catechismo per tutti
Tabernacolo
I
l centro dell’assemblea eucaristica (Messa) è dato dall’altare. Conclusa, però, la celebrazione, la pietà dei fedeli è concentrata nel tabernacolo. Qui, infatti, è presente Gesù sotto le specie del pane. Il tabernacolo rimanda all’altare. Gesù rimane nel tabernacolo affinché, in caso di necessità, possa essere portato agli ammalati, per essere ricevuto da coloro che solo spiritualmente possono partecipare alla Messa e per essere adorato da chiunque. Chi riceve la comunione fuori della Messa dovrebbe sempre intenzionalmente unirsi alla celebrazione eucaristica. La presenza di Gesù nel tabernacolo realizza in modo eminente la volontà di Dio di dimorare in mezzo agli uomini. Il tabernacolo si richiama, infatti, a quello del Vecchio Testamento, voluto da Dio quando il suo popolo peregrinava nel deserto. Tabernacolo ebraico Si racconta nell’Esodo: “Il Signore disse a Mosè: «Ordina agli Israeliti che raccolgano per me un’offerta. La raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore... Essi faranno un santuario ed io abiterò in mezzo a loro. Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi»” (Cap. 25). In quel tempo il popolo era nomade, e il santuario – “la tenda di Dio” – era mobile. La tenda era divisa in due parti: la prima, chiamata il “santo”, la seconda, sul fondo, il “santo dei santi” che conteneva l’arca, in cui erano conservate la manna e le due tavole della Legge. Le due parti erano separate da un velo. Il popolo si radunava entro il recinto, attorno al tabernacolo. Questa divisione si mantenne anche dopo la costruzione del tempio a Gerusalemme. Tabernacolo cristiano Il tabernacolo attuale richiama più propriamente il “santo dei santi”, perché chiuso sul davanti e velato dal “conopèo” (le due piccole tendine poste davanti alla porticina). Queste tendine, obbligatorie prima della riforma liturgica, ora si vedono raramente. In qualche chiesa il “velo” è richiamato da un tendaggio che, appeso a una corona sottostante il soffitto, sopra il tabernacolo, scende allargandosi fino ad abbracciare tutto l’altare. * La sistemazione del tabernacolo subì nei secoli diverse vicende. Ci furono periodi in cui esso fu ricavato entro il muro sul fianco del presbiterio, oppure, sempre sul presbiterio, su una colonna. Prevalse negli ultimi secoli la sistemazione sull’altare maggiore, più propriamente a ridosso della
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ANDREA ORCAGNA, Tabernacolo (part.), Firenze, Orsanmichele
mensa. Nelle grandi chiese con cappelle a più altari, era collocato su uno di questi. La sistemazione sull’altare maggiore s’instaurò allorché, per reazione alle eresie che negavano la presenza reale di Cristo, la Chiesa accentuò il culto verso Gesù nel sacramento. Oggi la liturgia sconsiglia tale posizione sull’altare dove si celebra la Messa, poiché l’altare è la mensa della Cena e l’Altare della croce. Durante la Celebrazione eucaristica si avrebbe, perciò, un “doppione”. Suggerisce invece una diversa sistemazione: in uno spazio adatto, che favorisca il raccoglimento personale, specialmente in chiese frequentate da visitatori, o impegnate per altre celebrazioni: “Si raccomanda vivamente che il luogo, in cui si conserva la SS. Eucarestia, sia situato in una cappella adatta alla preghiera privata e all’adorazione dei fedeli. Se poi questo non si può attuare, l’Eucarestia sia collocata in un altare, o anche fuori dell’altare, in un luogo della chiesa molto visibile e debitamente ornato, tenuta presente la struttura di ciascuna chiesa e le legittime consuetudini di ogni luogo”. Le soluzioni possono quindi essere diverse: l’importante è che il tabernacolo attiri l’attenzione di chi entra in chiesa e magari si ferma sulla porta. Non ha senso nascondere ed ignorare Gesù presente fra noi! (in alcune chiese è così nascosto che... si fa fatica a trovarlo!). Un semplice sguardo diretto al tabernacolo, la semplice osservazione della scelta dei materiali e dell’attenzione posta nella sua elaborazione e disegno dev’essere sufficiente per farci mormorare: «Vedi, Signore? Ti abbiamo riservato il meglio che possediamo, il più bello: artistico o semplice, costoso o umile. Per te, la dimora migliore; e il posto più degno: per Te, divino Ospite del tabernacolo». Ammessa la presenza reale e permanente del Signore sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, consacrate nella celebrazione della Messa... in qualsiasi posto si trovino, bisogna custodirle con sommo rispetto ed attenzione, e in esse si deve adorare Cristo presente...
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Tabernacolo della Pieve di Lammari
* La presenza di Gesù nel tabernacolo è segnalata soprattutto dalla lampada ad olio, o dal “cerone” (misto olio e cera), diverso dai cosiddetti “lumini”. La lampada, incessantemente accesa e dalla fiamma viva e mobile, vuole essere un segno che sostituisce la presenza dei fedeli attraverso un’adorazione perpetua. * La Chiesa raccomanda la devozione pubblica del Santissimo – attraverso le benedizioni eucaristiche – e quella privata dei fedeli. “Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità; dinanzi a Lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità. Alimentano così le giuste disposizioni per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che c’è dato dal Padre. Attendano dunque i fedeli con ardore alla venerazione di Cristo Signore nel sacramento, secondo il loro stato di vita, e i pastori li guidino a ciò con l’esempio e li esortino con opportuni am«Si custodisca la SS. Eucaristia monimenti”. in un unico tabernacolo, inamoSono insegnamenti del Concilio che illustrano, con vibile e solido, non trasparente, parole misurate ma sante, lo spirito e il contenuto e chiuso in modo da evitare il della preghiera del vero adoratore del sacramento. più possibile il pericolo di una Un’istruzione pontificia raccomanda a questo scopo profanazione» che le chiese e i pubblici oratori restino aperti alme(S. Congr. dei Riti, Istruzione). no diverse ore, sia il mattino sia la sera. P. Claudio Truzzi ocd
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Dinanzi al SS. Sacramento Lasciami, Signor, che qui prostrato, cosciente del mio nulla in tua presenza, e, pur temendo di peccar d’irriverenza, mi permetta l’alto onore di farti compagnia. Lo so di non essere degno di guardarti, ma fidando nel tuo amor e tua clemenza, si calma il clamore di mia coscienza e m’inonda la calma al contemplarti. Nel mondo, Signore, per dimenticarti è tutto confusion e un vociferare che m’inquietano in modo sconvolgente. Per questo, Signore, vengo a pregarti, che permetta all’alma un poco di godere della quieta pace del tuo Tabernacolo. José Ramón de Pablo
La Visita Lasciami entrare, Signore, ché ho premura...; ché devo ritornare in un mondo che corre, immerso nell’ambizione e nel peccato, orfano di luce e di risate. Lasciami entrare, ché il mio dolore richiede una pausa in questo mio cammino incessante; perché, Signore, per così tanta stanchezza, ho il gesto sperduto e la virtù esangue. Lasciami entrare, Signore: intendo soltanto fermarmi un attimo per ritrovare la calma, pensare un poco e dialogare con Te. Sono il medesimo di ieri, il tuo vecchio amico, lasciami entrare per confortarmi l’anima e poi, Signore, quando vorrai... continuo. A. Trujillo Téllez
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