IN RICORDO DI P.ANTONIO BIAGIO LALLI S.X. *** Di P. Antonio Biagio Lalli conservo l’immagine rimasta impressa in me dagli anni dell’adolescenza nel Seminanaro Vescovile di Trivento (CB) dal 1951 al 1956. Lalli aveva una grande sensibilità ed una altrettanto singolare intelligenza. Per noi, suoi compagni di classe, era il seminarista esemplare: diligente, studioso, in perfetto controllo di sé e, naturalmente, dedito alla preghiera. Siamo nati nello stesso anno (1939) e nello stesso mese (settembre) e, forse, proprio perché nati sotto la stessa costellazione, ci legava una grande amicizia. Abbiamo frequentato assieme Medie e Ginnasio. Fu proprio in quegli anni, esattamente nel 1954, che tutti e due avemmo la fortuna e la grazia di incontrare il primo Saveriano nel processo della nostra vita. Si trattava nientemeno che di P. Alfeo Emaldi, che in quegli anni girava in tutti i seminari d’Italia a raccontare la raccapricciante e straordinaria vicenda della sua vita missionaria in Cina. Mentre era in carcere, per paura che, sotto pressione delle guardie, potesse svelare i nomi degli iscritti alla Legio Mariae, ritenuta dai Maoisti associazione militare, si tagliò la lingua. P. Emaldi era un vero miracolato! Su sua confessione, non aveva mai parlato tanto come dopo essersi tagliata la lingua. L’incontro con P. Emaldi penso sia stata una pietra miliare nella nostra comune vocazione missionaria. Da quel 1964 tutti e due ci abbonammo alla rivista saveriana Fede e Civiltà, a cui io rimasi abbonato fino al 1962, anno del mio ingresso tra i Saveriani. Nel 1957 io entrai nel Seminario Regionale di Chieti per continuare gli studi di liceo e teologia e Lalli, con i suoi genitori emigrò negli Stati Uniti, dove ritrovò i confratelli di P. Alfeo Emaldi e iniziò l’avventura missionaria con loro. Nel 2000 e cioè 43 anni dopo quel 1957, in occasione di una mia visita negli USA, ebbi modo d’incontrarlo a Holliston e mi fece una grande festa. Rivivemmo un po’ quegli anni lontani, ricordando episodi, compagni, insegnanti ed educatori. Fu proprio in quella circostanza che lui mi ricordò un fatto, che aveva segnato profondamente la mia vita. Nel 1955 infatti moriva tragicamente all’età di soli 43 anni il mio parroco Don Alfredo Ricciuto, a cui io ero molto legato. Era stato missionario del PIME ed aveva instillato in me il germe della vocazione missionaria. Nel nostro incontro di Holliston P. Antonio Lalli mi ricordò qualcosa che io avevo completamente dimenticato e che cioè, tornato dai funerali, che si erano svolti a Duronia, io avrei detto ai miei compagni di seminario: “Io prenderò il suo posto!”, alludendo alla mia futura vita missionaria. Da quel lontano 1957 le nostre vite si sono svolte separatamente, lui in Occidente ed io in Oriente, e non abbiamo avuto regolare corrispondenza e, quello che ho narrato, è tutto quanto posso dire di questo carissimo confratello. Chuknagar, Festa dell’Immacolata 2021 p. Antonio Germano Das sx.