CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI
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economia.lavoro cultura.attualità stile.viaggi.design
Speciale Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona
casa editrice GGF GROUP
OTTOBRE ‘12 N°7 anno XIX
OTTOBRE ‘12 N°7 anno XIX euro 1,00
BENESSERE
Come riprendersi la vita Dossier ECCELLENZE “A Guitar Hero” E la Coca Cola parla Sanbenedettese Le grandi famiglie marchigiane Alceo Moretti
Enrico Mattei 50 anni dopo
Parla la nipote Rosangela
à porter
Ma che moda andrà di moda
ISSN 20367589
84 9 772036 758002
20007 >
Maurizio Coltorti “ ” Alla scoperta delle Marche del lusso
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SPECIALE Benessere, come riprendersi la vita Guida ai templi della bellezza
180 economia.lavoro cultura.attualità stile.viaggi.design
Terme dell’Aspio
Il benessere dallo shiatsu
Paolo Ottavi
Forma e armonia olimpica Rimettersi in sesto con la chiropratica Benessere a vele spiegate
“Il Paziente inglese sbarca nelle Marche” Dalla tradizione della clinica d’eccellenza Villa Silvia nasce il Centro recupero dipendenze San Nicola: come ritrovare una nuova vita 3
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SOMMARIO
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brevi dal territorio
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news dal mondo
Le grandi famiglie marchigiane
42 Alceo Moretti
MaurizioColtorti
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Il ricordo di amici e parenti
ALTO ARTIGIANATO
46 La Congrega
Là dove le mummie raccontano i loro segreti
INTERNAZIONALIZZAZIONE
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La Russia entra nel Wto e abbassa i dazi
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bORSA
VITA DA MANAGER
52 Elke Ahrenholz
VincenzoAliotta
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Amministratore delegato della Victoria Accordions
consulenza
56 Al via il decreto “Crescita 2.0” 60 Performance Strategies
AlceoMoretti
Rubrica
17 L’editoriale di Flavio Guidi
PRIMOPIANO
18 Paolo Petrini
“L’agricoltura ha un ruolo determinante per lo sviluppo turistico del territorio”
20 Luca Bartoli “Le nostre imprese reggono, e alcune prosperano,
solo grazie alle esportazioni”
COVERSTORY
24 Maurizio Coltorti
“Alla scoperta del lusso accessibile”
CONTROCOPERTINA
30
“Il Paziente inglese sbarca nelle Marche”
ilpersonaggio
E la Coca Cola parla sanbenedettese
36 “A Guitar Hero” 14
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Comunicazione, porte aperte in azienda
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Fisco, non tutte le dimenticanze costano caro
formazione
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L’orientamento, la strategia per una professione
imprese
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Imprenditorialità e libera professione, due risposte positive alla disoccupazione
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Amaretti della Valle: la rinascita di una delizia
lavoro
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Il calzaturiero marchigiano promosso da Bankitalia
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contributi e bandi
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carriere e poltrone
Ma il New York Time ci snobba L’università serve?
Anticipazioni Nel Numero di Novembre Sul prossimo numero ML vi porterà in un viaggio dello stile: dai cappelli alle scarpe, passando per il pret à porter e gli abiti da cerimonia, per farvi scoprire che le Marche sono un laboratorio a cielo aperto, dove la moda si disegna e si realizza, vincendo la sfida della qualità e dell’innovazione. Novembre sarà l’occasione per fare anche un altro viaggio, quello dell’internazionalizzazione, per scoprire le opportunità e i casi d’eccellenza delle aziende marchigiane all’estero.
Speciale: Benessere 82
80
Curiosità, news e suggerimenti per un benessere totale
84 Benessere
dal passato le novità per la salute di corpo e mente
86 Guida ai templi della bellezza 90 Villa Lattanzi
Relax e benessere in un luxury refuge
92 Terme dell’Aspio
Il benessere dallo shiatsu
Futuro di Luce
94 Lo IOM
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Vicino ai malati e alle loro famiglie
96 Paolo Ottavi
Forma e armonia olimpica
InchiestA
98
Fiere ed eventi
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Rimettersi in sesto con la chiropratica
142 142
102 Trapianti Marche
104
Benessere a vele spiegate
106
Il benessere vien mangiando
108
Il “decretone Sanità” , Risultati in chiaroscuro
Il dollaro perderà lo scettro di valuta mondiale? Il porto di Ancona “tiene” (nonostante la Grecia)
CULTURA
144 La Grafologia
Superata quota cinquecento
Per cogliere la voce dell’intimità … e fare un regalo originale!
148 Cinzia Pennesi
La voce della Libellula
LIBRI
152 Enrico Mattei
dossier: eccellenze 112 Flavio Guidi
mio zio La storia di una battaglia durata cinquant’anni
156 Doric Hotel 158 159 162
VIAGGI
115
164
Itinerari del gusto
117 Mauro Ragaini
165
TURISMO
166
APPUNTI IN AGENDA
168
EVENTI
170
ML A PORTèR
Dobbiamo favorire lo svilupparsi delle eccellenze “Potenziali”
114 Luciano Goffi
al vertice di Banca Marche
“Per salvare le eccellenze investiamo di più sulle persone”
“Ci salverà la nostra flessibilità”
118
L’eccellenza che c’è
120 CRIF
Nelle Marche 682 eccellenze
123 Dal fermano alla Russia
Calzature, ma non solo…
124 Rapporto Banca-Impresa
Una proposta concreta per il futuro
128 Bros Manifatture e Rosato
Il nuovo binomio della gioielleria stylish
130
Eccellenze marchigiane e creazione d’impresa Connubio dalle forti potenzialità
132 I Joined-it
Un nuovo modo di relazionarsi con il mondo
134
La clientela e il mercato del “Lusso”
SPECIALE PARCO TECNOLOGICO DI SAN MARINO
172
Proposte a due passi da casa I viaggi di Michela
Con il web più competitivi i piccoli operatori
Marche in Vetrina
Ma che moda andrà di moda…?
TENDENZE Un futuro di luce
sport
174 Spacca e Savoiardi salutano gli atleti Paralimpici
138
Per staccare la spina
i grandi chef
176 Mauro Uliassi 178
Direttore EDITORIALE Flavio Guidi flavio.guidi@mlmagazine.it COORDINATORE EDITORIALE Guido Guidi guido.guidi@mlmagazine.it Direttore responsabile Paolo Duranti p.duranti@mlmagazine.it CAPOREDATTRICE Asmae Dachan a.dachan@mlmagazine.it COORDINATORE DI REDAZIONE Marco Palumbo m.palumbo@mlmagazine.it UFFICIO COMMERCIALE commerciale@ggfgroup.it Tel. 071 2912331 Editrice GGF GROUP www.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994 REDAZIONE Via Albertini, 36 Gross Ancona 60131 Ancona AN Tel. 071 2133300 redazione@mlmagazine.it HANNO COLLABORATO AL NUMERO Roberto Antonella Alessandra Balducci Margherita Camilletti Letizia Ciaccafava Tommaso Costantini Fabio Di Giulio Sara Gatti Guido Guidi Laura Osmani Cristina Panara Enrico Picchio Michela Rossi Michele Sasso Alessandro Stecconi Foto di Copertina Alessandro Magi Galluzzi Chiuso in redazione il 5/10/2012 progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione (An) stampa: Grafiche Ricciarelli (An) Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di Ancona Agenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN N IBAN IT81N0530802684000000011164 abbonamenti@mlmagazine.it Editore GGF Group
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EDITORIALE di Flavio Guidi
La democrazia è fatta di libertà e giustizia O sservando ciò che accade a livello sociale scaturisce un quadro desolante: l’Italia è un Paese dove alberga tuttora una profonda ingiustizia sociale. Un sempre più alto numero di persone che vivono in situazioni di marginalità e di difficile sostentamento, con conseguenti stati di disagio, sofferenza e molto spesso di profonda umiliazione. Accanto, una classe politica, ad ogni livello e di qualsiasi orientamento politico, che si impingua e sperpera, autoperpetuando non di rado l’inutilità della stessa e la conservazione dei privilegi che ha autogenerato. E una burocrazia con livelli retributivi, privilegi, indennità e vantaggi pensionistici al di fuori di ogni confronto. Credo che questo strapotere sulle classi povere rappresenti un fenomeno ingiustificabile persino in Paesi del terzo mondo. L’ingiustizia sociale e la povertà minano fortemente anche la libertà. Se non c’è libertà dal bisogno, non c’è libertà. Accanto alle classi povere vi sono giovani che vivono anch’essi disagio e discriminazione, con conseguenti situazioni di disorientamento, demotivazione, frustrazione, emarginazione e umiliazione. Politici e burocrati, rivedete i vostri comportamenti, confrontatevi con i poveri, con lo stato dei giovani e rivedete i vostri privilegi, il vostro ruolo sociale, la vostra funzione e il vostro impegno. Responsabilità sociale, impegno, uguaglianza, sono valori che devono essere risvegliati: va ampliata la coscienza verso gli altri. Ridotti l’egocentrismo, il conservatorismo, l’opportunismo, il classismo. I formatori dovono fare più proselitismo considerando l’insegnamento come paradigma della loro funzione educatrice, con un richiamo al principio civico e all’eguaglianza. Dal punto di vista operativo, come procedere? Tagliando drasticamente le fonti che possono
alimentare gli sperperi, riflettendo seriamente sulla reale necessità degli enti locali, riducendo inutili celebrazioni, rivedendo le funzioni di Regioni, Comuni e Province accelerandone i processi di revisione funzionale e riducendone gli organi di governante. Il costo della politica ammonta - tra costi diretti e indiretti - a 24,5 miliardi di euro, pari all’11,5 per cento del prelievo dell’Irpef. Secondo recenti studi realizzati dalla Uil, con una riduzione del 30 per cento degli organici e l’eliminazione delle sperequazioni, si potrebbe realizzare un’economia pari a 10 miliardi di euro. Risparmio che potrebbe essere destinato a ridurre il disagio e la precarietà delle classi più povere nonché ad incentivare e sostenere i giovani verso l’inserimento in azienda e sviluppare, anche aggregandosi, l’iniziativa imprenditoriale. E’ di recente emanazione il decreto sui tagli alla politica: ben arrivato! Ma è un provvedimento reale o una sventolata di bandiere per impettirsi nei confronti dei signori dell’Europa o dell’opinione pubblica? Su 420 decreti o norme per l’attuazione delle riforme che Monti ha promulgato da quando è al Governo, ne mancano ben 380; sul totale dei provvedimenti, soltanto il 9,5 per cento è stato reso operativo. Dov’è finito il taglio delle Province? La riduzione del numero dei parlamentari? La spending review di Bondi? Il piano Amato per la riduzione dei finanziamenti ai partiti? Perché la commissione Giovannini preposta alla revisione degli stipendi dei parlamentari si è dimessa dichiarandosi impotente a dare risposte all’incarico? C’è ancora tanto da imparare nei confronti di noi stessi e degli altri. Più uguaglianza, più fraternità, più coraggio, più serietà, più responsabilità, più slancio verso gli altri.
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PRIMO PIANO
“L’agricoltura ha un ruolo determinante per lo sviluppo turistico del territorio” Paolo Petrini - Assessore regionale all’Agricoltura e Vicepresidente della Giunta – ritiene che occorra prestare la massima attenzione all’agroalimentare marchigiano per il ruolo che tuttora sta svolgendo anche in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale di P.Duranti
“
L’agroalimentare marchigiano oggi è protagonista del processo di costruzione di un nuovo modello di sviluppo finalizzato a valorizzare al meglio le vocazioni economiche territoriali. E’ un percorso, quello perseguito dalla Regione Marche, che si colloca perfettamente lungo le direttrici delineate in sede comunitaria”. Cosa ci chiede l’Europa? “Un approccio intelligente al territorio”.
In questo contesto quali sono le prospettive per il settore? “Nella nostra regione penso si debba puntare moltissimo sull’agroenergia, ad esempio. Soprattutto nelle aree interne del territorio, è un’opportunità da cogliere. Del resto, altre regioni hanno puntato molto su queste attività, con indubbi benefici economici e non solo”. Lei recentemente ha affermato che il settore dell’agroalimentare può rappresentare anche un valido strumento contro il disagio
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sociale. Ci può spiegare il Suo pensiero? “Ritengo che l’azione amministrativa debba sempre essere orientata in un’ottica di sostenibilità sociale ed ambientale. Relativamente al primo aspetto – la sostenibilità sociale – il principio, declinato sul settore agroalimentare marchigiano, ha fornito e fornisce tuttora esempi concretissimi di solidarietà, in una dimensione che sa andare oltre il modello dello Stato sociale: basterebbe dare un’occhiata ai servizi realizzati per l’infanzia, per la terza età o comunque per persone che versano in situazioni di disagio o bisogno”. Come sta cambiando l’agricoltura marchigiana? “Si nota, con grande soddisfazione, una crescente attenzione a questo mondo da parte delle generazioni più giovani, culturalmente più propense all’innovazione e alla creatività; è un importante stimolo per tutte le imprese agroalimentari del territorio. Conseguentemente, l’intero settore è destinato a beneficiarne”.
Nelle Marche quali potranno essere le prospettive dell’agroalimentare nello sviluppo economico generale? “L’agricoltura è un segmento essenziale per il nostro modello di sviluppo. Potremmo forse ipotizzare un ruolo determinante dell’incoming turistico marchigiano a prescindere da un’armoniosa conservazione e coltivazione dei terreni? Penso proprio di no … E’ evidente l’importanza del settore in un’ottica di complementarietà e di sinergismo con altri comparti economici. Su questa linea considero utili le iniziative coerentemente adottate dalla Giunta regionale”. Cioè? “Mi limito a citare, tra le iniziative più recenti, il progetto relativo agli accordi agroambientali di area, studiato al fine di mettere assieme gli agricoltori operanti in aree contigue. Ma di estrema rilevanza sono anche le misure che vanno nella direzione di incentivare una forte
differenziazione della produzione, perseguendo standard di assoluto livello qualitativo. Il Marchio QM è pensato appunto in quest’ottica”. Anche nel settore agroalimentare la Regione sta puntando molto sui giovani. E’ una bella sfida … “Un nuovo modello di agricoltura – capace di riposizionarsi e di proiettarsi verso nuovi orizzonti – contiene anche una diversa impostazione culturale, indubbiamente. Per questo confidiamo molto nei giovani”. Assessore, una domanda che non c’entra nulla con quanto abbiamo detto sin qui. Lei proviene da un’esperienza manageriale. Come si è avvicinato alla politica? “Attraverso l’associazionismo. Allenandomi all’altruismo ...”.
“Un nuovo modello di agricoltura, capace di riposizionarsi e di proiettarsi verso nuovi orizzonti, contiene anche una diversa impostazione culturale, indubbiamente. Per questo confidiamo molto nei giovani”
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PRIMO PIANO
“Sono ottimista per natura ma è certo che la soluzione dei nostri problemi non è dietro l’angolo per cui ci attendono ancora dei mesi durissimi tenuto conto che anche la Cina sta rallentando il ritmo di crescita e gli Stati Uniti stentano a ripartire”
Luca Bartoli, 20 presidente della Ex.It
“Le nostre imprese reggono, e alcune prosperano, solo grazie alle esportazioni” Luca Bartoli, presidente della Ex.It. azienda speciale della Camera di commercio di Macerata, ci illustra con entusiasmo i traguardi raggiunti e le sfide vinte sul piano dell’internazionalizzazione delle imprese del territorio di Teresa Bolognesi
P
residente, qual è la strategia perseguita Ex.It.? “Anche nel 2012 la strategia della nostra Azienda Speciale è stata quella di puntare sull’internazionalizzazione per aprire nuovi mercati alle imprese della provincia. Ma è stato perseguito e raggiunto anche un altro importante obiettivo”.
Cioè? “Quello di allargare il ventaglio delle offerte stimolando ad affacciarsi sul mercato mondiale anche imprese produttive in settori che spesso restano emarginati, vuoi per timore della concorrenza, vuoi per impegni finanziari a volte gravosi nell’affrontare trasferte in Paesi lontani”. Due sfide piuttosto ambiziose … “Entrambe vinte, perché in soli dieci mesi del 2012 abbiamo partecipato a 32 eventi in Italia e nel mondo, tutti di rilevante importanza, facendo conoscere i nostri prodotti e le nostre imprese anche in mercati piuttosto sofisticati ma dove le nostre eccellenze hanno saputo farsi valere con grande soddisfazione, sia per le aziende più strutturate che per quelle dell’artigianato che offrono altrettanta qualità ed innovazione”. In quali settori merceologici? “Quest’anno abbiamo portato nel mondo non solo calzature e pelletterie - settori in cui siamo assolutamente competitivi - ma anche moda, prodotti dell’agroalimentare, strumenti musicali, prodotti per l’edilizia. Oltre che al Micam di Milano le nostre calzature, grazie alla Ex.It., sono state esposte a Mosca, Monaco, Tokyo, Almaty, Pechino, Hong Kong, Kiev, Krasnodar, investendo così direttamente non solo il mercato russo ma anche quello dell’Asia centrale, senza ovviamente trascurare il
mercato dell’Estremo Oriente e in particolare quello cinese”. Il mercato cinese promette bene? “Sta crescendo rapidamente, soprattutto per la fascia medio alta”. Interessanti anche le iniziative nel settore moda … “Per questo settore il discorso è praticamente analogo, in quanto abbiamo portato i nostri prodotti con le aziende più rappresentative a Tokyo, Pechino e Mosca, per consolidare le posizioni già acquisite sia in Russia che in Estremo Oriente e cercare di conquistare nuove fette di mercato. Vorrei aggiungere che ci siamo rivolti anche al mercato degli Stati Uniti, partecipando alla prima e alla seconda edizione della “Magic/Platform” di Las Vegas, dove abbiamo conseguito dei buoni risultati con ampia soddisfazione dei nostri imprenditori”. Un punto di forza del territorio resta comunque l’agroalimentare. “Per quanto riguarda i prodotti dell’agroalimentare, in cui possiamo contare su delle autentiche eccellenze, abbiamo partecipato con successo sia al Cibus di Parma, una rassegna ormai consolidata nel tempo - che costituisce una vetrina irrinunciabile -, che al “Sial” di Parigi e al “Summer Fancy Food” di Washington. E la nostra presenza negli Stati Uniti nel mese di giugno è stata importantissima per dimostrare agli operatori statunitensi quale abisso esista tra i prodotti mistificati della grande industria con nomi italianizzati ad arte e le nostre eccellenze alimentari che sono il risultato di una lunga tradizione e di controlli scrupolosi su tutta la filiera”. 21
PRIMO PIANO Lei prima ha citato gli strumenti musicali e il comparto dell’edilizia. “Certo, perché in questa panoramica non potevamo dimenticare gli strumenti musicali, che in provincia di Macerata sono prodotti da aziende di prestigio sempre in prima linea nella ricerca e nell’innovazione. Per l’edilizia abbiamo preferito alle fiere, lo studio di opportunità con partner locali ricercando occasioni di sviluppo che sfoceranno in un’eventuale missione imprenditoriale dedicata in particolare alla Francia”. Perché? “E’ un Paese dove il settore delle costruzioni è molto meno stagnante di quello italiano e dove la professionalità delle nostre imprese è molto ricercata”. Come sono i rapporti con le altre aziende speciali della regione? “Quest’anno, più che mai, abbiamo concentrato gli sforzi in sinergia con le altre aziende speciali della regione e con la Regione Marche stessa, su due aree in particolare, puntando sulla Cina e sul Brasile e in quest’ultimo Paese con una speciale missione imprenditoriale. E l’elenco delle iniziative realizzate in questo scorcio di 2012 potrebbe continuare ancora a lungo perché con prodotti diversi, o con iniziative promosse da altre aziende speciali delle Marche, abbiamo portato le nostre
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aziende a Milano, Mosca, Jedda, Dubai, Katar, New Delhi, per sondare la possibilità di aprire nuove nicchie di mercato anche in questi Paesi dove alcuni imprenditori trovano maggiori difficoltà ad approcciare, vuoi per i costi, ma anche per la lingua e per problemi organizzativi che invece, con il sostegno della Ex.it o di altre aziende speciali, possono superare facilmente”. In conclusione, Presidente, i numeri Le danno ragione … “In sintesi posso affermare con soddisfazione che la Ex.It ha portato nelle varie manifestazioni 129 imprese della nostra provincia, di cui 20 (alcune anche di altre province marchigiane) partecipavano per la prima volta a fiere all’estero. Va comunque evidenziato che spesso le varie manifestazioni sono state realizzate in collaborazione con la Regione Marche, con il Sistema camerale, con la Provincia di Macerata e il sistema bancario regionale, in particolar modo Banca Marche, che ha sempre risposto positivamente ai progetti di Ex.It. Mi piace in particolare sottolineare l’avvio dell’attività della Civica Enoteca Maceratese, in pieno Corso della Repubblica a Macerata, dove si sono già svolte numerose iniziative ed altre ne saranno programmate nelle prossime settimane”.
Ce ne citi una. “Ad esempio, mi piace ricordare il corso per sommelier, al quale stanno arrivando numerose adesioni”. Come vede il futuro della nostra economia? “E’ certamente una domanda difficile, ma non mi voglio sottrarre al quesito. Infatti dico subito che attualmente le nostre imprese si reggono, e alcune prosperano, solo grazie alle esportazioni perché il mercato interno, purtroppo, è stagnante. Sono ottimista per natura ma è certo che la soluzione dei nostri problemi non è dietro l’angolo per cui ci attendono ancora dei mesi durissimi tenuto conto che anche la Cina sta rallentando il ritmo di crescita e gli Stati Uniti stentano a ripartire; ancor più grave è la situazione in Italia, dove tutti stanno evitando di vendere per paura delle insolvenze. Proprio in questi giorni stiamo elaborando il programma per il 2013 e l’impostazione è quella di fare tutto il possibile per ri-
lanciare le esportazioni, per far conoscere i nostri prodotti, per scovare nuove nicchie di mercato, per sostenere le imprese che in questo momento guardano con fiducia alle istituzioni ma non debbono essere tradite perché se cedono le medie e piccole aziende - che sono lo zoccolo duro della nostra produzione di eccellenza - allora la ripresa ci apparirà ancora più lontana e forse irraggiungibile.”.
“Se cedono le medie e piccole aziende la ripresa ci apparirà ancora più lontana” EX.IT Azienda Speciale della Camera di Commercio di Macerata Industria, Artigianato, Agricolturadi Macerata T. +39 0733.251239 F. +39 0733.251262 exit@mc.camcom.it www.exitonline.it
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COVER STORY
“Quello che stiamo intraprendendo ora è un importante progetto che, grazie anche al supporto dei più quotati professionisti del settore, ci sta avvicinando all’ambizioso obiettivo di trasformare i nostri addetti alle vendite in veri e propri consulenti di stile…”
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Maurizio Coltorti
“Alla scoperta delle Marche del lusso” “La moda passa, lo stile resta”: parole attualissime quelle della stilista Coco Chanel, scomparsa oltre quarant’anni fa. E probabilmente condivise anche da Maurizio Coltorti, che oggi può essere considerato uno dei principali esperti nel settore moda&lusso in Italia. Rappresentante della terza generazione della storica famiglia jesina, ci illustra la sua concezione del lusso proiettandolo nei futuri scenari del settore di P.Duranti
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ei rari momenti in cui non è assorbito da impegni fra l’Italia e l’America, lo possiamo incontrare nel suo ufficio jesino: è qui che con i più stretti collaboratori riflette su strategie di marketing, piani di investimento e politiche commerciali della storica azienda di famiglia. Azienda che guida dall’inizio degli anni Novanta, un momento difficile in cui era indispensabile una svolta. “Fin da piccolo mi è stata trasmessa l’anima del commerciante… a casa i miei genitori parlavano molto spesso di lavoro. E così i nonni (che fondarono il negozio di mercerie nel 1934, ndr)”. Una famiglia che nel proprio Dna ha un legame ombelicale con il palazzo di Piazza della Repubblica 1, a Jesi, oltre che una conoscenza e competenza rarissima del settore. Ma Maurizio – a differenza delle generazioni che l’hanno preceduto – in poco tempo è riuscito a coniugare nell’azien-
da due anime, quella commerciale e quella puramente imprenditoriale. “Altrimenti non saremmo riusciti a creare una struttura così solida e non avremmo retto agli urti del mercato”. Può spiegarmi meglio? “Nel nostro settore vi sono fattori che devono necessariamente camminare di pari passo, amalgamandosi sotto un unico filo conduttore: mission, strategie di mercato, selezione e formazione dei collaboratori, cura del design e dello stile (anche espositivo) dei prodotti… Questi sono i fattori critici del successo, tramite i quali vogliamo trasmettere al pubblico una visione sempre contemporanea delle boutique Coltorti. Questa visione si traduce oggi nel focalizzare la nostra attenzione sulle esigenze di immagine di ogni nostro cliente e sui suoi obiettivi di efficacia relazionale”.
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COVER STORY Quali messaggi avete comunicato sinora? “In questi anni abbiamo seguito un percorso particolare, caratterizzato dal progressivo affermarsi di un’immagine molto sofisticata delle boutique Coltorti. Abbiamo ritenuto indispensabile comunicare al meglio delle nostre possibilità l’eccellenza dei prodotti offerti. Al contempo abbiamo voluto dar prova, ai tanti fornitori che ci hanno dato fiducia, delle nostre capacità professionali, fra cui quella di dare il giusto prestigio ai loro brand in un’area a bassa densità di popolazione, come appunto le Marche. A questo proposito non posso non menzionare il ruolo fondamentale ricoperto da Marzio Torcianti, il nostro responsabile della parte artistica, che ha traghettato sapientemente la crescita dell’azienda, curandone l’immagine, e che fortunatamente è tuttora in prima linea insieme a noi. Il nostro successo dimostra che la clientela ha saputo apprezzare le nostre scelte e ci riconosce dei vantaggi competitivi. Se ho capito bene, oggi lo scenario è cambiato: conquistata la fiducia di clienti e fornitori, cos’altro occorre fare secondo Lei? “Innanzitutto, la selezione e la cura del prodotto e dell’immagine delle nostre boutique sono e saranno sempre dei punti fermi della nostra filosofia. Quello che stiamo intraprendendo ora è un importante progetto che, grazie anche al supporto dei più quotati professionisti del settore, ci sta avvicinando all’ambizioso obiettivo di trasformare i nostri addetti alle vendite in veri e propri consulenti di stile, una tendenza che si sta affermando nelle più importanti realtà internazionali ma che non è ancora approdata nella nostra regione. Il fatto che le nostre boutique siano multibrand e che offrano un notevole assortimento ci aiuta moltissimo in questa direzione: combinando opportunamente capi e accessori anche molto diversi fra loro sia per stile
I numeri di Coltorti Fatturato 2011: 28,5 milioni di euro (+23% rispetto al 2010; proiezione 2012 rispetto al 2011: +10%%) Collaboratori: 60 Brand del lusso mondiale presenti nel bouquet: 70 Paesi di provenienza della clientela: Italia, principali Paesi europei, Usa, Cina, Giappone, Russia, Brasile, Cuba, Messico, Argentina Boutique Coltorti: Jesi, Ancona, Macerata, San Benedetto del Tronto, Miami (Usa)
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Dottore, con 30 milioni di fatturato – in continua ascesa – la Sua azienda è fra le prime del settore a livello nazionale; la boutique di Miami – l’ultima nata – ve la siete finanziata interamente voi. Insomma, nessuno Vi può accusare di rilasciare alla stampa certe affermazioni con l’obiettivo di vendere qualche capo in più… “Infatti il messaggio che sto lanciando è quello di un’azienda che non si ferma mai, bensì continua a studiare il mercato e ad investire sulle idee e sulle persone. Sappiamo che con l’evoluzione del contesto socio-economico cambiano anche le esigenze dei consumatori. Cerchiamo quindi di precorrere i tempi, coerentemente con la nostra filosofia, fornendo un servizio innovativo a una clientela sempre più informata e consapevole delle caratteristiche dei prodotti e sempre più attenta alla propria immagine, che non chiede più di seguire la moda ma di distinguersi per il proprio stile. Inoltre, a proposito di Miami, vorrei precisare che è l’incipit di un progetto di internazionalizzazione con cui intendiamo ampliare la nostra rete commerciale su importanti location estere. La nostra è una proposta alternativa sia alle boutique monomarca sia ai department store, supportata da un know-how acquisito in decenni di esperienza, con cui intendiamo replicare il nostro modello di business europeo anche all’estero. Un esperimento che ci sta dando un
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che per fascia di prezzo, infatti, ci è possibile comporre outfit personalizzati per ogni cliente, o anche semplicemente consigliare acquisti complementari per valorizzare outfit già presenti nel suo guardaroba, con particolare attenzione alle sue esigenze in termini sia di stile che di budget. Non solo: stiamo sviluppando progetti che renderanno l’acquisto nei nostri punti vendita un’esperienza più gratificante, dentro e fuori la boutique. Ma non voglio svelare troppo…
“Oggi si acquista un capo di lusso per gratificarsi, prendersi cura di se stessi, oppure per stabilire o migliorare i rapporti con gli altri. O ancora, per esprimere uno stile di vita personale, che oggi non si ferma al mero desiderio di apparire, ma si traduce anche nel trasmettere la capacitĂ di apprezzare certe caratteristiche dei prodottiâ€?
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COVER STORY
L’interno della Boutique Coltorti di Jesi
riscontro positivo, ma soprattutto ci permette di ampliare le nostre competenze anche sul piano internazionale, investendo risorse sullo sviluppo dei profili professionali dei nostri diretti collaboratori per prepararli a gestire progetti di questo tipo. Lei ha indicato il fattore culturale come indispensabile per un approccio corretto al rapporto tra noi e ciò che vestiamo. Mi spiega cosa significa? “L’immagine conta moltissimo nei rapporti umani, sociali, lavorativi. Un noto studio sulla comunicazione ci dice che la cosiddetta “comunicazione non verbale statica” incide per il 55 per cento sul giudizio che ci dà il nostro interlocutore. Ai nostri clienti offriamo gli “strumenti” per far sì che possano trasmettere la migliore immagine possibile di sé. Con i vantaggi del prodotto di lusso. Ad esempio, abbiamo già lavorato in via sperimentale con imprenditori, manager e professionisti con esigenze particolari, che con la propria presenza desideravano avere un alto impatto comunicativo sugli interlocutori, ed è stato gratificante anche per noi vederli soddisfatti”. Perché oggi si acquista un capo di abbigliamento di lusso? “Ad esempio per gratificarsi, prendersi cura di se stessi, oppure per stabilire o migliorare i rapporti con gli altri, che siano partner, amici o famiglia. O ancora, per esprimere uno stile di vita personale, che oggi non si ferma al mero desiderio di apparire, ma si traduce anche nel trasmettere la capacità di apprezzare certe caratteristiche dei prodotti. In altre parole: 28
Coltorti promuove il concetto di un lusso meno ostentato e più personale, più connesso alla qualità del servizio e alla relazione con il cliente, nell’ottica di offrire un’esperienza di shopping differenziante”. Cambiamo argomento. Ho letto che Coltorti ha avviato un nuovo progetto – ZoneModa Web Cell – in collaborazione con il Corso di Laurea in Culture e Tecniche della Moda dell’Università di Bologna. “È un’iniziativa unica nel suo genere, ideata e realizzata con lo scopo di far emergere la parte meno conosciuta di questo settore. Attraverso una web channel tv proponiamo video dedicati al “mood” dello stilista. È un concetto importante, perché molto spesso il messaggio dello stilista viene filtrato per esigenze commerciali: la nostra azienda – con l’aiuto degli studenti del corso dell’ateneo felsineo – sostiene questa ricerca sull’anima del prodotto, con l’intenzione di portarla sulle reti televisive, allo scopo di comunicare il vero volto della moda. Oltretutto è un interessante esperimento di connubio fra moda, arte e tecnologia”. Progetti futuri? “Oltre a quelli già avviati, intendiamo continuare ad investire sulle persone, in ogni singola area dell’azienda. Questo perché credo nel team di lavoro e perché voglio che anche all’interno della struttura la parola d’ordine sia: eccellenza”.
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CONTROCOPERTINA
“Il Paziente inglese sbarca nelle Marche”
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Dalla tradizione della clinica d’eccellenza Villa Silvia nasce il Centro recupero dipendenze San Nicola: come ritrovare una nuova vita di A. Dachan
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a un caso di eccellenza sanitaria , quello della Casa di Cura Villa Silvia, che nel 2013 taglierà il traguardo dei suoi primi cinquant’anni, nasce un nuovo, innovativo Centro recupero dipendenze, San Nicola. Un’idea che ha le sue radici profonde nella pluriennale esperienza nel campo dell’alcologia e del poliabuso della Clinica Villa Silvia, diretta dal Dottor Aliotta e che si nutre della professionalità e dell’expertise dei medici e degli operatori che da anni collaborano con lui a livello nazionale e internazionale. L’idea, semplice eppur sensazionale, è quella di un continuum terapeutico, ovvero di una riabilitazione dall’alcol a tutto tondo, secondo una logica di filiera: dalla disintossicazione al reinserimento duraturo nella vita di tutti i giorni, passando per una riabilitazione a 360°. L’obiettivo è quello di una ripresa globale del paziente: ripresa fisica, emotiva, sociale, con la certezza di non essere più solo
ad affrontare la dipendenza. Le fasi della terapia, infatti, sono tre: come tre sono i luoghi in cui agisce: Villa Silvia a Senigallia, per la disintossicazione assistita, il Centro Post cura San Nicola di Piticchio di Arcevia per la riabilitazione e, infine, a casa, del paziente, via internet, via telefono e tramite incontri semestrali al Centro di Piticchio, durante il reinserimento nel contesto sociale e lavorativo, per far fronte alle eventuali ricadute e sostenerlo passo dopo passo. Un’idea, quello del Centro Recupero Dipendenze San Nicola, che sta catturando l’attenzione anche di luminari di psichiatria e tossicologia all’estero. Il Professor Fabrizio Schifano, Chair in Clinical Pharmacology and Therapeutics Associated Dean, University of Hertfordshire – School of Pharmacy, sta osservando con interesse l’avvio di questa punta di eccellenza italiana, con l’obiettivo di farne un punto di riferimento anche per gli alcolisti britannici. 31
CONTROCOPERTINA
Centro San Nicola: riprendersi la vita, passo dopo passo La sfida, l’idea, l’innovazione e l’intuizione del Dottor Vincenzo Aliotta 32
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ottor Aliotta, vuole presentarci il nuovo progetto del Centro San Nicola? “Si tratta di un progetto nato dalla nostra forte passione e dal nostro idealismo, che ci ha spinto negli anni a investire molto in ricerca e innovazione, al fine di individuare le soluzioni e i percorsi migliori per i nostri pazienti. Questo nuovo centro, offrirà una continuità con Villa Silvia, integrando due modelli riabilitativi, che sono assolutamente complementari: il metodo Minnesota, usato nel 90% dei centri di riabilitazione dalle dipendenze e il metodo francese, con visione bio-psico-sociale. Garantiamo, così, un trattamento multimodale integrato, con visione biopsicosociale, che offre un potenziale doppio di successo”.
Pensate ad un bacino di utenza regionale? “In realtà, forti dell’esperienza di Villa Silvia, prevediamo un’apertura a un bacino sempre più internazionale. Villa Silvia, infatti, è fortissima produttrice di mobilità attiva sanitaria malgrado la posizione geografica centrale e l’esiguità dei posti letto e produce, per pazienti provenienti da tutta Italia, circa 2 milioni di euro l’anno versus un budget regionale di euro 1,4 milioni. Con il Centro San Nicola, che è situato nella zona dei castelli di Arcevia (Piticchio) in posizione panoramica, contiamo di richiamare flussi di pazienti stranieri, soprattutto inglesi e olandesi”. Quindi anche la location avrà un ruolo attivo nella guarigione del paziente?
“Che un pubblico sempre più ampio si stia interessando alle Marche è un dato di fatto: la regione è bella, accogliente, offre quella combinazione di qualità e riservatezza che ne fa una location ideale per chi cerca una parentesi di relax, una vacanza. Ci siamo detti: Perché non considerare l’opportunità di offrire una nuova forma di “turismo sanitario?”. Un invito ai pazienti stranieri quindi…. “ Sì, tanto che il progetto è stato battezzato “Paziente inglese”. Partendo dalla considerazione che è abitudine diffusa in Inghilterra recarsi all’estero (Sud Africa o Grecia) per completare processi riabilitativi abbiamo costituito ad hoc un team di operatori, attivi nei due paesi (Italia e UK) pronti a portare avanti in Italia un’at-
tività riabilitativa per pazienti provenienti da paesi anglofoni. La nostra società sta disponendo gli strumenti operativi per tale mission. Il team tecnico è affidato al prof Fabrizio Schifano, accademico a Londra all’università di Hertfordshire. Gli strumenti in atto e in preparazione sono sito web in inglese, pieghevoli illustrativi in inglese, pubblicità su periodici inglesi, stesura di una mailing list di medici e psichiatri inglesi, rete di raccolta di prenotazioni tramite nostri corrispondenti inglesi, direttamente in loco. Si ritiene che questa iniziativa possa rappresentare un utile contributo al Marche-shire in Europa e - nel segno della cultura europea - diffondere l’eccellente nomea della sanità italiana. L’avvio presunto del progetto è fissato per Gennaio 2013”. 33
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Il Dottor Vincenzo Aliotta
La storia: Villa Silvia La Casa di Cura Villa Silvia di Senigallia è stata fondata nel 1963 dal Professor Nicola Aliotta; è in grado di ospitare fino a 50 pazienti (di cui 42 in regime di accreditamento) e si occupa della diagnosi e della cura delle patologie psichiatriche e neurologiche (Reparto di Neuropsichiatria) con particolare riferimento alla ‘malattia alcolica’, multifattoriale nella sua genesi . La finalità ultima del trattamento è la riabilitazione psicofisica e sociale. Nel corso della degenza, che dura circa tre settimane, il paziente, oltre alle terapie mediche e una serie di esami e di accertamenti strumentali, che vanno dalla TAC alla testistica neuropsicologica computerizzata, viene supportato con una terapia individuale e di gruppo, la frequentazione del Corso di Alcologia, la bio-energetica e l’art-therapy. All’interno del programma di riabilitazione è previsto anche l’intervento con i familiari attraverso gruppi di sensibilizzazione. Il tutto viene sostenuto anche dallo stretto rapporto di collaborazione che la Casa di Cura ha instaurato con i Gruppi di auto-mutuo-aiuto, non solo per i pazienti (Alcolisti Anonimi), ma anche per i familiari (Al-Anon). La Casa di Cura opera su tutto il territorio nazionale, e nel II PSR (1997/1998) ha meritato, con il suo reparto di Alcologia, dotato di 32 posti letto, la denominazione di Centro Regionale Pilota. Il futuro: San Nicola Il Centro post cura San Nicola, che accoglie i pazienti dopo la disintossicazione, è immerso nel verde ondulato della campagna marchigiana, circondato da un panorama mozzafiato. Comprende un’ampia area, ben 20 ettari di parco con più di mille ulivi, isolata a perfettamente attrezzata per le attività fisiche e ricreative dei pazienti: dalla piscina al campo sportivo, dall’orto ai cavalli. Oltre ad un ambulatorio medico e agli uffici amministrativi, l’area comprende due grandi edifici: la Residenza e l’Officina dell’anima, che prevede tutti gli spazi, le professionalità e le attrezzature per il recupero. Al suo interno il paziente beneficerà del trattamento durante le tre prime fasi di vita senza alcol: disintossicazione, riabilitazione e rein-
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serimento. Potrà così beneficiare di una straordinaria articolazione e qualità, che innesca un radicale e duraturo cambiamento di stile di vita, che si manifesta su tutti i fronti: fisico, emotivo, sociale. Creando, dunque, un rapporto continuativo basato sulla fiducia e la collaborazione e offrendo in questo modo la motivazione, l’equilibrio e il coraggio necessari a far fronte ogni giorno alla dipendenza, i terapeuti del Centro Riabilitazione Dipendenze San Nicola permettono agli alcolisti di riprendersi, passo dopo passo, la loro vita. Qui sta l’innovazione, da qui il successo. Riprendersi, passo dopo passo, la loro vita. Qui sta l’innovazione, da qui il successo.
Accreditato con eccellenza dall’Assessorato Salute Regione Marche per attività riabilitativa nel settore della dipendenza. Classe 5 Certificata da RINA -ISO :9001 Provider Ministero della Salute info@villasilvia.com
Accreditata Classe 5 eccellenza dall’Assessorato Salute Regione Marche Certificato Itaca- ISO:9001 Centro di Post Cura San Nicola, Arcevia Frazione Piticchio Tel.071 7927961 - www.centrosannicola.com
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IL PERSONAGGIO IL PERSONAGGIO
“A Guitar Hero”… E la Coca Cola parla sanbenedettese Rovero Impiglia e Giacomo Cagnetti: sono i due vincitori del contest internazionale indetto da Coca Cola e promosso dal portale Eyeka; amano le sfide e, proprio come Einstein, odiano la routine di A. Dachan
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envenuti sulle pagine di ML. Grazie a voi oggi la Coca Cola parla sanbenedettese… volete raccontarci questa avventura? “L’idea dello spot è nata lo scorso inverno: sul portale per creativi Eyeka era apparsa la notizia che Coca Cola era alla ricerca di un messaggio pubblicitario della durata di un minuto che raccontasse una storia umana di cambiamento e che avesse come claim finale “Be The Change”. L’importanza del marchio e il brief proposto ci spinsero a partecipare: l’intento era quello di creare una storia universale, emozionante e che arrivasse al cuore di tutti. L’idea creativa arrivò durante una cena: tempo qualche giorno e la produzione era già in piedi. Avevamo un progetto molto chiaro in testa e in un paio d’ore siamo riusciti a concludere le riprese. Un altro giorno è stato dedicato alla post produzione e “A Guitar Hero” era pronto per essere caricato sul sito di Eyeka, proprio allo scadere del termine ultimo per le iscrizioni al contest”.”
“Be the change” era solo il tema proposto, o è in qualche modo anche il vostro motto? “Be the change era il tema proposto dal contest, ma sicuramente è un po’ anche il nostro motto... Lo scorso inverno spesso ci trovavamo a parlare insieme del contesto lavorativo in
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cui viviamo, della crisi e delle poche soddisfazioni che a volte ci sono sul lavoro, ma entrambi crediamo che siamo proprio noi che dobbiamo darci da fare per cambiare la nostra vita e per ottenere un cambiamento. Noi tutti dovremmo smetterla di lamentarci per ogni cosa e cercare di fare cose nuove, di trovare nuove strade, cercare nuovi stimoli. Einstein diceva: “Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla” e noi la pensiamo proprio così. Lo stesso risultato di questo contest ci ha portato molta notorietà e sicuramente un po’ ha cambiato le nostre vite, per cui anche il risultato di questo contest è stato per noi un piccolo cambiamento”. A cosa vi ispirate nel vostro lavoro? C’è un maestro o professionista che per voi rappresenta un modello? Rovero: “Inutile citare i grandi Maestri della cinematografia che indubbiamente sono sempre una fonte inesauribile d’ispirazione. Io direi che la vera fonte d’ispirazione per me sono gli spettatori. Quando scrivo o penso ad un’idea creativa mi metto sempre nei panni di chi dovrà assistere al prodotto finale. Nutro un profondo e sincero rispetto nei confronti delle persone che guardano i miei lavori. Mi stanno dedicando il loro tempo ed io devo trasmettere delle emozioni…
Questo è il mio compito”. Giacomo: “Sicuramente ci sono molti registi che nel tempo mi hanno formato per aspetti diversi, ma attualmente non ho modelli o maestri che seguo o a cui mi ispiro. Cerco sempre di esprimere le cose nel modo che ritengo più opportuno e, naturalmente, con i mezzi che ho a disposizione”. Facciamo un passo indietro: volete raccontarci, in sintesi, il vostro percorso professionale? Rovero: “Ho iniziato a lavorare nel campo delle produzioni video nel 2004 dopo la Laurea in Scienze della Comunicazione. Mi ritengo un creativo di nascita ed un tecnico per esigenza. Ho scritto e diretto diversi documentari che hanno avuto un discreto successo sia nel mercato televisivo nazionale, che internazionale. Ho lavorato all’ideazione ed alla produzione di una serie televisiva, ho collaborato come autore e regista per noti personaggi della musica contemporanea. Ho creato e diretto spot, videoclip musicali e corti, alcuni dei quali hanno vinto riconoscimenti all’interno del circuito dei festival”. Giacomo: “Io sono autodidatta. Sono sempre stato un sostenitore dello studio autonomo: se uno ha una passione deve cercare di andarci a fondo da solo, cercando fonti da cui prendere le informazioni necessarie alla propria crescita. Maturando ho
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I 60 secondi che hanno cambiato la loro vita http://goo.gl/y5skf “A Guitar Hero” è stato girato interamente a San Benedetto del Tronto, all’interno del locale Rat Pack. Gli attori sono Giancarlo Fagotti, Tania Capecci, Ghisce Carinelli, Domenico Di Quirico e Vittorio Poloni.
Punta qui il tuo smartphone e guarda il guada il video “A Guitar Hero”
approfondito la mia passione per la fotografia e per il cinema e, soprattutto grazie ad internet, negli ultimi anni ho potuto accrescere tutte le mie conoscenze (culturali e prettamente tecniche) in maniera totalmente gratuita. Lo scorso anno ho vinto il primo premio nazionale per il commercial “Incubi da bolletta”, realizzato per Poste Italiane sul sito “Zooppa” ed ora, con la Coca Cola, è arrivato il secondo riconoscimento come regista, stavolta internazionale”. Giacomo, il tuo portfolio clienti è molto variegato: dalle aziende che producono accessori, all’edilizia: come riesci a creare lo spot ideale per realtà così diverse? “Credo che bisogna sempre partire da zero con ogni nuovo cliente e cercare di capire esattamente cosa desidera ottenere quando vuole realizzare uno spot. Poi si può trasmettere una stessa idea in mille modi diversi... facendo ridere, o piangere... l’importante è reinventarsi sempre e mantenere vivo lo spirito creativo. Chiaro che poi ci sono clienti più innovativi ed altri più tradizionali... ”. Rovero, tu sei regista, Come si concilia la vita a San Benedetto e nelle Marche in generale con il vostro spirito creativo? “Mi ritengo un creativo che si esprime con il linguaggio delle
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IL PERSONAGGIO
Rovero Impiglia e Giacomo Cagnetti
immagini in movimento. Adoro raccontare storie e trasmettere emozioni. Negli anni, lavorando bene ed incentrando tutto sulla forza della creatività, mi sono costruito un profilo lavorativo ed una rete di contatti che mi consente di lavorare abbastanza bene ed in maniera continuativa. Ovviamente non è semplice… Qui come a Roma o Milano. Anzi… Probabilmente lo è di più in una grande città, che in provincia. La tecnologia oggi ci consente di realizzare prodotti di altissima qualità e di essere connessi con tutto il mondo senza rinunciare alla qualità della vita. La storia dello spot della Coca Cola ne è un esempio. Siamo riusciti a realizzare uno spot per il più grande e famoso brand del mondo da una piccola città di provincia. Le idee... La vera forza sono proprio le idee. Una buona idea la strada la trova da sola. Non sono affatto una persona che si piange addosso o che preferisce attribuire i propri insuccessi ad altri motivi che non riguardino me stesso. Allora piuttosto che un limite preferisco pensare che le mie origini siano uno stimolo, una sfida e, visto che precedentemente abbiamo citato il grande Einstein, “. .. senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia”.”
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Giacomo e Rovero: lavorerete insieme anche ad altri progetti? Quali sono i vostri progetti per il futuro? “Sicuramente: stiamo già lavorando a nuovi progetti con alcuni clienti ed abbiamo anche diversi progetti “personali” che speriamo di poter realizzare in futuro”. C’è un’idea o un progetto particolare che sognate di realizzare? “Magari un bel viaggio insieme... che possa essere uno stimolo per nuove idee creative!”.
“Siamo riusciti a realizzare uno spot per il più grande e famoso brand del mondo da una piccola città di provincia. La vera forza sono proprio le idee. Una buona idea la strada la trova da sola”
BREVI DAL TERRITORIO
BREVI
DAL TERRIT ORIO
Folla di fedeli per il Papa a Loreto
Un progetto integrato di valorizzazione del patrimonio naturale e archeologico: è quanto attuato, mediante delibera di Giunta, dagli assessorati alla Cultura e dell’Ambiente al fine di promuovere le eccellenze e l’immagine complessiva del territorio regionale. “Considerato che nelle Marche l’archeologia – ha affermato l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini - è caratterizzata dalla presenza diffusa di molti siti di grande interesse e che la ricerca scientifica e gli scavi condotti in questi ultimi venti anni hanno messo in luce aspetti e temi di grande interesse, risulta più che mai strategico creare un raccordo operativo fra le azioni svolte dalle aree protette e dai Centri di Educazione Ambientale (CEA) a favore della tutela del territorio e dei beni archeologici presenti”.
Nasce un sito web interamente dedicato a Lorenzo Lotto
Grande avvio del Festival sul giornalismo d’inchiesta a Osimo. Tutto esaurito per il Procuratore antimafia Pietro Grasso. Trasmesso in anteprima il film su don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia. “Il giornalismo d’inchiesta fa paura, dobbiamo aiutare tutti coloro che voglio intraprendere questo tipo di giornalismo”, ha affermato Grasso, aggiungendo che “La mafia ha paura delle parole”.
Una Loreto festante e gremita ha accolto, giovedì 4 ottobre, la visita di Papa Benedetto XVI a Loreto. Oltre cinquemila persone con le loro bandierine bianco-gialle hanno applaudito l’arrivo del Pontefice presso la Santa Casa di Nazareth, dove è stata celebrata la Messa. “Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio ci invita alla speranza, ci dice che anche nei momenti difficili non siamo soli”: queste le parole del Papa, che nella stessa occasione ha affidato alla Vergine il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e l’Anno della Fede.
Nuovo progetto per la valorizzazione del patrimonio archeologico Un sito web dedicato a Lorenzo Lotto nelle Marche. Presentato il due ottobre in Regione è nato grazie alla collaborazione tra le città marchigiane che conservano le opere del genio rinascimentale ed enti pubblici e privati. www.lorenzolottomarche.it è frutto di un’idea nata sulla scia della mostra romana alle Scuderie del Quirinale dedicata a Lorenzo Lotto . Le Marche, con i ventiquattro capolavori distribuiti su otto città, si collocano a pieno titolo tra i luoghi lotteschi di immediato interesse per vastità e preminenza artistica dei documenti che il pittore ha lasciato. Queste opere ancora oggi sono collocate, per la maggior parte, negli stessi luoghi per cui furono realizzate.
Festival sul giornalismo di inchiesta a Osimo: tutto esaurito per Pietro Grasso 39
NEWS DAL MONDO
S W E NDAL MONDO i Phone 5: debutto da star
Ricco calendario di eventi a Santiago del Cile per la XII Settimana della lingua italiana nel mondo che prenderà il via il prossimo 16 ottobre. Il 23 ottobre presso l’Auditorium dell’Istituto italiano di cultura di Santiago previsto un incontro con le associazioni italiane in Cile dal titolo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene: dall’Artusi alle cucine regionali”. Tra le altre iniziative la mostra “Livio Scamperle, pittore e scultore” in collaborazione con il Mac (Museo di arte contemporanea), la mostra “Architetti e ingegneri emiliano romagnoli nel mondo” e la proiezione di diversi film.
Annunciata scoperta di petrolio nel lago Ciad
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Dopo mesi di attesa caratterizzati da indiscrezioni che hanno svelato di tutto e di più, causando un inevitabile calo di vendite del modello precedente, iPhone 5 è arrivato sugli scaffali segnando un nuovo record di vendite, seppur con cifre al disotto delle aspettative degli analisti. 5 milioni di unità vendute nei primi tre giorni del lancio, il 25 per cento in più rispetto a quanto ottenuto lo scorso anno da iPhone 4S. Immancabili le code negli Apple Store di tutto il mondo, anche in Italia, per i fan del melafonino che non temono la crisi.
Dal 16 ottobre al via XII settimana della lingua italiana
La Compagnia nazionale nigeriana del petrolio (Nnpc) ha annunciato di aver scoperto dei giacimenti di petrolio nel bacino del lago Ciad. Secondo quanto riportato dal quotidiano di Abuja ‘The Guardian’, a realizzare gli studi esplorativi sono state delle società cinesi che hanno già portato avanti ricerche simili sulle rive del lago Ciad in Niger e in Ciad, trovando quantità di greggio tali da rendere vantaggiosa l’estrazione a fini commerciali.
La barriera corallina australiana. La più grande al mondo, sta scomparendo a ritmi vertiginosi. Negli ultimi 27 anni ha perso la metà dei suoi banchi di corallo. Lo ha rilevato uno studio pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli studiosi hanno avvertito che la Great Barrier Reef - la barriera di corallo più grande al mondo situata al largo della costa del Queensland, nell’Australia Nord orientale - potrebbe ridursi nuovamente di un’altra metà entro il 2022, se la situazione non cambierà.
Torna l’invasione tedesca, stavolta per cercare lavoro
La Svezia è un Paese che vanta un eccellente programma di raccolta e gestione dei rifiuti tale che solo il 4% di essi finisce in discarica. Un ottimo risultato, ma che alle locali amministrazioni non basta: pur di abbandonare i carburanti fossili e considerato il crescente fabbisogno energetico, ora il Paese scandinavo ha iniziato ad importare rifiuti dai Paesi vicini (in primis la Norvegia) per alimentare i suoi impianti.
Allarme per la barriera corallina
La crisi colpisce anche la Germania e sono quasi dieci mila i tedeschi che hanno scelto di trasferirsi nella vicina Polonia alla ricerca di lavoro. Lo rivela il settimanale polacco Uważam Rze. Secondo l’Ufficio federale tedesco di Statistica, sono quasi seimila le piccole e medie imprese tedesche che hanno traslocato oltre il confine con la Polonia, per un totale di 22 miliardi di euro di investimenti.
Il Paese ha bisogno di rifiuti
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LE GRANDI FAMIGLIE
Alceo Moretti 42
13 settembre 2012 All’età di 91 anni, dopo una vita intensa, spesa tra la comunicazione, lo sport e la famiglia, Alceo Moretti si è spento nella sua casa di Ancona. Decano del giornalismo marchigiano, fondatore della Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italia e del Gruppo Moretti, Alceo sarà sempre ricordato da tutti per i suoi “Incontri”, appuntamenti con i personaggi di spicco delle Marche, chiacchierate quasi amichevoli, che hanno fatto storia.
Il ricordo dell’amico giornalista Giancarlo Trapanese
“Mi chiamava Trap, sempre aggiungendo che era l’altro (l’allenatore) ad aver usurpato l’abbreviazione. Lo faceva con quell’ironia ed eleganza che erano la cifra della sua vita, del suo modo di porsi. Alceo era un uomo che aveva le idee avanti e il cuore indietro. Lui ha passato un’esistenza stando sempre venti anni nel futuro, intuendo prima degli altri, inventando, creando e prevedendo. Ma lo stile era quello antico: i sentimenti stabili di un tempo, le certezze affettive, le amicizie reali, la stretta di mano più valida di qualsiasi contratto. “Tu sei un grande giornalista – diceva esagerando, sempre come amava fare con gli amici - quasi quanto un pessimo manager di te stesso: non sai proprio trattare” mi rimproverava spesso, sia ai tempi della Polisportiva Giampaoli (nata anche grazie a lui), sia nelle mie avventure editoriali con i libri. E puntualmente arrivava il racconto di una sua affascinante esperienza: “Invece, ti ho mai raccontato di quella volta che…” Corriere della sera, Formula uno, grandi aziende, Fausto Coppi, la nazionale italiana giovanile di atletica leggera, lo spareggio dell’Anconitana per restare in serie B, il presidente degli Stati Uniti, la Gazzetta dello sport, la Fiat, la televisione (poi venduta a Silvio Berlusconi), i film, la Carrà, Vianello, e poi tante altre vicende dalla Vis Pesaro alla lotta partigiana, all’Argentina, al Brasile, alla fiera della Pesca: tappe e nomi di una vita incredibile. Per fare tutte quelle cose una persona normale ne dovrebbe vivere cinque o sei, ma lui l’ha fatto in una sola, bellissima, intensa e riuscendo in una grande missione: mettere
tutte le cose, anche quelle più importanti, quelle di maggiore soddisfazione e quelle rivoluzionare, dietro l’amore. La sua famiglia innanzi tutto, la moglie, i figli. Poi la grande umanità di una persona geniale, con il cervello a sonagli, come scrive Sergio Zavoli (suo amico di tante battaglie) nella prefazione del libro che ho dedicato alla sua vita e alle sue avventure. Orgoglioso di averlo fatto, di avere fatto in tempo, orgoglioso di esserci stato al pranzo dei suoi 90 anni assieme a non più di 5-6 amici. “Perché quello che conta, Trap, alla fine, sono i rapporti veri, le amicizie autentiche” mi aveva detto salutandomi sulla porta. Dandomi la sensazione, sempre, sin dal primo momento in cui ci conoscemmo nel 1988, di essere una delle pochissime persone davvero in grado di leggermi dentro”.
Gli amici del mondo sportivo: le parole di Fabio Sturani, Presidente Coni Marche
“Uno straordinario uomo di sport che ci mancherà molto” “Alceo Moretti era un uomo di sport, un grande uomo di sport, un amico del mondo sportivo che ci mancherà con la sua energia e la sua inventiva”. È il ricordo di Alceo Moretti, scomparso la notte scorsa, da parte del presidente del Coni Marche Fabio Sturani: “Atletica, basket, calcio, ciclismo… fare l’elenco delle attività e delle iniziative di Alceo Moretti nel mondo sportivo sarebbe davvero impossibile. A noi piacerebbe che venisse ricordato come uomo di sport, nel senso più vero del termine: un instancabile ideatore e promotore della cultura sportiva, dei suoi valori, delle sue passioni. Ciao Alceo, ci mancherai”.
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LE GRANDI FAMIGLIE
Il Governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca: “Lassù fonderà un nuovo giornale, lo chiamerà Paradiso Domani”
“Ora che Alceo ha raggiunto il Cielo, credo che anche lassù continuerà il suo lavoro editoriale, e darà sicuramente il via ad un nuovo giornale, magari lo chiamerà ‘Paradiso Domani’, e lì aprirà il confronto tra tutte le Anime, desiderose di offrire la loro luce e la loro energia alla maggiore gloria del Signore. Alceo, ti siamo grati, per i tuoi insegnamenti, che hai diffuso in ogni angolo della terra, dal Brasile agli Stati Uniti, dall’Argentina all’Europa. L’impegno saldo per difendere e diffondere il valore della democrazia, testimoniato coraggiosamente durante i tempi più bui che l’Italia avesse mai attraversato. Il rispetto per il valore inviolabile di ogni persona, e delle sue idee, cui tu hai sempre generosamente offerto grandi spazi, proprio perché quelle idee buone potessero divenire azioni concrete, utili alla crescita delle comunità. L’affermazione del valore dell’amicizia, da praticare in ogni circostanza, anche a costo di mortificare una parte di se stessi. Amicizia fonte di ispirazione di ogni progetto, da edificare per migliorare la vita ed il benessere di tutti”.
Il ricordo dei figli Sergio, Renata, Francesca e Giorgio
“Alceo se ne è andato. Se ne è andato mio padre, o meglio nostro padre. Padre dei suoi figli e nonno dei suoi nipoti, ma non
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solo. Alceo è stato padre, nonno o zio di noi tutti qui presenti. Molti lo hanno conosciuto per il suo lavoro e le sue mille attività. Ma se siamo qui, così numerosi e così vicini, è perché tutti noi lo abbiamo conosciuto per la sua persona, la sua umanità. Al di là del personaggio pubblico, ne abbiamo conosciuto la vera natura. Ad ognuno di noi, a tutti quelli che hanno incrociato la sua rotta anche solo per un breve tratto, Alceo ha lasciato un seme, un ricordo, un piccolo spunto da cui far nascere qualcosa. Papà ha vissuto tanto e ha avuto tanta vita. E il senso della sua vita è stato proprio questo: insegnare, allenare, guidare o tramandare qualche cosa a chi aveva la fortuna di capitargli vicino. Sempre guardando al futuro, sempre guardando avanti. Come ha detto un suo amico, uno dei suoi più cari amici di sempre, a cui io devo il mio nome: “Alceo è l’esempio di come si può spendere una vita ascoltando il suono di qualche cosa che prima non c’era”. Noi tutti, suoi figli, suoi nipoti, lo ringraziamo per le innumerevoli esperienze che ci ha fatto fare, per gli innumerevoli viaggi, viaggi veri o immaginari, in cui ci ha accompagnato. Ringraziamo papà, e ringraziamo la sua dolce compagna di una vita, mia madre Chicca. Senza di lei, che lo ha così amorevolmente accompagnato ogni singolo momento della sua vita, senza Chicca, che lo ha sostenuto, ascoltato, amato sempre, noi tutti non avremmo potuto avere Alceo”.
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ALTO ARTIGIANATO
La Congrega, là dove le mummie raccontano i loro segreti Un delizioso laboratorio nel centro di Ancona, a due passi dal Teatro delle Muse, con pizzi, merletti, valigie antiche e cappelliere: è il piccolo mondo di Valeria David, l’artigiana che fa rivivere i tessuti antichi e che sta rivelando i misteri delle mummie di Monsanpolo attraverso l’esame dei loro abiti di A. Siria
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ottoressa David, come nasce il laboratorio La Congrega? “Nasce da un percorso multiplo, scandito dalle diverse scelte che ho fatto nella vita. Mio padre era un artigiano, produceva mobili e manufatti in pelle, mi piaceva il suo mondo; da giovane ho fatto il liceo classico, poi mi sono laureata in economia e commercio ad Ancona e anche se ho amato gli studi accademici, non mi ci vedevo a lavorare in quell’ambiente. Prima ho aperto un negozio di vintage e quest’esperienza mi ha permesso di avvicinarmi a tessuti antichi, a vecchie lavorazioni tessili, scoprendo un mondo che mi piaceva sempre di più”.
È stato allora che ha avviato la sua attività artigianale? “Sì, ho cominciato ad interessarmi a vecchi manufatti e ho avviato la sperimentazione di introdurre pezzi antichi in tessuti nuovi, reinterpretandoli entrambi. Questa commistione offriva creazioni assolutamente originali. Ho trovato particolarmente interessante andare alla ricerca del significato antropologico del fare tessile: ogni civiltà, ogni popolo, ha avuto i suoi segreti del come fare e li ha tramandati di generazione in generazione, eppure c’è stata
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una contaminazione profonda, che ha portato a idee e creazioni con uno stile a sé. Quello che faccio con il mio lavoro è proprio riportare in vita tessuti, inserti, pizzi antichi e reinterpretarli introducendoli in oggetti nuovi, regalandogli, così, una nuova vita”. Venendo dal mondo universitario e non avendo alle spalle un’esperienza nella manualità, non ha trovato difficoltà? “Certamente ho dovuto dedicare molto tempo alla mia formazione, la passione da sola non sarebbe bastata. Ho avuto la possibilità di fare un periodo di apprendistato dalla restauratrice degli arazzi del Rubens, Claudia Koush. Poi ho frequentato corsi di riconoscimento tessile a Firenze, dove ho acquisito conoscenze approfondite. Il laboratorio mi è stato venduto e ora siamo soprintendenti per il restauro nelle Marche. Anche mio marito lavora con me e inizialmente c’era anche mio fratello e alcuni amici”. Il mondo del tessile è uno dei più antichi, ha ancora qualcosa da raccontare? “Assolutamente sì. È un patrimonio per certi versi ancora inesplorato. Noi attingiamo dagli scarti, cerchiamo
di ridargli un senso, una collocazione. Ho toccato tessuti provenienti da tutto il mondo e ho affinato il mio gusto, la mia passione, la mia sensibilità. Oggi abbiamo una banca dati che conta circa 3000 manufatti e si tratta di informazioni estremamente importanti, che contengono una storia, un linguaggio, un perché. Estrapoliamo questi dati e ne emergono nuclei interessanti, su cui spesso costruiamo delle mostre”. Cosa può raccontare un tessuto antico? “Può raccontare molto: dalle fibre si può risalire alla sua origine, alla sua epoca, poi dal tipo di lavorazione si ricostruisce il gusto e la moda dell’epoca, si può intuire la situazione economica di chi lo indossava ecc.” Come nel caso delle mummie di Monsampolo? “Il ritrovamento di queste mummie, durante i lavori di restauro della cripta della chiesa di Monsampolo è in sé un evento straordinario, ma il fatto che parte dei loro abiti sia ancora intatta, lo è ancora
di più, proprio perché ci consente, attraverso lo studio delle fibre, della lavorazione e dei modelli, di tracciare un profilo di queste persone. Il fatto che le fibre siano naturali indica che si trattava di gente del popolo, perché solitamente la nobiltà e il clero indossavano solo fibre animali, come seta o lana, che con la mummificazione andavano a decomporsi. Presumibilmente sono persone vissute nel ‘600. Insieme a noi sta lavorando anche un mummiologo dell’Università di Camerino, proprio per cercare di ricostruire la loro identità e la loro storia. È uno studio complesso, ma estremamente affascinante. Il mio desiderio sarebbe poi riuscire a creare un museo per mostrare queste mummie e i loro abiti, ma non come esposizione “morta”, vorrei piuttosto che il museo diventasse un polo di interesse per lo studio del tessile antico”. Al di là delle mummie, che tipo di clientela si rivolge alla Congrega? “Persone appassionate al tessile, persone che sono incuriosite, gente che vuole far rivivere un antico ricamo, una
vecchia tenda della nonna, un corredo. Lavoriamo con fibre naturali e riusciamo a creare, mischiandoli con i pezzi vecchi, oggetti unici, innovativi. Ridiamo dignità a ciò che fa parte del nostro passato e che così torna a nuova vita. In più ridiamo voce a quel mondo creativo, originale, raffinato che è quello delle donne, artefici silenziose della nostra stessa identità culturale. È al loro lavoro, alla loro manualità che si deve lo stile e il gusto di una civiltà, ma va detto che purtroppo è un riconoscimento che raramente è stato dato. Con il nostro lavoro, invece, è come se facessimo rivivere anche le donne di un tempo e le gratificassimo”.
La Congrega Via degli Orefici 5/B Ancona www.lacongrega net
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
La Russia entra nel WTO e abbassa i dazi: nuove opportunità per le aziende italiane L’abbassamento dei dazi conseguente all’ingresso della Russia nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) “potrà offrire nuove possibilità per gli investitori, e in particolar modo per piccole e medie imprese che sono molto importanti per il sistema economico di Italia e Russia”
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o ha affermato Natela Shengeliya, presidente della Rappresentanza commerciale della Federazione Russa in Italia, nel corso del convegno “Possibilità di ulteriori vantaggi nei rapporti commerciali fra Italia e Russia dopo il suo ingresso nel Wto”, organizzato da Banca Marche e dal Consolato onorario della Federazione Russa di Ancona.. Secondo la Commissione europea, la scelta di Mosca comporterà un risparmio sui dazi all’import di circa 2,5 miliardi di euro e un aumento delle esportazioni dall’Unione europea verso la Russia pari a 3,9 miliardi. In particolare, “in media la riduzione dei dazi doganali per i prodotti industriali sarà pari al 3%, mentre per quelli agricoli del 4,4%. Circa il 30% degli attuali dazi subiranno l’abbassamento non oltre i 5 punti percentuali. Per gli articoli i cui dazi saranno ridotti dal 7% a oltre 10% è previsto un periodo transitorio tra 5 e 7 anni”, a seconda della tipologia di prodotto. Inizialmente i dazi sono stati ridotti del 10 per cento, con riferimento principalmente a latticini, carne, prodotti ortofrutticoli ed automobili.Per il console onorario della Federazione Russa, Armando Ginesi, l’ingresso della Russia nel Wto (avvenuto il 22 agosto scorso) rappresenta “un evento di straordinaria importanza, che non mancherà di giovare alle relazioni fra la Russia e le imprese di questo territorio”.
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INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-RUSSIA L’Italia è il terzo Paese dell’Unione europea e il quinto al mondo. Nel 2011 l’interscambio commerciale tra i due Paesi è stato pari a 46 miliardi di dollari, con un incremento del 22,6 per cento rispetto al 2010, mentre le esportazioni italiane in Russia sono cresciute del 33,4 per cento. Nel primo semestre 2012 l’interscambio commerciale ha registrato un incremento del 3,4 per cento, per un totale di 21,3 miliardi di dollari. Le importazioni russe dall’Italia sono aumentate del 12,6 per cento per gli articoli in pelle, del 7,2 per cento per le calzature e dell’8 per cento per i mobili (dati statistici russi). Molto vitale inoltre il settore degli investimenti congiunti: nel 2011, infatti, a tale finalità è stato destinato un miliardo di dollari (secondo i dati statistici russi, mentre per l’Italia si tratta di oltre 10 miliardi di dollari) di cui 785 milioni in investimenti diretti. “La differenza – secondo la Shengeliya - si spiega col fatto che la maggior parte delle imprese italiane realizzano i progetti d’investimento attraverso le loro controllate con sede all’estero, in particolare nei Paesi Bassi”.
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Il firmamento delle marchigiane quotate In questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate
Biesse Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
ELICA +25,57% +2,05%
Nel panel dei titoli marchigiani osservati, quello di BIESSE è l’unico che mostra un lieve rallentamento rispetto alla nostra rilevazione di fine agosto 2012. L’ipotesi di nuovi cali troverebbe conferma nella performance negativa (-0.07%) sul Ftse All-Share rilevata il 05/10/2012. In merito ai volumi, essi sono risultati pari a 11.906 pezzi scambiati, valore superiore alla seduta precedente, ma inferiore alla media settimanale, segno comunque di interesse crescente intorno al titolo. Trend di breve altalenante.
Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
Crescita da primato per il titolo ELICA, che fa registrare un + 32,86% sul mese precedente. E’ questo il titolo top player del mese. In termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, una variazione neutrale sulla giornata di borsa del 05/10/2012. I volumi sono risultati pari a 13.307 pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori sta diminuendo. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve all’insegna della stabilità.
Indesit Ord.
Poltrona FRAU
Segmento: MTA Performance 1 anno: Performance 1 mese:
Segmento: Star Performance 1 anno: Performance 1 mese:
-7,39% +11,55%
Il titolo INDESIT COMPANY fa registrare un corposo rialzo rispetto alle rilevazioni del mese precedente (+11,55%). Inoltre a conferma del buon momento, anche la performance sul Ftse All-Share è del +1,46% sulla giornata di borsa del 05/10/2012. I volumi tuttavia sono risultati pari a 244.727 pezzi scambiati, un valore inferiore alla seduta precedente, e sotto la media settimanale. Partecipazione decrescente degli operatori. Trend di breve all’insegna della stabilità.
+47,42% +1,24%
Il titolo TOD’S prosegue ormai da mesi il suo corso positivo, con un aumento su base mensile del +1,24%. Inoltre in termini di performance relativa rispetto all’indice Ftse All-Share, fa registrare una sovra-performance da primato con un +2,31% sulla giornata di borsa del 05/10/2012. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. ùI volumi sono risultati pari a 124.401 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente, sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando; probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Ipotesi di trend di breve al rialzo. 50
+21,52% +6,67%
Il titolo POLTRONA FRAU finalmente torna a salire, guadagnando 6,67 punti percentuali sul brutto mese di settembre. L’ipotesi di nuovi apprezzamenti viene inoltre enfatizzata dalla sovraperformance relativa sul Ftse All-Share (+0,73 %) sulla giornata del 05/10/2012. I volumi tuttavia sono stati pari a 62.326 pezzi scambiati, cioè inferiori sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli investitori sta scemando, con probabile avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve comunque positivo.
TOD’S Segmento: Blue Chip Performance 1 anno: Performance 1 mese:
-6,16% +32,86%
Rubrica a cura di Michele Sasso Divisione Strategia e Finanza di Impresa – Gruppo Sida m.sasso@sidagroup.com Tel. 071.28521
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VITA DA MANAGER
Elke Ahrenholz 52
Tedesca d’origine, marchigiana d’adozione; la passione per la musica, in particolare per la fisarmonica, le ha cambiato la vita, fino a farla diventare amministratore delegato della Victoria Accordions, la storica azienda di Castelfidardo che produce fisarmoniche artigianali dal 1919. L’abbiamo incontrata in azienda, tra splendidi strumenti e calde note… di A. Dachan
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ottoressa Elke, vuole raccontarci il percorso che l’ha portata a d iventare manager della Victoria Accordions? “La mia è sicuramente una storia originale. La vita manageriale è iniziata grazie alla musica, che è stata il mio grande amore di sempre. Vengo da una famiglia di commercianti e ad Hannover, dove vivevo, da giovane ho studiato sassofono; ho fatto uno stage scolastico presso un’azienda di pianoforti e quell’ambiente mi piaceva molto. A sedici anni ho iniziato gli studi di fisarmonica e con questo strumento si è istaurato un rapporto direi viscerale. Non amavo solo il suo suono, ma la sua stessa struttura, la sua costruzione e ho deciso che avrei voluto andare a fondo. Poi ho conseguito la Laurea in pedagogia degli strumenti musicali e a quel punto avevo voglia di proseguire i miei studi musicali e mi sono iscritta ad un corso di perfezionamento tenuto dal mitico musicista Richard Galliano. Lì ho conosciuto mio marito, che lavorava nell’azienda di famiglia, che produceva le fisarmoniche “Victoria”. Dopo quattro anni su e già tra Italia e Germania ho deciso che mi sarei trasferita a Castelfidardo e ho iniziato a lavorare in azienda”. Lei conosceva lo strumento, ma come è stato il suo approccio quando è passata dalla parte della produzione dello stesso? “Prima mi sono formata, ho voluto capire il processo artigianale che porta alla creazione di questo straordinario strumento, perché solo così potevo realmente comprenderlo e avere un ruolo nella crescita aziendale. Nella prima fase mi sono occupata di sales and marketing; nel 2001, quando mio suocero si è ritirato, ho voluto acquistare il 30 % delle quote aziendali. È stato un passo importante, ma sapevo di amare il mio lavoro e di saperlo fare”. Quello della fisarmonica è un mercato importante? “Gli strumenti musicali prodotti artigianalmente sono dei piccoli capolavori, unici e inimitabili e il mercato lo sa. Oggi la
crisi ha ridimensionato tutto, ma pensi che nel 1956 la prima voce dell’export italiano la faceva segnare proprio la vendita di fisarmoniche artigianali. Castelfidardo aveva 9 mila abitanti, ma c’erano 12 mila persone impiegate in questo ambito produttivo, che venivano dalle zone limitrofe. Era un motore importantissimo e muoveva tutta una filiera: con 5000 parti che la compongono e 4/5 mesi necessari alla lavorazione di ogni strumento, può rendersi conto che stiamo parlando di una realtà straordinaria”. Che tipo di rapporto instaurate con la clientela? “Un rapporto che dura negli anni, un rapporto di ascolto, di complicità che inizia con la vendita dello strumento, ma prosegue nel tempo. I nostri clienti sono artisti, sono dei creativi, dei comunicatori e bisogna capire bene le loro esigenze. Quando entrano da noi non visitano solo lo showroom, ma vogliono incontrare gli artigiani, parlarci, proprio perché ne apprezzano il lavoro e lo sentono parte integrante del proprio progetto artistico. Da ragazza ho lavorato in un negozio di fisarmoniche che faceva anche edizioni musicali e quindi ho potuto studiare anche la discografia e ho imparato l’importanza dei assistere gli artisti che si rivolgono a noi. Così tre anni fa abbiamo aperto anche una casa discografica”. Vedo che lei ha poster di molti artisti che suonano le vostre fisarmoniche. “Sì, sono i nostri migliori ambasciatori. Pensi a come è stato bello per me rivedere Galliano dopo quel famoso corso di musica, stavolta in veste di imprenditrice, proprio perché lui suona solo il nostro prodotto. Galliano ha dichiarato: “Dopo più di quarant’anni le mie fisarmoniche Victoria fanno parte del mio corpo, della mia anima e della mia vita”. Porto nel cuore tutti i nostri artisti, come Frank Marocco, di cui sono stata manager per cinque anni e anche se ora non c’è più, l’emozione per le sue esibizioni è sempre viva”.
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VITA DA MANAGER
“Sono manager di un’azienda che lavora con gli artisti e devo saper parlare la loro lingua e conoscere il loro mondo per soddisfarli”.
Sicuramente è un mondo molto originale, diverso da quelli a cui solitamente si associa la figura di un imprenditore… “Eh sì, siamo imprenditori che lavorano con artisti, quindi parliamo la loro lingua e il fatto che conosciamo lo strumento e lo suoniamo noi stessi ci agevola non poco. Pensi solo a come è fatta una fisarmonica: è uno strumento che si indossa, che sta a contatto con il corpo, che entra in simbiosi con il suo proprietario, fino a prenderne l’odore. Inoltre è un oggetto artigianale che ha una vita lunghissima. Conoscere queste peculiarità ci aiuta a migliorare la produzione, a investire in ricerca per alleggerirne il peso, per renderne il suono sempre più pulito”. Che tipo di marketing fate per proporre il vostro prodotto, così gettonato all’estero? “Partecipiamo alle fiere, facciamo marketing su riviste specializzate, ma soprattutto organizziamo eventi, concerti, concorsi, festival, manifestazioni a cui invitiamo gli artisti, che suonano con grande gioia. Su un catalogo si può scegliere un modello, ma non si può provare il suono e questi eventi ci permettono di dare agli artisti anche questa opportunità”. Tra produzione, suoni e viaggi, come definirebbe la sua vita da manager? “Sicuramente molto intensa, piena, vissuta in ogni istante. Ho quattro figli e sono quotidianamente impegnata nella conciliazione tra il mio ruolo di madre e quello manageriale. La matti-
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na li accompagno a scuola, poi abbiamo ogni giorno la riunione di produzione per fare il punto; successivamente ci sono gli appuntamenti con i clienti e ci sono, immancabilmente, i viaggi, ma in questo ci alterniamo: una volta vado io, una volta va mio marito”. Come vede il futuro suo e dell’azienda? “Lavorando con 40 Paesi al mondo ci rendiamo conto che di fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita il valore e l’eccellenza del prodotto non possono essere copiati, né imitati e questo è un asse nella manica. Ma come dicevo prima il mercato oggi è diverso e tutti abbiamo avvertito un calo nelle vendite. Pensi che il 90% delle nostre produzioni va all’estero, solo il 10 % resta in Italia e questo ci impone una conoscenza dei mercati stranieri molto approfondita. Per quanto riguarda me vedo un futuro con la musica sempre protagonista”. Prima ha menzionato il compianto Frank Marocco, ma lei è manager anche della più intonata sul palco di Miss Italia… “Diciamo di sì, è stata una bella emozione. Biagio Antonacci ha scelto, per la sua ultima canzone “Non vivo più senza te”, di farsi accompagnare sul palco di Miss Italia dal maestro Massimo Tagliata, che ha eseguito l’assolo con la sua fisarmonica Victoria. Sentirla suonare anche in quell’occasione ci ha dato grande soddisfazione, Victoria è stata protagonista assoluta”.
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CONSULENZA
Al via il decreto “Crescita 2.0” a cura della Redazione
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o scorso 4 ottobre il Consiglio dei Ministri ha varato il cosiddetto “decreto Crescita 2.0”, un secondo provvedimento destinato ad incentivare la modernizzazione dell’apparato pubblico del Paese e la semplificazione dei rapporti tra la Pubblica Amministrazione e i privati (cittadini ed imprese) Si riporta di seguito una sintesi delle nuove norme, che puntano – per utilizzare le parole contenute nel comunicato di Palazzo Chigi - “in modo ambizioso, a fare del nostro Paese un luogo dove l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese”.
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AGENDA DIGITALE
IDENTITA’ DIGITALE
• Creazione di un documento digitale unico che vada a sostituire la carta di identità e la tessera sanitaria • Istituzione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e Archivio georeferenziato delle strade • Censimento ISTAT della popolazione annuale dal 2016 • Costituzione del domicilio digitale per il cittadino e per le imprese attraverso cui inviare e ricevere tutte le comunicazioni con la PA
PA DIGITALE
• Open data: introduzione della definizione di dato aperto. Valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale • Interoperabilità delle anagrafi di rilevanza nazionale • Acquisti della PA esclusivamente via telematica. Impulso al riutilizzo dei programmi informatici • Promozione e diffusione di servizi innovativi di trasporto intelligenti (ITS) e di biglietteria automatica. • Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico • Particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie che permettano la fruibilità per le persone con disabilità sensoriali
ISTRUZIONE DIGITALE
• Dall’anno accademico 2013/2014 introduzione del fasciscolo elettronico dello studente per una gestione più efficiente dell’intera carriera universitaria e favorendo la mobilità tra diversi atenei • Adozione progressiva di testi scolastici in versione digitale dall’anno scolastico 2013/2014 • Creazione dei centri scolastici digitali utilizzando le nuove tecnologie per il collegamento degli studenti in ambiti territoriali particolarmente isolati (ad esempio piccole isole e comunità montane). Tali centri saranno istituiti con apposite convenzioni dal MIUR
SANITA’ DIGITALE
• Istituzione del fascicolo sanitario elettronico (FSE) inteso come documento digitale unico dei dati socio sanitari del paziente • Accelerare il processo di prescrizioni mediche digitali definendo tempi certi e uguali su tutto il territorio nazionale • Possibilità di conservare le cartelle cliniche solo in forma digitale • Estensione della spendibilità delle prescrizioni di farmaceutica a tutto il territorio nazionale
DIVARIO DIGITALE
• 150 milioni di euro stanziati per portare la banda larga in aree a fallimento di mercato nel Centro Nord (es. comunità montane e piccoli comuni) in una logica di attivazione di maggiori risorse regionali e private • 600 milioni di euro per lo sviluppo della banda larga ed ultralarga nelle zone meridionali, cifra già disponibile • Agevolare la diffusione della banda ultra larga semplificando gli adempimenti normativi (es. per le autorizzazioni allo scavo) • Esenzione dalla tassa per l’occupazione del suolo e del sottosuolo per gli scavi per la posa di fibra ottica • Gli operatori di tlc avranno assicurato l’accesso alla parti comuni degli edifici per le operazioni di posa della fibra ottica
• Introdotto l’obbligo per la PA di accettare pagamenti in formato elettronico e di pubblicare sui siti internet i codici IBAN PAGAMENTI • Estendere l’obbligatorietà dell’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento a tutte le attività di vendita di ELETTRONICI prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali • I pagamenti elettronici potranno essere eventualmente effettuati tramite tecnologie mobile
GIUSTIZIA DIGITALE
• Snellire modi e tempi in materia di comunicazioni e notifiche, introducendo processi per via telematica. Nei procedimenti civili le comunicazioni delle cancellerie dovranno essere effettuate solamente per via telematica. Nei procedimenti penali è prevista comunicazione online per tutte le notifiche alle persone diverse dall’imputato • Semplificazione delle notifiche per la legge fallimentare introducendo le comunicazioni online nei momenti essenziali della procedura
fonte: Consiglio dei Ministri 57
CONSULENZA
START UP INNOVATIVE
COSA SONO
ADEMPIMENTI
RISORSE FINANZIARIE
AGEVOLAZIONI
• società di capitali, costituite anche in forma cooperativa • non quotate, detenute e controllate almeno al 51% da persone fisiche • sede principale in Italia • meno di 4 anni di attività • fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro • non distribuiscono utili • contenuto innovativo identificato con: - almeno 30% spese in ricerca e sviluppo - almeno 1/3 della forza lavoro complessiva costituita da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori - startup titolare o licenziatario di brevetto • Obbligo di iscrizione in una sezione speciale del Registro delle Imprese LAVORO • Contratto di lavoro a tempo determinato per le startup innovative: 1. primo contratto di almeno 6 mesi 2. nel periodo tra i 6 mesi e i 3 anni, possibili più rinnovi contrattuali anche senza soluzione di continuità 3. dopo il terzo anno è possibile un solo rinnovo per un ulteriore anno 4. dopo 4 anni assunzione a tempo indeterminato, altrimenti è espressamente vietato che la collaborazione possa continuare con altre fattispecie di lavoro subordinato o anche “fittiziamente” autonomo • Remunerazione: parte fissa, che segue i minimi tabellari, e parte variabile, che può essere remunerata anche con quote della società (stock options) • Possibilità di remunerare fornitori esterni con quote della società (work for equity) • Incentivi fiscali per privati cittadini e aziende che investono in startup • Introduzione in Italia del crowdfunding, strumento di finanziamento innovativo che prevede la raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali online • Accesso gratuito e semplificato al Fondo centrale di garanzia • Risorse subito disponibili 200 milioni euro (110 a regime più 50/100 da FII di CDP) • Entro ottobre decreto ministeriale per stanziare fondi per le startup in Mezzogiorno • Riduzione degli oneri per l’avvio di una startup • Certificazione degli incubatori per valorizzare quelle realtà che meglio sanno offrire servizi adeguati all’avvio e allo sviluppo di startup innovative, e a cui sono estese alcune delle misure previste per le stesse startup • Sostegno all’internazionalizzazione delle startup da parte dell’Agenzia ICE • Semplificazione delle procedure liquidatorie
fonte: Consiglio dei Ministri 58
INFRASTRUTTURE Viene introdotto un credito di imposta come contributo pubblico alla realizzazione di opere strategiche e di importo superiore a 500 milioni di euro, che potranno in questo modo raggiungere l’equilibrio finanziario altrimenti non conseguibile. Il credito potrà arrivare fino al limite massimo del 50% a valere sull’Ires e sull’Irap in relazione alla costruzione e gestione dell’opera. In questo modo sarà possibile favorire la realizzazione di un considerevole numero di grandi infrastrutture, senza incidere sulle entrate erariali e per di più stimolando un indotto positivo anche per le entrate pubbliche.
ATTRAZIONE di INVESTIMENTI ESTERI • Istituzione di un unico punto di coordinamento stabile, tempestivo e efficace per i soggetti imprenditoriali esteri che manifestino la volontà di investire in Italia • Istituzione di Desk Italia, uno sportello unico per l’attrazione di investimenti esteri in Italia. Tale sportello utilizzerà personale ministeriale, dell’ICE e dell’Agenzia Invitalia, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica • Coordinamento con desk delle Regioni • La promozione del Made in Italy sui mercati internazionali sarà rafforzata grazie al fatto che Simest potrà partecipare al capitale di apposite società commerciali aventi sede anche in Italia.
CREDITO alle PMI • Con l’obiettivo di consentire ai confidi di rafforzarsi patrimonialmente, si riconosce la facoltà di imputare al fondo consortile - i fondi rischi - altri fondi - riserve patrimoniali costituiti da contributi di Stato, regioni, EELL esistenti • Misure per rendere più facilmente applicabile il nuovo regime a supporto dell’accesso al mercato dei capitali da parte di società non quotate, regime introdotto col primo decreto crescita • Rafforzamento ed estensione delle reti d’impresa (anche nel comparto agricolo)
ASSICURAZIONI • Affidamento ad una struttura interna dell’IVASS della prevenzione amministrativa delle frodi nel settore delle assicurazioni della RCA. Gestione di un’unica banca dati attraverso cui sarà più facile individuare anomalie e frodi. L’IVASS potrà segnalare tali anomalie alle Autorità giudiziarie • Abolizione delle clausole di tacito rinnovo eventualmente previste dai contratti • Introduzione del contratto base di RC Auto che tutte le compagnie sono tenute a offrire in regime di piena libertà tariffaria • Creazione di un’area riservata su tutti i siti internet per garantire una corretta ed aggiornata informativa online. • Possibilità di collaborare tra intermediari per favorire la concorrenza • Ripristino del termine di 10 anni per la prescrizione delle polizze vita “dormienti”
fonte: Consiglio dei Ministri 59
CONSULENZA
Comunicazione, porte aperte in azienda Per la prima volta nelle Marche un evento di livello nazionale sulle vendite e la gestione del team. L’importanza del linguaggio extraverbale, la ricerca delle competenze idonee in materia di comunicazione: ne parliamo con il prof Felix B.Lecce, docente universitario di “ Comunicazione Non Verbale”, Comunicazione ed Analisi Comunicazionale Forense”
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l linguaggio extraverbale, quanto è importante per un imprenditore? “Il “linguaggio” extraverbale, che più semplicemente possiamo definire il “come” si parla (e il “come” ci si esprime per iscritto), incide sulla nostra efficacia comunicazionale interpersonale nella misura del 93 per cento, così come ha dimostrato, ormai da molti anni, la ricerca scientifica svolta dal professor Albert Meharabian della University of California di Los Angeles, famoso in tutto il mondo per il suo paradigma del “7% - 38% - 55%”. Va detto inoltre che da tale “linguaggio” dipende anche la maggior parte della nostra capacità di convincere gli altri, il nostro carisma e, di conseguenza, anche la nostra reputazione personale e professionale”. Secondo Lei, quanto è rilevante che lo staff di ogni
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azienda possieda capacità e competenze relativamente alle materie inerenti la comunicazione? “L’errore principale che commettono molte organizzazioni ed aziende, anche molto all’avanguardia, è quello di considerare la formazione sulla comunicazione una mera erudizione “una tantum”, trascurando che la funzione principale della stessa dovrebbe essere quella di implementare le abilità e le competenze relazionali dei collaboratori, motivandoli ad applicare il più possibile (e vantaggiosamente) tali acquisizioni nella realtà aziendale di tutti i giorni. Certamente i membri dello staff aziendale devono possedere almeno le basilari competenze di autocomunicazione motivazionale, di autocontrollo comunicazionale e di intelligenza extraverbale, se ci si vuole assicurare soprattutto un
duraturo clima collaborativo e di sana competizione professionale all’interno all’azienda, oltre che un efficace e fidelizzante rapporto con la clientela. Tali competenze relazionali risultano spesso anche la più efficace risorsa per prevenire quelle particolari forme di conflittualità interne ai team manageriali e commerciali, che sfociano spesso in drastici crolli della motivazione, a tutto discapito del successo e della reputazione dell’azienda”. Quali sono le regole da seguire nei processi di comunicazione aziendale (tra colleghi, tra titolare e collaboratori, ecc…)? Come possono essere migliorati? “I processi di comunicazione aziendale interna dovrebbero seguire soprattutto le stesse regole di una buona, efficace, convincente e motivante comunicazione interpersona-
le. Troppo spesso, però, non seguono delle regole precise, ma risentono marcatamente di emotività individuale, incontrollata e situazionale. Manca una vera cultura dell’autocontrollo comunicazionale. Si investe molto per formare le persone sulla comprensione ed influenza dell’altrui comunicazione e ben poco per colmare il vero deficit dei processi comunicazionali d’azienda. Il modo più efficace per migliorare i processi di comunicazione aziendali, sia interni che esterni, è quello di coinvolgere il top management, i manager e i collaboratori in specifici programmi di formazione “continua” che prevedano frequenti incontri formativi, sia indoor che outdoor, di breve durata, ma ad alto impatto esperenziale. Seguiti, a distanza di qualche mese, da periodici incontri di verifica delle effettive competenze acquisite da
ognuno, e incontri di followup di abituazione alle nuova mentalità e alle nuove prassi di comunicazione aziendale. Il paradosso è che si parla molto di R.O.I., e poi si fa ben poco per far sì che gli investimenti di risorse, di tempo e di denaro spesi in formazione siano effettivamente fruttuosi di risultati efficaci e duraturi”. Uno dei temi formativi che Lei affronta è relativo al “Lie to me” nella vendita. Quante bugie si sviluppano solitamente in una normale comunicazione tra venditore e potenziale cliente? E quante invece caratterizzano in media una normale comunicazione quotidiana con altri soggetti? “In una normale comunicazione tra venditore e potenziale cliente intervengono spesso “bugie di ruolo” e “bugie difensive”. Le “bugie di ruolo” vengono dette “strate-
gicamente” e in abbondanza da taluni venditori nel tentativo di recitare capziosamente l’immedesimazione con il cliente e per instaurare un rapido feeling relazionale con lo stesso. Anche il cliente dice “bugie di ruolo” per prendere tempo e per ottenere sconti. Le bugie dei clienti, così come le loro obiezioni, dovrebbero essere interpretate dai venditori come un utile feedback di mancata instaurazione o di perdita di feeling relazionale, anziché essere combattute strenuamente con tattiche verbali che finiscono soltanto per far sentire chi compra costretto ad acquistare, in un primo momento, recedendo, però, successivamente per effetto del “rimorso del compratore”. In una normale comunicazione fra adulti le bugie che intervengono più spesso e in gran quantità sono le cosiddette “bugie necessarie” o “bugie a buon
fine”, oltre che le “bugie difensive””. Cosa consiglierebbe ad un giovane che si appresta ad intraprendere l’attività del “commerciale”? “Darei essenzialmente i seguenti consigli: 1. Accertati di voler intraprendere convintamente l’attività del “commerciale” e di essere disposto ad accettarne anche gli inconvenienti; 2. Investi tempo e denaro per imparare sia da docenti che da formatori e da commerciali di successo, “come” diventare vincente, con le loro strategie, ma a modo tuo; 3. Investi molto in formazione pratica che ti permetta di migliorare la tua flessibilità mentale, la tua efficacia comunicazionale, soprattutto quella del corpo e della voce. Più sarai flessibile ed efficace con il linguaggio del corpo e della voce, e maggiori saranno le tue pos-
sibilità di successo; 4. Mai commettere l’errore di credere che “sapere” equivalga a “saper insegnare” e a “saper fare”. Un bravo commerciale potrebbe essere bravissimo a vendere, ma incapace di insegnarti a vendere. Un bravo docente o formatore potrebbe essere bravissimo ad insegnarti le tecniche di vendita, ma incapace di vendere. Rivolgiti ad ognuno per riceverne ciò che può offrirti effettivamente in base alle relative capacità: un bravo docente o formatore può spiegarti, dimostrarti e motivarti a fare il “commerciale”. Un bravo “commerciale” può insegnarti a “saper essere” un buon commerciale, ecc.”.
Fonte: Vendere di più 61
CONSULENZA
Il prodotto, prima del prodotto Per la prima volta in Italia, l’importanza della presentazione commerciale. Il venditore genera nel cliente delle aspettative tali da fargli sentire già suo un bene o un servizio. E l’acquisto avviene ancora prima del “sì”. Intervista a Paul Boross, esperto di presentazioni commerciali e comunicazione, lavora con aziende come Bbc, Google e Mtv. È autore di “The pitching bible”
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uanto è importante una buona presentazione nella vendita di un prodotto? “La presentazione è il prodotto! Il cliente “vede” la presentazione molto prima del prodotto, e a partire dalla presentazione si crea delle aspettative. Il prodotto, poi, riempie soltanto i vuoti creati dalle aspettative. Quando compri un’auto nuova, hai già una chiara idea di come ti sentirai la prima volta che la guiderai. Aspetti il suo arrivo con impazienza, persino con eccitazione. Tutte queste potenti emozioni non sono state create dal prodotto, ma dalla presentazione”.
Fonte: Vendere di più 62
obiettivi saranno gli stessi. Quando capirai che tu e il tuo cliente siete dalla stessa parte, ti connetterai molto facilmente”.
Una presentazione fallisce se... “Una presentazione fallisce se non la fai. È così facile costruirsi delle scuse e rimandare una presentazione. Dici a te stesso che puoi mandare solo una email, che è più conveniente lasciare che il cliente legga il tuo sito. Ma quando fai lo sforzo di connetterti con i clienti, di uscire dal tuo mododi pensare per comunicare con loro, di capire che bisogni hanno, di dare loro un’idea, di creare soluzioni ai loro problemi, sarai molto più avanti dei tuoi concorrenti che stanno seduti in ufficio aspettando che il telefono squilli”.
Se dovesse dare tre veloci consigli ai venditori che ci leggono, quali sarebbero? “Fai sempre ricerche sui clienti prima di presentarti. Cerca di conoscere la loro azienda, i loro concorrenti e i loro problemi. Per il cliente sarà la dimostrazione che stai tentando di vedere il mondo dal suo punto di vista. Non aspettare di iniziare la presentazione, in realtà stai creando aspettative molto prima di iniziarla. Infatti, dal momento in cui il cliente accetta il tuo invito, comincia a formare nella sua mente delle attese. Perciò influenzalo fin dall’inizio, con il modo di comunicare, di camminare nella stanza. Usa tutto quello che fai prima di iniziare la presentazione ufficiale. La presentazione non finisce quando finisci di parlare, quindi rendi ogni parola positiva e ogni movimento un rinforzo della tua presentazione. Una volta ritornato in ufficio, scrivi subito una lettera di risposta, elencando al cliente i punti chiave della tua presentazione e chiedendogli informazioni sugli affari dell’azienda”.
Com’è possibile stabilire un contatto con il cliente durante la presentazione? “Se ti focalizzi su te stesso, su quello che vuoi vendere, se sei troppo sicuro o nervoso, è normale essere disconnessi dai clienti. Perciò il modo più facile di connettersi è concentrarsi su di loro. Pensa a quello di cui hanno bisogno, come si sentono, che cosa è importante per loro. Il modo migliore in assoluto per ottenere quello che vuoi da altre persone è dare loro ciò di cui hanno bisogno. Il primo passo è lasciare andare la paura di non poter ottenere ciò che vuoi, così presto realizzerai che, come venditore, il tuo lavoro è dare alle persone ciò di cui hanno bisogno. Quindi, in realtà, i vostri
Di cosa parlerà al Seminario Intensivo (17 e 18 novembre a Pesaro)? “Di tutto questo e molto altro ancora. Entreremo nelle menti di eccellenti relatori e consolideremocompetenze che il pubblico già possiede. Ciascuno avrà differenti esperienze di presentazione, ioriempirò le lacune e condividerò alcuni strumenti molto pratici che chiunque può utilizzare subito per fare una buona presentazione. Sarà anche un’eccellente opportunità non solo per imparare dai relatori, ma anche per sperimentare il punto di vista del cliente e allo stesso tempo per capire ciò che funziona per te, perché quello che funziona per te è ciò che funziona anche per i tuoi clienti”.
Il carisma spiegato ai venditori Una trattativa che funzioni dev’essere condotta senza che il cliente se ne accorga, in equilibrio tra autorevolezza e disponibilità verso le sue richieste. Intervista a Emanuele Maria Sacchi, consulente e trainer per aziende di 16 Paesi
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osa significa per un venditore essere carismatico? “Molti venditori, in alcuni momenti della trattativa, sono in balìa del cliente: non sanno gestire efficacemente le obiezioni, si parla troppo del prezzo, non sanno concludere. Essere carismatici significa guidare la negoziazione senza che il cliente se ne accorga, mantenendo il rapporto e la relazione di fiducia”.
Un consiglio pratico per sviluppare il carisma nella vendita. “Normalmente si dice che la via giusta stia nel mezzo, che non bisognerebbe essere né troppodirettivi né troppo collaborativi, che tra il bianco e il nero la scelta migliore sia di essere un tranquillo ed equilibrato grigio. Non nel carisma. Il carisma non ha nulla a che vedere con le vie di mezzo. Per avere carisma, la caratteristica vincente consiste nella capacità di passare da un estremo all’altro. Se vogliamo essere percepiti come persone carismatiche, dobbiamo alternare determinazione e comprensione, e non confonderli, passando da un sorriso e un atteggiamento di disponibilità a un’espressione seria e decisa, per poi tornare sorridente e disponibile. Ripeto: alternare, non confondere”. La credibilità deriva anche dalle parole: quali non bisogna mai usare con il cliente? “Nel mio libro, “Il segreto del carisma”, che in quattro anni è arrivato alla decima ristampa solo grazie al passaparola, dedico un capitolo alle “frasi killer” e alle “frasi boomerang”. Ad esempio, una frase che i clienti detestano sentirsi dire è “Voglio essere onesto con lei” (perché con gli altri come sei?), oppure “Parlandole in tutta sincerità...” (perché finora mi hai raccontato solo bugie?)”.
Cosa deve tenere a mente un venditore quando è coinvolto in una negoziazione? “Ci sono venditori che non hanno una struttura per gestire il colloquio, allora improvvisano, e per giustificarsi si dicono che devono essere se stessi e spontanei. Le superstar della vendita invece applicano un metodo, prevengono le obiezioni del cliente e sanno come gestire l’argomento “prezzo”. Il metodo che preferisco, innovativo e potente, si chiama “consequence selling”; lo insegno, lo applico personalmente e in questi tempi non facili ho più clienti che tempo!”. Di questo e molto altro ne parlerà al Seminario Intensivo a Pesaro il 17 e il 18 Novembre.
FORMAZIONE & INNOV AZIONE
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CONSULENZA
Fisco, non tutte le dimenticanze costano caro Un recente provvedimento ha introdotto una sorta di ravvedimento operoso, al fine di evitare che una dimenticanza relativa a comunicazioni o adempimenti formali non eseguiti tempestivamente precluda al contribuente, in possesso dei requisiti sostanziali richiesti dalla norma, la possibilità di fruire di benefici fiscali o di normative di favore a cura della Redazione
S
tiamo parlando della cosiddetta remissione in bonis, in base alla quale la fruizione di benefici fiscali o l’accesso a regimi fiscali opzionali, subordinati all’obbligo di preventiva comunicazione oppure ad altro adempimento formale non tempestivamente eseguiti, non è preclusa se: la violazione non è stata constatata o non sono iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore dell’inadempimento abbia avuto formale conoscenza; il contribuente è in possesso dei requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento; viene effettuata la comunicazione o eseguito l’adempimento richiesto entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile; il contribuente – che dev’essere in buona fede - versa (“contestualmente”) 258 euro a titolo di sanzione. La norma si applica alle irregolarità per le quali alla data del 2 marzo 2012 non sia ancora scaduto il termine di presentazione della prima dichiarazione utile. La remissione in bonis si applica anche con riferimento alle irregolarità per le quali, alla suddetta data, sia scaduto il termine di presentazione della prima dichiarazione utile ma non sia ancora scaduto quello di presentazione della dichiarazione riguardante il periodo d’imposta nel quale l’adempimento è stato omesso. La re-
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missione in bonis si applica, ad esempio, al mancato esercizio dell’opzione per la tassazione per trasparenza per le società di capitali o per il consolidato fiscale: in entrambi i casi il modello potrà essere inviato entro il 31 dicembre 2012. Rientrano inoltre nell’ambito di applicazione dell’istituto il modello Eas per gli enti non profit, l’opzione per l’adesione al regime di liquidazione e versamento mensile o trimestrale dell’Iva di gruppo, l’opzione per la determinazione dell’Irap sulla base del bilancio e la tonnage tax. La rimessione in bonis non si applica invece alle comunicazioni o agli adempimenti fiscali la cui non tempestiva esecuzione si traduce in una mera irregolarità (si pensi ad esempio alla comunicazione richiesta ai fini della detrazione Irpef del 55 per cento per gli interventi finalizzati al risparmio energetico).
Per saperne di più: art. 2, commi 1, 2, 3 e 3-bis, D.L. 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modifiche dalla L. 26 aprile 2012, n. 44 Circolare Agenzia Entrate 28 settembre 2012, n. 38/E
FORMAZIONE
L’orientamento: la strategia per una professione La vita è divisa in tre fasi esistenziali: l’infanzia, la vita scolastica, la vita lavorativa. Ad ogni fase corrispondono una dimensione, un contesto, un ambiente in cui si è inseriti con diverse situazioni emozionali: successo, soddisfazione, benessere, gioiosità, serenità. Di converso, frustrazione, malessere, cattivo umore: situazioni psicologiche, queste ultime, che sfociano sovente in depressione, con conseguenti stati di disagio e sofferenza
L
’equilibrio emotivo o lo stato di benessere dipendono in modo fondamentale dalle scelte che noi compiamo: la scelta del percorso scolastico (scelta dell’istituto o dell’università) e le decisioni che prenderemo in ambito professionale. Sono contesti – quello formativo e quello del lavoro - caratterizzati da dinamiche differenti l’uno dall’altro, in quanto mossi da aspettative ed esigenze diverse. Entrare in un mondo formativo piuttosto che in un altro, intraprendere una strada professionale anziché un’altra, fa la differenza a livello di successo del percorso esistenziale e psicologico. Ne consegue che l’orientamento diventa un’attività, una funzione fondamentale nel processo delle scelte di vita: formativa, professionale e lavorativa. Alla funzione dell’orientamento va riservata un’attenzione particolare sia da quanti si trovano nella situazione di dover compiere decisioni che riguardano l’indirizzo degli studi, sia da coloro che devono scegliere la strada professionale, propedeutica e di orientamento per l’ingresso nel mondo del lavoro. L’attività di orientamento richiede conoscenze interdisciplinari. Bisogna, per prima cosa, essere dei buoni psicologi: capaci di saper diagnosticare i caratteri del soggetto, individuare i punti di forza e
di debolezza, la forma mentis, le attitudini, le motivazioni, il livello intellettivo, la capacità di saper dominare la complessità, di saper superare la frustrazione, l’intraprendenza, il senso di orientamento e di organizzazione, la capacità di leadership, estroversione, introversione, le attitudini, la capacità di giudizio. Ad ogni configurazione di personalità conseguono diverse scelte: dell’indirizzo degli studi, professionale e del lavoro. In seconda istanza occorre conoscere il sistema azienda, le sue funzioni, i rapporti interfunzionali, le dinamiche interpersonali all’interno dell’organizzazione, il funzionigramma, i mansionari delle diverse posizioni, le forme organizzative, i problemi legati alle strutturazioni aziendali, quelli legati all’ottimizzazione e allo sviluppo organizzativo, le dinamiche interpersonali, come i diversi stili di direzione. Tutti questi fattori possono caratterizzare i rapporti, la comunicazione, il clima, l’intero contesto lavorativo. Ogni azienda è un mondo a sè, un ambiente lavorativo diverso, con una vivibilità diversa; ogni lavoro all’interno di ciascuna azienda presenta aspettative differenti, capaci di produrre diversi gradi di soddisfazione e di difficoltà. Il compito dell’orientatore è fare in modo di indirizzare il soggetto verso gli studi giusti, una professione adeguata, in un contesto
ideale. La giusta scelta potrà fortemente condizionare la salute psichica del soggetto; spesso scelte sbagliate determinano situazione di fatica e sofferenza, che in alcuni casi perdurano per tutta la vita, sfociando spesso in stati di nevrosi. Altra fondamentale conoscenza che l’orientatore deve possedere è quella macroeconomica, sui cambiamenti economici, sull’evoluzione dei diversi settori dell’economia, sui caratteri del mercato del lavoro, sull’evoluzione della domanda e dell’offerta nei diversi comparti che la compongono, sulle diverse forme dimensionali delle aziende e dei settori. Questi tre mondi si interconnettono determinando contesti, ambienti, dinamiche, rapporti diversi. L’individuo calato in queste diverse situazioni ambientali, con aspettative diverse nei suoi riguardi, può vivere momenti di successo e benessere oppure frustrazione. Il messaggio che ne deriva da queste considerazioni è che all’orientamento (maestro di vita) va riservata una considerazione particolare e a svolgere tale nobile professione debbono essere chiamate persone con avanzata esperienza, maturità e vocazione. Francesca De Palma Area Formazione Gruppo Sida f.depalma@sidasrl.it Tel. 071.28521
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FORMAZIONE
La funzione della formazione universitaria Quali sono i cambiamenti necessari affinchè possa adempiere con efficacia alla sua funzione? di Flavio Guidi
T
utti noi ci aspettiamo che frequentando l’Università si possano acquisire conoscenze che nel futuro ci consentano di interagire con il sistema in cui siamo inseriti in modo più efficace, traendone da ciò un posizionamento più forte nel contesto. E allora bisogna ragionare come si ragiona in un’azienda. Ma procediamo per punti: il primo problema è il prodotto. Particolare attenzione va rivolta al mercato. Individuati i bisogni occupazionali nei vari comparti del contesto sociale in termini quantitativi e qualitativi, definito il quadro informativo, occorre conformare quali e quanti laureati preparare per ogni esigenza. Particolare cura dovrà essere posta ad individuare i contenuti formativi, che dovranno essere capaci di rispondere ai mutati caratteri che le professioni oggi richiedono; dovranno, anzi, prevedere i mutamenti che interverranno nel prossimo futuro. Tra queste aspettative vi sono il livello e la qualità delle conoscenze e il livello delle competenze e abilità che dovranno essere acquisite, nonché le opportunità da esse derivanti in termini di sistemazione occupazionale e crescita professionale. I dati statistici sull’inserimento dei laureati ci dicono che la laurea in Italia non adempie a tale ultima funzione: in altre parole, non sempre essa rappresenta lo strumento più idoneo ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. Anche per quanto attiene ai contenuti qualitativi non di rado si rilevano carenze. E’ quanto mai necessario prevedere conoscenze e competenze trasversali, sviluppando quanto più possibile la capacità e attitudine alla formazione continua, con particolare riguardo all’autoformazione: il learning by doing dovrà essere inserito prepotentemente. La metodologia di apprendimento dovrà essere profondamente cambiata, inserendo l’ICT in ogni momento di somministrazione dell’insegnamento. Il mondo della formazione ha bisogno più di maestri che di oratori: il che significa, in concreto, più di docenti che abbiano maturato significative esperienze specifiche nel mondo aziendale che “puri” accademici.
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FORMAZIONE
Ma il New York Time ci snobba Dalla classifica delle migliori università al mondo stilata dal quotidiano americano, gli atenei italiani non ne escono bene: il primo (l’Università di Bologna) si piazza al 226° posto … a cura della Redazione
I
l World University Rankings 20112012 è una speciale graduatoria realizzata dal New York Time in collaborazione con Reuters che valuta la qualità delle università di tutto il mondo prendendo a riferimento 13 elementi, divisi in cinque categorie: qualità dell’offerta formativa, qualità della ricerca, influenza delle pubblicazioni realizzate, grado di innovazione ed attenzione all’internazionalizzazione. Guardando le prime posizioni, pare che la qualità accademica parli inglese: tutti i primi dieci atenei, infatti, sono anglosassoni.
LE UNIVERSITÀ ITALIANE Stando a questa classifica, le Università del Bel Paese restano indietro: per rintracciare le prime – Università di Bologna, Statale di Milano, Bicocca, Trieste e Padova – dobbiamo risalire alla fascia dal 226° al 250° posto. Nella fascia dalla 276° al 300° posizione si trova Trento, seguita di poco (fascia dal 301° al 350° posto) dalle Università di Modena e Reggio Emilia, Pisa, Politecnico di Milano e La Sapienza di Roma. Un gradino sotto, invece, l’Università “Aldo Moro” di Bari, il Politecnico di Torino e l’Università del Salento. Nessun ateneo regionale, invece, tra i primi 400 al mondo.
LE PRIME 10 UNIVERSITÀ AL MONDO (PER IL NEW YORK TIMES)
POS.
ATENEO
SCORE
1
California Institute of Technology (Usa)
94,8
2
Harvard University (Usa)
93,9
3
Stanford University (Usa)
93,9
4
University of Oxford (UK)
93,6
5
Princeton University (Usa)
92,9
6
University of Cambridge (UK)
92,4
7
Massachusetts Institute of Technology (Usa)
92,3
8
Imperial College London (UK)
90,7
9
University of Chicago (Usa)
90,2
10
University of California Berkeley (Usa)
89,2
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FORMAZIONE
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IMPRESE
Il VI Censimento dell’agricoltura – i cui dati sono stati diffusi lo scorso 12 luglio – ha rilevato come le recenti trasformazioni gestionali e strutturali che hanno interessato il settore agricolo (per le quali si rinvia alle pagine introduttive dello Speciale) abbiano prodotto rilevanti effetti anche sul versante lavorativo
Agricoltura: domina ancora l’impresa familiare, ma il lavoro è più specializzato I n particolare, nel citato Rapporto Istat si legge che “(…) la forza lavoro diminuisce (-50,9%), si sposta verso la manodopera salariata (la cui quota passa dal 14,3% al 24,2% tra il 2000 ed il 2010), mentre per tutte le tipologie di manodopera aumentano le giornate/uomo mediamente lavorate che passano da 42,3 a 64,8 all’anno. La presenza dei familiari in azienda tende a diminuire (-56,6%) ma coloro che restano intensificano il proprio apporto, specializ-
zandolo e professionalizzandolo”. Le aziende agricole italiane restano comunque tuttora ancorate al nucleo familiare: il 99 per cento di esse, infatti, fanno ricorso alla manodopera familiare, e il 76 per cento della manodopera complessiva è garantita dal lavoro del conduttore e dei suoi familiari. La quota di manodopera femminile si attesta attorno al 37 per cento.
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IMPRESE
Imprenditorialità e libera professione, due risposte positive alla disoccupazione La congiuntura finanziaria ed economica, che è diventata non una crisi congiunturale o ciclica, bensì strutturale, sta producendo alti tassi di disoccupazione. Le strutture aziendali, soprattutto quelle produttive, avvertono una grande difficoltà a riconvertirsi, adeguandosi alle nuove configurazioni dimensionali e strutturali dei mercati. di M. Palumbo
L
e aziende sono spesso legate da vincoli strutturali di origine sia endogena (tecnologie obsolete, strutture organizzative inadeguate, appesantimenti finanziari cronici) che esogena (elevati costi del lavoro, dell’energia, delle infrastrutture, oneri fiscali e burocratici, funzionamento macchinoso della giustizia). Tale situazione conduce inevitabilmente alla formazione di processi decozionali: da qui l’acuirsi della disoccupazione, soprattutto nell’ambito privatistico. La continua chiusura di aziende farà sì che i livelli di reddito dei lavoratori dipendenti saranno in un primo momento sostenuti e surrogati dagli ammortizzatori sociali. Ne conseguirà un progressivo incremento del fabbisogno finanziario, mentre le fonti di copertura diventeranno sempre più scarse. Per risolvere il problema si dovrà ridurre il fabbisogno. E quindi? I disoccupati dovranno pensare a reinventare una professione, una nuova capacità di produrre reddito e conseguentemente rigenerare una fonte di reddito tassabile. Il lavoro dipendente nel prossimo futuro dovrà rendersi sempre più flessibile. Dimensionalmente dovrà ridurre la sua quota nel mercato del lavoro rispetto alla libera professione e l’imprenditorialità. Talune esigenze - tra le quali la riduzione del costo del lavoro, maggiori “adattabilità”, specializzazione e flessibilità organizzativa - determineranno un processo di rapida revisione della profes-
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sione e delle modalità di somministrazione della prestazione. Le organizzazioni aziendali che si andranno a conformare nel futuro si concentreranno quanto più sui core-business, producendo processi di outsourcing della maggior parte delle attività aziendali oggi interne all’azienda. Queste saranno svolte da nuove e più numerose aziende di servizi, da nuove figure professionali che risponderanno a processi organizzativi aggregativi. Sarà così possibile soddisfare esigenze dimensionali capaci di favorire le specializzazioni necessarie e al contempo garantire l’economicità, la specializzazione ed alti livelli di qualità del servizio richiesto. Lo sviluppo della libera professione e la nuova imprenditorialità sarà la risposta al ridimenzionamento dimensionale e strutturale della professione di dipendente. Concorrono come agenti propulsori verso questo necessario cambiamento lo sviluppo culturale e la crescita del livello di benessere, fattori, questi, che tenderanno a produrre lo sviluppo di una mentalità sempre più motivata al successo e all’autorealizzazione (facendo regredire quella che definisco “della sicurezza”), dotando l’individuo di sempre maggiore know how per la gestione di processi professionali autonomi. Quali i volti della libera professione e dell’imprenditorialità che attendono il nuovo lavoratore? Quali sono le realtà verso cui l’individuo andrà convergendo e su cui dovrà prepararsi?
I VOLTI NEGATIVI: livello di reddito, almeno all’inizio, decisamente inferiore rispetto a quello che garantisce un lavoro dipendente; mancanza di orari di lavoro regolari e prestabiliti. Il tempo è basato sul compito professionale, sul ruolo collaborativo con l’organizzazione alla quale ci si aggrega. In altre parole: il progetto individuale si integra con quello con il progetto aziendale (team building); aumento della responsabilità sul lavoro; necessità di una fonte di reddito aggiuntiva per il futuro, quando non si sarà più in grado di lavorare; assoggettamento crescente al rischio che ciò che si è andato creando con l’attività imprenditoriale o professionale possa andare distrutto o danneggiato; rischio di perdere risparmi e patrimonio; rinuncia alla relativa sicurezza del posto di lavoro e alla sistematica percezione reddituale alla fine di ogni mese; rinuncia, almeno nelle fasi iniziali, ad elementi di prestigio o di distinzione: ufficio lussuoso, appartenenza ad un’azienda di prestigio, al potere verso subordinati (segretaria, subalterni), ai fringe benefits, che una posizione manageriale garantisce; convergenza verso lavori umili e che richiedono spesso una notevole componente operativa e di manualità, praticità e di disimpegno diretto; rischio di eventuali complicazioni, anche a livello di contesti familiari, in caso di insuccesso professionale.
I VOLTI POSITIVI: non annoiarsi mai; poter diventare famosi; potersi ritrovare ai vertici di un’impresa o di uno studio professionale importante; poter accelerare il processo di produzione del reddito e da qui un più veloce accumulo di ricchezza; poter disporre meglio del tempo disponibile, organizzando le attività professionali con quelle ludiche, sia a livello personale che di nucleo familiare; avere il destino nelle proprie mani; poter realizzare i progetti che si sono sempre desiderati; non dover sottostare agli ordini dei superiori, e quindi non subire costrizioni e/o frustrazioni gerarchiche. Le professioni stanno mutando anche i caratteri della domanda e dell’offerta del mercato del lavoro. Il processo di cambiamento è veloce e, per ottimizzarne i benefici, richiederebbe una gestione più strategica.
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IMPRESE
Amaretti della Valle: la rinascita di una delizia Metti una giornalista che ama il territorio e le sue tradizioni, metti una ricetta antica capace di incantare con il suo sapore, metti la voglia di credere in un nuovo progetto… e avrai una novità sorprendente. È la storia della collega Ilaria Traditi, che ha lasciato il taccuino da reporter per diventare imprenditrice del gusto di A. Dachan
I Il giudizio di un opinion leader d’eccezione: lo Chef Vissani ha scritto su Facebook: “Ho avuto il piacere di assaggiare gli Amaretti della Valle a Roma... Complimenti, sono ottimi! In bocca al lupo!”
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laria Traditi, i marchigiani ti conoscono come giornalista, ma oggi ti presenti con una nuova veste, quella da imprenditrice: vuoi raccontarci questa tua avventura? “In realtà quando sei giornalista, lo sei per tutta la vita: è una sorta di vocazione, un modo di essere che non ti abbandona. Proprio questo lavoro, con quattro anni al Resto del Carlino e un ruolo in diversi uffici stampa, mi ha permesso di conoscere bene il territorio delle Marche, anche a livello delle imprese che vi operano e che ne hanno fatto la storia. Poi, tre anni fa, ho avuto l’occasione di rilevare un’azienda che produce amaretti: il mio compagno, l’imprenditore edile Luigi Catalano, era già socio e abbiamo creduto insieme in questa sfida, puntando soprattutto sull’alta qualità di questi dolci caratteristici. Abbiamo fatto una piccola indagine e abbiamo riscontrato che, effettivamente, sono prelibatezze che piacciono molto”. Qual è stato il passo successivo? “A quel punto sono rientrate in gioco le mie
competenze nella comunicazione, perché anche un prodotto di eccellenza ha comunque bisogno di un’immagine coordinata. Abbiamo rivisto il packaging, investito in comunicazione e abbiamo partecipato ad alcuni importanti eventi fieristici, come “Taste of Roma”. In quell’occasione abbiamo avuto il piacere e l’onore di conoscere alcuni rinomati chef stellati, che hanno molto apprezzato i nostri amaretti”. Che tipo di distribuzione ha il prodotto? “Trattandosi di un prodotto completamente artigianale e con ingredienti di primissima scelta, è destinato ad una fascia di mercato medio-alta. Piccoli esercizi commerciali, negozi specializzati in eccellenze eno-gastronomiche, non solo a livello locale e regionale, ma anche a livello internazionale. Abbiamo aperto un canale con la Russia e uno con il Brasile e, questo è un mio sogno, vorremmo aprire anche a New York…” Quali sono le caratteristiche principali degli Amaretti della Valle? “La loro essenza principale sta nella sempli-
cità della ricetta, tramandata di generazione in generazione, che prevede solo tre ingredienti: le mandorle armelline, lo zucchero e l’albume. Rispetto al passato ci sono maggiori controlli, proprio per garantire una maggiore sicurezza alimentare. L’impasto viene cotto al forno e il risultato è un prodotto gustoso, adatto anche per celiaci e persone soggette ad intolleranze alimentari. Proprio per questo abbiamo chiesto la certificazione “Spiga barrata”, che indica i prodotti adatti a chi è intollerante al glutine. Oltre agli amaretti l’azienda produce anche una linea di biscotti “Brutti ma buoni”, fatti con le nocciole”. Manterrete la tradizione, ma inserirete anche delle novità? “Come le accennavo abbiamo rivisto completamente il packaging, ma manterremo lo stesso marchio; la cosa buffa è che molti lo riconducono a Della Valle, il Patron di Tod’s, ma in realtà il nome
richiama alla Valle dell’Aso, dove sorge l’azienda. Questa omonimia, tutto sommato, ha i suoi vantaggi... Puntiamo molto anche sulla comunicazione del prodotto attraverso i social network, come Facebook e Twitter e sulla vendita online in Italia e nel mondo, attraverso un canale di e-commerce”. La scelta di diventare imprenditori in un momento come questo è certamente coraggiosa: non ti spaventa la crisi? “Qualche legittimo timore c’è sempre, a prescindere dalla situazione odierna, perché gestire un’azienda è comunque una grande responsabilità. Sono principalmente due i punti di forza per me: il primo è la vicinanza del mio compagno, che ha un’azienda solida, conosce il mercato, il territorio e sa consigliarmi; il secondo è la fiducia nel prodotto, fatto con grande cura e ingredienti selezionatissimi come le mandorle armelline appunto. Siamo convinti che chi lavora bene, poi è premiato dai fatti”.
In altro a sinistra, Ernst Knam, maestro d’alta pasticceria de L’Antica Arte del Dolce, a Milano. In basso, Francesco Apreda (al centro) e staff. Apreda è chef dell’Imago, il ristorante panoramico dell’ hotel Hassler Roma a Trinità dei Monti. Ha conseguito la stella Michelin nel 2009
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LAVORO
Il calzaturiero marchigiano promosso da Bankitalia Presentato nelle scorse settimane il rapporto 2012 sull’economia marchigiana a cura della Redazione
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a seconda metà del 2011 ha registrato un complessivo peggioramento della situazione economica regionale, che ha sostanzialmente interrotto la fase di lento recupero avviatasi dopo la recessione di fine 2008. Non solo: gli effetti della crisi sarebbero più gravi rispetto al resto del Paese. Dall’analisi del fatturato delle singole imprese industriali del territorio, emerge che esso è diminuito nel comparto dei beni per la casa (mobili ed elettrodomestici), mentre è cresciuto in quello delle calzature. Male anche i settori del mattone (in calo le costruzioni, le compravendite di immobili e le quotazioni delle
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abitazioni) e dei servizi. Ancorchè la domanda estera sia stata più sostenuta di quella interna, le esportazioni marchigiane sono cresciute meno di quanto registrato a livello nazionale: nell’ultimo trimestre del 2011 erano ancora inferiori di un quinto rispetto al livello raggiunto prima della crisi. Stazionari nel corso del 2011 gli investimenti fissi lordi delle imprese industriali, che erano già scesi nel biennio precedente. Brutte notizie dal fronte occupazionale: nelle Marche nel 2011 si è registrato un tasso di disoccupazione pari al 6,7 per cento (cioè 2 punti e mezzo in più rispetto al 2007, prima dell’avvio della
crisi): un dato, comunque, inferiore rispetto alla media nazionale. Complessivamente stazionario il livello dei prestiti bancari concessi nel 2011 rispetto all’anno precedente, anche se a marzo del 2012 si è rilevato un leggero calo: in questo quadro generale, rispetto alle famiglie risultano più penalizzate le imprese, soprattutto le realtà più piccole, quelle operanti nell’edilizia e quelle caratterizzate da una maggiore rischiosità. Negli ultimi mesi è leggermente aumentato il numero delle famiglie “finanziariamente vulnerabili”, rimanendo comunque su valori contenuti, come afferma il Rapporto di Bankitalia.
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Da oltre vent’anni al fianco delle imprese e dei neolaureati. Ogni giorno immaginiamo il mondo di domani e perseguiamo l’eccellenza attraverso innovazione strategica, sviluppo organizzativo, gestione delle risorse, formazione. Tra le aziende partner: Febal, Pershing, Banca Marche, Fornarina, TreValli Cooperlat, Nero Giardini, Banca popolare di Ancona, Colussi, Clementoni, Bontempi casa, Eden Viaggi, Fiam, Faber, Banca di Credito Cooperativo Federazione Marchigiana, F.lli Monaldi, Togni, Zeis Excelsa, Panatta Sport, Teuco, Prink, Berloni, Albini & Fontanot.
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Master General Managment Gruppo: Sida Group Risorse Umane
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CONTRIBUTI E BANDI investimenti in R&D” “Contributi per la creazione di nuove im- Contributi in c/capitale rivolti ad aggreprese” gazioni di imprese (almeno 3) finalizzati ad incentivare la ricerca industriale e lo Contributi a fondo perduto per progetti sviluppo sperimentale nelle filiere tecnodi investimento e sviluppo nelle imprese logico-produttive del territorio regionale, del turismo, dell’agriturismo e dell’eno- attraverso il sostegno alla realizzazione gastronomia. L’intensità degli aiuti può di progetti in grado di generare occupavariare dal 40% al 100%, fino al raggiun- zione qualificata, coinvolgendo univergimento della soglia massima concedi- sità enti pubblici di ricerca e centri per bile pari ad euro euro 25.000. l’innovazione. Il contributo potrà andare SCADENZA: 07/11/2012 da un minimo del 30% per le grandi im prese, fino ad un massimo del 50% per > GAL PICENO le micro e piccole imprese. “Contributi per azioni di sviluppo impre- SCADENZA: 31/10/2012 se locali” > MIUR - Ministero Università e RicerContributi a fondo perduto per progetti ca di investimento e sviluppo nelle imprese “Smart Cities and Communities e prodel turismo, dell’agriturismo e dell’eno- getti di innnovazione sociale” gastronomia. L’intensità degli aiuti può variare dal 30% al 50%, in base al tipo di Contributi in c/capitale e finanziamenprogetto presentato. ti a tasso agevolato per idee progettuali SCADENZA: 20/12/2012 riguardanti Smart Cities e Communities finalizzati a dare soluzione a problemi di > Provincia di PESARO URBINO scala urbana e metropolitana attraver“Contributi per azioni di affiancamento al so la realizzazionie di progetti di ricerca management aziendale” industriale e sviluppo sperimentale in diversi stettori tra i quali: sicurezza del Contributi a fondo perduto per progetti territorio, domotica, logistica last-mile, di ricerca industriale e di sviluppo speri- trasporti e mobilità terrestre. mentale, finalizzati a sostenere la com- SCADENZA: 09/11/2012 petitività e la crescita economica del tes- suto imprenditoriale locale. L’intensità > INVITALIA - Agenzia per lo sviluppo e del contributo vari dal 35% al 70%, fino l’attrazione degli investimenti al raggiungimento della soglia massima “Incentivi per lo sviluppo del turiconcedibile pari ad euro 30.000. smo” SCADENZA: 15/11/2012 Contributi a fondo perduto e finanzia> REGIONE MARCHE menti a tasso agevolato per sostenere “Contributi rivolti alle imprese turistiche progetti di creazione d’impresa o l’amper la riqualificazione dell’offerta turisti- pliamento di aziende già esistenti e rica” guardanti la fornitura di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del tuContributi in c/capitale nel limite del 30% rismo. La copertura per gli investimenti per investimenti strutturali, opere edili, previsti finanziabili può raggiungere la attrezzature, materiali, etc. per spese somma di euro 516.000. sostenute a partire dal 1° gennaio 2012. I BANDO APERTO soggetti beneficiari sono strutture ricet- tive alberghiere, strutture all’aria aperta, > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECOattività ricettive rurali, residenze d’epoca NOMICO - UNIONCAMERE e stabilimenti balneari. “Agevolazioni alle imprese per favorire la SCADENZA: 31/10/2012 registrazione di marchi comunitari e in ternazionali” > REGIONE MARCHE “Contributi rivolti ad aggregazioni di im- Lo strumento prevede agevolazioni da prese in filiere tecnologico-produttive per euro 4.000 fino ad un massimo di euro MARCHE > PROVINCIA DI MACERATA
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15.000 per favorire la registrazione di marchi comunitari presso l’UAMI (Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno) e/o presso l’OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici. BANDO APERTO FINO AD ESAURIMENTO RISORSE > ABI E ASSOCIAZIONE DEGLI IMPRENDITORI “Rinnovo Accordo 2009 su Moratoria Mutui per le aziende” In base all’Avviso Comune siglato in data 28/02/2012 tra l’ABI e tutte le Associazioni Imprenditoriali, le Piccole e Medie Imprese potranno beneficiare delle seguenti misure agevolative: 1) SOSPENSIONE per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei MUTUI BANCARI in essere; b) SOSPENSIONE per 6 o 12 mesi del pagamento della quota capitale implicita dei CANONI DI LEASING; c) ALLUNGAMENTO A 270 gg. delle scadenze per le operazioni di ANTICIPO FATTURE. SCADENZA: 31/12/2012 > CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA “Adozione di sistemi di gestione aziendale, della responsabilità sociale, e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro” Contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, fino ad un massimo di Euro 10.000 in caso di progetto di certificazione integrato, per l’ottenimento di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS), di Responsabilità sociale (SA 8000) e/o della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro (OHSAS 18001). SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI > D.l. 13/05/2011, n° 70 “Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso
al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010 > D. Ministero Ambiente n° 220 “ Promozione dei sistemi di gestione ambientale nelle PMI” Contributi a fondo perduto dal 40% all’ 80% per Pmi produttrici di beni e servizi per acquisizione della: - Certificazione EMAS (ai sensi del regolamento 761/2001/CE); - Certificazione del sistema di gestione ambientale ai sensi della norma internazinale UNI ISO 14001; - Certificazioni EMAS da parte di imprese già certificate UNI ISO 14001/96; Sono ammesse solo le domande corredate della certificazione rilasciata dall’organismo accreditato e sempre che tale rilascio sia avvenuto dopo il 6 ottobre 2003. Per le imprese dei settori agroindustriale e dei trasporti il rilascio deve essere avvenuto dopo il 1° gennaio 2007. SCADENZA: FINO AD ESAURIMENTO FONDI > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 70.000 euro A PARTIRE DAL 02/11/2011 > MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO “Agevolazioni per il design a favore delle PMI” Agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della registrazione nazionale, comunitaria ed internazionale di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento economico dei modelli/disegni industriali. Importo max agevolazione: 10.000 euro. A PARTIRE DAL 02/11/2011
> MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - SIMEST “Fondo Start-up per le imprese che investono all’estero (extra-UE)” Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore a 200.000 euro. REGIONE EMILIA ROMAGNA > “Contributi nel settore dell’apicoltura” Contributi finalizzati al miglioramento di produzione e commercializzazione dei prodotti tipici del settore. Verranno finanziate attività come l’assistenza tecnica e la formazione professionale, il ripopolamento del patrimonio apicolo regionale, la razionalizzazione della transumanza. L’entità dei contributi dipende dal tipo di azione e di beneficiario. SCADENZA: 09/11/2012 > MIUR - Ministero Università e Ricerca “Smart Cities and Communities e progetti di innnovazione sociale” Contributi in c/capitale e finanziamenti a tasso agevolato per idee progettuali riguardanti Smart Cities e Communities finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana e metropolitana attraverso la realizzazionie di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in diversi stettori tra i quali: sicurezza del territorio, domotica, logistica last-mile, trasporti e mobilità terrestre. SCADENZA: 09/11/2012 > MIUR “Programmi regionali per le attività produttive e la ricerca - periodo 2012-2015” In via di pubblicazione il Programma regionale per le attività produttive (crescita, sviluppo e internazionalizzazione delle imprese) e il Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico, che prevedono interventi a favpre delle aziende per oltre 170 mln euro nel triennio 2012-
2015. BANDO APERTO >INVITALIA - Agenzia per lo sviluppo e l’attrazione degli investimenti “Incentivi per lo sviluppo del turismo” Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per sostenere progetti di creazione d’impresa o l’ampliamento di aziende già esistenti e riguardanti la fornitura di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo. La copertura per gli investimenti previsti finanziabili può raggiungere la somma di euro 516.000. BANDO APERTO >ABI E ASSOCIAZIONE DEGLI IMPRENDITORI “Rinnovo Accordo 2009 su Moratoria Mutui per le aziende” In base all’Avviso Comune siglato in data 28/02/2012 tra l’ABI e tutte le Associazioni Imprenditoriali, le Piccole e Medie Imprese potranno beneficiare delle seguenti misure agevolative: 1) SOSPENSIONE per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei MUTUI BANCARI in essere; b) SOSPENSIONE per 6 o 12 mesi del pagamento della quota capitale implicita dei CANONI DI LEASING; c) ALLUNGAMENTO A 270 gg. delle scadenze per le operazioni di ANTICIPO FATTURE SCADENZA: 31/12/2012 >D.l. 13/05/2011, n° 70 “Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010
A cura della Divisione Strategia e Finanza d’Impresa Gruppo Sida T 071.28521 finanza@sidagroup.com
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CARRIERE E POLTRONE
Chi entra e... chi esce In questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani • CNA: riconfermata all’unanimità la presidenza di Alberto Drudi
“Relativamente al rinnovo della presidenza della Camera di Commercio, la direzione della CNA di Pesaro e Urbino ha deciso all’unanimità di appoggiare la riconferma di Alberto Drudi alla guida dell’Ente già lo scorso luglio, dando in questo momento di crisi, un segno di continuità e di fiducia alle imprese”. Con queste parole, contenute in un comunicato, la CNA riconferma la sua scelta di essere rappresentata da Drudi, smentendo le voci relative a “presunte pressioni politiche esercitate sul segretario provinciale dell’associazione relative a questa vicenda”.
• Catia Rossetti è la nuova segretaria generale dello Spi Cgil Pesaro Urbino
Catia Rossetti è stata eletta all’unanimità segretario generale del Sindacato Pensionati (SPI) di Pesaro Urbino. 55anni, di Fossombrone, sposata e madre di due figlie, succede ad Elio Cerri, che ha ricoperto l’incarico per trent’anni.
• Giuseppe Perruchetti nuovo AD Elica
Giuseppe Perucchetti è il nuovo amministratore delegato di Elica, l’azienda del fabrianese leader nella produzione di cappe aspiranti, che fa capo a Francesco Casoli. 54 anni, esperienze professionali in Philips, Ignis e Whirlpool Europe, Perucchetti è consigliere indipendente di Elica dal 2011.
• Simone Mariani eletto Coordinatore Nazionale di Confindustria
Giovedì 27 settembre 2012 è stata ufficializzata la nomina, per la prima volta di un imprenditore marchigiano, di Simone Mariani, attuale Vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, quale coordinatore nazionale del gruppo ‘Comunicazione Associativa e Marketing’ per Confindustria.
> Nomine
e incarichi possono essere inviati all’indirizzo email scrivici@mlmagazine.it
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KOMMA
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La cucina più amata dagli italiani
SPECIALE: BENESSERE
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Speciale
“La bellezza è una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere”. Oscar Wilde
L’importanza di chiamarsi Ernesto
Benessere
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SPECIALE: BENESSERE
NEWS
Curiosità, news e suggerimenti per un benessere totale
Allenarsi: qual è l’ora migliore?
È la storia a lieto fine di Allam Taylor, settantottenne di Middlesbrough (Regno Unito). Un cancro aggressivo al colon peggiorato e inoperabile: questa la sentenza dei medici lo scorso aprile. Eppure in quattro mesi, semplicemente cambiando la propria dieta, è riuscito a liberarsi della malattia: cercando su internet, ha messo a punto un nuovo regime alimentare eliminando carne rossa e latticini e sostituendoli con 10 porzioni di frutta e verdura crude al giorno. Curry, orzo selvatico in polvere, semi di albicocca e integratori di selenio hanno fatto il resto. «Ero determinato a mantenere un atteggiamento positivo - ha raccontato il settantottenne al ‘Sunday Mirror’ - e ho deciso di trovare da solo una soluzione, digitando sui motori di ricerca del web l’espressione ‘cure per il cancro del colon’». Fonte: Sunday Mirror
Con la crisi si risparmia sulla salute
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Bill Clinton, tre ministri (Balduzzi, Gnudi e Passera), Prandelli, John Elkan, De Laurentiis, Giorgio Gori e la moglie Barbara Parodi, Costacurta con Martina Colombari, e tanti altri, oltre a circa mille invitati provenienti da 75 Paesi: il parterre della grandi occasioni per la cerimonia di inaugurazione del Technogym Village a Cesena. Un progetto fortemente voluto dal Patron Nerio Alessandri, che è riuscito a realizzare un Villaggio benessere unico al mondo, con una fabbrica che sembra un museo. Fonte: Technogym 82
La maggior parte delle persone fa attività sportiva per mantenersi in forma, per conservare una silhouette snella e tonica. Allora ci chiediamo: qual è il momento della giornata più adatto per allenarsi e per facilitare il dimagrimento? Sicuramente fare attività sportiva al mattino è la cosa migliore per favorire il dimagrimento. Questo per tre motivi: al mattino il corpo possiede un livello molto basso di zuccheri a causa del lungo digiuno durante la notte; allenarsi nelle prime ore del mattino consente di innalzare il metabolismo; anche il quadro ormonale sembra essere favorevolmente influenzato; il rilascio di endorfine durante l’attività fisica che produce uno stato di benessere psicofisico del soggetto, che lo accompagnerà durante tutto l’arco della giornata. Fonte: benesserevillage.it
Guarisce dal cancro al colon cambiando dieta
Per gli Italiani essere in buona salute è un fattore indispensabile per il benessere, ma i problemi economici associati all’attuale crisi portano gli abitanti del Bel Paese a risparmiare proprio sulla cura della propria salute. E’ questo il quadro emerso in occasione della Convention on Health Analysis and Management (Cham) che si è svolta gli scorsi 28 e 29 settembre a Chamonix (Francia). Quest’anno, per la prima volta, benessere e qualità della vita sono stati inclusi fra i punti chiave del Barometro e dai dati è emerso che gli italiani considerano la propria qualità di vita peggiore rispetto a quella del resto degli europei e degli americani. Fonte: benessereblog.it
Technogym: Napolitano e Clinton hanno inaugurato il primo Wellness campus nel mondo
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SPECIALE: BENESSERE
Benessere: dal passato le novità per la salute di corpo e mente Bagni di vapore, acque termali, uso di oli e unguenti erano imperativi per le civiltà più antiche, che attraverso la cura del corpo davano beneficio anche al proprio spirito
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iceva Oscar Wilde: “La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità”. Ci sono testimonianze del fatto che l’essere umano sia sempre stato attento alla cura di sé, come dimostrano dipinti rupestri e ritrovamenti archeologici nelle zone che hanno fatto da culla all’umanità. GLI EGIZI: la bellezza unita all’igiene Tra le antiche civiltà che ci hanno lasciato tracce importanti della cura che dedicavano al proprio corpo, va sicuramente ricordata quella egizia. Nella civiltà egizia l’importanza della bellezza aveva vari significati, infatti, la cosmesi era considerata una necessità per la cura e igiene del corpo, bellezza esteriore e non per ultimo aveva un fine religioso e una funzione funeraria. Il solo valore or84
namentale della cosmesi divenne molto importante, donne e uomini cercavano di migliorare la propria immagine usando trucchi, creme, unguenti in modo quotidiano, anche se la maggior parte dei prodotti avevano spesso un fine curativo oltre che estetico. L’igiene e la cura della persona erano fondamentali ma la pulizia del corpo era collegata anche alla purezza dello spirito tanto da far costruire nelle case bagni e servizi igienici. Erodo scrive in merito: “Preferiscono essere puliti piuttosto che belli. Indossano vesti di lino sempre fresche di bucato”. Agli egizi si deve, tra le altre cose l’invenzione del bagno a vapore. Sul culto dei bagni e il valore dell’acqua altre due grandi civiltà hanno lasciati insegnamenti importanti: i greci e i romani. I GRECI: bellezza come piacere e valore morale I primi, grazie al culto del dio Asclepio, patrono della medicina, che teorizzava il recupero della salute attraverso le
acque, avevano creato dei veri e propri percorsi di benessere. Ippocrate, il più famoso medico dell’antichità, intorno al 300 a.C. decantava le virtù delle acque minerali e delle sorgenti calde ed incoraggiava il ricorso alle terme. Va ricordato, inoltre, che l’estetica ha sempre fatto parte dei grandi temi della filosofia greca e moltissimi grandi filosofi si sono interrogati sulla sua importanza e sul suo ruolo nella civiltà umana. Nella cultura greca, infatti, l’aspetto estetico ha sempre goduto di grande considerazione, ed è stato più volte associato alla morale. La parola greca kalón, difatti, tradotta oggigiorno con il termine “bello”, per i greci indicava non solo qualcosa di piacevole per la vista e l’udito, che attrae l’attenzione e suscita piacere, ma anche qualità positive del carattere e del pensiero umano. La bellezza nell’antica Grecia è sempre stata associata ad altri valori, quali la giustizia, la misura… Da questo forte legame fra il bello etico ed
il bello estetico nasce l’ideale della lokagathía, la perfetta espressione bello (kalós) e del buono (agathós); spressione nel bello della moralità impeccabile.
kadel l’epiù
Roma e la cultura delle terme Anche per gli antichi romani l’acqua era una preziosa alleata della loro bellezza. Oltre ad ereditare dalle civiltà più antiche i segreti sui ritrovati di benessere, i romani misero a punto un vero e proprio percorso termale, facendo, di queste ultime, un vero e proprio centro ricreativo e polifunzionale. La maggior parte delle terme includeva centri sportivi, piscine, parchi, librerie, piccoli teatri per ascoltare poesia e musica e una grande sala per le feste, una città nella città. Si trovavano anche ristoranti e locande. Frigidarium, tepidarium, calidarium, laconicum erano gli ambienti in cui, in successione, passando da una zona fredda ad una zona calda, si effettuava il proprio percorso termale.
CURIOSITÀ DAL MONDO Il sapone di Aleppo La triste cronaca di questi giorni ci racconta di una città millenaria, Aleppo, che oltre a perdere ogni giorno decine di vittime innocenti, sta vedendo scomparire alcuni segni della sua gloriosa storia, come il millenario suq, devastato dai bombardamenti del
regime. Eppure Aleppo è nota nel mondo per la sua impareggiabile bellezza e la sua immensa cultura, artistica, letteraria, culinaria ed anche estetica. Da millenni il popolo siriano ha un alleato unico al mondo per la sua bellezza e la salute della propria pelle: il sapone di Aleppo. Una miscela di olio extra vergine di oliva e alloro, che veniva confezionata in forme quadrate, su cui ogni artigiano incideva il suo marchio. Oggi questo sapone è usato in estetica in tutto il mondo e consigliato anche per la cura delle pelli particolarmente sensibili. 85
SPECIALE: BENESSERE
Guida ai templi della bellezza Là dove dimora il benessere Da Nord a Sud della regione, abbiamo scelto per voi una rosa di strutture dedicate al benessere, dove riscoprire il piacere di stare bene con se stessi e provare una impagabile sensazione di armonia ed equilibrio. Una panoramica delle strutture più gettonate, dove rifugiarsi per un weekend o dove farsi coccolare per qualche ora.
Urbino Resort
L’antico fienile oggi ospita un moderno Centro Benessere. Una struttura “leggera” fatta di materiali naturali: legno, ferro e vetro, in armonia con l’ambiente circostante. Il personale altamente specializzato accompagna l’ospite nel percorso di benessere olistico e nella scelta dei trattamenti. La zona relax si affaccia sull’Oasi e offre una vista panoramica unica nel suo genere.
Via San Giacomo in Foglia 7 61029 Urbino Tel: 0722 58 03 05 www.urbinoresort.it
Borgo Lanciano Kimben Spa
L’esclusivo Centro Benessere Kimben, all’interno della tenuta del Borgo Lanciano, consente agli ospiti di usufruire di trattamenti ed esperienze all’insegna di un totale relax e benessere psico-fisico: sauna, hammam, piscina coperta riscaldata con nuoto controcorrente e idromassaggi ed una piscina esterna, Diamond Shower, trattamenti, Kimben
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Diamond & Platinum White Mud Bath, angolo tisane. Propone trattamenti viso e corpo di alto livello, grazie all’utilizzo di prodotti studiati dal Centro Ricerca.
Loc. Lanciano, 5 62022 Castelraimondo, Macerata Tel: +39 0737 642844 www.borgolanciano.it
Villa Lattanzi
Se state cercando un posto dove poter dedicare a voi stessi un’esperienza di vero relax, seguite la rosa dei venti che vi condurrà su di un colle a Torre di Palme (Fermo), in un’incantevole villa a 5 stelle immersa in un rigoglioso parco di Macchia Mediterranea. Un Ambassador personale vi apre le porte per rendervi protagonisti di ogni attenzione e coccola. Un’esclusiva area benessere in cima alla torre vi attende per donare una pausa rigenerante a corpo e mente.
Contrada Cugnolo, 19 63900 Torre di Palme – Fermo Tel +39 0734 53711 www.villalattanzi.it
Excelsior Pesaro
Al centro benessere dell’Hotel Excelsior la parola d’ordine è “relax”, per vivere bene e rigenerarsi in un luogo di quiete e recuperare la serenità interiore, con la linea dell’orizzonte che si scorge sul mare, dove la salute e la bellezza sono i fondamenti di un’esperienza di puro benessere. Spa Excelsior vi offre un appuntamento esclusivo: un break con la routine e con lo stress quotidiano, un’occasione per restituirvi equilibrio psico-fisico e far rifiorire tutta la vostra bellezza. Di fronte al mare, in ambienti riservati e discreti, avvolti in atmosfere di autentico relax, un Personal Assistant vi guiderà in un programma personalizzato di Remise en forme.
Lungomare Nazario Sauro 30/34 Pesaro Tel. +39 0721 630011 www.excelsiorpesaro.it
Centro Benessere Frescina
Il Centro Benessere SPA è aperto tutto l’anno e vanta un’esperienza tale da aggiudicarsi la preferenza di una vasta
clientela. Un successo frutto di un lavoro serio, attento alle esigenze del cliente e costantemente alla ricerca di soluzioni innovative. Una rosa di trattamenti, massaggi e pacchetti benessere tra cui scegliere offrirà ad ogni persona la risposta ideale per le sue esigenze. La struttura offre anche un percorso Kneipp, che con il contrasto tra acqua calda e acqua fredda è un ottimo sistema per aiutare la circolazione sanguigna a livello di piedi e gambe. Aperto tutto l’anno.
Loc. Frescina 61043 Cagli Pesaro e Urbino Tel. 0721 708001 www.frescina.com
Ca’ Virginia – Il Fienile
Il Fienile, un confortevole centro benessere di 450 mq per ritrovare equilibrio e distensione. Tecniche di rilassamento e di riequilibrio, integrate da cure estetiche tonificanti, dimagranti e cosmetiche vengono applicate per armonizzare il corpo, rivitalizzare la pelle e distendere lo spirito. Il percorso benessere nella spa con i suoi vapori aromatici, le casca-
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SPECIALE: BENESSERE
te rigeneranti e le suggestioni di luce vi regaleranno un momento di totale rilassamento per ritrovare energia e vitalità positiva. Sauna, bagno turco, vasca salina riscaldata con cascata cervicale, percorso Kneipp, docce emozionali e zone relax con tisaneria e cromoterapia contribuiranno a potenziare il vostro equilibrio globale.
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Ile spa Le Grotte
Gli ospiti dell’hotel Le Grotte, nel Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, possono usufruire della piscina esterna con idromassaggio durante la stagione estiva e dell’area umida della spa interna (sauna, bagno turco, idromassaggio, docce emozionali e area relax con tisaneria) con accesso libero. Il centro benessere “île Spa” è dotato di vasca idromassaggio, sauna finlandese, 88
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Antico Uliveto – Centro Benessere Shusa
Il Centro Benessere “Shusa” è un’oasi di vero relax dove l’ospite può rigenerarsi in un percorso di bellezza completo, che coinvolge e risveglia tutti i sensi. La struttura è il risultato di un’accurata ricerca che, con i suoi giochi di colori pastello e i suoi percorsi emozionali, crea una vera percezione di armonia e conduce al massimo coinvolgimento interiore. Qui, antiche tecniche orientali si fondono con la nuova tecnologia dando origine ad un’atmosfera dove recuperare ritmi e tempi dimenticati. Nel Centro Benessere “Shusa”, dotato di bagno romano, palestra attrezzata, zone relax e piscina,
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Horizon Hotel – Beauty Farm spa
La beauty farm Charm, situato all’ultimo piano dell’hotel, dispone di un’area interamente concepita per un totale benessere, provvista di ampia sauna finlandese, uno spazioso bagno turco, cabina mediterranea, due docce emozionali e una cascata di ghiaccio e un’area relax per rilassarvi e servizio tisaneria.Trova spazio inoltre un’esclusiva piscina con cromoterapia e acqua riscaldata, scopribile d’estate, con vista panoramica, con sedute idromassaggio e giochi d’acqua. Charm è aperta anche alla clientela esterna all’Hotel.
Strada Statale Veregrense 63014 Montegranaro (FM) Loc. Villa Lucinani Tel. +39 0734 873864 www.hotelhorizon.it
Casa Oliva
Fin dall’antichità i Romani vedevano nell’acqua un principio di vita. Nel Centro Benessere di Casa Oliva è possibile rivivere l’atmosfera delle antiche e gloriose therme romane tra sauna, doccia rivitalizzante, massaggi antistress e il potere della cromoterapia. Il Centro Benessere è aperto a tutti, anche se non siete ospiti dell’albergo. La bellezza nel tempo, frutto di un armonioso equilibrio psico-fisico che si traduce in benessere, si ottiene nel nostro Centro Benessere attraverso trattamenti mirati e prodotti estetici di qualità.
Via Castello 19 61030 Bargni di Serrungarina (PU) Tel. 0721 891500 www.casaoliva.it
Palazzo dei Mercanti
La Dimora Storica “Palazzo dei Mercanti” è situata nel centro storico di Ascoli Piceno, a pochi passi dalla Piazza del Popolo, ritrovo consueto dei cittadini ascolani fin dall’epoca medioevale. La struttura si affaccia su Corso Trento
e Trieste, importante via del centro storico, all’incrocio con Corso G. Mazzini, l’antico “decumano”. La nostra area benessere è dotata di sauna, doccia emozionale, bagno turco e vasca idromassaggio, in cui, grazie all’insieme di acqua, aromi, calore e musica, il corpo e lo spirito vengono stimolati, raggiungendo una dimensione emozionale di armonia e benessere di assoluta unicità. Hotel Palazzo dei mercanti
C.so Trento e Trieste, 35 Ascoli Piceno Tel: 0736 256044 www.palazzodeimercanti.it
San Settimio
Un lussuoso Centro Benessere con Staff specializzato sarà a vostra disposizione per consigliarvi nella scelta dei trattamenti e dei programmi specializzati. Sauna, Bagno di vapore, Solarium, Idromassaggio, Zona Relax e Palestra. Nei suoi ambienti, frutto di un’instancabile ricerca incentrata su forme, colori e materiali ispirati ad un caldo minimalismo, il Centro si propone di ricreare
l’armonia tra anima e corpo.
60011 Palazzo di Arcevia (AN) Tel. +39 0731 9905 - Cell. 393 0683896 www.sansettimio.it
Smeraldo Wellness
L’accurata scelta dei materiali e l’armonia diffusa trasmettono la voglia di perdersi in questo esclusivo labirinto dei sensi. Un cammino a piedi nudi, una dimensione eterea fatta di carezze per il corpo e per la mente, un rifugio di benessere dove scoprire l’energia esclusiva dei nostri percorsi. 500 mq di benessere a pochi passi dal mare, con sauna finlandese, bagno turco, piscina idromassaggio con cromoterapia, percorso Paradise di docce emozionali con cromo-aroma terapia, vasca ipersalina di galleggiamento, doccia svedese e cascata di ghiaccio, sala relax, angolo tea lounge.
v.le Rinascimento 141 San Benedetto del Tronto Tel.: +39 0735 615400 www.smeraldosuitehotel.com
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SPECIALE: BENESSERE
Relax e Benessere in un Luxury Refuge A Torre di Palme finalmente il sogno diventa realtà: un rifugio di coccole e piacere firmato VL
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uando si ha voglia di fare un trattamento benessere, non si pensa solo al momento in cui ci si sdraia sul lettino e ci si fa coccolare dall’operatore… Si ha voglia di staccare dalla routine, di immergersi in un ambiente accogliente, rilassante, lontano dalla frenesia della città. A Villa Lattanzi, il Luxury Refuge di Torre di Palme, il percorso benessere inizia già dalla scelta della location: una splendida cornice affacciata sul mare, immersa nell’unico tratto di Macchia Mediterranea della costa marchigiana, con un immenso bosco privato tutto intorno. La sensazione di pace e benessere vi avvolge sin dall’arrivo ed è esaltata da ogni singolo dettaglio della Villa: i suoi colori, i suoi profumi, la sua eleganza, ma lo è ancor di più dal personale che vi accoglie. Qui, infatti, incontrerete un Ambassador personale, che vi apre le porte per rendervi protagonisti di ogni attenzione e coccola. Un professionista che saprà ascoltare il vostro corpo e offrirvi i trattamenti più innovativi
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ed efficaci, in un ambiente ovattato, esclusivo, dove quello di essere al centro dell’attenzione non sarà più solo un sogno, ma diventerà una splendida realtà. L’esclusiva area benessere con vista mare si trova in cima alla torre dell’antica villa, dove la rosa dei venti suggerirà alla tensione la via per allontanarsi e andare lontano e alle idee più belle indicherà il percorso per venirvi a trovare… Un’esperienza da vivere da soli o in coppia, un’occasione per farvi e fare un regalo esclusivo, una pausa rigenerante per il corpo e la mente.
VILLA LATTANZI 63900 Torre di Palme, Fermo tel. 073453711 fax 0734638376 www.villalattanzi.it Nell’area Benessere scopri le offerte per l’equilibrio di anima e corpo
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SPECIALE: BENESSERE
Terme dell’Aspio: il benessere dello shiatsu Nell’ambito dei trattamenti di benessere stanno prendendo sempre più piede, anche in Italia, alcune tecniche provenienti dal lontano Oriente, tramandate di maestro in maestro e sempre più apprezzate per i grandi benefici che apportano, come lo shiatsu. Alle terme dell’Aspio Alessia Accorroni offre la sua esperienza, regalando benefici per il corpo e l’anima di A. Siria
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niziamo con una domanda semplice e diretta, cos’è lo shiatsu? “È una tecnica antichissima giapponese di riequilibrio energetico del corpo lavora soprattutto sugli aspetti legati al benessere emozionale ed emotivo. Chi, come me, pratica lo shiatsu, non è un guaritore, né tanto meno un santone, come a volte si pensa, ma un professionista che, attraverso una tecnica millenaria, aiuta progressivamente ad alleviare il dolore. Toccando vari punti del corpo, dopo aver effettuato un’accurata diagnosi, si riesce a dare un’impronta su come agire, nel rispetto del naturale equilibrio del corpo. È un’arte per la salute, un colloquio non verbale realizzato tramite il con…tatto”. Come agisce lo shiatsu? “Agisce sui meridiani energetici, partendo dall’hara (la zona della pancia) ridando equilibrio là dove non c’è. Nel momento in cui sento il vuoto, capisco che lì manca l’equilibrio e agisco di conse-
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guenza. È un trattamento delicato, piacevole, che prevede un contatto continuo per tutta la durata della seduta; è come fare una danza, che si articola tramite la fiducia reciproca.” Per chi è indicato questo tipo di trattamento? “È un trattamento senza alcun tipo di controindicazioni, quindi possono sottoporsi tutti, anche donne in gravidanza e bambini, traendone un giovamento significativo. Da noi, infatti, non vengono solo persone con dolori, ma anche persone che hanno voglia e bisogno di rilassarsi, di superare in piena forma un periodo particolarmente stressante. Si stacca la spina dalla routine quotidiana e si prende un’ora tutta per sé, per lasciarsi andare e far coccolare il proprio corpo. È un trattamento molto indicato anche per chi ha problemi alla schiena, emicranie, traumi muscolari, problemi con il ciclo o alla circolazione”.
“Ho iniziato a praticare questa tecnica, fino a diventare istruttrice, diversi anni fa, dopo essere guarita da un trauma al collo, proprio sottoponendomi a trattamenti shiatsu. Ho provato sulla mia persona i benefici e l’energia che garantisce un trattamento completo e ho voluto conoscerlo per poterlo poi praticare in prima persona”
Di quante sedute si compone un trattamento? “Dipende da persona a persona, ma servono almeno cinque sedute per un miglioramento concreto. La parte più importante è il colloquio conoscitivo iniziale, che costituisce il 40% del trattamento stesso e che mi permette di ascoltare la persona, entrare in empatia, per poi passare alla fase del contatto fisico, tramite il quale il corpo parla e si esprime. Dopo il ciclo di sedute molte persone continuano comunque a venire, proprio per i benefici e il riequilibrio di cui riescono a godere. Si inizia con lo shiatsu, poi ti si apre un mondo ampio, di tecniche, trattamenti e discipline millenarie che lavorano sul benessere fisico e psichico della persona”. Lo shiatsu è riconosciuto dalla medicina ufficiale come trattamento riequilibrante? “In Italia ancora no; purtroppo la medicina non tradizionale è ancora riconosciu-
ta ufficialmente, anche se è possibile praticarla. Qui nelle Marche, inoltre, non esiste ancora una scuola per le pratiche cinesi e giapponesi e questo è un po’ penalizzante”. Cosa direbbe, allora, ad una persona che è incuriosita da questa pratica, ma ancora esitante? “Di pensare che si tratta di un trattamento indolore, che lavora sul riequilibrio e che dona un’immediata sensazione di benessere, con benefici che si protraggono nel tempo. La cosa per me più bella e gratificante è quando, al temine di una seduta, il paziente mi dice: “Sono stato su un altro pianeta, mi sento rinato”. Il fatto che si lavori molto sulla respirazione aiuta a ritrovare quella sensazione di tranquillità e pace che a volte, la frenesia della vita quotidiana mette a dura prova”. Da quello che ci ha raccontato lo shiatsu lavora molto sul rapporto umano: anche tra allievo e maestro si instaura una
simile armonia? “Il maestro diventa un riferimento indispensabile per chi pratica questa disciplina. Ti insegna anzitutto ad ascoltare te stesso, a ritrovare il tuo equilibrio per poi permetterti di avvicinarti agli altri e portare loro benefici. Il mio maestro mi diceva sempre: “È un bene che non vengano da te solo persone che vogliono rigenerarsi, ma anche chi ha dolori, chi è in collera, chi è molto teso. Il tuo compito è di farlo alzare dal futon con il sorriso. Se ci sarai riuscita, allora avrai operato bene”. Ho fatto tesoro di questo e di tutti gli altri suoi insegnamenti”.
Alessia Accorroni Riceve presso le Terme dell’Aspio Via delle Terme 5 60021 Camerano – An 335/1704556 alessiaaccorroni@inwind.it
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SPECIALE: BENESSERE
Lo IOM, vicino ai malati e alle loro famiglie L’Istituto Oncologico Marchigiano di Jesi garantisce assistenza domiciliare gratuita ai malati, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Una realtà che porta beneficio a chi affronta la malattia e un sollievo morale a chi la sostiene tramite le donazioni. Ne abbiamo parlato con la fondatrice Anna Quaglieri di A. Siria
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ottoressa Quaglieri, vuole presentarci lo IOM di Jesi? “Lo IOM Jesi e Vallesina nasce nel 1996 su richiesta dei Medici di Famiglia per avere un aiuto concreto nel percorso difficile del Paziente oncologico e della Sua Famiglia al proprio domicilio. Riusciamo a garantire assistenza domiciliare 7 giorni su 7, 24 ore su 24 grazie al nostro staff, composto da infermieri professionali, che assistono i malati oncologici e supportano le loro famiglie. L’attivazione dell’assistenza parte dal medico di famiglia, che si avvale dell’intervento gratuito e domiciliare di Primari e Specialisti ospedalieri, oltre che della dedizione dei volontari”.
palmari cellulari agli infermieri, macchinari di ultima generazione e formazione e assicurazione dei volontari. Sino ad oggi abbiamo con grande sacrificio e dignità mantenuto il nostro impegno con la Zona. Grazie alle donazioni riusciamo a comprare macchinari di ultima generazione, a formare il nostro personale, a coprire i 300 mila euro che sono necessari ogni anno per assistere i malati. Organizziamo cene benefiche, banchetti, abbiamo un conto corrente su cui si può donare, si può intestare allo IOM il 5 x 1000; devo dire che la gente, nonostante le difficoltà economiche legate al momento, non si tira mai indietro, si dimostra sensibile e generosa”.
Come si sostiene lo IOM? “Non abbiamo alcun rimborso da parte della regione, ma abbiamo un’integrazione con l’ASL. L’AV2 ci fornisce il team infermieristico (e ci guadagna) e noi provvediamo a tutto il resto: 6 auto con quello che comporta, 3 segretarie, 2 psicologhe, OSS, cartella informatizzata,
Che tipo di rapporto si instaura tra voi e i pazienti? “Un rapporto che definirei familiare. Lo IOM entra nelle case dei malati, porta loro assistenza medica, ma anche umana; tra i nostri operatori e i nostri assistiti si instaura un legame di fiducia, di amicizia. L’infermiere diventa a tutti gli
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effetti uno di casa e questo legame privilegiato garantisce un impatto completamente diverso con il fatto di dover ricevere delle cure. Pensi a cosa significa, per un malato, non dover andare in ospedale, ma poter rimanere tra i propri affetti, nel proprio ambiente e proseguire le cure di cui necessita. In questo lo IOM è una realtà assolutamente innovativa e i risultati ci incoraggiano e ci spingono ad andare avanti nonostante le immancabili difficoltà”. Che bacino di utenza avete? “Consideri che nel 2011 abbiamo trattato 308 pazienti, con modalità della presa in carico; tra di loro 262 erano nuovi pazienti, di cui 229 in fase avanzata di malattia e 33 temporaneamente non autosufficienti. In tutto sono stati garantiti oltre 11 accessi presso il domicilio dei pazienti dei 21 Comuni di competenza della Asur Zona 5 di Jesi. Abbiamo garantito oltre 34 mila prestazioni a domicilio e i nostri operatori hanno percorso oltre 150 mila Km per garantire i necessari servizi”.
Complimenti, davvero grandi risultati… “Il risultato più importante per noi è cogliere il sorriso sul viso dei nostri pazienti quando entrano i nostri infermieri, è sentire le parole delle famiglie che si sentono sostenute e pienamente assistite dal nostro impegno. Come ente siamo ramificati, abbiamo uno staff che si compone di una serie di professionalità tra loro interconnesse: dagli infermieri, che sono i nostri fiori all’occhiello, agli psicologi, dal personale OSS ai volontari, alle segretarie, al comitato scientifico. Ci tengo poi a ribadire il nostro legame con i medici di famiglia, con i quali la collaborazione è continua. Ci tengo molto a menzionare e ringraziare il Dottor Maurizio Bevilacqua, l’ex Direttore Generale dell’Area Vasta n.2, che ha dato grande dignità professionale al nostro team e ha sempre sostenuto ogni attività con partecipazione e amore. Non posso dimenticarlo.” Dottoressa, lavorare con lo IOM implica di certo, oltre che professionalità, an-
che una grande forza d’animo. È così? “Sì, è proprio così. Assistere chi è malato non è semplice, nemmeno per un professionista. Il nostro personale si forma per avere il giusto atteggiamento e le psicologhe fanno un lavoro continuativo sui nostri collaboratori. È inevitabile, quando si forma un legame familiare ed affettivo, che a volte si creino situazioni difficili, ma fa parte del nostro lavoro e della nostra scelta e ci facciamo forza”. Dottoressa, lo IOM ha una testimonial d’eccezione, Elisa Di Francisca, cosa ci può dire di lei? “È una ragazza di gran cuore, generosa, solare, pensi che è stata lei a proporsi, proprio perché crede in ciò che facciamo”.
Anna Quaglieri, la presidentessa Tre figli, una laurea in scienze politiche, un diploma in pianoforte e un forte amore per la lettura. Una vita spesa a crescere i figli e a fare beneficienza.
Come aiutare lo IOM Info su: www.iomjesievallesina.it
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SPECIALE: BENESSERE
Paolo Ottavi Forma e armonia olimpica In palestra con il ginnasta dell’Aeronautica Militare: “Credo proprio che il benessere al giorno d’oggi sia questo, poter lavorare serenamente e con ogni garanzia possibile” di A. Siria
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i è chiuso il sipario sui Giochi Olimpici di Londra 2012: come hai vissuto questa esperienza? “È stata sicuramente un’esperienza incredibile, sia perché partecipare a un’olimpiade era il sogno che avevo fin da bambino, ma sopratutto perché per ottenere questo risultato ho dovuto lavorare tanto e superare tanti problemi che hanno reso il mio cammino verso Londra tortuoso. Ma la gioia che ho provato nel periodo olimpico ha ripagato a pieno tutti i sacrifici che ho fatto, senza dubbio!”. Qual è il ricordo più bello di questa avventura che porti nel cuore? “In ogni competizione di un certo livello, io adoro il momento in cui si entra nel campo gara: sono istanti in cui ho sempre la pelle d’oca! E in questa occasione, vedere un palazzetto tanto bello e allo stesso tempo tanto grande, ma sopratutto con un pubblico così numeroso ed entusiasta, mi ha fatto cadere qualche lacrima, è stato un impatto veramente fortissimo! Sia perché in altre gare
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importanti (europei, mondiali, ecc.) non c’è mai un pubblico molto numeroso, sia perché sai che ti trovi alle Olimpiadi, in quei momenti sei consapevole che hai già raggiunto un traguardo importante già prima di aver iniziato la gara!”. E ora, guardi verso Rio? “Beh, come si suol dire, l’appetito vien mangiando e visto che questa per me è stata un’esperienza cosi importante, spero vivamente che tra quattro anni sarò ancora in forma per poter partecipare alla prossima Olimpiade, che in un paese frizzante e colorato come il Brasile, si preannuncia veramente entusiasmante”. Come descriveresti la ginnastica? Quali sono i suoi aspetti più caratteristici? “La ginnastica può essere la tua migliore amica, ma allo stesso tempo può tradirti senza preavvisi… e con questo voglio dire che in gara te la giochi in pochissimi secondi, meno di un minuto! E in quel breve lasso di tempo sono racchiusi anni e anni di lavoro e sacrifici. Questo aspetto,
se da un lato può sembrare crudele, dall’altro è assolutamente fantastico, perche ovviamente più c’è il rischio di sbagliare, più hai soddisfazione nel momento in cui la gara va bene!”. Cos’è, per te, il benessere? Cosa fai per stare bene? “Al momento per star bene pratico questo fantastico sport. E colgo l’occasione per ringraziare l’Aeronautica Militare per il sostegno che mi sta dando da quattro anni a questa parte. Grazie all’Aeronautica, posso continuare ad allenarmi ogni giorno con serenità e con tutte le garanzie per un futuro stabile. Credo proprio che il benessere al giorno d’oggi sia questo: poter lavorare serenamente e con ogni garanzia possibile. E per questo mi ritengo molto fortunato”. Il tuo è uno sport che richiede molta forza, ma anche molto equilibrio e concentrazione: come si conciliano le due cose? “Esattamente, la ginnastica racchiude in sé tanta tecnica, tanta forza, ma allo stes-
so tempo nelle competizioni bisogna sempre avere un ottimo equilibrio mentale. Quest’anno ad esempio, a un mese di distanza dalle Olimpiadi, ho fatto forse il peggior campionato italiano della mia vita! Ero prontissimo tecnicamente e fisicamente, ma alcuni fattori hanno influenzato negativamente la mia concentrazione e il risultato è stata una gara decisamente sottotono, che ha addirittura messo in discussione la mia partecipazione a Londra. Questo per dire che non basta ripetere gli esercizi, ma bisogna star bene a 360 gradi, sotto ogni aspetto”. Tu e le Marche: qual è il tuo rapporto con questa regione? “Io adoro le Marche. Una regione splendida sotto ogni profilo, dalle specialità gastronomiche alla bellezza paesaggistica, che racchiude in pochi chilometri il mare e le montagne! Davvero una regione affascinante”.
RITRATTO DI UN CAMPIONE Esordio internazionale Juniores nel 2001 Italia-Germania-Spagna Partecipazione a 2 campionati europei Juniores: 2002 Patrasso (Grecia), 2004 Lubiana (Slovenia) Esordio internazionale Seniores nel 2005 Universiadi Izmir (Turchia) Partecipazione a 3 campionati del mondo a squadre: 2006 Aarhus (Danimarca), 2010 Rotterdam (Olanda), 2011 Tokyo (Giappone) Partecipazione a 2 campionati europei a squadre: 2010 Birmingham (Regno Unito) quinto classificato nella finale agli Anelli, 2011 Berlino (Germania) Medaglia d’oro a squadre nei Giochi del Mediterraneo 2009 a Pescara Campione Italiano assoluto nel concorso generale nel 2010 Ancona Ventiduesimo classificato nella finale del concorso generale alle Olimpiadi di Londra 2012 Sono “nato” nella società Nardi Juventus di Porto san Giorgio all’età di 6 anni. Dal 2008 gareggio in forza all’Aeronautica Militare. Attualmente mi alleno al centro tecnico federale di Fermo. Allenatore: Marco Fortuna. Diplomato con Maturità Scientifica al liceo scientifico di Fermo.
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SPECIALE: BENESSERE
Fiere ed eventi: gli appuntamenti più importanti del benessere e dell’estetica Estetica, benessere, wellness e fitness: gli appuntamenti fieristici in Italia dedicati a questi settori sono davvero molti e si svolgono lungo tutto l’arco dell’anno. Vengono presentati i prodotti e i ritrovati di ultima generazione, le novità che coinvolgono tecnologia, scienza e natura. Ecco per voi una selezione di dieci eventi, da novembre 2012 a maggio 2013.
DENOMINAZIONE
DESCRIZIONE
LUOGO
DATA
INFO
Aestetica
Fiera del Benessere e della Bellezza
5/7 novembre 2012
Napoli
aestetica.it
9/11 novembre 2012
Milano Rho
weekenddonna.it
Weekend Donna Milano
Tre giorni esclusivi per la donna e le sue passioni
Roma International Estetica
Fiera professionale dell’estetica e del benessere
2/4 febbraio 2012
Roma
romainternationalestetica.it
Forum Club
Expo & International congress for Fitness, Wellness & acquatic clubs
21/23 febbraio 2013
Bologna
forumclub.it
Natural expo
Salute e benessere in fiera
22/24 febbraio 2013
Forlì
naturalexplo.it
Benè
Sentieri di Benessere
21/24 marzo 2013
Vicenza
sentieridelbenessere.it
Cosmoprof
Worldwide Bologna
8/11 marzo 2013
Bolgona
cosmoprof.com
Cosmofarma Exibition
L’evoluzione della farmacia
19/21 aprile 2013
Bologna
cosmofarma.com
9/12 maggio 2013
Rimini
riminifiera.it
10/13 maggio 2013
Rimini
thermalia.it
Rimini wellness Thermalia 2013
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Fitness, benessere e sport on stage Salone del turismo termale
VILLA LATTANZI
Viaggiare ha una nuova meta
Hotel | Ristorante | Meeting | Banqueting | Area benessere | Wi-Fi free Limousine service | Bosco con percorsi relax | Parking privato | Area balneare convenzionata Torre di Palme, Fermo (FM) 63900 Contrada Cugnolo, 19 - Tel +39 0734 53711
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SPECIALE: BENESSERE
Rimettersi in sesto con la chiropratica Mal di schiena, dolori articolari, tensione muscolare: quante volte per contrastare questi malesseri si ricorrere agli antidolorifici e si pensa, erroneamente, di aver risolto il problema? La chiropratica, invece, è una professione che, agendo sulle concause del dolore, agisce in modo naturale sul sistema neuro-muscoloscheletrico. Ce lo spiega il Dottor John Williams, Presidente dell’Associazione Italiana dei chiropratici di A. Dachan
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ottor Williams, che cos’è la chiropratica? “È una professione di natura olistica, che non si preoccupa solo dei sintomi di un determinato dolore, ma indaga sulle sue concause. La scienza della chiropratica si occupa del rapporto tra la struttura, principalmente la colonna vertebrale e la funzione, tramite il sistema nervoso, perché quel rapporto potrebbe condizionare il ripristino ed il mantenimento di una buona salute. Si controlla la deambulazione del paziente, la sua postura, si indaga sul suo stile di vita e la sua alimentazione, per risalire alla radice del problema e agire poi sul sistema neuro-muscoloscheletrico”. In cosa consiste un trattamento chiropratico? “La chiropratica non prevede né l’uso di farmaci, né il ricorso alla chirurgia, ma l’intervento attraverso la manipolazione vertebrale, riuscendo ad agire a livello neurologico. Si utilizza un impulso di
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poca forza per una brevissima distanza; il trattamento chiropratico include tecniche manipolative per ripristinare le funzioni articolari, ma adopera anche tecniche per trattare i tessuti molli, che sono i muscoli e i tendini che controllano i movimenti delle articolazioni”. Quali sono le origini di questa scienza? “È una scienza che risale al 1895, quando Daniel David Palmer ha eseguito il primo “aggiustamento chiropratico”. Già nel 1897 si tenne il primo corso universitario negli USA. Oggi, dopo soli 117 anni, la chiropratica vanta più di 90 mila professionisti, in più di 90 Paesi del mondo e risulta essere negli Stati Uniti d’America, la terza professione sanitaria per numero, dopo medicina e odontoiatria, inoltre, conta corsi universitari in molti Paesi, inclusi dieci in Europa”. Come si può riassumere l’essenza della chiropratica? “Una sintesi molto efficace è quella
espressa, già 120 anni fa, dal suo fondatore, Palmer, secondo il quale si possono riassumere in tre punti le cause della mancanza di una buona salute: traumi, veleni e assenza parziale della forza mentale. Tradotti in termini più moderni si può parlare di lesioni muscolari, una cattiva o inappropriata nutrizione, o l’assunzione di alcol, droghe, farmaci e infine lo stress. Si tratta di problematiche assolutamente tipiche della nostra epoca, di cui soffrono davvero molte persone”. Chi sono i potenziali beneficiari di questa pratica? “Abbiamo pazienti di tutte le età, dai più piccoli fino a pazienti novantenni e scegliamo le tecniche da applicare in considerazione dell’età e delle condizioni fisiche del paziente. Spesso si è spinti a rivolgersi ad uno specialista per via di problematiche alla schiena, o alla cervicale, o a seguito di traumi sportivi o di altro genere, ma sarebbe bene consultare
un chiropratico anche quando si hanno semplici dolori: prima si individuano le cause e concause della sofferenza articolare e muscolare, prima si riesce a risolverle. L’assenza di fastidi sintomatici non significa di essere automaticamente in buona salute”. La chiropratica è riconosciuta anche in Italia? “Sì, anche se in notevole ritardo rispetto ad altri Paesi, nel 2008 è finalmente stata riconosciuta dal anche Sistema Sanitario Italiano. A livello globale oggi la moderna medicina allopratica si sta avvicinando alle idee e ai progetti della chiropratica e questa è un’ulteriore conferma della natura avanguardista di questa disciplina”. Il ritardo nella creazione di un registro dei chiropratici in Italia ha anche permesso un diffuso abusivismo del titolo di chiropratico, con la proliferazione di soggetti che si spacciano per tale senza avere i minimi requisiti, e purtroppo, nelle Marche non mancano que-
ste figure. Fortunatamente, tutti i chiropratici laureati nelle Marche fanno parte dell’Associazione Italiana Chiropratici, e basta cercare il nome sul sito www.chiropratica.it per assicurarsi che il chiropratico non è un abusivo. Quali sono i rapporti tra il chiropratico e il medico di famiglia? “Hanno ruoli complementari. Spesso il medico di famiglia indirizza suo paziente al chiropratico prima di cercare soluzioni più invasive per i problemi muscoloscheletrici, e il chiropratico cerca sempre un rapporto di buona collaborazione con il medico di famiglia per arrivare a una corretta gestione del paziente. AIC Associazione Italiana Chiropratici Dottor John G. Williams Presidente.italy@fastnet.it Studio Corso Matteotti 20 – Jesi/ Corso Mazzini 32 -Ancona
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SPECIALE: BENESSERE
Trapianti Marche: superata quota cinquecento L’attività è cominciata nel 2005. La regione prima nella classifica nazionale per donazioni; il Governatore Gian Mario Spacca: “Traguardo sbalorditivo”
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ltre 500 trapianti in sette anni. E’ l’eccezionale risultato del Centro Trapianti inaugurato nel 2005 all’interno dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. La decisione di inaugurare il Centro, diretto dal dott. Duilio Testasecca, venne presa a suo tempo nel momento migliore. Nel 2004 la popolazione marchigiana dimostrò tutta la sua generosità con 36 pmp (per milione di persone) facendo classificare la regione prima in Italia per donazioni. A quel punto, Ospedale, Università e Regione decisero, di comune accordo, che era arrivato il momento giusto per avviare l’attività trapiantologica di fegato e rene nelle Marche in modo che i pazienti marchigiani non fossero più costretti a fare i viaggi della speranza altrove. Il primo trapianto di rene venne effettuato il 30 maggio 2005, il primo trapianto di fegato il 2 agosto successivo. Nel 2007 iniziò l’attività di trapianto su soggetti Hiv, di trapianti di pancreas e quelli combinati rene – pancreas, nel 2010 fu la volta del primo trapianto di rene da vivente. Da allora ad oggi sono stati eseguiti in tutto 518 trapianti: 249 di rene, 260 di fegato, 1 di fegato e rene, 2 di pancreas, 5 di pancreas e rene e q di rene da vivente. Nel frattempo è aumentata fortemente la sensibilità della popolazione sul tema delle donazioni che da un tasso dell’11,6 pmp del 2002 sono passate oggi al 44,1 conquistando il primato nazionale. In base ai dati del 31 agosto le Marche in Italia sono inoltre prime in classifica per donatori utilizzati con un tasso del 37,1 pmp. Seguono il Friuli Venezia Giulia con il 35,7 e la Toscana con il 33,5. L’età media dei dona-
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tori nelle Marche nel 2011 è stata di 62,8 anni. Alla luce di questi dati si può quindi affermare senza dubbio che il processo donazioni – trapianti – si è rivelato, nelle Marche, un processo di eccellenza nell’ambito del quale i professionisti e gli operatori hanno lavorato in squadra supportati nel modo più efficace dalle istituzioni. Si è sviluppata un’azione sinergica, aggregante, fa operatori sanitari, Università, Ospedale e la Regione che, molto sensibile alla tematica, ha deliberato varie normative e ha stanziato le risorse necessarie. Determinante è stata anche la collaborazione con il Nord Italia Transplant (NIT), che nella sua funzione principale di assegnazione degli organi ha sorvegliato tutto il processo, gestendo insieme al Centro trapianti regionale i vari momenti. Un aspetto da considerare, soprattutto di questi tempi, è il lato economico e finanziario del progetto Trapianti nelle Marche: è, infatti, fortemente diminuita la mobilità passiva dei pazienti e si assiste ad un incremento del 30% della mobilità attiva grazie alla forte attrazione esercitata dal Centro Trapianti di Ancona nei riguardi dei pazienti che si devono iscrivere alle liste d’attesa. Ora ci si chiede: quale futuro? Sarà necessario proseguire in un’incisiva politica sanitaria regionale per incrementare ancora le donazioni coinvolgendo la società civile e ridisegnando, in accordo con l’Aido, il modello organizzativo di sensibilizzazione. L’equipe di Torrette punta inoltre a ridurre ulteriormente il tempo di attesa per il trapianto sia promuovendo il trapianto di rene da vivente sia cominciando ad eseguire trapianti di fegato da vivente.
L’intervento del Governatore Gian Mario Spacca in occasione della Giornata dei Trapianti, celebrata lo scorso 21 settembre 2012 al Teatro delle Muse di Ancona “E’ una giornata importante. Celebriamo il superamento del traguardo di 500 trapianti effettuati nella nostra regione. E’ importante, per tante persone che hanno vissuto un periodo di straordinaria sofferenza nella loro vita. Lo è per tutti i marchigiani che avevano perso la funzionalità di organi vitali come fegato o reni e che hanno trovato nel trapianto una risposta ai loro problemi di salute e una nuova prospettiva alla loro esistenza. Cittadini che hanno potuto trovare nella nostra regione la risposta che cercavano, senza essere costretti a spostarsi altrove, con tutto ciò che, in termini di disagi e ulteriori sofferenze, questo comporta. Chi, in passato, è stato obbligato a compiere questi viaggi, fuori dalla nostra regione, per potersi curare, sa bene cosa significhi ricevere le cure necessarie vicino ai propri cari. Il traguardo che celebriamo oggi è il frutto di un programma avviato 7 anni fa, quando abbiamo dato vita ad un’attività di trapianto nelle Marche. Un obiettivo ritenuto da subito possibile, anche alla luce del buon numero di donazioni realizzate nella nostra regione, grazie al senso di responsabilità, sensibilità e generosità della gente delle Marche e alla eccellente attività dei centri di Rianimazione”.
SPECIALE: BENESSERE
Artrosi dell’anca, al Santo Stefano i massimi esperti Al convegno organizzato dalla clinica Villa Pini, tenutosi il 6 ottobre all’Istituto di Porto Potenza Picena, sono stati illustrati gli ultimi progressi scientifici A cura di Villa dei Pini
I Raul Zini
massimi esperti dell’artrosi dell’anca si sono dati appuntamento oggi all’Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena (Mc) per il convegno organizzato dall’équipe ortopedica di Raul Zini della clinica Villa dei Pini di Civitanova Marche. Le diverse figure coinvolte nella diagnosi, cura e riabilitazione, ovvero medici di base, fisioterapisti, ortopedici e infermieri, si sono confrontati sulle ultime innovazioni che contrastano un disturbo molto diffuso: l’artrosi all’anca colpisce in Italia almeno 4 milioni di soggetti, con costi sanitari che raggiungono i 6,5 miliardi di euro. “Si tratta di una delle patologie più frequenti in campo osteo-articolare negli anziani, anche perché l’età media si è allungata e i fenomeni degenerativi crescono – spiega Raul Zini –, ma oggi questo problema colpisce sempre di più in età precoce, come nel caso dei giovani sportivi”. Il ricorso all’impianto delle protesi è molto diffuso: dal 2005, anno in cui sono stati eseguiti in Italia 87mila interventi di protesi all’anca, c’è stato un aumento del 5% l’anno, con costi pari all’1,2% del Fondo sanitario. “L’artrosi avanzata va trattata con protesi – prosegue Zini -, ma la nostra scommessa è diagnosticare precocemente e trattare i casi diversamente prima di arrivare all’impianto. Su questo fronte sono stati fatti passi avanti notevoli, sia nei trattamenti conservativi e riabilitativi, sia rispetto a nuove tec-
niche mini-invasive artroscopiche che consentono di trattare i primi problemi che insorgono. A Villa Pini eseguiamo un alto numero di interventi di protesi all’anca, a dimostrazione dell’efficacia del trattamento, ma ci occupiamo anche di artroscopia mini-invasiva, una tecnica che consente di intervenire senza aprire l’articolazione e che nel tempo può ridurre anche i costi sociali legati a questa patologia”. In apertura del convegno gli interventi di saluto hanno consentito di spaziare anche su tematiche sanitarie di stretta attualità: “In tempi di spending review è necessario che non si perda di vista il valore della salute – ha sottolineato Antonio Aprile, direttore generale di Villa Pini –; gli operatori sanitari devono essere protagonisti di questo percorso”. Sulla necessità di razionalizzare le spese ha insistito Giorgio Caraffa, direttore sanitario dell’Asur Marche, mentre Enrico Brizioli, amministratore delegato del Santo Stefano, ha sottolineato il potenziamento dei servizi dell’Istituto e di Villa Pini, che contribuisce a ridurre la mobilità passiva, ovvero la mobilità dei pazienti che si curano fuori regione a spese del sistema sanitario regionale di provenienza. È intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Macerata, Americo Sbriccioli, che ha messo in evidenza le profonde trasformazioni che, nell’era del web e dei progressi tecnologici, la professione è chiamata ad affrontare.
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SPECIALE: BENESSERE
Benessere… a vele spiegate Capita a tutti di aver voglia di staccare la spina per qualche ora, lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e respirare a pieni polmoni l’aria di mare. Siamo andati alla Marina Dorica di Ancona e abbiamo provato per voi la meravigliosa esperienza di una gita in barca a vela, a due passi dall’ufficio… di A. Dachan
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una meravigliosa mattinata di inizio ottobre, il sole è alto e l’aria sembra ancora quella di giugno. Alla Marina Dorica le barche ondeggiano in file ordinate. L’armatore, Daniele Ferraioli, creatore di Vela Conero.it, arriva con il sorriso e mi dà il benvenuto. “Buon vento! Questa è My way”, dice presentandomi l’imbarcazione, bianca con degli inserti in rosso. Salgo a bordo, mi accomodo a poppa, la parte posteriore della nave, mentre Daniele inizia le manovre di bordo, accende il motore, armeggia con le corde color blu e arancio. I nodi si sciolgono e con essi la tensione che, involontariamente, ognuno si porta addosso; non siamo in un centro massaggi, né stiamo facendo pilates: stiamo
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navigando, ma il fatto di essere lì, a farci cullare dalle onde, con il vento che ci accarezza il viso ad ammirare il paesaggio mozzafiato che abbiamo di fronte a noi, ci regala una piacevolissima sensazione di pace, di relax. Muovendoci fuori dal porto entriamo in una dimensione diversa, dove ci si dimentica degli orari, dove il respiro si fa spontaneamente più profondo e un misto di adrenalina e serenità circola nelle nostre vene. Impossibile immaginarlo se non si prova: la vela è un’esperienza che va vissuta, che raccontare è bellissimo, ma limitativo: come spiegare cosa si prova quando è il vento che ci guida, quando sono le onde che scandiscono i battiti del cuore, quando si sentono solo i gabbiani, quan-
do la salsedine riempie l’aria… È un crescendo di emozioni, un regalo che solo una città bella e misteriosa come Ancona può concederti, perché è riservata e non ama rivelarsi, ma si lascia scoprire dolcemente, magari facendosi ammirare da lontano, con discrezione… La vita a bordo è impegnativa: Daniele è attento ad ogni dettaglio e quando arriva il momento giusto issa le vele, Ronda e Genova, che si gonfiano con il vento e ci portano dolcemente sempre più lontano dalla riva. Ancona è bellissima vista dal mare: il porto con le sue navi, la zona con i container che sembrano piccoli pezzettini di lego, il Duomo che dall’alto sorveglia la città, il Passetto, che da questa prospettiva mostra la sua forma ad aqui-
la, il vecchio faro, le grotte, il Parco del Cardeto, le Due Sorelle… è una visuale incantevole, è come vedere questi posti per la prima volta, riuscendo a scoprirne l’anima più nascosta. Tra l’armatore e la barca sembra di assistere ad una danza: tra di loro c’è simbiosi, armonia, amore, lo stesso amore che Daniele ha per la sua città, tanto che indossa una maglietta con la scritta: “Ancona, il sole sorge e tramonta in mare”. In effetti, il capoluogo dorico offre uno spettacolo estremamente suggestivo, quello di avere, lungo il viale centrale, il mare sia di fronte, che alle spalle… Pensi allo spettacolo della natura, pensi a quanto sei fortunato a vivere in una città così, pensi a come è bello uscire
dall’ufficio e salire in barca per assistere al tramonto, senza lo stress di doverti mettere in viaggio e ti rendi conto che sei circondato da un contesto unico. Quando si dice che le Marche sono piene di charme, ti rendi conto che hai davvero una gran fortuna a vivere in una cornice così. Il nostro tour finisce, le vele vengono ammainate, My way torna al suo posto ordinata. Scendo dalla barca e mi sento più leggera, con una sensazione di freschezza, di relax, come se avessi passato una giornata in beauty farm. Saluto l’armatore come fosse un amico e mentre mi avvio al parcheggio, mi chiedo se sia stato tutto un sogno; mi giro, My way è lì, è vera. Magari mi aspetta per il prossimo viaggio…
Il mare nelle vene Daniele Ferraioli è ingegnere, esperto e docente di nuovi media, con un amore incommensurabile per il mare. La sua prima volta a bordo arriva all’età di 15 anni. Un autentico colpo di fulmine, una passione che coltiva nel tempo; regate, campionati, viaggi e uscite con i turisti. Per trovarlo seguite il vento, che vi porterà su www.velaconero.it
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SPECIALE: BENESSERE
SENIGALLIA TERRA DEL BUON VIVERE E DEL BUONGUSTO « La città di Sinigaglia da questa radice de’ monti si discosta poco più che il tirare d’uno arco, e da la marina è distante meno d’uno miglio. A canto a questa corre un picciolo fiume, che le bagna quella parte delle mura che in verso Fano riguardano. La strada per tanto che propinqua a Sinigaglia arriva, viene per buono spazio di cammino lungo e monti, e giunta a el fiume che passa lungo Sinigaglia, si volta in su la man sinistra lungo la riva di quello; tanto che, andato per spazio d’una arcata, arriva a un ponte el quale passa quel fiume e quasi attesta con la porta ch’entra in Sinigaglia, non per retta linea ma transversalmente. Avanti a la porta è un borgo di case con una piazza, davanti alla quale l’argine del fiume da l’uno de’ lati fa spalle. » Niccolò Macchiavelli
Il Benessere vien mangiando Sempre più studi dimostrano che per stare bene con il proprio corpo e il proprio spirito è fondamentale saper mangiare, che non significa rinunciare ai cibi gustosi, tutt’altro. Ne abbiamo parlato con due chef d’eccellenza, due guru della buona tavola made in Marche, anzi, made in Senigallia: Moreno Cedroni e Mauro Uliassi
La parola agli Chef
Moreno Cedroni
bisogno energetico in modo equilibrato e di conseguenza garantisce il nostro benessere psicologico”.
Può una sana alimentazione migliorare anche il nostro benessere psicologico? “Tutto ciò che è sano, nelle quantità adatte al nostro stile di vita, soddisfa il
Senigallia, oltre che Città della fotografia, può essere definita anche Città del gusto, per la concentrazione che vede di chef stellati e rinomati. A cosa si deve questo fatto? Come si vive con dei “vicini” così particolari? “Senigallia è una città particolarmente bella, luminosa, quasi vellutata, dà un senso di libertà e di rispetto. E’ una città che ha saputo fare avanguardia ed eccellenza in molti campi, nella foto-
Cosa significa, per lei, benessere alimentare? “Poter scegliere quello che mangiamo con attenzione al gusto e all’origine. Per conciliare il gusto e l’attenzione alla propria salute bisogna mangiare meno, ma meglio.
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grafia come nello sport ed anche nella gastronomia. Ha avuto la fortuna di allevare talenti, di andare oltre i confini con ambizione. Impegno costante ed enormi investimenti, soprattutto in risorse umane hanno portato la Madonnina e Uliassi ad essere riconosciuti dalla critica e dal pubblico tra i nomi eccellenti della gastronomia internazionale; tuttavia due grandi ristoranti in una città come Senigallia sono troppi, ci auguriamo che prima o poi uno dei due possa permettersi di mollare! Scherzo naturalmente!”.
Mauro Uliassi
Chef, che legame c’è, secondo lei, tra il mangiar bene e lo stare bene? “Un legame importantissimo. L’alta gastronomia è un modo di mangiare sano, implica una coscienza profonda di ciò che si fa, una consapevolezza e un approccio professionale e scientifico al cibo. Una volta si pensava che il mangiare sano fosse quello dell’ospedale e non c’era l’attenzione, né i controlli che ci sono oggi. L’alta ristorazione, invece, cura l’equilibrio dei piatti, implica una ricerca continua, riesce a far esaltare i sapori e i profumi che sono nascosti anche
negli ingredienti più semplici. Il risultato sono piatti sani, gustosi, che danno allo stesso tempo piacere, benessere e nutrimento. A proposito di cucina sana, c’è una cosa che tengo a raccontare…”. Prego! “Collaboriamo spesso con la Fondazione Paladini, che organizza iniziative dedicate alle persone affette da distrofia muscolare. Siamo stati invitati a cucinare per Luca B., un ragazzo costretto a letto da quindici anni. Solitamente, dopo ogni pasto, la madre gli misura i battiti cardiaci, che arrivano a circa120, per verifi-
care che stia bene. Dopo aver mangiato i nostri piatti, abbiamo scoperto che i battiti arrivavano a 95, che il suo corpo, quindi, doveva fare meno sforzi. Oltre alla gioia di vedere l’espressione di gusto sul viso di Luca, è stata per noi l’ulteriore conferma che una cucina professionale e dietetica non può che far bene al nostro organismo e al nostro umore”.
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SPECIALE: BENESSERE
Il “decretone Sanità”: risultati in chiaroscuro Inserito nel calderone della spending review, l’assetto del servizio sanitario cambia ancora fisionomia. Il Ministro della Salute Renato Balduzzi, artefice della scure che si è abbattuta sull’universo sanità, si è dichiarato “molto soddisfatto del decretone” poiché “non si tratta di tagli, ma di risparmi” ... di Mario Timio
E
, tanto per addolcire la pillola, afferma che “i servizi per i cittadini non diminuiranno. La sfida è riuscire a non perdere la bellezza del nostro servizio sanitario, anche con risorse limitate”. Come si compone allora questa sfida? Intanto con la chiusura dei piccoli ospedali (quelli con meno di 120 posti letto) anche se lo Stato ha demandato alle regioni tale operazione. Nella Regione Marche dovrebbero chiudere i battenti 15 nosocomi. Il Governatone Spacca argomenta che la chiusura degli ospedali non è imposta poiché le Marche già fanno parte della riorganizzazione della rete ospedaliera che porta a una riduzione dei costi di gestione e a una maggiore appropriatezza delle prestazioni. La Regione Marche si era preparata a tagliare 159 posti letto, integrando i servizi per acuti con i servizi sanitari postacuzie. Tale operazione porterebbe al rapporto 3,9 posti letto ogni mille abitanti, vicino alla media di 3,7 fissata dal
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“decretone”. Questo prevede la riduzione di 18.000 posti-letto in Italia tagliando i doppioni, i reparti troppo vicini creati in certi casi più per interesse politico che sanitario. Di conseguenza andranno sforbiciate le dotazioni organiche. In pratica, meno primari e dirigenti medici. Non solo. Fino a quando l’obiettivo non sarà raggiunto è sospeso il conferimento o il rinnovo di incarichi. Mala tempora currunt per i camici bianchi che tra primari e dirigenti assisteranno alla cesoia di 10mila posti. E allora dove andranno i malati? Punto numero uno. Gli ospedali li ricovereranno solo per condizioni acute. Una volta superata le acuzie verranno trasferiti in strutture territoriali come gli ospedali di comunità (abitualmente quelli dismessi perché piccoli) a minore complessità assistenziale ma a costi sensibilmente inferiori. Nelle stesse strutture verranno inviati i cosiddetti malati “cronici” ove possono
stazionare a lungo sempre a costi contenuti. Anche le riabilitazioni e le lungodegenze vengono contratte, comunque non al di sotto dello 0,7 per mille abitanti. I tempi previsti per tale realizzazione sono strettamente contingentati dal “decretone”: entro il 30 novembre prossimo dev’essere tutto pronto. La cifra risparmiata prevista nel periodo 2012-2014 è pari a 5 miliardi di euro. Un altro risparmio di 5 miliardi verrebbe dal taglio per il fondo sanitario nazionale (quello che eroga fondi alle regioni) e per la spesa farmaceutica territoriale, che dovrebbe scendere dall’attuale 13,3 all’11,4 per cento per il prossimo anno. Sembra però che questo taglio non interesserebbe la tasca del cittadino ma quella delle case farmaceutiche e dei farmacisti, i quali però hanno già presentato ricorso. Insomma, in questa corsa al ribasso nessuno vuole perdere. E neppure i medici di base, perché anche per loro è pre-
vista una piccola “rivoluzione”. Stop alla tradizionale figura del medico di famiglia, che verrà inserito all’interno di poliambulatori al servizio del paziente a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno. Grazie alla presenza di strumentazione, di infermieri e specialisti questi poliambulatori contribuiranno anche a snellire il carico di pazienti che ogni giorno intasano il pronto soccorso, essenzialmente per patologie che non richiedono il ricovero ospedaliero. C’è di più. Il Ministro ha previsto la tessera sanitaria elettronica per ogni cittadino, contenente il proprio iter sanitario digitalizzato. Questa è una risposta a chi obietta che l’iniziativa allontana, se non infrange, il rapporto fiduciale medico-paziente. Non è così, poiché la tessera permette al dottore di turno poliambulatoriale che non sia il proprio medico di base di visionare immediatamente la situazione clinica del paziente. Ma la componente del “decretone”che
più piace riguarda il reclutamento dei direttori generali, dei primari e in genere dei dirigenti sanitari pubblici, spesso selezionati tramite nomina o raccomandazione politica. Niente di tutto questo. Maggiore trasparenza, non più favoritismi o clientelismi, ma selezioni basate unicamente sul curriculum vitae. Quindi largo alla meritocrazia. Non più spoil system, autentica aberrazione dell’attuale sanità italiana (sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale del 2007) ma solo merit system. Con il merito professionale si risolvono i problemi della salute delle persone, con lo spoil system si risolvono i problemi dei politici non sempre coincidenti con quelli della gente. La triste cronaca di questi giorni ne è solo una conferma. E Balduzzi vuole che la storia non si ripeta.
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DOSSIER: ECCELLENZE
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Ci sono momenti nei quali l’arte raggiunge quasi la dignità del lavoro manuale(Oscar Wilde) 110
“L’artista autentico, nella creazione, esclude il più possibile i suoi sentimenti; più egli è grande, più sa contenersi, perché l’opera universale ha un solo traguardo: essere anonima; più l’opera è anonima maggiore è l’artista che ha operato escludendosi”. (Arturo Martini, La scultura lingua morta)
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DOSSIER: ECCELLENZE
DOBBIAMO FAVORIRE LO SVILUPPO DELLE ECCELLENZE “POTENZIALI” Recentemente, nel corso di un convegno al quale partecipavo in veste di relatore, mi è stato chiesto se credo alle eccellenze presenti nel nostro Paese. “Si”, è stata la mia risposta immediata. E nel mentre rispondevo il cuore mi si accendeva e alla prima risposta ne seguiva un’altra ancora più accorata, piena di entusiasmo e di emozione di Flavio Guidi
S
iamo un Paese ricco con tante prospettive felici e positive. Proviamo a scorrere un po’ nel tempo e nello spazio: ci accorgeremmo che è proprio per le eccellenze che la caratterizzano, che l’Italia si distingue rispetto ad altre Nazioni. I paesaggi più belli, l’arte più ricca, la letteratura più elevata, i più grandi poeti e filosofi, i più agguerriti religiosi, la gastronomia più prelibata, il lusso più raffinato, gli architetti più evoluti, i ricercatori di maggior successo, conquistatori da millenario dominio, i più riconosciuti esploratori, attori, registi, cantanti, compositori, e potremmo proseguire ancora per molto. Tutto questo “patrimonio” ha portato e porta tuttora la fama dell’italianità in ogni angolo del mondo; siamo amati, cercati e ben voluti ovunque. L’italiano è cortese, empatico, generoso, tutti ci accettano e gradiscono avere a che fare con noi. Guardandoci attorno (e indietro nel tempo) la conclusio-
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ne è che siamo un popolo di eccellenze. Il che è sinonimo di forza, anche se non sempre traducibile in numeri e non classificabile in voci di bilancio. Una forza che vince le paure, fa tornare il sorriso, la sicurezza, l’orgoglio, la voglia di fare, di lottare e di intraprendere. Una visione positiva, la mia, che non muta se volgiamo lo sguardo al mondo del lavoro e della formazione, includendovi le attività di orientamento e di gestione, dal placement ai processi di reclutamento: il nostro Paese dispone di molti talenti anche tra i giovani. Se pensiamo all’industria, all’agricoltura, al turismo, all’arte, alla cultura, anche qui si evidenziano eccellenze e distintività, molto spesso già espresse, in altri casi soltanto potenziali. Ma ci sono, eccome. Affinchè possano esprimersi, e quindi esercitare quanto più una funzione innovatrice, di cambiamento e di rilancio del processo economico, è ne-
cessario che i contesti in cui esse sono insediate creino quanto più i presupposti ideali per la loro espressione. Se in un campo seminiamo degli ottimi semi, ma non piove o non si annaffia il terreno, il raccolto non si realizza. Esistono dei processi che consentono ai giovani di esprimere i loro talenti e le loro potenzialità. Altrettanto dicasi per le eccellenze della nostra cultura, del nostro paesaggio, della nostra economia. Per produrre le condizioni atte a favorire tali processi si potrebbe fare riferimento alla funzione del “principe” (il potere, la casta). Oggi non possiamo dire di disporre di un’azione politica in tal senso efficace, ma se solo si pensa che è esistita una casta - i Medici a Firenze - che ha favorito lo sviluppo della cultura, dobbiamo essere fiduciosi che prima o poi il genio, che alberga nell’anima dello spirito del nostro Paese, riuscirà ad esprimere una funzione politica di eccellenza.
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DOSSIER: ECCELLENZE
LUCIANO GOFFI AL VERTICE DI BANCA DELLE MARCHE: HA VINTO IL TERRITORIO Parole rassicuranti quelle pronunciate dal neo-direttore di Banca delle Marche, Luciano Goffi, nel corso della conferenza stampa di presentazione. Un’iniezione di fiducia, condita da sano pragmatismo, al tessuto imprenditoriale, alle famiglie e … ai dipendenti dell’istituto di credito
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’ vero, “questi non sono tempi per fare profitti” – come precisa il nuovo numero 1 della banca jesina a commento di quel -19,1 per cento di utili con il quale si è chiuso il prime semestre 2012. Ma il consiglio di amministrazione che lo ha appena nominato è con lui (“E’ l’uomo con il quale vogliamo uscire dall’emergenza”, ha infatti chiarito il Presidente Lauro Costa). E lo sarà ancora di più se davvero - come è stato assicurato dal diretto interessato - non si procederà a riduzioni del personale attualmente impiegato (circa 3.200 dipendenti). Ma Goffi ha anche tracciato gli impegni del prossimo futuro: migliorare sul piano degli impieghi, considerato anche che il 9 per cento degli stessi è attualmente concentrato in appena 50 clienti. Un percorso all’insegna dell’ottimismo, co-
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munque. Da un lato perché Banca delle Marche può contare su di un bacino di utenza molto ricco (550mila clienti), con un rapporto tra costi e ricavi attestatosi al 62 per cento - quindi sotto la media nazionale – e un incremento degli accantonamenti del 76 per cento rispetto al primo semestre 2011. Dall’altro, perché fanno ben sperare i 137 miliardi recentemente erogati al sistema creditizio comunitario dalla Bce. Luciano Goffi si mette quindi al timone di un istituto finanziariamente solido, che può contare su di un “margine di sicurezza” di un miliardo e mezzo, somma sufficiente per proseguire nell’attività di erogazione del credito a famiglie ed imprese ben avviata nel primo semestre di quest’anno (850 milioni finanziati – soprattutto a Pmi – e 90 milioni di mutui per le famiglie).
DOSSIER: ECCELLENZE
“Per salvare le eccellenze investiamo di più sulle persone e meno sui capannoni” Luciano Goffi, neo-direttore generale di Banca delle Marche, ha una sua ricetta per salvare il tessuto produttivo marchigiano: creare forti alleanze tra piccole e grandi aziende, con il forte sostegno finanziario delle banche e l’appoggio del mondo politico. L’alternativa? Uscire dalla crisi ulteriormente indeboliti di P.Duranti
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a situazione economica nelle Marche è piuttosto complicata” – esordisce il neo-Direttore Generale di Banca Marche. “L’economia regionale soffre sostanzialmente due mali: il settore delle costruzioni e la scarsa competitività di alcuni settori delle Pmi”. Iniziamo con l’edilizia. “In passato il settore ha assorbito molte risorse, probabilmente troppe. Oggi è in stallo, perché non fa “girare” il denaro investito. Nel mattone vi sono tanti milioni di euro fermi”. E’ la crisi di liquidità delle famiglie che ostacola gli investimenti immobiliari? “Da un lato vi è una domanda di nicchia circoscritta ai prodotti di altissima qualità, che viaggia su prezzi elevati. Dall’altro, si
registra una domanda che definirei latente, a prezzi decisamente inferiori. Questo segmento soffre una situazione stagnante perché l’offerta si presenta con prezzi troppo alti”. A cosa sono dovute quotazioni troppo elevate? “Principalmente al fatto che i terreni furono acquistati dai costruttori a prezzi oggi improponibili (il mercato al tempo rispondeva bene) e gli edifici realizzati a prezzi altrettanto alti …”. Si può porre rimedio a questa situazione? “Non soltanto si può, ma ritengo si debba intervenire. Banca delle Marche intende prendere per mano la situazione, confrontandosi con gli imprenditori e cercare
assieme delle soluzioni operative. Se ne uscirà? “Penso di sì, a patto che tutti gli operatori del settore – comprese le banche – siano disposti a fare qualche sacrificio. Solo così domanda ed offerta potranno trovare un punto di incontro”. Lei prima ha puntato l’indice contro il settore produttivo marchigiano che ormai si manifesta poco competitivo. In che senso? “L’economia marchigiana si è sviluppata nel corso degli anni su un modello distrettuale che si è rivelato vincente, vale a dire un contoterzismo prevalentemente locale. Oggi tale modello appare superato: i subfornitori e i contoterzisti operanti nel territorio soffrono, essendo troppo
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DOSSIER: ECCELLENZE
spesso soppiantati dai loro competitor stranieri. Con l’aggravante che questi ultimi sono in grado di realizzare prodotti a prezzi competitivi e qualità crescente”. Ne consegue che le prospettive del manifatturiero non sono per nulla buone … “Non si può più perdere tempo, dobbiamo fare uno sforzo tutti assieme. Visto che noi disponiamo di un tessuto produttivo composto in massima prevalenza da Pmi, o facciamo gioco di squadra per aiutarle oppure ne usciremo tutti sconfitti, o quanto meno danneggiati”. Chi chiama all’appello? “La grande come la piccola azienda, il mondo del credito e anche i politici. Prendiamo ad esempio il settore calzaturiero: i produttori hanno interesse a farsi forti della marchigianità, per cui trarrebbero vantaggi nel dare lavoro alle piccole aziende locali, anche a costo di rinunciare a qualcosa. Solo che il tempo stringe, e il costo sociale della disoccupazione è spaventoso”. Una visione lungimirante, la Sua. Però forse non tutti hanno la stessa consapevolezza … “Se teniamo soltanto al bene del nostro orto, non ce la faremo. Su questo penso che non vi sia disaccordo. Semmai, il problema è quello di individuare e concorda-
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re le modalità per realizzare tali sinergie”.
adeguato”.
Parliamo delle sofferenze bancarie: com’è la situazione marchigiana? “Tra quelle del Centro Italia, le Marche sono la regione che soffre di più, anche in termini di sofferenze bancarie. Il dato negativo è da attribuire in gran parte proprio al modello distrettuale della nostra economia, di cui parlavo prima”.
Ciò significa che sarà più facile ottenere finanziamenti? “Come anticipavo prima, la situazione è estremamente complicata: oggi mancano gli investimenti, e fare credito è diventato più difficile rispetto a qualche tempo fa. A ciò si aggiunga, con estrema chiarezza, che non di rado concedere un finanziamento significa effettuare un intervento di mera sopravvivenza, di per sé non soltanto inutile, ma anche dannoso”.
E sul versante delle famiglie la situazione com’è? “Tradizionalmente le famiglie italiane – comprese quelle marchigiane - sono caratterizzate da un’elevata capacità di risparmio, che nel tempo ha creato un “cuscinetto di sicurezza” oggi rivelatosi indispensabile. In molti casi la famiglia consente di attenuare l’impatto che deriva dalla mancanza di lavoro o dalle difficoltà dei giovani a trovare sbocchi lavorativi stabili. Certo, vi sono fasce in difficoltà, ma generalmente la famiglia risulta molto più regolare rispetto all’impresa”. Nello scenario che Lei ha descritto, come si posiziona Banca delle Marche? “Questo istituto è un soggetto fondamentale per l’economia marchigiana. E intende continuare ad esserlo, svolgendo un ruolo di sostegno a fianco di famiglie e Pmi. Nei confronti di tali settori la banca non può far mancare un intervento
E quindi? “L’auspicio è che si torni a investire non tanto sui capannoni quanto sulle persone, in innovazione, in capacità di stare sul mercato. In questo senso va letta la nostra disponibilità a sostenere le Pmi: saremo al fianco delle imprese che decideranno di investire in modelli commerciali nuovi, in reti ed alleanze, in capitale umano, in ricerca e sviluppo. Per il settore immobiliare è già stato fatto molto: ora lavoriamo tutti assieme per salvare il manifatturiero”. Molti osservatori ritengono che il nostro futuro debba passare attraverso i servizi e il turismo. “Sono comparti di estremo interesse, ma la nostra partita si giocherà sull’impresa che produce e crea occupazione”.
DOSSIER: ECCELLENZE
{
Sono ottimista, ma attenzione: la capacità di resistenza con il tempo potrebbe affievolirsi
}
“CI SALVERÀ LA NOSTRA FLESSIBILITÀ” Mauro Ragaini, direttore di Sogenus spa, l’azienda pubblica marchigiana che gestisce servizi ambientali ed un impianto di smaltimento rifiuti speciali ed urbani decisamente all’avanguardia. Anche il pubblico, quindi, può realizzare “eccellenze”
“P
er molto tempo sono andato avanti con la convinzione che noi marchigiani fossimo messi meglio di tanti altri”, confida Ragaini. “continuo a pensarlo ma ora incomincio ad avere qualche dubbio. Una crisi protratta per troppo tempo fiacca anche i piu’ robusti”
in contesti ristretti e in segmenti profondamente differenti tra loro – e la stessa cultura marchigiana rappresentano, a mio avviso, i fattori che ci aiuteranno ad uscire da questa situazione difficile, meglio e prima di altri. E poi non è da sottacere l’importante ruolo svolto sinora dalle nostre banche locali”.
Cosa Le ha fatto cambiare idea in particolare? “La consapevolezza accresciuta che siamo parte di un tutto che vive uno stato di crisi sistemica.. Inoltre vedo e sento numerosi drammi personali, aziendali familiari che nel tempo si sono aggravati per l’assenza di soluzioni concrete a breve termine. La delicata situazione creatasi indubbiamente condiziona emotivamente i giudizi personali. Ma resto comunque fiducioso per il futuro, per una serie di motivi”.
Non tutti la pensano come Lei … “Guardi che gli istituti di credito della nostra Regione hanno sostanzialmente retto bene alla crisi, hanno dimostrato una capacità di risposta migliore rispetto a quanto abbiano fatto le molte banche a livello nazionale. Certo, l’erogazione del credito risente delle circostanze ma il rapporto con i clienti, imprese comprese, si è mantenuto vivo. Mi pare tutt’altro che un dettaglio. Anzi, è una solida premessa per ripartire”.
Cioè? “Il nostro tessuto sociale ed il modello economico – caratterizzato da una miriade di micro, piccole e medie aziende operanti
Mi incuriosisce il riferimento alla nostra cultura. Cosa intende dire? “Che il marchigiano è capace di rimboccarsi le maniche, di lavorare sodo senza lamentarsi,
di risparmiare,di intuire nuove prospettive e perseguirle efficacemente, il tutto accompagnato da una buona dose di flessibilità. Non possiamo dimenticare che se in passato siamo riusciti ad attutire brutti colpi, lo dobbiamo proprio a queste caratteristiche. In oltre abbiamo Istituzioni complessivamente sane,affidabili , spesso efficienti”. Qualcuno, anche a livello istituzionale, sarebbe disposto a mettere la firma per l’uscita dalla crisi nel 2015. E’ d’accordo? “Attendere fino al 2015 per ripartire è molto rischioso.Bisogna fare l’impossibile subito per rilanciare l’economia e creare occupazione. Troppe persone sono senza lavoro o vivono situazioni di disagio a causa di un precariato che si trascina ormai da tempo. I giovani devono avere opportunità per costruire il loro futuro..La situazione già oggi è intollerabile. Tutte le forze sociali e produttive devono collaborare attivamente e le Istituzioni devono fare la loro parte con rigore e creatività”.
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DOSSIER: ECCELLENZE
L’ECCELLENZA CHE C’È Se ci bastasse parlare di crisi come un evento qualsiasi, sebbene drammatico, che ci si schianta quotidianamente addosso come una grandinata, forse sarebbe tutto più facile. E sembra che qualcuno aneli apertamente a questa “facilità”, perché a distanza di alcuni lunghissimi anni, ancora non vedo l’argomento trattato completamente nella sua vera natura. Ma soprattutto è difficile scorgere, anche se può sembrare assurdo, una volontà forte, consapevole e coordinata di risolverlo di M. Barchiesi
Mi imbatto quotidianamente in aziende, anche di successo, che pare se ne vadano in giro per i mercati, tutto sommato, alla spera in Dio: organizzazione quantomeno approssimativa, mancanza di “piani B”, pianificazione spannometrica o latitante, eccessi di ego, climi nevrotici, prospettive assenti, motivazioni dei collaboratori compromesse. Non è cattiveria o presunzione da parte mia, anche perché vorrei poter sottolineare solo ciò che di buono c’è e che ha indubbiamente fatto la fortuna dei nostri territori in tempi non sospetti. Ma attualmente non ci si può permettere il lusso di commettere errori, neanche i più piccoli. Abbiamo molte eccellenze: imprese già 118
attive, progetti in via di sviluppo, altre ancora inespresse. Alcune incarnate da singole persone, alcune legate a luoghi, distretti e tradizioni. Giovani, tanti giovani di talento che devono avere una possibilità. E abbiamo oggi, portate all’emersione proprio dalle dinamiche della crisi, opportunità di mercato che neanche riusciamo ad immaginare, a patto di saper innovare. L’eccellenza va scovata, innescata, coltivata, supportata, valorizzata. L’eccellenza va soprattutto contestualizzata. L’eccellenza ha bisogno di lungimiranza, di formazione, di pianificazione strategica, di collaboratori capaci, di alleati motivati, ma anche di un ambiente fatto di governo, infrastruttu-
re, fisco e norme che sappiano incitare allo sviluppo e non mortificare le idee e le persone che le sognano e le portano alla vita. Occorrono cooperazione, fiducia, condivisione di intenti e strumenti, una visione di insieme che sappia conciliare indubbie esigenze di serena convivenza con le realtà e le dinamiche sovranazionali con progetti di sviluppo interno dell’offerta e stimolo della domanda. Che al malato Italia sia servita una cura energica (il termine rende poco l’idea) forse è un dato di fatto incontrovertibile, ma si stanno toccando equilibri molto delicati e, una volta compromessi, difficili da ristabilire: la gente ha il diritto di lavorare e il dovere di sognare.
DOSSIER: ECCELLENZE
119
DOSSIER: ECCELLENZE
NELLE MARCHE 682 “ECCELLENZE” Da uno studio realizzato da CRIF - la prima ed unica società italiana ad essere stata registrata in Europa come Agenzia di Rating (CRA) - emerge che in Italia sono più di 24.000 le imprese con un rating CRIF compreso nelle classi di eccellenza, da A1 ad A4 a cura della Redazione
L
’analisi – diffusa nei giorni scorsi e condotta su dati aggiornati a marzo 2012 e riferiti alle aziende italiane non finance e non appartenenti al settore pubblico, con un fatturato superiore a 5 milioni di euro – ci consegna una fotografia piuttosto buona delle Marche. Con 682 aziende “top performer”, infatti, la nostra regione si posiziona all’ottavo posto della classifica nazionale, guidata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nell'elenco delle 24mila aziende, Page Content circa 2.500 hanno un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.
CLASSE DI RATING CRIF A1 A2 A3 A4 A5 B1 B2 B3 B4 B5 B6 C1 C2 C3 DEFAULT
Tabella 1 – Classi da A1 a C3
RISK ASSESSMENT Impresa stabile caratterizzata da una situazione finanziaria solida ed equilibrata. Il rischio di deafult è minimo Impresa caratterizzata da una ottima sitauzione di equilibrio finanziario. Il rischio di deafault è molto contenuto. Impresa che gode di una struttura finanziaria equilibrata. Il rischio di deafult è moderato e legato a fattori esogeni/di mercato non facilmente prevedibili Impresa caratterizzata da una situazione finanziaria complessivamente soddisfacente. Il rischio di default si attesta su livelli medi, legato agli andamenti di mercato Impresa che evidenzia un equilibrio finanziario non completamente stabile. Il rischio di deafault è sopra la media ma accettabile Impresa che mostra una struttura finanziaria non equilibrata e frequenti carenze di liquidità. Il rischio di deafault è sopra la media Impresa caratterizzata da carenze rilevanti sotto il profilo finanziario. Il rischio di default è significativo Impresa caratterizzata da una situazione finanziaria compromessa. Il rischio di default è elevato. Stato di insolvenva conclamata (sofferenza) o temporanea (incagli e creediti ristrutturati) ovvero presenza di informazioni pubbliche negative che certificano uno stato di insolvenza preesistente
Fonte: CRIF Rating Agency 120
Le “pagelle” delle agenzie di rating Le imprese vengono analizzate secondo una serie di parametri prestabiliti ed oggettivi e posizionate in una delle 14 classi alfanumeriche previste: da A1, la migliore, a C3, la peggiore, oltre alla classe delle imprese già a default
12,9%
12,5%
13,2%
B1
A1
A2
A3
A4
B2
B3
B4
B5
B6
C1
C2
3,3%
2,8%
3,6%
4,3%
5%
5,7%
6%
7,6%
9,7 %
10,3% A5
2,7% Tabella 2 - Distribuzione per classe di rating per imprese non finance con fatturato superiore a 5 milioni di euro (rating CRIF tra A1 e C3)
C3
Fonte: CRIF Rating Agency
Settori economici Relativamente ai settori di attività economica, emerge – Tabella 3 – che le imprese con il coefficiente più elevato sono quelle industriali (2,85), seguite dalle utilities (1,96). Molto distanziate invece le aziende del settore edilizio (0,20) e dei servizi (0,36).
Tabella 3 – Distribuzione per macro-settore delle imprese top performer (rating CRIF tra A1 e A4)
MACROSETTORE
% IMPRESE ATTIVE
% TOP PERFORMER >5MLN
% TOP PERFORMER >50MLN
COEFF. TOP PERFORMER (B/A)
Agricoltura
2,17
1,17
1,00
0,54
Minerario
0,22
1,28
0,16
1,30
Industria
16,27
46,29
49,76
2,85
Edilizia
18,66
3,81
2,65
0,20
Commercio
21,21
31,89
29,11
1,50
Servizi
40,46
14,55
14,03
0,36
Utilities
1,02
2,01
3,29
1,96
Totale
100
100
100 Fonte: CRIF Rating Agency 121
DOSSIER: ECCELLENZE
L’importanza di essere “eccellenza”
“In una fase come quella attuale, in cui le politiche di offerta di credito sono ancora caratterizzate da una sostanziale cautela e selettività, per le imprese italiane, in particolare le Pmi, sarebbe fondamentale riuscire a internazionalizzare anche l’approvvigionamento di credito. Del resto, anche all’interno dell’Unione Europea ci sono Paesi, come ad esempio la Germania, in cui le banche più “liquide” sono a caccia di imprese da finanziare anche al di fuori dei confini nazionali. È però indispensabile che le imprese italiane siano pronte ad attirare e ad accogliere il capitale proveniente dall’estero, qualificandosi agli occhi dei potenziali finanziatori sulla base del proprio merito di credito, in modo autorevole e riconosciuto a livello europeo. Per questo è necessario adottare un protocollo industriale come il rating, in grado di rendere leggibile a livello internazionale, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi mercato, il merito di credito e consentire condizioni più in linea con il reale livello di affidabilità”. Francesco Grande Direttore Offering & Marketing di CRIF
Anzianità delle imprese Quasi il 15 per cento delle aziende attive in Italia ha più di 25 anni di vita e presenta un coefficiente di aziende Top Performer molto elevato. Come si legge nel documento diffuso da CRIF, “questo coefficiente cresce significativamente all’aumentare, oltre che
dell’anzianità, anche delle dimensioni aziendali fino ad assestarsi al 4,4 per le imprese con oltre mezzo secolo di attività” Tabella 4 - Distribuzione per classi di anzianità delle imprese Top Performer (rating CRIF tra A1 e A4)
CLASSI DI ANZIANITÀ
% imprese attive
% top performer >5mln
%top performer >50mln
Coeff. Top Performer (B/A)
fino a 5 anni
30,55
5,14
4,93
0,2
6-10 anni
25,37
13,4
12,64
0,5
11-25 anni
30,19
41,97
39,44
1,4
26-50 anni
12,59
33,78
33,72
2,7
oltre 50 anni
1,3
5,71
9,26
4,4
Totale
100
100
100
Fonte: CRIF Rating Agency
La patrimonializzazione delle imprese L’analisi di CRIF Rating Agency ci conferma che per le aziende maggiormente patrimonializzate la valutazione è solitamente positiva, “anche se ancora molta è la strada da fare per ridurre il gap con altri Paesi caratterizzati da una economia avanzata, con l’obiettivo di portare un numero più significativo di imprese nella condizione di poter raccogliere finanziamenti sui mercati finanziari, alimentando i circuiti diretti tra prenditori e raccoglitori di risorse finanziarie”
PATRIMONIALIZZAZIONE
Tabella 5 Distribuzione per livelli di patrimonializzazione delle imprese top performer molto alta Fonte: CRIF Rating Agency 122
alta
media
bassa molto bassa
DOSSIER: ECCELLENZE
DAL FERMANO ALLA RUSSIA CALZATURE MA NON SOLO… Gli oltre 41mila visitatori affluiti all’edizione settembrina del Micam ShoEvent hanno reso l’appuntamento un vero e proprio successo. Ancor più se si pensa che per la metà si trattava di ospiti provenienti da oltreconfine
S
e si prova a tracciare un bilancio della Fiera della Calzatura, impossibile non parlare del ritorno di Cesare Paciotti. Un’edizione, quella che si è appena chiusa, che ha visto la partecipazione tra l’altro di Fornarina, con i suoi nuovi punti vendita di Monaco di Baviera, Beirut e Mosca. Delegazioni di buyer del settore calzaturiero russi, cinesi, giapponesi, tedeschi, francesi e spagnoli che non sono mancati a questo importante appuntamento che ha visto l’adesione di 1.573 espositori (600 dei quali stranieri) con le loro nuove collezioni per la primavera/estate 2013 esposte su di una superficie di oltre 68mila metri quadrati. Ma le Marche brillano non soltanto per le calzature. Forneria Totò, Fratelli Maroni, Azienda Agricola Catalini Sergio, La Campofilone, Picena Gastronomia, Caffè del Faro, Marepiù e Moncaro. Sono le eccellenze enogastronomiche del Fermano e marchigiane che hanno partecipato alla prima edizione di Enjoy-Italy, la manifestazione svoltasi dal 25 al 28 settembre scorsi a San Pietroburgo, in Russia. Un importante appuntamento per penetrare in un nuovo mercato, considerato di estrema importanza anche per il made in Marche alimentare. La ricerca di nuovi mercati è al centro anche dell’Expo Piceno di San Benedetto del Tronto (18 e 19 ottobre), aperta quest’anno anche a Repubblica Ceca e Mozambico, anche grazie all’importante stimolo arrivato dal Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Ascoli, Dario Santori.
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DOSSIER: ECCELLENZE
RAPPORTO BANCA-IMPRESA: UNA PROPOSTA CONCRETA PER IL FUTURO Le piccole e medie imprese italiane - il tessuto produttivo su cui si fonda l’intera nostra economia - non devono fronteggiare solo una seconda profonda recessione dopo quella del 2009. Sono alle prese anche con una stretta creditizia. I dati Bce relativi a giugno 2012 segnalano che le Pmi italiane pagano circa quattro decimi di punto percentuale in più rispetto alla media dell’area euro per contrarre un nuovo finanziamento bancario
U
n termometro della febbre, almeno sul piano finanziario, che sta affliggendo le piccole e medie imprese italiane può essere desunto considerando il differenziale tra i tassi applicati alle grandi imprese e quelli invece che vertono sulle Pmi. Queste ultime, avendo una minore forza contrattuale rispetto alle imprese di maggiori dimensioni, subiscono generalmente da parte delle banche incrementi nelle condizioni economiche più pesanti nei casi in cui il sistema creditizio necessiti di aumentare la propria redditività in tempi brevi. Dai dati di confronto internazionale si può constatare come in Italia il maggior onere finanziario pagato dalle Pmi rispetto alle grandi imprese sia nettamente cresciuto negli ultimi due anni, con un salto ancor più pronunciato negli ultimi dodici mesi. La speranza è che l’industria bancaria italiana, messa alle strette dal peggioramento del quadro macroeconomico,
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riveda finalmente la sua struttura organizzativa, e in particolare le sue teste pensanti, in linea anche con quanto auspicato dal governatore Visco in tema di snellimento degli organi amministrativi. Ma anche dal lato delle imprese forse un percorso virtuoso potrebbe attivarsi, facendo leva su un elemento apparentemente negativo: le regole stringenti di Basilea 3. L’entrata in vigore di Basilea 3 dal 1° gennaio 2013 richiede alle banche un rafforzamento patrimoniale, che segue l’inasprimento dei requisiti di vigilanza già stabilito dal Consiglio europeo lo scorso ottobre. Per i cinque principali gruppi bancari italiani, il capitale aggiuntivo necessario è stato quantificato in 15,4 miliardi di euro. La struttura economico-finanziaria delle imprese italiane è da sempre sbilanciata, dal lato del reperimento dei fondi, a favore dell’indebitamento verso il sistema bancario e, di conseguenza, storicamente caratterizzata da un basso impie-
go di capitale di rischio. Il confronto con i partner europei lo mette in evidenza: per le aziende con giro d’affari inferiore ai 50 milioni di euro, la quota dei finanziamenti bancari sul totale attivo si colloca tra il 20 e il 25 per cento per l’Italia, mentre è tra il 5 e il 15 per cento negli altri Paesi. La scarsa propensione alla quotazione sul mercato borsistico e al reperimento di risorse mediante emissioni sul mercato obbligazionario, la struttura dimensionale più piccola rispetto alle concorrenti dell’area euro e la ritrosia degli imprenditori a rischiare capitale proprio rappresentano elementi di fragilità per le imprese nel breve termine e richiedono un maggior impegno delle banche in termini di patrimonio di vigilanza. Al contrario, un diffuso aumento della capitalizzazione, in particolare delle Pmi, potrebbe generare una serie di effetti positivi che non si limiterebbero al livello di solidità delle aziende, ma che potrebbero estendersi al sistema finanziario.
Le simulazioni sono state condotte su un ampio campione di società (più di 100mila società di capitali che presentano il bilancio in forma ordinaria) per quantificare gli effetti di conferimenti di capitale da parte dei soci, incrementandoli del 20 per cento rispetto a quanto osservato negli ultimi bilanci disponibili (del 2010) per i successivi tre anni e mettendo questa ipotesi a confronto con uno scenario di base in cui non si ipotizzano ulteriori apporti di capitale. In base all’esercizio di simulazione, gli apporti di denaro, quantificabili in 75 miliardi di euro sui tre anni per il totale delle società di capitali, farebbero aumentare il patrimonio netto complessivo a ritmi del 6-7 per cento annuo, avviando un circolo virtuoso. Secondo le ipotesi assunte nell’esercizio, il nuovo capitale sarebbe utilizzato per una quota compresa tra l’82 e il 90 per cento per finanziare l’attività corrente delle imprese – riducendo sia i debiti finanziari a breve termine, che quelli a
lungo termine – e, per la parte restante, per nuovi investimenti. La contrazione dell’indebitamento influisce positivamente sul peso degli oneri finanziari, favorendo un miglioramento della redditività complessiva. A questo va aggiunto il bonus fiscale dell’Ace, che consentirebbe un risparmio di 2,25 miliardi di euro. Sulla base di queste assunzioni si sono stimati gli effetti sulla solvibilità delle imprese e i riflessi sull’attività bancaria. La leva finanziaria migliorerebbe, passando dai 2,34 punti percentuali del 2010 ai 2,13 del 2013; viceversa, nello scenario di base, la leva peggiorerebbe ulteriormente fino ad arrivare a 2,54 punti percentuali. La maggiore stabilità finanziaria e strutturale comporterebbe una riduzione della quota delle aziende a rischio default e le banche potrebbero finanziare una clientela più solida. Una valutazione migliore consentirebbe alle aziende di ottenere tassi di interesse
più bassi, con ulteriori effetti positivi sui margini di conto economico post gestione finanziaria. Il progressivo spostamento delle imprese verso le classi meno rischiose, si tradurrebbe in un beneficio per le banche in termini di minore assorbimento di capitale.
Alessandro Stecconi Divisione Corporate Finance Sida Group a.stecconi@sidasrl.it Tel. 071.28521
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DOSSIER: ECCELLENZE
I FONDI INTERPROFESSIONALI PER LO SVILUPPO DELLE PMI Intervista a Sergio Carbone, Direttore Generale di Projectland di L. Ciaccafava
D
ottor Carbone, potrebbe dirci in sintesi cosa sono i Fondi Interprofessionali? “Certamente. Si tratta di organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e dei sindacati, attraverso specifici Accordi Interconfederali, in base alle disposizioni previste dall’art. 118 della legge 388/2000, che si occupano di finanziare la formazione continua delle imprese italiane. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto sulla formazione continua pubblicato dall’ISFOL, alla fine del 2011 sono transitati dai Fondi Interprofessionali circa tre miliardi di euro, una parte dei quali è stata destinata, tra le altre cose, anche a misure specificamente orientate a supportare le imprese nel periodo di crisi. Fondi di analoga natura sono presenti in altri Paesi europei già da alcuni decenni e in Italia ne sono stati ad oggi costituiti ventuno”. Qual è la situazione relativa al loro utilizzo? “Il livello di adesione ai Fondi continua a registrare trend positivi di crescita costante mentre più diversa è la situazio-
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ne sul fronte dell’accesso alle risorse da parte delle imprese e per varie ragioni. In primo luogo, benché i Fondi Interprofessionali abbiano iniziato ad operare già nel 2004, si tratta di un canale di finanziamento della formazione continua che possiamo ritenere a tutt’oggi non molto conosciuto dalle imprese. Fattori organizzativi e dimensionali, poi, hanno favorito l’accesso da parte delle imprese di più grandi dimensioni che dispongono di personale e di strutture in grado di attivare e gestire il percorso di richiesta, gestione e rendicontazione delle risorse messe a disposizione. In termini geografici, infine, una quota significativa delle richieste di finanziamento proviene dalle imprese localizzate nelle regioni settentrionali”. Quali potrebbero essere le misure per favorire l’accesso da parte delle Pmi? Potrebbe citare qualche esempio? “Su questo tema occorre innanzitutto precisare che ogni Fondo adotta proprie regole, seppure in sintonia con le disposizioni di legge vigenti in materia. E ciò proprio nella direzione di offrire alle aziende aderenti i canali di accesso più
vicini alle loro caratteristiche. E’ chiaro, infatti, che un’impresa manifatturiera avrà esigenze formative molto diverse da quelle di una banca o di un’azienda di trasporti di cui il Fondo di riferimento deve tener conto nella predisposizione dei processi e degli strumenti di finanziamento. Ciò detto, l’attività di facilitazione è stata affrontata in vari modi e con differenti risultati. Alcuni Fondi hanno attivato proprie strutture a livello territoriale con lo scopo di supportare da vicino le Pmi. Nella stessa direzione, vanno le sinergie operate da alcuni Fondi con le rappresentanze territoriali delle organizzazioni datoriali (come Confindustria a proposito di Fondimpresa, il fondo di riferimento dell’associazione). In altri casi, invece, si è cercato di incentivare l’attività di società di consulenza in grado di fornire alle imprese la necessaria assistenza”. La Sua società opera nella consulenza per l’accesso ai Fondi Interprofessionali nei settori assicurativo e bancario: qual è la situazione rispetto ad altri settori? “Anche in questi settori è innegabile che le imprese di maggiori dimensioni sono
riuscite prima delle altre a rendere sistematico l’accesso alle risorse del Fondo Banche Assicurazioni (FBA). In questo caso, tuttavia, il meccanismo di assegnazione dei finanziamenti, ispirato ad un criterio di tipo “mutualistico”, ha consentito anche alle imprese di dimensioni più ridotte di accedere in maniera altrettanto agevole ed efficace alle risorse messe a disposizione. Il risultato principale di questa strategia, oltre quello di ampliare la platea dei piani finanziati, è stato quello di accelerare la spesa e conseguentemente l’efficacia complessiva dell’operato del Fondo”. Lo scorso 18 aprile avete presentato “Finanziare la crescita del capitale umano”, testo che affronta i temi connessi con la richiesta, gestione e rendicontazione delle risorse al Fondo Banche Assicurazioni: chi sono i fruitori potenziali e quali finalità persegue? “In questo testo abbiamo cercato di condensare parte dell’esperienza maturata dal team di Projectland nella consulenza tecnica e organizzativa alle imprese bancarie e assicurative per le attività di progettazione tecnica, pre-
sentazione, coordinamento organizzativo, monitoraggio e rendicontazione di piani formativi aziendali finanziati dal Fondo Banche Assicurazioni, che è tra i Fondi più grandi e attivi del nostro Paese. Il testo raccoglie i contributi dei colleghi che nel corso degli ultimi anni si sono impegnati nella gestione di oltre 200 piani formativi, dalle caratteristiche e dalle dimensioni più disparate e si presta alla lettura da parte di figure che operano nella formazione, sia all’interno delle imprese che tra le società di consulenza, oltre che di tutte le persone che intendano avvicinarsi e interessarsi al tema. Nel testo abbiamo cercato di ricostruire le fasi salienti che caratterizzano la gestione di un piano aziendale finanziato e di fornire, per ogni fase, alcune indicazioni (operative, organizzative, ecc…) utili a garantire il successo di un piano formativo, fermo restando che il testo, per ovvie ragioni, non le ricomprende tutte. “Finanziare la crescita del capitale umano” pone inoltre l’accento sui benefici che l’operatività dei Fondi Interprofessionali ha determinato sull’at-
tenzione delle imprese rispetto alla crescita professionale delle persone. Sebbene, infatti, possa essere ormai considerata unanime la consapevolezza di vivere nella società della conoscenza, non è del tutto scontato che l’acquisizione della conoscenza stessa, sulla quale si fonda la crescita dei cosiddetti intangible assets, venga considerata un valore imprescindibile per la crescita di un’azienda. Non è inusuale che lavoro e conoscenza-formazione vengano ancora oggi inquadrati su due piani paralleli che non necessariamente viaggiano su un binario comune. In molti casi, anzi, la formazione viene vista come un surplus costoso che non apporta vantaggi immediati e tangibili. I Fondi hanno consentito e consentono anche ai più scettici di “provare” e di conseguenza introducono l’abitudine a utilizzare la conoscenza strumentalmente, anche in assenza di finanziamenti”.
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DOSSIER: ECCELLENZE
BROS MANIFATTURE E ROSATO: IL NUOVO BINOMIO DELLA GIOIELLERIA STYLISH Un’eccellenza nota nel mondo e nata nelle Marche si unisce a una perla dell’alta gioielleria
Q
uando si parla di eccellenze made in Marche non si può non pensare alla Bros Manifatture, società a cui fanno capo importanti brand quali Brosway Jewels, Brosway Watches, Brosway 925, Bros cinturini, Dhiva, Officina Italia e S’Agapò. Gioielli, orologi, cinturini e astucci per la gioielleria amati dalle donne di tutto il mondo per il loro stile innovativo, il design accattivante e l’originalità. Un successo imprenditoriale del patron Lanfranco Beleggia che lo scorso anno ha voluto aggiungere splendore allo splendore con l’acquisizione del brand Rosato, marchio di gioielleria famoso per le preziose creazioni nelle quali si sposano la più raffinata lavorazione orafa ed un’attenta interpretazione delle tendenze moda. Una scelta che coniuga manifatture d’eccellenza con un passato di successo alle spalle, per guardare al presente ed al futuro con una rinnovata creatività e sensibilità. Al centro di questa sfida ci sono loro, i gioielli Rosato, protagonisti della vita di ogni donna, che sanno emozionare, caratterizzare e interpretare i sogni e i
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desideri femminili più autentici. Proprio ascoltando ciò che vogliono le donne, si punterà ad una campagna di comunicazione che sia loro più vicina, che le faccia sentire protagoniste, che susciti in loro sensazioni piacevoli. In passato bellissime attrici, sensuali e affascinanti sono state volto, testimonial e icone del brand Rosato, tra cui la splendida Demi Moore, Elizabeth Hurley, Daniela Federici. Oggi i gioielli si comunicano facendoli sentire vicini alle donne che li indosseranno. I charms “bags & shoes” ovvero piccoli pendenti in oro smaltati a mano che riproducono in maniera simpatica e irriverente gli accessori preferiti dalle donne, come scarpe e borse, sono creazioni da collezionare, condividere e amare. Rosato e Brosway, i brand che più degli altri rappresentano il core business dell’azienda, avranno una propria identità senza alcuna contaminazione tra loro. Entrambi continueranno nel tempo a trasmettere i valori e le emozioni che ne hanno fatto dei riferimenti importanti nel mondo della gioielleria.
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Rosato… My Bags E’ il mio alter ego, il piccolo universo portatile, la dimensione esteriore ma al tempo stesso più intima di me! La mia borsa parla di me, del mio stato d’animo, della mia forma, della mia vita! Ma come fanno gli uomini a vivere senza? www.rosato.it
Rosato… My Shoes Non le compro solo quando sono giù di morale, sempre, ogni occasione rappresenta una buona scusa per comprarne un paio nuove! Sandali, tronchetti, aperte in punta o decolleté, in ogni occasione una donna deve sapersi distinguere anche per le scarpe che indossa! www.rosato.it
MY SH OE S
CO LLECTI ON
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DOSSIER: ECCELLENZE
ECCELLENZE MARCHIGIANE E CREAZIONE D’IMPRESA: CONNUBIO DALLE FORTI POTENZIALITÀ La sfida che oggi si pone innanzi a coloro i quali desiderano intraprendere un percorso imprenditoriale, si caratterizza per due aspetti essenziali, dai quali non si può prescindere: da una parte avere l’idea che catturi l’attenzione e faccia “innamorare” le persone; dall’altra trovare le forme di finanziamento più adeguate e di facile accesso, per poter dar vita ad una nuova start-up imprenditoriale
R
iguardo al primo aspetto la regione Marche offre più di un’idea: può vantare infatti, senza tema di smentita, una serie di tipicità ed eccellenze che vanno dal settore calzaturiero e dell’abbigliamento a quello della ricerca e dell’innovazione tecnologica, dall’agroalimentare al turismo e, più in generale, alla valorizzazione dei beni culturali e delle tradizioni tipiche locali, riconosciute a livello nazionale ed internazionale. In questi ambiti, pertanto, c’è un terreno molto fertile sul quale poter lavorare per far nascere, crescere e sviluppare nuove iniziative imprenditoriali, che possano giovare sì all’immagine della regio-
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ne, ma soprattutto contribuiscano in maniera decisiva al rinnovo e alla rigenerazione della struttura imprenditoriale, portando con sé rilevanti ricadute economiche e di immagine. A supporto delle potenziali idee imprenditoriali sono presenti, a livello nazionale, incentivi per la creazione d’impresa: Invitalia - l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa - promuove la nascita di start-up attraverso gli strumenti dell’autoimprenditorialità e dell’autoimpiego (D.Lgs. n. 185 del 21 aprile 2000). Questi finanziamenti sostengono sia la promozione e la creazione di nuove iniziative imprenditoriali da parte di giovani
(e non solo), sia l’ampliamento di aziende già esistenti. I contributi erogati sono in parte a fondo perduto, e in parte sotto forma di finanziamento a tasso agevolato. Non vi sono particolari restrizioni relativamente ai settori nei quali poter intraprendere: vi rientrano infatti l’agricoltura, l’industria, il commercio e i servizi. È possibile presentare il proprio progetto imprenditoriale, supportato da un business plan, inoltrando la domanda ad Invitalia completa degli allegati e della documentazione richiesta.
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DOSSIER: ECCELLENZE
Un nuovo modo di relazionarsi con il mondo I JOINED.IT: non è un gioco di parole. E’ l’espressione di un’esperienza che per impostazione, modus operandi e approccio al mercato può considerarsi unica nel suo genere, forse anche fuori dai confini regionali di M. Palumbo
M
arco Panzavuota, Michele Riderelli e Michele Cardinaletti sono i tre protagonisti della storia, i tre soci di quest’avventura che a poche settimane dal suo avvio già sta dando belle soddisfazioni. Andiamo a scoprire di cosa si tratta direttamente dalle loro parole. Marco, voi vi occupate di consulenza commerciale per le Pmi, ma detto così rischia di essere un po’ riduttivo. Ci spieghi Lei ... “La crisi per noi è stata un’opportunità, lo dico davvero. Ci siamo messi nei panni di una piccola e media impresa ed abbiamo pensato a cosa avesse bisogno in questo periodo di crisi. Da lì abbiamo creato Ijoined.it. qualcosa che va oltre al semplice rapporto consulenziale, un approccio del tutto nuovo al cliente, anche sotto il profilo dei costi. Mi spiego: IJOINED.IT crea reti di vendita in Italia e all’estero. L’elemento – chiave – oltre, ritengo, alla nostra professionalità – sta nel fatto che una parte del valore della consulenza è legata al risultato commerciale portato dalla nuova rete vendite”.
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Immagino che, soprattutto di questi tempi, l’iniziativa possa trovare ampi sbocchi, proprio perchè il valore della consulenza dipende anche dal risultato che gli agenti da Voi selezionati riescono a portare a casa. In sostanza, Vi mettete continuamente in gioco. “Premetto che questo metodo di lavoro l’abbiamo impostato anche alla luce della nostra esperienza ...”. Sulla quale torneremo tra breve. Ora mi interesserebbe sapere se è possibile fare un paio di nomi di Vostri clienti. “Tenendo presente che siamo partiti da poche settimane, ad oggi annoveriamo già aziende del calibro di GGF, Nautes, General Building e Villa Lori di Senigallia. Quindi sia food che non food. Come inizio non possiamo lamentarci ...”. Quali competenze richiede l’attività volta alla creazione di una rete commerciale, soprattutto all’estero? “Innanzitutto una conoscenza del mercato che l’azienda cliente intende esplorare, accompagnata da una salda rete di rapporti umani, frutto dell’esperienza
effettivamente maturata sul campo. Ovviamente, poi, come in tutti i rapporti di lavoro servono pragmatismo, proiezione al risultato e lealtà professionale”. L’aver lavorato molti anni all’estero, quindi, Vi sta facilitando? “Più che facilitarci, ci consente di poter svolgere al meglio questo lavoro. Diciamo che è una condizione imprescindibile. Vede, io ho sempre viaggiato in giro per l’Europa e per il mondo, particolarmente in Australia, Nuova Zelanda, Medio Oriente e Sud Est Asiatico. Michele Riderelli, dal canto suo, vanta prestigiose e lunghe esperienze in Cina e India. E’ chiaro che tutto ciò ci ha permesso di instaurare e coltivare rapporti interpersonali con agenti, manager, imprenditori ed amministratori pubblici. Al nostro fianco poi si è unito Michele Cardinaletti con esperienze in qualità di Brand Manager e Sales Network Manager nel settore tessile. Per una piccola azienda che decide di penetrare commercialmente in un’area con grandi potenzialità di consumo ma di fatto sconosciuta, le insidie sono molteplici; per questo occorre affi-
Michele Cardinaletti
Michele Riderelli
darsi alle persone giuste”.
grate in un unico team, possono generare quel valore aggiunto ricercato dalle PMI, specialmente nell’attuale contesto economico.
Per quali aziende lavorava durante queste missioni? “Gruppo Merloni TermoSanitari (Oggi Ariston Thermo ndr.), Biesse, Energy Resources, Frigotecnica internazionale”. Michele Riderelli, le Sue competenze professionali sono analoghe a quelle di Marco, seppur maturate in contesti differenti? “Proveniamo da un percorso molto simile, essendoci occupati entrambi di marketing e commerciale. Dall’idea di Ijoined.it, nata per caso, ci siamo subito entusiasmati tutti e da quel momento abbiamo trovato Partner più che clienti. Chi ci sceglie oggi sa che il nostro successo è il successo dei nostri clienti. È questo che ha creato subito interesse.”
Il Vostro target? “La piccola e media impresa intraprendente”. “Il nostro apporto si fonda essenzialmente su una conoscenza del mercato che il cliente intende esplorare, accompagnata da una salda rete di rapporti umani, frutto dell’esperienza maturata sul campo. Ovviamente, poi, come in tutti i rapporti di lavoro servono pragmatismo, proiezione al risultato e lealtà professionale”.
Marco Panzavuota
UN NUOVO MODO DI RELAZIONARSI CON IL MONDO I JOINED.IT: non è un gioco di parole. E’ l’espressione di un’esperienza che per impostazione, modus operandi e approccio al mercato può considerarsi unica nel suo genere, forse anche fuori dai confini regionali
Michele Cardinaletti, come si è aggiunto a questo gruppo affiatato? Lavoravamo tutti e tre all’interno di Energy Resources con lo stesso obiettivo che ci siamo dati oggi: Costruire reti vendita in Italia e all’Estero. Abbiamo competenze e professionalità differenti che, inte-
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DOSSIER: ECCELLENZE
LA CLIENTELA E IL MERCATO DEL “LUSSO” Se parliamo di gusti della clientela, sulla base della nostra esperienza, è necessario fare dei distinguo tra i clienti occidentali, quelli asiatici e quelli dell’America Latina. Capita molto spesso, infatti, che turisti di varie nazionalità frequentino le nostre boutique di Maurizio Coltorti
L
a clientela Per quanto riguarda la clientela europea e quella del Nord America possiamo dire che il trend del terzo millennio va in direzione della discrezione, di pari passo con l’evoluzione del consumatore moderno, sempre più consapevole e critico nelle sue scelte d’acquisto. Il sociologo Giampaolo Fabris descrive bene questo percorso: “L’amore per il lusso si è trasformato: da esibizione a emozione [...]. Prima il lusso non esisteva se non lo si sbatteva in faccia agli altri. Oggi invece, per un numero sempre maggiore di persone, è qualcosa che flirta con la cultura e con l’estetica. [...] Il prodotto di “nuovo lusso” è sempre più sinonimo di alta qualità e piuttosto che il nostro potere di acquisto deve esprimere il nostro buon gusto”. Egli sintetizza il concetto di lusso moderno con l’acronimo “CRESO”, che sta per “Cultura, Ricerca, Esperienza, Soggettività, Olismo”. Se consideriamo gli asiatici, in particolare i cinesi, che rappresentano il mercato
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che cresce maggiormente, recentemente si sono registrati cambiamenti importanti nei gusti, sempre più sofisticati e attenti; se si analizzano le motivazioni si può scoprire al primo posto la qualità, il successo nella vita e il buon gusto. La Cina gode della presenza del segmento degli ultra ricchi che viaggiano e rimane un mercato molto attrattivo. Presso le nostre boutique riceviamo anche clienti giapponesi: sono molto sofisticati e attenti, sono consapevoli del mercato e sanno di poter cogliere opportunità in un Paese come l’Italia; questa clientela esige un prodotto estremamente differenziante. I russi rappresentano una clientela in crescita, attenta ai brand e ai prodotti fashion. Molti sono invece i brasiliani che frequentano la nostra boutique di Miami: rappresentano un popolo la cui cultura in tema di lusso è in forte sviluppo. Il Brasile inoltre ha molti ricchi che iniziano a viaggiare e scegliere come mete i paesi europei, fra cui l’Italia.
Il mercato Il mercato mondiale del lusso vale circa 200 miliardi di euro (considerando soltanto le aree fashion & beauty) ed è un mercato che da qui al 2013 continuerà a crescere a ritmi del 5-6%. Entrando nel dettaglio, occorre premettere che il mercato può essere suddiviso in due grandi raggruppamenti: quello dei Paesi emergenti e quello dei Paesi maturi. Il primo mercato al mondo del lusso (e maturo) è quello degli Stati Uniti con i suoi 48 miliardi di euro, mentre in Asia il primo mercato, tra i maturi, è quello del Giappone (18 miliardi di euro), anche se ben presto sarà superato dall’emergente Cina che oggi si attesta a circa 17 miliardi, con tassi di crescita a 2 digit, seppur ora con qualche segno di rallentamento. In Europa i mercati maturi e più importanti sono due: l’Italia, primo mercato europeo, con 17 miliardi di euro, e la Francia, secondo mercato, con circa 12,6. Tra gli emergenti ricordiamo tutti quelli del Bric, ossia Brasile - che oggi vale 1,8
la boutique Coltorti di Ancona
la boutique Coltorti di Macerata
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DOSSIER: ECCELLENZE la boutique Coltorti di Miami
miliardi e continuerà a crescere a ritmi del 10-15% fino al 2013 - della Russia, che vale 4,8 miliardi e che continuerà a crescere del 5-10% fino al 2013, dell’India - un mercato comunque poco attrattivo per noi europei poiché si privilegiano i consumi interni di prodotti del lusso – dell’Indonesia, che sta crescendo a ritmi del 26% anno su anno. E infine della Cina, che da sola fa da traino al mercato del lusso poiché si stima una crescita, dal 2012 al 2013, del 18,5%. Nell’America Latina, oltre al Brasile, anche il Messico sta diventando attrattivo. Mentre in Asia oltre alla Cina fanno la parte del leone anche Hong Kong, Macao, Taiwan, Singapore e Indonesia. In tutti questi Paesi gli accessori e le calzature performano meglio dell’abbigliamento. La locomotiva cinese inizia a dare segni di cedimento, i consumatori sono sicuramente più sofisticati di un tempo e i target stanno cambiando: nel gigante asiatico stanno diventando molto attrattivi i segmenti dei giovani e delle donne in carriera. Volendo esprimere una sintesi sui mercati più interessanti possiamo rappresentare il tutto come esposto nella Tabella 1.
Americhe
Nord America Brasile Messico Argentina
Europa
AsIa
Russia
Cina Hong Kong Macao Taiwan Singapore Indonesia
Tabella 1
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la boutique Coltorti di S.Benedetto
E’ chiaro che per continuare a servire il mercato acquisito occorre pensare a una selezione di prodotti ad hoc. Dall’analisi sui trend di mercato, oltre agli accessori spicca l’efficacia del gifting amicale e di business, altro elemento da tenere in considerazione. I Paesi emergenti offrono sicuramente ottime opportunità, ma presentano anche dei vincoli, non sempre agevolmente superabili (si consideri ad esempio che il Brasile impone dazi medi del 35%, accompagnati da una burocrazia esasperante...). Quando i mercati non sono maturi, il valore della proposta da parte degli operatori provenienti dai Paesi maturi e considerati dei veri e propri trendsetter, come l’Italia e la Francia, è recepito molto bene, a patto di trasferire ai clienti tutto ciò che supporta la vendita. Per esempio molte boutique usano un modello molto efficace: si sono diffusi diversi blog, con milioni di utenti al seguito, di ragazze che indossano abbigliamento e accessori di alta gamma, pubblicano le foto dei loro outfit e segnalano i negozi in cui possono trovare quegli stessi prodotti. Questo è un meccanismo di influenzamento molto efficace, i nego-
zi lo hanno capito e costruiscono partnership con le blogger. Questo fenomeno sta caratterizzando anche il Brasile e la Cina ed è ben sviluppato a Miami, dove noi siamo presenti con una boutique. In casi come questi in cui l’influenzatore opera su larga scala, la proposta di capi fashion e di ricerca anche in un contesto culturalmente (rispetto alla moda) poco evoluto potrebbe trovare un’accoglienza superiore alle previsioni. L’Italia rimane comunque il terzo mercato al mondo e il primo in Europa con un valore di circa 17 miliardi di euro, di cui 4 milioni solo nella città di Milano e il resto distribuito tra le altri maggiori città, tra cui Firenze, Bologna e Roma. La presenza di Coltorti è sicuramente in un contesto dove i tassi di crescita non fanno segnare cifre entusiasmanti; ciononostante, proprio perché l’Italia è una delle capitali della moda e del lusso, l’afflusso di turisti è particolarmente intenso: al primo posto abbiamo russi, poi giapponesi, cinesi e recentemente anche i brasiliani si stanno affacciando sul nostro mercato. Il binomio tra arte, cultura, degustazioni di cibi di alta qua-
lità e luxury shopping di prodotti dell’Italian style è la formula che molti organizzatori di shopping tour prediligono. Le Marche rappresentano una regione che, per quanto riguarda seduttività artistica, culturale, culinaria e per il lusso, non è seconda a nessuno. Sviluppare del business intorno a questo trend potrebbe essere uno spunto interessante.
Prima il lusso non esisteva se non lo si sbatteva in faccia agli altri. Oggi invece, per un numero sempre maggiore di persone, è qualcosa che flirta con la cultura e con l’estetica.
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SPECIALE: PARCO TECNOLOGICO
“Il Parco Tecnologico per noi è strategico” Marco Arzilli - Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato, il Commercio, l’Università e la Ricerca della Repubblica di San Marino - ci illustra la strategia adottata dalla nuova classe dirigente del piccolo Stato che sorge sul Titano: meno finanza e più turismo, ricerca e formazione di P.Duranti
“P
er noi quello del Parco Tecnologico è uno dei progetti più importanti. Un’idea nata circa dieci anni fa, che nel tempo ha mutato alcuni aspetti, ma è rimasta vitale nella sua ottica di fondo”. In che senso? “Secondo noi, il Parco dovrebbe essere realizzato sulla base di un nuovo modello di sviluppo, che non prevede più l’unione di due territori. Anche l’aver cambiato il nome del progetto – da “Parco del Montefeltro” a “Parco Tecnologico Internazionale Italia-San Marino” è sintomatico di tale diversa visione. Per il resto, gli aspetti formali contano fino a un certo punto …”. Soffermiamoci un attimo su questo aspetto: com’è mutata nel tempo la fi-
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sionomia del progetto? “Da un progetto ancorato all’idea di realizzare il Parco al confine tra i due Stati – ipotesi suggestiva, ma che creava confusione anche sotto il profilo dell’imposizione fiscale – si è passati all’attuale impostazione, che vede il Parco esclusivamente all’interno del nostro territorio. Visto nella sua versione originaria, il progetto si sarebbe rivelato una cattedrale nel deserto”. Perché l’idea del Parco è così importante per la Repubblica di San Marino? “Dietro alla volontà di realizzare un Parco Tecnologico vi è una precisa scelta strategica: puntare sull’innovazione e sullo sviluppo tecnologico, un po’ meno sulla produzione manifatturiera … Scelta obbligata, lei dirà, considerata anche la ristretta dimensione territoriale
del nostro Stato”. Però l’esperienza italiana dei Parchi non sempre è esaltante … “Noi pensiamo ad un progetto diverso, originale, per una serie di motivi: non ultimo, il fatto che è frutto della collaborazione tra due Stati. Dovrà essere visto dalle aziende come un luogo ideale per crescere ed innovarsi. Quanto ai Parchi esistenti, non si può fare un discorso generalizzato: ve ne sono alcuni con pochi dipendenti e che funzionano molto bene, altri che hanno deluso pur contando su decine di collaboratori”. Dall’esperienza del Parco dovrebbero trarne giovamento sia le aziende coinvolte, che i territori: San Marino e le zone confinanti, sia marchigiane sia romagnole. Come vede l’intervento delle
Amministrazioni locali in questo progetto? “Partiamo da una premessa: secondo la nostra impostazione l’assistenza pubblica dovrebbe essere del tutto marginale. Le imprese investono nel Parco con il supporto dell’Università di San Marino, che ha tutte le carte in regola per porre le condizioni ottimali per un’intensa ed efficace attività di ricerca. Basti pensare che un ricercatore qui viene pagato in media il 30-40 per cento in più rispetto a quanto avviene in Italia”. Non comprendo bene il rapporto tra pubblico e privato … “Certamente occorre creare una sorta di cappello istituzionale, con l’ente pubblico in veste di garante, ma la gestione del Parco deve rimanere in mano ai soggetti privati”.
Rimane il nodo delle carenze infrastrutturali. “Degli investimenti ce ne potremo fare carico noi come Repubblica di San Marino. E guardi che non mi riferisco soltanto alle infrastrutture immobiliari, ma anche a quelle immateriali e cioè banda larga, smart cities …”. Ma non si rischia di fare concorrenza ai Parchi Scientifici italiani? “No, perché non intendiamo affatto sostituirci ai Parchi già esistenti, bensì inserirci in un network assieme ad essi. E anche su questo sono ottimista, visto che con l’Apsti – l’Associazione italiana che racchiude i Parchi – si è avviato un confronto molto costruttivo”. A che punto è la procedura di realizzazione del Parco?
“Si è da poco insediato il Tavolo Tecnico, istituito per lavorare sul progetto che prevediamo di presentare entro la fine di ottobre. Dopodiché dovrà essere stipulato un accordo tra il Ministero italiano dello Sviluppo Economico e il Governo della Repubblica di San Marino”. Mi scusi, Segretario, ma una domanda è d’obbligo: l’idea risale a quasi dieci anni fa. Vi sono stati rallentamenti? “Il fatto che nell’arco di pochi mesi siano cambiati ben quattro ministri allo Sviluppo Economico (Claudio Scajola, Silvio Berlusconi ad interim, Paolo Romani e Corrado Passera, ndr) di sicuro non ci ha agevolati … Inoltre, dobbiamo ammettere che i progetti precedenti subirono rallentamenti a causa della diffusa – quanto errata – percezione del Parco, inteso da molti come volano ottimale per realizza-
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SPECIALE: PARCO TECNOLOGICO
re speculazioni immobiliari”. Secondo Lei, il mondo imprenditoriale risponderà positivamente? “Importanti gruppi hanno già mostrato un forte interesse verso l’iniziativa”. Segretario, più in generale qual è il rapporto tra la Repubblica di San Marino e lo Stato italiano? “Mi pare che negli ultimi mesi le relazioni tra i due Stati siano diventate sempre più intense e produttive, in quanto fondate su di un presupposto: che noi possiamo dare valore alla nostra sovranità soltanto voltando pagina rispetto al passato”. Cioè? “Attraverso un’operazione di “pulizia”, che si è ormai avviata con successo. La nuova classe dirigente sammarinese, consapevole della necessità di riallac-
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ciare il dialogo con l’Italia, ha cambiato atteggiamento. E lo ha fatto non solo a parole, ma con i fatti. L’aver istituito un nucleo antifrode, ad esempio, mi pare un ottimo segnale …”. Lo Stato italiano sta apprezzando questi sforzi? “Con il Ministro Passera – ma anche con il suo predecessore Romani – si è instaurato un dialogo serio e costruttivo. Purtroppo, lo dobbiamo dire, stiamo ancora soffrendo l’inclusione nella black list, nonostante i nostri sforzi per abbandonare le brutte abitudini del passato”. Il progetto del Parco rientra in questa strategia? “Sì. Lo sviluppo del commercio e del turismo non sono sufficienti. Dobbiamo puntare su servizi ad altissimo valore scientifico”.
“Con il Ministro Passera – ma anche con il suo predecessore Romani – si è instaurato un dialogo serio e costruttivo. Purtroppo, lo dobbiamo dire, stiamo ancora soffrendo l’inclusione nella black list, nonostante i nostri sforzi per abbandonare le brutte abitudini del passato”.
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INCHIESTA
Il dollaro perderà lo scettro di “valuta mondiale”? “Stamperemo una larga quantità di banconote”. Questo, in sostanza, l’annuncio a sorpresa del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke. Il che, in sostanza, si tradurrebbe in una svalutazione di circa il 20 per cento del dollaro, con un riverbero positivo per l’export del made in Usa di Gianni Mauro
M
a i mercati mondiali pare non l’abbiano presa molto bene: investitori, speculatori e compagnia bella hanno iniziato a vendere proprio grossi quantitativi di moneta a stelle e strisce. L’euro, ormai “cadavere” già sistemato nella bara, ne è uscito e ha ripreso a camminare come uno zombie. La situazione è singolare: forse pochi – tra i non addetti ai lavori – san-
no che negli ultimi otto anni il dollaro ha subìto una valutazione che si attesta dal 62 al 68 per cento. Se a tale percentuale ora aggiungiamo un altro 20 … le conseguenze a livello planetario non tarderanno a manifestarsi. Potremmo (anzi dovremmo) chiederci, ad esempio, quale moneta sarà utilizzata per il commercio del petrolio: ancora la valuta Usa, seppur abbondantemente
svalutata? Oppure questa sarà soppiantata da un’altra moneta o, ancora – come taluni autorevolmente sostengono – da una sorta di “paniere” di monete diverse, magari appannaggio dei Paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina)? E ciò, si badi, vale per il petrolio quanto per altre tipologie di beni, oro in primis. Venti di guerra valutaria? Oggi non lo sappiamo, ma tra breve certamente si.
Il porto di Ancona “tiene” (nonostante la Grecia) Un 2012 da dimenticare, quello del porto di Ancona: da gennaio ad agosto, infatti, si è registrato un nettissimo calo del numero dei passeggeri transitati (di quasi uno su tre). E anche il traffico merci piange, con una flessione rispetto all’anno precedente
S
ono soprattutto i collegamenti con Patrasso ad incidere sul tracollo del numero di passeggeri (-28 per cento), come emerge dai dati diffusi nei giorni scorsi dall’Autorità portuale: è la conseguenza della riduzione del numero di collegamenti effettuata da alcune compagnie greche. Ad incidere sul ri-
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sultato poco entusiasmante del traffico commerciale (-6 per cento rispetto al 2011), invece, vi è la contrazione delle movimentazioni che interessano la raffineria Api di Falconara Marittima. Nonostante i numeri, peraltro, non viene intaccata l’importanza dello scalo dorico, individuato dalla Commissione europea
come nodo del core network, la rete infrastrutturale che dovrà diventare operativa entro il 2030 (nell’ambito del corridoio Helsinki-Valletta. E ciò dovrebbe avere felici ripercussioni sul fronte dei finanziamenti comunitari.
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CULTURA
Per cogliere la voce dell’intimità … e fare un regalo originale! L’invenzione della scrittura segna, nelle comunità umane, il passaggio dalla preistoria alla storia. E nell’ultimo secolo alcuni studiosi hanno imparato a conoscere in profondità la persona tramite la sua scrittura di M. Manzotti
P
er introdurre la materia, ci vuole presentare per sommi capi i principi della Grafologia morettiana ? “A Girolamo Moretti si deve l’avvio della scuola italiana di grafologia. Questo frate minore conventuale di Recanati (18791963) era dotato di una straordinaria sensibilità che lo portava a “vedere” la natura più intima dell’Altro. Pur non compiendo studi accademici legati alla psicologia, Moretti, sin da giovanissimo, si rende conto che la scrittura è uno specchio fedele della personalità umana. Avendo compreso che la sua dote naturale di conoscere la persona tramite la scrittura aveva bisogno di supporti scientifici e metodologici, si impegna per tutta la vita in un lavoro di sistematizzazione delle proprie intuizioni, fino alla strutturazione di un metodo rigoroso e trasmissibile basato su “segni” (ne ha codificati oltre 80 ed analizzato oltre 250.000 manoscritti). Tali indici, nella loro articolata combinazione, rivelano la struttura di base (che lui chiama temperamento) e il carattere profondo dell’essere umano (frutto delle caratteristiche innate e delle esperienze vissute). Il principio metodologico parte
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dall’assunto che la scrittura, appresa formalmente durante i primi anni di scuola elementare, diventa il prodotto automatico di attività neuronali soggettive e del tutto irripetibili; ciò che la mano materializza è un output del cervello che ha elaborato e codificato uno stimolo secondo la propria struttura di base e le proprie esperienze di vita. Ancora oggi l’Istituto G. Moretti porta avanti lo studio e lo sviluppo della grafologia, sia in termini teorici che applicativi. L’opera di studio e di evoluzione del metodo morettiano è stata condotta da alcuni discepoli che hanno raggiunto una competenza e una notorietà che hanno superato i confini dell’Italia. Tra questi Lamberto Torbidoni, Nazzareno Palaferri, Fermino Giacometti. Giancarlo Galeazzi, invece, da circa 50 anni cura la riflessione epistemologica sulla grafologia. I quattro studiosi nominati sono tutti marchigiani, segno che questa terra e la grafologia hanno molto in comune”. L’attuale alfabetico fonetico (1600 a. C.) è il prodotto della graduale evoluzione della scrittura cuneiforme, ideografica e poi geroglifica; un percorso che ha lentamente sofisticato la necessità iniziale
di inventariare beni alimentari. A quale periodo storico e sociale si può far risalire l’interesse di valorizzare lo scrivente e non soltanto i contenuti vergati? “Gli scrivani erano considerati artisti perché più attenti alla forma che alla spontaneità del gesto grafico. La grafologia in Italia, invece, per opera di Camillo Baldi nel XVII secolo, sposta l’attenzione sul rapporto scrittura/scrivente ed elabora il primo trattato sulla materia; il XIX, poi, è stato un secolo fondamentale per lo sviluppo della grafologia moderna con la scuola francese (grazie all’abate Michon ed al suo allievo Crépieux Jamin), tedesca (con Klages), svizzera (con Pulver) e italiana (con Moretti)”. Quanto teorizzato dagli studi nati in Europa può essere applicato anche a quelle lingue che non si basano sull’alfabeto latino quali, ad esempio, il cirillico o il cinese ? “Sì, non contano tanto le forme quanto il movimento e la gestione degli spazi. Conoscere il modello grafico di partenza è importante; poi va rilevato come in quel modello si esprimono i segni e particolarmente il movimento; la scrittura, che
attraverso i segni descrive l’identità del soggetto, può, infatti, essere definita un film e non una semplice foto. La gestione dinamica dello spazio sul foglio (come ha scoperto per primo il grafologo svizzero Pulver) avviene secondo criteri simbolici: la parte sinistra rappresenta il passato, la destra l’altro e il futuro, la zona superiore lo spirito e quella inferiore la materia. Questo per il modello di scrittura derivato dal latino mentre se la direzione della scrittura è diversa anche i vettori di riferimento cambiano di posizione, ma le indicazioni sono altrettanto attendibili”. L’uso di strumenti di scrittura vari (penne a sfera, stilografiche, pennarello, matite, pennelli, bombolette spray, ecc.) o di basi di diversa natura (papiro, legno, cuoio, carta, roccia, ecc.) possono influenzare il gesto grafico così da distorcere la sua naturalezza e quindi coerenza? “Assolutamente sì poiché la scelta di uno strumento o di una base piuttosto che altro facilitano o ostacolano i processi inconsci; ad esempio il pennarello appiattisce la profondità del tratto sul foglio, un tipo di penna a cui non si è abituati toglie spontaneità al gesto grafico e modifica il
risultato. L’attendibilità di un’analisi grafologica cresce quanto più lo scritto è spontaneo e il soggetto scrivente ha una buona dimestichezza con l’uso della penna. Dunque è più agevole esaminare una scrittura evoluta che quella di soggetti poco scolarizzati o poco abituati a scrivere”. William Thierry Preyer ipotizzò che la “scrittura a mano” è, di fatto, una “scrittura con il cervello” per cui qualora si perdesse l’uso della mano e si scrivesse con la bocca o il piede (in caso di paralisi) nello scritto apparirebbero le stesse tendenze di base sebbene non eseguite con la stessa fluidità. È, quindi, corretto sostenere che nella moderna videoscrittura si possono compiere gli stessi errori della modalità manoscritta? “Un mio studente ha condotto proprio uno studio a riguardo confrontando la scrittura al computer con quella manuale per cui è risultata una certa coerenza tra, ad esempio, la formattazione dei caratteri (tipo e dimensione, grassetto, corsivo, ecc.) e degli spazi scelti e la personalità del soggetto. Ovviamente quella manuale risulta più veritiera ma anche altre moda-
lità potrebbero fornire qualche utile indicazione perché in qualunque maniera la scrittura rappresenta sempre una modalità di comportamento”. È frequente che i soggetti con modesta cultura abbiano uno stile grafico elementare mentre quello dei colti risulta più originale e talvolta più illeggibile. È una questione di esercizio, di stile/forma o sostanza ? “La scrittura è una forma espressiva del sé, ogni lettera rappresenta un autoritratto e fornisce un’idea dell’Io; Moretti poneva una marcata attenzione su questo prodotto individuale. Più si ha confidenza con uno strumento, nella fattispecie grafico e più l’espressione è spontanea, originale e realistica perché tutti i passaggi scelti dall’inconscio per esprimersi sono facilitati. Per noi grafologi è più semplice valutare la grafia “malfamata” di un medico ad esempio (perché il suo spessore culturale consente al cervello un comando alla mano più diretto e puro) piuttosto che esaminare una scrittura ammanierata che inibisce e falsifica la rappresentazione del proprio essere”.
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CULTURA
Il Prof. Carlo Merletti dopo la formazione universitaria si dedica all’insegnamento di materie umanistiche in un Liceo. Successivamente intraprende gli studi universitari di Grafologia ad Urbino dove dal 1994 ha insegnato Grafologia applicata al mondo del lavoro. Da quasi 20 anni è consulente aziendale per la valutazione attitudinale dei candidati all’assunzione o anche per la valorizzazione e/o migliore collocazione delle risorse umane già in organico. Dirige la rivista Scrittura, è responsabile di area e membro del consiglio direttivo dell’Istituto Grafologico Internazionale Girolamo Moretti di Urbino che da oltre 40 anni rappresenta la realtà italiana senz’altro più autorevole in materia e tra le più rispettate a livello internazionale.
Anche la pittura o lo scarabocchio di un bambino possono essere letti dal grafologo ? “Sì anche se nel secondo caso ci sono esperti pedagogisti che hanno affrontato studi specifici. Non tutto è “grafologabile” perché un bambino che ancora non ha padronanza della penna esprime un’insicurezza e una tensione che non vanno interpretate come un problema, ma come lo sforzo per l’acquisizione di un’abilità. Sempre a proposito di bambini, il disegno, in genere, fornisce un’espressione di sé più eloquente perché più spontanea”. La scrittura è uno specchio del sé che registra le varie fasi psicologiche che vive l’individuo e che possono quindi modificare il comportamento scrittorio. Ci sono tuttavia delle costanti che, in assenza di gravi patologie psichiche o fisiche, caratterizzano per sempre lo stile grafico di una persona ? “A riguardo dobbiamo distinguere un piano di fondo ed un piano contingente. Il pri-
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mo esprime l’identità dello scrivente e la sostanza della sua personalità mentre il secondo rappresenta uno status momentaneo legato a fattori transitori (uno stress da esame o uno stato di nervosismo temporaneo, una condizione di stanchezza). In Argentina sono stati condotti degli studi che hanno dimostrato come un fattore emotivo forte possa influenzare parti della scrittura, ad esempio la parola “mamma”, se rispetto a questa si vivono stati profondi di benessere o di conflittualità. I grafologi seri chiedono sempre più saggi grafici perché dalla molteplicità delle espressioni si possono definire meglio i fattori identitari strutturali e quelli momentanei. Quindi il prodotto grafico da esaminare deve essere ampio ed espresso in tempi diversi in modo da rappresentare quanto più fedelmente possibile la persona analizzata”. Per la psicologia junghiana l’inconscio predilige il meccanismo dei simboli per
manifestarsi e raccontare i suoi archetipi. La gestione degli spazi bianchi di un foglio può rappresentare, simbolicamente, la modalità solita con cui un soggetto si relaziona col suo contesto sociale ? “Max Pulver, con la sua teoria del simbolismo spaziale, sosteneva che la gestione grafica di una superficie riproduce la relazione più generale che il soggetto ha poi col resto del mondo e dei suoi simili. È molto importante analizzare il rapporto tra gli spazi pieni e vuoti e quindi i pesi che questi hanno nella composizione complessiva; i vettori spaziali (cioè la direzione del testo o della singola parola), inoltre, danno indicazioni molto attendibili. I grafologi non prediligono la scrittura in stampatello poiché per sua natura gli spazi sono formalmente falsati rispetto all’espressività psichica e, quindi, alla spontaneità grafica. Ma su questo ci sono interessanti ricerche in atto, i cui risultati saranno presto pubblicati sulla rivista specialistica Scrittura”.
Moltissime patologie del tratto grafico sono il sintomo di malattie del sistema nervoso. L’attività del grafologo può affiancare quella diagnostica di altri specialisti quali psichiatra, medico o psicoterapeuta ? “Direi decisamente sì. Negli anni ’90, presso l’università di Urbino, sono stati condotti studi interdisciplinari tra omeopatia e grafologia (studi coordinati dall’eminente grafologo Nazzareno Palaferri) ed è emerso come spesso la scrittura possa diagnosticare in anticipo ciò che poi emergerà da esami medici specifici. La psicosomatica insegna come il lavoro di organi quali polmoni, fegato ed intestino, ad esempio, possa essere influenzato dallo stato psichico di un soggetto per cui la sua scrittura può addirittura rivelare in anticipo la tendenza a certe disfunzioni, dando il vantaggio di poter attivare in tempo una terapia preventiva”. Abbiamo conosciuto le potenzialità di questo approccio psicologico ma quali
sono, invece, i suoi campi di applicazione e limiti? “Il nostro istituto elabora profili analitici della personalità e attitudinali, consulenze di coppia o familiari o peritali. Personalmente mi occupo in prevalenza di consulenza aziendale atta a selezionare i candidati più adeguati e ancor più a valorizzare i collaboratori già assunti al fine di coinvolgerli più efficacemente. Anni fa un imprenditore regalò una perizia individuale a ciascuno dei propri dipendenti che furono felicissimi! La grafologia non classifica ma distingue per cui è ottima in fase finale di selezione (e non per la scrematura, ad esempio, di 500 candidati), rappresenta uno strumento non invasivo (l’esaminato non si sente interrogato…) ed i suoi risultati sono utilizzabili a lungo perché in gran parte non modificabili nel tempo. Limiti? In Italia questo strumento è sottoutilizzato poiché ancora sconosciuto e perché ad oggi c’è stata poca formazione professionale; non esiste un albo nazionale sebbene il ministero della Giu-
stizia abbia riconosciuto la disciplina ed abbia chiesto alle associazioni la redazione di un disciplinare; non è uno strumento onnisciente per cui i suoi risultati vanno sempre correlati a quelli provenienti da altre discipline”. Per finire, Moretti utilizzò lo pseudonimo di Umberto Koch per firmare la paternità delle sue teorie. Tale soluzione intendeva evitare le censure di una Chiesa che voleva considerarsi unica custode dell’anima e della mente dei suoi fedeli? “Con la Chiesa ha avuto un ottimo rapporto di fede e servizio e ai Santi ha dedicato il suo testo più diffuso, “I santi dalla loro scrittura”, tradotto in cinque lingue. Moretti nutriva una cieca fiducia nelle potenzialità dell’essere umano e predicava l’integrità dell’Io ed il rispetto per sé stessi al pari di quello per gli altri. Anche in questa impostazione sono riconoscibili la sua modernità e la sua profonda ricerca dell’equilibrio”.
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CULTURA
Cinzia Pennesi, la voce della libellula La musica è e resta uno dei piaceri della vita, un toccasana per lo spirito, con una profonda anima femminile… non potevamo non parlarne in un numero dedicato al benessere. Abbiamo incontrato per voi la Direttrice d’Orchestra e di Coro, che ci ha aperto le porte della prestigiosa Accademia della Libellula di Tolentino di A. Dachan
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irettrice Pennesi, la sua è una vita dedicata alla musica: come è iniziata la sua carriera? “La Musica è stata sempre nella mia vita, anche perché la mia famiglia è sempre stata attenta alla formazione dei miei fratelli che sono tutti musicisti. E così inizio all’età di cinque anni lo studio del pianoforte. Ricordo con grande emozione il primo concerto, a diciannove anni e anche con grande piacere perché fu proprio nelle Marche, a Sarnano, il paese natale di mio padre. Iniziai la carriera da direttrice alla guida della Corale Polifonica di Matelica che tutt’ora seguo con grande passione e affetto”.
di Arte di un periodo storico molto vivace e creativo”.
Qual è il Maestro che ricorda con più emozione? “Ho avuto la fortuna di avere molti Maestri di riferimento e se ne devo menzionare uno ricordo con grande nostalgia Franco Mannino, compositore e direttore d’orchestra del quale sono stata Assistente Musicale fino alla sua scomparsa. Da lui ho imparato moltissimo e soprattutto respirato una condizione del vivere
Cosa si intende per “Musica da Camera”? “Si intende appunto un repertorio che prevede almeno due esecutori ed esclude l’orchestra sinfonica, ovvero formata da più di trentacinque elementi”.
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Lei è Direttore d’Orchestra e di Coro, Pianista e Compositrice: in quale di questi ruoli sente di esprimersi al meglio? “I ruoli sono tutti in connessione: non si può prescindere di suonare se si vuole dirigere e si devono conoscere i fondamenti della composizione per studiare una partitura: certo che la condivisione della Musica con altri musicisti è uno dei fatti importanti della mia crescita personale e anche l’amore per il mio strumento, il pianoforte è assolutamente compagno della mia quotidianità”.
Cosa l’ha spinta a fondare l’Accademia della Libellula? Quali sono le sue attività principali?
“Avevo l’esigenza di creare una struttura che potesse mettere in evidenza le eccellenze al femminile e così con mia sorella Laura, violista dell’orchestra omonima abbiamo pensato di fondare Accademia della Libellula, che propone iniziative culturali e produce Opere da Camera con l’utilizzo della Musica in sinergia a forme di espressione come la Parola, la Pittura, il Cinema: progetti inediti e soprattutto legati alla contemporaneità con particolare attenzione alla produzione di artiste donne.”. In passato, forse anche per limitazioni culturali, il mondo della composizione e della direzione era esclusivamente maschile: quando e come le donne ne sono diventate protagoniste? “Purtroppo non possiamo ancora dire di essere protagoniste, se non per quello che riguarda le interpreti: bravissime esecutrici sia strumentali, che vocali, hanno guadagnato un posto di primo livello nel panorama musicale, ma ancora e per gli stessi motivi di quasi tutte le realtà lavorative, quando si deve valuta-
“Nell’immaginario collettivo il direttore d’orchestra è un despota scapigliato il cui ruolo esprime potere e figuriamoci se può essere una donna ad incarnare tale immagine…”
re una donna per un ruolo dirigenziale, intervengono fattori di esclusione dovuti ad una cultura ancora troppo maschilista del nostro Paese. Nell’immaginario collettivo il direttore d’orchestra è un despota scapigliato il cui ruolo esprime potere e figuriamoci se può essere una donna ad incarnare tale immagine… seppure non corrispondente alla realtà in quanto un direttore così come un dirigente di azienda, è colui che coordina e persuade i propri collaboratori al raggiungimento di un comune obiettivo”.
to tale viene riconosciuta in tutti i Paesi del mondo. E soprattutto crea armonia, ingrediente fondamentale in un sistema democratico”.
A proposito di differenze, come Direttore d’Orchestra e di Coro lei viaggia molto: come fa la musica a parlare ai cuori di persone con culture d’origine tanto diverse? “La Musica ha un proprio linguaggio, che è comune a tutto il pianeta: parla di emozioni e di sensazioni, predispone all’ascolto, che è un valore essenziale in una società equa e civile. Non esclude la partecipazione in base a reddito o razza, religione o provenienza sociale: è la forma più democratica di vita e in quan-
C’è un luogo o una situazione in particolare in cui sogna di dirigere? “Certo che c’è: vorrei dirigere alla Scala di Milano!”.
Quale concerto ricorda con più emozione? “Ce ne sono diversi o per la bellezza del repertorio, o per la bravura dei musicisti o per il feeling con gli interpreti o per lo stato d’animo personale: San Pietroburgo, Carnegie hall a New York… insomma una vita emozionante”.
Come definirebbe il rapporto tra le Marche e la musica? “Le Marche sono riconosciute in tutta Italia come una regione attenta e evoluta sia per la grande tradizione e sia per la felice gestione delle manifestazioni musicali. E anche il grande senso di appartenenza
che esprimiamo noi marchigiani nell’essere così pronti e ben disposti a sostenere attività e tutelare la nostra storia: un territorio che ha dato così tanti natali a musicisti illustri mi pare si comporti molto bene nel mantenere le promesse fatte!”. Dove la vedremo impegnata nei prossimi mesi? “Sono impegnata alla direzione musicale di “Nuovo cinema paradiso” versione teatrale dell’omonimo film con musiche del grande Morricone che debutterà all’inizio del 2013 al Massimo di Palermo. In questo momento, inoltre, sto coordinando la sezione musicale del Festival delle generazioni, che si terrà a Firenze dal 12 al 14 ottobre dove si cercherà di indagare sulle possibilità di colloquio tra giovani e anziani in ottica di innovazione sociale, una speranza per risolvere un’empasse culturale di questo strano momento storico ipotizzando una reale possibilità di cambiamento e stimolando così il consumo di beni immateriali e tra questi, la Musica!”.
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CULTURA
Incontriamoci tra le righe Leggere per conoscere e migliorare: a Castelfidardo, domenica 21 ottobre
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a Pro Loco di Castelfidardo ha nuovamente accolto e sostenuto la manifestazione “Incontriamoci tra le righe” ideata dalla fidardense Maria Lampa, oggi impegnata a realizzare iniziative culturali e sociali di vario genere. L’evento, giunto alla sua quarta edizione, si svolgerà a Castelfidardo presso il Klass Hotel nell’intera giornata di Domenica 21 ottobre 2012. L’incontro culturale avrà come protagonisti coloro che amano la “parola scritta” nelle tante sue espressioni, come la lettura, la conoscenza e la comunicazione. La giornata inizierà alle ore 9.30 con un convegno guidato da autorevoli personalità della cultura nazionale, e permetterà ai tanti lettori, autori di vari generi letterari, giornalisti, editori, operatori culturali, responsabili istituzionali, curiosi di ogni età e provenienza, di approfondire il tema della lettura, del miglioramento legato alla conoscenza dell’altrui pensiero e dal sano confronto con il proprio. Il clima amichevole e festoso faciliterà le relazioni umane dalle quali potranno nascere, così come si è verificato nelle precedenti edizioni, collaborazioni e scambi di idee per nuove iniziative di gruppo o personali, o semplicemente per ritrovarsi insieme in questo che è diventato un attesissimo appuntamento di elevato spessore culturale annuale, a respiro nazionale. Il Comune di Castelfidardo, la Fondazione Ferretti, la Regione Marche, il Comune e la Provincia di Ancona hanno concesso il Patrocinio riconoscendo a questa iniziativa una forte validità sia dal punto di vista sociale che culturale, proprio per le novità che in essa vengono espresse. I tanti volumi editi ed inediti che gli Autori partecipanti esporranno in visione per il pubblico presente, i preziosi intrattenimenti musicali, l’esposizione di quadri di quotati artisti ospiti, la lettura di testi curata da attori professionisti, insieme a momenti di comicità arricchiranno la giornata permettendo di “leggere” la vita da varie angolazioni. L’emittente radiofonica Agoradio di Osimo raccoglierà le testimonianze attraverso interviste mirate che pubblicate sul web, daranno la possibilità di far ampiamente conoscere il pensiero e le opere degli intervenuti. L’evento è aperto a tutti, pertanto chi desidera partecipare, o ricevere ulteriori informazioni può rivolgersi direttamente all’organizzatrice Maria Lampa tramite mail info@marialampa.it o telefonicamente 335-8374212.
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LIBRI
Enrico Mattei, mio zio La storia di una battaglia durata cinquant’anni Il prossimo 27 ottobre si celebra il 50° anniversario della morte tragica di Enrico Mattei. ML intende celebrare questa ricorrenza ospitando un articolo della nipote Rosangela (figlia del fratello Italo) che per l’occasione ha dato alle stampe un’opera letteraria, presto in libreria. di Rosangela Mattei
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C
iao zio come stai?”. Tutte le volte che vedevo mio zio, quando stavo con lui a Roma all’Hotel Eden, era questa la domanda che gli facevo. Lo guardavo in volto e, se notavo qualche cruccio, gli domandavo: “Zio, come stai?”. Lui immancabilmente mi rispondeva “stai tranquilla, va tutto bene”. Quella bambina di poco più di dieci anni cosa faceva all’Hotel Eden di Roma con la persona più potente d’Italia? Si, io, Rosangela Mattei, spesso ero ospite di mio zio nell’esclusivo albergo, dove aveva fissato la sua dimora romana con la moglie Greta. Dal 1958 al 1962 studiavo, infatti, nella capitale, prima al “Santa Giuliana Falconieri” e successivamente al “Gesù e Maria”, dove ho frequentato le scuole medie. Negli ultimi anni della sua vita sono stata spesso con lui. Ho vissuto le sue inquietudini, le sue preoccupazioni ed ho anche compreso quanta tenacia e quanta forza d’animo c’era in quell’uomo. Nel 1936 aveva sposato a Vienna Margherita Maria (Greta) Paulas. La morte prematura, al quinto mese di gravidanza,
del suo primo figlio maschio e l’impossibilità ad avere altri figli, sicuramente condizionò il rapporto di tenerezza che poi ebbe con tutti i bambini. Tutti i fine settimana mi mandava a prendere in collegio e rimanevo con lui e la zia Greta. Per me era così avvilente stare in collegio, lontano dalla mia famiglia che risedeva a Matelica. Mi mancavano la tenerezza e l’affetto dei miei fratelli e dei miei genitori. Confesso che spesso mi ritrovavo a piangere sotto le lenzuola mentre odoravo un fazzoletto che aveva il profumo di mia madre. A volte veniva a trovarmi anche la nonna materna. Mi faceva uscire con il permesso delle suore e andavamo a spasso per Roma. La prima cosa che mi chiedeva era se avessi fame e alla mia risposta, sempre positiva, mi portava al famoso “Bar Euclide”, dove potevo dare sfogo al mio appetito. Lei era felice di vedermi mangiare. C’erano dolci di tutti i tipi, talmente buoni che non avrei mai smesso di gustarli. Quando giungeva la sera ed era ora di rientrare, vivevo quei momenti con ansia e
frustrazione e tali sensazioni, ora che ho superato i sessant’anni, le porto dentro ancora oggi. I fine settimana con lo zio erano indimenticabili. Prima per l’eccitazione dell’ambiente in cui mi trovavo, poi per le attenzioni che ricevevo e per tutto quello che ho potuto vedere e sentire mentre ero con lui in quelle stanze dell’Eden. Sicuramente è nata in quel periodo la storia che mi ha legato a lui per più di cinquant’anni. Sono stati anni di passione, di lotte, di delusioni, ma alla fine anche di soddisfazioni; infatti, proprio in questi ultimi anni sono finalmente uscite quelle verità che avevo sempre saputo e che, anche per la mia tenacia e ostinazione, ho cercato di far uscire contro tutto e contro tutti. Ora anche quelli che negavano complotti ed azioni delittuose si sono messi a pontificare e addirittura cercano di sfruttare il momento per tornaconto personale, sia di immagine che economico. Quella bambina ha vissuto il rapporto con lo zio come un sogno quando lui era in vita, come un incubo dopo la sua morte. Ricordo benissimo quel periodo.
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LIBRI
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L’ho visto piangere quando con mio padre, che gli raccontava delle minacce ricevute, parlava dei pericoli del suo lavoro. In effetti, sapeva benissimo chi l’avrebbe “tradito”
L’uomo considerato ”il più potente italiano, dopo Giulio Cesare”, era uno zio amorevole, mi trattava come una figlia, con le attenzioni che solo un “padre” sa dare. Nelle sere in cui eravamo seduti a tavola per la cena, raccontava a volte quello che era successo durante il giorno, ne discuteva con la moglie e alle mie domande rispondeva con la serietà e la chiarezza di cui era capace. Mi domandava, a volte, come andassero i miei studi e quando gli raccontavo delle mie difficoltà, mi ricordava sempre l’importanza della cultura raccontandomi di quanto, da ragazzo, anche lui non fosse stato amante dello studio, e di come preferisse lavorare piuttosto che studiare. Mi diceva che solo con il passare del tempo si era reso conto dell’importanza di una preparazione culturale adeguata. Citava anche con orgoglio le lauree ad honorem ricevute: quella che ricordava con maggiore soddisfazione era la laurea di “Dottore in Chimica”, che gli era stata conferita dall’Università di Came-
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rino nell’aprile del 1960. In effetti, quel Paese era rimasto impresso nei suoi ricordi: si rivedeva, ragazzo, a girare con la famiglia alla ricerca di un posto dove fissare la residenza. Il passaggio a Camerino era stata, infatti, una tappa voluta proprio dal padre, il quale sperava di poter trovare un alloggio in quel paese, dato che c’erano le scuole superiori e persino l’università. La grande aspirazione del padre era, infatti, che i figli avessero l’opportunità di studiare, perché diceva che lo studio era un grandissimo mezzo per la promozione sociale. Con i suoi quattordici anni, aveva forse una visione fantastica della realtà. Mi diceva che, da ragazzo, sognava di girare il mondo. Aveva il desiderio di partire per andare a cercare fortuna da qualche parte, anche se poi, nel raccontare la sua fuga a Roma, insieme ad un amico fraterno, sorrideva dicendo: “Sai, certe cose si fanno solo a quell’età, ma quello spiri-
to d’avventura lo sento ancora adesso”. Non so se talune sue affermazioni erano dettate dal desiderio di stimolare la mia fantasia oppure dalla volontà di farmi comprendere che il mio comportamento “irrequieto”, in cui forse lui si rivedeva quando aveva la mia età, poteva essere un elemento positivo nella maturazione della mia personalità. I ricordi di quel periodo sono scolpiti nella mia mente. Infatti, nonostante la mia tenera età, gli episodi e gli accadimenti che ho vissuto con lui mi ritornano in mente ogni volta che qualcuno ne parla o ricorda mio zio. Molte cose ho visto ed ascoltato. Ciò che al momento non compresi le ho chieste, in seguito, a mio padre perché, anche se in maniera molto discreta, lui era il suo confidente. Spesso uscivano insieme nel più assoluto segreto per recarsi in posti che neppure io riuscivo a sapere. Mio padre, in seguito, mi raccontò che voleva che lo accompagnasse nelle sue
scappatelle galanti e che gli facesse da copertura. La sua preoccupazione più grande era, infatti, che quelle cose non trapelassero e giungessero alle orecchie dei suoi amici prelati. In effetti, la passione per le belle donne se la portava dietro dagli anni della sua gioventù. A Matelica, certo, la sua condizione sociale non gli permetteva di avvicinare le ragazze “dell’onorata società”, ma già a Milano, quando aveva raggiunto la sicurezza economica, amava divertirsi, andare a ballare e frequentare teatri e tabarin. Così, in una delle sue tante uscite per questi locali e teatri aveva conosciuto la sua bellissima futura moglie. Che fosse attraente lo ricordo molto bene perché, quando ero con lei all’Hotel Eden, la vedevo, nell’intimità, in tutta la sua bellezza. Anche con la zia avevo un ottimo rapporto, legato sicuramente al fatto che, dopo la gravidanza non portata a termine, mi
considerava come una figlia. Lo zio aveva anche chiesto a mia madre se poteva tenermi con lui e che avrebbe pensato al mio futuro, visto proprio l’affetto che mi legava alla zia Greta, ma dopo la sua morte tutto finì ... Dopo quasi trent’anni, in uno dei suoi rarissimi viaggi a Matelica incontrai la zia nella piazza principale, mentre ero insieme a mia madre e a mio marito. Ci mettemmo a parlare dei suoi problemi di salute (mio marito è medico) e del fatto che aveva bisogno di una persona, come domestica, per la sua residenza romana. Mi chiese anche se potevo starle ancora vicino perché, ormai anziana e sola, aveva bisogno che qualcuno si prendesse cura, oltre che della sua salute un po’ malferma, anche dei suoi affari. Io che da ragazzina ero molto legata a lei, non me la sentii di accettare quell’invito la mia infanzia è finita improvvisamente il 27 ottobre 1962.
La sera della scomparsa di mio zio ero in collegio a Roma e ricordo la faccia stravolta di una suora che, entrata nella mia cameretta, mi disse che lo zio aveva avuto un incidente. Io, che sapevo bene tutti i pericoli di cui parlava spesso, sono scoppiata a piangere perché avevo capito che era morto
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DORIC HOTEL di Luisa Mazzocchi “Cerca di vivere sempre seguendo il tuo istinto. Hai la tendenza a sbagliare quando ragioni troppo sulle tue emozioni” di A. Dachan
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pera prima di Luisa Mazzocchi, Doric Hotel ha una trama che spazia tra diversi generi, dal romanzo giallo al rosa, dal romanzo storico all’inchiesta. Ambientato ai giorni nostri, nella città di Ancona, il racconto vede in primo piano diverse donne, capaci di essere amiche, custodi della memoria, eternamente alla ricerca di sé, confidenti e segretamente innamorate. La storia inizia in un momento particolare della vita della protagonista, Lara Isabel, ovvero il suo trentesimo compleanno; un mare di domande e quesiti esistenziali che si impadroniscono di lei e la conoscenza, fatta casualmente quello stesso giorno, con l’ottantaquattrenne Dora, segnano l’inizio di una nuova, imprevedibile, pagina della sua vita. A turbare ulteriormente il suo già altalenante equilibrio emotivo, l’indomani, c’è la lettura di una lapide affissa su una parete della città (alla quale non aveva mai fatto caso), dedicata alle vittime del bombardamento che il I novembre 1943
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uccise ad Ancona oltre trecento vittime innocenti, seguita da un incontro incredibile che le farà gelare il sangue… Poi c’è un diario, anzi, ce ne sono tre, hanno le pagine ingiallite, ma contengono parole ancora cariche di emozione e suggestione…Lara Isabel diventa, inconsapevolmente, il trait d’union tra passato e presente, tra affetti interrotti e verità non dette, fino a riuscire, dopo fitte ricerche che la faranno ricredere su molti aspetti della sua stessa vita, a ricostruire un legame tra due persone, che la vita aveva improvvisamente interrotto, regalando pace ad entrambe. Sullo sfondo di queste vicende c’è il dolore e la sofferenza che gli anni delle leggi razziali e della guerra hanno portato su Ancona, distruggendo la serenità degli abitanti e provocando in loro cicatrici indelebili, che nemmeno il tempo può guarire. All’orizzonte, invece, il volto giovane della città, fatto di amori, di musica, di amicizia, di ambizioni personali, di nuove consapevolezze.
“La zona era completamente deserta. Si voltò. Di fronte a lei, una cancellata racchiudeva uno spazio ben curato. In quel preciso momento la sua vita cambiò. Successe l’immaginabile. All’improvviso, una violenta folata di vento la spinse in avanti, facendole quasi perdere l’equilibrio…”
DORIC HOTEL ITALIC peQuod Edizioni Ancona, 2012 L’AUTRICE Luisa Mazzocchi, laureata in giurisprudenza all’Università di Macerata e funzionario della Pubblica Amministrazione, è nata a Foligno e vive con il marito e i due figli ad Ancona, sua città d’adozione.
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I VIAGGI DI MICHELA Michela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.
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mentre tornavo da lavoro passando di lì, da direzione Recanati-Montelupone, presa dalla mia innata curiosità, ho pensato: «”Belvedere”. Sempre questo cartello con scritto “Belvedere”. Ma cosa ci sarà mai!». E fu così che, appena passato il cimitero, di fronte a quel cartello benedetto che indicava “Belvedere”, svoltai a destra e imboccai una stradina stretta in salita e poi… fu qui il momento in cui m’innamorai! Sulla mia sinistra avevo una panoramica da perdere il fiato su tutto il borgo allungato a crinale di Morrovalle, un “lato B” completamente diverso e fino a quel momento sconosciuto. Come una sfinge maestosa protesa sul colle verso il sole al tramonto, con una calda luce che le indorava il viso sino al fianco e una splendida corona di montagne dietro appoggiata sulla valle. Una sfinge fatta di “antiche case-presepio”, così perfettamente composte a tassello e armoniosamente integrate nelle forme morbide del paesaggio da sembrare un’unica “creatura vivente”. Mi sono fermata ad ammirare, e il tempo lì con me.Ogni volta che torno questo panorama desta ancora grandi emozioni. E già non sono l’unica, perché l’altro giorno c’era una deviazione forzata per via di lavori lungo il viale e le auto erano costrette a passare di qui. Un sorriso di soddisfazione nel vedere
diversi automobilisti appostati di lato per scattare una foto!E poi vi rivelo un altro segreto di questo paese. La meraviglia non finisce qui. Se infatti scendete fino in fondo da questa strada e all’incrocio proseguite verso destra, in direzione di Macerata, vi scoprirete sempre più immersi in una bellissima campagna. In verità, tutto questo territorio di confine tra Macerata, Morrovalle e Montelupone è, a mio avviso, uno dei più piacevoli della nostra regione. Un groviglio di strade di campagna una più bella dell’altra, dove volentieri ci farei una casa: rasserenanti colline ben ordinate e coltivate, borghi in lontananza sparsi qua e là, bei casolari curati …e tutto intorno un profumo di campo da riempirsi il petto, chiudere gli occhi e rivivere la spensieratezza dell’infanzia, quando si “ruzzolava” liberi e sereni sui prati e ci si meravigliosa di fronte a un semplice fiorellino. Allora, buona esplorazione e alla prossima!
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iei cari lettori Oggi vi porto a Morrovalle, nel maceratese, un paese piccolo piccolo e sicuramente sconosciuto ai più, ma al quale io sono particolarmente affezionata. Vuoi perché lì si trova uno dei miei produttori di borse preferiti, Giudi Pelletterie (ottima qualità a buon prezzo!). Vuoi perché lì c’è anche un consigliatissimo bar, il Bar Eden, dove si servono sbalorditivi aperitivi con salumi fatti in casa, crostini, tortellini, pizza a volontà e talvolta persino arrosticini o spiedini di frutta, il tutto a 4 €! Vuoi per il Pub Geleò che ogni volta mi regala serate di buona musica selezionata, accanto ad una carinissima piazzetta. E poi vuoi, non per ultimo e anzi soprattutto, perché lì davvero trovo un panorama dove perdersi e un tramonto dove ogni tanto tornare! Lo so, io sono una “inguaribile romantica”, ma se andrete non mi darete torto e scommetto che prenderete il vizio anche voi! Fino a 3-4 anni fa, nonostante abitassi a soli 14 km da Morrovalle, neanche io mi rendevo ancora conto di cosa ci fosse dietro l’angolo. Passavo sempre per la solita via principale, lungo il viale alberato, e a parte una bella zona di ville e uno scorcio carino sul centro storico dalla porta di accesso, lambivo case a dir la verità un po’ trascurate. Poi una sera,
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ITINERARI DEL GUSTO
ITINERARI DEL GUSTO Trattoria Cadabo via Contrada Sant’Angelo 4 - Montecarotto (AN) Tel. 0731 889041 info@cadabo.it ; www.cadabo.com Immerso nel regno del Verdicchio dei Castelli di Jesi, a 2 passi dall’importante cantina Moncaro e dalla prestigiosa Saltarelli, il ristorante propone una cucina tradizionale regionale.Serviti d’estate sulla splendida terrazza panoramica e d’inverno negli ambienti rustici dell’agriturismo i piatti si basano sui prodotti pricnicpali dell’azienda agricola. Indimenticabili la carbonara di verdure e la parmigiana estiva;notevoli le tagliatelle alla papera e le carni di pollo, coniglio e agnello. Anche appartamenti e camere a disposizione degli ospiti e una bella piscina con vista sulle incomparabili colline marchigiane.
Slowcanda Loc. Bacciardi - Piobbico (PU) Tel. 0722 986501 Bisogna andarci di proposito a Bacciardi di Rocca Leonella, 5 km da Piobbico, ma ne vale davvero la pena. Betty e Lorenzo proprietari dell’agriturismo vi accolgono con un buon prosecco e poi si da inizio alle danze. L’ambiente ha il fascino della pietra e il gusto retro’ dei richiami alle icone pubblicitarie degli anni ’60. In generale, la cucina proposta è all’insegna di genuinità e semplicità: davvero sublimi i tagliolini ai gamberi di fiume e, in stagione, il panettone farcito con nocciole e amarene. A diposizione anche 2 camere, ottimo punto di partenza per le escursioni al Monte Nerone.
Locanda Le Logge C.so Giannelli 34 - Urbisaglia (MC) Tel.0733 506788 info@locandalelogge.it ; www.locandalelogge.it Nella splendida location di Palazzo Brunetti al centro delle quattro direzioni principali indicate dalle porte di accesso al Castello si trova questo ristorante, in cui d’estate è possibile mangiare “sotto le logge” godendosi storia e cultura dell’antica Urbs Salvia. Dopo la scoperta del Museo Archeologico e dell’Anfiteatro Romano, concedetevi un pasto raffinato a base di antipasti, primi e secondi del menu’ degustazione, interamente basato sulla cucina tradizionale marchigiana.La locanda dispone anche di tre camere da letto, arredate con estremo gusto e inserite in un contesto estremamente affascinante.
Coroncina C.da Da Fossa 16 –Belforte del Chienti (MC) Tel. 0733 906227 info@agriturismocoroncina.it; www. agriturismocoroncina.it Ventidue posti a sedere, per questo ristorante dove Melania propone ed illustra con grandissimo amore una cucina naturale e cruelty free basata su prodotti biologiche della sua azienda agricola. Il menù, rigorosamente vegetariano, segue il ritmo delle stagione e viene sapientemente modificato ogni mese in base alle materie prime reperibili. Assolutamente adatto anche a chi vegetariano non è: verdure e formaggi di primissima qualità e un’ottima selezione di birre e vini rigorosamente artigianali. L’agriturismo mette a disposizione dei propri clienti anche 2 camere e un piccolo centro benessere con sauna e idromassaggio oltre ad una vasta gamma di massaggi a base di prodotti naturali quali olio, fieno, miele, cioccolato.
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TURISMO
Con il web più competitivi i piccoli operatori Il settore del turismo è stato uno dei primi ad essere profondamente influenzato dalle innovazioni proposte dal web: gli utenti ormai considerano naturale decidere e pianificare i propri viaggi online, spesso influenzati dalle opinioni di altri viaggiatori e potendo usufruire di offerte particolarmente vantaggiose di C. De Caro
I
canali tradizionali sono stati rilegati a un ruolo più marginale ma numerosi sono i vantaggi che derivano dal diffondersi delle nuove tecnologie. L’innovazione diviene per gli operatori, in particolare i più piccoli, lo strumento
ideale per aumentare la produttività e la competitività e sviluppare al meglio la propria area di competenza. La rete consente, con budget estremamente contenuti, di ampliare il proprio target in maniera significativa superando
le distanze e le barriere culturali e linguistiche. Permette inoltre di creare un dialogo, un rapporto diretto con i propri utenti-clienti offrendo prodotti su misura, incrementando così la qualità stessa del servizio offerto.
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APPUNTI IN AGENDA
Cosa facciamo di bello stasera? Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!
Nostalgia – Mostra fotografica e scultorea Dal 6 al 20 ottobre Loreto (AN) Sabato 6 ottobre, alle ore 18.00, presso il Bastione Sangallo, è stata inaugurata la mostra fotografica e scultorea di Chiara e Ronaldo Domenella. L’esposizione, intitolata “Nostalgia”, promossa dall’Associazione Culturale Artelibera, è stata ideata ed allestita da Francesco Catraro.
49° Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche 13 ottobre-4 novembre Sant’Angelo in Vado (PU) Ogni anno durante il mese di ottobre la cittadina “celebra” il suo prezioso diamante, ossia il Tuber Magnatum Pico e il 13 ottobre si apre il sipario sulla 49° edizione della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche per protrarsi nei quattro fine settimana successivi fino al 4 novembre. L’evento si svolge nelle piazze e lungo le vie del centro storico di Sant’Angelo in Vado.
Per info: www.scuolartiemestieri.it Per info: www.mostratartufo.it
Festival sul giornalismo d’inchiesta Osimo (AN), fino al 20 ottobre
La Notte degli Sprevengoli 26-28 ottobre – Ostra (AN)
Il primo Festival sul giornalismo d’inchiesta è stato inaugurato a Osimo e andrà avanti fino al 20 ottobre, con ospiti di prestigio del panorama giornalistico nazionale. L’evento ha ottenuto il patrocinio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dell’Ordine delle Marche. Prossimi appuntamenti sabato 13 ottobre con Lucia Bellaspiga, inviata speciale dell’Avvenire. Il Festival nasce per iniziativa dello Ju-ter Club di Osimo, in sinergia con il Circolo culturale +76. La direzione artistica è stata affidata a Gianni Rossetti, Direttore della Scuola di giornalismo di Urbino.
Se ami scoprire l’Italia attraverso antiche tradizioni e l’enogastronomia... vieni a Ostra... potrai conoscere gli Sprevengoli! Nel centro storico della Città di Ostra, cittadina fortificata in provincia di Ancona, dal 26 al 28 ottobre 2012, come ogni anno, rivive l’antica credenza popolare degli Sprevengoli... Spiritelli dispettosi che operavano di notte, mentre uno era nel chioppo del sonno, fra l’una e le tre del mattino, saltavano sullo stomaco e premevano, premevano, finché il malcapitato si svegliava zuppo di sudore e in affanno.
info: www.juterclub.it
Per info: www.visitaostra.it
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Appassimenti aperti Serrapetrona (MC) 11-18 novembre 2012 Domenica 11 e 18 novembre si terrà a Serrapetrona“Appassimenti Aperti”, manifestazione enologica di grande richiamo giunta alla sua 7ª edizione. Serrapetrona, incantevole borgo medievale incastonato tra i Monti Azzurri in provincia di Macerata e famosa per la produzione della Vernaccia. Navette gratuite raggiungeranno gli “appassimenti aperti”, straordinarie pareti di grappoli dove l’uva viene lasciata per mesi ad appassire dando vita a uno dei vini più difficili da produrre ma più facile da amare. Per info: www.appassimentiaperti.it
Fantastiche visioni Ernesto Ercolani 1909 -1974 tra accademia e fumages Fino al 4 novembre ad Ascoli Piceno Ultime settimane per ammirare la splendida mostra di Ernesto Ercolani presso la Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini”, ad Ascoli Piceno. L’esposizione nasce con lo scopo di far conoscere da vicino le opere più significative di uno dei più grandi talenti del nostro territorio. Sarcastica e ironica, la pittura di Ercolani indaga il rapporto tra uomo e società, attraverso ispirazioni letterarie. Il lavoro di incisore, invece, fu caratterizzato dalla creazione di monotipi derivati da una matrice vitrea che l’artista chiamò “fumages”. Per info: www.ascolimusei.it
Urbino in scena Al via il 15 novembre la stagione teatrale 2012/2013
Sagra d’autunno 18 novembre, Montefortino (FM)
È una festa per tutti gli spettatori Urbinoinscena 2012.2013, stagione del Teatro Sanzio di Urbino che nel 2012 celebra il trentennale dalla riapertura. La sezione dedicata al teatro prende avvio il 15 novembre con Paolo Poli che si ripresenta per stupire con leggiadri e pungenti quadri recitati-cantati-danzati nel suo stile unico ed inconfondibile, che questa volta si apre con Aquiloni al mondo poetico di Giovanni Pascoli. Silvio Orlando porta in scena il 30 novembre Il nipote di Rameau, uno dei testi più divertenti e brillanti del Settecento francese di Denis Diderot.
Fra gli ultimi appuntamenti delle feste legate a questa stagione, quello con la IX edizione della sagra d’autunno organizzata per il 18 novembre a Montefortino. Verranno proposti piatti della cucina tipica a base di prodotti autunnali come funghi e castagne. Nel menù pappardelle al cinghiale, spezzatino ai sapori del bosco, grigliata di maiale, lenticchia con castagne e ’ngriccio. Da non perdere i dolci come il tronchetto ai frutti di montagna, i ravioli di castagne, la pizza con le noci, i tartufi di castagne o al cioccolato e i cantucci con il vino cotto.
Per info: www.teatro.org
Info: www.montefortino.com
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E VENTI
Marche in vetrina Sapori d’autunno: successo per la IV edizione a Borgo Lanciano di A. Siria
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i è svolta sabato 22 settembre, presso il relais Borgo Lanciano di Castelraimondo, la VII edizione di “Marche in Vetrina”, manifestazione ideata dalla Vladimiro Righi Promotion e realizzata in collaborazione con la nota PR romana Tiziana Rocca. L’evento ha avuto il patrocinio della Regione Marche, dell’Università di Camerino, del Comune di Castelraimondo e della Camera di Commercio di Fermo. Un appuntamento con i sapori e le eccellenze della “Regione del picchio”, che ha visto la presenza di ospiti di primo piano come Pippo Baudo, Franco Nero e Nino Benvenuti, presentati da Stefano Masciarelli e Angela Melillo. Nel corso della serata, che si è svolta all’interno della suggestiva cornice di Borgo Lanciano, sono stati consegnati i riconoscimenti per l’edizione 2012 del Premio Lanciano. I riconoscimenti sono stati consegnati a: Silvia Rossi dell’azienda di allevamento trote più grande d’Europa; Protecno, leader mondiale per la dissalazione dell’acqua marina in potabile per grandi utenze; KGS leader in Italia per i servizi alla pubblica amministrazione; Ferruccio Vecchi titolare dell’omonimo Cappellificio i cui cappelli sono indossati da donne dell’alta aristocrazia di tutto il mondo; il pastificio La Pasta di Camerino, leader del settore della pasta artigia-
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nale in Italia; La Nuova Simonelli, la prestigiosa azienda produttrice di macchine da caffè distribuita in tutto il mondo; Shahid Muhammad Ajmal, giovane pakistano che con grande spirito d’iniziativa si è inserito nel nostro tessuto sociale dove si trova a capo di due importanti cooperative; la Camera di Commercio di Fermo, capofila nel sostenere il commercio del territorio in questo particolare momento economico; il Moto club di Monte Rosato realtà sportiva che appena nata è riuscita ad organizzare gare valide per il campionato del mondo di categoria; l’Università di Camerino, che negli ultimi anni ha fatto conoscere il suo prestigio in diversi paesi del Mondo; Luciano Goffi neo direttore di Banca Marche. “Iniziative come questa sono sempre positive – ha spiegato il presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Marche, Vittoriano Solazzi, nel dare il suo saluto a tutti gli ospiti presenti – perché sono un’occasione importante per valorizzare le straordinarie bellezze e le eccellenze della nostra regione”. Da notare, che è la prima volta che la kermesse si è svolta nelle Marche, dopo ben sei edizioni consecutive nella capitale, Roma. A conferire un ulteriore tocco di stile e di grazia alla serata, la mostra degli abiti da sera e da sposa firmati Giuliana Scipioni, la stilista artigiana di Sassoferrato.
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à porter
r e t r o p à di G. Baiocco
MA CHE MODA ANDRA’ DI MODA….?
E’ il quesito che ogni amica o amico mi pone puntualmente in questo periodo ed io (”semiseriamente”) cercherò di rispondere Partirò dalle tendenze, vi sceglierò gli accessori, vi elencherò i colori e cercherò di farvi amare anche il tanto odiato nero (almeno dagli stilisti) che invece per me è sempre sinonimo di un eleganza evergreen. E per finire, qualche brevissimo consiglio per diventare “stiliste di voi stesse”.
A caccia dello yeti in uniforme
Pelliccia, protagonista assoluta, declinata su tutti i capi è a pelo corto o rasato. Come ogni anno in autunno e in inverno la pelliccia non ha paragoni, ma questa stagione la portiamo in modo diverso rispetto alle precedenti. Quest’anno, è pesante e pelosa come la pelle rimossa dallo dello Yeti Himalayano!. Ahimè, le ragazze magre possono permettersi di seguire questa tendenza senza troppe remore, ma se avete qualche chilo di troppo tenderanno a farvi sembrare ancora più rotondette. Ma se proprio non potete rinunciarci, a tutti c’è
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un rimedio! Mixatela con qualche parka, o perchè no, all’eskimo oversize di vostro figlio, farà molto ‘68! Oppure provate ad abbinarci qualche capo in stile militare per un outfit da “Ufficiale gentildonna”, nelle sfilate di quest’anno a fatto furore, in certi momenti sembrava di essere in non so quale armeria Russa del periodo della guerra fredda. Ma ricordate, “divise” sì, ma con stile! Simpatico invece il grande ritorno della pelliccia sintetica per chi di voi, sposa la causa animalista.
La tua seconda pelle
Il Nero, protagonista assoluto nelle scorse stagioni, sembra invece quasi scomparso dai tessuti ma rimane ancora molto apprezzato sulla pelle, indossato comunque con un minimo di moderazione e non per uno stile “sado”. La pelle nera richiede sempre uno stile semplice: Gonne di pelle attillate ed abiti guanto, ma
attenzione a non eccedere con un total look da “dark lady”. Invece di denotare raffinatezza potreste essere scambiate per attrici ad un provino per un film “erotico”!
Tricot, o meglio “tricot–mania”
ovvero l’accostamento di tinte estremamente vivaci, come il viola, giallo, fucsia e blu elettrico, senza badare alle similitudini o alla delicatezza dei contrasti . Cercate invece di “osare”, ovvero estremizzate i toni e le nuance. Gli accostamenti che in passato sarebbero risultati eccessivi, oggi sono sinonimo di tendenza. Come ultimo tocco, accentuate il tutto con bjoux di pietre swarosky e cristalli supercolorati e similpreziosi. Sperando di averdato una risposta esauriente al famoso quesito, vi aspetto nel prossimo numero, con altrettanti consigli, pensati anche per il vostro lui.
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Mai così di tendenza, troviamo la maglia praticamente ovunque! Dai cappotti con pelliccia interna ai capi sportivi, alcuni stilisti hanno persino proposto trench, parka e piumini interamente di maglia. E’ forse il momento se siete abili “ferriste” di sferruzzare…dateci dentro e createvi da sole abiti e disegni originali! Infatti in tempo di crisi e di recessione perché non farsi da sole gli abiti che si desiderano? Modificate e create i vostri look come volete, anche il solo togliere da una vecchia giacca le maniche e so-
stituirle con due in morbida maglia a trecce è facile ed originale. Non dimenticate poi di passare in merceria e compratevi un po’ di borchie; la “rocker” che è in voi ha il permesso d’uscita per dar nuova vita ad una vecchia giacca o ad una t shirt ormai stanca e tirata fuori dal cassetto dei ricordi dopo chissà quanto tempo! In commercio esistono borchie borchiette e borchiettine, da appiccicare con il ferro da stiro sopra ogni tessuto. Ho visto in alcune boutique di NYC anche della Lingerie borchiata... quindi date libero sfogo alla vostra fantasia. Una raccomandazione per tutti i modaioli e ‘inseguitori’ di tendenze: non sarà un’impresa semplice il passaggio ai metal detector degli aeroporti. Ed infine pronte per il “color blocking”,
Scrivi a: giampaolo@mlmagazine.it Le lettere più belle, saranno pubblicate! 171
Un Futuro di luce E
’ ancora molto nitido il ricordo del black-out di energia elettrica che molti anni fa aveva oscurato per un lungo sabato notte gran parte dell’Italia. La novità e la portata dell’evento mi aveva lasciato sorpreso e anche impaurito e solo in circostanze come quelle ci si rende conto del valore di cose e situazioni che diamo per acquisite come quella della luce elettrica. Sicuramente non rischiamo però alcun blackout out in termini di creatività nel settore dell’illuminazione. Non solo le aziende specializzate, ma anche chi offre elementi di arredo in genere, sfornano di continuo idee nuove su come illuminare gli interni. L’offerta tra lampade di arredo e strutturali è tale che, ad ogni aggiornamento sulle novità del settore, ti verrebbe voglia di cambiare le scelte fatte poco prima. Solo cercando di farsi guidare da una qualche regola o coerenza di arredo
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o di carattere, riesci a non farti tentare dalle continue “invenzioni”. La creatività in questo settore ha direzioni ben precise, che si possono riassumere in tre differenti fonti di inspirazione: la suggestione del passato, l’arte, l’immaginazione del futuro. C’è chi guarda indietro nel tempo alla storia delle lampade e allora ritornano i cappelli delle lampade bordati con le passamanerie a frange di una volta, ma in colori decisi; i tessuti a stampe floreali, le rouche nei bordi e le plissature. Ma i marchi che sperimentano di più tornano ancora più indietro e spogliano le lampade di arredo di tutto, fino a renderle nude e essenzialmente pure. Troviamo lampade composte da semplici cavi elettrici con all’estremità solo il bulbo luminoso: in questo caso la creatività può lavorare solo su due elementi: il filo e la lampadina. Il cavo si nasconde allora in una corda, in un
a cura di
SG
life style
tubo sottilissimo di metallo, o rimane così com’erano i vecchi cavi anche se in colori più nuovi. Le lampadine diventano maxi, o simulano con effetti di vetro iridescente le bolle di sapone; diventano di vetro sfaccettato con forma delle vecchie bottiglie di brandy, piuttosto che coperte da cappelli in ottone e porta lampade in ceramica. Ritornano più che mai attuali le lampade che come base hanno finte vecchie bottiglie di champagne, o pile di libri che si infilano nell’asta che le sorregge. In altri casi i cappelli perdono la loro parte in tessuto e rimangono solo come scheletro in filo di ferro. C’è un’altra storia creativa che, invece, si ispira molto liberamente a forme artistiche prese alla scultura e anche in questo caso i risultati in termini di prodotto hanno grande fascino. Sono degne di essere menzionate le lampade di Christian Liaigre, destinate, per i loro prezzi,
a trovare posto in poche case: gli steli sono realizzati in bronzo battuto con forme morbide a creare anelli e volute. Da sole per l’imponenza riempiono una stanza vuota e sollevarle è un’impresa. Non da meno sono le nuove lampade disegnate da Issey Miyake x Artemide, nei negozi il prossimo mese: si tratta di veri origami in speciale carta di riso, autentiche architetture di fantasia, che creano cubi sovrapposti e forme a conchiglia gigante, dal peso super leggero. C’è poi chi guarda solo avanti nel tempo e i risultati creativi che vanno in questa direzione sono spesso sorprendenti. A vederle spente sembrano una semplice sedia in legno, o un mobile dall’uso non definito, in realtà collegati alla corrente elettrica diventano fonti luminose. Il mobile ha tagli sottili diagonali lungo tutto il volume e da questi esce una fonte luminosa azzurra; la sedia ha una serie di
piccoli tubi al neon nascosti e anch’essa diventa una lampada inaspettata. Flos produce in varie misure pannelli in cartongesso che si possono applicare lungo le pareti e in basso rilievo disegnano la sagoma di una lampada, cappello, stelo e base e dentro puoi inserire una fonte luminosa. Poi si può tinteggiare come il resto del muro: la lampada sembra uscire per metà dalla parete come una specie di fantasma che i muri li attraversa. Lunabrite è il nome di un tubo di pochi millimetri di diametro che emana luce per qualche ora in completa autonomia senza essere collegato ad alcuna presa; può essere appoggiato lungo i perimetri delle stanze o addirittura essere cucito sui capi che indossiamo o sui tendaggi, come una specie di nastro fluorescente più evoluto. Silhouette è il nome di una lampada sensazionale che lievita sospesa senza alcun appoggio.
Da spenta sembra una lampada un po’ anonima di vecchio stile con un cappello scuro a forma di cono. Accessa si può sollevare con le mani una sezione del cappello che, per effetto di un campo magnetico, rimane sospeso e staccato dal resto. Tra le due parti del cappello esce la fonte luminosa. Ho visto il video che spiega come attivarla e ho la netta sensazione che la parte sospesa del cappello non rimanga del tutto ferma, ma continui ad oscillare. Poco male, basterà qualche altro mese di ulteriore studio e poi sarà perfetta; certamente il futuro è già arrivato anche nel settore dell’illuminazione. A voi la scelta che più vi attira, l’importante è chiarirsi prima su quello che si vuole: stupire o divertirsi, creare atmosfera o fare show off, dimostrare il proprio status o puntare all’essenza delle cose come esempio di understatement.
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Spacca e Savoiardi salutano gli atleti Paralimpici Un oro, un argento e tantissime emozioni: si sono chiuse in bellezza le Paralimpiadi di Londra 2012 dei “Fantastici 4” azzurri marchigiani
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Riccardo Scendoni
Assunta Legnante
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l Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Regione Marche, Luca Savoiardi, e il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, hanno ricevuto oggi nella sede regionale i quattro atleti paralimpici marchigiani, protagonisti alle recenti Paralimpiadi di Londra 2012. La squadra dei “Fantastici 4” azzurri, Andrea Cionna, Giorgio Farroni, Assunta Legnante e Riccardo Scendoni, ha totalizzato un ottimo “bottino” di medaglie: l’oro di Assunta Legnante (lo scorso 5 settembre nel lancio del Peso F11, con la misura di 16.74 che ha fatto registrare il nuovo record del mondo) e l’argento di Giorgio Farroni (l’8 settembre, nella gara su strada mix T1-2, distanza 24km, con il tempo di 45’ e 24’’). “Le Paralimpiadi di Londra 2012 – dice Savoiardi - per il movimento marchigiano hanno rappresentato senza dubbio un’edizione di successo con i nostri portabandiera che si sono ottimamente comportati e hanno onorato la maglia della Nazionale”. “La comunità marchigiana – ha detto il presidente della Regione, Gian Mario Spacca - è fiera dei ‘suoi ragazzi’. Andrea Cionna, Giorgio Farroni, Assunta Legnante, Riccardo Scendoni, hanno fatto brillare a Londra 2012 non solo la bandiera bianca rossa e verde, ma anche i colori delle Marche. Dimostrando tenacia, grande spirito di sacrificio, voglia di farcela fino in fondo nel rispetto dei più alti valori olimpici, i quattro atleti marchigiani sono stati un esempio per tutto lo sport. Ne hanno interpretato lo spirito più profondo e pulito, dimostrando che è possibile centrare un risultato di così grande prestigio contando solo sulle proprie forze. E’ nel carattere della nostra gente la voglia di migliorarsi e vincere anche le sfide più difficili. Quando, a giugno, la Regione ha salutato tutti gli atleti in partenza per Londra, era difficile anche solo immaginare un bottino di medaglie così ricco.
E invece Andrea, Giorgio, Assunta e Riccardo ci hanno fatto un grande regalo. Merito loro, ma anche del Comitato Paralimpico marchigiano che, con il presidente Luca Savoiardi, ha saputo creare negli anni una fucina di atleti eccezionali, pronti a imporsi nei più prestigiosi eventi sportivi di livello internazionale. Ancora grazie, a nome delle Marche, ai quattro atleti e a Savoiardi”. Appuntamento al 10 dicembre per la Giornata delle Marche, ha annunciato il presidente Spacca, quando verranno celebrati tutti gli atleti olimpici e i loro grandi risultati. L’assessore allo Sport, Paolo Eusebi, ha voluto sottolineare l’importanza della “sinergia” tra tutte le parti, Regione, Coni e associazioni sportive, “che ha permesso di raggiungere questi straordinari risultati. L’invito caloroso è ora di continuare così, con la vostra tenacia e volontà permettete al mondo dello sport di crescere”. L’auspicio, comune, è stato quello di arrivare ad una unica olimpiade superando la logica del doppio evento. Bilancio dunque di assoluto prestigio per i nostri atleti e per il movimento sportivo per disabili a livello marchigiano: “Già il numero di 4 atleti – riprende Savoiardi - rappresentava un ottimo livello di partecipazione per la nostra regione, indice della crescita del movimento marchigiano e gratificazione per il lavoro svolto sia dagli atleti stessi che dalle loro rispettive società sportive. Il bilancio di medaglie, poi, è stato di assoluta importanza. Siamo orgogliosi di quanto i nostri atleti hanno fatto. Infine, oltre alle medaglie messe in bacheca, per i nostri ragazzi e per tutto il movimento sportivo per disabili queste Paralimpiadi hanno rappresentato un momento bellissimo, molto seguito dai media, una splendida vetrina sugli sport praticati dai diversamente abili che ha dato modo e occasione a tutti di riflettere e di emozionarsi”.
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CHEF
MAURO ULIASSI Un colpo di fulmine, la voglia di stupire la donna amata, la scelta della ricetta giusta: così lo Chef Uliassi ha fatto il suo esordio tra i fornelli di A. Siria
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auro Uliassi, oggi lei è uno degli chef più noti nel panorama dell’alta ristorazione, pluripremiato e cuoco di Marca: quando ha fatto il suo esordio in cucina? “Sono sempre stato vicino al mondo della ristorazione, provenendo da una famiglia che gestiva un bar. Da ragazzo ho lasciato la scuola tecnico-industriale, che non mi entusiasmava, per iscrivermi alla scuola alberghiera, dove invece mi sono trovato subito a mio agio: cibo, bevande e molte presenze femminili avrebbero fatto la gioia di ogni giovane e in quel caso fecero la mia! Ho iniziato a lavorare come barman, poi ho fatto la stagione estiva in diverse città, facendo esperienza e provando sulla mia persona cosa vuol dire
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fare il cuoco… una vita dura. Ho lavorato per sei mesi con lo chef “cordon bleu” Lucio Capannari, ma lì non era ancora sbocciato il mio amore per la cucina. Nell’81 mi sono diplomato e lì ho avuto la classica botta di… fortuna”. Cosa è successo? “Dalla cucina sono passato ad insegnare in una scuola alberghiera, la Panzini di Senigallia ed è stata un’esperienza molto bella. Contemporaneamente mi sono iscritto all’università, facoltà di Sociologia. Avevo in programma di andare in Francia, ma un incontro ha cambiato totalmente la mia vita. Era agosto e mi sono innamorato perdutamente di una ragazza, così ho deciso che volevo stupirla in qualche modo. Per il suo com-
pleanno, quindi, mi sono messo a cucinare per lei e per i suoi amici. È stato un autentico successo: loro mi guardavano con ammirazione, hanno mangiato con gusto e per la prima volta in vita mia ho scoperto il piacere di dare piacere agli altri attraverso il cibo”. Un doppio colpo di fulmine… “Eh sì, perché poi è stata proprio la ragazza di cui mi ero innamorato, oggi mia moglie, a esortarmi a dedicare il mio lavoro all’alta cucina. Così, insieme a mia sorella e grazie al sostegno morale e finanziario dei miei genitori, ho aperto un ristorante, ristrutturando una capanna sul mare. All’epoca non avevo mire ambiziose e non avrei mai pensato di arrivare
“(…) la scuola di perito industriale non è proprio quello che Mauro si aspetta e… e poi non c’erano femmine, duemila studenti qualche insegnante, ma rigorosamente tutti maschi. Tre anni, I, II e III lasciato a metà, poi basta: Mauro sogna di viaggiare sull’onda del mito hippy e vuole abbandonare tutto per andarsene via. Il padre con le lacrime agli occhi gli consiglia di cercare altre strade, finché Mauro si convince e decide di provare ancora e sceglie la scuola alberghiera. C’e’ subito grande entusiasmo. Niente a che vedere con il grigio ITIS, si beve e si banchetta e soprattutto... ci sono tantissime femmine, femmine ovunque”. www.uliassi.it
così in alto; mi impegnavo (e tutt’oggi lo faccio) con l’obiettivo di migliorare continuamente, di perfezionare il mio lavoro, guardando ogni volta oltre la siepe…” E la sociologia? “Ho sostenuto sette esami, mi piaceva, ma proprio grazie all’esperienza con mia moglie, guarda caso sociologa, ho scoperto il fuoco che ti muove dentro e ti spinge a fare ciò che ti piace di più, quindi ho lasciato gli studi per la cucina”. Qual è il tuo ingrediente preferito? “Non esiste un ingrediente preferito, per me esiste il piacere di cucinare. Tramite il cibo esprimo qualcosa di importante, ciò che sento. Certamente ad agosto mi
viene in mente un menù diverso rispetto a quello che proporrei a novembre: variano i prodotti di stagione, varia il clima e il nostro organismo ha bisogno di cibi differenti. Ciò che è più importante è l’entusiasmo che ci si mette, la passione, la voglia di far provare a chi mangia i tuoi piatti un piacere autentico.” È vero che il cuoco preferito di uno chef è sempre sua madre? “Questa è un po’ una leggenda metropolitana… Di certo ognuno di noi è affezionato ai piatti che mangiava dalla nonna o dalla madre, anche solo per il legame affettivo che esiste con queste due figure… ma in realtà ci sono dei colleghi che cucinano in modo straordinario e il loro
merito va riconosciuto tutto”. Che consiglio darebbe a chi volesse intraprendere la carriera da chef? “Non mi sento di dare consigli, posso solo suggerire di fare nella vita ciò che ci rende felici. Mi ritengo fortunato ad aver conosciuto cosa sia la passione, il piacere di dedicarsi a qualcosa che ti fa sentire realizzato e auguro a tutti di provare la stessa sensazione”.
Ristorante Uliassi Banchina di Levante, 6 _ 60019 Senigallia (AN) Tel. +39 071 65463
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> La DIVISIONE FORMAZIONE E RISORSE UMANE della Sida Group, società di formazione e consulenza, ricerca per progetti formativi: RIF: SAM/01 FORMATORI per TEMATICHE DI SVILUPPO MANAGERIALE I candidati ideali sono formatori/consulenti che hanno maturato esperienza di docenza in aula ed hanno una spiccata predisposizione relazionale; hanno maturato esperienza sia nel mondo accademico che in quello aziendale, all’interno di aziende strutturate e/o piccola media impresa. Ricerchiamo professionisti dinamici, intraprendenti, con una formazione/esperienza specifica in riferimento alle materie che si desidera trattare: -- Problem Solving-Decision Making -- Team building -- La Gestione Emotive al Lavoro – Intelligenza Emotiva -- Time mamagement e Gestione delle riunioni Per i candidati interessati si prega di inviare il proprio cv evidenziando le tematiche di interesse. I curricula più interessanti verranno contattati per un colloquio di approfondimento. >La nostra azienda cliente è una giovane società che opera nel settore farmaceutico, fortemente guidata da innovazione, ricerca e sviluppo. In un’ottica di potenziamento
della struttura ci ha incaricato di ricercare un RIF: GC/ HL RESPONSABILE FINANZIARIO il quale, a diretto contatto con l’Amministratore Delegato supervisionerà e sarà responsabile del corretto svolgimento delle procedure finanziarie. Si occuperà quindi di: -Pianificazione finanziaria -Gestione del credito e dei rapporti con la Banche -Ricerca fonti di approvvigionamento finanziarie (Bandi di Ricerca nazionali, europei e internazionali finanziamenti bancari ) -Gestione dei rapporti con i consulenti esterni Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 35 e 45 anni, possiede una formazione in materie economico- finanziarie, ha maturato un’esperienza significativa (di almeno 5 anni) in ruoli analoghi, preferibilmente in contesti di PMI o Istituti Bancari. E’ richiesta la conoscenza della lingua inglese a ottimi livelli e la conoscenza dei sistemi operativi; capacita di analisi, autonomia decisionale, capacità organizzative e gestionali, unite ad una forte predisposizione ai rapporti interpersonali, completano il profilo ricercato. La sede di lavoro è in provincia di Ascoli Piceno. >Sidagroup per EURONICS, leader nella distribuzione dell’elettronica di consumo,
ricerca per aperture nuovi negozi: RIF: DPV/01 RESPONSABILE PUNTO VENDITA Il quale sarà responsabile di tutti gli aspetti inerenti la gestione del negozio. Si occuperà quindi di: -- presidiare la superficie di vendita intervenendo sull’organizzazione degli spazi; -- gestire, motivare, formare ed organizzare il team di lavoro; -- controllare la rotazione ed il flusso della merce in assortimento. -- verificare la corretta applicazione dei criteri espositivi di Visual Merchandising indicati dall’Azienda Sarà inoltre responsabile della gestione e dell’andamento dei costi del punto vendita e del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi assegnati. Il candidato ideale ha un’età compresa tra i 30 ed i 40 anni, ha maturato esperienza significativa in ruoli analoghi, (store manager e/o responsabile punti vendita) preferibilmente nei settori GDS e/o GDO. Desideriamo conoscere candidati ambiziosi con una forte predisposizione ai rapporti interpersonali, autorevolezza, capacità di motivazione ed attitudini organizzative. Le sedi di lavoro sono nelle Marche ed Emilia Romagna; si richiede preferibilmente il domicilio in zona.
>RIF: Rif. GM\EM EXPORT AREA MANAGER - Rif. GM\EM Azienda che da oltre 30 anni è leader nella produzione e commercializzazione di un innovativo sistema costruttivo ricerca: EXPORT AREA MANAGER - Rif. GM\EM Il candidato risponderà e collaborerà alla definizione delle strategie e degli obiettivi definiti dalla direzione commerciale, occupandosi dello sviluppo e della gestione del business nei territori assegnati. Il candidato ideale avrà maturato una significativa esperienza nel ruolo di Export Area Manager in settori produttivi\metalmeccanici di respiro internazionale. Si richiede un’età tra i 35 e i 45 anni, disponibilità a viaggiare su territori internazionali e una fluente conoscenza della lingua inglese, spagnola, portoghese e\o francese. Completano il profilo ottime doti comunicative e relazionali, organizzazione e pianificazione. La sede di lavoro è nelle Marche verranno contatti per un colloquio solo quei profili che rispettano le caratteristiche richieste.
Se interessati inviare il proprio curriculum vitae a risorse.umane@sidagroup.com
Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l. Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - info@sidasrl.it - www.sidasrl.it Consenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).
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chi ci abita lo sa
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ANTISISMICA E RESISTENZA AL FUOCO
Ogni costruzione viene realizzata in base al progetto ed ai desideri del cliente, lasciando la massima flessibilità dal punto di vista architettonico. Una visualizzazione 3D permette di visionare un’anteprima della struttura.
La resistenza delle case in legno ai terremoti è stata più volte collaudata in Paesi ad elevato rischio sismico come America e Giappone, dove si costruisce abitualmente in legno. Inoltre, adottando una serie di accorgimenti, si può ottenere un’ottima resistenza al fuoco.
ECOLOGIA E SALUTE La casa in legno è rispettosa dell’ambiente e delle persone che la abitano, perché il legno è tra i migliori materiali da costruzione naturali.
PROPRIETÀ MECCANICHE Le case SUBISSATI sono realizzate interamente in legno lamellare, materiale con elevata resistenza a trazione/compressione/flessione, elasticità, basso peso specifico e di facile lavorazione con i nostri impianti a controllo numerico.
DURABILITÀ La casa in legno, se ben realizzata, è una costruzione che dura secoli e ne sono riprova le tantissime costruzioni in legno sparse in tutto il mondo che ancora si conservano perfettamente integre.
ELEVATO RAPPORTO QUALITÀ PREZZO La casa in legno, per il livello tecnologico offerto, i ridotti tempi di realizzazione, i costi certi ed i ridotti costi di mantenimento, si rivela decisamente superiore rispetto ad un’abitazione tradizionale.
VANTAGGI ECONOMICI E RAPIDITÀ DI MONTAGGIO Risparmio energetico non indifferente in quanto si raggiungono valori di trasmittanza pareti e coperture inferiori a 0.19 W/mq K ed elevati valori di sfasamento da cui consegue che la casa risulta fresca d’estate e calda d’inverno, evitando inutili spese di riscaldamento e raffrescamento. Fattore non secondario la rapidità di costruzione della casa in legno: la durata media di un cantiere è di circa 90 giorni.
SUBISSATI s.r.l. Via F.lli Lombardi n. 2-6 S.P. Arceviese km 16,600 - 60010 Ostra Vetere (AN), Italy Tel. 0039.071.96.42.00 – Fax 0039.071.96.50.01 www.subissati.it - download pdf
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1999/2009
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ATTESTAZIONE SOA CATEGORIA OS32 CLASSE IV OS33 CLASSE II
SISTEMA QUALITÀ CERTIFICAZIONE ISO 9001
SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE CERTIFICAZIONE ISO 14001
SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA E SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO CERTIFICAZIONE OHSAS 18001
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