CONCIAPIATTI (Cテ誰ZAPIATT) La pegnata rotta nun-ze sana! La pentola rotta non ティ il caso di riempirla (perchティ destinata a contenere solo liquidi)!
Si recava presso le abitazioni dei clienti, in paese ed in campagna, per riparare, spesso in cambio di prodotti della terra, piatti, terrine, zuppiere, vasi, giare e vasi da notte, lesionati o ridotti in pezzi. Nei minuscoli buchi, prodotti con un trapano a corda o con una lesina, faceva passare un sottile filo di ferro che torceva con le tenaglie, rimettendo cosÏ insieme i cocci di terracotta. La sua opera, di cui non rimangono che sbiaditi ricordi, non è piÚ richiesta da nessuno, per le migliorate condizioni economiche di tutti.
FURNACIARO (FURNACIARO O VATTECRÉTA) Furnaciaro (furnaciaro o vattecréta) Il suo lavoro era stagionale, tra aprile e settembre, legato a condizioni meteorologiche favorevoli per l’essiccazione all’aperto dei manufatti, prima della loro cottura nella fornace, a cui esperti artigiani garantivano il tiraggio della fiamma, lo scarico del fumo ed una uniforme distribuzione del calore. produceva mattoni, mattoncelli, mattonelle per pavimenti, coppi, forati, tegole e piastrelle per cucine.
VASAIO (‘MBASTACRÉTA) Sincronizzando i movimenti di mani e piedi, lavorando quasi sempre di tornio in un locale aperto ma al riparo dalle intemperie e manipolando un impasto argilloso molto duttile, produceva vasellame, a volte con esiti estetici di rilievo: pignatte, tegami, vasi da notte, vasi e vasetti, giare per ogni uso, anfore e giarle.
L’attività di vasaio è ancora ampiamente praticata in località di antica produzione di terracotte ed i suoi prodotti hanno un notevole mercato, alimentato da amatori e turisti in genere.