Focus 363 - Gennaio 2023

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SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO 21 DICEMBRE 2022 GENNAIO 2023 € 4,90 IN ITALIA 363 Mensile: AUT 10,00 € BE 9,60 € / F 9,00 € / D 11,70 € / LUX 9,40 € Côte d’Azur 9,10 € / PTE CONT. 8,70 € / E 8,70 € CH 10,90 Chf / CH CT 10,70 Chf / USA $ 13,80. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 Verona CMP NEL CUORE DEL PIANETA IL CALORE DEL NUCLEO TERRESTRE HA RESO LA SUPERFICIE ABITABILE INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN QUALI GIOCHI IL COMPUTER ORMAI È PIÙ BRAVO DI NOI NUMERO DOPPIO CON DOMANDE&RISPOSTE COME CRESCERE (E POI INVECCHIARE) IN SALUTE NELL’ERA DELLA LONGEVITÀ TI SENTI PIÙ GIOVANE DELLA TUA ETÀ ANAGRAFICA? VERIFICA SE LO SEI DAVVERO MANUALE DI LUNGA VITA LE GRANDI INTERVISTE Jeremy Rifkin Yuval Noah Harari David Quammen ALLACCIATE LE CINTURE LE TECNICHE DI VOLO DI AEREI E UCCELLI IN CASO DI TURBOLENZE

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SI POTR À RINGIOVANIRE?

Scoprire e capire il mondo

Pagine animate

4 | Focus In copertina: Foto portante: Shutterstock; Sotto da sinistra: Getty Images; Shutterstock; Shutterstock. 46 tecnologia VUOI GIOCARE (E PERDERE) CON ME? L’intelligenza artificiale ormai domina nel mondo del gioco: partita dagli scacchi è arrivata ai videogame. Ma con possibili applicazioni molto più “serie”. 52 geologia SE IL CUORE DELLA TERRA NON FOSSE COSÌ CALDO... Nel nucleo terrestre vi sono processi che regolano il clima e il campo magnetico. Senza, non esisteremmo. 58 turbolenze 1 ALLACCIATE LE CINTURE... Un video su un volo da paura è diventato virale. Ma l’aereo è atterrato in sicurezza. Ecco come fanno i velivoli a resistere alle perturbazioni più estreme. 30 VIVERE SANI E LONGEVI Viviamo più a lungo, ma quali abitudini e parametri ci dicono se lo facciamo bene? Ecco una breve guida. 36 I PUNTI DEBOLI DA FRONTEGGIARE Le malattie legate all’età sono ancora diffuse. Ma la scienza fa progressi e anche per le più complesse si inizia a vedere una luce. 18 23 10 Pesce grosso... 13 Il ministro-avatar 15 I numeri... dei regali 17 Vuoi essere felice? Sorridi! 18 Facciamo spazio 20 Fisica delle bolle di sapone 24 Prisma sonoro dossier Quanta plastica può inghiottire una balenottera Attacco hacker al radio osservatorio PRISMA MULTIMEDIA INQUADRA IL QR CODE Scopri video, audio, timelapse e tanti altri contenuti.
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www.focus.it 363 GENNAIO 2023
studi
farmaci
il sangue. Longevità
Alcuni
a metà fra la scienza e la fantascienza cercano di far tornare indietro l’orologio del tempo utilizzando la genetica, i
e anche

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E NON LASCIATECI LE PENNE

E gli uccelli come affrontano le avverse condizioni meteo? Adottando strategie che sfruttano perfino le forze contrarie.

le scoperte del webb

VISTA SUL PASSATO PIÙ REMOTO

Osservate due galassie ai limiti del cosmo, risalenti a quando l’universo cominciò a prendere forma.

IL BIDONE DELLA MAPPATURA

Ci sono specialisti, il cui mestiere è... rovistare nella spazzatura. Per scoprire qualcosa del passato, carpire informazioni sul nemico ecc.

storia PROFESSIONE ARCHEODETECTIVE

Il “mestiere” dell’archeologo è cambiato. Oggi, sui reperti si fanno indagini degne della scientifica.

tecnologia NELLA MENTE DEL SUPERCOMPUTER

Siamo entrati nel Green Data Center di Eni, dove si trova il più potente campione di calcolo non governativo, impiegato anche per le energie verdi.

comportamento A CHE COSA SERVE FANTASTICARE

Immaginare scenari irreali, o prefigurare il nostro futuro, serve per trovare soluzioni e sapere chi siamo.

94 arte STATUE SUPERSTAR

È stato detto che quelle etrusche venute alla luce il mese scorso meritano l’Olimpo delle sculture. Ecco una galleria di capolavori senza tempo nel mondo.

tecnologia

LA GARA DEI DRONI INTELLIGENTI

Sei team di sei università si sono sfidati nel Drone Contest 2022, la competizione di Leonardo per sviluppare intelligenze artificiali in grado di pilotare.

scienza SPORT (NEI CLIMI) ESTREMI

Si sono giocati in Qatar i Mondiali di calcio più caldi della storia. Ma come reagisce il corpo di un atleta alle temperature record? 112

intervista JEREMY RIFKIN

Supereremo la crisi se faremo pace con la natura. Lo dice uno degli economisti più influenti del mondo.

intervista DAVID QUAMMEN

Noi e il Pianeta: la lezione del Covid. Dallo scrittore che ha profetizzato l’arrivo dell’ultima pandemia.

intervista YUVAL NOAH HARARI

Ragazzi, la storia aiuta a costruire il futuro. Parla lo storico israeliano tradotto in 30 lingue.

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9 L’oblò 82 Tipi italiani 167 Academy 173 MyFocus 174 Cartellone 176 Giochi RUBRICHE
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Ci trovi anche su: 174 Artemisia Gentileschi alle Gallerie d’Italia di Napoli Speciale 128 ANIMALI 132 TECNOLOGIA 134 SCIENZA 136 AMORE E SESSO 138 STORIA 140 TE LO DICE... D&R 142 NATURA 144 ECONOMIA 146 SALUTE 150 SOCIETÀ 152 ARTE E CULTURA 154 CIBO 156 SPORT 160 UNIVERSO 162 PSICHE

dossier

Ese si potesse riavvolgere il nastro del tempo e sconfiggere per sempre la vecchiaia? Il sogno è antico quanto l’uomo ed è presente in tutte le culture. Nei secoli, si è creduto nelle preghiere agli dèi, in intrugli e pozioni magiche, o nel potere di oggetti mitici come il Santo Graal o la pietra filosofale. Poi, da circa un decennio, la ricerca ha affrontato il problema in modo scientifico, partendo dall’analisi dei meccanismi che ci fanno invecchiare per trovare soluzioni che sappiano fermarli. Va subito detto che siamo davvero molto lontani dall’obiettivo e non tutti gli studi sono di buona qualità. Il settore è però in grande fermento, anche grazie alle generose donazioni che le imprese che operano nel campo ricevono, per lo più dai miliardari della Silicon Valley e dai magnati del petrolio del Golfo Persico.

I FANTASTICI QUATTRO (GENI)

La Altos Lab, nata a gennaio 2022, con un capitale iniziale di 3 miliardi di dollari, è una di queste aziende. Fondata da Richard Klausner (già direttore del National Cancer Institute statunitense) ha fra i suoi consulenti nientemeno che Shinya Yamanaka, vincitore del Nobel per la medicina nel 2012 per aver scoperto 4 proteine che, somministrate a cellule adulte, sono in grado di riportarle allo stato di cellule embrionali. A capo della ricerca

c’è invece Carlos Izpisua Belmonte, che dirige anche il laboratorio sull’espressione genica dell’Istituto Salk di La Jolla, e che nonostante qualche dichiarazione un po’ sopra le righe è una delle massime autorità nel settore. Sono suoi, per esempio, alcuni fondamentali studi che hanno sperimentato su animali proprio i 4 fattori di Yamanaka.

Nel 2016, Belmonte ha introdotto i geni che li codificano in alcuni topi affetti da progeria, una malattia presente anche negli umani, che determina un invecchiamento precoce (e che nei topi porta alla morte per “vecchiaia” a circa 3 mesi di vita). Prima di allora, tentativi simili erano falliti, perché le cellule ringiovanite sono anche molto più propense a moltiplicarsi e danno origine a tumori. Belmonte però ha fatto in modo di poter controllare l’attività dei 4 geni con un farmaco che veniva somministrato assieme all’acqua. Il risultato è che gli animali sono vissuti il 30% in più e che anche il

PER DARE TONICITÀ

Fibre di collagene, la proteina che mantiene giovane la pelle. Gli scienziati stanno cercando di ringiovanire le cellule che la producono per rallentarne il declino.

loro orologio epigenetico (vedi articolo a pagina 30) era tornato indietro.

In seguito, Belmonte ha usato lo stesso metodo per rinvigorire i muscoli segnati dall’età. E, a marzo di quest’anno, su Nature Ageing ha pubblicato i risultati di un nuovo esperimento condotto su topi sani, di età diverse, variando le tempistiche in cui i 4 geni erano attivi. Nello studio, la “cura contro la vecchiaia” ha funzionato solo quando è stata somministrata per tempi lunghi a partire da quando gli animali erano giovani. Nel comunicato stampa che ha accompagnato la pubblicazione si parla di una terapia che è in grado di ringiovanire il Dna di diversi organi e di ridurre al contempo gli indici infiammatori (che sono alla base di molti acciacchi dell’età). In realtà, però, a beneficiare del trattamento sono stati solo la pelle e il fegato. E fra gli scettici c’è chi osserva che Belmonte non ha chiarito se l’intervento abbia determinato anche un allungamento della vita. Leggendo fra le righe, anzi, pare che non sia affatto così.

OBIETTIVO PELLE

Che i fattori di Yamanaka donino gioventù alle cellule della pelle, peraltro, è emerso anche da uno studio di ricercato-

SI POTRÀ

RINGIOVANIRE?

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Alcuni studi a metà fra la scienza e la fantascienza cercano di far tornare indietro l’orologio del tempo utilizzando la genetica, i farmaci e anche il sangue.
di Margherita Fronte
Science Photo Library / AGF

ri dell’Università di Cambridge, pubblicato ad aprile sulla rivista eLife. In questo caso i 4 geni sono stati utilizzati per riprogrammare i fibroblasti prelevati dal derma di tre volontari, con un’età biologica media di 50 anni. Una terapia di 13 giorni ha evitato che le cellule tornassero allo stadio embrionale (affinché ciò accada l’esposizione va protratta infatti per 50 giorni) e le ha fatte tornare indietro di 30 anni, eliminando i segni del tempo dal loro Dna e inducendole a produrre più collagene, una proteina presente nei prodotti di bellezza anti-age, che interviene anche nella riparazione delle ferite e mantiene saldi i legamenti. Ma non è tutto. Un’analisi del genoma dei fibroblasti ringiovaniti ha mostrato che anche altri geni avevano subìto cambiamenti: in particolare, si erano riattivati APBA2 e MAF, la cui attività tende a calare con l’età. Il primo produce una proteina che stabilizza la beta-amiloide, che ha un ruolo fondamentale nel morbo di Alzheimer; il secondo è invece collegato alla cataratta.

TRASFUSIONI DI GIOVENTÙ

Molti ricercatori coinvolti in questi studi sostengono che l’obiettivo, in realtà, è prevenire le malattie della vecchiaia, e che l’allungamento della vita sarebbe un “effetto collaterale” di queste cure. La riprogrammazione delle cellule è solo una delle varie strategie allo studio.

Un’altra soluzione è la parabiosi, procedura che sembra uscita da un romanzo di ambientazione gotica, nella quale il sistema circolatorio di un individuo giovane è collegato a quello di un individuo

anziano. Gli esperimenti su topi mostrano che lo scambio di sangue così ottenuto ha il potere di ringiovanire i vecchi e far invecchiare i giovani. L’azione è legata ad alcuni fattori che proteggono da diverse malattie croniche, che circolano abbondanti nel sangue dei giovani, ma i cui livelli calano con l’età.

PILLOLE ANTI-AGE

Ma la strada che la scienza batte da più tempo è senz’altro quella dei farmaci. Sotto esame ci sono due classi: i geroprotettori, che prevengono la senescenza delle cellule, e i senolitici, che invece inducono le cellule senescenti ad attivare un processo chiamato apoptosi, attraverso il quale si autoeliminano (una sorta di suicidio cellulare). Del primo gruppo fa parte la ripamicina, utilizzata già come farmaco antitumorale e antirigetto nei trapianti. Alcuni studi mostrano che, se somministrata per periodi abbastanza lunghi, può prevenire l’invecchiamento, in particolare del sistema immunitario.

A fine agosto, poi, una ricerca su topi del Max Plank Institut di Colonia (Germania) ha trovato che i benefici si possono ottenere anche con somministrazioni limitate nel tempo, che permetterebbero di ridurre gli effetti collaterali. Fa invece parte dei senolitici la metformina, utilizzata contro il diabete già dagli anni Cinquanta del ’900. Nel tempo, infatti, ci si è accorti che i pazienti che la assumevano, oltre a controllare il diabete, avevano una serie di benefici – in particolare sul sistema cardiovascolare – e che nel complesso sembravano più giovani. La metformina è al centro di diversi studi che ne stanno valutando l’azione anti-age. E la Intervene Immune, una biotech californiana, la sta sperimentando anche su volontari umani, somministrandola assieme all’ormone della crescita e al deidroepiandrosterone, o Dhea, già in passato indicato come un toccasana contro la vecchiaia, senza peraltro vere prove scientifiche a supporto dell’affermazione.

FLUIDO VITALE

Provette di sangue in un laboratorio di analisi. L’effetto dei trattamenti si valuta anche con esami. Mentre alcuni indicano che il sangue di chi è giovane sia il vero elisir di lunga vita.

Mondadori Portfolio longevità

Allacciate le CINTU

turbolenze 1

Prendere un aereo è di gran lunga il modo più sicuro di viaggiare. Stando a una ricerca dell’Università di Harvard, la probabilità annua di perdere la vita durante un volo è una su 11 milioni. Contro, dicono le statistiche, una su 185.000 che ciò avvenga in automobile, una su 10.000 in bici e una su 5.000 in moto. Eppure, mentre sono rare le persone che hanno paura di spostarsi su due o quattro ruote, non si contano quelle che preferirebbero compiere il tragitto a piedi (tra l’altro con un tasso di mortalità simile a quello della bici) o a nuoto, piuttosto che trovarsi sospesi a diecimila metri dal suolo senza vie di fuga. È tutta una questione di percezione. L’esempio più lampante? A quanti è capitato di spaventarsi per una turbolenza? «Eppure, in tutta la storia dell’aviazione civile, non esistono casi noti di aerei di linea precipitati per questo motivo», ci spiega Marco Anghileri, docente di ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano. «Anche perché la turbolenza, così come l’impatto con volatili o con un fulmine, è una condizione prevista e, in quanto tale, fa parte del processo di progettazione di un aereo, che è appunto dimensionato per resistere a questo tipo di carico».

IL VUOTO D’ARIA

Una turbolenza, leggera, moderata o severa che sia, è generata dal rimescolamento dell’aria dovuto allo scontrarsi di masse calde e fredde (v. riquadro pag. successiva); talvolta prende il nome di “vuoto d’aria”, per la sensazione di cadere quando si è spinti verso il basso, ma questo è errato. L’aria è infatti sempre ben presente a sostenere l’aereo, generando sulle ali la cosiddetta “portanza”, ossia la forza dal basso verso l’alto che si contrappone alla gravità e che, assieme alla spinta dei motori, permette all’aereo di volare. Stando ai dati della Federal Aviation Administration statunitense, solo l’8% degli incidenti avviene in quota e, quando ciò si verifica, nel 70% dei casi la responsabilità è attribuibile al fattore umano. Le turbolenze, dunque, fanno paura ma non sono pericolose per l’aereo, che ha ali in grado di flettersi di metri, in basso e in alto, senza rompersi.

I passeggeri, invece, devono prestare attenzione al fatto che – nei casi più estremi – potrebbero cadere i bagagli dalle cappelliere, sfrecciare pesanti carrelli nel corridoio e, se non si indossano le cinture, si potrebbe persino essere sbalzati sul soffitto. «Più che le turbolenze, sono pericolosi i cosiddetti “downburst”, ossia gli incontri con correnti discendenti fortissime che, se avvengono in fase di atterraggio, spingono violentemente il mezzo verso terra (come accaduto al volo Wind Jet 243 del 24 settembre 2010 che, in fase di atterraggio, uscì di pista a Palermo, ndr)», prosegue Anghileri. «Anche in questo caso, ci sono però radar meteorologici che permettono alla torre di controllo e al pilota di valutare i rischi in tempo reale e, se necessario, di rimandare l’atterraggio».

EVITARE I TEMPORALI

Il rischio maggiore per un aereo in quota è di imbattersi in perturbazioni condite da grandine e fulmini, come avvenuto al volo LA1325 del 26 ottobre, diretto da Santiago del Cile ad Asunción (Paraguay), che ha attraversato una tempesta, atterrando danneggiato: le impressionanti immagini riprese a bordo dell’aereo, che “ballava” tra i fulmini, hanno fatto il giro del mondo. La norma è quindi, prima di tutto, evitare di trovarsi in situazioni del genere, come ci spiega Pietro Rinaldi, pilota esperto di sicurezza aeroportuale: «Gli aerei sono dotati

di Simone Valtieri
Focus | 59
Un recente video su un volo da paura è diventato virale. Ma l’aereo è atterrato in sicurezza. Ecco come fanno i velivoli a resistere alle perturbazioni più estreme.
RE…
NEL DILUVIO
Shutterstock/aappp
Gli aerei moderni sono realizzati in modo da resistere anche a tempeste estremamente intense.

di radar meteo con portata anche di 300 km e i piloti sono in grado, in accordo con i controllori di volo, di prevedere le perturbazioni e di evitarle, deviando la rotta, cambiando la quota o atterrando in scali d’emergenza. In casi come quello del volo LA1325, la responsabilità è al 90% del pilota». Quando ci si ritrovi in una situazione del genere, chi manovra può fare ben poco, ma il supporto arriva dalla tecnologia. «Partiamo dal presupposto che un aereo si trova meglio in aria che a terra», prosegue l’esperto. «D’altra parte è progettato per questo, e per conformazione tende sempre a tornare nella posizione di equilibrio. Per tornarci, ovviamente, balla, ma nella maggior parte dei casi si lascia inserito l’autopilota, che è in grado di compensare automaticamente queste variazioni».

A PROVA DI FULMINI

Lo stress maggiore in caso di perturbazioni in quota può arrivare da grandine e fulmini; ma, anche se accade, l’aereo è progettato per resistere. «Un fulmine può causare danni notevoli se l’aeroplano è a terra», ci spiega Carlo Riboldi, esperto di meccanica del volo atmosferico al Politecnico di Milano, «ma se è in volo, esso non si scarica completamente come fa, per esempio, nel caso in cui colpisca un albero, e può dunque attraversare la struttura del mezzo infliggendo danni minori, come bruciature o, in alcuni casi, problemi ai circuiti elettrici».

Un elemento da tenere in considerazione è che, con i cambiamenti climatici in atto, turbolenze e temporali saranno sempre più frequenti. Uno studio pubblicato su Nature Climate Change, infatti, ha calcolato che nel solo corridoio di volo dell’Atlantico Settentrionale, attraversato ogni giorno da più di 600 aerei, l’aumento delle temperature porterà nei prossimi decenni a un incremento delle perturbazioni compreso tra il 40% e il 170%. «Al di là di questo, sia oggi sia tra 50 anni, se un volo avrà problemi di origine meteorologica, sarà nella maggior parte dei casi a causa del fattore umano, perché è sempre meglio, quando possibile, evitare le intemperie», aggiunge Riboldi. «Di contro, può succedere che un aeroplano venga danneggiato, poiché affrontare una grandinata durante un temporale è come essere sotto al fuoco di una mitragliatrice, ma i mezzi sono comunque progettati e testati per resistere a stress del genere».

SISTEMI CONTRO I VOLATILI

AMMACCATI

A sinistra, il volo Wind Jet 243 uscito di pista a Palermo nel 2010: le frecce indicano i danni. A destra, il volo Air Canada 624 danneggiato da una tempesta.

I cambiamenti climatici porteranno

perturbazioni

Prima di ottenere l’idoneità al volo, un aereo deve superare probanti test d’impatto, nel corso dei quali è possibile simulare, per mezzo di potentissimi cannoni ad aria compressa di diverso calibro, lo scontro delle varie componenti con i chicchi di grandine o con “oggetti” più grandi. «Come avviene con un volatile», sottolinea Marco Anghileri, che nei laboratori del Politecnico di Milano conduce personalmente esperimenti di birdstrike. «Per testare le parti più esposte, ossia i vetri, le strutture portanti del muso e soprattutto i motori, si usano gelatine balistiche (pesanti da 1 a 2 kg) che vengono sparate alla velocità del suono, quasi 1.200 km/h, sviluppando carichi di decine di tonnellate su un’area estremamente piccola, e che possono provocare estesi danni».

Negli ultimi 30 anni ci sono stati più di duecentomila impatti con specie animali solo negli Usa, che hanno causato 292 vitti-

me, pari a circa lo 0,1% del totale dei passeggeri coinvolti. «Va detto, però, che erano quasi tutti voli militari o di elicotteri a bassa quota e che non vi sono state perdite civili. Nel complesso, la probabilità di scontro con un uccello è dello 0,06%, il rischio di morire dello 0,00009%». Gli aerei di linea possono imbattersi in stormi solo nelle fasi di atterraggio o decollo e anche in occasione di un impatto (in genere con uccelli pesanti meno di mezzo kg, ben al di sotto dei parametri di certificazione) è raro che questo possa portare alla perdita del velivolo. Il caso più noto è sicuramente quello del volo US Airways 1549, che il 15 gennaio 2009 fu costretto ad ammarare nel fiume Hudson, a New York, guidato dal pilota Chesley Sullenberger (interpretato da Tom Hanks nel film Sully del 2016). «Quello è l’episodio più grave che conosciamo ma, anche avendo perso entrambi i motori, l’aereo è planato senza danni. Come contromisura, comunque, gli aeroporti sono dotati di altoparlanti o di falchi che tengono gli stormi lontani dalle piste». Insomma, gli aerei di linea hanno margini di sicurezza che in un volo di routine, per fortuna, non possiamo neanche immaginare.

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a un aumento delle
nel Nord Atlantico tra il 40 e il 170%
Shutterstock/Skycolor s ANSA

Nella maggior parte dei casi è cura dei piloti evitare di trovarsi in situazioni meteo estreme, sfruttando le previsioni e gli strumenti di bordo. Reuters/Contrasto

I TIPI DI TURBOLENZA

Turbolenza da temporale: molto severa, si verifica in presenza di forti correnti ascensionali e discendenti all’interno di una nube temporalesca.

Turbolenza in aria chiara: impossibile da prevedere e invisibile alla vista, è associata alla presenza di forti correnti canalizzate negli strati alti dell’atmosfera.

Turbolenza di scia: può essere sperimentata attraversando la scia di un aereo che si sta seguendo. In alcuni casi può provocare il rollio del mezzo.

Turbolenza di montagna: generata dall’aria che incontra una catena montuosa e viene deviata verso l’alto. Provoca la classica sensazione di “vuoto d’aria”.

COME SI GENERA UNA TURBOLENZA?

L’aria è un fluido, all’interno del quale possono mescolarsi e collidere masse più o meno dense e più o meno calde. Quando ciò avviene si formano dei vortici che, se attraversati dall’aereo, ne provocano l’instabilità. Le turbolenze possono essere leggere, con oscillazioni di 1-2 metri; moderate, e in questo caso si oscilla di 3-6 metri; forti o severe, con sbalzi anche di 30 metri.

Vortici. Sono generati dall’incontro delle due correnti.

Turbolenza in aria chiara

Corrente d’aria veloce. Passa sopra l’aereo disturbando i flussi d’aria.

Corrente d’aria lenta. Soffia sotto quella veloce, in direzione opposta.

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TUTTO SOTTO CONTROLLO
Domande Risposte LA SCIENZA IN PILLOLE INSERTO SPECIALE! SCIENZA PERCHÉ NON POSSIAMO BERE ACQUA SALATA? TE LO DICE MASSIMO FA PERDERE DAVVERO AMORE E SESSO 136 SALUTE 146 • SOCIETÀ 150 • ARTE E CULTURA 152 • CIBO 154 • SPORT 156 • UNIVERSO 160 • PSICHE 162 ANIMALI I CERVI DECIDONO A MAGGIORANZA? TECNOLOGIA POTREMO “SCARICARE” IL CERVELLO SUL COMPUTER? Shutterstock / Africa Studio AKG_Images/Mondadori Portfolio Shutterstock (4) Mondadori Portfolio Album Kostyantyn Ivanyshen/Stocktrek Images / Mondadori Portfolio

ESISTONO ANIMALI CHE POSSONO RIGENERARE IL LORO CERVELLO?

Sì: l’axolotl (Ambystoma mexicanum), una salamandra acquatica nota per la sua capacità di rigenerare il proprio midollo spinale, il cuore e gli arti perduti. E, in base agli studi condotti fin dagli anni ’60, si sapeva anche che gli axolotl adulti sono in grado di ricostruire parte dei loro cervelli, ripristinando addirittura le connessioni neu-

rali compromesse. Una nuova ricerca ha permesso di comprendere più a fondo il processo alla base di queste capacità. Gli scienziati del Laboratorio di Treutlein all’ETH di Zurigo e del Laboratorio Tanaka all’Istituto di Patologia Molecolare di Vienna hanno realizzato un atlante delle cellule che compongono il cervello di questi animali. Attraverso il metodo del sequenziamento Rna, hanno analizzato le nuove cellule che si formavano al posto di una massa cerebrale danneggiata, durante varie fasi di un periodo di 12 settimane.

CELLULE PROGENITRICI. Hanno quindi scoperto che nella rigenerazione del cervello sono coinvolti tre processi collegati a un’unica cellula progenitrice. Queste cellule passano attraverso un tipo di cellula intermedio chiamato neuroblasto, la cui esistenza era ancora sconosciuta negli axolotl, prima di diventare neuroni maturi. Le cellule progenitrici sono quindi in grado di dividersi per formare tessuto o di trasformarsi in cellule di tipo differente per ripristinare le funzionalità originarie.

ANIMALI
COME NUOVO
Mondadori Portfolio 128 | Focus
Le straordinarie capacità dell’axolotl possono insegnarci molte cose.

I vocalizzi dei neonati sono intenzionali?

Aquanto pare sì. Alcuni studiosi avevano proposto che i suoni emessi dai neonati fossero solo un “sottoprodotto” dei movimenti scomposti di gambe e braccia tipici dei bimbi di pochi mesi. Ora invece un gruppo di ricercatori della Cornell University (Usa) ha dimostrato che già a c inque mesi i piccoli lanciano quei segnali (gorg h eggi e balbettii) per “parlare” con un adulto. I ricercatori hanno osservato bambini di 2 mesi e altri di 5 mesi giocare con l’adulto che più si occupa di loro, insieme a uno sperimentatore. Risposte. Dopo un minuto di gioco, lo sperimentatore ha smesso di rispondere al bambino, rivolgendogli una “ faccia immobile” per due minuti. I b imb i di 2 mesi non hanno mostrato cambiamenti nel balbettio. Ma quelli di 5 hanno risposto con un’esplosione di balbettii intensi, seguita da u no stop d e i vocalizzi: si sono cioè messi in ascolto, attendendo che l’adulto ricominciasse a parlare: avevano già capito che la conversazione è uno scambio. R.P.

Che cosa hanno in comune le labbra e l’ano?

Sono fatti dello stesso tipo di “pelle”, sia internamente sia esternamente. L’interno della nostra bocca, infatti, è costituito da epitelio squamoso stratificato non cheratinizzato, esattamente la medesima tipologia di tessuto che riveste il retto, ossia la parte terminale dell’intestino crasso. Le labbra, invece, sono costituite di epitelio squamoso cheratinizzato, proprio come il loro “gemello” inferiore, l’ano

Da apertura ad apertura. Il motivo di questa coincidenza è da ricercare nelle prime fasi di sviluppo del feto, quando inizia a formarsi l’apparato digestivo. Ciò avviene subito dopo la prima fase di replicazione cellulare dello zigote, che genera un ammasso di cellule. Su di esso, una piccola area, che diventerà alla fine l’ano, si ripiega verso l’interno (si “invagina”), estendendosi fino all’altro lato e generando una nuova apertura, ossia la bocca. Il canale che unisce le due estremità andrà nel tempo a svilupparsi per formare il nostro intero apparato digerente, dallo stomaco all’intestino. S.V.

Perché quando siamo malati impallidiamo?

Non è ancora ben chiaro. Forse dipende dalla pressione sanguigna: in caso di malattia, il sangue fluisce di più verso la parte malata del corpo, abbassando la pressione e facendoci impallidire. O ppure, potrebbe dipendere dalla febbre che riduce la circolazione sanguigna sulla superficie della pelle per effetto della vasocostrizione. Uno studio dell’Università di Stoccolma ha invece ipotizzato che la causa, in caso di malattie infettive, possa essere una diminuzione della concentrazione di carotenoidi (pigmenti rosso-arancione che ricaviamo da frutta e verdura) nel sangue, dovuta allo stato di infezione. Avvertimento. Tuttavia, un esperimento condotto su 22 volontari sani, ai quali era stato indotto un lieve stato influenzale, ha dimostrato che il pallore subentra prima che la concentrazione dei carotenoidi effettivamente diminuisca. Il pallore della malattia – dicono i ricercatori svedesi – potrebbe avere anche uno scopo evolutivo: permette di individuare i malati e prendersene cura, ma anche di starne lontano per evitare il contagio. G.D.

SALUTE
Shutterstock/Africa Studio Science
Library/Agf Shutterstock 146 | Focus
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COSA OCCORRE FARE PER TENERE IL CERVELLO IN SALUTE?

UN RECENTE STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DELL’ILLINOIS DI CHICAGO, NEGLI STATI UNITI, HA DIMOSTRATO CHE ANCHE UN CERVELLO ADULTO È IN GRADO DI PRODURRE NUOVE CELLULE. PER QUESTO MOTIVO È MOLTO IMPORTANTE MANTENERLO IN SALUTE A TUTTE LE ETÀ, MAGARI DANDO UN’OCCHIATA AI DIECI SUGGERIMENTI CHE SEGUONO. A cura di Simone Valtieri

ABITUDINI SALUTARI. Sembra ovvio, ma il primo punto per mantenere il cervello in salute è ridurre le cattive abitudini: fumare, bere alcolici, saltare la colazione, dormire poco, mangiare troppi zuccheri: sono tutte pratiche che, nel migliore dei casi, non permettono lo sviluppo delle sinapsi e, nel peggiore, le distruggono.

RESPIRARE. La mente ha bisogno di ossigeno, perciò vivere in posti poco inquinati è salvifico per la salute. Uno studio dell’Università di Stoccolma, inoltre, spiega che respirare dal naso è meglio che farlo dalla bocca, non solo perché le vibrisse filtrano le impurità, ma anche perché in questo modo si sviluppa la memoria olfattiva.

GIOCARE.

È importante farlo a ogni età. Carte, giochi da tavolo, fotografia, bricolage, disegno ed enigmistica sono solo alcuni tra gli hobby che aiutano a mantenere in allenamento la materia grigia. Molti studi, per esempio, hanno dimostrato che fare cruciverba attiva le sinapsi e allontana la demenza senile.

DIETA. Come ogni altro organo, il cervello ha bisogno dei giusti nutrienti per funzionare al meglio. È dunque importante mantenere una dieta equilibrata, prediligendo cibi ipocalorici e ricchi di antiossidanti.

Cereali, pomodori, uova, cavoli, mirtilli, noci e pesce azzurro sono tra gli elementi più indicati per la memoria.

ATTIVITÀ FISICA. Ogni movimento che facciamo dipende dal cervello, è perciò importante ridurre la sedentarietà per tenerlo allenato. Uno studio dell’University Hospital di Münster (Germania) ha inoltre dimostrato che più attività fisica si svolge da giovani, migliore sarà il funzionamento del cervello da adulti.

BERE MOLTO. L’acqua è un toccasana per mantenere giovane tutto il nostro corpo. Uno studio dell’Università di East London a Westminster ha dimostrato che chi beve circa mezzo litro d’acqua prima di concentrarsi su un compito mentale migliora le proprie prestazioni del 14% rispetto a chi non ha bevuto.

DORMIRE. I ricercatori dell’Università del Wisconsin (Usa) hanno scoperto che dormire le canoniche otto ore per notte, oltre a portare molteplici benefici al nostro organismo, aumenta la produzione di mielina, una sostanza che forma il rivestimento delle cellule nervose, proteggendole da malattie e deterioramento.

APPRENDERE

Leggere, oltre ad abbassare il battito cardiaco e a ridurre stress e tensione dei muscoli, accresce le connessioni cerebrali in modo duraturo. Uno studio della Emory University in Georgia ha dimostrato che servono circa 30 pagine al giorno per avere un beneficio permanente sulla propria psiche.

RELAZIONARSI. Numerosi studi neuroscientifici, corroborati nel corso dei lockdown degli ultimi anni, hanno evidenziato come le relazioni sociali siano fondamentali per la salute mentale e nella formazione delle cellule del cervello. Chiacchierare o discutere con qualcuno è la migliore palestra per le nostre sinapsi.

PRENDERSI CURA DI SÉ. Fare ciò che si ama è un toccasana per la mente. Prendersi quotidianamente del tempo per rilassarsi, meditare o semplicemente per fare ciò che rende felici è fondamentale, poiché si invia al cervello un messaggio positivo stimolando il rilascio di endorfine, sostanze da cui dipende la sensazione di benessere.

Focus | 147

QUALI SONO I DIECI LIBRI (PIÙ UNO)

PIÙ VENDUTI DELLA STORIA?

Tra i libri più venduti della storia vi sono i testi sacri, come la Bibbia e il Corano (parliamo di miliardi di copie ciascuno), il Libretto rosso di Mao Zedong (con stime molto variabili che vanno da 800 milioni a oltre 6 miliardi) e anche alcuni classici usciti in più volumi, come Il Conte di Montecristo di Alexander Dumas (184446), Don Chisciotte di Miguel de Cervantes (160515) e Il Signore degli Anelli (1954-55) di J.R.R. Tolkien. Escludendo tali opere, di cui si possono fare solo stime troppo imprecise, ecco la classifica dei dieci libri più venduti di sempre.

RACCONTO DI DUE CITTÀ

(A TALE OF TWO CITIES)

ANNO: 1859

AUTORE: CHARLES DICKENS

VENDITE: 200 MLN

Un successo a due facce per questo romanzo storico che narra la vita a Parigi e a Londra negli anni della Rivoluzione Francese: primo nelle vendite globali, solo 63° (secondo un sondaggio Bbc) tra i libri più amati.

DIECI PICCOLI INDIANI (AND THEN THERE WERE NONE)

ANNO: 1939

AUTORE: AGATHA CHRISTIE

VENDITE: 110 MLN

Prima del 1977, il titolo italiano dell’iconico giallo era …E poi non rimase nessuno (attuale titolo in lingua inglese). Negli Usa, al contrario, si passò da Ten Little Niggers (“dieci negretti”) e Ten Little Indians.

PICCOLO PRINCIPE (LE PETIT PRINCE)

1IL

ANNO: 1943

AUTORE: ANTOINE DE SAINTEXUPÉRY

VENDITE: 150 MLN

Uno dei libri più letti e amati dai ragazzi di tutto il mondo, ha incantato e commosso generazioni di lettori insegnando loro il significato di amore e amicizia. È stato tradotto in ben 505 tra lingue e dialetti.

2LO HOBBIT (THE HOBBIT)

ANNO: 1937

AUTORE: J.R.R. TOLKIEN

VENDITE: 140 MLN

Se i sei libri del Signore degli Anelli hanno venduto centinaia di migliaia di copie, è anche merito di questo “prequel” letterario, che ha vissuto una seconda giovinezza grazie ai successi cinematografici della saga.

ANNO: 1997

AUTORE: J.K. ROWLING

VENDITE: 120 MLN

Il primo libro della saga fantasy di Harry Potter ha ormai sfondato quota 120 milioni di copie vendute, ma anche gli altri sei si attestano tutti in top 20 con numeri esorbitanti, compresi tra i 65 e gli 80 milioni.

5L’ALCHIMISTA (O ALQUIMISTA)

ANNO: 1988

AUTORE: PAULO COELHO VENDITE: 100 MLN Tradotto in 56 lingue e venduto in oltre 150 nazioni, il romanzo di formazione dello scrittore brasiliano non ha venduto molto nei primi anni, ingranando verso metà degli anni ’90 e diventando un classico moderno.

IL SOGNO DELLA CAMERA ROSSA (HÓNGLÓU MÈNG)

ANNO: 1791

AUTORE: CAO XUEQIN

VENDITE: 100 MLN

Questo romanzo drammatico ambientato nella Cina del XVIII secolo è considerato uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese, assieme a Il romanzo dei tre regni, I briganti e Il viaggio in Occidente.

IL CODICE DA VINCI (THE DA VINCI CODE)

ANNO: 2003

AUTORE: DAN BROWN

VENDITE: 90 MLN

Il secondo romanzo (dopo Angeli e Demoni) sulle avventure dello studioso di simbologia Robert Langdon ha avuto un ulteriore boom di vendite in seguito all’uscita dell’omonimo film di Ron Howard nel 2006.

ARTE E CULTURA
3
HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE (HARRY POTTER AND THE PHILOSOPHER’S STONE)
4
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7 8
152 | Focus
OLTRE LA BIBBIA E IL CORANO, CI SONO ROMANZI CHE HANNO AVUTO GRANDISSIMO SUCCESSO... PUR SENZA PIACERE UN GRANCHÉ.

IL LEONE, LA STREGA E

(THE LION, THE WITCH AND THE WARDROBE)

ANNO: 1950

AUTORE: C.S. LEWIS

VENDITE: 85 MLN

Primo libro della saga fantasy Le Cronache di Narnia, narra le avventure di quattro giovani all’interno di un mondo fantastico. La notorietà è arrivata, però, solo nel 2005, dopo l’uscita del film.

Cosa sono le “consonanti click”?

Le consonanti click sono alcuni suoni caratteristici di certe lingue parlate nell’Africa M eridionale e O rientale (zona del Kalahari, Tanzania, Kenya, Zulu e c c.): questi suoni vengono articolati schioccando la lingua contro il palato o i denti, un po’ come quando si imita il rumore del trotto del cavallo o si desidera attirare l’attenzione di un gatto o, ancora, per intendere “no” oppure “ma per favore!” (“tsk-tsk”)

Punti esclamativi. Questi suoni non hanno alcuna somiglianza con le consonanti delle altre lingue per quanto riguarda il meccanismo di emissione, poiché vengono prodotti aspirando l’aria e creando un risucchio nella bocca invece che espelle rl a. Le consonanti click vengono trascritte usando simboli non alfabetici, come per esempio un punto esclamativo. Un documento sonoro che contiene diversi esempi di suoni click è The click song, un brano cantato da Miriam Makeba. A.C.

ANNO: 1887

AUTORE: H. RIDER HAGGARD

VENDITE: 83 MLN

Questo romanzo fantastico e d’avventura ha definito i canoni del cosiddetto “filone del mondo perduto”, ispirando la produzione letteraria e cinematografica del secolo seguente, da L’isola del tesoro a King Kong

LE AVVENTURE DI PINOCCHIO

ANNO: 1883

AUTORE: CARLO COLLODI

VENDITE: 80 MLN

C’è anche un po’ d’Italia nella classifica dei best seller di sempre. Secondo le più recenti stime, il capolavoro di Collodi occupa la 12a posizione, alle spalle di Vardi Wala Gunda dell’indiano Ved Prakash Sharma.

Quando è nato il primo museo pubblico in Italia?

Nel lontano III secolo a.C.! Dopo la conquista di Siracusa da parte dei Romani nel 212 a.C. (era in corso la S econda guerra punica), il console Claudio Marcello portò con sé a Roma tutte le opere d’arte sottratte alla città siceliota e le conservò in un monumento pubblico, il Tempio di Onore, poi trasformato in un “tempio doppio” dedicato alle divinità Hono r e Virtus. Il console volle che l’edificio rimanesse aperto alla libera frequentazione, in modo che tutte le persone interessate, stranieri compresi, potessero ammirare i capolavori in esso contenute. Marcello di fatto aveva creato il più antico museo pubblico della storia!

Tesori leggendari. Come racconta Cicerone nel De re publica, tra le innumerevoli ricchezze conservate nel tempio compariva anche la “sfera di Archimede”, un globo meccanico in grado di riprodurre il moto dei corpi celesti noti nel III secolo a.C. Per molto tempo si è ritenuto che questa macchina fosse una leggenda, ma dopo il ritrovamento del meccanismo di Anticitera gli studiosi si sono resi conto che nell’antichità era già possibile realizzare complessi ingranaggi a scopo scientifico. F.C.

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