R S EF P ER EC ENIAL D E U M
anno VI numero 01/2019
DIFENDI I TUOI DIRITTI Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino
NEWS
NEWS, SATIRA E CURIOSITÀ Indeciso?
ADESSO.SM
Vieni al dibattito!
Si gioca il jolly!
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e dopo aver finito il giornale hai ancora dei dubbi su cosa votare o hai bisogno di fare delle domande ai sostenitori delle riforme, vieni a una delle nostre serate ed esponici le tue perplessità!
Martedì 21 maggio ore 21:00 ACQUAVIVA - Sala del Castello (Piazza Montecerreto, 1)
Mercoledì 29 maggio ore 21:00 DOGANA - Centro Sociale - (Via G.Babboni, 15)
Giovedì 30 maggio ore 21:00 CITTÀ - Palazzo Graziani - (Piazzale Lo Stradone, 13)
• Ambasciatore a disposizione • Membro del Consiglio Direttivo di Banca Centrale (nominata da Repubblica Futura) • Vice Presidente dell’Agenzia di Sviluppo • Avvocato del Comitato contrario al referendum sulla Legge elettorale
COS'È LA POST-DEMOCRAZIA I RISCHI DI UNA DERIVA POLITICA saldamente controllato [...] la politica viene decisa in privato dall'integrazione tra i governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici".
di Angelica Bezziccari
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antissimi pensatori e filosofi hanno parlato in passato di democrazia, ed essa è la forma di governo ancora più diffusa, e sempre uguale a se stessa. Ma è davvero così? Viviamo davvero in stati democratici? In realtà da qualche anno si è iniziato a parlare di post-democrazia. Questo termine deriva dal neologismo inglese post-democracy, coniato dal politologo britannico Colin Crouch, e si usa per definire un sistema politico che, pur essendo regolato da istituzioni e norme democratiche, viene in realtà governato e pilotato da grandi lobby, multinazionali e da mass media di stampo più o meno governativo.
è più un diritto universale, i sindacati sono relegati a ruoli marginali, e soprattutto ritorna in auge "il ruolo dello Stato come poliziotto e carceriere", le disuguaglianze si ampliano e la tassazione non è più utilizzata per la redistribuzione del reddito.
Questi centri di potere di stampo neoliberale tenterebbero di nascondere le differenze di classe, per legittimare più facilmente i propri interessi a scapito della collettività. Così però favoriscono anche la frustrazione e la disaffezione delle classi meno privilegiate, riducendo ulteriormente la domanda di partecipazione. Mentre i cittadini si allontanano dalla politica, il processo elettorale democratico si avvicina "a una campagna di marketing basata sulle tecniche di manipolazione usate per vendere prodotti".
C'è un altro aspetto inquietante che la democrazia alla deriva può portare, ovvero i governi tentano sempre di più di appaltare i servizi che di fatto dovrebbe erogare Secondo questa teoria politica le democrazie il pubblico, come il welfare, la sanità e tradizionali rischiano di perdere parte dei loro l'istruzione, a ditte private. Si liberano in caratteri costituenti a favore di nuove forme Nello scenario post-democratico descritto sostanza di quello che dovrebbe essere il loro di esercizio del potere, che si rifanno molto da Crouch, le occasioni di partecipazione "core business", se paragoniamo lo Stato più all'oligarchia che alla democrazia. per i cittadini vengono progressivamente a un'azienda, e lo delegano a enti esterni, ridotte a favore di altre forme privatizzando i servizi. Crouch sostiene che la vera ascesa della decisionali. Acquistano quindi un ruolo post-democrazia si ha a partire dagli anni Ma in questo modo, conclude Crouch, il Duemila, ed è andata assumendo dei sintomi decisivo le burocrazie, i tecnocrati, gli governo non sarà più responsabile della loro precisi: gli elementi formali della democrazia organi intergovernativi, le lobby, le imprese produzione di quanto la Nike lo sia delle economiche e i media. persistono ma c'è una forte presenza di scarpe su cui mette il suo marchio. Se si organizzazioni che mirano a influenzare "Anche se le elezioni continuano a svolgersi applica questo scenario, i cittadini perdono direttamente l'attività del governo, la e condizionare i governi - scrive Crouch effettivamente ogni possibilità di tradurre le loro richieste in azione politica. popolazione è frammentata, il welfare non - il dibattito elettorale è uno spettacolo Perciò l'applicazione delle regole democratiche nella vita politica, sociale ed economica viene progressivamente svuotata.
Infine, i politici rispondono prima di tutto alle esigenze di un pugno di imprenditori, ai quali si consente di tradurre i propri interessi particolari in linee di condotta politica generale.
numero 01 2019
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EDITORIALE
EDITORIALE DEL MESE di Marianna Bucci
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gni volta che la data di un referendum si avvicina, il mio amico Michele inveisce. Non è un modo dire, inveisce nel vero senso della parola. Lui al referendum non crede o, forse, sarebbe meglio dire che non ha fiducia nelle persone che sono chiamate eventualmente a dare applicazione al risultato referendario. “Tanto non cambia niente” lo sento ripetere rassegnato. Il suo sentimento lo capisco: come si fa ad avere fiducia in una classe politica che anno dopo anno, elezione dopo elezione, si è ampiamente meritata la sfiducia della cittadinanza e ha coltivato la disaffezione all’attivismo per agire indisturbata? Ecco perchè i supereroi dei nostri giorni non hanno bisogno di gesta eclatanti per essere considerati tali, ma sono quelli che nonostante la disinformazione a orologeria, le social-bufale e i falsi profeti, riescono ancora a dare spazio alla speranza, e a coltivarla. Quale speranza? Quella di avere un governo che finalmente rappresenti i cittadini e non qualche potentato; quella di avere un Consiglio Grande e Generale che si riappropri del ruolo legislativo e lo eserciti nel pieno delle sue facoltà; quella di poter vedere, in Congresso di Stato, dei Segretari che hanno a più a cuore le istituzioni che gli interessi personali o di partito; quella di vedere le forze politiche confrontarsi per costruire un progetto paese degno di questo nome, e non ricattarsi a vicenda per garantirsi la poltrona vita natural durante. Di certo non basta una croce sulla casella Sì della scheda elettorale per vedere magicamente avverarsi tutti questi desideri, ma senza quel Sì questa possibilità rimane una fantasia. Invece con il Sì al quesito sulla legge elettorale, la legge vigente verrà modificata affinchè il risultato delle elezioni politiche rifletta la volontà degli elettori che non dovranno mai più essere costretti
ad accettare, come accaduto nel 2016, di vedersi governati dai partiti meno votati e, quindi, meno rappresentativi. Inammissibile che la configurazione del Consiglio Grande e Generale espressa dagli elettori al primo turno venga surclassata e lasciata in balia di meccanismi distorsivi come il ballottaggio e il premio di maggioranza. Meccanismi che attribuiscono una quantità di seggi fuori misura rispetto al risultato elettorale. Basti pensare che alle elezioni del 2016 RETE ha ottenuto il 18,33% dei consensi, vedendo quindi eletti 12 Consiglieri, poi nei fatti ridotti a 8 in conseguenza del ballottaggio e del premio di maggioranza che ha assegnato alla coalizione Adesso.sm, oltre agli altri, anche i 4 seggi che appartenevano a RETE e quindi “non guadagnati sul campo”, se così si può dire. Se ampliamo ulteriormente il terreno di calcolo, le contraddizioni della attuale legge elettorale saltano all’occhio: attualmente i 25 Consiglieri di opposizione rappresentano 6194 cittadini a fronte dei 3210 cittadini rappresentanti dai 35 Consiglieri di maggioranza (si veda pagina 12). E se da un lato è certamente vero che le qualità di un Consigliere non sono determinate dal numero di preferenze ricevute, è altrettanto vero che la capacità di un organo parlamentare di rappresentare la cittadinanza non può essere considerata un orpello, a meno che non si voglia abbandonare la democrazia rappresentativa per forme di governo più simili all’oligarchia (di cui in questi anni abbiamo avuto più di un assaggio, purtroppo).
in maniera inequivocabile il principio di non discriminazione all’interno della legge madre dell’ordinamento sammarinese, la Dichiarazione dei Diritti, che funge da testo costituzionale. Per questo il movimento RETE non solo invita la cittadinanza ad andare a votare, ma invita a votare Sì ad entrambi i quesiti. Per difendere il nostro diritto di cittadini ad essere correttamente rappresentati; per allontanare i rischi di influenze esterne al nostro sistema (perchè se un governo non risponde ai cittadini, a chi risponde?); per togliere alla politica ogni alibi di autoreferenzialità e sollecitarne l’esercizio di ascolto e confronto. Questo sarà possibile non solo modificando la legge elettorale, che rimane comunque il primo e fondamentale passo, ma abbandonando definitivamente il sistema clientelare e scegliendo con cura i propri rappresentanti. E questo lo possono fare solo i cittadini, spontaneamente, diventando consapevoli che la somma di tanti piccoli favori, specialmente in un paese piccolo come il nostro, significa concentrare a dismisura il potere in poche mani...che sono le mani sbagliate se appartengono a qualcuno che ha fatto una promessa personale in cambio del voto. Coltiviamo insieme la speranza! Comincia il 2 giugno, togliendo l’alibi a un governo che non ti rappresenta. Vota sì.
In questo numero speciale del giornalino troverete articoli e approfondimenti sulla tornata referendaria che verrà celebrata domenica 2 giugno. Perchè essere cittadino significa esercitare il diritto di scegliere e, allo stesso tempo, avere il dovere di informarsi Ampio spazio è dedicato quindi anche al secondo quesito referendario che propone di integrare la Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini inserendo la dicitura “orientamenti sessuali” all’interno dell’articolo 4 che stabilisce che i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge. Un intervento dall’alto valore morale e culturale, che implicitamente riconosce l’esistenza di diversi orientamenti sessuali e, contestualmente, li tutela. Un passo avanti fondamentale con cui si estende numero 01 2019
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REFERENDUM
REFERENDUM ELETTORALE UNA BATTAGLIA PER UN'EQUA RAPPRESENTANZA Cosa cambierebbe
con la nuova legge elettorale di Andrea Giani
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piegare perché l’attuale proposta referendaria veda RETE tra i promotori, ci fa tornare al periodo elettorale del 2016. Dalla riforma elettorale del 2007, quella fu la prima occasione in cui si arrivò al ballottaggio, dato che nessuna coalizione aveva raggiunto il 50%+1 degli elettori al primo turno. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una coalizione (Adesso. sm) che rappresenta poco più del 30% dei votanti, con venti Consiglieri eletti, si trova ad essere maggioranza con trentacique Consiglieri, ovvero il 60% dei seggi del Consiglio Grande e Generale. Al contrario, le opposizioni sono state falcidiate nei numeri, ritrovandosi con venticinque seggi complessivi a fronte dei quaranta legittimamente guadagnati alle elezioni. Per la prima volta dal 1946, la Repubblica si è trovata ad essere governata da un’esigua minoranza grazie allo stravolgimento del primo turno dettato dal risultato del ballottaggio. Molti consiglieri, ripescati grazie al premio
di maggioranza, sono forti di pochissime preferenze e fanno da contraltare a candidati esclusi con un numero di voti fino a sei volte superiore. Alla prova dei fatti, l’attuale legge elettorale presenta evidenti lacune che si traducono nel seguente principio: l’applicazione del ballottaggio - in un contesto politico da sempre frammentato, mai evolutosi in un sistema bipolare - favorisce i partiti ed i candidati meno rappresentativi, i quali finiranno per prendere decisioni volte a favorire la piccola porzione di Paese che li ha sostenuti.
si inserisce una fase intermedia tra i due turni elettorali, con l’intento di formare un Governo che possa riflettere nella sua composizione la reale suddivisione politica del paese e che possa essere formato, tanto nelle file di maggioranza quanto in quelle di opposizione, dai consiglieri eletti con il maggior numero di preferenze. Se nel 2016 fosse stata in vigore questa norma e si fosse trovato un accordo tra due delle tre coalizioni votate al primo turno, ognuna delle singole liste non avrebbe visto l’esclusione dei propri eletti, mantenendo così inalterata la volontà degli elettori.
Per maggiore chiarezza, citiamo un esempio pratico: poniamo che le due coalizioni Se il quesito passerà, si inserirà un passaggio risultate prima e seconda dopo il primo turno (ovvero San Marino prima di tutto e intermedio tra primo e secondo turno. Adesso.sm) avessero trovato un accordo In parole povere chi dopo il primo turno di Governo. La terza (ossia Democrazia in risulterà essere il più votato, che sia lista o coalizione, riceverà dalla Reggenza il mandato Movimento) avrebbe visto sedere all’interno del Consiglio l’intera rappresentanza votata per formare il nuovo Governo, cercando un dagli elettori, cioè quindici Consiglieri (dodici accordo con le coalizioni o le liste che di RETE e tre di MDSI), senza perdere un solo hanno ottenuto dei seggi durante lo seggio a favore di altri. Con l’applicazione svolgimento della tornata elettorale. del ballottaggio, invece, vi è stato un Il mandato avrà una durata limitata a quindici ribaltamento della volontà popolare: giorni, trascorsi i quali, nel caso vi sia un il Movimento RETE è in Consiglio con nulla di fatto, passerà nelle mani della lista rappresentanti a fronte di un 18% di votanti, o coalizione arrivata seconda, la quale avrà mentre chi ha ricevuto il 9% (l’esatta metà, ulteriori quindici giorni per cercare di formare ossia Civico 10) siede in parlamento con 10 il nuovo Governo. Consiglieri. Qualora nessuno dei due tentativi avesse Quelli appena descritti sono numeri esito positivo si procederà con la celebrazione incontrovertibili che rappresentano l’evidente del ballottaggio, come attualmente previsto. stortura alla quale metteremo rimedio Qual è l’obiettivo che in sostanza il quesito referendario si pone?
Non si elimina il ballottaggio, quindi, ma
tramite il Referendum del 2 giugno.
PRIMO QUESITO - SCHEDA AZZURRA numero 01 2019
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REFERENDUM
REFERENDUM DICHIARAZIONE DEI DIRITTI: UN RICONOSCIMENTO DI UGUAGLIANZA Un altro passo avanti per abbattere le discriminazioni
di Davide Forcellini
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l referendum sulla modifica della Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini nasce dalla necessità di integrare la nuova norma sulle unioni civili all'interno del corpus giuridico sammarinese. Si tratta quindi dell'inserimento della dicitura "orientamenti sessuali" all'interno dell'articolo 4 che stabilisce che i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge. Una proposta che arriva a referendum perché al momento della votazione in Aula Consiliare non si è raggiunto il numero necessario previsto dalla legge per le modifiche riguardanti la materia costituzionale. RETE si è espressa favorevolmente sia sulla normativa relativa alle unioni civili, sia sulla modifica della Dichiarazione dei Diritti proprio perché si tratta di estendere a tutte le persone la tutela da parte di una comunità, a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Perché è importante questa modifica costituzionale Il riferimento espresso all’orientamento sessuale si trova in pochissimi provvedimenti legislativi nel mondo, quasi tutti
facenti riferimento al campo del lavoro. È invece importante stabilire la non discriminazione in base all'orientamento sessuale a livello globale, poiché essa può avvenire a qualsiasi livello sociale, a partire prima di tutto dalla scuola.
IDENTITÀ, ORIENTAMENTO, GENERE: FACCIAMO CHIAREZZA
Una vittoria del Sì sarebbe dunque di fondamentale importanza non solo come passo in avanti per San Marino per quanto concerne i diritti umani e civili, ma avrebbe anche una forte risonanza ed eco mediatica, perché il Titano andrebbe così a infoltire l'elenco di paesi sensibili e attenti a un'uguaglianza sostanziale di tutti gli esseri umani. È chiaro che questo sarebbe solo il punto di partenza di un percorso ancora lungo, che dovrebbe inglobare a livello legislativo altre norme verso una sempre maggiore tutela delle persone, inclusiva e non discriminatoria. Come Movimento RETE, avendo sostenuto anche fin dal primo momento la legge sulle Unioni Civili, non possiamo che invitare tutti i cittadini a votare Sì a questa modifica costituzionale, non prendendo sottogamba il quesito considerandolo come meno importante rispetto alla legge elettorale. Anche in Repubblica purtroppo accadono episodi spiacevoli di discriminazione basata sull'orientamento sessuale e tutt'oggi molte persone vivono nascondendo quella che è la propria sfera affettiva e sessuale, cosa che non dovrebbe assolutamente accadere. Ci auguriamo infine che questo referendum non venga strumentalizzato da nessuna parte politica, ma che venga invece rappresentato per quello che realmente è: un passo in avanti di civiltà.
SECONDO QUESITO - SCHEDA GIALLA
Il termine orientamento sessuale indica la direzione verso la quale una persona dirige i propri sentimenti, i propri desideri, la propria energia erotica, indirizzandosi verso una persona dello stesso sesso, dell’altro sesso o verso entrambi. Per identità di genere si intende l’identificazione primaria della persona come maschio o femmina, ovvero la convinzione individuale di base di essere un maschio o una femmina. Il termine si riferisce al vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, maschile o femminile, o in modo ambivalente ad entrambi; tale appartenenza può esprimersi quindi con vissuti e comportamenti corrispondenti o non corrispondenti al sesso biologico. Per discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere si intende l’insieme di stereotipi, rappresentazioni, pregiudizi emotivi e comportamenti orientati a determinare processi di esclusione, condanna, stigmatizzazione, allontanamento, negazione, violenza nei confronti di ciò che non è inquadrabile nei modelli dominanti di orientamento sessuale e di identità di genere. La Direttiva europea n. 2000/78/ CE vieta le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale ed è stata recepita nell’ordinamento italiano dal Decreto legislativo n. 216/2003. numero 01 2019
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REFERENDUM
QUESITO LEGGE ELETTORALE: FACCIAMO CHIAREZZA Con il Sì il tuo voto ha valore
con il No la storia si ripete
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l 2 giugno 2019 si celebrerà il referendum propositivo per la modifica della legge elettorale.
Cosa succede se vince il SI? Dopo il primo turno sarà possibile cercare un accordo tra due coalizioni/liste per la formazione della maggioranza. Chi potrà fare tale accordo? In prima battuta la coalizione/lista che avrà ottenuto la maggioranza relativa dei voti al primo turno. Se non riuscirà, il mandato sarà dato alla seconda coalizione/lista. Altrimenti si andrà al ballottaggio. L’accordo potrà avvenire solo tra i gruppi che hanno ottenuto seggi al primo turno, per cui NON sarà possibile un accordo tra i singoli partiti delle diverse coalizioni (come invece si è verificato ad esempio in Italia nelle elezioni del 2018). Cosa succede se vince il NO? Rimane esattamente tutto com’è, per cui nell’ipotesi realistica di 3 coalizioni si avrebbe nuovamente una maggioranza che rappresenterà circa il 30% dei cittadini, relegando il restante 70% all’opposizione. Il Movimento RETE assieme al Movimento Democratico San Marino Insieme supportano il quesito referendario di modifica della legge elettorale proposto dal comitato promotore.
Smontiamo i falsi miti In questi mesi, il comitato contrario rappresentato da Vladimiro Selva quale promotore e da Antonella Mularoni quale Avvocato ha portato avanti alcune teorie, spesso ricorrenti. Riportiamo di seguito alcune delle loro dichiarazioni seguite da un nostro commento.
1. “SE AL PRIMO TURNO LE COALIZIONI NON RAGGIUNGONO IL 50%+1 DEI VOTI, NON SI TORNA A VOTARE, COSTRINGENDO I BALLOTTINI.” Interessante questo punto di vista da cui si desume che, secondo il comitato contrario,
l'attuale legge elettorale è l'unica capace di garantire che i “ballottini” non ci siano. Niente di più falso, gli ultimi due anni di governo di Adesso.sm lo testimoniano! Il quesito referendario ha un proposito ben diverso, ovvero instaura una fase “politica” prima di arrivare al ballottaggio: ogni lista si candida con un programma e con un gruppo di candidati, poi se non si riesce ad arrivare al 50+1 al primo turno è un DOVERE per queste liste trovare una quadra tra gruppi politici diversi. Se la quadra non si trova, si va al ballottaggio. In questo modo si incoraggia la formazione di coalizioni al primo turno in quanto le forze politiche hanno interesse ad arrivare al 50%+1 fin da subito. Perciò il Consiglio Grande e Generale e, di conseguenza, il Governo che nasceranno, saranno vicini alla scelta elettorale espressa dai cittadini. Cosa che assolutamente non accade con la legge attualmente in vigore che, con l'automatismo del ballottaggio e un premio di maggioranza spropositato, aumenta il rischio che vadano al governo forze politiche che in pochi hanno votato, che non sono rappresentative e che non avendo una base elettorale si arrogano il diritto di imporre le proprie idee ripudiando il confronto. Far passare il messaggio subdolo che qualsiasi accordo che avviene fra le forze politiche dopo il primo turno elettorale sia un “ballottino” e non un esercizio di democrazia, la dice lunga sulla visione che si ha dell'attività politica che, quando ha come obiettivo l'interesse del paese, si basa proprio sul confronto tra forze con diverse visioni. La buona politica si fonda infatti sulla definizione di accordi tra i diversi soggetti politici al fine di ottenere una mediazione tra i singoli punti di vista che possa accontentare la maggioranza della popolazione. Per cui non esiste una differenza sostanziale tra accordi fatti precedentemente alle votazioni e formalizzate nel programma di coalizione, e accordi fatti successivamente e formalizzati nel programma di governo. I cittadini esprimono un voto che è un mandato di fiducia a tempo determinato (legato alla durata della legislatura) e hanno il potere di premiare o punire l’operato del governo alle successive elezioni.
2. “CON L’INTRODUZIONE DELLA MODIFICA ALLA LEGGE ELETTORALE NON SI SA CHI SI VOTA, CON CHI E PER FARE COSA” Falso. La riforma proposta ha quale principio cardine la massima rappresentatività della cittadinanza tramite il voto. Non a caso la formula del proporzionale evita gli eventuali premi di maggioranza (cioè travaso di seggi da un partito all'altro) numero 01 2019
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REFERENDUM
3. “NON SONO I CITTADINI A SCEGLIERE LA COMPAGINE DI GOVERNO” I cittadini sammarinesi non hanno mai votato i membri di Governo ma i membri del Consiglio Grande e Generale.
4. “LA MODIFICA SERVE PER UNA ALLEANZA RETE-DC” Questa è la frase che oramai sentiamo ripetere come una litania ad ogni nostra affermazione o proposta invisa al governo. Si sposta la questione sul piano partitico quando dovrebbe essere chiaro che una legge elettorale non è ad appannaggio di questa o quella forza politica ma prevede degli effetti su entrambi gli schieramenti (opposizione e maggioranza). Una legge elettorale non può prevedere quale lista sarà eletta anche perché non si può sapere quante coalizioni si presenteranno. Se così non fosse, verrebbe da pensare che i membri del Comitato contrario siano riuniti per una questione partitica visto che, per loro stessa ammissione, il Comitato è composto da coloro che hanno contribuito, nel 2007, alla stesura dell’attuale legge elettorale.
5. “È COLPA DELLA PREFERENZA UNICA SE CI SONO CONSIGLIERI CON 20 VOTI IN CONSIGLIO”
che rischiano di concentrare il potere, immeritatamente e pericolosamente, in forze politiche poco rappresentative che ritengono di poter agire autonomamente, senza alcun tipo di confronto con le forze votate dalla maggior parte del paese. Quanto ai programmi non sono mai stati realizzati nella loro interezza e nessuna legge obbliga a farlo, neanche quella attualmente in vigore, permettendo eventuali fuoriuscite di Consiglieri dai partiti con i quali sono stati eletti.
Il numero di preferenze non fa la qualità del Consigliere, ma con il premio di maggioranza in Consiglio non vengono nominate le persone effettivamente elette dalla cittadinanza. È evidente che con l'attuale legge elettorale il voto del cittadino non ha lo stesso peso per tutti. Il premio di maggioranza esclude dal Consiglio persone elette dal voto popolare e le sostituisce con persone non elette. Grazie al premio di maggioranza del ballottaggio 2016 oggi abbiamo un Consiglio di non eletti, perché sono stati ripescati candidati con 20 voti a discapito di alcuni scartati con 170 voti. Oltretutto le elezioni del 2016, le prime con la preferenza unica, hanno dimostrato come la tripla preferenza sia essa stessa molto più soggetta ad accordi preliminari e ballottini.
6. “CON LA LEGGE ATTUALE LA QUOTA DI SBARRAMENTO È VARIABILE E AUMENTA ALL’AUMENTARE DEL NUMERO DI PARTITI” Ovviamente più partiti ci sono e più è difficile governare, è vero! Ma è una prerogativa di qualsiasi legge elettorale. Sta ai partiti formare coalizioni snelle e non creare confusione nella cittadinanza. Con l’attuale legge se alle prossime elezioni si presentassero 4 coalizioni e ognuna superasse lo sbarramento, andrebbero al ballottaggio solo le prime due e andrebbe a governare una coalizione perfino meno rappresentativa di quella del 2016 con Adesso.sm, perché i voti si dividerebbero in 4 coalizioni e non più su 2 o 3.
Per concludere ci pare evidente, purtroppo, che ancora una volta si tenta di screditare un quesito referendario facendo circolare informazioni sbagliate e tendenziose. Il quesito referendario mira a far sì che i rappresentanti votati dai cittadini li rappresentino veramente, ridimensionando e posticipando il più possibile gli effetti di un eventuale ballottaggio che distorce e svilisce l'espressione elettorale: gli ultimi due anni di governo ne sono l'esempio lampante! Il ballottaggio porta con sé il rischio di costringere i cittadini a votare qualcosa che altrimenti non voterebbero. Con la legge oggi in vigore, chi al primo turno vota una coalizione che poi viene esclusa dal ballottaggio è costretto a scegliere tra altre coalizioni che non ha votato, e quindi al momento del ballottaggio si trova davanti a due possibilità: o vota il meno peggio o non vota affatto! Quindi, di fatto, nel 2016 almeno 1/3 della cittadinanza ha dovuto scegliere una coalizione che non voleva. Uno dei principio proposti dalla riforma è quello di puntare ad avere un governo che rappresenti il più possibile la volontà della cittadinanza e questo può accadere solo se le forze politiche, forti del consenso dato loro dalla popolazione, dialogano tra loro. Poi naturalmente starà ai partiti candidare persone competenti, in buona fede, lontane da speculatori e affaristi, e in grado di ricucire la fiducia nel sistema. Senza questo presupposto essenziale, non c'è legge elettorale che tenga. numero 01 2019
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ELEZIONI
UN MECCANISMO DA CAMBIARE PERCHÉ MODIFICARE LA LEGGE ELETTORALE Diciamo basta a
con l’attuale meccanismo di voto, nulla imponga che la coalizione votata rispetti compromessi e scambi il programma presentato, né che vi siano accordi trasversali che stravolgano l’assetto di Alessandro Paoloni definito con il voto dei cittadini.
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gni meccanismo ha peculiarità e regole che determinano il suo funzionamento, ovvero permettono di ottenere un determinato risultato a partire da parametri chiari, definiti a priori. Per funzionare al meglio, ogni meccanismo viene costruito e modificato per raggiungere lo scopo prefisso dai suoi costruttori. Quando il test di utilizzo di tale meccanismo dimostra che il risultato non è quello desiderato, normalmente si procede ad una sua revisione. Di fronte alle contestazioni di chi non vorrebbe modificare le regole attuali, possiamo ad esempio evidenziare come,
Nessuno è perfetto: Nemmeno la Legge elettorale
di Jimmi Burgagni
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utti i dibattiti, non solo sammarinesi, sulla legge elettorale sono una lotta continua tra rappresentatività e governabilità, quello che si aggiunge da un lato sembra sempre erodere la controparte. Questo può essere vero! La legge elettorale perfetta infatti non esiste, ma concedere troppa governabilità a discapito dell’altro polo crea un clima politico, nella maggior parte dei casi, deleterio per la cittadinanza. Le concessioni del premio di maggioranza assicurano la governabilità ad un singolo soggetto, rendendola una vera e propria padronanza del potere. Infatti se un governo non ha il 50%+1 dei voti, ma detiene tutto il potere, agisce solo per il suo programma trascurando il paese.
La politica si regge sulla mediazione e sugli accordi, ma quando questi assumono la forma del compromesso e dello scambio, che normalmente non avvengono alla luce del sole, la delega ricevuta dal cittadino viene spesso tramutata in giustificazione ed anzi in legittimazione ad operare, pur in ambiti non precedentemente dichiarati e quindi su cui gli elettori non si sono potuti esprimere.
si compie un atto di fiducia nei confronti di una coalizione in cui normalmente non si indicano anticipatamente i papabili Segretari. Sottolineiamo inoltre come l’accorpamento delle liste, attualmente previsto, non garantisce governabilità e stabilità, ma rischi anzi di concretizzare difficili coabitazioni di soggetti con idee talvolta inconciliabili, riuniti sotto la stessa coalizione solo per rispettare un criterio matematico che permetta loro di superare la soglia minima prevista per entrare in Consiglio.
Qualcuno potrebbe definire ballottini anche queste “normali” prassi messe in atto da chi ha ottenuto la maggioranza, azioni, non suffragate dalla volontà palesata dagli elettori, che possono avvenire durante l’intero arco della legislatura.
La chiarezza ed il confronto costante e collaborativo con i cittadini dovrebbero essere prioritari, attraverso strumenti non solo referendari ma anche tramite meccanismi che facciano percepire ai rappresentanti della cittadinanza quale sia la distanza tra il loro agire e la reale volontà degli elettori.
Anche la, pur vera, affermazione che “i sammarinesi devono scegliere da chi essere governati” deve tenere conto del fatto che la nomina del Congresso di Stato non è in mano ai cittadini, quindi comunque col voto
Da questo punto di vista, RETE ha sempre cercato di mantenere un dialogo aperto, e continuerà a creare occasioni di confronto con coloro che vorranno dare il proprio contributo.
Queste “regole del gioco” non sono più attuali essendo state emanate in un arco temporale dello scenario politico sammarinese in cui erano presenti due forze politiche maggioritarie, rendendole obsolete dalle elezioni del 2016 (in cui erano presenti almeno tre poli maggioritari). La legge elettorale attualmente in vigore è stata redatta oltre dieci anni fa pensando esclusivamente all’esistenza di due coalizioni: l’esistenza di una terza formazione politica ha costretto quindi una parte consistente di elettori a scegliere tra due coalizioni che non li rappresentano (esattamente come è successo durante le ultime elezioni). La governabilità deve essere concepita come la volontà di creare un dialogo fra tutte le parti che sono chiamate a guidare un paese, pur rispettando il loro rapporto di forze. La politica è il confronto tra chi la pensa diversamente, trovando una via di mezzo tra ideologie differenti, creando un dialogo impossibile se più della metà del parlamento è occupato da una forza politica. Ragionando in questo modo la governabilità non è garantita nemmeno da questo governo, che ha ottenuto la maggioranza con il ballottaggio. Il metodo attuale impedisce la caduta del
governo, qualunque cosa faccia. Questa libertà di realizzare (o meno) il proprio programma politico, rischia di trasformarsi in qualcosa che non è più una democrazia. Garantire governabilità, stabilità e la scelta dei legislatori ai cittadini è la volontà di tutti, ma rappresentare un intero paese significa confrontarsi con le idee dell’avversario.
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ELEZIONI
MOVIMENTO DEMOCRATICO SAN MARINO INSIEME Governabilità
o rappresentatività? di Emanuele Santi
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a legge elettorale attualmente in vigore ha mostrato le proprie evidenti falle dopo il voto dell’autunno 2016. Infatti, mentre alle elezioni 2008 e 2012 vi era stato un vincitore che aveva percepito il 50% +1 dei voti già al primo turno (e questo aveva comportato ad esempio nel 2012 un premio di maggioranza previsto per arrivare a 35 consiglieri di 4 seggi) alle elezioni del 2016 nessuno ha conseguito la maggioranza dei voti al primo turno e si è dovuto ricorrere al turno di ballottaggio. Una situazione nuova, mai esplorata, che ha prodotto il risultato per cui chi aveva ottenuto 20 seggi al primo turno
ne ha ricevuti 15 di premio a seguito del ballottaggio andando così a sottrarre seggi legittimi alle opposizioni. Sarebbe cambiato poco se a vincere fosse stata la coalizione che al primo turno aveva ottenuto 25 seggi e ne avrebbe ricevuti 10 in premio.
la previsione in cui al primo turno nessuna coalizione ottenga il 50% +1 dei voti, si sarebbe data la possibilità di apparentamento dopo il primo turno fra le coalizioni in modo da poter mantenere inalterata la rappresentatività in Consiglio Grande e Generale.
Se andiamo ad applicare la modifica alla legge elettorale che noi proponiamo, al risultato delle elezioni del 2016, possiamo osservare come le coalizioni dopo il risultato del primo turno (San Marino Prima di Tutto 25 consiglieri – Adesso.Sm 20 consiglieri – Democrazia in Movimento 15 consiglieri) in tutte le opzioni di apparentamento, avrebbero creato una maggioranza Non vi è stata la volontà politica in questi effettiva senza arrecare perdita 2 anni da parte di questa maggioranza di aprire un dibattito proficuo e sincero su come di consiglieri a chi fosse rimasto all’ opposizione. ripensare la legge elettorale e riadattarla ai tempi. Questo avrebbe garantito ai consiglieri più rappresentativi di sedere in Consiglio Grande Come Comitato Promotore abbiamo rilevato e Generale, insieme alla formazione di un fin da subito come il referendum fosse governo pienamente rappresentativo del voto uno strumento atipico per poter andare a riformare una materia così tecnica e delicata, popolare. Palesata questa stortura si sarebbe dovuto innescare un forte dibattito tra le forze politiche in quanto questa legge pensata su una situazione politica che prevedeva 2 poli aveva mostrato tutte le sue deformazioni rispetto ad un quadro molto frammentato e totalmente cambiato.
e si è optato di intervenire sulla stortura più evidente ovvero il premio di stabilità: con
Spesso cadiamo nel tranello di pensare che la causa della attuale presenza in Consiglio Grande e Generale di Consiglieri rappresentativi di pochi voti sia il meccanismo della Preferenza Unica. Non è cosi. La stortura è il premio di maggioranza che ha tolto 15 Consiglieri eletti al primo turno con 100/150 voti all' opposizione, andando a ripescare dalle liste della maggioranza non eletti al primo turno con 30/40 voti. Con le 3 preferenze sarebbe cambiato il valore assoluto ( sarebbero saliti consiglieri con 100 voti a discapito di consiglieri con 300/400 voti) ma il risultato sarebbe rimasto analogo e la stortura dei consiglieri poco rappresentativi non sarebbe stata affatto risolta. È il voto di ballottaggio che va ad inficiare la rappresentatività. Pertanto la modifica alla legge elettorale proposta dal Comitato Promotore va ad inserire un passaggio intermedio che possa scongiurare il turno di ballottaggio. Questa può essere di certo una proposta migliorativa ad una legge elettorale che ha mostrato evidenti limiti di rappresentatività, e totalmente inadeguata a rispecchiare i reali valori dei gruppi politici. numero 01 2019
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PARTECIPAZIONE
RICONOSCERE LA PIENA IDENTITÀ DI OGNI ESSERE UMANO Intervista a Marco Tonti
È anche un messaggio che si vuol dare ai giovani, per dire loro: guardate che noi rispettiamo quello che voi siete e avete tutto il diritto di costruire la vostra vita sulla base di quello che vi rende felici.
Presidente Arcigay Rimini di Movimento Rete
Oltre al lavoro infatti, si inizia soprattutto a scuola a discriminare in base all'orientamento sessuale, non solo tra compagni ma a volte le discriminazioni partono anche dagli insegnanti...
Marco, quali sono secondo te i principali aspetti positivi dell'approvazione del quesito referendario sulla non discriminazione in base all'orientamento sessuale? Di certo, il fatto che si riconosca una complessità a una società sammarinese al pari di alcuni altri Stati che hanno questa specifica nella loro Costituzione, come ad esempio la Svezia, alcuni stati del Brasile e della Germania, l’Ecuador, le isole Figi e il Sudafrica, grazie a Nelson Mandela. Questo quindi sarebbe un altro bel passo avanti che San Marino può compiere, riconoscendo così tutti gli aspetti della personalità dell'essere umano nel modo più completo e legato alla sfera degli affetti e dell'identità.
Ci sarebbero degli aspetti pratici che andrebbero modificati se venisse approvato il quesito? Le Costituzioni non hanno degli effetti immediati come invece possono avere le leggi, però sono una base fondamentale per poter poi sviluppare delle norme che tengano in considerazione gli aspetti che sono specificati tra quelli fondamentali dello Stato, sempre sottomettendole al vaglio democratico di un voto parlamentare. Questa modifica costituzionale potrebbe essere ad esempio lo spunto per una legge contro le discriminazioni sul lavoro.
Ne potrebbe beneficiare anche la recente legge sulle unioni civili? Precisamente, può servire a completare gli aspetti della legge sulle unioni civili che magari sono rimasti un po' indietro e che sono usciti un pò traballanti rispetto al percorso legislativo, come l'art.12, che era stato modificato in seguito, e che ha una formulazione un po' generica e rischia di essere inefficace per certi versi.
Come definiresti la differenza tra genere sessuale e orientamento sessuale? Perché non basta specificare di evitare le discriminazioni in base al sesso? È molto semplice, l'orientamento sessuale è il modo in cui le persone sviluppano i loro affetti e legami affettivi, è la forza che spinge a riunirci e a creare delle comunità familiari; quindi l'orientamento omosessuale è il
desiderio di legarsi con persone del proprio stesso sesso, mentre quello eterosessuale con persone del sesso opposto. È un riconoscimento degli affetti delle persone, e non necessariamente della loro fisicità, principio che vale anche al contrario: infatti anche l'eterosessualità è un orientamento sessuale, per cui questo divieto alla discriminazione vale in tutte le direzioni.
Ti vengono in mente casi di discriminazioni sessuali realmente capitate in base all'orientamento sessuale? Non posso parlare di casi specifici, ma nel mondo del lavoro ci sono sempre stati dei casi di discriminazione, e soprattutto, sempre in ambito lavorativo, molte persone si sentono in difficoltà a esprimere interamente la loro personalità, anche quindi per quel che riguarda l'orientamento sessuale. Si teme di poter essere svantaggiati sul lavoro o di perdere il posto e vivendo quindi in un clima di costante tensione e malessere che non fa bene né alla persona né al lavoro né alla società. Molte persone evitano le discriminazioni semplicemente mentendo, mimetizzandosi, negandosi una vita serena, evitando di parlare delle proprie relazioni, dei propri affetti, delle proprie aspirazioni.
Certamente, per questi motivi ci sono anche casi di bullismo. Infatti per rendere effettivo questo principio bisogna poi impegnarsi nella società per portare avanti delle azioni che facciano sentire le persone tutelate e libere di essere sé stesse. Si tratta quindi di un'importante svolta culturale, e partire dal testo fondamentale di un paese, quale è la Carta Costituzionale, è certo un ottimo modo per mettere le fondamenta di una cultura che cresce, si sviluppa e si orienta in base al benessere delle persone.
Quali sono i cambiamenti concreti che si potrebbero apportare a seguito dell'approvazione del quesito? Sicuramente si può intervenire con una legge contro le discriminazioni sul lavoro, a scuola, e anche all'interno della Pubblica Amministrazione, nell'ambito dei regolamenti, non guardando solo quindi al settore privato. Lo Stato è il primo che dovrebbe dare il buon esempio in questo senso.
Cosa diresti invece a chi è più propenso a votare No? Io penso che dovrebbero rendersi conto che le persone omosessuali esistono da tutte le parti: ognuno di noi ha degli amici, dei parenti, dei colleghi che possono avere un orientamento omosessuale e quindi votare No vorrebbe dire mandare un messaggio a loro del tipo: “Continuate a stare nascosti perché preferiamo non vedere”. Invece la vita deve essere vissuta con libertà, con consapevolezza, con rispetto. Magari non si è pienamente consapevoli, ma intorno a ognuno di noi ci sono tante persone che possono soffrire molto per questo diniego della loro identità. La non discriminazione in base all'orientamento sessuale è la presa d'atto di una società che cambia, che cresce, che si sviluppa e che ha bisogno di essere chiamata per nome. numero 01 2019
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PARTECIPAZIONE
StudieRETE: DA GERUSALEMME ALLA GERMANIA L'esperienza di studio di un giovane neuroscienziato di Elio Balestrieri
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urante il mio Master in Neuroscienze Cognitive a Trento mi sono specializzato sui meccanismi dell'attenzione e della memoria di lavoro, e su come questi due costrutti, il primo inteso come la nostra capacità di selezionare informazioni rilevanti e ridurre l'impatto di quelle irrilevanti, e il secondo come quel meccanismo in grado di mantenere informazione “on line” ai fini dello svolgimento di un compito, interagiscano tra di loro. Lo studio di queste due istanze della mente è fondamentale non solo per dettagliare i meccanismi alla base della nostra esperienza quotidiana, ma anche per comprendere al meglio i disturbi che causano deficit più o meno selettivi in questi ambiti, dalla sindrome da disattenzione e iperattività (ADHD) a diversi tipi di demenza. Grazie all'iniziativa studieRETE, ho avuto modo di spendere 3 mesi alla Hebrew University di Gerusalemme, sotto la supervisione della dott.ssa Ayelet Landau e con la collaborazione del suo gruppo di ricerca. In questo periodo mi sono concentrato su uno dei più recenti ed interessanti risvolti del settore: ovvero che l'attenzione, anche in brevi finestre temporali (dell'ordine del secondo), sia caratterizzata da fasi “ottimali” e “non ottimali” nella nostra capacità di processare informazione. Tali fasi si alternerebbero in rapida successione tra di loro, e dallo studio svolto in collaborazione abbiamo riscontrato che tali veloci fluttuazioni caratterizzano anche il mantenimento di informazione nella memoria di lavoro, stabilendo così un legame tra questi due costrutti. Come ogni esperienza all’estero, la mia permanenza a Gerusalemme ha costituito un incredibile arricchimento accademico e umano. Accademico, per la possibilità di mettermi in gioco in un ambiente lavorativo dinamico e aperto alle novità, soprattutto in ricerca: la Hebrew University è un’istituzione ben fiera di avere avuto, tra i suoi affiliati, 8 premi Nobel ed una medaglia Fields
(il corrispettivo del premio Nobel per la matematica), e ci tiene ad aumentare il punteggio. Umano, per aver potuto esplorare una realtà variegata come quella di Gerusalemme, dove in ogni angolo della città è possibile scoprire la bellezza della diversità. Proprio la diversità, da sempre foriera di conflitti soprattutto in Medio Oriente, costituisce la forza di Gerusalemme. Perdersi tra i vicoli della Città Vecchia, e ritrovarsi talvolta sopraffatto dall’odore di incenso nel quartiere cristiano che circonda il Santo Sepolcro, o dalle spezie e dai colori del quartiere arabo, o spuntare di fronte ad un Menorah ornamentale nel quartiere ebraico dopo essersi imbattuto in un gruppo di preti armeni dalle lunghe tuniche nere è un’esperienza potente, che ti stordisce, e mette in discussione il nostro tipico eurocentrismo. D’altro canto, è altrettanto forte l’impressione che ognuno di questi gruppi abbia delle pretese di prevalere sugli altri: è proprio questo il caso del Santo Sepolcro ad esempio, la cui gestione è affidata alle maggiori confessioni cristiane, in un costante conflitto interno su chi debba occuparsi di questa o di quell’altra opera di restauro, o della manutenzione di questo di quell’altro muro… Tale conflitto deve aver raggiunto toni sufficientemente aspri in passato da consegnare le chiavi del Santo Sepolcro ad un custode musulmano, da svariate generazioni! E così Gerusalemme sta sempre in bilico tra opposte fazioni, tra piccole scaramucce che troppo spesso sfociano in violenza, violentemente repressa. La sensazione, quando cammini, è quella di essere
un ospite semi desiderato al quale ognuno vuol far conoscere la verità, la propria verità. E di volta in volta questa “verità” è un punto di vista conciliante, un desiderio di rivalsa, una chiamata alle armi, una memoria di precedenti soprusi, una mano tesa in aiuto dei deboli o la voce, più o meno irata, di Dio. Tu in quanto ospite ti senti quasi in dovere di ascoltarle tutte queste voci, perché sei ospite dio gnuno di loro, e solo quando avrai terminato questo ascolto corale, la partigianeria ti potrà esser consentita. La mia esperienza a Gerusalemme si è conclusa positivamente, instaurando una collaborazione con il gruppo di ricerca della dott.ssa Landau che ancora prosegue, e mi son trasferito a Münster, in Germania, per cominciare il mio dottorato in Neuroscienze. Un aspetto divertente è che tutti i miei mentori, a Trento, a Gerusalemme e a Münster si conoscono e si stimano reciprocamente: uno forse degli aspetti più belli della scienza, ovvero la sua capacità e volontà di creare un mondo senza barriere e confini dove l’unica priorità è quella di accrescere il sapere. In parziale continuità con i miei lavori precedenti, al momento mi occupo di come l’attività elettrica cerebrale spontanea influenzi la nostra percezione visiva, un argomento interessante e pieno di sfide da un punto di vista metodologico. Spero un giorno di poter portare a San Marino quanto acquisito durante le mie peregrinazioni! numero 01 2019
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Rappresentatività questa sconosciuta
C
he la legge elettorale andasse riformata non è una novità. RETE lo sostiene praticamente da sempre, ma la verà novità è che alle elezioni 2016 abbiamo potuto toccare con mano l'impatto fortemente
35 Consiglieri MAGGIORANZA
distorsivo di meccanismi quali ballottaggio e premio di maggioranza. Basti guardare i numeri delle preferenze ottenute da chi siede oggi in Consiglio Grande e Generale:
25 Consiglieri OPPOSIZIONE
Rappresentano
3210 cittadini
6194 cittadini
E basti guardare il numero di Consiglieri considerato che la maggioranza non è assegnati alle varie forze prima e dopo il stata in grado di arginare lo strapotere ballottaggio del 2016. di Alleanza Popolare che da ben 13 anni governa senza sosta. Risulta evidente anche a un cieco che il “premio di stabilità” ha raddoppiato immeritatamente il risultato elettorale di Adesso.sm. Senza contare che in questi anni di “stabilità” non se n'è vista l'ombra
SAN MARINO PRIMA DI TUTTO
DEMOCRAZIA IN MOVIMENTO
Anno V Numero 01/2019
N. Consiglieri prima del ballottaggio
N. Consiglieri dopo il ballottaggio
Rep. Futura (AP+UPR)
6
11
Impaginazione Roberto Giardi Jimmi Burgagni
Civico 10
6
10
Foto copertina Fotomontaggio
SSD
8
14
PSD
4
PDCS
ELEZIONI 2016
ADESSO.SM
Chi non ha un elettorato a cui dover rispondere, si sente libero di comandare a piacimento, di imporre provvedimenti vuoti e autoreferenziali, di non confrontarsi con nessuno.
Direttrice
Marianna Bucci
Progetto grafico Andrea Bastianelli
Collaboratori
quelli di RETE
3
Indirizzo
Strada Andrea di Riccio, 2 47895 Fiorina di Domagnano Rep. San Marino
16
10
Telefono
0549.907777
PS
5
3
ceraunasvolta@movimentorete.org
RETE
12
8
web www.movimentorete.org
MDSI
3
1
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Per questo occorre cambiare quanto prima la legge elettorale, per fare in modo che il voto della cittadinanza
sia rispettato e gli equilibri che scaturiscono dalle urne non vengano stravolti.
Il 2 giugno cambia la legge elettorale:
VOTA SI!
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