Focus 358 - agosto 2022

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1992-2022 TRENT’ANNI DI FOCUS GUARDANDO AVANTI

UN MONDO DALLE CAPACITÀ SENSITIVE SORPRENDENTI COPRE IL NOSTRO CORPO E MAI COME IN QUESTA STAGIONE CI DIFENDE E VA DIFESO. NOVITÀ E CURIOSITÀ SUL PIÙ ESTESO DEGLI ORGANI

SU QUESTO NUMERO.

IN SALA OPERATORIA COL CHIRURGO ROBOT

SPECIALE

ESTATE&SALUTE

I SUPERPOTERI DELLA

PELLE

NUMERO DOPPIO CON

NATURA GLI ANIMALI FORMIDABILI SOPRAVVISSUTI NEL TEMPO

MISSIONE GAIA LA PROVA LA NOSTRA GALASSIA NON È ADDESTRAMENTO VIRTUALE COME LA IMMAGINAVAMO PER SOCCORSI HI-TECH

DOMANDE&RISPOSTE


358 AGOSTO 2022

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Scoprire e capire il mondo PRISMA

8 Mille bolle nel blu 12 La pianta più grande 16 I numeri delle spezie 18 Piccola fisica 20 Prisma spazio 22 Che cosa attira le zanzare 26 La proteina del relax

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Loquace come un pesce

25

Quanti soldi fanno la felicità?

dossier La pelle e noi 28 LA TUTA INTELLIGENTE

Le meraviglie della pelle, l’organo più esteso del corpo, che si rinnova in continuazione e definisce il nostro aspetto. Non un semplice rivestimento, ma un capolavoro della natura dalle molteplici funzioni.

34 AMICI E NEMICI PER LA PELLE

La cute è continuamente sotto attacco e va curata per preservare la sua funzione protettiva.

38 SE NON CI FOSSE LA LUNA universo

Illumina le nostre notti, ci rende romantici e ispira film e serie tv. Ma la Luna ha effetti ben più rilevanti sulla Terra, e senza di lei la vita sul nostro pianeta sarebbe molto differente da come la conosciamo.

47 ROBOT IN SALA OPERATORIA next 30

MULTIMEDIA

Scopri video, audio, timelapse e tanti altri contenuti.

Dai primi esperimenti negli Stati Uniti alle operazioni senza cicatrici: i progressi della chirurgia robotica.

54 ANCHE IO ESISTO tecnologia

Un ingegnere di Google ha dichiarato che un software al quale lavorava è diventato “senziente”. Ecco che cosa ne pensa il direttore dell’Iit.

In copertina: Foto portante: Shutterstock; Sotto da sinistra: Shutterstock; Esa; Courtesy Leonardo.

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D&R Speciale 116 ANIMALI 120 TECNOLOGIA 124 SCIENZA 126 AMORE E SESSO 128 STORIA 132 TE LO DICE...

134 NATURA 136 ECONOMIA 138 SALUTE 142 SOCIETÀ 144 ARTE E CULTURA 146 CIBO

58 LA FOGNA DELLA VERITÀ medicina

Le acque nere svelano le cattive abitudini e le malattie di intere popolazioni. Grazie a un metodo inventato a Milano.

64 ATTACCO AL TUMORE medicina

Come funziona il nuovo farmaco per il tumore della mammella.

68 PRIMITIVO A CHI? evoluzione

Alcuni animali sembrano rimasti (quasi) gli stessi da milioni di anni. Superstiti di gruppi antichi o... così ben adattati da non dover cambiare.

74 TECNOSOCCORSI tecnologia

Il simulatore di Leonardo per addestrare gli equipaggi degli elicotteri di salvataggio.

78 COME GESTIRE I RIMPIANTI comportamento

Rammaricarsi per non aver fatto una scelta o per non aver colto un’opportunità è molto comune. Gli errori passati però servono, eccome...

RUBRICHE

7 L’oblò 57 Focus Live 92 Tipi italiani 161 Academy 166 MyFocus 169 Cartellone 175 Giochi 4 | Focus

148 SPORT 150 UNIVERSO 152 PSICHE

84 TUTTI I NUMERI DEL GRANO cifrario economico

Chi lo produce e chi lo consuma di più.

86 A TUTTO GAS energia

Dove sono le riserve maggiori e con quali tecniche si estrae e distribuisce?

94 LE SORPRESE DELLA VIA LATTEA universo

Gli ultimi dati raccolti da Gaia ci mostrano una Galassia sempre più ricca di dettagli e di scoperte.

104 IL CONGEGNO DEI MISTERI scienza

Le ultime novità sulla macchina di Anticitera.

110 RISPARMIO OGGI RACCOLGO DOMANI Professione finanza per Focus/3

Che cos’è e come funziona il PAC, il piano d’accumulo adatto a tutte le tasche.

156 QUATTRO RUOTE PULITE verso lo speciale auto

Intervista a Luca de Meo che dal 2020 guida il gruppo Renault verso la sostenibilità.

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Appuntamento a Milano dal 4 al 6 novembre per Focus Live 2022

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medicina

PUNTO DI INGRESSO Trastuzumab deruxtecan raggiunge il tumore attraverso il circolo sanguigno e riconosce i recettori HER2, anche nelle cellule che ne presentano piccole quantità.

ATTACCO AL TUMORE Come funziona il nuovo farmaco per il tumore della mammella Composto da un anticorpo e da un chemioterapico risulta efficace anche contro forme difficili. di Margherita Fronte Testo elaborato con la consulenza scientifica della professoressa Lucia Del Mastro, ricercatrice AIRC e coordinatrice della Breast Unit del Policlinico San Martino di Genova.

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A

ll’inizio di giugno, al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), è stato presentato uno studio su un farmaco dal nome complicato – trastuzumab deruxtecan –, destinato a cambiare la terapia del tumore della mammella soprattutto per i casi più difficili. I risultati, pubblicati in contemporanea sull’autorevole New England Journal of Medicine, sono stati accolti con una standing ovation. Un evento non comune in un campo in cui i medici sono abituati alla prudenza. PERCHÉ È IMPORTANTE? Esistono diversi tipi di tumori della mammella, che i medici classificano in

base a certe caratteristiche molecolari. Accanto alla chemioterapia tradizionale, infatti, farmaci di più recente introduzione sono precisi ed efficaci per alcune forme, ma inutili in altre. I tre tipi di tumori della mammella sono: Tumori HER2 positivi: costituiscono circa il 20% di tutti i tumori della mammella e si distinguono per la presenza di un numero elevato di recettori HER2, una proteina che favorisce la proliferazione delle cellule. Questo recettore rappresenta un bersaglio per alcuni farmaci anti-HER2 già in commercio. Tumori “luminali”: sono caratterizzati dalla presenza dei recettori per gli ormoni estrogeni e per il progesterone e dall’assenza o scarsa presenza del recet-


UN CAVALLO DI TROIA Una volta all’interno, il farmaco chemioterapico si stacca dall’anticorpo ed esercita la sua azione sulla cellula tumorale.

REAZIONE A CATENA Una volta distrutta la cellula, il chemioterapico resta attivo e si diffonde alle cellule tumorali circostanti.

LA COPPIA VINCENTE

tore HER2. Questi tumori costituiscono circa il 60% di tutti i tumori della mammella e vengono trattati principalmente con la terapia anti-ormonale, eventualmente seguita dalla chemioterapia. Tumori triplo negativi: non presentano né i recettori per gli ormoni né il recettore HER2 e costituiscono circa il 20% di tutti i tumori. In genere sono più aggressivi e sono trattati con la chemioterapia eventualmente associata all’immunoterapia. Circa il 50% dei tumori luminali e il 3540% dei tumori triplo negativi possono presentare una piccola quantità di recettori HER2 e vengono definiti HER2-low. I farmaci anti-HER2 oggi in commercio non sono utili contro queste forme, ma lo studio appena presentato al congres-

Stefano Carrara

Trastuzumab deruxtecan è un farmaco a due componenti: un anticorpo che riconosce la proteina HER2 (che favorisce la proliferazione delle cellule) al quale è legato un farmaco chemioterapico, che distrugge le cellule tumorali. In media, ciascun anticorpo porta con sé otto molecole di chemioterapico. L’anticorpo viene iniettato, raggiunge il tumore, si lega alla proteina HER2 presente sulla superficie cellulare e penetra all’interno. Qui il chemioterapico si distacca dall’anticorpo e distrugge la cellula. Una parte del farmaco è infine rilasciata all’esterno ed è in grado di eliminare anche le cellule tumorali circostanti.

so dell’Asco ha invece dimostrato che trastuzumab deruxtecan riesce a colpirli con grande efficacia.

PRO E CONTRO Il farmaco distrugge così anche altre cellule tumorali, ma può colpire anche quelle di tessuti sani vicini, determinando alcuni effetti collaterali.

LO STUDIO Lo studio ha coinvolto circa 500 pazienti con tumore della mammella di tipo HER2-low, in fase metastatica e già trattate in precedenza con le migliori terapie disponibili. Una parte di loro ha ricevuto il nuovo farmaco, mentre le altre hanno proseguito con la chemioterapia prescritta dal medico. Nelle pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, il rischio di progressione della malattia si è ridotto del 50% rispetto alla chemioterapia e la sopravvivenza è aumentata di circa sei mesi. Inoltre in più della metà dei casi si è vista una ri-

duzione significativa delle metastasi, osservata invece solo nel 16% delle donne trattate con la chemioterapia standard. La maggior parte delle pazienti coinvolte nello studio aveva un tumore positivo per i recettori ormonali, ma una piccola quota aveva invece una forma di tipo triplo negativo. I benefici si sono osservati anche in questo gruppo, ma il risultato deve essere confermato con ulteriori ricerche. Lo studio ha anche chiarito che gli effetti collaterali del farmaco non sono trascurabili e richiedono un attento monitoraggio. Focus | 65


tecnologia

Siamo stati nei laboratori di Leonardo e abbiamo provato il simulatore con cui si addestrano gli equipaggi degli elicotteri di salvataggio.

TECNO di Marco Consoli

SOCCORSI

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OH ISSA! Come si addestrano gli equipaggi degli elicotteri di soccorso a recuperare i feriti con un verricello (a destra e sinistra)? Con un sofisticatissimo simulatore di Leonardo Company (sopra) che utilizza la realtà virtuale.

L’

elicottero su cui mi trovo si avvicina al luogo del disastro: un piccolo aereo da turismo si è schiantato al suolo e bisogna recuperare il superstite. Apro il portellone e do indicazioni al pilota per sorvolare la zona e capire se vi sono ostacoli o possibili pericoli nell’operazione di salvataggio. Dopo un paio di giri, l’elicottero inizia a stazionare in aria e, dopo le ultime indicazioni per arrivare sopra il ferito, attivo i comandi del verricello per calare con un cavo il soccorritore. Per fortuna non sono veramente in volo, ma nella realtà virtuale di Mithos, il simulatore per equipaggi di elicotteri di soccorso costruito presso la Training Academy per elicotteristi di Leonardo Company a Sesto Calende, in provincia di Varese. Nessuna vita è in pericolo e ne sono felice, perché col mio gra-

do di inesperienza come operatore al verricello, in quello che visto dal di fuori sembra un mestiere semplice, farei fallire la missione, nonostante lo scenario semplice: la pista di atterraggio di un aeroporto, in pieno giorno e aria calma, senza ostacoli che mettano a rischio l’elicottero. SCENARI DIVERSI «Le missioni di soccorso richiedono una perfetta collaborazione tra i piloti e il personale di cabina che comprende l’operatore al verricello, uno o due soccorritori e talvolta anche medico e infermiere», spiega il comandante Dario De Liguoro, capo istruttore dei piloti dell’Academy in cui vengono formati piloti e addetti all’elisoccorso. «Il training è fondamentale perché, quando si arriva sul luogo dell’incidente, gli scenari possono Focus | 75


APPESI A UN FILO In un abitacolo di elicottero posto a 2 metri di altezza si indossano un visore di realtà virtuale (a sinistra) e guanti con sensori. Con il primo ci si immerge nello scenario di salvataggio (a lato); con i secondi si gestisce il cavo virtuale del verricello. Ancora più a destra, l’interfaccia del simulatore per gestire l’elicottero.

essere i più vari: per esempio si può essere in acqua, con una barca a vela che a causa del mare molto agitato oscilla insieme al suo altissimo albero ponendo problemi di possibili collisio­ ni. Per questo, pilota, operatore al verricello e soccorritori de­ vono prepararsi a ogni evenienza». TRAINING VIRTUALE «Prima che introducessimo Mithos, tutto l’addestramento si eseguiva su veri elicotteri. Il simulatore permette di risparmia­ re i costi del carburante, ridurre le emissioni nocive e opera­ re in qualsiasi scenario per tutto il tempo necessario», spiega Francesca Mancini, a capo del programma Mithos. «Abbiamo cercato di coprire i vari aspetti del training con una fase in cui c’è l’impiego di un cavo reale a un’altezza sufficiente a percepi­ re il vuoto e una che prevede l’utilizzo di visore e guanti per la realtà virtuale, con cui immergersi in uno scenario e operare su un cavo virtuale». Per sperimentare quanto mi è stato detto salgo sul Mithos in­ sieme a Paulo Frade, per oltre 20 anni operatore al verricello per l’aviazione militare portoghese e oggi capo istruttore del personale di cabina della Training Academy. «L’aspetto più importante e difficile è mantenere la calma», spiega, «perché a volte la pressione è tantissima: ci sono missioni anche a 300 miglia dalla costa, in cui per essere sicuri di avere abbastanza carburante per tornare alla base bisogna eseguire il salvataggio in cinque minuti. E quando hai una persona attaccata al cavo un errore può causarne il ferimento o la morte. Senza conta­ re che, per esempio, non sempre si conosce la posizione di un naufrago: una volta abbiamo salvato un velista disperso, molto distante dalla sua barca capovolta, e per pura fortuna abbiamo individuato nel poco tempo di missione la torcia che agitava di notte in mezzo al mare». Quando salgo insieme a lui noto subito che lo spazio della cabina è angusto: non oso immaginare come bisogna essere 76 | Focus

coordinati quando a bordo si è in cinque. La prima fase dell’ad­ destramento è quella fisica: Frade mi invita a prendere il co­ mando del verricello e a calare il cavo, mentre De Liguoro finge di essere il soccorritore a terra. La barella che aggancia però è vera e dentro c’è un manichino di 70 chili, perciò mentre la tiro su capisco quanto l’operazione sia complicata: con una mano attivo il cavo e con l’altra lo muovo per evitare che il ferito urti contro l’elicottero, mentre la barella è agitata dalla turbolenza, e anche farla salire a bordo richiede pratica per gestire le for­ ze in gioco. «In questa fase addestriamo i soccorritori», spiega Frade, «non solo ad agire in sicurezza, controllando per esem­ pio di essere sempre agganciati con l’imbragatura al tettuccio dell’elicottero, ma anche a usare i gesti manuali con cui comu­ nichiamo in missione, utili perché a volte il rumore impedisce di parlare via radio». Quando dopo vari tentativi riesco finalmente a caricare la ba­ rella, e a metterla in sicurezza, Frade mi fa indossare il guanto e il casco per la realtà virtuale: «Abbiamo scelto un visore top di gamma», dice Mancini, «mentre il software è tutto svilup­ pato da Leonardo». Indossato il visore mi ritrovo nello stesso elicottero, ma stavolta vedo il pilota ai comandi e quando apro il portellone mi trovo circa a 30 metri d’altezza, sulla pista del­ l’aeroporto dove in lontananza vedo il rottame di un aeropla­ no e una persona ferita. Nonostante lo scenario sia semplice, bisogna effettuare una ricognizione, mentre Frade mi spiega i comandi vocali per comunicare al pilota come volare per avvi­ cinarsi al luogo di soccorso. COME IN UN VIDEOGAME Dopo avere aperto il vero portellone con la maniglia virtuale che corrisponde esattamente a quella vera, attivo i comandi del verricello e vedo un cavo virtuale scendere: la cosa incredibile è che se avvicino la mano col guanto, mi sembra di toccarlo, tanto da riuscire a spostarlo avanti e indietro simulando quanto fatto


Il simulatore permette di risparmiare sui costi e di riprodurre qualsiasi scenario per tutto il tempo necessario prima col cavo reale. In questo caso la presenza dell’istruttore accelera le operazioni e così riesco a calare un soccorritore, anch’esso virtuale, e poi a passargli una borsa di materiali per l’intervento, per consentire di prestare le prime cure. Sento crescere l’adrenalina e la sensazione è di trovarsi in un videogioco, ma qui è tutto tremendamente serio: «Ci vuole precisione nel dirigere il pilota per evitare una collisione o per manovrare il verricello, per esempio quando, in ambiti diversi dal soccorso, si opera per portare in mezzo al mare gli operai che devono salire su una turbina eolica», spiega Frade, che prima di diventare istruttore trasportava proprio i tecnici dei parchi eolici tedeschi. SBAGLIANDO SI IMPARA Gli innumerevoli errori compiuti nell’ora di prova mi fanno capire come per affrontare uno scenario più complesso sia necessario provare e riprovare per ore nel simulatore. «L’equipaggio di soccorso di un elicottero nel mondo aeronautico è forse uno dei più flessibili», dice De Liguoro, «perché puoi partire per soccorrere una persona in montagna che dovrebbe essere vicino a una strada e poi arrivato ti accorgi che la strada è una mulattiera a picco su un dirupo. E così pilota e operatore al verricello devono comunicare per evitare possibili collisioni con una parete rocciosa o in altri casi con alberi o altri ostacoli. A volte bisogna essere anche creativi: una volta siamo andati a recuperare due persone rimaste col motore in avaria a 40 miglia da Ancona, col mare molto forte, e abbiamo chiesto a una nave portacontainer in zona di posizionarsi davanti alla barca per avere una striscia di mare un po’ più calma e poter lavorare in maggiore sicurezza». Naturalmente Mithos è solo il primo passo verso una simulazione totale della missione: «Abbiamo già in programma», spiega Mancini, «di collegare il simulatore al full flight simulator su cui si addestrano i piloti, in modo che pilota ed equipag-

DAL VERO Sopra, il nostro giornalista nel simulatore di Leonardo. A destra, la vera barella utilizzata in alcune fasi dell’addestramento.

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Il nostro giornalista prova il simulatore Mithos. Oppure vai su www.focus.it/tecnologia/innovazione/simulatore-disalvataggio-mythos-di-leonardo

gio in cabina condividano gli stessi scenario e ambientazione e possano collaborare a distanza come fossero sullo stesso velivolo». E se l’immersività garantita in cabina dalla realtà virtuale «attualmente copre circa il 60 per cento delle richieste di training», come dice De Liguoro, «mentre il restante 40 si deve fare in elicottero», ecco che anche qui gli ingegneri di Leonardo stanno studiando una simulazione totalmente sostituibile alla realtà: «In futuro sarà possibile operare con un cavo reale che sarà riprodotto nell’ambiente virtuale e che, unito alla sensazione di immersione fornita dal visore, consentirà di simulare anche un salvataggio in condizioni di turbolenza e instabilità dell’elicottero». Interviene Frade, poco prima di lasciarci per iniziare il suo turno di addestramento: «A quel punto l’illusione sarà perfetta. E basterà solo aggiungere un grande ventilatore, per sentire addosso anche il vento che sferza sulla faccia ogni volta che in volo apri il portellone». Focus | 77


Domande Risposte PSICHE COME SI FA A RICONOSCERE I VERI STR...NZI?

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TE LO DICE MASSIMO

TECNOLOGIA USEREMO DEI NANOROBOT PER LAVARCI I DENTI? UNIVERSO MANDEREMO IMMAGINI DI NUDI NELLO SPAZIO? SPORT PERCHÉ AGLI SPORTIVI SERVONO DENTI SANI? ANIMALI QUAL È IL RECORD SUBACQUEO DI UN UCCELLO?

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NATURA PERCHÉ LE ONDE DEL MARE PRODUCONO SCHIUMA?

LA RUBRICA DI MASSIMO CANNOLETTA, IL CAMPIONE DEI QUIZ TV

SALUTE LE EMOZIONI NASCONO DAVVERO DAL CUORE?

INDICE PAGINE ANIMALI 116 • TECNOLOGIA 120 • SCIENZA 124 • AMORE E SESSO 126 • STORIA 128 • TE LO DICE MASSIMO 132 • NATURA 134 • ECONOMIA 136 • SALUTE 138 • SOCIETÀ 142 • ARTE E CULTURA 144 • CIBO 146 • SPORT 148 • UNIVERSO 150 • PSICHE 152

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ARTE CHE EFFETTO FA L’OSCAR AGLI ATTORI PREMIATI?

Mondadori Portfolio

ARTE QUALI FILM SI GUARDANO DI PIÙ IN ESTATE?

QUANTO DOVREBBERO GUADAGNARE I NONNI D’ESTATE?

INSERTO SPECIALE ! Shutterstock

LA SCIENZA IN PILLOLE


SALUTE

Mondadori Portfolio

CI SONO PIÙ MANCINI NEI PAESI IN CUI SI SCRIVE DA DESTRA A SINISTRA?

NEI PAESI MUSULMANI, DOVE SI SCRIVE IN SENSO CONTRARIO AL NOSTRO, SI INSEGNA A PREFERIRE L’USO DELLA MANO DESTRA.

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o, accade l’opposto. In generale si stima che tra il 70 e il 95% le persone siano destrorse, con una minoranza (tra il 5 e il 30%) mancina e un numero residuale di ambidestre. Eppure, secondo vari sondaggi, la più alta incidenza di mancini è registrata dove si scrive da sinistra a destra, ossia nei Paesi occidentali: Paesi Bassi, Stati Uniti e Canada, Regno Unito hanno circa il 13% della popolazione mancina, mentre dove si utilizzano sistemi di scrittura da destra a sinistra, come nei Paesi arabi e in alcuni Paesi asiatici, vi

sono tassi di mancini inferiori al 6%. La dominanza di una mano rispetto all’altra è tuttavia solo in parte genetica e in parte dettata da fattori sociali e ambientali. Forse per questo motivo nei Paesi musulmani, dove la mano sinistra è considerata impura, i mancini sono meno numerosi. BAMBINI. Per motivi religiosi scrivere, mangiare e stringere la mano viene fatto preferibilmente con la mano destra e quindi ai bambini mancini viene insegnato a usare la destra per questi compiti fin dalla tenera età. E.V.

Che cos’è il “privilegio immunologico”? È il privilegio che il sistema immunitario riserva ad alcuni organi, come gli occhi e il cervello. La risposta del sistema immunitario in quegli organi è infatti limitata per evitare danni peggiori. Per esempio, sebbene gli occhi siano quasi costantemente esposti all’ambiente (aria, polvere, batteri), la loro temperatura non aumenta, come accade al resto

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del corpo, con qualsiasi infiammazione causata da corpi estranei. Questa strategia sarebbe infatti dannosa per l’occhio che, proprio come il cervello, è composto principalmente da neuroni, che hanno una capacità molto limitata di rigenerarsi. L’infiammazione del tessuto oculare ostacolerebbe la vista, mentre l’aumento della

temperatura causerebbe danni ai tessuti. Trapianti. Il fenomeno fu scoperto dal premio Nobel per la medicina Peter Medawar, che osservò che un tessuto estraneo, trapiantato nell’occhio, non veniva rigettato come dal resto del corpo. Si è visto poi che altri organi godono di privilegi immunitari: i testicoli e la placenta (e il feto). I.P.


SOCIETÀ

SE MI TOLGO IL COSTUME IN UNA SPIAGGIA CHE PENSAVO FOSSE NUDISTA, RISCHIO L’ARRESTO?

VEDO NUDO In Italia ci sono una quindicina di spiagge dedicate al turismo naturista.

Usare i suffissi ci allunga la vita? S La pandemia ha aumentato il senso civico? S

ì e no. Infatti, secondo dati dell’Osservatorio sul senso civico degli italiani di Comieco, in collaborazione con l’istituto di ricerca Ipsos, alcuni indicatori sono migliorati e altri regrediti. Di positivo c’è maggiore consapevolezza e stima dell’impegno collettivo nei confronti dell’ambiente: dal 49% pre-pandemia al 62%. L’attenzione per l’ambiente è il valore in più forte crescita, tant’è che l’abbandono di rifiuti in un luogo pubblico è al primo posto tra i comportamenti ritenuti socialmente inaccettabili. Nelle prime posizioni anche danneggiare beni pubblici e violare le norme anti-Covid (come non rispettare il distanziamento sociale o uscire di casa quando si è positivi). Egoismo. Dall’altro canto, però, Comieco definisce preoccupante il peggioramento di altri indicatori del senso civico: come il calo della fiducia nella classe politica, la chiusura verso i migranti, la minore tolleranza e disponibilità a comprendere le esigenze altrui. In più, è risultato un aumento del cosiddetto “familismo amorale” (dal 22% del 2020 al 26%), cioè la tendenza ad anteporre gli interessi della propria cerchia a quelli della comunità. M.Z.

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embra strano, ma potrebbe davvero essere così. Una delle caratteristiche più curiose dell’italiano è l’uso dei suffissi, cioè quegli “ino”, “one” o “accio” da attaccare alle parole per aggiungere significato alle frasi, senza complicarle troppo. Maria Magdalena Llabre, psicologa dell’Università di Miami, sta cercando di capire perché gli ispanici, negli Usa, siano in media tre anni più longevi


NEL NOSTRO PAESE, FINO A POCHI ANNI FA, I NUDISTI SE ANDAVANO NEI LITORALI NON AUTORIZZATI RISCHIAVANO ADDIRITTURA UN MESE DI GALERA PER “ATTI CONTRARI ALLA PUBBLICA DECENZA”.

Shutterstock (4)

N

del resto della popolazione, nonostante siano anche più poveri, sedentari e soggetti in genere a una vita più faticosa e stressante. Stare ed essere. Come riportato su The Conversation, secondo la psicologa una delle spiegazioni del paradosso è che in spagnolo, come in italiano, si usano i suffissi. Inoltre, come nella nostra lingua, «ci sono anche due forme del verbo essere, Ser e Estar, che indicano una condizione permanente o temporanea e proprio queste due costruzioni linguistiche

o, posso stare tranquillo: non finirò in manette. Per anni si è fatto però riferimento all’art. 726 del codice penale relativo agli “atti contrari alla pubblica decenza” e, prima che il reato venisse depenalizzato con un disegno di legge del 2016, la norma prevedeva anche un possibile mese di carcere, commutabile in pena pecuniaria. PROPORZIONALITÀ. Adesso, per una tintarella integrale dove essa non è consentita, resta il rischio di una multa molto salata: da 5.000 a 10.000 euro. Tuttavia proprio queste cifre così alte sono state oggetto di attenzione da parte della Corte Costituzionale, che lo scorso aprile ha riscontrato una “violazione del principio di ragionevolezza e di proporzionalità della pena”. Attenzione però, perché rimane famosa la sentenza della Corte di Cassazione, del luglio 2012, che rigettò il ricorso di un imputato costretto a pagare una multa per aver preso il sole completamente nudo, per errore, in una spiaggia pubblica, non riservata al naturismo. In Italia non esiste una legge specifica sui litorali consentiti, nonostante la prima proposta sia del 1993. Sono state alcune Regioni a risolvere la questione con apposite delibere e, a oggi, sono una quindicina le spiagge realmente autorizzate dove è possibile non mettere il costume e prendere il sole come mamma ci ha fatti. Gabriele Di Totto

permettono di esprimere concetti spiacevoli o stressanti in modo da minimizzarli e dare speranza che passeranno», spiega Llabre. «Questo potrebbe avere un piccolo effetto antistress che, nel corso della vita, finisce per rendere in età avanzata chi usa lo spagnolo più in salute di chi impiega lingue meno “barocche”, come l’inglese». Visto che anche gli italiani in media sono più longevi degli anglosassoni, molto probabilmente questo effetto dei cari e vecchi suffissi funziona anche per noi. A.S.

Davvero i social media riducono i contatti di persona? N on proprio, i social media si sono solo inseriti in un trend già in atto prima che apparissero. Internet e social media vengono accusati di spingere le persone a vivere isolate, perdendo i contatti faccia a faccia. La psicologa Jeffrey Hall, dell’Università del Kansas, ha deciso di verificare se fosse vero, controllando decine di ricerche fatte in Gran Bretagna, Usa e Australia fra il 1995 e il 2015, in cui venivano dettagliati i modi in cui le persone suddividevano le loro giornate. Come riportato su Current Opinion in Psychology, è risultato che il tempo speso nelle interazioni dirette aveva già cominciato a calare molto prima di Skype o Facebook, sostituito da più lunghi periodi trascorsi a lavorare e/o a spostarsi per raggiungere l’ufficio.

Instagram e TikTok. Tuttavia, considerato che oggi non è che lavoriamo e ci spostiamo meno di prima, il tempo che spendiamo su Internet non l’abbiamo forse tolto alla socialità vis-à-vis? «No, più che altro è stato sottratto ad altre forme di intrattenimento, prima fra tutte la Tv», spiega Hall. «Le interazioni di persona, invece, hanno continuato a calare con lo stesso trend di prima dell’arrivo dei social. Sembra che nelle tre società analizzate la gente metta comunque sempre più il lavorare e il divertirsi davanti a uno schermo prima del vedersi faccia a faccia». Insomma, se non ci fossero Facebook, Instagram o TikTok, probabilmente non saremmo a spasso nelle piazze, ma seduti davanti al televisore. A.S.

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