L'antica lavorazione del legno

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L’ANTICA LAVORAZIONE DEL LEGNO


BOSCAIOLO (TAGLIAVÒSCH)

In autunno, spesso con la nebbia ed il tempo inclemente, abbatteva vecchi alberi, li diramava e li apprezzava in tronchi da ardere, che trasferiva in luoghi più accessibili ai compratori o direttamente in paese, sistemandoli in cataste della lunghezza di 4,24 metri e dell’altezza e profondità di 1,06 metri.


La sua attività, oggi fortemente meccanizzata, in alcune zone del nostro territorio resiste ancora, nonostante la crisi del settore legna da ardere, determinata dall’avvento di nuovi sistemi di riscaldamento.

L’accètta fàce lu vòsch chiù re la natura! Il taglio (sapiente) fa crescere il bosco più della vegetazione spontanea!


BOTTAIO (VARLECCHIÀRO O VARLÀRO)

Produceva tine, tinozze, tinelli, barili per vino, fiaschi, botti e botticelle, mastelli, secchie, misure per cereali e legumi, recipienti per trasferire sabbia, ghiaia e pietrame. Quello del bottaio è un mestiere quasi del tutto scomparso: non ha retto alla concorrenza dell’industria che, in cemento, plastica, vetroresina ed acciaio inossidabile, costruisce contenitori per liquidi meno costosi e più comodi e funzionali. Di quelli per aridi non si fa più uso.


‘Na bòtta a lu circhie e n’auta a lu tumbagn! Un colpo al cerchio ed un altro alle doghe!



CARBONARO (CAREUNIÉRE) In primavera e spesso per tutta l’estate, dopo avere apprezzati i tronchetti ed i rami messi da parte nell’autunno precedente, li sistemava verticalmente attorno ad una costruzione tronco-conica, anch’essa fatta con legna, in modo da ottenere una cupola con al centro una cavità per l’accensione del fuoco e la fuoriuscita del fumo. La ricopriva, poi, con strati di foglie, sassi e zolle erbose, lasciandovi in basso dei fori di sfogo, i “respiri”, che doveva saper chiudere ed aprire con perfetto tempismo. La legna, bruciando lentamente, si carbonizzava.

Quand m’abbuscàie a spacca’ prète me re sciucàie cu na’ fegliòla! Quanto guadagnai a spaccare pietre (molto poco) lo sperperai con una ragazza!


CARRARO (MAST CARRÀRO)


Costruiva e riparava mezzi di trasporto su ruote, di varia forma e grandezza, per il trasferimento di persone o cose. Produceva: carri per buoi, ad un timone; carretti e Quand m’abbuscàie a spacca’ re sciucàie cu asini na’ fegliòla! carrettoni, a due stanghe; “traine”prète a dueme stanghe, per muli, o cavalli; carretti a Quanto guadagnai spaccarebirocci pietree (molto lo quasi sperperai conscomuna mano e carriole; calessi,a carrozze, biroccini.poco) Mestiere del tutto ragazza! parso, soppiantato dalla produzione industriale di nuovi mezzi di trasporto a trazione meccanica, più confortevoli e veloci.


FALEGNAME (FALEGNÀME)

Produceva porte e finestre, portelli, casse per corredo e per farina, piattaie, granai, portalampade, portautensili da cucina, scaldaletti,culle, portaposate, strizzatoi-fregatoi per il bucato, aspi e naspi, scardassatori, moscaiuole, attaccapanni, sgabelli, cassapanche, spinatoie per la pasta, tavole-portaformaggi, madie, tavoli, manici per rastrelli, forche, vanghe, zappe, picconi e pale, asciugapanni, bare per adulti e bambini.

Legnàme tarlàto, legnàme staggiunàto! Legname tarlato, legname stagionato!


Quand m’abbuscàie a spacca’ prète me re sciucàie cu na’ fegliòla! Quanto guadagnai a spaccare pietre (molto poco) lo sperperai con una ragazza!


Uno dei piÚ antichi mestieri del mondo è stato profondamente modificato da rivoluzionarie tecniche industriali e da mestieri piÚ sofisticati.


Quand m’abbuscàie a spacca’ prète me re sciucàie cu na’ fegliòla! Quanto guadagnai a spaccare pietre (molto poco) lo sperperai con una ragazza!


La zéga, si nu’ la unge, nun-gamìna! La sega, se non la ungi, non scorre!


Quand m’abbuscàie a spacca’ prète me re sciucàie cu na’ fegliòla! Quanto guadagnai a spaccare pietre (molto poco) lo sperperai con una ragazza!



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