio e ristorazione (612,8 milioni di euro spesi nelle strutture ricettive, 196,2 milioni in ristoranti e pizzerie e 69 milioni in bar caffè e pasticcerie) e il restante 32,1% negli altri settori (158,8 milioni circa nell’agroalimentare, 94,3 nell’abbigliamento e calzature, 76,4 per attività ricreative, culturali e di intrattenimento).

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Pesaro, ordinanza del sindaco: fino al 30 settembre, vietato ogni uso idrico diverso da quello alimentare o igienico In accordo con le indicazioni dell’Autorità d’ambito territoriale ottimale (Aato), il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha firmato un’ordinanza valida fino al 30 settembre prossimo per la riduzione dei consumi idrici in tutto il territorio comunale. In particolare, è vietato il prelievo e il consumo di quella dell’acquedotto pubblico per l’irrigazione e annaffiatura di orti, giardini e prati, per il lavaggio di cortili o piazzali, il lavaggio privato di veicoli a motore, il riempimento di piscine, fontane ornamentali, vasche da giardino. L'obbligo, quindi, vale per tutti gli usi diversi da quelli alimentari domestici e per l’igiene personale.


Montelabbate: i cittadini sistemano il parco di Osteria Nuova

Cartoceto: 7/a edizione di Music Square a Lucrezia

Fano: la denuncia degli albergatori contro gli operatori turistici illegali

Una bella storia di partecipazione attiva: grazie al regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Comune di Montelabbate dei beni comuni urbani, nasce un'iniziativa che mette insieme Amministrazione, genitori e figli per fare lavori di sistemazione nel parco di Piazza Lombardi di Osteria Nuova. Insieme, hanno rimesso a nuovo tutte le panchine e i tavoli del parco. Si proseguirà con la sistemazione dello scivolo e altri lavori concordati con l'amministrazione che fornisce i materiali di consumo e supporto manuale del vicesindaco. Un sentito ringraziamento ai genitori e ai ragazzi che si sono resi disponibili per dare un piccolo, ma grande contributo a tutta la cittadinanza. Una comunità funziona solo se i cittadini partecipano al bene comune.

Il 26 agosto, in Piazza Giovanni Paolo II a Lucrezia, frazione di Cartoceto, è andata in scena la prima puntata della settima edizione di Music Square che ha aperto con la serata dedicata ai nuovi artisti emergenti. Novità del 2015, la doppia categoria, Musica Live e Disc Jockey: “La prima serata è andata molto bene la prima – ha affermato il sindaco di Cartoceto Enrico Rossi – ,visto il notevole afflusso di pubblico che ha caratterizzato l’apertura dedicata al concorso Frammenti e Contaminazioni. Il mix tra musica dal vivo e quanto proposto dai dj ha ampliato ulteriormente il target di pubblico e questo ha ovviamente contribuito alla grande serata conclusa con il successo dei Flat Bit provenienti da Carpegna per la categoria live e di Giovanni De March di Fano per la categoria disc jockey. Si tratta di Un contest oramai molto ambito e negli anni cresciuto notevolmente per la qualità musicale proposta dai giovani artisti”.

Albergatori sul piede di guerra contro le camere turistiche abusive. Succede a Fano. Secondo i siti dalla Cooperativa Alberghi Consorziati di Fano, Torrette e Marotta, nel territorio fanese sarebbero presenti più di 400 alloggi abusivi. Al riguardo il presidente della categoria Luciano Cecchini “Uno scandalo a cui bisogna porre fine si tratta di un’offerta proveniente nella maggior parte dai bed and brekfast e dagli appartamenti turistici, non in regola con le registrazioni“. “Di questo passo – afferma Cecchini – sarà inevitabile la chiusura di alcune strutture, come è accaduto a Rimini, dove per un esagerato abbassamento dei prezzi sono stati costretti alla chiusura 80 alberghi”

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NEWS DA AN Riapre il porto antico risplende la città dorica Un bagno di folla per “Porto aperto”, la festa che, il 26 e 27 luglio, ha celebrato la riapertura del porto antico di Ancona, con la rimozione simbolica di parte delle reti, attesissima da tutti gli anconetani. Un evento straordinario, concluso con il concerto della cantautrice folk partenopoea Teresa De Sio , fortemente voluto dall’amministrazione comunale e realizzato con il lavoro di squadra di Autorità Portuale, Camera di Commercio, e operatori privati dello scalo, che ha permesso ai cittadini di passeggiare liberamente dal Varco San Primiano, all’Arco di Traiano, alla Lanterna, di un’area di vestigia storiche e artistiche finalmente restituita alla città. “È l'inizio di un percorso nuovo, di una città che vuole ripartire dal mare per riconquistare il ruolo che merita e che ha sempre avuto”, ha affermato il presidente dell'Autorità Portuale Rodolfo Giampieri a margine della cerimonia.

Fencing Academy Marche di Jesi: un campus con i campioni della scherma Al palazzetto dello sport " Ezio Triccoli", dal 27 luglio al 1 agosto, è stato organizzato il Fencing Academy Marche 2015, il campus estivo di scherma che è stato replicato dopo il grande successo dello scorso anno, con atleti da 14 paesi provenienti da 4 continenti. A fare da maestri i grandi campioni jesini come Giovanna Trillini, Elisa Di Francisca e Francesco Ingargiola, assieme a Rossella Fiamingo e Valerio Aspromonte, a disposizione dei tanti giovani desiderosi di conoscere i loro idoli e imparare da loro. Questa iniziativa, che coinvolge i 140 partecipanti e le loro famiglie, rafforza la centralità di Jesi come fucina di grandi campioni della scherma. Si tratta di un percorso di 6 ore di allenamento al giorno per affinare la tecnica, alla quale viene abbinata l'attività di training condotta da Annalisa Coltorti, preparatrice atletica della nazionale di scherma, con responsabile del camp, Daniele Crognaletti, titolare della Esitur.

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A Miss Italia debutta la taglia 52: è l'anconetana Stefania Nocella Per la prima volta nella storia di Miss Italia è stata ammessa una ragazza che ha una taglia 52. Ed è anconetana: si tratta di Stefania Nocella, addetta alle vendite in un negozio di biancheria intima. Sara è l'unica con questa caratteristica ad essere stata ammessa al concorso di bellezza e sfiderà le altre dieci ragazze della categoria curvy (formosa) che accederanno alle prefinali nazionali. In realtà, in una prima selezione, era stata scartata, ma ha convinto poi gli organizzatori con la sua determinazione, a difesa della sua taglia: la stessa patron proprio di Miss Italia Patrizia Mirigliani ha deciso di riammetterla tra le aspiranti che hanno partecipato al casting curvy che si è svolto a Roma “per il significato che la sua presenza rappresenta come apertura al mondo femminile e, in particolare, a quello delle curvy”.


I murales del senigalliese Blu colorano anche Lecce L'ultima opera del writer senigalliese Blu. I suoi arzigogolati alfabeti di segni e simboli, dai colori e sfumature sgargianti fanno da speciale anteprima ad un festival di murales che si terrà nei prossimi mesi in Salento. Blu è un artista dissacrante e provocatore, e come fin troppo spesso capita, tanto più stimato all'estero quanto più sconosciuto a livello locale. Un articolo del quotidiano inglese Guardian lo annovera tra i primi 10 street artist al mondo. Infatti, è già molto apprezzato a livello internazionale: da New York a Berlino, da Belgrado, a Saragozza, fino ai graffiti sulla barriera israeliana di Betlemme, insieme ad artisti del calibro di Bansky. Molto più deludente il rapporto con il suo territorio di origine: se al porto di Ancona c'è ancora il silos che ha dipinto in occasione del festival Pop Up, a Senigallia, invece, non c’è più nulla di due delle sue opere maggiori. Entrambe erano legate alle sedi occupate dagli attivisti del centro sociale Mezza Canaja. La prima opera, realizzata attorno al 2004, sulla parete dell’ex Sep è sparita con la demolizione della struttura. Il secondo graffito si trovava nell'edificio delle ex colonie dell'Enel: lo stabile fu abbattuto e finì tra le macerie anche l’opera di Blu.

Alessandro Marini nuovo direttore dell’Asur Maurizio Bevilaqua per l'Area Vasta 2 di Ancona Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha presentato i nuovi direttori dell'Asur e delle Aree Vaste: “Serve una squadra subito operativa per lavorare alla riduzione delle liste d’attesa”, ha sottolineato il presidente . Questi i nuovi vertici della sanità marchigiana: direttore dell’Asur, Alessandro Marini, dell'Area Vasta 1 (Pesaro-Urbino-Fano), Carmine Di Bernardo (AV1 Pesaro-Urbino-Fano), dell'Area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua (Ancona-Senigallia-Jesi-Fabriano), dell'Area Vasta 3 (Macerata-Civitanova-Camerino), Alessandro Maccioni, dell'Area Vasta 4 (Fermo) Licio Livini, dell'Area Vasta 5 (Ascoli Piceno-San Benedetto) Giulietta Capocasa. “Abbiamo sfruttato una possibilità che adesso la normativa ci consente – ha affermato il direttore dell'Asur Alessandro Marini -, valorizzando le professionalità interne al servizio sanitario. Siamo riusciti a formare un gruppo di persone competenti che hanno un’esperienza fattiva sul territorio. L’Asur avrà questa concretezza nelle risposte come obiettivo del proprio mandato”.

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Allo stoccafisso all'anconitana la prima denominazione comunale Il Consiglio comunale di Ancona ha assegnato la prima De.Co., la Denominazione Comunale cittadina, alla ricetta dello stoccafisso all'anconitana. Un piatto legato alla tradizione delle famiglie e della marineria fin dal diciassettesimo secolo, poi approdato sui tavoli delle cantine e delle trattorie e, più tardi, dei ristoranti, diventando parte integrante della cultura popolare dorica. La De.Co. non è un marchio: è un riconoscimento concesso dall'Amministrazione comunale a qualcosa di strettamente connesso al territorio, senza sovrapposizione alcuna con le denominazioni d'origine: "Il nostro obiettivo – ha spiegato l'assessore al Commercio Pierpaolo Sediari -, è promuovere le eccellenze di Ancona, riunendo attorno alla De.Co. le ricette, le manifestazioni tipiche e i prodotti che appartengono per tradizione al patrimonio culturale del comune e che non rientrano in forme di tutela (Doc, Dop ecc.)''.


NEWS DA MC Università di Macerata: la generazione Erasmus in Ateneo per discutere di Europa La generazione Erasmus italiana, il più importante programma di mobilità degli universitari europei, si è ritrovata a Macerata per parlare di Europa e integrazione. Erasmus Student Network (Esn) Italia ha scelto infatti l'Università di Macerata come sede per ospitare la seconda edizione dell’Esn School nazionale. Numerosi studenti universitari provenienti da tutta la penisola si sono riuniti dal 24 al 26 luglio per continuare a credere in un’Europa unita non solo sulla carta, ma anche nella reale attuazione delle politiche di cittadinanza europea attiva e di integrazione. Più di 80 delegati provenienti da 50 atenei europei si sono incontrati per discutere le ultime novità sui progetti di Erasmus Student Network Italia e per affrontare temi di attualità e di politica europea e ribadire il ruolo centrale che ricoprono nell’odierna società civile. Esn è riconosciuta dalla Commissione europea ed è presente in ben 37 paesi di tutta Europa, contando in tutto più di 14.500 membri attivi.

San Severino Marche: una targa per Ireneo Aleandri l’architetto che progettò lo Sferisterio di Macerata Il sindaco di San Severino Marche Cesare Martini ha inaugurato la lapide in memoria dell’architetto settempedano Ireneo Aleandri su quella che fu la sua casa sita in via Cesare Battisti. Nato a San Severino Marche nel 1795 e morto a Macerata nel 1885, Aleandri progettò opere molto importanti come lo Sferisterio di Macerata e il teatro Feronia di San Severino Marche. Presenti alla cerimonia l’assessore comunale allo Sviluppo Culturale, Simona Gregori, il consigliere comunale Gabriela Lampa, il presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Macerata, Enzo Fusari, il consigliere dell’Ordine, Luca Maria Cristini, insieme ai rappresentanti del Rotary Club e dell'azienda Simeg Marmi. “San Severino Marche – ha ricordato il sindaco – gli rende omaggio forse in modo tardivo. Aleandri è stato uno dei nostri figli più illustri, qui visse per tanti anni. In patria lasciò opere di grande valore nel rinnovamento urbano neoclassico”.

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Provincia: 1 milione per lavori stradali con variazione di bilancio La Giunta provinciale ha approvato la variazione al Bilancio per utilizzare le risorse di 1.066.620,00 euro che la Giunta Regionale ha assegnato alla provincia di Macerata con un contributo straordinario. Con tali risorse saranno realizzati i lavori più urgenti per riaprire le strade interrotte da frane e per altri interventi puntiformi su strade molto dissestate. Tra gli interventi programmati, i più cospicui riguardano: • il chilometro 10+700 della strada provinciale 126 “Tolentino – San Ginesio” (150.000 euro); • il chilometro 2+550 della strada provinciale 56 “Gualdo – Sant’Angelo in Pontano” (200.000 euro); • il chilometro 5+900 della strada provinciale 49 “Fiastrone” in località Camporotondo (200.000 euro); il chilometro 2+000 della strada provinciale 170 “San Maroto – Fiegni” (100.000 euro); • il primo stralcio di pavimentazione della strada provinciale 55 “Gualdo – S. Croce di San Ginesio” (150.000 euro).


Tolentino: nuova vita ai rifiuti nel nuovo centro di Riuso Il Comune di Tolentino, con il contributo della Regione Marche e della Provincia di Macerata, in collaborazione con il Cosmari, ha realizzato un nuovo Centro del Riuso Comunale in Contrada Rotondo, in prossimità del Centro Comunale di raccolta RSUA. Attivo fin dallo scorso anno, il Centro del Riuso di Tolentino, il secondo realizzato nella regione, ha una struttura costituita da un locale chiuso e fornita di dotazioni strutturali e attrezzature. Consente ai cittadini di dare una nuova vita a tutti quegli oggetti, piccoli elettrodomestici e suppellettili che essendo in buono stato posso essere riutilizzati da altre persone, sottraendoli di fatto dal normale ciclo dei rifiuti. Il Centro del Riuso è gestito dalla cooperativa sociale Meridiana in collaborazione con il Circolo “Il Pettirosso – Legambiente”. Il centro è aperto mercoledì e sabato, dalle 10 alle 12 e 30, e giovedì dalle 16 e 30 alle 19.

Civitanova Marche, più sicurezza con il controllo del vicinato: vigilanza diretta dei cittadini

Nel weekend ferragostano 39% di visitatori in più nella Rete Macerata Musei

A Civitanova Marche arriva il controllo del vicinato, una misura di coinvolgimento diretto della cittadinanza per prevenire episodi criminosi nel territorio comunale: "L'obiettivo – ha spiegato Domenico Bevilacqua, referente locale dell'associazione Controllo del vicinato - è quello di ridurre la vulnerabilità di cittadini e prevenire i reati contro la proprietà e le persone, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, la collaborazione con le forze dell'ordine ed il recupero della coesione sociale e del senso di comunità”. In pratica, il controllo di vicinato presuppone l'impegno a prestare maggiore attenzione a movimenti, persone, comportamenti sospetti nei dintorni della propria abitazione. Non ha nulla a che vedere con le ronde, fa parte di una rete europea, l'European Neighbourhood Watch Association (ENWA), ed è apartitico: i gruppi di controllo possono variare da un minimo di 3 ad un massimo di 15 persone, per coprire un condominio o una via. Può affiggere cartelli circolari per avvisare che la zona è sottoposta a controllo di vicinato, come deterrente per i malintenzionati.

La Rete Macerata Musei, nel week end di Ferragosto, ha registrato un aumento a doppia cifra del numero di visitatori: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono cresciuti del 38,93%, passando da 506 a 703. Il 15 agosto, lo Sferisterio è stato visitato da 72 persone; Palazzo Buonaccorsi da 127; la Torre civica da 3 (per un totale di 202 persone). Il giorno seguente, l’Arena ha registrato 195 presenze; il Buonaccorsi 297; la Torre civica 9 (in tutto, 501 visitatori, lo scorso anno erano 315). Tra i turisti, numerosi quelli italiani, provenienti principalmente dalle regioni del Centro e del Nord, ma moltissimi anche gli stranieri arrivati da Francia, Belgio, Olanda, Australia, Russia, Usa, Germania, Norvegia, Inghilterra e Brasile.

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NEWS DA FM Fermo e Pedaso tra le “Città sostenibili amiche dei bambini e degli adolescenti”

Porto Sant’Elpidio: Delegazione degli Urali in visita al Diamante

Sono oltre trenta i Comuni virtuosi delle Marche che, con delibere formali, si sono impegnati a rispettare la Convenzione internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, pianificando iniziative concrete dedicate ai più piccoli. Tra essi, anche Fermo e Pedaso: rientrano infatti nelle "Città sostenibili amiche dei bambini e degli adolescenti", il progetto promosso da Ombudsman – Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, Unicef e Legambiente, Regione Marche (assessorati all'Istruzione, alla Cultura, all'Ambiente ed alle Politiche Sociali) e Ufficio Scolastico regionale. "Cinque anni fa – ha sottolineato l'Ombudsman, Italo Tanoni – è iniziata la prima fase d'ascolto per cercare di registrare le reali esigenze dei ragazzi ed il livello di qualità della vita nei diversi territori. Si è passati, poi, alla concretizzazione di un circuito di amministrazioni virtuose, che ha fornito alle Marche un nuovo primato, e infine all'istituzionalizzazione del quadro generale. Un'esperienza che spero possa trovare conferma anche in futuro".

Il 27 luglio, una delegazione della Confederazione degli Urali ha visitato il Diamante di Porto Sant'Elpidio: un'iniziativa organizzata dalla Camere di Commercio di Ascoli Piceno e Fermo, per mostrare ai russi le eccellenze locali del calzaturiero e della moda presenti negli stand espositivi: "Siete nel distretto calzaturiero più importante al mondo - ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista salutando i delegati russi - . Gli imprenditori di questo territorio servono molti buyers dell'ex Unione Sovietica e della Confederazione degli Urali e sappiano che apprezzate molto le calzature e la moda di questo territorio. Il nostro distretto calzaturiero conta 3.700 aziende tra le province di Fermo, Macerata e Ascoli Piceno; questi incontri servono per far conoscere il territorio, stabilire contatti e migliorare rapporti già esistenti". Ideatore della visita, il presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno Gino Sabatini. "La Confederazione degli Urali - ha spiegato - è una regione tra le più ricche della Russia, dove, oltre a gas e petrolio, sono presenti città in continua crescita. Il nostro obiettivo è portare il Distretto calzaturiero all'attenzione di altri territori oltre a Mosca e San Pietroburgo".

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Confindustria: Consiglio direttivo sezione calzaturieri esteso da 20 a 32 componenti Il presidente Giampietro Melchiorri, insieme ai vice Presidenti Massimo Foresi e Federica Felicini, della sezione calzaturieri di Confindustria Fermo ha deciso di ampliare il consiglio direttivo da 20 a 32 componenti. Una scelta condivisa con gli associati nella prima assemblea di sezione tenutasi nella sede di Confindustria Fermo il 23 luglio scorso. “Oltre a recepire le linee guida del passato, ovvero un direttivo composto dai componenti di giunta di Assocalzaturifici, fra le nostre priorità – ha dichiarato il presidente Melchiorri - c’era l’intento di ampliare il consiglio sia per l’alto numero di aziende del settore associate (200) sia per includere anche imprenditori che rappresentassero insieme le caratteristiche della storicità aziendale, delle diverse tipologie di prodotto (calzature uomo, donna, bambino) e del mercato di riferimento a cui si rivolgono, oltre alla Russia cioè, anche Europa e America. Un modo anche per far operare le aziende in sinergia, allo scopo di massimizzare i risultati per l’intero comparto”.


Sant'Elpidio a Mare: ultimi lavori del Comune per riqualificare le mura cittadine Lavori di risanamento conservativo sulle mura tra via Boccette e via Roma: è stata demolita la scala esterna realizzata negli anni ’50 dall’Amministrazione comunale di allora, rimossa una pensilina e un manufatto che, all’epoca, era annesso a una pompa di benzina poi dismessa, con un'opera di consolidamento delle murature interessate dalla scala e dalla ripavimentazione del relativo tratto. “L’intervento – ha spiegato il sindaco Alessio Terrenzi – è stato concordato con la Sovrintendenza, nel rispetto delle caratteristiche delle mura storiche e della loro originaria identità. Questa zona sarà uno degli ingressi principali al centro storico, visto da qui è possibile la risalita verso il centro. Proprio perché porta di accesso al centro storico abbiamo scelto di realizzare dei marciapiedi con una seduta ed una piccola fascia di verde. Il mio auspicio è che anche i privati vogliano intervenire sul muro di confine, in modo da poter effettuare una riqualificazione ancora più completa e organica”.

Porto Sant'Elpidio Calcio, l'imprenditrice Annarita Pilotti alla presidenza della società Dopo l'appello del sindaco di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci, che aveva invitato cittadinanza e imprenditori a intervenire per evitare il fallimento della società di calcio locale, i titolari della Loriblu Annarita Pilotti e Graziano Cuccù si sono impegnati direttamente. Hanno chiesto al sindaco una sola condizione: che coinvolgesse nella società le persone storiche del calcio di Porto Sant’Elpidio e nuovi appassionati che potessero mettersi a disposizione con voglia ed entusiasmo. La nuova Presidente del Porto Sant'Elpidio è Annarita Pilotti. Insieme a lei un’ampia compagine dirigenziale: Mauro Cesaretti, Antonello Cingolani, Giacomo Cognigni, Giovanni Cognigni, Andrea Colò, Graziano Cuccù, Enzo Farina, Fausto Mangiaterra, Gianpaolo Marini, Giovanni Martini, Marcelo Osso, Massimo Rocchi, Franco Ruggeri, Tiziano Tomassetti, Angelo Tosoni, Horus Vitulli, Gianfranco Zampaloni.

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È morto Padre Pietro Lavini: l'eremita che a Montefortino ha ricostruito il monastero di San Leonardo sui Sibillini Papa Giovanni Paolo II l’aveva soprannominato il “muratore di Dio” perché Padre Pietro Lavini, nella sua vita monastica di frate eremita, ha ricostruito con le sue mani, mattone dopo mattone, per oltre 40 anni, il monastero di San Leonardo, ormai in abbandono da anni nella zona delle Gole dell’Infernaccio, a Montefortino, sui Monti Sibillini. È morto ad Amandola la mattina del 9 agosto in seguito a una crisi respiratoria, dopo un lungo ricovero ospedaliero, iniziato il 20 novembre 2014, con un malore accusato presso l’eremo. Alcuni giorni dopo la scomparsa del fratello, anch’egli frate e più grande di 5 anni. Pietro Lavini era conosciuto da numerosi pellegrini e fedeli, che negli anni si sono recati al monastero di San Leonardo. Un grande affetto che in tanti hanno espresso anche per rivolgergli l'ultimo saluto: erano oltre un migliaio ai funerali, celebrati l'11 agosto sul sagrato del santuario della Madonna dell’Ambro, a Montefortino.


NEWS DA AP “La Notte dei Misteri”: ad Arquata del Tronto atmosfere medievali nella Rocca del “fantasma” della Regina Giovanna Incorniciata dalle vette dei Sibillini e della Laga, la Rocca di Arquata del Tronto, il 18 agosto, ha ospitato “La Notte dei Misteri”, la 7/a edizione della manifestazione che fa rivivere l'atmosfera del Medioevo, alla corte della Regina Giovanna tra dame, cavalieri, negromanti e musici, rievoca realtà e leggende dell’età di mezzo. Mercatini, stand gastronomici, di prodotti tipici fino notte inoltrata con giocolieri e figuranti in giro per il borgo, veri accampamenti militari allestiti nel castello con tanto di tende, cavalieri in armatura, maniscalchi e armerie. I visitatori si sono potuti cimentare in prove di tiro con l’arco, sfidare in combattimenti cavallereschi e partecipare ad antichi giochi. Un'occasione anche per ammirare la fortezza alla luce della luna piena, con un panorama mozzafiato sulle vette di Sibillini e Laga in notturna. Una visita notturna “da brividi”: la leggenda narra che nel castello si aggiri tuttora il fantasma della Regina Giovanna.

Stadio del Duca: approvato il progetto di ricostruzione della nuova tribuna Est La giunta comunale ha approvato il progetto preliminare finalizzato alla demolizione e alla ricostruzione della tribuna Est ed agli adeguamenti impiantistici dello stadio Del Duca. La nuova tribuna est ospiterà circa 3.900 posti, viene collocata a 7,5 metri dalla linea di gioco per migliorare la visuale degli eventi sportivi e sarà coperta con struttura in acciaio. Particolare attenzione è stata prevista per i portatori di handicap, a cui sono stati riservati posti in prima fila raggiungibili dall’accesso B. Attraverso un ascensore sarà possibile raggiungere il livello interrato, nel quale sono presenti bagni per persone disabili e l’accesso alla palestra, quello intermedio che conduce alle tribune, il piano rialzato e la terrazza.

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Palio della Quintana dedicato a San Francesco: la sua immagine nel drappo dell'artista Mauro Brattini È dedicato a San Francesco, per la ricorrenza degli ottocento anni dal suo passaggio ad Ascoli, il Palio della Quintana di agosto. Il drappo, realizzato dall’artista civitanovese Mauro Brattini che, lo scorso inverno, aveva anche allestito una mostra personale nella galleria d’Arte Contemporanea, è stato presentato nella sala della Vittoria, in pinacoteca, alla presenza del presidente del Consiglio degli Anziani Massimo Massetti, del sindaco Guido Castelli e del critico e storico dell'arte Stefano Papetti: la figura del ‘poverello’ di Assisi, con il saio e i piedi scalzi, spicca al centro dello stendardo. Le braccia, sollevate in un gesto di accoglienza, si protendono verso il cielo, emanando dei raggi che assumono la forma di tre uccelli.


Asur e Centro di Medicina dello Sport siglano una convenzione per garantire idoneità sportiva gratuita agli under 18 Siglata la convenzione tra Asur Marche e Centro di medicina dello sport di Ascoli Piceno per il rilascio gratuito dell’idoneità sportiva agli under 18. La struttura privata, da oggi convenzionata con la Regione Marche, presterà il servizio per la provincia di Ascoli Piceno e per quella di Fermo. Si amplia ancora, dunque, l’offerta per le famiglie della Regione. La nuova convenzione con il Centro di Ascoli si aggiunge infatti alle altre 3 stipulate per la provincia di Ancona qualche settimana fa. Da oggi e fino al 31 dicembre, per i genitori degli atleti minorenni che praticano attività agonistica sarà possibile prenotare la visita presso la struttura senza sostenere alcun costo. Grazie ad una copertura finanziaria di 68 mila euro, assicurata dall’Asur Marche, entro la fine dell’anno il Centro potrà effettuare 1.500 visite mediche.

31/a “Moda sotto le stelle”: a Piazza del Popolo sfilata di creazioni Made in Italy Anche quest'estate Piazza del Popolo, il 6 agosto, si è trasformata in una splendida passerella di abiti 100% Made in Italy, realizzati dalle sartorie locali, per uno spettacolo arricchito dalle creazioni dei calzaturieri fermani e dai gioielli del Gruppo Orafi Marche. È la Sfilata di Moda sotto le Stelle, organizzata dalla Confartigianato Imprese di Ascoli Piceno e Fermo, con il sostegno della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, Camera di Commercio di Fermo, BIM Tronto, Società Cooperativa Pierucci e Comune di Ascoli Piceno. La serata è stata condotta da Marco Moscatelli in coppia con la showgirl Stefania Orlando. Quasi cento i capi realizzati dalle migliori firme della sartoria artigianale; insieme alle esibizioni della cantante Valeria Romitelli e alla comicità travolgente di Pier Massimo Macchini. Quest'anno, la grande novità è stata la presenza in passerella delle realizzazioni di giovani stilisti emergenti.

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San Benedetto del Tronto, il Comune assume 33 cuochi In tempi di spending review risparmio amministrativo e forte disoccupazione, il Comune di San Benedetto del Tronto dà un segnale incoraggiante: in un solo giorno, ha stabilito, con graduatoria sui presenti, le assunzioni di 33 lavoratori per la mansione di aiuto cuochi. La richiesta di assunzione, a tempo determinato di queste figure professionali è necessaria per l'Amministrazione comunale, a partire dal servizio delle mense scolastiche: 19 aiuto cuochi verranno inseriti con un contratto part time di diciotto ore settimanali, dall'1 ottobre al 30 giugno del 2016, mentre 14 aiuto cuochi saranno assunti parti time per dodici ore settimanali, dall'1 ottobre al 31 maggio 2016. Possono partecipare tutti coloro, aventi i requisiti generali per l’accesso al pubblico impiego e la qualifica richiesta dall’ente, iscritti nell’elenco anagrafico del Centro per l’Impiego di San Benedetto e in subordine gli iscritti negli altri Centri per l’Impiego.


NEWS DAL... NUOVA ZELANDA Nasce la 'Tree Church': una chiesa moderna costruita con gli alberi

USA La Terra ha un gemello: si chiama Kepler 452b

OLANDA Barriere anti-rumore che producono energia

I religiosi amanti e rispettosi della natura in Nuova Zelanda hanno una nuova chiesa dove potersi ritrovare: è quella fatta costruire interamente da alberi e siepi da Barry Cox, che secondo il Daily Mail in passato aspirava a diventare Papa. Il luogo di culto può accogliere fino a cento persone e si estende per oltre un ettaro. “Tutti gli attuali supporti in ferro, ha affermato Cox, saranno gradualmente rimossi, non appena gli arbusti saranno cresciuti e potranno reggersi da soli”. Inizialmente la chiesa avrebbe dovuto rimanere un luogo privato, ma Cox, che col suo spirito avventuriero ha girato in moto tutta l'Europa e l'America, ha deciso di aprirla al pubblico. Un magnifico esempio di architettura moderna ed eco-compatibile.

Straordinaria scoperta della Nasa: secondo quando rilevato dal telescopio Keplero, esiste un altro pianeta Terra, denominato Kepler 452b, che orbita intorno al proprio sole e sul quale non è escluso che ci siano forme di vita. “È una cosa che le persone hanno sognato per migliaia di anni. Oggi la Terra è un po' meno sola”, ha annunciato il ricercatore dell'agenzia spaziale americana, Jon Jenkins. Il pianeta, che si trova nella zona di Goldilocks, nella costellazione del Cigno “ha trascorso così tanto tempo orbitando nella stessa zona, 6 miliardi di anni più a lungo della Terra, che ha avuto tutto il tempo di ospitare vita”, ha concluso Jenkins. Oltre ad annunciare la presenza della 'gemella della Terra' la Nasa ha affermato che sono stati trovati 500 possibili pianeti attorno ad altre stelle.

L'Università olandese di Eindhoven ha ideato una nuova tipologia di pannelli chiamati Luminescent Solar Concentrators, LSC, che hanno una doppia funzione: isolano il rumore in autostrada e allo stesso tempo catturano la luce solare che tramutano in energia. Un'invenzione geniale, che ha un interessante impatto anche dal punto di vista del design urbano: i pannelli, infatti, sono molto colorati. Ben 50 famiglie che vivono nei pressi dell'Autrostrada A2, vicino a Den Bosch, possono beneficiare della luce e dell'energia prodotta a poco prezzo. L'impatto positivo dell'iniziativa ha già portato gli ideatori a progettare di replicarla su tutto il territorio nazionale.

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MONDO MALESIA Kuala Lumpur: un miliardario salva il Teatro d'Opera di Roma Il miliardario malese Yeoh Sock Ping, Ceo della multiutility Ytl, è entrato nel Consiglio d'Indirizzo della Fondazione Teatro d'Opera di Roma, previo versamento di 1 milione di euro l'anno. Dopo la riduzione di quattro milioni da parte del Comune di Roma al sostegno al Teatro d'Opera, l'intervento del magnate asiatico risulta salvifico. Non stupisce l'interesse dell'imprenditore per quello che è il fiore all'occhiello della cultura italiana: nel Paese asiatico, infatti, il pubblico appassionato a questo tipo di spettacoli è paragonabile, per fedeltà e per volume, a quello che in Italia segue il calcio.

EGITTO Edison costruirà una centrale gas sul delta del Nilo L'amministratore delegato di Edison, Bruno Lescoeur e il Ceo di Qalaa Energy, Mohamed Shoeib, hanno firmato un accordo di sviluppo congiunto per la costruzione di una centrale termoelettrica da 180 Mw. Il progetto, del valore di 100 milioni di euro, prevede che Edison e Qalaa Energy completino la fase di sviluppo e autorizzazione dell’impianto, un ciclo combinato alimentato dal gas prodotto da Edison nella concessione di Abu Qir, nel Delta del Nilo, nei prossimi sei mesi e che la centrale entri in esercizio entro il 2017. “L’Egitto è un paese fondamentale per l’attività internazionale di Edison e vi abbiamo investito 2 miliardi di dollari negli ultimi sei anni, ha dichiarato Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison. Con l’accordo di oggi confermiamo il nostro ruolo di operatore di lungo termine in Egitto, ci prepariamo a diventare un operatore integrato di energia, con attività che vanno dall’upstream alla produzione di energia elettrica, e mettiamo le nostre risorse e competenze a servizio dello sviluppo del Paese”.

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GIAPPONE Il Financial Times diventa nipponico Lo storico quotidiano britannico Financial Times è stato acquistato dal gruppo giapponese Nikkei per 844 milioni di sterline (1,3 miliardi di dollari), versate alla società Pearson, che da sessant'anni era proprietaria del giornale. “Sono estremamente orgoglioso dell'unione con il Finantial Times, una delle più prestigiose società giornalistiche del mondo”, ha dichiarato Tsuneo Kita, Ceo del più diffuso quotidiano economico del mondo, il Nihon Keizai Shimbun. L'intesa include FT.com e riviste come The Bankers e Investor Chronicle, ma non la sede centrale di Southwark, né la quota del 50% nell'Economist. La società nipponika si è impegnata a versare un contributo di 90 milioni di sterline direttamente al fondo pensioni Pearson. “Il nostro motto è quello di fornire reporting di alta qualità sull'economia e altri settori, mantenendo correttezza e imparzialità”.


TERZO SETTORE

Quando l’etica si fa azienda: la compliance ed il Terzo Settore di Giovanni Iannucci Manager Academy Sida Group - Area Finance e Risk Management

U

A partire dagli anni 80’, si sono venute affermando forme imprenditoriali e organizzative create per perseguire finalità sociali, operando all'interno del mercato concorrenziale. La forma giuridica che risponde a queste esigenze è quella dell'impresa sociale, che comprende tutte quelle imprese private, come le cooperative, in cui l'attività economica d'impresa principale è stabile e ha per oggetto la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale e di interesse generale. Si distingue, così, per la prima volta il concetto di imprenditoria da quello di finalità lucrativa: si riconosce l'esistenza di imprese con finalità diverse dal profitto. Il valore aggiunto rispetto a un'impresa tradizionale sta nel tentativo di produrre

na prima definizione di Terzo Settore si ritrova, in Europa, a partire dal 1970. Fu usata per la prima volta nel rapporto “Un progetto per l'Europa”, nel 1978, assegnando al Terzo Settore una posizione che lo separa concettualmente dallo Stato e dal mercato. È, soprattutto, un fenomeno economico, infatti, le organizzazioni del Terzo Settore forniscono al benessere della società un contributo non inferiore, anche se di natura diversa, da quello fornito da Stato e mercato. In Italia, il termine si è diffuso verso la fine degli anni Ottanta e, anche se non tipico del nostro contesto culturale, ha convogliato su di sé l'interesse degli studiosi che si occupano delle organizzazioni non profit (ONP).

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TERZO SETTORE

servizi ad alto contenuto relazionale, nel produrre esternalità positive per la comunità. Fondamentali sono la promozione dello sviluppo locale, la garanzia di democraticità dell'organizzazione e di un coinvolgimento diretto dei lavoratori nella gestione, l'adozione di valori quali la giustizia sociale, le pari opportunità e la riduzione delle diseguaglianze. Considerando la particolare finalità di tali organizzazioni, queste devono omologarsi sia alle normative rivolte a tutte le tipologie di imprese, sia alle specifiche normative per le non profits organizations. È significativa la testimonianza di Hacken, il primo Chief Compliance Officer di IRD: “La sfida che io e altri imprenditori sociali vogliamo vincere è cercare di aumentare la consapevolezza delle persone che le cose brutte accadono, le persone possono rubare da progetti destinati ad aiutare le persone e questa è la cruda verità”. Grazie a questa testimonianza, si può già intuire l’importanza che può assumere la Compliance in tale ambito e come questa possa non essere solamente una mera funzione di conformità normativa, ma un vero e proprio valore aggiunto. La compliance è nata, in Europa, nella seconda metà degli anni novanta, prevalentemente nel settore finanziario. Era stata concepita, inizialmente, come strumento di lotta al riciclaggio di denaro, venendo, così, a formare una appendice essenzialmente giuridica in seno all’azienda. In seguito, fenomeni quali la globalizzazione dei mercati e delle informazioni, la crescita della complessità dei rapporti intra e interaziendali, la necessità di stabilire un rapporto fiduciario con i propri

stakeholder, hanno indotto a una rivalutazione delle interdipendenze tra il rispetto delle norme, vincolanti o volontarie, e responsabilità legale, economica, sociale ed ambientale di impresa. Oggigiorno, infatti, il rispetto delle norme, di origine esogena ed endogena, nonché la correttezza e la trasparenza dei comportamenti, si manifestano quali presupposti imprescindibili di efficacia nei processi di governo di impresa. La correttezza e la trasparenza dei comportamenti, inoltre, in un mercato, quale quello non profit, risultano essere elementi ancora più incisivi. Basti pensare a come, grazie all’implementazione della funzione di compliance, si possa: - garantire, all’interno dell’impresa, la cultura della correttezza e della conformità; - trasmettere trasparenza comportamentale, con una conseguente crescita di credibilità nei confronti degli stakeholder interni ed esterni e, quindi, una maggiore attrazione di risorse e consensi. La stessa funzione si esplica nelle seguenti fasi: • individuazione della normativa, soprattutto quelle di nuova emissione e analisi dell’impatto delle stesse; • individuazione dei rischi relativi e degli eventuali scostamenti dai comportamenti normati; • valutazione e misurazione dei rischi; • monitoraggio, ossia controllo dell’efficacia delle regole e delle procedure interne a presidio dei rischi; • reporting, consistente nel feedback agli organi apicali e alle funzioni coinvolte. È importante non considerare la funzione di compliance come una mera funzione di controllo del rispetto delle norme e

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dei codici di autodisciplina, ma come un importante punto di partenza, dal quale diffondere in tutta l’azienda una determinata etica. Applicando il principio di compliance al Terzo Settore, si può capire come questa funzione favorisca, in effetti, tutti quelli che sono i punti focali per il successo di una inerente organizzazione. Ad esempio, una organizzazione senza scopo di lucro può effettuare una raccolta di fondi di successo se è riconosciuta come un'azienda eticamente responsabile, trasparente e ligia alle norme. È evidente come queste peculiarità possano essere recepite dal mercato e possano essere amplificate grazie a una scrupolosa attuazione della funzione di Compliance. Altrettanto evidente, però, è la mancanza frequente, nelle strutture aziendali appartenenti al Terzo Settore, di figure che abbiano le competenze e le capacità per ricoprire tale funzione. Inoltre, considerando un contesto normativo in continua evoluzione e cambiamento, con il costante inserimento di nuove leggi e le competenze specifiche di cui si necessita per applicare le nuove normative a ogni settore aziendale, l’azienda non può far altro che affidarsi a consulenti esterni, i quali, avendo tali competenze specifiche, valorizzate da esperienze pregresse, relative ai settori di pertinenza, possono comprendere a fondo le nuove normative, assicurare una corretta applicazione delle stesse ed, eventualmente, correggere comportamenti non conformi, riuscendo a compiere e aggiornare prontamente tutte le fasi prima elencate, apportando un valore considerevole, tangibile e non all’azienda.


INCHIESTA

Crisi della borsa cinese, crisi della calzatura marchigiana?

La crisi della borsa cinese e quella della calzatura marchigiana in Cina non sono fenomeni collegati nella lettura dei dati sulle esportazioni marchigiane in Cina. Già nel 2014 le nostre esportazioni nel Sistema Moda in Cina sono calate; ma ciò è avvenuto dopo una fortissima crescita negli ultimi quattro anni, crescita che è stata determinata dalla forte competitività delle nostre produzioni sul mercato cinese. E tra le nostre esportazioni, quelle della meccanica non mostrano segni di crisi di Sergio Giacchi

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e esportazioni marchigiane verso la Cina sono molto aumentate negli ultimi 4 anni, secondo i dati Istat elaborati dal Centro Studi della Cna delle Marche. Ma la crisi della Borsa cinese rischia di frenarne la crescita. Tra il 2010 e il 2014 sono incrementate dell'88,5% passando da 112.913.796 euro a 212.865.056. E le importazioni sono invece calate del 17,5 pur restando ampiamente superiori alle esportazioni, come è reso evidente dal saldo negativo tra export e import. Ma il nostro export verso la Cina è calato, invece, nel corso del 2014 (-7,2%), l'ultimo anno per cui si dispone di statistiche affidabili, mentre le importazioni hanno ripreso a salire (+11,1%). Così il saldo negativo export – import Marche/Cina del 2014 è cresciuto l'anno scorso del 21,6%. Dunque già il 2014 ha registrato un cambiamento di trend rispetto agli ultimi anni: il calo nel ritmo di crescita della produzione di ricchezza in Cina si è già riflesso sull'interscambio commerciale con il sistema produttivo marchigiano peggiorandone i termini di scambio. Le nostre importazioni sono divenute più convenienti e quindi sono aumentate, mentre le nostre esportazioni hanno accusato il colpo del rallentamento nella capacità d'acquisto dei cinesi benestanti; e sono diminuite. Questa tendenza è destinata a mantenersi e aumentare in seguito all'ulteriore rallentamento dell'economia cinese atteso per il 2015, rallentamento che sembra essere il vero motivo della crisi della borsa

cinese e di tutte le borse asiatiche, dove la prevedibile diminuzione della crescita impetuosa dell'economia cinese non è stata ancora messa nel conto. Le produzioni marchigiane del Sistema Moda sono quelle più esposte al rallentamento della domanda cinese: costituiscono difatti la prima voce per valore delle esportazioni marchigiane verso la Cina, poiché il cosiddetto TAC (tessile - abbigliamento - calzature) o “Sistema Moda”, pesa per oltre il 43% del totale esportato verso il grande Paese asiatico. L'export del Sistema Moda marchigiano verso la Cina è triplicato negli ultimi anni ma già nel 2014 la tendenza pare essersi invertita con un calo del 5,8% rispetto al 2013. Le nostre produzioni sono apprezzate anche in Cina per la loro qualità e per l'immagine legata al Made in Italy ma è prudente attendersi un effetto di ulteriore rallentamento delle nostre esportazioni in seguito alle crescenti difficoltà che l'economia cinese incontra nel mantenere i ritmi di crescita a cui ci ha abituato. “I nostri produttori del Sistema Moda non devono però preoccuparsi oltremisura del rallentamento dell'economia cinese” dichiara il Presidente della Cna Marche Gino Sabatini: “la crescita della Cina rimane elevata, specie se raffrontata a quella europea, e i margini per collocare le nostre produzioni di qualità restano ampi e migliorabili poiché nei prossimi anni proseguirà ad ampliarsi – anche se a ritmo decrescente – la quota di cittadini cinesi con reddito adeguato a alimentare una robusta domanda di beni del Sistema ∂40∂

Moda Made in Italy e Made in Marche.” Le statistiche dicono che la calzature fanno la parte del leone nelle esportazioni del Sistema Moda marchigiano verso la Cina: nel 2014 sono il 60,7% e, se considerate assieme alle pelletterie, superano il 77% di tutto il Sistema Moda. E anche in questo caso i dati delle esportazioni mostrano che tra il 2010 e il 2014 la crescita dell'export regionale verso la Cina è stato notevolissima: le vendite di calzature marchigiane del 2014 sono risultate quasi quadruplicate (+291,8%) rispetto a quelle del 2010. Ma anche in questo caso i dati mostrano come già nel 2014 vi sia stato una diminuzione rispetto al 2013 (-7,1%). “Prudenza vuole” osserva il Segretario della Cna Marche Otello Gregorini “che le nostre esportazioni vadano sostenute adeguatamente nei momenti di incertezza anche sapendo che quelle del Sistema Moda sono particolarmente apprezzate tra i consumatori cinesi.” “E poi occorre puntare sulla diversificazione e sulle produzioni tecnologicamente avanzate” aggiunge Gregorini “perché gli altri settori chiave dell'export marchigiano verso la Cina sono quelli della meccanica, se si considerano assieme le attività che vanno dall'elettronica alle macchine utensili ai veicoli e alla nautica”. Queste attività rappresentano, difatti, una quota dell'export (il 43,3%) pari a quella del Sistema Moda e, seppure caratterizzata da una dinamica meno favorevole negli ultimi quattro anni (+68,2%), però in grado di crescere anche nel corso del 2014 a ritmo rilevante (+6,6%).


INCHIESTA COMMERCIO ESTERO PER ANNO MARCHE – CINA – VALORI IN EURO 2010

2011

2012

2013

2014 revisionato

2010-2014

2013-2014

export

112.913.796

154.765.313

187.899.674

229.431.274

212.865.056

88,5

-7,2

import

850.536.514

850.801.341

657.819.134

631.744.993

702.093.628

-17,5

11,1

saldo

-737.622.718

-696.036.028

-469.919.460

-402.313.719

-489.228.572

-33,7

21,6

Fonte: elaborazioni Centro Studi Cna Marche su dati Istat – Coeweb

EXPORT MARCHE – CINA PER ANNO E SETTORE – VALORI IN EURO 2010

2011

2012

2013

2014 revisionato

Comp. % al 2014

2010 2014

2013 2014

CA-Prodotti alimentari, bevande e tabacco

1.870.480

1.582.574

2.819.292

3.238.689

3.426.445

1,7

83,2

5,8

CB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

27.450.834

54.265.383

80.116.694

92.674.218

87.264.803

43,1

217,9

-5,8

CC-Legno e prodotti in legno; carta e stampa

1.857.601

10.706.787

8.270.696

13.237.423

3.879.468

1,9

108,8

-70,7

CE-Sostanze e prodotti chimici

5.200.133

3.464.278

3.372.194

3.142.529

3.262.642

1,6

-37,3

3,8

CF-Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici

123.447

0

0

6.314.771

3.290.889

1,6

2565,8

-47,9

CG-Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

2.898.705

2.828.209

4.141.447

3.019.427

3.097.932

1,5

6,9

2,6

CH-Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti

7.756.937

7.636.296

7.694.651

12.279.212

14.058.542

7,0

81,2

14,5

CI-Computer, apparecchi elettronici e ottici

3.450.844

5.419.115

8.209.126

13.998.999

13.254.950

6,6

284,1

-5,3

CJ-Apparecchi elettrici

16.176.714

14.677.389

14.981.608

16.660.899

18.544.081

9,2

14,6

11,3

K-Macchinari ed apparecchi n.c.a.

22.679.853

29.968.942

33.183.306

35.941.708

36.455.039

18,0

60,7

1,4

CL-Mezzi di trasporto

2.021.493

3.181.678

4.761.071

3.296.362

5.313.283

2,6

162,8

61,2

CM-Prodotti delle altre attività manifatturiere

5.535.426

5.239.673

6.896.586

9.824.344

10.388.884

5,1

87,7

5,7

MANIFATTURE

97.022.467

138.970.324

174.446.671

213.628.581

202.236.958

100,0

108,4

-5,3

Fonte: elaborazioni Centro Studi Cna Marche su dati Istat – Coeweb

EXPORT MARCHE – CINA PER ANNO E PER IL SISTEMA MODA – VALORI IN EURO 2010

2011

2012

2013

"2014 revisionato

Comp. % al 2014

2010-2014

2013-2014

CB13-Prodotti tessili

2.833.226

4.003.175

5.735.025

4.771.867

4.295.207

4,9

51,6

-10,0

CB14-Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)

3.623.774

8.048.781

14.969.836

15.228.040

15.631.554

17,9

331,4

2,6

CB15-Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili

20.993.834

42.213.427

59.411.833

72.674.311

67.338.042

77,2

220,8

-7,3

CB151-Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte

7.476.729

13.518.180

14.636.257

15.658.855

14.380.697

16,5

92,3

-8,2

CB152-Calzature

13.517.105

28.695.247

44.775.576

57.015.456

52.957.345

60,7

291,8

-7,1

27.450.834

54.265.383

80.116.694

92.674.218

87.264.803

100,0

217,9

-5,8

TOTALE Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori

Fonte: elaborazioni Centro Studi Cna Marche su dati Istat – Coeweb

∂41∂


FORMAZIONE

IL FUTURO PASSA DALLA FORMAZIONE

Conclusi con successo quattro corsi formativi organizzati da Sida Group Srl e Ggf Group, insieme ad altri importanti enti regionali, nazionali ed europei

L

a formazione è il momento centrale e lo strumento fondamentale nel processo di adattamento ai mutamenti nel mondo del lavoro. Essa, infatti, ha la funzione di accrescere le competenze che oggi si rendono indispensabili per la nuova realtà lavorativa e, proprio nel segno di questa importante considerazione, gli enti gestori hanno partecipato al bando per la progettazione e realizzazione di percorsi IFTS di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. Si tratta

di percorsi formativi innovativi di livello post-secondario non universitario e si inseriscono all’interno di un quadro più ampio di ridisegno del sistema della formazione professionale, delineato dal Ministero della Pubblica Istruzione. Questo piano è rivolto a giovani e adulti diplomati, sia occupati che in cerca di occupazione e lo scopo dell’IFTS è favorire ed accelerare l’inserimento occupazionale, migliorare la qualità del lavoro favorendo la ricollocazione degli occupati, nonché

facilitare l'eventuale continuazione degli studi all'interno di percorsi formativi successivi. Secondo gli enti gestori, da una parte è importante comunicare ai giovani le grandi opportunità professionali offerte dal mercato del lavoro e dall’altra è necessario trasferire una solida formazione professionale, attraverso la quale è possibile apprendere concretamente un mestiere e trasformare la propria passione in lavoro.

TECNICO SUPERIORE DELL’INCOMING MARCHE Riscoperta e promozione del territorio montano attraverso il turismo equestre

I

l percorso formativo proposto dalla Sida Group Srl si è posto l’obiettivo di formare delle figure professionali capaci di promuovere e sviluppare il turismo di incoming Marche, con particolare attenzione ai territori montani e all'utilizzo del cavallo quale mezzo di contatto con il nostro territorio e quale nuova forma di attrazione turistica. La figura che ha conseguito il titolo è in grado creare pacchetti turistici con nuove forme di turismo tematico; diffondere l’utilizzo della pratica equestre per fini turistici; assistere ed accogliere clienti; sviluppare l’area della comunicazione aziendale; pianificare l’offerta turistica secondo

criteri di sostenibilità economica, sociale ed ambientale; stabilire relazioni efficaci con i partner stranieri per promuovere le Marche all’estero; realizzare campagne di diffusione customer oriented. Il corso, iniziato il 2 ottobre 2014 con 20 allievi e 4 uditori, è terminato il 25 giugno 2015 con 19 allievi ammessi all’esame, dei quali 17 sono riusciti a conseguire la qualifica di tecnico superiore dell’incoming Marche. Il grande successo del percorso formativo è stato testimoniato anche dal fatto che un gruppo di ragazzi si è attivato per la costituzione di un interessante progetto imprenditoriale, nello specifico, hanno fondato un’associazione di tecnici

∂42∂

dell’incoming e stanno portando avanti un progetto che vuole implementare in modo innovativo le risorse ambientali regionali al fine di realizzare un’ippovia unica marchigiana. Allievi partecipanti al corso: Barluzzi Nicoletta, Bartoli Lucio, Bellonci Roberta, Furnari Sharon, Gaspari Martina, Guidi Francesca, Maffei Elena, Mancini Sara, Palumbo Giuseppe, Pierini Giacomo, Romitelli Giacomo, Santi Lucia, Scuderi Edoardo, Signoretti Alessia, Sordoni Eva, Tortorelli Elisa, Turbitosi Maria Vittoria, Venturini Cristina, Vespasiani Guglielmo.


FORMAZIONE

TECNICO SUPERIORE DELL’EXPORT E DEL MARKETING Il cliente, il web e l’e-commerce

I

l corso proposto dalla GGF GROUP SRL è stato progettato e realizzato al fine di formare delle figure professionali esperte in operazioni commerciali ed esportazioni (Product manager; addetti all'area marketing; commerciale estero); in grado di impostare ed implementare il marketing sui mercati esteri nonché di gestire in modo integrato tutte quelle attività utili a svolgere il processo di marketing management in un contesto internazionale, competitivo, globalizzato e multiculturale. Iniziato a settembre 2014 e terminato a giugno 2015, dopo 800 ore di attività formativa, di cui 396 ore d’aula, 16 ore di formazione a distanza e 388 ore di stage nelle aziende del territorio

marchigiano, il corso ha formato 20 allievi e 2 uditori che durante tutto il percorso formativo hanno avuto in aula professionisti esperti in export, marketing internazionale ed e-commerce. Il corso IFTS TECNICO SUPERIORE DELL’EXPORT E DEL MARKETING (il cliente, il web e l’e-commerce) si è rivelato fondamentale soprattutto per quanto riguarda la ricollocazione degli occupati. A dimostrazione di ciò un allievo, classe 1985, occupato presso l’azienda Ranco srl, che dal 2007 è impegnata nel settore dello stampaggio di componenti plastiche. L’allievo, dopo aver partecipato al corso IFTS ha avuto la possibilità di portare avanti un progetto che permettesse all’azienda di interna-

zionalizzare i propri prodotti. Le competenze acquisite durante il corso, e quelle acquisite attraverso il training on the job, gli hanno permesso di prendere in mano questo importante progetto di espansione verso il mercato polacco. Allievi partecipanti al corso: Allegrezza Giulietti Emanuele, Amatulli Maria Teresa, Balestra Luca, Berdini Alice, Carli Silvia, Di Felice Paola, Donninelli Marco, Espinal Egoavil Silvia Karina, Frontini Gabriele, Giardini Sonia, Latini Elettra, Lucchetti Alessandro, Moroni Daniele, Onorati Raffaella, Paoloni Noemi, Pignati Diana, Saverino Michele, Scarpetti Giulia, Sedani Lorenzo, Senzacqua Irene, Severini Massimiliano, Paolella Davide.

TECNICO SUPERIORE IN EUROPROGETTAZIONE

Settore dei servizi commerciali con particolare sviluppo di competenze nell’europrogettazione e nella capacità di reperimento di finanziamenti comunitari

I

l corso IFTS sull’Europrogettazione, proposto dalla SIDA GROUP SRL, ha formato figure professionali capaci di gestire la complessità di una progettualità europea, riducendo le distanze tra gli organismi territoriali locali e l’Unione Europea e agevolando la costruzione di una rete di soggetti diversi, ciascuno

con il proprio know-how. L’Europrogettista conosce la ratio di ciascuna politica europea per anticipare a livello locale le tendenze di sviluppo; attua le fasi di un progetto; gestisce gli interventi a livello tecnico, economico e finanziario; sviluppa competenze tecniche settoriali relative alle diverse aree della programmazione

∂43∂

comunitaria; promuove l’approccio alla multiculturalità, all’integrazione, garantendo il rispetto della diversità. Il ruolo tecnico dell'euro-progettista prevede la costruzione di percorsi progettuali trasversali ai diversi settori garantendo un processo condiviso tra i vari partners di progetto. Egli è capace di gestire le dina-


FORMAZIONE miche dell’intervento progettuale sia dal punto di vista tecnico-settoriale che dal punto di vista relazionale. Una figura professionale fondamentale per associazioni di categoria, enti pubblici, imprese, enti di formazione e organizzazioni no profit. Il percorso ha abbracciato tutto il territorio regionale, consentendo la costruzione e la valorizzazione di modelli e best practice attraverso partenariati nazionali e europei. I partner di progetto e le azien-

de che hanno ospitato gli allievi hanno sviluppato l'euro-progettista dedicando i progetti ad aree culturali e scientifiche: dal territorio della provincia ascolana, Consorzio Genera, Partner, Comune di Ascoli Piceno, Fideas, Fabbrica Cultura – Progetto Zenone, passando al territorio fermano con il COSIF, alla provincia maceratese con il Cinfai di Tolentino, al Comune di Ancona, fino ad Euro Centro di Jesi e Sinergia di Pesaro.

Allievi partecipanti al corso: Cante Maurizio, Carpineti Giuseppina, Ceci Alessio, Ceteroni Alessandro, Ciabattoni Emily, Dezi Maria Jolanda, Dominici Marta, Fala’ Marco, Fotia Francesca, Maddamma Valentina, Marinelli Daniela, Massoni Arianna, Monterisi Chiara, Mori Ombretta, Petrelli Giampaolo, Pierantozzi Manuela, Polimante Pamela, Portelli Micaela, Rosa Stefano, Scocco Federica, Seghetti Liliana, Vallesi Ilaria.

TECNICO SUPERIORE DELLA GESTIONE ECONOMICA, AMMINISTRATIVA E COMMERCIALE DELLE IMPRESE COOPERATIVE Tecniche per l’amministrazione economico-finanziaria

I

l percorso formativo, proposto dal CENTRO FORMAZIONE MARCHE SCARL, ha trasferito ai partecipanti conoscenze specifiche che caratterizzano la pianificazione strategica, le strategie comunicative e la gestione economica. Le figure professionali in uscita si occupano dei processi di gestione, amministrazione e sviluppo commerciale delle imprese cooperative e cooperative sociali. In un contesto in crisi economica, le cooperative necessitano infatti di capitale umano competente e flessibile al cambiamento in grado di gestire diversi sistemi d’impresa, orientati alla valorizzazione dello spirito di gruppo e del senso di appartenenza, alla dimensione umana e sociale di fare impresa. L’intervento, dunque, ha avuto

l’obiettivo di trasmettere competenze manageriali e gestionali attuando politiche attive improntate ad uno sviluppo del territorio socialmente responsabile. Il percorso formativo, inoltre, si è distinto per la sua valenza innovativa ed occupazionale. La finalità principale del presente percorso è stata quella di favorire l’inserimento occupazionale degli allievi e per questo motivo, l’unità formativa “Avviare un’impresa cooperativa: start up e autoimprenditorialità (dall’idea al progetto project work)”, ha permesso a tre allieve, di partecipare ad un percorso di incubatore e acceleratore d’impresa portato avanti da The Hive (FVB srl), un’importante community collaborativa in cui ogni persona o impresa trova le

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condizioni ideali per sviluppare la propria idea imprenditoriale. Le allieve stanno portando avanti un percorso consulenziale con la dottoressa Cristina Panara per una solida costituzione delle loro idee imprenditoriali. Allievi partecipanti al corso: Alberti Maura, Alessandrini Socci Maria Vittoria, Bruschini Michela, Capeci Zaira, Casavecchia Andrea, Cinquantini Ilenia, Crocetti Roberta, Del Prete Silvia, Di Diodoro Fabio, Di Sabatino Garbati Paolo, Felicetti Giorgio, Gereda Maria Emilse, Lanari Laura, Mandolesi Andrea, Olivieri Samantha, Palma Silvia, Pietrella Andrea, Pietrini Martina, Scocco Valentina.


FORMAZIONE

TECNICO SUPERIORE DELLA GESTIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE Tecnico superiore di Progettazione e realizzazione di processi artigianali di trasformazione agroalimentare con produzioni tipiche del territorio e della tradizione enogastronomica

I

l presente corso IFTS, proposto dal CENTRO FORMAZIONE MARCHE SCARL, ha formato figure manageriali del settore agro-alimentare, nello specifico per i prodotti di nicchia che necessitano di competenze multidisciplinari e di un approccio formativo capace di valorizzare le ricchezze territoriali in un corretto rapporto prodotto/territorio/mercato. Il nuovo professionista conosce il comparto agro-alimentare in ogni suo dettaglio; è in grado di valutare le materie prime e selezionare fornitori affidabili e convenienti; ha competenze tecniche nell’amministrazione dei diversi sistemi di certificazione della qualità ed è un esperto conoscitore della legislazione igienico-sanitaria in cam-

po alimentare. I nuovi professionisti sono in grado, inoltre, di agevolare l’integrazione fra le diverse filiere lattiero-casearia, carne, oli vinicola, vitivinicola, cerealicola, biologica e conoscono il ciclo di vita dei prodotti, le reti distributive e le proprietà dei singoli mercati sui quali implementare adeguati piani di marketing. La filiera agroalimentare, settore strategico della Regione Marche, si è tradotta in questo percorso in risultati concreti con la conferma occupazionale e di collaborazioni future di numerosi allievi nelle medesime aziende di svolgimento dello stage (oltre il 50%). Protagonisti importanti di questo percorso sono state anche

∂45∂

le realtà GDO, Magazzini Gabrielli (Oasi), Cedi Marche (Sì con Te), LavorCarni che hanno garantito l’integrazione dei processi formativi e il collegamento tra tutti gli interlocutori della filiera. Allievi partecipanti al corso: Baldini Francesco, Becattini Marianna, Berrè Elia, Bompadre Sonia, Brugè Matteo, Butani Francesca, Carducci Ludovica, Carradori Donatella Pasqualina, Foglia Monica, Lanzilao Maria Grazia, Lattanzi Adriano, Marinangeli Dayana, Mattioni Cleopatra, Nardi Francesco, Natalini Michele, Orefice Pasquale, Ruani Cinzia, Sambucini Roberta, Ubaldi Lara, Vagnoni Domenico, Svampa Simone, Verdecchia Lorenzo, Ori Cristina.


FORMAZIONE

'NEET' A CHI?

Storie di giovanissimi marchigiani che spiccano per ingegno e inventiva Dagli studenti dell'Its Marconi di Jesi, vincitori del concorso nazionale 'Play Energy' al brevetto di 'Prism', la lampada polifunzionale di Asmae Dachan

'B

amboccioni', 'garantiti', 'Neet': ormai i modi per apostrofare malamente i giovani si moltiplicano. A fronte di tanti problemi che le nuove generazioni devono affrontare, legati soprattutto alla mancanza di lavoro e a un modello sociale plasmato su un'epoca ormai superata, si sprecano giudizi e critiche non sempre costruttive. Si finisce così spesso per trascurare o ignorare, invece, tutte quelle piccole e grandi conquiste

che i ragazzi riescono a ottenere grazie al loro impegno e alla loro inventiva. Vi raccontiamo due storie di ragazzi tra i 14 e 18 anni che grazie a creatività, spirito di iniziativa e determinazione, hanno fatto parlare di sé. “La nostra Turbina cambierà il mondo” Durante l’anno scolastico, i ragazzi della IV e V sez. M di Meccatronica dell’Itis Marconi di Jesi, guidati dal professor

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Giuliano Fattorini, hanno realizzato una 'Turbina con Conclea', che Play Energy, organismo di Enel Energia dedicato alle scuole, insieme al Miur, ha giudicato fra i migliori progetti partecipanti e che, presente per la durata dell’Esposizione Universale, farà del Vivaio Scuole un punto di riferimento per docenti, alunni e scuole di ogni ordine grado, italiane e straniere. I giovani protagonisti sono Gioele Ascani, Gianluca Badiali, Simone


FORMAZIONE Colò, Daniele Chiariotti, Nicolò Girolimetti, Francesco Orazi, Luca Rosetti, Andrea Pellegrini, Simone Tamenghi (Classe V M), Gianluca Ambesi, Alessio Masha, Loris Montuschi (Classe IV M). Nell’ambito dei lavori prodotti per il concorso Play Energy 2014-2015 la scuola è stata selezionata per esporre il progetto nella sezione 'Dalla teoria alla pratica'. Il progetto, infatti, potrebbe avere un’applicazione pratica di utilità sociale, perché utilizzabile da strutture pubbliche di due comuni marchigiani. l lavoro con cui l'Itis Marconi si è guadagnato il primo posto al concorso, è una Turbina con Vite di Archimede, ideata come prototipo in scala ridotta di un esemplare che dovrà generare energia elettrica per alimentare una mensa scolastica di Cingoli (MC) e una residenza per anziani di Staffolo (AN). Il progetto, sostenuto dai due comuni interessati al suo utilizzo, prevede la produzione di energia dall’acqua di un canale alimentato dal fiume Musone. La Turbina, che andrebbe a sostituire il prototipo da laboratorio, garantirebbe 25 Kw all’ora per un risparmio annuale per l’ambiente in termini di immissioni di CO2 pari a 2.5 Ton, in quanto utilizzerà acqua di un canale in tracimazione, che andrebbe altrimenti sprecata. Inoltre, l’impatto ambientale sarà bassissimo, perché la realizzazione della turbina avverrà con materiale completamente riciclabile, come riciclabili sono i materiali plastici prodotti per il prototipo dagli stessi studenti con una stampante 3D in dotazione alla scuola. La sua istallazione, infine, non ha bisogno di particolari lavori di cementificazione. L'11 agosto una delegazione di studenti, guidati dal professor Giuliano Fattorini ha presentato il progetto a Expo Milano 2015 all'interno del Padiglione Italia, nel Vivaio dedicato alle scuole, su invito di Enel Energia e del Miur. “Il risultato raggiunto con il Progetto Turbina esposto a Milano, ci riempie di orgoglio ed è la conseguenza naturale del nostro percorso in campo formativo e tecnologico” ha sottolineato Mario Crescimbeni, dirigente scolastico dell’Itis Marconi di Jesi. “Il progetto con cui siamo stati premiati è il prodotto di un approccio alla didattica che parte dall’esperienza per approdare alla regola”, ha spiegato il titolare del progetto, professor Giuliano Fattorini. Congratulandosi con studenti e docen-

ti, il Sindaco di Jesi Massimo Bacci ha affermato: “Mi piace immaginare questo progetto figlio di quell'intraprendenza che ha permesso nei decenni passati alla nostra città, grazie proprio alle intuizioni dei giovani di allora, di acquisire una leadership nella meccanica e, più in generale, nel manifatturiero”. Marco Colò, insieme ad altri giovani studenti anconetani, ha brevettato la lampada 'Prism' Ci racconti il percorso che ha portato alla nascita di questo progetto. “Da grande voglio fare il data analyst”, parola di Marco Colò “Il mio primo passo verso il mondo dell'impresa l'ho fatto nel settembre 2014, con l'inizio della XXIII edizione di 'Impara a intraprendere'. È partito un corso di formazione di due settimane tenuto principalmente dal dottor Michele Barchiesi e da alcuni imprenditori di Ancona e provincia, per offrire ai giovani nozioni importanti sulle politiche di mercato. Finito questo periodo il percorso è entrato nella fase attiva, dando vita ad un progetto di simulazione che si è concluso all'Expo di Confindustria Ancona. Ogni gruppo che ha partecipato ha, infatti, presentato il suo progetto di impresa e la sua idea. Sono stati scelti due vincitori. Prima del 23 aprile, giorno della premiazione, siamo stati alla sede di Confindustria Ancona, alla Baraccola, per presentare esclusivamente alla giuria un file power point sull'azienda, i suoi membri e il prodotto realizzato, in un tempo massimo di tre minuti. Il nostro era uno dei pochi gruppi misti che univano più scuole, Savoia-Benincasa e Istvas. Eravamo Brescia Isabel, Karima Soltana, Dalila Ballante, Claudia Tito, Benedetta Bruni e io, Marco Colò. Abbiamo presentato il progetto di 'Prism', una lampada polifunzionale che cambia colore in base alla superficie su cui poggia. Non abbiamo vinto, ma nel libro delle presenze che la gente ha firmato durante l'Expo abbiamo ricevuto molti complimenti e molti consigli, tra cui quello di brevettare il prodotto, come poi è successo. Lo abbiamo brevettato presso la Camera di Commercio di Ancona. Il nostro motto era 'Don't work hard, work smarter'. Nel concreto ha significato alternare momenti di riflessione e lavoro a momenti di svago, risolvendo un problema alla volta,

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tenendo chiari gli obiettivi e affrontando di volta in volta i problemi. È stata una fase importante di self brain storming, che ci ha permesso di trovare per la lampada ben due utilizzi, uno privato e uno sociale, come per la cromoterapia, rendendo la nostra invenzione un evergreen”. Qual è l'insegnamento più importante che ti ha lasciato questa esperienza? “Imparare a lavorare in gruppo, riuscendo a fare squadra e a trovare un giusto equilibrio tra la sensibilità e le idee di tutti, al fine di perseguire un obiettivo comune. Ho fatto tesoro di questa esperienza e ora mi preparo ad affrontare il quinto anno di Sistemi informativi aziendali, Sia, con grande entusiasmo e una nuova energia”. Oltre a questo primo contatto con il mondo delle imprese, hai recentemente concluso un'esperienza di alternanza scuola-lavoro. Che bilancio ne trai? “Sono stato per tre settimane alla GGF Group, per un'esperienza di full immersion nella realtà aziendale. Mi è piaciuto, in particolare, l'ambiente giovane e aperto, che permette una contaminazione di pensieri e un dialogo finalizzato alla crescita. Stare in mezzo ad una realtà lavorativa dinamica mi ha permesso di conoscere meglio anche me stesso, le mie inclinazioni e potenzialità. Mi sono anche reso conto che la scuola si sta sì avvicinando al mondo del lavoro, ma dovrebbe orientarsi ulteriormente per fornire ai ragazzi, oltre alle competenze, anche la mentalità per entrare in azienda e per capire cos'è e come va affrontata la vita professionale. Ora vorrei battere la mia strada, versare la mia colata di cemento, per non essere uno dei tanti, ma uno che offre il suo contributo. Durante il periodo in cui sono stato alla GGF ho capito definitivamente che da grande mi piacerebbe fare il data analyst, esaminare contesti, situazioni, raccogliere dati, verificare che siano attendibili, commentarli”. Sei un ragazzo con le idee chiare e tanta voglia di fare. Cosa provi quando senti parlare di 'Neet' e 'Bamboccioni'? “Sinceramente, provo rabbia; questa parola è la trasposizione americana del termine giapponese 'Ikikomory', che indica quei giovani che rifiutano la loro vita sociale e lavorativa per rinchiudersi in una


FORMAZIONE

Studenti dell'ITIS Marconi di Jesi Marco Colò e i compagni del progetto 'Prism'

sfera come quella dei cartoni animati o video giochi perché non sono soddisfatti del mondo che li circonda. Spesso concludono le loro esistenza col suicidio. È una piaga sociale che stanno cercando di abbattere tramite politiche economiche e sociali. Questo termine non ci rappresenta affatto. Io voglio fare la mia parte, ho 18 anni e partecipo alla vita scolastica e sociale, non faccio nulla di straordinario,

studio, faccio ciò che mi piace. Credo che sia il modo migliore per trovare la propria strada. Ogni ragazzo dovrebbe mettersi in ascolto di se stesso e capire dove vuole andare, cosa vuole fare. Trovare, senza ansie, una ragione per vivere. In questo senso il mondo della scuola e del lavoro dovrebbe offrire a noi giovani maggiori opportunità di dialogo e di ascolto”.

∂48∂

“A mettervi sotto esame per confutarvi saranno di più: quelli che finora trattenevo, di cui voi non vi accorgevate; e saranno tanto più duri quanto più sono giovani, e tanto più ne sarete irritati” Socrate


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IMPRESE E IMPRENDITORI

OTTICA MANCINI (Pre)fissati per gli occhiali

L’Ottica Mancini, storico negozio anconetano, arrivato alla soglia dei 46 anni di attività, continua la sua crescita e lancia una nuova linea tutta dedicata al capoluogo di regione, la 071. Perché Ancona è la città dove tutto è iniziato nel 1969 e dove ancora adesso la storia dell’ottica continua, sotto la guida dei fratelli Massimo, Stefano e Mauro Domizi, soci anche di Grandi Ottiche Italiane. Serena Mestroni, del settore post vendita e marketing, ci ha raccontato l’evoluzione del mercato ottico italiano e l’attività del gruppo di Silvia Baldini Ph. Ottica Mancini

Q

uando inizia la vostra attività? “L’attività è iniziata 46 anni fa, nel 1969, quando Sauro Mancini aprì la prima Ottica Mancini. Nel 1988, poi, entrò a far parte del team Massimo Domizi, il quale rilevò l’azienda 13 anni fa e ne divenne il nuovo titolare. Tra maggio e novembre del 2012 sono stati poi aperti due nuovi punti vendita: nell’ordine, Grandi Ottiche Italiane, che si trova nei pressi dell’entrata autostradale di Ancona Sud, e Iridium, che invece si trova in centro ad Ancona, in Corso Mazzini. Dalla forte volontà di innovazione da parte del titolare e dei suoi due fratelli, nasce l’idea e la produzione della la linea 071, inaugurata il 18 aprile 2014, il cui slogan è proprio “(pre)fissati per gli occhiali”, riprendendo il logico collegamento con il prefisso telefonico di Ancona. 071 nasce non solo dalla volontà di avere una linea di occhiali dedicati alla città, ma anche per unire la qualità di un prodotto italiano, fatto con materie prime eccellenti, all’esperienza. Questa ha permesso di non commettere gli errori fatti dagli stylist che spesso non si intendono di ottica, mettendo sul mercato prodotti di effetto ma a volte difficilmente utilizzabili. Inoltre, la produzione artigianale ci permette di avere i pezzi di ricambio, cosa sempre più difficile nelle griffe che, per stare al passo con la moda, tolgono molto

presto dalla produzione i modelli commercializzati, costringendo il cliente a cui l’occhiale si è rotto, ad acquistarne uno nuovo”. Da chi è composto il team di lavoro? “Considerando il direttivo, questo è composto dai tre fratelli Domizi, Massimo, Stefano e Mauro; invece, prendendo in esame anche la forza vendita, parliamo di 14 dipendenti, suddivisi nei tre negozi, tutti ottici diplomati, molti di loro da lunga data”. Come si presenta il mercato ottico in questo momento? “Stando ai dati nazionali, in questo momento il settore sembra in lieve recupero, le previsioni sono buone e le aziende si stanno muovendo nella ricerca di nuovi materiali e nuove forme”. Voi lavorate in un centro urbano di dimensioni medio-piccole. Negli ultimi anni la crisi si è fatta sentire qui oppure non ne avete risentito particolarmente? “Nel negozio storico di Corso Carlo Alberto la crisi si è sentita marginalmente mentre nei due nuovi punti vendita le difficoltà sono state maggiori, ma si sta cominciando a entrare nei parametri regolari. Ciò che di più abbiamo notato è stata la propensione della clientela a

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IMPRESE E IMPRENDITORI

I fratelli Massimo, Stefano e Mauro Domizi

Il modello Piazza del Papa

puntare meno sul brand e più sulla qualità e anche per questo abbiamo scelto di creare la nostra linea 071”. Quali sono le novità in campo ottico più importanti in questo momento? “Sicuramente la scelta dei materiali di nuova generazione, anallergici, biologici e naturali come il legno e il sughero; c’è anche molta attenzione alle lenti, soprattutto in merito alla protezione per l’esposizione ai raggi solari. Si ricercano nuove tecnologie per l’eliminazione dei riflessi e per le protezioni antigraffio, antipolvere e antimacchia”. Dal punto di vista dello stile, invece, quali linee andranno per la maggiore

per l’autunno 2015? “Per la stagione autunnale, pur essendo in dirittura di arrivo per l’anno in corso, si prevede la conferma dei modelli ‘panthos’, ossia con forme rotonde, e si ripropone al pubblico l’occhiale in metallo che era stato un po’ sottovalutato negli ultimi anni”.

creare nei cittadini un senso di appartenenza alla propria città natale, ma anche per i turisti, perché abbiano un ricordo della città visitata. Il pubblico sembra aver ben risposto a questa iniziativa: in poco più di un anno sono stati venduti circa mille occhiali: considerando l’esclusività del prodotto non possiamo lamentarci”.

Quale risposta state osservando dal pubblico rispetto al lancio della linea 071? “La serie è nata per volontà di creare un prodotto di qualità, semplice ma con una buona calzata, fatto con ottimi materiali e con una gamma di colori esclusivi. La scelta di dare ai modelli i nomi delle vie e dei luoghi tipici di Ancona è stata studiata per

Una stima dei gusti degli anconetani: quali le vie, le piazze, i monumenti e le spiagge più graditi e venduti? “Il modello più venduto in assoluto è stato il modello Passetto, seguito a ruota dal modello Palombina; buon riscontro hanno avuto anche i modelli Portonovo, Mezzavalle e Piazza del Papa”.

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IMPRESE E IMPRENDITORI

TRE, DUE, UNO…IN ONDA Radio Arancia, quarant’anni di storia e successi

La radio dei marchigiani: è questo Radio Arancia, una delle emittenti più seguite della regione, come emerso dall’ultimo sondaggio di Mondo Lavoro, e tra le prime a nascere ad Ancona, dopo la liberalizzazione degli anni ‘70. Luigi Brecciaroli, oggi a capo del Gruppo Arancia, racconta l’avventura di una vita nel mondo radiofonico, iniziata quando aveva solo 14 anni di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi – Radio Arancia Elaborazione grafica: Claudia Giuliodori

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ottor Brecciaroli, la storia di Radio Arancia inizia diversi anni fa. Ci racconta come è cresciuta negli anni e qual è stato il suo percorso in questa emittente? “Radio Arancia nacque nel 1976 come cooperativa di giovani che intrapresero questa attività quando esplose il fenomeno delle radio libere. Forse fu la seconda radio a nascere ad Ancona in quegli anni, dopo Radio Emmanuel. All’inizio in molte di queste nuove realtà radiofoniche ci fu l’entusiasmo per la novità, poi arrivarono le prime spese e divenne fondamentale cercare la pubblicità per il sostegno economico. Qualcuno seppe cavalcare queste onde, altri no: così sopravvissero solo certe realtà, tra cui, nel nostro territorio, Radio Arancia. Io ho iniziato a fare radio a 14 anni, facendo la gavetta a Radio Velluto di Senigallia, la mia città; poi dopo un anno mi è stata concessa la prima trasmissione in quella stessa radio, alle 4.30 del mattino. Ovviamente non la sentiva nessuno, ma io e un amico correvamo in radio per poter andare in onda, tanto era l’entusiasmo. Ho parallelamente iniziato a fare il Dj in discoteca e, compiuti 18 anni, la radio è diventata un mestiere. A 20 anni sono passato a Radio Arancia: ero all’università, studiavo e lavoravo, per mantenermi”.

Come è avvenuto il passaggio, o meglio l’integrazione, fra la comunicazione del divertimento, ovvero quella delle discoteche, e la giornalistica? “Si è trattato di un processo naturale per me, perché, pur venendo dal mondo delle discoteche, volevo diventare giornalista. Così ho iniziato a lavorare anche per la Gazzetta di Ancona, diventando corrispondente per la pagina di Senigallia. Avevo 25 anni e nel contempo continuavo a fare radio. Nel frattempo, nelle discoteche ero cresciuto di grado, diventando, da Dj, responsabile della comunicazione e direttore artistico, ovvero la persona che studiava le strategie di marketing dei locali. A 30 anni è nato il desiderio di mettermi in proprio, ma servivano grandi investimenti per avere una radio. Così ho messo su una squadra di Pr, uno staff, con cui andavo in giro a fare l’outsourcing nelle discoteche. In sostanza, portavo i clienti alle serate a cui partecipavamo. Così abbiamo continuato fino al 1996, quando, con i proventi del lavoro, abbiamo rilevato Radio Arancia”. Gli anni ’90 sono stati anche quelli della prima diffusione massiva della tecnologia digitale, con il lancio del World Wide Web. Il passaggio dall’analogico al

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digitale cosa si è portato dietro? “Quando è arrivata la tecnologia digitale è cambiato tutto, in maniera ancora più profonda, dopo i cambiamenti già avvenuti tra gli anni ’70 e ’80. All’inizio, tra l’altro, il mio rapporto con il computer era pessimo: non sopportavo quello strano strumento a cui nessuno di noi era abituato. Avevo però intuito le potenzialità che nascondeva, anche grazie al fatto che ho un fratello programmatore di computer. Con l’evoluzione dei primi applicativi, piano piano, ho iniziato a vedere che cosa il computer consentiva di fare. Nel ’96 ho pensato che se quelli erano gli scenari di evoluzione, la comunicazione poteva diventare multimediale. E in quell’anno, al momento dell’acquisizione di Radio Arancia, l’idea è stata quella di creare un gruppo multimediale, ovviamente dovendo affrontare anche le difficoltà economiche e di gestione di una struttura di quel tipo. Era la passione, però, a reggere la fatica”. Oggi come si sostiene una radio, visto il momento economico critico? “Mettendo in campo tutto quello che si ha a disposizione, in termini di idee ed energie. In realtà, io non ricordo tempi di prosperità assoluta, nemmeno negli anni ’80. Era comunque difficile fare questo mestiere e trovare validi investimenti pub-


IMPRESE E IMPRENDITORI

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IMPRESE E IMPRENDITORI blicitari, perché girava più denaro, ma non era semplice nemmeno allora far capire a un industriale che doveva tirare fuori denaro per la pubblicità. Perciò oggi non faccio un lavoro diverso da allora. Quello che è cambiato è l’oggetto che io adesso vendo, ovvero non più il mezzo radio, ma la comunicazione in sé. E devo essere in grado di fare una comunicazione di qualità, se voglio ottenere risultati. Il cliente deve avere un risultato soddisfacente; mio compito è realizzare la cosa giusta e valutare il feedback, per fidelizzare il cliente stesso. In questo senso, la crisi aiuta perché elimina tutti coloro che, facendo comunicazione, finora hanno fatto lavori approssimativi che ovviamente oggi non reggono la concorrenza dei migliori”. Il fatto che tutti oggi possano usare certi mezzi, come quelli radiofonici sul web, può portare al rischio di un appiattimento della comunicazione e a un’omologazione del mestiere giornalistico? “In realtà credo che questo fenomeno possa far sì che emerga la qualità: se un altro fa una cosa più bella della mia usando i mezzi digitali oggi disponibili per tutti, significa che è più bravo. Dovrò studiare per stargli dietro, specializzarmi, accrescere le mie qualità per saper usare al meglio quegli stessi mezzi. E questo, a mio parere, può generare un ritorno positivo per la comunicazione. Le persone sono differenti e non tutte hanno le stesse qualità; è giusto che avanzi chi è davvero bravo e chi lo diventa con il lavoro duro, e questo, se si usano mezzi simili, alla fine si vede”. L’esistenza di più media che anche voi avete integrato, come radio, web radio, video e il portale di informazione NewsMarche, cosa vi ha portato? Questi strumenti hanno tolto ascoltatori alla radio tradizionale o no? “La presenza di più piattaforme porta, a mio parere, una massa critica maggiore, più che togliere alla radio tradizionale fette di ascoltatori. I mezzi diversi si aiutano a vicenda e nella stessa azienda consentono di arrivare a una platea più ampia di persone. Il loro uso integrato, inoltre, aumenta la notorietà stessa dell’azienda. Oggi la piazza è affollata da molti mezzi, a cui io non credo, nemmeno nella radio, perché non ne basta uno solo per arriva-

re al risultato. Ognuno va verso un target diverso e ognuno serve per un determinato scopo. Con ciascuno ci si rivolge a una certa platea, e l’obiettivo è estenderla, per avere più opportunità di raggiungere il risultato. Anche con Facebook vale questo discorso. Il mondo digitale è affascinante, perché consente di integrare il mezzo televisivo con il radiofonico e con quello fotografico, in un lavoro di creazione continuo”. Dunque ha trovato delle analogie con il lavoro che faceva da Dj, pieno di creatività ed estro? “Sì, ho trovato degli elementi simili. Allora ero a metà strada tra il tecnico, che doveva conoscere il mezzo musicale, e una figura più creativa, artistica, che doveva capire le persone, per trasmettere qualcosa con i pezzi musicali. Ora il digitale mi spinge a fare lo stesso lavoro: serve studio, ricerca e sapienza tecnica per poter trasmettere con mezzi diversi certi tipi di contenuti, certi messaggi. Rispetto a un tempo, poi, oggi il digitale consente a tutti di esprimersi al massimo, perché molti mezzi sono accessibili ai più: dunque la differenza, sul lavoro, la fa la qualità della persona che usa il mezzo, non più il mezzo in sé. Questo avveniva un tempo con gli strumenti analogici, che erano di più alto livello se si lavorava in Rai, di più basso livello se si operava nelle emittenti locali”. Il fatto di essere su Facebook con la radio ha un’utilità? “La radio sui social, in generale, aiuta a diffondere la comunicazione. Ormai Facebook è diventato uno strumento di moda, la sua diffusione si deve anche a questo. Comunque la radio, per sua natura, vive di immediatezza e per il contatto diretto con gli ascoltatori è molto più efficace l’uso di WhatsApp, mentre con Facebook si raggiunge la fetta di pubblico che in quel momento non è in onda. Detto questo, è anche vero che la radio tradizionale non ha perso il suo appeal: non a caso Radio Arancia fa ben 70mila contatti al giorno. Un numero che va sommato a quelli delle altre radio del gruppo, Radio Conero, Radio Velluto e Radio Sportiva, e che ci consente di dire di avere un ottimo riscontro, ancora, dagli ascoltatori marchigiani”. Sul web ora sono disponibili molti mezzi

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di fruizione musicale accessibili a tutti. Possono fare concorrenza alla radio oppure no? “Sono strumenti il cui sviluppo va seguito con molta attenzione: chi fa radio deve porsi il problema di come sopravvivere a questi. Parlo di mezzi come Spotify, Google Play Music, Apple Music. Questi possono uccidere le radio di sola musica e questo è un tema da affrontare. Si tratta di un fenomeno che porterà a fare ragionamenti precisi: a questo punto bisogna dare molti contenuti di qualità. Devo dare una risposta alla domanda ‘perché ascolto la radio’, se ho molti altri mezzi per fruire lo stesso contenuto musicale. L’ascoltatore cercherà sempre di più i contenuti in radio, non più la musica, che troverà altrove. Allora bisognerà potenziare, come produttori di contenuti radiofonici, il contenuto di parola e l’informazione. E questa va fatta con le persone giuste, con giornalisti preparati, che oggi è difficile assumere, per le condizioni del mercato italiano. In questo l’Italia deve cambiare molto, per non rimanere avvitata su se stessa”. Radio Sportiva è l’ultima nata del gruppo. Perché l’idea di crearla? “Con i miei quattro soci stiamo facendo un grande lavoro sul mercato, andando a cercare nuovi spazi da coprire. Radio Sportiva nasce proprio in questo senso, per potenziare il discorso contenutistico: è un esempio di radio che va a puntare su un certo tipo di informazione, perché è dedicata tutta allo sport, e aggredisce una nicchia di ascoltatori precisa. Si tratta di un esempio di syndication, che è il sistema per cui un insieme di emittenti cede una parte della loro programmazione a una produzione nazionale. In questo modo riesco anche ad esportare i miei contenuti a livello nazionale, costruendo collaborazioni con altri. E se Radio Sportiva fino a settembre ha mandato in onda programmi di copertura nazionale, ora integriamo con contenuti nostri, relativi al locale. Se si fa la radio locale, infatti, bisogna produrre programmi con l’occhio al territorio. E qui ritorna il discorso dell’importanza dei contenuti di qualità, gli unici in grado di attrarre davvero un pubblico ormai sopraffatto da un’omologazione al ribasso di ogni produzione”.


IMPRESE E IMPRENDITORI

Antonio Trionfi Honorati

CANAPA, UNA PIANTA “STUPEFACENTE”

Ci si fanno pasta, pane e formaggio, ma anche olio e vestiti. Per lungo tempo la canapa è stata una coltura tradizionale della Vallesina, e nell’800 anche la flotta inglese si riforniva delle corde di fibra prodotte dai mastri cordai di Jesi. Questa è la storia del ritorno della canapa in un territorio che la conosce da sempre, e in cui non è stata mai dimenticata di Silvia Baldini Ph. Azienda Agraria Trionfi Honorati

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on ha bisogno di nulla, non ti chiede nulla, ma in compenso ti copre, ti scalda, ti sfama”. Così descrive la canapa, con parole che raccontano di un amore speciale per la terra, Antonio Trionfi Honorati, titolare dell’omonima azienda di Jesi. Architetto, dodici anni fa ha scelto di dedicarsi all’agricoltura e alla sua azienda e adesso, da sei, coltiva la canapa e ne sperimenta nuove varietà per uso alimentare e cosmetico, ma anche per esperimenti di bioedilizia e per la lavorazione dei tessuti. Un’avventura iniziata per caso, una sera, parlando con un amico durante una cena. Ecco la storia della pianta più curiosa del mondo che, a sorpresa, è una vera e propria coltura tradizionale della Vallesina".

uno dei miei soci. In quel periodo stavo cercando colture alternative alle tradizionali e non appena ho sentito nominare la canapa, ho avuto una sorta di illuminazione. Poteva essere quella la strada giusta da intraprendere. E pensare che fino a dodici anni fa ero un architetto a Roma che non capiva niente di campagna. Forse è per questo che ho avuto un approccio alla gestione dell’agricoltura diverso da altri, senza sovrastrutture che mi legavano per forza a un certo tipo di colture tradizionali. Volevo una coltivazione diversa dalle solite, un prodotto nuovo. Così da lì ho iniziato a fare ricerche e dopo tre mesi ho seminato cinque ettari di canapa. Ero il terzo in Italia, allora, per grandezza di campo che possedevo".

Architetto, perché a un certo punto ha scelto di cambiare vita, diventare agricoltore e dedicarsi a questo tipo di coltura? "E’ nato tutto, in realtà, quasi per gioco, sei anni fa: stavo parlando con una persona che conoscevo ad una cena, che mi ha nominato la canapa. Lui è diventato poi

Dunque sono state curiosità e spirito di iniziativa a portarla su questa strada. La canapa era già conosciuta nelle Marche? "Sì, e la mia idea era anche rilanciare quella che è sempre stata una coltura tradizionale della Vallesina, fino agli anni ’50 e ’60. Da fine ‘800, infatti, le Marche erano una

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regione che produceva cordame con la canapa e le corde della Vallesina servivano tutto il Regno d’Italia. Io ho iniziato investendo in molti ettari, azzardando anche parecchio. L’avventura, comunque, è continuata bene, perché sono riuscito a vendere la fibra. Sono così cinque anni che semino canapa, e tengo circa 9 ettari fissi di campo. Siamo anche riusciti, con quattro soci, a fondare l’associazione Aprocama, per la promozione della coltura della canapa e dei suoi derivati: tre sono produttori della Vallesina e uno è di Montecassiano". Quanto era diffusa cinque anni fa la coltivazione della canapa sul territorio e quanto lo è ora? "Se si pensa che fino al 2010 circa in tutta Italia c’erano 120 ettari di canapa coltivati, mentre ora siamo a 2.500, si può capire quanto sia cresciuta la sensibilità in pochi anni rispetto a questa coltura. Ogni anno c’è stato un raddoppio, perché se ne sono scoperte le enormi potenzialità. Jesi poi un tempo era la capitale delle corde. Si dice che nell’800 armasse con vele e


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Il sapone

Il formaggio

L'olio

cordame la flotta inglese e si racconta anche che tutte le famiglie che avevano figlie da maritare facessero il corredo con la fibra di canapa, seminandola apposta. Anche la città di Macerata, sostengono in molti, si chiamerebbe così perché vi si macerava la canapa. In sostanza, l’Italia rimase, fino agli anni ’50, il secondo produttore di canapa mondiale dopo l’Unione Sovietica. A fine anni 4’ 0 c’erano centomila ettari coltivati in tutta Italia e il 50% di tutta la canapa che si coltivava era nel triangolo Ferrara, Modena, Bologna; anche la parte di Jesi era molto importan-

te. Oggi la canapa è apprezzata ovunque, dalla Finlandia alla Tunisia, ma le varietà italiane sono scomparse dopo il ’58, dopo il tracollo nella produzione. Per fortuna ci sono state alcune università che ne hanno conservato dei semi, ripiantandoli per non perderli; si tratta di quattro-cinque varietà. Oggi così abbiamo la Carmagnola, la varietà più antica, la Fibranova, e se ne stanno selezionando delle altre". Perché ci fu il crollo della canapa nel dopoguerra anche nella Vallesina? "Tutto iniziò negli anni ’30 in America,

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quando la canapa fece paura ai grandi produttori di petrolio. Tra questi c’era anche la nota famiglia Rockefeller. Così si fece passare il messaggio che la canapa era l’erba del demonio, nociva. E pensare che la Costituzione americana è scritta su carta di canapa; nel ‘37 fu emesso infine il Drug Act che mise la canapa fuorilegge. In Italia, sotto Mussolini, la canapa continuò a essere prodotta e il Paese era il primo produttore al mondo per la qualità della fibra che si otteneva. All’epoca non si usava il seme. Dopo la guerra, ci si ridusse a 160 ettari circa di canapa coltivati, una


IMPRESE E IMPRENDITORI cifra molto modesta rispetto al passato. Nel ’77, poi, il governo Cossiga emanò una normativa per cui la canapa venne messa fuori legge anche da noi. Questa situazione durò fino al ‘96, quando lo Stato ne permise di nuovo la coltivazione danso alcuni interessanti contributi. Però venivano richieste misure estremamente vincolanti, come guardie armate e recinzioni e questo è andato avanti fino al 2002, quando venne data la possibilità di coltivare canapa con il solo obbligo di comunicazione, non più autorizzazione". Quante varietà di canapa coltiva lei ora? "Ogni anno semino tre varietà diverse di canapa, perché voglio capire quali varietà estere, oltre alle italiane, possano attecchire bene da noi, per l’uso del seme e della fibra. Ho già una casistica che mi dice che due o tre tipi diversi di canapa possono funzionare bene. La cosa interessante è la continua sperimentazione che bisogna fare sulla canapa stessa. E poi il segreto della canapa è la sua riconoscibilità immediata: la sua immagine attira sempre molto". Lei produce olio, farina, pasta e formaggi, oltre ai prodotti di uso cosmetico. C’è stata un’evoluzione nella conoscenza del prodotto e delle sue caratteristiche? "Negli ultimi due anni c’è stata una forte spinta alla scoperta delle proprietà della canapa. Questo è l’alimento in natura che ha la maggiore quantità di Omega 3 e Omega 6 nella proporzione ideale per l’assunzione da parte del corpo umano. La canapa è un prodotto molto bilanciato: si pensi che con 3 grammi di olio di canapa al giorno si ha un fabbisogno nutrizionale eccellente, perché si assume la giusta dose di Omega 3 e Omega 6 quotidiana. L’olio è anche un antinfiammatorio naturale: funziona come supporto alla medicina nei casi di morbo di Chron, o per la psoriasi; i suoi effetti benefici sono certificati da lavori scientifici e da pubblicazioni. Inoltre vi si possono fare case e vestiti, o anche le bioplastiche e i pannelli isolanti. La canapa è utilizzata anche per la fitodepurazione dei terreni dai metalli pesanti. La varietà di usi è incredibile, non si butta niente della pianta e noi non buttiamo nemmeno la foglia, con cui facciamo il pesto di canapa".

Qual è la sensibilità oggi nei confronti del prodotto? "Si sta sdoganando molto: nel nostro agriturismo proponiamo ai clienti gli alimenti che facciamo con la canapa e nel mese di settembre promuoviamo la festa dedicata a questa coltura. Ormai la facciamo da quattro anni e la gente è molto partecipe. Si tratta di una grande festa popolare, con i mercatini correlati: un mio socio fa la lavorazione in diretta della birra con la canapa, altri la tintura delle stoffe di canapa con i colori naturali, altri ancora la carta, e così via. Viene anche l’ultimo mastro cordaio di Jesi a mostrare come si facevano un tempo le corde di canapa; una vera ricchezza storica locale. Ci sono poi stand in cui vari produttori legati direttamente o indirettamente alla canapa espongono i loro prodotti. La manifestazione è cresciuta di dimensioni negli anni, tanto da spingerci a spostarla in azienda, per avere più spazio". Chi è interessato al prodotto alimentare? "Molti tipi di persone: lo scorso anno alla manifestazione Pane Nostrum di Senigallia un pizzaiolo ha mostrato la lavorazione con la farina di canapa e in quella occasione noi abbiamo venduto molti quintali di farina. A comprare la farina, ad esempio, è anche gente comune che si vuole divertire a fare il prodotto in casa, come il pane; altri comprano l’olio perché fa bene al colesterolo, per esempio. L’interesse per l’olio è legato più al discorso curativo che a quello della degustazione, per il momento. Si tratta, infatti, di olio di semi ed è molto nocciolato, ha una consistenza particolare. La cosa interessante è che con l’olio di canapa ci si può sdoganare dall’olio di oliva e provare una soluzione alternativa, altrettanto valida e sana. Poi c’è la curiosità che porta molti a provare il biscotto di canapa e altre cose. Il segreto è il passaparola: una volta offerto il prodotto gratis, in occasione di fiere o manifestazioni simili, poi la gente ne segnala la bontà e lo acquista. Un’altra cosa che attira molto è anche il fatto che il prodotto sia del territorio e che si rispettino certe regole per la coltivazione. Una volta conosciuta la genuinità del prodotto e le sue caratteristiche, si riesce a ottenere un riscontro positivo dalle persone, ma ci vuole tempo per far passare il messaggio del prodotto a chilometro zero, genuino e

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innovativo, per molti aspetti". Quindi cultura, sperimentazione e approccio creativo anche in agricoltura. Si porta dietro molto del suo passato di architetto in questo nuovo mestiere… "Sì, per me aver ritrovato degli elementi di creatività nel lavoro agricolo è stato fondamentale, perché è una mia propensione naturale, che non posso cancellare. Il lavoro sulla terra, cosa che non mi aspettavo, ha molti caratteri creativi e questo mi aiuta ancora di più a essere me stesso. In particolare la canapa è stata un terreno di scoperta per me, e la lavorazione di sempre nuovi prodotti soddisfa la mia vena creativa. La base di tutto è la curiosità. Bisogna innovare e sperimentare, avere il desiderio di farlo: solo così si può andare avanti e portare a casa sempre nuovi risultati". L’ultima frontiera è la cioccolata: si può fare anche questa con la canapa… "Abbiamo provato con successo la strada della cioccolata: al maestro cioccolatiere io mando l’olio di semi di canapa e lui realizza il prodotto finale. Facciamo cioccolato spalmabile, con il 20% di olio di canapa. Questa cioccolata fa bene, si può mangiare in quantità. Appare molto interessante incrociare persone con diverse competenze in grado di realizzare, con la stessa materia prima, prodotti diversi; anche questo fa parte della sperimentazione e del processo creativo insito in questo lavoro". Si è creata una sorta di filiera, dunque. Può crescere e diventare potenzialmente interessante, dal punto di vista economico, per il territorio della Vallesina? "Quello che si sta creando nella zona di Jesi e non solo è molto importante, perché si sta sviluppando un vero e proprio indotto, un’economia locale per ora di piccoli numeri, ma con ottime potenzialità. Se si pensa che per la pasta, per esempio, con un etto di canapa si può arrivare a fare cinque quintali di farina, dunque diecimila pacchetti di pasta da mezzo chilo, si comprende la potenzialità del commercio della stessa; la cosa più complessa da costruire, su cui stiamo lavorando, è proprio unire le competenze differenti e creare la filiera. Una volta fatto questo, la strada verso il futuro è aperta".


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PROGETTO 'NOW MARCHE IMPRESA DONNA'

Formazione per le donne imprenditrici per vincere la crisi e crescere in competitività Una nuova sinergia tra pubblico e privato promossa dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche di Asmae Dachan

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ottoressa Adriana Celestini, vuole presentarci il progetto 'Now Marche Donne e Impresa', promosso dalla Commissione da lei presieduta? Quali sono gli obiettivi principali? A chi è rivolto? “Il progetto 'Now Marche Donne e Impresa' voluto dalla Commissione Pari Opportunità tra uomo e donne della Regione Marche è volto alla creazione di una rete tra le imprenditrici marchigiane realizzabile tramite un portale web denominato Now Marche e alla creazione di un corso di formazione di management e marketing a loro indirizzato. La finalità del progetto è quella di fornire alle imprenditrici le conoscenze di base sulle opportunità che un modello organizzativo di tipo aggregativo può offrire in termini di aumento

della competitività sul mercato, accompagnandole alla partecipazione ad una rete di donne imprenditrici per sostenere uno scambio di esperienze e di conoscenze tra professioniste utile ad una crescita dei propri orizzonti a volte troppo legati al localismo di appartenenza. La necessaria attività formativa prevista ha lo scopo di fornire nozioni generali di management e marketing al fine di sostenere il loro percorso di crescita personale e professionale, a supporto della commercializzazione strategica dei prodotti e dei servizi. Il tutto sfruttando appieno le potenzialità innovative del sistema integrato dei social network. L’evoluzione verso la piattaforma del web 2.0 consentirà alle imprenditrici di usufruire dell’attività formativa anche da remoto ed avere anche consulenze

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IMPRESE E IMPRENDITORI personalizzate senza quindi che il corso rubi tempi al lavoro e alla famiglia. Inoltre, nella formazione, sarà affrontata la tematica della coniugazione di vita professionale e familiare così importante per le donne lavoratrici soprattutto quando sono presenti figli minori da seguire. Durante il corso, infatti, verrà offerta l’opportunità di riflettere sul proprio stile educativo, sulle modalità educative attivate con i propri figli, sulle disfunzionalità relazionali prevalenti e sulle strategie attivabili al fine di assicurare la promozione di dinamiche familiari funzionali e tutelanti il benessere psicofisico dei figli”.

Quale percezione avete avuto durante la fase di lezioni in aula? Cosa chiedono oggi le imprenditrici donne? “Le imprenditrici si sono incontrate durante le lezioni in presenza, rese necessarie per comprendere il grado di preparazione di partenza delle singole donne (12ore su un monte di 80 ore di corso). In queste sedute comuni hanno cominciato ad interagire tra loro e a fornire ai docenti suggerimenti sugli argomenti delle lezioni a loro più utili. Commercializzazione, marketing, utilizzo della comunicazione via web come per esempio i social media sono stati gli argomenti più richiesti”.

Il progetto vede partnership importanti, sia tra i privati, sia nel pubblico. Come è nata questa sinergia? “Nella realizzazione del progetto la Commissione Pari Opportunità (Cpo) regionale ha avuto dei partner: l’Ombudsman delle Marche, garante per la tutela dei diritti dell’infanzia e adolescenza in considerazione della rilevanza attribuita dal progetto alla coniugazione di vita professionale e familiare delle imprenditrici; i Comitati di imprenditoria femminile delle Camere di Commercio della regione Marche che saranno rappresentativi di tutte le donne imprenditrici loro afferenti. Il ruolo dei Cif sarà quello di essere trait d’union tra le imprenditrici. Inoltre parteciperanno al comitato di controllo sullo svolgimento del progetto e cureranno la supervisione della gestione del network e del suo portale. La gestione operativa del progetto è affidata a Sida Group Srl. La sinergia tra i partner è nata dalla condivisione della volontà di sostenere l’imprenditoria femminile fortemente penalizzata dalla crisi che, in questi anni, ha attraversato il nostro paese”.

Durante la fase di e-learning, che si chiuderà a fine anno, come vi relazionerete con le iscritte? “La fase e-learning si svilupperà nel portale Now Marche che servirà da ponte anche per le comunicazioni tra la Commissione e le imprenditrici. Inoltre la dottoressa Cristina Panara responsabile per la Sida Group Srl del corso di formazione e della cura del portale sarà il trait d’union tra la Cpo, i Cif e le imprenditrici”.

Che tipo di risposta avete avuto dal mondo dell’imprenditoria femminile? “Il progetto è stato subito apprezzato dalle imprenditrici che componevano i Cif e sponsorizzato all’interno delle proprie Camere di Commercio. Quando poi sono state sensibilizzate le donne dei territori, queste hanno subito risposto positivamente, stimolate dalla possibilità di fare formazione in remoto e quindi di non sottrarre troppo tempo al loro lavoro e alla loro famiglia dovendosi recare nelle località di lezione in presenza”.

Quanto conta oggi fare formazione per affrontare e superare la crisi? “Certamente la crisi economica che ha devastato il sistema imprenditoriale del nostro paese ha messo a nudo anche le lacune che troppo spesso hanno accompagnato il tessuto d’impresa. Il rifiuto dell’utilizzo dei nuovi metodi di commercializzazione, il marketing non al passo dei tempi e dei mutamenti degli orientamenti dei mercati hanno avuto un peso notevole nel ridimensionamento delle piccole e medie imprese. L’arroccamento nel proprio orticello senza cercare al di fuori dei propri confini possibilità di incontri sinergici ha fortemente indebolito imprese singole e piccole. Quindi, formarsi sui nuovi modelli di comunicazione, di commercializzazione, formarsi a visioni d’impresa agili e che sappiano mettersi in sinergia con altre imprese è fondamentale per affrontare e superare la crisi”. Quali sono le prossime iniziative che vedranno impegnato l’assessorato? “Questo progetto è stato l’ultimo di questa Commissione che sarà rinnovata in autunno e che affronterà nuovi impegni in base alle sensibilità di chi la comporrà. Io non ne farò parte per mia libera scelta,

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visto che ho ricoperto il ruolo di Presidente per due mandati e ritengo giusto lasciare ad un’altra la guida della Commissione e la possibilità di vivere le belle esperienze che ho vissuto io. La crescita passa anche nel saper fare un passo indietro e fare spazio alle altre donne. In cinque anni di lavoro la Cpo che ho presieduto, formata da 21 donne provenienti da tutta la regione, ha dato vita a numerosi progetti che hanno riguardato le donne del territorio regionale sempre nel rispetto della mission della Commissione stessa. Spingere le donne ad una sempre crescente partecipazione alla vita democratica, aiutarle nella loro autodeterminazione e al raggiungimento della pari opportunità in ogni ambito della vita sociale e lavorativa, sostenerle quando le donne diventano soggetto debole della società perché oggetto della violenza in ogni sua forma: fisica, psicologica, economica, omofobica, sociale”. Cosa serve, secondo lei, affinché le Pari Opportunità non abbiano più bisogno di un impegno dedicato, ma diventino un elemento culturalmente condiviso e riconosciuto? “Sono trascorsi venti anni dalla quarta conferenza mondiale delle donne a Pechino, dove era stato sancito che tutti gli stati dovevano applicare azioni per il raggiungimento delle pari opportunità. Ebbene siamo ancora qui a lavorare per far si che quanto scritto sulla Costituzione del nostro paese diventi realtà conclamata. Sicuramente sarà necessario lavorare ancora di più sul cambiamento culturale che partendo dalle famiglie, dalla scuola, dal mondo associativo porti a buttare via stereotipi antichi e costumi retrogradi. Però ricordiamoci che il cambiamento culturale per essere reale deve toccare tutto il tessuto sociale e quindi bisognerà arrivare anche là dove l’indifferenza o l’ignoranza permettono l’esistenza di divari tra uomo e donna senza troppi clamori d’indignazione. Per quanto riguarda la nostra regione credo sia emblematica l’esclusione della doppia preferenza dal nuovo regolamento elettorale regionale e che non ha permesso a molte donne di poter sedere nella nuova Assemblea della Regione Marche. E si che da tempo le donne hanno dimostrato di saper governare bene le cose pubbliche tanto quelle private”.


CONTRIBUTI & INCENTIVI

Contributi & incentivi a cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Sida Group srl

¬ MARCHE ¬ MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Voucher per l'internazionalizzazione" Saranno a breve disponibili contributi a fondo perduto sotto forma di VOUCHER , ovvero un sostegno economico a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati oltreconfine attraverso una figura specializzata (il cd. Temporary Export Manager o TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. SCADENZA: dal 02/09/2015 MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Ricerca e sviluppo" A breve saranno disponibili i 400 milioni di euro che il Ministero dello Sviluppo economico ha destinato alle imprese che investono in grandi progetti di Ricerca e Sviluppo (R&S). Con la firma del decreto ministeriale attuativo sono

stati infatti definiti i termini, le modalità per la presentazione delle istanze preliminari e di quelle definitive e le modalità di applicazione dei criteri di valutazione per i bandi Ict – Agenda digitale e Industria sostenibile. Per il primo bando le istanze preliminari potranno essere presentate dal 25 giugno 2015, per il secondo dal 30 giugno 2015.

start-up innovative ad alto contenuto tecnologico per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’ economia digitale, per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e per incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero. Il finanziamento agevolato è pari al massimo al 70% delle spese sostenute. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Crescita: R&D, settore ICT e industria sostenibile"

REGIONE MARCHE "Voucher per la progettazione comunitaria"

Al via due interventi del Fondo per la crescita sostenibile per la promozione di grandi progetti di ricerca e sviluppo nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione elettroniche (ICT), coerenti con l’Agenda SCADENZA: digitale italiana, e nel settore fino ad esaurimento fondi della cosiddetta industria sostenibile. I progetti dovranINVITALIA no prevedere spese ammissibili comprese tra 5 mln € "Smart&Start" e 40 mln €, con un mix di agevolazioni tra finanziamento Smart&Start Italia sostiene agevolato (max 60%) e fondo la nascita e la crescita delle Voucher per la copertura delle spese di progettazione sostenute dalle aziende in fase di presentazione domanda. Il contributo massimo erogabile è pari ad € 5.000,00

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perduto (max 15%). SCADENZA: in fase di attivazione

MISE "Credito d'imposta assunzioni" Le istanze potranno essere presentate dalle imprese, in modalità telematica attraverso una specifica piattaforma informatica, a partire dal 15 settembre 2014 per le assunzioni effettuate dal 26 giugno al 31 dicembre 2012. Per le assunzioni effettuate nel corso del 2013, le istanze potranno essere presentate a partire dal 10 gennaio 2015. SCADENZA: fino a esaurimento fondi

FONDI INTERPROFESSIONALI "Sostegno alla formazione" I fondi interprofessionali sono stati istituiti per favorire la formazione dei lavoratori e sono aperti a soddisfare i fabbisogni formativi della singola impresa, partecipando


CONTRIBUTI & INCENTIVI ai bandi emessi dal Fondo. SIDA Group affianca l'azienda, supportandola nella scelta del Fondo Interprofessionale, elaborando e gestendo i progetti formativi aziendali e interaziendali, svolgendo tutti gli adempimenti burocratici previsti.

REGIONE MARCHE "Progetti Bottega-Scuola" Sono a disposizione contributi alle PMI della Regione che prevedono l'assunzione di borsisti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L'entità del contributo è pari ad € 7.000,00. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Crescita Sostenibile" Il bando finanzia, attraverso finanziamenti a tasso agevolato, iniziative e progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale per la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi e per il miglioramento degli stessi. I progetti devono avere durata tra 18 e 36 mesi, essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e di importo compreso tra 800 mila e 3 milioni di euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal 30 settembre 2014. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO "Fondo Centrale di Garanzia

stituzione di un fondo (Fondo Genesi), per la concessione di garanzie sui finanziamenti. Destinatari finali sono le PMI iscritte al Registro delle Imprese dal 1° gennaio 2012. L'importo massimo della garanzia potrà essere pari ad € 30.000, nella misura massima del 30%.

per le PMI" Con il Fondo di Garanzia le PMI possono accedere a diversi tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti, avendo a supporto una copertura massima dell'80% del finanziamento, fino ad un massimo di € 2,5 milioni.

SCADENZA: a sportello

SCADENZA: fino ad esaurimento fondi REGIONE MARCHE - BANCA MARCHE - SIDA GROUP "Prestito d'onore Regione Marche" Obiettivo è quello di sostenere la creazione di 400 nuove imprese, attraverso finanziamenti agevolati concessi sull'onore ovvero non assistiti da alcun tipo di garanzia (fino a € 25.000,00 per le ditte individuali, e fino ad € 50.000,00 per le società) e la previsione di servizi gratuiti di assistenza tecnica personalizzata (tutoraggio) per i primi 12 mesi di attività. SCADENZA: 30/04/2015

MISE E CASSA DEPOSITI E PRESTITI "Sabatini Bis" Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che istituisce un nuovo strumento per accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese.Alle imprese verrà riconosciuto dal Mise un contributo in conto interessi pari all'ammontare complessivo degli interessi calcolato su un tasso favorevole del 2,75%, ripartito in cinque anni in quote annuali costanti. SCADENZA: fino ad esaurimento fondi

ISMEA ”Agevolazioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura”

CAMERA DI COMMERCIO FERMO "Fondo Genesi per credito a PMI" La Camera di Commercio di Fermo, ha stipulato una convenzione con i confidi che operano sul territorio provinciale, con l’obbiettivo di agevolare l’accesso al credito delle nuove Pmi, tramite la co-

Sono previsti interventi al fine di favorire l’insediamento di giovani nella conduzione di imprese agricole competitive. L’agevolazione prevede contributi in conto interessi per interventi fondiari a cancello aperto, per un massimo di € 1mln per le ditte individuali o società agricole unipersonali, e per un massimo di € 2,5mln negli altri casi. Il premio massimo erogabile è pari ad €

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40.000,00. SCADENZA: Bando sempre aperto

¬ EMILIA ROMAGNA ¬ REGIONE EMILIA ROMAGNA "Progetti di Ricerca industriale strategica" La Regione Emilia-Romagna intende sostenere progetti strategici, che comprendano attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati a sviluppare e diffondere significativi avanzamenti tecnologici per il sistema produttivo, e alla realizzazione di nuovi risultati di rilevanza tecnologica e industriale, di interesse per le filiere produttive regionali, nella forma di dimostratori di nuovi prodotti o nuovi sistemi di produzione. Il contribuito può arrivare fino ad un massimo del 70% delle spese ammissibili. SCADENZA: a partire dal 04/08/2015

REGIONE EMILIA ROMAGNA "Progetti di Ricerca e Sviluppo delle imprese" La Regione intende sostenere e rafforzare le strutture di ricerca e sviluppo delle imprese con nuovo personale laureato e incrementare i loro rapporti con il sistema della ricerca a partire dalla Rete Regionale dell’Alta Tecnologia. Il contributo può arrivare fino al 45% delle spese sostenibili. SCADENZA: a partire dal 02/09/2015


CHI ENTRA E CHI ESCE

Chi entra e chi esce

In questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine e incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano i marchigiani

Lorenzo Mazzieri coordinatore della Protezione Civile Importante riconoscimento per la Protezione civile dell’Unione dei Comuni della Media Vallesina. Il coordinatore Lorenzo Mazzieri è stato eletto referente per la provincia di Ancona della Protezione Civile regionale. “Ringrazio tutti i gruppi di volontari, della Protezione Civile della provincia di Ancona, ha dichiarato Mazzieri, che mi hanno dato questa possibilità. Il mio impegno sarà di conoscerli tutti, ascoltarli e di lavorare a stretto contatto con loro, con grande umiltà, dedizione e passione”.

Roberto Pesaresi lascia il ruolo di ad di Interporto Marche Nella seduta di martedì 21 luglio del Consiglio di Amministrazione di Interporto Marche spa, sono state ratificate le dimissioni di Roberto Pesaresi da Amministratore Delegato della Società. Pesaresi continuerà per il momento ad essere presidente. Assemblea Legislativa delle Marche, Mirco Carloni vice presidente Mirco Carloni è stato eletto vice presidente della Prima Commissione Consiliare dell'Assemblea legislativa delle Marche.

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CHI ENTRA E CHI ESCE

Rotaract Club, eletto il nuovo direttivo Benedetta Rosini è il nuovo presidente del Rotaract Club di Jesi. Nel direttivo entrano Eleonora Angelelli, vice presidente, Sara Catani, tesoriere, Carolina Puppato, segretario, Chiara Petrucci, prefetto. “Il nostro club è un gruppo di amici che condividono ideali e progetti, ha dichiarato Rosini. Gli obiettivi che ci prefissiamo di raggiungere vengono perseguiti con tanta passione, ed è questo il nostro punto di forza. Sicuramente sarà un anno intenso che ci regalerà emozioni e soddisfazioni”. Domenico Maccari coordinatore della Protezione Civile della provincia di Macerata Il nuovo referente per le organizzazioni di volontariato per la Protezione Civile della provincia di Macerata è Domenico Maccari. Francesco Massi è stato nominato ad interim responsabile dei Lavori pubblici. Riccardo Ceccarelli presidente dell'Università degli Adulti Lo storico Riccardo Ceccarelli è il nuovo presidente dell'Università degli adulti della Media Vallesina. Succede a Letizia Saturni, che ha ricoperto l'incarico negli ultimi tre anni. “Il contributo che il neo presidente potrà dare, ha dichiarato il presidente dell'Unione dei Comuni Mirco Brega, conoscendo la sua grande competenza, lo spessore culturale e la passione che ha sempre messo nella valorizzazione del nostro territorio, sarà certamente fonte di stimolo e di crescita per il nostro ateneo”. Alessandro Marini nuovo direttore Asur La Giunta regionale delle Marche ha nominato Alessandro Marini direttore generale dell'Azienda sanitaria unica (Asur) e i direttori delle Aree Vaste. Carmine Di Bernardo (Area Vasta 1), Maurizio Bevilacqua (Area Vasta 2), Alessandro Maccioni, (Area Vasta 3), Licio Livini (Area Vasta

4), Giulietta Capocasa (Area Vasta 5 Marco Del Moro nuovo presidente Giovani Imprenditori Passaggio di consegne nel Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Ancona tra la presidente uscente Maria Cristina Loccioni e Marco Del Moro. È la prima volta che un imprenditore di prima generazione ricopre questa carica. Il nuovo direttivo risulta così composto: Matteo Accorroni (Accorroni), Giulia Andreoli (Fima Engineering), Patrizia Camilletti (Network Advisory), Linda Campolucci (BCB Electric), Michele Casali (Eli), Stefano Castignani (Pegaso Management), Tommaso Chiacchiarini (Sartarelli), Federico Crognaletti (Autolinee Crognaletti), Chiara Filippetti (Filippetti spa), Massimiliano Mattoli (Mattoli), Alessandro Nanni (Soluzioni srl), Giacomo Racugno (Augusto srl), Jessica Romagnoli (Romagnoli srl), Marco Romanini (Simet), Monica Stocco (Mar.Bre). Gianni Niccolò nuovo presidente di Confindustria Macerata Il nuovo direttore di Confindustria Macerata è Gianni Niccolò, già vice direttore dell'associazione degli industriali. Subentra a Luigi Jannucci. “È superfluo evidenziare, ha scritto il presidente Giovanni Clementoni, quanto l'operare di Jannucci svolto sempre con competenza e capacità relazionale nel rispetto dei valori che sono alla base del nostro sistema, sia un esempio da emulare e da prendere come riferimento per ciascuno di noi”. Marco Tiranti presidente della 'Società regionale di garanzia Marche' L'assemblea soci di Srgm-Società regionale garanzia Marche ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione e nominato il presidente, Marco Tiranti, presidente Cna Ancona e il vicepresidente, riconfermando Gianfranco Alleruzzo, presidente Legacoop Marche. ∂63∂

Univpm, eletti i presidi di Ingegneria e Medicina Eletto alla presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia il professor Marcello Mario D’Errico (voti 138 su 163 votanti) che andrà a sostituire il precedente Preside, professor Antonio Di Benedetti. Confermato il preside di Ingegneria, nella persona del professor Dario Amodio (voti 155 su 194 votanti). Giancarlo Pallini nuovo questore di Macerata Il nuovo questore di Macerata è il 56enne Giancarlo Pallini. Originario di Castel di Principe, Caserta, succede a Lucio Porto, che è andato in congedo.


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DOSSIER LAVORO&RIFORMA

“Lentamente muore (...) chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi rinuncia a inseguire un sogno” Pablo Neruda – Poeta cileno

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DOSSIER LAVORO&RIFORME

La 'nuova agenda' sul lavoro della Regione Marche

L'assessore regionale Loretta Bravi definisce le priorità: “Insistiamo sulla defiscalizzazione e sull'accesso al credito. Strategicamente l'obiettivo è quello di utilizzare i fondi europei. I servizi legati al turismo e alla cultura possono essere in grado di creare nuova occupazione. La formazione resta la base ineludibile per creare nuova occupazione giovanile” di Stefano Strano

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he cosa implica il Jobs Act per le Marche? Cosa cambierà? “In termini di sviluppo del mercato del lavoro forse è ancora presto per stabilirlo; alcuni importanti decreti d’attuazione devono ancore uscire. Le previsioni sulle assunzioni a tempo indeterminato e a tutele crescenti ci dicono che saranno in aumento nel prossimo futuro anche se i dati del 2014 ci mostrano ancora un calo di questa tipologia contrattuale. Per avere un primo riscontro reale sugli effetti del Jobs Act tuttavia occorre attendere. La vera svolta, il vero cambiamento, al di là della semplificazione dei modelli contrattuali, deriverà

dall'effettiva ripresa della domanda e del mercato. Le modifiche al sistema di ammortizzatori sociali e gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato di per sé non creano occupazione, ma possono servire a migliorarne la qualità”. Qual è il suo programma per il lavoro nella nostra regione? “Vorrei innanzitutto essere capace di ascolto e di condivisione con lavoratori, imprese e parti sociali: il lavoro è troppo importante e in agonia per prestarsi a teorizzazioni individualistiche. Oltretutto rappresenta il crocevia dove la capacità personale incontra il know how di un

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DOSSIER LAVORO&RIFORME

gruppo. Focalizzando su alcuni aspetti direi di insistere sulla defiscalizzazione, soprattutto per chi intraprende una nuova attività e sull'accesso al credito. Strategicamente l'obiettivo è quello di utilizzare i fondi europei cercando di essere puntuali sulle esigenze del mondo del lavoro. Un compito difficile che verte soprattutto sulla capacità di intercettare i continui mutamenti. Infine penso che questa giunta, trovandosi di fronte ad un modello marchigiano e regionale ultimamente messo in discussione (per tante ragioni e su tanti punti) debba dare il proprio contributo a capire sempre meglio da dove è necessario ripartire”. Quali sono i dati occupazionali che la preoccupano di più e come interverrà in merito? “Sono tanti i fronti: le crisi aziendali, gli esuberi, la disoccupazione, la messa in mobilità, il cinquantenne che perde il lavoro e deve reinventarsi una professione. Dovendo scegliere dico il prezzo molto alto pagato dai giovani in questi anni. Il rapporto 2015 dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro attesta che, per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni, si passa dalle 72.000 assunzioni del 2008 alle 41.000 del 2014. Considerando che siamo tra le regioni a più basso incremento demografico il rischio è di diventare una regione vecchia e con una debolissima spinta all'innovazione. Per questo su programmi come Garanzia Giovani abbiamo messo molta attenzione e impegno, stiamo ottenendo risultati positivi, siamo tra le regioni con il più alto numero di iscritti

(28.000) rispetto alla platea potenziale e con lo stato d’attuazione del programma tra i più avanzati. Ciò si collega anche al tema dell'internazionalizzazione e della dimensione aziendale. Le micro imprese, per loro natura, hanno avuto più difficoltà nel reagire alla crisi. Al contrario se, con l'aiuto di misure pubbliche mirate, saranno in condizioni di espandere la propria fetta di mercato all'estero e di consolidare la propria struttura, soprattutto attraverso innovazione, ricerca e incremento della qualità, avranno costruito un sistema immunitario più robusto”.

petenze specifiche oggi richieste dalle aziende. I diversi progetti sostenuti dai fondi europei sono sostanzialmente finalizzati da un lato alla formazione, dall'altro alla riqualificazione professionale”.

Che settori dell'economia possono fare da traino per l'offerta di lavoro? “Sicuramente i servizi legati al turismo e alla cultura possono essere in grado di creare nuova occupazione viste le caratteristiche della nostra regione. Non dimentichiamo però quei settori tradizionali che testimoniano la storia dell'operosità marchigiana: le piccole e medie imprese che necessitano di uscire dal proprio alveo naturale per aprirsi ad una competitività e a un'ottica di internazionalizzazione in grado di rivitalizzarle”.

In riferimento alle nuove generazioni di lavoratori e a un'altra sua delega importante, l'istruzione, come intende improntare il rapporto scuola-lavoro? “Il rapporto scuola-lavoro è una delle sfide maggiori che ci trova alquanto impreparati, non solo nelle Marche ma oserei dire a livello europeo. Nelle scuole superiori è stata portata avanti con discreti risultati solo negli istituti professionali; nei licei non è divenuta un'attività cosciente ma subita. Questo è un grosso dilemma perché scinde ancora una volta il conoscere dal fare; molti giovani escono dalla scuola preparati nei saperi ma incapaci di affrontare il mondo del lavoro. È necessario, dunque, favorire percorsi di reale ed effettiva alternanza (non solo con stage in azienda) volti all'acquisizione di competenze solide e spendibili. In questo senso comprendo perché le due deleghe siano affiancate”.

Cosa può fare la Regione Marche per attenuare una disoccupazione giovanile ormai alle stelle? “Non cosa può fare la Regione Marche, ma cosa possono fare i diversi soggetti impegnati nella più grande risorsa attuale: la formazione. Solo in quest'ottica collaborativa si può sperare di recuperare energie e soprattutto di individuare nuovi profili professionali con capacità e com-

La formazione come può tradursi in occupazione e qual è più efficace di questi tempi, quella secondaria o quella universitaria? “Non credo si possa dare una priorità, sono due ottiche in gran parte diverse che presuppongono comunque percorsi formativi specifici. Sta di fatto che la formazione resta la base ineludibile per creare nuova occupazione giovanile”.

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DOSSIER LAVORO&RIFORME

DIAMOND PRIVATE INVESTMENT fa brillare le stelle dello spettacolo e dello sport

La società marchigiana di investimento in diamanti ha festeggiato i suoi primi dieci anni con due novità assolute: nello spettacolo, è main sponsor della prima edizione del premio “Gianni Ravera” a Tolentino. Nel basket, per il secondo anno, sostiene la Mens Sana Siena 1871 e realizza un ingaggio senza precedenti: il primo giocatore “pagato in diamanti” di Stefano Strano

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artisti come Eros Ramazzotti, Gigliola Cinquetti, Zucchero e Iva Zanicchi. Forte il legame di questa grande figura della canzone italiana con la nostra regione: è nato a Chiaravalle, nella provincia di Ancona, nel 1920, e proprio nelle Marche ha mosso i suoi primi passi come organizzatore di eventi, portando in scena il Festival di Ancona nel 1958, spettacolo che lanciò definitivamente un giovane Adriano Celentano con la canzone Il tuo bacio è come un rock. Con un'iniziativa speciale promossa da DPI: Carlo Conti ha ricevuto il premio speciale Ravera DPI Diamond Private Investment, “come personaggio più amato della nuova televisione italiana, fortemente legato al mondo musicale e che meglio di ogni altro ha saputo coniugare tradizione e innovazione”. A condurre la kermesse Pippo Baudo, pilastro della televisione italiana, presentatore da record del Festival di Sanremo (annovera ben 13 edizioni). Ospiti speciali, insieme al cantante Fausto Leali e al noto produttore discografico e grande talent scout Claudio Cecchetto, proprio due artiste che devono la loro carriera a Ravera: Gigliola Cinquetti e Iva Zanicchi.

iamond Private Investment (DPI), la società marchigiana leader internazionale nell'intermediazione in diamanti, ha celebrato i suoi primi dieci anni con risultati in crescita: un fatturato 2014 di 70 milioni di euro e una presenza sempre più estesa all'estero, dalla City di Londra, a Svizzera e Croazia, con l'obiettivo di entrare nel mercato russo e a breve, in Germania e Francia. E con particolare attenzione alla formazione e alla ricerca delle risorse umane, grazie alle nuove assunzioni previste e al progetto DPI Academy. Risultati che si sommano alle sue ultime attività, innovative, nel mondo dello spettacolo come in quello dello sport. Il premio “Gianni Ravera” Nella musica, insieme al Comune di Tolentino, DPI ha organizzato, il 4 settembre, la prima edizione del “Premio Gianni Ravera: Una Canzone è per sempre”. Una serata di grande spettacolo, in memoria di un personaggio marchigiano che ha fatto la storia della musica Italiana: Ravera, infatti, è stato il patron di 24 edizioni del Festival di Sanremo, ideatore del Festival di Castrocaro, di un Disco per l’Estate e uno dei primi talent scout capaci di scoprire

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DOSSIER LAVORO&RIFORME Gianni Ravera

Chris Roberts

Maurizio Sacchi AD Diamond Private Investment

La Mens Sana Siena 1871 Anche nello sport il nome di Diamond Private Investment è apparso sui principali quotidiani sportivi nazionali per una notizia sensazionale. La squadra di basket Mens Sana Siena 1871, neopromossa in A-2, ha acquistato un giocatore promettente, la guardia 27enne statunitense Chris Roberts, solo grazie all'intervento di DPI, per il secondo anno di fila sponsor sulle casacche verdi senesi: un ingaggio senza precedenti, visto che è “pagato” con un investimento in diamanti. “DPI ha voluto legare il suo nome in maniera

ancora più forte alla società sportiva – ha dichiarato l'amministratore delegato di Diamond Private Investment Maurizio Sacchi -, cercando di andare incontro alle necessità della squadra nel completamento del roster. Quello che abbiamo realizzato è un'assoluta novità nel panorama sportivo nazionale ed internazionale e potrebbe rappresentare una valida forma di investimento per il futuro dei giocatori”. DPI Academy Diamond Private Investment mette al centro le risorse umane: cerca nuovi colla-

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boratori, a partire da giovani marchigiani, dall'amministrazione al marketing, fino alla ricerca di agenti in tutta Italia. In tempo di crisi, non si ferma alla semplice selezione del personale e decide di investire sul futuro delle nuove generazioni, anche nel campo della formazione: sta nascendo, infatti, il primo progetto DPI Academy, rivolto ai partner della società, con lo scopo di destinare borse di studio a professionalità del mondo della finanza e degli operatori bancari per frequentare master e corsi di perfezionamento.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

DALLA 'FUGA DI CERVELLI' ALLE MODIFICHE CONTRATTUALI

Come sta cambiando il mondo del lavoro? Ne parliamo con il professor Roberto Lombardi di Asmae Dachan

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ottor Lombardi, secondo una recente stima del Fmi, ci vorranno almeno 20 anni per tornare ai livelli pre-crisi. Come commenta questa previsione? “Partirei dai dati divulgati recentemente dalla Cgia di Mestre che evidenzia come dal 2007 al primo trimestre del 2015 in Italia si sono persi 932mila posti di lavoro con maggiore prevalenza al Sud. La perdita di occupazione dunque risulta notevole. Il Fondo Monetario Internazionale stima questa previsione sulla base di dati storici e tenendo conto dell’andamento di una bassa crescita. Insomma la crescita c’è, ma per ora è ancora troppo debole per dare previsioni più ottimistiche. Sicuramente stime così a lungo termine possono avere poco valore ma sicuramente le prescrizioni date in termini di riforme strutturali per accelerare la crescita sono centrate. Ne citerei due su tutte: l’efficientamento della pubblica amministrazione e la riforma del lavoro anche attraverso il rafforzamento delle così dette politiche attive”. Negli ultimi sei anni almeno un milione di cittadini italiani (dati Eurostat) sono emigrati per cercare lavoro all'estero. Potrebbe essere un'opportunità per l'Italia? “Potrebbe essere un’opportunità nel senso che esperienze fatte all’estero potrebbero poi essere valorizzate nel nostro Paese. In ogni caso, la mobilità del lavoro anche globale non la vedo di per sé negativa. Quando però mi riferisco alla fuga di cervelli intendo limitare la questione in particolare al mondo della ricerca

e innovazione che ha come origine nel mondo universitario ed alle ricadute che potrebbe avere questa spinta all’innovazione sulle nostre imprese. Quello che mi preoccupa è che molte menti eccellenti trovino maggiore valorizzazione all’estero e che quindi siano spinte ad emigrare spesso in maniera definitiva. Ciò che si dovrebbe implementare è un modello di transizione dall’università al mondo del lavoro, capace di far accrescere il bagaglio di conoscenze pratiche e teoriche e soprattutto di portare innovazione nei contesti produttivi. Bisogna a mio avviso lavorare sulla possibilità di avvicinare due mondi oggi così distanti che molto spesso parlano la stessa lingua e affrontano problematiche simili anche se con differenti scopi. In tutti i Paesi avanzati il dottorato di ricerca si è aperto orami da tempo all’impresa mostrando che l’incontro tra lavoro e ricerca porta a risultati di successo”. Il Jobs Act ha introdotto molte novità in tema di contrattualistica del lavoro. Cosa accadrà in pratica a chi ha un contratto a progetto in scadenza? “Si potranno mantenere in essere quei contratti che, stipulati prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 81/2015, vedranno la loro naturale scadenza anche dopo il 1 gennaio 2016. Non potranno invece essere utilizzate eventuali proroghe delle collaborazioni a progetto ad oggi in essere”. Quali sono le caratteristiche principali delle nuove tipologie contrattuali? “Non parlerei proprio in termini di nuove

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tipologie contrattuali, ma di modifiche introdotte sulle fattispecie già in essere. Citiamo in sintesi alcune modifiche recentemente introdotte dal D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81. In particolare in relazione al contratto a tempo determinato, il decreto conferma le innovazioni già introdotte nella fase I del Jobs Act (che prevedeva non più necessario che il datore di lavoro indicasse le ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive e la possibilità di effettuare 5 proroghe nel limite di 36 sei mesi complessivi di durata del contratto) con un opportuno intervento di manutenzione volto a superare alcune persistenti criticità interpretative. Si precisa, in particolare, che nelle ipotesi di superamento delle percentuali di contingentamento stabilite dalla legge o dalla contrattazione collettiva, è posta a carico del datore di lavoro una sanzione pecuniaria amministrativa di importo variabile per ciascun lavoratore in base alla durata del rapporto di lavoro (per ogni mese o frazione di mese superiore a quindici giorni), pari al 20 per cento della retribuzione nel caso di un solo lavoratore assunto in sovrannumero e al 50 per cento della retribuzione quando il numero dei lavoratori assunti in violazione del limite percentuale è superiore a uno. La disposizione, d’altra parte, chiarisce espressamente che in caso di violazione del limite percentuale rimane comunque esclusa la trasformazione dei contratti a termine interessati in contratti a tempo indeterminato. Con riferimento al lavoro a tempo parziale le novità del testo pubblicato in Gazzetta sono notevoli e divergono non poco dal testo circolato a margine del


DOSSIER LAVORO&RIFORME

Consiglio dei Ministri dell’11 giugno 2015. Per prima cosa il Legislatore non richiama più la classica tripartizione orizzontale, verticale e misto che, dunque, perde rilievo a fini giuridici. Vero è, tuttavia, che detta tripartizione corrisponde a ben precise modalità organizzative del part-time che ben potranno dunque essere ancora richiamate dalla prassi contrattuale. Resta in ogni caso fermo, ai sensi del nuovo articolo 5 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, che nel contratto di lavoro a tempo parziale va data puntuale indicazione della durata della prestazione lavorativa e della esatta collocazione temporale dell’orario con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all’anno con ciò appunto rinviando, di fatto, ai diversi modelli organizzativi del lavoro a orario ridotto (orizzontale, verticale, misto). Rispetto ai punti nodali dell’istituto, e cioè il ricorso a clausole elastiche (variazione in aumento della durata della prestazione) e/o flessibili (variazione della collocazione oraria della prestazione) e al lavoro supplementare, l’elemento di maggiore innovazione, ferma restando la necessità del consenso del prestatore di lavoro, sta nella possibilità di loro utilizzo, entro certi limiti, anche in assenza di specifiche regolazioni collettive. Da ultimo si segnala l’intervento sulla disciplina delle mansioni (art. 3 del decreto che sostituisce integralmente il vecchio testo dell’articolo 2103 del codice civile) che, indubbiamente, assume un rilievo centrale negli assetti organizzativi di impresa, nelle dinamiche della produttività del lavoro, nella gestione del personale e dei percorsi di crescita professionale e carriera. In via di principio il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito ovvero, ed è qui il primo elemento di novità che supera il vecchio concetto di equivalenza che non poco aveva irrigidito gli assetti organizzativi di impresa, a «mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte». Inoltre, «in caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incide sulla posizione del lavoratore», il prestatore di lavoro può anche essere assegnato a «mansioni appartenenti al livello di inquadramento

inferiore purché rientranti nella medesima categoria legale» con ciò ripristinando la risalente contrapposizione codicistica (art. 2095) tra operai e impiegati da tempo superata dai sistemi di inquadramento della contrattazione collettiva. Ulteriori ipotesi di assegnazione di mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore possono poi essere previste dai contratti collettivi anche in questo caso purché rientranti nella medesima categoria legale”. Garanzia Giovani: a che punto siamo? “I problemi del programma sono noti e riguardano in primo luogo la disomogeneità presente tra le varie regioni. Alcune non hanno ancora definito le procedure di accreditamento e questo problema non consente l’avvio dei servizi al lavoro e il successivo inserimento. Molte regioni hanno preferito l’offerta di formazione professionale anche sganciandola da impegni occupazionali. Altre hanno stabilito l’accesso all’informazione e servizi anche attraverso le agenzie del lavoro private; altre regioni hanno mantenuto l’avvio del percorso all’interno dei servizi per l’impiego pubblici (che attualmente sono in una fase critica di revisione organizzativa a causa della soppressione delle province). Le regioni poi operano nell'erogazione dei servizi, chi con bandi di gara periodici, chi con un sistema a sportello, chi con un approccio a dote personale a favore del giovane. Inoltre, per le aziende presenti in tutto il territorio nazionale la diversità di funzionamento del programma nelle regioni e l’impossibilità di avere una procedura nazionale non favorisce l’utilizzo dello strumento. Inoltre molte regioni preferiscono utilizzare il programma per sole azioni di occupabilità secondo il modello formazione. Solamente il 30% delle regioni ha avviato un percorso di diversificazione degli interventi, combinando gli interventi di occupabilità con azioni direttamente orientate all'occupazione, aumentando le possibilità di inserimento al lavoro dei giovani. La vera questione quindi è quella di rendere omogeneo il funzionamento del programma finalizzandolo sia su azioni rivolte alla occupabilità che alla occupazione, promuovendo la collaborazione tra agenzie pubbliche e private accreditate e rilevando i risultati occupazionali mensilmente”.

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ROBERTO LOMBARDI AMMINISTRATORE DELEGATO DI LACOME JOB SERVICE SRL, CONSULENTE IN MATERIA DI LAVORO DI CNA CONSULENZA SRL E DI PRIMARI STUDI DI CONSULENZA SOCIETARIA E FISCALE. ESPERTO DI CONTRATTUALISTICA DEL LAVORO, PREVIDENZA E RELAZIONI INDUSTRIALI. AUTORE PER CESI MULTIMEDIA SRL E PROFESSORE A CONTRATTO DELL'UNIVERSITÀ TELEMATICA NICCOLÒ CUSANO DI ROMA


DOSSIER LAVORO&RIFORME

“JOBS ACT L’ITALIA CAMBIA IL LAVORO” di Stefano Carotti Studio Carotti Rodriguez Progetti Lavoro Area Amministrazione del personale, Relazioni Industriali, Formazione

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l ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha dedicato dei claim appositi alla riforma del mercato del lavoro, su una pagina web aperta ad hoc. Da dove nasce questa riforma? In primo luogo, dalle dichiarazioni di intenti contenute nel D.L. 20 marzo 2014, n. 34, convertito con modificazioni dalla L. 16 maggio 2014, n. 78, stendardo di apertura di una stagione di riforme volta a “favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. A partire dal citato D.L., per passare attraverso la Legge Delega 10 dicembre 2014, n. 183, la L. n. 190/2014 (finanziaria per il 2015), i decreti attuativi 4 marzo 2015, n. 22 (in materia di ammortizzatori sociali), 4 marzo 2015, n. 23 (in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti – almeno stando al titolo del decreto stesso), fino a giungere al D. Lgs. 15 giugno 2015, n. 81 (in tema di contratti di lavoro e disciplina delle mansioni), il materiale per poter dire che “qualcosa si è mosso” non si può dire che manchi. Di certo, all’indomani di questi interventi, sono divenuti legge dei segnali significativi. Primo, dal punto di vista dell’incentivazione all’occupazione, mediante l’adozione di una serie di misure che, nell’intento del legislatore, dovrebbero sostenerne la crescita: si pensi al pressoché liberalizzato contratto a tempo determinato,

non più vincolato all’apposizione delle motivazioni di ordine produttivo, organizzativo o sostitutivo, prorogabile fino a 5 volte; sono state introdotte delle misure di agevolazione contributiva sulle assunzioni a tempo indeterminato effettuate entro il 2015 (sgravio totale dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro). Ma soprattutto, è stato completato il percorso di riforma della disciplina dei licenziamenti avviato dalla L. 28 giugno 2012, n. 92 (nota come “Riforma Fornero”): dopo aver sostanzialmente destrutturato l’impianto normativo del 1970 (L. 20 maggio, n. 300, “Statuto dei Lavoratori”), sono state parcellizzate le sanzioni previste per le ipotesi di licenziamento dichiarato illegittimo, a seconda della gravità dell’ipotesi di illegittimità stessa addotta. Con la Riforma Renzi tale percorso è stato sostanzialmente consolidato e, se per le piccole imprese l’impianto sanzionatorio è rimasto pressoché inalterato (se non per un lieve alleggerimento delle sanzioni indennitarie), per quanto riguarda le aziende rientranti nel campo di applicazione della citata L. n. 300/1970 (aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti), la misura ha “snellito” le ipotesi di reintegra (limitandole ai casi di licenziamento nullo o discriminatorio, ovvero di giustificato motivo soggettivo dichiarato insussistente), a favore dei risarcimenti di tipo economico. Anche il lavoro autonomo ha subito dei

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progressivi adattamenti, volti, per lo più, a contenere gli eventuali uso distorto delle tanto contestate “Partite Iva”, nonché dei contratti di collaborazione a progetto, che, con l’ultimo decreto di recente adozione (cit. n. 81/2015), è stato definitivamente soppresso, a partire dal 25 giugno 2015. Giova ricordare come lo stesso decreto n. 81/2015 abbia avuto il merito di voler riunire in una sorta di Testo Unico dei rapporti di lavoro, operando una riunificazione sotto il medesimo compendio normativo, le principali tipologie contrattuali (lavoro a tempo parziale, lavoro intermittente, lavoro a tempo determinato, somministrazione di lavoro, apprendistato, lavoro accessorio). L’impegno normativo è stato profuso, a fronte della constatazione di un mondo del lavoro che cambia e che necessita di un aggiornamento delle sue declinazioni operative. Certo, l’incentivazione dell’ occupazione passa attraverso l’adozione di misure specifiche. Ma molto c’è da fare, soprattutto con riferimento alla necessità di un rilancio globale delle attività produttive e delle opportunità di sviluppo delle professioni. In questo senso, probabilmente, la misura più forte da adottare è quella di incentivare il potenziale sotteso alle attività ed alle professioni strategiche del nostro Paese (Turismo, Cultura, Servizi), nonché tagliando i vincoli, sfoltendo i commi, liberando energia e valore.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

LA FORMAZIONE DUALE AVANZA Il sottosegretario al lavoro Bobba annuncia i nuovi provvedimenti di Silvia Battistelli Management Academy Sida Group - Area Formazione

È

stato recentemente annunciato dal sottosegretario al lavoro Luigi Bobba l’avvio a settembre di una sperimentazione di due anni che, con un intervento di 120 milioni di euro l’anno, punterà, mediante misure ad hoc ed investimenti specifici a ridare nuovo impulso all’apprendistato di primo livello (quello per la qualifica e il diploma professionale o scolastico, destinato a soggetti fra i 15 e i 25 anni) e terzo livello (di alta formazione e ricerca, destinato a soggetti fra i 18 e 29 anni). Entrambe le modalità sono state già riviste dal Jobs Act, ma la sperimentazione annunciata introduce ulteriori semplificazioni e investimenti specifici: Alle aziende saranno destinati benefici per 80 milioni di euro, che si traducono in: • Dimezzamento (con passaggio dal 10% al 5%) dei contributi previdenziali per le imprese oltre i nove dipendenti; • Abolizione del contributo di licenziamento e del versamento dello 0,30% della retribuzione per la formazione continua; • Eliminazione dell’obbligo di stabilizzare gli apprendisti già presenti in azienda per poterne assumere di nuovi per tutte le aziende (anche quelle con un numero di dipendenti superiore a 50); • Riduzione del contributo Aspi per le imprese artigiane Tali interventi intendono rendere queste tipologie di contratto più interessanti per le aziende. Del resto l’obiettivo è ambizioso: 20.000 nuovi contratti di apprendista-

to e 40.000 giovani coinvolti nei percorsi di alternanza scuola – lavoro. Rispetto a questo ultimo punto, verrà un coinvolgimento diretto del Ministero dell’Istruzione: nella Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) sarà possibile conseguire la qualifica o il diploma professionale attraverso due differenti modalità: apprendistato (con la metà dell’orario svolto nell’istituzione educativa/ scolastica e l’altra metà in azienda). percorsi di alternanza (con 400 ore annue di formazione in azienda per gli istituti tecnici e professionali e almeno 200 per i licei). Nel percorso di alternanza si combinano preparazione scolastica ed esperienza sul posto di lavoro, secondo un progetto formativo studiato con la collaborazione dell’impresa per consentire allo studente di acquistare conoscenze e abilità utili alla loro crescita professionale. La sperimentazione sul nuovo apprendistato “duale” partirà attraverso ItaliaLavoro, in particolare grazie a un investimento di 10 milioni di euro si assisterà a un rafforzamento del progetto Fixo per selezionare fino a 300 agenzie di formazione accreditate dalle Regioni per lo svolgimento delle attività di orientamento, placement, gestione dei rapporti con le imprese. Si vede come le Regioni avranno un ruolo chiave nella sperimentazione e ad esse saranno destinati annualmente 87 milioni di euro: Bobba spiega di aver già con-

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tattato tutti gli assessori competenti per informarli dell’iniziativa, avendo riscontrato fin da subito grande interesse. Il sottosegretario Bobba, mostra di credere fermamente in quel sistema duale che in molti paesi del nord Europa, Germania in testa, si dimostra ormai da molti anni particolarmente efficace e che in Italia molti indicano come parte della soluzione della crisi che blocca l’accesso al mercato del lavoro per molti giovani. In effetti tale sistema sembra offrire una risposta efficace proprio al problema denunciato ormai da tempo da parte delle aziende, ovvero il disallineamento sempre più marcato tra ciò che i ragazzi imparano sui banchi di scuola, e i fabbisogni reali delle imprese. Secondo i risultati del XV Rapporto ISFOL sull’apprendistato, pubblicati lo scorso luglio, gli iscritti a attività nell’ambito dell’apprendistato di primo livello, nel 2014, sono stati 3.302, ma escludendo i 3.000 attivi nella sola provincia di Bolzano, nella quale il sistema duale venne introdotto cinquanta anni fa, il numero si riduce appena a 300. 500 sono invece gli apprendistati di terzo livello. Una goccia nel mare quindi. Cifre che testimoniano come finora sia mancata la capacità di avvalersi di uno strumento potenzialmente assai utile. Cifre che le nuove misure mirano a ribaltare, consentendo a uno strumento che all’estero - e anche in Italia se pensiamo al caso di Bolzano appena citato - si è già dimostrato di successo, di esprime il suo potenziale.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

"Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare" Seneca

ORIENTAMENTO di Paola Cicchelli Management Academy Sida Group - Area Orientamento/Placement

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erminato il percorso scolastico, un ragazzo si trova davanti alla necessità di orientarsi in quella che potrebbe sembrare una vera e propria "giungla": il mercato del lavoro. Per quanto il mondo del lavoro sia molto complesso per chi è alle prime armi, la cosa fondamentale per affrontarlo nel modo migliore è sapere cosa si vuole fare. Ogni persona ha delle caratteristiche peculiari che lo distinguono dagli altri, ognuno di noi ha delle capacità, potenzialità, valori, interessi ecc. Il primo passo, quindi, è conoscersi e capirsi. Innanzitutto un giovane che si vuole inserire nel mondo del lavoro dovrebbe capire quale attività desidera svolgere e se possiede le competenze e la preparazione relative. In un secondo momento è opportuno chiedersi quali sono i bisogni di oggi e di domani nel mondo del lavoro, informarsi se il mercato del lavoro richiede una figura professionale corrispondente alle proprie aspirazioni e competenze. I ragazzi, soprattutto i più giovani, vengono spesso “indirizzati” dai genitori nella scelta della scuola o del lavoro da svolgere proprio perché sono disorientati e non hanno consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità perdendo così di vista la possibilità di realizzare il loro sogno professionale. Per prendere consapevolezza di sé è utile seguire un percorso di orientamento, svolto da professionisti del settore, attraverso attività di supporto e di facilitazione alla presa di decisione. Nel corso degli anni il processo di orientamento si è evoluto, inizialmente aveva come punto di partenza le esigenze

delle aziende concentrandosi a valutare le attitudini (le disposizioni naturali di un soggetto verso un campo di attività) utilizzando soprattutto test; la mediazione tra soggetto ed ambiente; le possibilità adattive di un soggetto ad un contesto; gli interessi delle organizzazioni (l'uomo giusto al posto giusto). Negli ultimi decenni hanno invece conquistato sempre più spazio metodi di orientamento che si concentrano sui soggetti e che assegnano ai soggetti stessi un ruolo di decisionalità circa la propria vita ed un protagonismo nel processo stesso di orientamento. Il gruppo SIDA offre servizi di orientamento ai soggetti in cerca di occupazione/formazione. Tale percorso di orientamento è volto a non “scollare” il soggetto dal mondo del lavoro, sincronizzando il suo progetto professionale con il fabbisogno del mercato. Un percorso formativo può essere propedeutico alla costruzione dell’obiettivo professionale, ad esempio, un master può essere un testing per esplorare vari campi di applicazione e figure professionali. Infatti, oltre a conoscere se stessi bisogna conoscere le imprese ed il mercato del lavoro. E magari uno stage, un tirocinio, un'esperienza di lavoro qualsiasi, possono essere utili per iniziare a capire cosa significa lavorare, quali sono le competenze che le aziende richiedono, al di là delle qualifiche e delle conoscenze. L’orientamento è rivolto non solo ai giovani ma a tutti i soggetti che si trovano a fronteggiare una transizione professionale (scuola/lavoro, disoccupazione/ lavoro, lavoro/lavoro). In considerazione del moltiplicarsi delle scelte e del bisogno

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costante per i soggetti di riprogettare il proprio futuro occorre sviluppare competenze di autorientamento affinché le persone possano costruire autonomamente le proprie traiettorie formative, il proprio inserimento professionale e la propria carriera. Nello specifico, nel processo di orientamento sono importanti per il soggetto: • la conoscenza di sé e delle proprie risorse (attitudini, esperienze, conoscenze, capacità, competenze); • la consapevolezza delle proprie motivazioni e dei propri obiettivi; • la conoscenza del contesto di riferimento in relazione ai propri obiettivi; • la definizione di un progetto professionale o formativo coerente con gli obiettivi della persona e realtà oggettiva. Nel processo di orientamento inoltre il soggetto dovrebbe acquisire alcune competenze quali: • la capacità di valutare adeguatamente le proprie capacità personali, • la capacità di ricercare informazioni, • la capacità di costruire strumenti di ricerca attiva del lavoro (CV, lettera di presentazione, ecc.), • l'orientamento a concretizzare le azioni (agentività) di ricerca del lavoro scaturite dal progetto formativo/professionale. “Orientare significa porre l'individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire per l’adeguamento dei suoi studi e della sua professione alle mutevoli esigenze della vita con l’obiettivo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona” (Raccomandazione conclusiva del convegno Unesco, Bratislava, 1970).


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DOSSIER LAVORO&RIFORME

Diventare imprenditore, un’opportunità di crescita personale e professionale di Cristina Panara Management Academy Sida Group - Area creazione d’impresa

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ell'immaginario collettivo, trovare lavoro viene spesso associato all’idea di cercare un'azienda pubblica o privata disposta ad assumere offrendo un contratto di tipo subordinato. Ma esiste un'altra opportunità per realizzarsi professionalmente: mettersi in proprio da soli o con altri! Mettersi in proprio significa diventare libero professionista o imprenditore di se stessi, con la possibilità di crearsi uno spazio personalizzato nel mercato del lavoro e realizzare i propri sogni, tra questi quello imprenditoriale. Diventare imprenditori richiede competenze personali e professionali. La creazione d’impresa, infatti, non si improvvisa, non è il frutto di “un’illuminazione”, ma piuttosto di una decisione che deve essere maturata e valutata approfonditamente e pianificata e organizzata in tutti i suoi aspetti. Possedere una forte motivazione è un buon punto di partenza per intrapren-

dere un percorso, stimolante, ma anche pieno di impegno e di sforzo, questo però potrebbe non essere sufficiente: fondamentale è selezionare l'idea giusta e saperla valutare con la massima lucidità. E’ indubbio che vi sia oggi un potenziale latente di imprenditoria che cerca e non trova i modi di svilupparsi. Un potenziale che può essere generato dalla crisi di lavoro e dalla necessità di inventarselo; oppure dalle opportunità che diverse persone vedono nella crisi, ritenendo che non si tratti solo di una congiuntura sfavorevole ma di un momento di forte discontinuità nei sistemi di produzione e nei servizi, di cambiamento che genera nuove opportunità. In questo contesto, lo sviluppo del lavoro attraverso il sostegno per l’assunzione di nuove figure lavorative ha ancora senza dubbio un’importanza strategica fondamentale, allo stesso tempo sono sempre più importanti il supporto e l’incentivazione alla nascita di nuove attività attraverso misure specifiche come quella dell’au-

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toimpiego. A supporto e a sostegno degli obiettivi di crescita e sviluppo dell’occupazione, la Regione Marche già dal 2006 ha sostenuto l’iniziativa Prestito d’Onore Regionale, che, giunta alla terza edizione, ha contribuito in modo sostanziale all’avvio di quasi 1500 nuovi progetti imprenditoriali promossi, prevalentemente, da soggetti disoccupati residenti nella regione. Questa misura si è dimostrata un’ottima strada per attenuare il problema della disoccupazione, in modo particolare quella giovanile: i servizi di orientamento, di supporto al business plan e di formazione, valore aggiunto dell’iniziativa, hanno fatto emergere le capacità e le attitudini dei singoli e allo stesso tempo hanno permesso ai nuovi imprenditori di acquisire competenze e conoscenze specifiche che rappresentano, non solo la strada migliore per incrementare le probabilità di successo dell’impresa, ma anche un veicolo per creare valore aggiunto e ricchezza individuale e per la collettività.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

INNOVAZIONE DIGITAL

Opportunità per le imprese innovative? Opportunità professionali! di Giuseppe Villa Digital Project Manager – The Hive

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ormai chiaro come negli ultimi anni il digital abbia profondamente rivoluzionato la vita delle persone e delle aziende: informazioni accessibili, condivisione degli interessi, tracking delle propri attività, socializzazione dei percorsi d’acquisto e molto altro. Di conseguenza la modalità con cui aziende e brand oggi si propongono e interagiscono con i propri clienti è cambiata e di certo cambierà ancora nei prossimi anni. Negli ultimi tempi questa evoluzione digitale e queste nuove opportunità, a cui le aziende devono necessariamente prestare attenzione, sono state definite digital transformation, espressione con la quale si intende il processo che ridisegna e rende più competitiva l’offerta complessiva del proprio business, tramite analisi e ascolto delle esigenze del mercato e per mezzo delle tecnologie digitali. Tra le evoluzioni a cui abbiamo assistito in questi anni, il settore mobile ad esempio ha dimostrato quanto i comportamenti delle persone siano legati alle tecnologie presenti nella vita quotidiana. Ripensare al modo in cui solo cinque anni fa utilizzavamo telefono e Internet sembra quasi ricordare un’epoca lontana. Assieme a esigenze e attività delle persone anche le applicazioni mobile si sono evolute molto rapidamente. Si parla di terza generazione di enterprise mobile apps per indicare come applicazioni e ecosistema siano maturi per offrire nuove esperienze, diverse e più integrate rispetto a ciò a cui eravamo abituati. Le principali caratteristiche per le applicazioni di terza generazione possono essere riassunte in: 1. Risolvere le esigenze business di

un’azienda; 2. Definire una nuova esperienza, non proporne una già esistente; 3. Prevedere analytics e, di conseguenza, la possibilità di studiare degli insights; 4. Valorizzare le funzionalità dei device; 5. Offrire esperienze di utilizzo naturali per l’utente. Ma come affrontare la digital transformation? Questi cambiamenti, che si vogliano definire più o meno disruptive, riguarderanno gran parte delle aziende. Tutte le realtà avranno sempre più a che fare con l’evoluzione del mercato e le novità che il digital sta portando. Alle imprese è quindi richiesto di abbracciare nuove soluzioni sulla base degli insights di mercato e dello studio dei propri consumatori. L’analisi dei comportamenti delle persone, ad esempio, anche attraverso i big data e real-time analytics, permetterà di definire percorsi di loyalty e fidelity mirati. Investire in nuove soluzioni e integrare nuove competenze diventerà altrettanto importante. Il marketing dei prossimi anni è inesorabilmente destinato a cambiare, ponendo il digital al centro di ogni strategia. Nell’ultimo periodo inoltre sempre più persone investono nel cosiddetto digital manufacturing, attività che, tra l’altro, sarà al centro delle attività su cui si focalizzerà l’incubatore e acceleratore d’impresa di Ancona The Hive nei prossimi mesi. Il digital manufacturing infatti rappresenta oggi una delle opportunità a più alto potenziale per incrementare la produttività delle aziende e rafforzare ulteriormente il settore manifatturiero italiano.

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Le applicazioni del cosiddetto digital manufacturing, ovvero la diffusione di strumenti di produzione con un’intelligenza digitale, non si limitano più alle sole attività di prototipazione e di sviluppo del prodotto, ma riguardano oggi una parte crescente dei processi organizzativi delle imprese Un modello, fortemente innovativo, che, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie – tra cui quella della stampa 3D – apre le porte con decisione a un nuovo paradigma industriale che produce un effetto diretto su costi, tempi e risultati di prodotto e di processo. In questo contesto, le imprese hanno accesso a nuovi mercati tramite tecnologie e servizi innovativi e diverse dinamiche del sistema domanda/offerta, sempre più configurato come una piattaforma di utenti che condividono flussi (dati, progetti, idee, risorse, soluzioni etc.). Questo processo di cambiamento si inserisce in un contesto produttivo da sempre pronto al cambiamento, quale quello di The Hive con la sinergia di Sida Group. Riassumendo, è chiaro come oggi il digital può aprire nuovi canali di imprenditorialità, dal digital manufacturing al mobile, passando per il community management e l’analisi dei big data. Tra le attività quotidiane di The Hive e dei suoi business developer rientra infatti il supporto ai neo imprenditori che vogliano investire nel digital offrendo attività di tutoraggio e di project management, aiutandoli a capire quali investimenti siano necessari per cogliere queste opportunità digital e quali siano effettivamente le attività da compiere per sviluppare prodotti e servizi di successo.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

DOVE VA LA FORMAZIONE

Sida Group, innovativa nel campo della formazione manageriale: competenze e abilità acquisite con velocità ed efficacia di Luca Masieri Management Academy Sida Group - Area Formazione

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tiamo gestendo una sfida formativa. Stiamo sviluppando molti sistemi (metodi) per facilitare e velocizzare l’apprendimento. Gli obiettivi dell’attività formativa che stiamo erogando riguardano: • Contenuti • Metodi • Docenti

persone all’ interno della nostra impresa, tenendo ben a mente che le persone qualificate rappresenteranno l’ unico vantaggio competitivo sostenibile e che più conoscenza significa meno investimenti. Da chi è composta la squadra che sto guidando? La squadra ha le competenze e le abilità necessarie a creare ricchezza? Se la risposta è no, o se addirittura non abbiamo una risposta a questa domanda, dobbiamo correre subito ai ripari. Come? Attraverso tre semplici step:

Oggi più che mai, l’ attuale contesto economico richiede persone in grado di gestirne la complessità, trovando soluzioni semplici a problemi difficili e attingendo alla creatività per creare nuovi modelli di business, che siano in grado di generare la ricchezza necessaria all’intera collettività.

1° step: Va coinvolto un team di professionisti in grado di valutare ogni singolo componente dell’ impresa così da poterci fornire un quadro chiaro delle competenze e delle abilità di ognuno.

Per questo motivo, prima di ogni altra cosa, dobbiamo sapere chi sono le

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DOSSIER LAVORO&RIFORME

2° step: Bisogna definire di quali competenze e abilità debba dotarsi l’impresa per raggiungere gli obiettivi prefissati. 3° step: Va pianificato per ogni componente dell’impresa un percorso di formazione quanto più personalizzato per colmare il gap tra quanto emerso tra il 1° ed il 2°step. A questo punto, per ottenere il risultato atteso, ovvero l’ incremento delle abilità e delle competenze dei componenti dell’impresa, va fatta molta attenzione alla tipologia di formazione che viene scelta. Le tecniche e le metodologie, utilizzate nel processo formativo, devono permettere al discente di apprendere in tempi rapidi. Per questo elenchiamo le principali tec-

niche che permettono un veloce apprendimento: • action learning • business game • case history • coaching • discussione di gruppo • esercitazione pratica • esercitazione psicosociale • istruzione programmata • in basket • laboratorio esperienziale • mediazione corporea • outdoor training • progettazione reale • ricerca d’aula • ricerca sul campo • role playing • studio individuale • t group • training on the job

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Un’altra importante caratteristica che deve avere l’attività formativa è quella di coinvolgere come docente il professionista, il manager o comunque chi ha operato o opera ancora nel mercato. Questo per permettere un trasferimento di informazioni, metodologie e strategie in linea con le reali esigenze e problematiche attuali, distaccandosi da quell’approccio teorico che spesso è dissonante rispetto alla realtà . In conclusione, oggi disponiamo di strumenti in grado di facilitare l’apprendimento attraverso pratiche che permettono il trasferimento di competenze in tempi brevissimi. Dunque, occorre investire il più possibile proprio su questi strumenti al fine di aumentare la produttività in termini di apprendimento e, insieme, la produttività della nostra azienda.


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I green jobs stimolo all’ innovazione dell'economia italiana

I lavori verdi saranno il futuro delle professioni e motivo di risoluzione della disoccupazione di Mario Iesari Management Academy Sida Group - Area Marketing Strategico e Impresa Sostenibile

È

opinione diffusa che l’esigenza di rendere sostenibile produzione, commercializzazione e consumo di beni e servizi possa rappresentare un'occasione di rilancio della nostra economia in grado di generare nuova occupazione particolarmente qualificata. Recenti ricerche confermano la relazione esistente fra sostenibilità, innovazione e crescita dell'offerta di lavoro, ma sottolineano anche che è possibile migliorare i risultati fin qui ottenuti promuovendo la capacita di orientamento e di preparazione del sistema scolastico e formativo. Per offrire alcune considerazioni relative alla prospettive dei “green job” bisogna innanzitutto chiarire l’oggetto dell’analisi; ricorriamo quindi alla definizione di Unep (United Nations Environment Programme) che descrive così queste figure professionali. “Posti di lavoro nel settore agricolo, produzione, ricerca e sviluppo (R&D), attività amministrative e di servizio che contribuiscono in modo sostanziale a preservare o ripristinare la qualità dell’ambiente. In particolare, ma non esclusivamente, questo include lavori che aiutano a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, ridurre il consumo di energia, materiali, acqua attraverso l’adozione di strategie di produzione ad alta efficienza, de-carbonizzare”. Parliamo quindi figure professionali e competenze che possono trovare una loro collocazione non solo nei settori “verdi” per eccellenza (le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, il ciclo dei rifiuti etc.) ma anche in quelli tradizionali; sempre che il loro utilizzo determini i risultati positivi per l’ambiente appena descritti. Una ricerca periodicamente compiuta da Symbola ed i cui risultati vengono presentati nel report annuale Green Italy, quantifica in quasi tre milioni i green job presenti nel nostro paese, il 13,3% del totale dell’occupazione naziona-

le. Un trend in evidente crescita visto che solo nel 2009 il peso delle occupazioni verdi sul totale era inferiore all’11%. La domanda di green job non solo è quantitativamente apprezzabile, ma lo è soprattutto dal punto di vista qualitativo. Infatti le offerte lavorative sono caratterizzate da forme contrattuali più stabili (il 46% sono a tempo indeterminato nel 2014 contro il 37% dell’intero universo) e con livello di istruzione più elevato. Il 43,7% delle assunzioni di green job riguardano candidati dotati di una laurea contro soltanto l’11,7% generale. Un differenziale che la dice lunga sulle esigenze di innovazione tecnologica e manageriale che vengono richieste ai percorsi di sviluppo sostenibile delle imprese. Il ruolo che le aziende intendono prevalentemente assegnare alle competenze green viene confermato dalle destinazioni nel loro organigramma. Il 70% delle assunzioni previste per le funzioni di ricerca e sviluppo nel corso del 2014 (8500 su 12000) devono avere solide competenze in termini di eco progettazione o di applicazione dei modelli di analisi degli impatti ambientali. Anche le aree tecniche (produzione) e di marketing e comunicazione hanno una significativa attenzione ai green job con percentuali di richiesta che sono fra il 34 ed il 35% Non è quindi un caso se le aziende che investono di più in prodotti e processi sostenibili dimostrano performance migliori delle altre: hanno una crescita del fatturato superiore, una maggiore competitività sui mercati internazionali ed un tasso di sviluppo di nuovi prodotti più elevato. Questo grazie anche alla dotazione di capitale umano più qualificato e preparato. I risultati di queste imprese sarebbero probabilmente ancora migliori se riuscissero a soddisfare a pieno tutte le loro richieste di competenze green. Infatti nel 2014 quasi 20 assunzioni di green Jobs su

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100, sempre secondo lo studio di Symbola, sono ritenute dalle imprese di faticoso reperimento. Una percentuale che è quasi doppia rispetto alle difficoltà incontrate con le richieste tradizionali. La motivazione principale di queste difficoltà dipende dal gap di competenze in particolare per quanto riguarda le qualifiche più basse, quelle che riguardano i diplomati. Evidentemente le scuole superiori non hanno ancora perfettamente compreso le opportunità offerte dalla green economy. Questi gap possono essere coperti dalla crescente attenzione che gli istituti di formazione universitaria e professionali post universitaria danno alla creazione di competenze utili per lo sviluppo sostenibile. Nel corso del 2013 in Italia circa 55mila persone hanno fatto ricorso ad una formazione di tipo ambientale partecipando a 2.200 corsi la cui maggioranza, 1462, sono di tipo professionale non universitario. Per quanto riguarda i contenuti i temi delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica siano predominanti e crescenti (566 corsi, vale a dire il 38,7%). Stabili i temi dei rifiuti (13,8%), del turismo ambientale e agriturismo (3,9%), del controllo di qualità e certificazione ambientale (6,8%), delle bonifiche (4%). Crescono urbanistica e verde urbano (5,1%), monitoraggio, controllo, sicurezza, igiene e sanità ambientale (8,4%). Calano, invece, la difesa del suolo, le risorse idriche e forestali (4,7%) e la bioarchitettura (2,5). Si tratta di indirizzi che potrebbero subire delle variazioni in funzione dei cambiamenti che si stanno registrando nei motori della green economy (meno energia rinnovabile, più economia circolare o efficienza energetica). Da questo punto di vista è auspicabile un maggiore coordinamento fra il sistema di formazione, la pubblica amministrazione ed il mondo delle imprese.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

NUOVE PROFESSIONI: Il Business Analyst, esplorando i Big Data di Fabio Di Giulio Ggf Group -Responsabile Servizi e strumenti marketing/ comunicazione

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erminologie quali “Neodata”, BDA (Big Data Analytics), IoT (Internet of Things), EDI (Electronic Data Interchange), Open Digital Innovation nel corso degli ultimi anni si sono insinuate all’interno delle dinamiche strategiche e decisionali delle realtà aziendali e delle pubbliche amministrazioni nazionali e internazionali, e più semplicemente, nella nostra vita. Non costituiscono astrazioni o semplici acronimi, ma una sorta di “terza rivoluzione industriale del dato”, nelle più conosciute sue caratteristiche le 3V di Volume, Velocità, Varietà. “Si stima che ogni giorno vengano creati 2,5 exabytes di dati e che il 90% dei dati presenti nel mondo sia stato generato negli ultimi 2 anni”1.

Il nostro, più dei precedenti, risulta essere il secolo delle interazioni e delle correlazioni, il secolo dei collegamenti e delle reti, il secolo delle strutture e delle infrastrutture, dei dispositivi mobile e dello scambio, sempre e in maggior parte real time, di dati grezzi e di input che i modelli e i sistemi di Business Data Analytics e di Business Intelligence si prefiggono di leggere, aggregare e interpretare al fine di trasformare quello che potremmo definire uno stream of consciousness dei dati in flusso di informazioni strutturate.

Dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence secondo quanto riportato dall’intervista al responsabile scientifico del Politecnico di Milano Carlo Vercellissi si evince che le operazioni di analisi avanzata devono essere condotte attraverso dati caratterizzati da una duplice natura: “…dati strutturati, le cui sorgenti primarie sono tipicamente rappresentate dai sistemi transazionali, altamente performanti per la gestione di informazioni organizzate secondo schemi di database predefiniti. Si tratta di dati facilmente manipolabili poiché memorizzati in modo strutturato e dati semi-strutturati e destrutturati, informazioni prive di schema che non possono essere adattate a un database relazionale (immagini, contenuti video, file di testo, blog ePer)”2. Chi produce i Big Data? … NOI, noi quando ci iscriviamo ad un programma fedeltà, noi quando ricerchiamo informazioni attraverso i motori di ricerca o acquistiamo sul web, noi quando ci scambiamo messaggi attraverso sistemi di trasmissione sms mobile, sistemi di instant messaging, chat, noi quando operiamo sui social network, noi quando effettuiamo transazioni online e offline, noi quando compiliamo form o questionari online, noi quando utilizziamo i nostri device pc, tablet, smartphone, noi quando ci inviamo email, NOI quando comunichiamo.

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La difficoltà maggiore nella gestione e integrazione di quantità quasi non misurabili di dati così eterogenei per struttura, forma e contenuti risulta la creazione di algoritmi e modelli di analisi in grado di poterli interpretare e organizzare con un obiettivo primario che a distanza di secoli risulta essere paradossalmente sempre quello enunciato nel ‘600 da Galileo Galilei: "Misurare ciò che è misurabile e rendere misurabile ciò che non lo è" e ci permettiamo di aggiungere o che ... “sembra non esserlo”. Per questo negli ultimi anni stanno emergendo, all’interno delle aziende più evolute, nuove figure professionali in grado di raccogliere, selezionare ed analizzare questi dati per convertili in informazioni utili alle aziende per analizzare trend di mercato, nuovi scenari di consumo, comportamenti dei consumatori. Queste figure professionali, denominate business analyst, devono possedere delle competenze trasversali in economia, marketing e statistica. Che la nuova sfida del millennio abbia inizio……. 1 - (fonte: http://www.osservatori.net, dati dell’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence). 2 - (fonte:http://www.digital4.biz/executive/approfondimenti/la-mappa-dei-big-data-una-bussola-per-orientarsi-nello-tsunami-perfetto_43672152333.htm


DOSSIER LAVORO&RIFORME

Emilia Romagna, esempio di politica territoriale

15 miliardi per il piano lavoro quinquennale. Verso una politica territoriale che unisce gli attori dell’economia regionale di Michele Barchiesi Management Academy Sida Group - Area Strategia e Innovazione

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’Emilia Romagna, leader nella politica regionale per l’occupazione, promuove un piano per il lavoro a cui destina 15 miliardi. In accordo con la parti sociali lancia un piano di medio periodo – cinque anni – che prevede di riportare la disoccupazione dall’attuale 8,7% al 4,3%, con la creazione di 240.000 posti di lavoro. Un gran bell’esempio di concertazione: associazioni imprenditoriali, sindacati, Comuni, università, Anci, cooperative, banche, associazioni artigiane hanno firmato il nuovo patto sul lavoro. Al centro vengono messi lo sviluppo del sistema manifatturiero avanzato, le infrastrutture, l’ambiente, la mobilità. Per gli investimenti pubblici e privati necessari sono stati messi in campo 15 miliardi delle risorse

provenienti dai fondi strutturali nonché altre risorse regionali e nazionali. Il patto mette insieme tutto il sistema produttivo e dei territori, le grandi infrastrutture nonché la pubblica amministrazione. La strategia si basa su ambiente e qualità e trova il suo fondamento su cultura e legalità. È stata insediata un'apposita consulta. Un disegno di politica industriale e del lavoro che vede gli imprenditori in prima linea nell’impegno di rilancio; un impegno a modernizzare le istituzioni della Regione, delle sue partecipate, delle aziende sanitarie e degli enti locali. Un impegno a volgere verso una semplificazione normativa e regolamentare, obiettivo indispensabile per convergere verso un’economia competitiva, aperta, sostenibile, globale capace di attrarre investimenti

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italiani ed esteri verso la regione. 1,672 miliardi arriveranno dagli interventi che riguardano lo sviluppo, le aziende, il lavoro; 6,849 miliardi saranno rivolti verso le infrastrutture e la mobilità; 5 miliardi saranno quelli da destinare all’area sisma. Eccellenze mondiali del manifatturiero ad alto contenuto innovativo: Motor Valley (Modena, Bologna) e Packaging Valley (Bologna), il distretto della meccanica con vocazione storica all’internazionalizzazione e alla specializzazione, costituiranno nel piano punti di riferimento applicativo e operativo. Il tutto necessiterà di personale altamente specializzato e alta professionalità manageriale. Da qui progetti di formazione che sappiano trasferire con efficacia le competenze e le abilità necessarie.


DOSSIER LAVORO&RIFORME

2015: ODISSEA NELLO SPAZIO PROFESSIONALE di Cristina Pompilii Management Academy Sida Group - Area Risorse Umane

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l 2015 è considerato ancora un anno di crisi, in cui di certo la ricerca di un buon lavoro di soddisfazione, redditizio e ben retribuito non è un’impresa facile. Con questa considerazione però, il rischio è spesso quello di crogiolarsi nell’idea di massima della mancanza generalizzata di lavoro, e di non considerare in maniera più relativa che il mercato non sia affatto saturo in tutti i settori. Esistono infatti dei profili molto richiesti e, per questo, ancora molto ben retribuiti, fin dall’inizio della carriera professionale: professionisti digitali, ma non solo; anche esperti di marketing e comunicazione, di biotech e ingegneria. Si tratta delle figure più ricercate attraverso i canali di ricerca online dalle aziende italiane ed europee secondo i dati di Face4Job, il motore italiano lanciato a fine 2014, che mappa tutte le offerte di lavoro presenti nei siti delle aziende. A metà anno, i dati hanno registrato oltre 190 milioni di annunci pubblicati nel mondo, poco meno di un milione di posizioni aperte nel nostro Paese e duemila giovani introdotti nel mondo del lavoro, da novembre 2014. Il 18,86% delle posizioni aperte sul totale della domanda nel nostro Paese riguarda

il settore tecnology/IT; il settore turismo e ristorazione cerca il 15,79% delle figure, seguono il settore Commerciale e vendite con il 9,6% del totale della domanda e il retail con il 7,29%. In cima alle richieste nel settore IT ci sono sviluppatori, software engineer, IT e data architect, sistemisti. In questo ambito molti gli annunci anche per le figure legate al web, dall'analista, ai content editor, alle vendite con la figura dell'e-commerce manager. Da una ricerca pubblicata nel luglio 2015 da Il Sole 24 Ore, spicca anche la grande distribuzione alimentare e specializzata, con 5.600 posti di lavoro che entro un anno verranno offerti dai grandi gruppi del settore, principalmente per ruoli che vanno dallo specialista di reparto, all’area manager, dagli addetti vendita ai facility manager. In ambito medico, restano con una forte impiegabilità le figure professionali degli infermieri, fisioterapisti e logopedisti. Una panoramica a livello globale, vede tra le professioni più ricercate, con una percentuale del 52,71% del totale, quelle legate al settore del Turismo, come addetti all’accoglienza, all’hospitality e alla ristorazione, seguiti al secondo e terzo posto dal settore technology/IT (10,36%) e

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dall’engineering & manufacturing (8,50%). C’è da ammettere però che non sono le figure più richieste dal mercato quelle più pagate. Incrociando i dati delle retribuzioni e le richieste delle aziende, i mestieri più promettenti a livello europeo sembrano essere il project engineer, lo store manager, il sales engineer, il project manager IT. Tornando nel Bel Paese, ciò che sembra ormai certo, è che tra le professioni in declino ci siano quelle con qualifica medio-bassa, legate all’industria manifatturiera e all’agricoltura, ad ulteriore dimostrazione che le abilità e le competenze specifiche fanno e faranno sempre più la differenza. I giovani quindi, saranno necessariamente portati verso percorsi di perfezionamento dei loro percorsi formativi, attraverso i quali acquisire competenze e qualifiche idonee ad aprire loro le porte di un mercato del lavoro sempre più specializzato. A fianco delle competenze tecniche aggiornate, importanti per le aziende che ricercano personale, assumono sempre più un ruolo rilevante le soft skills come l’adattabilità, la produttività e l’affidabilità, lo spirito imprenditoriale.


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“L'ITALIA TORNI A FARE L'ITALIA”

Nuovi comportamenti e politiche green per riprendere a crescere e competere: è la ricetta del presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera e presidente della Fondazione Symbola, l'onorevole Ermete Realacci di Asmae Dachan

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n base ai dati dell'ultimo rapporto GreenItaly, emerge che l'industria italiana si sta orientando progressivamente verso una maggiore attenzione alle tematiche ambientali, ma che la strada da percorrere è ancora lunga. Quali sono, a suo avviso, le politiche che è indispensabile mettere in atto per favorire una reale inversione di tendenza? “Quello che si vede guardando l'Italia negli occhi e facendo un ragionamento a partire dalle cose che esistono è che, indipendentemente dalle politiche, abbiamo un pezzo importante delle imprese italiane che si sono orientate in senso ambientale, ovvero verso risparmio energetico, fonti rinnovabili, riciclaggio dei rifiuti.

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Un'innovazione trasversale che attraversa tutta l'economia, un'innovazione prodotta dall'istinto cromosomico delle imprese italiane e da un'evoluzione del saper fare nostrano. In tutti i settori si riscontrano elementi di maggiore attenzione ai temi ambientali che spesso non sono siglati da leggi specifiche. L'Italia, contrariamente a quanto si pensa, compete in maniera forte in molteplici settori; lo stesso presidente del Consiglio ha recentemente ricordato che ci sono cinque Paesi al mondo che hanno un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari, la Cina, la Germania, il Giappone, la Corea del Sud e appunto l'Italia. La nazione va molto forte anche nella produzione di macchine agricole: questa leadership è


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legata alla capacità di costruire macchine più adattabili, flessibili, che consumano meno energie, meno acqua, meno prodotti chimici. Un altro primato poco noto della nostra industria è che i bambini di Copenhagen, Shangai, Coney Island, giocano su giostre italiane, che battono anche quelle tedesche, perché sono più belle e consumano meno energia. Questi sono solo alcuni degli esempi in cui l'innovazione, collegata all'ambiente, diventa un fattore di competitività. Se guardiamo in questa maniera all'Italia, scopriamo tanti talenti da mettere in campo per una sfida importante. Secondo i dati del rapporto GreenItaly abbiamo un 22% di imprese che dall'inizio della crisi hanno fatto investimenti legati all'ambiente; di queste, la maggior parte sono nel settore manifatturiero. Innovano di più, esportano di più, producono più posti di lavoro. L'anno scorso il 60% dei nuovi posti di lavoro aveva a che fare con l'ambiente. È un settore forte ed è quello su cui dobbiamo puntare maggiormente per far fronte alle sfide, in Italia e nel mondo, a partire dai cambiamenti climatici. Oggi anche grandi

Paesi, che finora erano stati sostanzialmente renitenti a questa sfida si stanno muovendo in questa direzione. Ricordiamo l'accordo firmato a novembre tra Usa e Cina e l'ultimo annuncio di Obama sul piano per l'ambiente, con l'obiettivo di ridurre del 32% le emissioni entro il 2030. Questa è una grande sfida tecnologica, competitiva e produttiva, in cui l'Italia deve essere in prima fila”. In qualità di presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, su quali temi crede sia prioritario lavorare? “L'innovazione ambientale è una sfida trasversale che riguarda tutti, su questioni che vanno dai consumi di acqua al risparmio sulle materie prime, fino al recupero dei materiali. Su questo tema l'Italia, per la sua cultura antica, è spesso più forte di quello che noi pensiamo; siamo abituati a ricordare la terra dei fuochi, la Sicilia col suo livello di raccolta differenziata tra i più bassi del Vecchio Continente, ma in realtà siamo anche un Paese dove si hanno eccellenze. Milano è, assieme a

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Vienna, il Comune sopra il milione di abitanti per la raccolta differenziata più alta d'Europa; in provincia di Treviso ci sono cento comuni che hanno superato l'80% di raccolta differenziata. Nelle Marche si sono fatti molti passi in avanti: è una delle regioni che ha avuto le performance e l'aumento migliore nella raccolta differenziata. Complessivamente l'Italia è il Paese che in Europa recupera più materie prime, ben 24 milioni di tonnellate. Questo perché si proiettano nel futuro culture antiche: pensiamo al recupero degli stracci a Prato, dei rottami a Brescia, alle cartiere della Lucchesia; in un Paese povero di materie prime, il recupero è un'esperienza millenaria. Per rilanciare l'economia e l'occupazione è fondamentale promuovere, inoltre, una politica connessa al recupero dell'edilizia. Questo settore, come è noto, ha pagato il prezzo più alto della crisi; nell'indotto si sono persi 5/600mila posti di lavoro. Il settore che ha svolto una funzione di contrasto a questo declino è stato quello del recupero del patrimonio edilizio esistente, favorito da politiche pubbliche che sono state in questo


SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE caso prodotte in larga parte dal lavoro parlamentare e dalla Commissione che presiedo. Il credito di imposta dell'ecobonus ha mosso l'anno scorso 28 miliardi di euro di investimenti privati e, tra diretto e indotto, hanno mosso circa 400mila posti di lavoro. È un settore di grandissima importanza e lì bisogna puntare molto, per tanti motivi: perché c'è tanta occupazione, perché si qualifica il patrimonio edilizio esistente senza consumare nuovo territorio, si riducono di molto il consumo energetico e l'emissione di Co2 e si abbassano le bollette delle famiglie. In questo senso c'è anche una battaglia culturale da portare avanti. Spesso ci accaniamo sul discorso Imu sulla prima casa; vorrei ricordare che nell'ultimo anno in cui si è pagata l'Imu sulla prima casa, il 2012, quest'imposta valeva, in media, 230 euro a famiglia. Tra una casa costruita bene e una costruita male c'è una differenza in bolletta di 1500/2mila euro. Non dico di eliminare questa bolletta, come l'Europa ci chiede di fare. L'Europa ha fissato per le nuove costruzioni (al 2019 per il pubblico, al 2020 per il privato) l'obbligo di costruire edifici a consumo zero e ridurre di un terzo questa bolletta, che costa più del doppio della tassazione sulla prima casa. Ciò produrrebbe tantissimi posti di lavoro. Puntare su un'edilizia di qualità significa adottare nuovi materiali, caldaie, doppi vetri, domotica, tanta innovazione e qualità; significa anche un'attenzione alla sicurezza antisismica, all'eliminazione dell'amianto. Serve una nuova stagione dell'edilizia, che produca qualità e bellezza per rilanciare l'economia. È sicuramente un settore determinante anche per ridurre le emissioni di Co2, perché, va ricordato, 1/3 arriva dall'edilizia”. Da ciò che dice emerge che l'industria manufatturiera, fiore all'occhiello di regioni come le Marche, sembra la più reattiva riguardo alle tematiche ambientali. Può questa maggiore attenzione contribuire alla ripresa del settore? “Sì, ma voglio aggiungere un'altra riflessione. Trovo di grande importanza l'Enciclica di Papa Francesco, non solo per il tema, ma anche per il modo con cui questo viene affrontato. Si collegano questioni come lo sviluppo, le disuguaglianze, l'idea di un'economia a misura d'uomo ai comportamenti individuali. Avere un'Enciclica papale in cui si parla degli scenari dovuti

all'aumento della temperatura del pianeta, di car sharing e raccolta differenziata, è un'azione culturale e antropologica enorme. Se pensiamo a un'economia a misura d'uomo, come propone l'Enciclica, vediamo che questa somiglia molto più all'economia italiana che ad altre economie, perché la nostra forza, ed è particolarmente evidente nelle Marche, non è competere sul costo del lavoro, sui diritti, ma produrre cose di qualità. Come diceva Cipolla, riusciamo a 'Produrre all'ombra dei campanili qualcosa che piaccia al mondo'. E ciò incorpora la tematica ambientale, la green economy e richiede anche territori e comunità coese. Fatico a immaginare la qualità delle produzioni italiane senza una società che abbia legami solidi. Il sistema delle medie e piccole imprese affonda le sue radici in queste relazioni. Vale per i vigneti, come per l'high tech. Da questo punto di vista alcuni sistemi come quello marchigiano hanno tutti i cromosomi per sfidare il futuro. Se l'Italia fa l'Italia, possiamo competere con economie come quelle di Cina e India, che da sole fanno 2 miliardi e mezzo di persone, ma solo se puntiamo sulla qualità e su uno stile di vita e produttivo a misura d'uomo”. Anche sul piano dell'occupazione il mondo della sostenibilità sta creando nuove occasioni per i giovani. Ritiene che l'attuale modello formativo scolastico-universitario risponda bene a queste nuove esigenze? “È difficile dare una risposta secca. Ci sono situazioni molto diverse. Ho avuto modo di conoscere l'operato dell'Università di Macerata e ho visto che si muove in modo egregio. Se riflettiamo, in generale, sul percorso formativo, penso che ci sia molto da fare, perché bisogna collegarlo meglio con la realtà delle imprese. Al tempo stesso, c'è una capacità di formare competenze che continua ad essere assolutamente di prim'ordine. Gli ingegneri italiani, ad esempio, sono tra i migliori al mondo: molte imprese tecnologiche internazionali tendono ad avere centri di produzione in Italia. Pensiamo alla General Electric, che ha in Italia il centro leader per le stampanti 3D per i motori aerei e che sta spostando alcune produzioni dalla Germania perché il capitale umano italiano è maggiore e migliore. Bisogna bonificare il Paese dai miasmi della corruzione e della burocrazia, ma

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in generale il clima lavorativo italiano è in grado di produrre imprese di qualità. Faccio un paragone: i tre leader delle aziende legate al mondo dell'informatica che hanno fatturati maggiori dei bilanci di molto Stati del mondo, Steve Jobs, Mark Zuckerberg e Bill Gates non erano laureati, ma si fa fatica ad immaginare quelle stesse imprese non immerse nel sistema universitario americano. Avevano genio e determinazione per produrre la scintilla e l'ambiente in cui si muovevano era favorevole all'innovazione tecnologica. Per l'Italia in parte è così: c'è una sorta di magia che va mantenuta e alimentata e che rappresenta una spinta insita in molti territori del Paese che porta a produrre attraverso i distretti, le reti, la qualità imprese che competono nel mondo. Non è un ragionamento da delegare a élite intellettuali. C'è un nesso tra la bellezza che vediamo e la qualità dei prodotti e delle imprese”. Sul piano internazionale, pensando anche all’appuntamento della Cop21 di Parigi, cosa significherebbe per l'Italia diventare un Paese più attento alle politiche ambientali? “Molto si può fare per il settore dell'energia e molto è accaduto sotto i nostri occhi. L'Italia ha avuto grandi cambiamenti di politica; ricordiamo che qualche anno fa parlavamo ancora di creare centrali nucleari, ma la saggezza degli italiani ha bocciato il progetto con un referendum. Oggi l'Italia produce con le fonti rinnovabili circa il 40% dell'energia elettrica. Sono stati fatti passi in avanti enormi, impensabili fino a qualche tempo fa e sono state messe in atto modifiche di comportamento importantissime su modelli di consumo come l'esperienza di Second Life, che riguarda la rigenerazione di elettrodomestici. Ci sono grandi cambiamenti in atto e certo si può fare di più, come abbiamo ricordato per l'edilizia, contro lo spreco nel pubblico. Questi sono i traguardi che l'Italia deve mettere in campo per far fronte ai cambiamenti climatici: nuovi modelli di consumo e comportamenti diversi dei cittadini. Mi auguro che gli obiettivi che verranno posti a Parigi diventino vincolanti e che l'Italia possa così dare un futuro alla sua economia e alla sua società. L'obiettivo di riduzione che si è posta l'Europa entro il 2030 è del 40%; sarebbe importante che i grandi inquinatori seguissero l'esempio del Vecchio Continente”.


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LAUDATO SII

Papa Bergoglio firma una nuova Enciclica dedicata al tema dell'ambiente di Vincenzo Varagona, giornalista Rai

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a comunità ecclesiale ha sempre manifestato, almeno in linea di principio, attenzione verso l’ambiente, la natura, la terra. Con Papa Francesco, tuttavia, questa attenzione è diventata quasi un imperativo morale. Non più solo una indicazione pastorale, ma un’esigenza vitale. È interessante notare come il dibattito sull’enciclica “Laudato sii, cura della casa comune”, accolta in modo favorevole (atteggiamento non sempre scontato sulle prese di posizione del Papa), abbia prodotto, a cascata, una serie di approfondimenti che non hanno riguardato soltanto il mondo cattolico. «La terra è ferita, serve una conversione ecologica», così ad esempio il quotidiano La Stampa accoglie il testo di papa Bergoglio. “La crisi ambientale – così ne sintetizza i contenuti - è crisi antropologica, legata al modello di sviluppo. Occorre eliminare le cause strutturali di un'economia che non rispetta l'uomo. Francesco lancia un appello a governi e istituzioni, con la proposta di nuovi stili di vita. La difesa della natura, prosegue. non è compatibile con l’aborto e la sperimentazione sugli embrioni. Per la prima volta in un'enciclica la citazione di un mistico del sufismo”. Nelle Marche, ad esempio, l’enciclica ha

generato una bella occasione di dibattito da parte del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) che si è ritrovato a Fonte Avellana per tre giorni, dedicando proprio a questo argomento le annuali Giornate di spiritualità. Il Meic ha voluto raccogliere già nel titolo il mandato di papa Bergoglio: “Custodire la terra come dono di Dio, fonte di vita per l’intera famiglia umana”, chiedendo ad alcuni nomi interessanti, come Cataldo Zuccaro, Romano Penna, Giuseppe Elia, di soffermarsi sul messaggio del Pontefice. Il messaggio del Papa integra i significati tradizionali che la chiesa attribuisce all’ambiente e sulla natura: non più soltanto dono di Dio da tutelare, proteggere, amare e rispettare, ma una ‘casa comune’ di cui siamo tutti responsabili. Si tratta di un salto di qualità molto interessante, che entra, con grande spessore, nel dibattito, da tempo in atto, sui temi della sostenibilità ambientale, della nutrizione, del diritto al cibo e – in generale – sulla difesa del diritto all’uguaglianza’. L’impegno comune nella protezione di questa ‘casa comune’ rientra in un patto di giustizia fra le generazioni, in cui, per mutuare un’espressione cara a Baden Powell, ognuno è chiamato a impegnarsi a lasciare il mondo, o almeno la sua

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porzione di mondo, in condizioni migliori rispetto a quelle in cui l’ha trovata. La consapevolezza del mondo come casa comune non è di oggi: è la lentezza nelle risposte della politica e dell’industria a frenare il rafforzarsi di una consapevolezza definitiva, che parte da scelte assolutamente personali, spesso scomode. La novità, cui contribuisce Papa Francesco con il suo ‘pesante’ messaggio, è proprio questa: all’umanità di oggi, vuoi per scelta, vuoi per necessità, è dato il privilegio di avere acquisito una nuova consapevolezza in materia, quella di poter assumersi con generosità le proprie responsabilità. Le scelte ‘ambientali’, che sono comportamenti responsabili a tutela dell’esistenza attuale e futura, cominciano a trasferirsi da una sfera di ‘residualità’ o comunque di pura testimonianza, a quella, finalmente più concreta, di patrimonio quotidiano dell’esistenza. Ciò nulla toglie, naturalmente, alla necessità di attivare rinnovate politiche nazionali e sovranazionali che avvicinino le istituzioni alla gente incentivando processi che appaiono ormai irreversibili. Per tanto tempo la chiesa, a torto o a ragione, è stata criticata per silenzi su tematiche come queste. Sul passato si può discutere. Certo, oggi, non è più così.


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LE MARCHE Una regione sempre più 'green'

La presidentessa di Legambiente Marche Francesca Pulcini traccia un quadro “a tinte verdi” del nostro territorio, tra tutela dell'ambiente, energie rinnovabili e raccolta differenziata dei rifiuti di Stefano Strano

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egambiente ha premiato la spiaggia delle Due Sorelle: qual è il significato di questo riconoscimento? Quanto è stata importante la tutela del paesaggio per ottenere un giudizio così positivo? “Da qualche anno con il contest 'La più bella sei tu' abbiamo voluto incrociare la bellezza delle nostre spiagge con l’impegno ambientale nella loro gestione. Nel caso della spiaggia delle Due Sorelle, che è risultata tra i 13 lidi più belli d’Italia, il lavoro svolto dal Parco del Conero e dal Comune di Sirolo ha permesso di tenere insieme turismo e ambiente, ma questo non basta. L’area del Conero vive un’occasione straordinaria, cioè quella dell’istituzione dell’area marina protetta, e ci auguriamo che gli amministratori siano in grado di cogliere questa grande opportunità per valorizzare il patrimonio naturalistico che gestiscono e dare speranza e possibilità di sano sviluppo al territorio”. Nel caso del Parco del Conero, e alla luce di questo attestato di stima degli ambientalisti, si è tenuto conto anche

del risparmio energetico, delle politiche di green economy volte al minimo impatto inquinante, o resta ancora molto da fare? “Il riconoscimento che ha ricevuto la piaggia delle Due Sorelle vuole tenere conto anche della gestione del territorio ed è per questo che abbiamo voluto sottolineare l’importanza dell’istituzione dell’area marina protetta del Conero come volano di sano sviluppo territoriale. Il Parco del Conero oggi rappresenta un punto di riferimento per il turismo nella nostra regione, per le sue bellezze e per la volontà di coniugare l’ambiente con una gestione sostenibile, ma si può sempre migliorare e continuare a investire su qualità e buona gestione”. In tema di energia, qual è il quadro nella nostra regione? Le rinnovabili offrono ancora margini di sviluppo? Esistono altre “fonti pulite” che possono rivelarsi particolarmente innovative per il futuro? “Nelle Marche la fa da padrone in assoluto il solare fotovoltaico seguito dall’idroelettrico, a scapito di altre energie rinno-

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vabili come le biomasse e l’eolico, ma c’è ancora molto da fare. Il settore termico ha buone potenzialità di sviluppo grazie anche agli incentivi nazionali dedicati, come 'Conto Termico' e 'Biometano', e all’assegnazione di una priorità specifica nell’ambito dei finanziamenti regionali destinati alla riqualificazione energetica degli edifici, all’efficientamento dei processi produttivi e all’avvio delle filiere corte. La grande sfida oggi è riqualificare e rendere più efficienti e meno energivori le nostre città e i nostri quartieri, continuando a promuovere l’installazione domestica di energie rinnovabili, ma soprattutto lavorando sulla riduzione dei consumi e l’efficienza energetica”. E sulla raccolta dei rifiuti? La differenziata porta a porta è una modalità valida anche per comuni piuttosto piccoli? “La Regione Marche nell’ultimo rapporto Comuni Ricicloni di Legambiente si è classificata terza dopo Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questo straordinario risultato è frutto del lavoro comune di cittadini, amministrazioni e consorzi per la gestione dei rifiuti, che insieme hanno investito sul


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Sirolo Conero, Due sorelle

ciclo virtuoso dei rifiuti. Oggi sono ben 123 i comuni marchigiani, sul totale di 236, che hanno raggiunto e superato il 65% di raccolta differenziata, soglia prevista dalla legge, con un trend sempre crescente in questi anni. Il sistema di raccolta porta a porta resta sicuramente il metodo più efficace ed efficiente per raccogliere i rifiuti, dai comuni di grandi dimensioni a quelli più piccoli. Sicuramente si può continuare a crescere e fare meglio, lavorando sulla qualità dei rifiuti riciclati, il passaggio da tassa a tariffa e molto ancora sulla prevenzione della produzione di rifiuti”. Quanto è importante il rapporto con le

scuole, sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell'ambiente? Quali sono le vostre prossime iniziative rivolte ai più piccoli? “La corretta informazione e l’educazione ambientale restano i capisaldi per migliorare l’ambiente e la gestione del territorio ed è per questo che Legambiente ha sempre puntato moltissimo su tali aspetti. Da quando è nata la nostra storica campagna 'Puliamo il Mondo', circa 30 anni fa, a oggi, la situazione dei rifiuti è migliorata moltissimo a testimonianza del fatto che solo rendendo i cittadini protagonisti attivi e consapevoli di quello che significa la corretta gestione dei rifiuti

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siamo riusciti a fare enormi passi avanti. Le nostre campagne di sensibilizzazione sono tantissime, da quelle storiche a quelle più recenti che sono nate proprio per rispondere ai problemi e alle tematiche più attuali e i giovanissimi sono stati e sono i nostri interlocutori principali. In questi ultimi mesi siamo impegnati sull tema della sana e corretta alimentazione, anche in rapporto con l’ambiente, e sulla promozione di città a misura di bambino che vedono i più piccoli sempre più protagonisti. Continueremo a lavorare tentando di interpretare le principali esigenze e curiosità che ci arrivano anche dal mondo dei più giovani”.


SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE Il risparmio energetico non incide ancora molto sul prezzo delle case Dallo studio dell’Istituto per la Competitività emerge che nella scaldati un immobile ad uso residenziale il risparmio energetico (sebben utile nell’attuale periodo di crisi) non incide ancora molto: nella valutazione del prezzo medio di vendita di un abitazione, il risparmio energetico pesa per il 18,4% mentre l’accessibilità ai servizi e ai mezzi di trasporto, la posizione e la vicinanza al centro incidono di più, fino al 25%.

Valore degli immobili, efficienza e certificazione energetica di Fabio Mancini Management Academy Sida Group - Area Real Estate

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a centralità del settore immobiliare nella partita dell’efficienza energetica - testimoniato dagli ambiziosi obiettivi di risparmio al 2016 e al 2020 e posti in capo al comparto in seguito al recepimento delle Direttive Europee sull’efficienza energetica – ha spinto l’ENEA, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la FIAIP a sviluppare una partnership al fine di monitorare come le dinamiche di compravendita del mercato immobiliare italiano rispondano alla qualità energetica di un edificio. L’indagine del 2014 è stata finalizzata a rilevare le tendenze della domanda e dell’offerta di immobili, colte attraverso la percezione degli intermediari immobiliari professionali, e costruire la composizione media delle transazioni immobiliari scomposte nel dettaglio della classe energetica dell’edificio oggetto di compravendita. I dati del 2014, in continuità con quelli del 2013, mostrano un mercato immobiliare dominato da immobili di classe energetica G (la classe più bassa nell’attuale classificazione delle performances energetiche degli edifici), che, a seconda della tipologia di immobile, varia tra il 63% per i trilocali ed il 72% dei monolocali. le compravendite 2014 di immobili appartenenti alle prime quattro classi energetiche (A+; A; B E C)

rappresenta tra il 10% e il 14% del mercato (ma per ciascuna tipologia di immobile la classe c rappresenta circa la metà delle transazioni). Anche i dati delle compravendite analizzati per stato di conservazione dell’immobile forniscono input di analisi molto interessanti. Se infatti le compravendite 2014 di immobili nuovi si sono realizzate per edifici di classe A+, A e B nel 49% dei casi (erano il 40% nel 2013) , lo stesso dato, per gli immobili ristrutturati, crolla al 6%, dimezzandosi rispetto al 2013. Gli immobili da ristrutturare, per il quasi il 90% delle compravendite nel 2014 è riferibile ad edifici in classe G (dato di poco inferiore rispetto al 2013). I risultati dell’indagine mostrano un quadro complessivo della situazione del mercato immobiliare rispetto alla variabile energetica composito, variegato ed in parte, contrastante. Il mercato risulta evidentemente dominato da immobili di qualità energetica molto scadente (anche per l’evidente peso degli edifici vecchi nello stock immobiliare), anche se dalle dinamiche di mercato di alcuni segmenti sembra aumentare il peso della qualità energetica, come nel caso degli immobili di pregio. Pertanto, ed in conclusione, questa tendenza può essere letta come ∂94∂

un incoraggiante segnale della crescente considerazione dell’efficienza energetica di un edificio come elemento essenziale e imprescindibile. Sarà dunque necessario trasferire questa consapevolezza anche alle categorie edilizie di minor pregio per capitalizzare il potenziale di efficientamento del settore immobiliare oggi ampiamente inespresso. Incoraggianti anche i dati relativi alle nuove costruzioni, crescendo sensibilmente nel 2014 il peso delle compravendite di immobili efficienti rispetto all’anno precedente. Crolla, però, lo stesso dato per gli immobili ristrutturati, segno che l’efficienza energetica non è un elemento sufficientemente valorizzato nelle ristrutturazioni edilizie. Tuttavia, la percezione rispetto al tema dell’efficienza energetica, anche da parte degli attori del mercato immobiliare, presenta ancora luci ed ombre. Se da una parte aumenta la consapevolezza dell’importanza della variabile energetica di un edificio, sia da parte di chi compra che di chi vende, lo strumento della certificazione energetica continua a non essere percepito come utile nell’orientare il mercato verso immobili efficienti, ed è in questa direzione che occorre muoversi se si vuole raggiungere un concreto obiettivo di valorizzazione del patrimonio immobiliare.


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Patrimonio immobiliare ed ambiente, strategie di valorizzazione di Fabio Mancini Management Academy Sida Group - Area Real Estate

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e aziende della filiera del real estate, nel periodo della crisi, si sono concentrate sulle attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare, in essere o in acquisizione, attività che, nella comune accezione, vanno sotto il nome di asset management (acquisizione, ottimizzazione e massimizzazione delle redditività, valorizzazione ed eventuale dismissione) e property e facility management (supervisione della redditività dell’asset proveniente dalla locazione associata ad attività tecnico manutentiva). Lo scenario attuale del real estate si è, dunque, riconfigurato spostando il focus su tali attività. La pianificazione nella gestione del patrimonio immobiliare consiste nella definizione delle politiche e strategie da porre in essere rispetto alle finalità che l’attore che detiene tale patrimonio si pone, sia esso ente pubblico, società privata o fondo immobiliare. L’articolazione dei processi che porta ad intervenire ed a definire strategie di valorizzazione passa attraverso delle fasi ben precise (che sono di seguito indicate) che partono da una corretta due-diligence e ricognizione del patrimonio, in modo da evidenziare criticità e potenzialità, cui farà seguito una valutazione economica dei beni secondo le best practice di settore per terminare con la definizione delle politiche di valorizzazione. In cosa consiste questa nuova frontiera delle attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare da parte delle

società che operano nell’attuale scenario del real estate? Le leve da utilizzare sono diverse ma, in primo luogo, viene in rilievo la valorizzazione tecnica, tecnologica ed ambientale del patrimonio immobiliare. Eseguito quindi un corretto processo di due-diligence, gli immobili possono presentare criticità tecnologiche sulle dotazioni impiantistiche e presenza di inquinanti ovvero non essere a norma da un punto di vista impiantistico, in parte o in toto, o diversamente possono non essere a norma dal punto di vista della presenza di materiali nocivi o inquinanti per l’ambiente, pertanto, la proprietà (o il gestore del patrimonio) interviene con programmi di adeguamento, immediato o progressivo a seconda se il bene o portafoglio di beni sia destinato ad un programma di dismissione o redditività. I beni immobili interessati da dinamiche di valorizzazione, poi, possono essere a norma ma non moderni dal punto di vista dell’efficienza energetica, ed ecco quindi che la proprietà, o chi cura le attività di asset management, interviene compiendo un upgrading strutturale sui fronti deficitari. Rilevante in tale ambito, è stata l’indagine condotta dall’Istituto per la competitività (I-Com) in collaborazione con Assoimmobiliare nel 2013, sugli interventi di efficientamento energetico ed ambientale praticati da otto fondi immobiliari attivi in Italia. Dall’esito di tale indagine, è emerso come gli interventi effettuati da tali player sul patrimonio immobiliare ∂95∂

gestito hanno interessato prevalentemente il segmento uffici e commerciale e tutti i fondi analizzati hanno dichiarato di aver effettuato interventi di miglioramento in ambito energetico-ambientale per un investimento complessivo di 210 milioni di Euro. La distribuzione degli interventi è risultata molto variegata, ovvero interventi sugli impianti (illuminazione e sistemi di condizionamento ambientale), sulle strutture (isolamenti termici), sui sistemi di monitoraggio dei consumi ed installazione di sistemi di generazione da fonti rinnovabili. L’indagine condotta ha mostrato risultati positivi in sei casi sugli otto analizzati, indicando da parte dei sei fondi immobiliari: miglioramento economico, aumento di valore di mercato e ritorno di immagine della società. La propulsione maggiore a questo tipo di interventi è risultata essere l’agevolazione fiscale ed un sistema più efficace di certificazione dei risparmi. Porre in essere corrette strategie di valorizzazione tecnologico-ambientali, consente quindi nel contempo di creare plusvalore (anche se sul lungo periodo) ed aumentare la redditività degli assets. Tutto ciò innesca un circolo virtuoso che permette di realizzare le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dal punto di vista impiantistico e tecnologico-ambientale, ovvero di avere edifici più performanti e rispondenti ai crescenti standard di efficienza energetica ed ambientale.


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Il Sistema di gestione della sicurezza sul lavoro in azienda Un investimento sicuro di Giuseppe Racano Management Academy Sida Group - Area Real Estate

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tere mano al portafoglio, investire in sicurezza conviene.

l tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, pur nella sua importanza, è quasi sempre preso sottogamba diventando un obbligo burocratico finalizzato esclusivamente ad un costante accumulo di “carta straccia” della quale i più ne ignorano gli argomenti. Alzi la mano il lettore che sa chi è il proprio preposto oppure l’addetto alle emergenze di primo soccorso… Perché allora nonostante le molte leggi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, si assiste spesso ad una non applicazione delle norme di prevenzione? Perché ci sono ancora tanti morti sul lavoro? Perché in alcuni casi si percepisce – dall’ascolto di imprenditori, dirigenti e lavoratori - una distanza profonda tra il lavoro e la sicurezza? Una delle risposte è che i sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008 art. 30) non sono ancora sufficientemente diffusi nel nostro tessuto produttivo. Ovviamente non basterà un articolo di giornale per convincere un’azienda a investire in sicurezza. Tuttavia potrebbe essere utile fare breccia anche nelle resistenze e nello scetticismo di taluni imprenditori perché, a fronte delle difficoltà relative al rispetto degli adempimenti vigenti o alla necessità di met-

Procedendo con ordine proviamo a dare qualche indicazione in più: Cos’è un SGSL? E’ insieme di procedure, di sistemi informativi e di sistemi informatici dedicati al governo di un processo tipicamente operativo, produttivo o amministrativo ( def. Wikipedia) e definisce le modalità per individuare le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della politica aziendale di prevenzione. Quest’ultima si può definire una Politica della Sicurezza Pratica e non Teorica orientata all’ottenimento di risultati e non alla sola conformità formale alla normativa. Qualsiasi sistema di gestione (ambientale, di qualità, della sicurezza, energetica, etc...) deve rispettare la filosofia del ciclo di Deming per il miglioramento continuo: Dove: • Per PLAN si intende la pianificazione di uno o più interventi; • Per DO si intende l'attuazione del programma pianificato • Per CHECK si definisce tutto ciò che con-

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PLAN ACT

DO CHECK

cerne test e controlli, studio e raccolta dei risultati e dei riscontri riguardanti ciò che è stato attuato • Mentre per ACT si intendono tutte quelle azioni orientate al miglioramento della gestione, in base ai dati acquisiti con il CHECK. Un sistema di gestione deve essere un modello fondamentale per le imprese sia di grandi che piccole dimensioni perché oltre a permettere di prevenire le malattie e gli infortuni sul lavoro è anche una componente fondamentale per l’efficienza ed il successo di un’azienda. Il perché può essere riassunto in questi 5 punti: • Contribuisce a dimostrare che l’azienda è socialmente responsabile arricchendo la brand reputation del marchio aziendale. • Aiuta a ottimizzare la produttività dei lavoratori facendone aumentare l’impegno nei confronti dell’azienda, che li tutela e li coinvolge nelle dinamiche aziendali. • Consente di ottenere agevolazioni INAIL sul premio annuo assicurativo: con l'avvio del SGSL si ha diritto, automaticamente, allo sgravio Inail del premio assicurativo (per un'azienda medio piccola di circa 10 dipendenti operante nel settore costruzioni si parla di 5-6.000 euro/anno di risparmi). In caso di un incidente sul lavoro il costo incide sempre in modo molto elevato sul bilancio di un’azienda (anche a livello di eventuali indennizzi) ma soprattutto risulterebbe anche un grosso danno

all’immagine stessa dell’azienda. • Le aziende che si dotano di un SGSL, se efficacemente attuato, si tutelano verso alcuni reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. • Vantaggi nelle gare pubbliche che impostate con l'offerta economicamente vantaggiosa, ormai costantemente, danno un punteggio premiante alle aziende dotate del SGSL. Se questi fattori non risultassero convincenti, affrontiamo l’argomento “sicurezza” dal lato costi aziendali; ovviamente i costi diretti del “fare sicurezza” superano quelli del “non fare sicurezza”, ma se invece andiamo ad analizzare i costi indiretti la situazione si ribalta totalmente. Tradotto in punti questi costi riguarderebbero: • Tempo lavoro perso dall’infortunato. • Tempo perso dai lavoratori del reparto. • Perdita di efficienza per la rottura del team. • Tempo perso dal responsabile. • Costi di formazione per il rimpiazzo. • Danni alle attrezzature. • Tempo perso e perdita di produzione per il fuori servizio degli impianti. • Danni derivanti dall’incidente: incendio, acqua, esplosivi… • Fallimento nel rispetto delle scadenze. • Overhead costs durante l’interruzione del lavoro. A questi aggiungeremmo quelli che sono i costi indiretti intangibili: reputazionali, clima interno, psicologici, ∂97∂

In ultimo ma non meno importante è l’aspetto penale che riguarda la non ottemperanza alle norme in materia di sicurezza, con sanzioni che vanno dalle ammende pecuniarie fino all’arresto per il datore di lavoro inadempiente. Ad esempio, un’azienda che omette la valutazione dei rischi, sarà denunciata non ricevendo alcuna prescrizione e avrà tempo sino “alla conclusione del giudizio di primo grado” per regolarizzare; il datore di lavoro che non fornisce gli strumenti di protezione necessari rischia l’arresto fino a sei mesi oppure ammende fino a 5000 euro; la mancata formazione ed informazione dei lavoratori prevede l’arresto fino a otto mesi o sanzioni economiche fino a 4000 euro. Diventa fondamentale e conveniente quindi, che la sicurezza sia integrata nel business aziendale. In conclusione "investire in sicurezza conviene" perché genera effetti positivi (che non sono sempre evidenti ma risultano certamente duraturi) e la cultura della sicurezza deve essere considerata come “generatore di valore per l’impresa”, dove la cultura della sicurezza “non è come si diceva all’inizio un elenco di principi astratti, ma l’insieme dei processi organizzativi e delle pratiche professionali, delle norme scritte e delle convenzioni informali, dei linguaggi, dei modi di pensare, di percepire e di rappresentare il rischio in azienda”.


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Le opportunità offerte dall’Unione Europea in tema di energia e ambiente di Antonio Morano, Serena Cappannini Management Academy Sida Group - Area Europrogettazione

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ggi l’Europa si trova ad affrontare una sfida sul campo dell’energia, generata da una domanda energetica crescente, prezzi volatili e problemi di approvvigionamento. Inoltre, ridurre l’impatto ambientale del settore energetico è una delle priorità dell’Unione.

insieme di piani per garantire ai cittadini e alle imprese dell'UE energia sicura, accessibile e rispettosa del clima. In particolare, l'UE ha stabilito degli obiettivi in materia di clima ed energia. Gli obiettivi per il 2020 sono: ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990; ottenere il 20% dell’energia da fonti rinnovabili; migliorare l'efficienza energetica del 20%.

La politica energetica dell’UE persegue, quindi, tre obiettivi principali: • la sicurezza dell’approvvigionamento; • la competitività; • la sostenibilità.

A tal fine l’Unione ha istituito il Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) 2014 - 2020. La dotazione finanziaria per l’attuazione

La Commissione Europea gestisce un

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del programma è di € 3.456.655.000, ripartita tra il Sottoprogramma Ambiente (€ 2.592.491.250) e il Sottoprogramma Azione per il clima (€ 864.163.750). Il Sottoprogramma Ambiente prevede tre settori di azione prioritari: • Ambiente ed uso efficiente delle risorse; • Natura e Biodiversità; • Governance ambientale e informazione in materia ambientale. Il Sottoprogramma Azione per il clima prevede tre settori prioritari: • Mitigazione dei cambiamenti climatici; • Adattamento ai cambiamenti climatici; • Governance in materia climatica e informazione in materia di climatica. Gli obiettivi del programma prevedono di contribuire al passaggio a un'economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici, contribuire alla protezione e al miglioramento dell’ambiente e all’interruzione e all’inversione del processo di perdita di biodiversità, compresi il sostegno alla rete Natura 2000 e il contrasto al degrado degli ecosistemi; migliorare lo sviluppo, l'attuazione e l'applicazione della politica e della legislazione ambientale e climatica dell'Unione, catalizzare e promuovere l’integrazione e la diffusione degli obiettivi ambientali e climatici nelle altre politiche e nella pratica nel settore pubblico e privato, anche attraverso l’aumento della loro capacità; sostenere maggiormente la governance ambientale e in materia di clima a tutti i livelli. Il tasso massimo di cofinanziamento per i progetti finanziati, nell'ambito dei sottoprogrammi per l'Ambiente e Azione per il clima, per la durata del primo programma di lavoro pluriennale sarà fino al 60% dei costi ammissibili. Recentemente, la Commissione europea ha pubblicato l’Invito a presentare proposte (Call for proposals) per le tipologie di

progetti del programma LIFE. Inoltre, l’attività dell’unione Europea in tema di energia, non si limita al programma LIFE. All’interno del programma Horizon 2020 sono presenti specifiche Call destinate al campo dell’energia. Alcune tra queste vengono gestite tramite lo strumento per le PMI, a cui le imprese possono accedere direttamente e in forma singola. Le PMI, infatti, svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni tecnologiche efficienti in termini energetici, in particolare per quanto riguarda: la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di carbonio in modo intelligente e sostenibile (compresi prodotti e servizi ad alta efficienza energetica); la fornitura di energia elettrica, tra cui l'energia rinnovabile; carburanti alternativi e fonti energetiche alternative per il settore dei trasporti. Le prossime scadenze per lo strumento PMI sono il 17 settembre ed il 25 novembre. Il tema dell’energia è di tale importanza per l’Unione Europea che, sempre all’interno del programma quadro Horizon 2020, gli è stata dedicata una tematica ad hoc nell’ambito delle sfide della società cui, Horizon 2020, si impegna a far fronte. “Energia sicura, pulita ed efficiente” è la sfida sociale il cui obiettivo è quello di riuscire a transitare verso un sistema energetico affidabile, sostenibile e competitivo, in tempi di crescente scarsità delle risorse, di incremento del fabbisogno di energia nonché di cambiamenti climatici. Il budget destinato a questo tema è pari a € 5.405,40 milioni, pari al 7,70% del budget destinato al terzo pilastro del programma Horizon 2020 "Societal Challenges – Sfide della società". Diverse sono le scadenze durante tutto l’anno, basta monitorare il portale del programma. ∂99∂

Anche la cooperazione territoriale europea affronta il tema dell’ambiente e dell’energia individuando assi dedicati: nel nuovo programma Interreg Europe il terzo asse si rivolge infatti a una “Economia a basso emissione di carbonio”, puntando su progetti volti a promuovere e facilitare la produzione di energia sostenibile a livello locale e la sua distribuzione, specie nelle aree rurali e interventi che aumentino l’uso dei trasporti a basso impatto ambientale. Il Programma Interreg MED, invece, dedica il secondo asse alla “Promozione di strategie low carbon e all’efficienza energetica” destinando fondi a progetti che aumentino la capacità di gestire meglio l’energia negli edifici pubblici; a progetti che aumentino la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e incentivino l’utilizzo di trasporti a basso impatto ambientale. Per finire la panoramica dei principali programmi di cooperazione territoriale che interessano le regioni italiane, anche nell’Interreg Central Europe è stata individuata una priorità specifica per la cooperazione nel settore delle strategie “low carbon”: le aree di intervento riguardano progetti che sviluppino soluzioni in grado di aumentare l’efficienza energetica e l’uso delle energie rinnovabili, specie negli edifici pubblici; progetti che migliorino le strategie locali e territoriali in materia di energia a basso impatto ambientale; progetti infine capaci di migliorare la mobilità, specie in contesti urbani, diminuendo le emissioni di CO2. Non mancano dunque i fondi che l’Unione Europea mette a disposizione. Quello che serve, ora, è la capacità progettuale di elaborare proposte in innovative, in linea con gli obiettivi dell’Unione e in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi che l’UE si è posta in tale settore.


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EFFICIENZA ENERGETICA: un passaggio obbligato per lo sviluppo del Paese Le misure di sensibilizzazione e sostegno regionali e nazionali di Nicasio Riggio Management Academy Sida Group - Advisor Area Corporate Finance

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entiamo costantemente parlare degli effetti negativi che l’azione dell’uomo ha sul clima mondiale e di come questo si stia lentamente ma inesorabilmente modificando, portando a delle vere e proprie piccole rivoluzioni nel delicato equilibrio delle stagioni. Gli attuali modelli climatici predicono un riscaldamento del pianeta da qui al 2100 di 1°-3,5° C, se nulla sarà fatto per ridurre le emissioni dei gas serra. Proprio tale fenomeno è generato principalmente dal prevalente utilizzo di combustibili fossili nelle attività produttive. Tali evoluzioni negative avranno effetti importanti e a volte indelebili su una serie di variabili, come la salute umana, il livello dei mari e degli oceani, la progressiva desertificazione di

vaste aree e danni incalcolabili all’agricoltura. Anche l’Italia è testimone e vittima di questi cambiamenti climatici: incremento della concentrazione temporale delle precipitazioni e, all’opposto, aumento della frequenza di ondate di calore importanti sono due dei maggiori fenomeni che si stanno verificando sempre di più nel nostro territorio. Alla luce di questi cambiamenti in atto ormai da decenni, le istituzioni nazionali e internazionali stanno mettendo in campo importanti e massicce campagne di sensibilizzazione e contemporaneamente sostegni finanziari significativi a supporto dell’utilizzo di nuove fonti di energia rinnovabili, al fine di ridurre le emissioni di gas serra.

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È stato presentato recentemente dal Mise il nuovo bando per l’efficienza energetica del Sud Italia, con il quale vengono destinati 120 milioni alle imprese con unità produttive localizzate nelle regioni di convergenza (Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia), che intraprendono progetti di immediata realizzazione, destinati alla riduzione del consumo di energie nelle proprie unità produttive. Il bando è a valere sulle risorse Piano Operativo Interregionale Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico, Poi. I progetti finanziabili consistono in programmi integrati di investimento, dell’importo minimo di € 30.000, finalizzati alla riduzione e alla razionalizzazione dell’uso dell’energia primaria utilizzata nei cicli di lavorazione e/o di erogazione dei servizi svolti all’interno di un’unità produttiva. Il bando, in funzione dell’entità dell’investimento e della sua durata, eroga un contributo a fondo perduto (fino al 50% delle spese) o un finanziamento a tasso agevolato (fino al 75% delle spese), attraverso una procedura valutativa a sportello. Possono essere finanziati anche progetti già avviati, compatibili con i termini di scadenza del Poi e possono riguardare: l’isolamento termico degli edifici, la razionalizzazione/efficientamento e/o sostituzione dei sistemi di riscaldamento, condizionamento, alimentazione elettrica, forza motrice ed illuminazione, installazione di impianti ed attrezzature funzionali al contenimento dei consumi energetici e l’installazione (per sola finalità di auto-

consumo) di impianti per la produzione e la distribuzione dell’energia termica ed elettrica. L’obiettivo da realizzare è quello della riduzione nominale dei consumi di energia primaria all’interno di unità produttive esistenti, producendo così un risparmio energetico e una riduzione nominale dei consumi pari almeno al 10%. Un’altra misura messa in campo dal Mise riguarda le amministrazioni comunali delle Regioni Convergenza, che possono ottenere un finanziamento per realizzare progetti di efficientamento e/o produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici pubblici, attraverso l’acquisizione di beni e servizi tramite le procedure telematiche del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Gli interventi dovranno essere realizzati sulla base di una diagnosi energetica dell’edificio oggetto dell’intervento, che deve essere già in possesso dell’Amministrazione. Il bando finanzia interventi riguardanti l’acquisizione di impianti fotovoltaici connessi in rete, impianti solari termici acs (acqua calda sanitaria) per uffici, impianti solari termici acs per scuole con annessa attività sportiva, impianti a pompa di calore per la climatizzazione, interventi di relamping. Il finanziamento a fondo perduto ottenibile, tramite una procedura a sportello, può arrivare fino al 100% dei costi ammissibili, con un contributo minimo pari ad €

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40.000,00. Il plafond di risorse disponibili sono pari a 80 milioni di euro. A livello regionale e nazionale sono previsti annualmente incentivi per il rinnovo del parco veicoli a basse emissioni complessive (BEC): anche in questo caso si tratto di contribuiti a fondo perduto per l’acquisto di veicoli a trazione elettrica, ibrida, a GPL, a metano a biometano, a biocombustibili e a idrogeno, che producono emissioni di CO2 allo scarico non superiori rispettivamente a 120, 95 e 50 g/km e ridotte emissioni di ulteriori sostanze inquinanti. Per il 2015 è prevista una dotazione finanziaria di 45 milioni di euro, mentre gli incentivi possono arrivare fino ad un massimo di € 5.000,00. La Regione Umbria promuove in questi giorni un bando per incentivare le imprese che investono nell’efficienza energetica, erogando contributi a fondo perduto per sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le PMI beneficiarie appartenenti, tra gli altri, ai settori manifatturiero, delle costruzioni, del commercio, della ristorazione, devono presentare progetti di investimento non inferiori a € 30.000,00 potendo richiedere un contributo da un minimo del 30% ad un massimo del 50% dell’investimento. Infine occorre ricordare che anche per le persone fisiche sono ancora attive fino al 31 dicembre 2015 le detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, nella misura del 65%.


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IL RESTYLING ARCHITETTONICO ED IL RESTYLING AMBIENTALE: UN’UNICA DIREZIONE di Michela Misirolli Management Academy Sida Group - Area Real Estate, Restyling e Smart City

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uando guardiamo la facciata di un edificio, essa trasmette la nostra personalità e il nostro modo di rapportarci agli altri. Lo stato del nostro immobile, come un dress code, ci descrive ed ha la forza di comunicare meglio di mille parole. Come ci prendiamo cura del nostro aspetto interiore ed esteriore, così il restyling edilizio, in primis, per arrivare fino a quello più generalizzato in termini ambientali, si occupa della riqualificazione estetica ed energetica di immobili. Nello specifico l'attività di restyling si riferisce a tutte quelle soluzioni progettate per migliorare l'immagine e le prestazioni tecniche di edifici anonimi o siti usurati dal tempo. La riqualificazione, in senso lato, consiste in una serie di interventi non invasivi sulle facciate valorizzandone le peculiarità, mediante l'uso di materiali certificati e sostenibili nel pieno rispetto della struttura esistente e dell’ambiente circostante. Ad oggi gli autori ed i protagonisti non si possono più sottrarre all’idea di lavorare perseguendo ideali di sostenibilità, estetica, tutela ambientale e riuscendo a valorizzare il patrimonio preesistente integrandolo con l'ambiente circostante. Certo è che, per ottenere ottimi risultati sia dal punto di vista di efficienza energetica che di immagine, non servono grandi

stravolgimenti, spesso la soluzione è più vicina di quello che sembra, l’integrazione delle caratteristiche ambientali con quelle di un’architettura organica contemporanea è divenuta necessaria. “All’architettura non occorre monumentalità, se non quella che è insita nella bellezza naturale”“ diceva Frank Lloyd Wright circa un secolo fa. In tal senso l’architettura organica, così come la si vuole percepire, si pone a fondamento e madre di tutte quelle architetture rispettose della natura: architettura sostenibile, architettura alternativa, architettura ecologica, bioarchitettura, ecc.. Poiché la vera architettura organica è sempre in divenire rispetto all’uomo, al luogo e al tempo, oggi, in una civiltà in pieno rinnovamento, dal campo conoscitivo a quello tecnologico e sociale, è necessaria “un'architettura organica contemporanea” adeguata alle nuove condizioni dell’uomo, ad una nuova sensibilità, pur conservando i suoi principi ed i suoi valori fondamentali tra cui la funzionalità, il sincronismo e l’economicità. E’ di particolare attualità la “disorganità” legata al tema delle periferie degradate, aree in disuso o di spazi-serventi, cioè sterilmente classificati dalle funzioni che vi si svolgono e per questo privi d’identità. Generalmente questa sensazione di degrado origina anche dallo stato di abbandono degli edifici che li caratte-

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rizzano: quanto spesso è sottovalutato il ruolo dell’ambiente costruito e delle architetture che ci circondano? Si incorre infatti spesso nell’errore di dimenticare quanto l'immagine degli edifici abbia la capacità di connotare i luoghi teatro della nostra vita, ritenendoli implicite quinte urbane, scenae frons dei nostri spazi aggregativi. Consistenti aree della nostre città sono caratterizzate da edifici civili derivanti dai massicci e “frettolosi” interventi edilizi risalenti agli anni dal Dopoguerra fino agli anni ‘80-‘90. Gli involucri edilizi che caratterizzano attualmente gli edifici in questione non sono in grado di rispondere alle contemporanee esigenze di estetica, efficienza energetica, sostenibilità ambientale, qualità della vita indoor ed economicità; inoltre il loro cattivo stato di conservazione, che richiederebbe, in alcuni casi, urgenti interventi di restauro, costituisce una rilevante forma di degrado che influisce negativamente sulla immagine complessiva delle città e sulla loro capacità di funzionalità. In questo ambito lo strumento dell'eco-design, che sintetizza la cura formale ed estetica alla sostenibilità ambientale, è in grado di sviluppare soluzioni che coniugano risparmi energetici apprezzabili a linguaggi formali, percettivi-estetici adatti alla riqualificazione di aree di interesse importanti per le nostre città per renderle incondizionatamente funzionali. Sempre più frequentemente si iniziano a


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percepire concetti come “eco-quartiere” o “città sostenibile”, segno evidente di una sensibilità ambientale che va accrescendosi. All'interno di una complessiva pianificazione sostenibile del governo delle città, che contempli in modo coordinato tutti gli aspetti della vita delle comunità, dalla gestione dei rifiuti ai trasporti, la qualità degli edifici gioca un ruolo chiave, sia che si tratti di costruirne di nuovi, sia di adeguare il patrimonio edilizio esistente. Un ambizioso progetto di ricerca sul restyling estetico ed energetico del patrimonio immobiliare esistente si inserisce perciò in un'ottica di ampio respiro, cercando risposte ad istanze diffuse e

trasversali di sostenibilità ambientale e qualità della vita. Per ottenere questo risultato sono però necessari dei passi propedeutici: un primo livello dedicato alla sensibilizzazione della Pubblica Amministrazione, degli attori coinvolti nella gestione dei patrimoni, dei cittadini e dei possibili realizzatori di opere verso l'utilizzo di materiali e metodiche green, attraverso la dimostrazione e l'incentivazione dello sviluppo di progetti eco-sostenibili. Un secondo livello rintracciabile nello studio delle ricadute ambientali ed economiche derivanti dalla reale applicazione degli elementi studiati dalla ricerca, che saranno immediatamen-

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te misurabili e valutabili: riduzione delle emissioni, utilizzo dei materiali sostenibili, corretta e sostenibile gestione delle acque, equità economica e prezzi sostenibili. I risultati da raccogliere sono rappresentati dalle future possibili ricadute in termini di sviluppo di una filiera produttiva nel settore, volta a ridurre il consumo di risorse e la produzione di rifiuti ed a ottimizzare l’utilizzo di energia anche supportando lo sviluppo delle fonti rinnovabili: l'approccio deve essere quello di creare le condizioni per mettere in gioco diversi gruppi di prodotti e servizi che possono indirizzare gli operatori di settore verso quella green economy da tutti auspicata.


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QUANDO IL BUSINESS DIVENTA SOSTENIBILE

La nuova competitività si gioca sulla salvaguardia dell’ambiente che, superando la visione tradizionale, riqualifica l’impresa come “soggetto attivo della società democratica, con gli stessi diritti e doveri di qualunque altro cittadino” di Sara Urbano Management Academy Sida Group - Area Operations e Qualità

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’ storia ancora recente il cambiamento radicale nella percezione del rapporto fra Industria, Collettività ed Ambiente, che prendendo le distanze dall’ idea tradizionale di uno sfruttamento incontrollato delle riscorse e dell’ecosistema si sposta progressivamente sulla codifica di metodologie di “utilizzo razionale e controllato”, incanalando le questioni strategiche e decisionali nell’attuazione di una Politica di Sviluppo Sostenibile Globale.

Dal Summit della Terra di Rio De Janeiro del 1992, passando attraverso il Protocollo di Kyoto (1997), la Strategia di Lisbona (2000), e i lavori di Europa 2020 (2010), l’evoluzione di tale interazione si concretizza in un approccio culturale del tutto nuovo che colloca l’azione di Sistema Industriale, Società ed Istituzioni in una valutazione condivisa della sicurezza e degli impatti ambientali, in ottica sì di ottimizzazione produttiva volta a migliorare i margini riducendo i costi, ma soprattut-

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to in senso etico e sociale in cui Qualità dell’ambiente significa Qualità della Vita, e l’Impresa diviene sponsor attivo e responsabile della sostenibilità di tale sviluppo. In questo nuovo complesso di valori, il tema della Corporate Social Responsibility si pone come forma ulteriore del confronto competitivo di mercato; un’offerta orientata a valori etici, sociali ed ambientali che faccia del “Doing well by doing good” il suo motto, diventa elemento di differenziazione dalla concorrenza, incentivando il cambiamento e dirottando l’attenzione dagli strumenti tradizionali di efficacia/efficienza ad un contesto molto più articolato, in cui tutti gli attori coinvolti sono contemporaneamente promotori e reciprocamente condizionati. L’adozione di tecnologie produttive più pulite a monte e di abbattimento delle emissioni a valle, l’ottimizzazione nell’impiego delle risorse che riduca i consumi energetici, le attività di recupero e smaltimento di rifiuti e residui, possono dimostrarsi ancor più appaganti se supportate da appropriate politiche pubbliche nel favorirle, con condizioni più vantaggiose per l’accesso al credito e al mercato assicurativo, incentivi fiscali ed agevolazioni, gare ed appalti; starà poi alla singola capacità imprenditoriale coglierne anche le smisurate opportunità competitive attraverso l’integrazione volontaria nella gestione delle operazioni commerciali e dei rapporti con le parti interessate. Uno sviluppo sostenibile che risponda alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze, passa attraverso una Ricerca& Sviluppo che indirizzi gli investimenti perseguendo l’innovazione tecnologica come motore essenziale per il superamento dei limiti attuali di assorbimento degli effetti delle attività umane, e coinvolgendo in tale “ristrutturazione” tutta la filiera, cioè i protagonisti, che lungo tutto il ciclo di vita del prodotto o servizio, dalla sua progettazione allo smaltimento, intervengono. Oltre le imposizioni cogenti dunque, il reale coinvolgimento del Sistema Impresa si manifesta soprattutto attraverso l’adozione di una serie di stru-

menti volontari che diano atto di tale orientamento e che, focalizzandosi a 360° sull’obiettivo ambientale, diventino altresì trait d’union con la Società civile per una comunicazione sociale ed etica sui temi dell’ecologia e della sostenibilità. L’implementazione del Modello previsto dalla ISO 14001:2004 rappresenta ad oggi l’occasione più concreta (e probabilmente percepita) per raggiungere un’approfondita conoscenza del contesto in cui l’organizzazione opera e realizzare un’analisi che coinvolga tutti gli aspetti/impatti ambientali dando conto delle interazioni fra i processi e l’ambiente e delle prestazioni stesse del sistema produttivo adottato; la definizione di una Politica Ambientale in base alla quale impostare le attività e definire gli obiettivi, diventa quindi riferimento continuo nelle progettazione ed ottimizzazione dei Processi fungendo da guida alla pianificazione di interventi mirati, e costituisce un impegno scritto di adeguatezza e miglioramento continuo del Sistema di Gestione Ambientale, che si integra poi attraverso la UNI 10617 anche con i requisiti di un Sistema di Gestione della Sicurezza per “impianti a rischio di incidente rilevante” con conseguente anche sull’ambiente. Se attraverso la Certificazione EMAS (Eco-Management and Audit Scheme, EMAS III regolamento 1221/2009/CE) l’impresa sceglie di perseguire l’accreditamento del proprio Sito produttivo in termini di prestazioni ambientali, impatto ancora più rilevante in termini competitivi rivestono le Certificazioni di Prodotto, che a livello internazionale sono la Norma ISO 14040 e l’EcoLabel (Etichetta Ecologica, Regolamento CE n. 66/2010), basate entrambe sull’analisi dell’impatto ambientale lungo l’intero Ciclo di Vita del Prodotto (LCA, Life Cycle Analysis), finalizzata alla valutazione dei carichi ambientali associati ad un prodotto, processo, attività, identificando e quantificando i consumi energetici, fisici (materiali) e i residui rilasciati nell’ambiente. L’approccio innovativo consta in una visione “cradle to grave” del prodotto e del processo produttivo da cui lo stesso deriva, che diventa critica nella definizione dei principali hotsposts

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(punti di emissione e prelievo delle risorse) e nell’attuazione di interventi di miglioramento ed ottimizzazione, nonché strumento strategico di supporto decisionale, essendo chiaramente gli Auditor ed i Responsabili di Qualità i professionisti più indicati nella gestione di tali interazioni poiché in possesso di esperienza consolidata sia nell’implementazione delle procedure che ancor prima nella definizione razionale delle stesse, secondo gli obiettivi strategici di lungo periodo promossi dalla Direzione Aziendale. Anche nel ricorso agli strumenti citati quindi, Il tema della Responsabilità d’Impresa si concretizza in un rinnovamento di immagine totale che si propone come più ampia garanzia di qualità nella percezione dei consumers, e che travalicando l’aspetto puramente commerciale configura la stessa come soggetto fortemente partecipativo della Società intera; la stesura del Bilancio Sociale accanto a quello tradizionale di Esercizio, e l’inclusione in esso di Bilanci e Rapporti ambientali analoghi ai corrispondenti contabili, diventano mezzi essenziali attraverso cui rinforzare la comunicazione e il dialogo con tutti i portatori di interesse, che siano essi azionisti (stockholders) o clienti, fornitori, comunità (shareholders), e nel testimoniarne l’impegno ambientale, ne promuovono altresì il coinvolgimento del cliente finale per un consumo che sia anch’esso responsabile. In conclusione, qualsiasi azienda moderna intenda oggi rimanere competitiva stando al passo con l’evoluzione delle tematiche di mercato deve necessariamente confrontarsi con il Fattore Ambiente, orientando l’ammodernamento del settore produttivo nella direzione di uno sviluppo sostenibile per l’interesse collettivo; un’ attitudine manageriale unita ad una formazione ambientale finalizzata a sviluppare conoscenze, capacità e consapevolezza degli impatti e di una Gestione Integrata di Sistema, rappresenta quindi la chiave di volta di un successo duraturo e l’opportunità di sviluppo di nuove professionalità specializzate con ruoli di taglio dirigenziale nel Settore , che spetterà ai giovani cogliere e al tessuto imprenditoriale promuovere.


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LA FORMAZIONE PER GLI ENERGY MANAGER

L’esigenza di competenze trasversali per affrontare il mercato della green energy, dei bandi europei e della riqualificazione di Mattia Bocchini Management Academy Sida Group - Coordinatore Area Real Estate, Smart City, Energie Rinnovabili

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l settore delle energie rinnovabili vede un periodo di grande cambiamento e continuo sviluppo, gli obiettivi affrontati dal “Pacchetto energia 20-20-20” e il programma “Horizon 2020” sono le testimonianze che vi è e vi sarà sempre di più l’esigenza di competenze trasversali nel settore. La necessità di una figura professionale ben strutturata con competenze di management, con conoscenze di tutte le possibili incentivazioni e con skills tecniche avanzate nel campo energetico, è sempre più forte. In un mercato in cui è ricercata e richiesta sempre più l’efficienza energetica sia applicata in ambito edilizio, sia applicata in ambito industriale tramite il cost saving per i vari processi, occorre creare una professionalità, l’energy manager, in grado di avere competenze orizzontali con un bagaglio sia tecnico che economico, il tutto ovviamente supportato da una conoscenza continua dei possibili strumenti da utilizzare. Per tali considerazioni la Sida Group ha dato vita, con la compartecipazione attiva di aziende sensibili ai temi della sostenibilità ambientale, della green economy e del risparmio energetico, ad un innovativo percorso di alta formazione manageriale denominato energy management. La testimonianza che il progetto è molto valido ed appetibile per le aziende del settore sta nel fatto che da febbraio 2015 ad oggi (in appena 5 mesi) hanno preso il via già 5 progetti con lo scopo di formare manager del settore ed inserirli nelle realtà aziendali leader del mercato delle energie. Le piazze in cui è stato svolto ed è in fase di svolgimento il master in energy management sono: Ancona, Bologna, Camerino, Verona e Foggia a testimoniare la capillarità e la grande richiesta riscontrata in figure manageriali specifiche nella

gestione dell’energia. Il progetto si pone l’intento di far acquisire, attraverso l’esperienza diretta di chi opera nell’area dell’energy management, conoscenze e competenze spendibili sul posto di lavoro; in particolare, il master forma professionisti in grado di operare con efficacia in diversi ambiti della green economy con una specifica attenzione all’acquisizione di know-how specialistico sui temi concernenti il fabbisogno energetico, la riqualificazione edilizia e la mobilità ecosostenibile. L’intento è proprio quello di formare profili di alto livello con competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e di comunicazione al fine di supportare i leader aziendali nelle politiche e nelle azioni collegate all’energia rinnovabile, nella gestione della spesa energetica interna, nel risparmio ed efficientamento energetico. Attraverso le lezioni frontali che si svolgono presso le varie sedi della Sida Group dislocate nel territorio nazionale, i partecipanti acquisiranno tutti gli strumenti, le abilità e le conoscenze direttamente dal bagaglio professionale e dalle best practice maturate dai professionisti, consulenti e manager che si alterneranno di volta in volta nelle varie attività didattiche. I moduli affrontati dai suddetti docenti comprenderanno sia materie tecniche come bioarchitettura, ingegneria energetica e bioclimatica; sia argomenti riguardanti le connessioni patrimoniali economico-finanziarie, la fiscalità, gli aspetti giuridici fino a comprendere le dinamiche di marketing e comunicazione inerenti il campo delle energie rinnovabili. La reale attinenza tra il programma formativo della Management Academy Sida Group attraverso l’executive master in energy management e il mondo del

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lavoro, sono assicurati da un’analisi dei fabbisogni non solo delle aziende partner che richiedono specifici profili professionali con una sensibilità e conoscenza approfondita dei temi collegati alle politiche della green economy e della smart city, ma anche dallo svolgimento periodico di indagini nel settore dell’Energy Management. La Management Academy Sida Group, utilizzando l’ampia gamma di aziende collegate in rete (incrementate anche dal progetto Garanzia Giovani), offre al partecipante, in funzione dei risultati conseguiti e monitorati durante l’attività d’aula, l’opportunità d’inserimento in tirocinio formativo attraverso la predisposizione dei colloqui individuali per identificare il profilo del corsista; individuazione delle aziende ospitanti sulla base di specifici parametri del masterista, orientamento al colloquio di selezione, affiancamento, monitoraggio di un tutor e strutturazione del progetto di tirocinio formativo da sviluppare. La cura e l’attenzione rivolta al periodo d’inserimento è garantita dall’intervento di consulenti esperti nella ricerca e selezione del personale, attività che da vent’anni viene svolta per importanti Aziende di rilievo nazionale e internazionale da Sida Group e dall’attività di tutoraggio svolta durante tutto il periodo di stage aziendale. E’ d’obbligo sottolineare come l’attività di inserimento aziendale agevola notevolmente la creazione di un legame tra giovani e imprese. Al temine del percorso la Management Academy Sida Group rilascerà, oltre al diploma che attesta la partecipazione alle lezioni, una “Certificazione delle competenze acquisite” dal corsista attraverso la formazione e l’esperienza in azienda.


SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE

“La migliore energia pulita è quella risparmiata”

Per Marco Ghetti, responsabile progetti speciali e attività direzionali Umpi, serve una vera sinergia tra pubblico e privato e un maggior coinvolgimento di tutti gli stakeholder di Asmae Dachan

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ezzo milione di cittadini europei ha risposto all'appello della campagna online 'AllarmeNatura' lanciata dalle principali organizzazioni ambientaliste internazionali per difendere le leggi Ue 'salva natura': come commenta questo dato? “Credo che sia il sintomo di un'importante presa di coscienza: evitare sprechi, razionalizzare le risorse, risparmiare energia e sfruttare meglio ciò che esiste già sono punti chiave per ridurre di molto l’impatto ambientale delle attività dell’uomo mantenendo (e in diversi casi anche aumentando) però i livelli di servizi e i benefici che una ampia diffusione di servizi al cittadino e alle amministrazioni può garantire”. Di fronte al fenomeno dei cambiamenti climatici, in molti oggi si chiedono se non sia troppo tardi per correre ai ripari. Cosa ne pensa? “Il giudizio è difficile, vi sono correnti contrastanti e non sono certo un esperto in questo campo: credo però che sia opportuno fare tutto il possibile per invertire la tendenza, cercando di abbattere tutte le cause che portano al riscaldamento globale. Il risparmio energetico e la razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse e delle attività, anche in ambiti che possono essere sottovalutati, come l’illuminazione pubblica, che invece costituiscono una grande fonte di risparmio (e

di conseguenza Tep – tonnellate equivalenti di petrolio – non consumate e CO2 non emessa in atmosfera). Spesso si sottovaluta anche il beneficio dovuto al riutilizzo delle infrastrutture esistenti: esistono soluzioni tecnologiche che consentono di utilizzare gli impianti di illuminazione pubblica per l’implementazione di servizi come la videosorveglianza, il monitoraggio ambientale e territoriale, Wi-Fi urbano, ricarica per veicoli elettrici e tanti altri ancora; evitare scavi e opere invasive di installazione significa risparmiare energia, tempo e sicuramente creare meno disagi alla popolazione e nessun materiale di risulta o di scarto”. Se lei fosse ministro dell'Ambiente, quali sono le iniziative che promuoverebbe? “Sicuramente sono moltissime e di varia natura le iniziative che possono portare benefici all’ambiente: credo che oggi si dovrebbe puntare ad eliminare tutto ciò che è spreco partendo dal riutilizzo delle risorse esistenti”. In molti Paesi del mondo le energie pulite sono ormai una realtà, che sta lentamente eliminando il ricorso alle fonti tradizionali. Secondo lei, perché in Italia questo settore fatica a decollare? Lungaggini burocratiche, o serve una riforma culturale? “Le energie rinnovabili sono sicuramen-

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te una realtà consolidata ed in Italia abbiamo una posizione di tutto rispetto all’interno dell’Unione europea, in fatto di produzione di energia pulita. Credo però che in Italia si possa fare un salto importante: la migliore energia pulita è quella risparmiata, per cui l’adozione di tecnologie per il risparmio energetico attivo può dare un importante contributo: è necessario però che questo tipo di tecnologia si diffonda il più possibile”. Recentemente sei regioni italiane, tra cui le Marche, hanno firmato un accordo contro le trivellazioni nell'Adriatico: come giudica questa iniziativa? “Credo che l’invasività tipica di questo tipo di attività sia l’aspetto peggiore, e che al contempo sia possibile ridurre la necessità di petrolio razionalizzando e abbattendo i consumi energetici”. La vicenda Ilva rappresenta un triste capitolo nella storia italiana: una nuova sinergia tra pubblico e privato e una nuova coscienza civile, potrebbero evitare il ripetersi di simili tragedie? “Nel panorama italiano di oggi la sinergia pubblico - privato è, a mio parere, il miglior strumento che si possa utilizzare per raggiungere gli obiettivi prefissati con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder: solo con questo tipo di sinergia sarà possibile ottenere il più alto risultato con benefici per tutti”.


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SENTI CHI

PARLA I

l nostro sondaggio estivo è dedicato a un tema che non è andato in vacanza: Energia & Ambiente. Per il numero di agosto non ci siamo accontentati di indagare l’atteggiamento dei lettori verso questa tematica, ma ci siamo spinti a sondare la loro conoscenza in materia attraverso un piccolo quiz, con questioni green apparentemente insolite, ma che permeano la nostra vita quotidiana.

INFORMAZIONI SUL SONDAGGIO

Sondaggio realizzato da GGF Group Srl Sondaggio online, pubblicato sul profilo Facebook, su sito e all'interno delle newsletter di Mondo Lavoro ML Magazine. Indagine gestita attraverso piattaforma CAWI dal 7 al 31 agosto 2015. Campione non probabilistico. Totale rispondenti: 101

Il rispetto dell’ambiente, è per te un tema:

Il rispetto dell’ambiente risulta essere un tema particolarmente sentito dai nostri lettori che, nella maggioranza dei casi (73,27%) lo definiscono di primaria importanza. Il 25,74% dei rispondenti lo ritiene un tema importante, ma secondario ad altre questioni, quali salute, economia, lavoro e povertà. Solo un esiguo 0,99% dei lettori ritiene l’ambiente un tema poco importante.

Numero rispondenti: 101; 100% del campione intercettato

Nella vita quotidiana, il tuo atteggiamento verso l’ambiente è: Dalla teoria alla pratica: il 77,55% dei rispondenti al sondaggio dichiara di adottare nella vita quotidiana un atteggiamento “attivo”, seguendo con partecipazione gli accorgimenti consigliati. Il 17,35% dei lettori si definisce “proattivo”, eleggendo il rispetto ambientale a variabile da tenere in considerazione in ogni scelta della vita quotidiana. Il restante 5,10% si definisce, invece, “passivo”, dichiarando di attenersi alle sole indicazioni obbligatorie.

Numero rispondenti: 98; 97% del campione intercettato

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SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE Il 36,73% dei rispondenti afferma di adottare tutti i comportamenti green di cui è a conoscenza, mentre il 31,63% ammette di trascurarne alcuni per pigrizia. Il 22,45% dei lettori, quelli del “Vorrei ma non posso” , dichiara di non adottare alcuni degli accorgimenti di cui è al corrente perché comporterebbero delle spese. Altre motivazioni di mancata adozione di comportamenti rispettosi dell’ambiente (indicati complessivamente dal 9,18% dei lettori) risultano essere la scarsa attenzione al rispetto delle regole consigliate e le valutazioni sul costo - opportunità di tali

iniziative. Tra le pratiche più trascurate da quelli che non adottano comportamenti “green” per pigrizia, ci sono la differenziazione di rifiuti e l’attenzione all’acquisto di prodotti bio o non nocivi per l’ambiente. Chi è invece frenato nell’adottare pratiche green dal fatto di dover sostenere delle spese, dichiara che altrimenti provvederebbe ad installare un impianto fotovoltaico per la propria abitazione o ad alimentarla attraverso altre fonti di energia rinnovabile; si munirebbe anche di un’auto con un

sistema di alimentazione meno impattante sull’ambiente (a metano, ibrida o elettrica). La pratica meno amata dai nostri lettori, che dichiarano ad attenersi a questo comportamento con fatica, risulta essere la differenziazione dei rifiuti, dalla divisione dei diversi materiali fino alla consegna di rifiuti speciali negli appositi centri di raccolta. Anche la tentazione di gettare rifiuti a terra (o abbandonarli in spiaggia) risulta difficile da contrastare, così come il trattenersi dallo sprecare acqua e carta o lasciare le luci accese quando si esce da una stanza.

Ci sono comportamenti “green” di cui sei a conoscenza ma che non adotti? Numero rispondenti: 98; 97% del campione intercettato

Sul luogo di lavoro adotti comportamenti “green”? Fuori casa, sul luogo di lavoro, l’80% dei lettori che ha risposto al nostro sondaggio dichiara di adottare comportamenti in linea con il rispetto dell’ambiente per abitudine, mentre per il 16,67% degli intervistati è una pratica prevista dal regolamento aziendale. Il 3,33% dei rispondenti dichiara di non adottare pratiche a carattere green sul luogo di lavoro.

Numero rispondenti: 90; 89% del campione intercettato

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SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE

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La parola ai lettori: Tra 100 e 500 euro l’anno (47,13%) Spegnendo tv, radio e computer, evitando di lasciarli in modalità stand-by e staccando la spina quando non in funzione, ad una famiglia numerosa di risparmierebbe fino a 400 euro l’anno. In Europa, a causa dello stand-by si spreca ogni anno l’11% dell’elettricità totale generata.

dopo aver sondato le attitudini green dei nostri lettori in campo pratico, scopriamo come se la sono cavata con la teoria. Di seguito i 9 quesiti sottoposti ai nostri lettori, le loro risposte e… tutte le soluzioni! Consuma di più:

Consuma di più:

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: un frigorifero pieno (41,38%) In generale (ad eccezione dei nuovi modelli termoregolanti) il funzionamento del frigorifero necessita di circolazione d’aria al suo interno. Un frigorifero eccessivamente stipato rende tale circolazione più difficoltosa, aumentando i consumi rispetto a quelli generati da un frigorifero più “vuoto”.

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Cucina elettrica (77,01%) Il gas è una fonte di energia generalmente più economica rispetto all’elettricità e la sua produzione ha effetti meno impattanti sull’ambiente. Questo non vale, ovviamente, se si dispone di un impianto ad energie rinnovabili. Gli apparecchi elettrici garantiscono peraltro cotture più uniformi e soprattutto veloci.

Consuma di più:

L’ora legale (in vigore dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre): Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: un condizionatore (88,51%) Un ventilatore consuma 15 volte meno rispetto al condizionatore Quanta energia risparmierebbe una famiglia numerosa evitando di lasciare gli apparecchi elettrici in stand by?

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Ci permette di risparmiare energia (74,71%) L’ora legale ha permesso all’Italia nel 2014 un risparmio di 549,7 milioni di chilovattora di energia, corrispondente circa al consumo medio annuo di elettricità di circa 250.000 famiglie. Traducendo queste cifre in denaro, il risparmio sulla spesa in elettricità è stato di circa 91 milioni di euro.

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato

3 scienziati sono stati insigniti nel 2014 del premio Nobel per ∂110∂


SPECIALE ENERGIA&AMBIENTE la Fisica per una invenzione dal forte impatto ambientale. Quale?

La frazione organica costituisce circa il 25-30% dei nostri rifiuti. La soluzione migliore per il suo smaltimento è il compostaggio, processo da cui si ottiene il un ottimo concime naturale che ha capacità di liberare, in modo lento e costante, elementi nutritivi quali azoto, fosforo, e potassio, assicurando la fertilità costante del terreno. Quale percentuale di rifiuti pensi venga differenziata nelle Marche?

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Una app in grado di interagire con gli elettrodomestici e minimizzarne i consumi, evitando gli sprechi (45,98%) Il Premio Nobel per la Fisica 2014 è stato assegnato agli scienziati giapponesi Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e allo statunitense Shuji Nakamura, inventori dei LED (Light Emitting Diode). I LED sono soluzioni che modificano il concetto stesso di illuminazione, grazie a un approccio più sostenibile e attento al risparmio energetico.

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Tra il 50 e il 75% (42,53%) Da elaborazione Regione Marche su dati del Catasto regionale rifiuti emerge che la percentuale di rifiuto urbano annuo raccolto in maniera differenziata è del 63,37%.

Quale, tra le seguenti apparecchiature, incide maggiormente sul consumo elettrico delle famiglie?

Fonti dati: www.greenstyle.it Magazine dei consumatori "Öko-Test“ Manuale per una corretta raccolta differenziata www.ambiente.regione.marche.it

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Boiler elettrico (31,03%) Mediamente il consumo elettrico domestico è così distribuito: boiler elettrico 15%; frigorifero 11%; illuminazione 8%; lavatrice 4%; lavastoviglie 3%; computer, tv e audio7%. Quanto pensi incida la frazione organica (differenziabile) sul totale dei nostri rifiuti?

Totale risponenti 87; pari all'86,13% del campione intercettato La parola ai lettori: Tra il 25 e il 50% (51,72%)

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A l servizio dei m a rc h ig ia n i

RACCOLTA TRASPORTO STOCCAGGIO SMALTIMENTO RICICLAGGIO RIFIUTI QUALITÀ CERTIFICATA Qualità, efficienza organizzativa e specializzazione. La SOGENUS Spa ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001, quella del sistema di gestione ambientale ISO 14001, la ISO 18001, la Sa 8000 e la registrazione EMAS.

La SOGENUS Spa ha adottato inoltre un Sistema di Gestione Integrato (SGI). Per questo ci è stato riconosciuto il marchio BEST4 (Business Excellence Sustainable Task), segno di eccellenza organizzativa e operativa. www.creative-project.it

A DIFESA DELL’AMBIENTE La SOGENUS Spa garantisce il recupero e il reinserimento nel contesto territoriale delle aree gestite dal momento dell’inizio della postgestione dei comparti esauriti. Tratta con le più avanzate tecnologie i rifiuti compresi quelli gassosi come il biogas trasformandolo in energia elettrica. Di particolare interesse ed efficacia è il biomonitoraggio tramite l’utilizzo delle api mellifere ed il progetto per la biodiversità curato dall’Università Politecnica delle Marche.

LA DISCARICA CONTROLLATA Dal 1989 la SOGENUS Spa gestisce la discarica comunale sita nel Comune di Maiolati Spontini (AN) con un'estensione globale di circa 40 ettari. I rifiuti sono smaltiti secondo precisi criteri di legge, nel rispetto e nella tutela dell'ambiente attuando approfonditi monitoraggi ambientali nel rispetto della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). SEDE LEGALE E OPERATIVA Via Cornacchia, 12 60030 Moie di Maiolati Spontini (AN) Tel. 0731.703418 Fax 0731.703419 infoimpianto@sogenus.com

SEDE AMMINISTRATIVA Via Petrarca, 5-7-9 60030 Moie di Maiolati Spontini (AN) Tel. 0731.705088 Fax 0731.705111 ∂112∂ info@sogenus.com

Più valore all'ambiente www.sogenus.com


FOCUS esperienze turistiche “La vita è l’arte del disegno, senza una gomma” John Gardner – Scrittore e insegnante statunitense

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FOCUS ESPERIENZE TURISTICHE

MARAVIGLIA GIFT: “Un'esperienza turistica davvero indimenticabile, oltre il semplice viaggio” I giovani Sales Manager di Marche Maraviglia, Sara Bonacucina e Carlo Badioli, spiegano il successo di un cofanetto regalo che racchiude le migliori proposte tematiche su gusto, romanticismo e benessere, arte e cultura, natura e avventura, relax. Tutte legate esclusivamente al territorio regionale, con strutture ricettive e attività rigorosamente selezionate in base alla qualità dei servizi offerti al cliente di Stefano Strano

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FOCUS ESPERIENZE TURISTICHE

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araviglia Gift: che cosa differenzia questo tipo di prodotto da altre smart box?Che tipo di regalo è? (Carlo Badioli) “È multitematico ed è questo che lo distingue dagli altri cofanetti regalo che sono pacchetti incentrati su un solo ambito: nei nostri si trovano numerose proposte che variano dall'avventura al benessere, dall'enogastronomia al soggiorno turistico. Non ci si limita a etichettare una smart box con un tema unico. Quando si apre la confezione si scopre un'ampia gamma di scelta, e tutta nelle Marche: non lo fa nessun altro competitor, da noi come nelle altre regioni. Ci sono cinque fasce di prezzo, ma anche in quella più bassa, i 59 euro del cofanetto Maraviglia Red, ci sono opzioni che, se si sceglie di prenotarle autonomamente, risultano più care: ad esempio, una notte per due persone in resort, in una dimora settecentesca. Chiaramente, più si sale di prezzo, più la qualità dell'offerta aumenta: da 99, 139, 199, fino a 249 euro, con il cofanetto Gold che include, ad esempio, due notti, per due persone, in relais quattro stelle superior e trattamenti nella spa”. Quale filosofia c'è dietro? Si può chiamare “turismo esperienziale”? (Sara Bonacucina) “Sicuramente definisce un'esperienza, non è un semplice viaggio, ma il racconto, la volontà di coinvolgere emotivamente chi sceglie Maraviglia Gift: il termine più adatto è 'storytelling', narrare un percorso turistico, lasciare un ricordo indelebile nella persona che lo vive. Vogliamo che il cliente non abbia quei 'tempi morti' che spesso caratterizzano i viaggi, in modo che non si senta obbligato a fare da solo; lo seguiamo dall'inizio, per evitare quella difficoltà di prenotazione che spesso caratterizza i cofanetti di altre aziende concorrenti”. Il legame con il territorio regionale e la selezione di strutture ricettive e di attività turistiche di qualità, possono definire un “pacchetto” di questo tipo? (Carlo Badioli) “Le strutture selezionate sono distribuite in modo omogeneo, in tutte le Marche. Maraviglia Gift è un

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dono accurato nei dettagli, a partire dalla qualità, e alle attività che compongono l'offerta proponiamo condizioni vantaggiose. Il legame è forte e consolidato: molti clienti sono marchigiani, e noi conosciamo bene la realtà della nostra regione”. Quali sono le novità dei nuovi cofanetti? (Sara Bonacucina) “Inseriremo nuove strutture, a partire da quella più prestigiosa, il SeePort Hotel di Ancona. Estenderemo le offerte relative all'avventura, ci sono offerte ancora più accattivanti, come il noleggio della vespa e del motoscafo. Inoltre, i nuovi cofanetti non avranno più una scadenza definita: da ottobre, sarà prolungata a un anno dal giorno dell'attivazione”. Nella scelta delle attività sportive e relax, quanto sono importanti le idee di un team professionale formato da giovani come voi? (Carlo Badioli) “Lo sono di sicuro: inseriamo tutte proposte che potrebbero piacere anche a noi. Ci domandiamo sempre: 'noi la utilizzeremo e che cosa sceglieremo?'. L'idea è non decidere a scatola chiusa, ma scoprire, rimanere sorpresi dalle tante offerte che ci sono nei cofanetti. Il concept del prodotto è stato migliorato, in modo anche da soddisfare sempre di più le strutture ricettive consorziate: Maraviglia Gift è un'opportunità molto interessante perché permette loro di destagionalizzare il turismo. Vogliamo continuare ad approfondire il legame con il territorio, estendere la vendita nei canali della grande distribuzione e puntare più sugli strumenti di acquisto online”. Quali sono i dati di vendita? È aumentata la domanda di Maraviglia Gift? (Sara Bonacucina) “Il dato più significativo è quello di dicembre, il mese che rappresenta circa il 60% di tutte le vendite annuali. Da dicembre 2013 a quello 2014, c'è stato un aumento del 30% con una crescita media del 10% all'anno. I canali digitali offrono grandi potenzialità: sempre in questo periodo, le vendite online sono cresciute del 120%”.


FOCUS ESPERIENZE TURISTICHE

PHOTO TOUR ALLE GROTTE DI FRASASSI

Maurizio Tosoroni, responsabile area marketing, promozione e accoglienza turistica, illustra la nuova strategia promozionale del favoloso complesso carsico di Asmae Dachan

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ottor Tosoroni, Le Grotte di Frasassi rappresentano uno dei simboli d'eccellenza della regione Marche. Quali sono le iniziative di promozione dedicate? “Oltre alla visita ipogea, al percorso turistico e alle speleo-avventure, da anni le Grotte offrono un programma di formazione e didattica dedicato alle scuole. Con Legambiente abbiamo creato sette laboratori didattici che si svolgono dentro e fuori il complesso carsico; per i più piccoli sono strutturate quasi come un gioco, per i più grandi hanno una caratterizzazione più scientifica. In sinergia con il territorio, inoltre, abbiamo sposato altri progetti, realizzando, ad esempio, un evento dedicato a Giacomo Leopardi in concomitanza con il lancio del film di Mario Martone 'Il giovane favoloso'. Abbiamo abbracciato anche il mondo dell'enogastronomia, con le Grotte protagoniste del programma di promozione del Verdicchio a Expo Milano 2015. La loro collocazione, tra i colli di Jesi e di Matelica, dà la geolocalizzazione della zona di produzione di questa eccellenza. Le Grotte sono un brand che valorizzano il territorio. Oltre a Expo, con l'azienda Oro della Terra, che da tre anni dedica programmi di educazione alimentare alle scuole, abbiamo fatto un evento che ha coinvolto quasi mille bambini da tutta la regione, con la premiazione delle classi vincitrici del concorso 'La rivincita degli avanzi'. Le Grotte, inoltre, sono un brand che può diventare promotore di vari settori, come avvenuto ultimamente con il cinema. Il Consorzio ha sposato il progetto del film di Micole Pallucca che racconta le avventure di Grotto, una sorta

di ET italiano, una stalattitte parlante, che vive un'originale esperienza di amicizia con alcuni bambini all'interno del mondo sommerso e affascinante delle grotte stesse. Il film è stato girato interamente all'interno delle Grotte, nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza per l'ambiente naturale circostante ed è risultato vincitore al Giffoni Film Festival. Sono stati salvaguardati allo stesso tempo, grazie a un lavoro di altissima qualità, l'ambiente e la migliore resa possibile della pellicola”. Tra le novità 2015 avete lanciato i nuovi 'Tour fotografici'. Come saranno strutturati? “Si tratta di un nuovo prodotto, al passo con i tempi, con ingressi a orari dedicati, che consente agli appassionati di fare esperienze fotografiche, senza flash e senza cavalletto, nel rispetto totale dell'ambiente. Il problema delle macchine fotografiche per eccellenza era il flash con la sua fiammata calda. Oggi le macchine hanno una risoluzione altissima e non ne hanno più bisogno. Nel tour tradizionale non è permesso fare foto per una serie di motivi, perché i gruppi sono numerosi e le guide si dedicano alla spiegazione del percorso, mentre il tour fotografico, che ha una maggiore durata, prevede gruppi numericamente limitati, con le guide che lasceranno delle pause in punti prestabiliti per consentire di effettuare foto. Il percorso è in sicurezza, ma richiede comunque attenzione. Oltre a permettere di fare foto, questo tipo di visita dà la possibilità ai turisti di raccontare la loro esperienza e condividerla attraverso i social in un modo nuovo e

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per noi diventa un'ulteriore occasione di promozione. C'è, infine, un'altra novità in arrivo”. Ce la vuole anticipare? “Quest'anno abbiamo fatto un corso di formazione e aggiornamento per le guide, in collaborazione con Legambiente e gli scopritori delle Grotte, i fratelli Bolognini. Il turista avrà il racconto, l'emozione che alle guide è stata trasmessa dagli scopritori stessi, che all'epoca erano ragazzini. È una visita emozionale, specie se si considera che, essendo una grotta giovanissima, scoperta da poco più di 40 anni, gli scopritori sono ancora in vita e questo è un elemento raro. Per gruppi organizzati di ricercatori, geologi, speleologi, universitari è inoltre possibile prenotare la visita organizzata accompagnati dagli scopritori ”. Come è andata la stagione estiva? “Direi molto, molto bene. Anche il 2014 è stato un anno record, con oltre 25mila visitatori e un incremento del 12%. I dati al 31 agosto indicano un più 9% rispetto all'inizio dell'anno, con oltre 17mila 500 visitatori; nel solo mese di agosto l'incremento è stato del 17% con ben 12mila ingressi. Sono aumentati moltissimo gli stranieri, con prevalenza di turisti olandesi, belgi, tedeschi, francesi, russi, inglesi e americani; la novità del 2015 è il gran numero di finlandesi”. Dopo la visita alle Grotte, questi turisti si fermano? “C'è un dato numerico di arrivi e permanenza in forte incremento nel territorio di


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Genga e nelle zone limitrofe. Il nostro è un cluster di prodotto che sta crescendo, perché è destagionalizzato. Vicino alle Grotte ci sono le terme, gli hotel hanno aperto spa e servizi importanti e sono sorte nell'ultimo anno attività di noleggio biciclette e un parco avventura sul fiume nel Borgo di San Vittore. Queste nuove attrazioni indicano che la gente si ferma, si intrattiene sul territorio. Genga è stata scelta quest'anno come luogo di ritiro per una squadra calcistica professionista che è stata qui per 20 giorni. È un riconoscimento della qualità dell'ambiente, dell'accoglienza, della qualità del cibo e della presenza di strutture ricettive adeguate. Le Grotte hanno alzato la percezione del territorio, sono un ottimo volano”.

Quali sono le iniziative che ultimamente avete lanciato sul territorio? “La seconda edizione del Frasassi Rock Climbing Festival, un evento internazionale importantissimo di arrampicata sportiva con campioni del mondo e appassionati qui per cinque giorni. Anche a livello di turismo sportivo, dunque, le Grotte hanno creato un'attività a 360 grad in forte sinergia con il territorio. Ciò ha portato ad uno sviluppo e una crescita dei vari sistemi turistici. Si sta concretizzando una sinergia che già lo scorso anno, in occasione della mostra 'Da Giotto a Gentile' ha dato i suoi importanti frutti. Auspico che questa strategia si allarghi sempre più e faccia sì che altri comuni si leghino e che la rete si rafforzi. Da poco abbiamo inaugurato,

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dopo un periodo di restauro e rinnovo, in collaborazione con il Sistema Museale della provincia di Ancona, il nuovo 'Museo di Genga Storia, Arte e Territorio'. A dicembre, infine, tornerà il Presepe vivente; lo scorso scorso la kermesse ha ricevuto il premio del presidente della Camera. È uno dei presepi più importanti del Centro Italia, con 250 figuranti. Ci siamo qualificati come sistema, c'è stata una spinta dinamica grazie a una buona attività di marketing, che ha condizionato in modo positivo il sistema ricettivo e ha fatto prendere consapevolezza della forza del territorio, facendo scattare investimenti e progetti. Quello che prima era un traino, oggi è una vera sinergia”.


FOCUS ESPERIENZE TURISTICHE Lanfranco Giacchetti presidente del Parco del Conero

Tripadvisor premia il Parco del Conero con il certificato d'eccellenza Per il portale online, grazie ai giudizi positivi, è tra le mete turistiche italiane più amate nel 2015: il presidente dell'ente Parco del Conero Lanfranco Giacchetti spiega i motivi di questo successo di Stefano Strano Ph. Elena Leoni

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ripadvisor, il sito web più significativo per le valutazione diretta delle strutture ricettive e di ristorazione da parte dei clienti e delle principali attrattive a livello turistico, ha assegnato il Certificato d'eccellenza 2015 al Parco regionale naturale del Conero: l'ha definita “Una zona baciata dal Signore, una piccola Provenza”, un riconoscimento importante ai punti di interesse che ottengono con costanza valutazioni molto positive da parte dei viaggiatori. Come giudica questo risultato? “Conferma l’eccezionalità naturalistica e paesaggistica di un territorio a cui, la tutela, ha consentito di diventare anche motore di sviluppo sostenibile. Non a caso i turisti, soprattutto stranieri, scelgono in numero maggiore di anno in anno questa parte delle Marche per le loro vacanze, sia per la bellezza del mare,

che per la natura, per l’utilizzo dei sentieri da fare a piedi o in bici, per scoprire le numerose eccellenze custodite dal Parco del Conero. Il contatto con la natura e l’enogastronomia sono punti fermi per la scelta della destinazione. Insomma, diciamo che questo territorio, come del resto quello degli altri parchi delle Marche, che interessano il 10% della regione, ha una centralità dal punto di vista naturalistico e si stanno imponendo quale riferimento per una nuova economia”. Dai recenti dati dell'Ufficio Studi di Confartigianato Marche, nell’ultimo anno, le presenze dei turisti nella regione sono aumentate dell’1,4%, trainate dalla crescita del 4,3% degli stranieri e del 0,8% degli italiani. Anche nel Conero avete registrato un andamento simile? “Il turismo ‘verde’, di coloro cioè che

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scelgono la vacanza in base alla presenza in loco o nelle vicinanze di un parco, è decisamente in crescita. I dati che forniamo annualmente parlano chiaro, la tendenza turistica si sta prepotentemente invertendo: aumentano le presenze e gli arrivi in zone come il Conero, o dove c’è un ambiente di pregio, e c’è una flessione nel settore turistico fino a oggi ritenuto ‘classico’ o di solo mare”. Quali sono le regioni italiane e i paesi esteri di maggiore provenienza? “Di sicuro il nord Italia ed il nord Europa: da una parte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna; dall'altra Olanda, Germania, Francia, Belgio e una quota minore di russi”. Quali servizi e attività offre il Parco del Conero ai suoi visitatori? In particolare, c'è qualche iniziativa, o qualche novità,


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che caratterizza questa estate 2015? “Attraverso il centro visite del Parco del Conero e la cooperativa Forestalp, braccio operativo dell’ Ente, si organizzano numerose escursioni a piedi e in mountain bike. C’è un ampio ventaglio di proposte di itinerari che toccano le aziende vinicole, i punti di interesse naturalistici e culturali, iniziative legate alle notti stellate e al ferragosto, specifiche per bambini e ragazzi. Ad agosto, dal 28 al 30, in contemporanea con gli altri parchi della regione Marche, si è svolta la ‘Notte Verde’, un week end di festa con un ricco calendario legato al mondo ‘green’ ”. Che cosa c'è ancora da migliorare? Si pensi, ad esempio, ai sentieri per il trekking o al mountain biking sul Conero: c'è chi si lamenta perché non sono ben segnalati e non mancano, dalla cronaca locale, casi di persone che

si smarriscono anche se, per fortuna, senza conseguenze tragiche... “L’ elemento che si ritiene primario è incentivare la mobilità dolce nei Comuni che stanno all'interno del parco ed in quelli limitrofi perché le questioni del traffico e la ricerca del parcheggio, stanno diventando problematiche. Riguardo invece ai percorsi di trekking e bike, questi sono segnalati. Certo, tutto è migliorabile perché, con un’attività crescente, aumentano le esigenze. Vista la bellezza del Monte Conero infatti, c’è sempre più antropizzazione, in bici e di chi ne usufruisce a piedi. Il richiamo è quindi ancora una volta al buon senso: l’Ente non ha le guardie parco e può capitare che si creino problemi dati dall’uso improprio dei sentieri”. E sul progetto di Area Marina Protetta del Conero, qual è la posizione dell'En-

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te Parco? “Si è sempre espresso favorevolmente al progetto riguardante l’Area Marina Protetta e ha contribuito, con il comitato promotore, affinché si arrivi quanto prima alla sua istituzione. Da anni stiamo cercando di chiudere il cerchio attorno a questo bel risultato, in linea con la presenza di un parco terrestre che già interviene con le proprie competenze, sulla linea di costa fino a 6 metri di profondità, e che si occupa, tra l’altro, di ripascimenti e monitoraggi. Avere un’ area marina protetta non può essere che positivo e, non a caso, viene istituita nelle migliori località mondiali di pregio, famose per le loro unicità. Laddove ci sono, diventano elemento in più di apprezzamento da parte dei turisti e, come già detto, non dimentichiamoci che le aree marine protette nascono per la tutela della biodiversità”.


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Sabrina Ferilli sindaco di Offida Ma solo per … fiction

La società di produzione televisiva Endemol ha scelto il borgo marchigiano per la sua nuova serie, in onda il prossimo anno su Canale 5. Qualche anticipazione raccontata dal primo cittadino Valerio Lucciarini De Vincenzi di Asmae Dachan Ph. Apollonia Benassi - Comune di Offida

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indaco, come è avvenuta la scelta del borgo di Offida quale location per la nuova fiction prodotta dalla Endemol? "Grazie ad un sopralluogo fatto dalla Endemol stessa, la società che produce questa fiction, che ha trovato una disponibilita totale nel sostegno logistico e nell'accoglienza in generale. Le bellezze del nostro borgo, in particolare del centro storico, hanno sicuramente inciso sulla scelta: questi quindici giorni hanno rappresentato per noi un'occasione di grande promozione territoriale grazie alla fiction di otto puntate che verrà trasmessa sulla rete ammiraglia di Mediaset, Canale 5 dall'ottobre 2016. Siamo molto orgogliosi, contenti e soddisfatti della collaborazione che si è creata". Ho letto, tra le anticipazioni, che Sabrina Ferilli le soffia la poltrona di primo cittadino. È vero? “È proprio così. La fiction narra la storia di un'operaia che lavora in una ditta di manifatture e che vede l'amministrazione pubblica lontana dai bisogni della città. Per stimolare un dibattito, quindi, si candida e viene eletta sindaco di Offidella. Questo è il nome che siamo riusciti, anche in accordo con la produzione, a configurare per la nostra città. Come sapete in una fiction i nomi devono essere finti, e Offidella è un nome che si avvicina molto a quello originale del nostro borgo." Che atteggiamento avete riscontrato nello staff e negli attori di questa fiction rispetto all'offerta enogastro-

nomica e alle bellezze del posto? "Sono rimasti tutti favorevolmente colpiti dal nostro territorio, che rappresenta un po' tutte le Marche. La Endemol, anche per una questione di costi, vuole investire nella nostra regione perché rappresenta un territorio che ben si presta a queste iniziative. Abbiamo rilevato un grande interesse ed entusiasmo nello scoprire questa accoglienza inversamente proporzionle alle dimensioni del territorio. Quando per una fiction così importante si sceglie un territorio come il nostro, i cittadini si sentono protagonisti e l'accoglienza, di conseguenza, vien da sè". Cosa ha significato per voi l'arrivo di questo importante cast? “Un grande momento promozionale del territorio, una scossa alla dinamicità degli esercizi del nostro centro. Significa essere protagonisti di un contesto molto più grande di quanto avessimo mai potuto immaginare perché pensare che la piazza di Offida e tutto il centro storico siano in fulcro scenografico di una fiction interpretata da una delle più brave attrici italiane è davvero motivo di profondo orgoglio e rappresenta per noi una grande opportunità. Crediamo che ci sarà un ritorno in termini di turismo, che, tra l'altro, nel nostro territorio sta crescendo di anno in anno in modo davvero importante". A proposito di turismo, quali sono le iniziative che state mettendo in campo per promuovere il territorio? "Ci siamo concentrati sulle nostre peculiarità tradizionali, quindi prima abbiamo

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rafforzato gli asset sui quali potevamo puntare, come il merletto a tombolo di Offida, che negli ultimi anni ha rappresentato l'Italia in moltissime mostre internazionali, e poi il vino, con la Docg che porta il nome della nostra città Pecorino Passerina Offida Rosso e che ha trovato una vetrina d'eccezione nel panorama dei vini italiani; quindi l'enogastronomia come punto funzionale alla crescita turistica. Sono tante le iniziative che noi mettiamo in campo durante la stagione estiva. Facciamo parte dei Borghi piu belli d'Italia e partecipiamo a iniziative come Ciborghi, dedicato alle cucine tradizionali dei borghi più suggestivi del Paese, che si svolge a metà luglio e riesce ad attrarre molti turisti dalla costa. Ciò favorisce l'integrazione territoriale per rafforzare l'offerta turistica. Siamo un punto fondamentale dell'entroterra e lo siamo grazie alla capacità di attrarre anche i turisti che giungono dalla Riviera delle Palme. Tra le altre iniziative posso citare Marche Jazz and Wine che è un momento tradizionale molto bello di promozione enogastronomica e culturale. Abbiamo la chiesa di Santa Maria della Rocca che, non a caso, è stata scelta per la copertina della guida Lonely Planet di Marche e Umbria; poi ci sono la piazza centrale a forma triangolare e il Palazzo comunale di altissimo profilo storico e monumentale. Qui abbiamo la sede dell'enoteca regionale delle Marche e che rappresenta una vetrina per tutti i vini regionali e attrae molti turisti italiani ed esteri. C'è poi il Teatro Serpente Aureo di Offida che è uno dei piccoli teatri con 340 posti a sedere e che viene usato molto spesso


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dalla collettività anche in occasione del Carnevale, un altro momento importante per questa cittadina". Ha citato diversi cluster come l'enogastronomia, la religiosità, l'arte e la storia. Per promuovere il vostro territorio, in generale, avete collaborazioni a livello regionale? "Ci muoviamo molto con un'integrazione costa-interno. Abbiamo pensato di valorizzare nell'ambito di un brand che è quello dei Borghi più belli d'Italia il nostro centro storico e questa è stata la circostanza che più di altre ci ha portato

ad avere un protagonismo nel contesto nazionale. Lo facciamo sempre in grande collaborazione con tutti i protagonisti del territorio. Oggi Offida, rappresenta la cittadina più visitata della provincia di Ascoli, fermo restando che la città del travertino e il capoluogo, una bellissima città d'arte e che San Benedetto del Tronto è la città che conta più presenze e arrivi a livello regionale. Il borgo ha un incremento di circa il 140 % di anno in anno di arrivi e la cosa che ci piace sottolineare è che questa percentuale è molto rappresentata dai turisti esteri, provenienti dal Nord ∂121∂

Europa, in particolare Finlandia, Olanda, Germania, Austria e Scozia". Come vi promuovete in questi Paesi? "Partecipando a fiere, sempre all'interno della cornice dei Borghi più belli d'Italia e del Sistema territoriale locale. Ci posizioniamo a 20 minuti dal mare e dalla montagna e siamo a metà strada di una zona che ha attrattive molto rilevanti con parchi nazionali e Comunità montane. È certamente un contesto strategicamente agevole e intendiamo continuare a investire per crescere a livello di qualità e di presenze”.


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Città&Borghi Grottammare Tra l'Adriatico e il cielo

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Città&Borghi | Grottammare

LE DUE ANIME DI GROTTAMMARE

“Paese alto” e “marina” rappresentano il duplice volto della città, con tantissime iniziative culturali organizzate durante tutto l'anno, specie d'estate: il sindaco Enrico Piergallini racconta il grande cambiamento urbano e turistico del suo borgo di Stefano Strano Ph Apollonia Benassi - Archivio comunale della Città di Grottammare

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ual è l'identità di Grottammare? “È articolata su due spazi, da una doppia vita: quella della 'marina', l'area costiera che ha conosciuto negli anni Settanta un'urbanizzazione talvolta selvaggia, e quella del borgo storico, che chiamiamo 'vecchio incasato', medievale, aggrappato sulle colline, che, prima degli anni 90, è stato troppo spesso lasciato a se stesso. In questa bipolarità abbiamo cercato, a partite dai progetti di recupero, di rendere evidente il nesso biunivoco tra i due nuclei, anche attraverso eventi culturali, per dare alla 'marina', lo spazio più vissuto d'estate, una connotazione più mirata all'intrattenimento, con iniziative più 'leggere', fruibili, aperte a tutte le età, anche ai bambini; mentre nel borgo vogliamo puntare sulla ricerca della cultura di qualità: la tradizione storica del paese riproposta in chiave contemporanea”. Il paese alto, insomma, in passato ha subito un lento degrado e solo ultimamente è tornato a nuova vita? “In realtà i primi interventi di recupero partono circa vent'anni fa. Era un'altra epoca, dove un Comune non doveva combattere contro la centralizzazione e la penuria delle risorse: negli anni '80 il paese vecchio stava crollando, come un nostro pittore naif, detto il 'Tarpato', denunciò in una sua tela. Grazie a un cambio politico, a una classe dirigente molto lungimirante, si poté investire sul 'vecchio incasato', sia attraverso un consolidamento strutturale a livello geologico, molto costoso, sia attraverso un piano molto articolato di

recupero degli edifici pubblici che oggi ha quasi raggiunto il 90% del totale. Dove prima non c'era niente, oggi ci sono tre musei, un teatro, la maggior parte degli scorci recuperati, le vie e il castello restituiti ad antica bellezza. A breve apriremo la casa delle associazioni nell’ex ospedale e ristruttureremo un altro antico palazzo destinato ad alloggi popolari. Questo intervento pubblico ha rassicurato, sollecitato e generato altri investimenti privati, in un'ottica keynesiana: questo è tangibile, vedendo il costo al metro quadro delle abitazioni del 'vecchio incasato', il cui valore è raddoppiato negli ultimi anni. Sono state aperte numerose attività; ora c'è un sistema che, grosso modo, conta 6-7 attività ristorative, 4 ricettive, un'attività di wedding planners, una di lavoro del ferro battuto, una di lampade di qualità artigianale, un laboratorio e vendita di manufatti di argilla e di ceramiche. I privati stanno reinvestendo gli utili nel recupero di nuovi spazi, in un circuito virtuoso e, in questa situazione favorevole, si sono uniti in 'Paese Alto', un'unica associazione che li coordina. L’associazione ci supporta anche nelle iniziative pubbliche che non riusciremmo a sostenere per mancanza di risorse”. Alcuni esempi delle manifestazioni culturali nel “vecchio incasato”? “Si va dal Festival Liszt, di rilievo internazionale, giunto quest'anno alla sua tredicesima edizione, dedicato a pianisti affermati ed emergenti in tutta Europa e del mondo, intitolato al compositore ungherese che soggiornò a Grottammare sei settimane, nel 1868. Un’altra rassegna di successo

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negli ultimi anni è Voci tra le Mura, passeggiate itineranti che danno occasione al visitatore di conoscere meglio gli scorci del vecchio borgo e di farlo attraverso il teatro e la musica: gli attori, infatti, recitano dalle finestre delle case, dai balconi e dai giardini, invitando lo spettatore in un itinerario verso la parte più alta del 'vecchio incasato', dominata dai ruderi del vecchio castello, dove per antica tradizione si osserva il sorgere della luna. Poi ci sono eventi molto più popolari, come quello legato al Natale, con il presepe vivente, a dicembre, uno dei più belli delle Marche, animato con gli antichi mestieri e ambientato nelle grotte, quei fondaci di cantine che danno anche il nome alla nostra città. Le grotte sono spesso di privati e vengono aperte molto di rado durante l'anno. In questo periodo è possibile ammirare le loro volte molto originali, mentre un'altra occasione da non perdere per visitarle è Grotte d'Autore: al loro interno abbiamo organizzato atelier degli artisti, con pittori che dipingono en plein air”. Quali sono le iniziative più nuove? “Si tratta di manifestazioni abbastanza recenti ma che hanno già raggiunto un numero considerevole di pubblico. Negli ultimi tre anni ce ne sono due. La prima è Anime Buskers festival: per tre giorni a luglio, nel 'vecchio incasato', ha ospitato 25 musicisti londinesi che hanno suonato in diversi punti del borgo, accanto a mercatini dell'artigianato, laboratori di ricamo, di tombolo, di saponaria, abbinando il cosmopolitismo del musicista londinese con il racconto delle eccellenze e delle


Città&Borghi | Grottammare tradizioni locali, un nesso che qualche anno fa si sarebbe chiamato 'glocal'. La seconda, a chiudere le rassegne estive, è un'iniziativa molto originale che prende il nome dal dialetto, Jutténizie, ovvero 'ghiottonerie': tre domeniche, l'ultima di agosto e le prime due di settembre, nelle quali il paese alto diventa un ristorante itinerante; ciascuna attività di ristorazione prepara una pietanza, in una cena ideale che il visitatore gusta scoprendo tutte le attività commerciali e vivendo i luoghi all'aperto. Anche queste ultime due iniziative seguono lo spirito di tutte quelle del 'vecchio incasato': si percorrono, non sono fisse. Poi nell'ultimo anno è nata Grotte d'Autore, appunto, intervallata da un evento molto particolare: il 4 agosto, sono stati esposte venti opere della storia dell'arte mondiale impersonate da attori. Una mostra di quadri viventi, dalla Primavera di Botticelli al Cenacolo di Leonardo, al Novecento”. In una prospettiva turistica, qual è il rapporto tra queste due anime della città? “Ci sono collegamenti anche fisici tra 'marina' e vecchio borgo. Fino a circa quindici anni fa, si parlava di legare queste due aree attraverso un mercatino, ma non è facile perché si tratta di un percorso di un chilometro e mezzo, in salita. I risultati comunque sono stati incoraggianti, e allora abbiamo deciso di potenziare i trasporti, con un trenino che dalle 19 a mezzanotte, porta i turisti dal lungomare al centro storico: da questo momento è cambiato radicalmente il flusso dei turisti e sono state avviate nuove attività nel vecchio borgo in ragione del maggior numero di visitatori. Per l'aumento di turisti stranieri, molto hanno fatto le strutture di ristorazione: hanno puntato su una cucina di qualità che non fosse di massa, ma ricercata e, al tempo stesso, a prezzi accettabili. Ha inciso molto anche la scelta di alcuni operatori di recuperare antichi palazzi storici, per realizzarvi una dimora d'epoca, ristrutturandoli e arredandoli con gusto per offrirli tutto l'anno all'incoming di clienti stranieri. Il flusso, infatti, prevalentemente dal Nord Europa, da Paesi come Germania, Olanda, Norvegia o Svezia, non si limita all'estate. Questo è un anno fortunato per il nostro turismo, per la perdita di attrattività di alcune mete del Mediterraneo, nella parte del Maghreb e in Grecia, nonostante un certo calo dei visitatori dalla Russia che

comunque mantengono una presenza ancora alta”. Grottammare è il luogo natale di Papa Sisto V: quali sono i luoghi e le iniziative culturali ispirate a questa grande figura? “C'è un legame fortissimo. Ci sono tre musei nel borgo storico: uno è dedicato a Sisto V ed è parte del circuito dei musei sistini di arte sacra, che coinvolge varie località del piceno. Si trova in piazza Peretti all’interno della Chiesa di San Giovanni Battista e conserva tutti i doni che il Papa fece alla sua città.

Vorrei inoltre aggiungere che anche gli altri due musei sono ispirati a personaggi rappresentativi di questa città. L'altro è quello del Torrione della Battaglia, che ospita le opere del nostro artista più celebre, Pericle Fazzini, una collezione acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno da una delle modelle di Fazzini, molto preziosa, con lati meno conosciuti, dall'arte orafa, alla lavorazione dell'argento, con opere che rappresentano il work in progress, bozzetti anche in cera persa, in un laboratorio tutto documentabile: non ci sono i grandi legni di Fazzini, opere molto costose e conservate dalla famiglia, ma tutto il percorso di opere minori che precede il suo successo artistico. L’ulrimo spazio espositivo, apparentemente minore ma sociologicamente interessante, è dedicato a un nostro pittore naif, Giacomo Pomili detto 'il Tarpato', morto

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alla fine degli anni Ottanta. Un personaggio isolato, aveva solo un cane come amico, faceva il ferroviere, batteva a mano i binari per assicurarsi che fossero allineati, un mestiere molto solitario. Pomili scelse la pittura come sfogo e, al tempo stesso, come terapia: tarpato nelle ali come l'Albatros del poeta Baudelarie, riteneva che la sua città non gli avesse permesso di volare verso altri lidi, come se si sentisse trattenuto in questa terra”. C'è attenzione anche all'arte contemporanea? “Sì, oltre a Grotte d'Autore, un artista, Francesco Colella, ha preso in affitto uno dei locali più ampi della piazza centrale scegliendola per il proprio atelier. Da lì, con un suo amico, è nata l'associazione Cento per cento Grottammare Alta alla quale ho affidato il compito di animare le logge che danno sul mare, per renderle, ogni settimana, uno spazio espositivo per giovani artisti”. È caratteristico ormai anche un importante festival nazionale dell'umorismo? “Siamo giunti alla trentunesima edizione di un rassegna che nasce negli anni '80. Cabaret Amoremio!, da due anni, ha la direzione artistica di un grande comico molto legato alla nostra città, Enzo Iacchetti, che lo fa volontariamente, senza percepire nulla, per la grande amicizia che aveva con Pepi Morgia, il precedente direttore artistico, scomparso prematuramente. La stagione dell'anno scorso, ha toccato il punto più alto, e grazie proprio a un direttore artistico di questo calibro, abbiamo potuto invitare personaggi cha da solo il Comune non si sarebbe potuto permettere, come Renato Pozzetto, Lino Banfi e Dario Ballantini nell’edizione di quest’anno. Un evento, che pur essendo a pagamento, registra oltre 2.000 spettatori in due serate”. Sotto questo aspetto, quali sono le rassegne più partecipate? “Quelle gratuite, chiaramente. Le due più grandi sono il presepe vivente e Anime Buskers Festival, entrambe da tre giorni: ognuna ha un pubblico di oltre 5.000 persone. Per Jutténizie, sono tantissimi, ma sono contingentati: non possono entrare più di mille persone altrimenti non si riuscirebbe a garantire l'attività di ristorazione”.


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Città&Borghi | Grottammare

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DESIGN

IL DESIGN SENZA STAGIONE

I prossimi appuntamenti nazionali e internazionali e le sfide del made in Italy raccontate dall'architetto e designer Guilio Ceppi di Anna Siria

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on la fine dell'estate, si volta pagina: cambiano le abitudini alimentari, i ritmi di vita, il look: cosa propone il design per l'inizio dell'autunno? Quali sono le tendenze per la nuova stagione? “È pur vero che design e moda si assomigliano sempre di più, ma personalmente non credo che l’arrivo dell’autunno porti nuovi trend nel design. Semmai è la primavera, con la Milano Design Week uno dei momenti in cui il design presenta novità. Credo che comunque il dopo Expo sarà un momento di bilanci e riflessioni importanti e se fossi uno chef stellato comincerei a preoccuparmi, perché forse sanno di aver saturato l’attenzione dei media in questi ultimi anni e poi arriva appunto il contro-trend”. Quali sono gli appuntamenti più importanti in Italia e all'estero previsti entro la fine dell'anno? “Da noi vi sono alcuni interessanti fiere come Homi a Milano e sempre nel casalingo vi sono Majson Objet a Parigi e Ambiente a Francoforte. Inoltre, a fine settembre, vi sarà la Design week di Londra che sta crescendo per importanza. Personalmente sto curando per Material Connexion la presenza di un gruppo di aziende italiane molto innovative nel settore dei materiali proprio a Design Junction a Londra: anche noi italiano stiamo finalmente imparando a 'fare squadra' e presentarci fuori dall’Ita-

lia con formule nuove e competitive”. Il mondo ha recentemente dato l'addio a Elio Fiorucci, considerato il più grande 'stilista pop' italiano: come lo ricorda? “Concordo che Fiorucci sia stato un grande personaggio e un fantastico innovatore: ricordo da bambino quanto entrare nel suo negozio milanese fosse un’esperienza sensoriale a tutto tondo e come quel mondo americano e ingenuo, fatto di colori fluo e plastiche trasparenti, pin-up supericoniche e un intenso odore di chewingum fosse per me affascinante. Credo che Fiorucci abbia avuto nella sua vita la forza di innovare sempre in maniera gioiosa e pervicace, senza occuparsi troppo dei limiti impliciti nel business in sé, ma con il desiderio di far portare gioie e stupore attraverso i suoi vestiti e accessori”. Guardando alle attuali firme del design e della moda italiana, crede che potranno eguagliare o superare il mito delle griffe emerse negli anni '80? “Credo che oggi vi siano tanti brand che per fama e celebrità non possono forse eguagliare quanto accadde nello splendore consumistico degli anni '80, con l’invenzione della griffe, ma che per certo portano avanti il made in Italy in forma nuova e significativa: nel settore alimentare penso a Illy, ma anche ad Eataly o Grom, piuttosto che Slow Food, ∂128∂

che rappresentano valori e principi, e non solo una certa idea di lusso e appariscenza. Oggi il Made in Italy è fatto anche di etica e responsabilità, non solo di 'stile': anche nel design brand emergenti come Lago, Foscarini, Poliform, fanno invece capire che innovando nella relazione con il cliente (sempre più consum-autore) si può ancora crescere e guadagnarsi mercati importanti, soprattutto guardando all’estero”. A cosa sta lavorando in questo periodo? “Ho appena terminato il mio primo edificio in India, un discovery centre per il gruppo Barthya dove si acquistano appartamenti di pregio in una costruenda città a Bangalore, ma passando attraverso un’esperienza sensoriale intensa. In Italia sto preparando un’importante evento sul tema del Design for all per la XXI Triennale, lavorando con Italcementi a una nuova linea di arredi per esterno. Stiamo dando forma a una linea di creme solari per Bionike. All'estero stiamo lavorando a New York con PepsiCo sul futuro del food and beverage; a Dubai stiamo cominciando a ragionare su alcuni temi per l’Expo del 2020. Come vede non abbiamo il rischio di annoiarci e ripeterci, credo. Ho vissuto vacanze molto bleasure, dove ci si rigenera ma si resta anche in contatto con il mondo, perché ad agosto, in un mondo globale oramai, non tutti si fermano come noi”.


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CULTURA

“LA VITA È UN DISEGNO IN DIVENIRE” Jennifer Isil Lucertini, studentessa della Scuola Internazionale di Comics, è autrice dell'illustrazione di copertina di questo numero di ML: Per i suoi insegnanti è “un po' Doctor Jakyll & Mister Hide” e le sue opere raccontano un mondo pieno di sentimenti e ricerca di Asmae Dachan - Illustrazioni di Jennifer Lucertini

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ome è nato il suo interesse per la grafica e il disegno? “È una passione che ho sempre avuto, sin da piccola, ma che non ho mai seguito con la dovuta importanza. Quando si è trattato di scegliere la scuola superiore mi sono iscritta a informatica, ma ho presto capito che non faceva per me. Ho così cercato corsi di formazione sul disegno, fino a trovare la Scuola Internazionale di Comics. Ho visitato la sede e visto i programmi e ho deciso subito di iscrivermi. È un corso triennale e ora sono al secondo anno”. Com'è la vita all'interno della scuola? “Le lezioni si tengono due volte a settimana, poi ci sono seminari aggiuntivi che spaziano su vari temi. Mi sono trovata subito molto bene, in particolare con la professoressa Manuela Orciari, che insegna illustrazione d'autore, un indirizzo che si avvicina molto a quello che vorrei fare a livello professionale. È un tipo di disegno di nicchia, che si caratterizza per lo stile personale di ogni autore e di solito le opere sono rivolte a bambini. Le lezioni teoriche si tengono soprattutto al primo anno e durante i seminari, mentre il grosso della formazione è pratica, con percorsi individuali (le classi sono composte al massimo da quindici ragazzi) in cui i docenti ti seguono, ti danno delle dritte, ti correggono. Alcune mie illustrazioni sono state pubblicate dalla casa editrice Cleup, in particolare ho fatto una copertina per un numero dedicato ai percorsi sull'identità di Luigi Inverni. Ho realizzato disegni anche per Arkelion e per la vostra rivista, ML Magazine”.

Che effetto le ha fatto vedere le sue opere pubblicate? “Penso di aver tenuto la rivista aperta per più di mezz'ora e di averla fissata quasi incredula. Ho inviato la foto a tutti i miei amici. Ero contentissima. Sento che questa è la mia strada, la mia vita. Voglio che diventi una professione a tutti gli effetti, non solo una passione. Però come mi avevano già avvisato i professori, in questo lavoro non esiste la soddisfazione. Gli illustratori, come gli artisti in generale, tendono sempre a migliorare, ad evolversi e non sono mai pienamente contenti di ciò che fanno”. Cosa implica a livello creativo illustrare testi di altri autori rispetto a fare disegni frutto della propria creatività? “Quando parti con la tua fantasia puoi creare ciò che vuoi e questo non deve per forza raccontare qualcosa. Quando invece ti ispiri a un racconto, a una parola, devi cercare, invece, di leggere la storia, filtrarla attraverso i tuoi occhi, disegnare ciò che ti trasmette e ti suggerisce e cercare di metterlo su carta attraverso la composizione, il colore, i soggetti, le forme; l'insieme di tante cose che aggiungono qualcosa in più alla storia stessa”. Come è avvenuto l'incontro con Arkelion? “La mia collaborazione con Arkelion è nata circa un anno e mezzo fa. Ho conosciuto il fondatore, Michele Barchiesi, in occasione del progetto 'Impara a intraprendere' di Confindustria; ci siamo scambiati le email e quando lui ha avuto il progetto per le

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mani mi ha chiamata per coinvolgermi. Creo sia illustrazioni fantasy per il gioco di ruolo 'Soulscape', sia illustrazioni di autore per racconti pubblicati anche sulle pagine Facebook”. Nel suo percorso creativo si ispira a qualche artista in particolare? “In realtà me ne piacciono molti e i professori mi dicono che nelle mie scelte sono un po' Doctor Jakyll & Mister Hide perché passo da un genere all'altro. Questo, secondo loro, non è sempre positivo, perché in realtà bisognerebbe scegliere un proprio stile e cercare di svilupparlo al massimo. Se, invece, ci si ispira a tanti stili diversi, si rischia di non farli crescere abbastanza. Amo molto Rebecca Dautremer, Lisbeth Zwerger, Jeremy Mann e molti altri”. Quali sbocchi ci sono per un illustratore, una volta terminata la scuola? “È certamente un campo molto difficile, bisogna sapersi mettere in gioco, saper comunicare la propria arte, avere tenacia per non abbattersi ai primi 'no'. In Italia le illustrazioni più gettonate sono la scolastica e la non fiction, che ti permettono di guadagnare. Si può fare, io voglio farcela. Con la scuola già stiamo promuovendo i nostri lavori attraverso le mostre, ma anche attraverso Arkelion e le pubblicazioni su riviste e magazine. Mi piacerebbe illustrare interamente un libro, preferibilmente per bambini, e poi vederlo sugli scaffali delle librerie. Sarebbe un po' un sogno per me”. Che rapporto ha con la pittura 'tradizio-


CULTURA

Jennifer Lucertini

nale'? “La amo molto, amo anche dipingere, sporcarmi le mani. Adoro anche la matita, il carboncino, i gessetti, l'acquarello. Sono generalmente un po' tetra, mi piacciono le tonalità scure. Rappresentano ciò che voglio comunicare, quella che è la mia ricerca personale. Passo diverso tempo in libreria e su internet a osservare pagine e libri sulla pittura, sugli illustratori e gli artisti. Prendo spunto, studio. L'epoca che mi affascina di più è quella del Rinascimento, ma mi ispiro ad artisti moderni, come Jeremy Mann ad esempio”.

di metà corso e quello finale, che consiste in una valutazione generale su tutti i lavori svolti”.

Sta per iniziare l'ultimo anno alla Comics; come si concluderà il corso? “Mi preparo ad affrontare gli esami, quello

Quale sarà il prossimo disegno che farà? “Ne ho molti da fare, tra cui 'La regina di ghiaccio'. Poi ho il lavoro per 'Soulscape'.

Che consiglio darebbe ad un giovane artista ancora incerto sulla strada da percorrere? “Di tentare sempre e comunque. Bisogna provarci perché ne vale sempre la pena e per non avere poi rimpianti. Quello dell'arte è un percorso bellissimo, che ti fa crescere; è un continuo conoscere, ma anche un continuo lavorare su se stessi per riuscire a trasmettere ciò che si è e ciò che si prova”.

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Spero di avere sempre qualche soggetto nuovo su cui lavorare. Per questo sogno di viaggiare, di vedere il mondo e conoscere la cultura e l'arte dei Paesi che visiterò, attingendo ovunque e arricchendo il mio bagaglio personale. Penso che le illustrazioni, come l'arte in generale, abbiano un linguaggio universale e ogni persona può leggere ciò che più le si avvicina perché in un quadro si possono cogliere infinite versioni. Se fossimo più educati all'osservazione, saremmo meno influenzabili e, di conseguenza, anche più liberi”. Un'ultima domanda: da cosa nasce il suo nome d'arte, Isil? “È il nome che mi ha dato Michele Barchiesi quando ho iniziato la collaborazione con Arkelion. Ci sono molto affezionata”.


CULTURA

NELLE GROTTE DI FRASASSI UN FILM VINCITORE AL GIFFONI EXPERIENCE Grotto è il lungometraggio della regista e produttrice fabrianese Micol Pallucca premiato nell'edizione 2015 del famoso festival internazionale di cinema per ragazzi: un gruppo di bambini, e una simpatica creatura a forma di stalagmite, in una fantastica avventura speleologica che fa scoprire il valore dell'amicizia nella via verso casa di Stefano Strano

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Samuele Biscossi e Leonardo Similaro. La colonna sonora originale di Francesco Cerasi e il brano Matrioska interpretato dai Two Fingerz con la partecipazione di Lorenzo Fragola.

l Fabrianese e la sua più suggestiva attrazione paesaggistica e turistica annoverano un altro nuovo importante riconoscimento di prestigio internazionale, in ambito artistico e cinematografico: nell'edizione 2015 del festival di cinema per ragazzi Giffoni Experience, organizzato a Giffoni Valle Piana (Salerno), dal 17 al 26 luglio, ha trionfato un film italiano, girato interamente all'interno delle Grotte di Frasassi. Il premio per il miglior lungometraggio, nella sezione Element+6, è stato vinto da Micol Pallucca con “Grotto”: è questo il nome del simpatico protagonista, la curiosa creatura a forma di stalagmite che comunica soltanto attraverso suoni gutturali e che ricorda nell'aspetto il celebre “E.T.” di Steven Spielberg. Prodotto da Thalia Film, il lungometraggio racconta le avventure di cinque bambini che, guidati da Grotto, impareranno il valore dell'amicizia, dopo litigi, scontri e lotte, e ritroveranno la via di casa. Il film è interpretato da Christian Roberto, la piccola star del musical “Billy Elliot”, Gabriele Fiore e dagli esordienti Iris Caporuscio,

L'ambientazione Un grande successo per la regista e produttrice fabrianese e per Frasassi: del suo “Grotto” hanno scritto numerosi quotidiani e agenzie di stampa, quali Ansa, Repubblica.it, TgCom24 e Askanews.it. Micol Pallucca spiega così, in un'intervista a La Repubblica.it, la scelta di girare il suo primo cortometraggio all'interno delle famose Grotte: “Ho fatto un giro speleologico e una volta lì ho avuto la conferma che fosse l'ambiente giusto per un film di avventura – racconta -. Nonostante il direttore della fotografia Maxime Alexandre, abbia fatto una scelta per così dire 'grottesca' con riprese a volte molto scure, in realtà non si avverte una sensazione claustrofobica perché le grotte hanno degli spazi immensi dove davvero puoi perderti con l'immaginazione. Da questi

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CULTURA

spazi nasce il discorso della stereoscopia, in quanto l'intento era quello di far immergere il pubblico stesso all'interno delle grotte”. Con difficoltà anche di natura tecnica, considerato l'ambiente così recondito: “Tutti mi dicevano: 'Fai un film girato tutto dentro le grotte, in 3D (dunque con tutto ciò che ne comporta al livello tecnico) e per giunta con i bambini, in quattro settimane, sei pazza!' - aggiunge la regista fabrianese -. Invece, devo dire che lavorerei sempre con loro: sono veramente fantastici, avevano tutti una grande adrenalina. Ho fatto trecento provini prima di scegliere i protagonisti, e tutti quelli che ho conosciuto durante le interviste erano increduli sul fatto che non ci sarebbe stato neanche un adulto nella storia. I miei cinque, dico miei perché in qualche modo li ho adottati durante queste riprese, sono stati eccezionali ed è stato difficile mandarli via dal set. Con un ambiente straordinario come quello delle Grotte di Frasassi, bello e allo stesso tempo poco agevole, si sono dimostrati pronti ed

emozionati a vivere ogni volta una piccola avventura”. Il Giffoni Film Festival 2015 Il tema del festival internazionale di cinema per ragazzi Giffoni Experience di quest'anno era “Carpe Diem”, con storie romantiche, ma anche avventurose e malinconiche, vissute su quell'attimo che va colto prima che sfugga. I giovani giurati, 3.600 bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e più di 18 anni, provenienti da circa 50 Paesi (tra cui Australia, Corea del Sud, Francia, Giordania, India, Iraq, Libano, Palestina, Pakistan, Qatar, Tajikistan, USA) hanno votato i film in concorso nelle diverse sezioni competitive, in un programma cinematografico di 156 film tra lungometraggi e cortometraggi, in concorso e fuori concorso, scelti su oltre 4.200 produzioni in preselezione. Queste le sezioni in gara: Elements+3 (3-5 anni); Elements+6 (6-9 anni); Elements+10 (10-12 anni); Generator+13 (13-15 anni); Generator+16 (16-17 anni); Generator+18 (dai 18 anni in su) e GexDOC. Tra i premiati ci sono

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anche altri film italiani: si tratta di “Forever stars” di Mimmo Verdesca, che ha vinto nella sezione Gex Doc davanti al canadese “All the time in the world” di Suzanne Crocker, e “Point of view” di Matteo Petrelli, nella sezione cortemetraggi +18. Premio speciale per “The Mods” di Alessandro Portincasa e Antonio Padovan, che ha vinto il “Giotto super Be' Be'” nella sezione +3. Insieme a “Grotto” di Micol Pallucca, hanno vinto, fra gli altri, anche il belga “Labyrinthus” e l'americano “All the wilderness”. Anche nella 45/a edizione, tra gli ospiti, tanti attori e artisti internazionali, come Mark Ruffalo e il “pirata dei Caraibi” Orlando Bloom, fra i più attesi nel Cilento. A consegnare i Gryphon Award, insieme agli attori Riccardo Rossi e Sergio Assisi, la splendida musa della cerimonia di premiazione 2015: l'attrice, conduttrice televisiva e modella spagnola Rocío Muñoz Morales, la bellezza madrina del Festival di Sanremo 2015 e compagna dell'attore Raoul Bova, da cui, secondo ultime indiscrezioni di gossip, aspetta una figlia a dicembre.


LUCI DELLA RIBALTA

Giovanni Oliva

'LACRIMOSA MEMORIA SORRIDENTE LEVITÀ' Si alza il sipario a Jesi per la 15/a edizione del Festival Pergolesi Spontini e la 48/a Stagione lirica di tradizione. Ce li presenta il direttore artistico Giovanni Oliva di Asmae Dachan

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a 15/a edizione del Festival Pergolesi Spontini si presenta con un titolo intrigante: 'Lacrimosa memoria sorridente levità': quali sono i contenuti di questo cartellone? “Mi fa piacere che abbia trovato il titolo intrigante dal momento che è proprio avvincere suscitando interesse e curiosità l’obiettivo della rassegna. Roman Vlad diceva che un Festival è innanzitutto una festa e una festa è tale solo se non assomiglia neanche un po’ alla 'normalità'. Mi piace immaginare che i giorni che andranno dal 4 al 20 settem-

bre siano tutti 'rossi di calendario' e che ognuna delle proposte abbia una sua attrattiva un po’ speciale che non corrisponda a nessun cliché riscontrabile nelle programmazioni 'ordinarie', certo indispensabili come lo è il pane quotidiano ma che, semel in anno, possono lasciare spazio a una fettona di Sacher-Torte con una montagna di panna. Avremo quindi programmi di ricerca e proposte teatrali inusuali accanto ad appuntamenti che spaziano nei generi e si rivolgono a un pubblico vasto e desideroso di fare nuove esperienze”.

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Il Festival omaggia due artisti come Francesco Degrada e la jesina Valeria Moriconi e vede tra i protagonisti altri artisti della nostra regione come Lucia Bendia: la kermesse sta diventando uno specchio della grande tradizione marchigiana che si rinnova nel tempo? “L’omaggio a Francesco Degrada è un dovere al quale chi si occupa di Pergolesi non può sottrarsi: è stato lui con l’acutezza delle sue intuizioni e la profondità dei suoi studi a indicarci la via maestra per riappropriarci credibilmente del genio jesino e restituirlo alla consapevole


LUCI DELLA RIBALTA PassioneLive Emontecorvino - Raiz

fruizione del pubblico contemporaneo. Quello a Valeria Moriconi invece è un moto dell’anima riconoscente a una donna di teatro che ha regalato emozioni destinate anche a chi non ha avuto il privilegio di incontrarla; gli attori – come ci insegna Prospero nella Tempesta – tessono una stoffa che è quella di cui sono fatti i sogni ma i sogni possono essere rivissuti attraverso la memoria e diventare magicamente contagiosi. Quanto alla grande tradizione marchigiana è una vena aurea alla quale attingere a piene mani: anche Susanna Bertuccioli, che con Lucia Bendia sarà protagonista dell’omaggio moriconiano è anconetana e la stessa Eva Mei, protagonista del concerto inaugurale, pur vivendo in Toscana è nata a Fabriano”.

Nabucco Jesi 2015

A ottobre prenderà il via la 48/a Stagione lirica di tradizione, con una dedica molto importante. “Sì, sarà dedicata a Mario Del Monaco che quest’anno avrebbe compiuto cent’anni. È stato un tenore che ha fatto epoca, il preferito persino di Papa Roncalli come ha di recente ricordato Paolo Isotta sul Corriere della Sera. Lo celebreremo il 21 novembre con un’intera giornata nella quale la sua biografa Elisabetta Romagnolo terrà una conferenza arricchita da testimonianze audio e video e alcuni cantanti di grande rilievo parteciperanno a un concerto a più voci. Jesi gli è molto legata, d’altra parte, avendo avuto la fortuna di averlo ospite per produzioni di Otello e Norma che hanno contribuito non poco al rango del Pergolesi, unico

La vedova allegra

esempio di Teatro di tradizione in una città di queste dimensioni”. Per queste due manifestazioni sul palco si esibiranno importanti compagnie e artisti di fama indiscussa: come è avvenuta la selezione? “Cerchiamo di avere sempre il meglio potendo contare su una consolidata visibilità che fa di Jesi una meta ambita per artisti noti e per giovani emergenti; siamo parte di una rete nazionale e internazionale che ci consente di dialogare con città e teatri prestigiosi e con circuiti di eccellenza con i quali collaboriamo sia per il Festival che per la lirica. Oltre a questo, monitoriamo il panorama artistico seguendo con costanza e attenzione il percorso dei talenti, alla

Valeria Moriconi

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Michele Campanella - Jesi 2015


LUCI DELLA RIBALTA ribalta non solo in Italia, e facciamo periodicamente audizioni; quest’anno siamo già a un paio di centinaia tra cantanti e danzatori, per conoscere da vicino tutti coloro che si propongono di collaborare con la nostra Fondazione”. Festival e Stagione lirica sono due appuntamenti importanti, che richiamano a Jesi un pubblico di appassionati: quali sono le vostre attese per questo autunno? “Ci aspettiamo almeno la conferma di qualità e quantità di coloro che non hanno mai fatto mancare il loro partecipe e appassionato sostegno; il pubblico è un elemento essenziale del Teatro ed è ciò che rende il qui ed ora di uno spettacolo dal vivo un momento irripetibile su entrambi i versanti del proscenio. A Jesi questo è ancora più evidente dal momento che il rapporto tra residenti, spettatori e numero di spettacoli offerti dimostra lo straordinario affetto che chi viene a teatro nutre nei confronti di questo luogo magico nel quale si celebrano riti laici vòlti a creare indipendenza nelle coscienze”. Le due manifestazioni hanno un partner territoriale d'eccezione, l'Istituto

Marchigiano di Tutela dei Vini - Imt: che importanza hanno queste sinergie? “L’incredibile patrimonio di questo meraviglioso Paese dove abbiamo avuto la fortuna di nascere e di vivere è un potenziale che secondo me non è stato ancora sperimentato in tutta la sua enorme ricchezza; la nostra cultura del cibo e del vino non ha uguali nel mondo in quanto a varietà e ricchezza e si coniuga perfettamente con la musica, il teatro, la pittura, la scultura, l’architettura, la poesia. 'Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene se non ha mangiato bene', diceva una mente eccelsa come Virginia Woolf, ed è per questa ragione che il sodalizio con chi si occupa di questa eccellenza della realtà regionale è perfettamente in linea con le strategie di chi, come noi, dalle Marche parte per essere elemento di forte attrazione per il mondo intero”. Che bilancio traccia di questi primi sei mesi da direttore artistico del Pergolesi? “Un bilancio assai positivo che spero possa esserlo ancora di più dopo che Festival e Stagione lirica avranno incontrato quello che mi auguro possa essere il consenso del pubblico. La città è assai vivace e mi è parsa ben conscia del mandato impegna-

tivo che la storia le ha assegnato facendo nascere da queste parti personaggi come Federico II, Pergolesi, Spontini e poi ancora Rafael Sabatini, Valeria Moriconi e le generazioni di straordinarie schermitrici che hanno riempito d’oro l’Italia dello sport. Mi hanno colpito molto, inoltre, l'interessantissima e variegata proposta che viene fatta per l’alfabetizzazione di giovani e giovanissimi e la meritevole e intensa attività che utilizza teatro e musica come fattori terapeutici per alleviare il disagio di chi soffre: lo trovo un modello da imitare”. Personalmente, quale artista o quale spettacolo vorrebbe portare in scena a Jesi? “Sono in corso riflessioni su progetti che spero possano coinvolgere anche artisti molto importanti, ma è prematuro farne i nomi in questo momento. Uno spettacolo al quale terrei molto è quello a cui stiamo lavorando per il 2017 per realizzare, in una coproduzione internazionale di profilo altissimo, una messa in scena di 'Li zite ‘n galera' di Leonardo Vinci che fu maestro di Pergolesi e al quale il nostro deve tantissimo in termini di senso del teatro comico e di capacità di dar forma a un estro melodico senza pari”.

Sara Mingardo Festival Jesi 2015

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LUCI DELLA RIBALTA

ALLA SALUTE DELL'ARTE

L'Istituto Marchigiano di Tutela dei Vini e il Teatro Pergolesi insieme per l'eccellenza dello Jesino di Silvia Baldini

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a cosa è nata la nuova partnership con il Teatro Pergolesi di Jesi? “Nasce dalla volontà dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini di collaborare con tutti i soggetti del territorio a vari livelli che aggregano varie persone e realtà locali e richiamano gente, appassionati di cultura, sport, turismo. Insieme possiamo trarre tutti più vantaggi e offrire alle persone che vengono in visita nella nostra regione, per scoprirne il patrimonio paesaggistico e culturale la possibilità di vivere un'esperienza di turismo al mare, sui colli o in montagna, gustare i piatti dei nostri grandi chef e conoscere anche l'offerta enologica. Il mondo del vino, forse più di altri, ha infatti capito che stare insieme è fondamentale”. Un volano importante... “Nei prossimi anni le Marche avranno una grande opportunità, quella dell'enoturismo, di gente che si sposta per vari motivi per scoprire i vini locali, perché la regione offre una ricchezza immensa di storia, cultura, personaggi e attività di ogni genere. Forse i marchigiani stessi non conoscono il grande patrimonio che hanno. Tutto questo incoraggia a mettere sulla stessa

piattaforma delle indicazioni per far capire alle persone dove sono e per dare la possibilità alle realtà locali di farsi conoscere. I turisti, così, hanno la possibilità di conoscere meglio il nostro territorio, dalle attività più nascoste e genuine a quelle ormai riconosciute a livello mondiale”. Da Expo Milano 2015 avete già avuto dei segnali sull'attrattiva che hanno i vini marchigiani? “Sicuramente Expo è un'iniziativa a livello internazionale importantissima; il mondo del vino è l'unico prodotto delle Marche presente per tutti i sei mesi della manifestazione. Questa è una grande soddisfazione per il mondo agricolo e per tutta la regione, una vetrina visitata da diversi milioni di persone. È difficile dire quanto questa visibilità abbia fatto da richiamo effettivo per l'enoturismo nelle Marche. Sicuramente abbiamo lasciato traccia”. Tornando all'abbinamento vino-cultura, esiste, secondo lei, un'opera che racconta l'anima del vino marchigiano? “Per quanto lo specifico del Pergolesi, abbiamo ideato una serata al Teatro Moriconi dove faremo interessanti abbinamenti

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e coinvolgeremo la gente venuta lì per lo spettacolo con il cibo e il vino delle Marche”. Prima ha ricordato l'abbinamento vino-sport: la vostra testimonial Elisa Di Francisca ha collezionato bellissimi risultati anche a Kazan. Cosa accomuna il calice allo spirito sportivo? “I due mondi sono uniti da un comune denominatore, soffrire per ottenere successi. Per noi ogni anno è una sfida con la natura, che è imprevedibile e i prodotti che raccontano le nostre Marche raccontano il vino. Il Verdicchio è oggi ambasciatore delle Marche, ha una storia, un'identità riconoscibile e riconosciuta in Italia e nel mondo, così come i campioni sportivi come Elisa Di Francisca, proiettata ai Mondiali di Rio 2016. Per noi avere come testimonial un'atleta come lei è una grande soddisfazione, ripaga pienamente la nostra fiducia”. Quali sono le aspettative per la prossima vendemmia? “Possiamo essere soddisfatti, abbiamo un'ottima uva e possiamo aspettarci un vino d'eccellenza”.


IL LIBRO

UN GIALLO AVVINCENTE ISPIRATO ALLE MARCHE

È il romanzo d'esordio del giornalista Paolo Fiorelli, “Pessima Mossa, Maestro Petrosi”: L'ambientazione, Urbavia, è una città immaginaria che ne ricorda molte della nostra regione. Il protagonista, Achille Petrosi, è uno scacchista che, per un delitto, dovrà improvvisarsi detective di Stefano Strano

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uanto c'è di marchigiano nell'ambientazione di questo romanzo giallo e della città inventata dalla sua fantasia, Urbavia? “La mia Urbavia è un po' la summa della piccola città d'arte delle Marche, incastonata sulle colline, tra gli Appennini e il mare. È un po’ Urbino, un po' Pesaro, un po' Jesi, un po' Ancona. Proprio per questo non ho voluto ambientare la storia in una città davvero esistente: non volevo legarmi a un solo luogo, ma cogliere l'animo della regione. Così, anche se è evidente che il luogo che mi ha più ispirato è Urbino, nella mia Urbavia troverete anche un fiume, che potrebbe essere il Foglia che passa a Pesaro o il Misa di Senigallia”. Mentre il lettore, nelle pagine del libro, si aggira per Urbavia, ci sono elementi descrittivi specifici che richiamano, nell'architettura e nell'arte o nel paesaggio, le città marchigiane? “Urbavia è una amabile, fragile città d'arte circondata di mura e, al di fuori di queste, dalle colline che si inerpicano verso gli Appennini. Possiede una basilica con una cupola Bramantesca, il magnifico Palazzo Arnolfo, la solida Fortezza dei Bavi (probabilmente progettata da Francesco di Giorgio Martini) e una splendida piazza creata dal Faggio, pittore e architetto che le ha dato lustro nel Rinascimento. Penso

che con questa carta d'identità potrebbe tranquillamente entrare nel club di città che ho amato come le già citate Pesaro e Urbino, ma anche Ascoli, Recanati, Jesi”. E nell'enogastronomia? C'è qualche libera associazione con la tradizione della nostra regione? Lei scrive di una ricetta a base di cinghiale... “A questo ci pensa la mamma di Petrosi, una vera regina dei fornelli, che cucina appunto cinghialetti, cannelloni e conigli in guazzetto. Ma il suo piatto migliore è anche il mio preferito: i passatelli in brodo”. Le Marche hanno un “lato oscuro” che può suggestionare la fervida creatività di uno scrittore, specie nel giallo o nel noir? “La provincia è una fonte inesauribile di misteri e verità nascoste. Quindi anche le Marche, come del resto dimostrano alcuni inquietanti fatti di cronaca, si prestano al 'noir'. Però devo chiarire che io ho preferito coglierne il lato solare e accogliente: il mio è un giallo sorridente, dalle atmosfere quasi di commedia. Il protagonista, Achille Petrosi, conduce una vita tutto sommato confortevole, protetto e coccolato dalla sua Urbavia, finché un delitto non lo costringe, controvoglia, a improvvisarsi detective”.

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Secondo lei, è una regione ancora poco conosciuta? “Penso che nel mondo le Marche non siano conosciute quanto meritano ma, in tutta onestà, non saprei dire se questa è più una sfortuna o una fortuna. Le bellezze della nostra regione sono spesso minute e delicate, a misura d'uomo: un turismo di massa potrebbe danneggiarle (come in parte è successo, purtroppo, sulle nostre spiagge, che sono l'attrazione più conosciuta). Inoltre è proprio l'isolamento che ha contribuito a preservare la magia di posti come Urbino. Non vorrei sembrare conservatore, ma siamo sicuri che sarebbe ancora così bella, se fosse servita da una grande autostrada?” Nella sua formazione intellettuale, è legato a Urbino e a Pesaro: a quali luoghi è affezionato e quali aneddoti porta nel cuore? “Sono cresciuto a Castelvecchio, un paesino della Val Cesano. Il mio mare era a Senigallia e Marotta, ho studiato a Fano e Urbino, la mia famiglia vive a Pesaro. Ci vorrebbe un libro solo per raccontare tutti i luoghi a cui sono affezionato. E forse lo scriverò. Aneddoti? Beh, intanto la rabbia che mi prende quando dico che vengo dalle parti di Urbino e mi rispondono regolarmente 'ah, sei umbro'. Poi un dubbio che ho sempre avuto: 'Ma


IL LIBRO

Come descriverebbe questa zona del Pesarese per invogliare il potenziale visitatore, italiano o straniero? “Direi che in questa zona può trovare tutta l'Italia, dal mare alle montagne, concentrata in una provincia; e che le nostre colline non hanno nulla da invidiare a quelle della Toscana. Sono solo meno affollate. E meno care”.

Fabio Bruno e i fratelli Denis e Axel Rombaldoni: quest’ultimo è il campione italiano in carica. Infine il cinema: ho avuto il privilegio di incontrare e intervistare più volte Dante Ferretti, e ne sono rimasto ammirato. Oltre a essere un grande artista della scenografia, conteso da registi come Fellini e Scorsese, ha molti tratti da 'vero marchigiano': senso pratico, umorismo, testardaggine, umiltà. E la semplicità con cui spiega, affronta e realizza anche le opere più grandiose e raffinate”.

Nella sua nota biografica afferma che ha tre grandi passioni, “i libri, gli scacchi e il cinema”. Ci sono personalità marchigiane che, in questi ambiti, sono stati d'ispirazione? “Per quanto riguarda i libri, a rischio di essere banale, non posso che dichiarare il mio sconfinato amore per Giacomo Leopardi. Negli scacchi vorrei ricordare Fra Luca Pacioli, spesso a Urbino alla corte di Guidubaldo da Montefeltro, che alla fine del Quattrocento scrisse un prezioso trattato 'De Ludo Scachorum', ritrovato solo nel 2006. Ma anche giocatori come

Al centro di 'Pessima Mossa, Maestro Petrosi' ci sono gli scacchi. Sono intesi come una metafora della vita? “Anche. Gli scacchi hanno una forza simbolica e un fascino letterario enormi. Ne hanno scritto autori come Zweig, Nabokov, Pontiggia, Maurensig. L’aspetto simbolico è imprescindibile dal fascino degli scacchi, e nel mio romanzo è ben presente. Ma devo confessare che troppo spesso si intuisce che chi ha scritto questi libri non conosce davvero gli scacchi. Pochi, per esempio, sanno restituire la logica o i pensieri di un

la rotonda sul mare di Fred Bongusto è proprio quella di Senigallia?' Qualcuno può darmi la risposta definitiva?”.

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giocatore nella vita reale o durante un torneo. Ed è un peccato, perché sono molto affascinanti. Quello degli scacchi è un mondo misterioso, una specie di setta che i suoi affiliati difendono gelosamente. Un microcosmo con regole, tradizioni, valori tutti suoi. E io ho cercato di ricrearli fedelmente”. Che “pezzo” sarebbero le Marche nella scacchiera italiana, rispetto alle altre regioni? “Le paragonerei a un alfiere, agile e veloce, capace di muoversi trasversalmente su tutto il campo di gioco. Infatti sono una regione che offre un po’ di tutto, sia geograficamente (mare, collina, montagna) sia dal punto di vista sociale ed economico, dove convivono in equilibrio la città e il borgo, i grandi marchi e le piccole aziende familiari”. E in quella internazionale, rispetto agli altri paesi del mondo? “Direi un umile pedone, ancora non troppo valorizzato, ma che ha dentro di sé le possibilità di trasformarsi in una vera regina”.


SALUTE & BENESSERE

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SALUTE & BENESSERE

RITORNARE AL LAVORO CON IL SORRISO

I consigli di Letizia Saturni, health Zen coach professionista: per un rientro dalle vacanze all'insegna del benessere di Asmae Dachan

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uole presentarci la sua professione? “La definizione corretta è health Zen coach professionista: health perché ci muoviamo in ambito medico-sanitario, Zen, perché abbiamo un approccio filosofico che affonda le sue radici nel buddismo chan, coach perché è allenatore di salute”. Come è nata la sua passione per la scienza dell'alimentazione? “È un percorso costruito a tappe. Ho una formazione da biologa e ciò mi ha dato la possibilità di avere una visione a tutto tondo dell'individuo, conoscendone i fini meccanismi che garantiscono la sua vita; mettendomi poi in posizione di ascolto ho capito come vive. Ho poi fatto il dottorato di ricerca con il professor Franco Rustichelli all'Università Politecnica delle Marche, Univpm, in biochimica e biofisica, occupandomi degli aspetti strutturali


SALUTE & BENESSERE delle molecole, dei lipidi in particolare. Successivamente mi sono iscritta alla Scuola di Specializzazione in Scienze dell'Alimentazione, chiudendo un primo ciclo formativo che mi ha permesso di tradurre ciò che la ricerca portava alla luce in consigli pratici per i soggetti interessati a migliorare o mantenere il proprio stato di salute. La mia insaziabile voglia di conoscere mi ha spinto a seguire un master universitario di perfezionamento, quello su 'La celiachia: dalla clinica al management'. Ho scoperto di essere celiaca e questo mi ha dato un'ulteriore spinta ad approfondire il tema. Il Master è stato istituito dall'Univpm in collaborazione con l'Università di Baltimora; siamo solo in sei in Italia ad averlo fatto perché non è stato più replicato. Per me è stata una fortuna, infatti tra i docenti c’erano i due celiacologhi per eccellenza, il professor Carlo Catassi e il professor Alessio Fasano. A questo punto sentivo di aver il know how, ma mi mancava un metodo, perché non mi riconoscevo in quelli classici. Ho preso molti spunti dalla Programmazione Neuro Linguistica seguendo un corso alla Scuola di Pnl di Andrea Favaretto; nel frattempo ho studiato fino ad insegnare un approccio di psico-biologia con la professoressa Giovanna Curatola, fino ad arrivare, infine, al metodo del coaching. C'è una differenza sostanziale tra il metodo del coaching di stampo umanistico e quello psicologico: il coach riconosce la centralità dell’individuo, valorizza la sua unicità e ponendosi in una posizione di ascolto sviluppa ed allena i talenti specifici del soggetto portandolo a raggiungere obiettivi ben definiti e autodeterminati. Lo psicologo, invece, porta l’individuo a compiere un percorso retrospettivo per indagare le cause di certi comportamenti e risolvere poi determinati problemi. Capita che coach e psicologo lavorino in parallelo. Per concludere direi che ho costruito la mia figura professionale unendo, quindi, tanti tasselli, l'ultimo dei quali è stato il master Zen-coaching che mi ha portato un’altra particolarità: essere l'unica health Zen coach in Italia”. Religione, setta, filosofia: come si può definire lo Zen? “È un limite di noi esseri umani quello di voler definire tutto; limitarlo. Non siamo più capaci di cogliere l'essenza dell'infinito che è invece la porta della libertà. Lo Zen

è una filosofia che non si insegna, non si spiega, ma si vive. Ho cercato di coglierne i cardini, che per me sono i pilastri stessi della dieta mediterranea: la frugalità, l'essenzialità, il tempo, il silenzio. L'approccio è quello olistico, della persona proiettata nel mondo e dunque cosmopolita. La chiave di lettura è la meditazione. All'inizio può essere difficile l'approccio, poi la persona trova gli spunti dentro di sé e viene fuori una ricchezza interiore che non conosce”.

“IL PRIMO COACH DELLA STORIA È STATO SOCRATE, MA FORSE NEMMENO LUI SAPEVA DI ESSERLO” Come reagiscono i pazienti di fronte a questo nuovo approccio? “Ogni persona che si pone di fronte a me per una visita, è un libro. Ti accorgi che non sei più tu a dare, ma è lei che ti arricchisce col suo patrimonio e il suo sapere. Vengo da un'esperienza di specialista di nutrizione vecchio stampo, mentre ora sto sperimentando e gustando l’efficacia di questo nuovo approccio. All'inizio le persone si trovano come spaesate, o in qualche modo condizionate dai loro stessi pregiudizi. Quando poi comprendono si comincia a lavorare con tenacia e serenità verso l'obiettivo che vogliono perseguire, diventano realiste, si auto-disciplinano e si apre loro un mondo. La base del metodo è la relazione facilitante, che permette alla persona di scoprirsi sotto una nuova luce”. Prima dell'estate tutti iniziano diete e trattamenti per superare la prova costume; per prepararsi ad affrontare l'autunno e il periodo post vacanze, invece, cosa consiglia? “Il primo passo è quello di entrare in armonica sintonia con se stessi, ascoltando quelli che sono i ritmi della ripresa, ponendo attenzione a non forzare mai la mano. C'è un cambio importante tra il regime vacanziero e la ripresa del lavoro, che corrisponde a mutamenti esterni quali variazioni di clima con le giornate che si accorciano, l'illuminazione diversa, la temperatura che si abbassa. Ci sono anche variazioni metaboliche-endocrine interne che si manifestano con una tendenza verso una maggiore richiesta calorica. È importante continuare a mantenere alto

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l'apporto di frutta e verdura, nel rispetto della stagionalità. Bere almeno due litri al giorno; prediligere l'orzo e il tè o tisane rispetto al caffè. Per dormire bene la notte si può ricorrere a qualche tisana o decotto, alla passiflora o alla valeriana o al tiglio bianco o biancospino. È fondamentale un buon movimento, che sia di tipo strutturato, due o tre volte a settimana almeno sessanta minuti, o almeno quaranta minuti di passeggiata al giorno a passo sostenuto, privilegiando gli spazi aperti. Bisogna rispettare i ritmi sonno-veglia. La cosa più importante è capire che la cura di sé non è affatto un comportamento egoista, come ci hanno insegnato, ma esattamente il contrario. Se sto bene non sono un peso per gli altri e riesco ad essere serena, solare, felice, efficace ed efficiente; un punto di luce, non certo una zavorra. La cura della propria persona si può tradurre in molti modi: un massaggio, l'ascolto della musica, la lettura di un libro, l'andare a teatro. Tutto ciò che ci fa sentire bene e che ognuno di noi ponendosi in una posizione di ascolto sincero conosce benissimo”. Anche nel suo blog lei scrive che il benessere è anzitutto una scelta e una filosofia di vita: quanto contano rispettivamente motivazione e disciplina? “Una motivazione forte è il primo ambito su cui ci si confronta col paziente; è la chiave di volta nel percorso individuale. La disciplina, nell'accezione più bella del termine che implica lealtà, sincerità, realismo e concretezza è altrettanto importante”. Vogliamo sfatare qualche luogo comune su diete e rimedi fai da te? “Partiamo dal presupposto che non c'è niente di miracoloso, non c'è nessun cibo che fa male e nessuno che fa bene ma c’è piuttosto un insieme di fattori. Ogni individuo è una complessità che si confronta con un'altra complessità, che in questo caso specifico è quella del cibo. L'abuso di cibo è nocivo, così come l'andare contro natura scegliendo la sedentarietà. Il fai da te è sbagliato, così come l'essere costantemente seguiti da qualcuno. L'avvio di un piano di buona alimentazione e sano stile di vita con un professionista è importante, poi però ogni persona deve essere libera di scegliere e realizzare la propria dieta”.


1|2 OTTOBRE 2015

IN VIAGGIO VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE TURISMO DEL GUSTO

PIANETA ACCOGLIENZA

COMUNICAZIONE WEB SOCIAL

MARKETING E SVILUPPO COMMERCIALE

GESTIONE E CONTROLLO

LIKE TURISM GO SOCIAL... AND YOU? Like Tourism è un’idea di: AL ∂143∂

il tuo viaggio nel cuore dell’

italia


VOLONTARIATO

LA CASA ACCOGLIENZA DILVA BARONI: UN SOSTEGNO CONCRETO AI MALATI E AI LORO CARI

Il presidente dell'associazione Claudio Pierini racconta la storia e gli obiettivi di questa importante struttura del volontariato dorico: “La generosità degli imprenditori è stata fondamentale negli ultimi lavori di ristrutturazione. Aziende e associazioni non profit possono collaborare in modo efficace nel related marketing, cobusiness e volontariato d'impresa” di Stefano Strano

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Colle Ameno, nel quartiere Torrette di Ancona, c'è una residenza che da quasi trent'anni ospita i malati in day hospital e i familiari dei degenti negli ospedali: è la Casa Accoglienza Dilva Baroni, una struttura di volontariato gestita dall'omonima associazione che, a maggio di quest'anno, ha inaugurato i suoi nuovi spazi, con la benedizione dell'arcivescovo di Ancona-Osimo, il cardinale Edoardo Menichelli, e la simpatica incursione di Filippo Roma, “inviato” della trasmissione televisiva di Italia 1 Le Iene, ospite d'eccezione della speciale festa di solidarietà aperta a tutta la cittadinanza. La casa, di proprietà della diocesi e in comodato d'uso gratuito all'associazione, dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione, ha 32 posti letto (16 in camere doppie e 16 in quadruple): sono state ricavate otto nuove camere doppie con quattro bagni, nuovi servizi di lavanderia, cucina, sala e refettorio comuni, con arredamento rinnovato e l'eliminazione delle barriere architettoniche. Claudio Pierini, presidente dell'associazione Casa Accoglienza Dilva Baroni, spiega così il percorso che

la onlus continua a portare avanti, con cuore e generosità, sin dalle sue origini. Qual è la storia di questa importante struttura del volontariato dorico? “È un'opera nata 27 anni fa, grazie a don Aldo Pieroni, al tempo parroco di Torrette e oggi, dopo circa otto mesi di lavori, grazie ai nostri 110 volontari, offriamo, con nuovi locali ancora più adatti, accoglienza, accompagnamento e ascolto ai malati e ai loro cari, spesso disorientati, lontani da casa, e in strutture ospedaliere che non conoscono. L'edificio è del Settecento, apparteneva alle suore Canossiane, oggi alla diocesi di Ancona-Osimo. Intervenire su una dimora storica è stato delicato e i lavori sono stati realizzati grazie anche alla generosità dei nostri imprenditori locali: Giampaolo Giampaoli, Anna Maria Mazzieri, l'azienda Saccaria per i bagni forniti gratuitamente, Francesco Merloni che ha donato gli elettrodomestici, l'azienda Idea Luce per l'arredamento”. Come valuta il Terzo settore e il rapporto tra associazioni non profit e imprese

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profit? “Le associazioni non profit e le imprese sociali si stanno radicalmente trasformando negli ultimi anni. Anche le piccole realtà, che operano a livello locale, hanno capito che è necessario stare al passo con i tempi: non è più possibile agire in modo 'destrutturato', senza una chiara programmazione e senza una pianificazione a medio e lungo termine. In questo senso, il no profit sta mutuando dal profit la modalità di azione, pur mantenendo quelle che sono le sue caratteristiche fondamentali: la fedeltà alla propria mission e il radicamento ai valori di fondo che lo ispirano, che non possono essere messi in discussione o scendere a compromessi con le leggi del mercato”. Si rafforzano le relazioni con gli imprenditori? “Sono in crescita le partnership con le imprese, con varie forme di intervento: da sempre ci sono state collaborazioni attraverso erogazioni liberali e donazioni, che prevedono il contributo economico, da parte del profit, a progetti specifici o


Interni Dilva Baroni Ristrutturati La Iena Filippo Roma e il presidente dell'associazione Casa Accoglienza Dilva Baroni Claudio Pierini

La benedizione dell'arcivescovo di Ancona-Osimo, cardinale Edoardo Menichelli

Casa accoglienza Dilva Baroni

a campagne a breve termine di realtà del non profit. La grande novità degli ultimi anni sono forme di collaborazione in cui le imprese possono godere, oltre che di agevolazioni di tipo fiscale, anche di un positivo ritorno di immagine, e partecipare attivamente alla crescita di piccole e medie organizzazioni non profit, promuovendo concretamente i loro valori”. Come concretizza il legame tra soggetti profit e non profit? Ci sono già pratiche condivise? “Sì, e ne sono un chiaro esempio le

È possibile sostenere l’opera della Casa Accoglienza Dilva Baroni attraverso il 5xmille, indicando come beneficiario il codice fiscale 02184140420, oppure attraverso una donazione a: Iban IT09 M076 0102 6000 0005 1841 138 — Banca Poste Iban IT80 G020 0802 6400 0010 2140 859 — Banca Unicredit Il Mio Dono Iban IT79 R033 5901 6001 0000 0068 159 — Banca Prossima Gruppo Intesa Sanpaolo Per informazioni e contatti: Claudio Pierini, 331 6001574 - www.casaaccoglienzadilvabaroni.org

campagne di cause related marketing, legate ad uno o più prodotti del mondo profit con valore sociale; le esperienze di cobusiness, in cui persone svantaggiate o in stato di emarginazione che operano attraverso organizzazioni non profit partecipano attivamente alla realizzazione di prodotti destinati al mercato del profit; le esperienze di volontariato di impresa, in cui i dipendenti di aziende profit, in accordo con i datori di lavoro, decidono di donare alcune ore lavorative per una realtà del non profit, sposandone la causa in modo concreto”. ∂145∂

Quali sono le vostre prossime iniziative? “La nostra associazione ha iniziato da un anno a ottimizzare il processo di raccolta fondi (fund raising) che ci permette di sostenere Casa Dilva Baroni, i suoi costi ed i servizi che vengono offerti agli ospiti sin dalla sua fondazione. Siamo certi della presenza di imprenditori nel nostro territorio che hanno a cuore la nostra causa, e la collaborazione con alcune aziende del mondo profit è certamente tra le nostre priorità per il prossimo periodo”.


SPORTNEWS esprimere i massimi livelli: terzo oro consecutivo a squadre e quindicesimo nella storia della scherma. E non si stancano di vincere!”.

Pallavolo: Blengini nuovo ct della Nazionale Mondiali di Kazan: oro nel nuoto per Simone Ruffini “Ho cominciato a capire che l'americano (Meyer ndr) non ne aveva più agli ultimi mille metri, quando mi ha lasciato andare avanti. Adesso ancora non mi rendo bene conto di ciò che ho fatto, forse domani”: con queste parole l'atleta tolentinate Simone Ruffini ha commentato la sua vittoria nella 25 Km di nuoto di fondo a Kazan. Con l'oro appeso al collo il campione marchigiano ha poi chiesto pubblicamente alla sua fidanzata, la fanese Ponselè: “Aurora, mi vuoi sposare?”. La giovane atleta, dalla tribuna, ha accennato un sì e ha unito le mani a forma di cuore, poi è corsa sotto al palco ad abbracciare Ruffini, che l'ha stretta e baciata più volte.

Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali premiate da Ceriscioli “Lo Sport e le Marche hanno un legame fortissimo e oggi, con Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali, siamo nell’epicentro della capacità di

Con queste parole il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha accolto a palazzo Raffaello le due schermitrici marchigiane delle Fiamme Oro, alle quali ha consegnato un riconoscimento, la medaglia-bassorilievo di Valeriano Trubbiani, dopo la conquista del titolo mondiale al campionato di Mosca 2015 il 19 luglio scorso. “Nel talento di queste due campionesse – ha proseguito Ceriscioli – si concentrano i tratti caratteriali dei marchigiani: tenacia, determinazione, forza, capacità di resistenza e di superare gli ostacoli. Non una celebrazione, ma un momento gioioso e significativo per accorciare le distanze tra sport e istituzioni, per cementare un dialogo”. Elisa Di Francisca, nella sua schiettezza, si è rivolta a Ceriscioli scherzando: “Non ti conoscevo ma già mi piaci Presidente, cominci bene e sono orgogliosa di prendere un premio dalla mia Regione”. Valentina Vezzali, anche in veste di parlamentare, dopo essersi congratulata con il presidente Ceriscioli per la sua elezione, ha ringraziato la Regione “perché è la prima volta che ci invitano per festeggiare una vittoria mondiale”.

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L'Italia della pallavolo ha un ct part-time. Il Consiglio della Fipav ha infatti nominato Gianlorenzo Blengini, allenatore della Lube Banca Marche e già membro dello staff tecnico azzurro, nuovo commissario della Nazionale al posto del dimissionario Mauro Berruto. Il lavoro del nuovo allenatore comincerà con il collegiale azzurro a Cavalese. Poi Blengini guiderà l'Italia nella World Cup (8-23 settembre), torneo che mette in palio 2 posti per Rio 2016 e negli Europei in Italia e Bulgaria.

Atletica: Vandi campionessa nazionale under 21 negli 800 metri Eleonora Vandi ha conquistato il sesto


titolo nazionale in carriera. La sportiva pesarese dell'Atletica Avis Fano si è classificata prima ai Campionati italiani juniores di Rietim con un tempo di 2'08''48, superando le rivali venete Irene Vian ed Elena Bellò. Figlia d'arte, il padre e la madre sono gli ex Azzurri Luca Vandi e Valeria Fontan, Eleonora ha dimostrato tempra e carattere, riuscendo a dimenticare i problemi fisici che ha affrontato lo scorso anno.

occasioni così importanti".

Pallavolo: Fabrizio Sciati è il nuovo coach dell'Us Pallavolo La Max Control, squadra maschile dell’Us Pallavolo Senigallia neopromossa in serie C, ha un nuovo allenatore. Si tratta di Fabrizio Sciati, 50 anni, ex Offagna, che prende il posto del dimissionario Alberto Lanari, che resta nell'organico del settore maschile nel ruolo di direttore tecnico. Altra importante novità nel settore tecnico dell’Us Pallavolo Senigallia riguarda il rientro in organico di Michele Rotondo, tecnico di primissima qualità che, dopo alcune stagioni, torna in nerazzurro. Rotondo affiancherà Stefano Paradisi nella direzione tecnica dell’intero settore giovanile e si occuperà direttamente di due squadre under.

Volley: lo schiacciatore Cavuto convocato per i Mondiali U23 negli EAU In un colpo solo due mondiali di categoria per lo schiacciatore biancazzurro Oreste Cavuto, convocato dal tecnico Michele Totire sia per i Mondiali Under 23 negli Emirati Arabi Uniti che per i Campionati del Mondo Under 21 in Messico. "Per me è sempre una grande soddisfazione vestire la maglia della Nazionale -ha dichiarato l'atleta -. A maggior ragione in una categoria superiore rispetto alla mia età anagrafica come nel caso dell’U23. Mi farò trovare pronto da coach Totire. Io e i miei compagni siamo tutti carichi e vogliamo onorare al meglio delle

tedesco di Eberstadt e migliora per 2 volte il record italiano assoluto di salto in alto che fino ad oggi deteneva in comproprietà a quota 2,34 insieme a Marco Fassinotti. Il 23enne civitanovese ha prima superato 2,35 alla terza prova e poi subito 2,37. Tamberi ha poi affrontato l'asticella a 2,39, senza fortuna, ma con un buono spunto al terzo tentativo. Vittoria al bronzo olimpico Derek Drouin. Con 2,37 Tamberi si colloca al terzo posto delle liste mondiali stagionali e al primo di quelle europee al pari dell'iridato Bohdan Bondarenko. “È tutto troppo bello - il commento di Tamberi a fine gara -. Una misura del genere è qualcosa di straordinario, ma dentro di me quest'anno più di una volta avevo sentito di poterla valere. Ho davanti agli occhi non tanto il 2,34 di Colonia, ma il 2,28 di Buhl dove ero andato veramente di tanto sopra l'asticella".

La Regione Marche stanzia 400mila euro per i defibrillatori

Gianmarco Tamberi record nel salto in alto Tamberi spicca il volo al meeting ∂147∂

La Regione stanzia 400 mila euro per l’acquisto di defibrillatori semiautomatici. È quanto deciso con la delibera dello scorso 27 luglio. Dall' 1 settembre prossimo e fino al 24 settembre, proprietari o gestori di impianti sportivi e società sportive dilettantistiche potranno fare richiesta del contributo per la dotazione dello strumento salvavita.


APPUNTAMENTI DEL MESE

FESTIVAL BRODETTO 2015: DA MASTERCHEF A OVADIA, TUTTE LE NOVITÀ DELLA 13/A EDIZIONE Vogliamo deliziarvi con un assaggio delle proposte presentate alla Spiaggia del Gusto

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ANO - Show Cooking, musica, convegni, lezioni di cucina, barcamp, talk show, degustazioni, corsi, giochI e una gustosissima gara internazionale: tutto questo, e non solo, è il Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce 2015. Fulcro della manifestazione, che in tredici anni si è conquistata un posto tra le più importanti della Regione arrivando a potersi fregiare del marchio “Marche Expò”, è stata una spettacolare sfida tra chef provenienti dai paesi della Macro Regione Adriatico Ionica: per l’Italia gareggia lo chef Luigi Sartini, per la Croazia lo chef Zeljko Neven Bremec, per il Montenegro lo chef Miklova Zeqo e per l’Albania o chef Mihajilo Boban. L’evento che ha visto sfidarsi gli chef in due turni (pranzo e cena di venerdì 11 settembre) è stato tutto costruito intorno alle zuppe di pesce: ogni rappresentante ha proposto la sua versione del piatto tradizionale del suo paese. Due le giurie chiamate a votare: una tecnica composta da importanti giornalisti di settore (Roberto Perrone, Valentina Scarnecchia, Federica Giuliani e Andrea Grignaffini) e una popolare alla quale potranno prendere parte tutti coloro che vorranno, previa prenotazione. Per restare in ambito culinario, da non perdere i cooking show delle stelle Michelin Giuseppe Mancino e Pasquale

Torrente e i due spettacolari cooking show vip. Il primo, sabato 12 settembre alle 13.00 nel Palabrodetto: ai fornelli due stelle di MasterChef, la salernitana Amelia Falco (MasterChef Italia 4) e la giovanissima Vittoria Truffa (Junior MasterChef 2): nell’altro, a confronto le notissime blogger Valentina Scarnecchia (Cuochi e Fiamme) e Federica Giuliani (GialloZafferano). Altra, interessante novità, la virtuale espansione della SPIAGGIA DEL GUSTO che diventerà “2.0”; lo spazio che da anni ospita gli stand-ristorante si arricchisce infatti di “Adriatic Fish Food”, un progetto, mirato alla valorizzazione del pescato del Mar Adriatico, che prevede la realizzazione di Barcamp, Aperitivi Letterari e corsi di Alta Scuola di Cucina. Ma la SPIAGGIA DEL GUSTO, sarà anche la SPIAGGIA DELLO SPETTACOLO. Il Festival Del Brodetto, in collaborazione con il Festival Adriatico Mediterraneo, ospita quest’anno sul palco centrale importanti personalità del mondo culturale nazionale. Giovedì 10 settembre, infatti, è stato presentato il suo “Trasponde”, di Moni Ovadia, artista di fama internazionale, a Fano con una serata tutta dedicata alle sponde internazionali del mar Adriatico. Domenica 13, invece, sempre in collaborazione con il Festival Adriatico Medi-

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terraneo, hanno chiuso la manifestazione i Caracas una band di quattro elementi la cui musica ha un sapore ”reggae word”. Le altre due serate, che compongono una cinquina molto interessante di musica folk ispirata ai suoni balcanici nell’ottica culturale della Macro Regione Adriatico Ionica, hanno visto protagonisti assolute due band di grande impatto: i Four on Six con le loro note “swing & gipsy jazz” e i Gattamolesta dalle sonorità più ruvide, “urban punk e folk”. Non è mancato anche quest’anno lo spazio bambini BRODETTO KIDS, con una sezione del progetto “Nati per leggere” dal titolo “Storie dal Mare”, la mostra di pittura “Conosco i miei pesci!” e giochi di movimento specifici per varie età. Confermate anche tutte le iniziative che nel corso degli anni hanno contribuito alla crescita del Festival: ampio spazio alla mostra mercato, alla cucina di strada con vari punti ristoro, all’intrattenimento con gruppi musicali, spettacoli dal vivo di diverso genere; esattamente come restano confermate le collaborazioni ormai consolidate con gli attori più importanti dell'editoria, del giornalismo e delle associazioni legate a questo mondo che da sempre affiancano lo staff, la più importante delle quali resta quella con la trasmissione di Radio2 Decanter.


APPUNTAMENTI DEL MESE

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APPUNTAMENTI DEL MESE

VERDICCHIAMO, L’ESPERIENZA DEL VINO DA VIVERE

L’azienda Colonnara di Cupramontana, fra i maggiori produttori di vino delle Marche, ha organizzato per il 12, 19 e 26 settembre l’evento VerdicchiAmo, per promuovere la cultura del vino e far conoscere da vicino il processo di lavorazione dell’uva, dalla raccolta alla pigiatura. Un’esperienza emozionale che non mancherà di stupire di Silvia Baldini Ph. Colonnara – Silvia Baldini

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l profumo di settembre, l’odore dell’autunno, i colori che cambiano. Le colline che mutano forma e sostanza, quando finisce l’estate. E’ il tempo del vino. Un tempo unico, che ogni anno, per chi vive in vigna, segna il momento del ritorno al lavoro con passione e dedizione. E’ in questo periodo che si ricomincia a seguire i ritmi della natura e si torna ad accogliere i regali di questa stagione. Un processo che, sulle colline della Vallesina, va avanti da sempre: un vero e proprio rito che gli artigiani del vino officiano ogni anno. E ogni anno, la magia torna viva: l’uva matura si offre all’uomo, che la trasforma e ne fa prodotto da tavola, il vino. E’ per consentire a tutti di vivere la grande esperienza del vino e della lavorazione dell’uva, con i processi che la contraddistinguono, dalla raccolta alla pigiatura, che nasce l’iniziativa VerdicchiAmo. Ideata dall’azienda Colonnara, società cooperativa storica del territorio della Vallesina e leader nella produzione di vino, VerdicchiAmo è stato organizzato su tre sabati, il 12, 19 e 26 settembre, presso la sede dell’azienda, a Cupramontana. Un evento per tutti e di tutti, come lo sono il vino e la sua essenza genuina. L’intento degli organizzatori, infatti, è quello di permettere a coloro che parteciperan-

no alla manifestazione di ‘assaporare’ la natura più vera della vita in vigna, vivendo in prima persona l’esperienza di tutto il processo di lavorazione. Tre giornate che iniziano la mattina, dalle 9.30, e durano fino al pomeriggio alle 17. Il ritrovo per tutti i partecipanti è alla cantina Colonnara, dove si inizia la giornata con l’offerta di una colazione accompagnata dai prodotti della cooperativa. Poi si parte alla volta della raccolta dell’uva in vigna; un piccolo, grande viaggio che i visitatori fanno accompagnati dal racconto delle antiche pratiche della vendemmia e delle tradizioni locali della lavorazione. C'è la possibilità anche di pranzare in vigna, tra i filari, subito dopo la raccolta, potendo degustare sempre i vini della cooperativa. Nel pomeriggio, avviene il trasferimento in cantina. All’esterno, i visitatori possono vivere l’esperienza più caratteristica del processo di lavorazione del vino: la pigiatura dell’uva. Oggi i processi produttivi sono meccanizzati, ma l’importanza di far conoscere quello che era il metodo tradizionale di lavorazione, in un tempo neanche troppo lontano, è centrale nell’esperienza di VerdicchiAmo; i partecipanti sono i protagonisti della pigiatura, eseguendola in prima persona in un vecchio tino storico degli anni ‘30.

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Un’esperienza emozionante, che riporta alle origini e fa vivere il senso profondo della vita in vigna, permettendo di conoscere il processo da cui un tempo si passava dalla materia prima al prodotto finito. È possibile, al termine della pigiatura, anche portarsi a casa una bottiglietta di mosto raccolto dal tino. A conclusione della giornata, gli ospiti vengono accompagnati a fare una visita completa dell’azienda Colonnara, alla scoperta della sua storia e dei valori che da sempre animano il suo lavoro, valori che l’hanno resa famosa a livello nazionale e internazionale, con i suoi vini distribuiti in Italia e all’estero. Dopo la suggestiva discesa nella cantina di invecchiamento, il cuore profondo di tutta l’attività legata al vino, il posto del silenzio e del buio, dove il vino e gli spumanti di riposano per diventare quello che sono, eccellenze del territorio, vengono offerti i migliori prodotti di degustazione della cantina Colonnara; il tutto per concludere la giornata accompagnati dal profumo e dal sapore del vino, ma soprattutto dal ricordo di un’esperienza unica, da tenere nell’anima. Colonnara, un’eccellenza del presente che guarda al futuro La storia della cooperativa di Cupramon-


APPUNTAMENTI DEL MESE

Nelle foto, la cantina di invecchiamento, la vigna, i prodotti Colonnara e la vecchia ‘torre’ dove si faceva il vino

tana inizia 56 anni fa, nel 1959, per opera dei 19 viticoltori fondatori della società. Nel territorio della Vallesina l’uva del Verdicchio ha trovato il suo luogo ideale di crescita e maturazione e questo vino è diventato nel tempo uno dei prodotti più conosciuti delle Marche nel mondo, ottenendo numerosi premi. Anche i vini della cooperativa Colonnara, che oggi conta 110 soci, hanno guadagnato, negli anni, molti riconoscimenti. Tra questi, il famoso Ubaldo Rosi, spumante Brut Metodo Classico Riserva di Verdicchio Doc che è il primo delle Marche premiato con i ‘Tre Bicchieri’ del Gambero

Rosso nel 2013; poi ci sono il Cuprese, il verdicchio simbolo della cantina, prodotto dal 1985 e anch’esso pluripremiato dal 1991 a oggi, e il Tornamagno, un vino rosso prodotto con uve Montepulciano e Sangiovese raccolte a mano, lavorate in acciaio per 24 mesi e conservate in botti di rovere; la riserva 2010 di questo vino ha ottenuto anche quest’anno il Diploma di Gran Menzione al Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly. Eccellenze che continuano a riscuotere successi e la cui qualità è universalmente riconosciuta.

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Oggi Colonnara, forte di questi risultati, continua a conservare un forte legame con la tradizione ma guarda anche al futuro, usando tecnologie innovative per la lavorazione del vino e praticando un’agricoltura eco-compatibile.

Per tutte le informazioni sul programma completo di VerdicchiAmo, visitare il sito www.colonnara.it. Per le prenotazioni e i costi si può chiamare il numero 0731 780273 o scrivere una mail a info@colonnara.it


2015 IDEE E STRUMENTI PER IL TURISMO GIOVEDÌ 1 OTTOBRE ORE 9:00 - 11:00 [sessione plenaria] POINT OF VIEW VERSO L'INTERNAZIONALIZZAZIONE La parola agli esperti Una tavola rotonda moderata da Germana Di Falco Expert DG Social e DG Regio Commissione Europea per affrontare la delicata tematica dell'internazionalizzazione del Turismo. Fotografia del contesto attuale e progetti futuri. • Alessandra Priante - International Relations - UNWTO Italian Cultural Expert for the Gulf Region - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo • Alessandro Nucara - Direttore Generale Federalberghi • Massimiliano Polacco - Direttore Confcommercio Marche Centrali • Guido Guidi Presidente - Consorzio Marche Maraviglia • Franco Grasso - Formatore e Consulente Revenue Management Alberghiero MODERA: Germana Di Falco - Expert DG Social e DG Regio Commissione Europea Con la partecipazione dell'assessorato al Turimo della Regione Marche

GESTIONE E CONTROLLO

ORE 11:00 Strumenti per l'equilibrio finanziario ed economico Speaker: FLAVIO GUIDI e SAURO RAMAZZOTTI

ORE 12:00 Tecnologia, glossario e concetti chiave della gestione di impresa Speaker: SAURO RAMAZZOTTI ORE 15:00 Bandi e progettazione, contributi comunitari e PDO Speaker: SERENA CAPPANNINI e CRISTINA PANARA ORE 16:00 Jobs Act: quello sconosciuto strumento chiamato voucher Speaker: ANGELO CANDIDO ORE 17:00 Una gestione quotidiana operativa ed efficace? Ora si può Speaker: PAOLO SANTONI

ORE 17:00 Wellness & Hotellerie: il "Benessere" del cliente migliora la vendita. Speaker: SILVIO CARDINALI

COMUNICAZIONE WEB E SOCIAL

ORE 12:00 Interflora Experience Tour: Destinazione Copenaghen Speaker: CARMINE MASSIMO e EMILIANO D'ANDREA ORE 14:00 Apriamo una pagina social? Speaker:FEDERICO FALCIANI ORE 15:00 Photowalk: Passeggiando si impara Speaker: SANDRO GIORGETTI e ELEONORA CIPOLLETTA

MARKETING E COMMERCIALE

ORE 11:00 Politiche revenue: sì o no? Speaker: FRANCO GRASSO ORE 12:00 Lead management: quando la gestione del dato crea business Speaker: FABIO DI GIULIO ORE 15:00 Meta Search! Nuovi strumenti per migliorare posizionamento, prenotazioni e reputazione Speaker: GIORGIO MOGLIONI ORE 16:00 1000 e una tariffa... ci pensa booking engine! Speaker: VITTORIO DEOTTO

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ORE 16:00 Diamo una casa ai nostri social network. L'uso dei social media da parte delle aziende nel Turismo ORE 17:00 Alla ricerca del lead: social Wi-FI. Speaker:GABRIELE PETRONI

PIANETA ACCOGLIENZA

ORE 11:00 #destinazionemarche Mappa delle competenze turistiche in Italia: dallo Stato all'Hotel Speaker: MARTA PARAVENTI


APPUNTAMENTI DEL MESE ORE 12:00 Destination Management. Il viaggio inizia dall'accoglienza Speaker: BRUNO BERTERO

ORE 15:00 Fund Raising d'Oltralpe: la progettazione europea. Cosa ne sai? Speaker: GERMANA DI FALCO

ORE 15:00 Turisti 3.0: Chinese loves Italy Speaker: LIBERA DEL LUNGO

ORE 16:00 KPI: la cassetta degli attrezzi del tuo business Speaker: CARLO TORTOLINI e FABRIZIO PASSAMONTI

ORE 16:00 L'invenzione turistica per eccellenza: la Ruota. Case History Marche Bike Life Speaker: MAURO FUMAGALLI ORE 17:00 Come rendere un viaggio un'esperienza Speaker: TOMMASO MOSCONI e EMILIANA LIMOSANI

TURISMO DEL GUSTO

ORE 11:00 Nutrire il Pianeta, Energia per la vita. La posizione delle Marche rispetto ad Expo Milano 2015 Speaker: ALDO BONOMI ORE 12:00 La carta dei vini: Il biglietto da visita del tuo ristorante Speaker: GIUSEPPE CRISTINI ORE 15:00 Bon Ton: le regole dell'accoglienza perfetta Speaker: DONATELLA PADUANO

VENERDÌ 2 OTTOBRE GESTIONE E CONTROLLO

ORE 11:00 In or Out Services: cosa internalizzare e cosa no nell'era del cost saving Speaker: LOREDANA PISTONESI ORE 12:00 Ricerca e selezione del personale: l'abito non fa il monaco Speaker: OSVALDO FANELLA

Speaker: ILARIA BARBOTTI e NADIA STACCHIOTTI ORE 17:00 Dammi le tue keywords e ti dirò chi sei: le 10 regole per riconoscere un buon web marketer Speaker: SAMUEL CHIARALUCE

PIANETA ACCOGLIENZA MARKETING E COMMERCIALE

ORE 11:00 Perfect Event, Happy Client! Speaker: PAOLA RAIMONDI ORE 15:00 Bentornato? No, grazie... Questione di privacy Speaker: LUCA TARULLO ORE 16:00 Il marketing per crescere: come costruire un buon piano di marketing Speaker: GUIDO GUIDI

COMUNICAZIONE WEB E SOCIAL

ORE 12:00 Che direttore sei? I segreti di un perfetto General Manager d'hotel Speaker: CHIARA MENCARELLI ORE 15:00 Local e Global: un consorzio turistico aperto al mondo Speaker: MARCHE MARAVIGLIA ORE 16:00 Destinazione Italia: perché non siamo più la meta sognata dai turisti? Speaker: BRUNO BERTERO ORE 17:00 Nuovi orizzonti di accoglienza sulle rotte d'oriente Speaker: PIA CARMINELLI

TURISMO DEL GUSTO

ORE 11:00 Raccontati... a lezione di storytelling turistico Speaker: ALESSIO CARCIOFI ORE 12:00 L'equilibrio instabile tra Reputazione e Revenue Management. Quando la gestione della reputazione influisce sulle politiche tariffarie e i rapporti con le OTA Speaker: NICOLA ZOPPI ORE 14:00 Mobile e Turismo: case history “Rome everywhere” Speaker: FEDERICO FALCIANI ORE 15:00 Anche l'occhio vuole la sua parte. Instagram Italia

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ORE 11:00 Il menù è servito Speaker: SAURO BENIGNI ORE 12:00 Cucina gluten free? Si può con "Alimentazione Fuori Casa" Speaker: LAURA DIODOVICH ORE 16:00 Il mangiarozzo Speaker: CARLO CAMBI ORE 17:00 Vendi un posto a tavola... strategie di restaurant revenue mangement Speaker: ANTONIO MONTEMURRO


APPUNTAMENTI DEL MESE

CINEMATICA, IMMAGINE IN MOVIMENTO

Dal 24 ottobre all'8 novembre ad Ancona torna il festival di confine tra arti visive e performative Simona Lisi, fondatrice e anima dell'evento, racconta la filosofia e lo spirito dell'iniziativa di Asmae Dachan

C

ome è nata l'idea di questo festival? “Nasce da lontano, da un progetto a cui penso da quindici anni. Forse, quando è nata l'idea, il progetto era troppo ardito e futuristico, per questo inizialmente ho trovato un po' di resistenza quando lo spiegavo. Poi l'evoluzione sociale e culturale ha fatto il suo corso. Volevo lavorare sul rapporto tra l'immagine e il movimento nelle arti filmiche e performative, in linea con una ricerca che sta avvenendo a livello internazionale e con le mie esperienze artistiche. Ho iniziato dalla danza e sono una danzatrice contemporanea e ho avuto anche esperienze cinematografiche. Ho trovato connessioni molto interessanti tra questi due mondi, apparentemente molto distanti, ma in realtà legati. Per interpretare un ruolo, infatti, l'attore vede coinvolto tutto il corpo, così come il danzatore. C'è un'affinità anche per quanto riguarda il montaggio, la velocità e la connessione tra le immagini: ritengo che il montaggio filmico abbia molte più connessioni con la coreografia che con la regia. Questo connubio mi coinvolge molto anche perché, oltre che essere danzatrice e attrice, ho un background filosofico che mi permette di connettere le mie diverse anime. L'intento è di promuovere il pensiero del collegamento sempre presente tra il nostro corpo e tutte le nostre estensioni, anche quelle che sembrano più virtuali e meno corporee, come le arti filmiche, che quando sono sullo schermo ci abbandonano completamente, ma poi tornano a noi. Siamo in un'epoca in cui facciamo i conti con il virtuale, con i device elettronici che ci circondano e la nostra comunicazione

cambia velocemente, provocando spesso il pericolo dell'alienazione corporea. Cinematica è un festival che ha sicuramente un'espressione performativa che aggrega, coinvolge e ha anche un sottofondo filosofico, sociologico, di osservazione della nostra epoca. Mi sembrava interessante provare a tracciare coordinate che disegnassero il rapporto tra corpo e nuovi media”. Come ha risposto la città di Ancona ad una performance così d'avanguardia? Perché ha scelto proprio il capoluogo dorico? “Anzitutto perché sono molto legata alla mia città, anche se vivo ormai da tanti anni fuori; ritorno sempre con piacere e ho contatti lavorativi importanti che ho conservato negli anni. Voglio condividere con la città le mie esperienze. Ho sempre pensato che una città così di confine come Ancona fosse perfetta per un festival di confine tra le varie arti. È una città che, al di là dell'apparenza, è sempre in movimento, fin troppo forse; per questa ragione a volte le cose non restano e penso che sia questo il problema principale. Per me è anche una sfida, vedere se la città recepiva questa proposta e mi sembra che la sfida l'abbiamo vinta, arrivando alla terza edizione, grazie al pubblico e agli enti che dall'inizio sostengono il Festival: dal Comune di Ancona alla Regione Marche, l'Amat, da quest'anno Marche Teatro e quelli che collaborano alla sua realizzazione come il l'Università Politecnica delle Marche, il Poliarte, il Museo Omero, il British Council, il Cinema Azzurro e tutti gli sponsor che aderiscono al nostro

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progetto. Vedremo come potrà cambiare e quali altre realtà territoriali potremo coinvolgere. Mi interessa che il festival sia anche un connettore di varie energie e di eccellenze, anche se sono consapevole che sulla promozione il territorio abbia ancora tantissimo da fare”. Quali sono le zone della città coinvolte? “L'evento si svolge soprattutto alla Mole Vanvitelliana, ma già dallo scorso anno abbiamo incluso il Cinema Azzurro. Per questa edizione abbiamo coinvolto il Teatro Sperimentale attraverso Marche Teatro, il Teatro delle Muse, il SeePort Hotel, l'Atelier dell'Arco Amoroso e le gallerie d'arte della città. Ancona, in passato, ha ospitato eventi molto importanti, sia per quanto riguarda la danza, sia per quanto riguarda il cinema, e qui ci sono molti danzatori contemporanei di rilievo. Inoltre l'interesse per il cinema è diffuso e negli anni i festival si sono moltiplicati”. Qual è il filo conduttore della terza edizione? “Ci sono due direttive che si incrociano: una è quella collegata a Expo Milano 2015, l'altra riguarda i 'surrealismi'. Per quanto riguarda Expo, è un collegamento a cui inizialmente non pensavo e l'ispirazione mi è arrivata attraverso un'esposizione che è stata fatta allo showroom Elica di Brera, curata da Nikla Cingolani e organizzata da Infinito Spazio, in collaborazione con la Heta Fida di Ancona. È una mostra dedicata al tema del cibo, con una serie di artisti marchigiani che hanno esperienze internazionali. Attraverseremo il tema del cibo in varie modalità nell'ambito del


APPUNTAMENTI DEL MESE

Simona Lisi

II edizione del Festival Ancona 16/18 ottobre 2014 Mole Vanvitelliana e Cinema Azzurro

La seconda edizione di Cinematica immagine in movimento si è conclusa con successo sabato 18 ottobre con 6 giorni di eventi, mostre, incontri e spettacoli di altissimo livello.

festival, anche nelle sue connessioni con gli spazi dedicati all'esperienza del cibo e del gusto. Questo tema si intreccia con quello che abbiamo definito 'surrealismi', con proposte a livello filmico di artisti del passato e del presente che lavorano in modalità surrealista appunto. Ci saranno incontri, performance, laboratori, con molta attenzione ai giovani delle scuole superiori, che saranno coinvolti anche nel convegno 'Corporeità e nuovi media' organizzato in collaborazione con l'Università Politecnica e che riguarderà il rapporto con lo spazio. Sul sito www.cinematicafestival.com pubblicheremo il programma aggiornato”. Sei un'artista versatile e piena di idee. Qual è il tuo percorso formativo?

“Sono stata allieva del filosofo Giorgio Agamben, un vero maestro. Per me è stato molto importante leggere Wittgestein, Heidegger, Nietzsche, Novalis e in generale conoscere e trarre ispirazione da grandi figure del cinema e della danza. Ho studiato alla London Contemporary Dance School perché in Italia ancora non ci sono scuole che formano sulla danza contemporanea. Ho avuto tantissime esperienze, ho danzato, ho fatto le mie coreografie; continuo a lavorare con la danza e sono sempre aperta a nuovi campi perché la danza di ricerca ti porta ad esplorare anche la voce, la musica e le arti visive. Ho studiato musica, suono il pianoforte e spesso compongo le basi dei miei lavori. Poi c'è stato un incontro fortuito e fortunato con il cinema; ho iniziato

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Realizzata dall'Associazione Ventottozerosei, con il contributo del Comune di Ancona e della Regione Marche, è stata un'edizione particolarmente sorprendente che ha visto la partecipazione di un pubblico cittadino, regionale e sovraregionale. La partecipazione curiosa, non solo del pubblico ma dei tanti utenti che popolano i social network legati al Festival, (arrivati a quasi 6.000 su Facebook in un solo anno di vita, utenti per la gran parte di altri paesi europei ed extraeuropei), e degli studiosi e artisti coinvolti, evidenziano che “Cinematica” è un festival a dimensione internazionale per la trasversalità delle sue proposte e del suo focus di indagine, dimensione che vorrebbe essere esplorata sempre più negli anni a venire con l'aiuto di tutte le istituzioni e gli enti coinvolti.

con giovani registi marchigiani come Paolo Doppieri e Beniamino Catena e subito ho avuto esperienze importanti come quelle con Cristina Comencini, per il film 'La bestia nel cuore', con Marco Bellocchio e con alcune produzioni americane. Ho lavorato, come danzatrice, nel film 'La grande bellezza' di Sorrentino arrivato alla notte degli Oscar. La mia carriera artistica si è quindi unita in questi due settori, la danza e il cinema. In Italia è ancora difficile essere compresi come artisti che hanno varie espressioni. Ho voluto tracciare la mia strada, senza battere quelle conosciute, senza paura. Ho sempre voluto essere un'interprete totale, come nel teatro greco antico. Ora non mi pongo il problema, continuo a tracciare la mia strada e a scoprire dove mi porterà”.


PRENDI E PARTI Vespa tour tra vigneti e castelli

Per divertirsi davvero, basta un paesaggio incontaminato e... una Vespa! Allacciate il casco e mettetevi in moto. Divertitevi lungo un saliscendi di dolci colline alla scoperta di antichi borghi marchigiani, guidati dal profumo di vigneti e cantine! Il pacchetto comprende • 2 pernottamenti in camera matrimoniale presso Villa Collepere Country House di Matelica • Ricca prima colazione a buffet con dolci fatti in casa • 1 Vespa 125cc automatica a disposizione per un’intera giornata per partire in esplorazione dell’entroterra marchigiano, attraversando antiche piazzette, scorci mozzafiato e il dolce saliscendi dei colli tra uliveti e vigneti • Mappa dell’itinerario a disposizione, 2 caschi, copertura assicurativa • Consegna e ritiro della Vespa in centro a Matelica • Aperitivo con verdicchio e stuzzichini al alla riconsegna del mezzo Quota pacchetto a persona 139 €

Camera con poltrona: "Passione Live: da Viviani a Pino Daniele" Jesi 20 settembre

Almamegretta & Raiz | James Senese & Napoli Centrale | Pietra Montecorvino | Gennaro Cosmo Parlato | Monica Pinto & Spakkaneapolis | Mbarka Ben Taleb Guest star Eugenio Bennato. Un concerto-spettacolo unico! Un incontro seducente tra il passato illustre della canzone napoletana tradizionale e l’anima creativa della Napoli contemporanea. Il tutto portato sul palco dall’energia vorticosa del sax di James Senese, il groove di Raiz & Almamegretta, il timbro graffiante di Pietra Montecorvino, la sensualità orientale di M’Barka Ben Taleb, il raffinato operatic-pop di Gennaro Cosmo Parlato e la world music verace degli Spakkaneapolis 55. In più … non poteva mancare, ospite d’eccezione, Eugenio Bennato e un emozionante omaggio a uno dei più amati figli di Napoli, Pino Daniele. Il pacchetto comprende • 1 notte presso Santi House Hotel*** di Morro D'Alba • Prima colazione a buffet • Libero utilizzo della zona piscina attrezzata • 1 cena presso "Ristorante Dal Mago" di Morro D'Alba • Biglietto d'ingresso allo spettacolo “Da Viviani a Pino Daniele un passato che diventa futuro" presso il Palasport Triccoli di Jesi (AN) del 20/09/15 alle ore 21:00 Quota pacchetto a persona 57 €

a cura di

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Un soggiorno da mille e una notte ad Urbino

Massaggi aromatici, aperitivi a bordo piscina e cena a lume di candela in un ambiente rilassante come le verdi colline del Montefeltro.. risveglia i sensi, regala nuove emozioni al tuo partner. Una proposta all’insegna del benessere di coppia ad Urbino; la capitale marchigiana del Rinascimento italiano. Un'ambientazione esclusiva ed una regia impeccabile per la tua fuga romantica. Il pacchetto comprende • 1 notte in camera Deluxe con splendida vista panoramica presso Hotel Mamiani **** di Urbino. • Cesto di frutta di benvenuto. • Ricca prima colazione a “buffet all’americana” con torte fatte in casa e wellness breakfast corner. • Exclusive Spa riservata per la coppia dalle 20:30 alle 22:30! • Cocktails a bordo piscina preparati al momento dal nostro barman. • 1 Massaggio antistress aromatico di coppia durata 30' a persona. • Cena a lume di candela all’interno della Kì SPA a base di prodotti tipici selezionati, bevande escluse. Quota pacchetto a persona 280 €

Romantico benessere ad Ascoli Piceno

Un affascinante esperienza alla scoperta delle bellezze di Ascoli Piceno, un borgo medievale scolpito nella bianca pietra del travertino. Un percorso tra antichi ponti romani e stupefacenti palazzi storici. Una dimora di charme immersa tra cento torri medievali e un’atmosfera curata nei minimi dettagli per farvi vivere un’esperienza da favola! Il pacchetto comprende • 2 notti in camera Superior presso Albergo Sant'Emidio in pieno centro ad Ascoli Piceno • Prima colazione a buffet • Aperitivo di benvenuto nel patio dell'hotel • Ingresso gratuito in esclusiva per la coppia alla Spa Room con sauna e vasca idromassaggio • Posto auto in parcheggio coperto e custodito Quota pacchetto a persona 125 €

∂157∂ info: www.marchemaraviglia.it | mail: booking@marchemaraviglia.it | tel.: 071.2133845


CALICI & FORCHETTE

KOKOGENA

MUSIC|DRINK|FOOD

IL PUB “GOURMET” DOVE LA MUSICA INCONTRA LA CUCINA DI QUALITÀ

A Osimo, grazie all’iniziativa di due giovani, lo Chef Alessandro Alabardi e Diego Pesaresi, nel 2013 è nato un locale che non è solo un pub, ma qualcosa di più. Qui lo Chef sperimenta soluzioni di cucina innovativa, vengono ospitati gruppi per concerti live e anche famosi musicisti Jazz. Una rivisitazione del concetto classico di pub, dove musica, intrattenimento e buon cibo del territorio sono l’anima di un locale unico nel suo genere di Silvia Baldini Ph. Apollonia Benassi – Silvia Baldini

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iego, quando vi è venuta l’idea di aprire un locale innovativo e diverso dai tanti esistenti? “Per quanto mi riguarda, l’idea è venuta dopo diverse esperienze di lavoro all’estero. In cerca di un’opportunità seria, ho deciso con Alessandro di aprire il Kokogena: pensavamo a un posto dove unire le nostre due passioni, quella per la musica, che abbiamo condiviso fin da adolescenti, grazie al gruppo musicale in cui suonavamo, che si chiamava proprio Kokogena, e quella per la cucina, diventata, nel frattempo, la professione di Alessandro. La mia idea, nello specifico, era creare un locale dove poter offrire musica e far suonare gruppi giovani che facessero cose loro, originali. Sono venuti anche grandi nomi qui, come Jennifer Batten, la chitarrista di Michael Jackson. I risultati li abbiamo notati presto, perché per molti anni non c’è stato un locale come il nostro nella zona”. Chef Alessandro, per lei la scelta di aprire questo locale cosa ha significato? “Si è trattato di un’occasione per mettermi in proprio. C’è stata la bellezza di creare un progetto con un amico, e ci piaceva molto anche l’idea di unire la

musica, a cui siamo stati sempre legati, al cibo. Io ho fatto il liceo scientifico tecnologico, e ho appreso il mestiere di cuoco un’estate, quasi per caso: volevo pagarmi una vacanza, da adolescente, e sono andato a lavorare come cameriere in un locale, stando più in cucina che in sala. La grande opportunità, dopo altre esperienze, è arrivata con il noto ristorante Da Andreina, dove sono cresciuto, fino a diventare Sous Chef, cioè secondo chef; avevo 22 anni e vi sono rimasto altri tre a lavorare. Poi, dopo l’esperienza nella grande pasticceria gourmet Lombardi di San Paterniano, l’idea di avere un locale tutto mio, assieme a Diego”. Alessandro, cosa ha scelto di fare nella cucina di questo pub? “Una cucina sana, diversa da quella che si trova generalmente nei pub, adoperando prodotti del territorio e sperimentando soluzioni innovative, dai primi piatti, ai secondi, fino agli hamburger. La farina per fare il pane è del Molino Mariani di Senigallia, fra i produttori migliori delle Marche, per esempio. Cerco poi sempre carne italiana e lavorata in Italia, mi faccio macinare i pezzi di carne che voglio dal mio macellaio di fiducia e abbiamo anche ∂158∂

sperimentato una soluzione nuova: la carne di Kobe, che viene dal Giappone. Me la faccio mandare dall’Università di Bologna, e la qualità è molto alta. La gente apprezza queste scelte innovative. Quando capita che questa carne non ci sia, perché aspetto i rifornimenti, le persone mi chiedono dove sia, perché la cercano con gusto”. Chef, il fatto di sperimentare in cucina, in un pub, attira le persone? “Sì, e sull’hamburger la questione è particolare, perché si tratta di un prodotto ormai entrato a far parte anche della nostra cultura enogastronomica; lavorarci sopra, cercando di offrire un pane fatto in casa con farine locali di prima qualità, così come una carne molto buona, incuriosisce le persone e le spinge a tornare. Si tratta di fare attenzione a particolari che fanno la differenza: il pomodoro è grigliato, la cipolla è fritta in un certo modo invece che saltata in padella, la patatina fritta la faccio io. La verdura, poi, è a chilometro zero: vado dai contadini a prenderla, rispettando, per quanto possibile, la stagionalità dei prodotti, facendo sempre attenzione a selezionarli in base al luogo da cui arrivano”.


CALICI & FORCHETTE

Da sinistra, Alessandro Alabardi e Diego Pesaresi

Propone anche piatti di pesce? “Sì e uso pesce locale, come i famosi moscioli di Portonovo, Poi cerco sempre di accontentare tutti, anche ragazzi più giovani abituati a cibi più commerciali, mantenendo però una fisionomia ben definita, offrendo cibo di qualità. Questi tornano, perché si rendono conto che qui anche gli hamburger hanno un gusto diverso dai piatti dei fast food o di locali simili”. Alessandro, è facile far capire alla gente quanto vale il lavoro che c’è dietro a questo tipo di concezione di pub? “Non è sempre facile. Spesso mi capita di dialogare con la gente per spiegare il senso del mio lavoro. Le persone adulte, per esempio, quando pensano all’hamburger lo associano subito ai prodotti dei fast food. Quindi qualcuno non comprende subito la differenza da quello che proponiamo noi nel nostro pub. D’altro canto, però,

capitano anche giovanissimi che tornano proprio perché sentono la differenza con i posti che invece frequentano di solito. Serve molta costanza per far passare il messaggio, e questo significa anche rimanere legati alla stessa qualità di prodotto che si offre”. Diego, come organizzate le stagioni di eventi e da dove vengono i musicisti? “D’estate facciamo un mese con quattro eventi jazz; a settembre, invece, con la festa del patrono di Osimo, riparte la programmazione invernale, fino a maggio. Il venerdì ospitiamo le band giovani emergenti, il sabato cerchiamo gruppi più sprint, dallo Ska al Rock, e le domeniche sono strutturate sul jazz e sul blues, con la jam session a fine concerto. I musicisti vengono da tutta la regione e anche da fuori, perché molti ragazzi che, ad esempio, studiano jazz, qui hanno trovato un ambiente ricco di stimoli. Anche i gruppi del sabato ci scrivono da tutte le Marche

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per suonare, e quasi non riusciamo a rispondere a tutti. Per il Jazz collaboriamo con Marche In Jazz, e sono venuti anche nomi importanti, come Alessandro Paternesi e Massimo Manzi. Facebook ci ha aiutato molto, in questo senso, per diffondere la conoscenza del locale; i nostri eventi sono pubblicizzati anche su diversi giornali locali”. Quali sono i sogni per il futuro, Alessandro, e le idee di sviluppo che avete con Diego? “Il nostro obiettivo è quello di creare un locale Music and Food con una parte di vero e proprio ristorante. Vorremmo acquisire il locale sovrastante il pub per ampliarci. Diego si occuperebbe sempre dello sviluppo della parte eventi per il pub, che rimarrebbe nella parte sottostante, mentre io farei un lavoro più ampio di cucina per la parte ristorante. Vediamo cosa porterà il futuro”.


UN ANCONETANO EQUIVOCABILE di Maria Chiara Pepa

RACCONTO

G

eorge aveva circa trent'anni quando fu invitato a partecipare a un progetto culinario. Abitava nella Francia del sud, insieme a Gerarde, primo chef di una rinomata osteria italiana. George era apprendista, e aspirava a guadagnarsi la posizione di secondo chef. Quell'anno Gerarde voleva portare sulle tavole del ristorante ventuno nuovi piatti della tradizione italiana. Per fare ciò, aveva deciso di selezionare ventuno apprendisti cuochi, da inviare ciascuno in un ristorante di una delle regioni d'Italia, per imparare la preparazione di un piatto speciale. Propose o, meglio, impose a George di partecipare. Il suo nome fu estratto insieme a quello di un caratteristico ristorante dell'anconetano. George

partì alla volta delle Marche. Ad aspettarlo al Rosso Marchigiano trovò Raimondo, cuoco del suo locale a conduzione familiare. George masticava un po' la lingua italiana, studiata durante un Erasmus a Milano. “Permesso? Buongiorno, sono George. Molto piacere”. “Ah, Giorgio! Era un pezzo che aspettavo. Entra, ché cominciamo subito”. George ebbe l'impressione di non aver afferrato tutto, ma si sbrigò ad entrare. Prese il suo taccuino con matita, e si avvicinò a Raimondo. Questi proseguì: “Oh Giorgio, t'avevo preparato una pasta per colazione. Se vuoi mangia, ma svelto. Poi procurami un testo piccolo e già che ci sei prendi pure una pigna”. ∂160∂

George scrisse: pasta, testo piccolo, pigna. Gli parevano argomenti bizzarri. Non vedeva alcun piatto di pastasciutta, ma solo un sacchetto, contenente una brioches. Per il resto, uscì a cercare di soddisfare le richieste dello chef. Passarono ore. A Raimondo pareva incomprensibilmente sparito. Era già notte quando vide George ricomparire stremato sull'uscio. “Sono desolato signore, ho preso il testo di cucina più piccolo che io abbia trovato”. Sfoderò un libricino di poche pagine. “Ma, le assicuro, in giro non si trova una pigna!”. Raimondo rise. Qui un 'testo' era una teglia e la 'pigna' una pentola.


EVENTI DA NON PERDERE

MAX PEZZALI APRE IL SUO TOUR AL PALAROSSINI DI ANCONA VENERDÌ 25 SETTEMBRE Un super Concerto inaugura l'autunno nelle Marche il 25 settembre 2015. Stiamo parlando di Max Pezzali, che salirà sul palco del PalaRossini di Ancona. Alle 21, l'artista pavese dimostrerà come mai sia l'idolo di 3 generazioni. Quasi un quarto di secolo fa Max incideva "Hanno ucciso l'Uomo ragno" dando il via alla leggenda, fatta di tanti successi, dischi di platino e appunto, almeno 3 generazioni (dai diciottenni ai cinquantenni) che conoscono a menadito le sue canzoni. A due anni dal fortunatissimo Max 20 Live, che ha collezionato sold-out in tutte le trenta date in calendario, Max Pezzali torna dunque dal vivo con un nuovo spettacolo, che porterà nei palasport delle principali città italiane da settembre a novembre 2015, il suo ultimo disco, in uscita a giugno, "Astronave Max". Un concerto imperdibile che permetterà a tutti di godere della musica pop di Pezzali, definita poco impegnata e leggera, solo da chi non ricorda la durezza di testi anni'90 come "Cumuli", "Se tornerai" e "Gli Anni", veri e propri manifesti generazionali al pari delle celeberrime "Sei un mito", "La dura legge del gol" e "Nord Sud Ovest Est". Sarebbe difficile elencarle tutte, sono davvero tantissime le sue hit: chissà quante ne eseguirà al Palarossini di Ancona il 25 settembre? www.maxpezzali.it

LE MILLE E UNA NOTTE IN SCENA A PESARO PER ROCCA COSTANZA SCENA APERTA IL 27 SETTEMBRE Lo spettacolo Le mille e una notte, che andrà in sce-

na in occasione di Rocca Costanza a scena aperta (serata finale) domenica 27 settembre 2015, sarà la versione teatrale di una delle più straordinarie raccolte di storie di tutta la letteratura è il traguardo finale di percorso della durata di due mesi di laboratorio di alta formazione per 20 giovani attori formatisi nelle Accademie d’arte drammatica e nelle Scuole di Teatro internazionali. Il laboratorio e lo spettacolo sono parte del progetto di formazione teatrale avanzata LinkTheatre– finanziato da ARCUS SpA (Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo) – con l’obiettivo di mettere in relazione giovani attori, pedagoghi e registi, per dare vita a un’esperienza di lavoro che si propone di creare occasioni di vero e proprio scambio culturale di pratiche e metodi di messa in scena, partendo da testi, lingue e linguaggi artistici diversi. L’allestimento dell’evento finale propone un’innovativa forma di spettacolarità soprattutto come risultato di una stretta combinazione tra l’attività laboratoriale in ogni singolo settore artistico del progetto e le modalità di trasposizione contemporanea del testo, resa con particolare attenzione ai nuovi linguaggi e alla multimedialità. Il sultano Shahriyar, per vendicare l’infedeltà della moglie da lui trovata tra le braccia di un servo, uccide sistematicamente le spose al termine della prima notte di nozze. La meraviglia di Mille e una notte è che fa al lettore esattamente ciò che Shahrazàd fa al sultano Shahriyar, ossia, lo pone all’interno di un labirinto animato, pieno di doppi fondi e prospettive falsate e lo lascia lì, immobile, a cercare una via di fuga, una strada, una direzione nitida da percorrere, si può decidere di rimanere fermi, di non proseguire il cammino, o si può tentare, sedotti, di affacciarsi all’angolo successivo, e poi a quello dopo ancora e così via, presi come si è da un forsennato bisogno di sperimentare l’errore. www.amatmarche.net/spettacoli-in-scena/ gli-spettacoli-in-scena

PANE NOSTRUM A SENIGALLIA, DAL 17 AL 20 SETTEMBRE Profumo di mare, profumo di pane. Per quattro

giorni, dal 17 al 20 settembre 2015, Piazza del Duca e i giardini della Rocca Roveresca si trasformano in capitale dell’arte bianca. Incontri, show cooking e degustazioni, forni a cielo aperto e panificatori in piazza all’opera davanti al pubblico. Il pane si sforna rigorosamente all’aperto in piazza e tutti possono ammirare i gesti antichi e sapienti dei maestri panificatori, assaggiare delizie da forno ancora calde, domandare ricette e segreti, acquistare prodotti genuini della buona terra. Chi lo desidera può tirarsi su le maniche e imparare a fare il pane con i corsi di panificazione dedicati ad adulti e bambini. Pane Nostrum, il modo migliore per conoscere le culture e le tradizioni dell’arte panificatoria in Italia e nel mondo. www.panenostrum.com

CLOWN E CLOWN FESTIVAL A MONTE SAN GIUSTO (MC) DAL 27 SETTEMBRE AL 4 OTTOBRE XI edizione del festival internazionale di clownerie e clown-terapia ideato dalla Mabò Band dal 25 settembre al 4 ottobre 2015 a Monte San Giusto (MC), la ‘Città del Sorriso’ .La Mabò Band è un Trio Comico/Musicale, che dopo l’uscita dalla band del “piccolo/grande” Charlie, nel dicembre 2010 ha deciso d’intraprendere una strada diversa,il cocktail di musica-gag-improvvisazioni teatrali dei 3 marchigiani ha dato vita a numerosi tentativi di imitazione tanto che oggi nel panorama nazionale sono innumerevoli le street band che si rifanno al loro repertorio. Tanti gli appuntamenti che si snoderanno tra le vie della piccola grande Città del Sorriso: artisti di strada, giocolieri, funamboli e musici si contenderanno i sorrisi del pubblico, ma anche la solidarietà avrà la sua parte, grazie all’immancabile presenza della Federazione Nazionale Clowndottori e di decine di associazioni volontariato. www.clowneclown.org

a cura di


OFFERTE DI LAVORO | A cura di Sida Group srl

• SIDA GROUP, PER UCCELINI SECURITY GROUP, IMPORTANTE REALTÀ OPERANTE NEL SETTORE DELLA SICUREZZA, ALLO SCOPO DI AMPLIARE LA RETE VENDITA, RICERCA UN: AGENTE MONOMANDATARIO (RIF. AG/15) al quale sarà affidato lo sviluppo commerciale prioritariamente nel territorio marchigiano, la gestione e l’ampliamento del portafoglio clienti, per la vendita di prodotti di sicurezza e prevenzione (videosorveglianza, antifurto e anti intrusione) destinati a clienti privati ed esercizi commerciali. Il candidato ideale possiede: • età preferibilmente compresa tra i 30 ed i 45 anni; • diploma o laurea; • esperienza maturata nel ruolo con ottime competenze di vendita diretta, preferibilmente nel settore della sicurezza; • conoscenza del territorio di riferimento. Completano il profilo la naturale predisposizione alla relazione e alla vendita, intraprendenza e determinazione; ottime capacità di negoziazione; autonomia operativa, attitudine al lavoro per obiettivi ed orientamento al risultato. Alla risorsa individuata verrà offerto un rapporto di agenzia monomandatario con compenso fisso mensile, provvigioni di sicuro interesse ed auto di servizio. La sede di lavoro è Pesaro e si richiede preferibilmente il domicilio nella zona. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento AG/15, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • AZIENDA DI MEDIE - GRANDI DIMENSIONI, CON UN FATTURATO DI CIRCA 30 MIO DI EURO, OPERANTE NEL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE, RICERCA UN: RESPONSABILE AMMINISTRATIVO (RIF. RAM/01) l quale, rispondendo direttamente

alla Proprietà, dovrà garantire il corretto svolgimento delle procedure amministrative- contabili, finanziarie e di controllo di gestione; sarà quindi prevalentemente coinvolto in attività di gestione ciclo passivo e attivo, adempimenti fiscali, rapporti con le Banche, reperimento risorse finanziarie e del controllo di gestione. Il candidato sarà coadiuvato da un team di circa 6 risorse. Costituisce requisito preferenziale aver maturato esperienza precedente o in aziende di revisione o in realtà aziendali con fatturato superiore ai 20-30 Mio con un team da gesrtire. Il candidato ideale è un professionista, preferibilmente di età compresa tra i 35-45 anni, dinamico ed intraprendente, capace di gestire e motivare un team e di lavorare per obiettivi e scadenze. La sede di si trova ad Ancona nord. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento RAM/01, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • IMPORTANTE CANTINA VINICOLA DEL CENTRO NORD ITALIA, IN UN’OTTICA DI ESPANSIONE RICERCA UN: DIRETTORE GENERALE AD INTERIM DIRETTORE COMMERCIALE - SETTORE VITIVINICOLO/ BEVERAGE Il quale, in accordo con la Proprietà sarà responsabile del corretto andamento di tutte le attività aziendali garantendone la profittabilità; sarà di supporto nella pianificazione e nello sviluppo di medio-breve e lungo termine, nella redazione di budget e nella supervisione del personale. Il contributo che l’azienda si aspetta dal candidato è quello di una professionalità esperta del settore, con una pregressa esperienza significativa in ruoli apicali a carattere commerciale, preferibilmente in attività di implementazione di nuovi mercati e/o canali distributivi, creazione e gestione rete vendita, sviluppo e gestione delle relazioni con i clienti, oltre ad una significativa esperienza nella definizione di budget economici. Il candidato possiede attitudini imprenditoriali, un forte orientamento

al risultato ed al lavoro per obiettivi, competenze gestionali di significativo livello, conoscenze e competenze importanti specifiche del settore di riferimento ricercato. E’ richiesta la disponibilità a trasferte ed un’ottima conoscenza della lingua inglese E’ requisito fondamentale la provenienza dal settore VITIVINICOLO o BEVERAGE in generale (candidature che non provengono da questo settore NON verranno prese in considerazione) La sede di lavoro è nel centro –nord Italia. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento DIRETTORE GENERALE, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup.com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • SIDA GROUP, PER CONTO DI UN’IMPORTANTE SOCIETÀ SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE DI STAMPI E STAMPAGGIO DI MATERIALE PLASTICO, CHE HA COME OBIETTIVO L’AMPLIAMENTO DEL PROPRIO ORGANICO, RICERCA UN/A: INGEGNERE MECCANICO (RIF. IM/SD) Il quale si occuperà della: • progettazione stampi 3D e stampaggio delle materie plastiche; • edazione di manuali tecnico-operativi; • gestione tecnica dei progetti con clienti esteri. Requisiti richiesti: • esperienza maturata da almeno 2/3 anni in posizioni analoghe o assimilabili, nel settore metalmeccanico o simili; • età preferibilmente compresa tra 28 e 35 anni; • residenza nelle Marche; • Laurea in Ingegneria Meccanica; • inglese fluente. Ricerchiamo candidati dotati di spirito d’iniziativa, volitivi, intraprendenti, proattivi. La figura selezionata dovrà confrontarsi e gestire rapporti con importanti clienti internazionali, con frequenti trasferte all’estero. I candidati ambosessi (L. 903/77)

sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento IM/SD, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521 • SIDA GROUP, PER AZIENDA CLIENTE CHE OPERA NEL SETTORE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE, RICERCA UN: RESPONSABILE MARKETING OPERATIVO (RIF. RM/01) Il quale, in accordo con la Direzione Commerciale, pianificherà le linee guida delle campagne di comunicazione off-line ed on-line curandone la realizzazione; nello specifico si occuperà di: • Ideare e coordinare le campagne di comunicazione prevalentemente OFF LINE, attraverso la gestione degli strumenti previsti; flyer, radio e cartellonistica; • Si occuperà di gestire il marketing diretto sui punti vendita dell’azienda; • Coordinerà e monitorerà le campagne ON LINE su sito con target b2c; • Effettuerà attività di monitoraggio delle fonti concorrenziali. Il candidato ideale ha già ricoperto il ruolo all’interno di realtà operanti nell’area marketing della GDO – GDS ed ha un’età preferibilmente compresa tra i 30 ed i 40 anni. Possiede inoltre competenze di web marketing. Completano il profilo capacità organizzative, problem solving , dinamismo, capacità di gestione dello stress, determinazione e capacità di lavorare per obiettivi. La sede di lavoro è in provincia di Rimini ed è indispensabile la residenza o domicilio in zona. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento RM/01, attraverso l’iscrizione al portale Recruiting SIDA GROUP (http://recruiting.sidagroup. com:8079) o fax. (071.2852245) o tramite posta a : SIDA GROUP srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521

Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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