portfolio MariaChiaraTrubini

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TRUBINI MARIA CHIARA architectural works +393407772024 mariachiara.trubini@libero.it

SELECTED WORKS 2006/2012

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with where when what

MAIN TASKS

PROGRAM USED Technical drawing Image Processing 3D modelling/rendering Others


SELECTED WORKS 2006/2012 INDEX 2009 pag 4

DisCOLOR yourself 2010

pag 8

CASE + Villard 2011

pag 14 Zanotta Stand pag 21 GRR: Green Residential Ribbon pag 26 UnderMall pag 32 Luni Stripe 2012 pag 38 pag 62

pag 68

TemporaRIuse Photography

Curriculum Vitae

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DisCOLOR yourself with

BOERO Group

when

Genova Settembre 2009

what

project proposal

where

MAIN TASKS Event organization Creativeness

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp Others Office Suite, Power Point


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Il progetto è la proposta per una campagna pubblicitaria, un evento e l’allestimento di una vetrina e un punto Boero all’interno dei negozi. Boero propone una campagna pubblicitaria preevento per un happening che si svolge nelle maggiori piazze italiane in concomitanza con il periodo che precede il MADE od iniziative simili; all’evento chiunque può prendere parte al lancio di “paintball” contro una simulazione di tipico arredo domestico, in evocazione di artisti come Pollok o Kapoor. Dall’evento vengono estrapolate immagini dell’azione e gli elementi colorati stessi per diventare 6

soggetti di post-pubblicità e oggetti chiave della nuova linea di negozi Boero. Al salone viene allestito uno stand coerente con l’happening precedente, alfine di attirare alternativamente Al salone viene allestito uno stand coerente con l’happening precedente, alfine di attirare alternativamente il passante non interessato propriamente all’acquisto del prodotto; nel negozio di grande dimensione vengono allestite vetrine d’esposizione degli elementi prodotti dall’evento, mentre nel negozio medio compariranno immagini dell’azione come spot. tradizionali; presso ogni pannello si può


ottenere un coupon parzialmente occupato dai prodotti presenti nel decoro con riferimento ai prodotti utilizzati. Al posto della scaffalatura sarà presente un espositore che propone una vasta gamma di tonalità sotto forma di mini latte Boero colorate da poter spostare all’interno del mobile stesso, alfine di creare aggiuntivi accostamenti e confronti con diversi materiali presenti sulla superficie dell’espositore; ogni mini latta contiene inoltre un timbro con pantone e codice del prodotto da apporre sulla parte intonsa del coupon.

Completa il tutto una serie di cataloghi che raccolgono delle selezioni di pantoni e prodotti in relazione alle stagioni, che il cliente potrà ottenere presso la cassa del negozio.

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CASE + Area Trastevere with

Villard 11

where

Roma

when

2010

what

Project Proposal

MAIN TASKS Residential Urbanism Cultural

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp, Vray, Others Office Suite


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Tipologie abitative

Il tema principale del seminario Case + Villard 11, è stato il progetto di alloggi sociali a canone agevolato a Roma. Sono state scelte aree sia all’interno della città consolidata, che in periferia, caratterizzate da configurazioni urbane non stabili. Nelle zone centrali di Trastevere, San Saba e Porto Fluviale è stato sviluppato il tema dell’edificio, individuando, a seconda del contesto, specifiche funzioni ad integrazione di quella residenziale; i progetti hanno riguardato anche la riorganizzazione delle aree urbane d’intervento, la trasformazione e riutilizzazione delle strutture edilizie esistenti. Questa Area di progetto in particolare prevede la realizzazione di un museo con annessi spazi espositivi, alloggi temporanei per artisti e residenziali. Ad oggi priva di una propria entità l’area dell’ex stazione ferroviaria può diventare un nuovo polo attrattivo per la città di Roma e per il quartiere in particolare. E’ prevista infatti in questo punto della città una nuova stazione della Metropolitana che ne agevolerà il raggiungimento. L’intera area è pensata come un grande e unico spazio pubblico dal museo alla residenza su cui si affacciano: 9000 mq di spazio museale, 9528 mq di residenze stanziali, 2565 mq di residenze temporanee, 3800 mq di spazio commerciale con 14000 mq di parcheggio. L’ex stazione ferroviaria di Trastevere è stata riconvertita in spazio museale collegato direttamente dall’ultimo piano alle vetrine degli artisti che costituiscono il piano terra degli alloggi degli artisti. L’edificio residenziale è svilluppato con un piano terra commerciale su cui si alternano gli ingressi all’edificio, gli appartamenti che vanno dai 35 ai 72 mq è pensato con uno spazio comune su cui si affaccia lo spazio distributivo; gli appartamenti hanno a disposizione un’ulteriore espansione di 15 mq con la possibilità di usufruirne nel modo di cui necessitano. 13


Zanotta Stand with

UniversitĂ Architettura Genova

where

Salone del Mobile_Milano

when

2011

what

Project Proposal

MAIN TASKS Event organization Creativeness

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp, Vray Others Office Suite, Power Point, Video Maker


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Una nuova abitazione. L’opportunità di ridistribuire gli spazi, di riarredare, di abbandonare il superfluo accumulato negli anni. Di scegliere un mobile Zanotta per ritrovare l’essenziale che più rappresenta voi stessi... Aurelio Zanotta

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Il progetto è quello di una casa e l’allestimento di una campagna pubblicitaria, un evento e l’allestimento di una vetrina e uno stand al salone del mobile di Milano per la ditta Zanotta. Zanotta propone una campagna pubblicitaria basata sulla forte identità dei mobili Zanotta. Si è scelto un luogo abbandonato privo di identità inserendovi all’interno l’abitazione. I confini tra i vari ambienti dell’abitazione sono dettati esclusivamente dal posizionamento dei mobili; questi ultimi infatti per aspetto, funzione e posizione identificano specifici luoghi dell’abitare quotidiano

creando margini permeabili ma netti. Per sottolineare la pianta originaria al quale sono stati sottratti i muri, sul pavimento è presente un disegno luminoso che ne richiama il percorso.

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Come nell’abitazione anche per quanto riguarda lo stand il principio motore e definitivo degli spazi non sono le divisioni murarie ma i complementi d’arredo. La sfida è dimostrare che anche uno spazio totalmente privo d’identità può essere gestito dai mobili Zanotta. Si è inoltre pensato alla realizzazione tecnologica dello stand che è il contenitore degli spazi domestici e sulle cui pareti scorrono a ripetizione un filmato che vuole dare l’idea di quale sia il luogo di inserimento dello spazio stand ovvero un luogo abbandonato, dimenticato, senza identità 18

che riacquista il suo ruolo con i mobili Zanotta. Il visitatore entra nello stand e attraversa tutte le stanze della casa riconoscendone la destinazione grazie ai mobili inseritivi.


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GRR: Green Residential Ribbon with

UniversitĂ Architettura Genova

where

Tripoli

when

2011

what

Project Proposal

MAIN TASKS Residential Urbanism

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp, Vray, Artlantis Others Office Suite, Power Point


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CONCEPT


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Il progetto in questione è il primo di tre pensati sull’area di Piazza Swehli nella città di Tripoli. Tre progetti che prevedevano tre destinazioni d’uso diverse: residenziale, pubblico e commerciale. Il progetto residenziale prevede un percorso “ nastro” verde pedonale e ciclabile che attraversa tutta l’area di progetto il cui percorso definisce quattro piazze tematiche diverse su cui si affacciano al piano terra i negozi e al secondo e terzo piano gli uffici, il nastro pedonale sale e scende sui binari in base alla presenza dei servizi al di sotto di questo. Le residenze hanno il loro ingresso sul nastro pedonale e si affacciano sulle piazze. Sono state pensati appartamenti dai 75 ai 200 metri quadri simplex e duplex,distribuiti a piano con un’area che viene definita d’espansione per i proprietari della casa che possono aggiungere metratura alla loro abitazione in base alle loro esigenze.

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UnderMall with

UniversitĂ Architettura Genova

where

Tripoli

when

2011

what

Project Proposal

MAIN TASKS Residential Urbanism

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp, Vray, Artlantis Others Office Suite, Power Point


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Il terzo progetto per Piazza Swehli prevede la realizzazione di uno shopping mall unito a uno spazoio pubblico per la città. La strategia progettuale scelta è stata quella di non togliere la possibilità di un grande spazio pubblico alla città, progettando uno’ area commerciale ipogea secondo uno schema che unisce la maglia medievale alle logiche commerciali dei giorni nostri fatte di anchor point e food court. Il parco sovrastante è una grande area verde sul cui perimetro vi sono alcune corti di dimensione e morfologie diverse che definiscono la tipologia di funzione che ognuna andrà ad ospitare: dalla più pendente che ospita un teatro all’aperto con le gradinate allo skate park, al parco giochi alla zona relax... Si accede al centro commerciale da cinque accessi diversi: due sono posti sul parco mentre gli altri tre arrivano dalla nuova stazione della metropolitana e da tre parcheggi sotterrane da cui si viene appunto introdotti a questa grande città sotterranea le cui vie prendono il nome dal tipo di negozio che vi si affaccia proprio come nelle città medioevali le società delle arti e dei mestieri davano il nome alle strade.

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Luni_Stripe with

UniversitĂ Architettura Genova

where

Luni

when

2011

what

Project Proposal

MAIN TASKS Urbanism Cultural

PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator 3D modelling/rendering SketchUp, Others Office Suite


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TEMA 4 LA PINETA E LE DUNE

L’ area di Progetto su cui ho lavorato è quella della fascia costiera. Pur non direttamente connessa con l’area degli scavi di Luni, questa fascia costiera compresa tra borgo Marinella e la foce del Magra costituisce un importante sistema naturalistico offrendo una grande superficie flessibile per attività diversificate nell’arco della giornata e delle stagioni. La proposta del Progetto Marinella di spostare la strada Litoranea verso nord, consente di riconnettere la pineta alle spiagge che diventa luogo utile per il parcheggio delle auto, per ospitare attrezzature sportive e balneari, così come funzioni stagionali come stabilimenti, ristoranti ed anche campeggi. Potenziare questa fascia significa individuare un ambito flessibile che può lavorare in modo complementare con il sito di Luni così come con tutta l’area del nuovo Parco Archeologico. Il progetto prevede la progetttazione per fasi dell’area, mano a mano che vengono attuati gli elementi previsti dal progetto questi vengono affiancati da delle cosiddette “Tracce” che portano con se una serie di servizi utili alla crescita del progetto per fasi (espansione tracce)

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TRACCE DI SERVIZI_ PERCORSO DALLA PINETA ALLA SPIAGGIA: STRATEGIA E VISIONI

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TemporaRIuse: verso la seconda vita delle aree industriali with

UniversitĂ Architettura Genova

where

Milano

when

2012

what

Tesi di Laurea

MAIN TASKS Research Urbanism Cultural Event organization PROGRAM USED Technical drawing Autocad Image Processing Adobe Photoshop, Illustrator, In Design 3D modelling/rendering SketchUp, Vray, Others Office Suite


PLANNING THE UNPLANNED? “Gli usi temporanei sono un laboratorio per nuove culture ed economie, integrano il formale e l’informale, sono il motore di un cambiamento urbano: compito di noi architetti è quello di analizzare e comprendere i pattern non pianificati dietro le attività autorganizzate, dedurre dei prototipi, dei modelli e degli strumenti, formalizzarli e renderli disponibili ai takeholders.” (studio UC research of Urban Catalyst) Nell’ Europa industriale di oggi ci sono oltre 20.000 kmq di aree produttive dismesse in attesa di una nuova funzione, una quantità che equivale alla superficie della Lombardia. Questo dato così rilevante ci pone davanti l’urgenza della rigenerazione di questi spazi abbandonati e in disuso che costituiscono un grande vuoto all’interno della città contemporanea. Appare evidente che il loro Riuso non possa più aspettare i lunghi tempi di trasformazione che competono la bonifica e la ricerca di una nuova funzione per l’area. La presenza di spazi abbandonati all’ interno della città è spesso associata a fenomeni di separazione urbana, insicurezza e degrado sociale ma invece può diventare luogo di esplorazione per nuovi usi ed interventi. Il lavoro dimostra la possibilità di utilizzare questi spazi nel tempo di mezzo che intercorre tra la dismissione industriale e il nuovo utilizzo, passando attraverso l’analisi di alcuni casi studio europei degli ultimi dieci anni, catalogati in tre tipologie di Riuso Temporaneo: COMUNICAZIONE, INNESTO e COLONIZZAZIONE. Spazi, tempi, attori, regole ed azioni del riuso transitorio sono componenti necessarie alla rivitalizzazione dello spazio dismesso e sono il motore del progetto di Riuso temporaneo proposto per una delle aree milanesi eletta ad emblema dell’area in attesa: Santa Giulia a Rogoredo. In particolare, l’ analisi e il progetto temporaneo si concentrano su due tipologie differenti di spazio presenti nell’area: un edificio industriale dismesso e uno spazio pubblico. Lo scopo finale è quindi la creazione di nuovi servizi temporanei per la città in trasformazione che non rimangano fini a se stessi ma che possano valere da suggerimento agli operatori, quali incipit per la realizzazione della nuovo quartiere consolidato. 39


EUROPA Il fenomeno della dismissione ha dilatato il proprio significato nel tempo del suo svolgersi sino ad essere considerato come la principale modificazione urbana e territoriale avvenuta negli ultimi trent’anni. In questo senso, il problema non ha riguardato esclusivamente il processo di dismissione, ma soprattutto la rilevanza dimensionale del fenomeno e delle sue implicazioni, la diffusione e la simultaneità del suo manifestarsi, in modi e luoghi diversi, e la necessità di sostituire questo fenomeno con una nuova forma d’uso. Lo stato di necessità, indotto dal processo di dismissione è stato considerato un’occasione storica di trasformazione concreta dello spazio urbano e territoriale, costituendo un processo di tali dimensioni e varietà di situazioni che ancora oggi questi spazi sono i luoghi in cui si stanziano i principali interventi contemporanei di trasformazione urbana e territoriale. Nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, le periferie delle principali città minerarie, produttive e portuali dell’Europa centrale sono state il luogo privilegiato per insediare grandi complessi industriali, poiché hanno offerto la possibilità di acquisire le vaste superfici di terreno necessarie all’insediamento delle catene di montaggio orizzontale che hanno caratterizzato le attività di produzione di quegli anni. Dai primi anni Settanta nel territorio di molti di questi paesi si sono liberate ampie porzioni di suolo industrializzato, che hanno dato luogo a un fenomeno comune: la dismissione di manufatti ed aree produttive di dimensione consistente. Le cause dell’abbandono sono state varie e differenti da caso a caso: la cessazione di attività ormai obsolete, la crisi di alcuni dei principali settori industriali, il processo di decentramento e di ristrutturazione del sistema produttivo, la delocalizzazione degli impianti in aree preferibilmente vicine alle grandi vie di comunicazione ed infine la chiusura disposta dalle autorità competenti a causa dell’inquinamento prodotto. A metà degli anni Ottanta, nel perimetro storico di Parigi le aree dismesse ammontavano a 10 milioni di mq, e nelle zone industriali della periferia settentrionale francese tale valore era ancora più elevato: nella regione di Pais de Calais si contavano 85 milioni di mq. In Germania, nel bacino della Ruhr vi erano 25 milioni di mq di aree dismesse, ed in Gran Bretagna, lungo il fiume Tamigi i docklands londinesi si estendevano per 22 milioni di mq. In Italia, gli spazi ed i contenitori abbandonati sono stati valutati pari a oltre 6,4 milioni di mq. Si è trattato, dunque, di un fenomeno rilevante per la sua entità ma anche per il suo significato; esso ha, infatti, segnato la fine di quell’epoca storica in cui l’industria pesante ha svolto un ruolo trainante nello sviluppo economico di molte città europee.Ho voluto analizzare alcuni casi studio di recupero di grandi aree industriali europee su cui è stato realizzato un progetto di trasformazione non tanto per soffermarmi sulle scelte progettuali, quanto per porre l’attenzione sul gap temporale, sui costi e sulla grande metratura inacessibile che ci si ritrova a dover gestire nel tempo che intercorre tra momento di dismissione e l’ attuazione del nuovo progetto di trasformazione. Dai dati raccolti ne è risultato che tra processo di dismissione e realizzazione del nuovo progetto passano in media 10 anni durante i quali l’area rimane vuota e inacessibile. Qui di seguito riporto i casi studio corredati da costi e tempi della trasformazione delle aree, con la conseguente metratura di progetto che fino al momento del ripristino temporaneo è rimasta inacessibile agli abitanti e restituita alla cittadinanza solo con l’ intervento esaminato.

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cubatura inacessibile costo di trasformazione attivitĂ industriale area 42


a in attesa di progetto area in trasformazione

area con progetto 43


MILANO Nel panorama europeo di aree dismesse è interessante analizzare il caso di Milano che presenta alcuni esempi di riqualificazione incentrati su strategie di riuso temporaneo con modalità di intervento, regole d’ uso e obiettivi definiti. Ne fanno parte La stecca degli Artigiani, Base B e la Casa dei Designer. Perchè a Milano è possibile pensare ad un Riuso Temporaneo? Quali sono gli elementi che possono spiegare la possibilità di tale fenomeno? Il primo ha a che fare con la forma urbana della città, il secondo con la consistenza e la possibilità di spazi vuoti o in attesa ed il terzo ruolo invece è affidato agli attori che popolano la città stessa. Se si osserva lo sviluppo di Milano dal 1972 al 2001 si nota che essa è cresciuta senza continuità in una densa formazione urbana senza limiti ben precisi. Dal 1981 al 2001 il capoluogo lombardo ha perso un quarto dei suoi abitanti a favore delle aree esterne soprattutto della regione urbana che diventa più attrattiva grazie ad un offerta di abitazioni a basso costo. Negli ultimi trent’anni gli abitanti di Milano si sono ricollocati nella provincia o addirittura a Bergamo, Lecco, Como e Varese spinti da più vantaggiose condizioni abitative; questo modello porta con sè conseguenze sui principali nodi infrastrutturali sovraccaricati e quindi insufficienti a gestire gli spostamenti quotidiani. La nuova forma di Milano viene quindi data dalle scelte individuali di imprese e persone che scelgono di abitare al di fuori rientrandovi solo per usufruire dei suoi servizi ed occasioni. Milano è una città che negli ultimi vent’anni da un lato ha perso residenti e dall’altro attira popolazioni temporanee che gravitano intorno ai maggiori poli d’attrazione ed eccellenza come l’università, gli ospedali, le fiere, il mondo della moda e del design. La città al suo interno si sta trasformando per grandi blocchi e macro quartieri che hanno poca relazione con il contesto e che vengono ripetuti serialmente su tutto il territorio con schemi composti da abitazioni + superfici commerciali in blocchi + aree pubbliche che spesso non hanno la qualità abitativa auspicata dal progetto e si trasformano in nuove aree vuote. Da alcune stime a Milano si parla di superici in dismissione pari a 3.730.000 mq, oltre 1 milione di mq di scali ferroviari abbandonati, circa 1 milione di mq tra caserme e piazze d’armi cittadine, circa 50 cascine e capannoni agricoli in disuso oltre 70 edifici vuoti in città e le agenzie immobiliari lamentano che 885000 mq di uffici risultano sfitti ( Inguaggiato, Inti 2010). Nonostante il problema casa a Milano sia uno dei più urgenti, esistono 2,2 milioni di vani contro una popolazione di 1 milione 320mila abitanti.

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IL RIUSO TEMPORANEO COS’ E’? Il Riuso Temporaneo è l’utilizzo di un determinato spazio aperto o costruito, pianificato per avere una vita delimitata in un “tempo di mezzo” tra una destinazione d’ uso precedente ed una futura. Questo lasso temporale si sviluppa tra il momento di abbandono o dismissione di uno spazio o di un edificio e dura fintanto che la destinazione d’ uso futura non viene insediata. Le cause del ritardo nella riqualificazione degli spazi vuoti sono molteplici, spesso dovute ai costi elevati di riqualificazione e bonifica ambientale, alle oppposizioni politiche e alle proteste locali per progetti decontestualizzati, o alla lentezza nell’approvazione di piani e progetti di recupero, o ancora per lo scarso interesse economico. In questo periodo temporale, se esistono condizioni architettoniche, sociali ed economiche convenienti, si può attuare un processo di riuso temporaneo. La temporaneità del riuso dell’area è la condizione fondamentale per la possibile riuscita in quanto stabilisce a priori che lo spazio in questione venga un giorno reclamato dal suo proprietario per essere trasformato definitivamente. Lo spazio urbano del riuso temporaneo può essere costruito o non costruito: la sua peculiarità principale è quella di essere in stato d’abbandono e degrado, condizione esistenziale per l’attivazione delle azioni di Riuso. Le attività di ripristino provvisorio possono perseguire diversi tipi di attività: dalle installazioni e performance di carattere artistico, alle occupazioni abitative temporanee, alla cura di spazi verdi residuali, mercati, temporary shops, occasioni insomma per dare allo spazio in disuso un nuovo ruolo, una nuova identità all’interno della città. In generale la maggior parte delle attività di riuso temporaneo non sono dedicate ad attività commerciali di alto profitto ma, al contrario, grazie al loro basso profilo commerciale, possono alimentare nicchie di mercato sperimentali e in cerca di affermazione. Queste attività sono in grado, grazie alla loro presenza, di rivitalizzare gli spazi dove si svolgono e contrastare i fenomeni di degrado della città. Il Riuso temporaneo, se ben avviato, ha la potenzialità di diventare un “catalizzatore urbano” e negli ultimi anni in Europa si è trasformato in un vero e proprio strumento a disposizione delle città per la pianificazione urbana. La sperimentazione temporanea di nuovi usi di edifici o aree dismesse in contesti urbani degradati può essere pioniera di futuri sviluppi non previsti dalla pianificazione classica e, dato il carattere temporaneo, è totalmente reversibile e poco dispendiosa . Quindi, “Riuso Temporaneo sì” o “Riuso Temporaneo no”?

NO TEMPORARY REUSE

Nel tempo di trasformazione dell’ area spende i soldi senza avere un utile indietro

Non hanno accesso all’ area

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YES TEMPORARY REUSE TEMPORARY REUSE: CASH BENEFICT -ammortamento costi con messa a reddito area da trasformare -dividendi utili derivati da attività svolte sull’ area -risparmio sui costi di sistemazione del verde, degli immobili, sulla messa in sicurezza -pubblicità indiretta

TEMPORARY REUSE: NO CASH BENEFICT -ritorno di immagine -creazione di consenso -partecipazione sociale

-nuova centralità urbana -nuovi luoghi di aggregazione -riappropriazione spazio inaccessibile -partecipazione sociale

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GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL RIUSO TEMPORANEO: SPAZIO, TEMPO, ATTORI, REGOLE ED EFFETTI Per classificare e descrivere gli elementi più ricorrenti nei processi di riuso temporaneo si necessita di una griglia di lettura con elementi comuni di indagine. Gli elementi che determinano un processo di Riuso Temporaneo sono stati codificati attraverso la ricca bibliografia e grazie alla presenza di risorse web che, continuamente aggiornate, possono fornire un valido supporto per la ricerca di spazi dismessi e di proprietari disponibili a concederli, attraverso lo strumento del comodato d’ uso temporaneo ad associazioni culturali o gruppi di professionisti per l’ utilizzo di spazi e strutture (infrastrutture primarie come acqua, luce e riscaldamento) prima della trasformazione definitiva (o la demolizione) degli stessi. Tale panorama bibliografico e di risorse di rete fornisce le informazioni necessarie a classificare e descrivere gli elementi più ricorrenti nei processi di riuso temporaneo. La messa in relazione di questi elementi si articola nel complesso processo di riuso temporaneo di uno spazio dismesso. SPAZIO Gli spazi che possono ospitare processi di riuso temporaneo sono le aree residuali prodotte dalle trasformazioni post-industriali. Queste aree racchiudono una grande varietà funzioni dismesse come fabbriche abbandonate, casolari in rovina o scali ferroviari dismessi e compongono, insieme agli altri fenomeni di abbandono e dismissione urbana della città contemporanea, un panorama di spazi residuali nei quali può essere possibile sviluppare progetti di riuso temporaneo. 3 tipologie di spazi: Spazi Aperti aree interstiziali, moli abbandonati, scali ferroviari dismessi, verde di risulta

Edifici speciali: edifici con caratteristiche spaziali, dimensionali, distributive e funzionali particolari come ex fabbriche, ex rimessaggi navali, cascine abbandonate, ex scuole, ex caserme, ex palazzetti dello sport, i grandi edifici polifunzionali, ex musei, ex stazioni, ex aeroporti ecc... Ex appartamenti, ex uffici: spazi per il lavoro e la residenza, locati in palazzine vuote o inseriti in strutture abitative funzionanti. TEMPO Il riuso temporaneo si svolge nel periodo di attesa che intercorre tra la dismissione di un’area o la fine di un uso precedente e la realizzazione del nuovo progetto. Ci sono diversi fattori che portano all’ instaurazione di questo “tempo di mezzo”: - costi di riqualificazione alti - scelte progettuali monofunzionali (“tutto uffici” o “tutto commercio”) che incontrano forti proteste locali o opposizioni politiche - lenta approvazione dei piani di progetto e di pianificazione - crisi economica, insicurezza del mercato finanziario nell’ investimento su progetti onerosi ma deboli - mancanza di sovvenzioni pubbliche per aree di scarso interesse economico Il tempo di Riuso temporaneo varia in funzione al tipo di utilizzo e di architettura ( temporanea o permanente ) che si vuole insediare nello spazio preesistente. Il fattore tempo è certamente il più importante degli strumenti che si hanno a disposizione in quanto è quello che determina che tipo di azione è più utile, efficace effettuare all’interno dell’area. 1 settimana/10 giorni 1/3 anni (eventi, guerilla marketing) (colonizzazione) 1-3 mesi 3/5 anni + rinnovo (eventi, workshop) (network, innesco, colonizzazione) 48


ATTORI Diverse popolazioni abitano, ri-attivano, lavorano e riprogettano molti degli spazi urbani in abbandono o sottoutilizzati, divenendo così attori protagonisti e talvolta agenti inconsapevoli di una ben più ampia trasformazione territoriale. Quello che cambia con il Riuso Temporaneo sarà il rapporto interno/esterno, la sua gestione, la comunicazione della presenza di un’attività a livello cittadino e la capacità di inserirla nel contesto urbano. Alla realizzazione di un’ azione di riuso temporaneo sono essenzialmente necessari 3 attori che interagiscono tra loro per la realizzazione a pieno del processo: -Proprietario, operatore [pubblico o privato] dell’immobile che per propria spontanea volontà o su richiesta delle associazioni, mette a disposizione lo spazio mantenendone la proprietà -Intermediario [associazione culturale, cooperativa] gestisce l‘intera organizzazione del processo di riuso temporaneo e facilita il passaggio di informazioni, documenti, tra proprietari e affittuari. Delinea le voci contrattuali secondo l’approvazione e controllo della pubblica amministrazione garantendo giuridicamente sulla riconsegna dello spazio. L‘intermediario è in possesso di una scheda dettagliata su spazio tempo e limite che il progetto di riuso temporaneo deve rispettare, mette a disposizione lo spazio all’affittuario che firma un contratto di comodato d‘uso temporaneo. -Usufruttuario, Cittadini è quella persona singola, o in gruppo, che utilizza gli spazi e le strutture nell’area in cui avviene il processo di riuso temporaneo. Sono gli utenti finali del processo REGOLE Gli strumenti giuridici affiancati al Riuso Temporaneo non sono ancora chiari, si fa riferimento per ora a tipologie di contratto che permettano al proprietario di affidare l’immobile o l’area ai nuovi utenti del Riuso Temporaneo con la possibilità di rinnovo o recessione del contratto quand’esso scadrà. -Contratto di comodato d’uso temporaneo e concessione d‘uso temporaneo permettono la cessione gratuita e temporanea di un bene immobile chiarendo le responsabilità delle due parti contraenti (comodante e comodatario). -Delibera comunale ad hoc per sbloccare l’iter di permessi di abitabilità e uso temporaneo. -Agenzie per il riuso temporaneo che gestiscono l’interazione tra proprietari e usufruttuari. Individuano eventuali spazi dismessi mettendoli in contatto con utenti interessati all’uso temporaneo. EFFETTI Probabilmente l’aspetto più interessante del Riuso Temporaneo è come questo cambia o meno lo spazio e dopo l’intervento. L’effetto del Riuso Temporaneo sullo sviluppo di certi spazi può essere differente. -Stand in: L’uso temporaneo non cambia lo spazio ma lo utilizza finchè non subentra la nuova funzione. -Impulse: L’uso temporaneo dà un impronta per un futuro sviluppo dell’area. -Consolidation: Il Riuso Temporaneo si stabilisce all’interno dello spazio e si trasforma in uso permanente -Coexistence: L’uso temporaneo continua ad esistere ma in parte minore anche dopo lo stabilimento della nuova funzione -Parasite: L’uso temporaneo si sviluppa dipendendo dall’uso permanente 49


LE AZIONI DEL RIUSO TEMPORANEO Dalla presa in analisi di casi studio degli ultimi 10 anni selezionati in ambito Europeo sono arrivata a raggruppare in tre macrogruppi le azioni di Riuso Temporaneo. La scelta di descrivere l’azione in questi termini deriva prevalentemente dal modo in cui queste tipologie di intervento si approcciano con il preesistente e con ciò che lo caratterizza dal punto di vista morfologico e sociale. Quindi le azioni sono tutte fisiche e vanno a modificare con interventi architettonici in alcuni casi e mediatici in altri la concezione e la percezione dell’area stessa. C’è da sottolineare il fatto che questi tipi di intervento possono coesistere in alcuni casi oppure possono susseguirsi cronologicamente nell’organizzazione di un piano strategico di Riuso Temporaneo. Per ogni caso studio europeo ho delineato SPAZIO, TEMPI, ATTORI, REGOLE E AZIONE EFFETTUATA Di seguito ho analizzato alcuni esempi mondiali e italiani che risultano vincenti nel Riuso Temporaneo che serviranno come linee guida applicabili all’area presa in analisi per la simulazione del progetto a Milano Santa Giulia. COMUNICAZIONE Tre tipologie di intervento: NETWORK, GUERILLA MARKETING, EVENTO. Queste azioni sono diverse fra loro in quando hanno tempi, spazi, attori e politiche diverse ma sono accumunate dal loro intento ovvero quello di comunicare la novità dell’intervento, che qualcosa sta cambiando quel luogo che prima era vuoto e senza identità sociale e urbana. NETWORK La creazione di un Blog o di un sito riguardante l’azione di Riuso Temporaneo ha lo scopo di informare, tenere aggiornata la popolazione e i navigatori del web delle operazioni che si stanno svolgendo sull’area; può essere uno strumento utile per tenere sempre vivo l’interesse sull’area e aggiornare l’utente passo passo di quello che accade comunicando la programmazione degli eventi e la disponibilità degli spazi. Tre tipi di network: archivio, informazione e gestione. -archivio: Siti web che hanno come scopo quello di raccogliere materiale sulle azioni di Riuso Temporaneo attivate -informazione: Siti web che anno come scopo quello di informare sullo stato di fatto di un’azione di uso temporaneo -gestione: Siti web che hanno lo scopo sia di tenere aggiornati sull’area interessata in cui sta avvenendo un’azione di Riuso Temporaneo sia di gestire evventuali richieste di spazi da parte degli utenti. E’ condotto dalle Associazioni di Riuso Temporaneo che individuano le aree vuote e mettono in contatto il proprietario con eventuali utenti interessati. GUERILLA MARKETING Il guerilla marketing è una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicolgici degli utenti finali. Il guerrilla marketing necessita di: informazione e urban partecipation. EVENTO L’organizzazione di un evento nel processo di Riuso Temporaneo è una delle tappe fondamentali. L’evento occupa intere aree, edifici, spazi interstiziali abbandonati e li trasforma per un tempo determinato dall’organizzazione. In alcuni casi lo scopo principale è quello di dare una suggestione di quello che quel luogo può diventare ( o diventerà ) con l’avvio di un Riuso Temporaneo per l’area. INNESTO I progetti di riuso temporaneo avvengono in spazi aperti o edifici dismessi. Questi vuoti, come ad esempio gli ex edifici industriali, gli appartamenti o i negozi in disuso diventano un “contenitore” di nuove funzioni temporanee: la tattica di riuso temporaneo definita Innesto riempie lo spazio di nuovi programmi transitori. NEW ACTIVITY Consente agli utenti temporanei di gestire gli spazi di progetto conferendo loro maggiore libertà creativa e garantendo agli operatori un aiuto nella gestione del verde e dei nuovi spazi; i nuovi utilizzi possono influen 50


zare le scelte dell’operatore che può decidere di integrare gli stessi nel progetto pianificato. AFFITTO LOW COST l’utilizzo di concessioni e contratti di comodato d’uso temporaneo permettono la cessione gratuita e momentanea di un bene immobile, chiarendo le responsabilità delle due parti contraenti. La possibilità di affittare gli spazi con un contratto temporaneo permette l’ interscambio di attività nel periodo di Riuso Temporaneo e la mixitè di funzionale. COLONIZZAZIONE Definizione: la colonizzazione è l’imposizione di un nuovo elemento estraneo al presistente sul territorio. ARCHITETTURE TEMPORANEE Con il termine architetture temporanee si definiscono tutti quei casi studio in cui il Riuso temporaneo è caratterizzato dall’ inserimento di un elemento architettonico in uno spazio (aperto o chiuso) vuoto. Lo spazio viene rigenerato e ripensato attraverso questi elementi che suddividono, riempono e definiscono una nuova funzione, seppure temporanea, per lo spazio. Vi sono due modi di intervento: -strutture temporanee esterne architetture temporanee che vengono inserite in aree abbandonate o vuote con contratto d’uso temporaneo e vengono affittate a nuovi utenti, diventano negozi temporanei, case per studenti in aree dismesse. -città come guscio strategia alternativa di town planning in cui lo spazio è concesso in uso in modo da permettere uno sviluppo delle aree urbane che parta “dal basso”. L’idea è quella di fornire uno scheletro, un guscio, dove è l’utilizzatore finale a decidere quali elementi comporre all’interno degli edifici: in questo modo si instaura una modalità di progettazione, uso e manutenzione più flessibile per gli edifici USO DEL SUOLO Orti urbani, giardini gestiti dagli abitanti del quartiere, spazi programmatici, spazi interstiziali vuoti in attesa di funzione sono solo alcuni degli interventi che vengono fatti sul suolo abbandonato. Questo approccio agisce direttamente sul terreno contaminandolo nella sua struttura con procedimenti diversi: piccoli orti urbani, spazi programmatici. Sono quindi interventi di agopuntura sugli spazi supervisionati da professionisti che li progettano e li consegnano alla popolazione e alle associazioni culturali che, riappropriatisi degli spazi prima abbandonati, dovranno prendersene cura attraverso la pulizia e la gestione del verde. Viene così messa in moto non solo una riqualificazione dello spazio ma anche una partecipazione civica che permette una riflessione su quelli che dovranno essere i ruoli per l’uso futuro dello spazio. Nella pagina seguente ho analizzato una mappa di lettura dei casi studio da me analizzati:

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IL CASO DI SANTA GIULIA

La vicenda di Santa Giulia è una delle più importanti ed intricate nel panorama urbanistico contemporaneo milanese per quanto riguarda i tempi di attesa tra il progetto e la sua realizzazione. Quest’area è importante per vari aspetti: la superficie territoriale di 1200000mq e la posizione strategica (vicino a Linate, agli svincoli della tangenziale est, allo scalo ferroviario di Rogoredo). E’ intricata perché ha subito molti arresti, ripartenze, varianti e sequestri; tutto questo ha portato alla formazione di un gap temporale e progettuale che ci consente di parlare di Riuso Temporaneo per alcune parti di quest’area, ripensandole proiettati nel futuro con un occhio al presente e alla situazione critica che gli abitanti stanno vivendo in quest’area dalle grandi premesse e promesse. IL PROGETTO DI RIUSO TEMPORANEO Il quartiere di Santa Giulia non manca di tutti quegli elementi che potrebbero consentirle di diventare uno dei quartieri residenziali e commerciali più importanti della città di Milano; attualmente è come si trovasse in una condizione di immobilità che perdura da diversi anni e che non permette alle persone che ci vivono di usufrui re di tutti quei servizi per cui la maggior parte di essi si sono trasferiti. La proposta progettuale vorrebbe riattivare l’area di Santa Giulia nel tempo che intercorre tra questo momento di attesa e la realizzazione del nuovo quartiere e del nuovo parco; dall’analisi effettuata sul campo sono emerse due aree più adatte di altre per l’ insediamento di un progetto che applichi gli strumenti individuati dai casi studio di Riuso Temporaneo: comunicazione, innesto e colonizzazione. Le due aree di intervento sono: un capannone industriale in Via Pestagalli 45 e la Promenade di Via Cassinari. Il progetto vuole dare visione di come, attraverso un intervento di “agopuntura architettonica”, questi spazi possano ridare al quartiere la vivibilità che gli compete e i servizi di cui necessita, senza spese aggiuntive a quelle del progetto finale e con la possibilità che nuove funzioni, secondo la scelta dell’operatore finanziario, possano essere integrate o meno nel progetto finale permanente. Proprio per la sua caratteristica di temporaneità la strategia progettuale scelta è stata quella di sovrapporre sui due siti una maglia 120x120 cm su cui vengono disegnati più layer programmatici. La scelta della maglia è risultato dello studio delle configurazioni possibili potevano insediarsi all’interno del mio progetto dal punto di vista funzionale. A terra, i diversi programmi formano un patchwork “mixed-use” su cui vengono collocati volumi 120x120x45 in combinazioni differenti per configurare lo spazio in modi sempre diversi fra loro, pensati sulle necessità ergonomiche del corpo umano. Le azioni di Riuso Temporaneo scandiscono i tempi, gli attori e le regole che si susseguono all’interno delle due aree di progetto principalmente in: T1: Innesto e colonizzazione Si prevede la colonizzazione dello spazio con strutture temporanee, sedute e piazze tematiche lungo la promenade e l’area industriale, programmando inoltre l’insediamento di associazioni culturali o di sostegno per i servizi al quartiere negli spazi sfitti. T2: Comunicazione Si organizzano eventi a livello cittadino che coinvolgano il quartiere di Santa Giulia aprendo le possibilità di farlo conoscere non solo per le problematiche ma soprattutto per le sue potenzialità.

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TATTICA#1 PROMENADE

La prima area fa riferimento alla Promenade di Via Cassinari, la quale si estende per una lunghezza di circa 410 metri, rispetto ai 600 metri previsti dal progetto ma mai completati. Questa via pedonale è compresa tra edifici residenziali di otto piani e si estende da Via Pizzolpasso a Via Savinio, nell’estremità Nord del quartiere finora realizzato. La superficie calpestabile di quest’area è di circa 10.620 mq. In questo spazio sono ora in corso i lavori di sostituzione del terreno delle aiuole verdi, il cui termine è previsto entro Novembre 2011. Le opere di svuotamento e bonifica del terreno sono infatti già terminate nel corso del mese di Ottobre 2011, mentre manca ancora il piastrellamento di tre della vasche verdi presenti, che non è stato possibile ripulire in profondità e che per tale ragione verranno coperte dalla pavimentazione. Le principali problematiche individuabili per questo ambito derivano essenzialmente dall’incompiutezza nella realizzazione per il blocco del progetto seguito ai problemi di bonifica. Questo aspetto ha creato una sostanziale inutilizzabilità dell’ area, che non è mai stata aperta al pubblico e all’uso dei residenti. L’impraticabilità dell’area risulta essere quindi il problema principale. Tuttavia, se anche fosse stata aperta, la promenade risulterebbe comunque priva di una reale configurazione pensata per un utilizzo da parte degli abitanti e dei propri figli. Risulta infatti essere composta unicamente da grandi vasche verdi e altre vasche riempite d’acqua, senza alcuna funzione. Le potenzialità del sito sono comnque molto forti: sia per la posizione centrale rispetto ai fronti commerciali, sia per quelle che erano le intenzioni originarie del progetto, potrebbe diventare uno spazio di interazione sociale importante, nel quale collocare anche importanti funzioni urbane. La Promenade era stata pensata infatti da Masterplan quale collegamento pedonale tra la stazione di Rogoredo e il nuovo Parco nell’area ex Montedison. La sua funzionalità è venuta a mancare nell’ istante in cui l’area verde viene è stata messa sotto sequestro dalla magistratura chiudendo l’uscita del percorso pedonale. T1 INNESTO E COLONIZZAZIONE La prima fase del Riuso Temporaneo è quella dell’innesto e colonizzazione e dura per tutto il periodo del Riuso, finchè non verrà aperto il nuovo parco, ma anche allora potrà essere integrata nel nuovo progetto di masterplan . In questa fase lo spazio viene colonizzato dai moduli che si assemblano in modo diverso formando sedute, chioschi, piani d’appoggio e elementi complementari utili alla vita quotidiana e alla mancanza di servizi nel quartiere che possono trovare occasione di inserirsi all’ interno di negozi sfitti. Ho simulato tre possibili programmi funzionali per questa fase del Riuso Temporaneo: GIORNO, NOTTE e PLAY; queste possono essere solo alcune delle configurazioni che lo spazio programmatico può fornire per la sua verstilità di configurarazioni. T2 COMUNICAZIONE La seconda fase del riuso temporaneo è pensata per essere “ speciale” e “ciclica” ovvero si prevede l’organizzazione di eventi sia per il quartiere che per la città di Milano che possano ripetersi nella Promenade nei tre anni di attività transitorie. Questo tipo di azione ha lo scopo di porre l’attenzione sul quartiere di Santa Giulia organizzando eventi proprio al suo interno: ciò permetterebbe ai residenti di viverlo non solo dal punto di vista privato ma anche da quello pubblico, partecipando ad un episodio di interesse per la città inerta, non solo per il quartiere. Le tre simulazioni ( DOMENICA AL PARCO, FIERA e DESIGN WEEK ) si differenziano fra loro per utenti e usi. Questa tattica come già visto nei casi studio è un’occasione per mostrare come il Riuso Temporaneo possa essere effettivamente un’opportunità importante per il quartiere, incrementandone la visione a livello cittadino e non solo: all’intervento architetttonico si affianca anche quello propagandistico nel resto della città di Milano, attaverso installazioni per pubblicizzare l’evento in tutta la città, poste nei principali fulcri metropolitani ( Duomo, Metropolitana, stazione centrale).

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SPAZI

urbani dismessi

NEGOZI SFITTI, PROMENADE

Sovrapposizione di layer funzionali sulla Promenade, che si divide in piazze tematiche, gli abitanti percorrono la promenade avanti e indietro incontrando diversi scenari, usi e attori

TEMPI

di Riuso Temporaneo

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sta Via Pe

ATTORI PROPRIETARIO Comune di Milano UTENTI Abitanti Santa Giulia, Associazioni

T2 via

REGOLE

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Giorno

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Modifica di destinazione d’uso Contratto di comodato d’uso temporaneo Investimenti privati (affitto strutture, corsi di formazione)

Est

del Riuso Temporaneo


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TATTICA #2 AREA INDUSTRIALE DI VIA PESTAGALLI 45

Il secondo ambito fa riferimento all’area situata in Via Pestagalli 45. Questa zona è strettamente limitrofo al tracciato ferroviario e rappresenta un’importante opportunità strategica per la riconfigurazione dell’intero quartiere. L’ area circostante il progetto è composta preva lentemente da edifici terziari e produttivi, molti dei quali sono dismessi da anni e risultano in stato di abbandono. Per tale ragione alcuni fabbricati sono stati occupati abusivamente da gruppi senza fissa dimora, che hanno approfittato di questi spazi inutilizzati per farne la loro casa. A questo proposito sono stati fatti recentemente degli sgomberi volti a liberare le proprietà. La superficie totale dei capannoni industriali in questione è pari a circa 134.500 mq di cui 50.000 mq occupati dal capannone preso in esame per il Riuso Temporaneo. Si inscrivono in questa metratura anche gli orti urbani presenti a Nord degli edifici terziari, che confinando con Viale Ungheria segnano il limite dell’area industriale; proprio per la loro posizione lontana dal centro abitato sono stati occupati per tutta la loro superficie (22.000 mq) da accampamenti abusivi. Le problematiche individuate nell’area sono molteplici, primo tra tutti il generale stato di abbandono in cui versano gli spazi a causa della dismissione delle funzioni terziarie ospitate fino a qualche anno fa. La presenza così vicina della ferrovia la rende un’area fragile, poichè sicuramente è maggiormente esposta al traffico quotidiano dei treni che percorrono il tracciato, lungo il quale vi è una strada buia e non frequentata. Nel lato orientale l’area confina con Merezzate, una vasta area coltivata, attualmente sotto sequestro preventivo per il rinvenimento di materiali di scarto potenzialmente tossici. Tuttavia gli edifici presenti e le aree di questo ambito rappresentano un’opportunità importante nell’ottica di un loro riutilizzo, che aprirebbe una serie di vantaggi per l’area dal punto di vista della sua organizzazione funzionale. Via Pestagalli 45 è stata sito di un progetto di 44.000mq di Mixed use per la Porta Sud di Milano. Il progetto previsto per il 2011 prevedeva la valorizzazione dell’ area strategica con “spazi di relazione protetti ed accoglienti, percorsi dinamici in un architettura di forte impatto emotivo”. All’interno del perimetro progettuale dovevano essere inseriti i servizi mancanti al quartiere di Santa Giulia: un’area commerciale di 9000 mq e una torre a destinazione ricettiva di 5000 mq . L’intervento di Riuso temporaneo sull’area industriale di Via Pestagalli 45 consiste nella trasformazione momentanea del capannone abbandonato in un guscio-contenitore di attività al servizio del quartiere di Santa Giulia. La grande metratura di spazio che si ha tra interno ed esterno suggerisce di pensare al lotto come una grande piazza continua; questa è la base del progetto su cui tutte le funzioni programmate vanno a cucirsi come un patchwork “mixed-use” che prevede il mercato, i percorsi, lo sport, lo spazio lavoro... Il disegno a terra composto sempre sulla griglia 120x120, è il binario delle funzioni che si dispongono nello spazio generando un’orografia diversa in base agli usi attivati e scelti in riferimento al progetto effettivo, definito ma mai avviato. Proprio perchè è un Riuso Temporaneo proiettato verso la progettazione definitiva dell’area, il disegno a terra potrebbe sopravvivere anche in futuro e diventare elemento riconoscibile per la popolazione di Santa Giulia all’ interno del nuovo complesso; il mantenimento del disegno della piazza e la funzione del mercato programmata a terra darebbero una connotazione permanente alle restanti funzioni all’interno del nuovo progetto. Le uniche spese sono quelle di pulizie dello stabile che si trova in buone condizioni strutturali. I moduli 60x60x45 colonizzano lo spazio acessoriando le funzioni delle volumetrie richieste . Nel T1 ( COLONIZZAZIONE E INNESTO) lo spazio adempie in particolare al due funzioni principali: la piazza permanente e il mercato una volta a settimana. Nel T2 ( COMUNICAZIONE) nel capannone e al suo esterno vengono collocate funzioni che durano al massimo tre giorni; lo spazio allestito si trasforma in un contenitore di attività culturali.

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with

ME

where

Evrywhere

when

2006-2012

what

Photography passion

MAIN TASKS Photography

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Photography


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LANGUAGES:

COMPUTER SKILLS:

Italian English

Technical Drawing

(mother tongue) (professional level)

Autocad Vectorworks Archicad

Image Processing Photoshop Illustrator Indesign Lightroom

3D Modelling/Rendering Sketchup (V-ray) Artlantis 3dsmax

Video/Animation Power Director Flash Moviemaker

Others Office Suite Acrobat

HAND LABOUR: Model Making Hand Sketching Photography 70

(hand-made) (pen, pencils, pantone)


MARIA CHIARA TRUBINI +393407772024 mariachiara.trubini@hotmail.it

QUALIFICATIONS:

2006

UNIVERSITY EXPERIENCE:

High School Artistic Diploma

University of Architecture Genoa, Italy Workshop: Home/Body/Land Coordinatore: Prof. A. Valenti, M. Giberti

2007

2008

2009

University of Architecture Genoa, Italy Workshop: Genoa Coordinatore: Prof. M. Gausa, G. Peluffo

2010

University of Architecture Genoa, Italy Workshop: ECOLECCE Coordinatore: Prof. M. Ricci VILLARD 11: CASE + International Workshop with Universities of Genoa, Venice, Paris, Palermo, Roma, Siracusa, Napoli

2011

Qualification course as Coordinator Healt and safety in costruction sites University of Architecture Luni, Italy Workshop: ARCHEONET Coordinatore: Prof. M. Giberti, A. Valenti

2012

Master Degree in Architecture ( score 110/110)

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TRUBINI MARIA CHIARA architectural works +393407772024 mariachiara.trubini@libero.it

To see my works please visit issuu.com/mrchtrb

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