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Basta dire una parola
Basta dire una parola
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Il boom degli assistenti personali intelligenti ci cambierà la vita?
E' stato uno dei regali più e gettonati delle feste appena trascorse. È uno dei settori in cui maggiori saranno gli investimenti negli anni a venire e di cui intravediamo forse ancora solo una piccola parte dei potenziali sviluppi. Di certo, promette da subito di cambiare le nostre abitudini. Tornare a casa e dare istruzioni vocali a un oggetto in grado di gestire una complessa rete di eventi domestici - dall’accensione dei punti luce alla musica passando più o meno per tutto il resto, dalle informazioni all’impianto di riscaldamento - racconta dell’ennesima rivoluzione di cui scopriremo la portata nel breve volgere di qualche mese ma che già da ora promette sorprese e sviluppi imprevedibili. Di cosa stiamo parlando? Degli assistenti personali intelligenti (la definizione, bruttina, è di Wikipedia), che sono comparsi come funghi negli store digitali e nei negozi fisici in prossimità del Natale. Sul mercato ne esistono molti e tutti promettono di renderci la vita più semplice, arricchendosi ogni giorno di nuove competenze per una sempre più coinvolgente esperienza utente. Potremo fare acquisti comodamente sdraiati sul divano senza nemmeno più la fatica di dover digitare sullo schermo del nostro device cosa desideriamo avere: basterà pronunciarne il nome e magicamente, come in una favola d’altri tempi, il nostro assistente, novello genio della lampada, sarà pronto a esaudire il nostro desiderio. Possiamo chiedere di scegliere per noi la playlist adatta al nostro mood del momento e vedrete che non sbaglierà (visto che avrà a disposizione i nostri dati di navigazione sulle piattaforme più diffuse di musica online). Insomma, come sempre accade quando parliamo di innovazione e di innovazioni che hanno a che fare con la nostra vita, è ogni volta bene farsi qualche domanda che vada oltre l’indubbio piacere di vivere più comodamente, visto che anche in questo caso stiamo mettendo a disposizione di altri le nostre abitudini, i nostri gusti, le nostre preferenze, finanche il nostro umore. E quanto di quello che mettiamo a disposizione è davvero nelle nostre disponibilità e per quali usi viene condiviso, è la domanda che sempre più si pongono governi e istituzioni di fronte al cambiamento epocale che stiamo vivendo m