il Mulino novitĂ e riedizioni
ottobre/novembre
2013
novità
AnthOny ELLIOtt JOhn Urry
Vite mobili
Nel mondo un milia sovrappeso; in Italia rischio di obesità. Se sente parlare di «glo epidemica della mal di oggi: tutto cominc quando i medici pre gli individui grassi al clinici, e a cercare c tradizionali diete alle d’avanguardia – per Gilman illustra miti, comuni della «guerr mostrando come l’a connessi con l’ecces realtà, in molti casi, analoghi a quelli che negli ultimi anni, le p la diffusione della Sa aviaria o suina.
ANTHONY ELLIOTT JOHN URRY VITE MOBILI
VITE MOBILI Intersezioni
Anthony Elliott è sociologo nella Flinders University, Australia. In Italia i suoi libri sono pubblicati dal Mulino («Le teorie psicoanalitiche», 1997) e da Einaudi («Il nuovo individualismo», 2007; «I concetti del sé», 2010). John Urry è sociologo nella Lancaster University, 16,00 Gran Bretagna. In italiano è disponibile il suo «Lo sguardo del turista» (Seam, 1995).
VITE MOBIL
ELLIOTT URRY
In un passato ancora prossimo l’identità personale veniva costruita sulle raANTONYaELLIOTT dici, sull’appartenenza un luogo e sui legami con esso. Oggi tutto questo è Insegna Liberal Arts and Sciences alla ormai sostituito dalladi Atlanta. capacità Emory University Tra le sue di servirsi, approfittare e anche godere di una pubblicazioni: «Diets and Dieting. A Cultural Encyclopedia» (2008) e mobilità, fisica e virtuale, praticamente illimitata: dal pendolarismo tra mute«Fat Boys. A Slim Book» (nuova ed. 2011); in italiano: «Il mito dell’intelligenza voli sedi diebraica» vita(Utet, e di2007) lavoro, al flusso ininterrotto di informazioni globali in rete; e «Storia del fumo» «Mangia biologico, mangia naturale, mangia (Odoya, 2009). dal turismo al consumo crescente di merci de-localizzate; dallaalimenti possibilità di sano, mangia senza grassi, mangia ricchi di fibre, mangia pochi carboidrati, mangia comunicare con chiunque praticamentelentamente da ogni luogo, allo sviluppo (o, almeno, mangia “slow food”) edi relaJOHN URRY sarai migliore di chi non lo fa». È vero? zioni intimeInsegna a distanza. Esperienze inedite, che portano con sé benefici straLiberal Arts and Sciences alla Emory University di Atlanta. Tra le sue ordinari ma anche costi sempre immediatamente visibili. Per descriverle pubblicazioni: «Dietsnon and Dieting. A Cultural Encyclopedia» (2008) e Boys. A Slim Book» (nuova ed. occorreva 2011); un«Fat nuovo linguaggio. Come ha scritto Zygmunt Bauman, «Elliott e in italiano: «Il mito dell’intelligenza ebraica» (Utet, 2007) e «Storia del fumo» Urry compiono un gigantesco passo avanti nel creare e codificare per questo (Odoya, 2009). linguaggio una grammatica e un lessico di cui avevamo terribilmente bisogno».
Cover design: Miguel Sal & C
Società editrice il Mulino
GEORGE RitzER, la religione dei consumi
➜ ricordiamo:
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pp. 300
il Mulino
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22,00 (prezzo indicativo)
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ISBn 978-88-15-24716-2
Ascesa e trionfo della «life on the move»
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intersezioni
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novità
I comunisti mangiano i bambini Storia di una leggenda
LA STRANA STORIA DELL’OBESITÀ
L’accusa di mangiare i bambini è stata ed è ancora l’invenzione in assoluto più anticomunista. Una leggenda sì, ma fiorita sulla verità degli episodi di cannibalismo registrati a più riprese in Unione Sovietica Nel mondo un miliardo di persone è in sovrappeso; in Italia una su dieci è a durante le terribili carestie degli anni Venti e Trenta e della guerra. Nel suo rischio di obesità. Sempre più spesso si sente parlare di «globesità» e di crescita nuovodellalibro, Pivato epidemica malattia. Ma non è cosa scopre come questo slogan abbia in realtà le sue radici di oggi: tutto comincia a metà Ottocento, quando i medici prendono a considerare nella battaglia che nel Novecento la politica ha iniziato a condurre in merito gli individui grassi alla stregua di casi clinici, e a cercare cure risolutive – dalle all’infanzia e al suo controllo: fra Chiesa e Stato laico ancora a fine Ottocento, tradizionali diete alle tecniche chirurgiche d’avanguardia – per vincere l’obesità. fra organizzazioni Gilman illustra miti, pregiudizi e luoghicattoliche e comuniste nel secondo dopoguerra. Una battacomuni della «guerra contro il grasso», mostrando come l’allarme sui pericoli false, come quella della deportazione di migliaia bambini glia fatta di notizie connessi con l’eccesso di peso sia in realtà, in molti casi, frutto di meccanismi siciliani durante la guerra, di manifesti truculenti, di evocazioni che fananaloghi a quelliin che Urss hanno prodotto, negli ultimi anni, le psicosi collettive per la diffusione della Sars ea dell’influenza no appello timori ancestrali e finiscono per costruire l’efficace spauracchio aviaria o suina. dell’«orco» comunista. LA STRANA STORIA fortunata della propaganda DELL’OBESITÀ
GILMAN
gia nti mangia d”) e
Stefano Pivato
STEFANO PIVATO I COMUNISTI MANGIANO I BAMBINI Storia di una leggenda
Intersezioni
Stefano Pivato, professore di Storia contemporanea, è rettore dell’Università di Urbino. Con il Mulino ha pubblicato «Il nome e la storia» (1999), «La storia leggera» (2003), «Il Touring Club Italiano» (2006), «Il secolo del rumore» (2011) e con N. Cangi e L. Veri ha curato «In bicicletta. Memorie sull’Italia a due ruote» (2009).
il Mulino
Dietro la favola dell’orco comunista
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➜ ricordiamo:
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pp. 120 con illustr.
F. CAMMARANO, S. CAVAZZA (a cura di), Il nemico in politica
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11,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24714-8
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Intersezioni
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a voce sui «comunisti che mangiano i bambini» ha, con tutta evidenza, origine nelle carestie russe e nelle migliaia di casi di antropofagia che vi si registrarono. Tuttavia a mano a mano che gli archivi si aprono all’indagine degli storici ci rivelano un quadro più complesso. Da paradosso a paradosso, la storia del cannibalismo ci svela casi di bambini che mangiano i bambini e, addirittura, di fanciulli che mangiano gli adulti. Gli archivi giudiziari hanno per esempio restituito il caso di un processo nel quale due fratelli di 14 e 16 anni furono condannati per aver ucciso una bambina di 11 per mangiarne il fegato, il cuore e i seni. Il reperimento di atti processuali ha anche restituito casi, riferiti alla carestia del 1921, di bande di bambini che ammazzavano gli adulti per cibarsene. Adulti che mangiano gli adulti, adulti che mangiano i bambini, bambini che si cibano degli adulti, bambini che si cannibalizzano fra di loro: la storia dell’antropofagia che attraversa le carestie e la guerra in Unione Sovietica rivela, per quanto materia sfuggente a ogni statistica, una casistica assai varia nella quale episodi reali si sovrappongono a racconti fantastici. Al di là di facili stereotipi propagandistici, la storia delle carestie e del cannibalismo si inserisce in quella che uno dei massimi storici delle tragedie del popolo russo ha definito una diffusa assuefazione alla morte. La morte crea assuefazione e fa sprofondare in un ulteriore degrado una società primitiva e arretrata dal punto di vista sociale come quella sovietica. Visto dall’Occidente, il fenomeno del cannibalismo provoca un atteggiamento di rifiuto e ripugnanza tipico delle società avviate in un processo di civilizzazione che le conduce ad abbandonare gradualmente forme di aggressività o crudeltà. È all’interno di questo sguardo dell’Occidente civilizzato nei confronti di una società ancora arretrata (e affamata) che le notizie sulla carestia e sui casi di cannibalismo enfatizzano quelle emozioni, che a loro volta creano grotteschi paradossi come quello sui «comunisti che mangiano i bambini». Insomma, un fenomeno di degrado della civiltà, incrociandosi fra propaganda e fantastica narrazione orale, è elevato a categoria interpretativa di un’ideologia. La leggenda prende corpo accreditando quella tragedia come una forma di cannibalismo ideologico. In questo processo i contadini, gli operai, gli artigiani, i semplici cittadini spinti a mangiare i propri simili dalla disperazione e dalla fame si trasformano in «comunisti». Stefano Pivato da «I comunisti mangiano i bambini» 5
novità
EMILIO rEynErI FEDErICA PIntALDI
Dieci domande su un mercato del lavoro in crisi Emilio Reyneri Federica Pintaldi
Da quando la crisi economica ha iniziato a incidere pesantemente anche sul mercato del lavoro italiano, i comunicati con cui l’Istat presenta i risultati delle indagini sull’occupazione sembrano bollettini di guerra. E poiché la loro periodicità da trimestrale è diventata mensile, l’opinione pubblica è sottoposta a bordate praticamente ininterrotte di notizie angosciose. Falsate, tuttavia, da luoghi comuni e false percezioni, a causa di una lettura dei dati poco attenta o scarsamente informata, a volte deformata. Alcuni di questi luoghi comuni sono consolatori (in Italia la disoccupazione è inferiore alla media europea, i capifamiglia continuano ad avere un lavoro), altri sono fonte di drammatica preoccupazione (oltre un terzo dei giovani è disoccupato), altri ancora suscitano crescenti ansie (la precarietà è dilagante, i giovani istruiti faticano di più a trovare lavoro). Due autorevoli conoscitori del problema spiegano in dieci punti, senza complicate elaborazioni, come stanno veramente le cose.
Emilio rEynEri, sociologo nell’Università di Milano Bicocca, è tra i maggiori studiosi del mercato del lavoro in Italia, come testimoniano i suoi libri pubblicati dal Mulino: «Sociologia del mercato del lavoro» (20114), «Occupati e disoccupati in Italia» (1997). fEDEricA PintAlDi è ricercatrice dell’Istat.
il Mulino
Decalogo del lavoro in tempi di disoccupazione
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➜ ricordiamo:
I
pp. 150
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ARiS ACCORNERO, Era il secolo del lavoro
13,00 (prezzo indicativo)
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ISBn 978-88-15-24711-7
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contemporanea
Voto amaro Disincanto e crisi economica nelle elezioni del 2013
novità
Itanes
Dovevano finalmente chiudere un ciclo vizioso e segnare un radicale rinnovamento. Non è stato così e le elezioni del febbraio 2013 hanno lasciato tutti con l’amaro in bocca. Certamente il Pd, vincitore designato e mancato, ma anche il Pdl, orfano di metà del proprio elettorato 2008. Certamente il nuovo centro montiano, rimasto ben al di sotto delle aspettative, ma anche Rivoluzione civile di Ingroia, rimasta addirittura fuori dal Parlamento. Certamente Lega e Sel, ridotte al ruolo di gregari nelle rispettive coalizioni, ma perfino l’M5S, protagonista di un successo tanto ampio da minacciarne paradossalmente la coesione. Soprattutto, l’ennesimo boccone amaro è stato ingoiato dal paese. Siamo così riusciti nel capolavoro di inventare un gioco in cui tutti perdono? Risponde Itanes, alla luce di quanto è successo qualche mese fa e potrebbe succedere tra qualche mese.
L’Associazione Itanes (Italian National Elections Studies) conduce un programma pluriennale di ricerca sul comportamento elettorale e le opinioni politiche degli italiani, che vede impegnate alcune università e l’Istituto «Carlo Cattaneo» di Bologna. Di Itanes il Mulino ha pubblicato «Perché ha vinto il centro-destra» (2001), «Sinistra e destra» (2006), «Dov’è la vittoria?» (2006), «Il ritorno di Berlusconi» (2008).
il Mulino
Le amarezze di un paese senza il gusto del futuro
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pp. 200
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15,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24712-4
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Contemporanea
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novità
MASSIMO SALVADOrI
Storia d’italia, crisi di regime e crisi di sistema 1861-2013 Massimo Salvadori
il Mulino
Per capire la crisi di sistema che sta vivendo il nostro paese occorre andare indietro nel tempo, fino alle origini, ai nodi irrisolti dell’intera vicenda storica nazionale. È quanto sostiene Massimo Salvadori in questo suo saggio sulla politica italiana, che riprende, con aggiornamenti, i temi di un suo precedente lavoro. La guerra civile ideologica che ha da sempre inquinato il rapporto tra forze di governo e di opposizione – dall’Italia liberale a quella repubblicana – ha impedito il normale avvicendamento tra due schieramenti stabili e la reciproca legittimazione dei partiti, cosicché il cambiamento è passato attraverso traumatiche crisi di regime. Anche il primo esempio di alternanza di governo, che ha posto fine al ciclo storico dei regimi bloccati, è avvenuto solo nel segno di una profonda crisi di sistema, crisi che si ripete oggi, a distanza di vent’anni, con le crepe che si sono aperte nel fragile e rissoso bipolarismo sorto dalle elezioni del 1994. Una lucida ricognizione storico-politica che evidenzia tutte le carenze di una nazione debole. mASSimo SAlVADori, professore emerito dell’Università di torino, è autore di numerosi studi di storia contemporanea e storia del pensiero politico. È stato deputato per il Pds dal 1992 al 1994. tra le sue pubblicazioni più recenti: con Laterza «La sinistra nella storia d’Italia» (1999) e «Democrazie senza democrazia» (2009); con Donzelli «Italia divisa: la coscienza tradita di una nazione» (2007).
Alle radici dell’anomalia italiana
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pp. 200
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15,00 (prezzo indicativo)
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ISBn 978-88-15-24713-1
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contemporanea
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Italia, in ciò al pari della sola Russia fra tutto gli Stati europei, fino agli inizi degli anni ’90 del Novecento ha visto il succedersi di diversi regimi opposti tra loro per aspetti decisivi, ma tutti fondati su sistemi politici bloccati, vale a dire sulla mancanza-impossibilità di alternative di governo. Alla fine, non reggendo ai bisogni degli inevitabili mutamenti, essi sono andati incontro a «blocchi di sistema» ovvero a «crisi di regime». I tre regimi della storia dello Stato unitario sono risultati bloccati in quanto il rapporto tra le forze di governo e le principali forze di opposizione ha sempre conservato un carattere non già «normale», bensì «eccezionale». Questo carattere è da attribuirsi a un dato oggettivo: che le opposizioni di maggior peso e consenso all’interno dei singoli regimi avevano per scopo non «alternative di governo» ma «alternative di sistema». I loro erano progetti di governo non già «entro» ma «contro» le istituzioni vigenti, in conseguenza di una non componibile ostilità verso classi dirigenti incapaci per parte loro di esercitare una forza egemonica sufficientemente espansiva. «Incomunicabilità» e «separatezza» hanno costituito l’asse dominante dei rapporti tra liberali al potere e opposizioni cattolica, democraticarepubblicana, anarchica e socialista; tra fascisti e antifascisti; tra democristianiloro alleati e sinistra guidata dai comunisti. Il succedersi dei differenti regimi ha finito – al di là della «discontinuità» rappresentata dalla loro diversa natura: liberale, fascista e repubblicano-democratica – per riproporre lo stesso elemento di fondo, vale a dire la contrapposizione frontale tra le forze di governo – che hanno considerato lo Stato come cosa propria e loro funzione e «missione» quella, prima ancora che di governare, di difendere e «salvare» lo Stato stesso – e le forze di opposizione costituite in «anti-Stato» che miravano all’avvento di un diverso tipo di Stato. Di qui lo stabilirsi tra le parti contrapposte di una situazione di permanente «guerra civile ideologica», che permaneva a livello dei valori, delle culture politiche e dei fini anche quando le opposizioni operavano entro le istituzioni, con l’idea però di servirsene per operare il rovesciamento che era nei loro obiettivi ultimi. Massimo Salvadori da «Storia d’Italia, crisi di regime e crisi di sistema» 9
novità
Le previsioni economiche in tempi di crisi
Enrico Giovannini
SE LE NOTIZIE SONO CATTIVE Le previsioni economiche in tempi di crisi
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Pensare oggi di «conoscere per deliberare», come suggeriva Luigi Einaudi, solo sulla base di dati che si riferiscono al presente o al passato può rivelarEnrico Giovannini è professore di si un errore gravedi per l’entità dei problemi che abbiamo davanti. Dobbiamo Egittologia nell’Università Heidelberg. Fra i suoi libri: «La fronteggiare le crisi agroalimentari, ambientali, finanziarie, politiche che immemoria culturale» (1997), «Potere e salvezza» (2002), «La come fatto scoprire quanto il mondo «ricco» sia vulnerabiprovvisamentemorte ci hanno tema culturale» (2002), pubblicati da le. Pere «Mosè questo i numeri Einaudi, l’egizio» (Adelphi, da soli non sono sufficienti, servono modelli affidabili 2000) su cui fare previsioni, per passare dall’accettazione supina dell’incertezza alla gestione consapevole del rischio. Siamo di fronte a un cambiamento culturale enorme: chi ha il compito di misurare i fenomeni per conto della collettività deve essere aperto a recepire nuove idee che provengono dall’esterno, pronto a mettersi in discussione, rinunciando alla logica dell’autoreferenzialità. Da questo punto di vista il nostro paese è già maturo per incamminarsi verso un censimento continuo, verso un uso consapevole dei Big Data, per arrivare finalmente a trasformare l’informazione in conoscenza.
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SE LE NOTIZIE SONO CATTIVE
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Enrico Giovannini
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Enrico Giovannini
il Mulino
VOCI
Enrico giovannini è professore ordinario di Statistica economica all’Università di Roma Tor Vergata. Dopo aver ricoperto la carica di direttore della direzione statistica dell’OCSE, dal 2009 è stato presidente dell’Istat, fino allo scorso aprile, quando ha assunto l’incarico di Ministro del Lavoro. Con il Mulino ha pubblicato «Le statistiche economiche» (2006).
Difendersi dalle statistiche che mentono, per informarsi, conoscere, decidere consapevolmente
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pp. 120
I
10,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24739-1
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Voci
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el primo episodio di Matrix Neo (il protagonista) combatte contro la macchina che crea la realtà virtuale nella quale gli uomini, resi schiavi dagli alieni e ridotti a mera fonte di energia, credono di vivere. La macchina uccide Neo, il quale risorge grazie al classico bacio della principessa e finalmente vede il mondo come è veramente, cioè un insieme di codici alfanumerici usati dalla macchina per generare le immagini che animano la realtà virtuale. Ebbene, per realizzare il proprio compito nel mondo «digitale», gli statistici devono fare il percorso inverso, cioè evitare di essere concentrati unicamente sui numeri, ma tenere conto anche della «proiezione mentale» che questi generano nel cervello degli individui e nella società. Solo così, infatti, le statistiche cesseranno di essere considerate codici incomprensibili, e descriveranno persone, imprese, situazioni e comportamenti concreti, cioè ologrammi immediatamente intellegibili dall’osservatore. È possibile fare ciò senza perdere la propria anima di servitori «neutrali» della società? Fermo restando che nessun dato statistico è del tutto neutrale, in quanto elaborato a partire da un certo modello di misurazione (cioè da una certa visione della realtà), la mia risposta è positiva: basti pensare a quanto avvenuto nel maggio del 2010, quando nel Rapporto Annuale sulla situazione del Paese introducemmo in Italia l’acronimo Neet, che sta ad indicare i giovani che non studiano e non lavorano. Inoltre, invece di far unicamente riferimento ad una percentuale, sottolineammo anche il loro numero assoluto: due milioni, dato ripreso pochi giorni dopo dal governatore Draghi e dal Presidente Napolitano. Ebbene, in quell’occasione il Paese «visualizzò e comprese» appieno la gravità della questione giovanile, che da allora non ha più abbandonato l’agenda politica: poiché il nostro cervello ha difficoltà a ragionare usando «rapporti», e preferisce i «valori assoluti», sono convinto che in quell’occasione, per la mente degli opinion leader e del pubblico, fu più facile rendersi conto della dimensione del problema e, quindi, accogliere una nuova categoria sociale. Se il modo in cui si comunica l’informazione statistica influenza l’opinione pubblica, la statistica ufficiale non deve aver paura di parlare alla persona tutta intera, ma può farlo solo a patto di osservare ferrei principi etici e professionali, per evitare di eccedere e, così facendo, smettere di svolgere un ruolo super partes. Enrico Giovannini da «Se le notizie sono cattive» 11
novità
Fra i molti effetti che ha prodotto, la globalizzazione ha anche moltiplicato e intensificato le domande sociali di identità rivolte al sistema politico democraPaolo Legrenzi è coordinatore del tico. Da dipiù partisperimentale all’autorità politica si chiedono oggi comunità morali omoLaboratorio economia Swiss & Global dell'Università Ca’ genee, immuni dalla diversità e dal pluralismo degli stili di vita. Questo ha finiFoscari di Venezia. Tra i suoi libri per il Mulino «Credere» (2008), «Non to con il mettere sottooccorre pressione il carattere laico o neutrale delle istituzioni e essere stupidi per fare sciocchezze» dellee,norme pubbliche. Contro questo stato di cose prende adesso posizione (2010) con C. Umiltà, «Neuro-mania» (2009; trad. ingl. Oxford UP, 2011). Salvatore Veca, che pronuncia una difesa lucida e appassionata della laicità come virtù assoluta delle istituzioni e delle scelte pubbliche. Un’autorità politica e statale che ritiene il pluralismo dei valori un male, anzi un male politico, incarna di per sé il tipo puro di regime antidemocratico e, a maggior ragione, non laico. Nell’interpretazione dell’autore, la connessione fra laicità, istituzioni e scelte democratiche è così stretta che, se cade il primo termine, viene messa a rischio l’idea stessa di democrazia.
Salvatore Veca
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UN’IDEA DI LAICITÀ cid ff to ,u m ru pa
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Che all’ordine del politico senza la si esteome
il Mulino
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PERCHÉ GESTIAMO MALE I NOSTRI RISPARMI
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Un’idea di laicità
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Sa Legrenzi
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Salvatore Veca
Salvatore Veca insegna Filosofia politica all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Fra le sue numerose opere ricordiamo, pubblicate di recente, «La priorità del male e l’offerta filosofica» (Feltrinelli, 2005), «Le cose della vita» (Rizzoli, 2006) e «Dizionario minimo per la convivenza democratica» (Frassinelli, 2009). È presidente del premio Balzan e fa parte della direzione della «Rivista di filosofia». VOCI
Una difesa lucida e appassionata della laicità come virtù fondamentale delle istituzioni politiche
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➜ ricordiamo:
ROBERTO ESCOBAR, La paura del laico
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pp. 80
9,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24718-6
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Voci
novità
Andrea Tagliapietra
Non ci resta che ridere
Andrea Tagliapietra
Paolo Legrenz Laboratorio di e Swiss & Globa Foscari di Vene Mulino «Creder essere stupidi p (2010) e, con C (2009; trad. ing
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NON CI RESTA CHE RIDERE
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PERCHÉ GESTIAMO MALE I NOSTRI RISPARMI
Andrea Tagliapietra insegna Storia della filosofia e Storia delle idee ed ermeneutica filosofica nell’Università San Raffaele di Milano. Fra i suoi libri recenti: «Il dono del filosofo» (Einaudi, «Sincerità» (Cortina, 2012) 12,00 e, per il Mulino, «Icone della fine» e Cover2009), design: Miguel Sal & C «Non desiderare la donna e la roba d’altri» (con G. Ravasi), entrambi del 2010.
Sa Legrenzi
L’uomo che mostra un sorriso smagliante, dicono gli esperti d’immagine, ostenta sicurezza e soddisfazione di sé. Così, nelle moderne democrazie oc«Quando arrivavano le noci in tavola, noi figli potevamo prenderne due con garanzia, oppure cidentali saper sorridere sembra un requisito indispensabile per il successo quattro senza: quelle con garanzia erano politico. Ma il riso non ha sempre goduto di tale indulgente e benevola rimpiazzabili se guaste; le altre, invece, andavano consiprese come venivano, buone o guaste. Come mai derazione collettiva: un busto di Cesare mio che sghignazza – scriveva Kundera – è fratello spesso ne preferiva "due sicure", se sui tempi lunghi era più conveniente assolutamente inconcepibile. Attraversoanche un variopinto viaggio nelle tipologie prenderne quattro?» Da qui trae spunto Paolo Legrenzi per esplorare i meccanismi mentalirisate che del riso e le sue molteplici stratificazioni antropologiche – dalle conci guidano nell’investimento dei nostri risparmi. così come emozioni, paure,della rimpianti,Gioconda fezionate dei «serial comics» americaniVediamo al sorriso enigmatico illusioni, orizzonti temporali troppo corti ci ingannano, portandociche a decidere nei momenti – Tagliapietra ci porta a cogliere la radice del comico interpreta come fratsbagliati, a temere perdite improbabili, a ignorare tura, sospensione della quotidianità, apertura adin un’altra dimensione dietro la i veri pericoli agguato. realtà ordinaria del mondo. Nella risata noi siamo dunque come i personaggi dei «cartoons» che scoprono, tutto d’un tratto, di camminare sospesi nell’aria. Di qui il senso di sgravio e di liberazione che si nasconde nel riso e ci fa prendere le distanze dal mondo così com’è, sospendendone la forza di gravità.
VOCI
Rido dunque… posso essere
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pp. 120
I
10,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24717-9
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Voci
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novità
MArCO PELLEGrInI
nisl
MARCO PELLEGRINI le crociate dopo le crociate
MARTELLI
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le crociate dopo le crociate
LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA
Le crociate sono uno dei fatti che maggiormente caratterizzano l’età dopo il Mille; se ne contano otto, fra il 1098 e il 1270. Ma anche dopo, per lungo tempo ANTONIO MARTELLI la crociata è stata un obiettivo e un progetto che ha costantemente mobiGiuseppe Mayda, giornalista e storico, è autore di numerose opere emozioni tralitato le quali ricordiamo «Ebrei sotto e risorse dell’Europa cristiana. Le «crociate tardive», come le Salò» (Feltrinelli, 1978), «Graziani l’africano» (La Nuova Italia, definiscono gli storici, furono molte: più di dieci fino alla battaglia di Lepanto 1992), «Storia della deportazione dall’Italia 1943-1945» (Bollati (1571). E furono tutte delle sconfitte per gli eserciti della Cristianità, ora impeBoringhieri, 2002). Con il Mulino ha pubblicato «Il pugnale di gnatiStoria a contrastare l’incontenibile avanzata dell’impero ottomano nell’Europa Mussolini. di Amerigo Dùmini, sicario di Matteotti» ). (2004 balcanica. Questo volume racconta i continui tentativi di crociata che furono messi in atto nel Quattrocento, a partire nel 1396 dalla sanguinosa battaglia di nicopoli (Bulgaria), la più dura sconfitta mai subita da un esercito cristiano, per finire con l’assedio di Otranto nel 1480. 2
Biblioteca storica
mArco PEllEgrini insegna Storia moderna e Storia del rinascimento all’Università di Bergamo. Con il Mulino ha pubblicato «Le guerre d’Italia» (2009) e «Il papato del rinascimento» (2010).
ilMulino
l’Europa del Quattrocento in armi contro gli infedeli
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➜ ricordiamo:
I
pp. 260 con illustr.
JEAN FLORi, le crociate JEAN FLORi, la guerra santa
I
20,00 (prezzo indicativo)
I
ISBn 978-88-15-24721-6
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Biblioteca storica
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iornata di tripudio per l’esercito turco, il 26 settembre 1396. In preda all’ebbrezza per la vittoria riportata il giorno prima sul più grande corpo di spedizione crociato mai visto a memoria d’uomo, la soldatesca si abbandonò ai festeggiamenti. Ma a un dato momento la gozzoviglia fu interrotta. Lo sparuto gruppo dei prigionieri fu condotto al cospetto del vittorioso sultano Bajazet I. Nudi e stremati, legati insieme a piccoli gruppi, i crociati vennero fatti inginocchiare davanti a lui. Un soldato di ventura francese che aveva servito come mercenario in Europa e nel Levante, militando ora per gli occidentali ora per i turchi ora per i Cavalieri teutonici, fece da interprete e servì a individuare fra i superstiti un piccolo nucleo di appartenenti all’alta nobiltà di Francia, per la cui liberazione era lecito sperare in un lauto riscatto. Separato dunque questo gruppo di non più di ventotto cavalieri, ebbe inizio un cruento spettacolo. Un numero imprecisato di prigionieri, almeno trecento, fu dato in preda agli aguzzini che, prolungando sapientemente la loro agonia, amputarono loro mani e piedi, braccia e gambe, fino a terminare con le teste che vennero mozzate, infilzate su pali ed esibite come trofei per il gaudio delle fragorose soldatesche. Il fatto d’armi che diede a Bajazet I la palma di annientatore del più forte tra gli eserciti allora schierabili da parte dell’Europa cristiana ebbe luogo sull’altura sovrastante la città di Nicopoli (attuale Nikòpol, in Bulgaria). Un rancore incontenibile era salito in lui al termine della battaglia, quando i suoi soldati gli avevano additato la più miserevole delle scene. Euforici per la travolgente affermazione appena riportata, fanti e cavalieri ottomani si erano velocemente gettati a depredare l’accampamento nemico. Secondo le attese, venne trovato un favoloso bottino. Dentro le tende di raso, addobbate di nastri e di velluti, c’erano oggetti raffinati come selle d’avorio e finimenti d’oro; cofanetti pieni di gioielli accanto a ricercate suppellettili da banchetto e a una quantità di cimeli bizzarri e inservibili come strumenti musicali, libri miniati, pitture. Fra tanta manna, i vincitori si imbatterono in una visione desolante: ai bordi del campo giaceva un ammasso di un migliaio di cadaveri di prigionieri turchi e bulgari, che i crociati avevano catturato nel corso della campagna e dai quali si ripromettevano di trarre riscatto. Nell’imminenza della battaglia, non potendo tenerli sotto custodia, non avevano esitato a passarli tutti a fil di spada. La vista di quel carnaio fece inorridire Bajazet ancor più della strage che si era lasciato alle spalle. Traboccante di odio verso i cavalieri occidentali, così privi di pietà verso ostaggi inermi, il sultano decise senza indugio di risarcire tanto scempio e predispose per l’indomani quella teatrale performance di macelleria umana. Marco Pellegrini da «Le crociate dopo le crociate» 15
governo relazioni uerra»
novità Introduzione al diritto islamico
poranea
Hallaq
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Wael B. Hallaq
Introduzione al diritto islamico
Wael B. Hallaq
Introduzione al diritto islamico
In Gran Bretagna le corti della «shari’a» rappresentano ormai un sistema parallelo alle corti di common law e hanno emesso già decine di migliaia di sentenze. La necessità di una conoscenza del diritto islamico si fa quindi meno esotica e più cogente. Il volume ne ripercorre la storia dall’epoca classica all’impero ottomano, dal periodo coloniale ai regimi laici contemporanei, dalla rivoluzione iraniana del 1979 alle moderne organizzazioni come i Fratelli musulmani. Hallaq mostra come il diritto islamico sia una teoria della società, messa a punto, con uno sforzo intellettuale durato secoli, per garantire le migliori condizioni di convivenza e di successo alla comunità dei credenti, in un contesto dove lo stato era peculiarmente debole e decentrato. Questo spiegherebbe perché non ha al suo centro le libertà individuali negoziate con l’istituzione statale, bensì il criterio dell’auto-governo comunitario, regolato dalla classe dei giureconsulti e garantito dalla presunta origine sacra della «shari’a».
Le vie della civiltà
Wael B. Hallaq è Avalon Foundation Professor in the Humanities presso la Columbia University di New York. Studioso di fama internazionale, ha scritto parecchi volumi sull’argomento, tutti editi da Cambridge University Press.
il Mulino Le vie della civiltà
Così lontano, così vicino
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pp. 240
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19,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24723-0
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Le vie della civiltà
novità
COrrADO BOnIFAZI
l’italia delle migrazioni
16,00
Corrado Bonifazi
L’Italia delle migrazioni
Le vie della civiltà
corrADo BonifAzi è dirigente di ricerca presso l’Irpps, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, del Cnr. Con il Mulino ha pubblicato «L’immigrazione straniera in Italia» (20072).
L’integrazione economica europea
Francesca Fauri insegna Storia economica dell’Europa contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche «Roberto Ruffilli» di Forlì (Università di Bologna). Tra le sue pubblicazioni: «Istruzione e governo dell’impresa» (il Mulino, 1998) e «L’integrazione prematura: le relazioni commerciali europee dalla metà dell’Ottocento alla Grande Guerra» (CLUEB, 2005-).
Fauri
nei suoi 150 anni di storia unitaria l’Italia è passata attraverso tutte le possibili fasi di un sistema migratorio. Per circa un secolo tra i maggiori paesi d’emiIl volume traccia la storia dell’integrazione europea dalle origini giorni nostri concentrando l’analisi sulla sfera economica. La grazione, è diventata negli anni recentiaiprima una delle principali mete dei flussi parte delinea gli anni che vanno dal Piano Marshall alla nascita della Cee (1957). La seconda parte affronta gli anni della recessione economica innescata petrolifera, che migratori internazionali. non meno rilevanti sono statedallalecrisimigrazioni interrallentò il cammino dell’Europa, e il successivo rilancio con il varo del sistema monetario europeo, che assicurerà anni di ne, che hanno ridisegnato la geografiastabilità umana paese spostando monetariadel all’Europa, aprendo la via all’unificazione masse monetaria sancita nel 1992 con il Trattato di Maastricht. Infine segueinterne l’evoluzione delle politiche settoriali dell’Unione, dalle ingenti dalle campagne alle città, dallel’autrice zone a quelle costiere, dal difficile percorso di radicale riforma della politica agricola comunitaria alla politica regionale europea, per concludere con montagne alle pianure e dalle aree economicamente svantaggiate a quelle una disamina economica sui costi e le opportunità offerte dal recente allargamento. più dinamiche. Il volume ricostruisce le tappe principali e i caratteri più significativi delle migrazioni italiane dall’Unità ad oggi, scandite in cinque grandi periodi: l’Ottocento preunitario; la prima globalizzazione e l’emigrazione di massa (1861-1914); la fase tra le due guerre; il miracolo economico e le migrazioni interne all’Europa e all’Italia (1946-1975); la seconda globalizzazione e l’immigrazione.
Cover design: Miguel Sal & C
Società editrice il Mulino
➜ ricordiamo:
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pp. 300
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il Mulino Le vie della civiltà
MASSiMO LiVi BACCi, in cammino. Breve storia delle migrazioni
23,00 (prezzo indicativo)
I
ISBn 978-88-15-24752-0
I
le vie della civiltà
Una storia italiana attraverso gli spostamenti di popolazione
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novità
Carlo Ferrari Giovanna Pezzi
L’ecologia del paesaggio
Carlo Ferrari Giovanna Pezzi
L’ecologia del paesaggio
il Mulino Universale Paperbacks
Il paesaggio, come insieme di tutto ciò che ci circonda e che possiamo percepire, è da sempre presente nelle arti visive e nella letteratura. Soltanto in tempi recenti, poco dopo la metà del secolo scorso, è entrato anche nelle scienze ambientali, come manifestazione visibile della diversità ed eterogeneità ambientale prodotte dalla storia naturale e culturale di un territorio. Così inteso esso diviene l’oggetto dell’ecologia del paesaggio, una disciplina che si avvale anche di contributi di ecologi, etologi, geografi, antropologi e professionisti della gestione e pianificazione territoriale. In questo libro si traccia un quadro chiaro ed efficace di questa nuova frontiera delle scienze ecologiche, i cui temi centrali sono la biodiversità, il ruolo delle vegetazioni, le reti ecologiche, la gestione, conservazione e monitoraggio del paesaggio, il «restauro» ambientale.
Carlo Ferrari è ordinario di Botanica ambientale e applicata nell’Università di Bologna. La sua attività di ricerca scientifica è dedicata prevalentemente all’analisi della biodiversità vegetale, dalle popolazioni ai tipi di vegetazione. Giovanna Pezzi, naturalista, è ricercatrice di Botanica ambientale e applicata nell’Università di Bologna. La sua attività di ricerca riguarda lo studio di aspetti spaziali della diversità biologica e ambientale, con metodi propri dell’ecologia della vegetazione e del paesaggio.
Per capire il «sistema paesaggio» e i suoi protagonisti
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pp. 160
I
12,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24724-7
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Universale paperbacks
novità
Massimo Reichlin
L’utilitarismo
Reichlin L'utilitarismo
Nato come programma di riforma della società, l’utilitarismo ha avuto grande influenza in tutte le scienze sociali. Fondamento di tale programma è l’idea In questo volume viene tracciata una panoramica delle tendenze che hanno caratterizzato la criticamassima che lo scopo ultimo dell’azione socialeprincipali stia nella produzione della letteraria novecentesca, facendo riferimento non solo alle teorie o alle scuole più note (dal formalismo alla stilistica, felicità. Pur se le origini di questa tradizione di pensiero si ritrovano dalla semiotica al decostruzionismo, alle correnti già di tiponell’anestetico-ideologico), ma anche agli studi più significativi dedicati a singole opere. Pur basandosi sulla classica tichità, l’utilitarismo propriamente detto è una creazione originale di Jeremy distinzione «autore-testo-lettore», Casadei non rinuncia a proporre interpretazioni e valutazioni: le schede riservate a Bentham (1748-1832), il filosofo e giurista inglese fautore dellaad esempio libertà dieci grandi critici stranieri suggeriscono un persopiccolo canone, utile anche come ricognizione. Come già nale ed economica, della separazione di stato e chiesa, della parità mostra l’Introduzione, sono costantemente segnalati di diritti rapporti più o meno evidenti fra correnti, autori, saggi, molto lontani temporalmente o geograficamente: la per le donne e della fine della schiavitù.anche Muovendo dalla dottrina di Bentham mappa critica novecentesca si trova così delineata nella sua eccezionale varietà. e dalla revisione poi operata da John Stuart Mill, il volume ricostruisce lo sviluppo dell’utilitarismo come teoria morale, individuandone i tratti costitutivi e passando in rassegna le principali formulazioni che ne sono state proposte dall’Ottocento a oggi.
Massimo Reichlin
L’utilitarismo
Alberto Casadei è docente di Letteratura italiana all’Università di Pisa, ed è autore fra l’altro di vari studi sulla poesia epicocavalleresca del Cinquecento («Il percorso del “Furioso”», Il Mulino, 1993) e sulla narrativa del Novecento (da ultimo «Romanzi di Finisterre», Carocci, 2000). Per il Mulino ha pubblicato anche «Il Novecento» all’interno della «Storia della letteratura italiana» curata da A. Battistini (2005).
Nuova edizione aggiornata
12,50 Cover design: Miguel Sal & C.
Società editrice il Mulino
➜ ricordiamo:
I
pp. 230
I
ALBERT O. HIRSCHMAN, Felicità privata e felicità pubblica L. BRUNI, S. ZAMAGNI, Economia civile B.S. FREY, C. FREY MARTI, Economia della felicità
14,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24754-4
I
Universale paperbacks
Universale Paperbacks
Massimo Reichlin insegna Filosofia morale nell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Fra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo: «Aborto. La morale oltre il diritto» (Carocci, 2007) e «Etica della vita. Nuovi paradigmi morali» (Bruno Mondadori, 2008).
il Mulino Universale Paperbacks
Quando l’azione sociale mira alla realizzazione della felicità: un utile profilo del pensiero utilitarista
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rsità di
novità La Cina dal 1949 a oggi
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Linda Benson
La Cina dal 1949 a oggi
Linda Benson
La Cina dal 1949 a oggi
Lo spettacolare emergere della Cina come potenza economica mondiale è indubbiamente uno degli eventi più notevoli degli anni che stiamo vivendo. Nella prima metà del Novecento, milioni di cinesi vivevano ancora in povertà, nelle campagne come nelle città. In pochi decenni, la crescita tecnologica e industriale ha indotto un cambiamento radicale, facendo emergere una nuova società destinata a godere di un benessere mai sinora sperimentato. È questa la traiettoria raccontata dal presente profilo che prende le mosse dall’instaurarsi del regime comunista di Mao nel 1949 per concludersi con un’analisi delle grandi sfide che la società cinese si trova oggi davanti al proprio interno e nell’arena internazionale.
Il Romanzi anche «Il na»
Linda Benson insegna Storia cinese nella Oakland University, Stati Uniti. Fra i suoi libri: «China’s Last Nomads» (1998) e «Across China’s Gobi» (2008). Universale Paperbacks
il Mulino Universale Paperbacks
Da paese contadino a seconda potenza economica mondiale
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➜ ricordiamo:
I
pp. 230
I
J.A.G. ROBERTS, Storia della Cina
14,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24725-4
I
Universale paperbacks
novità
Elhanan Helpman
Capire il commercio globale L’interdipendenza internazionale incide pesantemente sulle sorti economiche dei singoli paesi, attraverso il commercio, gli investimenti all’estero e i flussi di capitali. Anche le reti di produzione si diramano tra nazioni e continenti e la domanda nazionale dipende strettamente dalle attività economiche di altri paesi, anche molto lontani. È dunque importante conoscere le dinamiche che spingono in una direzione piuttosto che in un’altra il commercio globale per cogliere le forze che modellano l’organizzazione internazionale della produzione e della distribuzione e i flussi commerciali che ne derivano. Helpman conduce con successo i lettori non economisti, interessati alle questioni internazionali, attraverso una letteratura spesso complessa utilizzando un taglio storico, riducendo al minimo l’uso di termini tecnici e rinunciando ai modelli matematici. Il libro rispecchia l’originalità e l’intelligenza di un autore ovunque apprezzato e influente nel dibattito economico internazionale.
Elhanan Helpman
Capire il commercio globale
Elhanan Helpman è professore di International Trade a Harvard. È stato visiting professor a Bologna, Milano, Firenze e ospite del Servizio studi in Banca d’Italia. Il Mulino ha già pubblicato il suo «Il mistero della crescita economica» (2008).
il Mulino Collezione di Testi e di Studi
Multinazionali, outsourcing, specializzazione, delocalizzazione: chi guadagna e chi perde?
I
pp. 240
I
22,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24688-2
I
Collezione di testi e di studi
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novità
Samuel P. Huntington
Ordine politico e scontro di civiltà
introduzione di Gianfranco Pasquino
Samuel P. Huntington
Ordine politico e scontro di civiltà
La statura di un autore si misura, oltre che sull’originalità del suo lavoro, sulla sua capacità di imporre temi, argomenti e proposte con cui dovranno confrontarsi sia gli studiosi sia l’opinione pubblica. Su queste basi Huntington può certamente essere annoverato tra i pensatori che più hanno contribuito a orientare la discussione sulle linee di faglia dell’epoca contemporanea. Fondamentali sono stati i suoi studi sui processi di democratizzazione, confluiti in un’opera capitale come «La terza ondata», mentre il suo libro sullo scontro delle civiltà, che ridefinisce i caratteri della politica internazionale dopo la fine della guerra fredda, è ormai uno dei più citati non solo nelle bibliografie accademiche, ma anche nel dibattito corrente.
samuel p. huntington (1927-2008) ha lavorato a Columbia e Harvard, è stato consigliere del governo americano durante la presidenza Carter e fondatore della rivista «Foreign Policy». Tra le sue opere pubblicate in italiano sono edite da Garzanti «Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale» (1997) e «La nuova America. Le sfide della società multiculturale» (2005), dal Mulino «La terza ondata. I processi di democratizzazione alla fine del XX secolo» (1995).
il Mulino Collezione di Testi e di Studi
Un contributo fondativo alla riflessione sul nostro tempo
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I
pp. 400
I
36,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-23975-4
I
Collezione di testi e di studi
H
untington sostiene che «una civiltà è la più ampia entità culturale esistente» e che «la cultura è il tema comune a qualsiasi definizione di civiltà». Ma quando caratterizza con maggiore precisione una civiltà, due elementi distinguono la civiltà occidentale dalle altre. Il primo elemento è l’individualismo; il secondo è la separazione fra autorità spirituale e temporale. Con una di quelle frasi icastiche che rendono attraente e incisiva la sua prosa, Huntington sottolinea che: «Nell’Islam, Dio è Cesare; in Cina e Giappone, Cesare è Dio; nel mondo ortodosso, Dio è il braccio destro di Cesare. La separazione e i ricorrenti conflitti tra stato e chiesa che caratterizzano la civiltà occidentale non sono esistiti in nessun’altra civiltà». Ovvero, come ha scritto altrove, «l’essenza della civiltà occidentale è la Magna Charta, non il Big Mac». Per molte ragioni, lo scontro di civiltà è nei fatti. È persino illusorio credere che da un lato la modernizzazione, dall’altro la democratizzazione riusciranno a influenzare le civiltà islamica e confuciana, dalle quali Huntington ritiene provengano i maggiori pericoli di espansione aggressiva. Infatti, sia nel mondo islamico che nel mondo cinese si dà modernizzazione anche senza, anzi proprio contro l’occidentalizzazione. Inoltre, la democratizzazione, peraltro mai avvenuta e probabilmente neppure iniziata nel mondo arabo e nella civiltà islamica, è un processo addirittura controproducente nei suoi effetti concreti. Cosicché «via via che i leader occidentali si rendono conto che i processi democratici nelle società non occidentali producono spesso governi ostili all’Occidente, tentano di influenzare tali elezioni e al contempo perdono ogni entusiasmo per la promozione della democrazia in quelle società». Cercare di diffondere i valori occidentali pensando che siano universali implica una disponibilità al rilancio dell’imperialismo, che voleva, più o meno deliberatamente, imporre i valori occidentali come valori universali. Più precisamente, «l’imperialismo è l’inevitabile corollario dell’universalismo». Qualsiasi tentazione imperialista/universalista deve essere abbandonata: «in un mondo a più civiltà, l’unica strada costruttiva è rinunciare all’universalismo, accettare la diversità e cercare le comunanze». Huntington non è affatto un fautore dello scontro di civiltà. Semmai, potrebbe esserne, in una nobile linea di discendenza occidentale, l’inascoltata Cassandra. Gianfranco Pasquino dall’introduzione a «Ordine politico e scontro di civiltà» 23
novità
Eric Lehmann
La guerra dell’aria Giulio Douhet, stratega impolitico Lehmann_2:saggi 23/05/13 21.39 Pagina 1
Eric Lehmann
La guerra dell’aria Giulio Douhet, stratega impolitico
Il volume ricostruisce la vita e l’opera di Giulio Douhet (1869-1930), primo teorico del bombardamento strategico e difensore dell’indipendenza dell’arma aerea, scrittore militare di fama internazionale in particolare per il trattato «Il dominio dell’aria» (1921). La vasta documentazione inedita consente all’autore di ricostruire nel dettaglio la carriera di questo ufficiale intransigente il quale, pur di diffondere la sua visione della politica aerea e militare italiana, non esitò a entrare in rotta di collisione con i superiori, pagando persino col carcere le sue convinzioni. Attraverso l’accidentata carriera di Douhet il volume riflette sul contesto politico, militare e tecnologico dei primi decenni del Novecento, caratterizzati dallo sviluppo dell’arma aerea e dagli sconvolgimenti epocali scaturiti dalla guerra industriale.
Eric Lehmann insegna al liceo francese di Torino. Studioso di storia aeronautica e militare, ha pubblicato «Le ali del potere. La propaganda aeronautica nell’Italia fascista» (Utet, 2010).
il Mulino Saggi
Il teorico del bombardamento aereo
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➜ ricordiamo:
NICOLA LABANCA (a cura di), I bombardamenti aerei sull’Italia
I
I
pp. 230
19,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24727-8
I
Saggi
novità
Carl Schmitt
Il valore dello Stato e il significato dell’individuo presentazione di Carlo Galli Considerata unanimemente la più importante delle opere giovanili di Carl Schmitt, «Il valore dello Stato» (1914) è il lavoro con cui il giurista tedesco conseguì l’abilitazione all’insegnamento universitario. Il libro investe i problemi della contrapposizione fra vita e scienza, fra empiria e diritto, con l’obiettivo di giungere a un punto di vista che consenta un’attiva formazione giuridica dell’esperienza. Nella visione schmittiana, lo Stato precede l’individuo, ma il diritto – in quanto idea – è anteriore allo Stato. Il senso dello Stato consiste perciò nel suo compito di realizzare il diritto nel mondo, ed è questo compito che fa dello Stato il potere supremo. Esso dunque non può essere considerato immediato creatore di diritto, ma è soltanto il titolare di quell’azione politica che traduce l’idea giuridica nella pratica.
Carl Schmitt
Il valore dello Stato e il significato dell’individuo
Carl Schmitt (1888-1985) ha insegnato in varie università tedesche, prima di diventare professore all’Università di Berlino nel 1933. Ritiratosi a vita privata alla fine della guerra, continuò a lavorare e a pubblicare nel campo del diritto internazionale. Fra le molte opere tradotte in italiano ci limitiamo a ricordare, pubblicate dal Mulino, «Le categorie del ‘politico’» (19983), «Cattolicesimo romano e forma politica» (2010), «Sul Leviatano» (2011) e «Amleto o Ecuba. L’irrompere del gioco nel dramma» (20122). il Mulino Saggi
➜ ricordiamo:
CARLO GALLI, Genealogia della politica CARLO GALLI, Lo sguardo di Giano
I
I
pp. 120
11,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24728-5
Diritto, Stato e azione politica nel pensiero del controverso giurista tedesco
I
Saggi
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novità
Paolo Acanfora
Miti e ideologie nella politica estera Dc Nazione, Europa e Comunità atlantica (1943-1954)
Miti e ideologie nella politica estera Dc Nazione, Europa e Comunità atlantica (1943-1954)
Paolo Acanfora
il Mulino
Paolo Acanfora è ricercatore all’Istituto Sturzo e insegna all’Università Lumsa di Roma. Ha pubblicato «Un nuovo umanesimo cristiano. Aldo Moro e Studium (19451948)» (Studium, 2011).
Studi e Ricerche
L’Italia della Dc dal Mediterraneo all’Atlantico
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Nel suo primo decennio di vita, che coincide con l’uscita dalla guerra e il ritorno dell’Italia nel consesso delle nazioni democratiche entro i nuovi equilibri della guerra fredda, la Democrazia cristiana elaborò una propria visione dell’identità del paese e del suo ruolo internazionale. L’originale ricerca di Acanfora ricostruisce nel dettaglio l’intenso lavoro di riflessione, di costruzione di miti politici e ideologie sviluppato dal gruppo dirigente Dc con l’obiettivo di contribuire a un ordine nazionale e internazionale cristianamente fondato: partendo dalla tradizionale immagine dell’Italia nazione cattolica e mediterranea erede della civiltà latina, la Dc si spostò in quegli anni sul nascente ideale di una nuova patria europea e sull’appartenenza dell’Italia a una comunità atlantica, dove nell’antagonismo con l’Europa orientale comunista l’accento era posto sulla comune radice «occidentale».
➜ ricordiamo:
I
pp. 260
I
GUIDO FORMIGONI, L’Italia dei cattolici FRANCESCO TRANIELLO, Religione cattolica e stato nazionale
24,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24730-8
I
Studi e ricerche
novità
Oltre la sfera pubblica Lo spazio della politica nell’Europa moderna a cura di Massimo Rospocher La nascita dell’opinione pubblica è un aspetto fondamentale nello sviluppo della modernità occidentale; per la messa fuoco di questo tema ha avuto un ruolo decisivo l’opera di Jürgen Habermas sulla «sfera pubblica» uscita cinquant’anni or sono. Con una serie di originali contributi storici, il presente volume rimodula la tematica habermasiana nella convinzione che, se l’opera di Habermas è da considerarsi superata, siano tuttavia ancora fondamentali gli interrogativi che essa poneva: come nasce e qual è il potere della discussione pubblica? Qual è la relazione del discorso politico pubblico con l’autorità? Come si definiscono il pubblico e gli spazi pubblici? Il volume raccoglie sette saggi di Massimo Rospocher, Filippo de Vivo, Sandro Landi, Andreas Gestrich, Francesco Benigno, Edoardo Tortarolo, Paolo Pombeni.
Oltre la sfera pubblica Lo spazio della politica nell’Europa moderna
A cura di
Massimo Rospocher è ricercatore dell’Istituto italo-germanico di Trento e attualmente ricercatore nell’Università di Leeds. Per il Mulino ha curato «Beyond the Public Sphere» (2012).
Massimo Rospocher
il Mulino
➜ ricordiamo: SANDRO LANDI, Stampa, censura e opinione pubblica in età moderna
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pp. 180
I
17,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24738-4
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Studi e ricerche
Studi e Ricerche
Forme e ruoli dell’opinione pubblica
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novità
Gianluca Cuozzo
Dentro l’immagine Natura, arte e prospettiva in Leonardo da Vinci
Dentro l’immagine Natura, arte e prospettiva in Leonardo da Vinci
Gianluca Cuozzo
il Mulino
Gianluca Cuozzo insegna Filosofia teoretica all’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni recenti ricordiamo: «L’Angelo della melancholia» (Mimesis, 2009), «Resti del senso» (Aracne, 2012), «Raffigurare l’invisibile» (Mimesis, 2012) e «Filosofia delle cose ultime» (Moretti & Vitali, 2013).
Studi e Ricerche
Un genio sempre poliedrico: riflessione filosofica, sapere artistico e prassi artigianale nel pittore di Monna Lisa
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La visione, la prospettiva, il «pensare in figura»: sono tre temi che attraversano gran parte delle dottrine tra Quattro e Cinquecento, da Cusano a Ficino. Il libro indaga il posto che Leonardo da Vinci ebbe in questa tradizione di pensiero, un posto certamente rilevante perché seppe riprendere in modo originale, negli scritti ma anche nell’opera pittorica, aspetti centrali della riflessione filosofica e artistica del tempo. Nel suo uso della prospettiva, lumi e ombre assurgono a emblemi dell’antitesi tra conoscenza e ignoranza; in alcuni suoi celebri ritratti sembra riproporsi la contesa tra «divina proporzione» e caos delle origini. Sono solo due degli esempi della propensione, tipica del genio leonardesco, ad esprimere contenuti scientifici in modo figurato. Trova così ancora una volta conferma il carattere poliedrico di Leonardo, che seppe essere nello stesso tempo filosofo-artigiano, filosofo della natura, artista e ingegnere.
➜ ricordiamo:
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pp. 150
I
ALBERTO VOLTOLINI, Immagine
15,00 (prezzo indicativo)
I
ISBN 978-88-15-24731-5
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Studi e ricerche
novità
La Francia di Hollande
a cura di Riccardo Brizzi e Gabriel Goodliffe Trentun anni dopo lo storico ingresso di Mitterrand all’Eliseo, il 6 maggio 2012 la sinistra francese si è riappropriata di Place de la Bastille per festeggiare la vittoria di François Hollande, secondo presidente socialista nella storia della Quinta Repubblica. Poche settimane dopo i socialisti hanno conquistato anche la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. La promessa di voltare pagina rispetto alla turbolenta e divisiva presidenza Sarkozy ha suscitato grandi speranze, in Francia e in Europa. Ma, archiviata la «luna di miele», Hollande deve oggi affrontare un vertiginoso calo di popolarità e si trova a dover convincere un’opinione pubblica scettica e smarrita che il presidente e il governo sono effettivamente in grado di guidare il paese lungo la strada del cambiamento promesso in campagna elettorale.
LA FRANCIA DI HOLLANDE a cura di Riccardo Brizzi e Gabriel Goodliffe
Riccardo Brizzi insegna Storia contemporanea nell’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni recenti segnaliamo «Storia politica della Francia repubblicana, 18702010» (con M. Marchi, Le Monnier, 2011), «L’uomo dello schermo. De Gaulle e i media» (Il Mulino, 2010). Gabriel Goodliffe insegna Relazioni internazionali nell’Instituto tecnológico autónomo de México. È autore del volume «The Resurgence of the Radical Right in France» (Cambridge University Press, 2012).
il Mulino La «seconda volta» dei socialisti francesi nell’Europa in bilico
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pp. 300 24,00 (prezzo indicativo) ISBN 978-88-15-24740-7
Pubblicazioni dell’Istituto Cattaneo
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novità Il primo colloquio
enza la richiesta e zione, o, nella
Candelori
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Maurizio Pompili
La prevenzione del suicidio
MAURIZIO POMPILI
La prevenzione del suicidio
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La disperazione, l’incapacità di vedere un’alternativa, una via di uscita, il dolore, la solitudine sono aspetti emotivi che colpiscono tutti noi, ma che, se non adeguatamente affrontati e trattati, comportano livelli di sofferenza tali da condurre a decisioni estreme come quella di togliersi la vita. Contrariamente a quanto ancora oggi il senso comune può ritenere, il suicidio non è affatto un atto imprevedibile e ineludibile, e parlare del suicidio non induce affatto nell’altro un proposito suicidario. In questo volume l’autore, grazie alla propria profonda esperienza clinica e di ricerca, affronta il tema del suicidio e fornisce gli elementi fondamentali per la valutazione del rischio e le relative e idonee misure di intervento. Un testo indispensabile per tutti coloro (psicologi clinici, psichiatri, psicoterapeuti, operatori dei servizi sociali) che a diverso titolo affrontano la sofferenza psichica e, con essa, il rischio di suicidio.
| Aspetti della psicologia
Maurizio Pompili, medico psichiatra e suicidologo, è ricercatore universitario e docente nei corsi di laurea e specializzazione della Facoltà di Medicina e Psicologia nell’Università La Sapienza di Roma. È membro del McLean Hospital – Harvard Medical School di Boston e referente per l’Italia dell’International Association for Suicide Prevention (IASP). È stato insignito nel 2008 con lo Shneidman Award dall’American Association of Suicidology per i contributi di alto valore resi alla ricerca sul suicidio.
il Mulino
Diagnosticare, affrontare e prevenire il rischio di suicidio
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pp. 250
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22,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24732-2
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Aspetti della psicologia
novità
Paolo Prodi
Università dentro e fuori Il quarto titolo dei «Percorsi di ricerca» destinati a raccogliere in volumi tematici la produzione saggistica di Paolo Prodi è dedicato all’università e ha un’impostazione originale: riunisce infatti sia saggi di carattere storico sull’istituzione universitaria nel suo sviluppo nell’età medievale e moderna, sia saggi di intervento che riflettono l’impegno che, nei vari incarichi ricoperti (da direttore dell’Ufficio studi del Ministero della Pubblica istruzione a rettore dell’Università di Trento, da preside di Facoltà a direttore di Dipartimento) e come intellettuale pubblico, l’autore ha profuso a sostegno dell’università in una fase di trasformazione e forte crisi quale quella che essa ha vissuto negli scorsi decenni e tuttora vive. Un volume che sa legare l’approfondimento storico e la testimonianza personale in una visione unitaria dell’università come «impero della conoscenza e della ricerca» indipendente da ogni altro potere.
Paolo Prodi
UNIVERSITÀ DENTRO E FUORI
Paolo Prodi è professore emerito dell’Università di Bologna. I suoi libri principali, tutti pubblicati col Mulino, sono «Il sovrano pontefice» (1982), «Il sacramento del potere» (1992), «Una storia della giustizia» (2000), «Non rubare» (con G. Rossi, 2009).
Fra storia e impegno a difesa dell’autonomia universitaria
➜ nella stessa serie: Storia moderna o genesi della modernità? Cristianesimo e potere Profezia vs utopia
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pp. 250
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23,00 (prezzo indicativo)
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ISBN 978-88-15-24733-9
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Forum
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