Momenti di Gusto #3

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Sara FACCIOLINI

BIMESTRALE DI INFORMAZIONE, CULTURA, ATTUALITà, COSTUME E TEMPO LIBERO COPIA GRATUITA

ANNO 2 n. 3

“Una principessa sanremese per l’asso del Genoa Giandomenico Mesto” La carica delle 500 | 19 Il grande teatro a Verezzi | 89 Te lo do io il pesto | 149





Sommario

Attualità

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Una principessa di Sanremo per l’asso del Genoa Roberta Bruzzone, CSI made in Italy La carica delle 500 Le Frecce Tricolori tornano a volare in Riviera Le signore del mare pronte a dare spettacolo

Ambiente 16 Rubrica Spettacoli e Cultura 74 Il Santuario dei cetacei 76 La sfida delle 7 cime

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Il grande teatro a Verezzi Biacchessi racconta la Resistenza I Giardini Hanbury a Venimiglia Villa Margherita, il museo del Ponente ligure

Gusto, Moda Tendenze 156 161 180 197

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Te lo do io il pesto Semplicità è una tavolozza di colori tutti liguri Se bella vuoi apparire... In & Out

Sport

200 Il menù delle campionesse giramondo 204 Da Loano a Londra sulle ali del vento 210 La Regina delle piscine

Rubrica 219 HI TECH

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Editoriale

L’

estate è ormai alle porte e Momenti di Gusto, la rivista patinata di Vie de Charme, vuole anticipare già a giugno quelli che saranno alcuni tra gli eventi clou della stagione. A Imperia tornano le Vele d’Epoca e torna anche la Pan, la Pattuglia Acrobatica Nazionale, meglio conosciuta come la squadra delle Frecce Tricolori. Gli “spericolati” piloti dell’Aeronautica faranno base all’aeroporto Clemente Panero di Villanova d’Albenga che sarà tirato a lucido per l’occasione per un doppio Air Show nel ponente. Ad Alassio è già iniziato il conto alla rovescia per Miss Muretto, il concorso di bellezza femminile che l’anno scorso è rimasto orfano del papà Mario Berrino. Ma ancora prima ci sarà il consueto nonché storico raduno di Garlenda dedicato alle Fiat 500, un’automobilina che non sembra mai tramontare e che piace ancora tanto. Anche in questo numero ampio spazio alla moda con un “in & out” con un articolo tutto da leggere di Beatrice Baratto. Ma non mancano poi le nostre esclusive. Vi proponiamo un bell’articolo su Sara Facciolini, la show girl di Sanremo che ha sposato il giocatore del Genoa Giandomenico Mesto, quindi su un incontro molto particolare con la criminologa Roberta Bruzzone che di recente è stata a Savona. Siamo andati a curiosare anche alla Fiera del Bestiame di Carcare, appuntamento attesissimo in Valbormida. Momenti di Gusto torna poi a dedicare molte pagine alla cultura, alle recensioni dei libri e quindi alla rappresentazione di Romeo e Giulietta a Lavagna. Vi consigliamo anche di leggere un curioso articolo su Jefferson e sulla sua presenza ad Albenga. La rivista, a partire da questo numero, vola nell’Europa dell’Est. Abbiamo incontro Alexander Prokhorov, capo redattore della redazione italiana della Voce della Russia, l’ex Radio Mosca. Il giornalista moscovita è un grande ammiratore della Liguria, in particolare di Sanremo e dello Spezzino. La rivista è ora a disposizione dei redattori della storica emittente che trasmette anche in lingua italiana. Un modo esclusivo per far conoscere il nostro lavoro in un Paese lontano ma che segue la cultura, lo sport, gli spettacoli, l’attualità della nostra regione. Torna anche la rubrica Damspace dedicata ai ragazzi che frequentano una scuola di assoluto prestigio a Imperia. Inoltre continuiamo ad aggiornare il nostro quotidiano on line Rsvn.it con tante anticipazioni di articoli e interviste che verranno pubblicate anche nei prossimi numeri. Buona lettura. Giò Barbera direttore@giobarbera.it

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Attualità

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SARA FACCIOLINI


Attualità

Una principessa di Sanremo per l’asso del Genoa Sara Facciolini “star” del programma “I migliori anni” con Carlo CONTI, racconta AI NOSTRI LETTORI la sua love story col giocatore pugliese che ha sposato a Monopoli

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atrimonio da favola tra la showgirl sanremese Sara Facciolini e il calciatore del Genoa Giandomenico Mesto. L’evento che ha visto i due innamorati coronare il proprio d’amore, dopo un lungo fidanzamento, si è svolto il 16 giugno in Puglia, nella città di Monopoli, in uno scenario da cartolina, a casa di lui, ed è stato seguitissimo da giornali, tivù, radio, siti. La Facciolini è ormai uno dei personaggi più popolari di Rai Uno, dopo aver condotto lo scorso autunno insieme a Carlo Conti la fortunata trasmissione “I migliori anni” del venerdì sera. Mesto invece, che vanta anche alcune presenze in Nazionale e la vittoria agli europei

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AttualitĂ

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Attualità

under 21 del 2004, è diventato nell’ultima stagione vice capitano del Genoa, assurgendo a simbolo della squadra e riferimento sia per i compagni che per i tanti tifosi. Entrambi, nel proprio lavoro artistico e sportivo, hanno alle spalle una lunga gavetta che, agli occhi del pubblico, li ha resi meritevoli del loro bel successo, trasformandoli in due personaggi molto amati, che comunque non hanno dimenticato i propri inizi. In particolare, Sara Facciolini, pur vivendo a Roma per lavoro, è molto orgogliosa delle origini sanremesi. Di recente è tornata a casa per le vacanze di Pasqua, e proprio la vicinanza con il celebre Festival della canzone italiana pare sia uno dei motivi che, da bambina, l’hanno avvicinata al mondo della danza. «Mio padre è sempre stato un fan sfegatato del Festival – racconta la presentatrice di Rai Uno, che in passato è stata anche testimonial di molti marchi e aziende importanti – A casa, quando ero ancora piccola, mi faceva spesso ascoltare le canzoni più famose. Avevo la musica nelle orecchie per quasi tutto il giorno e forse è per questo che mi sono appassionata e ho iniziato a cercare la mia strada letteralmente a passo di danza».

cosa ricordi dei tuoi inizi di ballerina? «Una gran fatica perché, quando ho cominciato, ho dovuto lavorare sodo per pagarmi gli studi di ballo alla accademia di Montecarlo e quelli di jazz nella scuola francese di Silvio Oddi. Anche le lezioni erano impegnative, ma ogni giorno è stato una esperienza entusiasmante che mi ha reso felice. Un bel momento è stato quando, nel 2003, ho fatto uno stage di tre mesi a Los Angeles e lì ho potuto lavorare per Madonna, nell’ambito della promozione del suo tour Re-Invention». Entrata in televisione come ballerina, Sara Facciolini si è fatta strada in Rai prima come showgirl – lavorando comunque anche a Mediaset per “C’è posta per te” e “La corrida” – e poi, insieme all’amico Carlo Conti, come presentatrice, affiancando lo showman fiorentino in un’altra celebre trasmissione, “L’eredità”, prima di approdare al varietà di successo delle ultime stagioni, “I migliori anni”. «Un programma che piace proprio perché la gente ha voglia di riscoprire i momenti più belli della propria vita, oltre che le pietre miliari della storia della tivù e della canzone – spiega la vip sanremese – I ricordi sono tra le cose più importanti che

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Sara Facciolini ha lavorato a Mediaset a “ C’è posta per te” e “La Corrida” e alla Rai a “L’eredità” e “I migliori anni”. Una immagine di Giandomenico Mesto dopo un goal con la maglia del Genoa


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e i suoi partners

AlbaFlora Home Glamour Bomboniere

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Attualità

abbiamo e, soprattutto a fronte della crisi che stiamo vivendo, la possibilità di rivivere certe belle sensazioni ed emozioni non ha prezzo. Inoltre, non va dimenticato che l’Italia ha un passato importante legato sia al varietà che alla canzone, in particolare in Rai». E Sara Facciolini che ricordo ha del primo incontro con Giandomenico Mesto? «Il ricordo di un evento a cui partecipai controvoglia e che poi cambiò per sempre, in meglio, la mia vita. In pratica, fui invitata insieme ad altre artiste del ballo a partecipare a Reggio Calabria a uno show di danza, a cui avrebbero preso parte anche i calciatori della Reggina, la squadra in cui all’epoca giocava Giandomenico. Non mi aspettavo niente di che, ma poi il coreografo ci chiese di allestire uno spettacolo di danza con i calciatori e io, senza alcun motivo, d’istinto scelsi di esibirmi con Giandomenico Mesto. Il ballo andò benone, ma lì per lì non ci fu occasione di approfondire molto la conoscenza. Tuttavia, la mattina dopo, un ragazzino mi venne a cercare in albergo per darmi un biglietto con il numero di telefono di Giandomenico, nel caso in cui volessi tenermi in contatto con lui. Per due mesi non lo chiamai, poi una sera, senza pensarci, gli inviai un sms, al quale lui rispose immediatamente, molto felice di risentirmi, e da lì nacque il bel-

SARA FACCIOLINI

lissimo rapporto che ci ha fatto diventare marito e moglie». Dove andrete in viaggio di nozze? «New York e Miami, dunque la nostra meta saranno gli Stati Uniti, un posto da sogno che tra l’altro offre tantissimi riferimenti sia artistici che sportivi. Poi andremo a vivere a Genova, perché Gianluca gioca lì e io farò del mio meglio per stargli il più vicina possibile, senza comunque dimenticare la mia bella amicizia con Carlo Conti e gli impegni con il ballo e la televisione». Tu e Carlo Conti siete reduci da una grande stagione in Rai. Tuttavia, pare che il jet set televisivo stia vivendo un momento di turbolenza, con un continuo andirivieni di personaggi vecchi e nuovi. Per tutti sembra esserci meno sicurezza. Tu come riesci a andare sempre avanti col sorriso sulle labbra e la grinta che ti contraddistingue? «Bisogna cercare la “benzina” per andare avanti . Io l’ho trovata sia nell’entusiasmo che mi dà questo lavoro sia nel rapporto con Giandomenico. A chi vuole arrivare in tivù, magari ballando, consiglio di tenere duro, provarci sempre, ma soprattutto essere molto esigente con se stesso, perché c’è tempo e modo per migliorarsi e andare sempre più lontano, nei sogni come nella realtà». Marco Vallarino

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“A chi vuole arrivare in TV, magari ballando, consiglio di tenere duro, provarci sempre, ma soprattutto essere molto esigenti con se stessi”


Storia di una famiglia di gioiellieri Silvana Gioielli - Alassio 1957: lo zio Enzo apre in Alassio il primo negozio dedicato alla gioielleria denominato “Oreficeria Silvana”. A quei tempi Enzo si interessava soprattutto di oreficeria, bigiotteria in argento e oggetti regalo. Fu un successo. E a distanza di pochi anni, nel 1968, venne aperto il secondo negozio: la “Pelletteria Giancarlo” dove la Signora Tina, mamma e nonna degli attuali proprietari, sviluppò un fiorente commercio di borse e accessori che prosegue ancora ai giorni nostri. 1968: l’Oreficeria Silvana diventa “Silvana Gioielli” facendo il primo grande salto di qualità specializzandosi in gioielleria e orologeria di alto livello. E arriva così il 1981 quando nasce la pelletteria “Amarcord” e, a seguire, ecco la succursale di Amarcord che, arrivando il nuovo millennio, si trasforma in “Silvana Time”. Sono già diventate quattro le vetrine affidate ai componenti della famiglia che ancora oggi si fanno notare in Alassio. Ma non basta ancora. Si libera un punto importante nel centro ed ecco appare, nel 2011, in via XX settembre, la seconda “Silvana Gioielli”. Oggi la famiglia Formichella si occupa direttamente dei suoi punti vendita. Ognuno segue un settore particolare sotto la supervisione onnipresente di Gian Carlo ed ogni negozio cura un settore di mercato ben definito. Abbiamo così il negozio di borse ed articoli in pelle “Amarcord” che propone alla sua raffinata Clientela nomi importanti, come Guess, Liu-jo, Coccinelle, Furla, Alviero Martini (Prima Classe), Braccialini, Calvin Klein, Samsonite, La Martina, Bruno Rossi, Ape Regina -famosa per le sue raffinate borse in pitone- ed altri. “Silvana Time” si è specializzata in orologi e gioielli decisamente fashion e giovani di marchi di prestigio come Morellato, 2Jewel, Emporio Armani, Breil, Calvin Klein, Citizen, Fossil, Roberto Giannotti, Guess, Nautica e altri. Ma il top dell’immagine spetta a “Silvana Gioielli”, che nei suoi due eleganti negozi, propone gioielli e orologi di altissima classe rappresentando Case di assoluta eccellenza come Salvini, Angry, Fope, TaCo, Gabriella Rivalta, Miluna, Annamaria Cammilli, Tissot, Hamilton, Longines solo per citarne alcuni, ma anche Chimento, Alfieri & St John, Recarlo. E, a coprire questo importante settore del bel vivere italiano, anche Pandora, il gioiello che permette di creare un proprio stile con l’originale bracciale che racconta la storia della nostra vita. Sono cinquantacinque anni che la famiglia Formichella, attraverso il logo Silvana Gioielli, è sinonimo, e non solamente in Alassio, di eleganza, qualità, affidabilità, cortesia. I suoi fantasiosi designer, i suoi professionali maestri orafi sanno restaurare sia pezzi antichi quanto dare nuova vita a gioielli fuori moda. E, sotto la guida coordinatrice di Gian Carlo, il figlio Marco segue la Clientela fashion in “Silvana Time” e dirige il secondo “Silvana Gioielli” di via XX Settembre, la figlia Giulia consiglia, nel negozio “Amarcord” il “pezzo” giusto alle sue raffinate Clienti e tutti insieme rappresentano quel genere di famiglia che nel tempo ha saputo consolidare con la perseveranza e la passione del loro lavoro la propria attività. Esattamente quello che occorrerebbe oggi nella nostra bella ma problematica Italia.


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Miss Muretto indossa un prezioso bracciale Pandora donato da Silvana Gioielli


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Attualità

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Roberta Bruzzone

Csi made in Italy

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menti per entrare nella l pretesto per testa dell’assassino e incontrare RoCome lavora e come risalire, passo dopo berta Bruzzone ragiona una criminologa? passo, al colpevole. I è la presentaQuali tracce osserva sulla racconti della Bruzzozione del suo ne portano il lettore nel ultimo libro, “Chi scena del delitto? Come è l’assassino? Diario conduce un interrogatorio? cuore delle dinamiche investigative più sofidi una criminologa”, Da quali elementi risale al sticate, e negli anfratti che si è tenuta al Teamovente di un omicidio? più oscuri dell’animo tro Sacco di Savona. Come ricostruisce il profilo umano. La criminologa più faQuali sono le doti più mosa d’Italia arriva in dell’assassino? importanti per un criperfetto orario per avminologo? Sono molvolgere gli astanti del tissime, in realtà è difficile discernere piccolo teatro con i suoi racconti di in maniera precisa. Indubbiamente vita vissuta sul campo. Come lavora e bisogna essere dotati di buon intuito, come ragiona una criminologa? Quali bisogna saper leggere tra le righe e tracce osserva sulla scena del delitto? occorre avere una grande capacità di Come conduce un interrogatorio? Da osservazione, e una grande capacità quali elementi risale al movente di un di leggere e individuare le informazioomicidio? Come ricostruisce il profilo ni interpretandole attraverso una logidell’assassino? Come riconosce i tenca di tipo deduttivo stringente. tativi di depistaggio? L’autrice in queChe emozioni prova quando si trova sto libro-diario ripercorre in prima perad interrogare un presunto assassino? sona tutte le tappe dei suoi casi più L’aspetto emotivo nel mio lavoro ormai significativi: gli interrogatori, lo studio lo tengo a bada efficacemente. Quandegli incartamenti, le analisi delle do mi trovo a interrogare un presunto tracce sul luogo del delitto, i ragiona-

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ROBERTA BRUZZONE


Attualità

ROBERTA BRUZZONE

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autore di reato o a collaborare nella ricerca della verità in questo tipo di scenari la prima cosa che cerco di fare è prepararmi nella maniera più approfondita, quindi studiare tutto ciò che fino a quel momento è emerso sulla vicenda, studiare le dichiarazioni eventualmente precedenti di questo soggetto, andare a fare un lavoro di comparazione tra quello che viene dichiarato e i dati effettivamente emersi sulla scena del crimine. L’aspetto emotivo diventa assolutamente marginale, l’obbiettivo è di ottenere informazioni per arrivare a chiarire che cosa è accaduto sulla scena del crimine. Come si fa ad entrare nella mente di una persona che ha commesso un crimine? La psicologia di un assassino non è molto diversa da quella di ciascuno di noi, uccidere è un comportamento tipico della nostra specie, non è

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qualcosa che non ci appartiene, tutti noi siamo in grado di farlo, probabilmente per motivi diversi, sotto la spinta di stimoli diversi ma ognuno di noi ha all’interno i cosiddetti grilletti emotivi, per cui uccidere è qualcosa di assolutamente vicino a ciascuno di noi e nella stragrande maggioranza dei casi l’assassino è uno di noi. Nei casi che io mi sono trovata ad analizzare, gli atti peggiori sono stati commessi da persone vicine alla vittima, persone che dovevano proteggere e amare la vittima sulla carta e che invece l’hanno portata progressivamente, attraverso un percorso di violenze e di maltrattamenti, a una condizione psicologica terribile prima di ucciderla. Qual è il caso che ha più influenzato la sua carriera? Faccio fatica ad individuare un caso specifico, certo ci sono state delle vicende che mi hanno profondamente coin-


Attualità

volto sotto il profilo professionale e mi hanno dato molto perché hanno comportato una grande crescita. Quando ti confronti con scenari così complessi come la strage di Erba o la vicenda Scazzi è chiaro che questi diventino dei momenti fondamentali nel percorso professionale di una figura come la mia. Purtroppo la maggior parte delle storie di crimini violenti che ho analizzato hanno visto come protagoniste in qualità di vittime delle donne e più in generale delle persone indifese: questo è un elemento che provoca in me una rabbia profonda, ma una rabbia lucida che poi sfrutto proprio per arrivare fino in fondo a queste vicende e far sì che non mi sfugga alcunché. 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009, 120 nel 2010, 137 nel 2011 e 54 soltanto nei primi quattro mesi di quest’anno sono le donne uccise in Italia, soprattutto da fidanzati ed ex fidanzati, ex mariti e mariti, comunque da maschi violenti. Roberto Saviano su Twitter ha scritto: “E’ una mattanza, chiamiamolo femminicidio”, una parola respingente che purtroppo rende l’idea. Chiara Giuria

ROBERTA BRUZZONE

L’identikit della criminologa Psicologa Forense, Criminologa ed esperta di Analisi della Scena del Crimine, la Dottoressa Bruzzone svolge attività di consulente tecnico nell’ambito di procedimenti penali, civili e minorili. Particolarmente apprezzata per le ricostruzioni 3D delle scene del crimine e criminodinamica, analisi casi omicidio “a pista fredda”, violenza sessuale, abuso su minore, stalking, valutazione attendibilità testimoniale, tecniche accertamento sospetto abuso su minore, tecniche di interrogatorio in casi di particolare complessità, capacità genitoriale e affidamento minori. E’ Presidente dell’Accademia Internazionale delle Scienze Forensi e membro dell’American Society of Criminology , dell’European Society of Criminology, dell’International Association of Bloodstain Pattern Analysts e dell’International Association of Crime Analysts. Consulente scientifico di numerosi programmi televisivi che trattano tematiche relative a fatti criminali Roberta Buzzone è inoltre Consulente tecnico forense di Telefono Rosa nell’ambito di casi di violenza domestica, violenza sessuale, di stalking e di omicidio. E’ docente accreditato presso gli Istituti di Formazione della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. L’ultimo libro, “Chi è l’assassino? Diario di una criminologa” è uscito il 17 gennaio 2012 edito da Mondadori.

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AttualitĂ

La carica delle

500


Attualità

È

tutto pronto per il meeting internazionale delle Fiat 500, un appuntamento ormai tradizionale che ogni anno colora le strade di Garlenda. L’edizione numero 29 si terrà dal 6 all’8 luglio con un programma ricco di eventi. Le protagoniste indiscusse sono loro, le bicilindriche ormai considerate auto d’epoca, che da Garlenda sfilano fino ad Andora, Ceriale e Laigueglia. Per gli appassionati un itinerario suggestivo e un’occasione per fare un tuffo nelle acque limpide del mar Ligure. La consueta “passerella” delle vetture è in programma domenica mattina all’Ippodromo dei Fiori di Villanova d’Albenga, dove si terranno anche le premiazioni. Per l’occasione attesi più di mille equipaggi con auto provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei e del mondo. L’evento è come sempre arricchito da stand enogastronomici e intrattenimento musicale (parco Villafranca) e dal grande mercato dei ricambi (parco Serre), dove gli appassionati possono reperire anche i pezzi più rari delle mitiche vetture. Inoltre una mostra d’eccezione “la 500 agli occhi dei bambini”, con premiazione finale, che espone le opere dei bambini delle scuole elementari della provincia di Savona.

Il Fiat 500 Club Italia è federato all’AutomotoClub Storico Italiano (ASI); a una fitta rete di rappresentanti locali (i cosiddetti fiduciari) che mantengono i rapporti diretti con i soci nelle rispettive aree di competenza (i Coordinamenti) ed organizzano ogni anno decine e decine di manifestazioni (raduni e non solo) e curano, di concerto con la sede, la partecipazione alle principali fiere e mostre di settore; i suoi uffici sono aperti dal lunedì al sabato, tutto l’anno, con una segreteria sempre al lavoro per la gestione delle pratiche e per rispondere alle esigenze dei soci; pubblica da oltre vent’anni il bimestrale 4piccoleruote”, tutto a colori, tirato in 25.000 copie, inviato a tutti i soci; nel 2009 ha sottoposto il proprio sito internet ad un completo restyling, accostando alle informazioni istituzionali servizi quali le news quotidiane, il forum e l’e-shop; ha istituito il Registro Storico di Modello; ha inaugurato nel 2007 il Museo Multimediale della 500 “Dante Giacosa” – Centro di Documentazione per l’Educazione Stradale; il Club è anche Testimonial di Pace dell’Unicef. “Quello-dice il presidente onorario del club garlendese Domenico Romano-è il nostro fiore all’occhiello. La collaborazione tra Fiat 500 Club Italia e l’UNICEF Italia continua con grande soddisfazione. Nel maggio 2010 venne infatti firmato un protocollo di intesa tra le parti, che ha conferito al Club la nomina di Testimonial di Pace. Da allora le iniziative svolte dal Fiat 500 Club Italia sono state numerosissime: la simpatica vettura si è fatta

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Attualità

portavoce dell’importante messaggio dell’UNICEF per ridurre la mortalità infantile nel mondo e garantire il diritto alla salute, alla protezione e all’educazione per tutti i bambini. Le occasioni di sensibilizzazione sono state molte: dagli oltre 200 raduni annuali alla pubblicazione di articoli dedicati sulla rivista sociale 4PiccoleRuote e sul sito www.500clubitalia.it, alla pubblicazione del libro “La Favola del Cinquino” i cui proventi sono stati devoluti alla nobile causa. Tutte azioni che hanno coinvolto direttamente i soci, orgogliosi di poter essere parte

INFO: Tel. 0182 582282 www.500clubitalia.it

attiva di questo nobile movimento”. Nato proprio a Garlenda nel 1984 sull’onda del successo del primo meeting, il Fiat 500 Club Italia è, tra le associazioni dedicate a un unico modello d’automobile, una delle più “affollate” al mondo, con oltre 21.000 iscritti. Tra i suoi scopi, come si legge nello statuto, c’è quello di “diffondere e mantenere vivo l’interesse per la Fiat 500 nella sua valenza di fenomeno sociale e di costume”. Nelle ultime edizioni del Meeting si sono puntualmente superati i mille partecipanti, con il picco di 1.438 nel 2007.

In basso la sede del Fiat 500 Club Italia di Garlenda. All’interno anche un visitatissimo museo dedicato alla storica vettura


Bruno Cavalli e la sua passione: il Ristorante Lamberti


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rima di iniziare a parlare di questo particolare ristorante è necessario descrivere l’appassionato che lo dirige, lo cura e lo esalta: il patron Bruno Cavalli. Figlio di Dario Cavalli, il vero creatore dell’Hotel Lamberti che nel 1995 ebbe l’intuizione di acquistare anche una licenza per Clienti esterni, Bruno scoprì che poteva trasformare la sua passione per il buon cibo e per gli ottimi vini in un particolarissimo hobby: la cucina raffinata ed la cantina di alta qualità. Bruno Cavalli smise allora di girare il mondo alla caccia del piatto migliore e del vitigno particolare e si mise a giocare in cucina con lo Chef di turno. Ma fu solo nel 1998 con l’acquisizione di una grandissimo Chef, Fabrizio Dagrada, che finalmente il suo desiderio potè trasformarsi in realtà. Fabrizio Dagrada, già allievo di Gualtiero Marchesi, era infatti la persona più adatta per comprendere,accettare e condividere la sfida lanciata da Bruno. Bruno, pur figlio di albergatori, non aveva infatti mai dimostrato una particolare predilezione per l’Hotellerie quanto per la ristorazione ed il mondo dei vini. Le sue escursioni alle varie Fiere dei Vini, le tantissime visite alle cantine più rappresentative come a quelle di nicchia, il corso da Sommellier AIS, la ricerca di piccoli produttori e ottimi prodotti legati ai territori ampliavano di volta in volta la sua conoscenza enogastronomica e facevano vieppiù crescere la sua passione verso un “suo” ristorante dove sfogare le molteplici conoscenze e la sua fantasia. E, intelligentemente, Bruno Cavalli si faceva affiancare dal suo grande Chef durante le sue “escursioni” nel mondo del piacere del palato. Ed ora parliamo del ristorante-. Il Ristorante, inserito nel bell’Hotel Lamberti in puro stile Liberty, situato in posizione tranquilla nei pressi del mare e lontano dai rumori del traffico della via Aurelia, affiancato da un verde giardino ombroso e dotato di una ampia terrazza-solarium, si è specializzato in una cucina che, pur seguendo la classica tradizione ligure, è profondamente legata alla cucina piemontese. E’ questa una visone particolare di Bruno che si

è reso conto che la cucina “povera” ligure si arricchiva legandosi a quella piemontese ricca e raffinata. Non per nulla la Liguria fece per tanto tempo parte del regno di Casa Savoia. E così utilizzando prodotti del mare secondo concetti legati alla terra e con prodotti della terra nacquero piatti che interpretavano mirabilmente le due vocazioni: la Ligure e la Piemontese. Ne è un esempio il Gran Bollito Misto Mediterraneo composto da tutto il meglio del pescato cotto al vapore e contornate dalle sue salse, i Raviolini del Plin con gamberetti di Oneglia serviti sul tovagliolo come nella tradizione piemontese, il tonno lavorato come il manzo o addirittura in salsa tonnata. E caratteristiche le sue “fusion” come il pesce del golfo di Alassio col tartufo d’Alba, i funghi del basso Piemonte col pesce e così via. Traspare una volontà di utilizzare i prodotti liguri ed in special modo il pesce in una chiave piemontese-marinaresca sfruttando la sapienza culinaria piemontese con la fantasia ligure. Quasi una dichiarazione che il Piemonte si affaccia sul golfo di Alassio e che Alassio è la spiaggia naturale del Piemonte. Dice Bruno Cavalli: “ Il mio ristorante è nato come un gioco ma è diventato nel tempo una passione. Oggi con gli ottanta coperti per i Clienti esterni e i cinquanta per gli Ospiti dell’Hotel, con la scelta accuratissima di prodotti di prima qualità, con le etichette in cantina passate da dodici a quasi cinquecento e grazie all’amorevole ma professionale collaborazione di mia moglie Nicoletta, il Ristorante Lamberti spicca nel pur elevato standard Alassino” E quando gli si chiede se è soddisfatto la risposta è chiara e precisa: “Mai ! Le logiche di mercato stesse mi costringono a migliorarmi continuamente soprattutto a livello qualitativo ma devo spiegare bene che per me crescita è anche, e forse soprattutto, migliorare il servizio”. Hotel Ristorante Lamberti *** Via Gramsci, 57 - 17021 Alassio SV Tel. 0182.642747 fax 0182.642438 www.hotellamberti.it info@hotellamberti.it Proprietà e gestione: Famiglia Cavalli


Attualità

Chi sarà la nuova

Reginetta dell’estate?

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MISS MURETTO


Attualità

Da 59 anni IL CONCORSO ALASSINO rappresenta un importante trampolino di lancio per le aspiranti dive dello spettacolo

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ultima a mettere in testa la coroncina d’oro è stata una bella ragazza della Moldavia, Lia Popescu, la prima straniera a vincere il concorso di bellezza Miss Muretto di Alassio. E’ stato l’anno scorso quando

MISS MURETTO

l’evento mondano per eccellenza dell’estate alassina aveva perso il suo papà Mario Berrino. Ma le sorprese, ad onor del vero, c’erano già state l’anno prima. Nel 2010 in 57 lunghi anni di storia il Muretto di Alassio non aveva mai visto una miss di colore. Due anni fa era stata eletta Bruna Ndiaje, oggi ventunenne, nata a Genova da genitori senegalesi. Si è trasferita dalla città della Lanterna per andare a vivere con la madre a Brescia e intraprendere il corso di studi di infermieristica. Tra le 20 finaliste era l’unica ragazza di colore, che con portamento ed eleganza ha saputo sbaragliare tutte le sue avversarie aggiudicandosi la rinomata fascia di Miss Muretto. Altre dive, prima di Bruna e di Lia, sono passate dal Muretto, portando con loro la fascia, come Simona Ventura, Melissa Satta, Maria Teresa Ruta e molte altre ancora. Tutte hanno potuto sfrutta-

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Le concorrenti posano sul celebre Muretto per la classica foto ricordo


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Attualità

re questa occasione come trampolino di lancio verso il mondo dello spettacolo. Una vittoria che simboleggia sempre più una società che sta cambiando e che, finalmente, sta lentamente appianando le differenze tre persone di diverse etnie eliminando pregiudizi, discriminazioni e soprattutto razzismo. Un piccolo ma significativo passo verso un’unità globale. Il concorso di Alassio era nato da un’intuizione dello storico e simpatico pittore e del suo amico di sempre Hernest Hemingway. Era l’estate del 1953, proprio nel periodo di ripresa e del boom economico del Dopoguerra. Ad Alassio arrivano i turisti, inglesi, tedeschi in particolare. La cittadina del ponente era già allora il fulcro della mondanità internazionale e, tra grandi feste ed estati da favola, nasceva il mito del “Muretto di Alassio”, storico luogo di ritrovo che, cominciava ad accogliere le piastrelle con le firme dei personaggi più famosi del mondo, cantanti, artisti, scrittori, registi, attori. Iniziò la collezione delle piastrelle di Anita Eckberg a Louis Armstrong, di Renato Dulbecco, Mike Buongiorno. Erano i tempi dei grandi presentatori come Luciano Fausto, il primo conduttore di Miss Muretto, che avrebbe poi lasciato ad un giovanissimo Pippo Baudo. Ed è in quell’atmosfera unica ed

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eccezionale che a Ferragosto si cominciò ad eleggere la ragazza più bella dell’estate… così nacque Miss Muretto. Questa è la storia del concorso di bel- lezza più pazzo e scanzonato, ma soprattutto più antico d’Italia: Miss Muretto di Alassio, di Mario Berrino e di un vero muro in calce e mattoni diventato famoso negli anni. Una storia che sa di mare e di forti emozioni che ha fatto di Miss Muretto uno degli eventi più attesi in Riviera, in grado di far sognare centinaia di ragazze e rappresentare nel tempo una vera rivoluzione del costume italiano. Siamo arrivati al 2012. Anche quella di quest’anno sarà una Miss Muretto “senza trucco e senza inganno”. La settimana della finalissima inizierà la prima settimana di agosto. La reginetta della 59esima edizione dovrà avere una bellezza semplice e naturale, come lo spirito della manifestazione vuole e come la voleva il patron Mario Berrino. Le aspiranti al titolo selezionate nei mesi scorsi durante i “Miss Muretto Day” che si svolgono in tutta la Penisola, saranno ad Alassio dal…... Nei quattro giorni del loro soggiorno rivierasco saranno impegnate in opening party, cene, serate danzanti e in una “Minimaratona” con partenza dal celebre Muretto. Giò Barbera

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Readazionale

Miss Muretto e l’arte del sorriso Ad ottobre un congresso odontoiatrico ad Alassio

Ad Alassio il 5 ed il 6 ottobre di quest’anno si terrà un innovativo congresso odontoiatrico intitolato “Miss Muretto e l’arte del sorriso”, titolo inusuale per un congresso scientifico? Bisogna premettere che è sempre stato un mio sogno poter portare un importante congresso odontoiatrico nella nostra città e finalmente quest’anno, grazie alla società E20 di Genova ed al suo amministratore delegato Luca Donato, il sogno diventerà realtà. L’intitolazione è in effetti inusuale, ma abbiam voluto giocare con l’importanza di un bel sorriso nel contesto della bellezza femminile e su di un marchio conosciuto ormai da decenni in giro per l’Italia per rendere più accattivante la partecipazione al meeting stesso, che vedrà salire sul palco alcuni tra i più importanti relatori nazionali del settore. L’organizzatore di Miss Muretto, Francesco Di Biase, e l’amministrazione comunale di Alassio si son mostrati da subito molto disponibili per poter

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rendere possibile l’evento, che sarà, nella speranza di noi tutti, oltre che una convention scientifica di rilevanza nazionale e non, vista la prevista partecipazione di colleghi turchi e spagnoli, anche un importante veicolo turistico per la nostra città. Al giorno d’oggi la ricerca scientifica in campo odontoiatrico relativamente all’estetica dentale ha introdotto qualche novità? Si può dire che negli ultimi anni non son state inventate metodiche particolarmente innovative che abbiano stravolto l’odontoiatria estetica ma sicuramente c’è stata e c’è tuttora una continua ricerca nei materiali che ha perfezionato e migliorato il risultato finale per il paziente. Penso ad esempio all’introduzione negli ultimi anni della zirconia, che sostituendo la classica lega metallica, da la possibilità di sviluppare dei manufatti protesici più belli e naturali e soprattutto di eliminare l’inconveniente di inestetismi legati alla presenza del metallo nel cavo orale.Un’altra interessante soluzione per l’estetica del sorriso è data dalle faccette in ceramica, che con una preparazione minimale del dente ( 0,4-0,7 mm), permettono di variare le forme dei nostri


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denti nei settori anteriori, di chiuderne i diastemi e migliorarne il colore senza appunto intaccare l’elemento dentale in maniera importante. Spesso sentiamo parlare di sbiancamento dentale, quale metodologia funziona meglio? Presenta delle controindicazioni? Al giorno d’oggi le tecniche più efficaci sono quelle che sfruttano l’applicazione di gel a base di perossido d’idrogeno o perossido di carbamide a diverse percentuali. Quelle a percentuali minori vengono date al paziente da applicarsi a casa mediante una mascherina confezionata dall’odontoiatra. Quelle più concentrate, sino al 40%, vengono applicate direttamente alla poltrona in una o due sedute. Ovviamente l’unica indicazione allo sbiancamento è solo quella estetica, quindi in soggetti con i denti particolarmente sensibili è consigliato procedere con una certa cautela per evitare l’insorgere di fastidi legati alla sensibilità dentinale. Questi gel possono venire usati in abbinamento con particolari lampade al plasma o LED che ne potenziano e velocizzano l’azione cosi come anche il laser. Infine cosa ne pensa dell’utilizzo degli apparecchi ortodontici in età adulta per la correzione del sorriso? E’ difficile poter dare una risposta universale a questa domanda, è necessario valutare approfonditamente di caso in caso per vedere la fattibilità di questa soluzione. Di sicuro si può

dire che l’età adulta non è una controindicazione all’utilizzo dell’ortodonzia per la correzione del sorriso o della funzionalità masticatoria, se i tessuti parodontali (osso, gengiva, legamento periodontale) non risultano compromessi. L’unico problema che si può manifestare è che l’adulto accetta meno facilmente l’applicazione di apparecchi che possono risultare fastidiosi ed antiestetici per il periodo relativo alla cure che di sovente è superiore ad un anno. Attualmente però esistono soluzioni con attacchi in fibra di vetro notevolmente più estetici di quelli metallici e soprattutto una nuova metodologia che sfrutta l’applicazione progressiva di mascherine trasparenti molto sottili che permettono ai denti di fare dei movimenti graduali sino alla totale correzione senza avere i fastidi di un apparecchio fisso ed antiestetico. Dott. Luca Villani Odontoiatra, libero professionista in Alassio e Milano www.studiovillani.eu

Differenza tra un ponte in oro-ceramica ed uno allo zirconio-ceramica alla luce normale ed alla traslucenza

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La Patttuglia acrobatica nazionale si esibirĂ ad imperia il 15 settembre E IL 16 ad albenga

LE Frecce Tricolori

tornano a volare in Riviera 33


Attualità

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a pattuglia acrobatica dell’aeronautica militare vola verso la Riviera di Ponente. Le Frecce Tricolori hanno confermato il doppio “air show” per il 15 e 16 settembre, un evento che richiamerà migliaia di appassionati del volo da ogni parte della regione e probabilmente anche dal Piemonte. Le Frecce Tricolori si esibiranno il sa-

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bato in occasione del raduno delle Vele d’Epoca che si svolgerà a Porto Maurizio di Imperia e la domenica nel cielo di Albenga. Piloti, aerei e tecnici al seguito e tutti i fans delle Frecce faranno base all’aeroporto Clemente Panero a Villanova d’Albenga. A fare gli onori di casa sarà l’Aero Club di Savona e della Riviera Ligure. È stata anche definita la collaborazione tra il Lions Club e l’Istituto statale d’Arte di Imperia. Agli studenti è stata offerta l’opportunità di realizzare il manifesto che presenterà l’evento delle Frecce Tricolori. I

FRECCE TRICOLORI


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giovani artisti dovranno proporre più di un manifesto, perché saranno proprio i piloti della pattuglia acrobatica nazionale a scegliere il manifesto che rappresenterà l’air show ligure. La presenza delle Frecce Tricolori in Liguria è diventata ormai abituale. Come sempre avviene in ogni occasione le Frecce Tricolori suscitano una splendida impressione nei confronti del pubblico e degli esperti. Questa

assiduità della presenza nella nostra regione costituisce anche un fatto eccezionale, perché è molto raro che il team si esibisca anche per soli due anni consecutivi in una stessa zona, vuoi per motivi organizzativi, vuoi per il grandissimo numero di richieste e inviti che pervengono alle Frecce Tricolori da tutte le parti del mondo. A Villanova d’Albenga i piloti della “Pan” si sentono in famiglia. E questo è dovuto anche dovuto al grande apprezzamento reciproco che esiste tra l’Aeronautica Militare Italiana e l’Aero Club di Savona e della Riviera Ligure che fa base proprio al Panero. Inoltre nel

FRECCE TRICOLORI

ruolo di Pony 9 nella formazione c’è proprio un albenganese, il tenente Filippo Barbero figlio di un noto medico ingauno. “La “Pan” è un po’ la bandiera dell’Italia e la rappresenta a livello mondiale-dice con grande orgoglio il presidente dell’Aero Club Cesare Patrono- Ma oltre a questo mette in evidenza alcune delle qualità della nostra Aeronautica Militare, che sono appunto basate sulla professionalità, sul rigore e sulla serietà nella condotta del volo. I piloti della PAN sono tutti Ufficiali dell’Aeronautica Militare che per alcuni anni vengono assegnati a questo gruppo di piloti esperti, ma che comunque rimangono piloti militari operative a tutti gli effetti. Durante l’inverno infatti, oltre ad addestrarsi per le manifestazioni aeree cui dovranno partecipare nella stagione successiva, svolgono anche il normale addestramento al tiro come gli altri reparti dell’Aeronautica. Al termine della loro permanenza di alcuni anni nella “PAN”, i piloti tornano a far parte dei loro stormi operativi”. Gli stessi velivoli delle Frecce Tricolori, gli MB.339, sono velivoli militari con capacità operativa che possono essere impiegati nel contrasto di carri armati, elicotteri e velivoli con caratteristiche di bassa velocità. In caso di ne-

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Attualità

Gli Aermacchi MB339 della PAN sul piazzale dell’Aeroporto Panero di Villanova d’Albenga, sono ormai una consuetudine (servizio fotografico di Massimo Spataro)

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Attualità

cessità quindi questi velivoli possono infatti essere armati ed entrare in azione nel giro di poche ore. Nel recente passato, in qualche particolare occasione, i piloti ed il velivoli PAN hanno contribuito ad assicurare la protezione dello spazio aereo nazionale. Gli Aermacchi vengono utilizzati sia come velivoli da addestramento per il conseguimento del brevetto di pilota militare, sia come mezzi operativi, oltre ad essere impiegati dalla Pattuglia Acrobatica. Va poi ricordato che l’aspetto acrobatico del volo non è fine a se stesso, ma si compenetra ed è parte essenziale del volo militare, dove spesso è necessario portare il velivolo al massimo delle sue possibilità tecniche. L’acrobazia aerea infatti è nata come necessità, in quanto la capacità di poter gestire il velivolo in sicurezza fino al limite delle sue

FRECCE TRICOLORI

prestazioni fa la differenza nell’eventuale confronto con un avversario. L’esibizione di quest’anno poi assume un’occasione particolare. Ricorrono infatti i 30 anni del velivolo MB 339 Pan. Sarà quindi un “air show” molto particolare per festeggiare insieme ai piloti e a tutto lo staff dell’Aeronauticache arriverà a Villanova d’Albenga.

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2. 201 e t o ta l’es r il tu l e pe ed al enz poste vare d e n o e te e pro oi tr ercial i l i n u p e u m St Alc g che Com Ligur o ppin stic ado sho o Turi 44 di V c 8. Par olo M

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L’

estate si avvicina: scopriamo insieme quali sono le principali tendenze e gli stili più in voga per la bella stagione ormai alle porte. Anche se la crisi economica è sempre nei nostri pensieri, il mondo della moda guarda con positività al futuro: c’è la curiosità di conoscere le tendenze dell’estate. Vediamo allora quali saranno i must del 2012! Innanzi tutto, sarà di moda lo stile bon-ton dal sapore un po’ retrò ma assolutamente casual, dunque perfetto in tempo di crisi; stile alla portata delle tasche di tutti, di facile abbinamento ed apprezzabile in qualsiasi contesto. Dagli anni ’60 saranno prelevati twin-set, gonna a palloncino ed hot-pants, tormento ed estasi di una generazione. Ma la primavera/ estate 2012 vedrà il ritorno anche dei mitici anni ’20 e ’30, con abiti comodi e capienti, camicie di seta portate con giacche ampie e abiti a vita bassa in puro stile charleston. Nel ventaglio dei colori, la faranno da padrone il bianco, il blu, l’azzurro in tutte le sue tonalità, e l’arancione (dallo zucca al papaya fino

al mandarino). La prossima stagione accorda inoltre una predilezione ai vestiti in stile orientale in tessuti luminosi e cangianti, come lo shantung, e ai foulard di colori che ricordano le terre desertiche. Le sfumature del Mar dei Caraibi e dei fondali tropicali coloreranno gli abiti e gli accessori di stagione per regalarci immediate evasioni di stile. E se il tanto atteso tuffo nel blu è ancora lontano, per proiettarsi immediatamente in una dimensione onirica di benessere basterà immergersi in un look in versione watercolor. Protagoniste: nuances acquatiche, sia delicate che decise, che si sposano alla perfezione con abiti dai tessuti lucidi ed impalpabili e con gioielli luminosi. Acquamarina, turchese, verde acqua diventano così i colori must per dare un tocco di nuova vitalità al guardaroba dell’estate e per rendere irresistibili e cool accessori da sfoggiare da mattina a sera.

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GLI ABITI

FIORELLA RUBINO tunica 49.95 pantalone 79.95 cintura 26.95 vestito 79.95

L’estate porta con sé abiti e gonne lunghe, lavorazioni artigianali e tessuti naturali. Lo stile Safari contamina il gusto metropolitano in look tribal-chic. Il viaggio continua ai Tropici con stampe fotografiche assai realistiche di disegni floreali e di fondali marini nelle tonalità del sole, del corallo e dell’oceano. I vestiti sono leggeri, aerei, nelle tonalità del bianco, del blu, dell’azzurro, dell’arancio, e talvolta del fucsia, meglio se fluo. La natura irrompe quindi nelle collezioni estive, sprigionando tutta la sua energia. Di grande effetto i top e gli abiti con punte di corallo e azzurro. Immancabili gli shorts in tessuto fluido o in total white, illuminati da dettagli gold. Gli abiti: svasati. I pantaloni, a 7/8. Intramontabili i leggins neri e aderenti, da indossarsi con maglie comode e lunghe, a tunica, e con fantasie astratte, tribali, etniche. Il jeans denim è rivisitato a pinocchietto con perline e paillettes sul fondo, o aderentissimo e a zampa, in puro stile anni ’60. Le gonne sono a ruota, in cotone, con ricamo sul fondo. Oppure sono lunghe, lunghissime, sino alla caviglia e oltre. Bianche o blu, con finiture di pizzo, così come i cardigan in cotone traforato e ricamato che ad esse si abbinano. Tornano i cinturoni, marroni o laccati in bianco; cinture come particolare significante dell’abbigliamento: grandi, vistose e appariscenti. E poi i foulard, al collo o sulla testa, in alternativa al più classico cappello di paglia a tese larghe che fa pendant con la borsa, anch’essa in paglia. Il vestito per la spiaggia è un caftano bianco, corto e trasparente al punto tale da lasciare intravvedere un bikini con fantasie a righe rosse e bianche. Per l’uomo torna la fantasia a righe “breton”, sia sulle t-shirt che sulle polo, secondo il classico stile navy declinato con colori e parallelismi differenti.

SISLEY Top E 34.95 Jeans E 69.95 Scarpa E 99.95 Cintura E 19.95 Borsa E 59.95 SISLEY Borsa a secchiello E 119.00

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IL TRUCCO

FIORELLA RUBINO tunica stampa floreale E 49.95 cintura E 29.95

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In un look dalle referenze così importanti la regola numero uno è giocare con i contrasti, esasperando di volta in volta alcuni dettagli e attenuandone altri. Si può puntare sulle labbra scegliendo tra le tonalità forti ed esuberanti del rosso, riducendo però al minimo il resto del trucco e i gioielli, per un effetto piacevolmente discordante tra la donna diva e la ragazza acqua e sapone. Poppy King, esperta di beauty e proprietaria di “Lipstick Queen”, dedicato solo e unicamente al mondo del rossetto, ci spiega che bisogna pensare al colore delle labbra come a un accessorio a sé, al pari di una borsa o di una collana. “Il rossetto è un prodotto che ti trasforma completamente,” ci dice. “A volte ci si sforza di essere moderni oppure retrò, mentre bisogna semplicemente affrontare il viaggio nel tempo con un approccio moderno”. Un modo per sperimentare restando fedeli il più possibile al look retrò di moda senza rischiare di darsi dieci anni in più consiste nel trovare un elemento chiave da trasformare in estremamente contemporaneo e sdrammatizzare così il tutto. Si può enfatizzare quindi l’ombretto nero da sfumare sulle palpebre, abbondare con il mascara e c o n l’eye-liner, applicare la cipria per ottenere una carnagione pallida, o magari utilizzare due tipi diversi di smalto per la manicure delle unghie della mano sinistra e destra. Un’altra idea potrebbe essere quella di giocare con un make up moderno con colori metallici a effetto glitter, sotto una pettinatura ondulata con la riga da un lato. Perle, guanti e cloche sono solo alcuni dei tantissimi altri accessori con cui sperimentare all’insegna del divertimento e della spensieratezza di quegli anni passati. fonte: www.thestyleglossy.com

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GLI ACCESSORI: LA LE CALZATURE BORSA

La scarpa èdelle rigorosamente Nostalgiche borse a con il tacco: alto.èAltissimo. secchiello, questa la vostra Con il plateau, possibilmenstagione. La primavera/estate te. Prevale monocroma2012 riscopreil l’iconica bag tico color block dalle tinte dalla forma tondeggiante. forti e decise, la vernice Con doppi maniciooppure sincolorata nei toni accesi del gola tracolla, preferibilmenverde, del blu, del corallo; te dotata di laccio coulisse, nona secchiello si disdegna – per per il giorno ma conserva una certa la ma borsa è perfetta nulla – la fantasia pitone. Ritorna prepoeleganza che la rende adatta anche dopo il tramonto. Le borse sono tente la zeppa in tela o in corda intrecgrandi. Ipervistose. Un accessorio che non è più accessorio, la borsa ciata, parte anch’essa altissima, in assoluto Borse a sacca, in colori fluodiviene centrale dell’abbigliamento. stile anni ’60. Non tramontano le ballerescenti e tessuti hi-tech idrorepellenti. Oppure – per contrasto – borse rine, adattate per ogni occasione, nelle dalla tendenza a tutta natura, con ispirazioni che parlano d’Africa, di declinazioni dalla ricercata spiagge e di safari. Le borseeleganza si fanno di leggere, prediligono materiali pailette e perline a glitterandare a intrecci di stile. Non naturali come pagliaoedel rafiaricamo e si lasciano con fantasie dal vago sapore orientasolo per bag da giorno e ceste da mare, ma anche per pochette e leggiante. Il sandalo, invece, è basso, minaudière da sera bassissimo, praticamente senza suola, ma con una teoria di intrecci sul collo del piede a renderlo sofisticato. l’uomo di gran moda LaPer scarpa è torna rigorosamente con ililmocastacco: alto. Altissimo. Con il platesino basso e possibilmente blu, in stile color block dalle tinte forti au, possibilmente. Prevale il monocromatico navy. o la vernice colorata nei toni accesi del verde, del blu, del e decise, corallo; ma non si disdegna – per nulla – la fantasia pitone. Ritorna GLI ACCESSORI: BORSA prepotente la zeppaLA in tela o in corda intrecciata, anch’essa altissima, Nostalgiche delle borse secchiello,le ballerine, adattate per ogni in assoluto stile anni ’60. Nonatramontano questa è la vostra stagione. La ricercata prima- eleganza di pailette e peroccasione, nelle declinazioni dalla vera/estate 2012 riscopre l’iconica bagvago sapore orientaleggiante. line o del ricamo a glitter con fantasie dal dalla forma tondeggiante. Con doppi Il sandalo, invece, è basso, bassissimo, praticamente senza suola, ma manici oppure singolasul tracolla, prefecon una teoria di intrecci collo del piede a renderlo sofisticato. ribilmente dotata di laccio coulisse, la basso e possibilmente blu, Per l’uomo torna di gran moda il mocassino borsa a secchiello è perfetta per il giorin stile navy. no ma conserva una certa eleganza che la rende adatta anche dopo il tramonto. Le borse sono grandi. Ipervistose. Un accessorio che non è più accessorio, la borsa diviene parte centrale dell’abbigliamento. Borse a sacca, in colori fluo-

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LE CALZATURE

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MOLO 8.44


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Molo 8.44:

Un nuovo quartiere dedicato allo shopping e al relax di tutta la famiglia Il numero 8.44 si riferisce ai gradi di latitudine e longitudine del Parco. 44° di latitudine nord e 8° di longitudine est rispetto al meridiano di Greenwich. Il Parco è organizzato su tre piani. Due di edifici commerciali, e il terzo con una piscina di 9 metri per 18 e un solarium con annesso lounge bar. Nel 1943 l’Architectural Forum chiese a una dozzina di architetti di immaginare il futuro dopo la catastrofe bellica. Negli Stati Uniti, l’architetto Victor Gruen ideava un luogo dove si concentravano negozi e ristoranti, bar e attività ludiche. Nasceva il centro commerciale. Oggi c’è qualcosa in più… Il Parco turistico commerciale Molo 8.44 di Vado Ligure, a tre chilometri da Savona, è una nuova meta per il turismo della Riviera di Ponente. Un insediamento capace di catalizzare i flussi delle vicine località balneari e quelli crocieristici. Un insieme di piazze, terrazze e vie che offrono a tutti cultura, divertimento, musica e benessere. Un insieme di negozi, ristoranti e servizi al terziario. Un parco commerciale aperto anche nei suoi spazi alle esigenze turistico commerciali del territorio. Oltre ai quaranta negozi delle migliori marche, è possibile trovare un ambiente pensato per il relax di tutta la famiglia. Non si potrebbe rendere lo shopping più invitante. I negozi sono raggruppati in tanti edifici organizzati sui primi due livelli. Al terzo livello una piscina e un solarium con lounge bar. E a breve aprirà anche il centro wellness, dedicato alla cura del corpo, con palestra.

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Una piazza centrale su ogni livello serve da punto di incontro e svago per i visitatori. Sotto il complesso, due piani di parcheggi gratuiti possono ospitare sino a 1500 auto. Per i frequentatori c’è un percorso pedonale che collega tutti i negozi e che offre un’atmosfera riposante e protegge dal traffico automobilistico. I bambini corrono liberamente, mentre i genitori possono dedicarsi agli acquisti, rilassarsi tra i bar e i ristoranti, prendere il sole. Il profilo degli Appennini che si incurvano sino al mare è la corona necessaria di questo spazio nuovo che ha saputo mantenere la discrezione e la pacatezza delle cose antiche. Tutto è nei colori del bianco e del legno marino, inframmezzato solo dalle vetrine dei grandi marchi presenti: da Decathlon a H&M, passando per Chicco, Takko Fashion, Lind, Biella Scarpe; e senza dimenticare United colors of Benetton e Conbipel, solo per citarne alcuni. All’interno di Molo 8.44 sono presenti ben tre bar, tre ristoranti, due gelaterie, un parrucchiere e il superstore Coop, di 3.000 mq. La valle di Vado dove sorge il centro è famosa per il vento teso che sempre soffia, così si è pensato di dare agli edifici di Molo 8.44 il nome dei venti. C’è Maestrale e Zefiro; Maccaja e Scirocco; Libeccio, Tramontana e Bora. MOLO 8.44 si trova tra Piemonte e Lombardia, a 90 minuti da Milano e a 70 minuti da Torino, a soli 10 minuti da Savona. Ad oggi è il più grande parco commerciale della Liguria. Uscita A 10 Savona-Vado Ligure.

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Attualità

Le signore del mare pronte a dare spettacolo A SETTEMBRE APPUNTAMENTO CON GLI YACHT CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA VELA

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gni due anni, dal 1986, il suggestivo borgo marinaro di Porto Maurizio ad Imperia ospita il Raduno delle Vele d’Epoca, una manifestazione che per una settimana ravviva e colora tutta la città capoluogo del ponente ligure. Si tratta, infatti, non solo di un appuntamento imperdibile per i “lupi di mare” o per gli appassionati di velieri d’epoca e classici yacht d’altura, ma di un evento mondano irrinunciabile anche per i vip che d’estate trascorrono le loro vacanze in Riviera. Le Vele d’Epoca di Imperia, tra l’altro, anticipano di un mese il Salone Internazionale della Nautica di Genova e

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AttualitĂ

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Attualità

Ogni anno in banchina s’incontrano lupi di mare, armatori e appassionati velisti in una cornice unica in tutto il Mediterraneo

qui s’incontrano già velisti e armatori per partecipare alle regate, ma anche per parlare di mare, di vela e di nautica più in generale. Quest’anno, l’edizione XVII, si terrà dal 5 al 9 settembre, sempre sotto il suggestivo scenario del Parasio di Porto Maurizio. Ad ogni appuntamento i visitatori restano incantati dinnanzi alla bellezza ed all’eleganza delle “vecchie Signore del Mare”, che non sono solo imbarcazioni ma, quasi sempre, vere e proprie opere artistiche. Yacht costruiti non solo in Italia, ma anche all’estero, sanno regalare emozioni indimenticabili a chi le osserva: il respiro del mare, dove veleggiano, improvvisamente riprende un ritmo diverso ed il tempo sembra tornare indietro per farci vivere emozioni assolute. All’appuntamento biennale di Imperia incontrano molti famosi velieri del secolo scorso; anche le manifestazioni correlate all’evento sono sempre molto interessanti. Tappa del circuito internazionale “Panerai Classic Yacht Challenge 2012” la Calata Anselmi di Porto Maurizio a fine estate dunque accoglierà imbarcazioni che hanno letteralmente fatto la storia della navigazione a vela. Lungo la banchina e i pontili allestiti per l’occasione, saranno ormeggiate le imbarcazioni d’epoca, dando vita a un vero e proprio museo

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galleggiante della navigazione da diporto a vela dalla fine dell’ottocento agli anni ’70. Uno spettacolo che da sempre emoziona gli appassionati di vele d’epoca e che incanta il pubblico numeroso che si raduna in porto anche per vivere da protagonista le numerose iniziative collaterali previste al “Museo Navale Internazionale Riviera di Ponente” di Calata Anselmi. “Quello delle Vele d’Epoca-sottolinea il sindaco Paolo Strescino – è un evento unico, che unisce la storia della marineria da diporto al brivido della competizione sportiva - infatti le imbarcazioni si sfidano in regate incluse nei più importanti circuiti internazionali di gare per yacht classici – alle numerose manifestazioni collaterali: mostre, convegni, musica e spettacoli”. Al raduno imperiese sono ammessi a partecipare gli yacht d’epoca costruiti prima del 1950, gli yacht classici costruiti tra il 1950 ed il 1977 nonché quelli riconoscibili come repliche di yacht d’epoca e classici. Possono iscriversi alla sezione speciale “Spirit of Tradition” le imbarcazioni moderne che per progettazione e materiali di costruzione ricordino lo stile di un tempo: “classiche” e le classi metriche, tra cui i 12 m

RADUNO VELE D’EPOCA


Attualità

S.I., protagonisti delle sfide d’epoca dell’America’s Cup. Le centinaia di imbarcazioni in rappresentanza di tutti i paesi del mondo, le centinaia di testate giornalistiche accreditate con giornalisti, fotografi e cineoperatori, fanno del Raduno un prestigioso incontro biennale, il più importante dedicato alle imbarcazioni che hanno fatto la storia dello yachting nel Mediterraneo. Per cinque giorni il bacino portuale di Porto Maurizio dunque riunirà, anche quest’anno, i più prestigiosi yacht d’epoca e classici presenti nel Mediterraneo fornendo la possibilità al pubblico di essere a stretto contatto con le imbarcazioni. Gli yacht devono essere in legno o metallo di costruzione antecedente il 1950 (categoria yacht d’epoca) oppure al 1976 (categoria yacht classici). Si attendono ad Imperia veri e propri gioielli del mare. Come non sognare quindi di vedere eleganza, imponenza e raffinatezza veleggiare a largo della costa ligure? Uno spettacolo che si ripete ogni due anni ma che non appare mai desueto anzi. Un’intera flotta che animerà di alberi svettanti e vele bianche le acque del golfo imperiese nei giorni di regate e nella parata finale.

RADUNO VELE D’EPOCA

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AttualitĂ

La Liguria e Momenti di Gusto volano in Russia

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Attualità

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omenti di Gusto vola in Russia. La rivista patinata pubblicata da Vie de Charme, collegata al sito di informazione Rsvn.it, sarà oggetto di alcune trasmissioni curate dalla redazione italiana della Voce della Russia che ha sede a Mosca. Un’iniziativa curata dal direttore di MdG Giò Barbera e dal capo redattore Alexander Prokhorov, un giornalista che conosce e ama moltissimo il nostro Paese e anche la nostra Liguria, in particolare la Lunigiana dove ha stretto importanti rapporti culturali. Nell’anno della cultura russa in Italia del 2011 “La Voce della Russia” e la “Fondazione Tori” di Fezzano di Portovenere (Spezia), hanno promosso incontri con pittori, musicisti, cantanti, giornalisti. Parlando con Prokhorov si scoprono tante cose, che ha avuto un solo amore nella vita, anzi due: la radio e l’Italia. E per trasformarlo in uno solo, subito dopo la laurea al celebre Istituto linguistico “Maurice Thorez”, andò a lavorare a Radio Mosca, nella redazione italiana. “Oggi sono alla sua guida, ma più che una carriera, la mia è stata un percorso di conoscenza di questo strumento straordinario svolgendo tutte le mansioni possibili, corrispondente e inviato, redattore di messa in onda, com-

Incontro esclusivo con Alexander Prokhorov, capo redattore della Voce della Russia, ex Radio Mosca, un giornalista che ama la nostra regione e in particolare le Cinqueterre dove ha stretto importanti rapporti culturali mentatore, senza trascurare quelle del fonico e addetto web”, racconta il giornalista. Alle spalle qualche libro e migliaia di pagine battute a macchina, gigabyte di trasmissioni, ore infinite di registrazioni e tanta voglia di continuare. Finanche qualche riconoscimento in patria e all’estero (fra i quali figurano il Premio Internazionale di Arte e Cultura 2000 “L’Arcobaleno” e la menzione speciale del Premio 2011 Tatiana Pavlova) e un bacio di Raffaella Carrà quando, timidissimo studente, durante la registrazione di un suo programma Tv ebbe l’incarico di porgerle un mazzo di fiori. “In questi anni è cambiata la mia vita e quella della Russia. È cambiata anche la mia radio, sempre più viva, sempre più nuova e sempre più affascinante. Come non esserle fedele?”, si domanda Prokhorov. La Voce della Russia”, ex Radio Mosca, è una delle emittenti più conosciute al mondo. Mandò in onda i

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Attualità

primi programmi esattamente il 29 ottobre del 1929. E’ quindi la più antica emittente di Stato che trasmette all’estero. Il 27 giugno 1941 per l’Italia fu una data storica: dai microfoni di Radio Mosca si era rivolto per la prima volta agli italiani Mario Corrente, ovvero Palmiro Togliatti. Quando era a Mosca leggeva testi direttamente al microfono. In caso di assenza inviata i testi via telegrafo. La sua collaborazione con Radio Mosca è andata avanti fino alla partenza per l’Italia nel 1943 e dopo la guerra era stato pubblicato anche un libro “Discorsi agli italiani”. Il ruolo di Radio Mosca tra il 1942 e il 1943 fu fondamentale: trasmetteva gli elenchi dei prigionieri chiedendo agli ascoltatori di informare i loro parenti. Far conoscere alla comunità internazionale la Russia com’era e com’è adesso. Chiarire la sua posizione sui

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problemi più scottanti. Promuovere un’immagine veritiera e quindi positiva del nostro Paese. Rafforzare il dialogo con i nostri connazionali all’estero. Diffondere la cultura e la lingua russa. Queste priorità, la vera missione della Voce della Russia e del giornalista Prokhorov che ha apprezzato moltissimo la rivista Momenti di Gusto che gli è stata consegnata a Torino nel corso dell’assemblea trentennale dell’Air, l’Associazione Italia Radioascolto. Oggi “La Voce della Russia” trasmette in 160 paesi con 152 ore di programmi in 44 lingue che vengono irradiati in onde medie e corte, in FM, attraverso i canali satellitari. Non solo. Fedele alle tradizioni, la radio è sempre aperta alle innovazioni. Dal 2003 “La Voce della Russia”, al pari passo con le maggiori emittenti internazionali, ha avviato trasmissioni quotidiane in

THE VOICE OF RUSSIA


Attualità

Europa in formato DRM (Digital Radio Mondiale). Inoltre in 16 lingue, italiano compreso, è possibile ascoltare i programmi sul telefonino. “La Voce della Russia si colloca fra le cinque più popolari emittenti internazionali, con 109 milioni di audience che si allarga rapidamente (il 25% ha iniziato ad ascoltarci negli ultimi cinque anni). Come confermano le lettere da 80 Paesi del mondo, la nostra radio rappresenta un canale opportuno e democratico per ricevere sulla Russia informazioni di prima mano”, racconta il capo redattore. Nel più rigido rispetto della radiofonia come insostituibile mezzo di comunicazione,

THE VOICE OF RUSSIA

“La Voce della Russia” continua ad allargare la sua presenza in rete. Anche perché come si dice che “allargare gli orizzonti verso la radiofonia internazionale rende gli ascoltatori più consapevoli e aperti alle opinioni altrui “In internet parliamo in 37 lingue. Il nostro sito, con audio, video ed altri materiali multimediali viene visitato ogni giorno da internauti di 140 Paesi del mondo. La Voce della Russia dispone dell’unico sito multimediale in lingua italiana esistente nel Paese ( http://italian.ruvr. ru/ ), che assicura una copertura informatica generale su quanto accade in Russia e nel mondo. Presto – assicura Prokhorov parleremo anche della vostra rivista”.

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Prokhorov con Elettra Marconi, figlia del grande scienziato Guglielmo e con Al Bano. In alto la sede di della radio moscovita


HOTEL AGORĂ Calamandrana (AT)


L’hotel Agorà è situato a Calamandrana nel cuore del Monferrato, rinomata meta di turismo eno-gastronomico e termale (Acqui Terme) grazie ai suoi prodotti, alla bellezza dei paesaggi e alla qualità di hotel e ristoranti. Il Monferrato è caratterizzato da un’estesa area collinosa, fra le più verdeggianti e paesaggistiche dell’intero Piemonte ricche di boschi variopinti e stupendi vitigni che producono il prezioso vino costudito nelle caratteristiche cantine della zona. In particolare, vi segnaliamo le storiche cantine chiamate Cattedrali Sotterranee di Canelli, capitale del Moscato e dell’Asti Spumante, candidate a patrimonio dell’Umanità dall’Unesco insieme al paesaggio e al territorio vicino delle Langhe e del Roero. Sono pochi i paesaggi vitivinicoli oggi iscritti nella lista del Patrimonio mondiale UNESCO: la zona dell’Alto Douro in Portogallo, i vigneti dell’isola vulcanica di Pico nelle Azzorre, la zona del Tokaj in Ungheria, quella di Saint Emilion in Francia e la valle del Medio Reno in Germania. Ultimo, in ordine di tempo, il paesaggio dei vigneti terrazzati situato di fronte al lago Lemano e alle Alpi, nella regione svizzera del Lavaux. Per l’Italia l’inserimento nella lista del paesaggio vitivinicolo del Piemonte meridionale sarebbe un’assoluta novità. Nel Monferrato è possibile visitare diversi Musei dedicati al Vino come ad esempio Nizza Monferrato, Canelli, Costigliole e Mombercelli. Per degustare i meravigliosi vini accompagnati dai piatti tipici della zona consigliamo l’Enoteca di Nizza Monferrato e l’Enoteca di Canelli. Per chi ama la storia non mancano gli spunti: dal castello di Costigliole a quello di San Martino Alfieri, da Calamandrana a Calosso, manieri ricchi di ricordi dal Medioevo al Risorgimento. Infine, nella zona sud – est del Monferrato si trova un piccolo paese collinare: Mombaruzzo, celebre per i suoi amaretti e ricco di edifici di pregio artistico oltre che di un mare di vigneti. In questo eccezionale contesto l’Agorà Hotel da vent’anni offre ai propri ospiti un elevato livello di servizio e di comfort. E’ curato nei minimi dettagli e tenuto in continua manutenzione, così da poter sempre offrire gli elevati standard di qualità ai quali si sono abituati gli ospiti. Le spaziose camere dispongono di servizi privati, TV satellitare, internet, Tv a colori, riscaldamento ed aria condizionata. Dal terrazzo dell’Agorà Hotel è possibile godere del fantastico panorama sulla collina di Calamandrana e sull’antico castello. Sono state mantenute le caratteristiche tipiche degli alberghi a conduzione familiare, atmosfera e intimità, per far sentire come a casa loro gli ospiti. Vale la pena provare la cucina casalinga con un’ampia scelta di piatti della tradizione locale e rilassarsi nell’accogliente Agorà Cafè Wine Bar dove è possibile gustare in tutto relax le nostre prelibate colazioni (senza vincoli di orario) e degustare i prodotti locali e la vasta scelta di cocktail fino a tarda notte. Per qualsiasi informazione: Hotel Agorà Piazza Dante Alighieri 6 14042 Calamandrana (AT) - Italia Tel. 0141 - 769 013 info@agorahotel.it

L’hotel Agorà è associato al Consorzio tra operatori turistici Langa Astesana Riviera con sede operativa a Canelli in Via G.B. Giuliani 29. Il Consorzio organizza gite con itinerari indimenticabili alla scoperta del Monferrato.


Attualità

La Fiera del Bestiame ve più moderna, anche Buona cucina, divertiDa giovedì 23 a domenica se resta una rassegna mento, ritorno al paspeculiare e una vetrina sato, contatto con la 26 agosto Carcare natura e valorizzazione ospiterà una quattro giorni d’eccellenza di prodotti agricoli e agroalimendi un importante comdi manifestazioni tari. parto economico delinteramente dedicate alla Da sempre in Valle Borla Val Bormida. Sono promozione e alla mida viene praticato questi i principali ingredienti dell’edizione valorizzazione del territorio l’allevamento del bovino da carne di Razza 2012 dell’Antica Fiera Piemontese, nel 2011 erano presenti del Bestiame, in programma a Carcare in Provincia di Savona circa 200 alledal 23 al 26 agosto. Una tradizione devamenti iscritti a libro genealogico. Si cennale per la Valbormida, che da un tratta della più importante tra le razze paio di anni è stata riscoperta in chia-

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Attualità

tra passato e presente bovine autoctone italiane, particolarmente apprezzata dagli operatori del settore e dal consumatore per l’elevata qualità della carne prodotta. Un settore che per restare vincente deve essere sensibile ai cambiamenti del mercato e pronto alle innovazioni, la soluzione, in parte, sembra essere la multifunzionalità proponendo vendita diretta con l’apertura di macellerie e caseifici aziendali, la qualità delle produzioni e la certificazione del prodotto. In linea con questa filosofia, a carat-

terizzare l’edizione 2012 dell’Antica fiera del Bestiame sarà lo slogan: “moderna per tradizione”, condiviso da tutti i soggetti promotori con la finalità di mettere al centro delle attenzioni gli animali e gli allevatori e l’intera filiera agricola ad essi direttamente collegata. Da giovedì 23 a domenica 26 agosto il Centro Storico di Carcare, in prossimità della cornice dell’Antico Ponte sul fiume Bormida, ospiterà una quattro giorni di manifestazioni interamente

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Attualità

L’evento ha l’ambizione di valorizzare, tutelare e promuovere l’allevamento nelle valli del fiume Bormida

dedicate alla promozione e valorizzazione del territorio, delle aziende che operano in questo straordinario, ma difficile, settore e di tutti i suoi operatori. Affiancheranno la Fiera: manifestazioni culinarie dedicate ai prodotti locali, a patire dall’ottima carne dei produttori abbinata ai vini delle cantine liguri e piemontesi, proponendo menù legati alla campagna e al mondo agricolo; manifestazioni culturali a tema, laboratori agricoli, concorsi e mostre fotografiche, rassegne letterarie, esposizioni dei macchinari agricoli. “L’Antica Fiera del Bestiame di Carcare - come spiega l’assessore al Turismo Christian De Vecchi - ha l’ambizione di valorizzare, tutelare e promuovere l’allevamento nelle valli del fiume Bormida: un insieme di imprese operanti in un settore impegnativo, radicate nella cultura e nella tradizione del territorio, connotate da comprovata e certificata professionalità. Un patrimonio di mestiere che conta oggi in Provincia di Savona circa 200 aziende a libro genealogico, a testimonianza di uno straordinario bagaglio di saperi e conoscenze. L’Antica Fiera del Bestiame assume due precisi significati: innanzitutto di politica di sostegno ad un comparto caratterizzato in gran parte da piccole imprese capaci di altissima qualità produttiva, al contempo di sfida anche culturale, in grado di dare visibilità a quella straordinaria risorsa rappresentata dalle stalle sul territorio, caratterizzate da elementi di tradizione e innovazione insieme,

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segno distintivo dei nostri allevamenti. Il Comune di Carcare pone lo sviluppo dell’Antica Fiera del Bestiame tra i suoi obiettivi strategici, a garanzia della filiera agricola territoriale e di quella di comprensorio. Un percorso a “km0” divide le scelte dei consumatori dal lavoro dei produttori. E’ questo lo sforzo che accomuna gli attori di questo “mercato”: premiare le scelte e il coraggio di molti produttori, conoscerli, instaurare con loro un dialogo per apprezzare, insieme al prodotto che troviamo in tavola, il gusto del lavoro, i suoi tempi, gli equilibri, la stagionalità. E’ la difesa di un modo di produrre e soprattutto dell’identità delle persone, delle loro abilità nel lavorare e trasformare le materie prime del territorio. Lo spirito con cui il Comune di Carcare, insieme con gli altri Soggetti Privati e Enti Promotori, organizzano le rassegne che animano l’Antica Fiera del Bestiame, è fondamentalmente quello della valorizzazione del settore agricolo, ma è altrettanto importante far conoscere e, soprattutto, far vivere questa idea. Questo è possibile quando “la Fiera” diventa un luogo di incontro, di scambio, di formazione, di laboratorio, un luogo di collegamento tra le imprese, la società, e i giovani in particolare. Il percorso espositivo è fondamentale, al fine di poter permettere non solo la continuità di un sistema ma anche, utile a solleci-

FIERA DEL BESTIAME


Attualità

tarne un ruolo attivo nello sviluppo delle economie locali. Attraverso il coinvolgimento di Comuni ed Enti locali che in misura crescente recepiscono le potenzialità occupazionali e produttive, oltreché culturali, di un recupero e rivitalizzazione dell’agricoltura, parallelamente alla partecipazione delle imprese che direttamente o indirettamente sono attive nel settore, si sviluppano le necessarie sinergie e le conseguenti economie di scala”. Caratterizzeranno l’edizione 2012, con il coinvolgimento delle aziende locali e delle associazioni: • L’Agriexpò della meccanizzazione agricola, delle agroforniture, dei prodotti per la zootecnia; • i servizi per l’agricoltura, curati dalle associazioni di categoria; • i laboratori agricoli tematici; • la rassegna delle filiere economiche del legno, dell’acqua e del latte; • un percorso dedicato all’enogastronomia locale; • rappresentazioni culturali in tema con la manifestazione e la tradizione contadina; • convegni e approfondimenti tematici;

FIERA DEL BESTIAME

NaturaEnergia; • gare e concorsi di valorizzazione; • la presentazione dei servizi ricettivi e di accoglienza del territorio vallivo. Tra le novità, il Foro bBoario con una struttura decisamente rinnovata dove si svolgeranno le contrattazioni per l’acquisto dei capi di bestiame, il palchetto in legno che richiamando la tradizione popolare ospiterà nelle serate della rassegna gli amanti del ballo liscio che si divertiranno a ballare, l’esposizione del “super bue”, in programma il venerdì sera con esemplari unici e la nuova edizione di “Che ne sa la luna dei falò”, manifestazione organizzata il sabato dal fotografo Lino Genzano.

Durante le serate di festa si terrà anche la tradizionale esposizione del “superbue”

Enrica Bertone

INFO: www.anticafieradelbestiame.wordpress.com

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Attualità

Albenga, amarcor la “cadenza”. Sono passati quasi 8 anni da quando per le La città ingauna per anni Nel 1929, la prima caserma ad essere covie di Albenga non si ha fatto molto affidamento struita fu la Piave (sivedono passeggiare sull’indotto creato dalle tuata in località Vadino i militari. Eppure nelle caserme Turinetto e reclute delle sue caserme. nella omonima via), poi Piave migliaia di gioOggi restano solo i ricordi inaugurata il 14 dicembre 1930 dal Principe vani hanno trascorso di un’epoca Umberto di Savona e il periodo di addestradestinata al 29° Regmento per imparare gimento di Artiglieria; mentre qualche i primi rudimenti della vita militare in anno dopo, dall’altra parte della città attesa del giuramento. Per le vie per la (via al Piemonte), venne edificato l’alcittà, oltre che nelle caserme, era facitro colosso architettonico militare, ovle vedere i militari in marcia, e udire le vero la caserma Aldo Turinetto. battute di tacchi e suole per marcare

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Attualità

rd in grigioverde La vecchia Piave prima accolse gli ultimi militari circa una quindicina di anni fa, mentre nella Turinetto il suono dei soldati in marcia si è udito fino al giugno 2004. Nei sotterranei della Piave, però, ancora oggi è attivo il poligono, dove i carabinieri eseguono le esercitazioni di tiro. Tra i militari che hanno trascorso ad Albenga il periodo del “Car” non sono mancati i volti noti dello spettacolo, e gli albenganesi ricordano l’arrivo di Lorenzo Cherubini (Jovanotti) che nel 1988, all’epoca in vetta in tutte le classifiche con il suo primo album

“Jovanotti for President”, per schivare le migliaia di fan che lo attendevano davanti alle cancellate della Turinetto atterrò con un elicottero direttamente all’interno del piazzale della caserma. Il giorno prima della partenza per la “naja”, il neo-cantante aveva presentato a “Fantastico” il suo nuovo brano “Sex, no drug & rock’n’roll”, mandando in delirio tutte le sedicenni di allora che speravano di incontrarlo per “rubargli” un autografo. Proprio grazie all’esperienza fatta alla Turinetto, a Jovanotti venne l’ispirazione per “Asso”, un nuovo brano di successo, divenuto

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Attualità

poi la colonna sonora della serie televisiva “Classe di ferro”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Ma nella cittadina ingauna è capitato anche che la furia del Centa distruggesse gli argini del fiume, facendo oltrepassare migliaia di litri di acqua che hanno trascinato ed abbandonato detriti per tutta la città. Era il 5 novembre 1994, i militari delle due caserme, assieme agli uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco, monitoravano il fiume, posizionando sacchi colmi di ferro e cemento per rinforzare gli argini, ma il Centa ebbe la meglio e riuscì a scatenare tutta la sua collera abbattendosi per la città. I danni furono molteplici, ma fortunatamente nessuna persona perse la vita. All’indomani, quando il fiume si era ormai ritirato, i militari delle due caserme, muniti di vanghe e pale, scesero in strada assieme ai cittadini per ripulire dal fango “caruggi”, marciapiedi e carreggiate, aiutando anche i commercianti a svuotare negozi e cantine allagati fino al soffitto. Qualche anno dopo, arrivò la comunicazione del Ministero della Difesa che decise di chiudere la Piave la presenza

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d e i militari in città iniziò a scarseggiare. Poi con l’avvicinarsi dell’abolizione del servizio di leva obbligatorio (anno 2005), anche la Turinetto chiuse i battenti, restando per anni un edificio vuoto. Aree gigantesche dove giacciono due enormi edifici che tutti vorrebbero vedere trasformati, ma ad oggi il loro destino sembra non essere del tutto chiaro. Mentre buona parte dell’area della Turinetto è stata utilizzata per la realizzazione del nuovo ospedale Santa Maria di Misericordia e un’altra buona parte dovrebbe essere utilizzata per la realizzazione del nuovo Polo Scolastico, per le aree della Piave, dove dovrebbe nascere un nuovo quartiere residenziale, il futuro è ancora del tutto incerto. Quando l’Agenzia del Demanio decise di cedere l’intera struttura presentò un progetto di massima per la realizzazione di un vero e proprio quartiere turistico residenziale al quale sembravano essere interessati importanti imprenditori provenienti da tutta Europa, ma alla scadenza del bando (29 novembre 2010), nessuna impresa costruttrice decise di effettuare alcuna offerta economica concreta

LE CASERME DI ALBENGA


Attualità

ed ora per la riqualificazione dell’intera area si dovrà ricominciare tutto da capo. Meno catastrofica, invece, la situazione che riguarda la trasformazione della Turinetto. Mentre l’amministrazione dell’ex sindaco Antonello Tabbò, per realizzare aule, palestra, biblioteca e tutte le strutture che avrebbero dato vita al complesso scolastico, aveva deciso di mantenere buona parte delle strutture già esistenti, dopo le elezioni comunali e quindi con il cambio di giunta, furono cambiate anche tutte le carte in tavola. All’amministrazione dell’attuale sindaco Rosalia Guarnieri, infatti, quel progetto sembra proprio non piacere ed ecco così arrivare un nuovo disegno che prevede la demolizione e la costruzione dell’intero complesso scolastico. Il nuovo studio realizzato dal consigliere Nicola J. Podio, infatti, prevede un’accurata demolizione degli edifici esistenti, con la realizzazione di piccole palazzine (che saranno utilizzate per accogliere le varie aule scolastiche), costruite attorno ad una struttura più centrale e di dimensioni più grosse che sarà adibita

LE CASERME DI ALBENGA

a servizi e spazi comuni (palestre, biblioteca, aula magna e probabilmente anche per una mensa scolastica). A Campochiesa, invece, la vecchia polveriera dovrà essere trasformata in una nuova area artigianale. Al posto degli edifici che ospitavano munizioni, armi e soldati sorgeranno capannoni, magazzini, officine e laboratori che potranno essere messi a disposizione di aziende artigianali , anche se per il momento l’operazione è ancora ferma. Nella frazione di Salea, invece, parte del vecchio poligono di tiro dovrebbe essere utilizzata per la realizzazione del centro fieristico permanente, dove in un prossimo futuro potrebbe essere ospitata Sagralea la rassegna annuale di fine estate dedicata al Pigato e agli altri vini Doc. Un progetto di cui si parla da diversi anni, anche non sembra di facile realizzazione in un momento di crisi economica generale. Arianna Pinto

La caserma Piave con la Gallinara sullo sfondo e la Caserma Turinetto. La foto ricordo di tre reclute all’ultimo giuramento svolto alla caserma Turinetto. Siamo nel giugno del 2003


Attualità

A Vendone la Stonehenge della Liguria

© 2010 mino amandola

Un sito artistico creato dallo scultore Rainer Kriester diventata l’area prediletta anche per pittori e non solo escursionisti

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ono passati dieci anni dalla morte di Rainer Kriester, lo scultore tedesco che si era perdutamente innamorato dell’entroterra e in particolare di Vendone, un borgo che domina tutta la costa albenganese quasi al confine con Imperia. Lo scultore era rimasto affascinato dal verde delle colline, dalla gente che abitava il posto tanto che nel 1982 prese in affit-

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to dal Comune la zona di Castellaro. Qui morì all’età di 67 anni. Ai piedi di quel monte Kriester si dedicò con cura e amore all’arte all’aria aperta. Realizzò le prime opere in marmo di Carrara e le maestose steli collocate nel “Parco delle Sculture” ancora oggi ammirate da tutti gli escursionisti che adorano passeggiare lungo i crinali alle spalle di Albenga. Sono trentacinque opere, prevalentemente realizzate con la pietra del finalese, donate al Comune di Vendone dalla Fondazione Kriester fortemente voluta dalla vedova Christiane un anno dopo la scomparsa


AttualitĂ

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Attualità

© 2010 mino amandola

del marito. Una Fondazione nata proprio per ricordare la figura, l’opera e il talento artistico dello scultore e promuovere tra i giovani di tutta Europa manifestazioni, conferenze, concorsi, stage di studio, concerti musicali e rassegne letterarie. “Spirito inquieto e viaggiatore, Rainer sognava di realizzare in Italia il suo progetto di scolpire la pietra sotto il cielo-spiega la moglie Christiane-Cercando il posto adatto, nel 1982 siamo arrivati per puro caso a Castellaro. Lo spiazzo sotto la bellissima torre saracena ci stava aspettando. Era il luogo di lavoro ideale per Rainer e così siamo rimasti in quella zona per venti lunghissimi anni. Oggi l’area espositiva a cielo aperto è circondata da pini e olivi. Si innalzano più di una trentina di grandi sculture. Dopo la sua morte ho voluto dare vita alla Fondazione Kriester. Questo per lasciare i suoi lavori laddove mio marito li aveva realizzati allo scopo

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VENDONE


Attualità

© 2010 mino amandola

© 2010 mino amandola

di dare vita ad un sito artistico nel quale poter aiutare l’attività di giovani scultori e pittori e insieme al Comune organizzare mostre e concerti”. Quello di Kriester è un centro vivace e creativo, sede di incontri internazionali. Il Parco delle Sculture è già diventato lo Stonehenge d’Italia e non solo della Liguria. Uno spazio di alto livello culturale per la gente del posto e per i visitatori di tutto il mondo. E quest’estate il Comune ha in mente di organizzare una serie di eventi proprio per ricordare i vent’anni dalla morte dello scultore tedesco. “Qui ha lasciato opere di valore inestimabile-dice l’assessore Andrea Bronda-che negli anni noi del paese e il Comune abbiamo saputo valorizzare promuovendo il sito non solo a livello locale, ma anche provinciale grazie anche all’interessamento dell’assessore provinciale al Turismo Carla Mattea”.

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Redazionale

Celle d’amare 2012

un estate sull’onda del divertimento

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Redazionale

Tutte le emozioni di un’estate indimenticabile racchiuse in un calendario di eventi studiati per stupire ed entusiasmare grandi e piccini

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uesto è l’obiettivo del Comune di Celle Ligure e del Consorzio Promotur, per la bella stagione: concerti, rassegne, spettacoli, mostre, animazione per bambini, sagre, insomma un mare di eventi da non perdere! Si comincia lunedì 18 giugno quando, per una settimana, Celle diventa un vero e proprio paese dei balocchi, grazie alla magia di Navicelle: fino a domenica 24, infatti, ogni giorno sarà festa, con i laboratori pomeridiani dove i bambini si divertono a costruire ed inventare e gli spettacoli serali di musica, magia, teatro per le vie del paese e sul palco. Tutte queste iniziative, che fanno di Celle una vera e propria città dei bambini, sono completamente gratuite e proseguono con altri eventi nei mesi di luglio ed agosto. Luglio (6/8) si apre con Libri al Sole, mostra mercato dell’editoria indipendente: sei edizioni di successo alle spalle, il Salone del Libro di Torino a fare da rampa di lancio fin dall’esordio, per una

manifestazione finalizzata a trovare spazi per gli autori, valorizzare gli editori indipendenti, incentivare la lettura. Per Disegni al Sole un argomento importante, quello della diversità e dell’incontro fra differenti culture: il concorso di illustrazione, giunto ormai alla sesta edizione, coinvolge ogni anno un grande numero di illustratori e di scuole, le cui opere sono in esposizione all’interno della galleria Crocetta per tutta la durata di Libri e Disegni al Sole. L’artigianato vivo ligure tornerà protagonista nella diciassettesima edizione di Mand’Ommu: cinque giorni, dal 18 al 22 luglio, per conoscere l’eccellenza nelle produzioni liguri e ammirare in diretta l’arte di abili artigiani che ricreano in galleria Crocetta l’atmosfera dei loro laboratori. Insomma un percorso di scoperta del made in Liguria, per regalare a chi soggiorna a Celle una chiave originale ed insolita per scoprire ed amare la nostra regione. Ospite d’onore sarà il collaudato proget-

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MARITTIMO-IT FR-MARITIME

“LA COOPERAZIONE NEL CUORE DEL MEDITERRANEO”

“Pyrgi”

Comune di Celle Ligure

Consorzio Promotur


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to Pyrgi, nel quale il Comune di Celle Ligure è partner insieme al Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola di Albenga: un’opportunità per riscoprire ed apprezzare i grandi tesori del Mediterraneo, dal chinotto al basilico, dagli agrumi al mirto sardo e per portarsi a casa l’aroma inconfondibile del Mare Nostro. Mand’Ommu non è solo artigianato, ma anche grandi eventi, a partire da Il Mare in Fiamme, spettacolo pirotecnico (sabato 21 luglio) e continuando con concerti, musica, ballo ed intrattenimento per i più piccoli. Mercoledì 18, grande serata Bandiera Blu, per celebrare con una manifestazione ufficiale e, a seguire, un grande concerto, un importante riconoscimento internazionale che per la diciassettesima volta consecutiva premia l’impegno dell’Amministrazione comunale nei confronti della salvaguardia dell’ambiente e il mare di Celle con le sue strutture balneari. Luglio è anche grande sport grazie alla XXIV edizione del Meeting Arcobaleno AtleticaEuropa, in programma giovedì 12 luglio: oltre cinquecento atleti provenienti da una trentina di nazioni si confrontano sulla pista dello Stadio comunale G. Olmo, per aggiudicarsi importanti trofei. Durante l’estate non mancherà la musica di qualità grazie al Busker’s Festival (11, 17, 24 luglio e 7 agosto) e al Dowtown Music Fest (13 luglio e 8 agosto) rassegne musicali itineranti organizzate dal Comune di Celle in collaborazione con Corelli Musica, la prima, e con l’Associazione culturale Raindogs, la seconda. Serate di liscio, musica leggera (da segnalare Un tuffo nei ricordi con la 328 Band, sabato 28 luglio, in via

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Boagno), concerti dedicati ai più giovani (tra gli altri il Dani’s Show, in memoria del giovane savonese Daniele Siccardi, con una finalità benefica), musica classica (domenica 29, presso la Chiesa di San Michele Armonie sacre, percorrendo le terre di Liguria), teatro dialettale a cura del Sipario Cellese animeranno le serate di tutta l’estate. Spazio anche al cinema con la Rassegna del Cinema Indipendente, che quest’anno festeggia la decima edizione, da giovedì 23 a domenica 26 agosto. Evento centrale del mese di agosto, sarà La Notte Bianca, in programma martedì 21: l’Amministrazione comunale e tutti gli operatori turisticocommerciali stanno confezionando una notte magica all’insegno della movida, dello shopping e del divertimento. Centro storico, via Colla e Piani di Celle saranno animati da musica dal vivo, balli sfrenati e cabaret: dal tardo pomeriggio giochi, laboratori e animazione per i bambini e poi grandi eventi itineranti, per finire con una grande serata danzante e disco music no stop. Non mancheranno assaggi e degustazioni, all’insegna del sapore dell’estate. Durante tutta la stagione estiva grande spazio sarà dedicato agli itinerari di scoperta dell’arte e della cultura di Celle, grazie ad una serie di visite guidate realizzate dal Comune di Celle Ligure nell’ambito di un progetto cofinanziato dal Sistema Turistico Locale Italian Riviera. Alle tradizionali visite guidate serali, che propongono due diversi itinerari, uno storico e l’altro di conoscenza dell’arte ceramica (ogni lunedì alle 21, dal 25 giugno al 27 agosto, con i percorsi alternati), si aggiungono le iniziative Celle e la sua storia (itinerario storico

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Redazionale

in data 2 giugno e 7 ottobre) e Trekking vista mare (escursioni guidate nell’entroterra di Celle, in data 17 e 31 luglio e 14 e 28 agosto), oltre ad una serie di cacce al tesoro fotografiche per i bambini, inserite in Navicelle (29 giugno, 13 luglio, 10 agosto). E poi ancora sagre, cominciando con le due feste in frazione Sanda (Sagra dell’estate, 21/24 giugno, Sanda in festa 29 giugno/1 luglio), continuando con Pecorile sotto le Stelle (13/15 luglio) la tradizionale Sagra di San Lorenzo in località Ferrari (10/12 agosto) e concludendo con la Festa del Pesce Azzurro (lungomare Crocetta, 24/26 agosto). Ma non finisce qui: ci saranno, infatti, mostre in sala consiliare, manifestazioni sportive (Miglio Marino a cura dell’Associazione Atleti per caso, gare di pesca con lo Sporting Club, Torneo di beach volley, organizzato dell’Associazione Celle Varazze Volley, Mare non solo: snorkelling, con il Cea Riviera del Beigua) rassegne di prodotti tipici ed enogastronomici (Sotto il Solleone, 11/15 agosto, galleria Crocetta), la tradizionale luminaria sul mare (lunedì 14 agosto), i mercatini in via Colla e il Gazebo delle Occasioni, con le offerte da parte dei negozi del Centro. Discoteca,

karaoke e tanto divertimento saranno assicurati anche dai locali più trandy della movida cellese. Le grandi manifestazioni non terminano nel mese di agosto: sabato 8 sarà inaugurato con una cerimonia pomeridiana ed un concerto serale il progetto Arte in Celle, con il suo museo all’aperto. Sabato 29 e domenica 30 settembre l’appuntamento è con la quinta edizione di Fiori Frutta Qualità, evento di ortoflorovivaismo e biotecnologie a servizio dell’ambiente. Due giorni immersi in un giardino di colori e profumi: dai vivaisti la migliore selezione di piante e metodi naturali per coltivarle; dagli esperti d biotecnologie, fonti rinnovabili da applicare all’agricoltura e al quotidiano. E poi conferenze, incontri con gli esperti, intrattenimento, laboratori per bambini e molto altro. Grandi novità aspettano il pubblico: ci sarà anche Pyrgi per la riscoperta delle antiche tradizioni contadine e delle erbe spontanee, protagoniste delle nostre tavole. Per gli amanti della natura, da non perdere i corsi di agricoltura, organizzati dal Comune, a partire dal mese di maggio, fino all’autunno. Momenti di divertimento, relax e sole: vivi Celle e poi sarà Impossibile non amarla.

Un concerto della rassegna Busker’s Festival e i turisti che affollano la città durante Mand’Ommu

INFO: www.comunecelle.it - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica tel. 019 990021

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Il Santuario dei Cetacei

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IL PROGETTO DI MONITORAGGIO CHE COINVOLGE LE NAVI DELLA CORSICA SARDINIA FERRIES PER CENSIRE BALENE E DELFINI PRESENTI NEL NOSTRO MARE

ome ogni anno è ripartita la sesta stagione del monitoraggio dei cetacei dalle navi di Corsica Sardinia Ferries, nello spazio marino conosciuto come Santuario dei cetacei, grazie al progetto di collaborazione che coinvolge il mondo della ricerca, con il coordinamento di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e la partecipazione di Fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale), Accademia del Leviatano e studenti delle Università di Genova e Pisa. Il progetto di monitoraggio: origini e caratteristiche Nel 2007 l’ISPRA si è avvalsa, per la prima volta, della collaborazione di Corsica Sardinia Ferries sulle tratte LivornoBastia e Civitavecchia–Golfo Aranci.

Il progetto si è poi esteso a tutto il Mar Ligure grazie a nuovi partner: Fondazione CIMA, Università di Pisa e Accademia del Leviatano e dal 2011 ha assunto un carattere internazionale, grazie all’interesse della parte francese del Santuario Pelagos e al coinvolgimento dell’Istituto EcoOcéan. Oggi le tratte coperte sono Savona-Bastia, Nizza-Calvi, LivornoBastia, Livorno-Golfo Aranci, Civitavecchia-Golfo Aranci e Tolone-Ajaccio. Queste collaborazioni permettono un monitoraggio significativo del Santuario Pelagos, che si estende dalla costa francese (punta Escampobariou, vicino a Tolone) alla costa della Toscana (Fosso Chiarone - Grosseto) e a sud fino al nord della Sardegna. Il ruolo della compagnia Per svolgere quest’opera di monitoraggio costante, Corsica Sardinia Ferries è il partner ideale. La compagnia, infatti, ha sempre prestato particolare attenzione all’ambiente e alla salvaguardia della fauna marina, partecipando a

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studi e monitoraggi sin dal 1989. La scelta di utilizzare i traghetti di linea come “piattaforme” di osservazione non è casuale, poiché si tratta di navi che viaggiano con regolarità per lunghi periodi di tempo, mantengono una rotta ed una velocità costanti e garantiscono sempre la stessa altezza dell’osservatore rispetto al mare. I risultati del monitoraggio nel 2011 Nel 2011 sono state avvistate tutte le 8 specie di cetacei presenti nel Santuario ma con una frequenza e distribuzione diversa soprattutto rispetto al 2010, riflesso diretto della variabilità ambientale di quest’area, che necessita di un monitoraggio a lungo termine. Ecco, più in dettaglio, i risultati registrati durante il monitoraggio 2011 nelle varie tratte: Santuario dei Cetacei, tratta del Mar Ligure Occidentale Tolone-Ajaccio Su questa tratta il monitoraggio è stato effettuato per la prima volta la scorsa estate. Gli avvistamenti sono stati ben 143, per un totale di 938 individui di 5 diverse specie. La specie avvistata più frequentemente è la stenella striata (55% degli avvistamenti). Al secondo posto viene la balenottera comune, che rappresenta un terzo degli avvistamenti totali. Infine, sono stati molto numerosi anche gli avvistamenti di capodoglio, incontrato in ben 15 occasioni. Santuario dei Cetacei, tratte del Mar Ligure centrale Nizza-Calvi e SavonaBastia La stenella si conferma la specie più abbondante all’interno del Santuario dei cetacei (207 avvistamenti): gruppi anche di centinaia di individui hanno

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spesso accompagnato i traghetti durante le traversate. Le balenottere (89 avvistamenti) erano particolarmente concentrate nell’area più occidentale del santuario, in corrispondenza di aree ricche di krill, il loro principale nutrimento. Gli avvistamenti di grampi (4 avvistamenti), globicefali (4 avvistamenti), capodogli (8 avvistamenti) e di zifio (1 avvistamento) confermano che questa zona del santuario è molto favorevole alla presenza di specie che si nutrono di calamari di profondità (specie teutofaghe). Non sono mancati i tursiopi, avvistati in 9 occasioni e sempre sottocosta, quindi all’arrivo in Corsica, Liguria o Costa Azzurra. Particolarmente importante è stato anche l’avvistamento di un gruppo di delfini comuni, una specie ormai considerata assai rara in questa zona. Santuario dei Cetacei, tratte del Tirreno settentrionale Livorno-Bastia Il tratto toscano-corso viene realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa ed è l’unico che copre tutto l’arco dell’anno. Viene effettuato in contemporanea anche il monitoraggio degli uccelli marini (con il coordinamento di ISPRA), in collaborazione con il Centro Ornitologico Toscano, in modo da comprendere la biodiversità marina dell’area. Di estremo interesse il ritorno della balenottera comune, non più avvistata da dicembre 2008. Da aprile a giugno e poi da ottobre 2011, i soffi di questi grandi mammiferi marini sono stati nuovamente avvistati dai ponti dei traghetti della Corsica Sardinia Ferries. Frequente il tursiope, che può contare su un ampio tratto di mare relativamente poco profondo, habitat ideale di questa


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specie, e la stenella, soprattutto in acque più profonde fra Capraia e Corsica. Due avvistamenti di capodoglio hanno completato gli “incontri” della scorsa estate. Santuario dei Cetacei, tratte del Tirreno centrale Livorno-Golfo Aranci Durante il primo anno di monitoraggio, questa tratta si è rivelata ricca di avvistamenti. Oltre a branchi di stenelle (46) e qualche balenottera (6 avvistamenti) anche specie più rare, come capodogli (4 avvistamenti) e zifi (3 avvistamenti). Il passaggio nell’arcipelago toscano, inoltre, garantisce anche avvistamenti di tursiopi. Tirreno centrale, a sud del confine orientale del Santuario dei Cetacei, tratta Civitavecchia-Golfo Aranci In questo tratto di mare l’Accademia del Leviatano ha già condotto studi analoghi venti anni fa. Il confronto storico e gli studi condotti a partire dal 2007 confermano l’importanza del Tirreno centrale per le presenze e la varietà di cetacei. Nel 2011 sono stati compiuti 149 avvistamenti di cui 49 solo di balenottera

comune. A seguire la stenella (37 avvistamenti), lo zifio (9 avvistamenti), il tursiope (5 avvistamenti) ed un avvistamento di grampo. Questi risultati vanno ad integrare i dati raccolti negli ultimi 5 anni: il database costituito finora è uno dei più estesi nonché l’unico derivante da un monitoraggio costante, su larga scala e a lungo termine, sulla ricchezza dell’ecosistema marino del Mar Mediterraneo. Grazie a questi monitoraggi è stato possibile individuare, nell’area del Tirreno centrale, una zona di alimentazione importante per le balenottere, che recentemente è stata proposta come nuova area protetta del Mediterraneo.

L’estensione del Santuario dei Cetacei nella carta nautica del Mar Ligure

Liguria, Bandiere Blu da record! La Liguria si conferma ancora campione regionale con 18 località (una in più rispetto allo scorso anno) dove quest’estate sventolerà ancora la Bandiera Blu. Il riconoscimento è arrivato nel corso della consueta cerimonia di consegna del vessillo avvenuta a Roma. Un’assegnazione che quest’anno vale moltissimo. Nel corso dell’anno si è proceduto al monitoraggio delle acque del mare e delle aste fluviali e di tutti gli altri parametri necessari per riavere la Bandiera Blu. Incontri si sono avuti tra i dirigenti Fee e i sindaci della Riviera, che avevano illustrato una serie di progetti per garantire sempre la massima pulizia del mare e servizi efficienti nei porticcioli. E i valori delle acque, costantemente monitorati, essendo sempre rientrati nei parametri previsti, hanno riaperto la strada alla riconsegna della Bandiera Blu. Un riconoscimento che non giunge troppo inaspettato: “La nostra è la provincia più blu in una regione che è ancora più blu. Del resto – dice il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza – non si sono verificate situazioni particolari tali da mettere a repentaglio l’assegnazione. I parametri per ottenere la certificazione si fanno sempre più stringenti, pertanto ottenere di nuovo il riconoscimento è un’ulteriore conferma che si sta lavorando nella direzione giusta. Un plauso va agli enti, ai Comuni, alle direzioni portuali e naturalmente ai bagni marini”. Ecco l’elenco delle località premiate: Albissola Marina, Albisola Superiore, Loano, Celle Ligure, Spotorno, Varazze, Finale Ligure, Noli, Savona – Fornaci e Bergeggi. La situazione nel resto della regione: Lavagna, Moneglia e Chiavari (Genova); Sanremo, Camporosso e Bordighera (Imperia) e Lerici e Ameglia (La Spezia).

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ette cime per conquistare le Alpi Liguri, sette cime per ricordare un’impresa mondiale. Torna nel weekend del 7 e 8 luglio l’ormai classico appuntamento con il “Seven Summits Challenge”, trekking sulle vette ai confini tra la provincia di Imperia e quella di Cuneo, ideato sulla falsariga dell’impresa realizzata dall’alpinista e uomo di avventura Lorenzo Gariano, imperiese che per molti anni ha vissuto in Inghilterra. Il 2 gennaio del 2009 Gariano, arrivando sul punto più vicino al cielo del Vinson Massif (4.897 metri slm), la montagna più alta dell’Antartide, completò l’impresa di scalare le cime più alte di ognuno dei sette continenti, ter-

zo italiano nella storia a riuscirci. In carniere finì così tutta la “collezione” che, iniziata nel febbraio del 1997 in Africa con l’ascesa al Kilimanjaro, era poi proseguita con l’Aconcagua (Sudamerica, 6.959 m, marzo 2000), l’Elbrus (Europa, 5.642 m, settembre 2000), il Mac Kinley (Nordamerica, 6.194 m, giugno 2001), l’Everest (Asia, 8.948 m, maggio 2006) e la Carstensz Pyramid (Oceania, 4.884 m, dicembre 2006), fino all’ultima fatica di tre anni fa. Da allora, per celebrare l’evento e, soprattutto, per valorizzare anche il ricco patrimonio naturale e montano dell’entroterra ligure, ogni estate viene organizzato (dall’Associazione Oltre, affiliata Csen, e dalla sezione di Imperia Alpi Marittime del Club Alpino Italiano) il Seven Summits Challenge nel quale,

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Una quarantina gli escursionisti che hanno concluso l’impresa, tra cui diverse donne

assieme allo stesso Gariano, gli escursionisti che lo desiderano possono sfidare la propria resistenza e scalare sette montagne, tutte ampiamente sopra i 2.000 metri di altitudine. E’ una sfida appassionante, riservata naturalmente a camminatori esperti e preparati (non vi sono tratti alpinistici), ma non impossibile. “Da sottolineare che non si tratta di una gara: si procede in gruppo - dicono gli organizzatori -. Una quarantina sono stati in totale, negli anni scorsi, coloro che l’hanno portata a termine, comprese diverse donne. Pochissimi hanno dovuto rinunciare strada facendo, ma solo per la stanchezza. L’edizione inaugurale è stata articolata in tre giornate, con base a Coldinava. Nel 2010 si è svolta anche le versione “Extreme”, in un sol giorno, con una dozzina di partecipanti che sono riusciti, a passo spedito, a completare il percorso in poco più di 11 ore. Il

Challenge è ovviamente rivolto a persone che abbiano confidenza con la montagna e con un buon grado di preparazione. La partecipazione dei minorenni è consentita solo se accompagnati dai genitori. Le iscrizioni si chiuderanno il 2 luglio e ci si riserva di limitare il numero dei partecipanti, vagliando con attenzione le richieste. L’’assistenza è garantita da un mezzo fuoristrada. L’iniziativa è inserita nel calendario ufficiale del Cai di Imperia”. Il format della quarta edizione, come l’anno passato (quindici finisher), prevede dunque due “tappe”, con sosta intermedia per il pernottamento al Rifugio Don Barbera (Colle dei Signori, 2.070 metri slm). Le novità sono la partenza da Ormea (in precedenza si è sempre partiti da Viozene) e l’introduzione, come prima vetta, dell’omonimo Pizzo. L’arrivo è sempre fissato a Monesi di Triora, per valorizzare anche in estate l’unica stazione sciistica del ponente ligure. Il primo giorno è prevista l’ascesa al Pizzo d’Ormea

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(2.476 m), al Monte Mongioie (2.630 m) e alla Cima delle Saline (2.612 m), per un totale di oltre 2.200 metri di dislivello positivo, su una lunghezza di circa 20 km. La domenica sarà invece la volta di Punta Marguareis (2.651 m), Monte Bertrand (2.482 m), Cima Missun (2.356 m) e, a conclusione, del Monte Saccarello (2.200 m), per 1.600 metri di dislivello positivo diluiti in 22 km di cammino. “Il Challenge ideato da Lorenzo – dice uno degli escursionisti che ha preso parte alle precedenti edizioni dell’iniziativa – è un’affascinante esperienza che consiglio a tutti gli amanti della montagna, purchè allenati ed equipaggiati. Al di là dell’accattivante sfida e del confronto con sé stessi, vivere due giorni in gruppo assegna al Challenge i connotati della spedizione in un ambiente integro, dove il rifugio che ti accoglie diventa luogo di aggregazione e di ristoro nell’affrontare tante cime in rapida successione. Quest’anno ci sarà la novità che riguarda l’inserimento del Pizzo d’Ormea, variando la tipologia del

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percorso, con una miglior distribuzione della fatica fisica sulle due giornate. Il Marguareis in chiusura della prima giornata, salito dal Passo delle Capre, rappresentava davvero un cimento dopo Mongioie e Saline, la collocazione ad aprire la seconda giornata della più alta vetta delle Alpi Liguri renderà le Seven Summits una 48 ore da vivere tutti insieme intensamente”. A tutti coloro che affrontano l’appassionante sfida è consuetudine che venga consegnato un prestigioso diploma ed una t-shirt ricordo. Al di là del valore fisico ed atletico dell’impresa, il Seven Summits Challenge rappresenta un’occasione pressoché unica per scoprire il meraviglioso ambiente delle Alpi Liguri ed ammirare il Mar Ligure da terrazze d’eccezione. Nel salire e scendere dalle montagne incontrate lungo il percorso si aprono squarci di rara bellezza nei quali, alternandosi tra aspre rocce e boschi rigogliosi, una biodiversità unica al mondo, il mare continua a fare capolino all’improvviso, quasi a ricordare che solo in questa zona dell’Italia si può camminare oltre i “duemila” e godere di queste incantevoli vedute. Graziano Consiglieri (ha collaborato Stefano Sciandra)

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Il Seven Summits Challenge rappresenta un’occasione imperdibile per scoprire il meraviglioso ambiente delle Alpi Liguri ed ammirare il Mer Ligure



La Val Nervia Prosegue con questa seconda puntata , il nostro viaggio alla scoperta degli splendidi borghi della vallata


Attualità

Gli gnomi della bottega d’arte di Oreste Polidori.

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rima di proseguire nel nostro percorso per la Val Nervia andiamo a visitare l’antico Castello Doria di Dolceacqua. Originariamente la struttura fu composta nel XII secolo da una torre circolare, tuttora esistente,e da un edificio minore dove risiedeva l’ufficio di guardia. Il castello fu ampliato nel XVI secolo da Stefano Doria, al quale aggiunse un bastione speronato nel settore orientale e le due torri quadrate. Nel 1942 è diventato proprietà del Comune di Dolceacqua, e recentemente ristrutturato , è disponibile per eventi e celebrazioni di ogni genere, moltissime sono le coppie che decidono di sposarsi in questo luogo suggestivo e romantico. Salendo per il carruggio del Borgo Medievale non potete mancare di visitare la bottega d’arte in Via Castello 9 di Oreste Polidori e sua moglie Elena. Lui un artista locale versatile di acquarelli e dipinti. Le sue opere sono esposte anche nello stato della Georgia(USA) .Nel corso degli anni ha ottenuto vari premi e riconoscimenti. Elena realizza cre-

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azioni artistiche dipinte a mano, iniziali, targhette personalizzate e peperetine. Ma la sua passione: i“micro gnomi” in pasta di ceramica, figurando gnomi di tutti i generi. La leggenda narra che tenere uno gnomo in casa o in giardino porta fortuna, guadagno e amore. Questi sono gli gnomi di Dolceacqua che, grazie ad una storia d’amore, scesero la collina e si trasferirono nella “Casa che Ride”. Per informazioni: 333 3747755 Nel lato “Borgo” di Dolceaqua, sulla piazza centrale che costeggia la provinciale, possiamo fermarci a gustare un buonissimo gelato, specialità dello “Lo Snack Bar Gelateria La Poveraccia”, seduti all’ombra nel grande dehors ad ammirare la stupenda vista del castello. Presso “La Poveraccia”si possono altresì

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scegliere dei panini oppure piatti caldi o una buonissima insalata estiva . Per un buon pranzo, o una romantica cena ma anche una semplice pizza cotta nel forno a legna, vi consigliamo il “Ristorante Pizzeria Il Borgo”. Nella stagione estiva potrete godere il fresco all’ombra dei platani, seduti nell’ampio dehors e assaggiare le specialità gastronomiche di grigliate di carne o di pesce accompagnati da un buon bicchiere di vino Rossese di Dolceacqua, o di Vermentino e Pigato. Il “Ristorante Pizzeria Il Borgo” nella stagione estiva è aperto tutti i giorni dove i titolari vi aspettano in un ambiente accogliente e familiare. Per prenotaz. o info: 0184 206972 Se poi decidete di fermarvi per qualche giorno a Dolceacqua possiamo raccomandare due strutture accoglienti e curati in ogni dettaglio nella pace e tranquillità di questo antico borgo. Il B&B “Dolcedisera” si trova in Via del Castello 18, nel cuore del villaggio medievale avvolti in una magnifica atmosfera un B&B di charme per dormire “chic” ma low cost. Perfetto per un week-end ro-

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mantico o una rilassante vacanza. Il B&B “Dolcedisera” propone un ambiente in armonia con il luogo e una calda accoglienza per gli ospiti. Per informazioni e prenotazioni Tel. 0184 206421 oppure 333 3862850 www.dolcedisera.it Foto B&B Dolcedisera

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In alto gli accoglienti dehor della gelateria “La Poveraccia” (s snistra) e del ristorante pizzeria “Il Borgo” (a destra) Sotto e a lato gli interni del B&B “Dolcedisera”


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Il B&B “Le Gemme”, all’ombra del castello di Dolceacqua

Anche il B&B “Le Gemme” si trova nel centro storico di Dolceacqua denominato “A Tera” in Via Castello 2.. La casa, tipica abitazione ligure disposta su tre livelli, offre due suites ideali per famiglie ed una camera doppia, ambienti raffinati ed accoglienti, completamente indipendenti,le camere sono dotate di tutti i conforts e bagno privato. A piano terzo potrete usufruire di una terrazza-solarium con magnifica vista sul Castello. Per informazioni e prenotazioni: 0184 206271 oppure 333 8669323 www.le-gemme.it Foto B&B Le Gemme Lungo la provinciale 64 a circa un chilometro da Dolceacqua ci troviamo al bivio che sale a sinistra verso Rocchetta Nervina e altri paesi dell’entroterra. Rocchetta Nervina 220 mt sul mare, è un antico borgo medievale fondato dai conti di Ventimiglia, bagnato dal Rio Barbaira. Sul monte Abellio, che prende nome da un dio celtoligure, sono venuti alla luce reperti che rivelano un’origine addirittura preromana di Rocchetta Nervina. L’abitato conserva un perfetto impianto difensivo a cortina ed è

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collegato alle strade d’accesso per mezzo dei due ponti a schiena d’asino: mentre del castello rimangono, invece, solo alcune rovine. Alla confluenza dei torrenti Oggia e Barbaira potete ammirare la bellezza di un grande arco romano, e inoltrandovi all’interno del paese trovate angoli caratteristici e stretti carruggi con erte scalinate e passaggi coperti. La chiesa parrocchiale di Santo Stefano rifatta in forme barocche nel settecento, è preceduta da un portichetto con l’architrave datato 1536. Rocchetta Nervina è conosciuta anche per le sue cascate e laghetti di acqua color smeraldo dove d’estate arrivano molti turisti e abitanti della zona intemelia per godere il fresco e fare il bagno circondati da una bellezza indescrivibile. Se vogliamo fermarci a mangiare in questo paese delle meraviglie, all’entrata della piazza dopo il parcheggio troviamo il Ristorante Gentile dove Claudio e Katia, proprietari dal 2008, ci aspettano per farci assaggiare le gustose specialità di ravioli e tagliatelle al vino rossese oppure i piatti tipici locali, ma per chi lo desidera c’è la possibilità

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di gustare del buon pesce fresco e la carne alla griglia accompagnati da ottimi vini. Per prenotazioni: ristorantegentile@libero.it oppure chiamando 0184 207938 Lasciando Rocchetta Nervina scendiamo di nuovo a valle e riprendiamo la provinciale 64 per arrivare ad un altro borgo medievale, Isolabona, il suo nome deriva dall’unione dei termini insula cioè isola , perché il paese è collocato su un isolotto del fiume Nervia, e bona da buona per l’ospitalità dei suoi abitanti e per il clima mite. E’ un tipico borgo montano, arroccato su un monte e racchiuso da una cinta fortificata. Entrando nel paese a piedi attraversiamo il ponte medievale costruito con un’unica arcata che permette l’attraversamento del fiume,le strette vie mettono in comunicazione le due piazze, Piazza Piccola e Piazza Grande. In Piazza Piccola c’è una stupenda fontana ottagonale che risale al 1486 e in Piazza Grande si affacciano la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena la cui struttura originale è di un edificio del tardo medioevo, di cui restano

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le colonne nella cantoria. L’edificio venne ristrutturato nel settecento, conservando le parti antiche medioevali, e l’oratorio di Santa Croce che risale al XVII secolo. Prima di arrivare a Piazza Grande in Via Veziano 28, troviamo il caratteristico e accogliente “Ristorante Pizzeria Enoteca Da Vittorio” dove potrete assaporare piacevoli pranzi e prelibate cene all’insegna del buon cibo e dall’ottima accoglienza che i titolari Mauro e Vittorio affiancati dallo Chef vi sapranno consigliare i piatti accurati delle tradizioni Regionali, Piemontesi e Calabresi, oltre ad esclusivi piatti a base di pesce fresco. Da non per-

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L’ingresso del Ristorante Gentile a Rocchetta Nervina. A destra la Piazza Piccola di Isolabona con la fontana medievale e sotto il bar del Ristorante Pizzeria “Da Vittorio”


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dere i primi preparati tutti con pasta fresca fatta in casa; i dolci anch’essi fatti tutti in casa vengono realizzati con le ricette delle nostre care nonne; anche i vini di classe, godono di una ottima ed ampia scelta. I prezzi mai eccessivi caratterizzano il locale, che nel periodo estivo offre la possibilità ai propri clienti di soggiornare nei carruggi tipicamente adibiti per tale occasione. E’ possibile optare per una gustosa pizza con impasto fatto con farina certificata biologica proveniente dalle Langhe, prodotta dal “Mulino Sobrino di La Morra”. Info e prenotazioni al 0184 1928545 oppure visitando il sito www.ristorantedavittorio-Isolabona.it Salendo per il paese alla sommità del colle e facendo alcune rampe di scale arriviamo al Castello dei Doria, edificato tra il XIII e il XIV secolo, costruito per la difesa del borgo. Le rovine del Castello sono state restaurate dall’Amministrazione Comunale con il parziale rifacimento della torre e la realizzazione di un teatro all’aperto dove ogni anno si svolge Il Festival Internazionale delle Arpe, quest’anno dal 26 al 28 luglio, un appuntamento musicale unico nel suo genere in un’atmosfera magica e suggestiva.Tornando indietro al grande parcheggio disponibile per tutti i visitatori ad Isolabona, in Via Roma 32, è sito il “Ristorante da Bruno”. Dal 1972 Bruno e suo figlio Mariano gestiscono questo ristorante rustico ma semplice, caldo ed accogliente.

Un caratteristico scorcio di Isolabona e in alto la sala del Ristorante “Da Vittorio”

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Specialità del ristorante sono piatti di carne e pesce, cucina ligure tipica preparata in modo tradizionale, ma anche cucina nazionale e vegetariana. Un ampia carta dei vini, locali e esteri da gustare insieme al vostro pranzo o cena. Al Ristorante da Bruno, la pasta e i dolci sono rigorosamente fatti in casa. Il Ristorante rimane chiuso il lunedì e martedì. Per prenotazioni 0184 208682.

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Per questo numero ci fermiamo qui ma nel prossimo vorremo continuare il nostro percorso ed itinerario parlandovi della via dell’olio e del vino, specialità della Val Nervia ma anche di altre vallate dell’entroterra imperiese. Victoria Batchelor

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Tornano anche questo mese i ragazzi del Dams di Imperia con la rubrica Damspace curata dagli studenti del collettivo Eutropia, on line su eutropiadams.wordpress.com. Il secondo appuntamento dello spazio dedicato ai talenti emergenti della cultura giovanile presenta due personaggi che, grazie alle lezioni del Dams, si stanno facendo strada nel mondo della creatività. La prima è la cantante “istintuale” Alex Bartolo, vincitrice del premio Isabella d’Este 2011, il secondo il regista horror Francesco Mirabelli, venuto apposta a Imperia da Agrigento per completare la preparazione cinematografica al Dams. Chiude la rubrica una bella disamina del nuovo film di Verdone.

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Alex Bartolo, cantautrice “istintuale” Alex Bartolo è una giovane cantautrice brianzola. Studentessa al Dams di Imperia, ha ricevuto molti riconoscimenti importanti, tra cui il premio Isabella d’Este 2011. In attesta dell’uscita del suo album ha risposto a qualche domanda. Nel tuo blog affermi: “Il mio non è un fare la cantautrice, ma essere cantautrice”. Lo scrivere canzoni fa parte di me e del mio essere come l’essere simpatica, disordinata, pigra. Insomma, come i pregi e i difetti che mi caratterizzano. Uso la musica per esprimermi, è un processo totalmente sincero. E definisci il tuo stile “ istintuale”. Non ho scelto di amare la musica, ci convivo tutto il giorno. Scopro nuovi suoni con la mia chitarra che mi ispirano istintivamente qualcosa e li traduco in parole. È istinto. Quanto ti ha dato e ti dà il Dams nella tua esperienza musicale? Già dai tempi delle superiori sognavo di fare il Dams e non mi pento della mia decisione. Questa scelta mi ha permesso di conoscere persone che hanno per le altre arti la stessa passione che io ho per la musica. Suonare sul palco del piccolo teatro del Dams mi provoca una sensazione di intimità, è emozionante cantare davanti a persone motivate e interessate. Inoltre al Dams

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ho conosciuto persone fantastiche, tra cui il mio amico David Rossi, che sa tradurre i miei pensieri in immagini con la sua macchina fotografica. Abbiamo lo stesso spirito istintuale. Da dove cogli l’ispirazione? Generalmente dalla mia vita, anche se ora sto iniziando a guardare alla vita degli altri. Quando scopri di poter mescolare quello che senti alla musica sei solo con te stesso, poi si impara lentamente a parlare di altre persone. Chi ti ha ispirato? Amo tutta la musica, da Fabrizio De André a Bob Marley. Mi appassiona molto Gianna Nannini, ripercorrendo la sua biografia mi sono sentita simile a lei. In Italia adoro De Gregori, Tenco, Carmen Consoli, Elisa, Bandabardò, Lucio Dalla e altri. Collaborazioni che sogni per il futuro? Anni fa ti avrei risposto Gianna Nannini senza pensarci, ora ti rispondo sempre Gianna Nannini ma ci penso un po’ di più. Ho avuto l’occasione di incontrarla ma solo per qualche secondo, è sempre iper controllata e circondata da guardie del corpo. Inoltre mi darebbe una gioia infinita collaborare con Lorenzo Monguzzi, voce e chitarra dei “Mercanti di liquore” e compositore ed esecutore delle musiche per alcuni spettacoli di Marco Paolini. Sara Pellegrini

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Francesco Mirabelli, l’horror-amatore Francesco Mirabelli è un promettente regista alle prime armi, frequenta il Dams d’Imperia, anche se è originario di Agrigento. È ora in dvd il suo primo cortometraggio, un horror intitolato “Delirium 464”. Lo abbiamo raggiunto per parlarci del suo lavoro. Come ti è venuta in mende l’idea per il soggetto? Il soggetto nasce da una lapide con inciso un leone sopra (dettaglio che ritorna nel film) che ho visto in una chiesa. L’idea di base è di riproporre le atmosfere tipiche degli horror anni 70 come quelli di Mario Bava, che è il mio vate, e Dario Argento, per citarne alcuni. Questo si riflette in tutto il lavoro, dalle inquadrature, alle luci e alla sceneggiatura. Quanto è difficile per un regista amatoriale produrre e far conoscere il

suo lavoro? Molto difficile. Gli ostacoli che un regista si trova davanti sono due: il budget ovviamente limitato e, mi rincresce dirlo, lo scetticismo del pubblico. La qualità risente della mancanza di strumenti avanzati, fuori dalla portata degli amatori, e purtroppo questo frena molti spettatori, che considerano solo la povertà d’immagine e di audio a discapito della cura nella regia e della solidità della sceneggiatura. Hai in mente progetti futuri? Realizzare questo progetto è stato difficile ma gratificante. Non appena ne avrò di nuovo la possibilità, mi piacerebbe esplorare un altro filone dell’horror, il gotico, di cui mi affascinano le atmosfere. Davide Izetta

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“Posti in piedi in Paradiso” per Carlo Verdone Grande amico della Liguria, ospite qualche anno fa di un bell’incontro al Ritz di Alassio con Natalino Bruzzone, Carlo Verdone ha movimentato col suo nuovo film “Posti in piedi in paradiso” (uscito a marzo) le lezioni primaverili del Dams. La pellicola, oggetto di studi e dibattiti tra gli studenti imperiesi, racconta la storia di tre uomini, Ulisse (Carlo Verdone), Domenico (Marco Giallino) e Fulvio (Pierfrancesco Favino), stimati professionisti, che a seguito di sventurati eventi sono costretti a condividere lo stesso appartamento. A far da intermediaria alla incompatibilità caratteriale dei tre sarà Gloria (Michela Ramazzotti), cardiologa stralunata e piena di problemi che instaurerà una tenera amicizia con uno di loro. A tratti ripetitivo ma mai

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banale, “Posti in Piedi in Paradiso” è un film generazionale che rispecchia e invita a riflettere la nostra società. Una società nevrotica, paranoica, in cui sono i figli, spesso più maturi di loro, a doversi prendere cura dei genitori. Sempre a marzo, Verdone ha anche pubblicato con Bompiani la sua autobiografia “La Casa Sopra i Portici”. Tra aneddoti curiosi, tragici e divertenti, il libro racconta in modo autentico e appassionato la storia di una famiglia e di una casa, con gioie e dolori assortiti. Verdone lo definisce “il suo film più importante” ed è veramente così, perché niente al mondo è più importante dei nostri ricordi, belli o brutti che siano.

C A P Davide Fazio

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Cultura • Spettacoli

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Un corso di studio sul quale costruire la propria professionalità sull’asse Imperia-Nizza Mi capita sempre più spesso di incontrare giovani che lavorano nell’ambito dello spettacolo o che fanno esperienze di tipo creativo legate a contesti molto concreti quali la psicologia, la formazione, la disabilità. Molti di questi sono laureati al Dams e riescono a esprimere le loro capacità in contesti di forte impatto sociale, in maniera fortemente costruttiva. Potrei quasi azzardare che i laureati Dams, quasi come i laureati in medicina, riescono a mantenere la barra al centro del loro futuro, avendo chiaro in mente cosa significa costruirsi con le proprie mani una professionalità. E sempre più mi convinco che il Dams offre una laurea “duttile”, aperta a tutti quegli aspetti che riguardano il video, il cortometraggio, l’illuminotecnica, lo spettacolo, la recitazione, il canto, la musica, la televisione, la fotografia, l’animazione, la formazione. E sempre più mi rammarico che il teatro, la recitazione, la fotografia, il cinema, le arti dello spettacolo siano tenute fuori dalla formazione scolastica che a malapena riesce a contenere e a digerire la formazione storico-artistica, quasi che le arti e la creatività fossero un inutile refuso della scolarizzazione. Tutto questo appare incredibile in una società sempre più fondata sull’immagine, sulla comunicazione e sulla multimedialità e dove le professioni artistiche del teatro, dell’industria creativa e della moda molto

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avrebbero ancora da dire nell’economia nazionale. Qui a Imperia il Dams, che in molte realtà accademiche italiane sta chiudendo i propri corsi di studio, cerca di resistere rinnovandosi e offrendo nuove prospettive di studio, di lavoro e di ricerca, cercando nella vicina Francia un ponte che proietti questo corso di studi in una dimensione internazionale. E’ quanto mi sono proposta dall’inizio di questo anno accademico che mi vede alla presidenza del corso triennale in Dams e della Laurea Magistrale: costruire un triennio di base che si articoli su una buona conoscenza delle discipline di base delle arti figurative, del teatro, del cinema, della musica e della danza e un biennio fortemente innovativo, in convenzione con l’Ateneo di Nizza Sophia Antipolis, che offra un doppio titolo, francese e italiano. Per questo il corso triennale in DAMS si rinnova offrendo due corsi di lingua traduzione inglese e francese, tre specifiche annualità di discipline storico-artistiche per amplificare la conoscenza delle emergenze monumentali e artistiche nazionali e del territorio, la storia della danza, la

Maurizia Migliorini Presidente del DAMS di Imperia


Via M. Conti, 10 (ang. Corso Diaz) - 17021 Alassio (SV) Riviera Ligure di Ponente tel. 0182.640.821 - 640.766 - fax 0182. 660.028 www.hotelrosa.it info@hotelrosa.it - www.acquarosa.it info@acquarosa.it


Cultura • Spettacoli

fenomenologia e l’antropologia dell’immagine, la storia della musica classica moderna e contemporanea ma anche i testi e la musica dei cantautori italiani, alcuni di questi della fondamentale “scuola ligure” , la storia del cinema, del teatro, l’organizzazione dello spettacolo e vari laboratori di ripresa e montaggio cinematografico, di illuminotecnica, un laboratorio di ufficio stampa e di impresa dello spettacolo, un laboratorio di danza. Ma poiché il corso di laurea triennale non riesce a garantire da solo la necessaria formazione prevista dal Processo di Bologna che vede la formazione universitaria conclusa nel ciclo quinquennale è stato necessario riattivare un nuovissimo Corso di Laurea Magistrale, sempre nella sede di Imperia. Il corso di Laurea Magistrale,di nuova istituzione, si chiamerà Produzione e traduzione audiovisiva per le arti e lo spettacolo, avrà un primo anno di studi nella sede di Imperia e un secondo anno tutto nella sede universitaria di Nizza; esordirà nel 2012, ma proseguirà negli anni a venire, cercando di trasferire sempre di più nell’ambito delle convenzioni internazionali tutte le discipline e i corsi di studio attivati sulla sede imperiese. Il corso di studi si pone l’obiettivo di formare tecnici della produzione e adattamento audiovisivo, per la realizzazione di cortometraggi e, perché no?, di lungometraggi, esperti nella sottotitolazione per il cinema, per i video multimediali e per i testi del teatro e del melodramma, tecnici dell’ adattamento dei testi in sottotitolo per i non udenti e in voice over per i non vedenti. Il nostro territorio ha visto sempre Imperia e Sanremo come sedi privilegiate delle varie edizioni del festival

DAMS

Voci nell’ombra, Imperia è ormai giunta alla settima edizione del Videofestival, perché dunque il Polo Universitario di Imperia non dovrebbe divenire un’eccellenza nella formazione di una generazione di giovani dediti alle professioni del cinema e della realizzazione video? Sarebbe interessante collegare nel tempo a questi corsi di studio sul teatro, sulle arti e sul cinema alcuni Master per puntualizzare, a livello di alta formazione professionale, alcune tematiche difficilmente raggiungibili dai corsi di studio tradizionali, quali la storia e la realizzazione del costume d’epoca per il teatro e il cinema, i corsi di regia e di sceneggiatura cinematografica anche per trasformare lo splendido territorio del ponente ligure nella più straordinaria location cinematografica. Tutto questo spetterà alla sede universitaria di Imperia che dovrà necessariamente trasformarsi, nel futuro, in una realtà transfrontaliera e internazionale connessa al vicino territorio francese al quale è legata da una identità culturale comune, che trae le sue origini da un patrimonio storico, artistico e paesaggistico molto simile e omogeneo. L’esperienza del Dams, della laurea magistrale e di tutti i cicli formativi sulle arti figurative, sul cinema e sul teatro a Imperia meritano dunque di attrarre sempre di più i giovani della nostra regione ma anche quelli di altre sedi universitarie, anche non limitrofe, anche ai fini di valorizzare questo territorio e per restituire a questa riviera la dimensione internazionale e culturale che la rese famosa agli stranieri sul finire del XIX secolo e agli inizi del Novecento. Maurizia Migliorini Presidente DAMS e ProTaV AS

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Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli in scena a Borgio Verezzi con Vite private� di Noel Coward

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Il grande teatro a

Verezzi HUMOUR E IRONIA AL 46° FESTIVAL con OTTO SPETTACOLI IN PRIMA NAZIONALE DAL 6 LUGLIO AL 10 AGOSTO

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orna il grande Teatro a Verezzi, con otto prime nazionali per ventuno sere complessive di spettacolo, tutte nella scenografica piazza Sant’Agostino, che nel lontano 1967 diede i natali al Festival. All’attore e regista Giancarlo Cobelli, recentemente scomparso, va la dedica della 46.a edizione: con le sue regie di Shakespeare e Goldoni aveva impresso la svolta al Festival, portandolo a una dimensione nazionale. Il programma accosta testi della tradizione classica a testi moderni e di drammaturgia contemporanea, aperti alle contaminazioni dei linguaggi e delle arti. Così, accanto ai classici

Shakespeare, Molière, Machiavelli e Gautier, troviamo gli autori moderni e contemporanei Noel Coward, Marc Camoletti, Neil Simon e Laura Sicignano. Dal punto di vista artistico, il 46° Festival Teatrale fa la scelta consapevole di votarsi al sorriso e alla commedia brillante: in questa epoca di diffuso malessere sociale e di preoccupazione per il futuro, il teatro ritrova il proprio originario ruolo di medicina per l’anima e per la società, finzione scenica capace di (s)mascherare la realtà e migliorarla. Il Festival prenderà il via con la Compagnia Gank di Genova, che dal 6 all’8 luglio presenterà “Molto rumore per nulla” di Shakespeare, e prosegui-

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rà con “Vite private” di Noel Coward, con Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli (11 e 12 luglio), “Scintille” di Laura Sicignano con Laura Curino (14 e 15 luglio), “Capitan Fracassa” con Lello Arena (19, 20 e 21 luglio), “Clizia” di Macchiavelli con Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi (24, 25 e 26 luglio), “Boeing Boeing” con Gianluca Guidi, Gianluca Ramazzotti, Ariella Reggio, Marjo Berasategui, Randi Ingerman e Ela Weber (29, 30 e 31 luglio), “Il Tartufo” di Molière con Franco Oppini, Corinne Clery, Domenico Pantano e Miriam Mesturino (3 e 4 agosto) e “A piedi nudi nel parco” di Neil Simon, con Gaia De Laurentiis, Valeria Ciangottini e Stefano Artissunch (8, 9 e 10 agosto). In alcuni spettacoli (Molto rumore per nulla, Capitan Fracassa) i protagonisti stessi vestono i panni di comici o attori, in una sorta di teatro al quadrato, moltiplicato dallo specchio del palcoscenico. Ampio spazio viene dato al racconto, al sogno, al sorriso. In cartellone non mancano testi con elementi di rilevanza sociale, ma il programma abbonda soprattutto di elementi farseschi e giocosi, di situazioni comiche e tragicomiche, soprattutto amorose, di intrighi e capovolgimenti, di travestimenti ed equivoci. Si è voluto dare uno spazio di rilievo alla produzione teatrale ligure d’eccellenza, con una prima assoluta prodotta dal Teatro Cargo di Genova (Scintille di Laura Sicignano) e la prima nazionale di Molto rumore per nulla della Compagnia Gank in coproduzione con lo Stabile di Genova, compagnie già note al Festival e ap-

Piazza Sant’Agostino, da 46 anni cornice naturale del Festival Teatrale in una foto di Carlo Rovelli

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FESTIVAL TEATRALE BORGIO VEREZZI


prezzate dal pubblico e dalla critica. Una nota a parte la merita senz’altro “Boeing Boeing”, fiore all’occhiello della 46.a edizione. La produzione vanta infatti un cast multinazionale e di sicuro richiamo per tutto il pubblico: del cast fanno parte, oltre a Gianluca Guidi, Gianluca Ramazzotti e Ariella Reggio, la spagnola Marjo Berasategui, lanciata da Pieraccioni nel film “Ti amo in tutte le lingue del mondo”, l’americana Randi Ingerman e la tedesca Ela Weber. Il Festival prosegue inoltre il suo percorso di modernizzazione aprendosi sempre più alle contaminazioni dei linguaggi artistici: avremo musica dal vivo in Capitan Fracassa, proiezioni audiovisive e canzoni in Scintille, stacchi musicali e richiami cinematografici in Boeing Boeing, canzoni e danze in Molto rumore per nulla, per una rassegna che si trasforma in spettacolo a tutto tondo, superando i confini della prosa pura. Molti anche gli eventi collaterali: la mostra delle opere di Tonino Conte e Guido Fiorato “Sogni di una Notte d’Estate: suggestioni e personaggi shakespeariani”, esposizione di arte visiva che reinventa in modo originale immagini e personaggi shakespeariani; il 42° Premio Nazionale Veretium per la Prosa, attribuito al migliore attore di prosa della stagione precedente da una

giuria di critici ed esperti di livello nazionale; il 22° Premio Provincia di Savona, assegnato dagli abbonati al migliore attore non protagonista presente al Festival; il 3° Premio Camera di Commercio di Savona, attribuito allo spettacolo che abbia riscosso nell’anno precedente il maggior successo di pubblico ed incasso; la serata “Ragazzi Sul Palco del Festival”, con la rappresentazione di alcuni spettacoli realizzati da studenti e segnalati dalla giuria della omonima rassegna primaverile borgese. Non mancherà, infine, il tradizionale vernissage inaugurale con degustazione di vini e vista panoramica sulla splendida costa ligure, in attesa della Prima. Il Festival Teatrale di Borgio Verezzi è gemellato con il Percfest di Laigueglia, il Festival di Musica da Camera di Cervo e il Palinuro Teatro Festival. Quest’ultimo ospiterà in replica alcuni spettacoli che debutteranno a Verezzi.

INFO: www.festivalverezzi.it

FESTIVAL TEATRALE BORGIO VEREZZI

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Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi saranno in scena con “Clizia” di Macchiavelli


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Biacchessi racconta la Resistenza

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Secondo il cantastorie milanese la Liguria è stato uno dei principali scenari della lotta partigiana, dove emergono spaccati di storia inedita fatta di uomini liberi che hanno combattuto per la Patria

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a Resistenza come valore ancora oggi attualissimo di partecipazione civile, salvaguardia della memoria storica e anelito politico e sociale di libertà. Un tesoro che, negli anni tormentati dell’occupazione nazifascista in Italia, è stato “raccolto” anche in Liguria e che il cantastorie milanese Daniele Biacchessi sta diffondendo a piene mani con la pubblicazione del suo nuovo libro “Orazione civile per la Resistenza”, appena pubblicato da Promomusic e presentato con successo anche a Savo-

na. Vincitore di numerosi premi per l’impegno della sua attività di scrittore e giornalista, Biacchessi, vice capo redattore di Radio 24, è in prima linea nella promozione della cultura della memoria e nella lotta alla disinformazione. Gira l’Italia in intensi tour letterari che si compongono di appassionanti spettacoli di teatro civile, vivaci conferenze e incontri col pubblico, e non cessa mai di tenere d’occhio mail, siti, social network, su cui è costantemente in contatto con il suo numeroso pubblico, nel tentativo di resistere (appunto) al collasso della libertà di stampa, in un mondo che rischia di perdere autorevolezza e credibilità per i flussi di informazione sempre più grandi e incontrollabili che lo sommergono. In un momento in cui, approfittando dell’anonimato della rete, chiunque può leggere e scrivere tutto e il contrario di tutto, Biacchessi continua a consumare le suole delle scarpe andando in giro a cercare storie, trovarle, dipanarle, verificarle e poi raccontarle, muovendosi con sorprendente agilità tra tonnellate di documenti, che – dice lui – a dispetto della mole scoraggiante aspettano soltanto di essere lette. L’intervista sul suo nuovo libro, che in estate sarà presentato anche a Imperia, si è quindi trasformata in un appello a condividere i temi, le

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Il partigiano Felice Cascione autore del famoso inno partigiano “Fischia il Vento”

idee, i valori di cui sono pervase le battaglie della Resistenza, sempre più lontane nel tempo, ma sempre più vicine per spirito e necessità. Quali sono i valori che la Resistenza dovrebbe trasmettere alle generazioni future? «Il valore più importante della Resistenza resta ancor oggi la partecipazione. Battersi perché questa libertà conquistata con il sacrificio e con la morte permanesse nel tempo, per le generazioni a venire, a futura memoria. Del resto i partigiani volevano la libertà per poterla vivere fino in fondo, per consolidarla, per consegnarla come garanzia ai giovani». Ci sono personaggi, episodi, luoghi in Liguria che sono stati importanti per la Resistenza? «Il mio libro non è una somma di storie locali, ma una narrazione collettiva ambientata in tanti luoghi. La Liguria è la culla della Resi-

stenza. C’è stata una Resistenza di città come i Gap di Genova comandati da Gi acomo Buranello. C’è stata una Resistenza di collina e montagna come quella combattuta sull’appennino ligure piemontese dalla potente divisione Garibaldi Cichero di Giovanni Serbandini Bini e Aldo Gastaldi Bisagno. E ci sono stati personaggi straordinari come Felice Cascione, che rappresenta il riscatto di una classe sociale umile: lui, proveniente da una famiglia umile, si laurea in medicina, aderisce alla resistenza e sceglie di stare dalla parte della democrazia. Cascione muore in battaglia come Guido Picelli, Dante Di Nanni e migliaia di altri patrioti. Non erano degli eroi, ma cittadini morti liberi». Nel lavoro decennale di raccolta, verifica e catalogazione dei documenti che compongono il libro, hai incontrato ostacoli particolari? «Nessun ostacolo, anzi tanto, fin troppo entusiasmo. Ho ricevuto oltre mille mail di persone che mi hanno raccontato storie di Resistenza, storie della loro famiglia, di nonni

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BIANCHESSI RACCONTA LA RESISTENZA


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conosciuti e sconosciuti, di fratelli mai più tornati dalle campagne in Russia, di sorelle fucilate e violentate da nazisti e repubblichini, di case e chiese bruciate, di fame, freddo, di bombardamenti, di città distrutte, di solidarietà. Poi ho svolto un lavoro in moltissimi archivi della Resistenza che dovrebbero essere maggiormente conosciuti, dove è conservato un patrimonio documentale e storico straordinario. Infine ho raccolto testimonianze orali, come gli antichi cantastorie, come i ricercatori di cultura e musica popolare come Roberto Leydi, Bruno Pianta, Michele Straniero, Diego Carpitella, come Alan Lomax in America. Ho raccolto le storie degli ultimi partigiani rimasti con le loro splendide rughe e gli occhi scavati dal tempo e dalle storie». Come si può preservare la memoria della Resistenza a dispetto della progressiva e ineluttabile scomparsa dei suoi rappresentanti? «Io racconto una storia a te e tu la racconterai ad altri figli, ad altri amici. Fino a quando queste storie avranno gambe per poter camminare, non moriranno mai. Quando qualcuno si stancherà di raccontarle, queste storie moriranno due volte, con le persone e con le ingiustizie. Non è dunque memoria del passato. È memoria viva, quotidiana, un ponte tra generazioni diverse. È un impegno civile, fatto di piccole cose, di gesti, di atti pubblici e di parole. Con i libri di Giampaolo Pansa i partigiani erano diventati i nazisti e i nazisti i partigiani. Se non avessi scritto la Storia

in Orazione civile per la resistenza un giorno ci avrebbero raccontato che quelle di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema erano delle allegre scampagnate dei tedeschi.» Chi è secondo te il partigiano di oggi? In particolare contro cosa bisogna Resistere? «Bisogna resistere contro le mafie. I partigiani di oggi sono i ragazzi che lavorano nei campi confiscati a Cosa Nostra, alla ‘ndrangheta, al clan dei Casalesi, alla sacra Corona unita. Ogni centimetro di terra sottratto dallo Stato alle mafie è Resistenza. Bisogna resistere ai tentativo di riscrivere la Storia. Infine bisogna resistere a quanti intendono stravolgere la Costituzione che resta la carta dei valori condivisa dagli italiani. Non è nata in Parlamento, bensì in ogni luogo in cui sono stati torturati e uccisi gli antifascisti e i civili».

BIANCHESSI RACCONTA LA RESISTENZA

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Marco Vallarino


Benvenuti alla Rana Grassa ristorante pizzeria brasserie La Rana Grassa, un simpaticissimo nome per un locale particolare. Nato a Spotorno in provincia di Savona dall’idea di alcuni soci di Cooperarci è un ristorante, pizzeria, brasserie di ampie dimensioni con ben 250 posti coperti. Ciò permette di realizzare pranzi per cerimonie di tutti i generi dai matrimoni alle feste scolastiche, dai compleanni agli incontri dei raffinati associati di confraternite enogastronomiche. Gli abili chef della Rana Grassa utilizzano infatti prodotti di prima qualità: il pesce fresco dei peschereggi liguri e le verdure degli orti savonesi conditi con l’ottimo olio della riviera di ponente e

CASA PER FERIE “VILLA PENDICE”

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accompagnati dalla vasta scelta dei migliori vini liguri rossi e bianchi. Ma è anche un piacere degustare nel suo dehor coperto una delle gustose pizze magari accompagnata da un’ottima birra artigianale. La Rana Grassa è aperta tutte le sere da mercoledì a sabato e la domenica anche a pranzo. Inoltre ogni mercoledì viene proposto il “giropizza” con bibita o birra a soli 12 euro e il giovedì sera “i menu pazzi della rana”. Sono molto apprezzate le serate a tema e le serate con intrattenimento.

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Estate 2012 Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle 19,00 alle 24,00

Tutti i Mercoledì sera: GIRO PIZZA + BIBITA O BIRRA PICCOLA a E 12,00 Tutti i Giovedì sera: I MENù PAZZI DELLA RANA TUTTO COMPRESO a E 20,00

Serate a tema

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Serate con intrattenimento Cena con delitto Cena con tombola Cena medioevale Cena con corrida Cena e cabaret Cena Jazz Cena al buio

è gradita la prenotazione


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Costumi da Oscar 109


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IL MITO DI ROMEO E GIULIETTA RIVIVE NEI COSTUMI DEL PREMIO OSCAR DANILO DONATI CREATI PER ILFILM DI ZEFFIRELLI E INDOSSATI QUARANT’ANNI DOPO DALLE DANZATRICI DEL GRUPPO “LE GRATIE D’AMORE” DI LAVAGNA

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mmaginate di potervi un giorno accomodare al volante di una delle fantastiche auto di James Bond, oppure di far indossare alla vostra “lei” il mitico bikini bianco di Ursula Andress in “007-Licenza di uccidere”. Non stiamo parlando della saga cinematografica nata dai romanzi di Ian Fleming ma di qualcosa che con quel mondo fantastico ha molto in comune. Chi, tra i non giovanissimi, non ricorda il “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli? Un film visionario e coloratissimo, vincitore di vari Premi Oscar, in cui una quindicenne Olivia Hussey, non ancora scelta per la parte di Maria di Nazareth, impersonava con straordinaria bravura e acerba malizia una Giulietta che sarebbe piaciuta a Shakespeare? Ebbene, molto del fascino di quel film inglese ma in realtà tutto italiano arriva dalla magia dei costumi che Zeffirelli affidò all’estro straordinario di Danilo

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Il gruppo “Le Gratie d’Amore” insieme a Dario Ballantini alla premiazione di Festivalmare 2011 a Sanremo con La Stampa (Foto di Giuseppe Benini)

Donati, vincitore proprio per “Romeo & Juliet” di un premio Oscar nel 1969. Donati di Oscar ne avrebbe poi vinto un altro, con Fellini, per il “Casanova”. E nella sua straordinaria carriera (è scomparso nel 2001 a 77 anni) ha firmato capolavori rimasti nella storia: con Zeffirelli la Bisbetica Domata e Fratello Sole e Sorella Luna e poi molti altri, dal Francesco di Liliana Cavani a “La vita è bella” e “Pinocchio”, entrambi con Roberto Begnini. I costumi del Romeo e Giulietta furono realizzati in Italia, a Firenze, sotto la direzione del maestro Giorgio Tani presso la Casa d’Arte Cerratelli. Oggi questi abiti, come 25 mila altri “pezzi” che raccontano la storia di un secolo di cinema e teatro italiani e mondiali (ci sono, sempre di Donati e Zeffirelli, anche tutti i costumi di scena di Fratello Sole e della Bisbetica) sono patrimonio della Casa d’Arte Cerratelli di San Giuliano Terme (Pisa), presieduta dallo stesso Zeffirelli, diretta da Floridia Benedettini, curata da Diego Fiorini con la consulenza di Bruna Niccoli docente di storia della Moda e del Costume presso l’Università di Pisa. Proprio grazie all’entusiasmo di Bruna Niccoli, il gruppo di danza storica Le Gratie d’Amore dei Sestieri di Lavagna ha potuto coronare nel 2010-2011 il sogno di qualunque danzatore di ogni

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latitudine: indossare gli abiti del Romeo e Giulietta e danzare la celebre, indimenticabile “moresca” che, musicata da Nino Rota con la suggestiva coreografia di Alberto Testa, Zeffirelli inserì nel film per far incontrare e innamorare i due giovani. Prima la mostra “Costumi per un Medioevo” nel novembre 2010 a San Giuliano Terme, dove sono custoditi quei preziosi capolavori, poi Lavagna dove nell’estate del 2011 la Torta dei Fieschi, una rievocazione storica nata nel 1949, ha avuto il privilegio di ospitare una ricca selezione di abiti del film. Abiti talmente prestigiosi da essere stati esposti poche volte dal ’68 ad oggi: una delle ultime dal 27 al 31 maggio 2009 al Time Warner Center di New York. Un gemellaggio, quello tra i Sestieri di Lavagna organizzatori della “Torta” e la Fondazione Cerratelli, che ha avuto il valore di una riscoperta anche perché nel 1955, tredici anni prima di Zeffirelli, i Sestieri si erano avvalsi proprio della Cerratelli per far realizzare il costume del Conte Fiesco, utilizzato nella rievocazione storica di

COSTUMI DA OSCAR


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Lavagna fino ai primi anni Ottanta e tuttora esistente. La rievocazione di Lavagna celebra il matrimonio medievale, a metà tra storia e leggenda, tra Opizzo Fiesco e Bianca de’ Bianchi; la tragedia scespiriana l’amore sfortunato tra Giulietta e Romeo: due storie, insomma, dove l’amore è protagonista a tutto tondo. Quale gemellaggio migliore, quindi? La mostra “itinerante” promossa a Lavagna ha avuto anche una straordinaria sorpresa: perché accanto ai fantasmagorici costumi indossati dalle dame ospiti nella festa a casa Capuleti, a quelli di donna Capuleti, madre di Giulietta, e del Principe di Verona – tutti indossati dal gruppo di danza nella sfilata del 14 agosto - le Gratie d’Amore e i Sestieri di Lavagna hanno ottenuto dalla Fondazione Cerratelli il permesso di esporre anche i due abiti principali del film: il costume indossato da Leonard Whiting-Romeo in quasi tutte le scene (dal ballo in casa Capuleti all’incontro sul balcone) e quello

indossato da Olivia Hussey-Giulietta nel finale tragico del dramma scespiriano: il finto funerale e il suicidio nella cripta quando Giulietta si risveglia e trova Romeo senza vita. Due abiti preziosissimi e famosi, ritratti in centinaia di foto e ripresi da siti Internet di ogni latitudine, e che una coppia di fortunati ragazzi delle Gratie hanno anche avuto il privilegio di indossare per un indimenticabile servizio fotografico di cui Vi proponiamo alcune immagini insieme a quelle originali del film e ad altre, scattate durante il concorso nazionale di danza storica di Cassine o la premiazione sul palco di piazza Borea d’Olmo a Sanremo, per l’edizione 2011 di Festivalmare – La Stampa. Un tuffo nel mito che, ci si augura, avrà nel 2012 e nei prossimi anni altri suggestivi “agganci” tra il mondo magico del costume teatrale targato Cerratelli e la rievocazione storica delle Gratie d’Amore e dei Sestieri di Lavagna. Marco Raffa

INFO: www.legratiedamore.com www.tortadeifieschi.com www.fondazionecerratelli.it

COSTUMI DA OSCAR

Le immagini della mostra di New York del 2009: http://photobucket.com/images/romeo & juliet zeffirelli

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Cultura

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Cultura

I Giardini Hanbury a Ventimiglia

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nche questa primavera a Ventimiglia l’arrivo della bella stagione porterà tanti turisti italiani e stranieri, oltre che i residenti, a visitare i Giardini Hanbury. Lo splendido scenario naturalistico, ricco di storia e tradizione, sorge sul promontorio della Mortola, a pochi chilometri dal confine francese. Occupa una superficie di 18 ettari, su un terreno digradante dalla collina al mare. L’aspetto paesaggistico è tipicamente all’inglese, con vialetti irregolari e romantici rustici pergolati e patii, con la pittoresca vista del mare sullo sfondo. Il parco è anche attraversato da un tratto dell’antica strada consolare via Julia Augusta; per la conformazione geografica l’accesso alla villa è dal suo lato superiore. La sua realizzazione fu iniziata nel 1867 dal viaggiatore inglese Sir Thomas Hanbury, che dopo aver acquisito il palazzo dei marchesi Orengo di Ventimiglia, tutt’ora esistente, rilevò anche i terreni circostanti, su cui diede vita a uno splendido giardino con specie botaniche raccolte in ogni

parte del mondo. Per sviluppare il progetto si fece aiutare dal fratello Daniel, giunto appositamente dall’Inghilterra, da diversi botanici (tra cui i tedeschi Ludwig Winter e Alwin Berger) e da una manovalanza di giardinieri stabilitisi nelle vicinanze. In breve il giardino divenne rinomato in tutto il mondo. Alla morte di Sir Thomas (nel 1907), il figlio Cecil e la nuora Lady Dorothy portarono avanti l’opera fino alla seconda guerra mondiale, quando il sito dovette essere abbandonato. Nel 1960 lo stato italiano acquistò dagli eredi il complesso, che nel 1962 fu affidato all’Istituto Internazionale degli Studi Liguri, che però nel 1979 fu costretto a rinunciare al gravoso impegno di ricostruzione post-bellica. Successivamente, nel 1987, la gestione venne affidata definitivamente alla Università degli studi di Genova, che ancora oggi la porta avanti con impegno e successo. L’ingresso ai Giardini Hanbury, valido per una intera giornata dalle 9.30 alle 18 circa, è di 9 euro per l’alta stagione. Archivio GBH - foto Daniela Guglielmi

INFO: www.giardinihanbury.com

VILLA HANBURY


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VILLA HANBURY

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Villa Margherita:

il museo del ponente Ligure 119


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alla metà dell’Ottocento, dopo la costruzione della ferrovia, Bordighera è diventata meta privilegiata di un turismo soprattutto d’élite. Molti, attirati dal clima mite di questo lembo di Liguria e dal paesaggio insieme aspro e dolce che caratterizza questa terra, decisero di stabilirvi la propria residenza. Italiani ma anche stranieri, provenienti soprattutto dall’Inghilterra, dove questa cittadina era stata resa celebre, tra l’altro, dal romanzo di Giovanni Ruffini, Il dottor Antonio, pubblicato, in lingua inglese, dall’esule mazziniano originario di Taggia nel 1855 a Edimburgo. I nuovi abitanti lasciarono un segno nella costruzione di villini dallo stile eclettico che costellano ancora oggi le colline e fecero di Bordighera uno dei centri della Belle Époque. Proprio qui, oltre cent’anni fa, venne a trovar sollievo Margherita di Savoia, prima regina d’Italia, da poco rimasta vedova dopo l’attentato che ne uccise il marito, Umberto I, nel 1900 a Monza. Decisa a far di Bordighera la sua residenza invernale, diede l’incarico all’architetto milanese Luigi Broggi, quello stesso che si era fatto conoscere per la progettazione della Borsa di Milano, di ideare la sua nuova dimora. Nasceva così la Villa Regina Margherita di Bordighera, costruita alle soglie del primo conflitto mondiale e che ospitò la regina per circa un decennio, fino a quando la morte non la colse proprio in questa casa nel

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1926. Oggi, dopo due anni di attenti e curatissimi restauri, questo che è uno degli edifici di maggior pregio di tutta la Liguria, tornato al suo originario splendore, diventa di nuovo visitabile grazie ad un progetto dall’altissimo valore culturale che vede affiancati pubblico e privato: la Città di Bordighera, la Provincia di Imperia e la Regione Liguria da un lato, la famiglia Terruzzi dall’altro, nella costituzione della Fondazione Famiglia Terruzzi Villa Regina Margherita. Il percorso museale, aperto al pubblico il 19 giugno 2011 (e che ha visto nella sua giornata inaugurale più di 3000 visitatori) ospita permanentemente oltre 1400 pezzi provenienti dalla collezione Terruzzi, una delle più prestigiose e rinomate collezioni private d’Europa. Nelle sale della villa, dove sono stati recuperati gli stucchi, i delicati sovrapporta che raffigurano le residenze reali dove Margherita aveva vissuto, le magnifiche vetrate in stile liberty, adeguando contemporaneamente l’edificio ai più moderni standard museali, si dipana il percorso espositivo che ricrea il fascino di una dimora storica. Si possono ammirare oltre 170 dipinti, tra cui tavole a fondo oro del Trecento e Quattrocento, di importanti pittori fiorentini e veneziani come Giovanni del Biondo e Bartolomeo Vivarini, nature morte del Cinquecento e Seicento, italiano e internazionale, una vera monografia di opere di Alessandro Magnasco. Accanto alle opere della scuola genovese, rappresentata, oltre che dal Magnasco, da Gioacchino Assere-

VILLA MARGHERITA


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to, Bernardo Strozzi, Giovan Battista Merano, si trovano capolavori della scuola napoletana (primo fra tutti Luca Giordano e del suo miglior allievo Paolo De Matteis, ma anche Giuseppe Recco e Francesco De Mura) e della scuola emiliana, con un intrigante Nettuno e Anfitrite, attribuita ad Agostino Carracci. Ancora di grande suggestione la scuola caravaggesca, con un Cristo alla colonna, per il quale si era in passato avanzato il nome del maestro e una Adorazione dei pastori di un giovane Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto, con un’imponente cornice dorata secentesca. Impressionante è la varietà delle opere selezionate che, oltre alla ricchissima quadreria, si compone di mobili antichi, tra i quali tre formidabili Boulle, ceramiche e porcellane orien-

VILLA MARGHERITA

tali ed europee (come lo strepitoso Servizio Minghetti, eseguito nel 1888 dall’omonima ditta bolognese per Antonio D’Orleans, figlio cadetto di Luigi Filippo d’Orleans, re di Francia dal 1830 al 1848, e che si compone di ben 381 pezzi). Il Museo, che si configura come un importante polo culturale, ospita, oltre alle sale espositive, un moderno centro di restauro, una biblioteca specializzata in storia dell’arte e un fornito bookshoop (allestito in quella che fu realmente la biblioteca della regina e in cui si possono ammirare ancora i mobili originali a lei appartenuti), curato dalla casa editrice Skira. La Villa è inoltre dotata di uno spazio polivalente per conferenze e mostre temporanee, che vengono periodicamente ospitate. Dopo questa vera immersione nei

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Una delle meravigliose sale della villa


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Lo splendido dipinto Nettuno e Anfitrite, attribuito ad Agostino Carracci. A sinistra la Regina Margherita di Savoia

capolavori artistici i visitatori possono trovare ristoro nella splendida terrazza panoramica dove ora è stata creata un’elegante caffetteria e dove, ammirando lo splendido panorama, ci si può far coccolare sentendosi per un giorno veri re e regine. E proprio qui, infatti, la regina amava ammirare, oltre l’azzurro del cielo e del mare, il parco

che circonda ancor oggi la villa, ricco di varietà e specie botaniche fra le quali la rara rosa Reine Marguerite d’Italie, creata appositamente per lei da un vivaio lussemburghese. Il museo è aperto nei mesi di aprile, maggio, giugno e settembre da mercoledì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00 e nei mesi di luglio e agosto negli stessi giorni dalle 15.30 alle 23.00, regalando così agli ospiti l’opportunità di visite serali o di godersi il tramonto sulla terrazza sorseggiando un aperitivo. Si offre, inoltre, la possibilità di visite guidate su prenotazione per gruppi e singoli visitatori a cura di personale specializzato. ©Fondazione Anna Fiamma Terruzzi Foto di Matteo Carassale

INFO: Tel. +39 0184 276111 +39 3338 1375423 www.fondazioneterruzzivillamargherita.it

VILLA MARGHERITA

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1992-2012 Fratelli Carli festeggia il ventennale del

Museo dell’Olivo passione, storia e cultura in un’esposizione che ha solide radici

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l Museo dell’Olivo, istituzione culturale voluta, realizzata e curata a Imperia dalla Fratelli Carli, festeggia i 20 anni dall’inaugurazione. Nato nel 1992 come tributo a una pianta straordinaria e munifica, cui la Fratelli Carli e la famiglia Carli hanno legato oltre un secolo della loro storia, il Museo dell’Olivo rappresenta una realtà espositiva unica al mondo, che dà lustro all’offerta culturale della città e del territorio nella quale, peraltro, è pienamente integrata. “Siamo felici e orgogliosi di festeggiare il raggiungimento di questa importante tappa del Museo, nato come

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gesto di amore e di riconoscenza verso una pianta che da quattro generazioni è al centro delle attività della nostra famiglia e dell’Azienda, e che soprattutto ha rivestito importantissimi ruoli in diverse epoche storiche, fin dall’alba dei tempi”, dichiara Gian Franco Carli, Amministratore Delegato della Fratelli Carli. Ospitato in un’elegante palazzina in stile liberty, sede storica della Fratelli Carli dagli anni ‘30 agli anni ’70, il Museo racchiude in sé una delle collezioni archeologiche private più importanti d’Italia, oltre a documenti, libri antichi, strumenti agricoli, propri di tutte le grandi civiltà che si sono succedute nel bacino del Mediter-

MUSEO DELL’OLIVO


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raneo lungo i millenni. Introdotto da uno scenografico giardino che, tra olivi millenari, ospita una collezione di giare da olio provenienti da tutti i paesi del Mediterraneo, un frantoio seicentesco spagnolo con pressa a leva pliniana, un antico frantoio ligure a trazione animale e una rara macina con pietre coniche, il percorso espositivo del Museo si snoda lungo 18 sale tematiche, allestite con le più moderne tecnologie, che ripercorrono i 6.000 anni della storia dell’olivo rendendo visibile il fondamentale contributo di quest’albero al benessere, all’economia e alla cultura.

MUSEO DELL’OLIVO

Il Museo dell’Olivo è arricchito da una biblioteca specialistica visitabile per la consultazione solo su prenotazione, una sala conferenze e lo shop center. Per i visitatori non vedenti, inoltre, è stato allestito un percorso espositivo tattile, realizzato in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, che permette di approfondire tutti i temi trattati all’interno delle sale, mentre per i bambini è a disposizione un divertente percorso – gioco. Per le sue caratteristiche di unicità e di pregio il Museo dell’Olivo di Imperia ha

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Il Museo dell’Olivo per i 20 anni di attività ha ricevuto la menzione speciale del Premio Europeo Museo dell’Anno patrocinato dal Consiglio d’Europa


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MUSEO DELL’OLIVO


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ricevuto nei suoi 20 anni di attività numerosi riconoscimenti, tra cui la Menzione Speciale del Premio Europeo Museo dell’Anno patrocinato dal Consiglio d’Europa. Ma il premio più importante è senz’altro l’affluenza del pubblico: i visitatori, infatti, hanno raggiunto quota 500.000 nel 2010, con un’affluenza media di 30.000 persone ogni anno. Questo grande successo ha spinto

la Fratelli Carli a creare una versione itinerante del Museo dell’Olivo, che sviluppa in sintesi un percorso logico del Museo di Imperia. La struttura viene offerta gratuitamente ai Comuni e alla Aziende di Promozione Turistica che ne fanno richiesta, dimostrando in questo modo come sia concretamente possibile abbinare la promozione della cultura alle attività di una moderna azienda.

INFO: Museo dell’Olivo: Via Garessio, 13 - 18100 Imperia - Tel. 0183.295762 Apertura: lunedì - sabato 9.00-12.30 / 15.00-18.30 www.museodellolivo.com

MUSEO DELL’OLIVO

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LA PODOLISTICA ovvero

LA PODOLOGIA GLOBALE INTEGRATA Eravamo venuti a conoscenza dell’esistenza della “Podolistica” un concetto innovativo e risolutivo dei problemi legati ai disequilibri del nostro corpo, e così abbiamo voluto intervistare il Prof. Dr. Luca Avagnina che è l’ideatore di questa nuova filosofia medica. Il Prof. Avagnina ci ha ricevuti nel suo studio di Sanremo (IM) che è il principale dei suoi numerosi Centri per l’applicazione dei principi della Podolistica. Prof. Avagnina, ci vuole descrivere che cos’è la Podolistica? Per arrivare a descrivervi questa mia particolare filosofia è necessario che prima spieghi perché è nato questo mio nuovo approccio alla salute partendo dai piedi... Da anni analizzo le cause e le conseguenze dei “disequilibri podalici” negli esseri umani, e frequentando assiduamente innumerevoli corsi e i congressi il cui tema principale erano sempre “i piedi” e i disturbi ad essi correlati, avevo notato che questi prendevano sempre in considerazione primaria o il singolo piede o il ginocchio o l’anca o la colonna vertebrale, ma sempre solamente nei loro singoli aspetti, senza quasi mai mettendoli in relazione tra loro per comprenderne le relazioni e le reali correlazioni o conflitti. Il metodo Podolistico nasce, quindi, non come tecnica ma come metodologia, mediante la quale si deve imparare a vedere il corpo nel suo insieme, mentre ancora oggi vengono effettuati molti trattamenti che si limitano ad agire localmente. Quindi Lei non prende in esame solo i singoli aspetti “critici” del corpo? E’ esatto, io esamino ogni parte che può essere interessata dal problema ma mettendola in relazione con le altre e vedendole da un punto di vista posturale ma NON puramente statico. Dopo 30 anni di ricerche e di sperimentazioni pratiche su pazienti, mi sono persuaso che dunque non esiste una postura ideale per tutti perché tutto è soggettivo ed espressione globale di un continuo ed evolutivo adattamento corporeo. Mi spiego meglio: ognuno di noi adatta il corpo ed i suoi movimenti in relazione alla propria psicologia, al proprio modo di vivere, al proprio modo di reagire alla vita ed agli stimoli esterni. E di conseguenza questi differenti stimoli provocano delle posture diverse tra persona e persona ma anche variabili nel tempo. Insomma non esiste una “perfetta statica ortopedica”. Ma per tornare alla Podolistica ? La Podolistica ha tre presupposti fondamentali: il Movimento > il Cambiamento > la Relatività. Cioè tutto è movimento, tutto cambia, tutto è relativo in medicina e nel corpo umano ! Quindi finiamola di parlare solo di piede. Dobbiamo tenere conto dell’ “uomo globale”. E’ evidente che un cattivo equilibrio generale può essere all’origine di molte patologie che riscontriamo nel piede ma anche viceversa. Sono partito da diverse osservazioni che andavano in contrasto con quanto insegnatomi all’università, per elaborare un metodo che guarda al corpo nel suo insieme, osservando tutti i compensi, e successivamente trattarlo dai piedi nella sua globalità. Secondo il mio Metodo Podolistico, se si agisce su un muscolo della pianta dei piedi si agisce in realtà sull’insieme del corpo; infatti i muscoli del corpo dai piedi alla testa, si comportano come un solo muscolo: essi formano cioè delle catene muscolari integrate. La Podolistica vuole arrivare all’armonizzazione del sistema uomo e risolvere cosi i suoi problemi di movimento ed equilibrio. Ma in pratica come si procede? Sappiamo che esiste uno schema corporale che è innato e dipende dai nostri geni ed esiste una immagine corporea che ciascuno ha di sé. Poiché questi aspetti condizionano la nostra personale postura e la nostra individuale deambulazione io cerco di vedere il paziente da un punto di vista prima globale corporeo, e poi locale podalico, il tutto sempre in chiave triplanare. Di seguito esamino le cose da


un punto di vista biomeccanico, cioè voglio conoscere come è fatta e come funziona la persona da un punto di vista osteoarticolare e muscolare. Infine studio il movimento personale di ognuno. Siamo quindi ancora nella fase dell’esame del problema. Certo, ma non è finita perché dopo avere effettuato un esame posturale globale viene effettuati degli esami diagnostici complementari attraverso una completa analisi informatizzata e videodigitalizzata integrale dei piedi e della colonna e dell’insieme del movimento. Vengono usate quindi strumentazioni particolari? Certamente, l’utilizzo di programmi computerizzati avanzati e l’apporto di collaboratori specificatamente preparati è essenziale. Solo dopo avere terminato tutte le analisi è possibile procedere alla realizzazione di speciali plantari creati e personalizzati appositamente nei nostri laboratori in base alla visita e specificamente sui piedi della persona sofferente. Solo così possono correggere la sua postura ridandole i mezzi per ritrovare l’equilibrio temporaneamente perduto o rotto. Molto interessante Prof. Avagnina, ma dove è possibile farsi visitare e trovare una soluzione definitiva ai propri problemi di movimento che a volte sono anche dolorosi? L’eliminazione o la netta atenuazione dei dolori di origine posturale e/o biomeccanica è sempre la nostra priorità. Per quanto concerne i Centri nei quali vengono effettuate tali visite, essi sono situati a Sanremo, a Genova, ad Alessandria, a Milano e a Roma. Tutti i pazienti sono seguiti personalmente da me e i centri sono dotati di attrezzatura e sistemi preparati appositamente secondo i miei principi che riassumendo integrano tutto ciò che è valido nel campo della podologia, posturologia o podoiatria per poterli applicare con risultati terapeutici positivi e concreti ad ogni singolo paziente. E quindi Podolistica? E’ un termine coniato congiungendo la Podologia, cioè lo studio del piede con il più ampio concetto dell’Olistica, dal greco Holos che significa globalità, completezza e visione di insieme. Grazie Prof. Avagnina e buon lavoro

Prof. Dr. AVAGNINA LUCA Dottore in Podologia, Dottore in Tecniche Ortopediche, Dottore Magistrale in Scienze della Riabilitazione Fellow in Podiatria, Specialista in Podologia dello Sport ed Esperto in Podologia Medico Chirurgica e Posturologia & Biomeccanica, Già Professore a Contratto in Italia all’ Università di Genova, all’ Università di Bologna all’ Università Cattolica di Roma, nonché in Europa alla Università Bobigny di Parigi e alla Università Complutense di Madrid, e negli Stati Uniti alla Università Podiatric Medicine di NewYork.

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RICEVE A SANREMO (IM) - GENOVA - MILANO - ROMA - ALESSANDRIA


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Italia sveglia Tra le rovine de l’aquila un gruppo rock genovese sferza gli animi con testi graffianti e musiche ricercate

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È

stato presentato a fine maggio a L’Aquila, nei luoghi del terremoto, ma è tutto genovese il nuovo progetto indipendente di rock testimoniale “Italia sveglia!”. Un disco che è anche un libro di memorie, firmato dalla band ligure degli Altera. Storico gruppo genovese, che nel 2001 ha pubblicato la raccolta di poesia elettrica “Canto di spine”, gli Altera con Stefano Bruzzone alla voce, Davide Giancotti alle chitarre, Claudio Luvarà alla batteria, Fabio Agrone al basso gireranno l’Italia per tutta l’estate per promuovere questo cd auto prodotto, fuori dagli schemi, dedicato al difficile momento che attraversa il paese con una nutrita quantità di testi e un video di quindici minuti ad affiancare i brani musicali delle cinque canzoni. In copertina, una eloquente immagine dell’Europa vista dal satellite, con l’Italia non a caso spenta, al buio. Rilasciato ufficialmente il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, “Italia sveglia!” è un lavoro che costituisce un “punto a capo” sulla crisi “totale” del Belpaese, ma soprattutto è un invito a contrastare l’immobilismo, le “paure italiane” e l’anti politica inutile, a impegnarsi in prima persona, tra citazioni di Pasolini, Calamandrei e Pertini e un ospite speciale: don Andrea Gallo, il “prete da marciapiede” della comunità genovese di San Benedetto al Porto. L’album si muove liberamente attraverso il filo della Memoria, prendendo come riferimento imprescindibile i fatti del dopo terremoto a L’Aquila e il futuro “non pervenuto” di quella città. Musicalmente è un disco di rock cantato

ALTERA


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in italiano, moderatamente nervoso, tra spunti ritmati e altri “quasi cantabili”, con una impronta personale evidente. La grafica è stata curata dall’artista contemporaneo Enrico Musenich e appoggia, con logo in copertina, la campagna “L’Italia sono anch’io” (www. litaliasonoanchio.it). La seconda parte del progetto, in uscita l’anno prossimo, proseguirà e concluderà le “note per destare un paese”. Come evidenziato nel cd, gli Altera aderiscono al manifesto “Dissociarsi per riconciliarsi. Dipende da noi” della associazione Libertà e Giustizia (www.libertaegiustizia.it). Le cinque canzoni che compongono l’album sono: “Italia sveglia!” è il brano “universale”. “Fotografa” con trattenuta ironia le paure nostrane e ha un ritornello che chiarisce le intenzioni del progetto: Se il governo se ne frega, pensaci tu, se la tv ti frega, fanne una tu. “Anche questi son sardi” è una poesia dello scrittore ottantenne Bruno Rombi (tradotto in mezzo mondo ma non ancora del tutto compreso in Italia), trasposta in canzone: scritta per la sua terra nel 1965, parla oggi universalmente di identità, territorio e lavoro che non rispetta l’uomo... e dell’oggi dei ragazzi italiani che devono andare all’estero per trovare un futuro. “Mi hanno rubato il prete” racconta fatti genovesi poco noti, che costituiscono l’avvio del percorso di don Andrea Gallo (ospite in voce). Il 2 luglio 1970 un intero quartiere scende in piazza spontaneamente, senza il supporto di partiti o sindacati, per protestare contro l’allontanamento del sacerdote da parte della Curia.

ALTERA

“La bandiera” è un viaggio nella storia italiana del dopoguerra, un omaggio a Pertini e a Pasolini, con le loro voci nel brano. “Comandante partigiano, ho visto la tua bandiera, verde bianca rossa, diventare nera” è la porzione di un dialogo amaro, immaginario, con il “Presidente di tutti gli italiani”, mentre Pasolini parla della “società dei consumi”. Un “distillato” di Resistenza allo stato puro, al di fuori della inutile retorica celebrativa. “L’Aquila: così si uccide una città (Italia sveglia reprise)” è una testimonianza “sonorizzata” della blogger aquilana Anna Pacifica Colasacco sui fatti incredibili del dopo terremoto. Parole affilate, ruvide, disperate, intense... vive come è possibile esserlo in quel “non luogo”, oggi. Con l’unico finale possibile e auspicabile: Italia sveglia! La traccia video del disco-libro si intitola invece “Mi hanno rubato il prete” e propone un cortometraggio che in quindici minuti illustra i fatti narrati nella canzone omonima, attraverso le foto testimoniali d’epoca di Giorgio Bergami, i giornali del periodo che ne parlarono, tra cui “Le Monde” e “L’Espresso”, chiacchierando con don Gallo nello stesso quartiere, cambiato dopo quaranta anni grazie alla riscoperta di quei fatti. E dopo i titolo di coda... la storia continua.

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La copertina del Cd degli Altera


Redazionale

Alessia Rodari

La vita nei colori

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Redazionale

A

lessia Rodari nasce a Cittiglio in provincia di Varese nel 1978. Il padre disegnatore tecnico ed in particolare la madre pittrice e ceramista le trasmettono sin da piccola la loro passione per l’arte. Diventa quindi naturale per lei la scelta di frequentare il Liceo Artistico e, successivamente, di perfezionarsi all’Accademia di Belle Arti di Pittura e Restauro “Aldo Galli” di Como. Ed è proprio all’Accademia che Alessia Rodari, vince il suo primo riconoscimento per la pittura. I cantieri di restauro, dove opera con successo per una decina di anni, le permettono di migliorarsi approfondendo le tecniche dei grandi maestri. Poi, la vita la porta ad Alassio (Savona) e qui avviene la scoperta dell’intensa luce della Riviera Ligure che permeerà le sue opere migliori. Alessia apre la sua Galleria d’Arte, la “RODARI ART GALLERY” che si trova affacciata sull’ampio golfo di Alassio con una splendida vista sull’isola Gallinara e dove si trova esposta non solamente la sua vasta produzione ma anche i dipinti di grandi pittori come Roberto Comelli. Nei suoi lavori, esposti in Galleria, Alessia Rodari si ispira prevalentemente a Jackson Pollock, maestro dell’action painting e del dripping, prendendone gli spunti tecnici impetuosi, forti, quasi aggressivi, permeati di massimo movimento. Ma mentre il grande Pollock creava quasi esclusivamente opere astratte, Alessia Rodari si esprime

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Redazionale

anche in opere figurative di grande pathos nelle quali adotta in modo nuovo le tecniche del grande pittore. Ne nascono dei dipinti che sono arte intesa come massima espressività, intensa percezione della natura con gli occhi dell’anima e profonda interiorità pur nella loro forza e personalità. L’intensità delle pennellate e la forza espressiva degli schizzi di colore sono, soprattutto, un elogio della natura, una natura che fa sognare e che fa viaggiare all’interno di mondi fantastici pieni di colore e mistero. Ma, oltre ai propri lavori, Alessia Rodari si occupa anche di quella che fu la sua prima passione:

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il restauro di affreschi e tele. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso sul Lago Maggiore, la Basilica di San Vittore a Varese, la Grotta dell’Annunciazione di Nazareth portano traccia delle sue mani nel restauro dei capolavori che il tempo aveva degradati. Alessia Rodari non nasconde il suo profondo amore per l’arte antica oltre che per quella moderna e ciò fa di Lei una artista completa. La potremo ammirare alla 5a Biennale di Montecarlo dal 28 giugno al 2 luglio e ad ARTEPADOVA 2012, una delle più importanti esposizioni di arte insieme a quella di Bologna e di Genova, dal 06 al 09 novembre 2012. Ma non sarà necessario attendere Artepadova per conoscere da vicino Alessia Rodari e la sua arte. Lei è sempre presente nella sua ricca galleria d’arte ad Alassio: la Rodari Art Gallery. RODARI ART GALLERY Piazza Partigiani, 13 ALASSIO T. 347.0485062 alessia.rodari@hotmail.it www.rodariartgallery.com

ALESSIA RODARI


ALESSIA RODARI - ALASSIO

NATURAE Opera di Alessia Rodari di Alassio esposta alla Biennale d’Arte di Montecarlo all’Hotel De Paris dal 28 giugno al 2 luglio 2012


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Uno sguardo sul palcoscenico Quattro sono attualmente le compagnie che animano i palcoscenici della Valbormida, una a Cairo Montenotte, due a Cengio e la più giovane”, nata da pochi mesi, a Carcare.

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Fare Teatro amatoriale significa recitare per hobby, per divertirsi, senza scopo di lucro, anzi, contribuendo spesso di tasca propria. Significa anche recitare per beneficenza, vale a dire presentare gratuitamente spettacoli presso centri anziani, parrocchie, ospedali e associazioni di assistenza. Significa, soprattutto, recitare perché si ama il teatro. Un attore di teatro deve conoscere alla perfezione la propria parte, battute, movimenti, mimica e deve saper coinvolgere il pubblico attraverso l’espressione degli stati d’animo e dei sentimenti del personaggio che interpreta. Non può sbagliare, anche se è un dilettante, come un trapezista che fa le sue evoluzioni senza rete. Sul palcoscenico l’attore recepisce in


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ogni momento le reazioni degli spettatori e l’intensità dell’applauso che riceve alla fine gli dà la misura di quanto sia stato bravo. Anche i protagonisti di un film ricevono applausi, ma “in differita”. E gli applausi fanno piacere, stimolano ad andare avanti, come nel caso degli attori “nostrani” della Valbormida, seguitissimi da un pubblico amico, fedele, che li sprona nella loro passione. Quattro sono attualmente le compagnie che animano i palcoscenici della Valbormida, una a Cairo Montenotte, due a Cengio e la più giovane”, nata da pochi mesi, a Carcare. La Compagnia Teatrale Uno Sguardo dal palcoscenico (affiliata FITA – Federazione Italiana Teatro Amatori) è stata fondata nel 1980. Ha allestito e prodotto più di quaranta spettacoli teatrali portati in scena, oltre che nella città di Cairo Montenotte, sede della Compagnia, in varie località della Liguria e del Piemonte, per un totale di circa 650 repliche, riscuotendo ovunque apprezzamenti da parte del pubblico e della critica. La Compagnia si è specializzata nell’allestimento

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Cultura • Spettacoli

di opere di autori contemporanei, soprattutto angloamericani (in particolare Ayckbourn e Frayn), non trascurando la drammaturgia italiana (Berto, Sto, Testori, Campanile, Marino, Starnone, Lunari, Manfridi). Non sono mancate alcune incursioni nel teatro classico, antico e moderno: Plauto, Goldoni, Cechov, Pirandello, E. De Filippo. Una menzione a parte merita l’allestimento itinerante dell’Inferno di Dante Alighieri: nato nel 1992 come spettacolo – evento per il castello Del Carretto di Millesimo, è riproposto quasi ogni estate nei luoghi più caratteristici della Liguria, risultando lo spettacolo più rappresentato. Uno Sguardo dal Palcoscenico partecipa ogni anno agli spettacoli allestiti per Cairo Medievale, collabora alle iniziative del Comune di Cairo Montenotte e di altri Comuni, con serate di lettura (prosa e poesia, presentazione di libri…). Organizza inoltre laboratori teatrali per gli studenti degli Istituti Superiori, da cui nascono nuovi spettacoli. La Compagnia ha lavorato anche con registi ed attori professionisti liguri quali Giorgio Scaramuzzino, Simona Guarino, Carla Peirolero, Elio Berti. Su proposta dell’Amministrazione comunale e sotto la direzione artistica di Sil-

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vio Eiraldi, ha organizzato la Stagione teatrale 2011/12 al Teatro Città di Cairo Montenotte, presentando un cartellone che comprende, oltre alle due ultime produzioni della Compagnia stessa, sei spettacoli di Compagnie professionistiche. Quella de “I Ribaltati” è una compagnia teatrale che nasce all’interno del Gruppo Insieme – Laboratorio Teatrale III Millennio. Un nuovo nome per un gruppo già collaudato da un’esperienza più che decennale. Ognuno ha portato la propria esperienza al servizio di questo progetto: dalla verve mimica all’esperienza sul palcoscenico, dalle influenze cinematografiche alle ricerche grafiche, dagli stage ai laboratori con i bambini. “Crediamo che il teatro non sia solo recitazione ma debba essere wagnerianamente totale: insomma non c’è solo un attore - imbonitore capace di stregare lo spettatore ma un “apparato” complesso, un’atmosfera capace

TEATRO AMATORIALE


Cultura • Spettacoli

di “avvolgerlo”. Contano molto le scenografie, che trasportano l’occhio dello spettatore in un mondo “fantastico”, contano le musiche, capaci di stimolare l’udito e di sottolineare certe atmosfere, contano i costumi che perfezionano la caratterizzazione del personaggio, contano i movimenti scenici, capaci di catturare l’attenzione dello spettatore con la loro aritmia. Occorre insomma lavorare in maniera sinestetica: ogni elemento non duplica ma moltiplica le sensazioni ed i livelli di lettura, arricchisce il testo senza sovraccaricarlo di senso. Sotto la direzione del regista Marcello Meinero stiamo cercando di operare in questa direzione”, spiegano dalla compagnia. Sempre a Cengio, nel lontano 1994 un gruppo di inguaribili ottimisti decide che sia giunto il momento di fare qualcosa di concreto, divertente e costruttivo anche a Cengio, paese in piena crisi post-industriale e ormai dimenticato da Dio. Questa irrefrenabile voglia di “creare” eventi al grido di “l’unione fa la forza” suggerisce il nome all’associazione (che adotta lo statuto dell’ENARS-ACLI): Gruppo

TEATRO AMATORIALE

Insieme. Nel 1996 arriva la svolta per il Gruppo Insieme: prende il via il 1° Corso di Recitazione, diretto da Walter Meschiati, dal quale si svilupperà il Laboratorio Teatrale III Millennio. Mentre la stagione teatrale cresce per numero e qualità degli spettacoli le si affianca la Rassegna/Concorso Teatro di casa nostra dedicata alle compagnie amatoriali locali. Il Gruppo Insieme continua a lavorare alacremente negli anni organizzando corsi ed eventi benefici. A Carcare, invece, dopo il tramonto della Compagnia “Rian du Cius”, grazie alla collaborazione dell’Oratorio Santa Rosa si fa strada un gruppo di amici che lo scorso anno debutta con la loro prima pièce. Il successo è incoraggiante, e quest’anno ci riprovano con la commedia “‘Trapassato, Avanti il Prossimo” (Una storia mortale!). Si tratta degli “Atti Primitivi”, che diretti da Alberta Canoniero, ha come protagonisti Filippo Baccino, Emmanuele Bazzano, la stessa regista, Francesca D’Angelo, Monica Delfino, Alberto Gaggero, Sonia Oliveri, Maurizio Paccini, Paola Reverdito ed Enrico Zunino.

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Immagini di scena delle compagnie teatrali amatoriali della Valbormida


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Thomas Jefferson made in Albenga 142


Cultura • Spettacoli

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e una persona desiderasse ritirarsi dalla propria notorietà, vivere assolutamente sconosciuto, e tuttavia in mezzo a gioie e piaceri per il corpo, dovrebbe farlo in alcuni dei piccoli villaggi di questa costa, dove l’aria, l’acqua e la terra concorrono ad offrire ciò che ciascuno ha di più prezioso”. Con queste parole di apprezzamento, circa duecentotrenta anni or sono, una delle più grandi figure della storia dell’umanità, in visita nella riviera ligure, descriveva le proprie sensazioni ed emozioni. Era il 29 Aprile dell’anno 1787, quando l’allora quarantaquattrenne americano Thomas Jefferson, scienziato, architetto, politico, nonché padre fondatore della democrazia in qualità di autore principale della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America e futuro presidente della stessa nazione, scriveva questa sua testimonianza mentre si trovava in visita in Liguria, per la precisione nella città di Albenga. Testi contenuti in uno dei numerosi volumi firmati da Jefferson, “Memorandum taken on a journey from Paris into the southern parts of France and Northern Italy, in the year 1787” (“Viaggio nel sud della Francia e nel nord d’Italia”, tradotto e pubblicato nel nostro paese solo nel 1997), un insieme di note, me-

Scienziato, architetto, politico, nonché padre fondatore e presidente degli Stati Uniti d’America. Quella volta che passando da Albenga... morie, lettere ad amici e conoscenti, riflessioni sulla democrazia ed opinioni sulle diverse qualità di vino, un interessante diario di viaggio in cui il futuro (terzo) presidente degli Stati Uniti, negli anni tra la Rivoluzione Americana e la Rivoluzione Francese, non manca di visitare, e menzionare, numerose città della riviera ligure, quali Genova, Savona, Finale, Noli ed altre ancora. Ad Albenga, tuttavia, viene dedicato addirittura un intero giorno – il 29 Aprile, appunto - nonché, di conseguenza, un paragrafo del suo racconto. Sono stati moltissimi, nel corso della millenaria storia della città delle torri, i grandi personaggi storici che vi hanno vissuto o che solo vi hanno fatto visita, dall’imperatore romano Proculo, che di Albenga era nativo, al condottiero Napoleone Bonaparte, il cui passaggio è tuttora celebrato dalla Federazione Europea delle Città Napoleoniche (di cui Albenga è entrata a far parte nel 2010). In pochi, però, sono a conoscenza della visita, e della testimonianza ancora viva, da parte di Thomas Jefferson, ovvero la figura che, forse più di ogni altra nella storia dell’umanità, ha contribuito al propagarsi di ideali quali democrazia, libertà, al riconoscimento dei diritti umani ed all’instaurarsi del

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Attualità

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libero mercato. Jefferson, nella sua corrispondenza da Albenga, racconta di non aver visto neppure la traccia di una conchiglia, nel suo tragitto sulla riva partendo da Loano (da lui chiamata “Louano”), ma di aver notato le montagne con la neve in cima e gli ulivi più in basso. Quindi, un elenco di specie animali da lui incontrate: “usignoli, beccafichi, ortolani, fagiani, pernici, quaglie”, in un “clima superbo, con la capacità di cambiarlo dall’estate all’inverno in qualsiasi momento, salendo le montagne”; e ancora “la terra fornisce vino, olio, fichi, arance, ed ogni produzione del giardino, in tutte le stagioni”, mentre il mare offre “aragoste, granchi, ostriche, tonni, sardine, acciughe ed altro ancora”. Albenga, che solo qualche anno dopo sarebbe stata conquistata e trasformata in base operativa dai francesi, è descritta da Jefferson come “una ricca pianura che si apre tra due crinali di montagne, triangolare, verso il mare, e con un’estensione di molte miglia”. La sua produzione è fatta di “olive, fichi, gelsi, viti, mais e fagioli”, con anche “alcuni pascoli”. Curiosamente, l’attenzione del politico ed intellettuale americano si concentra anche sull’autorità ecclesiastica di allora: “Un vescovo risiede qui, il cui reddito è di quaranta mila livres”, con riferimento all’unità di conto e moneta che fu valuta della Francia fino al 1795. “Questo posto”, conclude Thomas Jefferson, “si dice sia reso malsano durante l’estate, dal fiume che passa lungo la vallata”, una condizione all’epoca probabilmente generata dal formarsi di aree paludose, portatrici di malattie un tempo difficilmente curabi-

THOMAS JEFFERSON

li. Una descrizione di un osservatore d’eccezione, il quale, il giorno seguente, per raggiungere la vicina Oneglia, sceglie Albenga anche per comprare i muli, allora il mezzo di trasporto più affidabile. Dal ponente ligure, il suo tragitto sarebbe poi proseguito ancora, fino a Mentone, Monaco, Nizza, quindi dentro la Francia con Luc, Brignolles, Tourves, Pourcieux fino ad arrivare ai maggiori centri transalpini. Un lungo ed appassionante viaggio, nato inizialmente come guida enologica, trasformatosi in un volume di memorie ed annotazioni, una testimonianza dal grande valore storico. Un’esperienza al termine della quale Thomas Jefferson, messo da parte il sogno di trasferirsi in Riviera per vivere nell’anonimato, fece ritorno nella sua terra di origine, dove dopo pochi mesi partecipò alla stesura della costituzione e, quindici anni più tardi, fu eletto presidente della giovane nazione degli Stati Uniti d’America. Cristiano Bosco

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il volto di Thomas Jefferson (il primo a sinistra) raffigurato sul monte Rushmore insieme agli altri padri fondatori degli Stati Uniti, Washington, Roosevelt e Lincoln


Cultura • Spettacoli

Dalla consolle al mare della

Riviera

L

a star milanese di Rock & Roll Radio, protagonista di vivaci show nelle discoteche più famose d’Italia, si è recentemente esibita al pub Dreamers di Imperia, giungendo per la prima volta in Riviera per “lavoro” dopo le tante vacanze fatte in passato, in particolare a Pietra. «A Pietra ci sono venuta tantissimo fin da bambina – racconta Marika Lanzalaco, molto popolare pure su Facebook e gli altri social network di Internet. – Ricordo delle belle estati al mare con la mia famiglia, con giornate favolose in spiaggia. Più recentemente, alcuni amici mi hanno fatto scoprire anche la zona di Imperia, altrettanto bella, poi ho fatto qualche vacanza pure nel levante, in particolare nella zona di Levanto e delle Cinque Terre». Da deejay sempre a contatto col grande pubblico, tra il lavoro in radio e le

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Anche la deejay Mari k. tra i turisti vip del ponente ligure serate negli affollatissimi locali milanesi, qual è il tuo rapporto con la provincia e come ti muovi nei tuoi tour in giro per l’Italia? «Pur essendo famosa come rocker, devo dire che a me piace tutta la musica, di ogni tempo e di ogni genere, e questo mi permette di portare in consolle delle valigie di dischi e cd letteralmente a 360 gradi, con cui riesco a gestire ogni tipo di serata». Ma se dovessi fare dei nomi di artisti, quali faresti? «Naturalmente ho


Cultura • Spettacoli

anch’io i miei artisti preferiti, come i Queen, i Rage Against The Machine, i Faith No More e, per citare gruppi meno storici, i Vintage Trouble e gli Arctic Monkeys. In questo momento però apprezzo soprattutto il lavoro che molti musicisti stanno compiendo per il recupero e la rielaborazione del vecchio rock che, dopo essere stato proposto per lungo tempo in chiave tendenzialmente vintage, ora sta diventando il trampolino di lancio per qualcosa di assolutamente nuovo». Come sei diventata una deejay? «Può sembrare strano, ma sono diventata una deejay... ballando! È

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La famosa dj Mari K. Lanzalaco in azione


Cultura • Spettacoli

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MARI K.


Cultura • Spettacoli

capitato infatti che, quando ho iniziato a andare a ballare coi miei compagni di scuola al Rolling Stones di Milano, sono stata notata dallo staff del locale, che cercava un nuovo personaggio da lanciare come deejay. Ho accettato al volo perché mi sembrava una bella occasione e, grazie ai consigli di Marco Garavelli e degli altri che mi hanno insegnato il mestiere, ho iniziato quasi per gioco quello che poi sarebbe divenuto un vero e proprio lavoro». Oggi com’è il tuo rapporto con la consolle? «Ottimo, perché pur essendo un bell’impegno, che richiede il massimo dell’attenzione e una grande forza di volontà, si tratta di una cosa che faccio con tantissima passione». In Italia però il rock per i dj set dei locali è sempre stato considerato un genere alternativo, rispetto alla dance e alle sonorità elettroniche legate alle tendenze di house e techno. Secondo te c’è un complesso di inferiorità o le due situazioni possono convivere? «Nessun complesso di inferiorità, semplicemente bisogna capire che è molto più facile far ballare la gente con una musica che ha la cassa in quattro quarti come la dance, piuttosto che con il rock che possiede un ritmo diverso e richiede più passione per essere vissuto come motore di una serata. Inoltre, negli ultimi anni mi pare che il rock sia prepotentemente uscito dalla nicchia, diventando un genere meno estremo e più generale, quindi considerarlo ancora oggi alternativo credo sia un errore di valutazione». E come deejay donna qual è il tuo

MARI K.

rapporto col cosiddetto mondo di plastica del by-night, generalmente considerato maschilista per la tendenza a relegare le ragazze a ruoli oggetto come quelli di cubista, ragazza immagine, driver? «Un po’ di maschilismo può esserci, in certi ambienti, però anche qui mi pare siano stati fatti dei passi avanti, perché negli ultimi anni, in discoteca come altrove, la donna sta diventando sempre più soggetto e sempre meno oggetto, nel senso che svolge il suo lavoro in maniera consapevole e spesso è proprio lei a prendere in mano le redini della situazione, distinguendosi non solo per l’eventuale bella presenza, ma anche per le capacità di organizzare e dirigere il lavoro degli altri, uomini o donne che siano». Marco Vallarino

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Mari k . alla consolle del Pub Dreamers di Imperia


Readazionale

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on è un bar e non è un ristorante. Non è un forno e neppure una pasticceria. Non è un’ enoteca o un negozio di alimentari o di ortofrutta, ma ha qualcosa di tutti questi tipi di locali il «Civico 1 Bakery Bar» di Albenga, inaugurato nel dicembre scorso sul lungomare Doria da Lorenza Giudice. «L’idea mi è venuta due anni fa, sentivo che c’ era voglia di qualcosa di nuovo che non fosse il solito bar. Pensavo: cosa cercano tanti clienti che non sia già offerto nei locali pubblici? Cercano qualcosa di più del bar ma che non sia impegnativo come il ristorante. Molti sono attenti alla qualità e non si accontentano di un panino o di una pizza, ma non per questo desiderano andare al ristorante o in trattoria». Ma qual è la richiesta che arriva dai clienti? «Vanno di fretta, o semplicemente non hanno voglia di sedersi a tavola e ordinare più portate. E allora ho inventato il bakery bar, un bar che ha anche forno, laboratorio di pasticceria e vini. Si può ordinare un caffè, o un cappuccino, come in un qualsiasi bar. Ma c’è anche chi chiede pasta, carne, pesce, formaggi, salumi. E chi preferisce piatti orientali o cibi senza glutine». Quindi c’è chi viene da voi anche a pranzo e a cena. «Sì, certo. Abbiamo le attrez-

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zature per essere un ristorante, anzi, siamo attrezzati più di molti ristoranti, però non è questa la nostra formula. Puntiamo sulla semplicità, le verdure e la frutta sono a chilometri zero, visto l’offerta del nostro territorio. Alla sera, chi vuole può cenare. Alcuni vengono qui e si mettono a leggere o a lavorare». Il vostro specifico è la multifunzionalità. «Sì, con un servizio adeguato. Una formula come questa si regge sulla specificità sia dell’ offerta sia del servizio, non potevamo limitarci a mettere insieme le offerte di diversi tipi di locali, quindi è stata importante la formazione del personale. Direi che questa è stata la fase più impegnativa. E determinante è stato anche avere potuto contare su una ragazza che era con me nel bar di Spotorno, è stato più facile capirsi». Quando avete iniziato? «Abbiamo inaugurato il locale il 3 dicembre scorso». Come è stata la risposta del pubblico? «Ottima, fin dai primi giorni». Al locale è stato assegnato l’ambito e rinomato “Mario Soldati”, premio di alta gastronomia che, ogni anno, viene conferito dal Centro Pannunzio a realtà di eccellenza della cultura gastronomica ed enologica italiana e straniera. Civico1 Bakerybar è in Lungomare Doria, 1 ad Albenga.


Redazionale

CivicoUno Bakerybar ad Albenga

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Cultura • Spettacoli

Le letture consigliate dalla Libreria Ragazzi di Imperia Un bestseller internazionale dedicato proprio al caleidoscopico mondo dei libri e delle librerie; un vivace saggio sul mondo degli slogan, nelle controverse realtà di pubblicità e politica; il disco di un jazzista imperiese noto e apprezzato in tutta Italia e anche all’estero. Queste le proposte che arrivano dagli scaffali della Libreria Ragazzi di Imperia per il numero estivo di Momenti di Gusto. Al primo piano del palazzo di via Vieusseux 14, a due passi dai centralissimi portici di Oneglia, il locale della famiglia Ameglio allestirà per tutta la bella stagione incontri con autori e personaggi di rilievo del mondo culturale, per continuare a offrirsi come spazio ideale di aggregazione e condivisione per gli amanti della lettura e non solo.

Laurence Cossé

La libreria del buon romanzo Edizioni e/o, 2011

Quale periodo migliore dell’estate per prendere in mano un buon romanzo e perdersi tra le sue pagine. È questa la filosofia che anima i protagonisti del libro di Laurence Cossé: il buon romanzo è una libreria di Parigi costruita intorno a un sogno, l’utopia di poter vendere soltanto i romanzi migliori. Una avventura forse non facile, ma piena di fascino che coinvolge non solo gli ideatori, ma anche i numerosi curiosi e lettori che presto affollano il negozio. Qui si inserisce la parte “gialla” del romanzo: misteriose aggressioni nonché tentativi di uccisione tra personaggi apparentemente distanti l’uno dall’altro destano sospetti sempre maggiori tra Ivan e Francesca, i due librai, e da qui si

CONSIGLI PER LA LETTURA

dipana l’indagine che, in retrospettiva, narrerà tutta l’avvincente storia del Buon romanzo. C’è un segreto dietro le modalità di scelta del catalogo di vendita, un segreto che non dovrebbe conoscere nessuno, e invece. Un libro sui libri, che di libri parla, visti i numerosissimi elenchi e proposte che spaziano dalla letteratura francese ai classici internazionali di ogni epoca, e che dai libri e dal loro potere mette anche in guardia. Alla base della storia del Buon romanzo e della trama poliziesca che si snoda insieme alla creazione della libreria c’è infatti l’idea che nel contesto contemporaneo la produzione di libri sia così vasta e in perenne crescita da non riuscire più a discernere tra ciò che è vera letteratura e ciò che è spacciato per romanzo e magari permette a facoltose case editrici di incassare più del normale, senza però avere nulla della forza espressiva e della magia del romanzo. Se la necessità di una scelta e di qualcuno – il libraio – che la guidi può apparire l’unica via di uscita dalle logiche economiche del mercato librario, è pur vero che il bello della lettura è proprio la sua assoluta libertà. Ciascuno può entrare in una libreria e decidere autonomamente cosa leggere, è un piacere sottile e del tutto personale che, altrimenti, smetterebbe di essere tale. Come risolvere il dilemma? Forse con una sbirciata al Buon romanzo!

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Cultura • Spettacoli

Giovanna Cosenza

SpotPolitik Laterza, 2012

Cos’hanno in comune politica e spot pubblicitari? L’uso spropositato degli slogan come richiamo per i clienti-elettori, e una campagna di comunicazione che, seppure abbia scopi ben diversi, si trova in questi ultimi anni sempre più sovrapposta. La politica comunica come la pubblicità, e non viceversa, ma la politica dovrebbe adottare strategie tutte sue, non rubare le idee al mondo del commercio, che peraltro funziona grazie a espedienti molto più semplici e lineari di quelli di una campagna elettorale. Giovanna Cosenza, docente di filosofia e teoria dei linguaggi all’Università di Bologna, prende in esame alcuni dei molteplici casi in cui la politica italiana degli ultimi decenni, e in particolare del periodo 20072010 si è lasciata trasportare nel vortice della cattiva comunicazione, fallendo nei propri obiettivi. Un saggio più che godibile nei suoi toni tutt’altro che accademici, che affronta con spirito critico e con un pizzico di ironia l’annosa questione del malfunzionamento della comunicazione politica in Italia. Ce n’è per tutti i gusti: l’analisi della Cosenza mette in luce episodi, scelte, atti e informazioni tutt’altro che ben congeniate e passate da qualsiasi partito nell’ambito delle ultime campagne elettorali. Speciale attenzione è dedicata anche ai cosiddetti problemi di genere, con un capitolo che si concentra sulla comunicazione al femminile: se già il mercato sfrutta il corpo della donna, accade purtroppo

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spesso che anche in politica la questione delle quote rosa finisca per passare attraverso filtri scorretti e offensivi. “Perché la casta non sa comunicare” è il sottotitolo di SpotPolitik, una quanto mai attuale e utile riflessione sugli errori perpetuati da chi ci governa, trappole in cui cascano gli stessi politici, perseverando in cattive strategie comunicative, ma ancora di più gli elettori, che esterrefatti si trovano a domandarsi “come sia stato possibile accettare (e votare) quella roba”.

Alessandro Zannoni

“Le cose di cui sono capace” Perdisa Pop, 2011 Alessandro Zannoni è un antiquario spezzino che si è ritagliato un ruolo di primo piano nel panorama della narrativa italiana di genere, pubblicando prima con l’altisonante pseudonimo Michelangelo Merisi per alcune piccole case editrici del levante e poi uscendo allo scoperto col suo vero nome con il più blasonato editore bolognese Perdisa Pop. Proprio Perdisa, nella collana Corsari curata da Antonio Paolacci, ha dato alle stampe questo curioso e vivace romanzo che fa il verso all’icona del noir americano Jim Thompson e, allo stesso tempo, gli rende omaggio, sia stilisticamente che per temi e ambientazione. La storia è infatti ambientata in una polverosa cittadina del Texas, BakereedgeePass, fondata dal padre del protagonista ai tempi del boom del petrolio e che ora ristagna in una inquieta apatia, senza alcuna prospettiva per il futuro. Lui, Nick Corey, che in realtà si chiama Nicola Coretti ed è (quasi) italiano, è lo sceriffo

CONSIGLI PER LA LETTURA


Cultura • Spettacoli

del paese e il ricordo del ricchissimo genitore che, per la sua megalomania, lo ha condannato a trascorrere tutta la sua vita in un posto privo di qualsiasi attrattiva, lo ossessiona da sempre. Da una parte, Nick, cerca di dimenticare i disastri familiari ubriacandosi, scatenando risse apocalittiche e, soprattutto, dedicandosi al sesso sfrenato, con una particolare predilezione per la sodomizzazione dei delinquenti colti con le mani nel sacco. Dall’altra però c’è la volontà di redimersi dalle proprie colpe, e da quelle del padre, cercando, per quanto possibile, di mantenere l’ordine di BakereedgeePass e inculcare nei paesani leciti ideali di giustizia e solidarietà. A rendere le cose ancora più complicate le cose al povero Nick c’è poi il ricordo di Stella, benamata fidanzata (e promessa sposa), fuggita in circostanze poco chiare, poco prima di salire all’altare, che a un certo punto della storia ritorna, creando parecchio scompiglio e non solo nel cuore dello sceriffo. Nel gran finale della storia anche un epico rodeo, che vedrà la città invasa da cowboy ubriachi e attaccabrighe, con cui Nick dovrà presto fare i conti.

Rosario Bonaccorso Travel Notes Quartet, con Fabrizio Bosso, Andrea Pozza, Nicola Angelucci feat. Stefano di Battista

In cammino

Parco della Musica Records, 2011 Torna il grande jazz in questo disco di Rosario Bonaccorso, il noto contrabbassista imperiese che ogni anno organizza a Laigueglia il Percfest, ghiotta occasione per tutti gli appassionati di percussioni e musica jazz. “In cammino”, un titolo che è già un annuncio di poetica: si succedono con dolcezza in questo disco 12 brani scritti e arrangiati dallo stesso Bonaccorso e interpretati dal Travel Notes Quartet, il gruppo che accompagna ormai da qualche anno il contrabbassista in molti dei suoi concerti. E che l’affiatamento tra i 4 - 5 con la preziosa partecipazione di Stefano di Battista al sax - sia una delle chiavi di successo di questa musica, è facile comprenderlo al primo ascolto: “ho portato in studio di registra-

CONSIGLI PER LA LETTURA

zione un approccio improvvisato – spiega Bonaccorso – in cui prevalgono la spontaneità, la sintonia degli intenti e l’ascolto del prossimo. Ho cercato un dialogo aperto allo scambio dei ruoli, rispettoso delle idee altrui, sviluppato in quell’attimo che noi chiamiamo improvvisazione”. Un jazz dai colori personali quello del viaggio di “In cammino”, dove ogni traccia racconta un’emozione, una sensazione personale, come “Vienna”, romantica dedica alla città dove Bonaccorso ha deciso di vivere. E ancora, per restare in tema geografico, “Canzone di Laigueglia”, tema musicale che si rifà alla bellezza del piccolo borgo ligure, sul quale Gino Paoli ha scritto il testo nel remake del brano, che si trova nel disco “Un incontro in jazz”. Tutto il divertimento del jazz e la gioia della sperimentazione musicale si ritrova invece in “Un poco bop” e in “Mister Kneipp”, brano ispirato alla famosa terapia Kneipp che alterna bagni caldi e freddi, e con cui Bonaccorso usa chiudere i propri concerti, con la collaborazione del pubblico chiamato a canticchiare la simpatica melodia. Sofisticatezza jazz, divertimenti, sogno e passione per la musica traspaiono da ogni traccia, ma è “In cammino”, il brano che dà il titolo al disco intero a essere il vero manifesto: note avvolgenti, un ritmo pacato, come un viaggio, per l’appunto, un fantastico viaggio in compagnia degli amici migliori.

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Te lo do io il pesto!!

Con la globalizzazione, arriva anche quello ’importazione. Un pericolo evidenziato anche dalla coldiretti

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T

e la do io la globalizzazione. Sembra di sentirlo Beppe Grillo, cavaliere ad honorem di quella Confraternita del pesto che dal ‘92 difende la vera salsa genovese dalle imitazioni. I cavalieri, armati di pestello e mortaio, non si erano preoccupati del mercato globale, anzi: un vasetto del loro pesto, qualche anno fa, è persino partito con lo Shuttle per la luna. Ma guai a dirglielo, ora, che nel loro pesto entra basilico non «zeneise», di quello che sa di menta, cresciuto com’è a latitudini diverse dal meridiano di Genova-Prà. Una minaccia evidenziata anche dalla Coldiretti che la diffusione dell’agropirateria. La ricetta originale del pesto è depositata presso la Camera di Commercio di Genova. Ma la guerra al basilico «straniero» potrebbe avere una soluzione immediata: «I nomi geografici appartengono alle comunità, per difenderli basterebbe la denuncia del sindaco»

dicono i produttori del pesto. Secondo un’indagine della Nomisma, il valore tra i consumatori dei prodotti a denominazione d’origine europea nel 2001 è stato pari a 7.653 milioni di euro, un mercato che cresce ogni anno del 5-10 per cento. Insomma un affare euromilionario che ha convinto centinaia di novelli archeo-gourmet a riscoprire alpeggi deserti e piante rinsecchite. E a lanciarsi nel vero business di inizio millennio: quello delle ricette della nonna in via di estinzione. Un settore difficile da difendere: nel mondo sono sempre di più i casi di imitazione di alimenti italiani, dall’ormai classico «parmesan» francese al tedesco «cambozola», versione sturmtruppen del gorgonzola. Per non parlare di altri clamorosi casi di «agropirateria»: provolone e asiago del Wisconsin (Usa), robiola canadese, «reggianito» e chianti «classico» argentini, grappa distillata in Sud Africa o cantine australiane piene di marsala e lambrusco. Alla Coldiretti snocciolano esempi: basta navigare su Internet per scopri

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Il pesto da difendere ad ogni costo anche davanti alla Corte di Giustizia Europea

re siti internet che vendono crescenza californiana, «parmesan» con crosta nera o la «mexican mozzarella». Non meno inflazionati i salumi: si va dal «Daniele prosciutto e company» alla «Genoa italiano soppressata». «Oggi non conta più solo l’etichetta con gli ingredienti, ma anche il luogo di produzione di un cibo, la sua storia» spiegano i produttori del pesto ligure doc. Il valore aggiunto diventa la provenienza e non il marchio delle aziende, che magari fanno la spesa in Asia e Sud America. Bedoni cita il caso del Trentin-grana, che da quando si è distinto dal gemello grana padano ha visto schizzare vendite e prezzi. «I prodotti di qualità trascinano tutto il settore e i loro nomi diventano griffe da esportazione, come le firme della moda». Da difendere a ogni costo, anche davanti alla Corte di giustizia europea. Come ha fatto il Consorzio del parmigiano reggiano, che giu-

sto ha ottenuto soddisfazione contro una piccola ditta che commercializzava in Francia il «parmesan». Una vittoria che bissa quella contro la ditta Rienzi sons di New York, che rivendeva con il nome «parmigiano», formaggio grattugiato non certo proveniente dall’Emilia. Un trionfo inaspettato in un Paese da sempre poco favorevole ai cibi dop europei. Vicende giudiziarie che sono diventate un caso internazionale quando, pochi giorni fa, il Wall Street Journal si è scagliato contro il purismo alimentare e ha insinuato che la difesa dei nomi geografici nasconda un timore: quello di scoprire che ai consumatori poco importa della provenienza di un alimento. Sarà. Intanto il Consorzio prosciutto di Parma ha registrato in Canada il marchio «The true Parma ham» per differenziarsi da un «prosciutto di Parma» dell’Ontario e il consorzio del parmigiano ha fatto altrettanto in tutto il Nord America. «Battaglie sacrosante» dicono ancora i produttori del pesto ligure. «Non vogliamo fav o r i re


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gli usurpatori con le nostre campagne promozionali. E poi ad esempio il nome “parmigiano” è oro colato: alcuni anni fa abbiamo calcolato che valeva quasi 150 milioni di euro». Di certo il marchio dop è il classico cacio sui maccheroni anche per le griffe meno conosciute: per esempio per il Roccaverano, un formaggio caprino dell’Alto Monferrato: due anni da dop si sono tradotti in una crescita del 100 per cento del prezzo e l’offerta non riesce a soddisfare la domanda. Le Camere di commercio stanno lavorando a un grande progetto: quello di registrare marchi collettivi collegati ai nomi delle leccornie regionali, da dare in uso a produttori rispettosi delle tradizioni e delle procedure. Insomma la tipicità è diventata un vero giacimento aurifero del sapore. Che fa gola a molti e che occorre proteggere anche contro i nemici italiani. Per questo un piccolo esercito di enti di certificazione, con autorizzazione ministeriale, controlla che vengano rispettate le severe norme di produzione degli alimenti di qualità. Una trentina di giudi-

TE LO DO IO IL PESTO

ci, italiani e stranieri, molto diversi tra loro, legati generalmente a enti pubblici o ad associazioni di categoria. «Il problema è quello di uniformare i criteri di controllo» dicono ad Agroqualità, l’organismo che ha il compito di verificare gli oli d’oliva «protetti». «Il numero eccessivo di esaminatori? Il ministero selezionerà i più seri e il mercato farà il resto» assicurano. In realtà spesso devono intervenire carabinieri, guardie forestali e l’ispettorato centrale repressione frodi del ministero. Con migliaia di ispezioni, che consentono di scoprire «mozzarelle di bufala» a base di puro latte vaccino od «oli extravergine di semi». Verifiche che a volte scoraggiano i produttori meno motivati: in molti preferiscono evitare controlli severi o non credono ai vantaggi del marchio. Un esempio? Hanno rinunciato alla loro corsa verso Bruxelles i produttori del pecorino di Laticauda nel Sannio. In fondo, secondo un recente sondaggio, solo il 40 per cento degli intervistati sa che cosa significhi il marchio dop. Con buona pace dei valorosi cavalieri della Confraternita del pesto.

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Le Camere di Commercio stanno lavorando ad un grande progetto: quello di registrare marchi collettivi collegati ai nomi delle leccornie regionali


SOMMARIVA Srl sede, negozio e museo: Via G. Mameli, 7 - 17031 Albenga (SV) Italia uffici e laboratorio: Piazza Bolla, 3 - 17031 Albenga (SV) Italia Tel +39 0182/559222 Fax +39 0182/541143 www.oliosommariva.it - info@oliosommariva.it AZIENDA AGRICOLA SOMMARIVA Regione Signola, 2 - Campochiesa - 17031 Albenga (SV) Italia

L’Antico Frantoio Sommariva si trova ad Albenga, storica cittadina della Riviera Ligure di Ponente, tra le mura della città medioevale. Da oltre cento anni, il frantoio produce l’olio extra vergine di oliva “mosto” a freddo e tutte le specialità della vecchia cucina ligure. La lavorazione è fatta artigianalmente ed i prodotti, quasi tutti provenienti dall’Azienda Agricola di famiglia, sono conservati esclusivamente in olio extra vergine di oliva, senza l’aggiunta di additivi chimici e conservanti, ottenendo così una qualità e genuinità ineguagliabili. A fare del frantoio Sommariva uno dei “gumbi” più spettacolari della Liguria concorre anche la sua ubicazione dentro le mura medievali della città di Albenga che, a loro volta, si fondano su altre due cinte murarie di origine romana. La visita al frantoio Sommariva sotto le volte a vela secolari è tutto un susseguirsi di vecchi attrezzi agricoli, recipienti di rame, giare in terracotta, torchi, macchinari di ogni tipo, dipinti e fotografie. Oggetti che Nino Sommariva ha raccolto negli anni con competenza e passione ed è con la stessa competenza e passione che qui avviene la famosa molitura a freddo delle olive. Come nell’antichità le olive vengono lavate e macinate in giornata o al massimo entro 48 ore dalla loro raccolta al fine di ottenere un olio dall’acidità molto bassa. Situato a pochi chilometri di distanza dal frantoio e in un ambiente naturale che richiama le virtù incontaminate dell’olio si erge lo stabilimento Sommariva, luogo dove l’olio extra vergine e i freschi ortaggi dell’azienda agricola si fondono per dar vita ad una vasta gamma di prodotti dal sapore ricco e naturale. Ed è qui che avviene l’imbottigliamento dell’olio e la preparazione di tutte le spedizioni nazionali ed internazionali. La qualità che da sempre contraddistingue i prodotti Sommariva ha imposto l’adeguamento delle attrezzature e dei processi produttivi a una serie di direttive CEE la cui soddisfazione ha necessitato la dotazione di macchinari e attrezzature che rispondano a tutte le conformità di qualità e sicurezza. Il risultato ottenuto dalla famiglia Sommariva è una struttura altamente tecnologica, con personale qualificato in grado di gestire una costante produzione che possa rispondere a pieno e senza attese alle richieste della clientela con un prodotto sano e sicuro.


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“Semplicità, e una tavolozza di colori tutti liguri”

L’intervista al nuovo presidente dell’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, lo chef imperiese Andrea Sarri

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a 41 anni, è imperiese, nel 2002 ha aperto il suo ristorante “L’Agrodolce” nella caratteristica cornice di Calata Cuneo, a Imperia. È questo il profilo di Andrea Sarri, neopresidente dell’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia, eletto lo scorso marzo come successore del friulano Emanuele Scarello. I JRE, associazione nata in Francia alla fine degli anni ’70, sono giovani chef provenienti da tutta Europa, di età non superiore ai 45 anni, che affiancano all’indiscussa abilità in cucina anche uno sguardo attento all’innovazione, senza mai perdere di vista la qualità. Il loro impegno è da sempre orientato verso la tutela del talento, della creatività e della passione per la gastronomia nel rispetto della cultura dei singoli territori. E di questi obiettivi Andrea Sarri ha fatto la propria bandiera, proponendo nel suo ristorante L’Agrodolce, con due ingressi su via de Geneys 34 e Calata Cuneo 25 a Imperia Oneglia, una cucina che sa essere di stile esaltando al contempo le potenzialità dei prodotti locali. “Facevo già parte del direttivo dell’Associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia durante la presidenza precedente, con Emanuele Scarello – racconta Sarri a proposito della sua recente nomina – perciò avevo già collaborato per questi tre anni alla realizzazione di progetti vari, ed era già chiara l’idea di dove volevamo andare. Certamente adesso prendere in prima

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persona l’eredità, che non è solo un bell’impegno, ma anche un grande piacere, perché fare il portabandiera di una associazione gastronomica che include gli chef più importanti di Italia in questo momento, soprattutto giovani e innovativi, è veramente una bella cosa”. Oltre all’impegno in senso più spiccatamente gastronomico, i JRE partecipano e sostengono spesso anche attività legate al sociale, come spiega Sarri: “Oltre ai nostri classici eventi di rilievo, siamo anche attenti a quello che può riguardare le donazioni e il volontariato. È nostra volontà per quest’anno non limitarci al solo circuito food, ma anche preoccuparci di entrare in canali alternativi, non solo riguardo a quello che tocca la ristorazione e la cucina”. I fornelli restano però l’interesse principale dei JRE: “Le prime cose che vengono chieste a un associato JRE, ed è

ANDREA SARRI


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le si sposta il meno quello che viene riportato anche sulla nostra “Devo dire che ho iniziato possibile: “Per fortuna effige, sono talento e molto giovane, i miei geni- la nostra è un’associazione, non è come passione – dice Sarri tori erano già proprietari quando i cuochi vanparlando dei valori che di un ristorante, ma non no in televisione e ci si l’associazione da lui ho mai praticamente lavo- deve assentare –rivela. presieduta si propone – Abbiamo un direttivo, di esaltare e difendere rato con loro. Ho comin– queste sono le cose ciato subito a viaggiare, a c’è una segreteria con impiegate che hanno principali, dopodiché fare esperienze fuori e ho molto lavoro, un vicevengono la tutela del aperto molto presto la presidente che può prodotto, la ricerca e mia prima attività. occuparsi degli impel’innovazione, perché gni che mi riguardano. essendo giovani ci metInoltre il direttivo è sparso per tutta Italia tiamo un po’ in gioco. E ancora il rispetperciò io ho una logistica molto attrezto della cucina: nel nostro caso, anche zata, nel senso che se ci deve essere se siamo europei, rappresentiamo la un evento in Campania posso mandare costola italiana, quindi il rispetto della un ragazzo del direttivo che magari è tradizione e della cultura gastronomica della Campania, lo stesso per il Friuitaliana”. li, per la Sicilia e via discorrendo. Gli Nonostante la carica che ha assunto e eventi più importanti li presiedo io, così gli impegni che questa comporta, Sarri come quando sono resta fedelmente e appassionatamente legato al proprio ristorante, dal qua-

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Una sala dell’ Agrodolce il ristorante di Andrea Sarri


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ANDREA SARRI


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presenti nostri partner di importanza determinante, allora devo esserci, ma per il resto sono presente continuamente nel mio ristorante”. 42 anni il 10 maggio, Sarri presiede una associazione che fa della giovane età un elemento di promozione ed eccellenza. E in giovane età, del resto, ha anche preso forma la sua passione per la cucina, come racconta a proposito della sua carriera: “Devo dire che ho iniziato molto giovane, i miei genitori erano già proprietari di un ristorante, ma non ho mai praticamente lavorato con loro. Ho cominciato subito a viaggiare, a fare esperienze fuori e ho aperto molto presto la mia prima attività. Nel momento in cui abbiamo inaugurato Agrodolce sapevamo già, insieme alla mia compagna e alla squadra che avevo e che è quella attuale, dove volevamo andare e cosa volevamo fare. E un passo dietro l’altro, nonostante il momento storico difficile, e la città, il paese tra virgolette, che non è dei più facili, siamo riusciti a ritagliarci uno spazio importante anche a livello nazionale. E non ci siamo ancora fermati, perché da questa idea dell’essere ‘giovani’ è nata la voglia di progredire sempre, di migliorarsi e continuare a ricercare”. Il Ponente Ligure risulta, nella scelta di Sarri di aprire il proprio ristorante a Imperia, dopo aver girato il mondo, una condizione imprescindibile: “La materia prima e i prodotti sono eccezionali - spiega rispondendo alla domanda sul perché proprio Imperia - e il posto dal

ANDREA SARRI

punto di vista della qualità della vita è molto appagante. Forse commercialmente non lo è altrettanto, ma sono scelte di vita. La mia è più che altro il piacere di fare quello che voglio e anche godermi i miei spazi e tutto il resto, non è solo ricerca orientata verso il lavoro, ma anche godere della propria vita”. Che le eccellenze gastronomiche del Ponente Ligure spicchino per qualità, non è un dato nuovo, come già testimoniato dai numerosi presidi Slow Food registrati in provincia di Imperia e Savona. Anche Sarri attinge a piene mani, nella propria cucina, a molti prodotti tipici del territorio: “È più facile dire tutti che non farne l’elenco uno per uno - scherza alla richiesta di quali siano i suoi ingredienti preferiti tra quelli locali - perché ce ne sono veramente tanti. Se dovessi riassumere direi: tutto il pescato che può offrire il nostro Mar Ligure e quello che può offrire la terra, dall’asparago violetto, al cuore di bue, alla zucchina trombetta, al carciofo di Albenga. Le eccellenze locali non mancano di sicuro: è una tavolozza di colori veramente vasta”. Non è necessaria più di una parola a definire la filosofia in cucina di Andrea Sarri, che, deciso, individua la chiave del suo successo nella semplicità. “È artigianato – conclude sull’arte culinaria invogliando i giovani e futuri chef a seguire la propria passione. – Credo che l’Italia in questo momento abbia bisogno più che mai di un ritorno non all’industria ma all’artigianato vero e proprio, e di puntare su una ristorazione di qualità. Credo che nel tempo pagherà sicuramente”. Alessandra Chiappori

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Quando il profumo del mare si incontra col sapore della terra…

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ra un giorno d’inverno, di quelli con le onde che sembrano cavalli al galoppo, precipitosi di saltare oltre la scogliera, quando la Signora Caracosa, dell’importante famiglia dei Doria, mise al mondo il figlioletto Andrea. Correva l’anno 1466 e certo non vien facile immaginare l’illustre ammiraglio, che tanto ha fatto per la Repubblica di Genova, giocare a fare castelli di sabbia sulla spiaggia di Oneglia. E ancor meno vien spontaneo pensare a come una donna (o un uomo, questo non ci è dato saperlo!), sia riuscita a cucinare un piatto tanto prelibato e buono da allietare le papille gustative del piccolo marinaio: la Piscialandrea. E doveva pur ben piacergli, al giovane Andrea, per prendere persino il suo nome! Che poi la si voglia chiamare pisciadela, piscirà, machetera, machetusa, pata cu a pumata, poco a noi importa perché in ogni variante toponomastica, resta sempre un piatto delizioso, nato dall’insieme dei pochi ingredienti che la nostra terra può offrire. La Riviera dei Fiori ha infatti il pregio di far volare le aquile sul mare, ma anche la vanteria di dare con tanta avarizia del terreno a chi, di mestiere, fa il contadino. E’ per questo che la nostra cucina prende e mischia un po’ dal mare e un po’ dalla montagna, proprio come è successo per questo conosciuto piatto, che pochi ingenui chiamano semplicemente pizza! Cominciamo dalla ricetta, che vi dico così come, presumibilmente, una donna la raccontò alla mamma del piccolo Andrea Doria: “Inandiase mézzu chilò de faina. I se azunze mézzu gottu de öiu de uiva e âigua, meté e meté, sbattui insémme


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25gr. de levau mes’ciai in te dui cügiai de laite, a sa. U se impasta, méttendughe, su ghe ne fusse bésognu, de l’àutra âigua o laite. U se lascia lievita pe ina quaanténa de menûtti, cuvertandulu cun ina pessâ de lana. In tu mentre u se inandia u sciûgu, fendulo cöxe pe ina vintena de menûtti: Mezzu chilu de pumate. Due sevulle taiae a fette. Dui cugiai de öiu de uiva. A sa. U se inandia l’impastu lievitau in t’ina teja unta d’öiu, u se ghe versa adossu u sciûgu (dopu avelu faitu in po’ rafreidâ). U se azunze ancù, ben messi 15 teghe d’àiu “vestie”. In pugnu de uive saae. Mézz’ettu de filetti d’anciue a tocchi. U se cöge in tu furnu a fögu medio pe in’uetta. Fai atension cu nuse cöge troppu!” Gli ingredienti sono semplici, ma buoni. Si parte con la fragranza dei pomodori, lungo le dolci dorsali delle colline, coltivati sulle terrazze, ossia balconi di terra costruiti pietra su pietra dai contadini per ritagliarsi un piccolo orto. Si discende tra i profumi dell’aglio e della cipolla, passando i maestosi uliveti, sino al mare, dal quale coraggiosi marinai vanno e vengono ogni giorno. E così compare un altro ingrediente base: l’acciuga. Con questa un tempo si preparava il machetto, originario condimento della Piscialandrea, quando ancora il pomodoro non si conosceva. Per i meno Liguri, ma più impavidi che vogliono rievocare nella propria cucina questo antico piatto, vi riporto la traduzione della ricetta so-

pra citata: Si dispone a cratere sullo spianatoio mezzo chilo di farina. Si aggiungono: Mezzo bicchiere di olio d’oliva e acqua in parti uguali, sbattuti insieme 25gr di lievito sciolti in due cucchiai di latte. Sale. S’impasta, mettendo se del caso altra acqua o latte. Si lascia lievitare per una quarantina di minuti, coprendo con un panno di lana. Intanto si prepara il sugo, facendo cuocere per una ventina di minuti: Mezzo chilo di pomodori (pelati). Due cipolle tagliate a fette. Due cucchiai di olio d’oliva. Sale. Si dispone l’impasto lievitato nella teglia unta d’olio, si versa sopra il sugo (lasciato un po’ raffreddare). Si aggiungono ancora, disponendoli con cura: 15 spicchi d’aglio “vestiti”. Un pugno di olive in salamoia. Mezzo etto di filetti d’acciuga a pezzetti. Si cuoce al forno a fuoco medio per un’oretta. Attenzione che non cuocia troppo! Una cucina che parte dalla montagna e arriva sino al mare, che coinvolge non solo i sapori, ma anche la storia! E se un giorno, vi doveste trovare a passeggiare tra i portici di via Bonfante o sotto le finestre dell’antica casa natale di Andrea Doria e, osservando il mare tra un carruggio e l’altro, vi doveste sentire travolti da un profumo intenso, lasciatevi tentare da un quadrato di “pata cu a pumata” , perché i vostri sensi vi ringrazieranno! Noemi D’Amore

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Alfonso e sua moglie Tina aprono la loro prima pizzeria nel Maggio del 1979 e la chiamano “Da Fonzie”. L’avvio dell’attività con l’arrivo della bella stagione, sembra predire il successo del locale, che ancora oggi è ricordato da tutti gli abitanti di Sanremo e non solo! Dopo circa vent’anni, i coniugi decidono di spostarsi in una zona più centrale della città, e così iniziano la gestione de “Lo Spuntino” nella galleria del mercato coperto. Trattandosi però di un bar, Alfonso comincia a sentire la mancanza della farina sulle mani, del profumo della legna nel forno e difatti, non passa molto tempo che insieme a Tina aprono una nuova pizzeria: “Gli Ulivi”. Questa, con l’aggiunta della ristorazione, è un altro grande successo che impegna l’intera famiglia Nigro per ben dieci anni! Ed è proprio quella sensazione come di sedersi a tavola a casa della propria famiglia, che rende unico un locale gestito da Alfonso e Tina. Dopo un breve periodo di pausa, marito e moglie sempre insieme, a dimostrazione di una vita dedicata agli amori, per la pizza e per la famiglia, hanno intrapreso nel 2011 una nuova sfida, e visti i precedenti, non potrà che essere un altro gran successo!


L’ambiente rispecchia la personalità dei coniugi Nigro: é accogliente, solare, ma anche semplice e delicato. Il forno a legna dona alle pizze un sapore unico e intenso, reso ancora più particolare dall’aggiunta della ‘nduja, una pasta di salame calabrese molto piccante. Non a caso, la pizza più richiesta dai clienti è “La Diavola”! Ma da “Alfonso e Tina” non è solo la pizza ad essere buona: non si può rinunciare alla loro frittura di pesce perchè è leggera, croccante al palato e mai unta. Per non parlare della pasta, rigorosamente fatta in casa, come i “maltagliati al ragù di capriolo” o i gustosi “gnocchi di Tina”, un piatto assolutamente da provare! E ancora il “risotto ai frutti di mare” del quale Alfonso, buongustaio, va molto fiero. La famiglia Nigro accoglie i propri clienti pensando specialmente alle loro esigenze. E’ per questa ragione cha all’ora di pranzo, un lavoratore stanco, può sedersi a tavola sicuro che il suo appetito verrà saziato grazie ad un menù completo, come quello del venerdì, con “trenette al ragù di pesce”, “cozze alla Livornese”, dolce e caffè, spendendo solo 11€Euro! La ricerca di una cucina ancora tradizionale, la cura per la scelta degli ingredienti, e l’attenzione verso la spesa del cliente, sono le basi per la crescita di questo locale e se avete ancora qualche dubbio, provate una fetta di torta appena sfornata, tornerete altre cento volte per gustarvi anche le altre!

Corso Mazzini 609

18038 Bussana (IM) info e prenotazioni:

0184 514327


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L’

importanza del ruolo svolto dalle Confraternite enogastronomiche per la promozione del territorio è sotto gli occhi di tutti. E si correla direttamente all’amore per la loro terra che i confratelli e le consorelle esprimono in mille modi. A partire dalla forte volontà di salvaguardare le tradizioni locali, intese nel senso più vivo del termine, con riferimento alle piccole comunità che ben sanno esprimere un forte senso di appartenenza, soprattutto là dove la campa-

gna con i suoi ritmi e le sue regole sa ancora parlare al cuore. Il rapporto ruralità/enogastronomia deve anche significare la riscoperta di sapori dimenticati che vanno riproposti con la consapevolezza che la conoscenza del passato - anche per la tipicità - aiuta a capire l’oggi e a guardare con qualche certezza in più il domani. Se in Italia l’enogastronomia fa da traino al turismo con un paniere di prodotti che ha superato i 20 miliardi di euro in valore, allora su questi prodotti, sul loro legame con la terra e sul modo di promuoverli bisognerà ‘investire’. Come le Confraternite hanno spesso

Tipicità, confraternite, cultura locale e salvaguardia dei valori del territorio 170


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dimostrato di saper fare. Ci ripetiamo spesso, fino alla noia, che le nostre tradizioni locali vantano qualità e varietà da tutelare. In quel mare magnum di colture che è l’Italia, si possono individuare alcuni giacimenti che per le loro caratteristiche comuni mostrano un filo rosso che unisce luoghi, tradizioni, artigiani, agricoltori, dialetti, manualità che sono sì distanti geograficamente ma che consentono di far emergere la diversità nell’unità di una cultura materiale diffusa. E tra questi i prodotti tipici sono esempio eccellente. Un giacimento importante e diffuso ha nome paesaggio e si alimenta con la

ruralità, con la res rustica dei latini che si distingue dalla res urbana che alla ruralità guarda a volte con interesse e sempre con un pizzico di sana invidia. E lo stesso paesaggio può diventare “prodotto tipico” di un’area geografica, nel senso che lo si ritrova con le sue caratteristiche inconfondibili, con i suoi colori, con le sue trasformazioni, con le sue forme modellate dall’uomo nel corso dei secoli. E di questo paesaggio ‘si nutrono’ i prodotti della campagna, quei prodotti che le Confraternite oggi si impegnano a valorizzare nella piena consapevolezza che odori e sapori sono figli di un ambiente rurale pure esso

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da salvaguardare. Anche così l’Italia può dimostrare di essere capace di far tesoro delle eccellenze territoriali, proprio grazie all’entusiasmo e alla passione delle Confraternite, unica arma per vincere la sfida della qualità e rilanciare lo sviluppo. Perché di sviluppo si tratta. Non di folclore. L’attenzione alla qualità dei

prodotti, gli interventi per garantirla coniugati con il piacere dello stare insieme perché accomunati nella difesa dei valori dell’enogastronomia sono alcuni degli elementi che oggi rendono ancor più fortemente propositiva l’attività delle Confraternite. Renata Crotti già assessore al Turismo della Provincia di Pavia docente di storia medievale all’Università di Pavia

Il turismo attraverso la cultura del cibo

Le Confraternite Enogastronomiche

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n Francia 1400 Confraternite Enogastronomiche, in Italia 300 , ma anche Spagna , Svizzera Belgio, Portogallo, Germania, addirittura Canada sono Paesi che ospitano queste belle associazioni non profit, create e gestite esclusivamente da volontari, senza fini di lucro, senza retribuzione, animati solamente dal loro amore per il territorio di appartenenza, per le tradizioni locali, per i cibi ed i prodotti tipici della loro cultura. In Italia le Confraternite Enogastronomiche spaziano da quella del Risotto, a quella dei Paladini delle Tradizioni della Liguria i Cavalieri di Adelasia, ma anche a quella della Castagna Bianca di Mondovì, a quella del Gorgonzola o a quella della Nocciola Tonda di Cortemiglia, o del Grappolo d’Oro di Imperia o del Circolo della Rovere di Savona, oppure della Rana e del Salame d’Oca di Vigevano e a moltissime altre riunite nella Federazione Italiana ENOFICE e in quella Europea CEUCO. Tutte si scambiano inviti, organizzano incontri detti ”Capitoli”,

grandi succulenti pranzi a base di prodotti locali, conferenze che valorizzano la territorialità, dimostrazioni pubbliche, sfilate per le vie delle città, pacifiche manifestazioni che tendono alla fratellanza. Una attività costantemente viva ed attiva che mette in luce queste belle Organizzazioni e ad aumentarne la visibilità allo scopo di incrementarne le adesioni. Esse infatti si sovvenzionano unicamente attraverso i Soci, non chiedono aiuti agli enti pubblici tranne che nell’organizzazione di eventi di particolare rilevanza ed interesse per il territorio. Purtroppo le Persone che dimostrano un interesse per la cultura enogastronomica hanno prevalentemente già raggiunto una età adulta, i giovani ormai suggestionati dal fast-food difficilmente capiscono i valori dei cibi tradizionali e non hanno un grande rispetto per le tradizioni dei loro padri. E’ uno degli svantaggi della globalizzazione che ci fa dimenticare il modo di vivere vicino alla terra, alla natura, cibandoci in modo sano e genuino.

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CONFRATERNITE ENOGASTRONOMICHE


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E pensare che l’UNESCO ha inserito tra i Beni Immateriali da difendere la Dieta Mediterranea e la Cucina Francese, tutto quello cioè che le Confraternite Enogastronomiche difendono e diffondono. Gli aderenti a queste Associazioni, che tra loro amano chiamarsi Confratelli o appellarsi col titolo di Cavalieri, come nelle antiche Associazioni Religiose o di categoria, partecipano alle loro cerimonie indossando vistosi mantelli colorati e sfoggiando medaglie, collari e stendardi che non possono passare inosservati. Non li guida certo l’ambizione di mascherarsi sotto i ricchi paludamenti, ma li sostiene invece l’orgoglio di appartenere ad un sodalizio che punta alla valorizzazione di un grande patrimonio nazionale: l’Enogastronomia intesa come rivitalizzazione delle tradizioni dei loro tanti Paesi. Ci si deve augurare che le Istituzioni capiscano questo orgoglio e lo aiutino come già ha fatto la Regione Lombardia che il 17 maggio 2011 ha promulgato la Legge Regionale N° 20 che prevede la “ Pro-

mozione, riconoscimento e sviluppo delle confraternite enogastronomiche e di associazioni consimili” Ciò permetterebbe alle Confraternite italiane di sostenersi meglio e di vivacizzare il turismo enogastronomico che già occupa uno spazio importante ma che può essere ulteriormente sviluppato. Non dimentichiamo che il patrimonio della cucina italiana è considerato il più ricco, vario, completo e prestigioso a livello mondiale e che, come recita la relazione alla Legge della Regione Lombardia, “...le confraternite enogastronomiche si applicano nella ricerca e valorizzazione dei vini e della cucina italiana nei loro aspetti storici, di costume e folclore ...omissis... e esportano in ambito nazionale ed internazionale la conoscenza dei prodotti tipici”.

CONFRATERNITE ENOGASTRONOMICHE

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Ettore Arposio ettore.arposio@gmail.com


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Le suggestioni di

Calata Cuneo

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a banchina commerciale a banchina turistica Calata Cuneo, da un decennio a questa parte, è diventata la meta di yachtman da ogni angolo del mondo. Qui hanno trovato il loro buen retiro dopo viaggi attorno al globo anche per molti mesi. La sera la Calata Cuneo è il posto in cui si ritrovano gli equipaggi dei mega yacht che sono ormeggiati lungo la banchina dove un tempo attraccavano navi mercantile. In questa trasformazione ha cambiato pelle anche il lungo porticato della calata. Accanto ai ristoranti storici ne hanno aperto altri. Qui si può mangiare ottimo pesce, pescato la sera prima davanti alla città, oppure i famosi gamberoni di Oneglia ricercatissimi non solo a Imperia ma in tutta la Riviera di Ponente. Accanto ai ristoranti d’élite sono sorte anche pizzerie, ritrovi, pub che, soprattutto in estate, sono molto frequentati dalla movida notturna. Tra la piazza dove si affaccia il vecchio

Il fronte mare di Imperia è diventato la sede naturale di ristoranti, bar, enoteche tribunale, oggi diventata una biblioteca di prestigio per la città, alla spianata Borgo Peri, i ristoranti sono numerosi e soprattutto alla portata di tutte le tasche. Ognuno ha una particolarità, ognuno ha un menù diverso da offrire ai propri clienti, ognuno sa soddisfare i cosiddetti “palati fini”. La Calata Cuneo che si affaccia nel porto di Oneglia è molto apprezzata per la sua tranquillità. La banchina di giorno si anima dei pescatori appena rientrati da una lunga nottata di lavoro, di notte di coppiette che passeggiano mano nella mano per godersi la brezza di mare. Un’area turistica e commerciale che praticamente vive 24 ore al giorno dove non mancano le iniziative ormai storiche per la città a cominciare da Olioliva e dal salvataggio della Befana due appuntamenti che gli imperiesi e non solo non vogliono rinunciare. Eventi che animano le banchine di esperti di olio e di altri produzioni locali e anche di bambini che restano

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sempre affascinati dal salvataggio della Befana che i pompieri mettono in atto il 6 gennaio di ogni anno. Un altro modo per vivere appieno questa Calata Cuneo che è amatissima anche da fotografi e pittori. Decine gli artisti che lungo la diga foranea si sono cimentati in quadri e foto da cartolina. Dalla diga infatti si gode un panorama da togliere il fiato: bel-

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lissimi quei colori rosa, rosso e giallo che creano un quadro naturale di una lunga area perimetrale davanti alla banchina dove ora sono ormeggiati i lussuosi yacht dei paperoni stranieri. Pesce, mare, colori, turismo, motoscafi e super barche. Calata Cuneo può essere considerata, senza paura di essere smentiti, uno dei luoghi più affascinanti della Liguria. Merita quindi una visita e una cena, magari a lume di candela, in uno dei tanti ristoranti che si affacciano sotto il porticato tipicamente ligure.

CALATA CUNEO


FOTO GEROLAMO ACQUARONE

La Conchiglia “E’ ormai diventato un punto di ritrovo per gli habitué dell’aperitivo. Alla Conchiglia si respira un’aria mitteleuropea dove il cliente si sente a proprio agio in un clima informale ma decisamente glamour. Amato dai residenti e’ la location preferita dagli equipaggi e dagli armatori degli yacht ormeggiati sulla banchina proprio di fronte al locale. Cocktails tradizionali ed altri decisamente meno scontati si fanno accompagnare da piatti insoliti in grado di soddisfare i gusti di tutti: tapas, chili, paella, pollo tandori, capesante gratinate, tartarre ma anche specialita’ dell’eccellenza gastronomica italiana accompagnati da un’ottima selezione di vini. Per un pranzo in riva al mare, un appuntamento a lume di candela con musica in sottofondo o semplicemente per trascorrere una serata con gli amici la Conchiglia e’ il ritrovo che non vi farà sbagliare. Il valore aggiunto sta nella gentilezza e simpatia del personale in grado di soddisfare sempre ogni richiesta sotto la guida dei titolari che, non di rado, si possono incontrare all’ora dell’aperitivo con gli amici di sempre a dare vita a serate insolite e divertenti”.


Daniele Style


Via Vittorio Emanuele, 292 18012 Bordighera IM Tel. + 39 0184 26 07 94 info@danielestyle.it www.danielestyle.it

DANIELE STYLE è un salone di bellezza ,innovazione ,a passo con la moda ,per offrire servizio di TOTAL-LOOK . Daniele Rao, Hair-director del salone, inizia la professione a 16 anni frequentando una scuola per parrucchiere ( ENAIP ), provando piacere per questo lavoro svolge una prima accademia A.N.A.M. (accademia nazionale acconciatori misti ) partecipando ad una gara di acconciature a livello regionale e si piazza al 1° classificato. A23 anni si sposa,ed insieme alla moglie Valentina decide di aprire il salone a Bordighera DANIELE STYLE , per specializzarsi ed approfondire la propria professionalità, frequenta diverse accademie, tra le quali: accademia TONI-GAY a NEWYORK ,accademia TIGI a SALERNO e LONDRA. Nel 2010 inaugura insieme ad un suo collaboratore diventato socio, il salone di Sanremo MASSIMO HAIR-STYILIST. Insieme hanno partecipato a diversi eventi ,uno tra questi a Genova per la sfilata della rivista DONNA MODERNA . Quest’anno Daniele ha partecipato al World Wide Hair Tour MIAMIcon Davines , lavorando nel backstage del art director ANGELO SEMINARA per la presentazione di una nuova tecnica di colorazione Flamboyage e tantissimi look da collection. Oggi insieme ad un team giovane di 5 fantastici collaboratori offrono un servizio di qualità, cortesia e professionalità, per esaudire le esigenze di ogni cliente, proponendo un servizio di taglio, colore, piega, extension, ecc. personalizzati, e prodotti adatti per mantenere a casa il look desiderato. Inoltre troverete a disposizione una truccatrice esperta per valorizzare al meglio la vostra immagine.La nostra filosofia si basa sull’idea che per creare un’acconciatura si debbano prendere in considerazione il look personale, i lineamenti del viso, la struttura del capello e lo stile di vita di una persona: il tutto per valorizzare al meglio la bellezza della donna, rendendola inconfondibile I prodotti utilizzati da DANIELE STYLE sono composti al 98% di ingredienti naturali, la DAVINES è una azienda sostenibile ad impatto zero , per il rispetto dell’ambiente. Davines “A New Colour “ è una rivoluzionaria linea di colorazione che lascia i capelli morbidi e idratati grazie alla formulazione delicata e priva di ammoniaca. Punto di forza della formulazioni l’azione sinergica di carotenoidi, pigmenti vegetali dall’azione antiossidante, e di melanina vegetale, antiossidante e antiradicalico naturale estratto dalla palma di dattero. Per facilitare la penetrazione dei pigmenti sui capelli, l’ammoniaca è stata sostituita dalla monoethanolamina (MEA), sostanza biologica idrosolubile e biodegradabile, completamente inodore, potenziata dall’unione vincente con il metasilicato, agente minerale quarzifero dalle altissime capacità di rifrazione della luce. Disponibile in 43 nuance diverse perfette per coprire capelli bianchi, schiarire, scurire o cambiare riflesso ai capelli E per la protezione e cura dei vostri capelli e corpo durante l’estate Daniele Vi consiglia “SU”, la linea Davines di prodotti realizzati e formulati per incontrare i bisogni dei capelli e della pelle prima, durante e dopo l’esposizione al sole. I prodotti solari Davines assicurano una protezione prolungata, un effetto emolliente ed antiossidante. Nutre la pelle e rende lucidi i capelli, proteggendo il colore da sole, cloro e salsedine grazie all’olio di jojoba, all’olio di Argan, alla vitamina E e filtro UVA/UVB. Da DANIELE STYLE potrete trovare tutto quello di cui avrete bisogno per stare in spiaggia e al sole in assoluta sicurezza.


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Se bella vuoi apparire... ecco alcuni Preziosi consigli per mantenersi in forma e prendersi cura del proprio corpo durante le vacanze

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inalmente è arrivata l’Estate! Ma anche in questa bella stagione, dovremo adottare dei piccoli accorgimenti per mantenerci sempre in ottima salute. Infatti, che passeremo le nostre vacanze al mare, in montagna o in città, avremo sempre da fare i conti con i raggi del sole, i quali, senza un’adeguata protezione, potrebbero mandarci di traverso l’intera stagione! Specialmente per quanto riguarda la nostra bella chioma. Sedetevi comode e leggete con molta attenzione, perché se non curerete i vostri capelli nel migliore dei modi, a Settembre dovrete prendere le forbici e optare per un taglio drastico! Ricordatevi sempre che un capello rovinato è come un terreno bruciato: prima di vedervi spuntare un bel fiore, passerà davvero tanto tempo. Quindi, parliamo di prevenzione. Il vero nemico dei vostri capelli è il caldo, perché i follicoli possono essere “cotti” dal sole. Per questa ragione, no alla piastra o al phon prima di andare al mare, dove le temperature saranno già molto alte! Se proprio non potete rinunciare alla piega, provate facendo una treccia con i capelli ancora bagnati: li terrà ben distesi e, una volta sciolta, vi

donerà un look leggermente mosso. Come per il nostro corpo che rischia di essere disidratato sotto il sole, anche il capello ha bisogno di un buon nutrimento, che gli permetta di non perdere importanti sostanze sotto i raggi solari. Portatevi quindi sempre con voi un balsamo senza risciacquo con filtro di protezione solare o ricordatevi di applicare un olio protettivo e ricostituente prima di andare in spiaggia e dopo ogni bagno in mare. Se proprio vi siete dimenticate di portarvi il balsamo e non avete con voi un cappellino o un foulard per coprirvi la testa, allora utilizzate lo stesso prodotto che avete messo sulla pelle. Certo, i capelli potranno sembrare unti e poco attraenti, ma sarà sempre meglio del rischio di bruciarveli sotto i raggi UV! Anche un semplice spruzzino riempito con acqua dolce vi sarà molto utile per tenere i capelli sempre freschi e se dovrete districarli usate un pettine largo o una spazzola, applicando nuovamente la protezione una volta pettinati. Anche se rimarrete in città dovrete prendervi cura della vostra chioma: sì agli impacchi ricostituenti, ai massaggi del cuoio capelluto e allo shampoo con prodotti non aggressivi. E massima attenzione alle nuotate in piscina! La clorina, agente sbiancante contenuto in molte piscine, non solo può schiarire i vostri capelli, ma può anche renderli secchi e crespi. In ogni caso, e senza scuse, non appena uscite dall’acqua lavateveli con cura ed usate

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SE BELLA VUOI APPARIRE


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uno shampoo specifico per nuotatori. Non affidatevi alla sola cuffia di silicone, che andrebbe comunque messa solo dopo aver applicato sui capelli un po’ di buon balsamo. Quello che mettiamo da mangiare sulla tavola può incidere sulla salute dei nostri capelli? Certo! Per avere una chioma sana, scegliete frutta e verdura a volontà, ma anche cibi ricchi di ferro e vitamine. Ovunque voi siate a trascorrere le vostre vacanze, non dimenticatevi quindi dei vostri capelli! Se siete incerte sul prodotto più adatto a voi, fatevi sempre consigliare dal vostro parrucchiere, che conosce bene il vostro tipo di capello, e saprà quindi indirizzarvi per il meglio! Come per i capelli, anche la pelle ha bisogno di un’accurata attenzione. La parola d’ordine in questo caso è: acqua! Che la beviate o che la prendiate dai cibi, il vostro corpo ha bisogno di essere sempre ben idratato. Quindi abbondate con le verdure e la frutta, evitate cibi grassi e speziati, e bevetevi sempre almeno 1,5 litri di ac-

qua al giorno! Una buona abitudine è anche quella di bere un bicchiere di latte fresco ogni mattina, perché fornisce molte sostanze nutritive alla vostra pelle. Inoltre, no ai trucchi pesanti e ai fondotinta che fanno respirare meno la pelle e la rendono più grassa. Già l’abbronzatura vi darà un perfetto trucco naturale! Indispensabile una crema idratante con filtro solare, minimo SPF 15, specialmente per il viso, da applicare anche se restate in città. Mentre quando vi esponete al sole di mare o montagna usate sempre una crema a protezione solare più alta e adeguata al vostro fototipo. Concedetevi inoltre dei fanghi: rivitalizzeranno la vostra pelle! Un ultimo, ma non per importanza, accorgimento: quando tornate a casa da una giornata in spiaggia, dal lavoro o da una serata passata in discoteca, rifrescate il vostro viso, le mani e le gambe con acqua fredda. Aiuterà la vostra pelle a rilassarsi e quindi a respirare meglio. Ora che avete tutte le informazioni necessarie per godervi in salute l’Estate, non mi resta che augurarvi buone vacanze! Noemi D’Amore

SE BELLA VUOI APPARIRE

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Dove andiamo stasera....

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a Riviera Ligure di ponente come non l’avete mai vista: di notte alla sola luce della luna. Passeggiate romantiche sul lungomare o lungo la spiaggia o ancora alla scoperta degli angoli più nascosti dei borgo marinari con piazzette e scorci da favola sul mare. Passeggiate indimenticabili che però devono iniziare con una cena da favola in uno dei tanti ristoranti che servono pesce pescato la sera prima davanti alla costa ligure annaffiato da buon vino del ponente, magari a lume di candela accarezzati dalla brezza di mare. Il ponente offre una varietà infinita di ritrovi per tutti i gusti e tutte le tasche. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Tutte le località di mare sono pronte a soddisfare il palato più esigente anche quello del buongustaio che sceglie di trascorrere le vacanze in Liguria per mangiare buon pesce e bere vino buono. Dopo cena si possono anche frequentare i bar e i ritrovi abituali per i giovani dove si può ascoltare buona musica e magari tirare fino a notte fonda. Sulla passeggiata o sulla spiaggia si tira tardi per assistere allo spettacolo dell’aurora e fotografare panorami da sogno e capire alla fine che il paradiso terrestre esiste anche da queste parti.

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VENTIMIGLIA RISTORANTE “LA PERUGINA” Sulla Passeggiata Oberdan 15 a Ventimiglia, fronte mare, si trova il Ristorante Pizzeria “La Perugina”, a gestione familiare dal 1968. Il posto ideale per un pranzo veloce da scegliere fra i vari menù turistici oppure per passare una bella serata sul lungomare di Ventimiglia . Il Ristorante Pizzeria La Perugina vi può offrire dei piatti tradizionali di carne o di pesce, dal antipasto di mare alla frittura reale, e se preferite, è a disposizione un’ ampia scelta di pizze anche a taglio. Per infò: 0184 840809

CAMPOROSSO AL MARE RISTORANTE PIZZERIA “BILLA BONG” Il Ristorante Pizzeria BILLA BONG, a Camporosso Mare sul lungomare fra Camporosso e Vallecrosia.

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Se volete trovare un ambiente familiare e genuina, dove gustare pizze cotte nel forno a legna , del pesce rigorosamente fresco oppure della buona carne alla brace, andate al BILLABONG dove troverete ad accogliervi Simone e sua madre Silvana che gestiscono il ristorante dal 2007. Tutti i prodotti usati nel loro ristorante sono di produzione propria, pasta fresca e dolci fatti in casa, piatti tipici del posto e una vasta scelta di vini. Nei mesi estivi si può mangiare nel dehor, direttamente sulla spiaggia con una vista indescrivibile sulla costa azzurra per ammirare il più bel tramonto, non mancate l’appuntamento al BILLA BONG a Camporosso Mare, Via Carducci 26. Per prenotazioni 329 9873827

VALLECROSIA MEDITTERANEO BEACHRESTAURANTPIZZA Per la vostra giornata in spiaggia, pranzo o cena in un ambiente familiare e accogliente, non potete mancare ad andare al “Mediterraneo Beach Restaurant Pizza” sul Lungomare Marconi 8 a Vallecrosia. Quest’anno il bar, ristorante e stabilimento balneare sono stati completamente rinnovati e a disposizione della loro clientela dalla mattina alle 8 fino a mezzanotte. La spiaggia ben attrezzata e ottimale per tutta la famiglia, organizza per la stagione estiva con la collaborazione della Palestra Centro Fisio Sport, dei corsi di acqua gym, zumba, pilates, spinning e yoga. Per chi volesse rimanere in riva al mare an-

DOVE ANDIAMO STASERA


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che all’ora di pranzo c’è il servizio in spiaggia dal bar ai piatti di cucina. E per la vostra serata, mentre ammirate una vista stupenda e un tramonto indescrivibile sulla vicina costa azzurra, potrete gustare un aperitivo o cocktail nel dehors praticamente sulla spiaggia dove sono disponibili fino a 120 posti. Per la cena si consiglia un ricco antipasto della casa , dei piatti tradizionali liguri o le specialità di pesce, ovviamente accompagnati da un ottimo vino da scegliere fra le 43 etichette locali e nazionali. Per chi lo desidera è a disposizione anche la pizzeria ed una carta delle birre nazionali ed estere. Durante i mesi estivi il Ristorante Mediterraneo organizzerà anche delle serate di musica dal vivo, quindi non esitate a fare le vostre prenotazioni al 0184 291290 oppure visitate contatto FB : mediterraneomare

BORDIGHERA CRAZY BAR Il CRAZY BAR si trova in Via Roberto 8, vicino al Palazzo del Parco nel centro di Bordighera, dove vi aspettano i gestori Maurizio e Manuela per prepararvi la colazione ideale prima di andare in spiaggia, lo spuntino e panino per l’ora di pranzo e ovviamente l’aperitivo la sera con gustosi stuzzichini. La novità di quest’estate ? Venerdì, sabato e domenica sera a partire dalle ore 19.00 l’apericena con un ricco buffet per accompagnare i vostri cocktail o bicchiere di buon vino delle migliore marche, ed il tutto a suon di musica, alla consolle si alterneranno Ludovico Parmeggiani in arte “Dj Zuflex” e Michele Trifirò “Dj Shock”, iniziando con lounge music per arrivare al house e molto altro. Il CRAZY BAR il posto ideale per passare la serata o il pre-disco nel fine settimana. Per info o prenotazione tavoli: Maurizio 373 7147284

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Bordighera RISTORANTE E STABILIMENTO BALNEARE MAOMA Sul Lungomare Argentina 11 a Bordighera il Ristorante Maoma si affaccia sul mare con una meravigliosa vista sulla costa azzurra. Il “Maoma “è stato completamente ristrutturato e nella stagione estiva si può accedere allo stabilimento balneare dotato di servizio bar diurno sulla spiaggia, e la sera, illuminati dal tramonto si possono gustare deliziosi aperitivi su cuscini in riva al mare tra banani e palme da cocco. La cucina è un giusto connubio tra quella tradizionale ligure ed influenze internazionali. Pesce locale e pasta fatta in casa , ma è consigliato il gran piattone del Maoma un mix di pesce fresco grigliato con contorno e frittura mista. Un personale attento e cordiale vi farà passare una bella serata con un atmosfera straordinaria,e se volete dimenticare la frenesia della grande città e ritrovare la serenità accompagnata dal buon cibo e dal buon vino questo è il locale che fa per voi. Prenotazioni al 0184 265382

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SANREMO GELATERIA SLURP Se siete a passeggio a Sanremo quest’estate non potete mancare di andare a trovare La Gelateria Slurp in Piazza Colombo 37, dove potrete assaggiare il vero gelato artigianale di produzione propria. Olli, la rivoluzione naturale, dove il gelato incontra l’olio d’oliva nei tuoi gusti preferiti. Questa gelateria garantisce di utilizzare esclusivamente ingredienti privi di glutine, latte e derivati, e di adottare tutte le misure necessarie ad evitare la contaminazione con altri alimenti che li contengono.

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L’Oasi del Benessere

Centro estetico tradizionale ed olistico. A Pietra Ligure, zona semi centrale e tranquilla, in una traversa di Viale della repubblica, con parcheggio di fronte e nei dintorni. Da noi potete trovare i classici servizi dell’estetica quali: epilazione, pedicure, manicure, trattamenti corpo e viso, massaggi, hot stone massage. Pressoterapia (macchinario che agisce meccanicamente attraverso pompaggi sulle gambe ed addome per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica quindi aiutare a ristabilire un equilibrio contro il ristagno di liquidi, gonfiore, problemi circolatori, pesantezza alle gambe, cellulite). Inoltre potete provare trattamenti di tipo olistico che considerano il corpo un insieme di fisico, mente, anima ed energia, quali: riflessologia plantare, tecnica cranio-sacrale, massaggio bio-energetico, massaggi della medicina tradizionale cinese (tuina, micromassaggio corpo e viso). La scelta dei nostri prodotti estetici è stata fatta con particolare attenzione alla loro origine natuarale e biologica per poter offrire la qualità migliore ai nostri clienti cercando sempre più di personalizzare i nostri trattamenti per la particolarità di ogni persona. Offriamo inoltre un servizio gestito da professionisti del settore per quanto riguarda il benessere a tutto tondo... serate di incontro con il corpo, possibilità di corsi sul benessere, alimentazione, rilassamento. Pe ogni informazione telefonate al 389 92 82 281, apertura dal lunedì al sabato con possibilità nella pausa pranzo su richiesta.


i s a O

PROGRAMMA BENESSERE

La conoscenza di se stessi. La salute, la sicurezza e il benessere Il corpo è come un’orchestra in cui la musica è l’anima, se si elimina uno strumento o si cambia il modo di suonarlo, la musica nel suo insieme risulterà modificata RESPIRAZIONE

Tecniche di respiro, rilassamento con applicazione anche della Riflessologia Plantare

RIFLESSOLOGIA PLANTARE

Esperienza di massaggio di gruppo del piede e della mano

METAMORFICA

Massaggio dolce sulla testa, mani e piedi. Il massaggio che trasforma

PIRAMIDE

Trattamento per rigenerarsi e rotrovare la forza vitale

METODO DORN-BREUSS

Il trattamento gentile per la colonna vertebrale

I CINQUE TIBETANI

Esercizi di genuina integrazione psico-fisica

campane tibetane

Massaggio sonoro per il sistema bioenergetico

CHAKRA colori, cristalli, mudra,

mantra, suoni, posizioni Per migliorare il benessere psicofisico, stimolare e riequilibrare l’energia di Chakra attraverso l’utilizzo dei cristalli, dei suoni, dei colori delle campane tibetane

L’Oasi del Benessere Via Montale, 54 Pietra Ligure (SV) Cell. 389 92 82 281


La A.S.D. EASY FITNESS, non è la solita palestra ma piuttosto un “salotto del fitness”, un ambiente rilassante ove svolgere attività fisica La A.S.D. EASY FITNESS UNICO CENTRO SPORTIVO NELLA Liguria ad avere l’unità MIHA BODYTEC. Il suo funzionamento è semplice e rivoluzionario: stimola simultaneamente l’intero apparato muscolare. In pochissimo tempo i risultati sono ben visibili e riconoscibili; il peso e la percentuale di massa grassa si riducono, i muscoli ricostruiscono forza e la resistenza aumenta, forma fisica e zone critiche vengono tonificate, il senso di benessere generale e le sensazioni nei movimenti migliorano. Il Miha Bodytec può essere usato in forma passiva (seduti o sdraiati) o in forma attiva attraverso semplici esercizi. Il tempo libero è troppo prezioso per buttarlo in sedute di lunghi ed inefficaci allenamenti. Miha bodytec unisce senza compromessi il valore del tempo ed il desiderio di rendere completa l’attività quotidiana con lo sport: sedute dai 15 ai 35 minuti bastano per riscontrare risultati tangibili dopo poche settimane. Presso la EASY FITNESS si fanno dei programmi personalizzati di Cardiofitness e di allenamento tradizionali personalizzati. L’unità di Miha Bodytec è facilmente trasportabile, e cosa assolutamente unica e importantissima, gli istruttori dell A.S.D. EASY FITNESS svolgono servizio anche a domicilio per un’ allenamento maggiormente personalizzato, in Hotel, Istituti di bellezza e nei Centri Fitness…..non esistono scuse per non tornare in forma !!!! IL SOGNO DI SENTIRSI IN FORMA E SODDISFATI, IN A.S.D. EASY FITNESS DIVENTA REALTA’ Per qualsiasi informazione per tutta la Liguria: 328 6066209 - asso.fitness@gmail.com


MIHA BODYTEC è un sistema rivoluzionario innovativo ed intelligente. E’ concepito come sistema modulare ed è in grado di attivare singolarmente ogni gruppo muscolare dalla testa ai piedi: il giubbino è dotato di elettrodi posizionati su zona lombare, dorsale, cervicale, addominale e pettorale, con fasce per braccia e gambe e cintura glutei. Con questo sistema il muscolo agonista, antagonista e gli strati muscolari profondi sono stimolati. (foto giubbino e fasce) HEALTH & MEDICAL Salute è sinonimo di qualità della vita Non si può pensare all’ambito della medicina e della riabilitazione senza elettrostimolazione muscolare finalizzata alla protezione delle articolazioni del corpo, viene impiegata sia nella terapia del dolore che nella costruzione del muscolo post operatorio. Miha Bodytec ha un effetto benefico e lenitivo in particolare contro il mal di schiena, l’incontinenza e l’indebolimento del pavimento pelvico, così come contro le contratture muscolari dolorose. Per questa ragione viene utilizzato spesso dopo la gravidanza. BEAUTY & WELLNESS Sentirsi bene dentro, essere forti fuori La versatilità dell’elettrostimolatore è perfettamente adatta anche al body styling, non punta ad un trattamento superficiale bensì, ad una soluzione più in profondità, senza estenuanti sedute di allenamento, combatte i problemi di adiposità localizzate e cellulite, favorendo l’aumento di massa magra e promuovendo così l’attività metabolica. Con un allenamento costante ed un’alimentazione sana le zone problematiche vengono efficacemente ridotti con una fatica minima. SPORT & TRAINING Immediata efficacia Per tutti gli sportivi, principianti e agonisti, basta avere un paio di scarpe da ginnastica. L’elettrostimolazione aumenta l’ipertrofia muscolare, ossia la costruzione del muscolo, migliora velocità e resistenza in modo naturale, ma soprattutto da in brevissimo tempo risultati notevoli e riconoscibili.


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Ad Imperia la fabbrica del

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L’

hanno già battezzato la «fabbrica del divertimento» ma il Fabrik di Imperia, il nuovo locale aperto a marzo in largo San Francesco a Oneglia, a due passi dai centralissimi portici di via Bonfante, è molto di più. Certo, il divertimento non manca, ogni giorno della settimana, dall’apertura delle 18 fino alla chiusura, che non avviene mai prima delle 2, però il Fabrik, sia per le birre e i cocktail sia per le cene a buffet allestite ogni sera, è soprattutto un luogo di incontro e condivisione, uno spazio di aggregazione dedicato alle grandi compagnie di amici, come anche alle coppie e a chi invece ama girare da solo per vedere gente e posti nuovi. La cucina, pur essendo innovativa, affonda le sue radici nelle più sfiziose tradizioni liguri, con qualche licenza esotica che sconfina in Thailandia per proporre il meglio della prelibata arte culinaria orientale. I piatti del buffet sono dunque primi e secondi assortiti, anziché le solite pizzette e focaccine, e si trovano proposte sia di carne che di pesce, con tante verdure pre-

parate nei modi più ghiotti, formaggi e salumi a volontà. Inoltre, ci sono anche delle proposte più particolare da abbinare alle tante birre artigianali disponibili al bar, ovvero piatti realizzati proprio con gli ingredienti tipici della birra, una esclusiva del Fabrik che si distingue per la sua tipicità. Anche sul fronte dei vini il locale dispone di una vasta scelta di etichetta e presenta stuzzicanti abbinamenti, validi sia per l’aperitivo che per il dopocena. I due titolari Michele e Lucia sono poi sempre disponibili, insieme alla cuoca, al personale della cucina e del bar, a soddisfare le richieste della clientela, organizzando feste di compleanno, di laurea, ricevimenti, matrimoni. Proprio Momenti di Gusto ha tenuto il suo party di primavera, lo scorso 30 marzo, al Fabrik, con la presentazione della rivista al cospetto di un gran numero di personaggi del mondo dello spettacolo e dell’informazione ligure. Certamente, con l’arrivo dell’estate, Michele e Lucia organizzeranno nuovi eventi, con musica, animazione e tante sorprese, per dare la possibilità agli amici della movida di incontrarsi sempre in un clima festaiola di grande cordialità e complicità.

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a d o m i d è n lo è a s o c e h C e cosa no è ch

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T U O

a dell n e t top a s Baratto o e uri c ion z a a eatrice n r B U o lista collab i Gusto a n r sua menti d gio a l a o i nM iniz o e c h c 197


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Fred Perry. Sono le polo più class che, anche in versione slim, in molteplici colori da portare sotto il blazer. Di rigore il colletto rialzato.

Scarpe décolletè rigorosamente con tacco vertiginoso. Il must della stagione prevede i colori dei lecca lecca dei bambini: azzurro, arancio, verde pistacchio e giallo limone, da abbinare con pashmina in tinta.

Rolex “Black Edition”. La casa madre ne ha vietato il commercio ai rivenditori ufficiali ma sono i più ambiti dai collezionisti. L’imbrunitura rende l’acciaio della cassa e del bracciale nero e opaco. Introvabili e proprio per questo ricercatissimi.

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U.S.A. mania. Esplode la moda targata states; bandiere americane su sciarpe, t-shirts e accessori. La bandiera a stelle e strisce spopola anche in cucina la Whirlpool ha creato il frigorifero dedicato a lei.

Danny Fuller è il nuovo volto della maison Chanel che lo ha ingaggiato come testimonial per il profumo AllureHomme Sport Eau Extreme//. Non solo bello ma anche bravo, il campione di surf hawaiano dona i suoi proventi ai bambini autistici che si avvicinano al surf. Il pizzo per quasta stagione, il classico tanto amato dalle nostre nonne, si trasforma diventando anche macro e colorato. Bianca Brandolini d’Adda e Charlize Theron lo hanno sfoggiato in occasioni mondane.

Intramontabile Kelly. La borsa della maison Hermes continua a fare impazzire le fashion victim di mezzo mondo; quelle più ricercate sono nei colori pastello ultima moda della nuova stagione. Ducati 1199 Panigale. E’ la nuova generazione delle Superbike di casa Ducati è un nuovo modello che non solo promette prestazioni da record, design mozzafiato ed innovazione tecnologiche, ma rompe anche gli schemi della nostra tradizione superbike aggiungendo un nome, Panigale, a sottolineare il forte legame con il nostro territorio. Lionel Messi. La rivista Time ha definito, il giocatore argentino attaccante del Barcellona, uno degli uomini più influenti del 2012. E’ il giocatore più pagato ma rimane un ragazzo semplice: la fidanzata è la classica ragazza della porta accanto che si frequentano da quando erano bambini. Niente auto di lusso ne scorribande nei locali notturni. E’ ambasciatore dell’Unicef. Fashion Nail: le unghie protagoniste. Le idee rubate dalle passerelle prevedono nuove tecniche e gli smalti “must have” sono in technicolor; dall’azzurro al rosa baby, dal pistacchio al lime ma su tutti prevale l’arancio.


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I politici. A qualunque schieramento politico appartengano, hanno dimostrato di avere più a cuore le loro finanze che non gli interessi della Nazione. Hanno stancato tutti ed è ora di rinnovamento. Extension. L’allungamento dei capelli ha fatto il suo tempo. E’ di rigore il ritorno alla naturalezza e alla sobrietà.

Botox. Dopo anni in cui le donne dello spettacolo e non solo, erano inverosimilmente tutte uguali a causa dell’eccessivo uso di botulino, ora la donna riscopre il piacere della sua unicità. Ogni ruga è un pezzo di vita indelebile.

French manicure. La tendenza per la primavera estate vuole unghie corte e arrotondate con smalto monocolore dato sull’unghia piena. Quindi unghie quadrate e french manicure devono rimanere un lontano ricordo.

Ostentare. In un periodo in cui l’economia ha toccato il fondo e sono tante le famiglie che non arrivano a fine mese, è vietato ostentare. Per correttezza, per solidarietà ma anche perché i controlli fiscali sono in agguato.

Stampe leopardate. Il look da Jane per questa stagione è meglio lasciarlo nella giungla. Quest’anno le amanti del maculato si dovranno rassegnare a non esibirlo.

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Vita bassa. Finalmente non rivedremo, per quest’anno, quegli anti estetici rotolini di ciccia strabordare dai jeans a vita bassa. Per chi vuol essere di tendenza si consiglia di adottare pantaloni e gonne non a vita bassa. Marrone. Colore bandito per quest’estate; rimane un colore out, da sostituire con le classiche nuance dei beige.

Vita sedentaria. Arrivano le belle giornate e con queste è importante ritrovare il piacere dello sport all’aria aperta: corsa, bicicletta ma anche lunghe passeggiate per ossigenare cuore, muscoli e cervello.

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Costume intero. Lascia il posto al classico due pezzi che però, per essere veramente trendy, deve per forza avere la mutandina brasiliana ed il reggiseno a fascia. Splendidi quelli in pizzo bianco anche low-cost.

aratto

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Il campionesse Valentina Fiorin e Veronica Tra bentobox in palestra e uova fritte con wurstel a colazione. Due campionesse del volley in trasferta in Giappone e Russia raccontano la nostalgia per le trofie al pesto

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ono andate dove le ha portate il cuore: la passione per la pallavolo ha spedito Veronica Angeloni e Valentina Fiorin rispettivamente a Odincovo, vicino a Mosca, e ad Ageo, praticamente l’ombelico del Giappone. Le due campionesse hanno trascorso l’inverno a migliaia di chilometri da casa, un’avventura sportiva che però ha assunto anche un risvolto personale. «Abbiamo dovuto arrangiarci e adattarci a vivere come si vive in mondi completamente diversi dal nostro», spiegano all’unisono. Il che significa provare il gusto del-

Valentina Fiorin ha scelto il Giappone. A destra il “mitico” Bentobox...

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la scoperta di tradizioni e abitudini culinarie incredibili e un pizzico di nostalgia per la piadina romagnolo-veneta, per la farinata di ceci e le trofie al pesto liguri. Già, perché negli anni scorsi sia Fiorin sia Angeloni avevano trascorso ad Alassio il periodo di preparazione estiva con la Nazionale. Lo stesso che proprio in questi giorni stanno facendo le loro colleghe agli ordini del ct Massimo Barbolini, che nella città del Muretto si stanno preparando per le Olimpiadi di Londra. Ma la vita in paesi lontani rappresenta una sfida che le due campionesse del volley rosa non potevano rifiutare. Valentina Fiorin, stella veneta che ha indossato le maglie delle squadre più prestigiose d’Italia, d a Ravenna a Bergamo, da Chieri a Conegliano, con una puntata nel C a n -


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menù delle giramondo Angeloni “ospiti” di Momenti di Gusto nes, è stata chiamata dall’Ageo Medics, società giapponese che dalla A2 puntava al salto nella massima serie anche grazie alle schiacciate dell’unica straniera concessa dai regolamenti. Un obiettivo mancato per un soffio, la sconfitta nei play-off promozione ha fatto scendere una lacrima alla statuaria giocatrice. «E’ stata comunque un’avventura straordinaria – racconta Valentina Fiorin –. Per mangiare direi che mi sono adeguata! In fondo ero in un Paese straniero ed era anche giusto provare a vivere come loro, senza per forza portarsi gli spaghetti da casa». Inoltre la vita degli atleti è sempre compressa fra allenamenti e trasferte: «Mangiavo quasi sempre fuori perché il pranzo lo facevamo spesso in palestra fra un allenamento e l’altro con una bento box, proprio quelle scatole con dentro riso in bianco e piccoli manicaretti che si vedono nei cartoni animati. A cena mangiavo con altre ragazze della squadra in una specie di mensa. La pasta si trovava nei supermercati, il parmigiano anche, ma costava un occhio della testa! Il sushi mi piace molto, quindi a volte lo compravo al ristorante e lo mangiavo a casa. Spesso andavo in una specie di fast food giapponese dove si mangia carne di bovino tagliata a fettine finissime, cotta in brodo e servita su una ciotola sopra a del riso. Si chiama gyu don, ciotola di man-

zo, e mi piace tantissimo. Un’altra specialità che adoro sono i ramen, spaghetti serviti in una ciotola di brodo di carne o pesce più o meno saporito, e ci si possono aggiungere a scelta altri ingredienti, dalla carne di maiale a funghi, alghe, porro, mais, frutti di mare. Molto dipende dalla regione in cui ci si trova. Si mangiano con le bacchette e si tirano su con la bocca, senza troppo preoccuparsi del rumore di risucchio. Anzi, più rumore si fa meglio è!». Però anche le campionesse hanno un momento di debolezza, Fiorin ha provato dei piatti italiani preparati da cuochi giapponesi: «Una delusione, non tradirò mai più la mia piadina con i surrogati giapponesi. Ogni paese ha le sue specialità e penso sia giusto mangiare quelle. Certo, i ristoranti dove si mangia bene italiano ci sono, ma ci sono andata raramente». Veronica Angeloni, tosca-

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Veronica Angeloni in forza alla squadra di Odincovo (Mosca)


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na di Massa, dopo il crac di Conegliano Veneto, ha accettato l’offerta della squadra di Odincovo in Superliga, la massima serie russa. Dopo esperienze ad alto livello a Chieri, Novara e Perugia, solo per citarne alcune, per l’attaccante 25enne si trattava della prima volta fuori dai confini italiani. Alle trasferte all’estero con i club e la Nazionale è abituata, ma dover vivere per quasi un’intera stagione in un nuovo mondo è stata una sfida da non lasciarsi sfuggire. «Tosta all’inizio, ma bellissima. Forse mi avevano “preparato” altre giocatrici che avevano giocato in Russia, raccontando cose terribili. Ho sentito il freddo, quello vero! Un freddo allucinante, -25 gradi a febbraio, con il rischio che il borsone si congelasse letteralmente nei pochi metri che separavano la macchina dalla palestra. Bisogna avere un forte carattere e dedizione per resistere, però alla fine mi sono trovata benissimo». Tanto che ora sta valutando la possibilità di tornarci per la prossima stagione. Al contrario di Fiorin, Veronica Angeloni a Odincovo poteva contare su una compagna italiana, Monica Ravetta. «Il problema maggiore – racconta – è la lingua, loro parlano pochissimo inglese e io non parlo russo, al massimo qualche parola per incitare le compagne in campo, perché non so stare zitta. Insomma in campo facevo un casino anche lì! Continuavo a gridare “Davai davai”, andiamo andiamo!. Il salto più grande si nota sicuramente dal

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punto di vista tecnico: in Italia si punta più sull’organizzazione del gioco, in Russia contano sulle grandi doti fisiche, ma c’è un po’ di disordine in campo». Veronica ha strabuzzato i suoi occhioni la prima volta che ha fatto colazione con la squadra: «Dovevamo subito partire per una trasferta e alle sette di mattina ci siamo trovate davanti uova fritte e wurstel. Il cibo in Russia è un disastro, non hanno la cultura del mangiare sano, della dieta da atleta. Ci davano gli “sneakers” (tortini di cioccolato con il cuore caldo, ndr) prima della partita, un mattonazzo. Ma anche a tavola stufati e zuppe pesantissime. Io amo la Liguria per la sua cucina, in particolare il piatto forte, il pesto. Alla fine però lo spirito di adattamento ha prevalso, in fondo siamo atleti, sempre in viaggio, sempre in posti nuovi. Insomma, dobbiamo abituarci a tutto ciò che ci capita. Mosca d’altra parte è una città bellissima: è bello vederla alla sera, con le luci dei negozi e dei locali, così imponente con le strade grandissime e i suoi palazzi». Un bilancio positivo, alla fine Veronica è sopravvissuta anche con gli insoliti menù russi. «Ma sì, in fondo è una sfida anche quella. Io poi sono una che si adatta alla svelta. Ho le spalle belle larghe e se per dimostrare quanto valgo devo fare il 150%, lo faccio. Magari chi non mi conosce pensa alla classica biondina “fighetta”, ma in realtà sono un orso che va in giro con le ciabatte, altro che femme fatale!». Giovanni Vaccaro

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Valentina Fiorin con le compagne giapponesi. Nella pagina a sinistra in alto la Fiorin impegnata in un match di beach volley ed accanto ad un super treno giapponese. In basso due belle foto di Veronica Angeloni


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Da Loano a Londra

sulle ali del vento

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assa da Loano il viaggio verso le Olimpiadi di vela che si disputeranno a luglio in Inghilterra. Nello splendido scenario del neonato Yacht Club Marina di Loano, che potrebbe presto diventare un centro della Federazione, è stata presentata la squadra che parteciperà ai prossimi Giochi Olimpici di Weymouth. “Abbiamo aperto le nostre porte lo scorso 8 aprile – ha spiegato Giorgio Benussi, Direttore Generale e Commodoro del club - e oggi abbiamo questa fantastica opportunità: ospitare l’eccellenza della vela italiana e la squadra che ne rappresenta il massimo spirito competitivo. Siamo dunque orgogliosi di accogliere la Squadra Nazionale FIV. Il nostro percorso è iniziato da due anni cioè da quando, in collaborazione con il Circolo

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La Marina loanese è diventata un Centro federale all’avanguardia dove crescono i campioni della vela che partecipano a Mondiali e Olimpiadi Nautico Loano, la Marina di Loano è ora diventata la base logistica scelta dalla Federazione Italiana Vela per preparare e selezionare il team nazionale Under 19: ora questo cammino continua con Mondiali e Olimpiadi”. Lo Yacht Club Marina di Loano, d’altronde, mantiene un saldo collegamento con il Comune di Loano e si integra profondamente con il territorio circostante. “In qualità di sindaco di Loano sono onorato ed entusiasta che la Federazione Italiana Vela abbia scelto la città di Loano ed in particolare la Marina di Loano con la nuova struttura dello Yacht Club per la presentazione ufficiale della squadra Nazionale - sottolinea

DA LOANO A LONDRA


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Luigi Pignocca, sindaco di Loano - La Marina di Loano e il suo Yacht Club rappresentano una grande opportunità per Loano ed il territorio circostante sul piano economico ed occupazionale e quale grande leva per incrementare lo sviluppo e la promozione turistica. È proprio grazie a eventi come questo che il Comune di Loano e la sua Marina avranno la possibilità e l’opportunità di promuoversi anche all’estero. A questo punto non mi rimane che fare ancora un sentito ringraziamento alla FIV e un grande in bocca al lupo a tutti gli atleti presenti che, sono certo, ci

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rappresenteranno al meglio”. Tra tanti debuttanti alle Olimpiadi c’è anche una veterana: Alessandra Sensini, alla sua sesta Olimpiade. La velista grossetana in carriera ha vinto ben quattro medaglie per la classe Rs:X: 1 oro a Sidney 2000, 1 argento a Pechino 2008, due bronzi a Atene ‘94 e Atlanta ‘96. “Cercherò di fare da chioccia a questi ragazzi, ormai ho l’età per farlo” ha detto l’atleta azzurra, 42 anni. “Partecipare a un’olimpiade è sempre una grande emozione”. “Conosco questi ragazzi e ragazze da anni: mi sono affezionato e sono coinvolto nella loro

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La campionessa Alessandra Sensini in azione nelle acque loanesi

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Una bella immagine degli atleti della nazionale di Vela impegnati davanti alla costa ligure

vita - dice il presidente della Federvela Carlo Croce - Ciascuno ha la sua peculiarità e potenzialità. Nel corso degli ultimi quattro anni con Luca De Pedrini e con Paolo Ghione abbiamo intrapreso un lavoro immane per creare un gruppo di Tecnici Federali che continuino a crescere, a progredire per costruire una squadra di cui sono assolutamente e profondamente orgoglioso. La scelta di optare per un processo di selezione secca ha permesso ad alcuni giovani di essere selezionati per partecipare alla loro prima Olimpiade. Un seme per il futuro. In squadra abbiamo anche atleti di grande e comprovata esperienza che in passato ci hanno regalato emozioni meravigliose” Giò Barbera

Gli atleti della Nazionale FIV al raduno di Loano Alessandra Sensini (RS:X), Federico Esposito (RS:X), Francesca Clapcich (Laser Radial), Michele Regolo (Laser Standard), Filippo Baldassari (Finn), Giulia Conti e Giovanna Micol (470 F), Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti equipaggio del 470 M, Giuseppe Angilella e Gianfranco Sibello della classe 49er e l’equipaggio della classe paralimpica Skud 18 formato da Marco Gualandris e Marta Zanetti.

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La regina delle piscine

C’

era una volta Attila il re degli Unni. Dove passava lui non cresceva più l’erba. Oggi c’è Mercedes Stieber, 38 anni, la regina delle piscine. Dove arriva lei c’è sempre un alloro, una vittoria da festeggiare. Tre scudetti con lo Szentes, in Ungheria, tre scudetti in Italia: due con l’Orizzonte Catania ed uno con la Fiorentina; tre coppe dei campioni con lo Szentes, due in Italia: uno col Catania ed uno con la Fiorentina; una supercoppa con la Fiorentina e due coppe Len: una col Palermo ed una con l’Imperia. Il suo ricco “palmares” non si esaurisce certo qui. A questo “ben di Dio”

La pallanuotista Mercedes Stieber, dove arriva lei c’è sempre un alloro, una vittoria da festeggiare vanno aggiunti due ori ed un argento conquistati ai Mondiali (Roma 1994, Montreal 2005 e Fukuoka 2001); un oro e tre bronzi in Coppa del Mondo (Perth 2002, Eindhoven 1989, Catania 1993 e Sidney 1995); due ori, tre argenti e tre bronzi ai Europei (Atene 1991, Budapest 2001, Bonn 1989, Vienna 1995, Lubiana 2003, Leeds 1993, Belgrado 2006 e Malaga 2008). Tra tante cifre emerge un dato inconfutabile: Mercedes Stieber, “Mercy” per tutti, è un’autentica “Re Mida” della pallanuoto femminile che ha stregato Imperia. Da tre anni vive a Imperia. Ha imparato e conosce ogni segreto anche di questa città. Con le altre ragazze ha vinto la Coppa Len, l’equivalente dell’Europa League del calcio. “Quando mi offrirono di venire a gio-

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MERCEDES STIEBER


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Mercedes Stieber da tre anni vive ad Imperia. Ha annunciato che il prossimo anno sarà l’ultimo da giocatrice. Il futuro resta in vasca però, come allenatrice

care ad Imperia accettai volentieri. Qui la pallanuoto era ed è ancora considerata uno sport sano come è, e deve continuare ad essere”. I tanti scudetti e le coppe conquistate in questi anni, aiutano meglio a comprendere il tipo di personaggio che abbiamo di fronte. “Senti, basta ricordi –taglia corto Mercy– parliamo del presente, di questa squadra composta da una rosa di ragazze eccezionali; di questo ambiente straordinario; dell’allenatore, Marco Capanna, uno che sa il fatto suo; della società, organizzata come raramente se ne trovano in giro; del presidente, quello attuale, Emanuele Ramone, giovane e dinamico e del direttore sportivo, Silvio Todiere, uno che non ha certo bisogno che gli si insegni la pallanuo-

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to”. Ha giocato a Palermo, poi Catania, Pescara, Firenze e ora Imperia…. “E qui mi fermo”. In che senso? “Nel senso che qui ho deciso di concludere la mia carriera. Quello prossimo sarà l’ultimo anno da giocatrice. Ho cominciato a studiare da allenatrice ed è quello il mestiere che intendo intraprendere. Sul piano vasca, a Firenze, ho affiancato uno come Gianni De Magistris. Ho collaborato, per un certo periodo con lo staff tecnico dell’Ungheria. Ad Imperia collaboro con Marco Capanna e alleno le giovanili”. Damiano Di Giuseppe

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TIRO CON L’ARCO

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tiro con l’arco viene praticato in tutti i continenti ed è una disciplina olimpica. Ai Campionati Mondiali si contano quasi 80 nazioni e oltre 600 atleti partecipanti. L’Italia, insieme ai coreani, giapponesi, americani, russi, ucraini ed altre nazioni europee, ricopre ormai da anni un ruolo di nazionale leader. Una disciplina sportiva che ha avuto un grande sviluppo anche tra i paesi del medioriente (anche

L’italia è ormai da anni tra le nazioni più forti al mondo nel campo sportivo di questa difficile disciplina le atlete iraniane tirano a buoni livelli), asiatici e quelli sudamericani. Il livello medio dell’arcieria mondiale si è infatti livellato verso l’alto. Vincere in ambito internazionale è diventato sempre più difficile, anche se l’Italia si è confermata tra le Nazioni miglior vincendo 4 medaglie nelle ultime quattro edizioni dei Giochi Olimpici. L’italia si distingue anche come Paese organizzatrice di eventi internazionali: dopo aver ospitato nel 2008 all’Oval Lingotto di Torino gli Europei Indoor, nel 2009 i Mondiali 3D a Latina, ha ospitato nel 2010 a Reggio Calabria la

Le campionesse iridate Valeeva, Tomasi e Sartori


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e namento e ll a , o r e bility b r tempo li ale della linea Sta e p to n e Abbigliam to tecnico funzion A poca distanza dalla frontiera con la Francia c’è il punto en abbigliam

vendita e assistenza per tutti gli amanti dell’arceria nei settori compound, ricurva e, ovviamente, tradizionale. Trattiamo materiale di arceria (archi e accessori) delle migliori marche con arrivi settimanali, attenti sempre a tutte le novità del settore. Ci pregiamo di fornire la nostra più completa collaborazione a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo bellissimo sport, aiutandoli a conoscerlo da vicino ed appoggiandoci a diversi campi di tiro nelle immediate vicinanze dove poter provare l’ebrezza del primo tiro. Forniamo altresì la nostra competenza per quanto riguarda le frecce con il relativo impennaggio. Facciamo preventivi gratuiti a tutte le associazioni per gli allestimenti dei campi e la dotazione di eventuali campi scuola. Ci prestiamo, portando con noi il materiale necessario, a dare lezioni gratuite nelle scuole del distretto. Venite a trovarci, saremo lieti di consigliarvi nei vostri acquisti cercando di darvi il miglior prodotto al minimo costo possibile. Gli orari di negozio sono dal martedi al venerdi dalle ore 09 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 9.00 alle 12.30 chiuso il pomeriggio, festivi e lunedi tutto il giorno

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Sport

European Junior Cup, a Rovereto i Campioanti Europei FITA, a Baratz in Sardegna gli Europei 3D. Nel 2011 si sono svolti a Torino, per la prima volta nella storia del tiro con l’arco, i Campionati del Mondo FITA ed i Mondiali Para Archery validi come Qualificazione Olimpica di Londra 2012, mentre a Montevarchi si sono disputati i Campionati Europei Tiro di Campagna. Ad oggi la Fitarco conta oltre 500 so-

cietà, oltre 2.000 tecnici (tra allenatori nazionali, allenatori, tecnici di I livello e tecnici di II livello), oltre 100 arbitri, oltre 20.000 iscritti dislocati su tutto il territorio nazionale. Può contare sul lavoro di 21 Comitati Regionali e dei Comitati Provinciali che coprono tutta la penisola. Sul sito web www.fitarco-italia.org sono reperibili tutte le informazioni di questa disciplina sportiva.

Uno sport per famiglie, uno sport per tutti Il tiro con l’arco è uno sport per la famiglie. Nell’ambiente si dice che è uno sport “per nonni e nipoti”. Questo perchè nelle società di tiro con l’arco ci sono nella maggior parte dei casi i componenti di un’intera famiglia: figli, genitori e nonni. Questo perchè gli ambienti societari sono molto alla mano (rinomate le gare di società con festa conclusiva, simile al terzo tempo del rugby). C’è un ambiente familiare, senza pressioni, dove la socializzazione ha la stessa importanza – se non di più – del risultato agonistico. Il tiro con l’arco può essere praticato da tutti perché l’arco è un attrezzo sportivo che si regola in base alla forza di chi lo

utilizza. Quindi anche se sei un giovane gracile, o una persona avanti con l’età, non hai problemi a tirare. Il tiro con l’arco è l’unica disciplina sportiva olimpica (insieme al tiro a segno) che permette agli arcieri disabili di competere insieme ai normodotati. Non è un caso che l’azzurra Paola Fantato (atleta in carrozzina), nel 1996 abbia preso parte alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Atlanta. Il tiro con l’arco può essere praticato anche dai non vedenti. Sono stati inventati degli appositi mirini che rendono l’atleta quasi del tutto autonomo su un campo di tiro e sono sempre di più gli atleti ciechi che lo praticano.

La nazionale azzura dei para-archery durante i Mondiali di Torino del 2011, nello splendido scenario del castello di Stupinigi


Attualità

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Liguria all’avanguardia nello sviluppo di nuove forme di comunicazione e intrattenimento

Editori e autori liguri in prima fila nello sviluppo di innovative forme di comunicazione e intrattenimento. In un periodo in cui si parla molto di letteratura elettronica, scrittura dinamica, inchiostro digitale, per la crescente diffusione degli ebook reader e di altri dispositivi mobili come tablet e smartphone, dalla terra di Cristoforo Colombo, da sempre dedita alla scoperta di nuovi orizzonti, sono arrivate proposte decisamente interessanti, che hanno subito conquistato i favori di critica e pubblico.

Quinta di copertina Risale alla primavera del 2010 la creazione, a Genova, di una delle prime case editrici italiane impegnate nella realizzazione di prodotti multimediali, con storie che non siano la semplice trasposizione digitale di libri cartacei, bensì opere create appositamente per un supporto elettronico e quindi in grado di sfruttarne appieno le potenzialità. Racconti interattivi, narrazioni multiple, questa l’idea di Quinta di copertina per proporre su www.quintadicopertina. com un nuovo modo di leggere digitale, che affianca alla normale lettura lineare quella tipica del web, fatta di ipertesti e percorsi personali. La prima collana di narrativa lanciata dell’editore genovese, Polistorie, ha offerto narrazioni interattive nelle quali il lettore deve interagire con la storia che sta leggendo attraverso ipertesti, link e scelte multiple. Non solo Librogame, ma anche scrittura sperimentale in cui un romanzo si frantuma in decine di “possibilità di romanzo”, dove si

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viaggia tra le note a piè di pagina per comprendere un oscuro manoscritto o dove si gioca con una interactive fiction reinterpretata per i nuovi media. Tra le storie che finora hanno avuto più successo, sicuramente Locusta Temporis, che ha fatto segnare l’atteso ritorno alla narrazione ludica di Enrico Colombini (autore della storica Avventura nel castello) con una misteriosa e intricata vicenda che, in nove avvincenti capitoli, offre più di cinquemila pagine e oltre diecimila link interni.

Darkiss! Il bacio del vampiro Un altro progetto che ha riscosso grande interesse è l’avventura “Darkiss! Il bacio del vampiro”, produzione indipendente dell’imperiese Marco Vallarino, liberamente scaricabile dal sito http://darkiss.nucleoardente.it e disponibile in un formato multi piattaforma utilizzabile su qualunque tipo di computer. Si tratta di un terrificante gioco di vampiri a interfaccia testuale, sullo stile di Zork, Wishbringer e altri classici degli anni 80, che mette il giocatore nei panni del malefico Martin Voigt, mostro succhia sangue che risorge dalla tomba per vendicarsi di chi lo ha ucciso e deve, innanzi tutto, uscire dal sotterraneo in cui si trova suo malgrado imprigionato. Quello che per secoli era stato il suo rifugio segreto è diventato, dopo l’attacco dei cacciatori di vampiri che lo hanno impalato e decapitato, una sorta di gigantesca trappola, in cui ogni stanza può nascondere un trabocchetto mortale, viste anche le precarie condizioni di Martin, che dopo il lungo sonno deve al più pre-

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sto trovare una “preda” per placare la sete di sangue e riacquistare le forze necessarie a dare inizio alla sua vendetta. L’ambiente è descritto minuziosamente e, partendo dalla cripta del vampiro si possono visitare camere piene di pipistrelli, serpenti, ragni, una attrezzata sala delle torture, una biblioteca che trabocca di volumi di magia nera, una angusta cella tappezzata di misteriosi graffiti, una blindatissima sala del tesoro e ovviamente qualche passaggio segreto, che aspetta solo di essere scoperto. Ad animare la lugubre avventura, in cui comunque non mancano elementi umoristici, ci sono anche “mostruosi” incontri con demoni infernali, anime dannate e altri vampiri, che interverranno per togliere Martin dai guai e permettergli di raggiungere la via di uscita. Nel giro di pochi mesi, Darkiss ha “macinato” migliaia di download sul portale internazionale Softonic, raccolto centinaia di fan su Facebook e segnalazioni entusiastiche su molti siti. A certificare il suo successo, anche la recente pubblicazione su Win Magazine, la rivista di informatica più venduta d’Italia, che ha inserito il gioco nel suo cd dedicato ai migliori programmi freeware del momento, riservandogli una lusinghiera presentazione.

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ARIETE - Luglio ti riserva sorprese frizzanti. Puoi scovare ottime occasioni per regalarti la vacanza dei tuoi sogni ad un prezzo da urlo. L’amore? Davvero birichino. Non ti manca il divertimento, se decidi di trascorrere l’estate al paese natio. Eccellenti le prospettive dei single. Momenti di down in agosto. Con un segno d’Aria è passione a prima vista. Lo assicura Venere, amica delle attrazioni che scattano da un’intesa intellettuale. Il dialogo può infiammarsi anche con un Leone.

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TORO - Mercurio ti appoggia nei viaggi a settembre, prima, invece, è meglio tenere gli occhi aperti. Ami piacere: non ti fai mancare attrazioni erotiche e intese sensuali. I viaggi sono intralciati fino a luglio. Feste, aperitivi, ti vedono protagonista, col fascino accecante. Vida loca per tutti! Piacevoli emozioni nascono da chi, come te, ama l’arte e la bellezza. Per questo Venere ti avvicina a una Bilancia. L’amore ad agosto è in tripudio, specialmente con un Vergine o un Pesci..

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GEMELLI - GEMELLI Venere ti regala momenti magici. Grandi passioni sono il dono della Dea dell’amore, che ti incorona re dell’estate. Viaggi promettenti a luglio, agosto. Relax a settembre. Se trascorri i mesi estivi in città, non ti annoi di certo. Venere nel segno ti rende irresistibile. Via libera alla vita mondana, che ti vede trionfare col tuo fascino. Divertimento anche per chi vive in coppia. Luglio e agosto sono mesi magici. Gli astri sorridono ai single, bene con Acquario o Bilancia. CANCRO - Ghiotte occasioni per fuggire dalla routine? Te le fornisce Mercurio a giugno. Puoi rilassarti all’ombra di una palma o gustarti emozionanti avventure con il partner anche a luglio. Un po’ di noia può farti sbadigliare in città. Ma poi, via libera al divertimento: nella parte finale dell’estate non manca il pepe nella tua vita. Grande la passione con Marte amico in agosto. La gelosia t’intrappola. Non ti fidi del compagno, sei stufo del tran tran domestico. Non drammatizzare: ad agosto la passione esplode. L’intesa è al top con un Sagittario.

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LEONE - Con Mercurio nel tuo segno per ben due mesi, i viaggi sono la tua fortuna. Ti emozionano le avventure adrenaliniche Venere sorride ai nuovi incontri. Ti liberi del passato, sei diretto verso nuove mete. Giugno e luglio ti vedono loquace e frizzante. Piaci a chi ti circonda, intrattieni i tuoi amici con simpatia. Ammicchi al destino, che ti vede protagonista di avventure di tutti i tipi. Datti da fare a giugno, luglio e agosto. Innamoramenti con un Ariete.

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VERGINE - Per partire, meglio attendere; le spiagge ti accolgono a settembre. Giove nemico, però, ti consiglia di evitare spericolate avventure: rimanda a fine estate i viaggi più eccitanti! Mercurio alle tue spalle ti rende piuttosto chiuso alle nuove conoscenze. A settembre arriva il meglio: molla il freno a mano! Momenti difficili sono previsti per giugno e luglio. Ad agosto e settembre, invece puoi rifarti da una brutta delusione, con un colpo di fulmine che non avevi programmato. Grande la passione per un Toro.

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Oroscopo a cura di Acirne 222


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BILANCIA - Giugno e luglio ti vedono abbronzato da far girar la testa. Tutti si girano incantati ad ammirare le tue forme mozzafiato. Evviva anche i viaggi esotici, Giove premia le avventure audaci! A luglio Venere ti offre tante simpatiche occasioni per socializzare. Non mancano i colpi di fulmine: puoi incontrare la persona della tua vita. La vita mondana ti vede protagonista. Da cosa nasce cosa: e questa volta si tratta di una passione destinata a durare. Con un Acquario, un Leone o un Gemelli può sbocciare un amore importante. SCORPIONE - Che voglia di staccare la spina! Purtroppo Mercurio intralcia i viaggi a luglio e agosto. Meglio far le valigie a giugno o settembre. Nell’ultimo mese estivo, Marte sancisce il tuo trionfo: sei passionale come non mai! La passione è all’ordine del giorno. Se stai a casa, sei un po’ sotto stress. Le occasioni di svago, però, non ti mancano. A luglio Venere in Cancro ti spiana la strada verso nuove conquiste! Dopo un inizio in discesa, emergono le difficoltà. Venere ti invita a sdrammatizzare. Passione travolgente con un Pesci.

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SAGITTARIO - Ad agosto dai il meglio di te, ti diverti un mondo. Mercurio ti consiglia di fare fagotto e fuggire su una spiaggia deserta a divertirti, lasciando a casa tutti i problemi. Hai bisogno di relax. A giugno, Mercurio ti inchioda al lavoro. Lo stesso vale per settembre. Nei due mesi centrali, in compenso, ti dai alla bella vita, ovunque tu sia. Hai voglia di conoscere gente nuova. A giugno si solleva una vera tempesta tra te e il compagno. I single si danno alle avventure, poco appaganti. Bene col Leone.

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CAPRICORNO - Il meglio arriva alla fine dell’estate. Via libera quindi, alle avventure verso mete esotiche o vacanze alla ricerca di sé. Il contatto con la natura ti rigenera. Ad agosto Marte ti rende nervoso, Venere complica il dialogo con la dolce metà. Hai bisogno di rilassarti: lo stress è in aumento. In città frequenta gli amici: le cene in terrazza ti fanno ritrovare il benessere. Marte ti regala una sensualità bruciante. Sulle spiagge o in città, ti fai notare grazie alla tua carica erotica. A settembre e giugno è passione con un Toro. ACQUARIO - Giugno è un mese spettacolare. Mercurio, Venere e Giove brindano al tuo trionfo. Via libera ai viaggi, sconsigliati a luglio e agosto. La passione trionfa per tutta l’estate. In città organizzi feste, aperitivi, cene: ti piace essere al centro dell’attenzione. Marte ti regala una buona dose di sensualità. La passione cresce sotto il solleone. A giugno, i single abbandonano il distintivo. Difficile resistere ai richiami di Cupido: chi è in coppia può convolare a nozze. Attrazione e brividi con Capricorno, Gemelli, Bilancia.

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PESCI - Giugno ti presenta spinose questioni da risolvere, lo stress è in agguato. Le partenze, però, sono benviste dai pianeti: frequentare posti e gente nuova è un modo per sfuggire alla noia della routine. Dopo un inizio d’estate difficile, ritrovi slancio e voglia di divertirti. Venere ti incoraggia ad abbandonarti a una nuova passione. Un po’ di noia e pessimismo sono dovuti a Giove. I flirt non sono proprio all’ordine del giorno. A settembre, però, esplode la passione per tutti. Travolgente amore a luglio con un dolce Scorpione.

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Società Editrice: Vie de Charme S.P.A. Sede Legale: Via Mazzini, 119 - 17021 Alassio (SV) Direttore responsabile: Giuseppe Barbera direttore@giobarbera.it Fotografie: Silvio Fasano Davide Oriolo Giuseppe Bellini Mino Amandola Massimo Spataro Grafica: Massimo Spataro Stampa: Tipolitografia Bacchetta Snc Regione Bagnoli, 66 - 17031 Albenga (SV) Tel. 0182 559219 Direzione, redazione, coordinamento editoriale: Vie de Charme S.P.A. Via Mazzini, 119 - 17021 Alassio (SV) Commerciale e Pubblicità: Tel. 335 8093113 commerciale@viedecharme.it Anno 2 - numero 3 - Giugno 2012 Reg. in attesa del Tribunale di Savona Periodico bimestrale su eventi, curiosità inerenti alla ristorazione ligure-piemontese. Copia gratuita Hanno collaborato a questo numero: Antonio Amodio, Milena Armellino, Ettore Arposio, Victoria Batchelor, Anna Maria Bagliani, Beatrice Baratto, Giò Barbera, Enrica Bertone, Cristiano Bosco, Alessandra Chiappori, Graziano Consiglieri, Noemi D’Amore, Damiano Di Giuseppe, Chiara Giuria, Davide Izetta, Maurizia Migliorini, Sara Pellegrini, Arianna Pinto, Marco Raffa, Giovanni Vaccaro, Marco Vallarino, Dario Veglia

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