€ 2,00 € 1,50 settimanale n. 6 21/1/2021 Gennaio 2021
con Loren Gray, TikToker da 51 milioni di follower ed Elisa Maino Luciano Spinelli Tini Stoessel Jack Dylan Grazer Kessy e Mely Marco Cellucci Jenny De Nucci Marta Losito Giorgia Malerba + molti altri
LA MODA BALLA SU TIKTOK LOREN GRAY 18 ANNI CANTANTE E STAR DEL WEB
NOI, ADOLESCENTI DIGITALMENTE MODIFICATI
Il lockdown fa desiderare ai ragazzi gli abbracci degli amici, ma li immerge sempre più nel mondo virtuale Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – AUT n° MIPA / LO – NO / 195 / A.P. / 2020 Periodico ROC. BE € 5,00. AT € 5,50. CANADA CAD 11,00. CH CT CHF 5,00. Fr € 5,20. DE € 6,50. PT € 4,50. ES € 4,50. SE SEK 35,00. CH CHF 5,50. U.S.A. $ 10,00. MC, Côte d’Azur € 5,50
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Adria Arjona
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I A M W H AT I L I V E
Adria Arjona
I L N U OVO PRO FU M O
G R A Z I A 6 SOMMARIO
14 EDITORIALE
di Silvia Grilli e la posta di GRAZIA
20 GLI INDISPENSABILI DELLA SETTIMANA
AT T UA L I TÀ 22 STAR DI COPERTINA Loren Gray: «La mia generazione ha fame di abbracci»
36 INCHIESTA La vita reale che manca nella vita digitale
40 IN PRIVATO Jenny De Nucci: «Quello che non vi voglio mostrare»
44 IL PROVOCATORE Jack Dylan Grazer: «Io alzo il volume»
50 LA VOCE DELL’UGUAGLIANZA Tini: «Ragazze, cambiamo questi uomini»
54 MAI PIÙ ESCLUSI Luciano Spinelli: «Sii più forte di chi ti isola»
56 MODELLI D’INTEGRAZIONE Kessy e Mely: «Siamo noi la nuova generazione»
59 AL RIPARO DALLE CRITICHE Marco Cellucci: «Col sorriso disinnesco l’odio»
62 NIENTE TRAPPOLE Mettiamoci al sicuro dalla Rete
64 7 TEEN / LE INTERVISTE DI ELISA MAINO Ginevra Mavilla: «L’unico stile che conta è il tuo»
66 IN LABORATORIO Gitanjali Rao: «Il nostro futuro è tutto da inventare» Foto MAX ABADIAN
70 SENZA PAURE Valeria Vedovatti: «Seguitemi perché non sono perfetta»
72 A CUORE APERTO Giorgia Malerba: «La mia musica ha trovato il suo spazio»
22 LOREN GRAY
Per la cantante e star di TikTok Loren Gray cardigan in maglia traforata su fascia e shorts (tutto Genny). Orecchino (IM/UR), collana (NeverNot); scultura Kitty Pop 2021 con cristalli Swarovski (Dan Life).
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88
LA MODA FA TIKTOK T-shirt su minigonna in denim, giacca a quadretti (tutto A|X Armani Exchange). Stivali (Larroudé).
G R A Z I A 6 SOMMARIO
74 QUI CONVIVONO LE IDEE Una casa per i creativi digitali
78 L’AVVENTURA INFINITA Sentirsi eroi è un gioco
81 INSIEME SI VINCE Stefano Lepri: «Chi gioca con me trova un amico»
84 FATE LARGO Vogliamo più di un solo lavoro
86 DISCONNESSI E noi viviamo senza social
M O DA
88 LA MODA FA TIKTOK 102 SHOPPING Come una star della Rete
106 111 112 113 114 116 117
TENDENZE Un look virtuale MODA Il destino di Charlotte LOVE Azzurro come il cielo LOVE In movimento VOTA IL LOOK LOVE Intrecci naturali MODA La bellezza ci farà
ritrovare la luce
118 STREET STYLE 120 LOVE A fior di pelle 121 MODA Nel segno di Drew 122 FASHION NEWS
B E AU T Y
124 FASCINO FLUIDO 128 BELLEZZA SOCIAL Le principesse del web
131 LOVE Le sfumature di Elodie
LIFESTYLE
132 CULTURA •Televisione •Eventi 136 GNAM Ragazzi, a tavola 139 INFINE 142 INDIRIZZI 145 OROSCOPO di Melissa P. 146 QUESTIONI DI STILE di Csaba dalla Zorza
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Foto CALEB & GLADYS
•Maria Vera Ratti •Libri •Gazzelle
G R A Z I A 6 SOMMARIO LA SOLITUDINE DIGITALE Il lockdown ha creato una generazione di adolescenti che vivono tutto o quasi solo online. Su Grazia gli esperti raccontano come la mancanza di contatti fisici stia cambiando i ragazzi.
54
36 LA VERA FORZA Il tiktoker Luciano Spinelli racconta a Grazia di essere stato vittima di bullismo e di come, con l’aiuto dei social, ha reagito contro chi voleva isolarlo.
56
MODELLI D’INTEGRAZIONE
Le gemelle e tiktoker di origini peruviane Kessy e Mely parlano con Grazia di come il loro successo possa ispirare molti ragazzi in Italia a inseguire e realizzare con impegno i propri sogni.
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GLI UOMINI DEL FUTURO La popstar argentina Tini è sempre un modello per le ragazze. A Grazia spiega perché la vera conquista sarà educare i maschi più giovani alla parità.
La tiktoker e cantante Loren Gray indossa una giacca in denim con tasche applicate e impunture (Tod’s) su una tuta tempestata di cristalli (Maxrieny by Sara Wong). TRUCCO: Michael Byron. PETTINATURE: Gabi Lopez. STYLING: Oretta Corbelli. FOTO: Max Abadian. PRODUZIONE: MPunto Comunicazione International.
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ALZIAMO LA VOCE Jack Dylan Grazer è il diciassettenne divo della serie We Are Who We Are. A noi ha spiegato perché questa pandemia ha dimostrato la forza dei ragazzi e le debolezze degli adulti.
NEL PROSSIMO NUMERO DI GRAZIA 12
ACCESSORI DI PRIMAVERA
G R A Z I A EDITORIALE
LA DIRETTRICE DI GRAZIA SILVIA GRILLI CON LA FIGLIA ANNA ROCCA.
I
LETTERE ALLA DIRETTRICE Email di Oriella Mingozzi
FAME DI ABBRACCI
o imparo sempre dalle ragazze e dai ragazzi. Imparo da mia nipote, che ha 17 anni ed è idealista e matura; da mia figlia, che ne ha solo 8 e mezzo e spesso è così saggia. Imparo da tutti i giovani che conosco, da coloro che intervistiamo su Grazia, da coloro che si confrontano con noi durante le nostre dirette sui social. Ognuno di loro è un prezioso nutrimento di emozioni e idee nuove. Sanno guardare la realtà in modo sorprendente, posseggono un grande senso della giustizia, soffrono e si rialzano, sono fragili e fortissimi. Sono loro che ci hanno spinti a ricordare che abbiamo un pianeta da difendere, ci hanno fatto vedere il valore della diversità, sanno condividere sui social anche le sconfitte e cercare l’affetto sincero degli amici. Hanno imparato a spese loro ad alzare la testa davanti ai bulli, a guardare alle persone senza il metro del genere, del colore, della taglia. A questi ragazzi, noi dedichiamo questo numero speciale di Grazia. È un momento storico difficile per tutti. Ma per loro, che si stanno formando e devono rinunciare alla scuola in presenza, lo è probabilmente ancora di più. Noi adulti abbiamo una grande responsabilità nei loro confronti: capirli e guidarli. Capirli significa non respingere a priori il loro mondo, non fare l’errore di dire «ai miei tempi era meglio». Questi tempi sono i loro tempi. E guidarli significa anche aiutarli, nella prateria digitale, a distinguere il bene dal male. Ogni intervista che leggerete su questo numero è un piccolo tesoro. Per la delicatezza e la forza delle loro parole, per la meraviglia di vedere questi giovani esseri umani aprirsi a scoperte e consapevolezze. La nostra vita, chiusi tra zone rosse, arancioni e gialle, è diventata un po’ più simile alla loro: anche noi stiamo diventando, come nel provocatorio titolo di copertina di questo numero, “digitalmente modificati”. Loro lo sono da un po’ eppure, ora che il mondo fisico è loro precluso, hanno come noi fame di abbracci. Il lockdown, che li ha immersi sempre più nella realtà virtuale, ha fatto loro sperimentare la nostalgia della presenza. Vi invito a leggere questo numero con sguardo limpido e aperto per scoprire una generazione matura e piena di ideali, che la pandemia potrà solo rafforzare. E vi invito anche a seguire o rivedere, sull’Instagram di Grazia, la nostra maratona speciale di dirette con ognuno di loro. Vi abbraccio.
Silvia Grilli 14
Nei confronti dei giovani si parla del fallimento di un Paese, della famiglia e della scuola. Si parla di solitudine, abbandono e questo disinteresse lo pagheremo più avanti. Siamo consapevoli del vuoto di valori a cui abbiamo esposto questi giovani? Ci siamo fermati al possesso delle “cose” perché abbiamo smesso di credere in noi. Le istituzioni devono riprendere in mano il ruolo di trasmissione dei valori. Serve indirizzare anche alcune economie, affinché tutelino i giovani che non siano solo considerati un bacino d’utenza. D’altro canto i ragazzi devono imparare ad avere un obiettivo e sapere che per arrivarci serviranno sacrifici, perché la vita non fa sconti, ma noi dobbiamo consegnare anche un minimo di futuro. Dobbiamo dar loro gli strumenti per non soccombere tra il bombardamento dei social e del consumismo, della vita sfrenata come anestetico. Dobbiamo rimettere insieme il puzzle dell’educazione civica, dell’istruzione e delle istituzioni. C’è bisogno di distinguere il bene e il male, di riprenderci le sensazioni intime per non sentirci zombie che si muovono a comando, magari seguendo una moda social. I giovani sono la priorità che viaggia parallela alla pandemia, non chiamiamolo solo disagio sociale, perché è il futuro di tutti. «Cara Oriella, mi perdoni se, per ragioni di spazio, sono stata costretta a tagliare la sua interessante email. Credo che i giovani siano più maturi e consapevoli di quanto si pensi. Lo dimostrano il loro impegno per la salvaguardia del pianeta, le loro idee sull’inclusione delle diversità, la loro responsabilità. In questo numero straordinario di Grazia raccontano le loro incertezze, ma anche la forza dei loro valori. Concordo con lei, Oriella, che abbiano bisogno di guida, educazione e cultura. Non possono essere lasciati soli a confrontarsi con la prateria digitale. Un abbraccio e la invito alla lettura di questo numero speciale». Email di Roberto Schioppa
Se ricordo bene Grazia aveva già reso omaggio a una fiction diversa con una stupenda copertina e un servizio dedicati a Greta Ferro, protagonista di Made in Italy, la serie sulla moda che dalle piattaforme digitali arriva su Canale 5. In questo gennaio pandemico finalmente Mediaset ci regala Made in Italy, una grande serie che celebra la moda, il grande orgoglio di questo Paese. Confesso di essere uno dei fortunati ad aver consumato l’intera serie su Amazon Prime Video, ma ho deciso comunque di rivederla. La Milano degli Anni 70, i desert boots, i loden, i palazzi Liberty e neoclassici del Quadrilatero della moda, i tagli di Fontana, ci allontanano da vaccini e mascherine proiettandoci in un’Italia funestata da tensioni politiche ma viva, capace di gettare le basi di quello che sarà un secondo boom. Difficile criticare un cast perfetto che celebra la vera Scrivi a GRAZIA: palazzo Mondadori, 20090 Segrate (MI) - EMAIL: lapostadigrazia@mondadori.it SOCIAL: facebook.com/grazia - twitter.com/grazia instagram.com/grazia_it - WEB: grazia.it
G R A Z I A POSTA protagonista: la moda, con la sua storia e i suoi protagonisti. La serie racconta i grandi Gianfranco Ferré, Giorgio Armani, Missoni e Krizia ma anche figure mitiche, sebbene poco note a chi oggi indossa un paio di Balenciaga, come Walter Albini, pioniere del prêt-à-porter. La serie racconta la costruzione di un impero capace di scardinare l’egemonia francese per proiettare Milano e l’Italia divorata dal terrorismo e dalla battaglia politica verso il benessere ludico degli Anni 80, tra spalline e lustrini, attraverso un cast irripetibile. Ci sono Margherita Buy, giornalista colta che strizza l’occhio a Miranda Priestly del Diavolo veste Prada, ma riesce a emanciparsi subito; Marco Bocci con i jeans a zampa e i foulard fotografo tra Helmut Newton e Mario Testino, poi Greta Ferro con il suo viso Anni 70. Questa serie ci fa sognare in un’epoca in cui la nostra preoccupazione è quella di acquistare tute e pigiami da indossare nelle case, chiusi per proteggerci dal virus, e ci fa concentrare sull’abbinamento mascherina-pullover. Vedere le creazioni di chi ha gettato le basi della settimana della moda ci allontana dai numeri pandemici in attesa di quando anche noi potremo nuovamente indossare abiti stupendi. «Caro Roberto, lei ricorda bene: Grazia aveva reso omaggio alla serie il 19 settembre 2019 in occasione della prima messa in onda su Prime Video. Lo avevamo fatto con una copertina e un servizio fotografico meravigliosi, con protagonista Greta Ferro. Grazie di questa sua email che è un inno alla bellezza della moda». Email di Marta Morelli
Mi chiedo come mai abbiate dato spazio a Ileana Colombo, che depreca le feste e le riunioni in amicizia. Scriveva della necessità di mettere da parte cose inutili tipo lo sport, le compere, la vita sociale e normale per tutti noi prima del virus alla ricerca (a suo dire) di un’autenticità che confina con l’isolamento. Se lei depreca questo, che vada a stare in un convento e smetta di giudicare male quelle che erano attività di sostentamento per milioni di persone. Si confonde la vita con la sopravvivenza. «Cara Marta, su Grazia cerchiamo di dare spazio a tutte le voci per creare una democrazia delle opinioni. Concordo con lei che la vita sia molto meglio della sopravvivenza. Un grande abbraccio». Email di Patrizio Pesce
Che la democrazia non stia troppo bene, lo si vede anche da come i social e i loro padroni abbiano soppiantato la politica. Che i privati decidano che i profili di Donald Trump su Facebook, Instagram e Twitter vadano censurati all’indomani dell’ingresso del suo successore Joe Biden alla Casa Bianca, è inaudito. Non sono in discussione i messaggi di Trump: pericolosi, sovversivi e l’assalto al Congresso l’ha dimostrato. Si discute se un privato cittadino, proprietario di una piattaforma che offre un servizio pubblico, possa erigersi a censore. Chi controlla i controllori? Una questione sulla quale è necessario interrogarsi. Come per la concorrenza serve un’autorità per giudicare che cosa vada censurato anche sui social. Sennò si rischia di dare un’altra picconata alla democrazia. 16
«Caro Patrizio, sui social scorre tanto odio e l’odio andrebbe censurato per tutti. La censura dovrebbe valere per Trump come per i dittatori che diffondono violenza verbale, per chi bullizza le persone magre o grasse, per chi insulta le donne, eccetera. Se io, privato, gestisco un condominio espello chi prova ad accendere la dinamite dentro il palazzo. Lo stesso deve fare, a mio parere, il privato che gestisce un social network. Però prima che la dinamite esploda, non dopo. Un caro saluto». ANIMALI DA PROTEGGERE Email di Roberto Maucci
Ho visto un articolo dove appaiono fotografie di cani infagottati in cappotti in pile, diventando così “cuccioli alla moda”. Si aggiunge nell’articolo, che “il tessuto tecnico trapuntato non interferisce con nessun tipo di movimento”, peccato però che interferisca con la traspirazione, vitale per gli animali. Appartengo all’Ente Protezione animali e mi spendo sovente per la tutela e il benessere di questi esseri viventi, troppe volte trattati come giocattoli, se non maltrattati. Il maltrattamento passa anche per il mancato rispetto delle loro esigenze. Risponde Antonella Bigotto della redazione Moda: «Gentile
Roberto, grazie per le sue osservazioni».
CARE LETTRICI, dalle vostre lettere può nascere l’idea di un’inchiesta o di nuove storie da raccontare. Firmate con nome e cognome: sarà più facile contattarvi. E… scriveteci! Con l’invio del vostro contributo dichiarate di accettare le condizioni del servizio consultabili nelle ultime pagine della rivista.
A cura di Lucia Valerio
Un duca per Grazia Ely @ely_stilediva At work with @grazia_it Al lavoro con @grazia_it!!!
Margareth @italia_fashion_margareth Bridgerton @grazia_it @silviagrilli Maila Gandini @mailagandini Regé-Jean Page attore protagonista della serie tv Bridgerton dove interpreta il Duca di Hastings Jessie @jessiemikarelli @silvia_grilli @grazia_it
GRAZIA
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di
Elsa Bonfiglio
RÉTRO La gonna midi plissé è in twill di seta con stampa floreale (The North Face x Gucci).
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PRIMAVERILE La borsa a tracolla è in pelle e rafia (Alberta Ferretti, € 860).
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POP Gli stivaletti in pelle hanno la punta affusolata decorata dal fiocco in pelle e placca verniciata tono su tono (Salvatore Ferragamo).
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OTTIMISTA La felpa girocollo ha la scritta “Walk to the sun”, cammina verso il sole (Sandro Paris, € 165). 20
ANNI 50 Gli occhiali da sole a farfalla hanno dettagli in metallo (Dsquared2 Eyewear, € 210).
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SOSTENIBILE La borsa shopper in ecosaffiano è ampia e versatile (A|X Armani Exchange).
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UNISEX Il gilet in mohair e lana vergine ha un motivo a trecce intervallate da chevron ed è impreziosito dal Pegaso e dalla “E”, simboli della maison, ricamati (Etro, € 395).
PREZIOSI I sandali sono in pelle dorata e decorati con piccoli fiori (Chanel).
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CATENA La collana a maglia ovale è realizzata a mano e galvanizzata in oro giallo (Moma Gioielli, € 395).
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LEGGERI Gli shorts in cotone sono in una fantasia a maxi fiori (Gaëlle Paris, € 79).
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G R A Z I A LOREN GRAY G R A Z I A STAR DI COPERT INA
Loren Gray ha cominciato a postare a 13 anni perché i suoi amici lo facevano. Ma solo lei, grazie a talento e determinazione, è diventata un fenomeno globale con le sue canzoni e i suoi video. Ha creato una linea di gioielli, comprato la sua prima casa e ora sogna di iscriversi all’università. In Rete è stata vittima di cyberbullismo, però ha anche trovato l’affetto di 50 milioni di fan. «Per me e i miei coetanei il web è un luogo dove sentirsi accettati», dice a Grazia. «E la pandemia ci ha fatto capire che uno smartphone non riuscirà mai a contenere la nostra voglia di vita reale» d i F E D E R I CA VO L P E d a LO S A N G E L E S foto di MAX ABADIAN s t y l i n g d i O R E T TA C O R B E L L I
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LA MIA GENERAZIONE HA FAME DI ABBRACCI
LA CANTANTE E STAR DI TIKTOK LOREN GRAY, 18 ANNI, INDOSSA TOP E SHORTS A VITA ALTA IN TESSUTO FANTASIA (TUTTO ETRO). ORECCHINO MODULARE E GIROCOLLO IN ORO RICICLATO (TUTTO IM/ Foto FOTOGRAFO FOTOGRAFO
UR). PAGINA ACCANTO: CHEMISIER IN LANA E COTONE A RIGHE CON CINTURA, SCARPE LV ARCHLIGHT IN PELLE E TELA MONOGRAM (TUTTO LOUIS VUITTON). CALZE SPORTIVE (CALZEDONIA).
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G R A Z I A LOREN GRAY
MINIABITO IN CHIFFON (ALBERTA FERRETTI). ORECCHINO MODULARE (IM/UR), BORSA A TRACOLLA MISS VIVIER E STIVALETTI CON FIBBIA DI STRASS VIV’ RANGERS GAMBALETTI (CALZEDONIA). PAGINA ACCANTO: ABITO IN SETA CON RUCHES (TOD’S). COLLANA THE MAJESTIC 2021 CON CRISTALLI SWAROVSKI (DAN LIFE).
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(TUTTO ROGER VIVIER).
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G R A Z I A LOREN GRAY
ABITO IN SETA CON SCOLLO QUADRATO, BRACCIALE E ANELLO DORATI (TUTTO VERSACE). STIVALI VIV’ RANGERS IN VERNICE Foto FOTOGRAFO FOTOGRAFO
CON LACCI E FIBBIA (ROGER VIVIER). PAGINA ACCANTO: CAMICIA DI PELLE CON RICAMI A INTAGLIO (REDVALENTINO). CAPPELLO DI FELTRO CON PERLE (GLADYS TAMEZ MILLINERY).
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G R A Z I A LOREN GRAY
BOMBER LUNGO IN NYLON A POIS SU TOP E GONNA DI MAGLIA (TUTTO MOSCHINO). COLLANA CON PENDENTE BABY OF THE FORCE CON CRISTALLI SWAROVSKI (DAN LIFE). PAGINA ACCANTO: GIACCA IN COTONE STAMPATO (VIVETTA) SU CAMICIA IN PICCOLE BALZE (TUTTO JIRI KALFAR). CAPPELLO DI PAGLIA (GLADYS TAMEZ MILLINERY), ORECCHINI (NEVERNOT), SNEAKERS WHITE ROSE AF1 CON CRISTALLI SWAROVSKI (DAN LIFE).
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SETA E GONNA A
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G R A Z I A LOREN GRAY
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uando a 13 anni Loren Gray si è iscritta sulla piattaforma musical.ly lo ha fatto semplicemente per il motivo che spinge tanti adolescenti a diventare pionieri senza neanche accorgersene: «La usavano tutti i miei amici», racconta a Grazia. «Io non sapevo neanche di che cosa si trattasse. Ho iniziato quindi a fare piccoli video con i miei compagni. E sono diventati sempre più popolari». Oggi Loren Gray ha 18 anni e 50 milioni di follower su TikTok, la piattaforma che, con un mix di musiche accattivanti e performance di ogni tipo, interpretate da giovanissimi, è diventata l’evoluzione di musical.ly, conquistando una generazione. E non è tutto. Loren è entrata nelle scuderie delle case discografiche Virgin Records e Capital Records, forte del fatto che i suoi video musicali continuano ad avere milioni di visualizzazioni. Numeri da record che questi mesi di pandemia hanno amplificato, rappresentando però anche una sfida nuova e importante per la tiktoker: «Non è per niente semplice offrire contenuti interessanti quando sei costretto a stare chiuso in casa tutto il giorno», mi racconta. La responsabilità di avere milioni di giovanissimi occhi puntati addosso e a portata di dito, Gray l’ha capita bene e non la prende alla leggera. Dopotutto fa parte della Generazione Z, quella dei ragazzi nati tra il 1996 e il 2010: loro la amano e lei ne comprende pienamente i bisogni. Quando la incontro sul set del servizio fotografico qui a Los Angeles, faccio fatica a riconoscerla. È poco più che un’adolescente, timida, con una larga tuta bianca e con il viso nascosto da un cappello a pescatore. È arrivata sul set prima del suo stesso team, è attenta e resta concentrata durante le foto proprio come una modella professionista. Loren mi parla con fervore di una generazione che vuole l’approvazione nel mondo digitale perché fa ancora fatica a trovarla in quello reale. L’equilibrio però, come mi spiega la tiktoker, non va cercato tra i due mondi, ma in noi stessi, perché la vita è quello che succede quando si spegne lo smartphone. È stato strano ritrovarsi improvvisamente e poco più che bambina con tanti occhi puntati addosso? «All’inizio sì, non capivo per quale motivo tutte queste persone mi considerassero così interessante.
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Sa, avevo soltanto 13 anni, non era l’età giusta per comprendere adeguatamente e fino in fondo che cosa mi stesse accadendo. Mi sono concentrata esclusivamente sul lato divertente della faccenda». Ora che, invece, hai 18 anni, e sei diventata una star, hai individuato i motivi per cui le persone sono così interessate a TikTok? «I contenuti di TikTok provengono direttamente dal creatore, non c’è un enorme lavoro di produzione dietro o centinaia di persone coinvolte. Di fatto chiunque può realizzare un video interessante, che diventa immediatamente virale. La piattaforma offre enormi possibilità di crescita per i giovani creativi. Inoltre i contenuti sono brevi, quindi se ne possono guardare molti e in poco tempo. In effetti è uno sbocco affascinante e divertente per moltissimi ragazzi. C’è anche un forte senso di appartenenza a una comunità sull’app e, mi creda, ci sono tanti ragazzi che si iscrivono con il solo scopo di stringere amicizia con i coetanei». Stiamo affrontando una pandemia mondiale che ci ha costretti all’isolamento. Questo ha creato una vera e propria dipendenza dai social, anche se ci ha fatto sentire la mancanza del contatto f isico con le persone. Quale credi sia il mondo reale per tanti ragazzi: quello digitale in cui molti si sono rifugiati o, paradossalmente, la pandemia ci ha fatto riscoprire l’importanza della “f isicità” nelle nostre vite? «Durante l’isolamento abbiamo cercato diversi modi per impegnare il tempo e, ovviamente, i social offrono una varietà di opzioni divertenti e soprattutto facili. Ma a dirle la verità, io ho sentito la mancanza dei luoghi e delle persone. Internet non potrà mai sopperire a quella mancanza, non potrà mai regalarti la sensazione, l’emozione di vedere qualcuno fisicamente, di abbracciarlo, di svolgere un’attività essendo fisicamente presente. Questa dipendenza dai social, esasperata in tempo di pandemia, deriva fondamentalmente dalla noia e nel mondo digitale ci siamo, ancora una volta, ritrovati tutti a condividere la stessa apprensione, lo stesso dolore per la situazione in cui si trova il mondo in questo momento. La realtà è altro, siamo io e lei sedute una di fronte all’altra qui, adesso, è la cena di Natale con la famiglia, non quella che ho fatto su Zoom con i miei genitori quest’anno. I valori veri non si trovano online. E la mia è una generazione che ora ha fame di abbracci». Con i social media è nata anche la f igura dell’influen-
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CARDIGAN CON MOTIVO TRAFORATO (GENNY). COLLANA CON CIONDOLO A CUORE CON SMALTO E DIAMANTI (NEVERNOT); SCULTURA KITTY POP 2021 CON CRISTALLI SWAROVSKI (DAN LIFE).
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cer che sembra fare gola a tanti. Ci sono inoltre persone che scelgono queste piattaforme alla ricerca della fama e chi invece si costruisce un alter ego per essere una persona diversa da chi è nella realtà. Che cosa ne pensi? «Ha ragione, queste app hanno creato tante nuove star. Guardi me, per esempio. Non avrei certamente mai pensato di poter acquistare la mia prima casa a soli 18 anni. Raggiungere tanto successo in questo modo non è infrequente ed è un aspetto incredibile. Ma io comunque resto dell’idea che ciò che la gente cerca davvero su internet sia proprio quel senso di comunità e di appartenenza di cui le parlavo prima. Tutti noi vogliamo essere accettati da qualcuno. Che questa accettazione arrivi dai fan che, in un certo senso, si prendono cura di te oppure dai compagni di scuola è relativo. Quello a cui aspiriamo tutti, secondo me, è fare parte di un gruppo e il web ha molti strumenti per esaudire questo desiderio». Mi stai dicendo che i ragazzi cercano altre possibilità, un riscatto nella realtà digitale? «Penso che si tratti di una combinazione di più elementi. Di certo è importante il fatto che nel web si possa partire da zero. E si possono incontrare tante persone come te, che ti capiscono e hanno le tue stesse passioni. Penso ai vari forum e blog di artisti che pullulano di fan, che poi tra loro stringono amicizie reali perché si sentono uniti da uno stesso interesse. Questo li fa sentire sicuri di potersi aprire alle persone con cui comunicano. Mi creda, su internet ora è più facile trovare persone con cui poter fare amicizia liberamente». Succede perché ci si sente protetti dallo schermo? «Certo, prima di aprirti completamente a qualcuno, puoi potenzialmente essere chiunque. Questo senso di protezione rende il dialogo molto più semplice, ma purtroppo rende anche l’odio più facile. Non a caso una delle piaghe contemporanee è il cyberbullismo». Tu ne hai avuto esperienza? «Sì purtroppo. Chiunque abbia successo e accesso a una piattaforma lo sperimenta tutti i giorni. Lo considero l’inevitabile rovescio della medaglia». Secondo te perché ci sono persone che alimentano l’odio in Rete e si sentono in diritto di colpire e offendere con opinioni negative individui che neanche conoscono personalmente? «C’è una marea di gente insicura, annoiata e che non si sente bene con se stessa e riversa questo ma32
lessere sugli altri, con commenti aggressivi, cattivi, proprio perché può occultarsi dietro uno schermo. Su internet è facile aprirsi tanto quanto è facile nascondersi. Mi creda, un odiatore che scrive un commento orribile sotto un post non avrebbe mai il coraggio di dire le stesse parole guardando negli occhi il destinatario di quel messaggio». Tu sei giovanissima: come affronti tutto questo? «Ripeto a me stessa che si tratta di ragazzi che hanno problemi personali, che non si sentono bene con se stessi. Mi dico che i commenti non dipendono necessariamente da come sono fatta, ma da qualcosa che io non ho causato e di cui non ho colpa. Questo, però, non vuol dire che non facciano male, anche perché gli odiatori attaccano spesso proprio le persone popolari in modo da garantirsi il pubblico più ampio possibile alle esternazioni che fanno». Quando si trattano argomenti come il cyberbullismo, sento spesso dire :“Non sono i tuoi veri amici, ignorali”. Ma è davvero possibile farlo? «Secondo me è impossibile, perché anche se spegni il telefono, sai che quei commenti tossici sono lì e ci resteranno per sempre. Personalmente cerco di trovare un giusto equilibrio tra la mia vita reale e l’utilizzo dei social, proprio per non cadere nella trappola negativa degli odiatori. Per me è difficile bilanciare i due mondi però, perché i social sono il mio lavoro, il mio impegno quotidiano da ormai cinque anni. Con il tempo ho imparato a prendermi le necessarie pause, anche perché pubblicare ogni aspetto della mia vita incoraggia sempre di più i commenti delle persone e questo può avere un peso emotivo difficile da gestire. È giusto che alcune cose, come la famiglia e gli affetti, restino private». Senti mai la fatica della tua popolarità sui social? «Costantemente. Ogni volta che pubblico qualcosa mi pongo mille domande, passo molto tempo a pensare: “Forse non avrei dovuto postare quel contenuto, forse avrei dovuto scrivere un commento diverso”. Consideri che io vivo in una sorta di reality show 24 ore su 24, sette giorni su sette. Sento molto la responsabilità di dover fornire un contenuto interessante alle persone che mi seguono e non è facile. Io cerco di non pensare al termine “icona” che molte persone mi hanno affibbiato». Non ti ritieni quindi un punto di riferimento per i tuoi i coetanei? «Sono soltanto una ragazza che lavora sodo e che cerca di essere un buon modello per i suoi followers.
ABITO IN TULLE CON MANICHE A SBUFFO E GONNA LUNGA (VIKTOR & ROLF). ANELLO (NEVERNOT), ZAINO A CUORE CON RICAMI E PAILLETTES (MICHELE CHIOCCIOLINI), Foto FOTOGRAFO FOTOGRAFO
SNEAKERS WHITE ROSE AF1 CON CRISTALLI SWAROVSKI (DAN LIFE). TRUCCO: MICHAEL BYRON. PETTINATURE: GABI LOPEZ. PRODUZIONE: MPUNTO COMUNICAZIONE INTERNATIONAL.
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G R A Z I A LOREN GRAY
«CERCO DI FAR CAPIRE AI MIEI FAN CHE NON SONO PERFETTA: HO I PROBLEMI E LE PAURE CHE HANNO ANCHE LORO»
Faccio del mio meglio. Per me è essenziale essere una brava persona e soprattutto essere sincera, perché sono consapevole di avere un seguito molto giovane e a quei teenager deve arrivare un messaggio positivo e reale. Devono sapere che non sono perfetta, che ho problemi e paure, che quasi sicuramente hanno anche loro. Non discuto mai di cose di cui non ho fatto esperienza diretta proprio per l’onestà che sento di dovere ai miei fan. Ho parlato spesso del bullismo che ho subìto a scuola a 13 anni, per esempio, e le persone che affrontano gli stessi problemi che ho avuto io li condividono con me, ne discutiamo e, quando posso, offro loro consigli e li ascolto. Cerco di far capire ai miei fan che non sono soli». Quindi hai un contatto diretto e costante con chi ti segue? «Sì. Proprio ieri alcuni miei follower mi hanno inserito in una chat di gruppo su Instagram perché una di loro ha dato il suo primo bacio e voleva alcuni consigli. Non sa quanto mi rendano felice episodi del genere, essere attivamente parte della vita di qualcuno e condividere momenti così importanti. Ovviamente ho chiesto subito alla ragazza: “Entrambi i vostri tamponi avevano dato esito negativo, giusto?”». Hai mai voglia di spegnere lo smartphone per un po’? «Sì, alcune volte puoi sentirti sopraffatto da internet, anche perché è una rappresentazione molto poco accurata della vita di qualcuno. Le persone ovviamente sui social mostrano solo le parti migliori. Soprattutto Instagram, che è una galleria di ideali di bellezza irraggiungibili e ingiusti. Le foto vengono modificate e, per quanto banale, è importante sottolineare questo aspetto perché coloro ai quali ci ispiriamo nella vita reale non sono perfetti ogni giorno. Prendersi delle pause per conoscere se stessi, i propri limiti ed essere consapevoli che ciò che vediamo sui social passa attraverso dei filtri: tutto questo è fondamentale, altrimenti si rischia di creare un meccanismo dannoso». 34
E a smartphone spento, che cosa c’è nella tua vita? «C’è una normalissima ragazza di 18 anni con tanta creatività che si manifesta in diverse forme, come la musica, per esempio. Adoro cantare ed è sicuramente qualcosa su cui desidero lavorare di più in questo nuovo anno. Ascolto di tutto, dal rap al country. Poi mi piace disegnare, dipingere e amo la moda. Ho creato una mia linea di gioielli che si chiama &always, ma adoro anche i vestiti, le scarpe, gli accessori. Magari presto mi dedicherò di più a questo». Pensi alle passerelle, magari come stilista? «Non lo so. Ho lavorato come modella in passato, o almeno ci ho provato, ma non è stata un’esperienza che ricordo con piacere. Venivo sottoposta a un regime alimentare troppo severo. Non voglio morire di fame per compiacere qualcuno. Credo che la gente oggi desideri sentirsi rappresentata emotivamente più che fisicamente. Ai miei fan non interessa sapere quanto peso, ma piuttosto che cosa ho provato in situazioni che hanno vissuto anche loro e come ho affrontato problemi che ci accomunano». Quindi che cosa ti auguri per il futuro? «Desidero sicuramente iscrivermi all’università. Da bambina sognavo di diventare un’antropologa forense e di studiare le ossa. Mio padre è uno scienziato, quindi mi piaceva ascoltarlo ed è così che mi sono interessata a queste materie. Ma credo che continuerò a studiarle solo da autodidatta. All’università credo che intraprenderò un percorso di studi mirati al business, all’economia e al marketing per conciliarli al meglio con il mio lavoro attuale. Poi vorrei avere una famiglia. Per me significa tutto, quindi sono molto orientata verso quella direzione. Sono legatissima ai miei genitori e un giorno desidero anche io avere figli. Certo sono ancora troppo giovane. Spero di poter continuare il mio lavoro e di riuscire a realizzare tutti i progetti che ancora ho in testa». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La vita
REALE
che manca nella vita
DIGITALE
Passando sempre più tempo in Rete a causa del lockdown i ragazzi hanno imparato a leggere rapidamente, a tenere sempre alta l’attenzione e a trovare nuovi modi di stare insieme. Ma per questi adolescenti digitalmente modificati, spiegano a Grazia gli esperti, la mancanza del mondo fisico e degli abbracci con i compagni sta diventando un disagio che lascerà il segno d i M O N I CA B O G L I A R D I
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a mesi gli adolescenti italiani vanno a scuola soprattutto in Rete, con la didattica a distanza. Le verifiche scritte le trovano sui moduli di Google Classroom. Da tempo ascoltano la musica sulla piattaforma digitale Spotify. Gli amici li vedono su FaceTime e in videochiamata. Le dirette streaming, di giochi o eventi sportivi, le seguono sul social Twitch. Se vogliono ballare vanno sull’app TikTok. Se condividono le foto più belle, usano Instagram. L’impegno politico si incarna spesso in una firma sul sito di petizioni Change.org. E il rito del cinema in sala è stato sostituito da film e serie su Netflix o Amazon Prime. La vita intera per molti ragazzi è in Rete, al punto che ci si chiede se la realtà di tutti i giorni, per loro, non sia solo quella che si svolge dietro gli schermi di computer e smartphone. Di certo questa generazione che copre la fascia d’età fra i 12 e i 19 non è neanche più definibile “nativa digitale”, cioè connessa dalla nascita: è qualcosa di più. Come dice il titolo del saggio Adolescenti digitalmente modificati (Mimesis) di Riccardo Scognamiglio con Simone Russo, in cui lo psicoterapeuta allude agli organismi geneticamente modificati. «Si tratta di
G R A Z I A INC HIESTA
Foto LORENZO MACCOTTA/CONTRASTO/ GETTY IMAGES
SOTTO, UNA TEENAGER SI ALLENA IN CASA DAVANTI A UN TABLET. A SINISTRA, UNA STUDENTESSA DAVANTI AL COMPUTER: OLTRE ALLE LEZIONI SCOLASTICHE A DISTANZA, I RAGAZZI ITALIANI PASSANO ALMENO QUATTRO ORE AL GIORNO IN RETE.
ragazzi non più solo figli dei loro genitori biologici ma anche della irreversibile digitalizzazione», spiega Scognamiglio, fondatore dell’Istituto di Psicosomatica Integrata. «L’interazione con la tecnologia ha cambiato addirittura le reti neurali del cervello e il modo di stare nel corpo. Il web ha trasformato il loro modo di affrontare un testo scritto: leggono 100 parole in circa quattro secondi invece di 18 secondi, come gli adulti, perché lo scorrere le pagine si è sostituito al leggere. La loro scrittura, poi, è diversa dalla nostra, che concatena le esperienze e le costruisce in modo narrativo: la loro prescinde dalla narrazione. Andiamo verso l’“uomo macchina”, in cui internet decide tutte le forme del pensiero e anche lo stare bene o male dell’Adm, l’adolescente digitalmente modificato», dice Scognamiglio, secondo il quale non bisogna guardare con sospetto, o demonizzare, gli strumenti digitali, dato che ormai non si torna più indietro. «Serve ascoltare i ragazzi», continua l’esperto, «non sono abituati a gestire le emozioni perché il loro interlocutore è un computer e non un altro essere umano. E questo non saper gestire le emozioni, se si supera la soglia di guardia, fa ammalare i corpi».
I ragazzi sono dunque intrecciati alla Rete addirittura attraverso le connessioni del loro cervello. «In effetti gli adolescenti non hanno una forte percezione della differenza tra il mondo online e quello fisico. L’ora di educazione civica digitale, presente solo in otto scuole italiane, insegna proprio a costruire la dimensione offline e ad avere un approccio attivo in Rete riguardo a passioni nate nella vita reale. Come imparare a costruire pagine Facebook sul calcio o i motorini, creare dei post, interagire con persone con le stesse passioni o acquisire conoscenze di marketing», dice Davide Dal Maso, social media coach, nelle scuole e nelle aziende, e presidente dell’Associazione Social Warning - Movimento Etico Digitale. «Così si imparano cose nuove e si trovano nuovi amici che si è stimolati a incontrare dal vivo. Avere un approccio attivo in Rete è la vera prevenzione digitale, serve a mantenere un’interazione corretta tra mondi reali e digitali. I giovanissimi, nonostante siano perennemente connessi, hanno un gran bisogno di socialità in presenza: più dell’80 per cento dei miei studenti vuole tornare il più presto possibile in aula. E questo succede proprio ora che le restrizioni alla 37
G R A Z I A INC HIESTA libertà di movimento per la pandemia hanno aumentato l’esposizione alla Rete. Il nostro Osservatorio scientifico sull’Educazione digitale rilevava nel 2019 che il 60 per cento degli adolescenti, nella fascia d’età tra 11 e 18 anni, stava al computer e al cellulare più di due ore al giorno. Nell’estate 2020, quella del Covid, il 79 per cento degli stessi ragazzi stava in Rete più di quattro ore al giorno. didattica a distanza esclusa». I ragazzi dunque sembrano aver riscoperto proprio in questi mesi quanto sia importante il cosiddetto mondo reale. Il quale comunica con quello digitale in modo sempre più stretto. Per molti esperti è importante il “come” avvengono queste interazioni, non tanto “quanto” i ragazzi sono connessi. «Padri e madri non chiedano ai figli: “Quante ore stai sulla Rete?”. Ma: “Che posti frequenti in Rete?”», dice Gregorio Ceccone, pedagogista digitale, nuova figura cui ricorrono sempre più genitori per aiutare i figli in una corretta interazione con il Web. «Va favorito l’uso proattivo del web: vuol dire non andare su un solo social network, ma su tanti, da quelli come TikTok in cui c’è fruizione orizzontale, con contenuti fatti da ragazzi per ragazzi, a quelli con fruizione verticale come Twitter e Netflix, con contenuti per adolescenti fatti da adulti. La Rete non è solo social media, ma anche siti di informazione online, come butac.it, che sta per “bufale un tanto al chilo”, per imparare a riconoscere le notizie false diffuse in internet e credute vere». Una cosa è certa: l’anno della pandemia ha intensificato l’integrazione tra i due mondi. Internet ha aiutato un’intera generazione nella scuola, nei rapporti con gli amici, nel riempire i momenti vuoti delle giornate. Ragazzi che di sicuro hanno aumentato, in quanto a ore quotidiane, la presenza in Rete. La ricerca “Giovani e quarantena” dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche ha sondato 10 mila ragazzi tra gli 11 e i 21 anni. Il 35 per cento ha dichiarato di essere sempre connesso. Eppure il 74 per cento ha percepito un senso di solitudine. «Alla lunga le distanze digitali diventano distanze sociali. Se il digitale esaurisce il reale, se i ragazzi sono circondati solo da amici virtuali che mettono sempre “like”, e se per il loro compleanno ricevono pacchetti di follower venduti da aziende specializzate, finiscono per isolarsi», dice Giuseppe Lavenia, presidente dell’associazione. «In Italia ci sono fino a 200 mila adolescenti che vanno lentamente verso l’isolamento sociale, una delle manifestazioni della dipendenza digitale. Innescata spesso dall’incapacità
di gestire attese e frustrazioni, quando le risposte dalla Rete non giungono. La notifica, che segnala l’arrivo di qualcosa, è un classico esempio di meccanismo digitale che può creare dipendenza». E i ragazzi che cosa dicono della loro vita reale digitale? «Tutto ciò che è digitale è reale, ma non deve strabordare. Nei lockdown, in cui c’è una sola opzione, il digitale, ho capito quanto sia importante poter scegliere se vedere gli amici dal vivo o in videochiamata», dice Federico Alcamo, 18 anni, liceale romano. «Non bisogna farsi risucchiare dalla Rete, che per esistere ha bisogno di spettatori che rimangono passivi per tante ore. Con la mia pagina di poesia su Instagram, che mi ha fatto conoscere nuovi amici, cerco di essere il più attivo possibile, così mantengo una sana distanza tra i due mondi». «Di giorno sono su Instagram a vedere le Storie degli amici, e poi messaggio con loro, su IG o su WhatsApp. Sui mezzi pubblici ascolto Spotify. La sera mi rilasso con Youtube o Twitch, meno impegnativi. Ogni momento della giornata ha il suo social», dice la vicentina Giulia Mauriello, 17 anni. «La Rete è parte irrinunciabile del mio quotidiano, ma è un altro mondo rispetto a quello reale. Primo perché sui social trovi solo il meglio della vita delle persone, che sembrano tutte felici e perfette, mentre l’esperienza vera è fatta di gioie e delusioni. E poi perché la Rete ti spia: sui social trovi suggerimenti su cose che ti potrebbero interessare e che avevi cercato su Google, e anche post e foto sponsorizzati. La Rete è un’azienda, per questo resta una dimensione diversa dalla tua vita reale». E chi proprio quest’anno è sbarcato sui social la differenza, nell’anno del lockdown, l’ha vista subito: «Sono arrivato su Instagram a inizio lockdown, ho un profilo su TikTok, guardo su YouTube il rapper Fedez e il videomaker Luis Sal, uso i videogiochi», dice Matteo Fiorini, 14 anni, liceale di Verona. «In totale, i genitori non mi permettono di superare le tre, quattro ore online, Dad esclusa. Ma in quarantena ho esagerato, ho rischiato di scambiare il mondo digitale per quello reale, avevo insonnia e mal di testa. E poi, finito in giugno il lockdown, facevo fatica a riprendere la vita normale, a uscire di casa. Non è vero che il numero di ore che passi in Rete non sia importante. Quando, su consiglio di un medico, in famiglia mi hanno obbligato a disconnettermi alle 19, sono tornato a stare bene. E a vedere che la mia vita vale perché ci sono tante cose, belle perché diverse tra loro». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ogni post attiva la dopamina Ogni volta che interagiamo sui social, si modifica la chimica del cervello e del sistema nervoso. Prendiamo un ragazzo che ha appena scritto un post e che sta aspettando la reazione dei suoi follower: nell’attesa, mentre tiene d’occhio le notifiche, nel suo corpo si attiva la dopamina. È la sostanza che incide sul nostro senso di soddisfazione ma anche sulla qualità del sonno. Appena arrivano le prime reazioni al messaggio postato, ecco che nel corpo del ragazzo vengono liberate le endorfine, le sostanze che diffondono un senso di benessere. Questi meccanismi chimici, però, possono alimentare in alcune persone la dipendenza digitale: hanno bisogno di rimanere sempre connesse. Secondo l’Associazione nazionale Dipendenze tecnologiche i segnali d’allarme di questo disturbo sono: insonnia, difficoltà di concentrazione, abbandono degli altri hobby, cambiamenti repentini dell’umore, irritabilità.
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G R A Z I A IN PRIVATO
Quello che non vi voglio
MOSTRARE Per Jenny De Nucci prima c’è stato il reality Il Collegio, poi sono arrivate serie tv come Un passo dal cielo e anche un libro. Ma essere diventata improvvisamente popolare ha costretto l’attrice a delle scelte: che cosa condividere con i fan? «Mio padre mi consigliava di non dire tutto sui social», racconta, «solo dopo ho capito che aveva ragione» d i A N N A L I A V E N E Z I A f o t o d i L U I S A C A R C A VA L E
È
diventata popolare nella prima edizione de Il Collegio, su Rai Due, e da allora non si è più fermata. Jenny De Nucci, 20 anni, ha sempre avuto il sogno di fare l’attrice e sembra esserci riuscita. Dopo aver fatto parte del cast di Don Matteo 12 a fine febbraio sarà ancora protagonista di Un passo dal cielo, la serie di Rai Uno alla sesta stagione. Sui social è sempre stata molto presente, su Instagram ha un milione 300 mila follower, mentre su TikTok spopola con oltre 2 milioni 200 mila fan. Ha anche scritto un libro, Girls. Siamo tutte regine (De Agostini), abbastanza autobiografico, in cui racconta le emozioni della vita di un’adolescente, tra contrasti con i genitori, invidia e incomprensioni degli amici. E con delle specialissime consigliere di nome Cleopatra, Evita Perón (come l’ex first lady argentina) e Nadia Comaneci (l’ex campionessa di ginnastica rumena), per dirne alcune. Tra le sue passioni c’è anche la danza, che ha studiato a Limbiate, il paese della Brianza in cui ha vissuto con la famiglia prima di trasferirsi a Roma. Danzi, reciti, scrivi libri. Chi sei davvero? «La recitazione è la mia passione più grande, ma mi piace anche scrivere racconti. Inoltre sogno di scrivere sceneggiature, un ruolo non esclude l’altro». Ti piacciono più le commedie o i ruoli drammatici? «Tutti dicono che ho i tempi giusti per la commedia, ma i ruoli drammatici sono la mia passione». Tre aggettivi che ti def iniscono. «Creativa, pacifica, centrata e leggera. Mi scusi, sono quattro».
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Un difetto? «Tendo a fidarmi troppo degli altri e fin da subito. E poi quando voglio bene, soprattutto agli amici, mi concentro molto sull’altra persona più che su ciò che desidero io». Sembri altruista. «L’ho imparato. Mia madre da sempre va in India, negli orfanotrofi, per aiutare le bambine delle famiglie più povere. Fin da piccola ho avuto il suo esempio a casa. Anche se certe volte è giusto pensare a che cosa si desidera davvero». E tuo padre invece che cosa ti insegna? «La frase che mi ripete più spesso è: “Non perdere la concentrazione su di te”». Una famiglia interessante. «Sì, anche se a scuola i miei coetanei, vedendomi diversa, mi escludevano. Fin dalla quarta elementare ho ricordi di schieramenti contro di me, perfino da parte dei genitori dei miei compagni di classe. Ero brava a scuola, lo sono sempre stata, ma venivo etichettata come una strana: in realtà ero solo una bambina felice, come lo devono essere quelli di 8 anni». Il momento più brutto? «Ricordo un compleanno organizzato dalla mia mamma a cui non si presentò nessuno. Non lo davo a vedere, ma la notte piangevo sola nel letto». La soluzione qual è stata? «Era un comportamento tossico da parte degli altri, così i miei mi hanno fatto cambiare scuola. Ero solo estrosa, col tempo ho trovato chi mi ha compresa. E amato la mia diversità». Dopo il liceo che cosa hai deciso di fare?
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L’ATTRICE JENNY DE NUCCI, 20 ANNI.
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G R A Z I A JENNY DE NUCC I «Sono abituata a viaggiare e vorrei prendere una laurea in Interpretariato. Da piccola guardavo Disney Channel in inglese e conosco bene la lingua. Amo lo spagnolo, il francese e trovo il tedesco affascinante. Ora ho preso un periodo sabbatico per capire qual è la mia strada. Recitare è il mio futuro più prossimo». Dai social ho notato che suoni l’ukulele, uno strumento simile a una piccola chitarra. «Fin da piccola suono il pianoforte e canto. Durante il lockdown, in cui siamo stati chiusi in casa, io e mio padre ci siamo divertiti a strimpellare: l’ukulele sembrava uno strumento facile da ordinare su Amazon». Com’è nata la tua passione per i social? «Dopo Il collegio è cambiato tutto, era il 2016, la prima edizione assoluta. Da lì ho avuto un gran numero di fan con cui ho mantenuto un dialogo». Dopo quattro anni sui social che cosa hai imparato? «Che non si può piacere a tutti. È bello condividere, ma ci sono aspetti che devono rimanere privati. Chi ti segue vuole sapere tutto di te, ma non è giusto. I miei genitori, fin dall’inizio, mi hanno sconsigliata di farlo, sostenendo che da grande me ne sarei pentita e li ho ascoltati. Ora ho capito che avevano ragione». Che cosa invece ti dà più soddisfazione? «L’affetto dei fan. Ispirare gli altri mi rende felice».
«A scuola ero quella “strana”. Ricordo una festa di compleanno a cui non si presentò nessuno»
Che cosa ti indispettisce? «I profili finti che mi insultano. Li trovo patetici. So che dietro si nasconde qualcuno che mi conosce e che non ha il coraggio di dirmi le cose in faccia». Come ti comporti con gli odiatori della Rete? «I social sono a volte un campo di battaglia, cerco di espormi poco. Se attaccano un amico lo difendo ma so che non sempre servirà. Esistono delle “drama queen”, persone che scaricano la loro rabbia sul web». Tu li blocchi o rispondi? «Intanto distinguo. Ai maleducati che usano un linguaggio sbagliato non rispondo o li blocco. All’inizio rispondevo a tutti con grande dispendio di energia. Con il tempo ho capito che ci sono persone che non sanno interagire con gli altri, accetto solo commenti costruttivi. Non ho bisogno di energie negative». Il consiglio migliore da chi lo hai ricevuto? «Da mio padre. Mi ripeteva spesso: “Non permettere a nessuno di spegnerti il sorriso” ». Un consiglio pratico? «Sempre di mio padre che, riferendosi ai contratti di lavoro, dice: “Finché non c’è la firma sul foglio, non si parla in pubblico”. È una questione di risparmio di energia». Che cos’hai imparato da una delusione? «Ho capito troppo in fretta che le persone vogliono vedere che stai bene, ma non vogliono vedere che stai meglio di loro». Come ti immagini tra qualche anno? «Serena come lo sono adesso. Sogno l’accademia di recitazione a New York, ma una casa fissa a Roma». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN FEBBRAIO JENNY SARÀ PROTAGONISTA DELLAA SERIE UN PASSO DAL CIELO (RAI UNO).
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IO ALZO LA VOCE
Lo abbiamo visto adolescente inquieto nella serie firmata da Luca Guadagnino We Are Who We Are. Oggi Jack Dylan Grazer a 17 anni è un modello per tanti giovani pronti, anche con i social, a cambiare il mondo dei propri genitori. «Gli adulti spesso ci sottovalutano», spiega il divo a Grazia, «ma la pandemia sta mettendo in luce tutte le loro fragilità. E ora tocca a noi inseguire il futuro»
d i F E D E R I C A V O L P E d a L O S A N G E L E S f o t o d i N I H AT O D A B A S I s t y l i n g O R E T TA C O R B E L L I
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L’ATTORE CALIFORNIANO JACK DYLAN GRAZER, 17 ANNI INDOSSA PANTALONI E GIACCA (MOSCHINO) E CAPPELLO (GLADYS TAMEZ MILLINERY).
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G R A Z I A JAC K DYLAN GRA ZER
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on ha mai avuto un piano B e lo confessa con candore. «Ho sempre solo pensato che sarei diventato un attore», mi racconta Jack Dylan Grazer, che a 17 anni è una delle giovani star più promettenti. La sua è una di quelle carriere che profumano di prodigio. A 14 anni era nel remake del classico horror It, dal romanzo di Stephen King, e a 16 tra i supereroi di Shazam!. Per molti è il nuovo Timothée Chalamet e il paragone non è privo di senso. È stato infatti guardando il venticinquenne collega nel film Chiamami col tuo nome che in Grazer è scattato il desiderio di poter lavorare con il regista italiano Luca Guadagnino. Sogno che si è realizzato: Jack Dylan è protagonista della serie We Are Who We Are, trasmessa su Sky Atlantic e diretta proprio da Guadagnino, che segue le vicende di due adolescenti americani in una base militare statunitense a Chioggia, in provincia di Venezia. Jack è un ragazzo molto aperto e diretto. Durante la nostra chiacchierata capisco che i giovanissimi come lui, con la sua passione e le sue idee, possono concretamente gettare un ponte tra generazioni che sembrano avere ancora difficoltà a incontrarsi. «Sa perché amo fare l’attore? Sul set siamo tutti esseri umani, non c’è gerarchia, nessuno è superiore all’altro», spiega. «Ognuno è bravo nel suo ruolo se si sente a suo agio e in pace con se stesso. Nel mondo reale dovrebbe accadere la stessa cosa. Ma sono fiducioso, però, perché i movimenti degli ultimi anni, da quello antimolestie del #MeToo al Black Lives Matter che combatte le discriminazioni, hanno generato una maggiore empatia tra le persone. Si comunica e soprattutto ci si ascolta di più». La pandemia, però, sta cambiando molti nostri comportamenti. Che effetti ha su di te? «Io sto cercando di essere il più attivo possibile. Anche mentalmente. Non è facile in questa situazione restare concentrati. Mi mancano molto la scuola, anche i professori. Per ora sto frequentando a distanza, ma è incredibile pensare che l’anno scorso a quest’ora avrei potuto incontrare una persona per la prima volta senza dovermi preoccupare di dov’è stata negli ultimi 14 giorni. Spero di tornare quanto prima ad abbracciare i miei compagni
senza aver paura di un gesto così bello e mi auguro anche che questa pandemia ci insegni a non dare più nulla per scontato e a trovare il giusto equilibrio tra il concentrarsi su se stessi e sugli altri» Durante l’isolamento, molti ragazzi, forse spinti dalla noia, hanno sviluppato una vera dipendenza dai social. Che cosa cercano i giovani in una realtà virtuale? «Sentiamo tutti, comunque, il bisogno di esperienze autentiche. Avere tutte queste informazioni a portata di dito è travolgente. Ma tutto quello che vediamo sui social media non rappresenta la realtà, anche se le persone si fidano fin troppo di internet. Sul web troviamo molte informazioni utili, ma ormai chiunque può parlare di tutto, stravolgerne o edulcorarne il significato. In ogni caso credo che i ragazzi sui social cerchino la conferma che ci sono altre persone che vivono nello stesso modo e provano le identiche emozioni». I social propongono immagini e modelli di riferimento molto precisi. Chi non si adegua è spesso vittima di bullismo. A te è mai capitato? «Alle elementari e alle medie ho avuto a che fare con dei prepotenti e all’epoca ne avevo paura. Ho dovuto parlarne con i miei genitori e chiedere aiuto. Mi sentivo come un pesce che nuota in un acquario gigante. Ero molto solo. Ricordo di aver iniziato a usare l’umorismo e le battute per sventare gli attacchi più aggressivi. Ripetevo a me stesso che non ero la persona che gli altri deridevano. Avevo i miei traguardi da raggiungere e sarebbe stato stupido lasciare che qualcuno mi frenasse. Quando sei bullizzato molti ti ripetono : “Lascia che ti scivoli addosso”, ma non è affatto facile ed è proprio questo che fa male. Ci vogliono anni per imparare a conoscere se stessi e per arrivare ad accettarsi e ad amarsi tanto da riuscire a difendersi da soli. Bisogna essere molto strutturati, avere valori forti alle spalle e qualcuno che ti aiuti a capire che quelle offese non possono definire chi tu sia veramente». Credi che la pandemia abbia aiutato le persone a riscoprire l’importanza di essere attivi non solo sulle piattaforme digitali? «Assolutamente sì. Io mi sono reso conto di aver dato per scontato ogni contatto fisico perché mi sembrava una cosa talmente naturale, come assaggiare il cibo dalla forchetta di un amico senza il timore di poter essere infettato da un virus. Mi manca tutto ciò che reputavamo normale. Questa pandemia ci ha insegnato lezioni importantissime, ma credo che tutti ne abbiamo abbastanza ora,
«Mi mancano la scuola, i professori e incontrare persone nuove senza preoccuparmi di dove siano state nelle ultime due settimane»
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JACK DYLAN GRAZER È PROTAGONISTA DELLA SERIE WE ARE WHO WE ARE, DIRETTA DA LUCA GUADAGNINO E TRASMESSA SU SKY ATLANTIC. QUI INDOSSA FELPA E PANTALONI (VERSACE).
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G R A Z I A JAC K DYLAN GRA ZER G R A Z I A JAC K DYLAN GRA Z ER L’ATTORE JACK DYLAN GRAZER INDOSSA GIACCA E PANTALONI SPORTIVI (FILA) E SNEAKERS (VERSACE). PHOTO ASSISTANT: KINSEY BALL E CAN SUSLUOGLU. GROOMER: SONIA LEE FOR EXCLUSIVE ARTISTS USING ORIBE HAIRCARE. MPUNTO COMUNICAZIONE INTERNATIONAL & PLATFORM PR.
«Spesso professori e genitori non capiscono i nostri problemi perché sono cresciuti in un tempo molto diverso, senza social e tecnologia»
scalpitiamo per uscirne il prima possibile. Voglio la vita di prima quando c’erano più possibilità da esplorare e meno restrizioni. L’aspetto che mi fa essere ottimista è vedere tanta gente che, adattandosi alle nuove regole, continua a produrre e a creare arte. La pandemia potrebbe dar vita a un secondo Rinascimento». La tua generazione, come tutti,vuole tornare a vivere, ma forse tanti ragazzi come te hanno proprio fretta di crescere, non credi? «È vero e secondo me deriva dal fatto che noi adolescenti in questo momento difficile stiamo subendo molto i problemi e le fragilità degli adulti e tutto questo ora fa più rumore di prima. Credo che i giovani siano stanchi di essere sempre sottovalutati e fraintesi e abbiano finalmente iniziato ad alzare la voce per farsi sentire, perché è giusto e perché i nostri problemi contano». Davvero pensi che gli adulti abbiano poche risposte per la tua generazione? «Noi ragazzi stiamo crescendo più in fretta rispetto al passato. Stiamo affrontando situazioni completamente nuove e per le quali non sempre siamo pronti. Immagino che sia complicato per i nostri genitori rapportarsi con noi su molti problemi. In ogni caso anche noi sbagliamo perché ovviamente non abbiamo la maturità e l’esperienza. 48
Inoltre ci sentiamo frustrati perché crediamo di sapere tutto e invece sbagliamo. Quello che voglio dire è che spesso professori e genitori non capiscono i nostri problemi perché sono cresciuti in un tempo molto diverso in cui i social e la tecnologia non avevano un impatto così prepotente sulla vita degli individui come accade oggi». Quindi com’è possibile far incontrare le due generazioni? «Penso che conti molto come si viene educati. Prendiamo un argomento come l’uguaglianza di genere per cui oggi ci battiamo molto più rispetto al passato. Noi esseri umani veniamo plasmati da stimoli e insegnamenti che ci vegono forniti dalla società. Se nel corso degli anni non avessero insistito fino allo stremo su un concetto come “gli uomini devono amare le donne e le donne devono amare gli uomini”, oggi non ci sarebbe da lottare contro le discriminazioni sessuali o di genere. Perché l’attenzione si concentra ancora sull’identità sessuale di chi ama o di chi viene amato, quando l’unica cosa importante dovrebbe essere solo il concetto d’amore. Nasciamo e cresciamo all’interno di confini già tracciati e che ci modellano, ma quando penso alla mia generazione, mi piace credere che stiamo cancellando questi limiti. Questo davvero è il momento di combattere per una nuova realtà». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A LA VOC E DELL’ UGUAGLIAN ZA
RAGAZZE CAMBIAMO QUESTI UOMINI È diventata famosa con il ruolo di Violetta nella serie tv della Disney. Oggi Tini è una popstar, ma anche un punto di riferimento per milioni di adolescenti. Orgogliosamente femminista, la cantante argentina dice a Grazia:«Siamo sempre più consapevoli della nostra forza e insegneremo ai maschi che la parità è una conquista per tutti»
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elenco delle piccole star di Disney Channel che hanno sbandato nel momento di passaggio alla vita adulta è lunghissimo. A parte i casi estremi di quelle che non si sono più riprese (Britney Spears), la maggior parte ha attraversato almeno una fase di crisi o di eccessi ( Justin Bieber) oppure, a un certo punto, ha pensato bene di chiudere con il passato sbattendo la porta in faccia agli ex giovanissimi fan (Miley Cyrus). Tini, invece, ha saputo congedarsi da Violetta, il personaggio della telenovela per adolescenti che l’ha resa una celebrità internazionale, in modo graduale e talmente abile che, a ripercorrere i passaggi, è impossibile non vederci una strategia. La prima manovra di sganciamento a 17 anni, con
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l’uscita della sua autobiografia, Semplicemente Tini, un’occasione per fare un bilancio dei suoi primi cinque anni da star. Due anni dopo, nel 2016, il congedo definitivo da Violetta con il film Tini, la nuova vita di Violetta, una commedia romantica in cui si mescolavano fiction e realtà (finiva, non a caso, proprio con l’annuncio del suo nuovo nome d’arte, quello di nascita è Martina Stoessel) e arrivava in contemporanea con il lancio del primo album della “fase due” della sua carriera, intitolato appunto Tini. Oggi, a 23 anni, la cantante è forse la celebrity argentina più famosa al mondo, può pensare al futuro con la consapevolezza di aver superato la fase più difficile e di poter contare su una solida base di fan, 15 milioni di follower su Instagram, fra cui moltissime ragazze.
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LA CANTANTE E ATTRICE MARTINA STOESSEL, 23 ANNI, CONOSCIUTA COME TINI.
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LA CANTANTE ARGENTINA TINI. IL SUO ULTIMO ALBUM È TINI TINI TINI.
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Foto GABY HERBSTEIN
«Questo ultimo anno ci ha insegnato qualcosa di importante: non possiamo fare a meno gli uni degli altri»
G R A Z I A T INI
Per loro, ha pubblicato il suo terzo album, intitolato Tini Tini Tini, che è uscito lo scorso dicembre. Un progetto che ha definito speciale. «Ci abbiamo lavorato due anni ed è stato, per me e per la mia squadra, un momento di crescita. Amo ognuna delle canzoni, volevo aprirmi a tutti i tipi di musica, senza limitarmi a un genere particolare», dice. Quanto agli argomenti dei testi, spiega: «Le idee sono nell’aria, nel mio caso si tratta di acciuffarle e trasformarle in canzoni. Non sono sempre legate a esperienze personali, molte volte nascono dall’immaginazione, lascio che le persone le interpretino in base alla sensibilità di ciascuno». Tini parla a un ritmo velocissimo. Ma quando affronta argomenti che ritiene particolarmente importanti, s’interrompe più volte per riflettere e si sforza di riformulare lo stesso pensiero con parole diverse, per essere certa che non ci siano fraintendimenti. Ci tiene molto a def inirsi femminista. Che cosa signif ica questo termine per lei e per le ragazze della sua generazione? «La lotta per cambiare il nostro ruolo nella società è cominciata molto tempo fa. Abbiamo avuto grandi donne che ci hanno indicato la strada da percorrere per arrivare all’uguaglianza, che ci hanno fatto sentire forti, in grado di affrontare qualunque sfida. Ma dobbiamo continuare a impegnarci e, in questo senso, non solo le ragazze sono sempre più consapevoli e sempre più unite, ma trascinano anche tanti giovani uomini che sentono di voler cambiare. Perché un rapporto paritario fra i sessi è una conquista per tutti». Quando ha cominciato a riflettere sulla questione della parità? «Nella mia famiglia è sempre stato chiaro che non c’erano differenze tra i sessi. Mia madre e mio padre hanno sempre avuto un grande rispetto nei confronti l’una dell’altro. Ho avuto la fortuna di crescere in una casa dove non mi sono mai sentita inferiore per il fatto di essere donna. Ma, con il tempo, ho capito che non tutte avevano vissuto la mia stessa esperienza. Ancora oggi sono tante, troppe le vittime del machismo. La disuguaglianza crea grandi sofferenze, molte donne vengono addirittura uccise». L’esempio in famiglia gioca un ruolo importante? «Certo. I valori che ti vengono insegnati fin da piccolo sono decisivi: il modo in cui sei stato educato, gli esempi con i quali sei cresciuto. Sogno un mondo nel quale tutti abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità. E credo che sia una strada a senso unico, perché, senza dubbio, le nuove generazioni stanno condividendo con i propri figli questi valori di uguaglianza. Inoltre, mi auguro che la crisi che il mondo ha vissuto nell’ultimo anno ci abbia insegnato qualcosa di importante: non possiamo fare a meno
gli uni degli altri». Nel mondo della musica esiste la solidarietà fra donne? «Sì. L’unione fra artiste c’è ed è forte. Anche se le eccezioni ci sono. A volte, capita di essere attaccate per aver fatto, o non aver fatto, qualcosa. Non è giusto: se con la mia scelta non faccio del male a nessuno, non dovrei essere giudicata o criticata. Dobbiamo collaborare se vogliamo rafforzare la presenza femminile nel mondo della musica e dello spettacolo. Ma, ancora più importante, dobbiamo darci una mano in qualunque ambito. Soltanto in questo modo rafforzeremo i nostri diritti». Quali sono i modelli ai quali guardava quando era una ragazza? «Il mio più importante punto di riferimento è stata la popstar Beyoncé. Trovo che sia una donna e un’artista straordinaria e sono felice di essermi potuta ispirare a lei. Tutti abbiamo bisogno di esempi per crescere, di persone che ci aiutino a capire che cosa vogliamo fare nella vita, chi vogliamo diventare. Io mi sono nutrita di quello che vedevo e sentivo intorno a me fin dall’infanzia. Lo faccio ancora oggi». I social sono un luogo dove gli adolescenti trovano ispirazione, motivazioni? «Possono esserlo. Parlo spesso con le mie amiche di come senta una differenza rispetto a chi ha qualche anno meno di me. Io ho cominciato ad avere un profilo social a 15 anni, prima su Twitter e, poi, su Instagram. Il bello dei social è che danno a tutti l’opportunità di comunicare con il resto del mondo: possiamo condividere senza filtri i nostri pensieri, quello in cui crediamo. Prima, potevi far sentire la tua voce solo con la mediazione di qualcuno». Nessun aspetto negativo da segnalare? «Oltre al fenomeno del cyberbullismo, che tutti, purtroppo, conosciamo molto bene, credo che i social possano far aumentare, negli adolescenti, la depressione. Online ti raffronti con quello che vedi e, a volte, finisci per credere di essere da meno. È molto importante che i genitori stiano accanto ai figli, il sostegno emotivo della famiglia non deve mai mancare». La sua famiglia ha ancora un ruolo importante? «Ho iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo quando ero solo una bambina. Penso che tutte le persone che hanno avuto un’esperienza simile alla mia abbiano momenti in cui sentono il bisogno di “staccare” e di rifugiarsi in famiglia. Non si può lavorare e basta. I miei genitori me l’hanno sempre detto: “Tieni da conto le persone che ti sono care, perché il successo, i soldi, la fama sono inutili se non si ha qualcuno con cui condividerli”». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A MAI PI Ù ESC LUSI
Sii più forte di chi ti isola
Oggi Luciano Spinelli è la star di TikTok che intrattiene milioni di ragazzi con le sue challenge. Ma non ha dimenticato gli anni in cui era un bambino che soffriva di solitudine e veniva preso di mira dai compagni prepotenti. «Non dicevo niente ai miei genitori e mi sentivo sbagliato», ricorda, «oggi cerco di far capire che ciascuno è diverso ed è bello così»
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di ALESSIA ERCOLINI
ra i suoi video di maggior successo c’è quello in cui deve fare tutto ciò che gli ordinano altri amici influencer per 24 ore, tipo mangiare una pizza alla pesca e acciughe con le mani legate. Luciano Spinelli, 20 anni, recita, canta e balla, scrive e disegna, è un ragazzo divertente ed è l’idolo di ragazzi più piccoli che lo seguono sul suo canale YouTube, dove ha oltre 730 mila iscritti, 1,9 milioni di follower su Instagram (noto come @spnlnv) e oltre 7,7 milioni su TikTok. «Amo l’arte in ogni forma. Faccio il creator e nei miei video metto sempre tutto me stesso», dice a Grazia. Luciano Spinelli ha scritto anche due libri, Per sempre e Insieme. Il mio diario nelle vostre mani (Rizzoli), e fa di tutto per sensibilizzare i fan sul tema del rispetto, lui che da ragazzino ha sofferto moltissimo per la ferocia dei suoi coetanei. «Ho vissuto sulla mia pelle episodi di bullismo e so come ci si possa sentire soli. Ciò che mi interessa è far passare messaggi positivi attraverso la chiave comica e l’ironia, perché arrivino al cuore di tutti». Com’è stata la tua adolescenza? «È stato un periodo molto difficile. Ho vissuto episodi di bullismo fin da quando andavo all’asilo. È strano, da piccolo non te ne rendi conto, ma da grande ci ripensi e capisci quanta importanza possano avere certi comportamenti su di te». All’asilo un bambino è indifeso. «Ricordo un episodio, anche se avevo solo 3 anni, perché in quel caso mi sono rotto una gamba. Mi piacevano le principesse e i maschi per questo mi prendevano in giro. Un giorno mi hanno detto che sopra una pila di brandine c’erano dei personaggi Disney, mi sono arrampicato, poi per gioco loro le hanno spinte giù, sono caduto e mi sono rotto il femore. Il vero bullismo, però, è arrivato durante le elementari e le medie, gli anni più difficili. Ero fragile, avevo paura di rimanere solo e facevo di tutto per piacere agli altri. Poi sono cresciuto e maturato, anche grazie a queste esperienze. E oggi c’è una cosa che voglio far capire ai ragazzi che mi seguono». Quale? «Che il bullismo non è soltanto prendere in giro gli altri, ma ha forme più sottili. Ognuno di noi vive a modo suo le critiche, una cosa può lasciare qualcuno indifferente e fare male ad altri. Quindi dico sempre: non fate mai agli altri ciò che non vorreste venisse fatto a voi. Ci sono persone che si sentono deboli e, pur di non restare sole, magari fanno gruppo con quelli che si comportano male con gli altri. C’è chi viene
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allontanato perché non ha i jeans firmati o ha gusti diversi». Tu come ne sei uscito? «Mi sono analizzato tanto e cerco di vedere il lato positivo anche di quella fase della mia vita». I ragazzi ricevono aiuto dalla famiglia? Tu ci sei riuscito? «Fino alla terza media non ho mai parlato ai miei genitori di ciò che stavo vivendo. Finché una mattina mio padre, cioè Giampaolo, il marito di mia madre che però considero come un papà, mi ha accompagnato a scuola e io non volevo scendere perché c’erano i bulli. Avevo paura e ho avuto un attacco di panico. Tremavo. Lì i miei si sono resi conto della reazione eccessiva e hanno parlato con il preside». Per quale motivo ti deridevano? «Ero basso, sembravo più piccolo rispetto all’età che avevo. Quando tornavo a casa c’erano tre ragazzi dietro di me che sputavano sulla mia cartella, e dato che sono sempre stato un tipo molto sensibile, mi chiamavano “omosessuale”, termine che usavano come insulto. Questo mi faceva allontanare dagli altri ancora di più, non mi volevano. Io avevo il terrore di essere escluso. Mi chiudevo ancora di più in me stesso. Nessuno, in classe, voleva sedersi accanto a me. Quando succedono episodi simili inizi a odiare te stesso, a chiederti che cos’hai di sbagliato. Ma non c’è niente che non va. Ed è ciò che oggi cerco di far capire ai ragazzi che mi seguono, che nessuno è sbagliato, ciascuno di noi è diverso ed è bello così. E per prima cosa dico di parlarne ai genitori. Sempre». Oggi il tuo successo mondiale è una forma di riscatto? «Già, però dopo i primi video mi scrivevano “sei un fallito”. Ho cominciato per gioco in seconda superiore, facevo ginnastica artistica a livello agonistico, mi sono rotto il braccio e non sapendo come passare il tempo ho registrato una specie di diario su YouTube. Non pensavo a diventare famoso, ma essendo timido, volevo parlare a qualcuno senza espormi. Ho lavorato sulla fiducia in me stesso e oggi sono sereno». I tuoi genitori che cosa pensano della tua notorietà? «La mia mamma mi ha seguito fin da subito. I genitori devono controllare i figli. E io ho contribuito al progetto di TikTok della Guida all’uso sicuro di TikTok, l’app più creativa del momento (in collaborazione con Unione nazionale Consumatori e la psicologa Maura Manca, ndr). Una sorta di vademecum per mamme e papà per aiutare i figli a usare la piattaforma in totale sicurezza». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
LUCIANO SPINELLI, 20 ANNI, È NATO A MONZA. HA PUBBLICATO IL SUO PRIMO VIDEO SU YOUTUBE NEL 2015.
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G R A Z I A MODELLI D’ INT EGRA ZIONE
Siamo noi la nuova
GENERAZIONE
Kessy e Mely sono le gemelle di origine peruviana seguite da milioni di persone grazie ai loro balli su TikTok. «In Italia siamo tra le poche ragazze figlie di stranieri ad aver raggiunto questo risultato», raccontano. «E per tanti nostri coetanei siamo l’esempio che lavorando sodo si possono realizzare i propri sogni» di ALESSIA ERCOLINI
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ono affiatate e solari. E sono gemelle. All’inizio fare balletti per loro era solo un gioco, poi è diventato quasi un lavoro e la popolarità le ha travolte, con circa sei milioni di follower su TikTok e oltre 630 mila su Instagram dove mescolano la danza a tutorial di bellezza. Loro sono Kessy & Mely, nome d’arte di Melissa e Cassandra Tejada, 19 anni, nate e cresciute in Italia da genitori peruviani. Quattro anni fa dalla loro camera nell’appartamento di famiglia fuori Milano, le due sorelle hanno raggiunto una popolarità vastissima, hanno scritto un libro, Un ragazzo tra noi (Fabbri editore), e oggi sono un esempio di integrazione culturale pienamente riuscita per le coetanee e non. I vostri genitori saranno molto orgogliosi. Siete un esempio di seconda generazione, f iglie di genitori immigrati, che arriva al successo internazionale. Melissa: «Siamo tra le poche ragazze di origine straniera in Italia ad aver raggiunto questo risultato. Credo che tutto questo possa essere di grande stimolo per le altre che ci seguono, il fatto di vedere che si possono realizzare i propri sogni lavorando sodo e studiando con passione. I nostri genitori sono nati in Perù, ma noi ci sentiamo a tutti gli effetti italiane. Siamo nate e cresciute qui, a Milano. Però, parliamo spagnolo, inglese, francese e tedesco, che abbiamo studiato al liceo linguistico». Com’è nata la vostra avventura sui social? Melissa: «È iniziato tutto tre o quattro anni fa. Non avevamo certo l’idea di diventare famose, all’inizio facevamo qualche video dei nostri balletti per divertirci e li caricavamo sull’applicazione che c’era allora, musical.ly». Cassandra: «Ballare è sempre stata una nostra grande passione. E noi ci impegnavamo davvero tanto. Anche tre o quattro ore di fila per girare pochi minuti, perché in due era molto più complicato essere ben coordinate.
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Poi un giorno ci sono arrivate un paio di notifiche e scopriamo che un nostro video era stato messo in evidenza non solo in Italia, ma anche in America. E da lì il nostro seguito è cresciuto fino a oggi: sei milioni di follower su TikTok». Avevate soltanto 15 anni. Com’era la vostra giornata? Melissa: «Lanciavamo diversi video al giorno durante la settimana, ma li preparavamo tutti il venerdì sera, eravamo molto organizzate perché avevamo la scuola, andavamo al liceo, e di giorno dovevamo studiare». I vostri genitori come hanno preso il vostro impegno sui social? Melissa: «Nostra madre era quella più scettica e ci raccomandava di non tralasciare mai lo studio, mentre nostro padre ci ha sempre sostenute e nel tempo ci ha comprato l’attrezzatura che serviva a migliorare la qualità dei video, dalle lampade per una luce migliore al resto». Cassandra: «E poi fin dai primissimi eventi ci hanno sempre accompagnato loro e facevano molti video ricordo. Ora nostro padre vuole montarli in un documentario su di noi». Come si riesce a tenere il giusto equilibrio tra web e vita vera? Cassandra: «Io sono sempre stata molto riservata. E finché si tratta di girare video nella nostra camera, con le nostre cose a fianco e davanti a noi solo il telefono, va tutto bene, perché non vediamo la gente che c’è in diretta e che ci sta guardando. Ben diverso quando agli eventi ci trovavamo di fronte a una folla di ragazze. Ti senti così piccola». Melissa: «All’inizio eravamo proprio bloccate. Poi abbiamo seguito un corso per parlare in pubblico e ora va meglio». Sentite la responsabilità di essere viste come un modello
LE GEMELLE MELISSA E CASSANDRA TEJADA, 19 ANNI, NATE E CRESCIUTE IN ITALIA DA GENITORI PERUVIANI. SONO CONOSCIUTE COME KESSY & MELY E HANNO SEI MILIONI DI FOLLOWER SU TIKTOK E 638MILA SU INSTAGRAM.
da milioni di ragazze? Melissa: «Sì, qualsiasi cosa facciamo loro la rifanno. Cerchiamo di dare sempre messaggi positivi». Qual era il vostro sogno a 13 anni? Cassandra: «Eravamo molto timide, pensavamo di diventare veterinarie, visto che amiamo molto gli animali. Abbiamo un cane, un piccolo maltese bianco di nome Charlie, che partecipa sempre ai nostri video». Melissa:«Ora ci siamo prese un anno sabbatico per scegliere bene la facoltà universitaria». Come vi vedete tra dieci anni? Cassandra:«Sono indecisa se iscrivermi a Scienze alimentari o a Scienze psicosociali della comunicazione.
Amo restare con i piedi per terra, perché se un giorno tutto questo dovesse finire voglio avere qualcosa in mano». Melissa: «Anch’io vorrei frequentare Scienze psicosociali della comunicazione perché vorrei continuare a lavorare nel settore. Il mondo dei social mi piace, ma voglio costruire qualcosa di sicuro. Nostra madre è un grande esempio. È arrivata in Italia con la specializzazione di ostetrica che qui non valeva, si è rimessa a studiare per prendere un’altra laurea infermieristica e poter lavorare. E anche noi come lei dobbiamo impegnarci per fare qualcosa di buono nella nostra vita». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A AL RIPARO DALLE C RIT IC HE
Col sorriso disinnesco
MARCO CELLUCCI, 18 ANNI, È UNA STAR DI TIKTOK DOVE HA OLTRE 5,5 MILIONI DI FOLLOWER.
L’ODIO Un video di 40 secondi ha trasformato Marco Cellucci in una star del web. Ma gli ha fatto capire anche quanto possano ferire le parole di chi insulta sentendosi protetto da uno schermo. «Ora», spiega, «non do peso a ciò che dice la gente che non conosco. E proteggo di più le persone che amo» di ANNALIA VENEZIA
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cchi attenti e voce simpatica, sembra il compagno di classe di cui potersi fidare. Su TikTok, dove punta ormai a 6 milioni di follower, Marco Cellucci, 18 anni, racconta la sua vita quotidiana, tra scuola, gatti e amici. Vive a Sora, un paese a un’ora da Roma. «Se la conosci, è perché ci abita la cantante Anna Tatangelo», mi dice ridendo quando ci sentiamo al telefono. «Quello passato è stato un anno strano, mi è mancato andare a scuola. Frequento il liceo linguistico e il 50 per cento delle lezioni è in presenza, le altre a distanza», specifica. E poi parla di fan. «In questi quattro anni ho organizzato molti incontri, negli ultimi mesi invece è stato strano non sentire la loro presenza». Descriviti per chi non ti conosce.
«Sono ambizioso, non mi accontento mai. So che posso sempre fare di più». Poi? «Sono determinato e molto empatico». Un difetto ce l’hai? «Sì, sono perfezionista. Se un progetto non è curato nei dettagli difficilmente mi piacerà. Nella mia testa c’è sempre un tarlo che dice: “Si poteva fare meglio”. E non ci penso due volte a rifare tutto anche se ho tempi stretti. È capitato due anni fa per il mio merchandising. Avevo il lancio di magliette e felpe una settimana dopo, ma ho fatto cambiare ogni cosa. I miei interlocutori erano increduli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta». Sei perfezionista anche quando ti racconti nelle storie su Instagram o sui video di TikTok? 59
G R A Z I A MARCO C ELLUCC I
conosco e che non mi conoscono, «No, in quel caso vivo più di sponperché dare loro tanta importanza?». taneità». Hai visto di persona i tuoi fan? C’è stata una fase della tua vita che «Sì, quando facevo i tour li ho inti ha cambiato e ti ha reso più forte? contrati. Mi piacciono molto, mi «Sì, ero alle medie e per un po’ di trasmettono un calore che non so tempo sono stato preso di mira dai spiegare a parole. Sono una seconda bulli. Erano ragazzi della mia stesfamiglia e non è un modo di dire. sa classe, mi escludevano perché ai Mi seguono perché mi apprezzatempi ballavo: ho studiato danza per no, che cosa potrei volere di più dieci anni». da loro?». Che tipo di danza? Tu racconti proprio tutto sui social? «Classica e caraibica, tipo salsa cu«No. Mi sono fidanzato nel magbana. Questo mi rendeva diverso da gio del 2017 e sui social non l’ho loro, ridevano di me. Avevo sempre raccontato. Ho aspettato due anni paura quando mi affrontavano. Certe prima di confidare la mia storia ai volte non avevo il coraggio neppure miei follower, era il luglio del 2019. di guardarli negli occhi. Sono creNon l’ho fatto per cattiveria, ma sciuto con questi ritmi fin da piccolo, volevo essere sicuro della relazione. mio padre è venezuelano e mia maMARCO HA IL PAPÀ VENEZUELANO E volevo godermela, senza essedre canadese. La musica ha sempre E LA MAMMA CANADESE. re sotto i riflettori. E poi dovevo fatto parte della mia vita in famiglia». rispettare i tempi di Giulia, che, E con i bulli poi com’è f inita? a differenza mia, non era così esposta sui social». «Con il tempo il mio carattere è cambiato, dal ragazzo E la reazione qual è stata? pauroso che ero sono diventato più sicuro di me. An«Alcuni fan si sono sentiti traditi. Col tempo hanno che grazie all’aiuto della mia famiglia che mi è stata compreso e ora adorano Giulia». vicino e mi ha trasmesso tranquillità». Il consiglio migliore chi te l’ha dato? I social ti sono stati d’aiuto? «Mia madre. Continua a ripetermi: “Non dare peso «Sono arrivati dopo, al liceo. Ho iniziato facendo un alle critiche, prosegui a testa alta e credi in te stesso”». semplice video su YouTube, raccontando sinteticaQualcuno ti ha deluso? mente chi ero. Quaranta secondi ed è cambiato tutto, «È normale che ci siano delusioni. L’importante è è piaciuto subito. Ancora non me lo spiego». reagire e andare avanti con il sorriso. Il futuro ha Dopo quattro anni che cosa hai imparato dai social? sempre in serbo qualcosa di migliore». «Chiunque ti segue ha un’opinione diversa, di te e di Essere così pubblici, da giovanissimi, ha solo vantaggi? qualunque altra cosa. Se ti esponi sui social devi essere «Nel momento in cui diventi un personaggio popoconsapevole che troverai chi ti ama e chi ti critica. E lare ci sono sempre amici o pseudotali che cercano lo devi accettare». di tornare nella tua vita per avere qualche beneficio. Vantaggi e svantaggi? Non li lascio entrare facilmente». «Il confronto mi ha aiutato a crescere. Anche se non Dove ti vedi tra qualche anno? sempre è stato facile accogliere le critiche». «Bella domanda. Spero di rendere fiero il me di adesso. Come ti difendi dagli odiatori della Rete? Mi piacerebbe fare cinema, ma mi darebbe molta gioia «Ogni tanto capita il commento poco gradito. Da anche presentare spettacoli in tv». subito ho capito che non bisogna dargli troppo peso. E la danza? Non balli più? Spesso sono persone apparentemente sicure perché «Ho dovuto scegliere. Avevo prima la scuola e poi i protette da uno schermo, ma che non ti direbbero le social. L’ho dovuta abbandonare. In ogni caso so che stesse cose in faccia». è sempre lì. Prima o poi, chissà, magari riprendo». ■ Non deve essere facile. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Col tempo ho razionalizzato, sono persone che non
«Le prime critiche sono arrivate a scuola: mi escludevano perché studiavo danza» 60
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G R A Z I A NIENT E T RAPPOLE
METTIAMOCI AL SICURO
DALLA RETE
C’è chi viene minacciato per le sue opinioni. Chi viene criticato per l’aspetto. E chi si ritrova le foto private diffuse su internet. Sono sempre di più le vittime di attacchi e vendette online, soprattutto tra gli adolescenti. Grazia ha raccolto le testimonianze di chi ha subìto e i consigli di chi combatte le prepotenze d i A L E S S A N D R A D E V I TA
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descamento, ricatti sessuali, “body shaming”, ovvero la derisione pubblica del corpo altrui: sono molteplici i rischi che corrono adulti e, soprattutto, teenager che navigano nello sconfinato universo digitale, sempre più vittime di cyberbullismo. Viviamo un momento di forte emergenza sociale e rimanere più a lungo in casa per colpa della pandemia ha innalzato la curva dei casi, come testimoniano gli operatori della Fondazione Carolina, l’associazione benefica dedicata a una delle prime vittime del fenomeno, Carolina Picchio. Durante l’allerta Covid-19, l’organizzazione dedicata alla quattordicenne morta suicida dopo aver subito ricatti ha registrato un’escalation di episodi fino a sei volte la media. Federica ha 16 anni ed è costretta da tempo a indossare un busto per curare la sua scoliosi. I compagni di scuola le dicevano che era brutta e che era sempre sudata. Ha iniziato a isolarsi. Uno dei bulli ha messo la sua foto e il suo numero di telefono su un sito di incontri e da quel giorno lei ha iniziato a ricevere chiamate oscene. «Anche se ho cambiato scheda del cellulare», racconta, «ogni volta che mi chiama qualcuno da un numero sconosciuto ancora mi sento come paralizzata. Stavo quasi per farla finita quando ho deciso di chiedere aiuto a una psicologa. Solo lì ho capito che io valgo, e anche tanto. Certo, a volte provo ancora paura, ma so di essere una bella persona». «Ciò che ci preoccupa di più è la parte sommersa del problema», spiega Ivano Zoppi, segretario della Fondazione Carolina. «Questo fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa immaginare. C’è tanta attività di informazione, i ragazzi conoscono i pericoli della Rete ma ciò che non viene trasmesso è la consapevolezza che ci possono essere ripercussioni nella vita reale. A tanti genitori sfugge questo aspetto e spesso prendono meno precauzioni online dei propri figli. Se un ragazzo non costruisce difese adeguate, tenderà a diffondere informazioni senza nessun filtro, 62
perché per lui è fondamentale ricevere consenso sociale. Gli adolescenti sono nel pieno della costruzione della propria identità e se non hanno approvazione sociale nel contesto in cui vivono, la vanno a cercare in Rete, dicendo e mostrando tutto di sé. Questa situazione rovina vite». «A scuola non facevano che prendermi in giro», racconta Valentina, un’altra giovane vittima. «Mi sono rifugiata nella mia solitudine. Cominciai a graffiarmi con la punta del compasso. Poi incontrai un ragazzo e non mi tagliai più. Mi legai molto a lui. In terza media mi chiese di inviargli delle foto, non gli bastavano mai. Finché mi rifiutai di mandarne altre. Mi arrabbiai molto ma ormai era troppo tardi. Presto quelle immagini viaggiarono su WhatsApp. Una sera ingoiai pasticche di sonnifero e i miei genitori mi portarono alla Guardia medica. Tornata a casa, ne parlai con mio padre e mia madre: mi tolsero il telefono per qualche settimana. A distanza di un anno le immagini continuano a tornare in qualche chat, ma sempre meno. Oggi frequento le superiori e sto cercando di ricominciare, con l’aiuto di uno psicologo. Da sola non posso farcela». La vicenda di Carolina, toltasi la vita nel 2013 a 14 anni in seguito alla divulgazione in Rete di sue immagini intime, ha squarciato un velo sul problema e ha portato, nel 2017, all’approvazione della legge 71 contro il cyberbullismo. «I minori che si sono dichiarati responsabili di queste condotte», spiega l’avvocata Anna Livia Pennetta, legale del papà di Carolina, «hanno superato un periodo di messa alla prova molto lungo, fino a 27 mesi, in cui si sono resi conto di ciò che hanno fatto. Non possono essere considerate delle ragazzate, le conseguenze sono gravi. La legge attuale ha un’impostazione di tipo pedagogico che ha voluto responsabilizzare il mondo degli adulti, sia la scuola sia i genitori, ma resta molto da fare. I percorsi di messa alla prova sono tagliati su misura in base al tipo di reato commesso. Ho visto ragazzi completamente trasformati».
DUE FOTO DI CAROLINA PICCHIO, LA RAGAZZA DI 14 ANNI, VITTIMA DI CYBER BULLISMO, CHE SI È TOLTA LA VITA PER LA VERGOGNA IL 5 GENNAIO 2013.
Una battaglia che riguarda anche i social e che ha spinto Facebook a lanciare GetDigital, il portale web internazionale per la sicurezza in Rete pensato per aiutare genitori, educatori e ragazzi a fermare la violenza online. La divulgazione di materiale pornografico in Rete, dopo la rottura di una relazione, è il fenomeno più in evidenza. tica a base di “fake news”, notizie false diffuse ad arte in «Nel 2020 abbiamo registrato 400 casi», conferma Anna Rete per farle sembrare vere. «Specialmente riguardo al Lisa Lillini, direttrice della Seconda divisione della polizia tema dell’immigrazione, soprattutto da parte della Lega», postale. «Un denunciato su quattro era un minore. Il fenospiega l’ex presidente della Camera, che presto presenterà meno è in crescita ma c’è meno timore a denunciare. Non una proposta di legge contro l’odio in Rete. «Alla base si tratta solo di “revenge porn”, la diffusione di immagini di questa violenza c’è la mia storia: l’essere donna, aver intime per vendetta, ma a volte le foto di ragazzini molto lavorato per 25 anni per le agenzie delle Nazioni Unite, giovani vengono rubate dai loro profili social e inserite aver difeso i diritti umani e civili, l’essere antifascista, su altri siti, facendo intendere disponibilità sessuale degli parlare senza paura ed essere diventata la terza carica stessi. Spesso a generare questi furti è l’invidia tra ragazze. dello Stato. Per qualcuno è un profilo insopportabile. La fascia più colpita è quella tra i 14 e i 17 anni. L’invito Fare la graduatoria di queste nefandezze è impossibile. è quello di segnalare subito i Ne ho sofferto, anche perché ho una casi alla polizia, senza lasciarsi figlia che ha dovuto assistere a questo sopraffare dalla vergogna». tsunami di odio e minacce, e perché I minori non sono le uniche questo ha segnato la mia vita anche vittime dell’odio in Rete che in termini di sicurezza personale. Una genera gravi ripercussioni situazione pesante che ho scelto di Un’indagine condotta dalla Fondazione Carolina, anche nelle vite degli adulti. denunciare pubblicamente e nelle aunata per ricordare la 14enne Carolina Picchio Nell’ultimo trimestre del 2020 le di tribunale. Mi hanno augurato vittima di cyberbullismo, ha indagato sulle paure sono stati registrati 22 miliodi essere stuprata perfino esponenti di famiglie e ragazzi sotto i 14 anni riguardo ai pericoli della Rete. Il 60 per cento dei bambini ni di discorsi di odio online. istituzionali, verso cui ho intrapreso ha rivelato di usare l’applicazione TikTok e si È una forma di incitamento azioni legali, e sono stata paragonata a tratta per la maggior parte di femmine. alla violenza che comprende una bambola gonfiabile. Se un leader 56 ragazzi su 100 dicono di avere aperto un espressioni che diffondono, di partito, o chi riveste ruoli pubblici, profilo social senza parlarne prima con i genitori. alimentano, promuovono o si esprime in questo modo, che mesQuattro bambini su 10 dicono di aver notato su giustificano l’odio verso chi saggio viene mandato alla società? TikTok immagini che ritengono non appropriate, ha opinioni diverse. Di fronte a questo, dobbiamo reagire perché mostrano il corpo dei ragazzi. Un dato Una vicenda emblematica denunciando. Perché non è normale: positivo, infine, è che la metà dei ragazzi è stata quella della deputata è patologico, è una degenerazione che intervistati dice di essere consapevole dei rischi Laura Boldrini, oggetto di bisogna arginare». ■ di cyberbullismo, violazione della privacy e una campagna di odio poli© RIPRODUZIONE RISERVATA hackeraggio di identità.
Foto ANSA
Che cosa pensano i bambini
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LE INTERVISTE DI ELISA MAINO
L’UNICO STILE CHE CONTA È IL TUO Elisa Maino è una delle star italiane di TikTok. Qui incontra per Grazia Ginevra Mavilla, l’influencer che insegna a esprimere se stesse attraverso la moda seguendo sempre il proprio istinto
inevra Mavilla ha uno stile pazzesco. Se dovessi scegliere tra tutte le mie amiche quella più “cool”, sicuramente sceglierei lei. La nostra amicizia è nata su Instagram circa due anni fa. Ginevra oggi ha 18 anni (io li ho compiuti pochi giorni dopo aver consegnato questo articolo) e di lavoro è una fashion influencer. Sì, perché sui suoi social network condivide look incredibili e grazie alla sua personalità carismatica è diventata in poco tempo un punto di riferimento per oltre 500 mila persone su Instagram. L’argomento che più ci appassiona e che ci accomuna è la moda. Per noi è il modo più semplice per esprimere chi siamo. Ginevra ha uno stile super contemporaneo, è sempre attenta alle nuove tendenze e seleziona accuratamente tutto quello che indossa, inserendo sempre uno spunto personale. Il tuo stile è sempre perfetto: qual è il tuo segreto? «Alla base del mio stile c’è un mix molto vario di marchi e stili: mi piace creare look mai banali e che si adattino a ogni situazione in cui mi trovo». Se dovessi scegliere il tuo designer preferito, chi sarebbe e perché? «Per me la moda non è fatta solo da un designer, ma è varietà di marchi e stili, ognuno unico a modo suo. Se
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proprio devo scegliere, in questo periodo Bottega Veneta mi piace veramente tanto, soprattutto per lo stile contemporaneo e mai scontato dei loro capi». So che anche a te, un po’ come a me, piace tenerti in forma e allenarti regolarmente. Qual è la tua routine? «Due ragazze come noi si trovano immerse tra studio, lavoro e vita quotidiana. Quindi è fondamentale trovare e ritagliare anche del tempo per noi stesse. La danza, che pratico da quando avevo 3 anni, mi ha insegnato che la disciplina e le regole sono molto importanti nella vita. Nella mia routine, oltre a una corretta alimentazione, anche se ogni tanto qualche sfizio non manca, mi alleno tre o quattro volte a settimana praticando danza e pilates. È un momento che amo molto della mia giornata». Io e te siamo molto simili. Oltre alla moda, anche la danza entusiasma entrambe. «Sì, ho iniziato con la danza classica e da lì non ho più mollato. Adoro questa disciplina. Per me la musica, i passi, i favolosi costumi indossati ai saggi e tutto quello che ruota attorno al ballo mi rendono felice e mi aiutano soprattutto nei momenti più difficili: negli istanti in cui ballo mi isolo dal mondo intero. Siamo solo io e la mia musica».
Foto FEDERICO AVANZINI, ROBERTO PATELLA
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di ELISA MAINO
L’influencer Ginevra Mavilla, 18 anni. A destra, la star di TikTok Elisa Maino, 18.
Ginevra Mavilla Se ami la danza non puoi non avere una passione anche per la musica. Qual è il tuo genere preferito? Hai anche un artista del cuore? «La musica per me è tante cose: emozione, poesia, sentimento e molto altro. Ascolto veramente tanti generi ma se devo scegliere il pop è quello che più mi piace e mi dà grinta. Artista del cuore... Difficile scegliere. Billie Eilish, star del momento nonché nostra coetanea, è sicuramente una ragazza che ammiro tantissimo sia per il suo carattere sia, soprattutto, per la sua musica». E un artista che hai scoperto da poco e non riesci più a smettere di ascoltare? «Da pochi giorni è uscita una canzone di Olivia Rodrigo che sta spopolando su TikTok, Drivers License. L’ho scoperta proprio tramite questo social. Lei ha anche recitato in High School Musical, il mio film preferito da ragazzina. Sono “in loop” con lei e le sue canzoni». Abbiamo passato un anno molto particolare: ci siamo dovuti adattare e abbiamo imparato a vivere in modo diverso. Il 2020 ci ha profondamente cambiati ma, come dico sempre io, «dopo ogni caduta dobbiamo essere pronti a rialzarci». Tu che aspettative hai per questo 2021? «Io sono una persona molto positiva e mi piace trasfor-
Elisa Maino mare le situazioni magari più “scomode” in un miglioramento personale, uno stimolo a fare di più. Questo 2020 sicuramente è stato un anno difficile per il nostro Paese. Tuttavia, per quanto fossi molto sensibile a tutto quello che è accaduto, ho cercato di trasformare questo momento in un’opportunità per dedicarmi di più a me stessa e conoscermi meglio. Certo non si può negare che il periodo in cui siamo è ancora molto delicato, ma credo che l’importante sia sempre pensare positivo, cercando di trasformare questa esperienza in una possibilità di crescita personale, come nel mio caso. Sono sicura che il 2021 sarà un anno migliore, abbiamo tutti voglia di ritornare alla normalità e sento che siamo vicini a questo risultato». Se potessi invece tornare indietro a un anno fa e dare un consiglio a Ginevra, che cosa le diresti? «Le direi di dare ancora più importanza agli affetti. Durante queste quarantene mi sono accorta di quanto un semplice abbraccio mi sia mancato. Lavorando sui social, siamo abituate a comunicare tramite lo schermo del nostro telefono, ma dobbiamo sempre ricordarci che gli affetti umani sono la cosa che conta di più. Oggi più che mai un abbraccio può significare tanto». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A IN LABORATORIO
Il nostro futuro è tutto da
INVENTARE
A 15 anni Gitanjali Rao è stata nominata “Ragazza dell’anno” dopo aver creato un dispositivo per analizzare l’acqua potabile. Ora è un modello per i coetanei che vogliono avvicinarsi al mondo della scienza. A Grazia dice: «Il mondo affronta problemi mai visti prima, per questo servono nuove idee» d i E N R I CA B RO CA R D O
Foto MATT NAGER/REDUX/CONTRASTO
LA SCIENZIATA GITANJALI RAO, 15 ANNI, IN UN LABORATORIO A DENVER, NEGLI STATI UNITI.
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a prima volta che Gitanjali Rao ha pensato «Voglio inventare qualcosa per aiutare le persone», era in seconda elementare. «L’ispirazione mi era venuta grazie a una “challenge”, una sfida, che avevo trovato sul web», spiega. Lo scorso dicembre, tutto il mondo ha sentito parlare di lei. A 15 anni, il settimanale americano Time le ha dedicato la copertina, assegnandole il titolo di “Kid of the Year”, ragazza dell’anno, per le sue invenzioni. Nel 2017 si era fatta notare per aver progettato un dispositivo in grado di rilevare la contaminazione da piombo nell’acqua. In seguito, Rao ha lanciato un’applicazione per educare i suoi coetanei nei confronti del cyberbullismo, segnalando frasi e parole aggressive o potenzialmente offensive. Ma a farle guadagnare quella copertina è stato, ancora di più, l’impegno a motivare i suoi coetanei a credere nelle loro idee. Il suo motto è: «Tutti noi, ragazze e ragazzi, possiamo fare qualcosa per migliorare il mondo». Al telefono dal Texas, dove è in visita dai suoi cugini, mi dice: «Abbiamo bisogno di innovazione, in particolare di quella che arriva dai giovanissimi». Perché è importante che la sua generazione si faccia avanti? «Abbiamo un modo diverso di guardare ai problemi e alle soluzioni. Siamo abituati a pensare alla ricerca scientifica, alle invenzioni come a un qualcosa che si raggiunge dopo anni e anni di ricerche, crediamo che occorra avere una laurea e una specializzazione per riuscirci. Non è così. Anche noi adolescenti possiamo dare il nostro contributo». Ha raccontato di aver fatto fatica a trovare un laboratorio nel quale poter sviluppare il suo dispositivo per la contaminazione da piombo dell’acqua. «Spesso non veniamo ascoltati a causa della nostra età, mentre chiunque dovrebbe avere l’opportunità di partecipare al cambiamento. Ho sempre avuto una forte passione per la scienza e la tecnologia, insieme con il desiderio di fare qualcosa di utile per gli altri. Ma se lo posso fare io, lo può fare qualunque altra ragazza o ragazzo». L’interesse nei confronti del cyberbullismo nasce dalla sua esperienza personale? Ne è mai stata vittima? «Chiunque è attaccabile. Io ho cambiato sette scuole in dieci anni e, come moltissimi altri, in passato sono stata presa di mira da altri studenti e sono stata oggetto di cyberbullismo. Personalmente non ne ho risentito tanto, ma ci sono altri meno forti di me e, siccome ho visto che denunciare il fenomeno spesso non serve, ho pensato di creare un’applicazione per dare una mano alle vittime e anche agli stessi bulli. Per aiutare a comunicare nel modo giusto». Se tutti hanno le potenzialità per innovare, perché non ci sono più adolescenti come lei? «Uno dei problemi è che molti non pensano di poterlo
fare. Un altro è che non hanno abbastanza tempo e, infine, spesso credono che non verrà data loro la possibilità di realizzare i loro progetti. Per questo continuo a dire: se avete un’idea, non rinunciate. Stiamo crescendo in un mondo con problemi che non erano mai esistiti prima. Abbiamo bisogno di innovatori e di giovani leader». Lei ha un approccio super ottimista. Molto diverso dall’attivista Greta Thunberg e dai ragazzi dei “Fridays for Future” che puntano l’attenzione sulla catastrofe imminente. «Credo che Greta, sul fronte dei cambiamenti climatici, così come Malala (Yousafzai, attivista pakistana, premio Nobel per la Pace, ndr) sul tema dell’uguaglianza e del diritto all’educazione, insieme con molti altri giovanissimi, stiano facendo un lavoro fantastico. Fanno sentire la loro voce. Il mio è un approccio diverso, nel senso che, da scienziata, cerco di trovare soluzioni. Ma siamo due squadre che, insieme, possono cambiare il mondo. Le faccio un esempio: si sta parlando di una legge per rendere obbligatori i test sull’acqua potabile nelle scuole in America e in diversi luoghi nel mondo lo stanno già facendo. Tutto questo è stato possibile non solo grazie a me, ma anche grazie ad altri innovatori e attivisti che hanno approfondito la discussione su questi temi. La nostra generazione è determinata e, in pochi anni, avremo il controllo della politica, dell’economia, della ricerca scientifica». Che cosa possono fare le generazioni precedenti per darvi una mano? «Fidarsi di noi e appoggiarci. Aiutateci a inseguire le nostre passioni e a realizzare i nostri progetti. Oggi, se non avessi avuto il sostegno della mia famiglia, non sarei qui». Sta ancora lavorando a un apparecchio in grado di misurare la depressione? «È un’idea che mi era venuta parecchi anni fa ed è da lì che è nata un’altra mia invenzione, un dispositivo per rilevare la dipendenza da oppiacei. Essenzialmente si tratterebbe di tracciare i livelli di dopamina, ma non ho ancora fatto abbastanza ricerche per rispondere in modo più specifico. Ma credo che un giorno potrei tornare a lavorarci. La depressione è un grosso problema fra gli adolescenti». Tra i suoi follower su Instagram c’è anche l’attrice Millie Bobby Brown, che ha un anno più di lei. «L’ho conosciuta tramite il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia. Abbiamo parlato di innovazione e di scuola. Sono su Twitter dal 2017, mentre il mio profilo Instagram risale solo all’ottobre scorso. Ho pensato che potesse aiutarmi a raggiungere ancora più teenager nel mondo». Che cosa fa quando non inventa qualcosa? «Suono il pianoforte, faccio torte e guardo un sacco di film. In sostanza, sono una ragazzina». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
Creatività
«A causa del bullismo ho cambiato sette scuole in dieci anni. Poi ho pensato di realizzare un’applicazione per dare una mano alle vittime» 67
PER MSI
Efficienza ed eleganza: lo stile contemporaneo per il lavoro, lo studio e il tempo libero
ndipendentemente da cosa ci porterà il 2021, sappiamo bene a cosa non vogliamo più rinunciare: a lavorare dove desideriamo, a presentarci con stile anche a distanza, a vivere attività e tempo libero di qualità top. In questo progetto rientra la scelta di un notebook come MSI Modern 14, disponibile in quattro diversi colori,
compagno elegante e originale di tutta la giornata. Ideale per lavorare anche in smart working, seguire le lezioni a distanza, guardare un film o ascoltare la musica. In tutti questi casi offre infatti video brillante e audio cristallino, grazie alla capacità di supportare fino a 24bit/192kHz. Modern 14 è firmato MSI, uno dei principali produttori di laptop a livello mondiale.
PALETTE DI GRAN CLASSE
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ULTRA LEGGERO, ULTRA POTENTE In alluminio ultra leggero, MSI Modern 14 pesa solo 1.3 Kg con profilo ultra sottile di 16.9 mm. Equipaggiato con Windows 10 Home e processori Intel® di 11a generazione, dal Core™ i3 all’i7, è presente in diverse configurazioni per rispondere alle esigenze specifiche. Risponde ai requisiti dello standard militare MIL-STD-810G, quindi è particolarmente robusto e resistente agli urti.
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SEGUITEMI PERCHÉ NON SONO PERFETTA
Con i suoi video su YouTube Valeria Vedovatti racconta se stessa, ma anche le passioni e i problemi dei ragazzi di oggi. A Grazia dice: «Voglio insegnare a chi mi segue ad accettare le proprie insicurezze. Così nessuna offesa potrà più ferire»
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d i M O N I CA B O G L I A R D I
aleria Vedovatti ha vinto per due anni di fila, nel 2019 e nel 2020, il Kid’s Choice Award, l’evento di Nickelodeon (in Italia viene trasmesso sul canale 605 di Sky), che premia il meglio dell’anno in tv, nel cinema e nella musica ed è scelto dai giovani telespettatori della rete tv. Per l’Italia Vedovatti ha trionfato nella categoria internet star. Diciotto anni, una pioggia di capelli color amarena, viso acqua e sapone, frequenta la quarta liceo linguistico a Milano. In Rete è molto amata con quasi 700 mila follower su YouTube, un milione 700 mila su TikTok, un milione e 100 mila su Instagram. E quando dal web è sbarcata in libreria, con il libro Come stai? (Rizzoli), lo ha fatto con un passo da vera autrice di bestseller. Su YouTube aveva aperto un canale già a 14 anni e qui da sempre alterna video divertenti e impegnati, soprattutto sul tema dell’ecologia. Perché pensi di avere tanto successo? «Sono naturale, fedele a me stessa, non mi prendo troppo sul serio e appaio spontanea. Il messaggio che vorrei trasmettere è che la webstar non deve comparire sempre impeccabile e curatissima in tutti i particolari». Però fa sognare vedere una ragazza che riesce a essere bella, disinvolta, interessante. «Vero. Ma mostrarsi perfetta in un video alle 7 del mattino, appena sveglia, ha come effetto di rendere insicuri molti follower, soprattutto i più piccoli. A loro, invece, mostro anche le mie insicurezze. Le star di internet sono persone come tutte le altre, purtroppo molti teenager non lo capiscono». A che età è giusto iniziare a frequentare i social? «Ogni genitore deve decidere in base al figlio che ha. Internet è un ambiente difficile, c’è tanta cattiveria. Bi-
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sogna avere una personalità formata e poi essere consci che non c’è un’idea di bellezza cui uniformarsi. Superato questo scoglio, si è pronti per la Rete. I miei genitori hanno aspettato la terza media per darmi il permesso che chiedevo dalle elementari». Su YouTube posti video che raccontano le tue 24 ore. «Si tratta di un modo per far vedere ai follower che sono una come tutti. All’alba sei tutta stropicciata, poi c’è il momento in cui ti trucchi, fai la piega e sei carina. L’aspetto esteriore non solo non deve rispettare canoni convenzionali, ma non può essere uguale in tutte le ore della giornata: puoi essere bella anche struccata, il mattino presto. I video che durano ore sono le challenge, le sfide, che trovo più stimolanti: operazioni verità che possono sfociare in storie divertenti. Ne ho fatto uno che riprendeva la mia giornata al contrario, dalla cena alla colazione». Sei mai stata offesa a causa del tuo aspetto? «Qualcuno mi ha scritto: “Fai schifo”, ma secondo me non alludeva al mio corpo. Certe persone hanno solo bisogno di attenzione. Perché, quando alle loro provocazioni ho risposto per le rime, mi sono sentita dire: “Ti adoro, scusa, volevo solo che tu rispondessi proprio a me”. Ma bisogna accettare che non si può piacere a tutti». Sulla Rete le offese sono più diffuse? «Sì, è più facile nascondersi dietro una tastiera. Per combatterle servono un lavoro culturale e un lavoro su se stessi. Purtroppo spesso tutto ciò che non segue un modello preciso di bellezza è criticato, soprattutto sui nuovi social come TikTok». E il lavoro su se stessi in che cosa consiste? «È la vera prevenzione al “body shaming” e alle offese che riguardano l’aspetto fisico e consiste nel sapersi accettare. Se tu sei sicuro di te stesso, quello che ti dicono gli altri può non farti piacere, ma non ti ferisce».
G R A Z I A SEN ZA PAURE
Il tuo libro Come stai? (Rizzoli) può essere considerato un grande fotoromanzo contemporaneo? «Sì, ho sfruttato il meccanismo del racconto per immagini che è il Dna di Instagram. Ma nel progetto c’era anche il mio amore per la fotografia. Vedere i follower in carne e ossa in libreria, durante il tour promozionale, dopo aver affrontato decine di chilometri e ore di coda per farsi firmare il libro, mi ha emozionata». Per la tua generazione il mondo reale coincide spesso con quello digitale. La pandemia ha accelerato tutto questo? «I social sono stati importanti per i ragazzi negli ultimi mesi, penso alle chiamate tra amici con FaceTime. Il mondo digitale non esaurisce però la realtà. Da marzo 2020 in avanti mi è mancato tanto andare a scuola, il trovarsi il sabato per mangiare con gli amici, allenarsi in palestra con una compagna». E tu quali priorità hai nel 2021? «Mi concentrerò su YouTube, il mio preferito perché permette di raccontarmi meglio, visto che si possono caricare video più lunghi. E sto lavorando a un altro libro». A proposito d’impegno. C’è chi accusa voi ragazzi di essere politicamente pigri. Sei d’accordo? «No. La mia generazione è sensibile all’ecologia. E s’impegna con gesti reali. Io non solo ho realizzato un video, una challenge in cui provavo a stare 24 ore senza plastica, per esempio comprando nei negozi prodotti non avvolti nelle confezioni.: ogni giorno cerco di non inquinare e di non sprecare». Valeria, che cosa vedi nel tuo futuro? «Non punterò su una sola professione. Vorrei condurre un programma tv tutto mio. Continuare a scrivere. Lavorare a progetti sui social. Mi vedo fare cose che mi piacciono. Più saranno, meglio sarà». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
«A VOLTE POSTO VIDEO CHE RIASSUMONO 24 ORE. È IL MIO MODO DI PARLARE DI ME SENZA SEGRETI» SOPRA E IN ALTO, LA YOUTUBER E TIKTOKER VALERIA VEDOVATTI, 18 ANNI.
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G R A Z I A A C UORE APERTO
LA MIA MUSICA HA TROVATO IL SUO SPAZIO A scuola le dicevano che era troppo magra. Al talent show Amici fu eliminata perché non aveva un repertorio personale. Invece ora, in pochi mesi, la cantante Giorgia Malerba ha conquistato due milioni e mezzo di follower su TikTok.«Grazie ai social», dice, «chi una volta era emarginato può incontrare il suo pubblico»
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ue singoli usciti nell’arco di sei mesi e quasi due milioni e mezzo di follower su TikTok, conquistati in meno di un anno. La cantautrice Giorgia Malerba, in arte solo Malerba, 21 anni, ha realizzato il suo sogno. Espressione abusata, ma verissima nel suo caso. «I miei genitori mi raccontano che ho iniziato a cantare fin da piccolissima e, giusto di recente, ho ritrovato una videocassetta di me a 4 anni che, prima di fare il bagno, invento una canzoncina, musica e parole». I suoi due brani, Loca con te e l’ultimo, No Good, uscito i primi di gennaio, hanno le potenzialità del “tormentone”. Ma questo non basta a spiegare una popolarità raggiunta in tempi rapidi. «Non sono mai stata una grande patita dei social», spiega. «Alle medie avevo Facebook, ma lo usavo poco. Instagram mi piaceva, ma non ho mai pensato di poter diventare influencer». E non aveva mai avuto neppure musical.ly che, nel 2018, è morta per risorgere come TikTok. Tutto, racconta, è cominciato alla fine del 2019, durante le vacanze di Natale, quando ha scaricato l’applicazione. Ma è stato solo durante il primo lockdown che ha cominciato a postare i suoi primi video. «Molto semplici. Riprendevo quello che facevo a casa con mio fratello o con i miei animali». Che cosa è cambiato nei social da quando Justin Bieber venne scoperto grazie ai video pubblicati su YouTube? «In questo momento, TikTok è quello che offre più opportunità. Se pubblichi un video nel quale canti, balli o reciti, hai
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la possibilità di arrivare a un pubblico enorme. Questo, grazie all’algoritmo che premia le clip che ottengono reazioni positive, diffondendole ulteriormente». Tu hai provato a farti conoscere anche con il talent show Amici. «Sì, ed ero arrivata alle selezioni finali. Non mi hanno presa e avevano ragione: non avevo canzoni inedite e un percorso artistico già definito. Ma è stata un’esperienza utile, perché subito dopo mi sono messa a lavorare alla mia musica». Pensi di riprovarci? «È possibile. Per ora, talent e social possono aiutarti più o meno alla stessa maniera, ma credo che, a breve, le cose cambieranno. Quando avevo 12, 13 anni guardavo la tv e sognavo di essere uno dei concorrenti. I bambini e gli adolescenti di oggi fanno molto più riferimento all’online: il sorpasso, per loro, è già avvenuto». Cambia anche il ruolo delle influencer? «Oggi hanno successo i ragazzi e le ragazze “normali”. Su Instagram puoi pubblicare un’immagine bellissima, ma se ne posti una ironica e divertente ottieni molti più like. Una volta, ad attirare era soprattutto il “wow, vorrei essere lei”, mentre ora sta crescendo il “wow, facciamo le stesse cose”». Nel frattempo stai studiando Giurisprudenza. Come vedi il tuo futuro? «In realtà, ho cambiato facoltà quest’anno. Mi sono iscritta a Scienze della comunicazione e dei media digitali». Che impatto hanno i social sul modo di pensare degli adolescenti? «Li mette a confronto con molte realtà che, un tempo, erano emarginate. La
diversità di orientamento sessuale, per esempio, ha ottenuto una visibilità enorme. E TikTok è un social più inclusivo di altri, utilissimo per combattere fenomeni come il “body shaming”, umiliare gli altri prendendo di mira il loro corpo». In che modo? «Le persone sentono di potersi esprimere liberamente, non si vergognano della loro sessualità, dei loro “difetti”. Da un lato, gli adolescenti si sentono accettati per come sono, dall’altro chi ha pregiudizi capisce, man mano, che non esiste un modo giusto e uno sbagliato, che chiunque può vivere l’amore alla propria maniera, che ognuno ha un corpo differente». È la f ine degli odiatori? «In base alla mia esperienza, capita spesso che se qualcuno ti giudica, ti insulta, in tanti, nei commenti, vengono in tua difesa. Lo trovo molto bello. Detesto fenomeni come il “body shaming” di cui sono stata oggetto alle medie». Per che cosa ti prendevano in giro? «Ero molto magra e non riuscivo a prendere peso. Il “body shaming” non colpisce solo gli adolescenti obesi o grassottelli. Riguarda chiunque sia un po’ diverso da quella che viene considerata la normalità. Grazie all’aiuto dei miei genitori, per fortuna, sono riuscita a non farmi influenzare dai giudizi degli altri». In che modo ti hanno aiutata? «Mi hanno detto di non prendermela e di non rimanere in silenzio, di ribattere in modo educato. E ha funzionato: vedendo che gli insulti non facevano presa, un po’ alla volta gli odiatori hanno smesso». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto SERGIO TUCCIO
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LA CANTANTE E TIKTOKER GIORGIA MALERBA, 21 ANNI, QUI INDOSSA GIOIELLI DELLA COLLEZIONE STARDUST (RUE DES MILLE).
G R A Z I A QUI CONVIVONO LE IDEE
UNA CASA per i creativi digitali
Tutto è cominciato a Los Angeles con la Hype House, un’abitazione-studio per ospitare le star del web e allenare il loro talento. Oggi Milano ha due laboratori simili, dove ogni giorno, con le dovute precauzioni anti-Covid, i ragazzi si sfidano per ideare nuovi contenuti virali
È
un incrocio tra il reality show Grande Fratello e una “factory”, un laboratorio dove allenare il proprio talento, ma anche una scuola o accademia. Come la mitica High School of Performing Arts di Manhattan, New York, oggi diventata Fiorello H. LaGuardia High School of Music & Art and Performing Arts, del film Saranno famosi di Alan Parker: scuola e allievi come protagonisti, ma soprattutto la magnifica narrazione della cura del proprio talento. A tutto questo si ispirano le case per creativi digitali, nate in Italia negli ultimi mesi, con la differenza che siamo nel cuore dell’era social e i ragazzi che sono stati scelti per conviverci le usano come trampolino di lancio per fare altro. Nel rispetto di tutte le precauzioni anti-Covid, i ragazzi vivono insieme. «Lavoriamo molto, anche se tanti pensano che siamo qui solo per divertirci», dice Zoe Massenti, 18 anni, ospite della Chill House con Valerio Mazzei, Tancredi Galli, Diego Lazzari, Lele Giaccari, Gianmarco Rottaro, tutti tra i 18 e i 21 anni. «Ogni sera prepariamo il programma per il giorno dopo, lavoriamo ai contenuti da postare in gruppo, su TikTok e Instagram, dalle 18 alle 20
ci alleniamo in palestra e, naturalmente, pranziamo e ceniamo tutti insieme, ben distanziati», continua Zoe. Valerio, che rivendica di aver cucinato una buonissima carbonara per tutti nei giorni scorsi, sta prendendo lezioni di canto perché nel suo futuro c’è la musica, ma anche lezioni d’inglese, di dizione, di recitazione. Zoe, che ha studiato breakdance per 12 anni, vuole recitare e continuare a ballare. «Ognuno ha un suo programma da seguire. Ci sono coach che insegnano a gruppetti di due o tre», dice Valerio. «Il bello di stare insieme è che senti meno la pressione. E soprattutto mi piace il flusso di idee che scorre tra noi, anche perché ognuno ha esperienze diverse che porta in dote. Ci alterniamo tra il lavoro sui nostri singoli account e quelli della Chill House (@chillhouseita), con una sana competizione, quella che ti incalza a fare sempre meglio. E a chi dice che viviamo in una bolla fuori dalla realtà rispondo che anche se i mezzi a disposizione sono tanti, non fa poi così tanta differenza con i contenuti che si realizzano nella propria stanza». IL GRUPPO GENERA SPESSO COMPETIZIONE ma sostenersi l’uno con l’altro è la regola alla Chill House, un progetto che ha preso spunto dal
Foto FABIO ZANELLA, JACOPO GENTILINI
d i L U C I A VA L E R I O
Come cambiano gli appartamenti Non ci sono solo le factory per creativi. Il Covid ha cambiato il nostro modo di abitare e oggi tutti desideriamo case più, “smart”, più connesse, che coniughino il lavoro in remoto con spazi più funzionali, che rispettino i bisogni di tutti. Per rispondere a queste esigenze, è nata a Milano PostHome, “la casa del dopo”, ossia di tutto quello che abbiamo imparato durante la pandemia. È stata pensata da Claudia Campone, fondatrice dello studio internazionale di progettazione ThirtyOne Design, con sede a Londra e Roma. Particolarmente adatta ai più giovani, è un luogo in cui sperimentare un nuovo stile di vita all’insegna della massima sostenibilità e innovazione. Si trova a Milano in una palazzina Anni 30 in via Teodosio 15, ma ne seguiranno altre in diverse città italiane. Ogni appartamento ha un ingresso che fa da “filtro” tra l’esterno e l’interno: un piccolo lavabo per sanificare le mani e uno spogliatoio. Tutto è realizzato secondo il migliore design italiano. Una cosa è certa: ospiterà molti eventi social. (@POSThome).
QUI SINISTRA, ALESSIA LANZA, 20 ANNI. IN ALTO, DA SINISTRA, I “CREATOR DIGITALI” GIANMARCO ROTTARO, 21 ANNI, ZOE MASSENTI, 18, E LELE GIACCARI, 20.
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G R A Z I A F RONT IERE
format americano della Hype House: un collettivo di influencer molto famosi si è trasferito in una villa a Beverly Hills, in California. È diventato un caso internazionale, molto aspirazionale per i giovanissimi, ma anche un progetto commerciale. Per la Chill House, One Shot Agency, in partnership con la Icon Holdin, ha selezionato i sei tiktoker più forti di Italia che si sono trasferiti in una villa fuori Milano, dove vivranno per un periodo di sei mesi. Qui i ragazzi, oltre a studiare, creeranno insieme i contenuti per i profili della casa, come in una sorta di talent show in cui si racconteranno senza filtri. «I ragazzi americani non si conoscevano prima ma sono diventati amici, o almeno spero, nella Hype House, che a me sembra un progetto molto più strutturato», dice Valerio. «Noi sei eravamo amici da tempo. Quello che accade nella Hype House sembra essere il risultato di una regia molto più marcata, che penalizza l’autenticità. Insomma, credo che noi siamo più veri e che interagiamo di più con chi ci segue. Si capisce che siamo più spontanei», dice Zoe. «APPENA LE RESTRIZIONI DELLA PANDEMIA CE LO PERMETTERANNO, AVREMO MOLTI OSPITI E TANTISSIME SORPRESE qui a Chill House», dice Valerio. A Milano è nata anche la Defhouse di Web Star Channel, la prima Concept House in Italia e al mondo che non è solo un bellissimo luogo per influencer, ma un vero e proprio canale di comunicazione. Ma è anche un’accademia del talento per otto ragazzi: Simone Berlini, Alessia Lanza, Davide Moccia, Florin Vitan, Tommaso Donadoni, Yusuf Panseri, Jasmin Zangare, Marco Bonetti. Hanno tutti tra i 16 e i 20 anni e sono stati scelti su centinaia di profili social per le loro qualità artistiche e complementari tra loro, e non in base al numero di follower. Hanno di sicuro un talento da coltivare e si raccontano attraverso Instagram, TikTok e sul canale YouTube di Defhouse, che è una casa progettata all’insegna del design rivoluzionario Anni 80 dei gruppi Alchimia e Memphis, a cui si è ispirato
l’art director John Pentassuglia per realizzare i suoi interni. ANCHE IN QUESTO CASO I RAGAZZI FREQUENTANO MOLTE LEZIONI di arti varie e allo stesso tempo affrontano e discutono tra loro e con i tutor di temi di attualità come ecologia, sostenibilità, ma anche di nuove professioni, per informare e sensibilizzare i ragazzi che li seguono. «Questa casa oltre a essere pensata per i “creator” è anche un percorso di formazione», dice Tommaso Donadoni, 16 anni, il più giovane del gruppo. «La cosa più bella è che posso riflettere su che cosa vorrò fare in futuro. Prima di venire nella Defhouse sciavo a livello agonistico, ma qui ho capito che vorrei diventare un attore. Parliamo tantissimo tra noi anche di politica, di ambiente, di chi è in difficoltà e sento che tutto ciò mi fa un bene infinito». Chi segue questi ragazzi sul canale YouTube è molto incuriosito dall’esperienza dentro la Defhouse, anche perché li vede come gli inquilini della porta accanto. «Siamo fortunati a stare tutti insieme in questo periodo, e non isolati ciascuno nella propria cameretta a casa propria», dice Alessia Lanza, una delle due ragazze del gruppo. «È importante trasmettere messaggi positivi, come riuscire a superare gli ostacoli, acquistare sicurezza in se stessi, praticare il senso di responsabilità. Prima di fare una storia e condividere, cerco di immedesimarmi anche nei genitori dei più piccoli che ci seguono. Cerchiamo anche di rendere divertenti le cose noiose a cui magari non tutti sono abituati, come fare la spesa, pulire casa, riordinare. Anche se ci dividiamo i compiti, a volte collaboriamo senza fare attenzione ai turni». Nel suo futuro Alessia vede molte strade aperte. «Mi piacerebbe lavorare nella moda. Da piccola sognavo di essere sulle copertine delle riviste, mentre adesso mi immagino come icona di stile, per quello che rappresento e non solo perché amo i vestiti. Ecco perché il valore del tutoring è importante, ci permette di capire il nostro potenziale». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Vivere insieme serve a far circolare nuove idee. Ognuno ha esperienze diverse che porta in dote agli altri» 76
A. D. Angelo Sganzerla
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G R A Z I A L’AVVENT URA INF INITA
Sentirsi eroi è un
GIOCO
I videogame hanno conquistato milioni di ragazzi durante la pandemia perché permettono di provare emozioni forti restando al sicuro nelle proprie case. Le sfide online oggi vengono trasmesse in diretta, commentate dai fan e il mercato dei videogiochi ormai vale più di quello del cinema. Perché? Qui rispondono creativi e campioni di ALESSIA ERCOLINI
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ono tra i regali più richiesti dai ragazzi, insieme con i gadget tecnologici. E con la pandemia il loro uso è aumentato. Parliamo dei videogame che, complici le scuole chiuse, sono diventati il passatempo principale per molti ragazzi. Sono aumentati i titoli, le modalità di gioco e le ore trascorse online, con amici o sconosciuti, immersi nelle spy story o nei giochi per fare ginnastica “a punti”. Secondo gli esperti del settore, oggi il gaming non è più solo un interesse, ma è una vera e propria “popolazione con comportamenti delineati”. Un mercato che nel mondo muove 180 miliardi di dollari, più del cinema che nel 2020 ha incassato 100 miliardi di dollari, e che solo in Italia vale circa 1,8 miliardi di euro, secondo i dati dell’associazione che rappresenta il settore videoludico, l’Italian Interactive Digital Entertainment Association, per un pubblico di circa 17 milioni di giocatori. Una realtà a sé, a portata di console, cioè un computer che si può collegare anche al televisore del salotto. Sono tre i giganti del mercato: Sony, che produce Playstation, Microsoft con Xbox e Nintendo con i giochi per famiglie e bambini. «Nintendo ha un target diverso da Microsoft e Sony, che puntano a produzioni costose in stile hollywoodiano, spesso basate su tematiche tipiche adolescenziali, come per esempio l’horror», spiega Massimo Guarini, autore di videogame e direttore creativo di Guarini Design. «Sui personal computer l’universo è più complesso. Ci sono store digitali, come Steam, in cui tramite un profilo si scaricano giochi e dove tutti possono mettere il proprio prodotto, che sia uno studio professionale o un ragazzo dalla sua camera». Con internet e i social, il mondo dei videogiochi è cambiato, spostandosi su piattaforme come Twitch, una sorta di YouTube focalizzato sui giochi. «I titoli più competitivi attirano pubblico quanto una 78
partita di calcio: uno gioca dalla propria console, ma il video viene riprodotto su Twitch», prosegue Guarini. In che cosa consiste l’irresistibile attrazione verso i videogiochi? «Se nel cinema c’è l’empatia con il personaggio, qui il protagonista sei tu. E le emozioni sono più forti e più contagiose. Per questo è sempre bene usarli con moderazione, perché certi giochi sono fatti con meccanismi di ricompensa ad hoc che possono creare dipendenza. Ma non sono “il male”, come a volte vengono dipinti. Il gioco è una necessità primaria da sempre. È questione di quantità: un tempo i nostri genitori dicevano che fa male troppa tv. Persino il rock’n’roll, all’inizio, era visto come il demonio. La società ha sempre paura delle cose nuove». Tant’è che qualcuno ne ha fatto un lavoro, come la gamer Martina Garziano, 25 anni, in arte Kroatomist, della Arkadia Media Agency, una streamer che gioca ai videogame in modo professionale e intrattiene i fan sui suoi canali Youtube e Twitch, con oltre 300 mila iscritti, e Instagram, 210 mila follower. «Ho iniziato a giocare con la Nintendo a 7 anni, con mio fratello più grande e nelle serate in famiglia», racconta Kroatomist. «Poi con internet è cambiato tutto. Giocavo online e nel 2018 ho iniziato a convertire le live streaming a Fortnite in italiano. Sono stata la prima a farlo e da lì è partita la mia carriera». Sul futuro però è incerta. «Ora va bene, ma non puoi mai sapere. Non sono riuscita a diplomarmi, ho dovuto abbandonare gli studi al secondo anno per problemi di salute. Studiavo al liceo pedagogico, volevo diventare psicologa, ma ero spesso in ospedale. Mi sono ritrovata isolata negli anni migliori dell’adolescenza, mi sentivo diversa, non avevo autostima e i videogiochi mi facevano sentire gratificata. Era un mondo migliore di quello in cui realmente stavo. Mi divertivo e lì ho conosciuto persone che mi hanno dato la forza per andare avanti. Oggi mi diverto ancora, però non è un lavoro sicuro.
UNA RAGAZZA ALLA FIERA DEI VIDEOGAME DI PARIGI. A DESTRA, MARTINA GARZIANO, IN ARTE KROATOMIST, 25 ANNI, UNA DELLE PIÙ NOTE GIOCATRICI PROFESSIONISTE ITALIANE.
I titoli più AMATI
Foto CONTRASTO/KARMAPRESS
Tra i titoli più richiesti del momento c’è The Last of Us Part II che all’ultimo Game Awards, l’Oscar dei videogame, ha ricevuto sei premi tra cui miglior videogioco del 2020. È seguito da Among US proclamato sorpresa dell’anno per il balzo nelle vendite grazie agli streamer che sulla piattaforma Twitch lo hanno rilanciato. Con l’arrivo sul mercato delle console di nuova generazione, PlayStation 5 e Xbox S|X, tengono i successi del momento, tra cui Fortnite, League of Legends, Assassin’s Creed, Call of Duty, Cyberpunk 2077 e Animal Crossing (miglior gioco per la famiglia). Gli amanti del calcio comprano Fifa 20 e tra i titoli più amati c’è Grand Theft Auto V. Ma la statuetta del videogioco più venduto di sempre va a Minecraft, oltre 200 milioni di copie, diventato anche piattaforma di coding e strumento di apprendimento per la scuola.
Per questo ai ragazzi dico sempre: giocate, ma studiate». In effetti sono pochi quelli che, come lei, riescono a farne un mestiere. «E sono tanti, invece, quelli che perdono la possibilità di averne uno perché si sono votati ai videogame, creati in modo da catturare il giocatore specie se ha caratteristiche psicologiche proprie dell’adolescenza», dice Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore di Tutto troppo presto (DeAgostini), in libreria nella versione aggiornata con un capitolo sui videogame. «Il rischio è la dipendenza. All’inizio è divertente, ma poi quel divertimento tende a diventare l’unico. E a occupare tutto il resto. Diventa difficile richiamare i teenager allo studio, che richiede concentrazione. Secondo le neuroscienze a quell’età i ragazzi hanno bisogno di sperimentarsi in attività diverse, per strutturare reti neuronali del sistema nervoso che restano per tutta la vita». Ma se proibire è sbagliato, che cosa si può fare? «Ritardare l’accesso a quel mondo che somiglia tanto al Paese dei Balocchi di Pinocchio. Perché quegli
strumenti hanno un potere di attrazione enorme sul cervello, che a quell’età si sta ancora costruendo», continua Pellai. «Più tardi avviene l’accesso, più il soggetto è in grado di creare dentro di sé altri interessi e competenze che lo renderanno capace di controllare la passione per lo schermo». Se ben dosato, tuttavia, resta pur sempre un gioco. «Ho avuto il mio primo Nintendo a 9 anni, dovevo accudire un cagnolino e adoravo giocarci, dopo la scuola e con orari stabiliti dai miei genitori», racconta Eleonora Olivieri, 20 anni, studentessa di Ingegneria e talent creator di 2MuchTV (oltre un milione di follower su TikTok). «I videogiochi, se usati bene, aumentano la creatività», dice. Per lei è stato così, visto che si è ispirata al videogame Among Us per inventare una saga comico-investigativa di grande successo sul suo canale YouTube, con oltre un milione di iscritti. «È un viaggio su una navicella spaziale con altri giocatori e si tratta di scoprire chi di loro è un impostore». Insomma giocare è bello, ma sempre con gli occhi aperti. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A INSIEME SI VINC E
Chi gioca con me trova
UN AMICO
Stefano Lepri è un campione di videogame seguito da milioni di ragazzi. Perché le partite online divertono, preparano alle sfide della vita e aiutano a combattere la solitudine: «Solo quando sei con qualcuno», dice, «le cose diventano più semplici» d i L U C I A VA L E R I O
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n giocatore di videogame sperimenta una grande libertà nel mondo virtuale. Stefano Lepri, conosciuto dai fan come St3pNy, 26 anni, ci ha fondato l’amicizia più importante della sua vita reale con i Mates, il gruppo di quattro youtuber composto da Vegas (il suo nome fuori dai videogame è Giuseppe Greco), SurrealPower (Salvatore Cinquegrana), Anima (Sascha Burci) e, appunto, St3pNy, tutti amatissimi da milioni di teenager. Stefano ha iniziato postando i video delle sue partite a Minecraft e in breve tempo è diventato un punto di riferimento tra gli adolescenti. Oggi ha oltre 4 milioni di iscritti al suo canale YouTube e 2,5 milioni di follower su Instagram. A Grazia ha spiegato che i videogiochi non sono diseducativi, come pensano tanti adulti, anzi lui ha trasformato la sua passione in una professione. Che è l’obiettivo più ambito della sua generazione. Chi ti guarda giocare sul tuo canale YouTube rimane colpito dall’energia che sprigioni. Sei così anche quando non giochi? «In Rete sono spontaneo, anche se a volte ci sono situazioni faticose. Faccio video divertenti, cerco di mandare sempre messaggi positivi». Con i Mates, che in inglese vuol dire “compagni”, siete diventati amici grazie a una passione in comune, riuscendo a divertirvi un sacco. Piacerebbe alla maggior parte dei ragazzi. «Ci siamo conosciuti per caso, ci siamo fidati l’uno dell’altro e abbiamo portato avanti un progetto prima solo a parole, poi realizzandolo concretamente e facendolo diventare un’azienda. E anche se ognuno di noi prenderà strade diverse, l’amicizia resterà per sempre, perché l’abbiamo costruita nel periodo più importante della vita».
STEFANO LEPRI, 26 ANNI: NEL MONDO DEI VIDEOGAME È ST3PNY.
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G R A Z I A ST EFANO LEPRI
E con i ragazzi che ti seguono che cosa succede? deogiochi, invece, mi piacciono le fasi finali delle partite, «Con le persone con cui giochi passi tanto tempo insieme quando devi portare a casa l’obiettivo e il cuore batte forte. senza rendertene conto. Diventa naturale prendere parte Ma il divertimento in tutti e due i casi è genuino. Nei vialla loro vita, come ascoltare i suoni di casa, la voce dei deogiochi ci sono l’avventura, le tue paure da affrontare e genitori e quella della fidanzata. E in questo modo, a da sconfiggere, serve la velocità di riflessi, saper prevedere volte, ci si conosce meglio dei propri compagni di scuola, i pericoli, tutte cose che nella vita si sperimentano in tante a casa dei quali magari non siamo mai andati. I videogame occasioni. Sono convinto che queste esperienze virtuali ti avvicinano fino a quando arriva il momento, che arriva influenzino positivamente la struttura del nostro cervello. sempre, di incontrarsi. Gli eventi che organizziamo per chi Quando sei alla guida di un’auto, per esempio, e sei un ha la passione dei giochi online, o a cui partecipiamo noi giocatore, davvero non ti sfugge niente. Perché sei abituagamer, sono un’occasione per vedersi. Con i Mates è ini- to a concentrarti sulla visione generale ma anche sui detziato tutto così». tagli e questo allena la tua attenzione a cogliere più segnaCondividere gli stessi interessi aiuta a capire chi sei? li in un tempo molto breve». «È importante il confronto, mettersi sempre in gioco anche Sei sempre messo di fronte a una scelta nei videogiochi. Quecon chi ama le stesse cose che ami tu. Il messaggio che mi sto allena anche il senso di responsabilità? auguro arrivi a tutti è che insieme le cose diventano più «Può aiutare. Crescere con la consapevolezza che ogni tua semplici, per questo crearsi un gruppo di amici con i qua- scelta porta a conseguenze è fondamentale. Il punto è che li condividere i propri interessi è importante, perché serve nei videogiochi puoi tornare indietro, nella vita no». a conoscersi meglio. I fan, venendo ai nostri eventi, incon- Nel gioco c’è anche l’avventura di scoprire se stessi? trano amici con i quali formano gruppi a distanza, proprio «In certi casi puoi creare un alter ego, un avatar che ti come è successo a me con i Mates». rappresenti, e vivere con un personaggio in un’altra realtà. Come reagisci alle critiche negative sui videogiochi? È interessante». «Di qualsiasi cosa si può trovare l’aspetto negativo, tuttavia Come stai affrontando il periodo della pandemia? l’equilibrio è importante. Durante gli eventi molti genito- «Sono stato sempre connesso con i miei fan, anche quanri mi ringraziano per il modo in cui intrattengo i loro figli». do ho lavorato a un libro con i Mates. Ho lanciato mesVoi Mates avete vissuto insieme nella stessa casa? saggi di incoraggiamento e invitato a osservare le regole. «Solo io e Salvatore viviamo tuttora nello stesso posto, una Ho usato la piattaforma digitale Twitch, cresciuta molto». condivisione che ci ha aiutati molto a crescere, soprattutto Tornare alla normalità sarà complicato per i più giovani? perché abbiamo realizzato tanti pro«Credo di sì. I ragazzi sono disogetti insieme. Senza amici al proprio rientati, lo vedo dai messaggi che fianco è più difficile buttarsi in mi mandano. Hanno bisogno di un’avventura imprenditoriale». concentrasi su altro perché sentono Durante le restrizioni per la pandeparlare solo dei contagi». mia, sappiamo di ragazzi che, rispetTra voi Mates come vi aiutate? tando le regole, si sono trasferiti nel«Ci sentiamo tutti i giorni ma ci le case delle vacanza delle loro vediamo solo il venerdì, facendo famiglie per sperimentare la conviogni volta un tampone per sicurezvenza. za. Immagino che avremo stabilito «La convivenza è un’esperienza che un record. Ma stiamo tutti bene». fa crescere. Qualche anno fa, quanC’è competizione tra voi? do frequentavo la scuola, ho vissuto «Non direi. Siamo cresciuti in fretuna settimana comunitaria con i ta e abbiamo vissuto tantissime miei compagni di classe in cui abesperienze. Abbiamo imparato a biamo sperimentato la divisione dei dare il giusto peso alle cose». compiti». Che cosa vedi nel tuo futuro? C’è un video in cui partecipi vestito «Mi piacerebbe raccontarmi con la da scheletro a una caccia al tesoro con musica, perché ci sono emozioni che i tuoi amici. È più divertente un giocredo di poter esprimere solo in quel co nel mondo reale o una sf ida in modo. Sto componendo testi con quello virtuale? l’aiuto di persone preparate: sono «Nei videogiochi «Nel gioco con gli scheletri è tutto convinto che diventeranno presto più strutturato, hai un canovaccio e nuovi amici». ■ devi affrontare le tue paure molte cose sono spontanee. Dei vi© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sfide
e sconfiggerle»
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G R A Z I A FAT E LARGO
Vogliamo più di un solo
LAVORO
Non inseguono una carriera, ma le loro passioni. Sono esigenti e amano cambiare orizzonti, città e progetti. I ventenni di oggi si preparano a trasformare il mondo delle aziende. Perché, per attrarre il loro talento, le società dovranno diventare super-flessibili d i L U C I A VA L E R I O
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o hanno sognato tutte le generazioni un lavoro unico con il quale realizzare i propri obiettivi, con in testa l’idea di work life balance, l’equilibrio tra ufficio e vita privata. Ma oggi per molti ragazzi tra i 16 e i 24 anni, la Generazione Z, tutto questo non ha più senso, perché preferiscono coltivare più passioni contemporaneamente e non ambire più a una sola professione, ma a più di una. Le loro priorità sono diverse. Mettono al primo posto il fare qualcosa al quanto si guadagna. Vita e lavoro non sono più due “cose” da misurare. Il tempo è fluido e se questi ragazzi hanno una curiosità a mezzanotte, si mettono subito al computer. Credono fermamente nella tutela dell’ambiente e sono impegnati nel sociale. Desiderano avere un mentore, una figura che sia d’aiuto per la propria crescita professionale, ma sono impossibili da ingabbiare. E, soprattutto, hanno voglia di cambiare il mondo. «L’aspetto positivo è che per la Generazione Z tutto è più sfumato tra lavoro e passioni e la flessibilità non è sinonimo di precariato», dice Roberto Paura, cofondatore, presidente e direttore dell’Italian Institute for the Future. «È la prima generazione in cui i sedicenni sono milionari, proprio perché hanno reso la propria passione un lavoro: penso a influencer, youtuber, campioni di videogame. Questo li mette in un’altra prospettiva. Sanno bene che le cose cambiano velocemente, che gli strumenti che usano ora possono diventare obsoleti nel giro di tre anni e questo li porta a prevedere un percorso di vita a zig zag. L’aspetto negativo è che vivono molto nel presente senza pensare troppo al futuro. Da un lato, questo atteggiamento dà loro la capacità di leggere il proprio tempo, dall’altro li spinge a voler realizzare tutto subito, restringendo la possibilità di costruire qualcosa nel lungo periodo». È un’esistenza al presente forse perché la preoccupazione del futuro è troppo grande per
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essere presa in considerazione. Giulia Amico di Meane, direttrice dell’Innovation School di Talent Garden Europe (piattaforma per il networking, la formazione digitale e spazio di coworking), di ragazzi ne vede tanti, li studia e li forma ed è convinta che ci sorprenderanno. «Grazie al web e ai social network i giovani vivono in mondi sconosciuti agli adulti. Sono molto più veloci e informati rispetto alle generazioni precedenti e sono abituati a saltare da un compito all’altro. Svezzati dai contenuti di Netflix e dei podcast migliori, si aspettano qualità da chi li circonda. Sono abituati, per esempio, ad ascoltare lo studioso Alessandro Barbero che racconta loro la Storia con un entusiasmo che vorrebbero anche dai propri professori. Tutto questo mette in difficoltà anche le aziende che, per organizzazione, sono lontanissime dalla visione di questa generazione. Per i ragazzi è obsoleto perfino l’utilizzo della email, non parliamo di procedure e gerarchie. Ma capirli sarà fondamentale per non andare fuori mercato». Questi ragazzi hanno bisogno di spazi dove possono esprimersi, perché solo in quel caso danno il massimo, e agli adulti chiedono coerenza. «Ti giudicano da come interagisci nelle chat e da come ti comporti a un incontro. Notano se usi le bottigliette di plastica e se sei sensibile alle diversity. Le loro aspettative sono alte». Tra i pochissimi podcast dedicati a loro c’è That’ Y del docente e consulente Giulio Beronia, suo fondatore e creatore: è nato dalla passione di far dialogare le generazioni tra loro (thatsy.net). Beronia ha incontrato 12 mila ragazzi in Italia e in Europa, quando lavorava nelle risorse umane delle società. «Aiuto le aziende a capire i giovani, perché il grande problema della discriminazione generazionale è la rappresentatività: in ambito manageriale se ne sta parlando sempre di più. Una volta eri il tuo lavoro, lo sceglievi perché era una parte della tua
Le ragazze sono più smart La Generazione Z comprende anche giovani consapevoli delle difficoltà. Nell’indagine Università 2020: desiderio di futuro e di contesti formativi, condotta da Elena Marta dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo in collaborazione con Pierpaolo Triani, e da IPSOS, i diciottenni sono i più disorientati. Ma a differenza dei maschi, le ragazze si sentono più pronte e, in misura doppia rispetto ai maschi, dichiarano di voler lavorare e studiare contemporaneamente.
Foto GETTY IMAGES
LA GENERAZIONE Z È QUELLA DEI RAGAZZI NATI DAL 1996 AL 2010.
personalità. “Che lavoro fai?” era una domanda identitaria. Oggi i cambiamenti sociali e culturali sono stati così tanti che la domanda non ha più senso. E l’offerta di lavoro delle start up è molto allettante per i ragazzi, in quanto offre un contesto dinamico, senza gerarchie, che mixa bene vita privata e lavoro. Aumenteranno le situazioni di “slash workers”, con free lance che fanno tanti lavori diversi contemporaneamente. E ci sarà bisogno di “reverse mentoring”, ossia di scambiare esperienze e formazione l’uno con l’altro, perché anche i giovani hanno molto da portare in dote, e non solo perché sono nativi digitali». Anche se essere nati “dentro internet” cambia le regole soprattutto quando si parla di occupazione futura. Betty Pagnin è P&C Director di OneDay Group, dove P&C sta per People&Culture, letteralmente “persone e cultura”, l’evoluzione del capo delle risorse umane. Si occupa
di cultura organizzativa all’interno di un contesto in cui i lavoratori vivono in un clima più affiatato e appassionato. «People&Culture vuol dire mettere al centro le persone, sollecitare la loro individualità, benvenuta e spinta a essere sempre più produttiva. Un concetto che piace ai ragazzi che hanno mille idee e che desiderano sperimentare in aziende attente alla loro curiosità, per esprimere il proprio potenziale. Molti vogliono realizzare un loro progetto, ma anche andare in azienda a imparare. Qui vogliono impegnarsi al 100 per cento del loro tempo, facendo però cose differenti, perché puntano a essere soddisfatti. Vanno di fretta e hanno fame di esperienze. E le aziende, soprattutto quelle molto grandi che hanno qualche difficoltà a cambiare, dovranno rivedere la propria cultura organizzativa se vorranno sedersi a questo straordinario banchetto generazionale». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A DISCONNESSI
E noi viviamo
SENZA SOCIAL Desiderano un rapporto diretto con le persone. Non vogliono diventare dipendenti dai loro profili. Non chattano e non postano. Grazia ha indagato l’universo dei ragazzi refrattari alla condivisione digitale d i E N R I CA B RO CA R D O
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on hanno i social oppure, se li hanno, non li usano. E, nel caso in cui li usino, lo fanno perché quasi “costretti”. Non sono certo la maggioranza, ma le ragazze e i ragazzi che non sentono il bisogno di postare selfie delle vacanze, chattare e dare un’occhiata ai profili degli amici esistono e, probabilmente, sono più numerosi di quanto si pensi. Parlare con loro è spesso sorprendente. Le loro motivazioni non sono mai banali. PER ALESSIA NUKU, 19 anni, al primo anno di Giurisprudenza, il disamore verso i social, per esempio, nasce dal desiderio di avere un rapporto diretto con le persone. «Anche se la maggior parte delle mie amiche li usa, non mi sento isolata. Guardo le novità su Instagram quando sono con loro oppure, se c’è qualcosa che vale davvero la pena di sapere, mi chiamano e mi aggiornano». Un altro motivo per cui ha deciso di non aprire un profilo Instagram è che non vuole rischiare di diventarne dipendente. «Molti miei coetanei passano ore con il cellulare in mano. Io non voglio perdere il contatto con la realtà. Meno che mai ora che la pandemia tende, di per sé, a isolarci». MOLTI RAGAZZI “NO SOCIAL” SONO APPASSIONATI DI TECNOLOGIE. Il che, a rifletterci, non dovrebbe stupire. Mattia Strocchi, 22 anni, studente di Ingegneria informatica, che all’ultimo anno delle superiori aveva vinto due premi internazionali con il suo progetto di un esoscheletro per disabili, ha un profilo privato su Instagram che utilizza non più di dieci minuti al giorno e neppure tutti i giorni. «So come funzionano. I contenuti sono personalizzati in modo da essere il più possibile attraenti. Il rischio è che parti con l’idea di dare un’occhiata a quello che stanno facendo le persone che conosci e finisci per perdere un sacco di tempo a guardare post sponsorizzati. Se il servizio è gratis, e i social lo sono, il prodotto sei tu». ANCHE MATTIA, 15 anni, di Roma, è un appassionato di tecnologia. Con il suo amico Giulio ha un sito, Rock’n’Nerd, sul quale presenta le sue invenzioni, tra le quali una serra 86
automatizzata. Quando ha aperto il suo profilo su Instagram, ha scelto di esserci senza essere trovato. «Invece del mio nome, ho scelto una parola impronunciabile in greco antico». SUL FATTO CHE I SOCIAL NON FACESSERO PER LUI Alberto Bonfanti, 25 anni, non ha mai avuto dubbi. «Avevo Facebook solo per scambiare appunti, informazioni sugli esami». Dopo la laurea, sta facendo un master in filosofia del digitale e ha collaborato a un libro intitolato Blockchain and Real Estate, uscito lo scorso ottobre, sul sistema criptato chiamato Blockchain applicato al mercato immobiliare. Il suo disinteresse riguarda, nello specifico, i social-vetrina. «Sono una persona riservata. Inoltre, non mi va di essere costretto a condividere i miei dati con un’azienda. A volte penso che fosse meglio quando c’erano gli sms da 160 caratteri. Ti costringeva a riflettere bene su quello che intendevi comunicare». SIMILE L’APPROCCIO DI ANDREA LUCCHINI, 20 anni, studente di Filosofia, che non usa i social ma li considera un argomento di studio interessante. «Non penso che siano il male assoluto, ma possono essere strumenti di manipolazione. Non solo gli algoritmi selezionano i post sulla base delle tue opinioni, ma ti spingono anche a venire in contatto con un mucchio di fake news». FANNO PARTE DELLA CATEGORIA “NON VORREI MA MI TOCCA” Matilde, 20 anni, e Luca, 28. «Ho dovuto creare il mio account su Facebook perché cercavo un lavoretto e non c’era altro modo di vedere gli annunci», dice Matilde. Quanto a Instagram, racconta, «mi sono lasciata convincere da alcune amiche». Ma, da studentessa di Scienze naturali e appassionata di botanica, finora ha pubblicato solo qualche foto di piante e insetti. «Apparire non mi interessa, l’unico motivo per cui non ho tolto la mia foto è che può essere utile se cerchi lavoro». A LUCA, invece, il canale YouTube serve perché fa il musicista di strada. «Volevo chiedere il permesso per esibirmi a Bologna e, per farlo, dovevo inviare almeno un video delle mie performance. Sono timido, detesto apparire e mi piace
DA SINISTRA, MATILDE BONAFÈ, 20 ANNI, E ALESSIA NUKU, 19.
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il contatto diretto con le persone», racconta. Spiega di aver persino cancellato WhatsApp. «Preferisco comunicare a voce. Se qualcuno mi chiede dove può venirmi ad ascoltare, do il mio numero di cellulare». LORENZO BORGNINO, 18 anni, e suo fratello Zeno, 16, hanno una storia particolare. La loro madre, Sabrina D’Orsi, anni fa, ha creato un blog, Vivere semplice, che in seguito è diventato un libro, in cui parla anche di minimalismo digitale. «Quando ero più piccolo non so quante volte ho implorato di avere un cellulare», dice Lorenzo. «Ma, con il tempo, ho capito le ragioni della mia mamma proprio osservando i miei fratelli minori, Zeno, e ancor più Emilio, il piccolino di casa. Ai genitori consiglierei di dire più “no” anche se è una fatica». Per quanto riguarda Zeno, nonostante gli sia stata concessa molta più “libertà digitale”, anche lui usa i social con parsimonia. «Nelle primissime settimane, dopo che avevo aperto il mio account, ho avuto la percezione che mi stesse rubando troppo tempo. Per controllarmi, scaricai
un’applicazione che mi limitava l’accesso. L’ho cancellata quando mi sono reso conto di potermi regolare da solo». A PREOCCUPARE MICHELANGELO, 26 anni, invece, è quello che definisce un “ambiente tossico”. La gente, dice, sui social spesso dà il peggio di sé. «E non mi piace neppure l’ostentazione artificiale di molti. Sembra quasi che dietro a certe immagini studiate ci sia il desiderio di farti pensare che la tua vita sia insulsa». CHE IL CYBERBULLISMO sia un problema, ne è convinta Noemi, 18 anni, studentessa del liceo scientifico. Tanto che ha deciso di dare una mano agli studenti più giovani di lei, grazie a un progetto chiamato Peer Education, per prevenire il problema delle dipendenze da alcol, droghe e social media. «Mi piace molto l’informatica, ma penso che i social non migliorino le nostre vite. È dimostrato, per esempio, che Instagram possa provocare insonnia e avere un effetto negativo sulla percezione di sé». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
UNO SU QUATTRO disattiva il profilo I ragazzi stanno abbandonando i social media? Una ricerca condotta tra la prima e la seconda ondata di Covid da Dentsu, società di comunicazioni di marketing digitale, ha analizzato un campione di giovani dai 18 ai 24 anni. Ecco i risultati: un quinto avrebbe disattivato l’account, addirittura il 25 per cento nel caso dell’Italia, un terzo starebbe cercando di limitare l’uso quotidiano dello smartphone, mentre la metà avrebbe ridotto la condivisione di dati in nome della privacy.
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GRAZIA
LA MODA FA
TIKTOK A New York cinque star emergenti del social network posano per Grazia con i look che piacciono alla nuova generazione digitale f o t o d i C A L E B & G L A DY S s t y l i n g d i A L E K S A N D RA M A R KOV I C
Jeannie Park @JEANNIEJAY
MAXICARDIGAN SU ABITO IN MAGLIA A CANOTTIERA, ANELLO (TUTTO BOTTEGA VENETA).
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Carolina V. Marie @CAROLINAVMARIE BLOUSON E GONNA IN DENIM, SANDALI INFRADITO (TUTTO ALBERTA FERRETTI). ORECCHINI (CENDRÉ). IL SERVIZIO È STATO REALIZZATO PRESSO L’1 HOTEL BROOKLYN BRIDGE, A NEW YORK, NEGLI STATI UNITI. INFO: WWW.1HOTELS.COM/BROOKLYN-BRIDGE.
Mari Lederman @ITSSSSMARIIII BLAZER DOPPIOPETTO SU CAMICIA FANTASIA, LEGGINGS A RIGHE (TUTTO LOUIS VUITTON).
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Emma Paterson @EPATZ2
MICROCARDIGAN SU REGGISENO, PANTALONI, ORECCHINI E COLLANA (TUTTO VERSACE).
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Parker Kit Hill @PARKERKITHILL
FELPA AMPIA IN COTONE CON SCRITTE (LEE X H&M).
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MARI INDOSSA SOPRABITO LAMINATO (HERNO) SU GILET CON BOTTONI DORATI E PANTALONI MASCHILI CON PINCES (TUTTO ETRO). SANDALI (LARROUDÉ).
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JEANNIE HA MAGLIA A RIGHE (H&M STUDIO), PANTALONI AMPI E CINTURA (TUTTO LEE X H&M). PORTAMONETE IN PELLE (CHANEL), DÉCOLLETÉES (FENDI).
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MARI HA UN BLAZER DOPPIOPETTO CON REVERS A CONTRASTO SU PANTALONI COORDINATI, SANDALI (TUTTO ALEXANDER MCQUEEN).
PARKER INDOSSA CAMICIA CON MAXILOGO E PANTALONI, BORSA SADDLE E MOCASSINI (TUTTO DIOR). CALZE (CALZEDONIA).
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PER CAROLINA MAGLIA IN CASHMERE SU SHORTS, ANFIBI IN CAMOSCIO (TUTTO BRUNELLO CUCINELLI). ORECCHINI (ELECTRIC PICKS), COLLANA (CENDRÉ). PRODUZIONE: JEAN JARVIS@AREA 1202.
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CELINE BY HEDI SLIMANE
styling di NIKE ANTIGNANI
Righe Anni 80 A sinistra, dall’alto: giacca stile motociclista in pelle (Blauer Usa, € 498); pantaloni a vita alta in denim effetto scolorito (Levi’s, € 125). A destra, dall’alto: borsa Sophia Bucket in vitello martellato nella variante Queen Red (Gianni Chiarini, € 170); occhiali squadrati (Tom Ford Eyewear, € 250); polo in maglia a righe (Sandro Paris, € 245); sneakers Alpina in cotone traspirante (Superga, € 89).
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ISABEL MARANT
GRAZIA
Foto IMAXTREE
Gli shorts con la giacca A sinistra, dall’alto: gilet corto in maglia con bordi a coste (Mango, € 39,99); shorts in viscosa stampata (Zimmermann, € 330); stivali texani Mescal in pelle lavorata (Mezcalero, € 280); bracciale Flex’it nei tre colori dell’oro con diamanti (Fope). A destra, dall’alto: blazer in misto cotone con bottoni dorati (Gaëlle Paris, € 269); borsa Beth in cuoio (Orciani, € 420); short in fantasia bandana (Pinko, € 160).
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MIU MIU
GRAZIA
A sinistra, dall’alto: piumino Fast5Degradable in nylon (Herno Globe, € 500); borsa Metropolis Micro Bag in nylon e pelle (Furla, € 165); brassière e slip con bordi elastici (Tommy Hilfiger, € 44,90 e € 49,90); stivaletti Viv’ Ranger con fibbia di strass (Roger Vivier, € 1.500). A destra, dall’alto: Big Bold Chrono in plastica e silicone (Swatch,€ 185); polo in maglia laminata (L’Autre Chose, € 250); pantaloni in viscosa e lino (Luisa Spagnoli, € 210).
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Foto IMAXTREE
La tuta glam
PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI
Quadri con grinta A sinistra, dall’alto: collana a catena con doppio cuore (Sodini, € 39); giacca a un bottone con gilet (Tagliatore 0205, € 880); occhiali a farfalla Hildegard (DSquared2 Eyewear, 210); abito a quadretti con fiocco (OVS, € 24,95). A destra, dall’alto: miniborsa in pelle matelassé con catena (Chanel); abito in cotone a quadri Vichy con piccola balza (Guess Jeans, € 119,90); stivali di gomma (Hunter@Zalando.it, € 124,99).
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G R A Z I A MODA
IL DESTINO DI CHARLOTTE Il legame tra Chanel e la famiglia regnante di Monaco viene da lontano. E ora che è stata scelta come volto della maison, Charlotte Casiraghi è protagonista di una serie di eventi digitali che hanno al centro le scrittrici d i L AU R A I N CA R D O N A
Foto courtesy CHANEL
se fossi nata con Chanel: ci sono foto di mia madre, incinta «Ècome di me, che indossa i capi della maison. Sono immagini realizzate
da Karl Lagerfeld. E per il mio matrimonio ho scelto un abito creato da Virginie Viard, attuale direttrice creativa del marchio. È quasi un cerchio che si chiude». Con queste parole Charlotte Casiraghi spiega il suo rapporto con Chanel, ora che diventa ambasciatrice e protagonista della campagna primavera-estate 2021 della maison. Il legame viene da lontano: sua madre, Carolina principessa di Hannover, è stata per tutta la vita amica di Karl Lagerfeld, il designer scomparso nel 2019. Sia Carolina sia Charlotte indossano spesso, soprattutto nelle grandi occasioni, gli abiti del marchio. Anche la campagna, realizzata dal duo formato da Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin, rappresenta per Charlotte un momento pieno di emozione. «Sono state realizzate nel principato di Monaco, nella casa che abitava Karl», racconta. In questa pagina ci sono alcune foto di backstage in esclusiva. Tutta questa vicenda sembra intessuta di legami affettuosi che si incrociano nel tempo. Un altro esempio? Charlotte è una grande amante di letteratura e poesia, arti alle quali è stata introdotta proprio da Lagerfeld, appassionatissimo collezionista ed editore di libri. La stessa Coco Chanel si circondava di scrittori e artisti. Nasce forse da qui il progetto Les Rendez-vous littéraires rue Cambon, ideato da Casiraghi e Viard. Per tutto l’anno Gli appuntamenti letterari di Rue Cambon saranno incontri a tema, visibili sul sito e sui social di Chanel, che riuniranno donne del mondo della cultura e dello spettacolo e amiche e amici della maison per leggere e scambiare opinioni su opere letterarie di autrici storiche o contemporanee. Il primo è fissato per martedì 26 gennaio. ■
IN QUESTA PAGINA, ALCUNE IMMAGINI DALLA CAMPAGNA E DAL BACKSTAGE DELLA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2021 DI CHANEL, INTERPRETATA DA CHARLOTTE CASIRAGHI, NUOVO VOLTO E AMBASCIATRICE DELLA MAISON.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
111
di
Carlotta Marioni
Azzurro come il cielo IL CAPPOTTO LEGGERO IN PURA LANA CHE ANTICIPA LA PRIMAVERA 2021 HA UN MORBIDO TAGLIO A VESTAGLIA, LA CINTURA DA ANNODARE E DUE GRANDI TASCHE APPLICATE. IL COLORE È ENERGETICO: UN INTENSO AZZURRO CHE DÀ LUCE (MAX & CO., € 349).
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di
Carlotta Marioni
In movimento A|X ARMANI EXCHANGE È UNA LINEA SPORTIVA, CAPACE DI UNIRE TECNICA, STILE E SOSTENIBILITÀ. IL BLOUSON NELLA FOTO È REVERSIBILE, REALIZZATO IN POLY TAFFETÀ RICICLATO, CON DETTAGLI IN RETE E LOGO RIFLETTENTE PER UNA MIGLIORE VISIBILITÀ. IL COLORE SCELTO, UNA TONALITÀ VERDE LIME, NE ENFATIZZA LO STILE POP E DECISO (A|X ARMANI EXCHANGE, € 220).
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DOLCE & GABBANA
ABITO MONSE, GIOIELLI CARTIER
KYLIE MINOGUE
HUNTER SCHAFER
LILY COLLINS
ANGEL CHIANG
SENSUALE
POP
AUDACE
DI TENDENZA
RÉTRO
SILVIA
8/10
CATHERINE
10/10
È davvero bellissima. Apprezzo molto anche il dettaglio sui capelli che richiama le scarpe. SELIN
9/10
Mi piace tutto, anche la scelta degli accessori.
SILVIA
8,5/10
La popstar australiana è divertente, ironica e sicura di sé. CATHERINE
8/10
L’abito è decisamente impegnativo, ma su Kylie sta bene tutto. Belli il colore e il doppio spacco. SELIN
5/10
Mi sembra un look esagerato, senza armonia fra abito, trucco e capelli.
SILVIA
9/10
Interessanti i dettagli e la cintura con cui l’attrice interpreta in chiave contemporanea il tubino nero. CATHERINE
10/10
Il look è stupendo: tutto è perfetto, anche i capelli e il trucco. SELIN
10/10
Il pallore dona con l’abito nero: brava Hunter.
SILVIA
10/10
L’attrice ha una grande classe e indossa perfettamente l’abito, che è di un colore molto interessante. CATHERINE
7/10
Lily è molto carina, ma l’insieme mi sembra un po’ banale. SELIN
9/10
Il colore e il taglio dell’abito sono molto attuali. Trucco, capelli e gioielli sono perfetti.
SILVIA
9/10
L’attrice cinese è elegante e sexy al punto giusto. CATHERINE
9/10
Angel è meravigliosa e l’acconciatura è perfetta con l’abito. SELIN
7/10
Ha fatto la scelta giusta, incluso il tocco di colore sulle labbra.
Foto GIOVANNI GASTEL, GETTY IMAGES, INSTAGRAM
GIVENCHY
SHIGA LIN La cantante e attrice cinese è divertente grazie alla decorazione tra i capelli abbinata all’abito semplice ed elegante.
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NAEEM KHAN
DOLCE & GABBANA
TRE ESPERTE DI STILE METTONO SOTTO ESAME LE SCELTE DI DIECI PROTAGONISTE DEGLI ULTIMI EVENTI INTERNAZIONALI
G R A Z I A MODA SILVIA DAMIANI
CATHERINE POULAIN
SELIN BURSALIOGLU
modella, dj e direttrice creativa del marchio Cath Paname
stylist di Grazia
DIOR
GEORGES HOBEIKA COUTURE
CONG TRI
ISABEL SANCHIS
ATELIER VERSACE
vicepresidente del gruppo Damiani e presidente di Venini
HAILEE STEINFELD
NIEVES ÁLVAREZ
ANNE HATHAWAY
FAN BINGBING
HANNAH QUINLIVAN
AUDACE
MONOSPALLA
DIVINA
ORIGINALE
SEVERA
SILVIA
10/10
L’attrice sa osare, ma con gusto: l’insieme è fresco, divertente ed eccentrico. CATHERINE
9/10
Tutto azzeccato: volumi, colori, linee. SELIN
6/10
Mi sembra che trucco e capelli non si armonizzino con l’insieme.
SILVIA
6/10
L’abito monospalla è indossato molto bene dalla modella. Il dettaglio con le piume però è un po’ esagerato. CATHERINE
8/10
L’abito è molto bello, le dona sicuramente, ma non mi convince al 100 per cento. SELIN
5/10
Avrei preferito un’acconciatura più naturale e romantica.
SILVIA
8/10
Il colore e il tessuto sono molto particolari. Forse il vestito è un po’ troppo carico di elementi sul décolleté, ma l’attrice si conferma forte e con personalità. CATHERINE
9/10
Sembra una dea greca: la star è sempre incredibile. SELIN
9/10
L’abito è molto bello: sexy e femminile. Perfetti anche trucco e capelli.
SILVIA
7/10
La scelta della star cinese è decisamente originale ma forse un po’ troppo castigata. La maxi frangia è divertente. CATHERINE
10/10
L’abito è stupendo e l’attrice sembra indifesa e decisa allo stesso tempo. SELIN
6/10
Il look è un po’ confuso. Avrei preferito i capelli raccolti visto che l’abito è elaborato e ha le frange.
SILVIA
8/10
L’attrice ha scelto un look elegante, contemporaneo. Forse è un po’ troppo coperta. CATHERINE
9/10
L’insieme è di classe: perfetti il trucco leggero e i capelli raccolti. SELIN
7/10
Il blu le sta bene.
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di
Carlotta Marioni
Intrecci naturali L’INTERA COLLEZIONE PARIS È REALIZZATA CON UN INTRECCIO ISPIRATO ALLE FORME DELLA NATURA. I GIOIELLI CHE NE FANNO PARTE, GIROCOLLO, COLLANA, ORECCHINI, ANELLO E BRACCIALE (NELLA FOTO), SONO IN ARGENTO, CON TRATTAMENTO DI ELETTROFORMATURA RODIATA (GIOVANNI RASPINI, € 410).
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G R A Z I A MODA
DUE IMMAGINI DI BACKSTAGE E, AL CENTRO, UNA FOTO DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA CON LE MODELLE IRINA SHAYK E JOAN SMALLS, PER LA COLLEZIONE PRIMAVERAESTATE 2021 DI ERMANNO SCERVINO.
LA BELLEZZA CI FARÀ RITROVARE LA LUCE
Una campagna pubblicitaria interpretata da grandi top model e una collezione di capi sensuali. Ermanno Scervino immagina una primavera all’insegna della gioia di vivere d i A N TO N E L L A B I G OT TO
B
ellezza e femminilità sono da sempre scelto i volti ideali della collezione di Erdue parole guida nell’universo del marmanno Scervino? chio Ermanno Scervino. E oggi sono anche «Irina Shayk, Natasha Poly e Joan Smalls l’essenza dello stile delle nuove creazioni, hanno ciascuna qualcosa di speciale e insiesempre ispirate alla gioia di vivere, a un’eme creano un’alchimia straordinaria. Sono leganza naturale e anticonformista, accesa perfette per rappresentare il mio immaginada tocchi rock. La collezione primaverario, il prototipo ideale della femminilità di estate 2021 ha questi temi come principali oggi: sono donne e mamme, lavorano, hanno ispirazioni, che vengono sublimati dalla uno stile internazionale e sono attente ai campagna pubblicitaria, realizzata dai fototemi sociali, una sensibilità che considero grafi Luigi & Iango. Protagoniste sono tre molto importante». top modelle, Irina Shayk, Natasha Poly e Che importanza riveste la scelta di ambienIL CO-FONDATORE Joan Smalls, immerse nella splendida natura tare in Italia la campagna? E DIRETTORE CREATIVO toscana, la stessa dove vive lo stilista. Qui «Ermanno Scervino è uno dei pochi marchi DEL MARCHIO ERMANNO ne parliamo con il direttore creativo. di prêt-à porter di proprietà tutta italiana; SCERVINO. Qual è lo spirito della collezione primaverainoltre io vivo a Firenze e trovo che scegliere estate 2021? la bellezza della Toscana sia un altro modo «La bellezza è l’assoluta protagonista. Per me è fonper dare spazio all’eccellenza del nostro Paese». damentale che la moda diventi contemporaneità: per In questo momento diff icile, che ruolo ha la bellezza? questo nelle mie creazioni artigianalità e tecnologia «È da sempre il mezzo più immediato per trasmettere vanno di pari passo e ciascuna aggiunge valore al valore positività. La società in questo momento ha bisogno dell’altra». di riferimenti che aiutino a uscire da un momento di Che tipo di donna racconta? buio inaspettato. E la bellezza è un messaggio globale, «Una senza tempo». trasversale, che arriva ovunque». ■ Quali caratteristiche fanno delle tre top model che avete © RIPRODUZIONE RISERVATA 117
STREET STYLE
G R A Z I A MODA
Susie Lau
Victoria Scheu
PESCA La giornalista e influencer britannica indossa un cappotto con grande collo e polsi in pelliccia. Poi ha un top a fascia in maglina con ricamo in strass, pantaloni in chiffon ricamato con perline e paillettes, borsa a mano in raso con logo in strass e sandali alti con cristalli. Tutto di Blumarine.
CONTRASTI L’influencer tedesca indossa una giacca in rayon e seta con pannelli in colori a contrasto e una gonna midi in tessuto tecnico con pannello frontale a pieghe di Lovebird Studio. Il maglione a collo alto in lana è di Hallhuber. La borsa a mano con fascia in tinta è Boyy, gli stivali alti a punta sono di Mango.
Therese Hellström Leonie Hanne
Giada Albani
CREMA L’influencer tedesca punta su un ampio caban doppiopetto di Nanushka, una tuta in felpa composta da un top con collo ad anello e pantaloni da jogging di Bazilika. La borsa in pelle trapuntata è di Chanel, come le sneakers in pelle e tessuto con suola sagomata.
VINTAGE L’influencer italiana indossa un maglione di alpaca lavorata a nido d’ape e una gonna in denim a trapezio, tutto di Sea NY. La borsa a mano in pelle è di Prada, le calze a fantasia logo sono di Fendi vintage, i mocassini in pelle effetto pitone con dettagli in metallo sono di Uterqüe.
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CARTA DA ZUCCHERO L’influencer svedese sceglie un trench con collo in volpe rimovibile di Meotine, una maglia girocollo in lana vintage e pantaloni a sigaretta in lana elasticizzata di Custommade. La borsa in patchwork di montone è di Strathberry, gli stivaletti con tacco in pizzo di metallo sono di Rebecca Björnsdotter.
Le tonalità pastello colorano l’inverno di sfumature soft. Dieci trendsetter internazionali mostrano come interpretarle secondo le ultime tendenze D I R I C C A R D O S L AV I K
IL LOOK DELLA SETTIMANA
Tanja Bülter PEONIA La presentatrice tv tedesca indossa un cappotto doppiopetto in misto cashmere dal taglio dritto con collo con risvolti, maniche sagomate e cintura in vita di Marc Cain. Sono dello stesso marchio il maglione a collo alto in lana a coste e i pantaloni a quadri dal taglio dritto. Le décolletées a punta in vernice sono vintage.
Tamu McPherson PIUMINO L’influencer giamaicana punta su un piumino in nylon lucido con chiusura a zip a contrasto di Duvetica. La camicia effetto mimetico è di Abs, i pantaloni taglio jeans animalier, sono di Rejina Pyo. La piccola borsa in pelle è vintage, gli stivaletti sono di Khaite.
Foto GETTY IMAGES, INSTAGRAM
Sonia Lyson CIPRIA L’influencer tedesca ha una giacca a vento in nylon reversibile di Fendi x K-Way su pantaloni da pigiama in raso di seta dal taglio ampio con alti risvolti e bordini in seta a contrasto di Fendi. Anche la maxi stola in volpe con cintura multifunzionale in pelle è della maison romana.
Veronica Ferraro
Kylie Jenner
LILLA L’influencer italiana sceglie un ampio soprabito doppiopetto in poliestere riciclato con stampa a quadri e cintura in vita di Maryling. Sono dello stesso marchio i pantaloni a vita alta nello stesso tessuto del soprabito. Gli stivali con tacco a rocchetto sono vintage.
LOGO L’imprenditrice statunitense ha un piumino in tessuto tecnico imbottito con stampa logo di Dior del 2003. Appartengono alla stessa collezione gli stivali nello stesso tessuto con suola in gomma e cinturini al polpaccio. L’abito a collo alto dal taglio aderente è di Naked Wardrobe. 119
di
Carlotta Marioni
A fior di pelle IL DETTAGLIO DA OSARE QUESTA STAGIONE È IL COMPLETO DI PIZZO DA INDOSSARE SOTTO LA GIACCA. QUELLO NELLA FOTO SI COMPONE DI REGGISENO CON LEGGERA IMBOTTITURA, ELASTICI E ANELLINI DECORATIVI IN METALLO DORATO E DA UN PERIZOMA COORDINATO CON LACCI INCROCIATI (INTIMISSIMI, € 29,90 E € 12,90).
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G R A Z I A MODA
UN’IMMAGINE DELLA CAMPAGNA GUESS DEL 1994 CON DREW BARRYMORE, FIRMATA WAYNE MASER.
QUI E A SINISTRA, ALCUNI CAPI E ACCESSORI CHE FANNO PARTE DELLA COLLEZIONE DREW BARRYMORE DI GUESS ORIGINALS X PLEASURES.
NEL SEGNO DI DREW La collezione che si ispira all’iconica attrice Drew Barrymore nasce dalla collaborazione tra Guess Originals e il marchio Pleasures: per celebrare lo spirito irriverente degli Anni 90 d i A N TO N E L L A B I G OT TO
L’
attrice americana Drew Barrymore è uno dei simboli dell’estetica degli Anni 90, protagonista nel 1994 di un’indimenticabile campagna pubblicitaria firmata dal fotografo Wayne Maser per Guess. Una serie di immagini rimaste nell’immaginario, che tornano oggi protagoniste di una collaborazione speciale tra Guess Originals e Pleasures, marchio di streetwear con sede a Los Angeles. Si tratta di una capsule collection di 36 pezzi dall’ispirazione Anni 90, caratterizzati da stampe inedite tratte dalle foto dell’epoca, rielaborate per l’occasione. Nicolai Marciano, direttore delle collaborazioni del marchio, ha voluto accendere l’attenzione su un periodo di grande creatività: «La campagna con Drew Barrymore
è rimasta tra i ricordi di tantissime persone e questo ci è sembrato il momento perfetto per rievocarla: con un po’ di nostalgia, ma anche con il desiderio di conquistare l’attenzione di una nuova generazione di fan», racconta. La collezione si rivolge a un pubblico maschile e femminile, spazia nei toni del bianco, rosso e nero e parte dall’inconfondibile stampa a pois tratta dall’archivio del marchio, per allargarsi al completo in denim, alle canottiere a coste, alla felpa ampia, ai jeans, realizzati con un lavaggio “heavy enzyme” che dà un aspetto vintage. La collezione è disponibile dal 18 gennaio in esclusiva su urbanoutfitters.com e da marzo nei negozi Guess selezionati. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA 121
FA SHION
GIOVANI DESIGNER
Si chiama You Design il nuovo progetto di Pollini in collaborazione con l’Istituto Marangoni, autorevole scuola di moda e design. Gli studenti del Master in Luxury Accessories Design & Management delle sedi di Milano, Firenze e Londra lavoreranno nell’ambito della collezione Archive, la linea di Pollini presentata per la prima volta nel 2019 e ispirata all’archivio storico della maison, per creare una capsule collection che ne celebri la tradizione. La consegna dei progetti è prevista in marzo e a giudicare il lavoro dei ragazzi ci sarà una giuria di giornalisti, influencer e rappresentanti dell’azienda. In aprile il progetto selezionato passerà nelle mani degli studenti del Corso in Styling and Creative Direction per elaborare un piano di lancio, in collaborazione con la dire-
zione generale, commerciale, creativa e il team del dipartimento comunicazione di Pollini. La capsule collection, che farà parte della collezione primavera-estate 2021, ispirata ai colori e alle atmosfere più affascinanti del Mediterraneo, sarà presentata al pubblico con la formula See Now, buy Now, immediatamente in vendita, a partire da maggio 2021. «Il settore degli accessori si è evoluto notevolmente nel corso degli anni, pertanto è fondamentale lo scambio di competenze con le nuove generazioni», ha spiegato Marco Piazzi, direttore generale di Pollini. Ai giovani studenti dunque il compito di reinterpretare con la propria sensibilità i codici di una maison storica come Pollini (pollini.com; istitutomarangoni.com).
di ELSA BONFIGLIO
Abiti con un MESSAGGIO Yezael, il marchio di Angelo Cruciani, con la collezione primavera-estate 2021 vuole trasmettere messaggi di inclusività con i suoi abiti. Fanno parte della linea Monogram una serie di abiti apparentemente gessati, ma in realtà con una stampa formata dal ripetersi del monogramma Yezael. L’effetto grafico è simile alla catena del genoma umano. E ci sono tessuti fatti interamente di parole. “You = Me”, Tu = Me; “Love can change history”, l’amore può cambiare la storia; “Happiness is the victory”, la felicità è la vittoria, sono solo alcuni dei concetti positivi lanciati dallo stilista (yezael. com). 122
A TUTTA FORZA
Moon Boot ha collaborato con il fotografo austriaco Daniel Koekkoek per una serie di immagini che ritraggono il piccolo elefante, nato nello zoo di Lipsia, in Germania, che gira il mondo indossando i famosi stivali dopo-sci. Questa campagna internazionale vuole essere un omaggio alla storia del marchio, nato negli Anni 70. Allora infatti i Moon Boot furono indossati per la prima volta da un elefante reale, simbolo di forza e positività, dello zoo di Berlino (mooboot.com).
PREZIOSI COME SCULTURE
Gli orecchini Knot Light Hoop, in bronzo dorato a 24 carati, fanno parte della nuova collezione di Giulia Barela Jewelry. Delicati, ma allo stesso tempo con uno stile contemporaneo e forte, rappresentano bene il segno stilistico della designer di gioielli. Tutte le creazioni di Giulia Barela, realizzate in bronzo e argento, con l’antica tecnica della fusione a cera persa, nel suo atelier nel centro storico di Roma, sono in edizione limitata e interamente fatte a mano (giuliabarela.com).
LA NUOVA MEDUSA «Viviamo in un mondo dove le differenze di genere sono state azzerate e ci è concessa una libertà di espressione come mai prima. Usiamola e usiamola bene». Lo dice Donatella Versace che ha scelto Hailey Baldwin Bieber (nella foto), Kendall Jenner e Precious Lee come muse della maison per dare il benvenuto, nel mondo sottomarino immaginato dalla stilista, alla nuova borsa La Medusa con tracolla a catena. Ogni modello è impreziosito da un medaglione che presenta la testa di Medusa (versace.com).
COME CARTOON
Topolino, Minnie e Pippo sono i protagonisti della capsule collection vivace e colorata Levi’s x Disney Mickey & Friends. La collezione comprende una gamma di denim, magliette, felpe, pile, giacche e accessori, caratterizzati da un mix di grafiche rétro e immagini ricamate, oltre a dettagli trapuntati su silhouette contemporanee (levi.com).
Denim SOSTENIBILE La nuova collaborazione esclusiva di H&M è con Lee, il famoso marchio di denim americano. Per la prima volta insieme, i due team hanno lavorato alla creazione di un jeans sostenibile, in cotone riciclato al 100 per cento, e di zaini vegani realizzati in sughero. La capsule comprende anche corsetti, salopette e giacche, camicie e felpe in jersey di cotone riciclato, e sarà in vendita dal 28 gennaio. Sul sito hm.com per ogni capo saranno indicati i dati di Life Cycle Assessment che rivelano l’impatto ambientale di acqua, CO2 ed energia impiegati per la loro realizzazione (hm.com; eu.lee.com).
VERSO LO SPAZIO La capsule collection firmata HTC Los Angeles è pensata per viaggi intergalattici. Felpe, shorts, gonne, pantaloni e accessori, come le borse con maxilogo metallico, sono caratterizzati da una stampa psichedelica ispirata allo spazio e attraversata da raggi luminosi e polvere di stelle (htclosangeles.com).
G R A Z I A BELLE Z ZA
FASCINO
FLUIDO Le nuove generazioni hanno reinventato i codici beauty superando le rigide separazioni tra femminile e maschile. Così il truccco e i prodotti di styling per capelli sono sempre più unisex. Un modo per scoprirsi, sperimentare ed esprimere liberamente la propria personalità d i CA R L A T I N AG L I e F I L I P P O B E L L I N I Fo t o d i C H R I ST I N E K R E I S E L M A I E R
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Foto TRUNK ARCHIVE
B
asta guardare un gruppo di liceali di spalle. A volte è difficile distinguere i maschi dalle femmine: stesso taglio di capelli, stessi jeans, stessa felpa. «Non è travestimento, quanto una forma di complicità e condivisione», dice Claudia Romani, psicologa e psicoterapeuta a Roma. «Come lo stile di vita è diventato più flessibile, così i tradizionali modelli maschili e femminili sono più aperti e ognuno prende in prestito dall’altro quello che ritiene buono e utile». Per la generazione che va dai 14 ai 24 anni, insomma, la parola d’ordine è fluidità. Che significa affrontare in modo più libero ogni ambito della propria vita. «Sessualità compresa», continua la psicologa. «Perché anche avere una relazione con partner dello stesso sesso o diverso, a seconda dei momenti o delle situazioni, è tendenzialmente vissuto con tranquillità».
PER LEI E PER LUI, COPPER DI COMME DES GARÇONS: PROFUMO VERDE-ORIENTALE CHE GIOCA SUL CONTRASTO DI NOTE NATURALI E SINTETICHE.
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G R A Z I A BELLE Z ZA 1
STORIE DI MAKE UP Naturale, quindi, che questo atteggiamento si rifletta non solo nel modo di vestirsi ma anche in quello di prendersi cura di sé. E se da Selfridges, uno dei grandi magazzini di Londra, l’approccio fluido ha portato ad abolire i tradizionali corner di moda maschile e femminile per offrire un racconto alternativo delle collezioni, il mondo della bellezza si sta muovendo nella stessa direzione anche sul make up, con proposte di stile all’insegna del gusto personale. Uno dei primi ad aver colto la tendenza “liquida” è stato Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci nonché ideatore di una linea trucco manifesto di inclusione: per esprimere la propria personalità senza maschere e trasformare le imperfezioni in segni distintivi da esaltare. Con la collezione trucco Boy de Chanel, invece, la maison parigina ha voluto dedicare ai maschi una gamma di prodotti che fanno della bellezza una questione di stile, non di genere: declinata in un fondotinta, un balsamo labbra, una matita per sopracciglia e ora anche in un correttore, una matita occhi e due smalti. Mentre l’italianissima Wycon Cosmetics ha lanciato l’anno scorso una linea basata sulla condivisione. «Si chiama Genderless proprio perché annulla il concetto di femminile e maschile per rivolgersi a tutti coloro che desiderano una pelle più luminosa, sopracciglia curate e uno sguardo più intenso», spiega Raffaella Pagano, amministratore delegato e Product manager del marchio. Un messaggio che Eylure London, noto marchio inglese di ciglia finte, ha tradotto in una collezione creata con lo youtuber e make up artist italiano Carmi, scelto anche come testimonial. SCELTE DI HAIRSTYLING Lo stesso vale per i capelli: oggi anche i ragazzi li portano lunghi, mentre alle ragazze piace molto il corto-cortissimo. «Fa parte della nuova sensibilità espressiva basata sulla condivisione e sul rifiuto dei limiti imposti dalla differenza di genere», commenta Fabrizio Palmieri, direttore creativo di Toni&Guy Academy. «Non a caso, nelle ultime sfilate si sono utilizzati gli stessi prodotti su modelle e modelli. E tra gli stili più gettonati ora c’è il “wet look” o “look bagnato”, realizzato con il gel per tenere indietro i capelli in modo che il viso rimanga scoperto». Icona indiscussa di questo mood androgino è l’attrice Kristin Stewart, musa di Chanel, che sfoggia spesso tagli corti. Mentre Pantene con la sua campagna #Hair Has No Gender ha voluto celebrare la diversità e il potere dei capelli di affermare la propria personalità, al di là di ogni pregiudizio. Anche Great Lenghts, marchio specializzato in extension su misura e “invisibili” tanto sono simili alle ciocche naturali, si dichiara trasversale. «Le nostre proposte rispondono a desideri ed esigenze di donne e uomini indistintamente», dice Enrica Arsenio, Head manager dell’azienda. «Perché tutti hanno il diritto di sentirsi a loro agio con il look che preferiscono». Lo sa bene Steven Tyler, storico cantante degli Aerosmith, oggi 72enne, tra i primi clienti del marchio. L’importante è cambiare testa. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1. Superaderente, opaco e a effetto bonne mine: Unlimited Blush in Brick di Kiko (€ 8,99). 2. Ideale anche per chi fa sport, resiste al sudore, leviga e idrata: il correttore Clinique Even Better All-Over Concealer + Eraser (€ 33). 3. Dopo la matita, un gel colorato che fissa e riempie le sopracciglia: Genderless Wo/Men Collection Click Pen Eyebrow n. 01 di Wycon Cosmetics (€ 9,90). 4. Opaco, si usa come liner, matita o ombretto. È Boy de Chanel Le Stylo Yeux 3-en-1, in Brown. Chanel (€ 40). 5. Sopracciglia in ordine con la matita Mister Eyebrow in Dark di Givenchy (€ 24,50). 6. Opacizza, leviga e illumina: Cipria in Polvere Universale di Yves Rocher, con estratto di riso antiossidante, rimineralizzante e seboregolatore (€ 19,95). 7. Una palette di ombretti in tinte neutre, in versione opaca e perlata: essence The Nude Edition Eyeshadow Palette (€ 4,99). 8. Texture flessibile a effetto bagnato per Alfaparf Style Stories Wet Gel (€ 15,90, in salone). 9. Su capelli umidi o dopo lo styling per dare lucentezza: Let it Shine Softening Glossing Spray, dalla linea Lifestyling di milk_shake. Con filtri Uv e proteine di quinoa (€ 17,90, in salone). 10. Esalta il colore naturale delle labbra, nutrendole con estratto di melograno, peonia rossa e burro di karité: Rouge Dior Satin Balm in Diornatural. Dior (€ 40,16). 11. Effetto volume e applicazione modulabile per Gucci Mascara L’Obscur in nero assoluto (€ 37). 12. Una formula anticrespo che nutre e districa le lunghezze. Pantene Crema Nutriente Senza Risciacquo Disciplina (€ 3,99, gdo). 13. Trasparente, rimpolpa le labbra con un mix di burri e oli emollienti, esaltando il bianco dei denti: cliomakeup CoccoLove Lip Balm True Love Kiss (€ 12,50, su cliomakeupshop.com). 14. Con 16 nuance di fondotinta in crema, nyx palette pro foundation: a finitura opaca e satinata e coprenza differenziata in leggera, media e totale (€ 21,90, su nyxcosmetics.it). 15. Attenua la visibilità di pori, imperfezioni cutanee e ombra della barba, jecca blac. Blur & Matte Primer (€ 18,05, su jeccablac.com). 127
G R A Z I A BELLE Z ZA SOC IAL
LE PRINCIPESSE DEL
WEB
Marta Losito, Cleo Toms e Sofia Scalia sono le dive nate sui social che vengono prese come modello dalle ragazze e dai ragazzi. In comune hanno milioni di follower e la passione per il trucco di tendenza. Qui svelano a Grazia i loro segreti beauty d i VA L E N T I N A D E B E R N A R D I
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ESPONSABILITÀ, LINGUACCE E COREOGRAFIE Per alcuni fan, avere il suo numero di telefono sarebbe come aver scoperto il Sacro Graal. Ma non tutti sanno che pur di mantenere uno spazio privato, Marta Losito, 17 anni di Treviso, ha un blocco alle chiamate entranti sui numeri non registrati. E così, quando finalmente riusciamo a raggiungerla, non ci stupisce la sua parlantina brillante, vivace e spedita. Nonostante i suoi 4,3 milioni di follower su Tik Tok (tanti quanto l’intera popolazione del Piemonte), non si sente una celebrità e neanche riflette troppo sulle risposte. Marta ha le idee chiare, è spontanea e sa molto bene ciò che desidera: «Vorrei trasmettere l’importanza di essere sempre se stesse. Come me ce ne sono tante, però ce n’è solo una di me. Non so se mi spiego, è un concetto che vale per tutte noi, non una frase fatta. Perché sui social, spesso, si copia
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qualcuno o si segue quello che gli altri vorrebbero che tu facessi. Invece no! Se vuoi farti un colore di capelli strano, fallo. Niente “pare” (paranoie, ndr)». Neanche se ricevi delle critiche? «Se sono costruttive fa piacere. Ma se sono frutto di invidia o insulti su dettagli estetici, lascio perdere. Purtroppo la solidarietà femminile viene ancora sottovalutata». Perché? «Perché credono fortemente che ci sia un canone di bellezza da seguire. Secondo loro, se non sei la tipica ragazza americana bionda con pelle e viso perfetti, non sei degna di essere popolare sui social. Ma credo che loro stesse per prime si sentano inadeguate a questo canone autoinflitto, e questo genera invidia. Ecco perché sarebbe giusto eliminare i canoni: siamo belli proprio perché tutti diversi. Se io cambiassi per far piacere agli altri, non sarei più io». Notiamo dalle coreografie su Tik Tok che Marta adora la “manicure stiletto”, soprattutto rossa, nera e con dettagli dorati: «Ho la passione da quando
Foto INSTAGRAM
A SINISTRA, MARTA LOSITO, 17 ANNI, IDOLO SU TIKTOK CON 4,3 MILIONI DI FOLLOWER. IN BASSO, CLEO TOMS, 24 ANNI: IL SUO CANALE YOUTUBE CONTA OLTRE 40 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI, È GIÀ AUTRICE DI DUE LIBRI E HA DA POCO CREATO LA SUA LINEA DI MAKE UP.
«Punto sempre sul make up naturale», dice Marta Losito, «l’importante è che risulti raffinato davanti alla telecamera» 129
G R A Z I A BELLE Z ZA SOC IAL
ero piccola: avevo una trousse di smalti con tutti i «Cerchiamo di trasmettere messaggi positivi», ha colori, gli stampini, i glitter. Fin dalle elementari dichiarato Sofia. «Nel nostro piccolo proviamo a perdevo i pomeriggi a farmi i disegni sulle unghie, sensibilizzare su temi come il rispetto dell’ambiente mi divertiva. Adesso non riesco più da sola perché e degli animali, ma anche a motivare i bambini a uso il gel semipermanente». credere in loro stessi». Un passaggio lento, da principiante a esperta, avvenuto anche per il make up: «Alle medie mettevo L’ARTISTA AUTODIDATTA «Penso che oggi conti solo un filo di mascara, dalla prima superiore anche molto di più distinguersi che omologarsi. Mi ricordo il fondotinta, e poi via via prodotti sempre più proche al liceo per essere alla moda dovevi per forza fessionali. Ora trucco tutte le mie amiche e guardo vestirti come le compagne, invece ora si cerca quel le tendenze del momento nei tutorial americani. dettaglio diverso per emergere. Amo la moda, ma non Cerco tutti i maquillage naturali, mi lascio influenzare». A parlare è non troppo pesanti, magari anun’altra superstar tra i giovanissimi: che complicati da realizzare ma Cleo Toms, nome di battesimo e raffinati davanti alla telecamera». cognome d’arte, 24 anni, youtuber Le chiediamo come mai questa da quando ne aveva 17, di Lecco, scelta e lei ci parla di responsabiappassionata di make up ma pronta Sofì si fa truccare dal lità: «Va bene la libertà sui social, a condividere qualsiasi momento fidanzato e invita ma nel momento in cui sei seguidella sua vita. «Ho iniziato a usare all’impegno eco. ta anche da ragazze molto più il trucco nel 2012 guardando le mie piccole di te bisogna stare attenti youtuber preferite come Bethany Cleo sperimenta look a come mostrarsi, al linguaggio, e Mota e Zoella. La cosa che mi ha elaborati e decisi, alle situazioni in cui ti trovi. Le colpito di loro era che si truccavano puntando mie follower sono giovanissime senza essere delle professioniste. e so bene qual è il limite che non E così ho iniziato a giocare con sull’illuminante devo superare». E le linguacce? rossetti e ombretti, anche se non «Ma quelle arrivano dall’hip hop! ero la più brava del mondo. Lo Penso di piacere proprio perché consiglio a tutte perché ho scoperto sono una persona normale come tutte, non una che si migliora con la pratica», ci dice Cleo, che tra i modella inarrivabile. Vedendo quello che faccio, suoi migliori amici ha proprio il mitico Daniel Make magari ci saranno ragazze che seguiranno le mie Up, truccatore di Chiara Ferragni. orme». E ti fa piacere? «Da morire». Una curiosità è che adora il piegaciglia: «Anche quando non indosso il mascara, che per me è fonMATRIMONIO IN VISTA C’è chi il suo principe damentale in ogni look, piegare le ciglia dà subito lo ha già trovato. Proprio in diretta YouTube. Con uno sguardo sveglio e ordinato». Ma la sua ossesoltre 10 milioni di visualizzazioni, Sofia «Sofì» sione è l’effetto “glow” superluminoso della pelle. Scalia, 23 anni, è tra i personaggi più popolari. Con «Quando mi trucco, non manca mai l’illuminante. il fidanzato Luigi «Luì» Calagna, 27, ha creato il Il mio preferito non può che essere Eyelight di Juno, canale Tra me e te, 5 milioni e mezzo di iscritti, e il marchio indie vegano che ho creato e lanciato lo girato due film (uno è in uscita). scorso autunno». Cleo è una delle poche che parla Più che un’icona, Sofia è amata come una soreldi profumi: le piace indossarli e sentire quelli degli la, un’amica, e il suo pubblico sono bambine e altri.«I miei gusti sono cambiati nel tempo: prima ragazzine dai 10 anni in su a cui racconta il suo preferivo note gourmand come cocco e vaniglia, ora folle amore per il trucco: «Vorrei essere come Clio i bouquet speziati e intensi». E infine, chiedendole (Zammatteo, youtuber e imprenditrice, ndr): make che cosa vuole trasmettere con la sua immagine, up tutto il giorno!», e giù di rossetti e manicure regala un bel messaggio a tutti: «Io vorrei apparire pastello, unicorno e mismatch con colori diversi. sempre forte, indipendente e curiosa. Ricordiamoci Ma più che fare tutorial, capita invece che Sofì si che siamo tutti una tela bianca su cui disegnare ciò lasci truccare da Luì, e che sia poi lui durante gag che vogliamo». ■ divertenti a provare maschere e patch per brufoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I preferiti
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Foto ENZO TRUOCCOLO
di
Paola Spezi
Le sfumature di Elodie SEGNI PARTICOLARI: ACCESSIBILE, INCLUSIVA E DIVERTENTE. ELODIE X SEPHORA È LA PRIMA COLLEZIONE TRUCCO FIRMATA DALLA CANTANTE ROMANA. UNA LINEA RICCA DI SFUMATURE CHE RACCONTA IN MODO ARTISTICO, MA ANCHE INTIMO, IL SUO MONDO. NELLE DUE PALLETTE, UNA PER IL VISO, L’ALTRA PER GLI OCCHI, TUTTI I COLORI, IN CHIAVE POP E NATURALE, HANNO I NOMI DELLE PERSONE A LEI PIÙ CARE. MENTRE LA GRAFICA DELLE CONFEZIONI (A BASSO IMPATTO AMBIENTALE) È REALIZZATA CON DEI COLLAGE OPERA DI SUA MADRE. COMPLETANO POI LA LINEA UN KIT DI PENNELLI, DA PORTARE ANCHE IN BORSA, E UN ROSSETTO LIQUIDO CHE CAMBIA TONALITÀ ADATTANDOSI ALLA LUCE (A PARTIRE DA 10,99 EURO).
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GRAZIA
DA SINISTRA: ELISHA APPLEBAUM, 25 ANNI; HANNAH VAN DER WESTHUYSEN, 25; ABIGAIL COWEN, 22; PRECIOUS MUSTAPHA, 23; ELIOT SALT, 27.
TELEVISIONE
LE FATE SONO TORNATE Chi ha amato i cartoni animati delle Winx ora può ritrovarle in carne e ossa in una nuova serie. Le protagoniste sono cinque ragazze che, con nuovi poteri, combattono per la parità e contro le discriminazioni d i E L I S A B E T TA C O L A N G E L O
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ra il 2004 quando Iginio Straffi creava le Winx, protagoniste della serie di animazione Winx Club: cinque studentesse magiche in un collegio per aspiranti fate, impegnate a combattere le forze oscure. Negli anni sono diventate un fenomeno globale e ora stanno per tornare in carne e ossa nella nuova serie Fate: The Winx Saga, sviluppata dal creatore di The Vampire Diaries Brian Young insieme con lo stesso Straffi e con lo studio di animazione italiano Rainbow. Il debutto è previsto su Netflix il 22 gennaio. A metà tra Harry Potter e Gossip Girl, la serie vede le fatine rinunciare alle ali e trasformarsi in cinque ragazze contemporanee, alle prese con i problemi di ogni adolescente: le amicizie, i primi amori, le sfide scolastiche e la scoperta dei propri talenti. La protagonista dai capelli rossi, Bloom (interpretata dalla giovane promessa Abigail Cowen), è una sedicenne in crisi con i genitori, che deve imparare a gestire il proprio potere magico, il Fuoco: ha già provocato un incendio in casa. Stella (Hannah van der Westhuysen), principessa della Luce, è una bionda sofisticata abituata a nascondere le insicurezze dietro i vestiti alla moda e le pose arroganti. Al posto di Flora c’è la cugina Terra (Eliot Salt)
EVENTI
Il dono della memoria Sono tante le iniziative online previste nel Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio per ricordarci lo sterminio degli ebrei nella seconda guerra mondiale. Rai 5 trasmetterà la prima di Piazza degli Eroi, uno spettacolo di Roberto Andò tratto dal testo di Thomas Bernhard mai andato in scena in Italia. Avrebbe dovuto debuttare al Teatro Mercadante di Napoli, invece andrà in onda il 23 gennaio alle 21.15 con la regia televisiva di Barbara Napolitano. La scena si svolge nel 1988 a Vienna, dove un sopravvissuto ai lager fa ritorno, e trova un Paese incattivito. Si chiamerà Memoria genera futuro, invece, la giornata organizzata dal Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, che dalle 10 alle 22 del 27 gennaio, sulla pagina Facebook, darà il via ad una maratona di eventi: letture (L’inferno di Treblinka di Vasilij Grossman con Ottavia Piccolo), concerti e film. La Fondazione Circolo dei Lettori di Torino, invece, dedicherà tutte le sue iniziative online a Primo Levi, per un mese intero (circololettori.it). Tra gli appuntamenti vi segnaliamo quello con Wlodek Goldkorn e Nadia Terranova (il 26) e l’incontro con Ernesto Ferrero e Fabrizio Gifuni (il 28). (F.DeS.)
che essendo più morbida e curvy delle altre deve difendersi dal bullismo, mentre Aisha, la fata dei Fluidi (Precious Mustapha), è un’atleta che si allena a nuotare due volte al giorno. Infine c’è Musa (Elisha Applebaum) costretta a indossare le cuffie per non sentire le emozioni di chi le sta vicino. Il collegio di Alfea è una scuola americana dove gli studenti spesso trasgrediscono le regole. Insieme con le giovani fate ci sono gli Specialisti, i ragazzi destinati a diventare guerrieri dell’Oltre Mondo tra i quali ritroveremo i pretendenti Sky (Danny Griffin) e Riven (Freddie Thorp). I nemici non mancano e a rappresentare le “cattive” Trix, le streghette della serie originale, c’è la perfida Beatrix (Sadie Soverall). Nell’intento dei creatori Fate: the Winx Saga è destinata a chi è cresciuto con la serie animata sognando la magia, ma punta sui valori di amicizia e solidarietà che oggi possono e devono unire i giovani, anche se diversi per etnia, ceto o capacità. E lancia una sfida ai ruoli di genere, perché nel nuovo universo magico anche i maschi posso essere fate e le ragazze diventare guerrieri. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FATE: THE WINX SAGA SU NETFLIX DAL 22 GENNAIO.
PERSONAGGI
LO SGUARDO DI MONNA LISA M
aria Vera Ratti, 26 anni, napoletana e bilingue inglese, vorrebbe diventare un’attrice versatile e completa come l’americana Rooney Mara, protagonista di Millennium Uomini che odiano le donne. Ratti vanta un percorso di studi curioso, tra la Laurea in Scienze Politiche in Olanda e gli studi di recitazione in Italia, dopo una parentesi berlinese. Il grande pubblico l’ha conosciuta serie Rosy Abate 2 e ora torna in tv con Il commissario Ricciardi, con Lino Guanciale, nel ruolo di Enrica, una ricamatrice degli Anni 30. E presto sarà anche nella serie internazionale Leonardo, nei panni della Gioconda. Quando ha capito di voler fare l’attrice? «Dopo la laurea in Olanda. Era come se una forza più grande mi spingesse e alla fine, qualche anno dopo, ce l’ho fatta». Chi è Enrica nel Commissario Ricciardi? «Una guerriera silenziosa, dolce ma testarda e coerente con se stessa. Una donna che non si piega». Invece che Gioconda sarà in Leonardo? «Una figura ascetica e rilassata nonostante le intemperie della vita. Su di me hanno fatto parecchie prove di trucco e alla fine mi hanno tinto di bianco le sopracciglia». (C.C.) IL COMMISSARIO RICCIARDI DAL 25 GENNAIO SU RAI UNO.
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GRAZIA LIBRI
NUOVE AVVENTURE
Una saga fantasy e una storia d’amore commovente. Animali rivoluzionari, una bambina in fuga e il potere della gentilezza. Cinque titoli per ragazzi che conquistano tutte le età d i VA L E R I A PA R R E L L A Gentile
Distopico
Autobiografico
Tenero
Fantastico
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Ruby Jones è una giovane artista e scrittrice neozelandese. Dopo gli attentati di Christchurch del 2019, Ruby posta sul suo profilo Instagram l’immagine di due donne - una delle quali musulmana - che si abbracciano, con la frase: “Questa è casa tua e qui avresti dovuto essere al sicuro”. Quel messaggio diventa un simbolo mondiale di amore. Il libro raccoglie le illustrazioni sul tema della gentilezza che l’hanno fatta diventare un fenomeno su Instagram.
Tornano i classici di George Orwell in una magnifica traduzione di Vincenzo Latronico. Sono i capolavori di fantapolitica che hanno appassionato almeno tre generazioni di lettori. La fattoria degli animali è un’immensa allegoria del potere in cui Orwell occhieggia alla Russia di allora, e 1984 è il romanzo in cui compare per la prima volta “Il grande fratello”, un caposaldo della letteratura distopica scritto subito dopo la Seconda Guerra mondiale.
Mona Golabek è nata a Los Angeles, è una pianista di fama internazionale. Ha imparato a suonare il piano dalla madre, Lisa Jura, ebrea di Vienna perseguitata dalla barbarie nazista e protagonista di questo libro. È la storia di sua madre da piccina, quando, terza di tre fratelli, si salva dallo sterminio delle leggi razziali con un programma di protezione che la porta, da sola, in Inghilterra.
Il personaggio del “Baffo”, nato dalla matita di Giulio Mosca, è un fenomeno da mezzo milione di follower su Instagram. Clorofilla è una storia d’amore terribile, perché vera, tenera e strappalacrime. È una storia, cioè, in cui l’amore fa quello che fa l’amore: allarga gli orizzonti, poi li chiude nella recriminazione, poi contorce e distorce i confini delle persone perché le cambia dal profondo. E niente meglio del disegno, del fumetto, riescono a rappresentare questa metamorfosi.
Holly Black è una scrittrice americana cresciuta con i libri su fate, fantasmi e folletti, diventati poi la fonte di ispirazione delle sue storie. Questo romanzo è l’ultimo capitolo della trilogia The Folk of the Air, iniziata con Il principe crudele, e con cui ha vinto il Goodreads Award 2020 nella categoria Best Young Adult Fantasy & Science Fiction. Qui Jude, regina degli elfi in esilio, avrà dalla sua parte la sua sorella gemella Taryn, che l’aiuterà a riprendersi il potere.
UN MONDO DI BENE Ruby Jones, Rizzoli, pag. 110, € 14
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI George Orwell, Bompiani, pag. 144, € 12
UNA MUSICA PIÙ FORTE DELLE BOMBE Mona Golabek, Lee Cohen, Piemme, pag. 192, € 16
CLOROFILLA Giulio Mosca, Feltrinelli, pag.128, € 16
LA REGINA DEL NULLA Holly Black, Mondadori, pag. 264, € 18
❤ trascurabile ❤❤ passabile ❤❤❤ amabile ❤❤❤❤ formidabile ❤❤❤❤❤ irrinunciabile
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GRAZIA SAN VALENTINO
Una mela nel piatto Dalla Terra al cuore: si chiama così il pranzo d’autore, che per San Valentino vede l’incontro tra la mela Pink Lady e lo chef Pietro Leemann. Lui è il patron del ristorante Joia Alta Cucina Vegetariana, Stella Verde Michelin 2021, famoso per la gastronomia naturale. Nel kit per un pranzo o una cena romantici si trovano contenitori take-away ecologici con materie prime predosate e ricette dettagliate, da ultimare a casa, e in cui è sempre presente la mela Pink Lady. Le tre proposte Preludio, Sogno e Celebrazione sono ordinabili sul sito joia.it/shop-on-line oppure al numero 02-29522124 fino al 10 febbraio. La consegna o il ritiro sarà il 13. (Clelia Torelli)
MUSICA TV
L’AMORE SECONDO GAZZELLE Il cantautore torna con il singolo Belva, che racconta un uomo in crisi. E svela il lato dolce e tormentato delle nuove generazioni d i D I EG O P E RU G I N I
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Foto VIRGINIA BETTOJA
IL TALENTO DI REGALARE UN SORRISO La discografica Mara Maionchi, la campionessa di nuoto Federica Pellegrini (nella foto, insieme con Maionchi), il comico Frank Matano e l’imprenditore e ristoratore Joe Bastianich tornano nella giuria di Italia’s Got Talent, lo show che fa esibire i talenti più curiosi e divertenti, in partenza su Tv8 il 27 gennaio. E con loro dietro le quinte ritroveremo anche la cantante e conduttrice Lodovica Comello che, nella finale dello scorso anno, era stata sostituita da Enrico Papi perché in attesa di un bebè. Sul palco si alterneranno 155 talenti, in maggioranza cantanti e ballerini, ma vedremo anche esibizioni originali, tra cui un numero di verticalismo di un chihuahua e due fratelli che danzano col lazo in stile cowboy, oltre a bambini prodigio. Le puntate di audizioni sono sette, seguite dalla finale live con 12 concorrenti giudicati dal pubblico a casa. (Elisabetta Colangelo) ITALIA’S GOT TALENT SU TV8 DAL 27 GENNAIO.
on si atteggia a star, è di poche parole e ha fama di grande introverso. Eppure Gazzelle è riuscito a entrare nel cuore di tanti ragazzi con le sue canzoni, che raccontano sogni e problemi delle nuove generazioni. Di recente Flavio Pardini (questo il suo vero nome: sopra, nella foto) ha pubblicato una serie di singoli come Scusa, Lacri-ma e, soprattutto, Destri, successo con quasi 50 milioni di stream.: una ballata sulla fine di una storia, tema ricorrente nei testi di Gazzelle. Ed è così anche nel nuovo brano, Belva, in cui un uomo chiede aiuto e comprensione alla sua “lei” in un momento difficile. «Metti ogni cosa al suo posto così ogni posto avrà la sua cosa, mi diceva mio padre quando ero piccolo», spiega Gazzelle. «Io ci provo ancora, ma il posto mio non so bene quale sia». È una canzone romantica e un po’ malinconica, come capita spesso con i pezzi del cantautore romano, diventato in pochi anni uno dei campioni del nuovo pop italiano. «Assurdo come la musica riesca a cambiare le cose, le vite, il modo in cui vedi tutto. Sono quattro anni che strillo nelle orecchie della gente. Ho vissuto più in questi quattro anni che nei 27 precedenti», dice. Ora attende un altro album e, pandemia permettendo, il grande ritorno live. E dà appuntamento ai fan in luglio, il 16 a Milano, il 22 a Roma (ticketone.it). BELVA DI GAZZELLE, MACISTE DISCHI/ARTIST FIRST, DAL 29 GENNAIO.
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RAGAZZI,
A TAVOLA
Tortillas e burger sono due specialità che si prestano a tante interpretazioni golose. Qui ne abbiamo scelte quattro che conquisteranno tutti d i A L E S S A N D R A A VA L L O N E f o t o E N Z O T R U O C C O L O
TACOS CROCCANTI AL POLLO Per 4 persone. Per la carne: un petto di pollo piccolo, mezzo cucchiaino di cumino, mezzo cucchiaino di peperoncino, mezzo cucchiaino di paprika affumicata, mezzo cucchiaino di aglio in polvere, sale, olio extravergine. Dividete il pollo in 8 pezzi, cospargetelo con le spezie, aggiungete un cucchiaio di olio e fate riposare per un’ora. Rosolate la carne in una padella, a fuoco dolce per 5-6 minuti, poi tagliatela a dadini. Per le tortillas: 4 tortillas di mais, 2 cucchiai di passata di pomodoro, un avocado, 4 ciliegini gialli, 4 ciliegini rossi, 4 fette di cipolla rossa, un peperoncino verde, prezzemolo, coriandolo, 2 lime, 4 cucchiai di panna acida. Riducete le tortillas con un coppapasta. Tagliate l’avocado a dadini e conditelo con sale e lime. Tagliate a dadini la cipolla rossa, il peperoncino, i ciliegini rossi, condite con sale, lime e le erbe. Mescolate 2 cucchiai di olio alla passata di pomodoro, spennellate le tortillas con la preparazione e tostatele in una padella. Farcite le tortillas con l’avocado e il pollo, nappate con la panna acida e la salsa di verdure. Completate con i ciliegini gialli a fettine e il coriandolo fresco. Filetto di merluzzo
Cipollotti
Paprika Olio
Ciliegini
Avocado
Alternativa C O N P E S C E E AVO C A D O Per 4 persone. PREPARAZIONE: tagliate a tocchetti 250 grammi di filetto di merluzzo, marinatelo con il succo di un lime, mezzo cucchiaino di paprika affumicata, un cucchiaio di olio extravergine. Scaldate una padella antiaderente e tostate i pezzetti di pesce sui due lati, rapidamente. Sbucciate un piccolo avocado, schiacciatelo con la forchetta, conditelo con sale e succo di lime. Affettate un cipollotto, unite 4 ciliegini e un pomodorino verde a dadini, coriandolo tritato, sale e un pizzico di peperoncino. Condite con il succo di lime. Ritagliate 4 tortillas con un coppapasta, per farle più piccole. Tostatele in padella, piegatele a metà e farcitele con la crema di avocado, il pesce e la salsa di verdure. Guarnite con coriandolo fresco. 136
GRAZIA
HAMBURGER AI FAGIOLI ROSSI Per 4 persone. Per le uova alla maionese: 2 uova sode, 2 cucchiai di maionese, 2 cipollotti. Affettate finemente il verde dei cipollotti, schiacciate le uova con la forchetta, amalgamate con la maionese e il resto dei cipollotti affettati. Per la salsa ai pomodori secchi: 6 pomodori secchi, un cucchiaino di capperi sott’aceto, 2 olive verdi piccanti, un peperoncino verde, un cucchiaio di prezzemolo tritato, olio extravergine. Tritate i pomodori secchi, fateli rinvenire in un padellino con 3 cucchiai di acqua e 2 di olio. Quando hanno assorbito l’acqua unite le olive e i capperi tritati, aggiungete il prezzemolo, mescolate e fate raffreddare. Per i burger: 4 panini da burger, una lattina di fagioli rossi, 4 carote grandi, 2 cipollotti, un cucchiaino di cumino, 2 cucchiai di pangrattato, olio extravergine, sale, 8 foglie di insalata, 4 fette di cipolla rossa. Grattugiate le carote, soffriggete in 2 cucchiai di olio il bianco dei cipollotti tritato, unite le carote, il cumino, sale e cuocete per 15 minuti finché le carote diventano tenere e saporite. Amalgamatele in padella con i fagioli scolati e schiacciati e il pangrattato. Formate 4 burger con le mani. Cuoceteli in forno o in padella per 10 minuti con un filo di olio. Tagliate a metà i panini e tostateli in forno o in padella senza grassi. Disponete due foglie di colore diverso sulle basi di pane, guarnite con le uova alla maionese, appoggiate sopra i burger caldi e nappate con la salsa di pomodori secchi, aggiungete gli anelli di cipolla e chiudete i panini.
Cavolo rosso
Senape
Fungo Portobello
Pangrattato
Cipollotti Ceci
Alternativa AI CECI E FUNGHI Per 4 persone. PREPARAZIONE: tritate 2 funghi Portobello, soffriggeteli in padella con uno spicchio di aglio, un cipollotto tritato, 2 cucchiai di olio, sale e pepe. Unite 400 grammi di ceci in scatola schiacciati e 2 cucchiai di pangrattato, mescolate e lasciate intiepidire. Formate con le mani 4 burger. Affettate uno spicchio di cavolo rosso, conditelo con semi di cumino, aceto, sale e lasciate riposare per 10 minuti. Mescolate 4 cucchiai di yogurt greco con un cucchiaio di senape piccante e uno di maionese. Tostate 4 panini da burger tagliati, spalmateli di salsa di yogurt e appoggiate sopra 2-3 foglie di radicchio. Cuocete i burger per 10 minuti in padella. Disponeteli sopra l’insalata. Nappate con la salsa di yogurt, aggiungete il cavolo marinato e chiudete i panini. 137
INFINE... Nicola Peltz
Brooklyn Beckham
Dua Lipa
COPPIE D’ORO
Sul fronte dei “giovani, carini e innamorati”, tengono banco i progetti di Brooklyn Beckham, 21 anni, e dell’attrice Nicola Peltz, 26: le nozze sono slittate al 2022, ma dopo aver firmato il contratto prematrimoniale ora stanno mettendo su casa a New York. Niente crisi tra Dua Lipa, 25, e il modello Anwar Hadid, 21: la loro assenza dai social aveva insospettito i fan ma la popstar ha spiegato di voler difendere la loro privacy. Justin Bieber, 26 anni, e Hailey Baldwin, 24, invece, sono pronti a diventare genitori. «Mi piacerebbe una piccola tribù», ha ammesso il cantante, che ha sposato la modella nel settembre del 2018.
Inarrestabile MILLIE
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Greta Ferro
Maria Sole Pollio
Anwar Hadid
Fotinì Peluso
A 12 anni la sua popolarità è esplosa, oggi, a 16, è pronta a fare un altro grande salto. Millie Bobby Brown sarà infatti non solo la protagonista, ma anche la produttrice esecutiva di Damsel, il prossimo fantasy di Netflix ancora in lavorazione. A metà 2021 uscirà l’attesissimo Stranger Things 4, in cui interpreta Undici. E la vedremo in Godzilla Vs. Kong. La sua carriera è inarrestabile.
Millie Bobby Brown
È IL MOMENTO DELLE ITALIANE
Marianna Fontana
Talentuose e contese dai registi: per le attrici emergenti italiane è un momento d’oro in tv. Come per Greta Ferro, 25 anni: lanciata da Giorgio Armani che l’ha voluta come testimonial della linea beauty, è la protagonista di Made in Italy, la serie su Canale 5 che racconta la nascita della moda italiana. Si prepara a tornare sul set Maria Sole Pollio, 17, che da maggio girerà Don Matteo 13: in poche stagioni, la youtuber è diventata uno dei personaggi più amati della ficton di Rai Uno. Stessa rete, altra serie per Fotinì Peluso, 22: c’è anche lei tra i protagonisti di La compagnia del cigno 2, firmata da Ivan Cotroneo. Dopo il successo in Italia, si sta facendo conoscere all’estero grazie a Romulus Marianna Fontana, 23, che nella serie evento di Matteo Rovere recita in protolatino. 139
INFINE...
Joana Lemos
Lapo Elkann
LAPO INNAMORATO
Lapo Elkann, 43 anni, è pronto a fare il grande passo. Archiviate le trasgressioni del passato, l’imprenditore ha trovato la stabilità con la fidanzata Joana Lemos, 47. «Ha fatto uscire la versione migliore di me: non vedo l’ora di costruire con lei una vita familiare», ha rivelato. La storia con l’ex pilota di rally, oggi manager e attivista, va avanti da oltre un anno: vivono in Portogallo insieme con i due figli di lei.
Naomi Osaka
Osaka scende IN CAMPO
Matilda De Angelis Aurora Ramazzotti
Sui social senza filtri Social star sì, ma al naturale. Leni Klum, 16 Giulia De Lellis Leni Klum
SU e GIÙ Kendall Jenner
Zero polemiche e gossip con il contagocce. Kendall Jenner, 25 anni, si è stufata degli eccessi della famiglia KardashianJenner. Mentre le sorelle litigano, lei firma contratti milionari nella moda e protegge la sua storia con il cestista Devin Booker, 24. 140
Kylie Jenner
Dove c’è Kylie Jenner, 23 anni, c’è polemica. Dopo che la rivista di economia Forbes le ha tolto il titolo di milionaria, accusandola di aver falsificato i guadagni, ha litigato con la sorella Kim Kardashian, 40, a causa delle sue spese folli. Ora le due non si parlano.
anni, ha spiazzato tutti: pochi giorni dopo la sua prima copertina, la figlia della top model Heidi Klum, 47, ha pubblicato una foto in cui mostra senza imbarazzi l’acne sulla sua pelle. Oltre alle foto patinate, c’è di più, come hanno dimostrato anche l’influencer Giulia De Lellis, 25, e la conduttrice Aurora Ramazzotti, 24, lanciando un messaggio chiaro: non bisogna vergognarsi dei propri difetti. Anche Matilda De Angelis, 25, dopo il successo nella serie The Undoing si è mostrata con un messaggio forte: «L’imperfezione è la nostra forza».
MADAME VA A SANREMO
Francesca Calearo , in arte Madame, si prepara a salire sul palco del teatro Ariston di Sanremo. La cantautrice ha appena compiuto 19 anni, ma ha già incassato tre dischi d’oro, duettato con il rapper Marracash, 41, e i Negramaro e ha un fan d’eccezione, il calciatore Cristiano Ronaldo, 35. Intanto Amadeus, 58, scommette su di lei e la vuole al prossimo Festival tra i Big.
Madame
Foto INSTAGRAM, TWITTER
Dopo aver rivoluzionato il tennis con il suo potente dritto, Naomi Osaka, 23 anni, debutta nel mondo della moda. La campionessa è stata scelta da Louis Vuitton come ambasciatrice della campagna primavera-estate 2021, fotografata dal direttore artistico delle collezioni donna, Nicolas Ghesquière. Il marchio francese punta su una sportiva in grande ascesa: è una delle tenniste più forti e più pagate di sempre e si batte per i diritti delle minoranze.
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GRAZIA
Alberta Ferretti: 02/760591 Alexander McQueen: 800/987434 A|X Armani Exchange: 02/723181 Balmain: +331/47203534 Blauer USA: 0444/635146 Bottega Veneta: 02/70060611 Brunello Cucinelli: 02/33601990 Calzedonia: 045/8604111 Celine by Hedi Slimane: 02/77885911 Chanel: 840/000210 Christian
Louboutin: +800/10191919 Dior: 02/38595959 DoDo: 800/018005 Dsquared2: 02/976951 Dsquared2 Eyewear: 0347/777111 Ellesse: 0185/1759421 Ermanno Scervino: 055/64924 Etro: 02/57931 Fila: 02/624681 Fope: 800/152025 Fracomina: 081/8269592
Furla: 051/6202711 Gaëlle Paris: 02//87166773 Genny: 045/6719811 Gianni Chiarini: 02/54118609 Giovanni Raspini: 0575/410330 Giulia Barela Jewelry: 06/59875939 Gladys Tamez Millinery: +1310/6940668 Gucci: 055/759221 Guess Jeans: 055/30551 Guess Originals: 055/32081
Herno Globe: 0322/77091 H&M Studio: 800/599155 HTC Los Angeles: 02/89400143 Hunter@Zalando.it: 800/175015 iBlues: 0522/927411 Intimissimi: 045/8604111 Isabel Marant: +331/49237540 L’Autre Chose: 0734/878011 Lee x H&M: 800/599155 Levi’s: +800/53847501 Louis Vuitton: 800/308980
Luisa Spagnoli: 075/4591 Mango: 02/76025654 Marella: 0522/927411 Max & Co.: 0522/537711 Michael Kors: 02/5748061 Michele Chiocciolini: 392/2190241 Miu Miu: 02/3498121 Moon Boot: 0422/8841 Moschino: 02/6787731 Orciani: 0721/814011 OVS: 0412/398000
Philosophy di Lorenzo Serafini: 02/760591 Pinko: 02/23345210 Pollini: 0541/816311 REDValentino: 02/624921 Roger Vivier: 02/76025614 Rue Des Mille: 0583/22050 Sandro Paris: 02/76341398 Sodini: 0583/927839 Superga: 011/26171 Swatch: 02/575971 Tagliatore 0205: 080/4857175
The North Face: 0423/8771 4th & Reckless @Zalando.it: 800/175015 Tod’s: 02/772251 Tom Ford Eyewear: 02/76387611 Tommy Hilfiger: 02/29544800 Versace: 02/760931 Viktor & Rolf: 0444/784500 Vivetta: 02/89410030 Yezael: 02/36515102 Zimmermann: +44808/1780108
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Grazia 21 gennaio 2021
G R A Z I A OROSCOPO DAL 25 AL 31 GENNAIO Amore: avete
23 LUGLIO • 23 AGOSTO
molte tensioni in casa, fra marito e moglie e fra conviventi. Se da una parte il lavoro vi permette di tirare un sospiro di sollievo, tenendovi occupate, dall’altra non crea le condizioni adatte all’incontro fra due innamorati che devono chiarirsi. Eros: anche a letto è una lotta. Spaventate. Amore: siete
24 AGOSTO • 22 SETTEMBRE
coinvolte, ma accorte. Per quanto riguarda i sentimenti, preferite non lanciarvi in relazioni che non sapete dove vi porteranno. Vivete tutto giorno per giorno senza promesse, ma il cielo dice che andrete lontano. Eros: fa freddo all’aperto, ma almeno cambiate stanza. Perfezioniste. d i M E L I S S A P.
23 SETTEMBRE • 22 OTTOBRE
Amore: chi
sta frequentando una nuova fiamma potrebbe già usare parole come convivenza. Vi sembra di aver trovato la persona giusta con la quale mettere su famiglia. Chi ha rotto una relazione nei mesi passati non ne sente affatto la mancanza. Eros: potreste azzardare una trasgressione. Seduttive. 23 OTTOBRE • 22 NOVEMBRE
Amore: la
persona che vi sta accanto vi fa andare su tutte le furie. Di solito non riuscite a tenervi a lungo le cose dentro e non avete nessun problema a fargli sapere quanto soffrite, rischiando di essere anche tacciate di vittimismo. Eros: a letto oscillate tra stanchezza e trasgressione. Pepate. Amore: la
21 MARZO • 20 APRILE
troppa intimità con una persona appena conosciuta può mettervi in imbarazzo. Tuttavia supererete le resistenze perché vi sembra di aver trovato qualcuno con cui condividere i piccoli piaceri della vita. In coppia si abbellisce casa. Eros: unirete al sesso il piacere del cibo. Pazienti. 21 APRILE • 20 MAGGIO
Amore: Marte
nel segno e Venere favorevole possono incendiare il cuore di chi è single e vorrebbe trovare nuove avventure. Ecco, salirete a bordo e vi divertirete un mondo. Il guaio è che potrebbe trattarsi di una persona già impegnata. Eros: l’iniziativa è sempre vostra. Coraggiose. Amore: qualche
21 MAGGIO • 21 GIUGNO
nuova conoscenza vi stuzzica, ma non così tanto da vestirvi, truccarvi, prendere la macchina e andarla a trovare. Troppa fatica, se non siete sicure. Chi sta insieme da tempo si ritrova un po’ distante dal partner, con i pensieri e con il cuore. Eros: ci sono poca voglia e poco interesse. Sfaticate. Amore: nelle
22 GIUGNO • 22 LUGLIO
relazioni potreste sentirvi messe alle strette da partner che non capiscono i vostri sentimenti e calpestano le vostre emozioni. Gli amici vi forniranno un validissimo aiuto e ricorrerete a loro più del solito. La solitudine spaventa. Eros: vi mantenete troppo sul tradizionale. Trattenute.
23 NOVEMBRE • 21 DICEMBRE
Amore: è
un tempo interessante per gli incontri, ma non lasciatevi troppo affascinare da uomini che promettono le stelle, perché potrebbe trattarsi di molto fumo e poco arrosto. Il legame importante deve aspettare. Eros: nelle relazioni di lungo corso si torna agli schemi collaudati. Affascinanti. Amore: grazie
22 DICEMBRE • 20 GENNAIO
a Venere e Marte saprete come fare colpo, sono pochi i consigli di cui avete bisogno. Chi è in coppia ritrova la voglia di fare e riscopre la complicità dopo mesi passati sul piede di guerra. Convivere, cercare casa, pensare a nuovi progetti è ora possibile. Eros: rischiate e farete bene. Spavalde. 21 GENNAIO • 19 FEBBRAIO
Amore: la
vostra parlantina sarà di sicuro effetto con chi vi piace, ma forse a volte tendete a essere troppo mentali e poco fisiche. Questo alla lunga potrebbe far pensare all’altra persona che siete disinteressate. Scioglietevi, ogni tanto, in un abbraccio. Eros: forse non è il momento più adatto per il sesso. Rigide. 2O FEBBRAIO • 20 MARZO
Amore: sono
da tenere in considerazione le relazioni che nascono adesso perché possono andare lontano, risollevare l’umore e farvi sentire apprezzate e benvolute. Bisogna curare di più le amicizie, anche se certe frasi possono ferire molto. Eros: vi sentite molto coraggiose a parole, meno nei fatti. Dolci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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G R A Z I A QUEST IONI DI ST ILE ❯Cristina VORREI RINGRAZIARE DELL’OSPITALITÀ Cara Csaba, avrei bisogno un consiglio: mio figlio di 17 anni è stato ospitato per una settimana dalla famiglia di un amico, per studiare insieme e godere di un po’ di aria buona. Vorrei mandare un ringraziamento ai genitori, ora che siamo tutti in città, anche perché noi non siamo nella condizione di contraccambiare l’invito. Che cosa faccio? Non vorrei fare brutta figura. ❮Cristina chi invita a casa propria sa sempre se aspettarsi o meno che l’invito possa essere contraccambiato, quindi non devi sentirti in difficoltà se voi non siete in grado di farlo. L’amicizia sincera di tuo figlio è già un dono, ma il gesto più elegante che puoi fare è quello di mandare un oggetto accompagnato da un biglietto scritto a mano, con il quale ringrazi per la gentile ospitalità e per aver fatto sentire il tuo ragazzo accolto in famiglia. Se non hai biglietti personali con il nome, andrà benissimo un bel biglietto bianco o color crema, sobrio, senza decorazioni. Quanto a che cosa scegliere, una composizione di fiori è sempre gradita, così come una pianta da interno. In alternativa, una cornice da tavolo. E una scatola di cioccolatini che porterà tuo figlio la prossima volta che sarà invitato.
una scomoda VERITÀ è sempre meglio di una BUGIA d i C SA BA DA L L A Z O R Z A
❯serena UNITI DAI DECRETI, NON DALL’AMORE Cara Csaba, le zone rosse, arancioni e gialle hanno dato un’accelerata a una mia frequentazione. Uscivamo insieme da qualche settimana e lui, per non lasciarmi sola a
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lungo, ha deciso di fissare il domicilio da me. Non sono stata capace di dire no, ma ho capito che non lo voglio per casa. Che cosa faccio ora? ❮Cara serena, ho sempre pensato che in una coppia una pur
scomoda verità sia meglio dell’accondiscendenza per affetto. Se la convivenza ti va stretta, devi affrontare la questione in modo garbato, ma diretto. Digli che probabilmente state correndo troppo e che
❮Caro MarCo, dalla email immagino tu sia un ragazzo giovane, quindi ti consiglierei lo studio. Ci sono corsi triennali, master post laurea, o anche post diploma. Un corso triennale ti può dare le basi per trasformare la tua passione in un lavoro concreto. Gli interscambi con le sedi estere amplieranno la tua prospettiva e magari uno stage di quattro o sei mesi ti introdurrà poi al mestiere. Ci sono anche corsi per chi è già adulto. Non attendere oltre! E auguri. hai capito che hai bisogno di uno spazio domestico privato, almeno in questa fase del vostro rapporto. Ma non stupirti se non la prenderà bene. Devi mettere in conto anche un suo eventuale allontanamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto STEFANIA GIORGI
IN COPPIA
❯MarCo SOGNO DI DIVENTARE DECORATORE D’INTERNI Cara Csaba, amo moltissimo il mondo della casa: mi entusiasmano gli arredi, i complementi e tutte le decorazioni. È da tanto che sogno il mio futuro in questo settore: mi piacerebbe diventare decoratore d’interni. Hai qualche consiglio per me? Ci sono corsi da seguire? O sarebbe meglio “andare a bottega” da qualcuno già affermato nel campo?