Moma Voice n.18

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METROPOLIS// METROPOLIS MARCH 2011 18# MOMA VOICE MAGAZINE MARCH 2011 // 18# MOMA VOICE MAGAZINE


We want to dedicate this magazine, each six months, to Creativity. That has a soul and it isn’t only an exercise of pure accademy.

Intendiamo dedicare questo magazine, ogni sei mesi, alla Creatività. Quella che ha un’anima e non è solo un esercizio di pura accademia.

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ATTITUDE ARCHITECTURE The title ‘Metropolis’ brings to mind Fritz Lang’s expressionist film from 1927, set in a futuristic urban dystopia, but also large contemporary cities like New York. The eye of a city planner.

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MARTINA MAGNO

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ARTIST BIO

Fotografa, videomaker e scittrice laureata in Filosofia del Linguaggio, la giovane artista lavora con differenti modalità di trasposizione intersemiotica, ritraducendo forme linguistiche in forme visuali corrispondenti, operazioni di ricerca volte a rintracciare l’iconicità della semantica. Martina vive e opera a Roma, e si occupa anche di collegamenti tra dimensione semiotica del sogno e suo livello visuale. Registra la sua voce nella lettura di sogni e li connette a basi sonore digitali e approdi video. La sua fotografia è incentrata su geometria, astrazione e architetture percepite soggettivamente. La sua produzione spazia nei campi della videoinstallazione, della scrittura, della written-art, della fotografia e della trattazione multimediale del vissuto onirico. Ha all’attivo numerose mostre svolte sia all’estero che in Italia.

Photographer and writer graduated in Philosophy of Language, this young artist works with different kinds of intersemiotic transposition, turning verbal language into icons that stands for it, as figurative signs of meaning. Martina is living in Rome by now, and she’s focusing on the semiotic dimension of dreams and its visual layer. She records her voice while reading her dreams and plays them with digital soundtrack and visual linking. Her eyes are filled with geometries, abstraction and subjectively felt urban architectures. Her production is concerned with video installations, writings, written-art, photography, dreams becoming images depicted and spoken dreams. She has held several exhibitions and projects in Europe.

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CAMILLA BOEMIO

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CURATOR RESUME

Marchigiana con origini cecoslovacche inglesi. Laureata alla Sorbona in Storia dell’Arte con una tesi di ricerca sul corpo nell’arte contemporanea con un’analisi storico/filosofica, e laurea in Scienze Politiche indirizzo economico in Italia. Frequenta laboratori e collettivi di studio dell’immagine, dilettandosi a realizzare video in spazi industriali e non luoghi. Successivamente inizia una ricerca curatoriale e critica d’arte contemporanea. Si occupa principalmente: delle avanguardie internazionali, della land art, della bio art tech, della fotografia e della video arte. Lavora e ha contatti internazionali, soprattutto, negli Stati Uniti e in Inghilterra. Sviluppa progetti d’arte contemporanea in: musei, Fondazioni, gallerie ed Istituzioni, collaborazioni per la curatela di mostre, consulenze con le banche per l’acquisizione di lavori e collaborazione con l’università. Tra le ultime mostre curate: ANICONICS ICON KILLERS curata, con ENRICO GHEZZI, Roma maggio 2007, AN AMERICAN FLASH spazio museale 2007, MNEMOSYNE - L’Atlante delle immagini Centro Arti Visive Pescheria in collaborazione con il 45° Festival del Cinema di Pesaro 2009, CITIES - Places Visionaires (collettiva fotografia - videoarte) Auditorium Arte Parco della Musica preview della Festa dell’ Architettura Roma 2009, CABBAGE exhibition 2010, SENSATIONAL ARCHITECTURE (group show) mostra della Festa dell’ Architettura di Roma 2010 –Auditorium Arte- Parco della Musica , CRITICA IN ARTE Museo MAR, vincitrice e coordinatrice d’ Arte Contemporanea nel progetto Europeo di Arte – Scienza sviluppato in collaborazione con il Politecnico delle Marche 2011-2012, “CITIES – visionaires places” Torrance Museum Los Angeles CA 2011 .

Italian with Czechoslovak British origins. Graduated from the Sorbonne in Art History with a thesis research on the body in contemporary art with a historical/philosophical and political science degree in Business in Italy. She attended workshops and group study of the image, create a video delight in industrial areas & non-places. Later she started a research and curatorial criticism of contemporary art. Focuses: the international forefront of land art, the bio-tech art, photography and video art. She works and has international contacts, especially in the United States and England, developing projects of contemporary art in museums, foundations, galleries and institutions, partnerships for the curatorship of exhibitions, consulting with banks for the acquisition of work and collaboration with the university. Among the latest exhibitions treated: ANICONICS ICON KILLERS curated in collaboration with ENRICO GHEZZI, Rome in May 2007, AN AMERICAN FLASH space museum 2007, MNEMOSYNE - L’Atlante delle immagini, Centro Arti Visive Pescheria, patnership with the 45° Festival del Cinema of Pesaro 2009, CITIES - Places Visionaires (photography-video art) Auditorium Arte, Parco della Musica, preview of the Festa of the Architetture of Rome 2009, CABBAGE groupshow 2010 , SENSATIONAL ARCHITECTURE (group show) exhibition of the Festa of Architecture of Rome 2010 – Auditorium -Parco della Musica, CRITICA IN ARTE 2010 MAR Museum , winner of an European project for Art – Science in collaboration with the Politecnico University 2011 – 2012 , “CITIES – visionaries places” (group show), Torrance Museum Los Angeles CA 2011 .

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“ … una pianta procede da dentro a fuori, poiché la casa o il palazzo sono un organismo simile a ogni essere vivente .” Le Corbusier

“Metropolis è un labirinto nel quale le città del mondo convergono , fino a fondersi sublimandosi . Roma , Londra , Budapest , Parigi , Berlino … Quelle ritratte dalla Magno fino a quelle iconiche celebrate dal cinema e dall’immaginario : la New York pericolosa e decadente degli anni’ 70 con le sue sopralevate , l’ underground , le facciate sporche di mattoni e persiane usurate , Hong Kong con i suoi edifici improbabili e l’ architettura di densità , Dubai dove l’ esotico e l’ endotico si fondono , Caracas con le favelas , Roma immobile con le sue contraddizioni tra mitologia culturale e sprazzi di architettura contemporanea (es: il Maxii) , e poi strade , panoramiche , snodi nei quali si confondono gli argini urbani . Un vortice nel quale scorre l’ essenza contemporanea . Immagini sovraesposte di città diverse si sommano nell’ immaginario diventando parte della nostra memoria , confondendosi con scenari onirici intervallati da quotidiane visioni . La città è una sfida quotidiana nella quale le idee diventano feedback , energia visibile : pensiero condiviso , arte , creatività , apertura .

Strade , cantieri , fabbriche , non luoghi , palazzi , cavalcavia , pilastri , ponti ,entrate di musei , scorci segreti , inediti , o reinterpretati questa è la città di Martina Magno un momento inatteso immortalato . Un deadpan nel quale confluiscono emozioni . I colori delle architetture si fondono , il giorno , e la notte , la luce artificiale che illumina le facciate , il pack work di contaminazioni , di parassiti , di stratificazioni , dall’ alto al basso fino a formare figure geometriche nelle quali giocare a rincorrere ricordi . Il paesaggio urbano non è immortalato solo formalmente , ma anche percettivamente , nelle sue dinamiche e caratteristiche : nell’ eccesso , nella staticità formale, nell’esaltazione dell’ archi star, o nell’incompiuto. Migrazioni e trasformazioni si auto generano nelle città, organismi voraci nei quali ricostruire utopie. Seducono idiosincrasie nelle quali: l’imitazione, il doppio, la ripetizione, il simbolo e il sublime si ricollegano allo straniamento e all’ essere tutto uno con lo spaesamento moderno. Immaginatevi tra queste strade, tra gli isolati, e palazzi; ritratti, passanti inattesi di uno scorrere filmico di uno scenario instabile e polimorfo .” CAMILLA BOEMIO

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METROPOLIS si ispira al film cult espressionista di Friz Lang del 1927 ambientato in un’ urbana distopia futuristica nella quale città come New York e Masdar City ad Abu Dhabi (di Norman Foster) rappresentano il modello urbano di città compatta ad alta densità, città assolutistiche nelle quali perdersi nei vortici di una metropoli viscerale, modello perfetto di una nuova società … Paesaggi architettonici surreali costruiti con una tale velocità da non poterne prevedere le trasformazioni …

1 - Dove pensi si stiano dirottando la città, soprattutto quelle ritratte nella serie proposta nel Moma magazine : Parigi, Berlino, Roma e Budapest ? Il tessuto urbano come oggetto per sua natura ha le capacità di divenire altro e divenire nuovo, ma trovo che spesso la novità sia soltanto apparente. A mio parere nelle grandi capitali europee va trovato un modo di esplorare possibilità più spiccatamente legate allo sperimentalismo culturale, e più in generale all’innovazione vera e propria del “rapporto domanda offerta”, che è alla base dello scambio sociale. Se la società insiste sull’offrire e costruire “qualcosa” soltanto in base alla domanda percepita credo che il futuro delle nostre città sarà scenario di appiattimento diffuso. Ciò che mi angustia riscontrare durante i miei spostamenti è la prolificazione massiva di spazi deputati alla fruizione di materiale non culturale. In quest’ultimo periodo mi concentro più sulle estremità finali delle nostre città, cerco e trovo esempi di genuinità del fare in quelle che fino a poco tempo fa erano zone o molto povere o poco caratterizzate, l’esempio principe è Neukölln a Berlino. 2 – In che modo sono rappresentate le tue città ? Le città che attraverso sono viste con occhio deformato credo, e assolutamente de-umanizzante. Ho una palese predilezione a far sparire le presenze. 3 – Che cosa ti interessa di più quando attraversi una città ? Il lato formale ed estetico, i contrasti , lo stratificarsi di architetture diverse summa di secoli di storia, penso a Roma … Le forme architettoniche hanno per me da sempre assunto un immediato e incondizionato risalto, è genetico. Per questo motivo mi è di vitale importanza passare gran parte del mio tempo alla ricerca di forme.. e per massima parte le fotografie che scatto sono tutte realizzate di passaggio, quelle di cui sono più felice nascono sempre in seno a una sensazione di sorpresa. Come direbbe Wittgenstein, è come cogliere in modo subitaneo un “aspetto”. La città è in grado di offrirmi pura soddisfazione estetica, generata in un istante qualsiasi da una precisa configurazione di linee rette. Roma rimane sempre in mano a se stessa, ma a tutt’oggi sembra una città stanca. 4 - In ogni città si crea un racconto diverso ? Credo proprio di sì. Anche in base a ciò che chiediamo loro e alla voce con cui possono parlarci. 5 - Mi racconti il percorso alla scoperta di una città : Berlino o Budapest … come sveli le città che ritrai ? Le modalità con cui per esempio mi sono mossa visivamente nei confronti di Berlino sono state emozionali, e ho sempre avuto un’intensa attività onirica sui suoi scorci. Mi è capitato invece con Budapest di rintracciare uno specifico percorso di surrealtà, nella serie “tail of politics”, a partire dall’evidenza lungo tutto il centro storico di edifici interamente cavi. 6 - La città, l’ architettura è anche un set continuo cinematografico nel quale ambientare le storie della nostra fantasia e quotidianità; tu che scrivi, anche, non ritieni di raccontare dei frames di una narrazione ? Uno stop motion drasticamente contrastato! Già prima di dedicarmi alla fotografia descrivevo quasi ossessivamente le immagini scaturite dal legame avuto con le città, dalla comprensione del concetto di struttura, dalle occasioni di vita e dalle forme che la vita prende a contatto con il senso di apertura relativo. Ed erano anche allora discorsi saltatori, frenetici, così come apparirebbe volutamente analogica ed eversiva la narrazione derivata dal mio “film”. 7 - I tuoi lavori rivelano un lato di attrazione materica nei confronti di dettagli inaspettati, lastre, lamiere, tubazioni e grandi condotti per l’ aerazione . Hai colto un punto centralissimo del mio fare fotografia, quasi la vocazione stessa, dare molta importanza tanto all’incompiuto, quanto all’inatteso – da qui l’interesse per la natura assurda del reale- negli scenari di cui sono sempre alla ricerca. 9 - Il tuo rapporto con la scultura ? Non è una forma d’arte per la quale ho uno specifico punto di vista. Scultura è senso della proporzione e saggezza, anche quando l’oggetto è inventato. 8 - Fabbriche, cantieri e non luoghi …parlami di questa improvvisa folgorazione per una periferia estesa che abbraccia da Los Angeles , a Parigi alle Marche ! In effetti nei cantieri e nelle parti più in divenire delle città si esplicano al meglio i caratteri di un senso del possibile esteso, cosa per cui nutro la più forte delle suggestioni. 9 - Quali fotografi del filone documentaristico , e non solo , sono stati importanti per le tue basi formative ? Mi vengono subito in mente -in uno strano affiancamento- Cartier Bresson, Stephen Shore e Gabriele Basilico. Ho stimoli sempre eterogenei ma, devo dire, pochi modelli. 10 - Quali sono i tuoi architetti preferiti? Magari non necessariamente solo Archi star ? Adoro Le Corbusier per la geometria e Tadao Ando per il senso di pace.

CAMILLA BOEMIO_ intervista a MARTINA MAGNO

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- METROPOLIS Martina Magno a cura di Camilla Boemio http://www.martinamagno.com/ www.camillaboemio.com MOMA VOICE concept by CREATIVI ISOLATI creativi@creativisolati.it

designed by Martina Magno in collaborazione con Camilla Boemio 1500 copies of MOMA VOICE have been printed by Errebi grafiche Ripesi in Falconara (AN) and they are available in MOMA shops Frago s.r.l. Via.G.Verdi 2 62010 Morrovalle (MC) Italy tel: 39 0733 221531 fax 39 0733 221767 www.moma.it moma@moma.it


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