Focus n.354 - aprile 2022

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SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO 354

1992 - 2022 TRENT’ANNI DI FOCUS GUARDANDO AVANTI

NUMERO DOPPIO CON

IN QUESTO NUMERO. PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEGLI AEREI (E DEL RIVALE TRENO)

DOMANDE&RISPOSTE

Mensile: AUT 10,00 € / BE 9,60 € / F 9,00 € / D 11,70 € / LUX 9,40 € / Côte d’Azur 9,10 € / PTE CONT. 8,70 € / E 8,70 € / CH 10,90 Chf / CH CT 10,70 Chf / USA $ 13,80. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 / Verona CMP

22 MARZO 2022 APRILE 2022 € 4,90 IN ITALIA

O S R E V A T E M ondi m i e d rlare o entrare a p n a r g m Si fa uenli in cui potretro alter ego.l, parall e con un nosn gioco socia e uscir è soltanto u Tutta digitale Ma noan rivoluzione. è un

JURASSIC NEWS ULTIME NOTIZIE DALLA PREISTORIA

NEONATI NON RAGIONANO, MA CAPISCONO

ECOSISTEMI LE GRANDI FORESTE E I LORO EQUILIBRI


354 APRILE 2022

www.focus.it

Scoprire e capire il mondo PRISMA

8 Caos marziano 11 L’albero genealogico umano 13 Le uova in numeri 15 Le difese ti fanno bello 16 Facciamo spazio 25 Catene montuose giganti 26 Il ghiaccio è spar(t)ito

I numeri più curiosi sulle uova

13

10

I cani mantengono giovani

dossier Metaversi & OUT TUTTI I MONDI PARALLELI 30 IN DA CUI ENTRARE E USCIRE

La fantascienza e il cinema lo hanno immaginato già da tempo, ma ora il metaverso è una realtà in cui incontrarsi, viaggiare, comprare.

36 DA PLATONE A SECOND LIFE

I metaversi accompagnano la storia dell’uomo da secoli. Ma è solo grazie alla tecnologia che riusciamo ad abitarli.

38 E SE CI ANDASSE DI TRAVERSO?

Rischi e pericoli della vita online vengono studiati da decenni. Con poche certezze e molte ansie, spesso ingiustificate.

40 IL RICAMO DELLA FORESTA natura

MULTIMEDIA

Dove tutto (vegetali, animali e funghi) è interconnesso.

44 E TERRA FU evoluzione

Il racconto di come si è trasformato il nostro pianeta nel libro del paleontologo Henry Gee.

Scopri video, audio, timelapse e tanti altri contenuti.

50 IMPARARE A STARE AL MONDO psicologia

Come i neonati (in tempi record) imparano la realtà.

54 STAR TRACK iniziative

Focus è entrato al Politecnico di Milano per scegliere i progetti più interessanti del corso di design spaziale.

In copertina: Foto portante: Shutterstock; Sotto da sinistra: Getty Images; Shutterstock; Shutterstock.

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Pagine animate Animazioni, video, audio... Potete fruire di tanti contenuti aggiuntivi grazie ai QR Code, nelle pagine dove troverete l’icona Focus+. Basta inquadrare il QR Code con la fotocamera attiva (se si usa un iPhone o un iPad), oppure usando Google Lens o una qualsiasi app per la scansione di QR Code (se si ha uno smartphone o un tablet Android). Se invece siete al computer, andate alla pagina del nostro sito, all’indirizzo web segnalato. Focus | 3


D&R Speciale 128 ANIMALI 132 TECNOLOGIA 134 SCIENZA 136 AMORE E SESSO 138 STORIA 142 TE LO DICE...

144 NATURA 146 ECONOMIA 148 SALUTE 152 SOCIETÀ 154 ARTE E CULTURA 156 CIBO

158 SPORT 160 UNIVERSO 162 PSICHE

60 L’APRIPISTA

92 TAZZA IDEA

62 SE LA LUCE RALLENTASSE...

96 LA PRIMAVERA VIEN MANGIANDO

68 L’ENIGMA DEL DIAMANTE NERO

98 JURASSIC NEWS

medicina

Le cure mediche (e la tenuta psicologica) che hanno consentito l’impresa di Sofia Goggia alle Olimpiadi. scienza

Innanzitutto cambierebbe la nostra percezione dei colori, ma anche dello spazio e del tempo. geologia

Battuta per circa 3,7 milioni di euro, questa rara gemma ha fatto discutere. Che cosa c’è da sapere.

società

Un terzo della popolazione non ha servizi igienici adeguati, ecco alcune soluzioni innovative. il gusto del sapere

In ogni stagione bisognerebbe consumare i cibi più adatti. Quelli primaverili sono... paleontologia

Ultime notizie dalla preistoria: tra le novità, predatori con denti di ricambio ed erbivori a branchi.

74 CHE GOGNA LA VERGOGNA

106 IL CIELO IN UNA STAMPA

81 LA SFIDA HI TECH DEI TRASPORTI

112 IL BILANCIO FAMILIARE

comportamento

Si tratta di una emozione sociale, visto che ognuno di noi vive sotto lo sguardo altrui. focus next30/ieri, oggi, domani

Trent’anni fa si prevedevano aerei sempre più grandi, ma non è andata così. Ecco le ragioni.

RIVALE SENZA ALI CORRE SUI 88 ILBINARI treni oggi e domani

Nelle tratte medie, la concorrenza agli aerei è arrivata anche dai treni, sempre più tecnologici.

RUBRICHE

6 L’oblò 72 Tipi italiani 165 Academy 171 MyFocus 177 Cartellone 183 Giochi 4 | Focus

tecnologia

Oggi le stampanti 3D possono costruire un edificio in poco tempo, la tecnologia ha ancora alcuni limiti ma la rivoluzione è già iniziata. professionefinanza per focus/1

Una miniguida a puntate per poter amministrare bene entrate e uscite finanziarie.

116 C’ERA UNA GROTTA natura

Antri, passaggi e splendide formazioni calcaree viste da un fotografo-speleologo.

72

Vita (soprattutto notturna) del tasso nostrano

Ci trovi anche su:


comportamento

Dal punto di vista evoluzionistico, discende dal disgusto ma, al contrario di esso, è una emozione sociale dato che ognuno di noi vive sotto lo sguardo (e il giudizio) altrui.

Shutterstock/alphaspirit.it

di Raffaella Procenzano

CHE GOGNA LA 74 | Focus

VERGO


SENTIMENTO CHE TRASPARE Chi si vergogna vorrebbe solo scomparire. Ecco perché china il capo, chiude le spalle ed evita lo sguardo altrui.

U

na sensazione che tutti conosciamo bene: quella di volersi sotterrare, di scomparire all’istante. Ma anche il dolore di aver deluso qualcuno, o di deluderlo quando saprà ciò che abbiamo fatto. Fino ad arrivare al timore di non potersi più guardare allo specchio perché la propria immagine diventa insopportabile visto che non risponde più alle aspettative (proprie e altrui). DIVERSA DA IMBARAZZO E COLPA La vergogna è l’emozione sociale per eccellenza: la proviamo proprio perché i nostri comportamenti, ciò che diciamo e perfino i nostri pensieri vengono inevitabilmente giudicati. E il giudice può essere reale ma anche solo immaginato: del resto si evita di compiere un’azione “illecita” anche se nessuno in quel momento ci sta guardando e, magari senza rendercene conto, ci chiediamo: “se sapessero… che cosa penserebbero di me?”. Sarebbe proprio questa la sua funzione sociale: impedirci di infrangere le regole. Non va però confusa con l’imbarazzo, ma soprattutto con il senso di colpa. L’imbarazzo può essere suscitato anche dal semplice esporsi allo sguardo degli altri (per esempio parlare in pubblico) senza aver trasgredito nulla. Oppure la violazione delle norme sociali è poco importante e non intenzionale, come quando ci si strappa per caso il vestito o si fa una gaffe a una cena importante. L’imbarazzo è quindi dovuto a un fatto momentaneo e ha breve durata, mentre la vergogna persiste per molto tempo e di solito è dovuta a un’azione intenzionale. Ma la distinzione più importante da fare è quella con il senso di colpa, un sentimento che – a differenza della

GNA

SCRITTA NEL CORPO Come per tante altre emozioni, anche la vergogna si può leggere in faccia. Innanzitutto nello sguardo, che evita di incontrare quello degli altri, mentre il resto del volto resta impassibile, o viene nascosto tra le mani; e se proprio non si può abbassare lo sguardo, si fa un sorriso falso. Il capo si china e le spalle si chiudono, come a volersi rimpicciolire. Le ricerche sulla fisiologia delle emozioni hanno dimostrato che quando una persona si vergogna la temperatura della pelle cala, tant’è vero che molti quando provano questo sentimento si sentono “agghiacciati”. E se si è costretti a parlare la voce è bassa, spezzata da sospiri o interiezioni come “uhm”, “ehm”... Si fanno giri di parole e ripetizioni, il ritmo del parlare è irregolare.


Oggi, nella società, la vergogna per azioni molto brutte può provocare indignazione e voglia di cambiare

vergogna – si può provare solo “a posteriori”. Il senso di colpa ci fa sentire un comportamento che abbiamo adottato come sbagliato o indegno, ma senza intaccare la stima che si ha per se stessi, mentre nella vergogna ci si sente “sbagliati” come persone, “bollati” per l’azione compiuta. Inoltre, chi prova vergogna desidera solo fuggire da una situazione, mentre chi prova colpa cerca di rimediare a ciò che ha fatto (o chiede scusa).

FIGLIA DEL DISGUSTO Non esistono società in cui la vergogna non sia nota e non esistono forme di potere che non agiscano (legittimamente o meno) anche attraverso la vergogna (per esempio additando come traditore chi non aderisce alle norme). Ma non esistono nemmeno individui che non abbiano almeno qualche tipo di vergogna. E non tutti la provano nella stessa situazione, perché dipende dall’importanza che ciascuno di noi dà a ogni contesto sociale. Un manager affermato è in alto nella gerarchia (e ha quindi molti occhi puntati addosso) all’interno della sua azienda mentre magari non si intende affatto di cucina e, tra amici, non si vergognerebbe per un piatto riuscito male (mentre un affare andato a rotoli per un errore lo getterebbe nel panico). Del resto per un grande chef la situazione sarebbe opposta. Questo sentimento dipende inoltre dalla scala di valori: per chi è abituato a superare i limiti di velocità, essere pizzicati dalCorteccia cingolata

Insula anteriore

ECCOLA LÌ La vergogna condivide con il disgusto due regioni cerebrali: la corteccia cingolata anteriore (in rosa) e l’insula anteriore (che si trova nella zona in arancione).

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Getty Images

Reuters/Contrasto

CONTRO IL RAZZISMO The wall of shame si trova a Roma, in viale Regina Elena: mostra i post razzisti pubblicati su vari social.

la polizia può essere una vera seccatura, ma per chi è sempre ligio alla regola e supera i limiti per distrazione, essere colto in fallo può diventare una vergogna. Ci si può perfino vergognare per qualcosa che fa qualcun altro. In spagnolo esiste, unica lingua al mondo, una espressione per dire proprio questo: si parla di verguenza ajena, ovvero vergognarsi al posto di qualcuno. Una cosa è certa: nel momento in cui pensiamo di aver deluso le nostre e le altrui aspettative, e di aver quindi provocato un danno irrevocabile, si viene presi dal disgusto verso se stessi. «Non a caso, vergogna e disgusto si somigliano: entrambe queste emozioni ci inducono a stare lontani dagli altri, anche se per scopi diversi. Inoltre entrambe hanno a che fare con il corpo: la vergogna tende a nasconderlo, il disgusto a preservarlo da malattie», sottolinea Natalie Shook, psicologa dell’Università del Connecticut (Usa), che ha dimostrato con alcuni esperimenti che la vergogna, dal punto di vista evolutivo, deriva appunto dall’emozione del disgusto, tant’è vero che entrambe queste sensazioni attivano le stesse regioni cerebrali: la corteccia cingolata anteriore e l’insula anteriore. Shook ha dimostrato anche che chi è digustato per qualcosa si vergogna di più. «Il nostro studio potrebbe offrire indicazioni per curare disturbi psicologici legati alla vergogna, come i disturbi di ansia e quelli alimentari: potrebbe essere utile unire alla psicoterapia alcune tecniche per la riduzione della sensibilità al disgusto». I BAMBINI RIPARATORI E QUELLI EVITANTI La vergogna è comunque un sentimento con cui tutti dobbiamo fare i conti. Compare nei bambini intorno ai 18-20 mesi insieme ad altre emozioni autoconsapevoli come l’orgoglio e la colpa, ma diventa identica a quella degli adulti tra i due e i tre anni. L’imbarazzo invece compare prima: in genere verso i 15-18 mesi. Si è visto con il classico test dello specchio: colorando il naso di un bambino di rosso e mettendolo davanti alla propria immagine riflessa il piccolo si copre il naso con le mani e distoglie lo sguardo con imbarazzo. Esistono però due tipi di bambini: quelli detti “evitanti” e quelli “riparatori”. Lo hanno dimostrato alcuni anni fa le psicologhe Karen Barrett e Carolyn Zahn-Waxler con un espe-


Getty Images

OPS! MI DISPIACE Una bimba colta in fallo: il modo di reagire alla vergogna si vede già nella prima infanzia.

veri utilizzati dai genitori. Una recente ricerca della California State University dimostra che la propensione a provare vergogna è collegata in particolare alla presenza nel nucleo familiare di padri depressi e troppo permissivi. COME È CAMBIATA La vergogna è dunque l’emozione sociale per eccellenza, ma si può dire che oggi siamo “senza vergogna”? No, naturalmente, visto che difficilmente non la si prova mai, però meno una società è coesa, meno circola il sentimento della vergogna perché le persone sentono poco il bisogno di adeguarsi. «Inoltre nella nostra società ogni individuo è portato a dare spettacolo di sé e questo ci spinge a essere protagonisti anche quando si compiono azioni non lecite (non è raro vedere assassini o truffatori raccontare le proprie vicende in tv o sui giornali). Non c’è vergogna perché non c’è biasimo diffuso», fa notare Gabriella Turnaturi, sociologa delle emozioni e autrice di un saggio sull’argomento. Insomma, se un’azione, anche illegale, cade nell’indifferenza emotiva non bastano le sanzioni (l’eventuale carcere) a indurre vergogna in chi la compie. Ciò non significa che questa emozione sia scomparsa, ma ognuno ne ha una propria, a seconda del pubblico di riferimento. Insomma, la vergogna non è più legata a che tipo di persona si è ma a come si appare. E quindi «oggi spesso si trasforma nella sofferenza di non essere riusciti ad apparire abbastanza felici, abbastanza realizzati. Succede perfino di avere… vergogna di vergognarsi di qualcosa», sottolinea Turnaturi. Questo sentimento, però, per la studiosa può anche avere due risvolti utilissimi. Il primo per l’individuo: per alcuni potrebbe funzionare come un campanello di allarme, se si arriva a provare una profonda vergogna per qualcosa, significa che si è davvero “toccato il fondo”, ovvero che è il momento di reagire. Il secondo per la società: a volte la vergogna induce indignazione. Se si prova questo sentimento come reazione alle ingiustizie o alle offese alla dignità altrui, la vergogna può trasformarsi in passione civile, per evitare di sentirsi complici di azioni che non si condividono. «Quando vediamo i migranti morire nei nostri mari e proviamo indignazione, questa reazione nasce da un primo senso di vergogna che poi può sfociare in azione politica per cambiare le cose», chiarisce Turnaturi.

È vero che non ci si vergogna più di niente? No, ma in molte situazioni è venuto a mancare il biasimo diffuso rimento. Hanno affidato ad alcuni bambini di due anni, per giocare, una bambola dicendo loro che si trattava del giocattolo preferito. Poi uscivano dalla stanza e alla bambola, che conteneva un congegno, si staccava una gamba. Al rientro delle studiose, alcuni bambini ne evitavano lo sguardo, non si avvicinavano e tardavano a confessare di aver rotto il giocattolo, provavano vergogna insomma. Altri bambini invece portavano subito la bambola alle studiose e tentavano di ripararla chiedendo scusa. Si sentivano in colpa quindi. In generale, secondo gli psicologi, se un bambino usa la prima strategia o la seconda dipende dall’esempio ricevuto in famiglia e dal tipo di rimpro-

ORIENTE E OCCIDENTE A CONFRONTO Da quasi un secolo la cultura occidentale è chiamata “cultura della colpa”, mentre quella orientale, “cultura della vergogna”. Come mai? Dipende dal modo di concepire il proprio sé. Quando si percepisce se stessi come il prodotto di una serie di qualità e difetti individuali (come succede in Occidente) si tende anche a pensare che i propri comportamenti siano il risultato di quelle caratteristiche, cioè si pensa di avere la completa padronanza delle proprie azioni e dei propri pensieri. In questo tipo di sé prevale la colpa perché è una emozione legata alla responsabilità individuale. Quando invece ci si sente parte di una comunità, come accade in Oriente o in Africa, il proprio sé non è separato dal gruppo (in Giappone, quando ci si presenta a qualcun altro in un contesto di lavoro normalmente si dice prima il nome della azienda a cui si appartiene e solo dopo il proprio). In questo tipo di società si ha la sensazione di essere costantemente osservati dagli altri e prevale il timore di perdere la faccia, quindi la vergogna.

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PER SUPERARLA Ciò non toglie che molte persone vivano la vergogna come un’emozione che può completamente distruggere la stima di se stessi. Non a caso, suscitare vergogna in qualcuno è un modo per manifestare il proprio potere psicologico su questa persona, evidenziandone la diversità nell’aspetto o nei comportamenti, per esempio. Può essere quindi usata per manipolare gli altri. Inoltre, gli studi dimostrano che la tendenza a provare vergogna in modo accentuato può essere la spia di veri e propri disturbi come alcune fobie oppure la depressione. La vergogna può anche suscitare una forte rabbia, far immaginare che qualcuno sia colpevole della sofferenza provata e innescare pensieri psicotici o manie di persecuzione. Come si supera quindi? È difficile affrontare la vergogna direttamente, perché genera inattività e senso di impotenza. Occorre un lavoro psicologico condotto con uno specialista e basato sul separare il comportamento ritenuto sbagliato dalla dignità della persona che lo commette, trasformando quindi la vergogna in senso di colpa. Va poi sfruttata la capacità di fare ironia su se stessi, guardandosi “dall’esterno” e criticandosi bonariamente per primi.


natura

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C’era una

GROTTA

Sotto i nostri piedi ci sono antri, passaggi e formazioni calcaree eccezionali, immortalati in queste pagine da un fotografo speleologo. Che ha così interiorizzato il mondo di sotto da ambientarvi anche un romanzo. di Giovanna Camardo - foto di Carlos Solito

BUCO EXTRA LARGE Gli speleologi si sono calati sul fondo della colossale voragine che dà accesso alla Grotta Noè, a DuinoAurisina (Carso triestino). Un antro grandioso, con “pennellate” di muschio.

Focus | 117


S

iamo abituati, in città, a camminare sopra garage, cantine, metropolitane e tubature. Ma nella natura, in molte zone d’Italia, potremmo trovarci sopra labirinti di cunicoli ed enormi sale ornate di stalattiti. «In Italia ci sono quasi 35.000 grotte censite. Di queste, circa 250 si sviluppano per oltre 3 km», ci racconta Carlos Solito, regista, fotografo, scrittore e appassionato di speleologia, che ha scattato le foto delle grotte italiane di queste pagine. E che, nel mondo sotterraneo, ha anche ambientato il romanzo Troppa notte intorno a me (v. alle pagg. seguenti). Anche se possono nascere in diversi modi (fratture, erosione meccanica delle acque o del vento), nella maggior parte dei casi le grotte sono frutto dell’azione dell’acqua su rocce solubili come i calcari. L’acqua � inacidita dall’anidride carbonica disciolta, proveniente da atmosfera e suolo � si insinua attraverso le fratture e dissolve lentamente queste rocce, scavando condotti e cavità. L’acqua ha però anche una fase “costruttiva”. Percolando nelle grotte, goccia dopo goccia, lascia dietro di sé ciò che aveva strappato alla roccia: il carbonato di calcio, che si deposita creando stalattiti, stalagmiti e altre formazioni calcaree. CATTEDRALI NASCOSTE «Questi processi sono definiti fenomeni carsici: prendono il nome dalla regione del Carso (altopiano calcareo tra FriuliVenezia Giulia, Slovenia, Croazia, ndr). E proprio dal Carso triestino può iniziare un ideale viaggio sotterraneo in Italia. Qui si trovano per esempio due “cattedrali gotiche” ornate di concrezioni di calcite, come la grotta Torri di Slivia e la grotta Gualtiero Savi. O l’abisso di Trebiciano, sul cui fondo scorre un fiume sotterraneo, il Timavo», dice Solito. Anche la Sardegna è un «paradiso per speleologi», come la definisce Solito. «Vi si trova per esempio un sistema di grotte collegate lungo oltre 70 km, che va dal complesso Su Palu - Monte Longos (Urzulei, NU) alla grotta del Bue Marino sulla costa: un labirinto tridimensionale sotterraneo». Anche altre regioni italiane hanno un sorprendente mondo nascosto. «La Puglia ha una bellezza carsica, celebrata per le Grotte di Castellana ed espressa in cavità e voragini. E in Toscana, nelle Alpi Apuane, ci sono grotte che vanno a grande profondità». Come l’abisso Paolo Roversi, che scende oltre 1.250 m nelle viscere della montagna. 118 | Focus

NEL SALONE La Grotta Impossibile, a Basovizza (TS). Questa è la caverna principale, tra le varie gallerie e sale: lunga 130 m, larga 80, alta 70.

Molte cavità sono capolavori creati da LA VORAGINE La Grave (grotta a cui si accede da una voragine) della Masseria Previticelli a Gravina in Puglia (BA): è nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ricco di pozzi e grotte.


LAMA DI LUCE I raggi del sole entrano, dall’ingresso, nella voragine di Tiscali (Sa Nurre de Su Hoda): è nella valle di Lanaittu, nel Supramonte.

CANDIDE O... Le concrezioni della grotta Gualtiero Savi (Val Rosandra, Carso triestino). Il carbonato di calcio che le costituisce è bianco; altri colori sono dati da vari elementi presenti.

un “architetto” che lavora molto lentamente: l’acqua LAGO COPERTO La grotta di Locoli a Siniscola (NU): la percorre un torrente sotterraneo e in alcune parti ci sono laghetti. Con le piogge, l’acqua sale e fuoriesce dalla grotta.


LABIRINTO Il complesso della valle di Nosee, nel pianoro carsico di Pian del Tivano (CO): le grotte collegate si sviluppano per circa 60 km.

Si è scoperto che due cavità del monte Canin (Alpi Giulie) IL VIAGGIO

Un viaggio sotterraneo è la cornice del romanzo Troppa notte intorno a me, di Carlos Solito (Sperling & Kupfer). L’incontro del protagonista Dante (tornato nei luoghi dell’infanzia, i Monti Picentini in Campania, dopo la morte del figlio) con lo speleologo Virgilio sfocia in un viaggio in uno dei sistemi sotterranei che solcano le rocce della zona: le grotte del Caliendo (Bagnoli Irpino, AV). «Sono ambienti immensi che bucano il monte per chilometri: percorrerli è come seguire la memoria del fiume sotterraneo che li ha creati», dice Solito. «Il racconto si dipana mentre Dante e Virgilio attraversano questo Inferno». Con riferimenti alle altre grotte d’Italia, illustrate dai disegni di Francalaura Rella e Maria Stefani.

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DECORAZIONI Le concrezioni delle grotte di Castellana (a Castellana Grotte, BA): si sviluppano per 3.348 m, scendendo fino a 122 m dalla superficie.


PIZZO ANTICO Stalattiti (le concrezioni che scendono dall’alto) e stalagmiti (che salgono dal basso) nella Grotta Impossibile.

FRAGORE La Tana che Urla a Fornovolasco (LU), nelle Alpi Apuane: deve il suo nome al rumore causato dalle acque che scorrono al suo interno.

sono unite: è il complesso più lungo d’Italia, oltre 80 km ABITATA Grotta dell’Orso (Gabrovizza, TS): sono stati trovati resti di animali, come l’orso delle caverne, e tracce della presenza umana, nella parte iniziale.


Domande Risposte

LA SCIENZA IN PILLOLE

INSERT SPECIA O LE!

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PERCHÉ BALLARE FA BENE ALLA SALUTE

UNIVERSO LE AURORE BOREALI FANNO RUMORE?

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TECNOLOGIA C’È UN TRUCCO DIETRO GLI ARTIGLI DEI LUNA PARK? STORIA CHI FURONO I PEGGIORI TRADITORI DELLA STORIA? SCIENZA GLI SCIENZIATI SONO PIÙ INTELLIGENTI DELLA MEDIA? SALUTE COME NASCONO I NOSTRI TIC?

LA RUBRICA DI MASSIMO CANNOLETTA, IL CAMPIONE DEI QUIZ TV

TE LO DICE MASSIMO

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PSICHE IN QUALE PARTE DEL CORPO È LA COSCIENZA?

ANIMALI QUALI SONO GLI ANIMALI PIÙ INTELLIGENTI DEL MONDO?

INDICE PAGINE ANIMALI 128 • TECNOLOGIA 132 • SCIENZA 134 • AMORE E SESSO 136 • STORIA 138 • TE LO DICE MASSIMO 142 • NATURA 144 • ECONOMIA 146 • SALUTE 148 • SOCIETÀ 152 • ARTE E CULTURA 154 • CIBO 156 • SPORT 158 • UNIVERSO 160 • PSICHE 162


Animali

Mondadori Portfolio

BUONGIORNO! Lo sguardo di una megattera nelle acque delle isole Tonga, nell’oceano Pacifico Meridionale.

PERCHÉ LE BALENE NON FANNO I RUTTI? NELLA GOLA DI ALCUNE SPECIE DI BALENE È STATO TROVATO UNO STRANO “TAPPO CARNOSO”...

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e lo sono chiesto i ricercatori dell’Università della British Columbia (Canada): esaminando i tessuti molli di alcuni esemplari uccisi, hanno scoperto che alcune balene, come la megattera e la balenottera azzurra, hanno una sorta di “tappo orale”, un bulbo carnoso in bocca che si muove all’indietro per sigillare le vie aeree superiori mentre la loro laringe si chiude per bloccare le vie aeree inferiori. Il tappo si muove quando si nutrono, perché serve a impedire all’acqua di entrare nei polmoni durante la deglutizione (le balene filtrano l’acqua e ingeriscono enormi quantità di piccoli gamberetti, il krill). DIGESTIONE DIFFICILE. Questa fisiologia ha anche un curioso effetto collaterale: la presenza dell’escrescenza carnosa mobile fa sì che l’aria eventualmente presente nello stomaco nelle balene non esca dalla bocca con i “rutti”, come accade normalmente negli altri mammiferi, ma, probabilmente, dallo sfiatatoio. R.P.


AMORE E SESSO

S

entire “chimica” significa sperimentare nel­ l’interazione con l’altro un “noi” che caratte­ rizza in modo unico quello specifico incontro. Se n’è occupato un team Usa di psicologi dell’Univer­ sità di Rochester e dell’Università della California a Riverside, per cui la chimica è molto più di un’intensa e immediata attrazione fisica, con cui potrebbe essere confusa: è una speciale sintonia nel comportamento (intesa linguistica, sincronia nei movimenti, nel con­ tatto visivo e nelle espressioni facciali, idee e pensie­ ri simili) assieme alla percezione di avere con l’altro un’interazione speciale. PERFETTA ARMONIA. Non è data semplicemente dal­ le caratteristiche dei due e dalle reciproche aspettati­ ve ma si crea con la loro interazione per cui, secondo gli studiosi, non può essere sentita senza contatto di­ retto (tramite social o siti di dating). Si può avvertire fin dai primi scambi ma cresce con il susseguirsi dei momenti di “connessione”. La sincronia interessa an­ che i parametri fisiologici: uno studio dell’Università di Leiden (NL) ha rilevato che basta sentire la voglia di rivedersi per un secondo appuntamento perché battiti cardiaci e sudorazione si sintonizzino.

COME FUNZIONA LA “CHIMICA” TRA DUE PERSONE?

NON È FATTA SOLTANTO DI ATTRAZIONE FISICA, MA PER AVVERTIRLA SERVE UN CONTATTO DIRETTO.

Anzi, nelle coppie felici resiste anche nella vecchiaia. Uno studio promosso dalla Society for Neuroscience di Washington ha analizzato le scansioni cerebrali di persone che sostenevano di essere ancora follemente innamorate dei loro partner, nonostante fossero sposate da decenni. Durante una risonanza magnetica (fMRI) è stato mostrato il coniuge o una sua immagine, scansionando il cervello di dieci donne e sette uomini sposati in media da 21 anni e scattando un’istantanea della loro reazione cerebrale. Confrontando i risultati con quelli di un altro studio, che aveva coinvolto coppie che si erano innamorate solo un anno prima del test, i risultati erano simili. Dalle risposte a un questionario è emerso che nei partner di lunga data non esisteva più ansia per il proprio aspetto fisico. Il loro amore era più tranquillo e radicato. Il partner era considerato centrale nella propria vita. I.P.

136 | Focus

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Il tempo uccide la passione?

Shutterstock

Margherita Zannoni


Esistono dei preservativi “smart”? Il loro nome è “i.Con” (abbreviazione di iCondoms) e più che a classici preservativi assomigliano ai cinturini che molti usano per monitorare le performance sportive. Prodotti dall’azienda britannica British Condoms, i dispositivi in questione (ricaricabili con Usb) hanno la forma di un sottile anello su cui vengono applicati dei normali preservativi, che possono essere sostituiti una volta terminato il

rapporto. Lo scopo degli “i.Con” è quello di monitorare le proprie prestazioni sotto le lenzuola attraverso diversi parametri, tra cui le calorie bruciate, il numero delle “spinte” pelviche, la durata e la frequenza dell’amplesso. Come? Utilizzando un nano-chip e degli appositi sensori che registrano i valori vitali, che sono poi trasmessi ai comuni smartphone tramite Bluetooth. Quanto alla privacy, i dati personali inseriti vengono

cancellati automaticamente dal dispositivo una volta scaricata la propria “storia sessuale” sullo smartphone. M.M.

Shutterstock

Qual è il modo migliore per abbracciarsi?

È

Che cos’è il “coregasm”?

Anna Düren, psicologa della University of London, ha chiesto a 47 donne che non si conoscevano di abbracciarsi per tempi variabili. «È risultato che queste strette fra sconosciute, lunghe da 1 a 10 secondi, venivano giudicate da quasi tutte molto piacevoli, tranne quelle più brevi, percepite come formali e fredde», ha detto Düren. «Visto che l’abbraccio spontaneo dura circa 3 secondi, lo studio indica che si può far durare il gesto più a lungo del consueto, con reciproco piacere. Non sappiamo se questo valga anche fra i maschi o in coppie miste, visto che la pandemia ha fermato la ricerca». Il suo gruppo ha però completato un altro esperimento dove 206 coppie di conoscenti si abbracciavano spontaneamente. Si è visto così che mentre coppie miste o di donne preferiscono l’abbraccio in cui uno dei due circonda il collo e l’altro la vita, coppie di soli maschi preferiscono l’abbraccio dove entrambi passano un braccio dietro la schiena e l’altro dietro al collo, perché il primo viene percepito come troppo romantico. A.S.

Shutterstock

un particolare tipo di orgasmo generato da una serie di condizioni biomeccaniche che possono verificarsi nel corso di un intenso allenamento fisico. È noto soprattutto tra gli atleti di cross fit, pratica che prevede una serie di movimenti funzionali ripetuti ad alta intensità. Durante una sessione in palestra, infatti, molti esercizi richiedono la ritmica contrazione dei muscoli pelvici centrali e dell’addome che convogliano il flusso sanguigno verso l’inguine. Tra questi crunch e squat per le donne, e sollevamento pesi e spinning per gli uomini. NON PER TUTTI. A giocare un ruolo importante nel raggiungimento di questo piacere sarebbe però anche la diversa anatomia di ogni persona. I ricercatori dell’University School of Public Health dell’Indiana (Usa) lo hanno definito come il risultato di una reazione spontanea alla stimolazione della prostata per gli uomini e a quella della zona vaginale per le donne. S.V. Focus | 137


CIBO

ESISTONO CANNUCCE COMMESTIBILI?

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plastificanti che le contengono sono tossici e perché, quando si rompono, emettono microplastiche, particelle di meno di 5 mm di lunghezza che contaminano i nostri oceani e i suoi abitanti, e quindi sono nocive anche per l’uomo.

ECOLOGICHE. Dato che l’uso della cannucce è ancora richiesto, sono state sperimentate delle alternative: quelle di metallo (personali e riutilizzabili) e quelle di carta o di pasta (una specie di maccheroni lunghi e stretti). Tutte, per

Quante bolle d’aria ci sono in una birra?

Il gusto dipende da ciò che si mangia abitualmente?

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orse sì. Con una dieta ricca di zuccheri è probabile trovare i dolci meno gustosi, per un affievolirsi del gusto dello zucchero. Per lo stesso principio, potreste notare un intensificarsi del gusto dell’umami (saporito) se la vostra è una dieta a basso contenuto proteico. Lo suggerisce uno studio dell’Università della California a Riverside condotto sui moscerini della frutta. DIETA EQUILIBRATA. I moscerini sono stati nutriti con una dieta equilibrata oppure con diete sbilanciate: eccesso di zuccheri e proteine insufficienti o, all’opposto, carenza di zuccheri e sovrabbondanza di proteine. Si è riscontrato che la dieta influenza la regolazione della dopamina e dell’insulina nel cervello dei moscerini, che a sua volta cambia la risposta dei neuroni coinvolti nella percezione del gusto: gli animali preferivano i cibi ricchi dei nutrienti di cui la loro alimentazione era carente, “snobbando” gli alimenti ricchi di sostanze di cui avevano già fatto il pieno. Un meccanismo neurofisiologico che induce a bilanciare l’apporto di sostanze nutritive favorendo una dieta equilibrata e che potrebbe funzionare anche negli umani. M.Z.

Grazie a un esame chiamato gascromatografia, si sa che mezzo litro di birra contiene fino a 2 milioni di bollicine, circa il doppio di quelle presenti in un flûte di Champagne. Un ricercatore ha analizzato un tipo di “bionda” con il 5% di alcol e ha messo 250 ml di essa in bicchieri della capienza di 500 ml a una temperatura di 42°. Il numero di bolle farebbe la differenza in relazione al gusto percepito: quando scoppiano sulla lingua di un bevitore di birra o di champagne, vengono esaltati i sentori più sottili delle bevande. Le bollicine però non devono essere troppe: una bottiglia di champagne deve contenere almeno 1,2 grammi di CO2 per litro; se ne contiene più del 35,5% al naso di un bevitore arriverà uno spiacevole formicolio. E.V.

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ì, le cannucce commestibili esistono: sono fatte di cellulosa batterica (cioè prodotta da batteri), sono sane, ecologiche ed economiche. Le vecchie cannucce di plastica usa e getta sono ormai vietate in tutta l’Ue perché i


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vari motivi, poco apprezzate dal pubblico. Da un team di ricercatori cinesi è però arrivata la cannuccia di cellulosa batterica (simile alla cellulosa vegetale ma con struttura molecolare più densa), già utilizzata nell’industria cosmetica, alimentare e tessile. Gli studiosi hanno coltivato la cellulosa batterica e l’hanno asciugata all’aria; poi le fibre sono state trattate con alginato di sodio (estratto dalle alghe) affinché funzionasse da colla per chiudere i pori dei fogli di cellulosa, poi arrotolati a forma di cannuccia. Risultato: la nuova cannuccia è più resistente di quelle di carta o plastica e più biodegradabile. Ed è commestibile, infatti sia la cellulosa batterica sia l’alginato di sodio sono già utilizzati negli alimenti.

BEVI E MANGIA Meglio di quelle di plastica, metallo, carta: ora le cannucce saranno commestibili.

Fabrizia Sacchetti

Perché il cioccolato bianco è bianco?

In collaborazione con FICO, il Parco del cibo di Bologna

Perché non contiene cacao. Un tempo veniva considerato prodotto dolciario e non cioccolato vero e proprio, ma con un decreto del 1° gennaio 2004 la Food&Drug Administration ha stabilito che anche quello bianco è cioccolato. In Europa è la direttiva 2000/36/CE a disciplinarne la ricetta: si ottiene miscelando burro di cacao in percentuale non inferiore al 20%, zucchero e latte o derivati per almeno il 14%. Il burro di cacao è l’ingrediente fondamentale per il cioccolato bianco: si tratta di una sostanza grassa che si ottiene lavorando i semi di cacao, la stessa utilizzata negli stick per la protezione delle labbra, ma sottoposta a lavorazioni differenti. Questo tipo di cioccolato non contiene molecole nervine stimolanti, quindi è indicato per le persone sensibili alla caffeina; contenendo invece latte in polvere ed essendo ricco di calcio e vitamina B, è adatto ai bambini. Essendo un alimento ricco di zuccheri, non è consigliato alle persone che hanno elevati livelli di trigliceridi, glucosio e colesterolo nel sangue e non è adatto a chi è intollerante al lattosio. L’apporto calorico di 100 grammi di cioccolato bianco è circa 570 kcal. Una curiosità? Al Parco del cibo di Bologna è stata costruita una giostra per bambini dove poter “cavalcare” tavolette giganti di cioccolato e dolciumi vari. www.fico.it

L’American Chemical Society sostiene che, tagliando a metà uno spicchio di aglio fresco e mettendolo a contatto con le piante dei piedi, basterebbe un’ora per sentire l’odore e il sapore dell’aglio. In che modo? Infilando i piedi nudi in un sacchetto di plastica ben chiuso intorno alle caviglie, in modo che l’odore non arrivi al naso e strofinando energicamente lo spicchio tagliato sulle piante. Come è possibile? La pelle ha strati oleosi e acquosi, che la proteggono da molecole esterne, ma l’aglio contiene allicina, una molecola che ha proprietà sia dell’acqua sia dell’olio e riesce quindi a permeare la pelle dei piedi e ad arrivare a bocca e naso attraverso il sangue. I.P.

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Si può sentire il sapore dell’aglio attraverso... i piedi?

Focus | 157


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