Focus 344 - giugno 2021

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Mensile: Austria € 8,20 / Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo (cont.), Spagna € 7,00 / MC, Côte d’Azur € 7,10 / Germania € 10,00 / Svizzera Chf 8,90 – C.T. Chf 8,40 / USA $ 12,00. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 / Verona CMP

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344

21 MAGGIO 2021 GIUGNO 2021 € 3,90 IN ITALIA

L’OTTIMISMO AGISCE SUL NOSTRO CORPO COME UNA MEDICINA

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SPECIALE AUTO TECNOGREEN

SCENARI CACCIA AI TESORI SPAZIALI: CHI LI TROVA NE È PADRONE?

EVOLUZIONE LO SBADIGLIO, UN SEGNALE CHE NON DICE SOLO SONNO

DALL’IBRIDO ALL’IDROGENO: LA MOBILITÀ È SEMPRE PIÙ UN LABORATORIO DI SOLUZIONI INNOVATIVE. ECCO LE ULTIME NOVITÀ


344 GIUGNO 2021

www.focus.it

Scoprire e capire il mondo PRISMA

11 Il segreto dei monsoni 13 Dante in numeri 15 Che dolore ai denti 16 Facciamo spazio 18 Piccola fisica 20 Il sonoro del gorilla 25 Trombosi

13

16

Nella Terra c’è un pezzo del protopianeta che formò la Luna?

I numeri di Dante, a 700 anni dalla morte

dossier Biopsicologia

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30 CURARSI CON L’OTTIMISMO

Pensare positivo è una vera medicina e aiuta perfino la risposta immunitaria ai vaccini. Lo prova la ricerca.

34

IL CIRCOLO VIRTUOSO

Dagli ormoni ai globuli bianchi al battito cardiaco: ecco gli effetti a cascata che l’ottimismo scatena.

38 DI CHI È LO SPAZIO?

42 A BOCCA APERTA

SONO STATE LE ZANZARE 48 DOVE IN INVERNO

universo

Stati e aziende private puntano allo sfruttamento delle risorse della Luna e di Marte. Ma possono farlo?

comportamento

Lo facciamo 8 volte al giorno. Sbadigliare mantiene in allerta e comunica empatia. Oltre a fame o noia.

natura

In “letargo” o come uova, questi insetti hanno superato la stagione fredda. E tornano a pungerci.

Vedere positivo fa bene. Lo dice la scienza

HITLER NON AVESSE PRESO 50 SE IL POTERE... fantascenari

... il mondo sarebbe stato diverso. A cent’anni da quando diventò leader del Partito nazionalsocialista.

In copertina: Foto portante: Getty Images; Sotto, da sinistra: Nasa; Shutterstock.

38

Quali sono le leggi che regolano l’utilizzo commerciale dei corpi celesti? Focus | 3


56 GIGANTI GALLEGGIANTI

62 I TRASPORTI VIA MARE NEL MONDO

64 QUALE VI SCOLPISCE DI PIÙ?

70 LA FAME NON PASSA

78 E NOI QUANTO CIBO BUTTIAMO?

82 CI VUOLE UN MEDICO BESTIALE

91 FUSIONE NUCLEARE: SFIDA HI-TECH

96 JURASSIC PUZZLE

tecnologia

cifrario economico

arte

Giganti, illusioni ottiche, animali: le sculture nelle strade e nelle piazze con effetti sconvolgenti.

Focus con gli obiettivi dell’Onu Fra Covid, clima e guerre, la malnutrizione è di nuovo emergenza: non sarà risolta entro il 2030. Che fare?

Focus con gli obiettivi dell’Onu

Nel 2020 abbiamo sprecato 27 kg di alimenti a testa.

animali

Le precauzioni che usiamo contro la pandemia sono adottate anche da altri animali. E funzionano!

scienza

Il principio è quello che fa brillare le stelle. Gli esperti di Eni, che partecipano a una ricerca mondiale, ci spiegano di che cosa si tratta.

paleontologia

Siamo entrati in un’azienda italiana che... ricostruisce i dinosauri, pezzo dopo pezzo, dalle ossa fossili.

scienza

Si può contrastare il mutamento del clima agendo sull’atmosfera. Ma bisogna calcolare tutto, e bene.

118 ANIMALI & STARNUTI

salute

Non solo gatti: siamo allergici a molte bestiole domestiche (e non solo). Perché?

RUBRICHE

7 L’oblò 94 Academy 107 Domande & Risposte 112 Tipi italiani 169 MyFocus 174 Cartellone 179 Giochi

Le statue più strane e colossali

Oltre l’80% delle merci mondiali viaggia sull’acqua. Grazie a poche grandi compagnie.

114 CAMBIARE ARIA

64

L’incidente di Suez ci ha mostrato quanto grandi siano le navi che portano le merci. Qual è il limite?

96

Una visita di Focus nell’azienda di Trieste che ricostruisce gli scheletri dei dinosauri

Speciale auto 125 ELETTRICHE

Un allegato di 40 pagine dedicato alle auto elettriche oggi sul mercato e a quelle che arriveranno a breve. Una guida per scegliere l’autovettura più adatta alle proprie esigenze rispettando l’ambiente.

111

Cani sporchi? Mai quanto le nostre scarpe

4 | Focus

Ci trovi anche su:


natura

zanzare

Dove sono state le in inverno

N

on tutti gli animali che annunciano il ritorno della bella stagione sono carini come le rondini. Alcuni sono decisamente più fastidiosi: come le zanzare, che sembrano materializzarsi attorno alle nostre caviglie mentre passiamo dai calzettoni ai calzoncini. Ma, finora, dove sono state? «Vicine a noi, ma in una sorta di letargo, in una fase chiamata diapausa, oppure semplicemente acquattate nei nostri scantinati. In altri casi ancora, gli adulti sono scomparsi col freddo, ma hanno lasciato le uova pronte a schiudersi in primavera», spiega Alessandra della Torre, del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive della Sapienza Università di Roma, che coordina un progetto sulle zanzare invasive (Aim-Cost) nel cui ambito lo scorso ottobre è stata lanciata in Italia la 48 | Focus

app Mosquito Alert. «Scaricando e usando la app, i cittadini possono inviarci foto di zanzare (con cui esperti entomologi identificano la specie) o segnalarne la presenza. L’obiettivo è mapparne la distribuzione, capendo meglio dove si trovano in inverno e tracciandole ora che cominciano a riapparire e nel “boom” estivo». FEMMINE IN PAUSA In Italia ci sono molte specie di zanzare, che superano l’inverno con le diverse strategie a cui abbiamo accennato. «Ma quelle che ci infastidiscono nelle zone abitate sono soprattutto due: la zanzara comune (Culex pipiens) e la zanzara tigre (Aedes albopictus)», continua della Torre. La prima è la “classica” che ci punge dal crepuscolo e ci tormenta di notte. «È presente in due forme: quella rurale (C. pipiens pipiens) e quella urbana (C. pipiens

molestus). La rurale passa l’inverno in diapausa: una fase di arresto, in cui riduce il metabolismo e si nasconde in ambienti protetti, come grotte o tane di animali. Prima della diapausa la femmina smette di usare il sangue per la maturazione delle uova (le zanzare si nutrono di nettare, i maschi nemmeno pungono) e lo usa invece per accumulare riserve energetiche. Solo le femmine sopravvivono da un anno all’altro: i maschi vivono un paio di settimane, le femmine di norma 4-6, ma le ultime nate prima dell’inverno entrano in diapausa e sopravvivono anche 6 mesi». La continuazione della specie è assicurata, visto che le femmine hanno un organo in cui conservano gli spermatozoi dopo l’accoppiamento, da usare in seguito per fertilizzare le uova. La forma urbana di Culex pipiens, quella presente nelle città, non entra invece


Mondadori Portfolio

In “letargo” o come uova, questi insetti hanno superato la stagione fredda. E tornano a pungerci. di Giovanna Camardo

Center for Disease Control and Prevention

Il ciclo della zanzara tigre. L’adulto ha un motivo bianco e nero su zampe e corpo; lungo meno di 10 mm, sopravvive 3-4 settimane.

Le uova sono deposte in contenitori con acqua, poco al di sopra della sua superficie. Si schiudono quando l’acqua le copre.

Adulto

Pupa

Le larve mutano in pupe, che stanno sempre in acqua: da questo ultimo stadio, in 2 o 3 giorni, emerge l’adulto che vola via.

in diapausa. «Non si “spegne” del tutto, si limita a ridurre l’attività e a posarsi in ambienti sotterranei con acqua stagnante, come gli scantinati allagati. Lì può deporre le uova, almeno una volta senza bisogno di procurarsi sangue. Se trova condizioni favorevoli, può capitare che si riattivi e vada in giro a pungere», continua della Torre. LA TIGRE CHE CI HA INVASO La zanzara tigre invece è quella che riconosciamo per il colore scuro con bande bianche sul corpo e perché... ci punge anche di giorno. «Solo le uova, nei nostri climi, superano l’inverno. Quelle deposte all’inizio della brutta stagione non si schiudono con il ritmo normale (v. disegno sopra), ma entrano in diapausa: lo sviluppo dell’embrione è bloccato fino a primavera». Le uova sono resistenti (in

Uova

Larva

Le larve emerse si sviluppano in acqua. Più fa caldo, più questa fase è rapida: dura anche solo 5 giorni.

diapausa sopravvivono a temperature sotto 0 °C): sono deposte al bordo dell’acqua e si sviluppano quando il livello sale, passando anche lunghi periodi “in secca” (la zanzara comune invece depone le uova in acqua, che non si deve asciugare). Così la zanzara tigre ha conquistato il mondo. «In Italia è arrivata dall’Asia nel 1990, grazie alla globalizzazione: le sue uova viaggiano soprattutto nei copertoni usati trasportati nel mondo. Allo stesso modo sono arrivate altre specie invasive diurne come Aedes koreicus e Aedes japonicus: adattate a climi più freddi, si stanno espandendo nel Nord Italia e in centro Europa. La zanzara tigre ormai è ospite stabile delle nostre città, dove depone le uova nelle caditoie dei tombini (come C. pipiens) e in qualsiasi contenitore che si riempia d’acqua, come i sottovasi». Con l’allungamento delle giornate

IN ATTESA Foto grande: una zanzara comune; in inverno entra in una stasi (diapausa) o resta in ambienti sotterranei. Sopra: uova di zanzara tigre; quando calano le ore di luce, le femmine depongono uova “diapausanti” per l’inverno.

(la durata del giorno è il segnale principale per inizio e fine della diapausa) e l’aumento delle temperature, per uova e adulti è l’ora del risveglio. «Dalle uova, in acqua, si sviluppano le larve delle zanzare comuni e tigre, tanto più velocemente quanto più alta è la temperatura. La disinfestazione in aree pubbliche si fa soprattutto contro le larve, nei tombini. Un obiettivo della nostra app Mosquito Alert è mappare con precisione le infestazioni nelle città: potrebbe essere utile alle amministrazioni per fare trattamenti mirati», conclude della Torre. Non è solo una questione di punture. «Le zanzare sono vettori di virus, anche in Italia. Le Culex trasmettono dagli uccelli all’uomo il virus della febbre West Nile. Le zanzare tigre possono diffondere virus responsabili di malattie tropicali, portati da viaggiatori, come chikungunya e dengue». Focus | 49


Focus CON GLI OBIETTIVI DELL’ONU Quarta puntata

E noi quanto cibo

buttiamo Nel 2020 abbiamo sprecato 27 kg di alimenti a testa. Evitarlo non è solo necessario ma possibile. di Paola Grimaldi


PERDITE «Il viaggio che intraprende un cibo va dai campi alla tavola e gli sperperi a cui può andare incontro durante la filiera agroalimentare sono molti», spiega Andrea Segrè, docente di politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, società accreditata dallo stesso ateneo che sviluppa progetti e servizi per la prevenzione e riduzione degli sprechi, e della campagna Spreco Zero. «Quando avvengono durante il raccolto, la lavorazione, il trasporto, la conservazione si parla di perdite alimentari e le cause che le provocano vanno dalle infrastrutture carenti ai metodi di raccolta non idonei, dalle condizioni meteorologiche avverse ai depositi non adatti. Se vengono superati questi comparti l’alimento arriva ai supermercati, ai negozi, alla ristorazione e nelle case. Anche in queste fasi si ha sperpero e in questo caso si parla di spreco alimentare vero e proprio». Ogni attore della filiera gioca un ruolo, ma l’incidenza maggiore di spreco si ha nelle case: circa il 60% dello spreco alimentare è infatti domestico. «Nel mondo occidentale, dove negli ultimi 50 o 60 anni la disponibilità alimentare non è più un problema, si è lentamente perso il valore del cibo», continua Segrè. «Per contro invece, nei Paesi in via di sviluppo la situazione vede un andamento opposto: le perdite rappresentano il 60% mentre lo spreco il 40%». NELLA PATTUMIERA Ma quanto si butta nelle case italiane, e cosa? Nel 2020 a finire nel bidone dell’umido sono stati 27 chilogrammi di cibo a testa: in particolare, il 37% della frutta fresca, il 28% della verdura, il 25% di cipolle, aglio e tuberi, il 21% dell’insalata, il 21% del pane fresco, secondo i dati raccolti da Waste Watcher International Observatory-Università di Bologna-Last Minute Market su dati Ipsos. «È una quantità ingente, anche se si è registrata una diminuzione dell’11,78% rispetto al 2019», spiega Segrè. «E una delle conseguenze della pandemia, che ci ha portato a un’alimentazione più consapevole. Speriamo si mantenga

PERDITE ALIMENTARI

9,1%

18,8%

SPRECO NEI SUPERMERCATI

43,8%

SPRECO DOMESTICO

SPRECO NEI RISTORANTI, MENSE, HOTEL

Shutterstock/Iurii Kachkovskyi - fonte dei dati: Food Waste Index report, Unep (2021)

ele che marciscono sugli alberi senza essere raccolte, campi di grano distrutti da eventi atmosferici estremi, ortaggi che si deteriorano in capannoni inadeguati, frutta e verdura eliminate perché non adatte al confezionamento, supermercati che smaltiscono merci invendute, ristoratori che gettano piatti consumati a metà, famiglie che buttano nell’umido zucchine ammuffite perché dimenticate nel frigorifero. La filiera del cibo, dal campo-allevamento alla tavola, è lunga e la quantità di prodotti alimentari che non viene effettivamente consumata è enorme: secondo la Fao ammonta a un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. E in un mondo dove si stima che 2 miliardi di persone non abbiano un accesso regolare a sufficiente cibo sicuro e nutriente, il problema dello spreco alimentare, complesso e articolato, è tra i più urgenti.

28,4%

anche quando il SARS-CoV-2 sarà debellato». Anche perché l’impatto dello spreco di cibo non è solo sociale ed economico – basti pensare che, considerando l’intera filiera, si buttano in Italia 10 miliardi di euro e nel mondo 1.000 miliardi di dollari all’anno – ma anche ambientale. Per produrre un alimento si consumano suolo, energia, acqua e, se si spreca cibo, si sprecano anche queste risorse: per esempio, la percentuale di terreno agricolo che viene utilizzata per fornire alimenti che non verranno mai consumati è del 30%, il volume annuo di acqua persa è pari a tre laghi di Ginevra. Inoltre, lo spreco alimentare immette ogni anno nell’ambiente 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (l’8% delle emissioni globali) contribuendo al cambiamento climatico di origine antropica. SPRECO ZERO Ma cosa fare nel nostro piccolo per evitare di buttare nella spazzatura la pasta avanzata, la pera un po’ ammaccata e il pane raffermo? «Educare fin dall’infanzia al rispetto per il cibo e a una buona alimentazione è il primo passo al contrasto dello spreco domestico. Esistono già molte realtà scolastiche dove è inserita l’educazione alimentare, così da crescere adulti consapevoli», racconta il docente. E per la quotidianità le strategie antispreco partono dall’acquisto: infatti, prima di andare a fare la spesa (mai se si ha fame, dato che diversi studi scientifici hanno dimostrato che entrare in un negozio di alimentari affamati fa aumentare le possibilità di prendere articoli non necessari), è bene accertarsi di ciò che si ha già nella dispensa e nel frigorifero e poi stilare una lista, così da evitare di comprare quello che non serve. Inoltre, è bene, per non cedere al “lancio nel bidone”, interpretare le scadenze scritte sulle confezioni: “consumare preferibilmente entro” indica la data entro la quale il prodotto mantiene, se conservato bene, le proprie caratteristiche. Mangiare i biscotti dopo questa data non è pericoloso per la salute. Invece, “consumare entro” è un’indicazione più restrittiva e significa che oltre il termine riportato il cibo può alterarsi e diventare nocivo, anche se uno yogurt o un uovo scaduti da un giorno male non fanno. Anche come conserviamo nel frigo gli alimenti è cruciale contro lo spreco: è bene riporre i cibi crudi (carne, pesce, pollame) sulla mensola sopra il cassetto per le verdure (2-3 °C). Nei ripiani centrali dove la temperatura è di 4-5 °C si mettono affettati, verdure cotte, sughi, salse, cibi cotti e avanzi, mentre nelle mensole più alte (8 °C) uova, dolci, formaggi e yogurt. Nello sportello, dove la temperatura è più alta (10-15 °C), le bibite, l’acqua e il burro. Per la verdura e la frutta fresche c’è poi il cassetto preposto.

Focus | 79

Shutterstock

M

BUTTA MALE La perdita e lo spreco alimentare nel mondo ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate l’anno, così suddivise: i Paesi industrializzati ne generano il 56%, i Paesi in via di sviluppo il 44%.


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