La Bella Italia su Chi Magazine

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“E BACIO QUESTI SASSI E QUESTE ZOLLE,

CHE FIEN LODATE E CHIARE ETERNAMENTE DALL’UN ALL’ALTRO POLO” Giacomo Leopardi

Non poteva che essere Giacomo Leopardi, il poeta per eccellenza, natio di Recanati, al centro della piazza più importante della sua città. Un’aria sofferta, che rappresenta bene il pessimismo cosmico del poeta e anche il vuoto surreale della piazza che porta il suo nome.

LE CITTÀ MAI VISTE COSÌ

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IN QUESTI MOMENTI COSÌ DRAMMATICI A CAUSA DELLA PANDEMIA IL NOSTRO PAESE NON È MAI STATO COSÌ BELLO. “CHI” VI REGALA UNA SERIE DI IMMAGINI STRAORDINARIE DELLE PIAZZE DESERTE DA NORD A SUD, COME A PARTIRE DAL 4 MAGGIO NON LE VEDREMO MAI PIÙ Caterina Guarneri/foto di Massimo Sestini

TRIESTE Si erge solenne su una colonna in granito la statua bronzea di Leopoldo I d’Austria il cui figlio, Carlo VI, istituì a Trieste il porto franco e sovrasta la piazza della Borsa, considerata il secondo salotto buono (il primo è piazza Unità d’Italia) della città. Leopoldo da un lato tiene stretto il bastone del

comando, dall’altra sorregge il globo sul palmo di una mano... un po’ come il virus sta tenendo in pugno il mondo in questo momento. Infatti, questo, normalmente, è un luogo sempre pieno di turisti che passeggiano (soprattutto da quando, qualche anno fa, l’hanno pedonalizzato): ora invece è deserto.

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VENEZIA Quale migliore prospettiva se non dalla cima della chiesa di San Marco per ammirare una delle piazze più famose al mondo completamente deserta? Quassù i “Do Mori”, come li chiamano affettuosamente i veneziani, rappresentano il tempo passato (il vecchio) e il tempo futuro (il giovane): rintoccando lo scandire del tempo con la campana

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sembrano proprio lo specchio di questo drammatico periodo, che ha visto lo spaccarsi delle generazioni a causa del coronavirus. E qui si appostano giorno e notte gli agenti di Polizia, che controllano la piazza deserta dall’alto. Come Leonardo Petrucci, Dirigente del Commissariato San Marco, che nella foto esce dalla botola.


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TORINO Non è al centro della piazza Castello, ma da qui la prospettiva è assai interessante: il passaggio di auto, di mezzi pubblici e delle persone ha lasciato spazio a un silenzio quasi assordante. E lo rende ancora piĂš incisivo la Scultura ai Cavalieri (di Pietro Canonica) realizzata nel 1923, che fu dedicata ai reparti di cavalleria dell’esercito italiano

che avevano combattuto nella Prima guerra mondiale. Loro, che avevano visto gli orrori in battaglia e che avevano vissuto la vera solitudine, sono gli eroi di un tempo, quello che in maniera diversa stanno rappresentando in questo momento i medici e gli infermieri, che combattono per noi (e con noi che restiamo a casa) questa terribile pandemia.

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MILANO

È il monumento a Vittorio Emanuele II, che si erge imperioso al centro della piazza del Duomo a Milano. Fu commissionato da re Umberto I alla morte del padre Vittorio Emanuele avvenuta nel 1878 e fu posizionata qui proprio per la sua importanza e solennità. La scultura soprastante, in bronzo, rappresenta il re nell’atto di frenare la foga del suo

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cavallo, quasi in segno di rispetto davanti alla maestosità della cattedrale. In questa piazza, la più grande della città, solitamente si affollano fin dalle prime luci dell’alba frotte di turisti, che scattano foto ricordo ai monumenti e ai piccioni, ormai gli unici che dominano la scena incontrastati, mentre tutti i milanesi sono rinchiusi nelle loro case.


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