Focus n.374 (dicembre 2023)

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SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO

ARMI HI-TECH LA GUERRA DEI DRONI SOFISTICATI E INTELLIGENTI

ESPERIMENTI ARANCIA DA LABORATORIO CON SUPERPOTERI NUTRIENTI

SIMULAZIONI COME SAREBBE LA TERRA SE SMETTESSE DI GIRARE NUMERO DOPPIO CON

DOMANDE&RISPOSTE

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21 NOVEMBRE 2023 DICEMBRE 2023 € 4,90 IN ITALIA

LO SPORT GIUSTO

ETÀ PER ETÀ

Come scegliere l’attività fisica adeguandola agli anni (ma anche alla propria indole)


374 DICEMBRE 2023

www.focus.it

Scoprire e capire il mondo PRISMA

8 Sangue blu 15 Ghiaccio in numeri 18 Prisma sonoro 20 Il segreto delle fusa 22 Facciamo spazio 24 Miss orso grasso 29 Rifiuti elettronici

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La scienza dei colori delle lucertole

dossier Salute 30 OGNI ETÀ HA IL SUO SPORT

Il corpo va tenuto in forma, ma le sue esigenze cambiano nel corso della vita. Ecco come adeguare il modo di allenarlo.

38 UN GIOCO DA RAGAZZI

Non dipende solo dall’età o dalla struttura fisica: la scelta dello sport migliore per un giovanissimo varia con la sua personalità.

44 ANCHE IL CIBO HA IL SUO PESO

Gli integratori non sono (quasi) mai necessari. Ecco invece quali sono le regole di alimentazione per uno sportivo.

MULTIMEDIA

48 SE LA TERRA SMETTESSE DI GIRARE astronomia

Non ci sarebbero più stagioni e le acque si sposterebbero verso i Poli. Sparirebbe anche il campo magnetico e naturalmente il giorno durerebbe un intero anno.

Scopri video, audio, timelapse e tanti altri contenuti.

54 SANTA PAZIENZA comportamento

Senza questa “virtù”, non potremmo perseguire nessuno dei nostri obiettivi nella vita. E non sarebbero possibili nemmeno gli scambi economici e sociali che avvengono nella quotidianità.

In copertina: Foto portante: AdobeStock; A sinistra dall’alto: Getty Images; AdobeStock; Getty Images.

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D&R Speciale 114 TECNOLOGIA 116 ANIMALI 120 SCIENZA 122 AMORE E SESSO 124 STORIA 128 TE LO DICE...

130 ECONOMIA 132 NATURA 134 SALUTE 138 SOCIETÀ 140 ARTE E CULTURA 142 CIBO

144 SPORT 148 UNIVERSO 150 PSICHE

60 PESO MASSIMO paleontologia

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In un deposito di fossili in Perù è emerso un cetaceo enorme: l’animale più pesante vissuto sulla Terra.

69 IL PADRONE DEI CIELI DI GUERRA tecnologia

Si chiama iHeart ed è il cuore simulato con equazioni e algoritmi

I velivoli senza pilota stanno assumendo un ruolo fondamentale nei conflitti. Ecco perché.

78 NATURA O PITTURA? scienza

Sembrano quadri astratti o mosaici, ma sono cellule e cristalli visti da (molto) vicino.

84 LA MATEMATICA DEL CUORE

100 L’AFFARE INTELLIGENZA ARTIFICIALE

90 LA SUPERARANCIA DA LABORATORIO

102 LA DIETA CONTRO LE MALATTIE

scienza

Sviluppato al Politecnico di Milano il primo modello numerico completo che permette di simulare il nostro organo più prezioso. biotecnologie

Oggi è possibile modificare il Dna delle piante imitando l’evoluzione naturale. È nato così un nuovo frutto, tutto italiano, più ricco di antiossidanti.

96 IL DNA ANTICO RISCRIVE LA STORIA intervista

Il confronto tra i geni delle popolazioni attuali e di quelle che le hanno precedute negli stessi territori sta facendo luce sulle migrazioni umane del passato.

4 | Focus

L’impatto che avrà sull’economia e sulla società è ancora difficile da comprendere con esattezza. Ecco i dati tra speranze di aumento di produttività e timori per possibili perdite di posti di lavoro. medicina

L’immunonutrizione è una nuova branca della medicina che studia i cibi che riescono a ridurre il livello di infiammazione e che quindi può suggerirci che cosa portare in tavola.

106 CHE VISIONI... iniziative

Al Focus Live è successo di tutto e di più.

Speciale auto

RUBRICHE

6 L’oblò 94 Tipi italiani 203 Academy 209 MyFocus 212 Cartellone 218 Giochi

cifrario economico

155 MOBILITÀ PULITA

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Tra 12 anni si venderanno solo auto a emissioni zero. E il motore elettrico è sempre più efficiente. Ecco le novità.


dossier

A

Gli integratori non sono (quasi) mai necessari. Ecco invece le regole di alimentazione per uno sportivo.

bbiamo scelto lo sport giusto, che ci appassiona e non ci annoia. Seguiamo un programma di allenamento su misura, rispettiamo i periodi di recupero adatti al carico di lavoro muscolare. Che cosa manca per essere sportivi doc? «Un’alimentazione che tenga conto dell’età e del tipo di attività fisica che pratichiamo», risponde Michelangelo Giampietro, coordinatore del gruppo di studio su alimentazione e sport della Società Italiana di Nutrizione Umana. Gli errori sulla tavola degli sportivi fai da te infatti sono tantissimi e spesso dipendono da falsi miti o convinzioni che di scientifico hanno poco o nulla. SUPPLEMENTI? NON COSÌ TANTI... Pensiamo all’innamoramento collettivo per le proteine: basta andare in qualsiasi supermercato per trovare cibi e bevande proteici di ogni tipo che oltre ad aiutare nelle diete dimagranti iperproteiche sarebbero, secondo i fautori, ideali per gli sportivi. Peccato non ci sia alcuna prova in merito: anche le linee guida delle più varie federazioni sportive indicano che pure gli atleti professionisti non hanno bisogno di tonnellate di proteine, al massimo si arriva a 2 grammi per chilo in chi

E PROTEIN VITAMINE

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di Elena Meli

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E

salute

ANCHE IL

CIBO HA IL SUO

PESO

FALSI MITI Si pensa che i supplementi proteici portino a un aumento della massa muscolare, ma con una buona alimentazione non servono.

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dossier

Chi è più pigro di tutti? Le donne anziane, stando a dati della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria: una over 65 su tre si muove meno dei 150 minuti a settimana raccomandati, una su cinque non fa esercizio neppure per 30 minuti a settimana. Fra loro è più diffusa l’idea di non essere “tipi sportivi”, il doppio rispetto a quanto accada negli uomini, e questo frena molte dall’impegnarsi nell’esercizio fisico, con una differenza fra i due sessi che aumenta con il passare degli anni. Nelle più anziane, poi, ci sono anche ostacoli pratici: molte si occupano di nipoti o altri familiari, metà di loro ha appena quattro ore di tempo libero a settimana, ovvero non più di 35 minuti al giorno per sé. «Pensare a programmi di esercizio fisico su misura per la terza e quarta età, ma anche a sostenere le donne più anziane perché possano avere tempo da dedicare a un’attività motoria, è un investimento fondamentale per la loro salute», dice Andrea Ungar, presidente della Società di Gerontologia e Geriatria. «Scegliere uno sport e praticarlo significa infatti allungarsi la vita: il Copenhagen City Heart Study danese, che ha seguito oltre 8.500 uomini e donne per 25 anni, ha dimostrato che giocare a tennis, per esempio, allunga la vita di poco meno di dieci anni, andare in bicicletta di quasi quattro, nuotare o correre di oltre tre. Si tratta di optare per l’attività più adatta a se stesse e a ogni età si può trovare quella giusta o declinare l’attività da praticare in base alle proprie caratteristiche e al grado di forma fisica».

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MEGLIO I CARBOIDRATI Le regole da seguire, a qualsiasi età e per qualsiasi sport, sono poche e semplici: bere in abbondanza per reintegrare i liquidi persi con il sudore, introdurre una quantità di calorie adeguata al reale dispendio energetico e prendere l’energia in più necessaria a sostenere gli sforzi soprattutto dai carboidrati, solo in parte dalle proteine. «Se di norma servono 2-4 grammi per chilo di peso di carboidrati, negli sportivi si sale fino a 6-10 grammi per chilo e in chi fa gare lunghe di resistenza si può arrivare a 12 grammi/chilo», segnala Giampietro. «I grassi, invece, aumentano solo nelle diete di chi fa sport estremamente impegnativi e consuma tantissima energia: chi fa l’ironman (un triathlon durissimo che prevede di nuotare quasi 4 km, andare in bici per 180 km e correre una maratona da 42 km, ndr) o gare di ultra-endurance dovrebbe passare la giornata a mangiare per recuperare l’energia spesa, se non aumentasse l’introito di grassi che rispetto agli altri nutrienti sono più densi di calorie e quindi danno tanta energia con una razione meno voluminosa». La maggioranza dei bambini, dei ragazzi e degli adulti che praticano sport a un livello normale perciò non ha bisogno di diete speciali o integratori, ma deve soltanto assicurarsi di seguire una dieta mediterranea varia ed equilibrata. Dal canto loro, gli atleti professionisti hanno in genere

Getty Images

I PREGIUDIZI DELLE DONNE OVER 65

La follia iperproteica è però solo uno dei tanti abbagli di chi fa sport: come spiega l’esperto, «uno degli errori più comuni è sopravvalutare il dispendio energetico correlato al movimento, magari fidandosi delle calorie consumate indicate sul display degli attrezzi della palestra o degli strumenti per il tracking, precisi per valutare la frequenza cardiaca, ma assai meno affidabili per il conteggio delle calorie spese. Un adulto che faccia attività fisica per due ore, tre o quattro volte a settimana, non ha esigenze molto diverse da quelle della popolazione generale e solo gli atleti d’élite, che si allenano cinque o sei giorni a settimana per ore, hanno specifiche necessità nutrizionali e mangiano razioni di cibo enormi per chiunque altro. Anche a bambini e ragazzi, in cui occorre tenere conto delle necessità energetiche aumentate per la fase di accrescimento e sviluppo, non ha senso dare merende pantagrueliche dopo aver fatto un’ora di sport».

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pratica sport di potenza o 1,8 grammi/chilo negli sport di resistenza, mentre la quantità per la popolazione generale è di 0,9 grammi/chilo. «Le proteine servono a riparare i muscoli dopo gli allenamenti e a costruire massa, ma se si segue una dieta corretta non servono integratori né cibi proteici», sintetizza Giampietro. «Nei supplementi non c’è nulla di più o meglio di ciò che si trova nei cibi: vanno usati solo come rimedio estremo, quando non si riesce ad arrivare al fabbisogno di certi nutrienti nonostante i cambiamenti della dieta o se proprio non si riescono a modificare le abitudini. Inoltre negli alimenti veri, che costano pure di meno, i nutrienti sono più efficaci: al posto di una barretta proteica è meglio mangiare pane e bresaola, i gel di maltodestrine che vanno forte fra gli sportivi possono essere sostituiti dal miele».

MEDITERRANEA Un piatto leggero, con proteine ma soprattutto ricco di verdure e un po’ di carboidrati è la scelta migliore in quasi tutti i casi.


salute

Soltanto chi fa allenamenti molto intensi ha esigenze nutrizionali particolari

nutrizionisti che li seguono per le loro specifiche necessità; le esigenze cambiano, però, quando a fare movimento è un anziano. «In questo caso il fabbisogno energetico è un po’ maggiore rispetto a quanto si credeva in passato e soprattutto deve crescere l’apporto proteico», puntualizza l’esperto. «Con l’età diminuiscono efficienza e velocità di sintesi delle proteine muscolari, perciò negli anziani, anche a prescindere dall’attività fisica svolta, l’introito proteico deve aumentare da 0,9 a 1,2 grammi per chilo, quanto serve a un atleta adulto. In particolare, per favorire la sintesi delle proteine servono soprattutto gli aminoacidi ramificati come la leucina (gli aminoacidi sono i “mattoni” che costituiscono le proteine e di leucina sono ricchi cibi animali come latte, carne e pesce o anche soia e mandorle, ndr); inoltre, gli anziani che fanno movimento devono bere di più, perché la loro termoregolazione è meno efficiente e avvertono più tardi il senso di sete. Necessario anche assicurarsi di avere un buon apporto di calcio e vitamina D, per prevenire la perdita di massa ossea associata all’invecchiamento. Qualche attenzione in più, infine, è opportuna anche per le donne sportive in età fertile, nelle quali occorre fare attenzione all’apporto di ferro». AL FEMMINILE Lo ha evidenziato uno studio recente della Cleveland Clinic statunitense: fino al 35 per cento

delle sportive va incontro a una carenza di ferro e la percentuale sale fino al 52 per cento nelle atlete adolescenti, perché in chi si allena tanto o pratica sport di resistenza come corsa o ciclismo lo sforzo fisico aumenta l’infiammazione e con questa la produzione di epcidina, un ormone che impedisce la corretta assimilazione del ferro nelle ore successive. Le sportive che si allenano diversi giorni a settimana hanno più difficoltà di assorbimento, inoltre i microtraumi, la maggiore motilità intestinale e la maggiore sudorazione indotte dal­l’esercizio contribuiscono a far perdere più ferro aumentando la probabilità di anemia, stanchezza, difficoltà a recuperare dagli sforzi e mancanza di energia, con un calo anche nella potenza e nella forza muscolare. «Oggi poi c’è la tendenza a seguire diete dimagranti per essere leggeri e avere prestazioni migliori dovendo portare meno peso, diffusa al femminile ma anche fra gli sportivi maschi», aggiunge Giampietro. «Il deficit energetico e di nutrienti arriva a provocare la perdita del ciclo mestruale nelle donne, ma anche disturbi alimentari, alterazioni ormonali e osteoporosi con fratture da stress in entrambi i sessi. È pericoloso quindi “giocare” con l’alimentazione inseguendo la performance: meglio essere sportivi sani con un chilo in più che avere carenze nutrizionali per ottenere un corpo senza un filo di grasso», conclude l’esperto.

IDRATARSI Recuperare l’acqua e i sali persi è la scelta migliore per uno sportivo. Ma non bisogna ridurre troppo le calorie ingerite.

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biotecnologie

La

super

Oggi è possibile modificare il Dna delle piante imitando l’evoluzione naturale. È nato così un nuovo frutto, tutto italiano, più ricco di antiossidanti.

da

C

di Alex Saragosa

ome sa chiunque si sia addormentato sulla spiaggia sotto il solleone, la luce del Sole può essere distruttiva. Le piante, che per vivere devono stare sotto quella luce, producono sostanze colorate protettive e antiossidanti, che assorbono la luce in eccesso e intercettano i radicali liberi. Di questi scudi molecolari, fra i più salutari per noi ci sono le antocianine, pigmenti blu-viola-rossi che tingono i mirtilli o la polpa delle arance rosse e ci proteggono da molte malattie croniche, e i carotenoidi come il licopene, responsabile del rosso del pomodoro, che aggiunge alle proprietà antiossidanti una specifica azione antitumorale, inibendo diverse vie attraverso cui si formano i tumori. DUE PICCIONI CON UN’ARANCIA «Purtroppo in natura sono rari i frutti che contengano grandi quantità sia di antocianine sia di licopene», dice Concetta Licciardello, genetista agraria del Consiglio per la ricerca in agricoltura, il Crea, il più importante ente di ricerca italiano sulle varietà coltivabili. «Ed è per questo che abbiamo pensato di rea90 | Focus

lizzare un tipo di agrume che esprimesse entrambe le sostanze». Per giungere a questo risultato, i ricercatori della sezione agrumi del Crea di Acireale (in provincia di Catania) hanno seguito due strade. La prima è stata inserire il gene delle antocianine presente nelle arance rosse nel Dna di agrumi che producessero già licopene, come il pompelmo rosa. «Nelle arance le antocianine derivano dall’azione del gene Ruby, scoperto da noi e da colleghi inglesi alcuni anni fa. Ma per attivarsi questo gene deve avere a fianco un pezzetto di Dna, di antica origine virale, chiamato promotore Ltr», dice Licciardello. Così, con un’opera di taglia e cuci, i ricercatori hanno prelevato dal Dna delle arance rosse sia Ruby sia il promotore Ltr e


arancia laboratorio

AGRUME POTENZIATO In futuro le piante produrranno arance contenenti sia antocianine sia licopene. Queste sostanze sono utili nella prevenzione delle malattie croniche.

li hanno inseriti in un plasmide (ovvero, un anello di Dna), introdotto poi nel genoma di agrumi che già producono licopene, come il pompelmo rosa. In questo modo i ricercatori sperano di ottenere un “superfrutto” ricchissimo di antiossidanti. «Il problema è che con questa tecnica, chiamata cisgenesi (uno spostamento di geni fra specie che possono incrociarsi in natura, ndr), non saremo sicuri del risultato fino a quando le piantine ottenute non daranno dei frutti, cioè fra 5-6 anni. Non si può infatti controllare in quale punto del genoma del pompelmo vada a posizionarsi il nuovo gene: potrebbe finire dove non verrà mai attivato, oppure danneggiare altre caratteristiche della pianta», spiega Licciardello. «Per questo abbiamo pensato a un secondo

MODIFICA MIRATA L’obiettivo è giustificato dal fatto che nelle arance esiste già il gene che permette la sintesi di licopene. Tuttavia, una volta prodotta, la molecola è convertita in beta-carotene dall’azione di un secondo gene, quello della betaciclasi, che andava quindi disattivato. «La tecnica di manipolazione genetica Crispr-Cas9 permette di attivare o disattivare geni con grande precisione», riprende la ricercatrice. «E noi l’abbiamo applicata per bloccare quello della betaciclasi in cellule di arancia rossa. Da queste cellule abbiamo poi ricavato delle piantine». Anche in questo caso per una spremuta di arance rosse al licopene toccherà aspettare qualche anno: è l’inevitabile attesa a cui si deve far fronte quando si lavora con gli alberi da frutto, ma almeno, stavolta, i ricercatori sono già certi del risultato. «Analizzando il Dna delle piantine, abbiamo constatato che il gene per la betaciclasi è in effetti bloccato e quindi, quando la pianta produrrà frutti, non potrà trasformare il licopene in Focus | 91

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approccio più diretto. Ovvero: far produrre licopene direttamente alle arance rosse».


Shutterstock / Danijela Maksimovic

IL ROSSO CHE FA BENE Alcuni prodotti naturali ricchi di antocianine oppure di licopene. Ma la frutta che contenga grandi quantità di entrambe le sostanze è rara e per questo i ricercatori del Crea hanno deciso di crearla in laboratorio.

betacarotene, e l’antiossidante resterà nella polpa, rendendola probabilmente ancora più rossa», spiega Licciardello. LA STRADA IMPOSSIBILE Ma perché non innestare i rami delle piantine direttamente in alberi adulti, così da accorciare il tempo a un paio di anni? «Purtroppo non è possibile perché, in base alle leggi europee, le piantine modificate geneticamente devono restare al chiuso. E questo vale anche se vengono trasferiti geni fra piante che potrebbero incrociarsi anche in natura (come nella prima serie di esperimenti, ndr), o se c’è stata solo l’inattivazione di un gene già presente nel Dna dell’arancia (come nella seconda serie di esperimenti, ndr), cosa che può accadere anche per una mutazione casuale», continua la ricercatrice. In altre parole, i ricercatori avrebbero potuto ottenere gli stessi risultati incrociando varietà esistenti o sottoponendo le piante a radiazioni o sostanze chimiche, per accelerare le mutazioni. «Solo che avremmo dovuto provare per decenni, e senza essere mai sicuri di ottenere quello che volevamo, perché incroci e mutazioni possono dare alla pianta sia le caratteristiche cercate, sia altre indesiderate», dice Licciardello. Le stesse arance rosse di Sicilia sono del resto frutto di incro-

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L’ok alla coltivazione e alla messa in commercio potrebbe arrivare dal Parlamento europeo già nei prossimi mesi 3

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bit24 - stock.adobe.com

CHE COSA DICE LA LEGGE

ci casuali fra agrumi, che portarono alla presenza contemporanea di Ruby ed Ltr in un arancio biondo, rendendo la polpa dei suoi frutti rossa e ricca di antocianine: un colpo di fortuna subito notato e diffuso dai coltivatori. IN ATTESA DEL VIA LIBERA Ma nonostante i ricercatori abbiano imitato quei meccanismi naturali, usando tecniche moderne più mirate e veloci degli antichi incroci, la legge europea non dà ancora il via libera alla superarancia. Attualmente, infatti, l’agrume è considerato al pari degli Ogm tradizionali (vietati in Europa, vedi riquadro), che tuttavia vengono ottenuti con tecniche che prevedono manipolazioni genetiche imrpbabili in natura, come l’inserimento di geni provenienti da specie che non potrebbero incrociarsi fra loro (per esempio, il gene che rende la soia Roundup Ready resistente all’erbicida glifosato proviene da un batterio). Ma, conclude Licciardello, «queste proibizioni non valgono in tutto il mondo e se un’azienda israeliana o statunitense avesse avuto la nostra stessa idea, potrebbe arrivare sul mercato prima di noi, non dovendo attendere che la politica dia il via libera alla coltivazione in campo».

Il Parlamento europeo ha recentemente ricevuto dalla Commissione la proposta di modifica della norma del 2001 che blocca la coltivazione di ogni tipo di Ogm in Europa. La Commissione propone infatti di ammettere le piante che, come la superarancia, siano state ottenute con tecniche di “evoluzione assistita” (le cosiddette Tea). All’interno delle Tea si distinguono due categorie, che tuttavia al momento non sono ancora definite nei dettagli: la prima dovrebbe comprendere le modifiche genetiche semplici (probabilmente quelle che imitano le mutazioni naturali operando all’interno del Dna della pianta); la seconda dovrebbe invece riguardare modifiche genetiche più complesse (probabilmente quelle che implicano il trasferimento di geni fra piante che in natura possono incrociarsi, formando ibridi). Le modifiche del primo tipo saranno segnalate solo sulle confezioni dei semi e non sui prodotti finali; quelle del secondo tipo richiederanno invece anche un avviso sul prodotto destinato al consumatore. Al momento però non si sa ancora se questa proposta verrà discussa e votata dal Parlamento europeo prima o dopo le elezioni europee del giugno 2024. «Le Tea sono tecniche che imitando la natura, senza trasferire geni fra specie diverse, danno rapidamente e con precisione i risultati voluti», spiega Luigi Cattivelli, genetista vegetale e direttore del Crea. «Nel mondo si usano già per creare tante nuove varietà agricole commerciali, mentre in Europa si è in attesa della modifica della legge. Ne sanno qualcosa anche i colleghi spagnoli che hanno pronto un frumento adatto per i celiaci». Al Crea, oltre alla superarancia, hanno realizzato con le Tea anche una melanzana senza semi, oltre a meli, viti e pomodori resistenti a malattie che oggi richiedono l’uso di pesticidi. Anche se la proposta della Commissione dovesse passare, resterà comunque vietata la coltivazione di Ogm ottenuti con il trasferimento di geni fra specie che in natura non possono incrociarsi (ci sono però piccole coltivazioni di vecchi Ogm, per esempio in Spagna e Polonia, autorizzate a livello nazionale). In altri Paesi extra Ue, come gli Usa, invece non ci sono preclusioni per gli Ogm in quanto tali (e neppure si prevede che i consumatori siano informati della loro presenza), ma la procedura per provare la sicurezza di questi prodotti è molto lunga e costosa.

Le piantine modificate, coltivate nei laboratori del Crea.

PICCOLE GEMME CRESCONO Una volta che il Dna è stato modificato (1), le cellule si moltiplicano (2) e, raggiunte le dimensioni adeguate (3), le gemme sono piantate nel terreno (4). Le piantine dovranno crescere per alcuni anni prima di dare frutti, ma gli esami sul Dna hanno già confermato che l’esperimento è riuscito.

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Domande Risposte

LA SCIENZA IN PILLOLE

INSERTO SPECIALE !

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È POSSIBILE IPNOTIZZARE GLI ANIMALI?

LE DOMANDE DEI LETTORI Chi ci somiglia molto ha il nostro stesso patrimonio genetico?

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SOCIETÀ CHI SONO I PIÙ STRESSATI D’EUROPA? AMORE E SESSO CHI TRADISCE SI SENTE IN COLPA?

SCIENZA CHE COS’È IL “PARADOSSO DELLA COSTA”?

ECONOMIA DFGJYD QUALE FU IL PRIMO ILSUDFKGYSD ACQUISTO IN BITCOIN? DSFGIU SDFGYHDS?

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CIBO COSA PUÒ SUCCEDERE SE SI CHIEDE UNA RICETTA ALL’AI?

TE LO DICE MASSIMO AdobeStock (2)

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Scrivete a: focusdr@mondadori.it

LA RUBRICA DI MASSIMO CANNOLETTA, IL CAMPIONE DEI QUIZ TV

SALUTE COSA SUCCEDE AL CERVELLO SOTTO ANESTESIA? INDICE PAGINE TECNOLOGIA 114 • ANIMALI 116 • SCIENZA 120 • AMORE E SESSO 122 • STORIA 124 • TE LO DICE MASSIMO 128 • ECONOMIA 130 • NATURA 132 • SALUTE 134 • SOCIETÀ 138 • ARTE E CULTURA 140 • CIBO 142 • SPORT 144 • UNIVERSO 148 • PSICHE 150


TECNOLOGIA LILLIPUT Le dimensioni di Peekytoe confrontate con quelle della cruna di un ago.

QUANT’È PICCOLO IL ROBOT TELECOMANDATO PIÙ PICCOLO DEL MONDO? È UN MINUSCOLO “GRANCHIETTO”, LARGO MENO DI UN MILLIMETRO: SI MUOVE GRAZIE AL CALORE DI UN RAGGIO LASER E FORSE UN GIORNO CAMMINERÀ DENTRO DI NOI.

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largo appena mezzo millimetro, al punto che per apprezzarne le caratteristiche morfologiche (appare come un minuscolo granchietto) occorre servirsi di una lente d’ingrandimento. Peekytoe – questo è il nome scelto dai ricercatori della Northwestern University (Usa) che l’hanno progettato – si muove senza l’ausilio di hardware, idraulica o elettricità, ma sfruttando un sistema cosiddetto “a memoria di forma”. FUNZIONAMENTO E UTILITÀ. La locomozione del robot avviene quando viene riscaldato da un raggio laser, grazie al raggiungimento di una serie di posizioni preimpostate. Con l’aumento del calore, infatti, gli arti si deformano, mentre raffreddandosi un sottile rivestimento di vetro li riporta alla forma iniziale. Il tutto avviene più volte al secondo, producendo il movimento. In questo modo, a seconda degli impulsi, Peekytoe può gattonare, ruotare, camminare, girare e persino saltare, ma l’obiettivo è che possa in futuro essere in grado di eseguire compiti complessi in spazi ristretti, incluso l’interno del corpo umano. Simone Valtieri

Cosa c’entra una piscina con un data center? I l calore generato da un piccolo data center riscalda l’acqua di una piscina. È il sistema sviluppato dalla startup Deep Green, che permette a una piscina pubblica del Leisure Centre di Exmouth, nella regione inglese del Devon, di abbattere le spese per la fornitura energetica. I data center producono infatti un’enorme quantità di calore di scarto, che generalmente viene rilasciato nell’atmosfera. I ricercatori hanno quindi progettato un sistema per recuperare quell’energia, altrimenti sprecata: la superficie esterna del data center, grande quanto una

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lavatrice, è circondata da olio minerale che cattura il calore generato dalla macchina, per poi pomparlo in uno scambiatore di calore. Risparmi. Il dispositivo può così aumentare la temperatura dell’acqua nella piscina fino a 30° per il 60% del tempo. Secondo i calcoli dell’azienda che gestisce il centro sportivo, l’unità Deep Green può assicurare risparmi sulle bollette fino a 30 mila sterline l’anno, pari a più di 34.500 euro, riducendo di 25,8 tonnellate le emissioni di carbonio. R.M.


ANIMALI

È POSSIBILE IPNOTIZZARE GLI ANIMALI?

IN UN MODO DIVERSO DA COME AVVIENE PER GLI UMANI, MA ANCHE LORO POSSONO ESSERE INDOTTI A UNO STATO DI MASSIMO RELAX.

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ì, vari test hanno suggerito come negli animali possa essere indotta una specie di “ipnosi”, ma con modi e risultati non paragonabili a quanto avviene con le persone. Gli animali possono infatti essere indotti a entrare in uno stato di “super-rilassamento” (o, viceversa, di estrema tensione), tale da inibirne temporaneamente l’attività motoria. CATALESSI. Gli scienziati hanno verificato come questo fenomeno neuro-fisiologico sia facilmente inducibile nelle rane (per condurle a una sorta di catalessi, basta accarez-

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zar loro la pancia dopo averle sdraiate sulla schiena), ma gli studi, ancora in fase sperimentale, hanno riguardato anche cani, cavalli, conigli, galline, gatti, orsi e altri animali, “ipnotizzati” con particolari sollecitazioni fisiche e con stimoli sonori e visivi. Tutto ciò, naturalmente, non è finalizzato alla psicoterapia, come nelle persone, ma a conoscere meglio i nostri amici animali e a migliorare la comunicazione con loro in contesti critici (magari prima di una visita o di una cattura a scopi veterinari). Matteo Liberti

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A ME GLI OCCHI! Ipnotizzare Fido può essere una buona idea quando lo si porta dal veterinario.


Ai moscerini piacciono le giostre? Q ualche mese fa arrivò l’incredibile notizia che ai calabroni piace giocare a palla: questi imenotteri, scegliendo se passare fra palline fisse o mobili, preferivano le seconde, perché potevano rotolare con loro. Come dire che anche gli insetti provano piacere a fare cose inutili alla sopravvivenza. Ora arriva una conferma con il moscerino della frutta, o drosofila. Personalità. Tilman Triphan dell’Università di Lipsia ha creato vari spazi identici per le drosofile, metà dei quali comprendevano una giostra ruotante, mentre gli altri avevano la stessa giostra, ma immobile. «Inserendo un moscerino alla volta per 4 giorni negli spazi ci siamo accorti che alcune drosofile amavano montare sulla giostra mobile e farsi portare in giro per lunghi periodi, fino anche a 5 minuti», ha spiegato Triphan su BioRxiv. «E le più entusiaste ripetevano l’esperienza più e più volte». Insomma, anche i moscerini sembrano amare il gioco e mostrano pure personalità individuali: alcune più audaci, altre più timorose. A.S.

are di sì. Molti animali, cani, gatti, ma anche oranghi, piccioni o cavalli, riconoscono le nostre emozioni. Finora questa capacità era stata indagata su emozioni piuttosto facili da riconoscere, come la rabbia o la gioia. Plotine Jardat, dell’Università di Tours (F), ha deciso di verificare la capacità dei cavalli di capire anche un’emozione meno facile da decifrare come la tristezza, unendo due elementi: espressione facciale e voce. Facce e voci. «Abbiamo messo in una stalla due schermi, in uno una persona mostrava una faccia felice, nell’altro la stessa persona mostrava tristezza. A volte alle due espressioni veniva associata una voce dal tono giusto per l’emozione espressa, altre la voce era sbagliata, cioè triste con faccia allegra, o viceversa», ha spiegato Jardat su Animal Cognition. I cavalli fissavano più a lungo le immagini con la voce sbagliata, evidentemente perplessi. Sanno quindi associare tono ed espressioni legate alle emozioni e riconoscono la tristezza. Ma, quando la voce era giusta, fissavano più a lungo il volto allegro e il loro battito cardiaco accelerava di più, il che indica che ai cavalli piacciamo allegri. Forse perché, quando lo siamo, spesso per loro è in arrivo una carota. A.S.

View ORCID ProfileTilman Triphan, View ORCID ProfileWolf Huetteroth

Perché alcune capre svengono se in pericolo? S

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I cavalli ci preferiscono felici?

i tratta di un meccanismo che accade alla cosiddetta capra del Tennessee (detta anche “capra gamba di legno”), derivante da un fenomeno muscolare noto come miotonia congenita. La caratteristica di questa razza di capra è in realtà un problema del sistema neuromuscolare che causa, in presenza di situazioni che spaventano l’animale, un involontario irrigidimento dei muscoli e il successivo ritardo nel rilassamento degli stessi. Difesa poco efficace. Nella cultura popolare si crede che tali capre si fingano morte davanti al pericolo per salvarsi la vita. In realtà quello che si innesca non si può affatto definire come un meccanismo di difesa. Quando è colta da paralisi momentanea, infatti, la bestiola perde l’equilibrio, cade e per alcuni secondi è impossibilitata a muoversi, divenendo così molto più vulnerabile. Dopodiché riacquista le sue funzioni e – soltanto se ancora in tempo – può scappare dal predatore. Questo disturbo non riguarderebbe tuttavia solo le capre, essendo stato riscontrato anche in alcuni cani di razza spaniel. S.V.

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ECONOMIA

Shutterstock / JuYochi

IL CLIMA INFLUENZA LA PRODUTTIVITÀ ECONOMICA? UNA TEMPERATURA MITE FAVORISCE L’AGRICOLTURA MA NON SOLO QUELLA: IL TROPPO CALDO (O FREDDO) FA CALARE LA PRODUTTIVITÀ E A CASCATA TUTTO QUANTO.

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ì, e tanto. Secondo un noto studio della Stanford University (su Nature nel 2015), il contesto migliore, per lavorare e produrre, si ha con un clima mite e una temperatura media di 13 gradi (in generale, il range ideale va da 0° a 25°). Tali condizioni, confermano le statistiche, oltre a favorire le attività agricole e industriali aiutano a

preservare le infrastrutture e a garantire il trasporto delle merci e il buon funzionamento dei servizi. Se la temperatura media sale troppo, la produttività tende invece a diminuire (come successo in Italia nel 2023, tra gli anni più caldi degli ultimi secoli), e tale diminuzione investe prima l’agricoltura e poi, a cascata, ogni settore, fino al mercato immobiliare.

PROIEZIONI INQUIETANTI. La produttività va in crisi anche con un clima ostico o in caso di disastri naturali; ma oggi, a causa del surriscaldamento globale, a far paura sono proprio le temperature elevate, che rischiano di danneggiare le economie di tutto il mondo e di accrescere il divario tra nazioni ricche e povere. Matteo Liberti

Adobestock (2)

Quale fu il primo acquisto in bitcoin? D ue pizze. La moneta digitale attualmente più diffusa al mondo fu inventata il 3 gennaio 2009, ma la prima transazione registrata per condurre un acquisto con valuta virtuale nel mondo reale è datata quasi un anno e mezzo dopo. Fu il 22 maggio 2010, infatti, che tale Laszlo Hanyecz, utente del forum bitcointalk.org, scelse di usare la moneta digitale per saldare il debito che aveva con un altro utente del forum, dopo

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che questi gli aveva fatto recapitare a casa le gustose pietanze. Una pizza cara. Hanyecz sborsò ben 10.000 bitcoin per il suo acquisto, una quantità che oggi farebbe strabuzzare gli occhi a chiunque ne sappia un minimo di criptovalute, ma che all’epoca corrispondeva ad appena 25 dollari statunitensi. In effetti, da metà marzo 2023 in poi il valore di un singolo bitcoin si è sempre mantenuto al di sopra dei 26mila dollari, il che significa che se il buon Hanyecz non avesse comprato quelle pizze e si fosse tenuto la corrispondente valuta da parte, oggi avrebbe potuto scambiarla per circa 260 milioni di dollari. S.V.


In ufficio ci vuole silenzio? S Mondadori Portfolio/Zuma Press

ì, ma non troppo. Se infatti un ufficio eccessivamente rumoroso può causare stress, anche un ambiente di lavoro troppo silenzioso influisce negativamente sul benessere e sulla produttività delle persone. Lo spiega uno studio dell’Università dell’Arizona a Tucson, negli Stati Uniti, secondo cui per sentirci a nostro agio in ufficio abbiamo bisogno di un certo livello di rumore intorno a noi. Il giusto. I ricercatori hanno fatto indossare per alcuni giorni due dispositivi a 231 dipendenti della General Services Administration, un’agenzia statunitense che fornisce prodotti e servizi per gli organi del governo. Mentre uno dei congegni monitorava i livelli sonori nell’ambiente di lavoro, l’altro valutava i livelli di stress e rilassamento dei partecipanti attraverso le variazioni del battito cardiaco. Incrociando i dati, i ricercatori hanno quindi rilevato che in un ambiente rumoroso lo stress delle persone aumentava di pari passo all’aumentare dei suoni. Ma anche al di sotto dei 50 decibel, un livello di rumore spesso indicato come quello prodotto da una pioggia leggera, le persone si sentivano a disagio, e il loro benessere migliorava progressivamente quando cresceva il rumore. R.M.

Quanto è stato pagato il libro più caro del mondo? B

Mangostar - stock.adobe.com

en 38,1 milioni di dollari (35,2 milioni di euro): si tratta del cosiddetto Codex Sassoon, la più antica bibbia ebraica esistente, in versione quasi completa, risalente alla fine del IX secolo e venduta dalla casa d’aste Sotheby’s nel maggio del 2023. Ad acquistarla è stato Alfred Moses, un avvocato statunitense che ha scelto di donare il prezioso libro all’Anu Museum di Tel Aviv, in Israele. Il record precedente apparteneva al Codice Leicester, un diario di Leonardo da Vinci realizzato tra 1506 e 1510 e acquistato nel 1994 per 30,8 milioni di dollari da Bill Gates, fondatore della Microsoft. L’inflazione, in realtà, premierebbe ancora il Codice Vinciano, visto che quella cifra corrisponderebbe a circa 65 milioni di dollari attuali. Per i bambini. Il fumetto più caro del mondo, invece, è il numero 15 di Amazing Fantasy della Marvel, pubblicato il 15 agosto 1962 e battuto all’asta per 3,6 milioni di dollari nel 2021. Il motivo? È il primo albo in cui appare il personaggio di Spider Man. S.V.

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Qual è la banconota più grande al mondo? E la più piccola?

l primato assoluto spetta a una curiosa serie di banconote da 100.000 “piso” filippini risalente al 1998 (nella foto). Emessa in un migliaio di copie in tutto, questa banconota misura la bellezza di 35,56 centimetri sul lato lungo e di 21,6 centimetri su quello corto, ossia quanto una piccola tovaglia. Per rendere meglio l’idea, basti pensare che il biglietto più grande che abbiamo tra gli euro, quello da 500, misura in lunghezza meno della metà, ossia 16 × 8,2 centimetri. In miniatura. All’estremo opposto è invece da segnalare una minuscola banconota da 10 “bani” rumeni che fu data alle stampe nel 1917, durante la Prima guerra mondiale (quindi in epoca di ristrettezze economiche). Tale cartamoneta, poco più grande di un francobollo, risulta la più piccola mai utilizzata, misurando solamente 3,8 x 2,75 centimetri (al confronto i nostri 5 euro, con i loro 12 × 6,2 cm, paiono dei lenzuoli). M.L.

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