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I DUE AIRONI
Nave, puzza e tartarughe spariscono appena Gea cattura una storia. Giorgio e Mei sono di nuovo in volo. Stavolta non c’è più la cesta dell’aquila: i bambini volano nella scia di due grossi aironi bianchi. Con loro ci sono anche Omero e Gea. – Bello! – dice Mei entusiasta. – Ma com’è possibile tutto questo? Omero il gufo si stringe nelle spalle: – E chi lo sa? Magia… – Siamo tornati nel presente, vero? – chiede Giorgio. – Stavolta sì, e in Italia! – gli risponde Gea. – Non riconosci quel lago laggiù? – Certo! – grida Giorgio. – È il Lago di Garda! Scendiamo signori aironi, scendiamo! – Non strillare, bambino, per favore. Lo conosciamo bene questo lago – gli risponde uno dei due grandi uccelli. – Sulle sue rive, dove l’acqua è più bassa, peschiamo pesci, serpentelli e rane. Mei storce la bocca: – Mangiate i serpenti e le rane?! – Io trovo più saporite le rane del Lago di Bolsena – dichiara il secondo airone. – Del resto lo sanno tutti che nei laghi vulcanici le rane sono migliori. – Non è vero! – strilla l’altro. – Le rane e i serpenti migliori vivono nei laghi delle Prealpi, grandi e profondi. – Sì! – No! – Sì! – No! I due aironi litigano a tal punto che alla fine decidono di andare uno a Nord e l’altro a Sud. I bambini e i loro aiutanti, non più sostenuti dalla scia magica, cominciano a precipitare verso il basso.
Colora di azzurro solo la forma del Lago di Garda.