The Mag n.9
N.9 - Aprile/Maggio 2014 Speciale Moda
Giovanna Vignola
UNA DONNA DA OSCAR
Joseph Roveto
IL MIO WHISKY CON ELIZABETH TAYLOR
Refiela Shoraj
to be a blogger
Vittorio Sgarbi
I MUSEI DEVONO DIVENTARE SPAZI APERTI
È partita da Città di Castello alla fine degli anni ‘90 «con una valigia carica di sogni e poche certezze», poi ha saputo tenere insieme la voglia di scrivere e la passione per la moda
THE INVALID MODE
una casa dal cuore verde Leo Fresco Beccafichi IO PENSO POSITIVO
SPECIALE
MODA COULEUR À PORTER FASHION EXPO MONTONE MON AMOUR GIOCHI DI PRIMAVERA
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SPUNTI DI BELLEZZA BEAUTY POINTS
I
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ndagare il senso della bellezza è impresa ardua, inavvicinabile e potrebbe condurre dritti dritti ad un errore di valutazione. Diciamo dunque che in questo numero proviamo a raccontare qualcosa di bello, senza pretesa di incontrare il favore di tutti, ma di illuminare con lampi di luce le esperienze di chi ci si muove intorno. Come se fosse un piccolo viaggio. Prima tappa: la moda. Arianna Chieli, giornalista blogger: appuntamento nel web, mail, messaggi, we transfer e uno Skype che s’è perso per strada a vantaggio di una vetusta telefonata. Ma è sempre più che piacevole parlar tra donne. C’è un’altra blogger qui dentro: Refiela Shoraj, 23 anni, fiorentina (l’avrete vista ospite da Santoro a «Servizio Pubblico»): per lei la moda è una più che mai personalissima espressione di libertà. Seconda tappa: il cinema. Giovanna Vignola, alias Dadina de «La Grande Bellezza» ci ha aperto le porte di casa sua per un’intervista, mentre Joseph Roveto, costumista di Hollywood, svela i lati più nudi della bellezza... Terza tappa: l’arte. Abbiamo incontrato uno che se ne intende parecchio: Vittorio Sgarbi rincorso, taccuino in mano, da Massimo Zangarelli. Poi c’è una novità bella, ma proprio bella: da questo numero ospitiamo il primo di una (ci auguriamo) lunga lista di disegnatori e fumettisti che pubblicano una loro fantasia ispirata dalle nostre storie. Apre la collaborazione Alessandro Bacchetta. Quarta tappa: lo sport e il talento infinito di Claudio Nardi che a 49 anni torna nel volley serie B2. Quinta tappa: la musica. Intervista a Leonardo Beccafichi (Fresco), intervista doppia a due gruppi che hanno partecipato a Sanremo doc, fino alla rubrica, sulle note di Out Among The Stars, tributo al disco postumo di Johnny Cash che forse, più di tutto, sta qui a dirci che le cose belle non smettono mai di piacere. Buona lettura.
efining beauty is a difficult task; maybe an unobtainable goal and one that can result in errors of judgement. So let’s just say that in this issue we try to talk about beauty without claiming to please everyone, but to highlight the experiences of some of those around us with a small journey, so to speak. First stop on our trip; fashion. Arianna Chieli, journalist and blogger. An appointment on the internet via email and messaging, we transfer to Skype which gets lost along the way – to the benefit of an antiquated phone! But, it’s always pleasant chatting amongst women. We also chat to another blogger, Refiela Shoraj, a 23 year old from Florence, and for whom fashion is an expression of personal freedom more than anything else. Second stop; the cinema. Giovanna Vignola, aka Dadina of the film ‘The Great Beauty’, opened the doors of her house for an interview, while Joseph Roveto, Hollywood costume designer, reveals the naked side of beauty. Third stop; art. We met someone with great understanding; Vittorio Sgarbi chased by Massimo Zangarelli - notebook in hand. Then we have a bit of a novelty, but still beautiful; in this issue we host the first in a, hopefully, long list of illustrators and cartoonists who create a ‘fantasy’ inspired by our stories. Alessandro Bacchetta opens our fourth stop, sport, with the endless talent of Claudio Nardi; back playing serious volleyball at the age of 49. Fifth stop; music. An interview with Leonardo ‘Fresco’ Beccafichi, a joint interview with two groups who participated in Sanremo Doc, and – one to note – a tribute to Johnny Cash‘s posthumous disc ‘Out Among The Stars’, which perhaps most of all, tells us that some beautiful things never cease to delight. Happy reading.
(Per la foto nuova - volevo stare seria e con le braccia incrociate - devo dire grazie alla mia amica Lori di «Estetica Lorenza» e al fotografo Emanuele Vanni).
(For the new pictures - I wanted to be serious with arms crossed - I have to say thanks to my friend Lori of “Aesthetics Lorenza “ and the photographer Emanuele Vanni ).
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Joseph Roveto
Il mio whisky con Elizabeth Taylor
Cristina Crisci e Giovanna Rossi
Claudio Nardi
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Our Home
Una casa dal cuore verde Lucia Fiorucci
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Giovanna Vignola
Una donna da OSCAR Marco Polchi
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UP and Down
Kimberleigh Russell Welply
Continuo ad attaccare Andrea Tafini
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Refiela Shoraj
the INVALID MODE Sandra Biscarini
Vittorio Sgarbi
i MUSEI DEVONO DIVENTARE SPAZI APERTI Massimo Zangarelli
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Leo FRESCO Beccafichi
IO PENSO POSITIVO Marco Polchi
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To be a blogger Arianna Chieli Cristina Crisci
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INFO E CONTAT TI pubblicità Simona 389 05 24 Giovanna 389 05 099 Alice 338 29 66 24 126 001 redazione marcopolchi@the info@the-mag.or -mag.org www.the-mag.or g g
Per maggiori informazioni e tanti altri eventi visita www.the-mag.org - for more information and events go to www.the-mag.org Hanno collaborato a questo numero: Lorenza Mangioni, Massimo Zangarelli, Lucia Fiorucci, Kimberleigh Russell Welply Giulia Acquisti, Alessandro Bacchetta, Sandra Biscarini, Jacopo Gennari, Ilo Mariottini, Luca Marconi, Michele Cancellieri, Patrizio Cesarini, Enzo Neri, Andrea Tafini. Data pubblicazione: Aprile 2014 - rivista bimestrale - N° 9 Grafica, fotografia e impaginazione: Moka comunicazione, via S. Antonio, 7 - Città di Castello (PG) P. IVA 02967110541 mokacomunicazione. it Stampa: Grafiche Polidori, via G. Sorel, 9 - 06012 Città di Castello (PG) - P. IVA 0312146541 Editore e Proprietario: Moka comunicazione Direttore Responsabile: Cristina Crisci Responsabile di Redazione: Marco Polchi Traduzioni: Helena Palazzoli Correzione bozze: Lorenza Mangioni Iscrizione al Tribunale di Perugia: n. 20/12 del 27/11/2012. Questo numero è stato chiuso in redazione il 4 aprile 2014 alle 19:06
Assenza e Fuorischema La musica è il motore di tutto Lorenza Mangioni
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la china e la matita Alessandro Bacchetta
ph: Anna Cuzzolin
nato a Città di Castello il 12 dicembre 1986, si è diplomato con 30/30 alla Scuola Internazionale di Comics nel 2009.
Ha pubblicato vari racconti a fumetti per Bookmaker Comics dal 2009 al 2011, anno in cui ha anche realizzato un libro di illustrazioni su Pinocchio. Nel 2012 ha pubblicato la sua prima graphic novel, “Una
stanza tutta per tre”, una storia su Virginia Woolf. Attualmente al
lavoro su un altro romanzo a fumetti per Kleiner Flug, che avrà per protagonista Raffaello.
Ha esposto con Massimiliano Frezzato a Tiferno Comics nel 2010, con una mostra su Pinocchio, nel 2011 in una collettiva ai Beatles Days
di Bellinzona, e nel 2013 di nuovo a Tiferno Comics, con una personale dedicata a Virginia Woolf.
Indirizzo: via Collodi 41/bis, 06012 Città di Castello (PG) e-mail: dott.rudolf@gmail.com - tel: 328 1190187 sito internet: www.alessandrobacchetta.com facebook: www.facebook.com/alessandro.bacchetta.1
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PARTY DI PRIMAVERA
una grande festa con un esclusivo concerto che Michele Zarrillo terrà nel nostro show-room.
Orari: Lunedì – Venerdì: 8-13 / 14-19 Sabato: 9-13 / 15-19 Ultima domenica del mese: 15-19
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di Lucia Fiorucci
una CASA dal CUORE VERDE La passione e l’entusiasmo, insieme alla ricerca attenta e ai consigli di professionisti esperti, hanno permesso la realizzazione di questo progetto: un piccolo appartamento di circa 80 mq, distribuiti su due piani con garage. Silvia e Davide l’hanno acquistato due anni fa quando era solo un disegno. Poi, una volta realizzata la struttura, sono stati loro la principale squadra di progettazione. Lui, bravo con la computer grafica, disegnava le idee di lei. Insieme hanno ricercato ogni dettaglio: dalla suddivisione degli ambienti, alla posizione dei punti luce. L’open space al piano terra rispecchia la loro giovane convivialità: a Silvia piace cucinare mentre Davide e gli amici bevono un aperitivo sul bancone davanti al piano di cottura ad induzione, per il quale Silvia stravede.
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Come per la cucina, anche la parete attrezzata in soggiorno è firmata MODULNOVA: la texture scura del legno si alterna al grigio e al bianco laccati, le linee dritte ne esaltano il carattere. Dietro al divano grigio chiaro troviamo un tavolo in alluminio allungabile e, a dividere idealmente la cucina dal soggiorno, c’è un camino incassato, semplicissimo. Al piano di sopra, la camera da letto segue le stesse forme regolari e pulite e sfrutta al meglio le dimensioni ridotte degli ambienti. Qui fanno da protagoniste due lampade che scendono a sospensione dalla struttura del letto.
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L’ANGOLO DEL CURIOSO:
oltre all’aspetto estetico Silvia e Davide sono stati attenti al cuore verde della casa: riduzione dei consumi e rispetto dell’ambiente. Hanno installato un pannello fotovoltaico che fornisce l’elettricità a tutto l’appartamento, in particolare agli elettrodomestici NEFF ad alta qualità e basso consumo. Il riscaldamento è a pavimento, e il camino garantisce la maggior parte del calore di tutta la zona giorno. 17
an HOUSE with a GREEN HEART by Lucia Fiorucci
Both passion and enthusiasm plus careful research and the advice of experienced professionals enabled the realization of this project: a small apartment of 80 square meters, over two floors and with a garage.
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Silvia and Davide purchased it two years ago when it was just in the planning stages. Once it was built however, they became the main design team. Davide, good with computer graphics, turned Silvia’s ideas into drawings. Together they researched every detail; from the layout of the rooms to where the lights would go. The open plan ground floor reflects their youthful social approach: Silvia likes to cook on her beloved hob, while Davide and his friends enjoy a Spritz on the kitchen counter. As with the kitchen, the living room is furnished with ‘MODULNOVA’, dark wood alternating with lacquered grey and white. Behind the light grey sofa, there’s an aluminium extendable table, and a simple fireplace divides the kitchen from the living room. Upstairs, the bedroom follows the same clean, even lines, and makes the best of the small rooms. Here the focal point is two lamps suspended from the structure of the bed.
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A NOTE TO THE CURIOUS: as well as a focus on the aesthetic aspects, Silvia and Davide wanted to make their house environmentally friendly, including reducing fuel consumption. They installed a solar panel that supplies electricity to the entire apartment as well as high quality and low usage NEFF appliances. The under floor heating, and the fireplace provide most of the heat to the living area.
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Le-petit-Bistrot
Giovanna Vignola
UNA DONNA DA OSCAR di Marco Polchi
“In questo periodo non ho un neurone libero, sono tutti occupati!”. Giovanna Vignola è cosi: sincera, diretta, generosa. Ha esordito al cinema interpretando il ruolo di Dadina nel film premio Oscar “La grande bellezza”. The Mag l’ha incontrata a Perugia dove vive e lavora, lasciandosi conquistare dalla sua storia. Prima di tutto, ovviamente... congratulazioni! Come ci si sente ad essere una parte così importante de ‘La grande bellezza’? «Sinceramente mi sento orgogliosa di aver fatto parte di questo film e di aver interpretato un personaggio molto bello, serio e dignitoso che è arrivato a vincere l’Oscar con un cast artistico e uno staff tecnico di questa qualità. Mi sento importante per aver rappresentato, non voglio dire la categoria, ma la patologia e la condizione nostra, per avergli dato uno stile e uno stampo diverso da quello che fino ad oggi è stato impresso; non più ‘nani e ballerine’ come si dice, per far ridere lo spettatore. Non voglio essere fraintesa, io rispetto chi accetta
guarda la video intervista di the Mag a Giovanna
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questi ruoli, ognuno è libero di fare ciò che vuole, però non condivido questo modo di metterci in pasto all’opinione pubblica: così non si sfaterà mai il pregiudizio che ci sta intorno. Per questo ringrazierò a vita Paolo Sorrentino per aver scritto una sceneggiatura mettendo dentro un personaggio acondroplasico come Dadina e avergli dato un tale spessore». È stato il suo primo film... come si è trovata a recitare? «Bene, molto bene, perché l’ambiente era molto professionale e formato da belle persone, tutte, dal parrucchiere all’elettricista. Per non parlare degli attori, Toni Servillo, Carlo Verdone... ho visto verso di me, che non conoscevano e non ero una loro collega, e tra di loro un rispetto enorme. Certo sul set ho avuto le mie difficoltà e i miei limiti davanti alla macchina da presa oppure sui sanpietrini scivolosi, ma non sono mai stata lasciata sola, anche mio marito (che sorride vicino a lei ndr) non ha mai avuto una preoccupazione perché vedeva con quali cure mi trattavano. Così ero tranquilla e quasi mai emozionata».
parlare? «Sì, mi ha trovato tramite il web e questa associazione, anche perché un’attrice a cui dare quel ruolo non c’era. Sorrentino mi ha fatto un provino e devo dire che inizialmente ero molto scettica; lui però mi ha messo a mio agio, ha lasciato che parlassi di me. Così ho ingranato la quinta, lui mi ha detto di vedere in me Dadina in carne e ossa, io mi sono convinta a fare “La grande bellezza” anche perché ho pensato che potesse essere una leva per trasmettere il messaggio dell’associazione, per aiutare gli altri, soprattutto i bambini, i più bisognosi di un sostegno». Per lei questo impegno è molto importante, vero? «Assolutamente sì. È ormai da tempo che collaboro con la Onlus “Acondroplasia – Insieme per crescere” perché credo che sia fondamentale far conoscere la condizione di disagio delle persone di bassa statura. Vorrei che chi è acondroplasico non si senta da meno e possa vivere una vita serena. La parola “nano” non deve essere un tabù. Per questo ci vuole conoscenza, confronto, bisogna sensibilizzare anche i medici, ecco perché andiamo anche nelle scuole a parlare con i ragazzi e perché in fondo ho preso parte al film». Come si può contribuire alla sua associazione? «La nostra associazione opera prevalentemente on-line, all’indirizzo www.acondroplasia-insiemepercrescere.it. Qui c’è tutto. Si può anche devolvere il 5x1000 oppure fare una donazione tramite iban. Stiamo facendo tanti passi in avanti, ‘La grande bellezza’ ne è una dimostrazione». The Mag sostiene: www.acondroplasia-insiemepercrescere.it
Cosa pensa delle polemiche che si sono scatenate attorno al film? «Erano ovvie secondo me, a molti italiani non è piaciuto perché è stato uno specchio della nostra società dove non si volevano rivedere. E poi è stato controproducente il fatto di trasmetterlo pochi giorni dopo l’Oscar in televisione, interrotto da tante pause pubblicitarie. Non è un semplice film da divano, anche se l’audience è stata altissima, è un film impegnativo, da cinema, in cui godersi le musiche, le scene, la fotografia». Ha raccontato che Paolo Sorrentino l’ha trovata tramite l’associazione ‘Acondroplasia – Insieme per crescere’ di cui è referente in Umbria. Ce ne vuole
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“Right now I don’t have a spare brain cell – they’re all busy!” Giovanna – generous, sincere, and direct, and who recently made her film debut playing the role of Dadina, a woman with achrondroplasia, in the Oscar winning film “La grande bellezza” (The great beauty). The Mag met up with her in Perugia, where she lives and works, and won us over with her story.
ph: Gianni Fiorito
Giovanna Vignola
STRAIGHT FROM THE OSCARS by Marco Polchi
First of all... congratulations! How does it feel to have been such an important part of ‘La grande bellezza’? «Honestly I feel proud to have been part of this film and to have played such a lovely, serious and dignified character with a cast and technical staff of such quality; and for it to have then gone on and won an Oscar. I feel it’s important to have represented people with my condition, in a general sense, and for having given Dadina a different style and form from that which we usually see in films; no more “dancers and dwarfs” as they say , to make audiences laugh. Don’t get me wrong, I respect those who accept these roles, everyone’s free to do what they want, but I don’t agree with this way of feeding public opinion – such that you never explode the prejudice that surrounds us. I would like to thank Paolo Sorrentino from the bottom of my heart, for writing a screenplay with a character such as (achondroplastic) Dadina in it, and giving her such depth». It was your first film - how did you find acting in it? «Good, very good. The environment was very professional and made up of nice people, all of them, from the hairdresser to the electrician. Not to mention the actors, Toni Servillo, Carlo Verdone... I saw that even though they didn’t know me, that I wasn’t one of their colleagues, there was a lot of re-
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spect shown towards me. Certainly on the set I had my difficulties and limits in front of the camera or on slippery cobblestones, but I was never left alone. Even my husband, [smiling next to her – Ed.], never had any concerns because he saw the care I was treated with. So I was calm and rarely got worked up».
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What do you think of the controversies that have been unleashed around the film?
«I think many Italians don’t like it because it’s a mirror of our society that they don’t want to see. That, and the counterproductive fact that a few days after the Oscars the film was shown on television, interrupted by many advertising breaks. It’s not a simple movie you can watch from home - even though the ratings were very high - it’s a challenging film that you should see at the cinema, where you can enjoy the music, scenes and photography».
You’ve said that Paolo Sorrentino found you through the association “Achondroplasia - Growing Together”, for which you are the Coordinator for Umbria. Can you tell us a bit about it? «Yes, he found me via the web and the association, because he couldn’t find an actress for the role. Sorrentino gave me an audition and I must say that, at first, I was very sceptical, but he put me at ease and let me speak. He told me to see Dadina in
me, in the flesh and he convinced me to do “La grande bellezza”. I also thought it might be a way of conveying the association’s message, of helping others, especially children; those most in need of support». This commitment is very important to you, is that right? «Absolutely. I have been working for a while with the charity organization “Achondroplasia - Growing Together” because I believe it’s essential
to make known the uncomfortable condition of people of short stature. I wish that those with achondroplasia didn’t feel ‘less than’ and were able to live a peaceful life. The word “dwarf ” shouldn’t be taboo. This takes awareness and confrontation, (including with doctors), and which is why we also go into schools to talk to the kids and why, in the end, I took part in the film».
How can one donate to the association? «Our association operates primarily online, at “www.acondroplasia - insiemepercrescere.it” - everything’s there. You can also donate through 5x1000 or make a donation via direct debit. We’re moving forwards and I guess “La grande bellezza” is evidence of that». The Mag supports: www.acondroplasia-insiemepercrescere.it
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Ricerca, tradizione, passione… ZIBÙ nasce dal progetto di restituire ad Umbertide uno spazio storico. ZIBÙ era dove si ballava, ZIBÙ era dove si parlava di sport, dove ci si riuniva per discutere di politica, dove i ragazzi andavano a giocare. Sicuramente sarà difficile oggi far rivivere quelle sensazioni, quegli entusiasmi, ma ci proveremo… e con sincerità, calore, professionalità e una buona tavola cercheremo almeno di strapparvi un sorriso.
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FASHION EXPO MARTA: abito con strass Met (Moody’s), sandalo Guess (Novecento), borsa bauletto in saffiano verniciato Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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NOEMI: abito lungo con volant Manila Grace denim, giacchino in denim Met, collana Malobel (Moody’s), sneakers Happiness (Novecento), shopping traforata in pelle vacchetta Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso. MARTA: giacchino bianco in jacquard Met e maglia in pizzo blu Met, pantalone a fiori double-fit Met (Moody’s), sandalo Altramarea (Novecento), shopping in saffiano Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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NOEMI: giacchino modello Chanel con decorazioni Met e gonna in pizzo Imperial (Moody’s), décolleté Schutz (Novecento), bauletto in saffiano verniciato Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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MARTA: abito con strass Met (Moody’s), sandalo Guess (Novecento), borsa bauletto in saffiano verniciato Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso. NOEMI: maglia in neoprene Northland, jeans con strappi laterali Met (Moody’s), sandalo Altramarea (Novecento), sacca in pelle martellata Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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MARTA: abito Imperial, Collana Malobel (Moody’s), sandalo Guess (Novecento), shopping in saffiano Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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MARTA: blusa animalier rosa Northland, shorts Imperial (Moody’s), clipper New England (Novecento), mini bag in pelle martellata Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso. NOEMI: abito Imperfect (Moody’s), sandalo Altramarea (Novecento), shopping in pelle vacchetta Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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MARTA: abito lungo Met (Moody’s), sneakers Albano (Novecento), tracolla in pelle martellata Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso. NOEMI: abito corto in felpa e fantasia animalier Imperfect (Moody’s), sneakers 2 star (Novecento), bauletto in silicone e saffiano Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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NOEMI: abito in fantasia zebra con gilet jeans Imperfect (Moody’s), sneakers U.S. Polo (Novecento), tracolla in pelle martellata Coccinelle (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso. MARTA: canotta Imperfect, shorts Manila grace denim (Moody’s), sneakers Vans (Novecento), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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NOEMI: giacchino modello Chanel con decorazioni Met e gonna in pizzo Imperial (Moody’s), décolleté Schutz (Novecento), bauletto in saffiano verniciato Furla (Optional), trucco Nirvana, capelli Riflesso.
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Up
by Kimberleigh Russell Welply
SANDALI BIRKENSTOCK Chiunque legga questa colonna saprà che sono una grandissima appassionata di scarpe. E sono eccitata perché questa estate vedremo il ritorno dei comodi, massicci e assolutamente “cool” sandali. Buttate via i vostri tacchi oro e compratevi delle Birkenstocks! Avranno anche già vissuto la loro gloria negli anni ’90, ma adesso sono tornati con un BANG!
H&M’S STUDIO COLLECTION È sempre molto eccitante quando un marchio popolare crea una gamma che continua ad essere meravigliosamente accessibile ma con l’eleganza e la qualità comparabile ai grandi personaggi del mondo della moda. Ci manda semplicemente fuori di testa! Lo spettacolo di H&M’s di Febbraio a Parigi è stato, probabilmente, lo show di cui si è parlato di più durante il mese della moda. Orde di celebrità si sono presentate e tutti hanno preso d’assalto negozi e siti web per accaparrarsi i pezzi chiave.
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BIRKENSTOCK SANDALS Anyone who reads this column will know that I am a big fan of buying great shoes. And I am thrilled that this summer we are seeing the return of the comfy, chunky and oh so cool sandal. Throw away you strappy gold heels and buy yourself some Birkenstocks! They may have had their day back in the 90s but now they are back with a BANG!
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H&M’S STUDIO COLLECTION It is always so exciting when a high street brand creates a range that is still wonderfully affordable has the elegance and quality comparable with big players in the fashion world. It simply blows our minds. H&M’s show in Paris in February was arguably the most talked about show the Fashion month. Hoards of celebrities showed up and everyone has been hitting the stores and websites to get their hands on key pieces.
ABBRACCI! Secondo me abbracciarsi è la cosa migliore che possiamo fare ma non lo facciamo abbastanza. È stato clinicamente provato che l’abbraccio rilascia sia endorfine sia l’ormone della felicità. Quindi abbracciamoci l’un l’ altro, è il miglior modo per avere quel piccolo conforto di cui abbiamo tutti bisogno nella vita.
HUGGING! In my opinion hugging is the best thing we can be doing and we just do not do it enough. Hugging has been clinically proven to release endorphins as well as the body’s happy chemical serotonin. So embrace one and other - it is the best way to get the little lift we all need occasionally in life.
TRIANGL SWIMWEAR Alla ricerca di un nuovo bikini per l’estate? Bè, allora questo é il marchio australiano che và comprato. Combinando sia il lato sexy sia quello sportivo (una tendenza di stile per quest’anno) questi bikini stanno conquistando la scena estiva mondiale. Provate voi stesse!
TRIANGL SWIMWEAR New bikini’s for the summer? Well this is the super exciting Australia brand you need to be buying from. Combining both sexy and sporty (a trend that is still stealing all the style file headlines this year) these bikini’s are rocking the world’s sun and sea scene. Treat yourself.
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SIGARETTE ELETTRONICHE! Perché? Bene, lasciatemelo dire: 2 anni fa io ho smesso di fumare - e sia il mio corpo sia i miei polmoni mi hanno ringraziata enormemente. Comunque quando è stata introdotta la sigaretta elettronica ho pensato “quale modo migliore di assumere nicotina senza danneggiare la mia salute?”. Circa 2 settimane fa la mia sigaretta elettronica si è rotta e così ho comprato il mio primo pacchetto di sigarette dopo due anni. Urgh! Se non fumate, o avete smesso, utilizzare la sigaretta elettronica è solo un pendio scivoloso e la direzione non è quella buona.
ROSSETTO ROSSO Alla sfilata di febbraio a New York, Alexander Wang ha preso alcune delle donne più belle del mondo e le ha riportate alla loro bellezza naturale. Usando un trucco molto naturale, ha fatto sfilare le modelle mostrandole in modo semplicemente sensazionale. Quest’estate fate uscire la vostra bellezza naturale, mostrate gli occhi e mettete a nudo le labbra. Siete creature fantastiche donne, mostratevi come siete.
TINDER Non è forse giunto il momento in cui tutti noi smettiamo di scherzare? È, senza dubbio, una delle Apps che ha generato una tempesta nel mondo degli appuntamenti online. Ma non sarebbe bello se scegliessimo la nostra altra metà basandoci su personalità e carattere e non puramente sull’aspetto fisico? Chiamatemi pure romanticona senza speranza se volete.
GIANT MUSIC FESTIVALS La scena musicale dell’estate europea è probabilmente la migliore del mondo. Comunque i grandi Festival non sono più quelli di una volta, sono finiti i meravigliosi giorni di Woodstock. Adesso stiamo combattendo per biglietti e aree camping e non siamo più capaci di avvicinarci al palco per vedere i nostri gruppi preferiti. Quindi cercate dei festival emergenti con una vista migliore, gente eccezionale, bagni più puliti e gruppi favolosamente eccitanti! Meadow nelle montagne della Bulgaria e Wilderness in Gran Bretagna sono grandi esempi da provare quest’estate.
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ELECTRONIC CIGARETTES! Why? I hear you ask. Well let me tell you: 2 years ago I gave up smoking - and my body and lungs thanked me enormously. However when the electronic cigarette was introduced I thought “what better way to get my nicotine hit without damaging my health.” About 2 weeks ago my electronic cigarette ran out and so I bought my first packet of cigarettes in 2 year. Urgh! If you don’t smoke or have quit then hitting the electronic cigarette is only a slippery slope in one direction. And it isn’t a good one.
RED LIPSTICK At Alexander Wang’s fashion show in New York in February he took some of the most beautiful women in the world and stripped them down to their most natural forms. Using only the most basic natural make-up he sent girls out onto the runaway looking bare and exposed and simply sensational. This summer embrace your natural beauty, expose your eyes and bare your lips. You are exquisite creatures ladies, so come as you are.
TINDER Isn’t it about time we all stopped joking around? It is, without doubt, one of the apps that has taken the dating world by storm. But wouldn’t it be nice if we chose our other halves based on personality and character rather then purely good looks. Call me a hopeless romantic if you will.
GIANT MUSIC FESTIVALS The European summer music scene is arguably the best in the World. However the big festivals are no longer what they used to be, gone are the wonderful Woodstock days. We’re now fighting for tickets and campsite space as well as not being able to get anywhere near a stage to see our favourite bands. So instead seek out some of the emerging boutique festivals where the views are better, the people are cooler, the loos are cleaner and the bands are wonderfully exciting. Meadow in the Mountains in Bulgaria and Wilderness in the UK are great examples to try out this summer.
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Città di Castello Corso Cavour, 8/D 9-13 / 16-20 Chiuso il Lunedì mattina maurogiuli.cittadicastello
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ARIANNA CHIELI TO BE A BLOGGER di Cristina Crisci
Giornalista, blogger, una donna super connessa «sempre, tranne quando faccio colazione con la mia famiglia». 56
partita da Città di Castello alla fine degli anni '90 «con una valigia carica di sogni e poche certezze», poi ha saputo tenere insieme la voglia di scrivere e la passione per la moda... sul filo della rete, quando il web era ancora un universo poco sondato. Arianna si racconta a The Mag in un'intervista dove parla di lei, della sua vita e del suo lavoro nella capitale della moda, Milano.
Da Città di Castello a Milano con l'idea di fare la giornalista, poi la moda... raccontaci dei tuoi esordi. «Quando sono partita da Città di Castello volevo scrivere, dove e come, non lo sapevo ancora. Dopo la laurea in lettere moderne e un master in comunicazione ho pensato più di una volta che avrei dovuto scegliere qualcosa di più sicuro. Senza santi in paradiso ho preso parecchie porte in faccia, svolto lavori sottopagati, accettato mansioni noiose, come spesso accade durante la gavetta. Però sono stata molto determinata e ho avuto quella che a posteriori considero una grande fortuna: sono entrata nella rete quando internet muoveva i primi passi. Ero giovane e visionaria quanto bastava per prendere in mano una delle prime e più importanti redazioni web. Era il 1999. Da quel momento sono stata una storyteller, ho creato e condiviso in rete contenuti, video, audio o parole scritte». Da dove nasce la tua passione per la moda? «La moda è una passione, un grande amore totalizzante. Io vengo da una famiglia di insegnanti, tanti classici, discussioni di politica a tavola e per fortuna le riviste di moda che mia madre comprava in grande quantità. Erano una finestra sul mondo nelle lunghe giornate di provincia. Quel sogno che mi portava via ogni volta che aprivo Anna, Cosmo, Moda. Era lì che volevo stare: abiti da favola, donne bellissime e, immaginavo, una vita da globe trotter. Dal punto di vista professionale è stata una fortuita casualità, mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto: ho sostituito una giornalista a Fashion Tv come inviata dalle passerelle milanesi. E ci ho preso gusto. Così mi sono presentata al corriere.it, che all’epoca non aveva un’inviata sulla moda e ho proposto di farmi provare a realizzare dei report. È andata bene ed ho continuato a collaborare con loro per quasi 11 anni». Nella tua professione moda e tecnologia vanno a braccetto: come lavora una fashion blogger? «Il termine fashion blogger è molto ambiguo e racchiude l’intrinseca suggestione di ragazzine svampite che si fotografano con capi più o meno belli, più o meno adatti, alternando selfie a post su Instagram. Preferisco mi si definisca blogger: in realtà non ho fatto altro che portare il mio desiderio di raccontare su una piattaforma diversa, dove esprimere un punto di vista non solo è lecito, ma dovuto». Qual è la tua giornata tipo? «Lavoro sempre, se per lavoro intendiamo cercare notizie, aggiornarsi, frequentare community online. Ma faccio una professione che amo e spesso la distinzione tra lavoro e piacere è labile. Sto moltissimo
tempo connessa per cercare notizie che siano interessanti per chi segue il mio blog. Partecipo a eventi e presentazioni, incontro persone e trovo delle storie da raccontare. Immaginatevi il lavoro di un reporter che deve anche avere molta dimestichezza con la tecnologia. Non ho una giornata tipo, anche perché i progetti sono sempre in divenire e bloggare non è l’unica cosa che faccio. Comunque d’abitudine la prima cosa che faccio è colazione con i miei cari con tutta la tecnologia rigorosamente spenta. Poi controllo le mails e se non ci sono sfilate o presentazioni mi metto a scrivere». Sei fondatrice di FashionCamp, ce ne parli? «FashionCamp: l’evento dedicato al fashion e nuove tecnologie ha compiuto 4 anni e quest’anno, con una edizione ridotta, sarà ospitato all’interno della Blogfest a
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Rimini. Concentriamo le energie per una edizione 2015 col botto, in occasione di Expo 2015, dove il focus sarà interamente sul Made In Italy. È stata una grande sfida e una grande soddisfazione perché fare cultura in Italia è davvero difficile e ancor più complesso è far investire le aziende su un evento così nuovo». Com'è strutturato l'evento? «Il FashionCamp è un appuntamento annuale strutturato come un barcamp di due giorni che mette a confronto il mainstream della moda, chi sperimenta nuove tecnologie, i fashionbloggers, gli stilisti esordienti, chi si impegna con la moda etica e chi progetta nuove idee per il futuro, per una condivisione ed un arricchimento attraverso workshop, presentazioni e collaborazioni. Promuove una visione della moda aperta e condivisa, altamente tecnologica e fortemente democratica. Il FashionCamp di Milano si è attestato come il più importante evento di settore per fare il punto su dove siamo, come ci stiamo evolvendo e quali saranno i modelli futuri».
tate sotto tutto, dai pantaloni sportivi agli abiti da sera». Progetti professionali futuri? «Attualmente sono impegnata nella gestione di due campagne di storytelling digitale, una per un importante brand luxury beauty, l’altra in ambito fashion. L’idea è continuare a lavorare come consulente su questo settore: storytelling e creazione di contenuti. Sono entrata nel team della Blogfest di Rimini, la più importante platea sul digital in Italia, dove a settembre mi occuperò dell’area fashion. Per ora sto pensando al palinsesto». Il tuo look ideale? «L’abito ideale è quello che ti fa sentire bene. Chiaramente dipende dal contesto in cui ti muovi. Per il daytime con i miei figli quasi sempre denim, pull o t-shirt e sneakers colorate. Per la sera mi piace uno stile molto femminile, ladylike. Adoro gli anni ‘50, i piccoli pull portati sulle gonne a vita alta, gli abitini con la gonna a ruota, le décolletés rigorosamente senza zeppa. Le piccole borse vintage. Ho una vera ossessione per scarpe e borse». Cosa non indosseresti mai? «Mai dire mai. Di sicuro vista la mia età non metterò mai la pancia in bella vista. In generale non mi piacciono gli abiti fascianti, l’ostentazione, i look volgari o troppo chiassosi».
Il tuo blog Fashionblabla invece? «Fashionblabla è nato nel 2010 come il primo esperimento di blogzine collaborativa sulla moda in Italia: l’idea era di condividere attraverso molte penne un punto di vista personale sul fashion. Ho puntato molto sulla qualità dei contenuti e sulla sperimentazione. Abbiamo avuto rubriche deliranti, ma anche molto divertenti. Hanno collaborato scrittrici e scrittori che hanno reso, credo, la qualità davvero interessante. Dal 2013 per molti motivi fashionblabla.it è il mio blog, quindi la mia voce è quella che tiene il racconto anche se c’è sempre spazio per gli ospiti. Francamente non so dire cosa diventerà, ma mi piace sperimentare e continuerò a farlo». Sensazioni postume alla Milano Fashion Week: chi sale e chi scende? «Salgono i giovani, finalmente: Stella Jean, Andrea Incontri, Marco De Vincenzo, Fausto Puglisi, N° 21, Au jour le Jour». Quali sono i capi must della prossima stagione? «Il foulard in testa portato come un turbante, le stampe tropical, i jeans rotti, la vita alta, le sneakers colorate por-
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Stilisti emergenti: su chi scommetti? «Scommetto su Stella Jean, la giovane stilista italo haitiana regina dei pattern e delle stampe wax. È in assoluto la mia preferita». Il big dell'alta moda che ti piace più di tutti? «Questa è una domanda difficile. Non ce n'è uno più di tutti, ci sono alcuni grandi amori. Antonio Marras perché ogni abito racconta una storia, Ermanno Scervino per l’eleganza understatement e le maestranze del made in Italy, Maria Grazia Piccioli e Pier Paolo Chiuri per Valentino perché hanno una marcia in più e perché è da una vita che sogno di indossare un abito delle loro collezioni. Prada perché Miuccia sta in un’altra galassia. Quello che lei tocca diventa tendenza». Hai due figli, come riesci a conciliare la tua professione alla vita privata? «Facendo dei compromessi. Sono una mamma molto presente, ma quando ci sono momenti di lavoro particolarmente intensi ho imparato a delegare. La libera professione ha molti svantaggi, ma anche il privilegio di poter gestire il tuo tempo. Posso scrivere di notte e da qualsiasi posto. La tecnologia mi permette di realizzare video in alta definizione con un Iphone. Magari una settimana lavoro 15 ore al giorno, ma quella dopo passo tutti i pomeriggi con i bambini».
ARIANNA CHIELI
TO BE A BLOGGER
S
by Cristina Crisci
he left Città di Castello at the end of the ‘90s “with a suitcase full of dreams and few cer tainties “A woman able to maintain both the desire to write and a passion for fashion, in the days when the internet was just taking off. Arianna talks to The Mag in an interview about her life and work in the fashion capital, Milan. 59
From Città di Castello to Milan with the aim of becoming a fashion journalist… tell us how you started. «When I left Città di Castello I wanted to write, but I didn’t know where and how. After graduating in modern literature and with a Master’s degree in communication, I thought more than once that I should choose something more secure. I had several doors slammed in my face, held underpaid jobs, accepted tedious tasks, as so often happens when you’re just starting. But I was very determined and I had what I now consider a huge stroke of luck - I started using the Internet when it was in its infancy. I was young and visionary enough to begin working for one of the first and most important web-based publishers. It was 1999. Since then I’ve been a story teller and created and shared videos, audio and articles online». Where does your passion for fashion come from? «Fashion is my passion, a great all-encompassing love. I come from a family of teachers, so there were many discussions around the dinner table about the classics and politics, but thankfully my mother bought fashion magazines in large quantities! These were a window on the world during the long days in the sticks… a dream that carried me away every time I opened ‘Anna’, ‘Cosmo’ or ‘Moda’. I wanted to be there – a world of fabulous dres-
A journalist, blogger, and ‘super- connected’ woman “always, except when I have breakfast with my family.”
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ses, beautiful women and, I imagined, a globe-trotting life. From the professional point of view it was a lucky coincidence that I found myself in the right place at the right time - I replaced a journalist at Fashion TV to cover the catwalks in Milan… and I was really into it. After that, I presented myself to ‘corriere.it’, which at the time didn’t have a fashion section, and put myself forward as a fashion journalist. It went well and I continued to work with them for almost 11 years». In your profession fashion and technology go hand in hand - how does a fashion blogger work? «The term fashion blogger is very ambiguous and includes the inherent suggestion of airheaded girls taking selfies to post on Instagram! I’d rather be defined as a blogger in reality I haven’t really done anything but use a different platform from which to express a point of view». What’s your day like? «I’m always working, if you define work as looking for news, keeping up to date and being online. But I do a job I love and often the distinction between work and pleasure is small. I’m always online looking for news that might be interesting for those who follow my blog. I get involved in events and presentations, I meet people, and I find stories
to tell. Imagine the job of a reporter who must also be very familiar with technology. I don’t have a typical day, because projects are always changing and blogging isn’t the only thing I do. However, the first thing I usually do is have breakfast with my family with all the technology strictly off. Then I check my emails and, if there aren’t any shows or presentations to go to, I start writing».
rything from trousers to evening gowns».
What about your blog ‘Fashionblabla’? «I started Fashionblabla in 2010 as an experiment, a kind of ‘blogozine’ on Italian fashion - the first of its kind; the idea being to share a personal point of view on fashion using different writers. I focused heavily on the quality of the content. We had some mad headings, but also some very entertaining ones. I think the collaboration of both male and female writers made the quality really interesting. Since 2013, for all sorts of reasons, ‘fashionblabla’ has become my blog, so it’s my voice that tells the story, but there’s always room for guests. Frankly I don’t know what will become of it, but I like to experiment and will continue to do so».
Who’s your favourite out of the high couture designers? «That’s a difficult question. There are a lot that I love and I can’t say I have a favourite. Antonio Marras because every dress tells a story, Ermanno Scervino for his understated elegance and because it’s ‘Made in Italy’, Maria Grazia Picciolo and Pier Paolo Chiuri for Valentino because they have a little something extra and because of a lifetime dream of wearing one of their dresses. Prada because Miuccia is in another galaxy. Whatever she does takes off».
What are your professional plans for the future? «I’m currently involved in running two campaigns on digital storytelling, another important one for a luxury brand of cosmetic and one in the fashion world. The idea is to continue working as a consultant in this field. I joined the Rimini Blogfest team and in September I’ll be You are the founder of Fashion Camp; tell us about it… dealing with fashion. At the moment I’m thinking about «FashionCamp is an event dedicated to fashion and new the schedule». technologies which I started four years ago, although this year it’s going to be slightly smaller and part of the Blog- What is your ideal look? fest in Rimini. We want to put our energies into next ye- «The ideal outfit is what makes you feel good. It clearly ar’s Expo 2015, where the focus will be entirely on ’ Made depends on what you’re doing and where. For the daytiin Italy’. It’s been a great challenge but also very satisfying me when I’m with my children it’s almost always jeans, because creating a new culture in Italy is very difficult and jumper or t-shirt and colourful sneakers. For the evening even more difficult is to get companies to invest in so- I like a very feminine, ladylike style. I love the 50’s, like a small pullover worn with a high-waisted skirt, or little mething so different». dresses with a flared skirt and pumps - strictly no wedges. I like small vintage bags - I have an obsession with shoes How does the event work? «FashionCamp is a yearly event organized as a two-day and hand bags». ‘camp’ that compares mainstream fashion with those who are experimenting with new technology. It also looks at What would you never be seen in? fashion bloggers, upcoming designers, who’s incorpora- «Never say never. Of course because of my age, I would ting fashion ethics and new ideas for the future, and we never expose my midriff. In general I don’t like clingy do this via workshops, presentations and discussions. It dresses or a vulgar, ostentatious look». promotes an open and shared high-tech vision of fashion and is really democratic. The Milan FashionCamp has What emerging designers would you back? proved to be the most important industry event to take «I’d bet on Stella Jean, the young Italian-Haitian desistock of where we are, how we’re evolving and what the gner; queen of patterns and wax prints… and by far my favourite». future will bring».
You have two kids; how do you reconcile your working and private lives? «Making compromises. I am a very ‘present’ mother, but Post Milan Fashion Week, what do you think of who’s when there are periods of intense work I have learned to delegate. The profession has many disadvantages, but thein and who’s out? «Finally new designers are taking off, such as Stella Jean, re’s also the privilege of being able to manage your time. Andrea Incontri, Marco De Vincenzo, Fausto Puglisi, I can write at night and from anywhere. The technology allows me to produce high-definition video with an iPhoN° 21 and Au jour le Jour». ne. Maybe one week I’ll work 15 hours a day, but the following week I’ll spend every afternoon with the kids». What are the must-haves for next season? «Head scarves worn as turbans, tropical prints, ripped jeans, high waists and colourful sneakers worn under eve-
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FRANCESCA: abito giallo Relish (Worm), sandalo ecru (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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FRANCESCA: gonna, t-shirt e giacchino jeans Relish (Worm), trucco Non solo sole, capelli Sara Bovari per Claudio Moscatelli. MIRKO: t-shirt Close up e jeans Individual Denim, giacchetto Carte d’identitè (Worm), trucco Non solo sole, capelli Sara Bovari per Claudio Moscatelli. SOFIA: abito e gilet jeans Relish (Worm), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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FRANCESCA: pantaloni neri strappati Up star, canotta, giacca e borsa Relish (Worm), sandalo nero (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli. SOFIA: abito pizzo bianco e nero Pepe Rosa, cintura, borsa e giacchino Relish (Worm), anfibio nero (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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SOFIA: abito e borsa Relish (Worm), sandali zebra (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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FRANCESCA: abito in ecopelle Relish (Worm), scarpe nere (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
SOFIA: total look Relish (Worm), sandalo nero (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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SOFIA: boyfriend jeans Up star, camicia Susy mix, giacca nera Pepe Rosa (Worm), sandalo nero (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
MIRKO: t-shirt Close up e pantaloni Individual Denim, camicia Carte d’identitè (Worm), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
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FRANCESCA: gonna Susy mix, camicia Pepe rosa, giubbino jeans Relish (Worm), anfibio nero (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
SOFIA: piumino rosa Relish, felpa maculata NYM, jeans strappati UP star, borsa Relish (Worm), sandalo ecru (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Sara Bovari per Claudio Moscatelli. FRANCESCA: giacca rosa, camicia e borsa Relish, jeans con fiore Pepe Rosa (Worm), sandalo camouflage (Mauro Giuli), trucco Non solo sole, capelli Sara Bovari per Claudio Moscatelli.
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SOFIA: felpa Relish (Worm), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli. FRANCESCA: felpa Relish (Worm), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli. MIRKO: t-shirt Close up e pantaloni Individual Denim, camicia Carte d’identitè (Worm), trucco Non solo sole, capelli Claudio Moscatelli.
sponsored by: via M.Kolbe, 4 Umbertide tel. 075 941 79 11 cell. 328 66 102 09 aperto il lunedì /nonsolosole.diguerrimichela
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Umbertide Via Roma 121 9-13 / 16-20 Chiuso il Lunedì mattina /maurogiuli.umbertide
si ringrazia / Thank to: Francesca Busatti Sofia Fatti Mirko Fuscagni
Via Martiri della LibertĂ , 8 Umbertide tel. 075 941 19 01 /francesca.worm
Piazza Fortebraccio, 5/6 06014 Montone (PG) Tel / Fax +39 075 930 62 71 www.lanticaosteria.it info@lanticaosteria.it
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Abbiamo incontrato Joseph Roveto che ci ha raccontato un sacco di cose interessanti... come quella volta che Jamie Lee Curtis gli ha chiesto: ÂŤTi piace il mio corpo?Âť.
joseph roveto
Il mio whisky con Elizabeth
Taylor
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di Cristina Crisci e Giovanna Rossi
Costumista delle star in America, cucina dolci per passione, adora viaggiare, pensa che la donna più bella del mondo sia Elizabeth Taylor con la quale ha sorseggiato un Jack Daniel’s, è stato dietro le quinte dell’Oscar dove ha visto le attrici persino nude, ma da qualche anno ha deciso di vivere a Umbertide. Dunque, sei nato a New York, hai vissuto a San Francisco, Los Angeles e ora a Umbertide: come mai ti sei fermato in Umbria? «Sono americano, noi siamo informali… a Los Angeles praticamente tutti lavorano nel cinema quindi non mi sono mai sentito speciale. Non ho mai avuto intenzione di vivere per sempre negli Usa, mi era piaciuto molto vivere in Italia. Ho origini italiane e un’enorme famiglia italo-americana a New York, mi sento facente parte di questo paese». E cosa ti ha portato qui? «È la vita che ha preso il sopravvento! Quattro anni fa io e Paul, il mio compagno, pensavamo di avere una realtà magnifica in California in un bellissimo posto nella foresta rossa, ad appena 7 miglia da San Francisco. Ma ci mancava il senso di comunità e questo è esattamente il motivo per il quale siamo qui. Già alcuni amici americani avevano scelto l’Altotevere. Sono stati loro a dirci di una proprietà in vendita... un’ora dopo avevamo già firmato il compromesso!» Hai lavorato nel mondo del cinema, dello show biz, come costumista, hai incontrato e conosciuto tanti personaggi famosi (da Steven Spielberg a Tom Cruise, da Sean Connery a Clint Eastwood, da Liz Taylor a Catherine Zeta-Jones), ci racconti qualcosa, un aneddoto curioso? «Ho lavorato con queste persone sì. Io ho studiato tutti gli aspetti del film: l’editing, la recitazione, la distribuzione e ovviamente i costumi. Un aneddoto curioso: Jamie Lee Curtis, con la quale lavoravo per un progetto televisivo, quando venne per il suo primo fitting (prova abito), nel giro di un attimo si tolse il vestito e completamente nuda mi chiese cosa ne pensassi del suo corpo… io le risposi che ero l’uomo sbagliato al quale chiederlo! Abbiamo avuto un buon rapporto anche se il suo vero problema era quello di sentirsi sempre in forma. La più grande difficoltà nel lavorare con gli attori è che sono estremamente insicuri. Solo due volte in tutta la mia carriera mi è successo di chiedere un autografo ed è stato a Bruce Springsteen e a Fred Astaire».
Bisset. Ho lavorato con lei per gli Oscar: venne, durante la serata, nella stanza dei costumisti, dove c’è un gran fermento, io dovevo stirarle il vestito. Lei se lo tolse davanti a me come se fosse la cosa più normale, rimanendo completamente nuda. Nessuno indossa mai la biancheria intima! Sono esibizionisti, sono attori!» Chi è invece l’uomo più affascinante? «...non ho mai incontrato George Clooney purtroppo, mi spiace! Datemi un momento per rispondere, devo pensarci… Christopher Reeve. Non solo incredibilmente affascinante ma anche imponente: alto, grandi spalle… beh, sicuramente è anche per questo che è stato scelto per interpretare Superman!» Qui in Altotevere hai lavorato con Eva Santucci, come l’hai incontrata e su cosa si basa il vostro rapporto professionale? «La incontrai la prima volta a Umbertide dove Eva cantò e quando scese dal palco le dissi che era splendida: ci fu subito una connessione tra noi, un feeling. Ho pensato, e lo penso ancora, che lei è un talento inconsueto, la sua voce non è normale, fuori dal comune. Conosco persone nel mondo della musica e ho pensato di poterla aiutare e lei è stata abbastanza in gamba da dire di sì». Oltre alla moda, quali sono i tuoi interessi? «Adoro cucinare. Cucino ogni giorno. Mi piace soprattutto preparare dolci da forno, è una mia grande passione. Sono cresciuto con il buon cibo: i miei antenati sono napoletani e siciliani e in casa nostra c’erano solo conversazioni sul cibo... niente politica, niente di niente, solo cibo. Mi piace molto anche viaggiare». Secondo te perché molti stranieri decidono di trasferirsi qui? «Non posso parlare per gli inglesi (intesi britannici), siamo molto diversi noi americani, comunque credo che l’Italia sia un sogno romantico!»
Un’ultima domanda: ti piace Burri? Chi è la donna più bella con la quale hai lavorato? «La risposta è semplice: Elizabeth Taylor. Di persona è « Sì e ho una sola cosa da dire... vorrei che ci fosse una probellissima quasi irreale. Ah, c’è un’altra attrice, Jacqueline mozione diversa per questo grande artista».
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joseph roveto
by Cristina Crisci and Giovanna Rossi
Stylist to American stars, a passion for baking, he loves to travel, thinks that Elizabeth Taylor is the most beautiful woman in the world, (even having a quick Jack Daniel’s with her), and has been behind the scenes at the Oscar’s where he saw naked actresses! For the past few years, however, he has decided to live in Umbertide. You were born in New York, lived in San Francisco and now you live in Umbertide. What made you move to Umbria? «I’m American! We’re very informal. In Los Angeles everyone works in the world of show business so I’ve never felt special. I never intended to stay in the USA; I was very comfortable living in Italy. I’m of Italian descent and have an enormous Italian-American family in New York, so I feel that I’m very much a part of this country».
cisco. Somehow though we missed a sense of community, and that’s exactly why we’re here. We have American friends who moved to the Upper Tiber Valley. It was them who told us about this property for sale... an hour later we’d signed the contract!».
You’ve worked in the cinema and show business worlds as a costume designer, meeting and working with the likes of Steven Spielberg, Tom Cruise, Sean Connery, Clint Eastwood, Liz Taylor and Catherine Zeta-Jones. Can you tell us something about it, perhaps an interesting anecdote? So what brought you here? «Four years ago, my partner Paul and I thought our life «I worked with these people… and I studied all aspects was really wonderful. We lived in a magnificent place in of film: editing, acting, distribution as well as costume. the California red woods about 7 miles from San Fran- An anecdote? I was recommended to Jamie Lee Curtis
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When we met up with Joseph Roveto he told us some interesting stories… like when Jamie Lee Curtis asked ‘Do you like my body?’ for a new television project. Within minutes of coming for her first fitting, she’d taken all her clothes off - not in a dressing room - just in the office, and said: “what do you think?” I replied “you’re asking the wrong guy!” The biggest challenge with actors in general is that they’re extremely insecure. I have to say I’ve only ever asked twice for someone’s autograph; Bruce Springsteen and Fred Astaire». Who’s the most beautiful woman you’ve ever met? «That’s easy, Elisabeth Taylor! We all know she is very beautiful, but she is more beautiful in person, almost unreal. Ah, and another actress, Jacqueline Bisset. I worked with her for the Oscar’s. While I was ironing her dress, she came into the room and took her dress off… and they never wear underwear! They’re exhibitionists, they’re actors!»
You have been working on Eva Santucci’s project. How did you meet her and what is your working relationship based on? «I met her for the first time in Umbertide where she was singing; when she came off stage I told her I thought she was wonderful. We immediately clicked, I thought and I still think she has an unusual talent, her voice isn’t normal, it’s not average. I know people in the music business and I thought maybe I could help her, and she was smart enough to say okay». Other than fashion, what are your interests? «I love to cook, I cook every day. I love to bake; I grew up with very good food. My ancestors are Neapolitans and Sicilians. The conversations at home were only about food, not politics, or anything else… just food. I also like to travel».
In your opinion why do so many foreigners decide to live here? Who’s the most beau«Well, I can’t speak for tiful man you’ve ever met? the Brits, we’re very different. However Italy is a romantic «…I never met George Clooney, sorry! Give me a mo- dream!» ment I have to think about this...Christopher Reeve. He was not only ridiculously handsome, but so large. Not Last question do you like Burri? only tall, but had the widest shoulders... well, that’s part of «Yes, and I only have one thing to say…. I wish that this why he was chosen to be Superman!». amazing artist was promoted differently».
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Refiela Shoraj
the
INVALID MODE di Sandra Biscarini
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“LA MODA DEVE ESSERE PER TUTTI. SOPRATTUTTO, NON PUÒ LIMITARSI AD UN CIRCUITO,
PER QUANTO VIRTUOSO, FATTO DAGLI STESSI ATTORI.” Si chiamano blog e rappresentano la rivoluzione digitale che ha stravolto il modo di fare comunicazione. Irriverenza, sense of humor e costante ricerca di originalità. Soprattutto nella moda i blogger hanno ribaltato regole e canoni prestabiliti spalancando un nuovo modo di promuoversi e promuovere. Collegamento diretto con l’urban style, i fashion blogger possono decretare il successo di una nuova collezione o il suo affossamento, lanciare stilisti emergenti o riproporre il déjà vu tingendolo di aria fresca. Nel sottobosco creativo dei blogger, brilla The Invalide mode, un ossimoro linguistico che ha tradotto il tabù dell’handicap in una dirompente occasione di riscossa. Con stile, ça va sans dire. Dietro la tastiera c’è lei, Refiela Shoraj, 23 anni, fiorentina d’Albania che ha trasformato la moda in una personalissima espressione di libertà. La sua storia: a nove anni mentre attraversa le strisce pedonali, viene travolta da un camion che le devasta la gamba mandandola prima in coma, poi su una sedia a rotelle e infine lasciandole in dote un definitivo intercedere claudicante. È stata lei stessa a raccontarmelo durante l’intervista: la Refiela che ho conosciuto è una donna bellissima e appassionata che posa con una straordinaria eleganza davanti all’obbiettivo. A maggio tornerà nella sua città natale, Valona, per il premio Albanian Excellence, riconoscimento ai 100 albanesi dell’anno che si sono distinti nel mondo.
«Imparare ad amarsi è la condizione essenziale per amare gli altri ed imparare ad amarsi significa affrontare la vita con la giusta dose di serenità e leggerezza riscattandosi dai pregiudizi e dalle ipocrisie. Lo stesso vale per la moda che in fondo è un immenso atto d’amore. Fare moda è saper giocare mescolando estro e creatività, passione e stile, unicità e ricercatezza». Può una passione diventare un lavoro? «Oggi la moda è diventata, a tutti gli effetti, il mio lavoro. Un lavoro entusiasmante ma anche faticoso fatto di costante ricerca di tendenze, nuove sperimentazioni e capacità di osare». C’è poi il business, la capacità di coniugare la vocazione artistica con le esigenze del mercato. «La scommessa sta tutta qua: fondere espressività creativa e fruibilità. La moda deve essere per tutti. Soprattutto, non può limitarsi ad un circuito, per quanto virtuoso, fatto dagli stessi attori. Largo ai giovani e al loro straordinario modo di descrivere questo tempo». In bilico tra aspirazioni e razionalità, la giovane età non ti ha impedito di tenere ben piantati i piedi a terra. Dopo il diploma all’accademia del lusso, un’avviata attività di visual merchandiser, sei prossima alla laurea in economia della finanza ma hai pure trovato il tempo per gestire la boutique di famiglia a Tirana. «Si tratta di esperienze collegate tra loro. Sono convinta che fare moda oggi sia imprescindibile dal possedere strumenti che possano far recepire tutto ciò che ruota attorno al mondo della couture e del desing. La contemporaneità è multitasking».
«Combattere per qualcosa è quello che faccio ogni secondo della mia esistenza». Un grido di battaglia come incipit di un viaggio nello scintillante mondo della moda... «Il blog nasce dall’esigenza di creare uno spazio in cui raccontare la mia esperienza, la mia passione per la moda e superare quel costante senso di inadeguatezza che per anni mi ha fatto sentire la ragazza albanese invalida. The Invalid mode è, e continua ad essere, un percorso di ricerca matu- La tua prossima sfida? rato nella consapevolezza che il pozzo nero dal quale ero «Sto per lanciare un mio personale brand. Si chiama Nume (da Nume della ragione che è poi l’essenza delle faticosamente emersa poteva arricchire la mia vita». persone). Si tratta di un total look per uomo e donna, Trentamila followers, una platea di estimatori segue dall’anima rock. Scarpe, accessori ma anche borse, abbii tuoi consigli in fatto di make up, stiling ed estetica. gliamento e styling. Sarà una collezione che rifletterà la Decine di collaborazioni come fashion designer per i mia vera essenza, il mio vissuto e soprattutto la mia forza e più quotati stilisti e marchi internazionali. La favola determinazione». del bruco che diventa una farfalla bellissima.
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Thirty thousand followers following your advice when it comes to make up, style and aesthetics. Dozens of collaborations as a fashion designer for the best-known designers and international brands. The tale of a caterpillar becoming a beautiful butterfly? «Learning to love is the prerequisite for loving others. Learning to love means facing life with the right amount of light heartedness and serenity, redeeming oneself from prejudice and hypocrisy. The same goes for fashion which is basically a huge act of love. Fashion is inspiration and creativity, passion and style, uniqueness and sophistication».
They’re called blogs, and represent the digital revolution that has completely changed our way of communicating. Especially in fashion, bloggers have overturned the rules, throwing open a new way of promoting themselves as well as others. With a direct connection to urban style, fashion bloggers can determine either the success or failure of a new collection, launch emerging designers or freshen up an old look. In the undergrowth of creative bloggers, is ‘The Invalid Mode’ blog, a linguistic oxymoron that has translated the taboo of disability into a disruptive opportunity for revenge… with style. Behind the scenes is Refiela Shoraj, born in Albania who grew up in Florence, she has transformed fashion with a very personal expression of freedom. Refiela is a beautiful twenty-three year old with a Tuscan accent. At the age of nine, while waiting to cross the road, she was hit by a truck which crushed her leg, leaving her in a coma and then in a wheelchair, and, in the end, lame. She told me what had happened when I, slightly embarrassed, addressed the question, knowing that she had already been asked the same one a million times. The Refiela I met is a beautiful, poised young woman with an extraordinary elegance in front of the camera. She doesn’t just wear beautiful clothes; she reinterprets the style making it her own. In May, she’ll be returning to her hometown of Vlora in Albania for the Albanian Award for Excellence, in recognition of the top 100 Albanians who have distinguished themselves throughout the world. «Fighting for something is what I do every second of my existence». A battle cry at the beginning of your journey into the glittering world of fashion? «The blog was born from the need to create a space in which to recount my experiences, the passion I have for fashion and to overcome the constant sense of inadequacy that I felt for years as the ‘disabled Albanian girl’. The ‘Invalid Mode’ is and continues to be, a journey where I understand that the cesspool from which I emerged could actually enrich my life».
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Do you think having a passion can lead to work? «Today fashion has become, to all intents and purposes, my work. It’s an exciting job but also a tiring one due to the constant need to research up and coming trends, and having the guts to take a chance on new ideas. Fashion provides a hotbed of opportunities that can expand horizons and narrow differences. Personally, I love to experiment by throwing together looks that are similar to my personal taste and the way I see life. Fashion is never about approval, but an expression of distinctiveness». Then there’s a business and the ability to combine an artistic vocation and demand… «The challenge is to merge creative expression and usability. Fashion should be for everyone. Above all, it cannot be limited to a circuit of the same people, however virtuous. We need to make way for the young and their extraordinary means of expression». With a balance of aspirations and rationality, your youth hasn’t stopped you from keeping your feet firmly on the ground. After graduating from the Academy of Luxury, you have established a successful business as a visual merchandiser, you’re close to graduating in economics of finance, and as well as all this you’ve also found time to manage the family boutiques in Tirana. «They’re all connected. I’m convinced that it’s indispensable to use the right tools for today’s fashion to convey the world of couture and design. The contemporary world is multitasking. It’s a fusion of experiences and professionalism. Fashion represents excellence and as such must be nurtured and, of course, promoted». What’s your next challenge? «I’m about to launch my own brand. It’s called ‘Nume’, (the God of reason which is the essence of people). It’s a ‘total look’ for men and women with a rock feel to it - made up of shoes, accessories as well as handbags, clothing and styling. It will be a collection that reflects my true essence, my experience, and above all my strength and determination».
GIOCHI di PRIMAVERA
ph: Jacopo Gennari
TOMMASO: felpa Scotch Shrunk, t-shirt Scotch Shrunk, jeans Scotch Shrunk, scarpa Converse. ANNA: giacchetto jeans Scotch R’belle, t-shirt Scotch R’belle, jeans Scotch R’belle, scarpa vintage Converse. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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MIRKO: piumino Blauer, t-shirt Blauer, pantalone Blauer, scarpa Premiata. FRANCESCA: piumino Blauer, t-shirt Blauer ,pantalone Blauer, scarpa Premiata. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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MIRKO: felpa Muti, jeans G-star, scarpa New Balance. SOFIA: piumino corto Cinelli, camicia Maison Scotch, pantalone Maison Scotch, scarpa Nike Blazer. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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MIRKO: camicia fiori Scotch & Soda, t-shirt Scotch & Soda, jeans Scotch & Soda, scarpa New Balance. TOMMASO: camicia Scotch Shrunk, pantalone felpa Scotch Shrunk, foulard Scotch Shrunk, scarpa Converse. FRANCESCA: giacca Maison Scotch, t-shirt G-star, jeans G-star, scarpa Twin – set. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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ANNA: abito Twin-set, giacca corta Twin-set, borsa cuore Twin-set, ballerina Twin-set. SOFIA: giacchetto pelle Twin Set, camicia Maison Scotch, pantalone Twin-set, scarpa Converse, borsa Twin-set. MIRKO: t-shirt Scotch & Soda, maglia serafino Scotch & Soda, pantalone Scotch & Soda, scarpa Premiata. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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ANNA: t-shirt stampa Scotch R’belle, bermuda Scotch R’belle, scarpa Converse. TOMMASO: t-shirt Scotch Shrunk, bermuda Scotch Shrunk, scarpa Converse. Abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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SOFIA: tuta Deha camouflage, t-shirt Deha, borsa Deha, scarpa Premiata. FRANCESCA: tuta fluo Deha, t-shirt Deha, scarpa Converse. Abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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SOFIA: felpa Muti. FRANCESCA: piumino Cinelli, t-shirt Maison Scotch. Per tutti: abiti e scarpe Scarscelli Sport e Cuccioli, trucco Non solo sole, capelli Glamour.
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si ringrazia / Thank to: Anna Crispoltoni Tommaso Giunti Francesca Busatti Sofia Fatti Mirko Fuscagni
sponsored by: via Togliatti, 2 CittĂ di Castello Tel./fax 075 855 87 40 cell. 347 10 13 627
/scarscellisport
via M.Kolbe, 4 Umbertide Tel. 075 941 79 11 cell. 328 66 102 09 aperto il lunedĂŹ /nonsolosole.diguerrimichela
via Lambruschini, 6 Trestina Tel. 075 854 647
/antonella.eugenia
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Vittorio Sgarbi
i MUSEI DEVONO DIVENTARE SPAZI APERTI di Massimo Zangarelli
Stargli dietro non è facile, tra una suggestione artistica e uno scambio di sorrisi(e numeri telefonici) con fan incrociate per strada, ma Vittorio Sgarbi, più che un perenne incazzato, sembra un fine conversatore col gusto dell’intrattenimento.
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Professore, l’Assessore regionale Bracco riferisce che “Lo Sposalizio della Vergine” essendo su tavola, non è trasportabile a Città di Castello… «Sono tutte balle, tutte cretinate: tutto si può muovere ed è la logica a suggerire questi avvincenti temporanei ritorni per far rivivere lo spirito del luogo e lo spirito del tempo, visto che è impensabile svuotare i musei e riportare le opere dove furono realizzate… ormai quel che Napoleone ha fatto è fatto…» Palazzo Vitelli a S.Egidio, acquisito dalla Fondazione Caricast, potrebbe valorizzare il carattere rinascimentale della città? «Meraviglioso, con affreschi di chiara influenza vasariana e difatti Prospero Fontana è il più toscano degli emiliani… la Fondazione locale del presidente Cesarotti ha agito per la cultura come fa quella di Perugia di Carlo Colaiacovo ed è già un fatto importante che il bene col suo immenso valore sia stato riconsegnato alla città poi io, più che un centro per l’arte contemporanea, ci vedrei un contenitore di arte antica anche perché possa divenire veicolo turistico…» Musei Burri, un’altra risorsa da promozionare in modo diverso? «Avevo con lui un rapporto bellissimo, forse per la particolarità dei nostri caratteri. La sua idea era perfetta: Città di Castello ha il museo più importante del mondo dedicato a un solo artista… so delle complicate vicende della Fondazione che sinora ha fatto più conservazione che promozione… certo ci vorrebbe una gestione amministrativa meno burocratica, più fantasiosa, come fanno gli americani; del resto il museo che funziona meglio in Italia è il privato Guggenheim di Venezia… e pensare che con Burri si potrebbe fare di tutto, magari ogni anno raffronti e accostamenti con i grandi del Novecento, da Mirò a Picasso, da Pollock a Rothko». Ci risiamo con il suo fastidio nei confronti dell’arte contemporanea? «Dicono che la odio ma non è vero, ha il vantaggio che si può scorrere veloci nei musei mentre sull’arte antica ci si deve soffermare sui particolari; certo Manzoni con la sua “Merda d’artista”, ogni vasetto della quale è quotato 400 mila €, dimostra che spesso l’arte contemporanea è merda… ma in realtà io odio le camarille dei critici che ammettono solo i loro entourage e così molti artisti d’oggi restano esclusi, destinati all’indifferenza…»
Se il Governo le chiedesse un piano per fare dei beni culturali un fattore di sviluppo economico? «Io ho pronto il progetto del ‘tesoro dell’economia’ cioè un ministero che si occupi proprio di ciò specificatamente,ci vogliono soldi certo ma non si possono lesinare fondi alla bellezza; in Italia c’è tanta arte, anche troppa, ma se non si valorizza è come se non esistesse sul piano del ritorno economico…» Lei vorrebbe musei più vivi… «Aperti al mattino per gli studenti e i turisti prenotati e poi in grado di divenire luoghi di vita dove si mangia e ci s’intrattiene dalle sei del pomeriggio sino a notte fonda e così si finanzierebbero pure…» Lei è la prova provata che la comunicazione aiuta la cultura… «Prova provata e mortificata: tv e giornali hanno parlato di Salemi quando ne ero sindaco come mai era accaduto… lì hanno sciolto il consiglio comunale per collusione mafiosa e poi si è scoperto che il promotore dello scioglimento è indagato per affiliazione alla n’drangheta!» Proprio mentre si apre a Firenze la grande mostra su Rosso Fiorentino e Pontormo lei da “Sereno variabile” ha lanciato un appello per venire ad ammirare il Rosso del Museo del Duomo… «Lo ribadisco: per vedere questo assoluto capolavoro insieme a tutti quelli che possiede questa bellissima città bisogna venirci…» Altrimenti? «Siete CAPRE!»
Vittorio Sgarbi Nato a Ferrara l’8 maggio 1952. Laureato in filosofia con specializzazione in storia dell’arte presso l’Università di Bologna. È funzionario, storico dell’arte, direttore coordinatore assegnato alla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia. Saggista e conduttore televisivo. 89
Vittorio Sgarbi by Massimo Zangarelli
MUSEUMS NEED to BECOME LIVING SPACES It’s not easy keeping up with him what with his artistic notions, exchanges of smiles and fans stopping him in the street. He’s actually an elegant and entertaining conversationalist despite his perennial air of being pissed off.
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Professor, Councillor Bracco states that “The Marriage of the Virgin”, isn’t transportable to Città di Castello due to its being on panel? «It’s all lies; nonsense. You can move anything and it makes sense that these exciting temporary loans are made in order to revive the spirit of the place and of the times, as it’s now unthinkable to empty museums and take the works back to where they were created… what Napoleon has done is done ...» Could Palazzo Vitelli in Sant’Egidio, (acquired by the Caricast Foundation), enhance the renaissance character of the town? «Wonderful, with frescoes influenced by Vasari, Prospero Fontana was in fact the most Tuscan of the Emilian artists. The Foundation has acted like the one in Perugia in that this immensely valuable piece has been given back to the town. Instead of having a contemporary art centre I envision a repository of classic art which would in turn become a tourist attraction». As part of the town’s resources, do you think the Burri Museums should be promoted differently? «I had a wonderful relationship with Burri, maybe due to our particular characters. His idea was perfect; Città di Castello has the most important museum in the world dedicated to a single artist... I know of the complicated affairs of the Foundation which has so far done more to preserve than to promote... of course it would take a less bureaucratic administration, a more imaginative one , such as the Americans have. If you think about it, the museum that works best in Italy is the private Guggenheim Museum in Venice... and to think that you could do it all with Burri, maybe even an annual juxtaposition with the greats of the twentieth century, from Miro and Picasso, to Pollock and Rothko». Here we go again, you and your issue with contemporary art? «People say I hate it but it’s not true. The good thing about it is that you can get through a gallery quickly, where as in the museums of classical art you should stop and look and dwell on the details. In fact, Manzoni with his “Cans of Artist’s Shit” valued at € 400,000 each, shows us that contemporary art is often crap... but in reality I hate the cliques of critics that have their favourites which means that many of today’s artists are excluded and destined for indifference». If the Government were to ask you for a plan to factor in our cultural heritage to economic development? «I’ve already prepared a project which specifically deals with this which I’ve called ‘Treasures of the economy’. Money is required but you can’t skimp when it comes to beauty. In Italy there’s so much art, maybe even too much, but if we don’t take advantage of it there’ll be no economic return on it». Would you like museums to be more ‘alive’? «Open in the morning for students, tourists booked in and then for the museums to become living spaces where you can eat and chat from six in the evening until late at night, which would then mean they would become self-financing».
You are proof that communication helps culture… «Tried, tested and failed! For example the TV and newspapers haven’t stopped talking about when I was the mayor of Salemi. There they dissolved the city council due to its collusion with the mafia, only for it to be discovered that the person behind this dissolution is under investigation for affiliation with the N ‘ drangheta!» [One of the various mafia organizations!] There’s going to be a big exhibition of Rosso Fiorentino and Pontormo’s works in Florence, but rather than promote this you’re appealing to people to come and admire the work of Fiorentino that can be found in the cathedral’s museum in Citta di Castello? «I repeat: it’s really important to come and see this absolute masterpiece along with all the other wonders of this town». Or what? «You’re fools!».
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“Le Burgne” è un meraviglioso casale di fine ’800 situato sulle colline umbre. Al piano terra un grande salone ricavato dalle vecchie stalle la cucina, la reception, il bar, ed i due bagni di servizio. Il primo piano ospita cinque spaziose camere matrimoniali ed un angolo lettura a disposizione degli ospiti. Su richiesta si organizzano “Fattorie didattiche” per vivere a stretto contatto con gli animali da cortile, imparare a fare il gelato, raccogliere le castagne e cercare i tartufi.
“Le Burgne” is a marvellous farmhouse from the 800’s positioned on the Umbra hillside in an enviable position on the border between Umbria and Tuscany. On the ground floor there is also a kitchen, the reception, a bar and two bathrooms. On the first floor there are five spacious double rooms and a reading corner. On request we organize “Educational farms” to live in close contact with farm animals, learn how to make ice cream, collect chestnuts and truffles.
Contattaci per ulteriori informazioni sulle disponibiltà Contact us for price and availability informations. ed i prezzi di affitto del casale.
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Vocabolo Le Burgne 12, Loc. Celle - 06012 – Città di Castello (PG) - ITALY Info: 075 850 20 20 – 329 01 92 923 - info@agriturismoleburgne.it - www.agriturismoleburgne.it
Vasco & Piero’s Pavilion Italian Restaurant CARTA DI IDENTITÀ DEI NOSTRI PIATTI: Il nostro cibo si basa sulla cucina Umbra tipica del centro Italia, usando solo due o tre ingredienti per ogni portata. La nostra filosofia è quella di mantenere i piatti semplici e freschi.
Our food is based on Umbrian cuisine from central Italy, using just two or three ingredients for each dish. Our philosophy is to keep the dishes simple & fresh.
VASCO & PIERO’S PAVILION RESTAURANT 15 POLAND STREET, LONDON W1F 8QE, UK TEL 0044 0207 437 8774 - PRIVATE ROOM 93
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di Marco Polchi
LEO FRESCO BECCAFICHI
IO PENSO POSITIVO
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osa hanno in comune Frankie Hi-Nrg, Jovanotti, Subsonica e Dj Ralf? Semplice, Leonardo ‘Fresco’ Beccafichi: produttore discografico, autore, assistente tecnico, sound engineer e dj tifernate. Lo incontriamo nei suoi Malkovich Studios (sì, è un omaggio al film ‘Essere John Malkovich’) e con lui parliamo di cultura hip-hop, di incontri impor tanti e di Bob Marley. Vieni dall’Hip-hop: per te cos’è? «Sono partito dall’hip-hop negli anni ‘90, ma non mi sono mai sentito solo ed esclusivamente dentro questo movimento, c’era anche il rock a interessarmi. E comunque non è stato solo un fatto musicale. Erano tanti gli input che arrivavano da fuori, come lo skate-board, i graffiti, il giradischi per i dj, l’abbigliamento. L’hip-hop è stato il succo di tutto questo, un modo di riconoscersi, di esprimersi e ovviamente un modo per far musica. Io mi sono avvicinato tardi agli strumenti, prima è arrivato il giradischi di casa sul quale mi allenavo e con il quale, insieme ad altri, ho formato il mio primo gruppo (i KUP posse ndr!)».
arrangiamenti, mi sono fermato fino al mercoledì. Poi il mio lavoro era concluso e sono tornato». Capitolo Jovanotti: qui si apre un mondo. «Faccio parte del team di produzione di Lorenzo. Molto probabilmente si tratta del treno più importante che potesse capitarmi a livello musicale e professionale. Non so neanche come gli astri si siano incastrati ma lo hanno fatto. Iniziò un po’ tutto per caso, dapprima – spronato da mia moglie – gli inviai una e-mail da cui non ottenni una risposta; poi grazie a Dj Ralf riuscii a incontrarlo durante il remix del disco ‘Buon sangue’ a cui stavamo lavorando insieme. Lorenzo entra in studio e chiede: ‘chi è Fresco? L’ho letta la mail!’. Prima ho cominciato a collaborare con lui a Cortona, come ‘banco di prova’ mi ha fatto partecipare a progetti esterni, poi ho messo mano alla pre-produzione di ‘Safari’ e da lì tutto è iniziato e procede ancora». Ti ha cambiato il fatto di lavorare con Jovanotti? «In un certo senso mi ha rivoltato, perché comunque hai a che fare con un grande artista, molto professionale, che mette davanti a tutto la musica e cerca di tirare fuori, sempre musicalmente, il meglio di te. Ti sprona a dare il massimo, è troppo forte..»
Che mi dici dei Subsonica? «Wow, con loro sono passato da essere fan a lavorarci insieme, un salto incredibile. Sono stato anche in tour con i Subsonica, è stata un’esperienza, insieme al lavoro di studio con il gruppo, che mi ha dato una grande soddisfazione, mi ha insegnato che nulla è impossibile e che questo era Raccontaci l’incontro con Frankie Hi Nrg... il mio mestiere. Un mestiere da portare avanti con passio«Lo incontrai quando fece un concerto a Città di Castel- ne e voglia di tenersi aggiornati». lo dal titolo ‘Libera la Musica’ e prima dell’esibizione aveva invitato tutti i gruppi locali. C’ero anch’io con il mio: Cosa vuol dire per te fare il dj? avevamo i nostri testi ed eravamo originali. In pratica da «Significa ricollegarmi con quello che facevo nella mia quel giorno è cominciata una grande amicizia, Frankie mi camera da ragazzino con il giradischi; significa amare la regalò anche il mio primo campionatore di suoni. Fu una musica, continuare sempre ad ascoltarla, comprare i dischi svolta per un ragazzo che non aveva neanche 20 anni». e pensare che quella stessa musica possa piacere anche agli altri». E a livello professionale? Il rapporto continua ancora. Sei produttore dell’ultimo disco e dei brani sanremesi Chi è il tuo preferito in consolle? del rapper. «Non è facile rispondere, dipende anche dal genere. Se «Ho assistito alla nascita di quasi tutti i dischi di Frankie penso all’house music, il mio dj preferito è sicuramente Dj Hi Nrg, perché lavoravo da assistente al Sound Studio Ser- Ralf (sorride), per tanti motivi. Non ultimo anche perché vice di Alberto Brizzi e Marco Capaccioni. Questo ultimo quando lavoro con lui riesco a captare le ultime tendenze album è nato qui. Abbiamo passato più di un anno gomito e i gusti delle persone. Nel reggae adoro David Rodigan». a gomito. Frankie aveva voglia di fare un album nuovo, io ero contento che lui avesse voglia di farlo con me ed è nato Il disco della tua vita. così ‘Essere umani’, devo dire con grande libertà, senza «Un disco di Bob Marley, non uno in particolare. Legend, pressioni discografiche e con la voglia di sperimentare cose Catch a Fire... vanno bene tutti, potrei ascoltarli sempre. diverse». Se devo dire una canzone di Marley dico Zimbabwe, a cui sono legato a livello affettivo: per tutti i miei figli quando Ma a Sanremo ci sei andato? sono nati l’ho messa su un giradischi per 24 ore». «Ho partecipato a tutta la sessione di prove, ho seguito gli
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by Marco Polchi
LEO FRESCO BECCAFICHI
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hat do Frankie Hi-Nrg, Jovanotti, Subsonica and DJ Ralf all have in common? The answer is simple Leonardo ‘Fresco‘ Beccafichi; record producer, author, engineer, sound engineer and Upper Tiber Valley DJ. We met him in his Malkovich Studios, (yes, it’s a tribute to the movie ‘Being John Malkovich’), and talked about hip-hop culture, Bob Marley and impor tant meetings. Hip Hop – what does it mean to you? «I got into hip hop in the ‘90s, but I was also into rock music. It wasn’t just about the music, but also the other factors, like skateboarding, graffiti, deejaying and the clothes. Hip hop encompasses all of these; it’s a way of recognizing each other, a form of expression and of course a way of making music. When it comes to musical instruments I started quite late - I started off with a turntable which I practised on and then in turn formed my first band, (the KUP posse ed !)».
«I was involved with the entire practice session, followed the arrangements and was there until the Wednesday. Then my job was finished and I came back». Another door was opened with Jovanotti... «I’m part of Lorenzo’s production team. I would say it’s the most important opportunity that could have happened to me musically and professionally. It happened by chance, with a little persuasion from my wife; I sent him an email, which he didn’t reply to. Then thanks to DJ Ralf I was able to meet him during the remix of the album ‘Buon Sangue’ which we were working on together. Lorenzo came into the studio and asked, ‘Which one of you is Fresco? I read your email! ‘. Initially, I started working with him in Cortona , as ‘ tester ‘ on his outdoor projects, then I started to work on the pre-production of ‘Safari’ and that’s where it all started». Has working with Jovanotti changed you? «In a way, because you’re working with a great, professional artist, who puts music before everything, and tries to the get the best from you musically. He encourages you to always give your best, he’s cool ».
What about Subsonica? «Wow, I’ve gone from being their fan to working with them, an incredible step. Along with the studio work with the group I’ve also been on tour with them. It was an experience that gave me great satisfaction, learning that nothing is impossible and that this is actually my job - a Tell us about the meeting with Frankie Hi Nrg? profession that must be pursued with passion and with a «I met him when he did a concert in Città di Castello desire to keep up to date». called ‘Libera la Musica’ (Free Music), and before the performance he invited all the local groups. I was there with What does it mean for you to deejay? mine, we were a little different from the others, and from «It means going back to where it all started; me, in my that day we formed a great friendship. Frankie also gave room with a turntable. It means loving music, always lisme my first sample sounds. It was a turning point for a guy tening to it, buying albums and thinking that people like who wasn’t even 20». the same music». At a professional level you work together; you’re the producer of his last album and his tracks for Sanremo. «I’ve worked on all Frankie Hi Nrg’s records because I worked as an assistant at the Sound Studio Service of Alberto Brizzi and Marco Capaccioni, and that was where his latest album was produced. We spent more than a year working on it. Frankie wanted to make a new album, I was glad that he’d want to involve me and so that was how ‘Esseri Umani‘ (Being Humans) was created… and I have to say with a great feeling of freedom. There was no pressure from a record label and we wanted to experiment with something new». Did you go to Sanremo?
Who is your favourite DJ? «It’s not an easy question to answer, it depends on the genre. If I think in terms of house music, my favourite is definitely DJ Ralf, [he says smiling], for many reasons. Not least because when I work with him I can pick up the latest trends. With regards to reggae I love David Rodigan». Your all-time favourite record?? «Any of Bob Marley’s, though not one in particular. ‘Legend’, ‘Catch a Fire’... all of them. I could listen to them forever. If I had to pick one song by Marley I would say ‘Zimbabwe’; I have an emotional connection to it. When my children were born I put it on for 24 hours».
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di Lorenza Mangioni
ASSENZA E FUORISKEMA
La musica è il motore di tutto 100
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ono umbri, giovani, motivati e hanno grandi sogni: Assenza e Fuoriskema stanno cercando di farsi strada nel panorama musicale italiano con approcci e stili diversi. Si esibiscono dal vivo, scrivono canzoni e incidono album; a febbraio hanno par tecipato entrambi a Sanremo D.O.C, impor tante manifestazione parallela al Festival. In poche parole inseguono una passione. Li abbiamo intervistati cercando di scoprire qualcosa del loro mondo e della loro musica.
(visto che il disco è interamente autoprodotto)». Assenza:«Non lo possiamo dire... sennò non si realizza!»
Che tipo di esperienza è stata Sanremo D.O.C? Cosa vi aspettavate e l’avete infine ottenuto? Fuoriskema: «Sanremo D.O.C. è stata una gran bella possibilità. Portare un disco uscito neanche da un mese in quella realtà (in quei giorni pieni di fermento musicale) non è da tutti. Abbiamo sfruttato al massimo questa occasione, dentro le valigie invece di vestiti avevamo pacchi di dischi; ne abbiamo dati a produttori, manager e qualche volta a persone che chiedevano solo chi fossimo! Abbiamo ottenuto quello che volevamo, la possibilità di farci conoscere non solo in Umbria ma anche da quelle persone che contano davvero!» Assenza: «Sanremo D.O.C. è stata indubbiamente una buona esperienza, va da sé che per il genere che facciamo eravamo un po’ “decontestualizzati” ma siamo davvero contenti di aver partecipato. Diciamo che per band emerRompiamo subito gli indugi: descrivete la vostra mu- genti è un modo importante per conoscere gli addetti al settore e prendere contatti a scopo collaborativo. Ci aspetsica in tre parole. tavamo questo e questo è ciò che ci ha lasciato oltre al piaFuoriskema: «Diretta, coinvolgente, in evoluzione». cere di essere stati selezionati tra tanti». Assenza: «Potente, melodica, evocativa». Qual è l’elemento che non potrà mai mancare nelle vostre canzoni? Fuoriskema: «Sinceramente non c’è un elemento che sentiamo di dover esprimere o di cui dover parlare. I nostri testi raccontano ciò che ci riguarda da vicino, che abbiamo vissuto o continuiamo a vivere, escono da soli, spesso dopo che le parti strumentali o l’idea di base sono già ben chiare». Assenza: «Beh, quello che non può mancare è anche ciò che caratterizza la nostra musica, vale a dire synth atmosferici, chitarre in stile new metal e melodie orecchiabili condite da testi romantici ma “scuri”». Quali sono, se ne avete, i vostri riferimenti musicali e cosa vi ispira maggiormente? Fuoriskema: «Diciamo che cerchiamo di proporre un qualcosa che sia l’unione di pensieri musicali differenti: ognuno di noi è cresciuto con una propria cultura sonora. Questo ha fatto sì che il nostro album sia frutto di ciò che più ci colpisce intorno, unito a quello che ci portiamo dentro da sempre.». Assenza: «Non c’è un qualcosa di preciso che ci ispira, piuttosto c’è una miscela di influenze, diciamo che carpiamo alcuni dettagli utili per il nostro fine. Ne esce una fusione di elementi che si spostano dagli Evanescence ai synth usati dai Muse». Un sogno da realizzare? Fuoriskema: «Suonare in tutta Italia, fare tour, ma anche trovare un’etichetta e qualcuno che davvero creda in noi
Prossimi programmi?
Fuoriskema: «Sicuramente suonare il nostro album “Per
uscirne fuori” in ogni dove; cerchiamo un’agenzia di booking o qualcuno che ci faccia esibire il più possibile. In cantiere abbiamo anche un secondo disco, più maturo e “sicuro”, che ci identifichi realmente». Assenza: «Più che programmi abbiamo un diktat: suonare, suonare e suonare. Stiamo stendendo il programma dei live e da Aprile prevediamo di iniziare a muoverci dal vivo». Avete mai ascoltato la musica degli Assenza/Fuoriskema e che ne pensate? Fuoriskema: «Sì, con la scusa di questa intervista! Sosteniamo tutti quei gruppi che come noi cercano di emergere e di farsi spazio con la loro musica. Fanno un genere molto distante dal nostro, ma riconosciamo in loro la stessa grinta e voglia di suonare che abbiamo noi. Siamo stati a Sanremo in giorni differenti ma speriamo di conoscerci prima o poi e perché no, condividere qualche palco insieme.». Assenza: «Un secondo che andiamo nel web... queste sono domande a bruciapelo, poi si rischiano brutte figure! A parte gli scherzi, è vero che non li conoscevamo ma li abbiamo sentiti per caso, sono senza dubbio lontani da quello che facciamo noi, però a nostro modesto giudizio sono bravi, molto interessanti».
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di Lorenza Mangioni
ASSENZA E FUORISKEMA
Music: the driving force of life 102
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hey’re both from Umbria, they’re young, they’re motivated and they both have grand dreams – ‘Assenza’ and’ Fuoriskema’ - two groups trying to make their way in the Italian music scene, but with completely different approaches and styles. Both performing live, writing songs and cutting albums in February, they appeared at the same time at Sanremo DOC, an impor tant event that parallels the festival. In a nutshell they’re pursuing their dreams. We interviewed them, trying to find out something about their respective worlds and music.
What dreams do you have for the future?
Fuoriskema: « Playing all of Italy on tour, but also finding
someone who really believes in us and getting signed up. [Their album is self-produced]».
Assenza: «We can’t say... otherwise it won’t come true!»
What kind of experience was Sanremo DOC? What did you expect, and did you get it? Fuoriskema: « Sanremo D.O.C. was a very good opportunity. Not everyone gets a chance to introduce an album that had only been out for a month. We took full advantage of it! Our luggage was full of CDs instead of clothes. We gave them out to producers, managers, and sometimes just to people who asked who we were! We got what we wanted, a chance to get ourselves known outside of Umbria, and to the people that really matter!»
Assenza: «Sanremo D.O.C. was undoubtedly a good experience, though it goes without saying we weren’t of the usual genre, but we’re really happy to have been involved. Let’s say for up and coming bands it’s an important way to learn about the business and of making contacts. It’s what we expected and we were happy to be selected from the Jumping straight in – describe your music in three many there». words. Fuoriskema: «Direct, engaging, evolving». Future projects? Assenza: «Powerful, melodic, evocative». Fuoriskema: «To have our album, ‘Per uscirne fuori’, played everywhere and find an agent and/or someone What’s special about your songs? who can get us lots of gigs. We’re also working on our secFuoriskema: « I honestly don’t feel there’s a particular ond album – a more mature and ‘safe’ production, which thing that we have to say or express. Our lyrics describe is more us». what concerns us, what we’ve experienced and what we’re still experiencing. The words come by themselves; often Assenza: «Rather than projects as such, we just want to after we’ve got a good idea about the actual music». play and play. We’re planning to do as many gigs as possible from April». Assenza: «Well what’s distinctive and characterizes our music is atmospheric synths, guitars and catchy melo- Have you heard each other’s music and what do you dies; ‘new metal’ style seasoned with romantic lyrics... but think of it? ‘dark’». Fuoriskema: «Yes, because of this interview! We support all groups who are trying to break into and find a niche in What, if any, are your musical influences and what in- the music industry. They’re very different from us but we spires you most? recognize their determination and their need to perform, Fuoriskema: « Let’s say that we try to unite different mu- like ours. We were at Sanremo on different days, but we sical ideas – we’ve both grown up with different music. hope to meet them one day – and why not play together This means our album is the result of what we like best, live?!» along with lifelong internal influences». Assenza: «Just a second, we’re just getting on the interAssenza: «There isn’t anything specific that inspires us, net... this could be embarrassing! Joking aside, we hadn’t but rather a mixture of influences. Let’s say we pick and heard of them but we have listened to them since. They’re choose to get the result we want. The result is a fusion of completely different from us, but we think they’re really elements that move from Evanescence to Muse». interesting».
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di Cristina Crisci
“ARTISTI AL MONTE” Monte Santa Maria Tiberina, 1300 abitanti tra i quali numerosi stranieri. E proprio per celebrare questo piccolo Comune, terra d’incontro d’arte e cultura, nel weekend del 24 e 25 maggio si svolge la II edizione di «Artisti al Monte». Saranno 17 gli artisti che esporranno le loro opere (in 11 diverse sedi) e apriranno i loro studi, consentendo persino al pubblico di far pratica. Open art in open space: un concetto moderno che si fonde con l’ambientazione storica e bellissima del Monte Santa Maria Tiberina che si erge all’ombra del Castello Bourbon le cui sale, nel tempo, hanno ospitato veramente fior fiori di mostre (da Caravaggio a Dario Fo... solo per citarne alcuni). Gli artisti saranno sistemati in 11 sedi dislocate nelle frazioni del Comune. Tra le novità di questa edizione anche l’aggiunta proprio del Castello come location d’eccezione nel quale, coloro che non trovano posto nelle ‘botteghe’, potranno esporre i loro lavori. Seguendo l’itinerario, con tanto di mappa segnata dalla presenza di questo o quell’artista, il visitatore potrà unire la passione per l’arte alla voglia di ammirare i caratteristici vicoli di Monte Santa Maria Tiberina. Domenica 25 maggio nel pomeriggio al Circolo Arci di Marcignano c’è il «Laboratorio creativo», uno spazio al coperto dove i bambini potranno sperimentare con i colori e la creatività. Ad illustrare le caratteristiche di questo evento è Lucy Toop, una delle organizzatrici, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
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Monte Santa Maria Tiberina is a small town made up of 1300 inhabitants including many foreigners. The second edition of ‘Artists at Monte’ will be held on the 24th and 25th May with 17 artists exhibiting their works, (in 11 different locations around the town and its surrounding area), and who will open their studios to allow the general public to have a go at creating their own pieces. ‘Open art in an open space’: a modern concept that merges with the beautiful and the historic setting of Monte Santa Maria Tiberina. A town standing in the shadow of the Bourbon Castle that has, over time, hosted exhibitions such as Caravaggio, Dario Fo... just to name a few. Unlike last year, the castle will also be used for artists that have been unable to find available space in the studios. Using the bespoke map, visitors can follow the route, combining their passion for art with wanting to see the typical villages around Monte Santa Maria Tiberina. At the Circolo Arci Marcignano, on Sunday afternoon there is a ‘Creative Workshop’ where children can get creative and experiment with colour. We spoke to Lucy Toop, one of the organizers, to find out more about this event.
Dunque: come nasce l’idea di questa piccola grande maratona culturale? «Mio marito ed io abbiamo preso parte a vari percorsi d’arte a Bristol in Gran Bretagna e abbiamo pensato che potesse essere interessante introdurre il concetto anche a questa comunità, così abbiamo proposto l’idea al nostro gruppo ‘Terra d’ incontri’ e alcuni membri hanno voluto fare parte dell’ organizzazione immediatamente. Il numero dei partecipanti è cresciuto insieme all’entusiasmo e il progetto è stato sostenuto e molto apprezzato da chiunque ne abbia preso parte. Durante l’ ultimo incontro abbiamo deciso di creare un comitato di organizzazione dell’evento composto da membri del circolo culturale e alcuni artisti: Patrizia Roncolato, Valerie Zanotto, Lucy Toop, Richard Joy, Pierni Valerian, Sara Splendorini, Patrizia Regini, Riccardo Allegria». I visitatori potranno anche fare pratica artistica? «In alcuni luoghi sì: Valerie farà dei mosaici e si dedicherà all’arte del riciclo (con oggetti trovati), Lucy può insegnare a disegnare ad adulti e bambini e forse anche altrove ma, siccome non possiamo garantire il numero dei visitatori che verranno, l’atmosfera sarà molto informale e rilassata quindi, se i visitatori chiederanno, potranno probabilmente farlo». L’associazione ‘Terra d’incontri’ di cosa si occupa? «Terra d’ incontri é un gruppo formato da stranieri e persone del luogo, un posto per conoscere amici e condividere interessi e risorse. Abbiamo organizzato ogni sorta di evento inclusi pranzi insieme, giochi a carte, camminate per ripulire le aree locali o passeggiate piacevoli per le campagne, visite a giardini, raccolte fondi per eventi nelle scuole locali, feste di carnevale, letture scientifiche, ristrutturazione della chiesa di Arcalena, tendersi la mano l’un con l’altro, più semplicemente aiutarsi». Quali sono le novità dell’edizione 2014? «Chi vuole partecipare all’iniziativa potrà trovare il dépliant con la mappa e l’elenco degli artisti nei seguenti punti: San Secondo Bar dello Sport, Lerchi Bar Paola, Lippiano Bar Il Pretino, Monterchi Bar Frizzino».
How did this small but important event come about? «My husband and I have taken part in many ‘art trails’ in our home in Bristol, UK, and thought it would be good to introduce the concept to the community here. We suggested the idea to our group the “Terra d’incontri” and various members immediately wanted to get involved. With a lot of support and enthusiasm, the numbers grew and the idea was embraced and enjoyed by everyone who took part. During the last meeting we decided to form a committee for the organisation of the event, with members of the cultural circle and some artists: Patrizia Roncolato, Valerie Zanotto, Lucy Toop, Richard Joy, Pierni Valerian, Sara Splendorini and Patrizia Regini, Riccardo Allegria». Will visitors also be able to participate artistically? «In some places, yes. Valerie will be making mosaics and will focus on using recycled pieces (using found objects), and Lucy will be teaching drawing to adults and children. Since we don’t know how many visitors there will be, the atmosphere will be very informal and relaxed, so if there’s something different the visitors want to learn we’ll probably be able to do it». What does the association ‘ Terra d’incontri ‘ do? «Terra d’incontri is a group made up of foreigners and locals and is a way to meet up with friends to share interests and resources. We have organized all sorts of events including lunches together, card games, walks to clean up local areas or just country walks. We’ve also had visits to gardens, fundraising events for local schools, carnivals, scientific lectures and got involved in the renovation of the Aracalena church. Basically we give each other a hand». What’s new this year? «Those who want to participate in the initiative this year, will be able to find the brochure with a map and a list of artists in the following locations: San Secondo Bar dello Sport, Lerchi Bar Paola, Lippiano Bar Il Pretino, Monterchi Bar Frizzino».
artisti / artists Andrea Tana, Philip Needham, Patrizia Regini, Sara Splendorini, Jocelyn Tress, Herbert Wolz, Andrea Pieracci, Julian Biagini e Lucy Toop che oltre ai dipinti presenterà anche delle sculture. Altre realizzazioni da non perdere sono i mosaici di Valerie Zanotto, le decorazioni di Elisa Cassini, i lavori in miniatura di Valeriano Pierini, i lavori in pietra di Claudio Alunno e quelli in vimini di Angelo Bianconi, i giocattoli in legno di Fabio Palumbo e i decoupage e le pitture di Esmeralda Gnaldi. Ci sono infine, ma non certo ultimi, gli artigiani, con le opere in ferro di Giuliano Scarabocchi e Massimo Giordani, i lavori in cuoio di Sebastiani Cassini e i mobili dipinti a mano di Lara Oscari.
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di Andrea Tafini
CLAUDIO NARDI
Continuo ad attaccare I keep on attacking
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“Quando mi hanno chiesto se avessi voglia di dare una mano alla squadra non ho esitato un momento ad accettare - racconta il pallavolista biancorosso - in realtà non ho mai pensato di smettere completamente con l’attività sportiva, neanche nel periodo in cui sono stato fermo: in questo anno e mezzo ho giocato a calcio, sono andato in bici, in palestra e altro ancora”. Una delle cose che sorprende di questo atleta esemplare è il suo iper-attivismo. “Se non faccio sport durante la giornata non riesco a dormire la notte - spiega Claudio Nardi - non sono mai abbastanza stanco. Sono fatto così, è una specie di droga. Ciò che faccio non dipende tanto dalla mia bravura, non ho mai seguito un particolare regime salutista o alimentare, credo che sia più un dono naturale. Ho un fisico ancora in grado di fare certe cose e lo sfrutto”. Ovviamente l’amore per la pallavolo è stato il fattore fondamentale nella sua decisione di tornare. “Il divertimento che provo quando gioco a volley, la passione che sento, tutto è rimasto immutato racconta Claudio. Ora mi alleno tutti i giorni alle 20.30 dopo un’intera giornata di lavoro con la sveglia all’alba, ma per me tutto questo è facile, non è assolutamente un peso”. L’altra molla che spinge un atleta di 49 anni a gareggiare, non può che essere un istinto innato verso la competizione. “Una scelta come quella che ho fatto io non si fa per motivi materiali, né tanto meno per denaro. C’è una voglia continua di misurarsi contro qualcosa. Il fatto che giochi ancora vuol dire essenzialmente che sono molto competitivo, mi piace vincere e voglio sempre farlo, anche quando gioco alla playstation con mio figlio - confessa Claudio ridendo - una cosa importante, poi, è l’approccio mentale. L’approccio che ho prima di un match di B2 è lo stesso che avevo venti anni fa in serie A1”. Chiedere a Claudio Nardi, vera e propria bandiera del movimento pallavolistico tifernate, che cosa si porta dietro della sua carriera è inevitabile. “Ho tanti ricordi. Tra i più vividi e speciali c’è il secondo posto ai mondiali juniores del 1985, in quella nazionale c’erano Galli, Zorzi, Gardini e altri, la generazione di fenomeni del volley azzurro. L’altro grande ricordo è la prima promozione in serie A1 con il Città di Castello, nel 1991. Un pensiero che ancora oggi mi mette i brividi per l’atmosfera unica che si era creata intorno alla nostra squadra, una squadra composta per la maggior parte da ragazzi tifernati partiti dalle serie inferiori e arrivati al vertice, vittoria dopo vittoria”.
“When they asked me if I wanted to lend the team a hand, I didn’t hesitate”, he says. “I never even considered giving up sport completely, as in the last year and a half I’ve still been playing football, cycling, going to the gym and much more”. One of the surprising things about this exemplary athlete is his hyper-activity. “If I don’t do sport during the day I can’t sleep at night” Claudio explains –“I’m never tired enough. It’s the way I am – it’s like a drug. What I do doesn’t necessarily depend on my skill. I’ve never followed a particular regime or diet; I think it’s a natural gift. My body is still able to do certain things and I take advantage of that”. Of course, his love for volleyball was the key factor in his decision to return. “The excitement and passion I feel when I play volleyball hasn’t changed” says Claudio. “Now I train every day at 20.30 after a full day’s work, (and my alarm going off at dawn), but this is easy for me; it’s definitely not a burden.” Another factor that pushes an athlete to compete at the age of 49 can only be a natural competitive streak. “I didn’t make this choice for material reasons or money. There’s a continued desire to compete against something. The fact that I’m playing again doesn’t necessarily mean I’m very competitive, but I do like to win even when I’m on the Play Station with my son” - he admits laughing. ” The important thing then, is the mental approach. The approach that I have before a B2 match is the same as it was twenty years ago in the A1 series”. We couldn’t talk to Claudio without asking about his past career. “I have so many memories. Among the most vivid and special is the second place in the 1985 World Junior Championships, in that there were national volleyball players like Galli, Zorzi, Gardini and others there. The other great memory is the first promotion to the A1 Series with Città di Castello, in 1991. A thought that still makes me shiver was the unique atmosphere that was created around our team, a team composed mostly of lads from the Upper Tiber Valley who started at the bottom and worked their way up – victory after victory”.
rent’anni di pallavolo ai livelli più alti e una carica agonistica ancora intatta. Questo, in sintesi, Claudio Nardi. A 49 anni il pallavolista tifernate ha deciso di tornare a giocare con la maglia della Gherardi Cartoedit Città di Castello (serie B2). Nel momento in cui la causa dello stop forzato (una idoneità medica) che lo ha tenuto fermo per un anno e mezzo è venuta meno, per Claudio il ritorno sul parquet si è realizzato in brevissimo tempo.
hirty years of playing volleyball at the highest levels and a continuing competitive spirit, would briefly describe Claudio Nardi. At 49, the volleyball player from the Upper Tiber valley decided to return to playing for Gherardi Cartoedit Città di Castello, (B2 series). He was forced to stop for a year and a half due to a medical condition, but as it’s improved he’s decided to return to playing, and has proved himself in a very short time.
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Via Liguria, 8 – Città di Castello (PG) Tel. e fax 075.851.11.18 www.langra.it langra@langra.it La nostra azienda produce cucine e complementi d’arredo con esecuzione prettamente artigianale e con l’utilizzo di materiali di alta qualità fatti per funzionare e durare nel tempo. Costruiamo mobili in stile classico e rustico, ma anche con le linee essenziali tipiche dello stile contemporaneo. Progettiamo cucine per chi non è interessato alle mode passeggere, ma al contrario crede nell’importanza di riscoprire l’autenticità delle cose, l’affidabilità di oggetti costruiti per durare nel tempo. La qualità è garantita da legni e materiali di primissima scelta. Offriamo sopralluoghi e preventivi gratuiti, progettazione e realizzazione su misura, servizio di manutenzione tramite centri assistenza autorizzati. Apertura showroom tutti i giorni, e la domenica pomeriggio.
Our company produces handcraft kitchens and furniture using only high quality materials made to work and last. We build classic and rustic style furniture, without forgetting the essential characteristic of contemporary style. We design kitchens for those who are not interested in fads, but instead believe in the importance of discovering the authentic things, the reliability of objects built to last. The quality is guaranteed by woods and highgrade materials. We offer free estimates and inspections, design and custom models, maintenance service through authorized service centers. Showroom opening every days and Sunday afternoon.
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Enzo Neri
Head Chef in New York
BRANZINO IN RETE DI ZUCCHINE COTTO A VAPORE, CARPIONE DI VERDURE, E FONDO BRUNO DI VITELLO STEAMED ZUCCHINI WEAVED FILET OF SEA BASS, SWEET AND SOUR VEGETABLES, VEAL JUS 1 Filetto di branzino 300 g, 1 zucchina, 1 asparago, 1 cipolla rossa, 1 gambo di sedano, 1/2 patata bianca Per le verdure al carpione 3 dl di vino bianco, 3 dl di acqua, 3 dl aceto di vino bianco 50 g zucchero, 20 ml di fondo bruno o salsa di vitello olio extra vergine di oliva, sale e pepe q.b., una noce di burro
1 sea bass fillet 300 g, 1 zucchini, 1 asparagus, 1 red onion, 1 strip of celery, half white potato For the marinated vegetables 3 dl white wine, 3 dl of water, 3 dl white wine vinegar, 50 g sugar, 20 ml brown stock or veal sauce, extra virgin olive oil, salt and pepper q.b., a knob of butter
Preparare la rete di zucchina tagliandola longitudinalmente con un pela patate ricavando delle strisce finissime. Intrecciatele come da fotografia e avvolgeteci il filetto di branzino dopo averlo irrorato con olio e condito con sale e pepe. Per le verdure, tagliare la patata a cubetti, l’asparago a strisce, il sedano a listarelle e la cipolla in quattro pezzi. In un pentolino mescolare assieme il vino, l’aceto, l’acqua, lo zucchero, sale e pepe e portare a ebollizione. Aggingere le verdure tagliate, spengere la fiamma e lasciare fino a raffreddamento. Ponete il pesce in uno scola pasta, chiudete la parte superiore con la pellicola creando un tappo trasparente. Porate ad ebollizione una pentola d’acqua e poneteci sopra il cola pasta con il pesce per 8 minuti. Questo vi permetterà di cuocere il branzino a vapore. In una padella, a fiamma alta, aggiungete una noce di burro e saltateci i vegetali al carpione emulsionando con un cucchiaio di acqua. Ponete al centro del piatto il branzino, le verdure tutte intorno e nappate con la salsa di vitello e un po’ di olio. Il piatto è servito!
Prepare the zucchini weave by cutting it lengthwise with a potato peeler obtaining very fine strips. Weave the strips as photography shows and wrap the fillet of sea bass after having sprinkled with olive oil and seasoned with salt and pepper. For vegetables, cut the potato in cubes, the asparagus in strips, celery in sticks and onion into four pieces. In a saucepan, stir together the wine, vinegar, water, sugar, salt and pepper and bring to the boiling point. Add the chopped vegetables, turn off the heat and leave until cool. Place the fish in a colander, close the top with the film, creating a transparent cap. Bring a pot of water to a boil and place the colander on top for 8 minutes. This will allow you to steam the sea bass. In a pan, over high heat, add a knob of butter and hop the vegetables emulsifying with a tablespoon of water. Place the sea bass in the middle of the plate, the vegetables all around with the veal sauce and a little olive oil. The dish is served!
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Il piatto della tradizione dello Chef Patrizio Cesarini.
Trippetta di maiale con Fagioli Trippetta Pork with Beans “Questo è un piatto tradizionale ormai quasi del tutto scomparso. La ‘trippetta’ viene chiamata così perché è di carne suina, a differenza di quella di vitello, e per il fatto che è formata dalle parti più buone delle interiora. Si può servire a piacere anche leggermente piccante”.
“This is a traditional dish which has almost completely disappeared. The ‘ Trippetta ‘ is so called because it comes from the pig as opposed to the calf, and the fact that it is made up of the best parts of the innards. It can also be served slightly spicy.”
Ingredienti per quattro persone: 500 gr. di trippetta, 400 gr. fagioli borlotti, 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 spicchio d’aglio, 400 gr. di pomodori pelati, alloro, salvia, rosmarino, parmigiano quanto basta.
Method 500 gr. of trippetta, 400 gr. borlotti beans, 1 onion, chopped, 1 carrot, diced, 1 stalk of celery, chopped, 1 clove of garlic, 400 gr. peeled tomatoes, bay leaf, sage, rosemary, and parmesan cheese to taste.
Preparazione: Cuocere i fagioli borlotti (dopo averli tenuti in ammollo per una notte) in acqua fredda con aglio in camicia e la trippa precedentemente pulita e tagliata a listarelle. In una pentola preparare un fondo di sedano, carota, cipolla, alloro, salvia e aglio; unirvi i fagioli, la trippetta e i pomodori e far andare per 45 minuti a fuoco lento. Quando il pomodoro si sarà addensato potrete mettere in una fondina e spolverare con parmigiano a piacere.
Method Leave the beans to soak overnight in water. Clean the tripe and cut into strips. Cook the beans in cold water along with the garlic and tripe. In a saucepan, prepare a base of celery, carrot, onion, bay leaf, sage and garlic; add the beans, tomatoes and Trippetta and allow to cook for 45 minutes on a low heat, until the tomato has thickened. Serve in a bowl, sprinkled with parmesan cheese.
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di/by Giulia Acquisti
UNA DOLCE LETTURA A SWEET READ
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a dolcezza accomuna in maniera sorprendente le religioni e le età dell’individuo passando per capi nutrizionali e temi letterari, tanto da essere definita anche da medici quali Ippocrate e Galeno il sapore “più perfetto”. Cosa meglio di un libro può raccontare questa bontà così sublime? “Il dolce – Il piacere del gusto nella storia” è un’opera pubblicata da “Aboca Edizioni” scritta a quattro mani da Ettore Franca e Alfredo Taracchini Antonaros che ci accompagna nel viaggio attraverso i millenni per arrivare al nostro palato e alle nostre sensazioni. “Il termine dolcezza - spiegano gli autori - è usato per definire tutto ciò che è gradevole ai sensi, in generale qualsiasi cosa si lega al piacere fisico, ideale o sentimentale”. Il libro racconta, quindi, come la dolcezza abbia assunto un significato fortemente simbolico e come possa a lungo esprimere il piacere di un’emozione e la forza intensa di un sentimento. L’ uomo ha ricercato questo sapore prima nei frutti, poi nel miele - per millenni - e ancora nella manna, nello sciroppo d’acero, nel succo d’agave, nei fichi, nell’uva.. Dolce diventa ogni sensazione appagante che dona piacere e riesce a gratificarci. Gli autori: Ettore Franca, docente di Tecnologia degli alimenti e giornalista. Alfredo Taracchini Antonaros, gourmet, romanziere e studioso di cibo come cultura. Casa Editrice Aboca (www.aboca.it) Prezzo di copertina € 19,50
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ugar, or rather sweetness, is the main ingredient of this special literary concoction, which surprisingly manages to blend religion, history, and other flavourful themes. Even the great physicians Galen and Hippocrates described it as “the most perfect” taste. What better than a book to describe this sublime bounty. ‘Il dolce – il piacere del gusto nella storia’, [‘Sweetness – pleasure throughout history’], published by Aboca Edition, written by Ettore Franca and Alfredo Taracchini Antonaros, takes us on a journey across the millennia, the final dest nation being that of palate and sensation. “The terminology of sweetness,” the authors explain, “is used to define everything that gratifies the senses; generally anything that connects emotional and physical pleasures”. The book recounts how sweetness took on a powerful symbolism and how, long term, it has been used to express strong emotions and sentiments. For thousands of years, man initially found this manna from heaven in fruit such as figs and grapes, then progressing on to honey and the joys of maple syrup, amongst others. Sweetness gratifies and satisfies on every level. Authors: Ettore Franca is a teacher of Food technology and a journalist Alfredo Taracchini Antonaros is a gourmet, novelist and scholar of the culture of food. Published by Aboca (www.aboca.it) Price € 19,50
ASTROZOMBIE T A T T O O
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Via Raffaele de Cesare, 30 - CittĂ di Castello (pg) mobile: 338 65 27 344 - mail: astro-zombie@alice.it /astrozombie.tattoostudio 119
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Viale Emilia, 2 CittĂ di Castello (pg) Tel: 0758558318 Fax: 0758523757 www.mariottinigarden.it
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Gardening Giardinaggio
Ilo Mariottini
gardenmariottini@virgilio.it
Dopo il basilico, parliamo di un’altra piantina aromatica, la ‘Lavandula’ che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e comprende una trentina di specie originarie dei Paesi del Mediterraneo. Il nome generico “lavanda” con il quale siamo abituati a chiamare queste piante è stato recepito letteralmente nella lingua italiana dal gerundio latino “lavare”, per alludere al fatto che questa specie era molto utilizzata nell’antichità per detergere il corpo. La lavanda è una pianta molto rustica, che ben si adatta alle diverse situazioni pedo-climatiche: la ritroviamo nei terreni aridi e sassosi ma le esigenze ambientali sono leggermente differenti a seconda delle diverse specie. La lavanda predilige terreni ben drenati, in quanto non tollera i ristagni idrici. I terreni non devono essere particolarmente fertili né acidi; preferisce terreni argillosi e si adatta bene ai terreni alcalini. L’epoca di fioritura della lavanda è variabile, va dalla primavera all’estate. La lavanda, quando termina la fioritura deve essere potata per eliminare tutti gli steli fioriferi e per cimare le piante. Abbiate cura che l’attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato per evitare di infettare i tessuti. I responsabili del caratteristico profumo della lavanda sono gli oli essenziali di lavanda prodotti da ghiandole, localizzate in tutte le parti verdi della pianta ma particolarmente concentrati nei fiori.
PIANTINE AROMATICHE: LA LAVANDA AROMATIC PLANTS: LAVENDER In the last issue we discussed Basil, and this time round we’re talking about another aromatic plant, ‘Lavandula‘, which belongs to the Lamiaceae family and consists of about thirty species originating from the Mediterranean countries. The generic name ‘Lavender ‘ which we usually call these plants, has been literally transposed from the Italian language which in turn originated from the Latin gerund “wash”, alluding to the fact that this species was widely used in ancient times to cleanse the body. Lavender is a very rustic plant, which is well adapted to the different soil and climatic situations we find in arid land, but the environmental requirements are slightly different depending on the species. Lavender prefers well-drained soil, as it does not tolerate water-logging. The soil should be neither too fertile nor acidic; though it prefers clay soils and is also well suited to alkaline soils. The time of flowering is variable, ranging from Spring to Summer. When the plant finishes flowering, it should be pruned to remove all flower stalks and the plant trimmed. Take care that the tool you use for cutting is clean and disinfected in order to avoid causing infection. The characteristic scent of lavender essential oil is produced by glands located in all green parts of the plant, but it is particularly concentrated in the flowers.
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The Lawyer’s Corner L’angolo dell’Avvocato
Avvocato
Michele Cancellieri
avv.cancellieri@libero.it
cannabis: un tema complesso cannabis: a complex theme
La recente sentenza n. 32/2014 della Corte Costituzionale ha abrogato una parte della nota “legge Fini-Giovanardi” del 2005, ripristinando la distinzione delle sostanze psicotrope in “pesanti” e “leggere”, con pene molto più lievi per i reati collegati allo spaccio di queste ultime.
The Constitutional Court recently repealed a section of the 2005 ‘Fini-Giovanardi Law’, thereby restoring the distinction between ‘hard’ and ‘soft’ psychotropic substances, with much milder penalties for offenses related to the sale of the latter.
Nulla è invece cambiato per l’uso personale che, quali che siano le sostanze assunte, è punito in via amministrativa con sanzioni quali la sospensione del passaporto, della patente di guida o del porto d’armi, oltre all’inserimento in un programma terapeutico. L’Italia sembra l’unico paese ancora intento a discutere di tali differenze. Intanto nel resto del mondo si assiste ad una diffusa e progressiva “legalizzazione” dell’uso di cannabinoidi a scopo terapeutico e, in certi casi, anche ricreativo. Vediamo i casi più interessanti. Negli Stati Uniti d’America, un tempo patria della “tolleranza zero”, sono attualmente venti gli stati nei quali è autorizzato l’uso terapeutico di marijuana. Tra questi, il Colorado ha autorizzato anche l’uso ricreativo. Stessa apertura in Uruguay, ove dallo scorso dicembre è consentito l’uso personale ricreativo. Nel vecchio continente l’uso terapeutico è consentito in Germania, Belgio, Svizzera e Gran Bretagna, mentre in Olanda, Portogallo, Spagna e Repubblica Ceca è tollerato anche l’uso ricreativo. Che cosa si prospetta in Italia? Il tema è complesso, investe principi ed interessi tanto rilevanti quanto eterogenei. Certamente lo Stato non può farne una questione di etica, perché alcol e tabacco sono venduti con il sigillo ufficiale della Repubblica Italiana, mietendo ogni anno decine di migliaia di vittime per incidenti e malattie. Sarà anche per questo che in molti cominciano a sostenere che un’eventuale legalizzazione dell’uso dei cannabioidi eliminerebbe una buona fetta dei guadagni delle organizzazioni criminali, facendo al contempo incrementare le entrate fiscali. Nel solo mese di gennaio di quest’anno, lo stato del Colorado ha incassato 2,5 milioni di dollari per tasse provenienti dalla vendita legale di cannabis e derivati. Non poco per uno stato con soli cinque milioni di abitanti ed aliquote fiscali molto basse. Chissà quali sarebbero i numeri in Italia.
Nothing has changed regarding personal use other than, depending on the substances taken, the person can be punished by administrative sanctions such as suspension of their passport, driving license or firearms, as well as entry into a treatment programme. Italy seems to be the only country still trying to discuss these differences. The rest of the world in the meantime is witnessing a widespread and progressive “legalization” of the use of cannabinoids for therapeutic purposes and, in some cases, even recreation. For example, in the United States of America, once home of the “zero tolerance” approach, there are currently twenty states where the medical use of marijuana is authorized. Among them, Colorado has also legalized recreational use. The same goes for Uruguay where, since last December, personal recreational use is permitted. In Europe therapeutic use is allowed in Germany, Belgium, Switzerland and the UK, while in The Netherlands, Portugal, Spain and the Czech Republic recreational use is also tolerated. What lies ahead in Italy? The issue is complex, and involves a mixture of principles and interests. Certainly the state cannot make an issue of ethics, because alcohol and tobacco are sold with the official seal of the Italian Republic, both of which kill tens of thousands in accidents and from diseases every year. For the same reason, many are beginning to argue that any legalization of the use of cannabinoids would eradicate a good chunk of the profits of criminal organizations, while at the same time increasing tax revenues. In the month of January this year, the state of Colorado has grossed $2.5 million in taxes from the legalization of the sale of cannabis and its derivatives. Not bad for a state with only five million inhabitants and a very low tax rate. I wonder what the numbers would be in Italy?!
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The Man in Black is back. Il 26 febbraio è stato l’anniversario della nascita di Johnny Cash avvenuta nel 1932 in un’angusta casa a Kingsland, Arkansas; il 24 febbraio si è celebrata la ricorrenza di quello che può essere considerato uno dei migliori live della storia del rock ‘n’ roll. Correva l’anno 1969 e all’interno del carcere di massima sicurezza di San Quintino un uomo vestito di nero con la sua chitarra infiammava un pubblico di detenuti e secondini ai quali rivelò: «Mi hanno detto di fare quella canzone, di fare quest’altra, di stare in un certo modo e di comportarmi così... non hanno capito. Sono qui per fare quello che voi volete e per fare quello di cui io ho voglia. Cosa volete sentire?». Boato, urla, richieste ed ecco partire una versione incendiaria di «I Walk the Line» (tradotto «Rigo Dritto»). Dal 25 marzo 2014 è invece disponibile l’album perduto «Out among the stars», una raccolta di 12 tracce registrate negli anni ‘80 e mai pubblicate perché nel 1986 la Columbia rescisse il suo contratto e il nuovo disco non vide mai la luce. Si tratta di incisioni scoperte casualmente dal figlio e tra i pezzi figurano anche duetti con June Carter (l’amata compagna di una vita), un brano con Waylon Jennings ed anche uno speciale remix del brano «She used to love me a lot» realizzato da Elvis Costello. Johnny Cash: come non scrivere di lui. Uno che in quanto a vita spericolata non ha avuto nulla da invidiare a Steve McQueen ed è diventato leggenda ben prima di morire nel settembre del 2003. Era un fuorilegge, ma non perse mai il rispetto, la speranza e la gratitudine per quella che ha sempre considerato una vita maledettamente benedetta. Non un fervente religioso o un monaco, ma un Uomo con la chitarra che mille volte è caduto e mille si è ripreso cercando di rendere grazie a Dio, con la voce, con la musica, con l’amore, con la spontaneità e l’umiltà di colui che è disceso all’inferno per poi riemergere e migliorare, giorno per giorno, sulla terra. Aveva il dono di far sentire chiunque la persona più importante del mondo: un vero eroe americano e dei nostri tempi, un punto di riferimento per tanti musicisti (Nick Cave, Bono, Trent Reznor), appassionati e gente comune. «Era così bello e così devastato nello stesso tempo» diceva di lui Nick Cave, ma di certo per me e molti altri era, è e resterà sempre l’inimitabile Johnny Cash. L’uomo in nero.
The return of
Johnny Cash
a volte ritornano
The Man in Black is back. February 26th saw the anniversary of the birth of Johnny Cash in 1932 in a cramped house in Kingsland, Arkansas. On February 24th we celebrated the anniversary of what may be considered one of the best live performances in the history of rock ‘n’ roll. It was the year 1969 in the maximum security prison of San Quentin, where a man dressed in black with his guitar inflamed an audience of inmates and guards, telling them: “ They told me to do this song, that song , to do this, that and the other , to stand and behave in a certain way... they don’t get it . I’m here to do what you want and to do what I want. What do you want to hear? “ Roars, screams, and requests resulted in an incendiary version of “ I Walk the Line”. The lost album “Out Among the Stars,” will be available from 25th March. A collection of 12 tracks recorded in the ‘80s and never published because in 1986 Columbia rescinded his contract and the new album never saw the light of day, these recordings were accidentally discovered by his son and among the songs is a duet with June Carter (his beloved partner), a song by Waylon Jennings and also a special remix of the song “ She used to love me a lot “, done by Elvis Costello. How can you not write about Johnny Cash? He led a reckless life and became a legend well before his death in September 2003. He was an out-law, but he never lost the respect, hope and gratitude for what he always considered ‘a pretty damn blessed life’. Not manically religious and certainly no saint, Cash was a man with a guitar who fell and picked himself up a thousand times. He descended into Hell, but, thanks to God and his voice, music, love, spontaneity and humility, he managed, day by day, to get back on his feet. He had the gift of making anyone feel like the most important person in the world, and was a true American hero of our times, someone to aspire to for many musicians, (such as Nick Cave, Bono and Trent Reznor), fans and ordinary people. Nick Cave said of him “he was so beautiful and yet so broken at the same time,” but certainly for me and many others he was, is and always will be, the inimitable Johnny Cash. … the man in black.
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NUOVA AMICO e MALIZIA CARROZZERIA
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La nostra azienda ha una consolidata esperienza nel settore giardinaggio. Con professionalità e impegno cerchiamo di soddisfare ogni tua esigenza, dalle recinzioni in legno o ferro, staccionate, gazebi e arredamenti per giardini. Le nostre idee al tuo servizio per realizzare un angolo di paradiso che solo tu potrai ammirare. Lo Scoiattolo... per creare l’arte immersa nel verde.
Our company has the most solid reputation in the gardening industry. With our well established professionalism, we can assist with all of your garden’s needs. From fencing in wood or iron, to Gazebos and lawn furniture. We can advise you in all matters related to creating your own green paradise. When your lawns and gardens really matter to you... choose Lo Scoiattolo.
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Via Tiberina 3bis, 128 - Pieve Santo Stefano (AR) - Info: 392/941 68 70 - lo_scoiattolo@hotmail.it