Focus Storia n. 179 - Settembre 2021

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n°179

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settembre

Storia

MAESTRI DI VIAGGIO

ERODOTO, MARCO POLO, NELLIE BLY, AGATHA CHRISTIE LAWRENCE D’ARABIA E TANTI ALTRI: TUTTI I GRANDI CON LA VALIGIA, I LORO RACCONTI E LE LORO IMPRESE 14 AGOSTO 2021 - MENSILE � 4,90 IN ITALIA

Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona

QUA LA MANO UN GESTO ANTICO CHE HA AVUTO MILLE SIGNIFICATI

BODY SHAMING

L’OVERSIZE È SEMPRE STATO NEL MIRINO. ECCO PERCHÉ

SOMALIA

QUANDO L’ITALIA VOLLE A TUTTI I COSTI LA SUA COLONIA IN AFRICA


179 Settembre 2021

focusstoria.it

Storia Marco Polo e la sua carovana, in una miniatura del 1375.

l più illustre è il greco Erodoto, viaggiatore instancabile e poliedrico (fu storico, reporter, geografo, antropologo, etnografo, quando molte di queste professioni non avevano ancora un nome). I suoi racconti fecero conoscere il mondo ai suoi contemporanei e sono ancora oggi una pietra miliare della storiografia. Proprio quello che voleva: fare in modo che i “fatti degli uomini con il tempo non sbiadiscano e le imprese importanti e mirabili, sia dei Greci che dei barbari, non rimangano prive di fama”. Non tutti i globetrotter di cui leggerete in questo numero erano animati dalle stesse ambizioni, eppure tutti hanno scritto un pezzo di Storia descrivendo incontri, costumi, aneddoti, paesaggi che sono arrivati fino a noi congelati nell’istantanea della loro testimonianza. Così è per l’incredibile viaggio dell’iconico Marco Polo; per il peregrinare di Agatha Christie fra bauli di scarpe, i lussi dell’Orient Express e le scomodità dei siti archeologici in Medio Oriente; o per il velocissimo giro del mondo in solitaria di Nellie Bly, in anni (siamo nel 1889) in cui le donne da sole non uscivano nemmeno di casa. A confronto lo scomodo tour RomaBrindisi, lungo la via Appia a dorso di mulo, del poeta Orazio sembra poca cosa. Ma l’abbiamo ripercorso attraverso le sue parole: vi ricrederete. Emanuela Cruciano caporedattrice

COPERTINA: MONDADORI PORTFOLIO (4), SHUTTERSTOCK

RUBRICHE

4 LA PAGINA DEI LETTORI

6 NOVITÀ & SCOPERTE

8 TRAPASSATI ALLA STORIA 10 CHI L’HA INVENTATO? 12 UNA GIORNATA DA... 60 CURIOSO PER CASO 97 AGENDA

In copertina: da sinistra, i grandi viaggiatori Nellie Bly, Erodoto, Marco Polo, Lawrence d’Arabia e Agatha Christie.

IN PIÙ... ERICH LESSING / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO

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CI TROVI ANCHE SU:

DA DUEMILA ANNI IN GIRO PER IL MONDO 24 Erodoto, il primo reporter

Lo scrittore globetrotter che svelò gli altri popoli ai Greci del V secolo a.C.

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Orazio, diario di un viaggio

Il tour a tappe, diligentemente annotato, che portò Orazio da Roma a Brindisi. Obiettivo? La riappacificazione tra Ottaviano e Marco Antonio.

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Lawrence d’Arabia, la spia che viaggiava troppo Archeologo, scrittore e agente segreto, affascinato da terre lontane.

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Marco Polo alla corte del Gran Khan Il mercante italiano che nel XIII secolo raggiunse la Cina.

44 Francesco Algarotti, una mente senza confini Nel Settecento, percorse gran parte dell’Europa arrivando fino in Russia. Con la curiosità del cronista e lo spirito dell’illuminista.

46 Nellie Bly: io parto da sola

Il mondo visto con gli occhi dell’americana che lo girò in 72 giorni.

50

Agatha Christie, la scrittrice con la valigia Non scrisse solo gialli: fu anche una vera giramondo.

52 Globetrotter con la penna

Gli scrittori che ancora oggi ci fanno “viaggiare” con le loro parole.

ANTICHITÀ 14 L’oasi dei volti

I ritratti funebri che ricoprivano i visi delle mummie egizie di epoca romana.

COSTUME 18 Diamoci la mano

Le origini di un gesto antichissimo, che nei secoli ha cambiato significato.

62 LaANNIVERSARIO dipinta Commedia

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, celebriamo un simbolo della cultura italiana, con le immagini di una mostra a Verona.

68 IlOTTOCENTO rivale

Jean-Baptiste Bernadotte, prima a fianco poi contro Napoleone. Infine, re di Svezia e Norvegia.

TEMI 76 LoI GRANDI scorno d’Africa

L’Italia, dopo l’Unità, volle guadagnarsi un posto al sole: puntò sulla Somalia.

COSTUME 84 Grassi e derisi

Dietro il body shaming di oggi ci sono secoli di pregiudizi sul sovrappeso.

90 DaARTEperderci la testa

Come Carlo I Stuart accumulò la più bella collezione d’arte privata al mondo. 3


SPECIALE

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l regista americano Oliver Stone ha portato all’ultimo Festival di Cannes il suo nuovo lavoro, il documentario JFK Revisited: Through the Looking Glass. È ritornato cioè a parlare dell’omicidio del presidente degli Usa John Fitzgerald Kennedy (avvenuto a

Dallas il 22 novembre 1963) a 30 anni dal suo filmcapolavoro JFK, vincitore di due Oscar nel 1991. Anche Storia in Podcast, il nostro portale che raccoglie oltre 200 episodi di podcast, analizza l’importanza di quel presidente diventato, dopo l’attentato, un idolo.

Ne parlano la scrittrice e saggista Mary Kerry Kennedy (figlia di Bob Kennedy e nipote di John Fitzgerald), lo storico Paolo Mieli, l’ambasciatore Sergio Romano e il saggista Massimo Teodori. Ovunque. Come ascoltare questo speciale? Basta

collegarsi a storiainpodcast. focus.it nella sezione “Eventi e luoghi” e anche a tutte le principali piattaforme online di podcast. Gli episodi di Storia in Podcast – ascoltabili e scaricabili su pc, smartphone e tablet – sono a cura del giornalista Francesco De Leo.

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John L. Sullivan a mani nude contro Jake Kilrain (1889).

Ultimo round

In merito all’articolo “A pugni chiusi” sul pugile John L. Sullivan (Focus Storia n° 177), volevo segnalare un errore: Jake LaMotta, durante il massacro di San Valentino (1951), non fu “messo al tappeto” da Sugar Ray. L’incontro venne, infatti, sì vinto dallo sfidante di LaMotta, ma per K.O. tecnico. In sostanza l’arbitro interruppe l’incontro, che oramai aveva raggiunto una violenza esagerata (anche per l’epoca), assegnando la vittoria a Robinson. Giovanni Sposito

laniere Inglesi e belghe, iniziarono a occuparsi della fabbrica, mentre il villaggio continuò ad arricchirsi di spazi di aggregazione e luoghi per il tempo libero. Vennero realizzati il campo sportivo, il teatro, che diverrà il fulcro delle attività culturali del paese, e una biblioteca ambulante. Con un atteggiamento filantropico e paternalistico nei confronti del proprio “villaggio-fabbrica”, i

Forti lo dotarono di servizi e attività all’avanguardia, tanto che, negli operai, si formò progressivamente la consapevolezza della particolarità del proprio paese e l’orgoglio “di essere brigliesi”. Con le leggi razziali del 1938, i nipoti di Beniamino dovettero rifugiarsi in America, dopo aver venduto la fabbrica, che fu dismessa negli anni Settanta. Paolo Facibeni, Barberino di Mugello (Fi) 5

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ANTICHITÀ Nobildonna

SU CONCESSIONE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI FIRENZE (DIREZIONE REGIONALE MUSEI DELLA TOSCANA)

Questo ritratto apparteneva a una donna acconciata come una giovane romana di epoca imperiale, con i capelli crespi raccolti in una piccola crocchia sulla testa. Indossa orecchini di perle e una collana d’oro con pietre blu. Sulla tunica si notano i clavii, strisce scure decorative.


Nelle tombe tra le palme del Fayyum (Egitto) per secoli si sono conservati i ritratti funebri che ricoprivano i visi di mummie di epoca romana, realistici e quasi vivi.

L’OASI DEI VOLTI

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uardate i volti in queste pagine. Sembrano appartenere a persone vive. I loro occhi, grandissimi, espressivi, profondi, ci fissano come se volessero comunicare con noi. Eppure hanno 2mila anni. Sono ritratti funebri provenienti dall’oasi del Fayyum, 130 km a sud del Cairo, eseguiti tra il I e il III secolo d.C. Ritrovati a decine, avvolti nel bendaggio delle mummie in corrispondenza del viso, si sono miracolosamente conservati grazie al clima secco dell’Egitto.

VIAGGIATORE CURIOSO. Il primo a scovare questi vividi dipinti funerari e a portarne due in Europa fu un coltissimo viaggiatore e orientalista

romano, Pietro Della Valle (1586-1652), che si era recato in Egitto spinto dalla curiosità per il Vicino Oriente. Nel 1615 gli furono offerte due mummie alquanto particolari. Come raccontò poi nel suo Viaggio in Levante, “[...] nella parte alta del corpo, v’era dipinto il volto di un giovane uomo, senza dubbio si trattava del ritratto del defunto [...]. L’elemento più curioso era quella specie di cintura, su cui era scritto Eytyxi, che, come sappiamo, in greco significa buona fortuna [...]. Entusiasta di ciò che avevo visto, diedi subito il denaro che mi avevano chiesto, e domandai se ci fossero altre mummie come questa [...]. La seconda era davvero bella come la prima, curata  allo stesso modo. Questa volta, però, si trattava

SU CONCESSIONE MUSEO EGIZIO DI TORINO

MONDADORI PORTFOLIO

di Irene Merli

Ottima famiglia

Un giovane con una veste lussuosa, orecchini, un collare e una fibbia d‘oro riprodotti con grande fedeltà. Sopra a sinistra, l’oasi del Fayyum in un dipinto del XIX secolo. 15

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Il clima secco in alcune tombe aveva conservato persino le offerte floreali: gigli, rose, lillà e fiori di loto del ritratto di una donna [...]. Gli occhi erano ugualmente grandi e spalancati, ma le ciglia sembravano truccate [...]”. Il grosso dei ritratti del Fayyum arrivò in seguito in Europa dalla seconda metà dell’Ottocento, grazie ad antiquari a caccia di tesori e ai primi archeologi, come il britannico Flinders Petrie, che scavarono nell’oasi e in altre zone dell’Egitto. In tutto ne furono ritrovati circa un migliaio.

SU CONCESSIONE MUSEO EGIZIO DI TORINO (2)

QUELLI DEL GINNASIO. Ma chi erano questi uomini, donne e bambini, ritratti con tale realismo che ancora oggi si vede la luce che scivola sui loro volti riflettendosi sui gioielli che li adornano? Erano i Greci dell’Egitto dominato da Roma, discendenti dei soldati e dei coloni arrivati dopo la conquista di Alessandro Magno, nel 331 a.C. Rappresentavano il 30% circa degli abitanti

Le età dell’uomo

Da sinistra, un adulto con capigliatura riccia, lieve barba, tunica e mantello (I-II secolo) e un ragazzo imberbe con lo sguardo malinconico, del 100-150.

della grande e fertile oasi: un gruppo sociale in ascesa, che in epoca romana veniva ancora educato nei ginnasi greci e che poteva permettersi questi oggetti funerari di lusso per ricordare i propri morti. Il processo di imbalsamazione era infatti costoso e i ritratti non erano certo a buon mercato: dipinti su tavolette di legno duro e pregiato (cimbro, cedro, sicomoro, quercia) erano realizzati da pittori di antica tradizione che usavano due tecniche: la tempera e, più spesso, l’encausto, in cui i colori, sciolti nella cera fusa, venivano poi stesi sul legno. Il risultato finale è simile a quello dei dipinti a olio, in cui i dettagli sono resi con precisione e i colori brillano per lucentezza.

Pietro Della Valle

SPOON RIVER EGIZIA. E proprio la precisione dei dettagli permette di datare in modo accurato i ritratti dei defunti di quest’antichissima Spoon River: le acconciature, gli abiti e i gioielli, infatti, nelle province di Roma seguivano le mode dettate dagli imperatori e dalle loro famiglie. Gli archeologi lo hanno capito dal confronto di questi

Eterno femminino

Sotto, una donna che ricorda un ritratto di fine Ottocento: la forma e il colore dei vestiti, con i semplici gioielli (una spilla e orecchini a pendente), le danno un fascino moderno nonostante sia del III secolo.


VOLTI MALICONICI. Se osserviamo i ritratti in queste pagine, vediamo che le persone sono rappresentate al loro meglio, con abiti lussuosi (per le donne viola e rosati, per gli uomini tuniche bianche con mantelli), raffinati gioielli, pettinature alla moda. In altri ritratti si vedono corone d’oro, pugnali, iscrizioni che per gli uomini a volte indicano il ruolo pubblico: ufficiali, funzionari. Ma gli occhi dei dipinti del Fayyum ci fanno capire che anche la più grande ricchezza è disarmata contro il destino ingiusto e il dolore incolmabile della famiglia. Di qui, come ha ben scritto Jean-Christophe Bailly nel libro L’apostrofe muta. Saggio sui ritratti del Fayum (Quodlibet), l’impressione di «melanconia un po’ schiva, o anche di tristezza, che emana

Dove vederli in Italia

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Son morto ch’ero bambino...

Il piccolo raffigurato qui doveva avere circa cinque anni quando spirò, fra il I e il II secolo. Indossa una collana con amuleti contro il malocchio, ha ancora i capelli radi e le guance paffute. Ma i suoi occhi sono tristi come se fosse sul punto di piangere.

dall’insieme di questi ritratti». A noi oggi i volti del Fayyum sembrano tutti diversi, ma gli storici dell’arte hanno notato che i dipinti partivano da disegni schematici su cui si eseguivano tratti personalizzati. È un’ultima sorpresa di questo tesoro. L’esame ravvicinato di vari ritratti ha infatti rivelato una struttura ricorrente: la forma ovale per il viso, la posizione di bocche e nasi, le pose identiche, a seconda delle varie età. I soggetti si distinguono invece l'uno dall’altro per le sopracciglia, gli occhi, i capelli e gli accessori.

CASO UNICO. L’insieme di questi volti non è soltanto affascinante, ma anche unico nel suo genere. A tutt’oggi costituisce il solo corpus di pitture su tavola arrivate fino a noi dall’antichità romana. Per questo i ritratti del Fayyum sono in tanti musei del mondo, dove permettono di • guardare il passato negli occhi.

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ritratti con le sculture dei potenti dell’Urbe. Non solo. La maggior parte degli studiosi ritiene che i ritratti del Fayyum venissero eseguiti poco dopo la morte dei soggetti, sia perché ci sono molti bambini, sia perché nei casi in cui si sono potute esaminare le mummie con la Tac l’età apparente della tavola dipinta e il sesso corrispondono a quelli del defunto. Probabilmente il pittore realizzava il ritratto per il corteo funebre e dopo lo consegnava all’imbalsamatore. Un altro particolare colpisce: tra i volti dipinti molti sono giovani, raramente sopra i 35 anni. In effetti l’aspettativa di vita media nei primi tre secoli dopo Cristo era piuttosto bassa, e in Egitto la metà dei bambini non arrivava ai 10 anni. Ma rassegnarsi a una perdita non era facile nemmeno allora, a quanto pare. «Questi oggetti funerari di grande valore erano una forma di risarcimento di fronte a una morte ingiusta che colpiva la famiglia e il gruppo sociale», spiega Irene Bragantini, già docente di Archeologia e Storia dell’arte romana all’Università L’Orientale di Napoli ed esperta di pittura antica. «Si cercava quindi di onorare il defunto con preziosi ritratti eseguiti come se le persone raffigurate fossero reali, esaltandone la bellezza e la posizione sociale. Queste opere sono il prodotto di una società che le voleva realizzate così perché potessero testimoniare e conservare l’aspetto del defunto anche nell’oltretomba». Per questo dovevano essere ben visibili entrando nelle tombe di famiglia. In casi meno frequenti, invece, i volti erano dipinti direttamente su tela, sempre in corrispondenza del capo del defunto.

ritratti del Fayyum ritrovati nell’oasi omonima (ma ve ne sono sparsi anche in altre località dell’Egitto) sono circa mille. E dato il loro valore sono nei musei di tutto il mondo, dall’Egitto agli Stati Uniti, da Parigi a Londra, da Dresda a Mosca. Anche in Italia c’è la possibilità di vederne alcuni e tre li abbiamo scelti tra quelli che illustrano questo articolo. La nobildonna (v. immagine nella prima pagina), dipinta a tempera, è una delle “star” del Museo archeologico nazionale di Firenze: si tratta di uno dei primi ritratti giunti in Europa dall’oasi a metà Ottocento, portato con altri importanti reperti da una spedizione archeologica francotoscana, alla quale partecipò l’archeologo pisano Ippolito Rosellini sotto la direzione di JacquesJoseph Champollion, il francese diventato celebre per avere decifrato i geroglifici. La nostra hit. Al Museo Egizio di Torino, invece, sono esposti il giovane ingioiellato (nella seconda pagina dell’articolo) e l’uomo con tunica e mantello (nella pagina a fronte), entrambi dipinti a encausto. Alla Pinacoteca di Brera di Milano sono poi conservati i ritratti, sempre a encausto, di un giovane uomo (II secolo d.C.), di un uomo con barba, curiosamente biondo (è del 175 circa) e di una giovane donna (del 160 circa). Infine, un intenso ritratto di giovane si trova anche nei Musei Vaticani. 17

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PRIMO PIANO

IL PRIMO REPORTER

Erodoto

Antesignano

GETTY IMAGES

La statua in bronzo di Erodoto (circa 485-425 a.C.) presso la Biblioteca del Congresso a Washington (Usa). Fu definito “padre della Storia” da Cicerone.

Ecco come lo scrittore globetrotter fece viaggiare con i suoi racconti i Greci del V secolo a.C.


a occhi di maiale, denti grandi e zanne proporzionate al corpo. Unico tra gli animali, non possiede lingua; [...] Ha unghie robuste e, sul dorso, una pelle a squame impenetrabile”. E il cavallo di fiume? Raccontaci del cavallo di fiume! “È un quadrupede, con lo zoccolo fesso come il bue, con il muso rincagnato e con una criniera equina; ha zanne sporgenti, coda e voce da cavallo; le sue dimensioni sono quelle di un bue di taglia massima”. Ohhh! “Ma vi ho già detto degli infidi e bellicosi Garamanti e dei loro buoi, che pascolano al contrario perché hanno le corna curvate in avanti che si conficcherebbero nel terreno se

non camminassero a ritroso?”... Erodoto (circa 485-425 a.C.) ne conosceva a bizzeffe di storie così. E, come bambini, gli Ateniesi del V secolo a.C. lo stavano a sentire a bocca aperta, loro che un coccodrillo o un ippopotamo non l’avevano mai visto. Quattro secoli dopo, l’oratore latino Cicerone lo avrebbe definito “il padre della Storia”, ma chi era questa specie di guida agli animali fantastici e dove trovarli?

MULTIFORME. Fu uno scrittore, ma anche un ricercatore dei “fatti degli uomini”, indagati da una molteplicità di angolature. Fu etnologo, antropologo e reporter, prima che l’etnologia,  l’antropologia e il giornalismo

Dalle sue parole

ERICH LESSING / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO

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di Maria Leonarda Leone

Il faraone Psammetico III incontra il re persiano Cambise che l’aveva appena sconfitto (525 a.C.), in un quadro dell’800. Erodoto racconta la vicenda nelle sue Storie.

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corn-flakes. Questo popolo, scoprì lo storico, si era espanso nelle terre occupate una volta dagli Psilli, una sfortunata popolazione che, partita per combattere contro Noto (il vento del Sud che aveva seccato le riserve d’acqua), aveva avuto la peggio ed era finita sepolta sotto la sabbia. Proprio come era accaduto all’armata perduta di Cambise II circa 80 anni prima che Erodoto giungesse in quei luoghi. Gli indigeni gli avevano raccontato che dopo aver sconfitto il faraone Psammetico III, nel 524 a.C. il sovrano persiano aveva inviato 50mila uomini nel deserto occidentale, per conquistare l’oasi di Siwa, sede dell’oracolo di Zeus-Amon. L’armata però non sopravvisse a quei terribili 900 km: “Quando aveva ormai percorso circa la metà del tragitto che la divideva dalla meta, mentre erano intenti gl’uomini al pasto, soffiò contro di loro un vento del sud insolitamente impetuoso e trascinando vortici di sabbia li seppellì, ed essi scomparvero in questo modo”, si legge nelle Storie.

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geografia dei suoi spostamenti fu dettata dalle “mappe mentali” della sua vicenda biografica, che lo vide oppositore del tiranno filopersiano di Alicarnasso ed esule sull’isola di Samo nel corso degli Anni ’50. L’agenda dei viaggi di Erodoto si rinnovò quando la sua città venne liberata: poco dopo l’adesione di

Alicarnasso (454 a.C.) alla Lega delioattica, la confederazione navale antipersiana a guida ateniese, Erodoto approdò ad Atene», spiega Proietti.

ALLA MÈTA. Nella ricca, colta e bellissima polis governata da Pericle, conobbe personaggi famosi come

Soggiornò a lungo anche ad Atene: qui HERITAGE IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

SEDOTTO, MA NON TROPPO. Per par condicio, anche l’ambizione delle regine faceva vittime innocenti, nei racconti erodotei. Lo storico racconta, ammirato, di Artemisia, sovrana della Caria e unica donna comandante nella flotta del re persiano Serse. Durante la grande battaglia navale di Salamina (480 a.C.), vedendo i Greci prossimi alla vittoria, per fuggire Artemisia non esitò a cambiare insegne alla propria nave e ad affondare una delle triremi alleate. Riuscì così a salvarsi, nonostante la disfatta persiana e la ricchissima taglia messa sulla sua testa dagli Ateniesi, che reputavano intollerabile che una donna facesse guerra alla loro città. Da qui a fare di Erodoto un femminista, però, ce ne vuole. Basti dire che, nel suo viaggio in Mesopotamia, il nostro greco d’Asia Minore dalle vedute aperte trovò “molto saggia” la pratica con cui i Babilonesi cercavano marito alle giovani donne: le mettevano all’asta, dalla più bella alla più brutta, usando i guadagni ottenuti dalla vendita delle prime per dare maggiore motivazione agli scarsi pretendenti delle seconde. Facile colpire l’immaginazione dei misogini greci, con notizie di questo genere. Ma percorrendo quali strade polverose Erodoto finì per diventare l’Alberto Angela degli antichi, all’ombra dei porticati nell’agorà ateniese? «La


Guardare la realtà senza pregiudizi

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Visioni opposte

La Battaglia di Salamina (480 a.C.): sulla sinistra, con l’arco, la regina Artemisia che combatteva con i Persiani e affascinò Erodoto. In basso a sinistra, Babilonia, dove si compravano le mogli all’asta.

il tragediografo Sofocle e il sofista Protagora e si fece pian piano un nome nell’entourage di intellettuali dell’illuminato stratego. «Con lui ebbe senz’altro un rapporto privilegiato, come suggerisce la sua partecipazione alla fondazione della colonia magnogreca di Thurii (444 a.C.)»,

on ci ha lasciato solo un tesoro di aneddoti curiosi da citare nei nostri articoli di storia greca. Erodoto (sotto, in una statua conservata a Vienna) ha anche “inventato” un genere, mettendo in campo, per condurre la sua ricerca, strumenti d’indagine e approcci interpretativi diversi: quelli dello storico-storiografo, del reporter, dell’antropologo, del narratore, persino del filosofo e del ricercatore. Mente aperta. Non si limitò a riferire ciò che vedeva e sentiva sulla storia contemporanea e recente: rielaborò, selezionò, commentò, riplasmò. Con abilità narrativa e giudizio critico. E, al contrario di un pensatore greco “purosangue”, lui che era figlio di una coppia “mista” non giudicava ciò che vedeva: sapeva infatti che “ciascun gruppo umano considera le proprie usanze le migliori”.

conclude la storica. «Secondo alcuni è qui che Erodoto morì, secondo altri, invece, rientrò ad Atene e nel decennio successivo assistette almeno alla prima fase della Guerra del Peloponneso». Peccato solo che del suo ultimo, definitivo viaggio non ci abbia potuto • lasciare notizie.

fu in contatto con Pericle e la sua cerchia di intellettuali Viva voce

In una stampa, la mappa di Babilonia, in Mesopotamia, realizzata in base al racconto di Erodoto che la visitò.


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