L’ANTICA LAVORAZIONE DEL TOMBOLO
FILATRICE
Chi sàpe fela’ fil’a lu zipp! Chi sa filare fila anche con una semplice asticella!
Lavorava molto nei mesi invernali ed in prossimità di matrimoni: servendosi di rudimentali rocche e di semplici fusi di legno o, in tempi meno lontani, di mulinelli ad alette, trasformava la lana in un soffice e robusto filo torto. ne faceva matasse, gomitoli e bobine per telai o macchine per maglieria, anche con l’ausilio di semplici ammassatori, aspi, naspi ed arcolai. Attività non piÚ praticata: vi mancano la necessaria abilità e la convenienza.
MAGLIAIA E CALZETTAIA (MAGLIARA E CÀUZETTARE) Dall’occhio attento e dalle mani ubbidienti e veloci, sferruzzava abilmente, grazie anche ad una lunga e consolidata esperienza. servendosi di bacchette, di crochet e di umili ferri di varia lunghezza e spessore, spesso ricavati dalle stecche di vecchi ombrelli, produceva maglie, mutande, calze, cuffie, copricapi, sciarpe, scialli, maglioni, magliette, guanti pedalini, giubbettini, vestitini e coperte per culla, utilizzando oltre che la lana, anche il cotone. mestiere cancellato dalle macchine e dalla nascita di appositi opifici.
MATERASSAIO (MATARAZZÀRO) Confezionava materassi per famiglie in qualche modo benestanti, lavorando o in una propria modesta bottega, o recandosi con gli attrezzi necessari, presso le abitazioni dei clienti che fornivano la materia prima: la lana e la tela a strisce bianche e blu o marrone. L’attività del materassaio, intensa soprattutto in prossimità dei matrimoni, visto che i materassi, i guanciali, e le coperte imbottite facevano parte del corredo nuziale, è stata spazzata via dalla produzione industriale e dai suoi migliori requisiti di durata, igiene e praticità.
RICAMATRICE (RECAMATĂ’RA) Lavorava in casa, per preparare i pezzi piĂš belli dei corredi. Calcava i disegni, tratteggiava, traforava e ricamava: a cordoncino, a festone, a smerlo, a giorno, a spina, a scala, in croce, punto erba e a punto sabbia. Realizzava foglie, frange, iniziali, monogrammi, retini, figure zoomorfe, angioletti e fiori ed impreziosiva aggiroletti, asciugamani, biancheria intima, centrini, corpetti, cuffie, fazzolettini da taschino, fazzolettoni-copricapi, federe, lenzuola, copriguanciali, tovaglie da tavola, trine e merletti. oggi lavora solo per clienti ricchi.
SARTO E SARTA (CUSETÒRE E MASTRA) Il sarto svolgeva la sua attività solo nella sua bottega, mentre la sarta si recava di frequente presso le abitazioni dei clienti, che di solito le fornivano le stoffe acquistate in fiera o dai pannaiuoli, anche per intere settimane come in occasione di matrimoni, fornendo spesso gli accessori. Entrambi misuravano, tagliavano, imbastivano, cucivano, foderavano, creavano ed orlavano asole, sistemavano bottoni, ganci, rifinivano e stiravano indumenti per maschi e femmine, grandi e piccini. L’attività di entrambi persiste ma solo per i clienti ricchi; alle masse provvede la produzione industriale.
Ciènd vòte a musura’ e ‘na vot’a taglia’! Cento volte si misura ed una volta si taglia (occorre prudenza)!