Benvenuti! Da sindaco di questa antica città sono orgoglioso nel poter salutare, attraverso le pagine di questa guida, il mondo che coi suoi occhi accarezza quel tesoro naturalistico che è Gravina, un piccolo grande compendio di mondi, lingue, razze ed esperienze comuni, terra modellata dal fluire della storia sebbene lontana dalla nostalgia stantia del tempo che si è fermato, propria invece di quelle «sociétés immobiles» di cui parlava e trattava da par suo un caposaldo della cultura mondiale, Lévi-Strauss. A questo incrocio ci ritroviamo tutti, insieme, nella riscoperta di linguaggi, ritmi, suoni, cadenze e vitalità che tutti uniscono, al di là delle appartenenze e dei passaporti. A questo incrocio c’è Gravina, con le sue chiese, i suoi monumenti, i suoi vicoli, la sua gente. Soprattutto, col suo habitat rupestre, che ne racconta le origini ed il presente guardando al futuro, a quel cammino ormai inesorabile nell’abbraccio con Matera verso il patrimonio mondiale della cultura Unesco. Non vi sfuggano, nelle giornate afose come in quelle di nebbia, il fascino del bosco Difesa Grande e la bellezza selvaggia del Maniero che fu di Federico II di Svevia. Non vi manchi una passeggiata, forse faticosa ma certo rigenerante, sui sentieri dell’area archeologica, attraverso il ponte acquedotto su fino alla collina di Petramagna attraversando il sito del Padreterno, incastonati come diamanti nell’orizzonte in cui si apre il parco dell’alta Murgia. Non si rinunci al fascino dell’avventura nei meandri della Gravina che, sconosciuta ai più, pulsa tra le viscere della terra. Si faccia tesoro dei tesori custoditi GRAVINA IN PUGLIA
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in chiese e musei, dalla Basilica Cattedrale alla chiesa rupestre di san Michele delle Grotte alla fondazione “Pomarici Santomasi”. Soprattutto, non si trascuri la possibilità di vivere Gravina per incontrarne l’anima di popolo che ancora vibra in riti e tradizioni, da quelli della Settimana Santa – con la Passio Christi nel centro storico – ai festeggiamenti di san Michele patrono, passando per la Fiera di San Giorgio (tra le più antiche d’Europa) ed il Raduno dei cortei storici. Poi, ancora, casali e masserie disseminate per contrade e borghi, come quello di Dolcecanto. E per riposare e rifocillarvi, niente di meglio di locande, osterie e cucine in cui accoglienza, odori e sapori sono sempre quelli delle origini. Per questo, a voi tutti, benvenuti. E buona strada. A chi arriva, ed a chi ripartirà, per le vie e nella quotidianità, portandosi nel cuore e nella mente il ricordo di giornate speciali, di sentimenti profondi, di visioni particolari. Di un pezzo di Gravina.
DOTT. ALESIO VALENTE SINDACO GRAVINA IN PUGLIA
Ponte acquedotto Madonna della Stella.
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“Benvenuti a Gravina in Puglia, scrigno di storia e tradizioni, dove la naturale bellezza dei luoghi convive con la cortesia delle sue genti”. E’ con immenso piacere che voglio rivolgere, a nome dell’assessorato al turismo un cordiale saluto a tutti coloro che ci onoreranno con la loro presenza. Questa guida, vuole rappresentare un ulteriore passo in avanti sul sentiero che I’Amministrazione comunale sin dall’inizio del suo mandato ha intrapreso, quello della tutela e valorizzazione di Gravina in Puglia in un contesto territoriale, in un percorso armonioso dove il passato è una risorsa per il futuro, dove Io sviluppo trae benefici dal patrimonio naturalistico. La tutela e la salvaguardia di questa complessa eredità, pertanto, rappresentano premesse irrinunciabili non solo per indicare una nuova via di fruizione più attenta e raffinata a tutte le genti, ma per custodire e consegnare questo patrimonio alle future generazioni. Questa guida vuole essere uno strumento che aiuta a conoscere ed apprezzare la nostra cittadina, Ia sua storia, le sue tradizioni, Ia sua cultura e l’accoglienza delle sue genti. MICHELE NAGLIERI ASSESSORE AL TURISMO E VALORIZZAZIONE E PECULIARITA’ DELL’OFFERTA TURISTICA
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Basilica - Cattedrale vista da un antico sistema di canalizzazione per la raccolta della acque nella civiltĂ rupestre.
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Gravina in Murgia Consorzio Turistico Molti in Italia la chiamano la “Sindrome del Palio di Siena”: L’Italia è rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona”, per usare le parole di Gian Maria Fara, Presidente di Eurispes. Un vero e proprio spreco di potenza, una filosofia del contro invece che del a favore. Qui, a Gravina in Puglia, abbiamo deciso di provare a combatterla questa filosofia dei perdenti, e nel 2013 un raggruppamento di quaranta aziende, tra operatori di settore e non, anche su spinta del Comune di Gravina e dell’Assessore al Turismo, hanno dato vita a “Gravina in Murgia Consorzio Turistico”, con un unico obiettivo: la valorizzazione e la promozione turistica, economica, sociale e culturale della nostra Comunità e del Territorio tutto, dall’Alta Murgia alla vicinissima Matera. Fanno parte del Consorzio come Soci di Diritto, oltre il Comune di Gravina, anche le “Chiese di Gravina in Puglia” e la “Fondazione Ettore Pomarici Santomasi”, a testimoniare la spinta unidirezionale e la voglia di fare rete degli attori principali del territorio. Da maggio del 2014 Gravina in Murgia è anche soggetto gestore dell’Ufficio IAT di Gravina (Informazione ed Accoglienza Turistica), facente parte della rete dell’Agenzia regionale Puglia Promozione. Il lavoro che stiamo cercando di produrre e portare avanti è irto di ostacoli ma affascinante. Gravina in Puglia non è solo una città ricca di storia e monumenti. Gravina è un luogo che è intriso di un fascino e di una magia tutta sua, verace, arcaica ed anceGRAVINA IN PUGLIA
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strale: il suo Habitat Rupestre, un ecosistema perfetto che qui chiamiamo “la Gravina”, è stato testimone di secoli, millenni diremmo, di storia della civiltà e rappresenta l’Archè di questi luoghi che si fronteggiano, città moderna e periurbano sede della città antica, oggi collegati da uno splendido ponte acquedotto in pietra settecentesco. Abitata sin dal Neolitico, Gravina ha avuto sempre una storia importante, prima con gli indigeni Peuceti, poi con la conoscenza delle civiltà magnogreca che fin qui si spinse da Taranto, e infine come importante stazione romana lungo la Via Appia. Il medioevo, che ovunque si dipinge come epoca oscura, qui ha visto brillare una civiltà rupestre che ha fatto di necessità, virtù, abitando consapevolmente questi luoghi tra anfratti e grotte, che sono diventate case, botteghe, stalle, depositi e luoghi di culto in base alle necessità. Le tecniche di costruzione, i materiali usati, le opere umili e sagge di ingegneria idraulica, ancora oggi potrebbero tracciare una strada fatta di saperi a chi vorrebbe cimentarsi nell’abitare ecosostenibile. La storia dell’ultimo millennio di Gravina è costellata di fasti e gloria. Una serie di popolazioni si susseguono alla guida del territorio: i Normanni, gli Svevi di Federico II, che in questi luoghi che amava costruisce un meraviglioso castello, gli Angioini – che ripristinarono la Fiera di San Giorgio, oggi la più antica d’Italia -, con gli Aragonesi, la Famiglia Orsini, che per oltre 400 anni regge la Città, donandole anche la nascita di un figlio, futuro Papa Benedetto XIII. Ma Gravina è stata anche una città degli umili e dei lavoratori: qui la Civiltà contadina si è espressa in tutte le sue forme, lasciando in eredità un’incredibile patrimonio materiale e immateriale: dalle tradizione e antiche narrazioni, alle Masserie e Jazzi che oggi puntellano il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui Gravina è sede centrale. Oggi Gravina è una città fiera della sua bellezza, che si riflette nelle tante Chiese, nei Palazzi nobiliari e nei Musei, nel Centro storico con gli odori e colori, le sue viuzze e i tipici Cavati, nelle tradizioni popolari, nell’artigianato e in un ricco e gustoso panie8
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re di prodotti della terra. E soprattutto nelle sue chiese e cripte rupestri, un tesoro di inestimabile valore che caratterizza la città da secoli: non per niente Gravina in Puglia è definita oggi la “Città dell’Acqua e della Pietra”. Di tutto questo Patrimonio, noi del Consorzio Turistico Gravina in Murgia vogliamo essere testimoni e promotori fieri, spezzando quella spirale dell’incapacità di fare sistema che ne ha frenato, fino ad oggi, una crescita e una visibilità tanto meritata, soprattutto oggi che siamo in corsa per divenire (incrociamo le dita!) sito Patrimonio Unesco, insieme alla nostra sorella Matera, la Città dei Sassi e Capitale Europea della Cultura 2019. MARIARITA COSTANZA PRESIDENTE GRAVINA IN MURGIA CONSORZIO TURISTICO
La Città di pietra. GRAVINA IN PUGLIA
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Panorama della Gravina.
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E dovunque muri e muretti, non dieci, non venti, ma più, molti di più, allineati sui fianchi di ogni rilievo, orizzontalmente, a distanza anche di pochi metri, per contenere il terreno, per raccoglierne e reggerne un po’ tra tanto calcare. Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la murgia più aspra e sassosa; […] non ci voleva meno che la laboriosità d’un popolo di formiche. Tommaso Fiore
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ASSO.T.IM. ASSOciazione Territoriale IMprenditori
Lo sviluppo turistico di un territorio è determinato da molteplici fattori. La storia dei popoli che lo hanno attraversato, lo scenario naturalistico nel quale è collocato, l’accessibilità ai siti di interesse, la presenza delle infrastrutture e quindi di una rete di collegamento efficiente e la presenza di personale qualificato nei punti di informazione turistica, sono senza alcun dubbio i fattori facilitanti, ma se a questo non segue l’accoglienza di tutta la comunità protesa ad ospitare il turista nelle modalità e nei luoghi confortevoli ed agevoli, lo sviluppo turistico non potrà mai essere di qualità. Il settore imprenditoriale della Città si adopera alacremente perché questo avvenga. La realizzazione di questa opera editoriale è un segno tangibile della disponibilità a rendere piacevole anche una brevissima permanenza nella nostra città. Naturalmente questa guida, di cui tutti possono usufruirne le informazioni, non è che lo stimolo all’approfondimento, mediante la consulenza delle guide turistiche certificate che operano in città, in coloro che intendono immergersi nell’enorme patrimonio turistico del nostro territorio. Al visitatore che ha apprezzato il paesaggio, la cultura, l’artigianato, nonché i sapori e i profumi di questo luogo, chiediamo di portare con sé, oltre al piacevole ricordo di questa terra, anche una copia della nostra guida affinché altri possano essere interessati a conoscere un altro sorprendente angolo di Puglia. MICHELE CAPONE PRESIDENTE ASSOciazione Territoriale IMprenditori
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indice
Benvenuti! L’assessorato al turismo introduce la guida Gravina in Murgia Consorzio Turistico Contributo Presidente ASSO.T.IM. Guida alla città storica Bellezze da non perdere Mappa dei Sentieri Il borgo rurale “Dolcecanto” Bontà Gravinesi Gravina Sotterranea Le attività Ringraziamenti
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La Gravina
GRAVINA IN PUGLIA Affacciata su un aspro burrone, Gravina in Puglia si presenta in tutta la sua bellezza al viaggiatore. La cittadina conta 45.000 abitanti ed è situata a 350 metri sul livello del mare, distante 50 km da Bari e appena 20 da Matera. Parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo, simile ai canyon, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come il Pulicchio di Gravina. Le Gravine sono l’esempio di come, nel corso dei millenni, l’uomo ha saputo abi18
tare i luoghi consapevolmente, vivendo in maniera sostenibile il rapporto con acqua e pietra che caratterizzavano e modellavano il territorio. A 5 km dal suo centro abitato, in direzione Matera, si estende il bosco comunale “Difesa Grande“, uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia, SIC, Sito di Importanza Comunitaria. Gravina ospita la sede del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, area rurale caratterizzata da un territorio carsico e una potente espressione della natura, che nel corso dei secoli hanno subito l’opera antropica, sempre però rispettosa dei luoghi. Masserie, jazzi, neviere, muretti a secco si stagliano su un paesaggio che vanta una delle più incredibili varietà di specie faunistica e vegetale.
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La città di Gravina vanta una storia antichissima e mai interrotta. Numerosi sono, infatti, i ritrovamenti archeologici che testimoniano i primi insediamenti già dal Neolitico. La felice posizione geografica, la ricchezza del territorio e la disponibilità di acqua del torrente “Gravina”, hanno certamente favorito la presenza dell’uomo che viveva in perfetta simbiosi con l’ambiente che l’ospitava. Fin dall’VIII secolo A.C. questi luoghi erano abitati dai Peuceti (i toponimi Sidis ( ), Sìlbion ( ), Sidìon lo confermano) in un periodo di ricchezza culturale ed economica grazie all’intensificarsi dei suoi rapporti con il mondo ellenico della vicina Taranto. In seguito, la conquista romana nel 305 a.C. ne fa
di essa un importante centro agricolo e commerciale data la presenza della via Appia. Nel 456 viene distrutta dai vandali di Genserico e gli abitanti si rifugiano nelle grotte del torrente Gravina, contribuendo pian piano a definire la civiltà dell’Habitat Rupestre. La popolazione prende a colorare di vita le cavità rocciose scavate nelle pareti calcaree della Gravina secondo un’architettura naturale o cambiandole a seconda delle proprie esigenze. Si sviluppano, prima i Rioni Fondovito e Piaggio (nell’alto medioevo), poi, con i Normanni, la parte della Civitas, raggiungendo la piana su cui poggia il nucleo urbano medievale. A collegare le due sponde del torrente, il ponte-acquedotto orsiniano della metà del ‘700,
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che conduce sotto le mura della città le acque della Sorgente Sant’Angelo. Nel 1069 Gravina diventa feudo dei Normanni con il Conte Umfrido D’Altavilla che la trasforma in contea e che, per ridare dignità all’antichissima sede vescovile, fa costruire la Basilica Cattedrale. Successivamente la città viene elevata a Marchesato e Federico II di Svevia dà incarico all’architetto fiorentino Fuccio di progettare e realizzarvi un Castello per uccellagione di cui oggi restano visitabili i ruderi. Lo stesso Federico II mette la città a capo del Giustizierato di Terra di Bari, ponendola in primo piano tra le città di Puglia per le sue ricchezze e bellezze naturali. Con gli Svevi, la città viene elevata alla dignità di sede della Curia Generale di Puglia e Basilicata. Sarà Federico II a definire Gravina “giardino di delizie”. Poi Gravina passa sotto gli Angioini e vive un periodo di grande sviluppo economico; in particolare Carlo II d’Angiò nel 1294 istituisce la Fiera annuale di San Giorgio, che tutt’oggi è tra le fiere più antiche d’Italia
e rappresenta un importante momento economico per la commercializzazione dei prodotti agricoli ed artigianali. Nel 1380 Gravina passa nelle mani degli Orsini che ne conservano il possesso fino al 1816. Nel 1649 la città dà i natali a Pietro Francesco Orsini, figlio del duca Ferdinando III Orsini d’Aragona e di Giovanna della Tolfa, che fu elevato al soglio pontificio dal 1724 al 1730 con il nome di Papa Benedetto XIII. La famiglia Orsini assicurò a Gravina stabilità amministrativa e un forte impulso economico e culturale. Essi arricchirono la città di molti edifici, che poi sarebbero diventati monumenti insigni e unici come il ponte-viadotto sul torrente “gravina”, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio, la Fontana monumentale, il Palazzo Orsini in Piazza della Repubblica, la Chiesa di Santa Sofia e così via. Durante il periodo borbonico, Gravina conta molti rivoluzionari e patrioti dal 1789 sino all’Unità d’Italia, con una “vendita” carbonara. Contribuisce molto all’Unità d’Italia con
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patrioti e martiri delle guerre d’indipendenza e della prima guerra mondiale. Nella Villa comunale, è stato dedicato loro un Monumento ai Caduti. Gravina è oggi una città che sorprende per la quantità e la varietà delle sue bellezze, che la rendono apprezzata dal punto di vista culturale, capace di offrire al visitatore un panorama davvero suggestivo grazie alle chiese rupestri e alle diverse opere d’arte, alla zona
archeologica di Botromagno, alla valorizzazione dei prodotti tipici del settore agroalimentare, degli eventi sportivi, folkloristici e culturali, oltre che dagli incantevoli scenari del suo paesaggio naturale con il bosco “Difesa Grande” ed il Parco dell’Alta Murgia. Grazie al suo Habitat Rupestre unico ed eccezionale, è in corso la candidatura a Patrimonio Mondiale Unesco insieme ai Sassi di Matera.
Monumento ai caduti e Torre dell’orologio.
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Chiostro San Francesco.
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Muraglie et fortificationi della città La decta citta de gravina, quantunque sia in uno corpo unita, è divisa in tre quartieri propriamente uno d’essi è tutto piano ch’è la magior parte, et per esso vi si puo andare in carrozza et questo è tutto circundato chiuso et munito di fossi, muraglie, terrioni et baluguardi bellissimi fatti de tufi a guisa delle muraglie et torrioni della citta di napoli, et li altri doi quartieri sono bassi et pendinosi, uno detto la chiaio et laltro fundovito che li divide lluno dal altro la cattedrale ecclesia di detta citta posta in ditto pian [...] Apprezzo della Città di Gravina di Virgilio De Marino - 1608 (a cura di Franco Amodio, Liantonio 1979)
Habitationi dei cittadini La gente di detta citta habitano parte sotto terra et parte sopra cio è la gente bassa habitano dentro lle grutte cavate sotto terra dentro li tufi, et cossi habita una gran parte di detta citta et li altri habitano in hedificij alquanto comodi fatti di medesme pietre di tufo fatti a lamie con bello magisterio et coverti a titti quali sono condecenti alla qualita della citta, dove sono ancora molti palazzi di comodissima habitatione. Apprezzo della Città di Gravina di Virgilio De Marino - 1608 (a cura di Franco Amodio, Liantonio 1979)
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Il Castello di Gravina Fu voluto dall’Imperatore Federico II di Svevia, che amava particolarmente questi luoghi da definirli “Giardino di delizie”, per la sua passione per la caccia con il falco. Federico fu l’autore di uno dei più preziosi trattati medievali, oggi conservato alla Biblioteca Vaticana, “De arte venandi cum avibus” (Sull’arte di cacciare con gli uccelli) un trattato sull’attività venatoria. L’opera, un vero e proprio manuale, consiste in un trattato di falconeria, cioè sui sistemi di allevamento, addestramento e impiego di uccelli rapaci (propriamente falchi) nella caccia.
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In alto: Particolare dei ruderi. In basso: Veduta del Castello Svevo
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calderoni PRODOTTI TIPICI GRAVINESI . VIA G.BRUNO,99. 70024 GRAVINA IN P. (BA) -ITALYTel. 080 3264099 P.IVA:04234770727 E-mail:panificiocalderoni@libero.it www.murgia.it/panificiocalderoni
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Veduta della Cattedrale con interno e particolare del rosone.
Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta Basilica minore dedicata a Santa Maria Assunta, costruita dai Normanni alla fine dell’undicesimo secolo e ricostruita ed ampliata alla fine del Quattrocento. A tre navate divise da colonne con capitelli tutti diversi tra loro, è ricca di altari marmorei policromi di inizio Settecento. Si ammirano il Fonte battesimale, una statua di San Michele del 1538 in mazzaro, un Coro in noce di fine ‘500, una Pala in pietra del 1536, un Crocifisso ligneo del XVI-XVII secolo e un organo con 2135 canne. Il soffitto è in legno dorato arricchito da 5 quadri. Affascinante anche il soccorpo della cattedrale. 30
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Statua Papa Benedetto XIII Al secolo Pietro Francesco (in religione Vincenzo Maria) Orsini (Gravina, 2 febbraio 1649 – Roma, 21 febbraio 1730), 245º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1724 alla sua morte; apparteneva all’ordine dei domenicani e nel 1931 è stato proclamato Servo di Dio. Chiesa Santa Maria del Suffragio (o del Purgatorio) La chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta anche del “Purgatorio”, è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 eil 1654, grazie ai duchi di Gravina, Ferdinando III Orsini e sua moglie Giovanna Francipane della Tolfa, genitori di Papa Benedetto XIII. Fu dedicata a Santa Maria del Suffragio per la celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio. Caratteristico il portale d’ingresso con un timpano su cui poggiano due scheletri. La chiesa è a una navata con sette altari. Il pittore Francesco Guarini, realizzò per gli Orsini, tra gli altri quadri, la grande pala d’altare della Madonna
del Suffragio, sull’altare maggiore. Attualmente la chiesa è sconsacrata. La cappella dell’Annunciazione ospita il monumento sepolcrale di Ferdinando III Orsini. Sempre nella chiesa, un pulpito ligneo del ‘700 e la cantoria con organo fu realizzato nel 1790 ad opera di Benedetto De Rosa. Biblioteca Finya La Biblioteca Finya è una delle più antiche biblioteche pugliesi ricca di un patrimonio librario di oltre undicimila volumi, tra cui un manoscritto del ‘400, 14 Incunaboli, 363 Cinquecentine. Chiusa per diversi anni, è tornata fruibile dopo restauro nel 2012. La Biblioteca fu iniziata dal Vescovo Mons. Domenico Cennini che volle offrire ai sacerdoti un luogo per approfondire la propria formazione culturale e teologica. A curare l’avvio della Biblioteca fu l’allora arcivescovo Orsini. Il progetto del vescovo Cennini venne ulteriormente arricchito con le donazioni dell’arcidiacono Lettieri (1700) e successivamente del papa Benedetto XIII nel 1729. Ma la donazione più cospicua la si deve al Card.
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La Biblioteca Capitolare Finya ed il Museo Capitolare di Arte Sacra GRAVINA IN PUGLIA
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Francesco Antonio Finy che, alla sua morte, lasciò la sua ricca libreria in dono alla città di Gravina con una dote di 2.000 ducati. La costruzione fu portata a termine nel 1743. Fontana pubblica Le Quattro Fontane Il monumento ferdinandeo delle Quattro Fontane fu costruito nel 1778 per portare in città l’acqua dalla sorgente di Pozzo Pateo. Fontana pubblica Torre dell’Orologio Torre neogotica costruita sulla cinta muraria, nei pressi del Palazzo Ducale degli Orsini; nel 1892 fu collocato un orologio della Ditta Curci di Napoli che, ancora oggi scandisce il tempo attraverso quattro quadranti. Museo Fondazione Ettore Pomarici Santomasi La Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”, sita nel cuore della città antica, fu eretta in Ente Morale nel 1920. Al primo piano, l’appartamento rappresenta un esempio di vita vissuta della famiglia Pomarici Santomasi, disposto in sette sale, con mobilio in stile barocco. 34
Nel museo ci sono importanti e preziose collezioni di ceramiche e reperti bronzei scoperti negli scavi eseguiti sull’area di Botromagno datati dal VII al III sec. a.C.. Questa collezione include più di 2000 preziosi reperti con una rilevante importanza storica in quanto danno la possibilità di tracciare le fasi principali del processo di insediamento umano nel territorio di Gravina, a partire dalle origini. La pinacoteca annovera circa 263 tele. Emerge su tutte il “San Sebastiano” di Ludovico Carracci, del 1599, una tra le più importanti opere in Puglia. La collezione di armi e cimeli militari posseduta dalla Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” di Gravina può essere divisa in tre differenti nuclei omogenei. Il nucleo più antico, e più importante, è costituito da armi e divise borboniche databili tra il 1832 ed il 1850. La seconda sezione contiene le armi e le divise italiane comprese nell’arco cronologico tra il 1860 e la fine del secolo. Infine la terza sezione si riferisce alle armi italiane e austriache e alle reliquie utilizzate nella Prima Guerra Mondiale.
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Museo Fondazione Ettore Pomarici Santomasi Archivio, Biblioteca, Museo e Pinacoteca Tutti mi conoscono come la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, eretta con R.D. n. 1761 del 28-11-1920 su disposizioni testamentarie del barone Ettore Pomarici Santomasi, ed ospito al mio interno il Museo, la Pinacoteca, la Biblioteca e l’Archivio Storico. Degne di attenzione sono la Biblioteca e l’Archivio Storico che hanno ottenuto il riconoscimento di ”Interesse locale”. Al mio interno potete ammirare: un ricco patrimonio librario che è andato sempre più ad incrementarsi grazie alle donazioni da parte di famiglie nobili gravinesi; cartelle di fogli e fascicoli cartacei della sezione dell’Archivio Storico, con estratti dei Registri Angioini, della Camera della Sommaria, del Collaterale e di altre sezioni dell’Archivio di Stato di Napoli; una preziosa collezione di opere pittoriche di varie scuole, tra cui tele seicentesche di Francesco Guarini, di Ludovico Carracci ed ovali attribuibili a Saverio Persico; la Mostra archeologica Aristocrazia e Mito con reperti prestigiosi rinvenuti nelle aree archeologiche della Città, tra cui Botromagno; l’appartamento di famiglia Pomarici Santomasi e molto altro ancora… Visitatemi e visiterete la nostra Storia.
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Cripta San Vito Vecchio Fedelmente ricostruita all’interno del Museo Fondazione E. Pomarici Santomasi per conservare meglio gli affreschi che risalgono all’epoca tardo medievale, dominati al centro da un maestoso Cristo pantocratore. Gli affreschi sono stati esposti alla mostra internazionale di Bruxelles nel 1958.
Fiera Regionale di San Giorgio, dal 1294 La Fiera Regionale di San Giorgio è la più antica fiera italiana e tra le più antiche al mondo e si svolge di solito nella settimana tra il 18 e il 25 aprile, nel nuovo quartiere fieristico di Gravina in via Spinazzola. Dalle fonti, possiamo trarre un documento, Regio Decreto del febbraio 1294 a firma di Carlo II d’Angiò, che attesta il ripri38
stino della fiera in quell’anno. Pertanto si intuisce che la nascita della fiera di S.Giorgio deve risalire ad una data precedente a quella del ripristino. L’importanza della fiera di San Giorgio è attestata da altre preziose fonti, in cui si legge a più riprese la presenza di mercanti fiorentini delle compagnie dei Bardi e dei Peruzzi. La fiera oggi è una campionaria dedicata ai settori dell’agricoltura, artigianato, enogastronomia e di recente anche turismo, tecnologia ed altro. Gli operatori arrivano spesso da tutta Italia e le presenze si attestano sulle 70.000 (dato sempre più in crescita). In concomitanza con la fiera, l’associazione “Conte Giovanni di Montfort” rievoca la I edizione della fiera, con una sfilata di figuranti con abiti dell’epoca. Eventi non stop si alternano per i giorni della fiera, spettacoli, arte, musica e ospiti di fama. Chiesa rupestre San Basilio e Rione Piaggio A quattro navate divise da pilastri e da colonne irregolari è ubicata nel rione Piaggio, il più antico della città insieme
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a Fondovito, dove si trova anche la chiesa di Santa Lucia e quel che resta dell’abside della chiesa rupestre di Santa Maria la Neve. L’abside originale di San Basilio è collocato lateralmente all’ingesso. L’intonaco di epoca moderna ha, probabilmente, coperto tracce di affreschi. Chiesa rupestre San Michele delle Grotte e Rione Fondovito Scavata nel tufo, è la chiesa rupestre più interessante del territorio e si affaccia sulla Gravina; ha pianta quadrangolare a cinque navate. Situata nell’antico rione Fondovico o Fondovito, l’8 Maggio di ogni anno è visitata da cittadini per la celebrazione della festa di San Michele delle Grotte a ricordo della leggendaria apparizione di San Michele in una grotta di Monte Sant’Angelo. In questa occasione gli abitanti del quartiere addobbano le vie con i “balloni”.
Chiesa rupestre Santa Maria degli Angeli (delle Tombe) Si trova a ridosso del ponte viadotto. A tre navate, nell’abside centrale conserva alcune immagini di affreschi ormai sbiaditi e un ara utilizzata per la distribuzione dell’Eucarestia. Chiesa rupestre Madonna della Stella Ai piedi della collina di Botromagno e del sito archeologico “Padre Eterno”, la chiesa rupestre Madonna della Stella. Già luogo di culto pagano, nel 1550 diventò santuario mariano. Cosi chiamata perché al suo interno fu trovato un affresco di Madonna con bambino con una stella sulla fronte. Ponte viadotto acquedotto La costruzione a doppia arcata, iniziata nel 1743 e completata nel 1778, nacque come viadotto per raggiungere il Santuario Mariano della Madonna della Stella e come acquedotto per
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approvvigionare la città con acqua proveniente dalla fonti a nord della città. Divenuto simbolo di Gravina, collega le due sponde del burrone, permettendo di raggiungere l’area archeologica e rupestre di Padreterno e Botromagno.
adattandola ai propri usi: abitazioni, magazzini, stallo per animali, luoghi di culto. Nulla era lasciato al caso: la temperatura in questi abitati era sempre quasi ideale, fresca d’estate, temperata d’inverno. Una multifunzionalità in uso ancora fino a pochi decenni fa, quanArea Archeologica “Padre do la gente più povera ancora Eterno” abitava luoghi reietti. L’area archeologica prende il nome dalla chiesa rupestre del Bastione medievale Padre Eterno e si snoda lungo Ultimo pezzo della cinta muil costone occidentale della raria medievale, collega il Gravina. Le testimonianze ar- quartiere di Sant’Andrea al cheologiche si concentrano tra ponte acquedotto, regalando il VII sec. A.C. e la fine del IV a quanti lo attraversano uno sec. A.C. spettacolo meraviglioso e unico della gravina. Complesso rupestre delle Sette Camere Santuario Madonna delle Risale, presumibilmente, agli Grazie ultimi secoli dell’Alto Medioe- Nata come santuario mariano vo. Frutto dell’escavazione ar- fuori della citta è nota per la tificiale in un banco di tufo, si sua facciata sulla quale è riproarticola in diversi vani e si trova dotto lo stemma della famiglia sul versante ovest della gravi- del Vescovo Giustiniani, che na. a proprie spese la edificò nel Luoghi unici ove la terra all’im- 1602. provviso si apre come una groviera. Centinaia di grotte ca- Chiesa, Convento e Chiostro ratterizzano la gravina; l’uomo San Francesco nel corso dei secoli ha scavato, Sorta sui resti di una primitiva costruito, modificato la roccia chiesa francescana del 1300, 40
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l’attuale Chiesa risale al 1500 circa nelle forme del rinascimento locale che caratterizzano anche la Cattedrale. Spiccano il campanile settecentesco e il Chiostro adiacente.
ettari) e biodiversità. Dal 1998 è un SIC (Sito di Importanza Comunitaria), e racchiude specie floristiche e faunistiche rare.È probabilmente l’area con la maggior concentrazione di specie di querce autoctone Chiesa, Convento e Chiostro d’Italia. Si raggiunge in 5 km. San Sebastiano percorrendo la S.P. 53 per MaAppartenente ad un Conven- tera e poi la S.P. 158. to Benedettino del XV secolo, è movimentato da archi e da Parco Nazionale Alta Murgia colonne laterali su cui si muo- Appena fuori dalla città, inizia ve il porticato del convento. Al il viaggio attraverso i luoghi centro del Chiostro domina il incontaminati del Parco Napozzo originale. Bellissimi gli zionale dell’Alta Murgia, il più affreschi seicenteschi di Fra grande parco rurale d’Italia. Giuseppe da Gravina. Il territorio è stato plasmato nei millenni dalle forze dell’eIpogei di Gravina rosione. Nei pressi di Gravina Un incredibile mondo sotterra- l’impressionate dolina carsica neo caratterizza tutto il centro del Pulicchio, che supera i 100 storico di Gravina. Un labirinto metri di profondità. Anche se di cantine, luoghi di culto, cu- il paesaggio del Parco è stato nicoli, granai, forni, cisterne. In modificato nei secoli dall’uoquesto mondo, alquanto sug- mo, l’Alta Murgia conserva una gestivo, si scoprono torrioni e fauna e una flora di grande inresti di antiche cinte murarie. teresse e ricchezza, oltre alle numerose tracce antropiche: Bosco Difesa Grande (sito SIC) masserie, jazzi, neviere, muretÈ il più importante della Provin- ti a secco, segnano tutto il tercia di Bari per estensione (1800 ritorio, disegnandone il profilo.
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Questo straordinario territorio e’ attraversato di molti cammini e vie storiche, oggi ripercorribili a piedi, a cavallo o in bicicletta per godere in ogni stagione di uno scenario naturalistico esclusivo oltre che a vivere una esperienza di “profondo cammino”.
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Il Borgo rurale “Dolcecanto” fu costruito negli anni 60 in seguito alla Riforma Agraria che istituì un nuovo sistema di vita sociale in campagna. Il progetto politico della Riforma Agraria stabilì l’assegnazione dei “poderi - quote” di terreno, di estensione variabile secondo la fertilità dei terreni. Ogni beneficiario del podere si impegnava a dimorare per 30 anni in campagna e a dedicarsi esclusivamente all’attività agricola, pena la perdita del beneficio ricevuto. Le case rurali furono costruite con tufi, estratti delle cave gravinesi, costituite da vani sufficienti per ospitare anche famiglie numerose, dalla stalla per il mulo e la mucca, dal pollaio e altro ricovero per il maiale. Le famiglie si attivavano per essere autosufficienti, non producevano rifiuti perché tutto era riciclato attuando naturalmente, una esistenza biologica ed ecologica. La Riforma Agraria prevedeva anche la fondazione di Istituti di Avvia-
mento Professionale Agrario. Ogni comprensorio territoriale con 200 poderi e case contadine, tipiche dell’Alta Murgia, fu dotato di un centro sociale (villaggio) con chiesa, uffici direzionali e assistenziali, circolo serale con televisore, spaccio per francobolli sale e tabacchi. Quel sistema di vita sociale è stato tramandato e conservato da alcuni nuclei familiari che oggi si ripropongono come forma di “Turismo Esperienziale” per chi voglia godere della bellezza della vita rurale di altri tempi. Vi è la possibilità di frequentare numerosi laboratori didattici che facilitano la percezione della semplicità e della efficacia sul corpo e sulla mente della vita vissuta in questi luoghi. Lo stesso nome assegnato al Borgo di “Dolcecanto” invita all’ascolto dei numerosi concerti di uccelli che nelle diverse stagioni e in specifiche fasce orarie della giornata offrono al visitatore.
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Veduta su Jazzo Pantano
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L’ovile ed il casello vanno localmente sotto l’unico nome dialettale di “jazzo”, locale che non corrisponde affatto né ad un ovile né ad un casello. Consta di alcuni recinti scoperti e circondati da muri a rustico adibiti a ricoveri delle pecore, da un basso e piccolo locale detto “mungitoio” e da un altro fabbricato non molto grande. Quest’ultimo racchiude su di sé tutti gli uffici, funzionando da stanza di ricevimento e conservazione del latte, da cucina, da magazzino del prodotto fresco, da magazzino di deposito degli attrezzi di qualsiasi genere, a tale industria occorrenti, ed infine e molto spesso anche da dormitorio del personale addetto alla custodia del bestiame. Michele Giannelli “L’industria pastorizia e casearia nelle Murgie baresi” in Oggetti ritrovati. Torre di Nebbia, 2005.
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Bontà Gravinesi Gravina ha vissuto, da sempre, di agricoltura e pastorizia, grazie ad un territorio che offre una natura generosa. Lo stesso stemma araldico cittadino lo ricorda: “Grana Dat et Vina“ (“offre grano e vino”). Lo storico Nardone la descrive come uno dei luoghi di eccellenza in provincia, a riguardo dei prodotti della terra. Ecco alcune delle eccellenza locali. La Verdeca di Gravina, un vino bianco, con un retrogusto dolce-frizzante. Il Cardoncello, un prelibato fungo che cresce nella zona della Murgia. I formaggi locali quali il Fallone, la Ricotta e il Pallone, un semiduro di latte bovino, Presidio Slow
Food. La Soppressata, la Pizzintella, la Ventresca, i Marri tra le carni. Infine molti prodotti da forno a cominciare dal Sasanello gravinese, un biscotto di vin cotto, il Tarallo e la Focaccia di San Giuseppe; prelibato anche il Pane locale. Tra i piatti tipici locali, il Calariello (un commisto di verdure murgiane e carne di agnello), i Calzoni (pasta ripiena di ricotta, zucchero, cannella e scorza di limone grattugiato, serviti col sugo), il Pane cotto (misto di verdure e pane raffermo), la Composta di peperoni dolci (una conserva di peperoncini dolci tagliati a pezzettini piccoli). Un viaggio nel viaggio, insomma.
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L’associazione Gravina Sotterranea, nasce nel 2006 con lo scopo di conoscere, esplorare, recuperare e valorizzazione i sotterranei di Gravina in Puglia, patrimonio ricco di chiese ed habitat rupestri, cantine, cunicoli, acquedotti, cisterne, fogne e ossari, tutte opere interamente scavate a mano nella “calcarenite di Gravina”, roccia su cui è nata la città. Fondata dall’odierno presidente Michele Parisi, speleologo dal 1999, l’associazione, dopo tante ricerche, ha pubblicato un libro e un DVD con foto e video inediti, presentati per la prima volta a Gravina il
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24 Aprile 2006. Il gruppo è formato da giovani ingegneri, geologi, architetti e numerosi studiosi che, negli ultimi anni, dopo aver individuato dei siti di particolare interesse storico, artistico e culturale e dopo averli resi agibili, puliti ed illuminati, lo promuovono al pubblico (importante è sottolineare che sono tutti luoghi privati). Fra le tante opere di pubblicizzazione di questi tesori nascosti, l’8 gennaio del 2010 è stato presentato a Gravina in Puglia il libro “Italia Segreta - Viaggio nel sottosuolo da Torino a Palermo” di Mario Tozzi, pubblicato dalla Rizzoli
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Editore, in cui l’autore nomina tra le tante realtà sotterranee nazionali anche quella di Gravina in Puglia. Oltre all’autore, spiccava la presenza della dott. ssa Leonella Desantis dell’ANCI, promotrice della rete delle città sotterranee. Descrivere questi luoghi è inutile, le parole non riuscirebbero a dare una reale visione del patrimonio sotterraneo della città pugliese, sarebbe raccomandabile una visita diretta a questi siti. Comunque è possibile visiona-
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re parte di questi tesori nascosti sul nostro sito www.gravinasotterranea.it.
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Si ringrazia: lI sindaco e l’Amministrazione Comunale; L’Assessore al turismo Michele Naglieri; Il M.llo Raffaele Masiello unitamente alla Polizia Municipale; La Fondazione Ettore Pomarici Santomasi; Il Consorzio Gravina in Murgia; L’Associazione Territoriale Imprenditori; Lo IAT. Testi: IAT - Marcello Beneveto Foto: Marcello Benevento - Francesco Calderoni - Domenico Rosa - Giuseppe Digennaro - Bloodynose.it - De Leonardis Finito di stampare nel mese di Febbraio 2016 per conto della MP s.r.l. - Senise (Pz) Vietata la riproduzione totale o parziale di loghi, testi e foto. Tutti i diritti sono riservati. Impaginazione, grafica e illustrazione a pag. 3: Marco Deodati - Arti Visive via dei Gladioli, 27 - 85042 Lagonegro (Pz) +39 334 8411680 - marco.deodati@me.com 64
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