Focus Domande & Risposte n. 64 - Primavera 2020

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Si può fare una tavola periodica degli...

ALIMENTI?

DOMANDE E RISPOSTE

250 Più di

domande e risposte

QUALI SONO LE REGOLE D’ORO PER LITIGARE BENE?

Per quale motivo vogliamo strapazzare le cose carine?

> Come si fa a

pesare una balena? > Perché i “like” ci piacciono tanto? > I dinosauri gattonavano?

Un pianeta può essere leggero come lo zucchero filato? P.I. Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, Verona CMP SEM edicola l’8/05/2020 Belgio € 7,50 / Austria € 7,50 / Canton Ticino chf 10,40 / Francia € 7,00 / Germania € 12,00 / Lussemburgo € 7,50 / Portogallo (cont.) € 7,50 / Spagna € 7,50 / Svizzera chf 10,80 / Usa $12,00

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SOMMARIO N. 64 – Primavera 2020 Foto copertina: Getty Images (3); Shutterstock (3)

Shutterstock

DOMANDE E RISPOSTE

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La pasta scotta fa ingrassare?

Che cos’è l’helicopter money?

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Animali 6 Tecnologia 14 Natura 44 Economia 52 Cibo 82 Sport 90

Shutterstock

QUESTO NUMERO DI FOCUS D&R lo abbiamo preparato in piena emergenza. Incollati agli schermi, in videoconferenza, in chat, per organizzarci il lavoro ma anche solo per guardarci in faccia... perché negli ultimi due mesi ce n’è stato più bisogno che mai: tutti chiusi in casa e spaventati, trattenendo il fiato a ogni sirena di ambulanza (proprio tante, qui a Milano). Sono stati giorni brutti per tutti gli italiani, terribili e tragici per molti. Non è stato facile, in questo clima, tenere accesa l’anima vivace di D&R, ma ci abbiamo provato e speriamo di esserci riusciti. Perché la fortuna di Focus è anche quella di cre- TRA LUI E LEI CHI dere nell’ottimismo dell’intelligenza: da sempre te- VINCE IN RESISTENZA? niamo gli occhi ben aperti a guardare il futuro per capire cosa si può fare, visto che abbiamo intenzione di farlo. Fiducia e buona volontà che si sono “appiccicate” a tutti noi e, ci auguriamo, anche ai nostri lettori. Isabella Cioni QUAL È

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Se lei lavora, lui si stressa?

IL COLORE DEI FIORI PIÙ DIFFUSO?

Shutterstock

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Getty Images

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/Mondadori Portfolio

Album / Corey Ford/Stocktrek Images / Mondadori Portfolio

Perché il Terzo Reich si chiamava così?

Salute 20 Psiche 28 Arte 36 Scienza 60 Società 68 Storia 74 Universo 98 Amore e sesso 106 Domandona 3

Shutterstock

Nelle bombolette è contenuto un gas ad alta pressione. Una delle principali caratteristiche dei gas è che quando in essi avviene una trasformazione rapida, il prodotto “temperatura per volume” resta costante. Cioè, se aumenta il volume diminuisce la temperatura, e viceversa. Quando si preme sull’erogatore di una bomboletta, il gas contenuto si espande (anche all’interno) e quindi si raffredda tanto che a volte sulla bomboletta l’umidità dell’aria si condensa in goccioline.

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Esistono pannelli solari che funzionano anche di notte?

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L’ABITO FA (DAVVERO) IL MONACO? Getty Images

PERCHÉ LE BOMBOLETTE SPRAY SI RAFFREDDANO?

VWPics/Universal Images Group via Getty Images

NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC/Caltech)

Dov’era la Terra quando c’erano i dinosauri?

In amore “chiodo scaccia chiodo”?

Primavera 2020 FocusD&R | 5


ANIMALI

COCCO FRESCO! Una scimmia cappuccina apre una noce di cocco rompendola con una pietra.

ESISTONO ANIMALI CHE “PREPARANO” IL CIBO PRIMA DI MANGIARLO? 6 | FocusD&R Primavera 2020


Mondadori Portfolio

INFILZATO. Un’averla si è preparata uno “spiedino di topo”. Lo mangerà con calma.

Getty Images

S NON ACCENDONO I FORNELLI E NON SI PREOCCUPANO DEI CONTORNI E DEL DESSERT, PERÒ...

ì. Non perché lo cucinano, ovviamente, ma perché lo trattano in diversi modi per eliminare, per esempio, sapori sgradevoli, sostanze tossiche o per accedere più facilmente all’interno di gusci molto duri. Questi alcuni esempi. Gli uccelli passeriformi noti come averle (quasi tutte del genere Lanius) si nutrono di insetti e piccoli animali. In caso di sovrabbondanza di cibo, però, impalano le loro prede su spine di cespugli o di filo spinato per poterli mangiare un po’ per volta. In questo modo riescono a nutrirsi anche di un tipo di cavallette (Romalea microptera) che contengono sostanze tossiche: basta che aspettino qualche giorno finché queste non si degradano, seccandosi al sole. ROTOLARE MILLEPIEDI. Il suricato (Suricata suricatta), una piccola mangusta che vive nelle regioni aride dell’Africa, prima di mangiare i millepiedi, che stana scavando nel terreno arido, li rotola nella sabbia per rimuovere le sostanze tossiche contenute nell’esoscheletro; inoltre insegna ai piccoli come maneggiare gli scorpioni per mangiarli rimuovendo prima il pungiglione. Le scimmie cappuccine della sottofamiglia Cebinae, che vivono in varie zone del continente americano, hanno comportamenti diversi a seconda di quanto offre il loro habitat: quelle che si nutrono di noci di cocco le lasciano prima seccare al sole per romperle più facilmente mentre quelle che vivono vicino a corsi d’acqua e si nutrono di crostacei usano

delle pietre per romperne il carapace. Tra l’Arizona e il Messico vivono le formiche della specie Pheidole spadonia: le operaie che procurano il cibo per tutto il formicaio portano le prede alle proprie larve, che le predigeriscono, e solo dopo le distribuiscono al resto della colonia. Tra gli animali diffusi senza l’intervento dell’uomo sia in Eurasia sia nell’America del Nord, i corvi imperiali (Corvus corax) si nutrono di tutto ciò che possono frantumare col loro forte becco, a volte escogitando trucchi grazie alla loro spiccata intelligenza per aiutarsi: per esempio fanno schiantare i crostacei da grandi altezze per romperne il carapace, e il naturalista David Attenborough ha documentato che alcuni corvi giapponesi hanno imparato a far rompere il guscio delle noci da auto di passaggio. Molte specie che appartengono all’ordine dei coccodrilli (Crocodylia), specialmente della famiglia degli alligatoridi (Alligatoridae) come alligatori e caimani, una volta cacciata la preda e trascinata sott’acqua la conservano poi per un po’ impigliata nella vegetazione delle rive, in modo che la putrefazione renda le carni più morbide. CARBONE DIGESTIVO. Una specie di

scimmie, il colobo rosso di Zanzibar (Piliocolobus kirkii), è ghiotta di foglie di mandorlo indiano e di mango, che però contengono diverse tossine: come antidoto i colobi mangiano grandi quantità di carbone che trovano nel terreno. I ricercatori che negli anni ’50 avevano cominciato a studiare i macachi giapPrimavera 2020 FocusD&R | 7


SALUTE

PERCHÉ LA DIETA NON FUNZIONA PER TUTTI ALLO STESSO MODO?

DIETA DOLCE. Due gemelle e lo stesso gelato: non è detto che abbia lo stesso effetto sui loro organismi.

20 | FocusD&R Primavera 2020


CONOSCIAMO TUTTI QUALCUNO CHE SI ABBUFFA TANTISSIMO SENZA MAI INGRASSARE. ORA LA SCIENZA HA CAPITO PERCHÉ.

Shutterstock/Litvinov

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erché siamo tutti diversi e ognuno di noi “risponde” in maniera differente ai cibi. Perfino chi condivide il DNA dalla prima all’ultima lettera, come i gemelli omozigoti: Tim Spector e Sarah Berry, epidemiologi del King’s College di Londra, con una delle ricerche più ampie mai realizzate per capire la risposta individuale agli alimenti hanno dimostrato proprio su coppie di gemelli che la reazione al glucosio (cioè lo zucchero) è spiegata dalla genetica per non più del 50%, quella ai grassi per meno del 20%. Con buona pace della nutrigenomica secondo cui, una volta conosciuto il genoma, si potrebbe dare a ciascuno la dieta “giusta” per i suoi geni e così dimagrire, dire addio a problemi metabolici, malattie cardiovascolari e così via: non a caso, molti studi nati per mettere alla prova le “diete del DNA” hanno fallito e chi le ha provate non riesce a perdere più peso rispetto a chi ha tentato altre strade. BISCOTTI. Ma se i geni non spiegano perché qualcuno ingrassa a mangiare un biscotto e altri non mettono un etto pur senza rinunciare mai al dessert, che cosa provoca le variazioni individuali del metabolismo, spesso tutt’altro che irrisorie? Il sonno, lo stress, l’attività fisica e perfino quel che si è mangiato nel giorno precedente influenzano il metabolismo di ogni pasto, ma molto pare dipenda dai batteri che abbiamo nell’intestino e che “alleviamo” col nostro stile di vita: perfino i gemelli omozigoti condividono appena il 37% delle specie della flora intestinale (la stessa percentuale, fra due persone senza parentela, è del 35%), il resto dipende dal tipo di dieta che seguiamo, l’ambiente in cui viviamo, le abitudini. Una ricerca del Weizmann Institute of Science israeliano lo ha confermato: la presenza nell’intestino di alcuni tipi di batteri piuttosto che altri si associa a incrementi della glicemia più o meno marcati dopo uno stesso pasto, tanto che perfino un concetto generale come l’indice glicemico di un alimento (ovvero quanto si alza il glucosio nel sangue dopo il consumo di qualcosa che contiene carboidrati) non sarebbe Primavera 2020 FocusD&R | 21


NATURA

PERICOLO UOMO. La lepre non è mai stata, fino a ora, a rischio di estinzione perché è una grande riproduttrice.

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QUAND’È CHE ABBIAMO COMINCIATO A ESTINGUERE SPECIE? DA QUANDO, 4 MILIONI DI ANNI FA, I PRIMI OMINIDI HANNO IMPARATO A CACCIARE, NESSUN ANIMALE HA POTUTO STARE TRANQUILLO...

Dieter Hawlan/Shutterstock

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a risposta sembrerebbe ovvia: con la rivoluzione industriale, quando l’umanità ha cominciato a essere contata in miliardi e ha acquisito mezzi tecnici per deforestare continenti, arare le praterie, svuotare il mare di pesci e balene. Ma anche se oggi si estinguono sul pianeta circa 1.000 specie l’anno, 100 volte il tasso stimato in nostra assenza, la capacità distruttiva dell’uomo si è manifestata ben prima del XX secolo. Ce lo ricordano casi come quello dell’alca impenne, un uccello che abitava a milioni le coste del Nord Atlantico, sterminato nel XIX secolo per fare cuscini dalle sue piume, del celebre dodo, uccello non volatore spazzato via da Mauritius nel XVII secolo dagli europei, o del silfio, una pianta medicinale nordafricana, tanto apprezzata dagli antichi Romani da essere raccolta fino a estinguerla. Ma già nella preistoria, quando immaginiamo che l’uomo vivesse “in armonia con la natura”, la nostra superiore abilità di caccia, portata avanti anche con metodi distruttivi, come spingere interi branchi giù da dirupi o usare il fuoco per stanare le prede, ci aveva fatto diventare una minaccia mortale per molte specie. CANGURI E LEONI. Lo dimostrano le impressionanti ondate di estinzioni che hanno seguito lo sbarco di esseri umani in Australia, intorno a 50mila anni fa, e in Nord America, circa 16mila anni fa, Primavera 2020 FocusD&R | 45


UNIVERSO

Perché le immagini astronomiche hanno spesso colori strani? C

apita spesso di vedere, sulla Rete o sui giornali, foto astronomiche che hanno colori strani, molto accesi, visibilmente poco realistici. E in effetti alcune volte è proprio così. I colori delle immagini astronomiche dipendono da un fattore fondamentale: la lunghezza d’onda alla quale la foto viene ripresa. Il nostro occhio è sensibile solo a un intervallo molto ristretto di lunghezze d’onda della radiazione elettromagnetica, che viene chiamato non a caso “visibile”. E che è sostanzialmente lo stesso che viene raccolto dai telescopi normali. Ma, da tempo, l’astronomia è in grado di studiare gli oggetti del cielo anche a tutte le altre lunghezze d’onda dello spettro: dalle onde radio all’infrarosso, dall’ultravioletto ai raggi X. Ciascuna di queste radiazioni, però, richiede strumenti specifici per essere raccolta: dai radiotelescopi per il radio, a particolari rivelatori su satelliti per i raggi X. TRASFORMAZIONE. I nostri occhi, tuttavia, non sono in grado di vedere questi altri tipi di radiazioni. L’occhio umano, infatti, nel corso dell’evoluzione, si è “tarato” per rendere al meglio con la radiazione che aveva disponibile in natura, cioè quella del Sole. Allora come possiamo arrivare a vedere, per esempio, un’immagine ripresa da un radiotelescopio? Si deve ricorrere a un trucco. Un radiotelescopio raccoglie onde radio. Quindi, non fa esattamente una “fotografia” del cielo. Scandaglia un certo oggetto celeste e registra l’intensità con cui ogni parte di quell’oggetto emette radiazione alla lunghezza d’onda in cui lo strumento è sensibile. Raccoglie quindi una serie di intensità di radiazione (in questo caso, onde radio). A questo punto, per rendere l’osservazione più fruibile e più semplice da interpretare, gli astronomi fanno in modo di trasformare queste diverse intensità in qualcosa che il nostro oc-

I FALSI COLORI DI MOLTE FOTO DEL CIELO SONO IL RISULTATO DI OSSERVAZIONI A DIVERSE FREQUENZE (ONDE RADIO, LUCE VISIBILE, RAGGI X...). ALCUNE DI ESSE, INVISIBILI ALL’OCCHIO UMANO, VENGONO RESE IN COLORI ARBITRARI PER POTER ESSERE VISUALIZZATE E PER METTERE MEGLIO IN EVIDENZA LE INFORMAZIONI RACCOLTE.


ALMA ESO/NAOJ/NRAO. Visible light image: the NASA/ESA Hubble Space Telescope

MISTO CIELO . Alcune foto astronomiche, come questa, comprendono osservazioni a diverse lunghezze d’onda.


AMORE E SESSO TE L’AVEVO DETTO! Litigare ogni tanto fa bene. Attenzione però a moderare l’aggressività.

106 | FocusD&R Primavera 2020


COME FUNZIONA UN LITIGIO CHE FUNZIONA?

Getty Images

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urante le lunghe settimane di quarantena abbiamo tutti sperimentato gioie e dolori della convivenza forzata, con lo stress alle stelle e l’impossibilità di uscire a fare una passeggiata per fare “sbollire” le tensioni. I rapporti interpersonali sono stati messi alla prova, e per molti le discussioni sono state all’ordine del giorno. NECESSITÀ. In generale, però, a nessuno (o quasi) piace litigare, soprattutto con il partner, soprattutto se ne siamo innamorati. Eppure nella pratica, anche in assenza di quarantene, succede a tutti, ed è bene che sia così. Purché si lascino fuori dalla porta la violenza, gli insulti e in generale la mancanza di rispetto, le discussioni sono utili e necessarie perché la relazione possa svilupparsi in modo soddisfacente per entrambi. BENESSERE. Esprimere e difendere le proprie esigenze con il partner, a costo di affrontare un litigio per questo, è importante anche per se stessi, per il proprio equlibrio mentale. Nascondere i propri bisogni per “quieto vivere” può rappresentare infatti una bomba a orologeria per la relazione, ma soprattutto per il proprio benessere: si accumulano rabbia e frustrazione, che a lungo andare si possono trasformare in stati di ansia e depressione. Ma come si fa a “litigare bene”, cioè in modo tale da farci sentire, dopo, meglio e non peggio di prima, magari anche con la sensazione di aver capito qualcosa di più di se stessi e dell’altro? Primavera 2020 FocusD&R | 107


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