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QUADERNI del Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara
ALIGI SASSU. L’immagine della parola: 100 opere grafiche originali dal 1967 al 1992 “Donazione Alfredo e Teresita Paglione”
a cura di Maria Del Cimmuto Edizioni èDICOLA EDITRICE
Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara Piazza Trento e Trieste, 66100 Chieti Tel. 0871 3553514 Email: mssb@unich.it http:// www.museo.unich.it
Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara
Collana QUADERNI del Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara Volume 3 – ALIGI SASSU. L’immagine della parola: 100 opere grafiche originali dal 1967 al 1992 “Donazione Alfredo e Teresita Paglione” Direzione scientifica e coordinamento generale: Luigi Capasso Redattore capo: Maria Del Cimmuto Segreteria di redazione: Antonietta Di Fabrizio Testi: Paolo Bellini, Dino Buzzati, Luigi Capasso, Adele Cicchitti, Carlo Pedretti Catalogazione: Alfredo Paglione, Laura Rabottini Fotografie: Archivio fotografico Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” a cura di Laboratorio fotografico Lullo e Del Pizzo, Archivio fotografico Alfredo Paglione: le foto del Maestro sono di Walfrido Chiarini, Giuliano Grittini e Pietro Redaelli Progetto grafico: Maria Del Cimmuto Stampa ed edizione: èDICOLA EDITRICE Chieti In copertina: Aligi Sassu, I due soli, 1987, litografia a 7 colori, cm 54x76, Inv. n° 8416 In quarta di copertina: Aligi Sassu, Orlando e il suo cavallo, 1974, acquaforte, acquatinta e bulino a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8357
INDICE ALIGI SASSU. L’immagine della parola: 100 opere grafiche originali dal 1967 al 1992 “Donazione Alfredo e Teresita Paglione”
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Introduzione Luigi Capasso
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Aligi Sassu e Alfredo Paglione: scenari artistici e percorsi di vita Adele Cicchitti
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L’opera incisa e litografica Paolo Bellini
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Poesia come profezia Carlo Pedretti
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La nuova giovinezza di Sassu si chiama Palma di Maiorca Dino Buzzati
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Tavole
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Catalogo generale
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Elenco opere
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Biografia a cura di Alfredo Paglione
“Penso che l’artista non può e non deve essere solo un facitore di forme e di colori. Le immagini e le parole, i ritmi del Poeta sono una certezza a cui l’artista ha il compito di dare forma, visione, presagio di comunicazione” Aligi Sassu
Introduzione di Luigi Capasso, Direttore Museo universitario
Alfredo Paglione, già benefattore del nostro Museo universitario, ha voluto proseguire nel mettere in atto la sua vocazione di mecenate dell’arte contemporanea, lasciando un ulteriore segno della sua presenza in Abruzzo con una nuova, cospicua donazione elargita al nostro Museo universitario: cento opere grafiche del Maestro Aligi Sassu. La volontà del donatore è chiarissima ed è stata recepita in forma ufficiale anche nell’atto notorio di donazione: arricchire con opere d’arte i luoghi della nostra Università nei quali si compiono ricerca, didattica ed assistenza sanitaria, anche in qualche modo “alleggerendo”, con il contributo del nutrimento dell’anima attraverso il godimento della vista, la frequentazione e la permanenza in luoghi che – almeno nello stereotipo – sono visti e vissuti come freddi e distanti. L’Università ha accolto con grande partecipazione e convinzione la donazione e, soprattutto, lo spirito che la ha animata. Una seconda motivazione, non meno importante, è celebrativa, in quanto la donazione è avvenuta nel 2012, anno del primo centenario della nascita di Aligi Sassu, a sottolineare sia il legame che Sassu aveva con Paglione (l’artista ed il suo mercante erano cognati), sia il legame che Paglione aveva ed ha con l’Abruzzo, sua terra d’origine. La raccolta che oggi si presenta al pubblico attraverso il catalogo completo, rappresenta un insieme significativo, un importante e completo ensemble di opere grafiche di Aligi Sassu; le singole opere sono destinate ad una sorta di dispersione benefica all’interno del nostro Ateneo, tanto che, per volere concordato del Magnifico Rettore, Carmine Di Ilio, e dello stesso Alfredo Paglione, per la maggior parte esse saranno sistemate stabilmente presso il Centro di Eccellenza per lo Studio dell’Invecchiamento (Ce.S.I.: struttura della Fondazione “D’Annunzio” dell’Università “Gabriele d’Annunzio”). In attesa che questa collocazione definitiva della maggior parte delle opere grafiche si perfezioni, una parte delle opere stesse è stata collocata in esposizione temporanea presso la sede del Museo universitario, mentre una selezione ristretta (comprendente, fra l’altro, tutte le sette opere appartenenti alla “cartella” dedicata a Don Chisciotte della Mancia) sono state collocate, per volere del Rettore e del Consiglio di Amministrazione, nella sala consiliare della nostra Università, come dire nel luogo più centrale e simbolico di tutto il nostro Ateneo. Cosicché le opere donate iniziano a svolgere la funzione per la quale la dona-
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zione stessa è avvenuta, conferendo cioè il loro contributo di piacere, di cultura e di seduzione ai luoghi istituzionali della nostra Università. Il Museo universitario vigilerà a che questa funzione permanga intatta nel tempo ed a che le opere donate vengano sempre godute e fruite dal maggior numero possibile di nostri utenti. Al contempo il donatore risulta pienamente appagato dall’avere contribuito ad elevare luoghi e genti della sua terra d’origine verso un progresso culturale che è la nostra stessa missione istituzionale.
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Aula Consiliare dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara
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Aligi Sassu e Alfredo Paglione: scenari artistici e percorsi di vita di Adele Cicchitti, Direttore Museo Aligi Sassu di Atessa
Una straordinaria mostra permanente di 100 opere di grafica, “Aligi Sassu. L’immagine della parola”, destinata al Museo Universitario di Chieti, impreziosisce il mosaico di donazioni con cui Alfredo Paglione sta arricchendo l’Abruzzo, rendendo sempre più solido il legame del grande Maestro con una terra così affine per codici ambientali, etici e culturali alla Sardegna delle sue radici familiari. L’amico Alfredo Paglione, mecenate intelligente e saggio, continua a regalarci sorprese, ma il significato più profondo della sua munificenza si fonda e si svela nei processi in fieri che essa riesce ad attivare, generando spinte emotive, flussi di coscienza e motivazioni ideologiche che si traducono ritmicamente in nuove e consapevoli scelte culturali. Perché intorno ai musei, agli eventi, alle mostre, si agglutinano idee, iniziative, percorsi didattici, circuiti turistici, incontri, seminari, studi e ricerche che ampliano gli orizzonti culturali ed aiutano a disegnare progetti futuri e condivisi a livello individuale e collettivo. Aligi Sassu ed Alfredo Paglione si sono incontrati lungo i percorsi dell’esistenza, intrecciando rapporti parentali e maturando esperienze feconde che conservano, anche dopo la morte dell’Artista, una straordinaria attualità artistica ed etica. La lezione di vita e di arte, compenetrata e vissuta con intensità e verità, viene ora affidata alle giovani generazioni, perché siano capaci di trasmetterla a loro volta, nel segno della bellezza che rende unico ed irripetibile ogni cammino di vita. La scelta di un museo universitario non è casuale, ma si inserisce nell’ottica della formazione e sensibilizzazione degli studenti, delle facoltà umanistiche, come di quelle scientifiche, per aiutarli a crescere sul piano concettuale, a livello estetico e negli stili comportamentali. Nell’itinerario proposto si snodano le opere tra le più significative della produzione grafica di Aligi Sassu, uno dei settori in cui il Maestro raggiunge vertici di insuperabile eccellenza nella sua pur vasta, poliedrica e complessa produzione artistica. Litografia, serigrafia, silografia, acquaforte, acquatinta, puntasecca, bulino declinano il repertorio delle tecniche utilizzate da Sassu in una inesausta ricerca del nuovo, nella sperimentazione entusiastica dei materiali più moderni ed inconsueti, nell’utilizzo di punte e di mezzi fuori dall’ordinario per scalfire la lastra e nel riutilizzo ardito di tecnologie desuete o dei vecchi clichés impressi nella sua memoria esperenziale di giovane tipografo. Ed, ancora, nel calcare strade vecchie e, al tempo stesso, nel tentare continuamente sentieri insoliti e diversi per
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sortire effetti inusitati, ma sempre aderenti al suo dettato artistico ed alla sua sete di perfezione e di compiutezza. Un infaticabile ed instancabile lavoratore che attinge energia dalla giovinezza perenne dello spirito anche negli ultimi decenni della sua vita, un Artista mai pago delle mete raggiunte, ma sempre teso a sperimentare le inedite possibilità della tecnica con la forza del colore e con il timbro della sua indefettibile eticità. “Il farsi dell’opera si trasforma così in una sorta di laboratorio di ricerca, ove si fatica sui mezzi e sui modi, finché essa… diviene per l’artista la testimonianza di una novità tentata o di una riuscita ottenuta”, come sintetizza opportunamente Paolo Bellini nel catalogo dell’opera incisa e litografica di Sassu del 1984. Un modus operandi che Aligi Sassu interiorizza ed estende anche alla pittura, alla ceramica ed alla scultura, nello stile sorprendente di artista-intellettuale, che evoca suggestivi richiami all’epoca ellenistica, e nella ricerca continua degli innumerevoli significati possibili con cui l’arte interpreta la realtà. I numeri impressionanti della produzione grafica di Aligi Sassu, che copre un arco di quasi 70 anni di attività, lo inseriscono nella ristretta élite dei più famosi protagonisti della scena nazionale ed internazionale che si sono cimentati in questo genere. Fogli singoli, raccolte, cartelle, volumi illustrati documentano lo sforzo titanico del litografo e dell’incisore e la vastità dei riferimenti culturali, ma anche la coerenza dell’uomo e dell’artista, fedele alle coordinate del suo percorso ideologico e storico: alla scelta figurativa, ma anche allegorica, nel suo , , stringente significato etimologico di ‘αλλα γορευω’, ‘dire altro’, all’impegno politico e sociale, alla libertà espressiva, alla continua evoluzione della ricerca artistica, alle istanze più profonde, come il bisogno di verità, l’anelito divino, le forme del sacro, il fascino del mito, le suggestioni oniriche e la riflessione sul mondo reale, per limitarci ad alcuni degli aspetti più significativi. Un magma esplosivo di creatività, di soggetti e di tematiche che si inseguono, si intersecano e si ripetono in modo sempre nuovo, modellati con estrema perizia tecnica, vibranti di tensione etica ed emotiva, accesi di luce dallo sfavillio della scala cromatica che sa vestire i sogni e trasfigurare la realtà. Le opere grafiche, che caratterizzano il percorso espositivo e che motivano il nesso ‘L’immagine della parola’ che ne connota il titolo, si polarizzano intorno alle incisioni ed alle litografie, eseguite da Sassu per illustrare una lunghissima ed insospettabile serie di opere di autori antichi e moderni. Le scelte di Sassu illustratore ed i risultati raggiunti, che hanno sempre pacificato la critica in un monocorde giudizio di apprezzamento, hanno radici antiche, nell’interdipendenza fra poesia e pittura che disegna il suo universo interiore e la sua modalità espressiva. L’anima poetica, sensibile e raffinata, riflessa in liriche di squisita cifra estetica, è la chiave interpretativa del suo successo. Sassu ‘reinterpreta’ nelle illustrazioni il dettato poetico e narrativo di altri autori, perché ne intuisce le sottigliezze più intime e nascoste, ne scandaglia il signi-
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ficato ultimo e più profondo, ne ‘cattura’ l’anima restituendole nuova vita. Nella tradizione occidentale la tesi dell’equivalenza tra arti visive e letteratura ha un fondamento remoto nella formula di Orazio “ut pictura poesis”, “la poesia è come la pittura” ed in tutta una serie di definizioni analogiche di antica auctoritas che tornano in auge nel Rinascimento e si codificano nelle concezioni del grande Leonardo da Vinci che considera la pittura poesia che si vede e non si sente, mentre la poesia è pittura che si sente e non si vede. Per Aligi Sassu, protagonista di tante dinamiche culturali che attraversano il ventesimo secolo, “la parola di un poeta è… verità, natura, anima, una profezia di quel che ho fatto, che devo fare”, come egli afferma. Pertanto la sua attività artistica, nell’illustrare “testi classici - Omero, Dante, Boccaccio, Ariosto, via via fino a Manzoni - non è ludico esercizio della fantasia… ma intensa riflessione esegetica, volontà e insieme capacità di dare corpo e immagine al racconto epico o drammatico, e quindi commento e tributo a un modello insigne riproposto all’attualità” (Carlo Pedretti). L’eccezionale capacità di sintesi, che è uno dei tratti distintivi di Sassu, intellettuale raffinato e colto, si traduce anche sul piano pittorico nel condensare ed esprimere il senso di un’intera opera in un limitato numero di illustrazioni. La sua attività di illustratore tocca l’acme con le tavole della ‘Divina Commedia’ di Dante, in assoluto il suo capolavoro ‘letterario’. Lo stesso Sassu sembra esserne consapevole, quando afferma: “La Divina Commedia! E’ stata per me una fiamma bruciante, una lettura, una partecipazione vissuta che ho coltivato per tante stagioni, qualcosa che è divenuto specchio della mia anima del mio lavoro per anni… Un testo che mi ha offerto una lettura, una conquista, una continua lotta per la luce della pittura, della forma, della scoperta del mistero delle parole di Dante legata agli esempi universali della condizione umana. La fantasia, la fede concreta nella pittura, non un’occasione illustrativa di eventi”. Scendendo nei dettagli delle opere esposte nell’itinerario museale, l’attenzione si focalizza su alcune produzioni grafiche che attingono altissimi livelli artistici. Come l’intero corpus della cartella Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando Furioso, con 15 incisioni a colore stampate a Milano nel 1974, in cui Sassu, nello spazio illimitato del mondo ariostesco, riesce a far emergere l’interesse per il “naturale meraviglioso”, senza lasciarsi sedurre dalla metafora e senza farsi trascinare dal flusso narrativo e dalle tentazioni descrittive. “Badando invece a fissare momenti capaci di concentrare in sé la carica dinamica del poema, lasciando prevalere di volta in volta o il corporeo o il magico o il chimerico senza perdere di vista il rapporto di reciprocità che li compenetra, li fa tra loro omogenei e li eguaglia” (Vittorio Sereni). Del resto l’universo epico cavalleresco di Ludovico Ariosto e la sua ricchezza cromatica risultano particolarmente congeniali al mondo poetico di Sassu, come lo stesso Artista afferma: “…il poema, fin da quando ero giovane, mi sembrò aperto a tutte le espressioni del colore e della forma, come un
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luogo deputato, dove la suggestione del movimento si dipana, corre e tutto travolge nella passione di una fantasia che travalica le cadenze temporali… … immagini indomabili, che imposero alla mia mano il segno”. Le donne nude, Angelica e Fiordispina e Bradamante, sono cariche di serena sensualità anche in momenti di pathos, né La maga Alcina risulta più conturbante nell’esibizione delle sue nudità. La Pazzia di Orlando e La battaglia presentano un turbinio sanguigno di rossi e di gialli e di corpi nudi, immagini di violenza scomposta che si ripetono esasperate in Orlando e il suo cavallo, rosso ed imbizzarrito come la follia del suo cavaliere che in La gran follia lotta accecato da una luce bianca su una scacchiera di roccia, domato dalla sua psiche. Un rosso cupo e funereo avvolge Bradamante con il suo cavallo, così lontana dai repertori encomiastici che la riguardano, Rinaldo e Sacripante sprizzano fuoco dai loro muscoli nella tensione della lotta, Ruggiero, Ruggiero e Gradasso, I mostri, Angelica e Medoro, sono avvolti da un monocromatismo azzurro giocato in un climax di toni cupi e lievi che imprigionano e restituiscono emozioni e narrazione. Come l’azzurro del cielo nella potente visione della Follia di Orlando, nudo in groppa ad un cavallo nel mare in tempesta o come nel soffitto celeste istoriato, verso cui tendono scheletrici alberi spogli, nell’inquietante e desolata Isola perduta di Ullania (l’Islanda). Nè si può tralasciare il gioco di bianco e nero, venato di rossi, in Cavalieri, dove tuttavia ogni attenzione è calamitata da uno stupefacente sole bianco cerchiato di nero da cui si allungano grovigli di raggi così simili ai rami di corallo che riconducono alla Sardegna, epicentro emotivo, culturale e cromatico del giovane Aligi. Il repertorio espositivo, con le tavole di Omaggio alla Sardegna e di Cavalli e tori, ripercorre i temi più cari all’universo pittorico di Sassu, i più indagati, i più conosciuti, i più intimi. Scrive Dino Buzzati: “Per Aligi Sassu la nuova giovinezza si chiama Palma di Maiorca: un sole terribile e speciale, colori terribili e speciali (non troppo dissimili dalla sua patria Sardegna), chiese fiammeggianti nel delirio meridiano, corride, tori, toreri, tori, tori, toreri, vino, sangue, febbre, morte. Come se avesse subito una trasfusione di sangue violento e rigoglioso”. L’amore per l’hispanidad fa vibrare in Sassu nuove melodie poetiche e pittoriche ed anche l’illustrazione di ‘Don Chisciotte della Mancia’ di Cervantes s’intride dei suoi riferimenti culturali. Perfino le tavole che illustrano ‘I Promessi sposi’ di Alessandro Manzoni sembrano attingere ad una modalità interpretativa ispanica, “… per la carica policroma dei costumi, delle armi, della messinscena degli ambienti… persino le scene della peste, che spiacevano a Goethe per la loro orridità, qui in Sassu, pur nella lividità, sono sontuose: come del resto è sempre solenne la morte, nel nero e nell’oro di Spagna” (Giancarlo Vigorelli). Nelle numerose opere presenti in mostra, come in altre innumerevoli produzioni artistiche, Sassu dedica anche al soggetto cavallo il meglio della sua tavoloz-
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za cromatica, quasi soggiogato dal fascino di questo animale, elegante, fiero e possente, sacro nella sua solennità, ma al tempo stesso selvaggio ed incontrollabile nella sua forza primordiale, nella criniera il vento della sua Sardegna, nel nitrito il suono rassicurante dell’infanzia e dell’identità. Un’identità che ha il suo mito fondante nel Mediterraneo, essenza, ragione e fine della civiltà occidentale, un viluppo di cultura, una forma mentis, un contenitore straordinario di mirabilia che Sassu celebra con rara eleganza nel murale di ceramica del parlamento europeo in immagini simboliche di prorompente forza espressiva. La sterminata produzione artistica di Aligi Sassu non permette di avanzare giudizi sintetici ed ultimativi, ma può essere significativo chiudere questo breve excursus sull’opera grafica dell’Artista con le acute osservazioni espresse da Salvatore Quasimodo nell’introduzione alla cartella ‘Aligi Sassu. Opera grafica’: “Il simbolismo di Sassu è inteso come bellezza, ma di ordine etico, non formale; il suo romanticismo è affettivo, evoca gli oggetti del ricordo, dei luoghi… anche se con una resistenza inconscia, egli arriva egualmente a esprimere il proprio impulso: di essere reale, di seguire una allegoria interna, una solitudine, una durata che fanno parte della sua coscienza”.
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Piccola antologia
L’opera incisa e litografica di Paolo Bellini
[…] Il cavallo diviene, sempre più chiaramente, un simbolo che di volta in volta si collega all’uomo stesso, alla sua anima, alle sue aspirazioni e alla sua vita stessa. Per questa ragione, come si rileva anche nei titoli o dai colori, non è più di animali equini che si parla, ma di forme simboliche che nascondono ed evidenziano un mondo di attese e di speranze, di desideri sconfinati e di ardenti passioni, che è proprio di Sassu e che egli ritiene possa appartenere ad ogni spettatore della sua opera. In questa luce vanno considerati e compresi anche i numerosi soggetti mitologici o quelli legati alla tauromachia: espressioni oggettivamente differenti di un unico contesto, collegato a un mondo di aspirazioni di gridate speranze. Né differentemente si potrà leggere l’amore dell’artista per il povero Lazarillo, per il manzoniano Renzo o, in chiave eroica, per l’appassionato Don Quijote, cui Sassu attribuisce un credito e una serietà assai maggiori di quanto la bonaria cultura del tempo lasci presagire, e il furioso, pazzo e innamorato Orlando: emblemi, tutti, di una situazione unica, sfaccettata differentemente, ma legata a una sola ed unica matrice. […]
[…] La carica infatti che attrae irresistibilmente Sassu è quella di una forma di eroismo mitico, cui tutti i suoi personaggi si sentono partecipi. Mitico poiché questo richiamo sconfina dalla quotidianità delle azioni comuni, né trova spazio se non nelle ampie e irreali scacchiere, nei lussureggianti paesaggi di sogno o nelle magiche cale in riva al mare. Ma anche eroismo, inteso come tensione costante, di stampo quasi romantico, verso un’ansia di infinito, non già raggiunto attraverso un estatico abbandono, ma con il tramite di questo universale sentimento di eroicità grandiosa, che è là, ancora più in là, mai raggiunto, eppure sempre in procinto di esserlo. In questo senso la mitologia si carica di significati. […]
[…] Per questo non trova spazio nella storia, ma nel sogno. Anzi essa sembra perennemente accadere negli irreali spazi di prospettive smisurate e di paesaggi sognati, ove cavalli, paesaggi ed esseri in lotta trasfigurano nel mito, elementi in equilibrio fra il “così sembra”, e il “così è” e soprattutto il “così potrebbe essere”. Il mito diviene la possibilità storica di proiettare passato e presente nel futuro. In questa chiave l’eroicità cui Sassu lega costantemente le sue creature, assume in fondo la cadenza di un tentativo ripetuto di porre in atto la verità, ma tale operazione non avviene rovistando nell’ordinario, ma ribaltando il suo aspetto quotidia-
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no in una dimensione epica. “Il porsi in opera della verità - diceva Heidegger apre il prodigioso, rovesciando l’ordinario e ciò che è mantenuto come tale”. […] Da: ALIGI SASSU. Catalogo dell’opera incisa e litografica, Vol. I. – 1927/1983, Edizioni Giorgio Mondadori & Associati, Milano, 1983.
1966. Sassu e De Chirico all’inaugurazione della mostra tenuta in marzo alla galleria Penelope di Roma
1984. Sassu e il Presidente Pertini che inaugura la grande mostra a Castel S. Angelo, Roma. Sullo sfondo il dipinto LA GRANDE BATTAGLIA, 1951
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Poesia come profezia di Carlo Pedretti […] Del resto Aligi Sassu si presenta da sé: “La parola del poeta è per me verità, natura, anima, una profezia di quello che ho fatto e che devo fare”. Di qui la raccolta cronologica delle sue poesie intercalate da acqueforti. Di qui quel senso di innocente, istintivo narcisismo, per cui la pagina manoscritta Manuscriptum s’intitola Ia raccolta - si fa specchio del proprio carattere o della propria anima, come si diceva un tempo, e quindi sintesi di una visione pittorica del mondo, perfino quello osservato dall’aereo, ma soprattutto quello urbano col suo turbinio ineffabile, dove bellezza, gioia e dolore si avvicendano con sostenuti ritmi cromatici, e dove la luce prevale anche quando incombe la tragedia. Dunque, poesia come profezia, quella di Sassu, scandita com’è nella
Sassu controlla una delle sue lastre in stamperia
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sequenza dei punti salienti del suo procedere come pittore e come grafico, sperimentatore senza posa che sollecita alla mano la realizzazione immediata, anche se lungamente meditata e sofferta, di un’idea, per cui le illustrazioni a testi classici - Omero, Dante, Boccaccio, Ariosto, via via fino a Manzoni - non è ludico esercizio della fantasia sul tema dell’oraziano Deus nobis haec hotia fecit, ma intensa riflessione esegetica, volontà e insieme capacità di dare corpo e immagine al racconto epico o drammatico, e quindi commento e tributo a un modello insigne riproposto all’attualità anche come scultura. E per questo Sassu guarda sempre avanti, folgorato dal vaticinio della profezia di quello che deve ancora fare, ma sempre con fine e riflessiva consapevolezza dell’immensità del passato, con quel tanto di sorridente melanconia da evocare le morte stagioni di leopardiana memoria. […] Da: ALIGI SASSU. Catalogo dell’opera incisa e litografica. Vol. II – 1983/1995, Edizioni Della Bezuga, Firenze, 1995.
Sassu incide una lastra nel suo studio di Monticello Brianza
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La nuova giovinezza di Sassu si chiama Palma di Maiorca di Dino Buzzati […]Negli ultimi trent’anni abbiamo avuto tre grandi allevamenti di cavalli. Il primo è quello di Picasso, che ha proliferato quadrupedi più o meno genuini o bastardi sulle pareti di tutte le gallerie d’arte del mondo. Ricordate il cavallo morente nel famoso quadro intitolato “Guernica”? Ha avuto più figli e nipoti quel mammifero che i Patriarchi del Vecchio Testamento. Un cavallo espressionista. Altra scuderia, quella di Marino Marini, scultore: con prodotti potentemente stilizzati in senso nuovo e moderno, ma fedeli a un ideale di purezza e nudità arcaica. Cavalli ridotti talmente all’essenziale da saper esprimere un senti-
1972. Sassu nel suo studio di Monticello Brianza (Co)
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mento più umano che equino. E il terzo allevamento appartiene ad Aligi Sassu. Cavalli galoppanti, rampanti, volanti, per lo più imbizzarriti, pieni di estro, eleganza, mattini di primavera e fantasia; e colore rosso, giallo, bianco, viola, verde; lunghe criniere, lunghe code. L’idea-cavallo abbandonata a sé stessa in scalpitanti fantasmagorie al sole mediterraneo, su spiagge e dirupi solitari. Cavalli che erano folate di vento, bizze d’amore, fiamme, rondini, strane creature, più simili a un sogno che a un capitolo di storia naturale. Cavalli essenzialmente lirici. Questi destrieri hanno avuto un meritato successo, oltre al resto erano espliciti, vivificanti e allegri. […] Dal Corriere della Sera, Milano, 22 marzo 1965.
1993, 21 ottobre. Sassu con il cognato Alfredo Paglione alla Galleria Appiani Arte 32
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La poesia è utopia e verità e sogno di poesia. La pittura è poesia prima di essere verità, la pittura dà forma al disegno, alla poesia, alla mia coscienza, alla mia utopia, di un’arte che è la verità, la concreta splendida verità che non è mai la riduzione al quotidiano ma il mito di un mondo assoluto futuro, un’ipotesi che cala nel presente il passato, ma anche l’avvenire, ciò che sarà ed è. La parola non è più un’ipotesi, un segno, un simbolo, ma si fà concretamente linea, forma e colore. Così la parola di un poeta è per me verità, natura, anima, una profezia di quel che ho fatto, che devo fare. Aligi Sassu Dal vol. “Aligi Sassu. Manuscriptum”, Ediz. La Bezuga, Firenze, 1992
Tavole
I cavalli verdi Dalla suite “Sassu”
1967 litografia a 5 colori, cm 54,5x75 24
Inv. n° 8338
La picada Dalla suite “Sassu”
Inv. n° 8340
1967 litografia a 4 colori, cm 75x54,5 25
Cavallo di gloria, Hutalabi Dalla suite “Omaggio alla Sardegna“
1970 litografia a 7 colori, cm 44,5x60 26
Inv. n° 8342
Dei sughereti sotto il sol d’argento Dalla suite “Omaggio alla Sardegna“
Inv. n° 8344
1970 litografia a 5 colori, cm 44,5x61 27
Ruggiero e Gradasso Dalla suite “Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando furioso“
1974 acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x44,5 28
Inv. n° 8350
La maga Alcina Dalla suite “Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando furioso“
Inv. n° 8351
1974 acquaforte e acquatinta a un colore, cm 59,5x44,5 29
Orlando e il suo cavallo Dalla suite “Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando furioso”
1974 acquaforte, acquatinta e bulino a 2 colori, cm 59,5x45 30
Inv. n° 8357
Isola perduta Dalla suite “Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando furioso”
Inv. n° 8361
1974 acquaforte e bulino a 3 colori, cm 59,5x45,5 31
L’isola di corallo Dalla suite “La via dell’aurora”
1976 acquaforte e acquatinta a 3 colori, cm 68,3x84,2 32
Inv. n° 8363
Fulgidi verdi cavalli Dalla suite “La via dell’aurora”
Inv. n° 8364
1976 acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 68,5x84,5 33
La morte di Patroclo
1978 litografia a 6 colori su sughero, cm 70x90 34
Inv. n째 8369
Maison Tellier. Le tre rosse
Inv. n째 8373
1980 litografia a 5 colori su sughero, cm 70x90 35
La casita
1982 acquaforte e acquatinta a 8 colori, cm 75x100 36
Inv. n째 8378
La grande battaglia
Inv. n째 8379
1982 acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 71,5x99 37
I cavalli dell’Apocalisse Dalla suite “Apocalisse”
1982 acquaforte e punta meccanica in rosso, cm 54,5x81 38
Inv. n° 8380
Cavalli di luce Dalla suite “Cavalli di luce”
Inv. n° 8388
1982 serigrafia a colori, cm 60x80 39
Tre cavalli sulla scacchiera
1983 acquaforte e acquatinta a 7 colori, cm 100x75 40
Inv. n째 8392
Pierrots
Inv. n째 8394
1983 acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 100x75 41
Il cavaliere della triste figura Dalla suite “Don Chisciotte della Mancia”
1985 litografia a 4 colori, cm 70x50 42
Inv. n° 8403
Don Chisciotte e i mulini a vento Dalla suite “Don Chisciotte della Mancia”
Inv. n° 8404
1985 litografia a 5 colori, cm 70x50 43
Cavalli all’alba
1986 acquaforte e acquatinta a 4 colori, cm 65x86 44
Inv. n° 8412
Cavalli di Atlantide
Inv. n째 8415
1987 litografia a 9 colori, cm 54x76 45
I due soli
1987 litografia a 7 colori, cm 54x76 46
Inv. n째 8416
Battaglia sulle rive dello Scamandro
Inv. n째 8417
1987 litografia a 9 colori, cm 54x76 47
I verdi cavalli dell’isola
1989 serigrafia a colori, cm 70x100 48
Inv. n° 8419
Il cavaliere dell’isola
Inv. n° 8420
1989 serigrafia a colori, cm 70x100 49
I cavalli delle isole
1989 serigrafia a colori, cm 70x100 50
Inv. n째 8421
Los papiros del Estanque Dalla suite “Aligi Sassu. Il mito del Mediterraneo”
Inv. n° 8424
1989/90 acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87 51
La cavalcata Dalla suite “Aligi Sassu. Il mito del Mediterraneo”
1989/90 acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87 52
Inv. n° 8425
I cavalli di Poseidone Dalla suite “Aligi Sassu. Il mito del Mediterraneo”
Inv. n° 8428
1989/90 acquaforte, acquatinta e puntasecca a 6 colori, cm 65x87 53
Catalogo generale
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Elenco opere
Suite SASSU. N. 1/6. Queste litografie fanno parte di una cartella dal titolo Sassu, contenente 6 litografie dell’artista, ispirate a soggetti spagnoli, tirate a 99 esemplari con numeri arabi, IX esemplari con numeri romani, su fogli della cartiera Ventura di Cernobbio. Stampatore Nicolini, Milano. Editore: Galleria Trentadue, Milano.
1. Il guado, 1967, litografia a 3 colori, cm 75x54,5, Inv. n° 8336 2. Cavallino rosa, 1967, litografia a 4 colori, cm 54,5x75, Inv. n° 8337 3. I cavalli verdi, 1967, litografia a 5 colori, cm 54,5x75, Inv. n° 8338 4. A la barrera, 1967, litografia a 3 colori, cm 75x54,5, Inv. n° 8339 5. La picada, 1967, litografia a 4 colori, cm 75x54,5, Inv. n° 8340 6. Dos orejas, 1967, litografia a 4 colori, cm 54,5x75, Inv. n° 8341 Suite OMAGGIO ALLA SARDEGNA. N. 7/11. Queste litografie fanno parte della cartella Omaggio alla Sardegna. Aligi Sassu: 5 litografie originali ispirate a poesie di Sebastiano Satta, tirate in 100 esemplari con numeri arabi, X esemplari con numeri romani. Stampatore ed Editore: Litografica Internazionale, Milano.
7. Cavallo di gloria, Hutalabi, 1970, litografia a 7 colori, cm 44,5x60, Inv. n° 8342 8. Va per la tanca in fiore, 1970, litografia a 5 colori, cm 44,5x60, Inv. n° 8343 9. Dei sughereti sotto il sol d’argento, 1970, litografia a 5 colori, cm 44,5x61, Inv. n° 8344 10. Arde l’elce ed il selvaggio ulivo, 1970, litografia a 5 colori, cm 45,5x60, Inv. n° 8345 11. Mi uccise col rosso cavallo, 1970, litografia a 5 colori, cm 50x71,9, Inv. n° 8346 Suite FANTASIE D’AMORE E DI GUERRA DELL’ORLANDO FURIOSO. N. 12/26. Queste opere fanno parte della cartella Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando furioso, contenente 15 incisioni a colori e un’introduzione di Vittorio Sereni, tirate in 90 esemplari in numeri arabi. Stampatore ed Editore: Stamperia Dell’Orso, Milano.
12. Rinaldo e Sacripante, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8347 13. Bradamante, 1974, acquaforte e acquatinta a 3 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8348 14. Ruggiero, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8349 15. Ruggiero e Gradasso, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8350 16. La maga Alcina, 1974, acquaforte e acquatinta a un colore, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8351 17. Cavalieri, 1974, acquaforte e acquatinta a 4 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8352 18. Angelica, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8353 19. La battaglia, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8354 20. I mostri, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x44,5, Inv. n° 8355 21. Angelica e Medoro, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8356 22. Orlando e il suo cavallo, 1974, acquaforte, acquatinta e bulino a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8357 23. La gran follia, 1974, acquaforte e acquatinta e bulino a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8358 24. Pazzia di Orlando, 1974, acquaforte e acquatinta a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8359 68
25. Fiordispina e Bradamante, 1974, bulino a 2 colori, cm 59,5x45, Inv. n° 8360 26. Isola perduta, 1974, acquaforte e bulino a 3 colori, cm 59,5x45,5, Inv. n° 8361 Suite LA VIA DELL’AURORA. N. 27-28 -29. Queste opere fanno parte della cartella La via dell’aurora, contenente alcune poesie di Raphael Alberti e 6 acqueforti-acquetinte di Sassu, tirate in 100 esemplari con numeri arabi e XXX esemplari con numeri romani. Stampatore: Majoli, Milano. Editore: Torcular, Trezzano sul Naviglio (Mi).
27. Cavalli di spuma, 1976, acquaforte e acquatinta a 4 colori, cm 68,6x84,4, Inv. n° 8362 28. L’isola di corallo, 1976, acquaforte e acquatinta a 3 colori, cm 68,3x84,2, Inv. n° 8363 29. Fulgidi verdi cavalli, 1976, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 68,5x84,5, Inv. n° 8364 30. Cavallo fra i sugheri, 1976, litografia a 5 colori su sughero, cm 70x89,7, Inv. n° 8365 31. Il bosco di sugheri, 1976, litografia a 6 colori su sughero, cm 70x90, Inv. n° 8366 32. I fuochi del cielo, 1977, acquaforte e acquatinta a colori, cm 70x90, Inv. n° 8367 33. Patroclo, 1977, acquaforte e acquatinta a colori, cm 69,3x85, Inv. n° 8368 34. La morte di Patroclo, 1978, litografia a 6 colori su sughero, cm 70x90, Inv. n° 8369 35. I cavalli corrono con il diavolo in corpo, 1979, serigrafia a colori, cm 69,5x86, Inv. n° 8370 36. I cavalli rosa, 1979, serigrafia a colori, cm 69,5x90,5, Inv. n° 8371 37. Il grande sole, 1980, acquaforte e acquatinta a 4 colori, cm 69x84, Inv. n° 8372 38. Maison Tellier. Le tre rosse (ediz. su sughero), 1980, litografia a 5 colori, cm 70x90, Inv. n° 8373 39. Maison Tellier. Le tre rosse (ediz. su carta), 1980, litografia a 5 colori, cm 70x90, Inv. n° 8374 40. Attesa, 1981, serigrafia a colori, cm 64x86, Inv. n° 8375 41. Cavalcata, 1981, serigrafia a colori, cm 63x81,5, Inv. n° 8376 42. Caffè grigio, 1981, serigrafia a colori, cm 69,5x80, Inv. n° 8377 43. La casita, 1982, acquaforte e acquatinta a 8 colori, cm 75x100, Inv. n° 8378 44. La grande battaglia, 1982, acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 71,5x99, Inv. n° 8379
Suite APOCALISSE. N. 45/51. Queste opere illustrano il volume Apocalisse che contiene in una duplice suite l’acquaforte n. 45 e le 6 litografie successive, tirate in 100 esemplari con numeri arabi, XXX esemplari con numeri romani, più 21 esemplari con le lettere dell’alfabeto (da A a Z). Stampatori: L’Incisione, Corbetta (Mi); La Tavolozza, Milano. Editore: Torcular, Trezzano sul Naviglio (Mi).
45. I cavalli dell’Apocalisse, 1982, acquaforte e punta meccanica in rosso, cm 54,5x81, Inv. n° 8380 46. L’angelo con la spada di fuoco, 1982, litografia a 6 colori, cm 54x81, Inv. n° 8381 47. Fuoco e sangue sono gettati sulla terra, 1982, litografia a 4 colori, cm 54x81, Inv. n° 8382 48. L’angelo e il demone, 1982, litografia a 3 colori, cm 54x81, Inv. n° 8383 49. La grande meretrice, 1982, litografia a 4 colori, cm 54x81, Inv. n° 8384 50. Lo stagno di fuoco, 1982, litografia a 4 colori, cm 54x48, Inv. n° 8385 69
51. L’angelo nel cielo, 1982, litografia a 6 colori, cm 54x81, Inv. n° 8386 Suite CAVALLI DI LUCE. N. 52-53-54. Queste opere fanno parte della cartella Cavalli di luce, contenente una poesia di Alberico Sala e 3 serigrafie di Sassu, tirate in 120 esemplari e XXX esemplari con numeri romani. Stampatore: L’incisione, Corbetta (Mi). Editore: Edizioni Trentadue, Milano.
52. Cavallo di luna, 1982, serigrafia a colori, cm 80x60, Inv. n° 8387 53. Cavalli di luce, 1982, serigrafia a colori, cm 60x80, Inv. n° 8388 54. Caval Bernard, 1982, serigrafia a colori, cm 80x60, Inv. n° 8389 55. Le bagnanti, 1983, acquaforte e acquatinta a colori, cm 75x101, Inv. n° 8390 56. Uomini che lottano e cavallo , 1983, acquaforte e acquatinta a 7 colori, cm 73,5x100, Inv. n° 8391
57. Tre cavalli sulla scacchiera, 1983, acquaforte e acquatinta a 7 colori, cm 100x75, Inv. n° 8392 58. Gli argonauti, 1983, acquaforte e acquatinta a 8 colori, cm 100x75, Inv. n° 8393 59. Pierrots, 1983, acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 100x75, Inv. n° 8394 60. Il cerchio nella roccia, 1983, acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 68x86,5, Inv. n° 8395 61. Lotta tra il Centauro e il cavaliere, 1984, acquaforte a 5 colori, cm 64x80, Inv. n° 8396 62. Lopez de Aguirre uccide la figlia en Barquisimeto, 1984, acquaforte a 6 colori, cm 65,5x86,5, Inv. n° 8397 63. Lopez de Aguirre a la orilla del Rio Amazonas, 1984, acquaforte a 6 colori, cm 65,5x86,5, Inv. n° 8398 64. Cavaliere caduto, 1984, acquaforte a 5 colori, cm 65,5x86,5, Inv. n° 8399 65. Uomo e cavallo. Diomede, 1984, acquaforte a 6 colori, cm 99,5x70, Inv. n° 8400 66. Il ratto d’Europa, 1984, litografia a 5 colori, cm 86,5x63, Inv. n° 8401 67. Il caffè azzurro, 1984, serigrafia a colori, cm 80x63, Inv. n° 8402
Suite DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA. N. 68-74. Queste opere fanno parte della cartella Don Chisciotte della Mancia contente 7 litografie originali a colori, tirate in 125 esemplari con numeri arabi e XXV in numeri romani. Stampatore ed Editore: Espolito, Torino.
68. Il cavaliere della triste figura, 1985, litografia a 4 colori, cm 70x50, Inv. n° 8403 69. Don Chisciotte e i mulini a vento, 1985, litografia a 5 colori, cm 70x50, Inv. n° 8404 70. Don Chisciotte e i crudeli janghesi, 1985, litografia a 6 colori, cm 70x50, Inv. n° 8405 71. Don Chisciotte, Sancho Panza e Dulcinea, 1985, litografia a 4 colori, cm 70x50, Inv. n° 8406
72. Don Chisciotte e i commedianti, 1985, litografia a 6 colori, cm 70x50, Inv. n° 8407 73. Don Chisciotte e la famosa avventura dei leoni, 1985, litografia a 5 colori, cm 70x50, Inv. n° 8408 74. Della famosa avventura della barca, 1985, litografia a 4 colori, cm 70x50, Inv. n° 8409
75. Due cavalli e cavaliere caduto, 1985, serigrafia a colori, cm 70x80, Inv. n° 8410 76. Il cavallo delle Esperidi, 1986, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 65x86,5, Inv. n° 8411
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77. Cavalli all’alba, 1986, acquaforte e acquatinta a 4 colori, cm 65x86, Inv. n° 8412 78. La Foradada, 1986, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 65x86,5, Inv. n° 8413 79. Le cavalle di Abderos, 1986, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 65x86,5, Inv. n° 8414 80. Cavalli di Atlantide, 1987, litografia a 9 colori, cm 54x76, Inv. n° 8415 81. I due soli, 1987, litografia a 7 colori, cm 54x76, Inv. n° 8416 82. Battaglia sulle rive dello Scamandro, 1987, litografia a 9 colori, cm 54x76, Inv. n° 8417 83. Tre cavalli nella pineta, 1988, serigrafia a colori, cm 94x120, Inv. n° 8418 84. I verdi cavalli dell’isola, 1988, serigrafia a colori, cm 70x100, Inv. n° 8419 85. Il cavaliere dell’isola, 1989, serigrafia a colori, cm 70x100, Inv. n° 8420 86. I cavalli delle isole, 1989, serigrafia a colori, cm 70x100, Inv. n° 8421 Suite ALIGI SASSU. IL MITO DEL MEDITERRANEO. N. 87-95. Queste opere fanno parte della cartella Aligi Sassu. Il mito del Mediterraneo, contenente 7 acqueforti-acquetinte e puntasecca a più colori, tirate in 100 esemplari con numeri arabi e XXX esemplari con numeri romani. Stampatore: La Tavolozza, Milano. Editore: Torcular, Trezzano sul Naviglio (Mi).
87. La dragonera, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87, Inv. n° 8422
88. Paesaggio, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 5 colori, cm 65x87, Inv. n° 8423 89. Los papiros del Estanque, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87, Inv. n° 8424
90. La cavalcata, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87, Inv. n° 8425 91. La cascata, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 65x87, Inv. n° 8426 92. El morro, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 6 colori, cm 65x87, Inv. n° 8427 93. I cavalli di Poseidone, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 6 colori, cm 65x87, Inv. n° 8428 94. Il grande cavallo rosso, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 6 colori, cm 65x87, Inv. n° 8429 95. La sorpresa, 1989/90, acquaforte, acquatinta e puntasecca a 7 colori, cm 87x65, Inv. n° 8430
Suite MANUSCRIPTUM. N. 96-100. Queste opere fanno parte della cartella Manuscriptum, contenente testi poetici di Aligi Sassu e 5 ceremolli-acquetinte dell’Autore, tirate in 125 esemplari in numeri arabi e L in numeri romani. Stampatore ed Editore: Stamperia della Bezuga, Firenze.
96. Il puledro di Crono, 1992, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 76x56, Inv. n° 8431 97. Arione, 1992, acquaforte e acquatinta a 6 colori, cm 76x56, Inv. n° 8432 98. La splendida madre dell’abisso, 1992, ceramolle e acquatinta a 6 colori, 76x56 cm, Inv. n° 8433
99. Ermete, 1992, ceramolle e acquatinta a 2 colori, cm 76x56, Inv. n° 8434 100. I cavalli dei Dioscuri , 1992, acquaforte e acquatinta a 5 colori, cm 76x56, Inv. n° 8435
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Biografia
Sassu e la sua scultura “Grande cavallo impennato”, 1960, Alt. 265 cm
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1912-1927 Aligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio da padre sardo e madre emiliana. Trascorre alcuni anni dell’infanzia in Sardegna dove la famiglia è costretta a trasferirsi per difficoltà economiche. Ritornato a Milano agli inizi degli anni venti, il giovane Aligi inizia a visitare col padre diverse esposizioni d’arte, frequenta musei e biblioteche e resta colpito da una mostra futurista allestita al Cova. Intanto lavora come apprendista litografo e si iscrive ai corsi serali dell’Accademia di Brera. Trova su di una bancarella e acquista il libro di Boccioni, Pittura e scultura futuriste (dinamismo plastico), appassionandosi alla lettura di riviste e testi futuristi. Questo interesse, in particolare per il dinamismo boccioniano, viene perfezionato con la visione diretta delle opere di Boccioni avvenuta nell’inverno del 1927 nello studio milanese di Fedele Azari, segretario del movimento futurista. Con Bruno Munari, conosciuto ai giardini di Porta Venezia, si reca da Filippo Tommaso Marinetti che presenta entrambi nel corso di una serata tenutasi a Milano e recensita sulle pagine del quotidiano “L’Ambrosiano” del 23 novembre 1927. Nello stesso anno espone per la prima volta alcuni dipinti alla Galleria Pesaro, in una mostra futurista che si sposterà poi in Germania, Cecoslovacchia e Svizzera. Così, molte opere di questa stagione vanno disperse. In uno scritto di alcuni anni fa lo stesso Sassu ricordava il significato di questa sua iniziale adesione al futurismo: “L’interesse al contenuto che l’ideologia futurista aveva, era l’elemento che più ha contribuito ad avvicinarmi ad esso, unitamente a quel naturale sentimento che hanno tutti i giovani per un radicale rinnovamento del linguaggio delle forme”. 1928 Sottoscrive, ancora con Munari e con l’intestazione Gruppo Giovani Futuristi Milanesi, il manifesto della pittura Dinamismo e riforma muscolare nel quale, dopo un doveroso omaggio al “meraviglioso genio del Grandissimo Boccioni”, si legge: “Con le nostre ricerche noi siamo giunti a questa conclusione: che un uomo, un cavallo, una bicicletta non possono raggiungere la velocità che li trasporta fino quasi all’annullamento. Perciò nel dinamismo un corpo conserva la forma più o meno delineata e trasformata del corpo stesso moltiplicato per le linee dinamiche. […] Il dinamismo prende le forme dell’essere cui dà vita… Abbiamo così creato la ‘riforma muscolare’ con cui una nuova muscolatura applicata alla forma del soggetto trattato e una nuova composizione prospettica otteniamo degli esseri che conservano ancora qualche forma umana, ma hanno una nuova muscolatura più potente e dinamica, ottenendo forme dinamiche nuove e meccanizzandole anche in una visione sintetica antiprospettica, abolendo quindi la prospettiva naturale. Naturalmente queste figurazioni fantastiche devono pure avere tinte fantastiche, antinaturali, adatte all’ambiente in cui vivono secondo lo spirito creatore”. A soli sedici anni è invitato a esporre due dipinti (Nudo plastico e Uomo che si abbevera alla sorgente) alla Biennale di Venezia nella sala dei futuristi. 1929-1933 Superata l’esperienza futurista e in antitesi al Novecento italiano di Margherita Sarfatti, realizza il ciclo degli Uomini rossi (circa 500 opere fra olii, tempere e disegni) e lavora al tema dei Ciclisti: il più noto è l’encausto I Ciclisti del 1931.
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Segue per un certo periodo i corsi dell’Accademia di Brera che poi è costretto ad abbandonare per ragioni economiche e passa a frequentare l’Accademia libera creata da Barbaroux, allora direttore della Galleria Milano, il quale in cambio di un quadro al mese metteva a disposizione un grande locale con cavalletti e modelle. Qui incontra Birolli, Spilimbergo, Tomea e Manzù. È con quest’ultimo che Sassu affitta il suo primo studio, un abbaino in piazzale Susa. 1930 Partecipa a una collettiva alla Galleria Milano presentata da Raffaello Giolli e recensita sull’“Ambrosiano” da Carrà, che sottolinea come Sassu si manifesti “sotto l’influenza di Picasso”, mentre due anni dopo espone con Birolli, Cortese, Grosso, Manzù e Tomea alla Galleria del Milione. Il giovane critico Sandro Bini dedica a Sassu una pubblicazione (Aligi Sassu, fisime e nostalgie della critica) che riassume il dibattito critico suscitato dal suo lavoro fin da questa fase iniziale. 1933-1936 Espone alla Galleria delle Tre Arti con Manzù e Grosso. Nell’autunno compie il suo primo viaggio a Parigi dove soggiorna in rue Elisée de Beaux-Arts per alcuni mesi, ospite di un amico, e conosce Magnelli, De Pisis, Campigli, Leonor Fini, Léger e Lionello Venturi. Visita i grandi musei, frequenta la biblioteca SainteGeneviève, ammira Delacroix, studia Géricault, Renoir e gli impressionisti, resta colpito dall’uso del colore di Matisse. Espone alla Galleria Quatre Chemins con Gruber e Tomea. Dipinge i primi Caffè, un tema suggeritogli dall’apertura della catena di ritrovi Chez Dupont e su cui spesso tornerà arricchendolo di nuovi motivi. Torna in Italia e affronta da socialista la dura realtà del fascismo. Vi si oppone con tutti i mezzi e complotta con altri giovani, tra cui De Grada e Guttuso. Dipinge Fucilazione nelle Asturie (1935), uno dei primi dipinti di tutta la Resistenza europea. 1937-1938 Viene segnalato, arrestato e condannato dal Tribunale Speciale. Alla condanna, segue un periodo di detenzione di circa diciotto mesi passati nelle carceri di San Vittore, Regina Coeli e Fossano, in Piemonte, dove, non potendo dipingere, riempie numerosi quaderni di appunti e schizzi. Sono oltre 400 i disegni realizzati e, fra essi, oltre a immagini che testimoniano stati di angoscia e disperazione, si trovano tutti i soggetti preferiti dall’artista: battaglie, ciclisti, scene mitologiche, studi di figure. 1939-1945 Uscito dal carcere, pur se sorvegliato speciale non si dà per vinto; la lotta alla tirannia si traduce in evidenti metafore nei dipinti di questi anni: La Fucilazione in Spagna, La morte di Cesare e numerose Crocefissioni. Comincia con Lucio Fontana a frequentare Albisola, dove poi si recherà frequentemente contribuendo, con l’ausilio di Tullio Mazzotti, al rinnovamento della ceramica ligure. Intanto ritrova il vecchio gruppo di artisti e intellettuali amici (De Grada, Treccani, Migneco, Bo, Quasimodo, Vigorelli, Anceschi, Sereni, De Micheli, Marchiori) partecipando al movimento di “Corrente”. È un periodo di intenso lavoro creativo. Ne fanno fede la serie delle Battaglie, dei Concili, dei Caffè.
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Espone la grande tela Sortita di cavalieri veneti a Famagosta al premio Bergamo. Nel marzo del 1941 presenta alla Bottega di Corrente 41 opere accompagnate in catalogo da un testo di Luciano Anceschi. Tiene anche personali alla Galleria Genova di Genova, alla Galleria del Cavallino di Venezia e alla Galleria Barbaroux di Milano. Nel 1943 l’industriale Primo Minervino lo invita a realizzare un affresco nella sua villa di Zorzino, sul lago d’Iseo. Qui lavora ai 58 acquerelli per illustrare i Promessi Sposi e si aggrega alle forze della Resistenza ai nazifascisti. L’anno seguente dipinge I martiri di piazzale Loreto, esposto poi alla Biennale di Venezia del 1952 e acquistato in quell’occasione dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dietro suggerimento di Giulio Carlo Argan. Il 4 ottobre del 1945 inaugura alla Galleria Santa Radegonda una personale con opere eseguite fra il 1929 e il 1945. Il testo del catalogo è di Enrico Emanuelli. Esegue le prime Maison Tellier, ispirate al noto racconto di Maupassant. 1946-1949 Nel dopoguerra, attiva e continua è la sua presenza nelle mostre più importanti in Italia e all’estero. Illustra numerosi testi classici: esegue varie cartelle di litografie. Presenta la sua prima produzione di ceramiche alla Galleria dell’Illustrazione Italiana di Milano nel 1948, anno in cui espone alla Biennale di Venezia il grande dipinto Cristo davanti al Sinedrio. 1950-1962 Già aveva iniziato ad applicarsi alla scultura sul finire degli anni quaranta. Ora si dedica anche all’affresco e al mosaico, realizzando vasti cicli di opere murali, principalmente in Sardegna, in Liguria, a Milano, Napoli e Pescara. Nel 1951 ordina una mostra antologica al Museo Caccia di Lugano e l’anno successivo allestisce una personale alla Galleria La Colonna di Milano, diretta da Renata Usiglio. Dalle frequentazioni liguri nasce la serie dei Porti di Savona che presenterà in diverse rassegne personali. Decora inoltre, utilizzando diversi pannelli, l’intera parete del ristorante Pescetto con le Cronache di Albisola, in cui sono rappresentati artisti, pittori, scrittori, critici e poeti che sono soliti ritrovarsi d’estate ad Albisola. Quest’opera verrà poi smembrata verso la fine degli anni sessanta. Sempre ad Albisola, realizza un mosaico sulla passeggiata a mare, l’affresco I Liberatori (1956), e, nella vicina Savona, un pannello di ceramica sulla facciata della scuola Mameli. Nel 1956 va in Cina a capo di una delegazione di artisti italiani, visita Pechino e Shangai (dove tra l’altro espone), Hangzhou, Deyang Canton e altri piccoli centri. Utilizza schizzi e appunti presi per una serie di incisioni e per un grande dipinto, La nuova Cina, che, con altri di medesimo soggetto, espone alla Galleria La Colonna. L’anno successivo espone alla Galleria San Fedele di Milano una Via Crucis e partecipa alla Mostra Internazionale della Ceramica di Nizza. Nel 1961 è chiamato a eseguire scenografie per il teatro alla Scala di Milano (La Giara e Carmen) e per il Massimo di Palermo (El amor brujo di De Falla). Progressivamente si isola dal contesto del dibattito artistico italiano. Nel 1962 esegue a Thiesi l’affresco di tema storico I moti angioini. Compie un breve viaggio negli Stati Uniti e al ritorno realizza un ciclo di dipinti ispirati agli Spirituals.
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1963 È l’anno di una svolta nella vita e nella storia artistica di Sassu: apre un nuovo studio a Cala San Vicente, nell’isola di Maiorca, dove comincia a trascorrere lunghi periodi e affida la gestione di tutta la sua opera alla Galleria Trentadue di Milano diretta da Alfredo Paglione, che pochi anni dopo diventerà suo cognato. Con l’editore De Tullio pubblica Opera grafica, una raccolta di 35 incisioni inedite eseguite fra il 1929 e il 1962 con un’introduzione di Salvatore Quasimodo e un saggio critico di Giorgio Mascherpa. Segue un periodo di grande fervore creativo e di intensa attività espositiva. 1964 Realizza in mosaico l’abside del duomo di Lodi ed esegue a Pescara il grande dipinto Il Concilio Vaticano II per la chiesa di Sant’Andrea. 1965 Curata da Mario De Micheli, tiene una importante mostra di disegni, grafica e scultura alla Galleria Civica di Monza. Prima personale alla Galleria Trentadue, Tauromachia e Paesaggi di Spagna, presentata da Enzo Fabiani. Realizza a Thiesi il murale in ceramica La vita e la natura. 1966 Il Governo rumeno lo invita ad allestire a Bucarest una mostra antologica di 100 dipinti. 1967 Nella primavera seconda mostra delle Tauromachie alla Galleria Trentadue presentata da Rafael Alberti. La rassegna poi verrà trasferita in altre città italiane (Verona, Udine, Venezia, Firenze, Roma, Genova, Sassari, Palermo). Nell’estate la Galleria Civica di Cagliari riapre le sue sale con una vasta rassegna antologica di 111 opere, curata da Alfredo Paglione; in catalogo testi di Franco Russoli, Corrado Maltese e Salvatore Naitza. Da Milano si trasferisce a Monticello Brianza. 1968 Dipinge una serie di grandi opere fra cui un ritratto di Che Guevara che, dopo essere stato esposto a Milano alla Galleria Trentadue, viene donato, su suggerimento del poeta Rafael Alberti al Museo dell’Avana. 1969 La rivista “Civiltà delle macchine” gli dedica un numero in cui viene pubblicato un ampio saggio di Carlo Bo dal titolo Sassu e la presenza ignota. 1970 La Galleria Trentadue ripropone il ciclo degli Uomini rossi 1929-1933 con una mostra curata da Riccardo Barletta, successivamente trasferita in altre città. Mostra alla Galleria dell’Orso di Milano sul tema Omaggio alla Sardegna e pubblicazione dell’omonima cartella contenente 5 litografie e altrettante poesie di Sebastiano Satta. La rivista “Il Poliedro” gli dedica uno speciale numero monografico. In occa-
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sione del suo viaggio in Sardegna, papa Paolo VI dona al Comune di Cagliari il dipinto di Sassu Il Concilio. 1971 Col titolo I maestri del gran fuoco, la Galleria Trentadue presenta una vasta rassegna di ceramiche di Fontana e Sassu realizzate ad Albisola. Partecipa alla Mostra Itinerante del Bronzetto promossa dalla Quadriennale di Roma che viene ospitata presso diversi paesi del Centro e del Sud America, oltre che in Giappone e in Ungheria. 1972 Esegue i bozzetti per le scene e i costumi della Cavalleria rusticana all’Arena di Verona. Alla Galleria Trentadue Mario De Micheli presenta la mostra antologica itinerante I caffè, 1932-1972. Scolpisce un trofeo per il Gran Premio di Merano. Sposa la soprano colombiana Helenita Olivares. 1973 In occasione della riapertura del Teatro Regio di Torino cura le scene e i costumi dei Vespri siciliani, affidati alla regia di Maria Callas e Giuseppe di Stefano. S’inaugura in Vaticano la Galleria d’Arte Moderna e nella sala a lui dedicata è esposto un significativo nucleo di lavori all’interno del quale si distinguono l’affresco Il mito del Mediterraneo e la grande Deposizione del 1943. Alla Galleria Trentadue mostra dei dipinti dal titolo I cavalli innamorati e della omonima suite di 20 opere grafiche con 10 poesie di Raffaele Carrieri. 1974 Si occupa intensamente di grafica e pubblica la cartella di 15 acqueforti dedicate all’Orlando furioso, con un testo di Vittorio Sereni. A Torino, alla Galleria Portici, vengono per la prima volta esposti i disegni eseguiti nel carcere di Fossano nel 1938. 1975 Partecipa con l’esploratore Walter Bonatti a una spedizione nella foresta amazzonica del Venezuela con l’intento di raggiungere il Salto Angel, la cascata più alta del mondo; ne ricava straordinarie impressioni per una serie di dipinti. A Milano, alla Galleria Trentadue, si inaugura una prima mostra dei paesaggi di Maiorca; per l’occasione esce il volume di Mario De Micheli Aligi Sassu. Il paesaggio di natura. Insieme a Manzù riceve il premio Europa. Dipinge lo stendardo (Il Cencio) per il Palio di Siena. 1976 Realizza a Pescara due grandi mosaici per la chiesa di Sant’Andrea, dove in precedenza aveva dipinto, nel 1964, la cappella del Concilio Vaticano II. Pubblica la cartella di sei grandi acquetinte La via dell’aurora con poesie di Rafael Alberti. 1977 Il Centro di Rizzoli di Milano raccoglie in una mostra le opere del periodo futu-
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rista. L’editore Vanni Scheiwiller pubblica, per l’occasione, il volume Sassu futurista, curato da Luciano De Maria. Sue opere sono esposte al Museo d’Arte Moderna di Rotterdam nella mostra dedicata alla bicicletta. Lavora a un ritratto di Antonio Gramsci. Ritorna in Sardegna, nel paese-museo di San Sperate e riceve la cittadinanza onoraria di Nuoro. In occasione di un suo viaggio a Toronto per una mostra personale alla Madison Gallery tiene una serie di conferenze sull’arte italiana. Dona la grande vetrata La Resurrezione alla parrocchia di Desio. Dipinge una Crocefissione nella chiesa di Monticello Brianza e dona al Museo di Ca’ Pesaro di Venezia il dipinto La strada gialla. 1978 Con un giornalista e un fotografo della Rizzoli compie un viaggio a Cuba e ne trae ispirazione per una serie di olii, disegni e pastelli. 1979 Pubblica e presenta in una mostra a Toronto la cartella di 15 incisioni There were no signs ispirate ad altrettante poesie del poeta canadese Irving Layton. Illustra i volumi A les illes dello scrittore spagnolo Baltasar Porcel e le Torxes de pau del poeta maiorchino Miguel Bota Toxto. Gli editori Vangelista, in Italia, e Guadalimar, in Spagna, pubblicano la monografia Aligi Sassu nell’isola ritrovata con uno scritto di Baltasar Porcel. In occasione dell’uscita del volume la Galleria Trentadue presenta i più recenti paesaggi spagnoli, insieme a quelli della spedizione con Walter Bonatti al Salto Angel in Venezuela. Grande antologica a La Llonja di Palma di Maiorca a cura di Alfredo Paglione. In catalogo un importante saggio di Cesareo Rodriguez-Aguilera. Esce a Madrid il n. 12 dei Quaderni d’arte contemporanea di Guadalimar dedicato a Sassu. 1980 Realizza le scene e i costumi per la Carmen all’Arena di Verona. La Galleria Trentadue presenta un’ampia rassegna di opere sul tema dei Ciclisti e Gianni Brera introduce con uno scritto il volume I ciclisti di Aligi Sassu. 1981 Lascia Monticello Brianza e torna a vivere a Milano, nel quartiere di Brera. L’Accademia d’Arte “Scalabrino” di Montecatini gli conferisce il premio “Vita d’artista” per il 1980, allestendogli un’antologica. 1982 Ottiene il riconoscimento pubblico dedicato a “Gli uomini che hanno fatto grande Milano”. 1983 Viene collocata in una piazza di Palma di Maiorca la sua grande scultura in bronzo Cavallo impennato. Il 5 maggio alla Casa del Manzoni di Milano viene presentato il volume I Promessi Sposi illustrato da 58 acquerelli eseguiti da Sassu nel 1943-1944. Dona alla città di Sassari l’affresco Prometeo, che viene collo-
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cato nel Palazzo della Provincia dove, a cura di Alfredo Paglione, s’inaugura una sua mostra antologica successivamente trasferita presso la Pinacoteca Civica di Jesi, dove riceve il premio “Rosa Papa Tamburi”. Dalla casa editrice Priuli Verlucca di Ivrea viene pubblicata l’edizione aggiornata e arricchita di una prefazione di Erich Steingräber del volume Il rosso è il suo barocco di Riccardo Barletta. Presenta alla Galleria Trentadue un serie di nuovi dipinti raccolti sotto il titolo Mitologia e la cartella Apocalisse, una suite di 7 opere grafiche presentate da Werner Spies. In catalogo uno scritto di Erich Steingräber. 1984 A Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, si apre una antologica di 118 opere curata da Franco Solmi, Giuseppe Bonini e Marilena Pasquali. La stessa mostra viene poi trasferita a Roma al Museo di Castel Sant’Angelo a cura di Sandra Giannattasio. Viene pubblicato il Catalogo generale dell’opera incisa e litografica a cura di Paolo Bellini. A Siviglia espone 135 opere durante la “Settimana della cultura italiana” organizzata dall’Università Internazionale Menendez Pelayo. Milano, nelle sale di Palazzo Reale, ospita, a cura di Alfredo Paglione, la più vasta rassegna antologica di Aligi Sassu, con 270 opere fra dipinti, sculture, ceramiche e opere murali. Per la circostanza l’artista dona alla città di Milano la scultura Cavallo impennato che viene collocata nella piazzetta di fronte all’Accademia di Brera. Mostra personale in Germania nelle gallerie Stadthaus e Scheffel di Bad Homburg dove sono esposti sculture, opere grafiche e alcuni dipinti. 1985 Mostra itinerante dei Promessi Sposi in Canada, dove viene ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Toronto, dal Museo d’Arte Contemporanea di Montreal e dalla Biblioteca Nazionale di Ottawa. Viene inaugurato dal presidente del Consiglio Craxi a Milano, in piazza Tricolore, il monumento alla Guardia di Finanza. Per il centenario della nascita di Matteotti viene allestita a Fratta Polesine un’ampia mostra dei disegni dal carcere e dei quadri di impegno politico. Mostra personale alla Galleria Juan Gris di Madrid. Due esemplari della scultura Cavallo impennato vengono collocati nel giardino del Palazzo della Confcommercio di Milano e in una piazza della Repubblica di San Marino.
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1986 Mostra personale alla Galleria Pelaires di Palma di Maiorca. Viene invitato con tre dipinti alla XI Quadriennale di Roma; ugualmente con tre opere alla mostra Il luogo del lavoro organizzata dalla Triennale di Milano e con dieci dipinti degli anni trenta alla rassegna dedicata al Chiarismo lombardo allestita a Milano (Palazzo Bagatti Valsecchi) e a Mantova (Casa del Mantegna). Un nucleo di suoi disegni è esposto alla Mostra della Resistenza in Europa, realizzata a Brescia e curata da Mario De Micheli ed Elvira Cassi Salvi. Porta a compimento, dopo cinque anni, le 113 tavole dedicate alla Divina Commedia di Dante. Tre suoi dipinti vengono acquistati ed esposti al Museo Puskin di Mosca. Nello stesso anno è nominato appuntato d’onore della Guardia di Finanza, onorificenza attribuita a Giacomo Puccini e Gabriele d’Annunzio.
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1987 Con un vero e proprio plebiscito viene nominato cittadino onorario di Palma di Maiorca. Mostra antologica con opere dal 1927 al 1985 al Museo d’Arte Contemporanea di Monaco di Baviera a cura di Alfredo Paglione. In contemporanea tiene, sempre a Monaco, personali nelle gallerie Ruf ed Eichinger. Viene pubblicato I Sepolcri di Foscolo illustrato da 33 acquerelli eseguiti da Sassu nel 1942. A Copenhagen mostra dei Promessi Sposi. Nel decimo anniversario della strage di Piazza della Loggia espone a Brescia, a cura di Floriano De Santi, una selezione di opere di impegno civile sotto il titolo Dagli uomini rossi alle Fucilazioni. Al Museo del Paesaggio di Verbania e al Comune di Argenta viene allestita la mostra antologica Sassu. Il paesaggio. Al Castello Gizzi di Torre de’ Passeri (Pe) viene esposta per la prima volta la Divina Commedia. Festeggia i sessant’anni di pittura con una grande antologica di 100 dipinti al Castello di Rivoli (To), a cura di Alfredo Paglione, e dona alla Regione Piemonte 40 disegni realizzati nel carcere di Fossano. 1988 Mostra antologica di 90 opere di pittura e scultura nel prestigioso edificio trecentesco della Llonja di Palma di Maiorca, a cura di Alfredo Paglione. 1989 Mostra antologica a cura di Alfredo Paglione al Palau Robert di Barcellona e personale alla Gallery Universe di Tokyo. Le 113 opere della Divina Commedia vengono presentate a Ravenna presso la tomba di Dante. La scultura Cavallo impennato, donata alla città di Milano, viene collocata davanti alla Pinacoteca di Brera. Lavora a una grande scultura in bronzo che viene collocata a Merano in occasione del 50° anniversario dell’Ippodromo Maia. 1990 Pubblicazione del volume di Mario De Micheli Aligi Sassu. Sculture e ceramiche 1939-1989 e in contemporanea mostra di scultura a Milano alla Galleria Trentadue. Rassegna antologica di 50 dipinti, realizzati fra il 1931 e il 1990, della collezione Alfredo e Teresita Paglione, presso la chiesa di San Paolo di Macerata. Espone alcune opere alla mostra Milano. Espressionismo lirico 1929-1936 allestita presso la Galleria Philippe Daverio. Il bronzo Il ciclista viene collocato a Milano all’interno del “Percorso della scultura” organizzato per i Mondiali di calcio. Olii, sculture e grafiche sul tema del Mito del Mediterraneo sono esposti alla Shurini Gallery di Londra. I cicli di illustrazioni per l’Alcyone di d’Annunzio, La strega e il capitano di Sciascia, Gli inni di Omero e altri autori, sono esposti alla Galleria Appiani Arte Trentadue di Milano. In catalogo un testo di Enzo Fabiani. Riceve a Firenze, in Palazzo Vecchio, il premio “Lorenzo il Magnifico”. 1991-1992 Tre importanti mostre antologiche di: dipinti, sculture, acquerelli e opere illustrate al Castello Aragonese di Ischia; un’antologica sul tema del cavallo a Montecatini Terme con dipinti datati 1930-1990; e infine un’antologica di sculture, acquerelli e disegni al Castello Doria di Portovenere. Successivamente
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escono presso il Gruppo Editoriale Fabbri i volumi di Marco Rosci Sassu. Disegni 1929-1990 e di Paolo Portoghesi Sassu. Sculture. 1992 Nel 1992, in occasione dei suoi ottant’anni, 80 opere datate 1927-1990 vengono ospitate da alcuni musei sudamericani – San Paolo del Brasile, Buenos Aires e Bogotà – all’interno del progetto “Arte italiana nel mondo” organizzato dalla Torcular e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio. 1993 Dopo un biennio di lavoro, porta a termine il murale in ceramica I miti del Mediterraneo per la nuova sede del Parlamento Europeo di Bruxelles. Lo stesso anno la Galleria Trentadue apre la stagione del trentennale della sua attività con un Omaggio ad Aligi Sassu, dipinti dal 1930-1990, a cura di Elena Pontiggia. Viene esposto il famoso dipinto I Ciclisti, 1931, da tempo considerato disperso. 1994 Nel 1994 esegue la cartella di incisioni Manuscriptum commissionata dall’Armand Hammer Foundation di Los Angeles in occasione della mostra itinerante I ponti di Leonardo che ha interessato le tre maggiori città della Svezia, dove vengono esposte per la prima volta opere grafiche di artisti contemporanei accanto a originali di Leonardo. Antologiche a cura di Alfredo Paglione al Palazzo Foscolo di Oderzo e alla Galleria Civica di Campione d’Italia ed esposizione di 40 acquerelli e libri illustrati al premio Bancarella di Pontremoli. 1995 Viene nominato cavaliere della Gran Croce dal presidente della Repubblica. Lavora a due importanti sculture Nouredduna e Il dio Pan, esposte a San Marino in una rassegna organizzata dalla locale Cassa di Risparmio. Personali alla Stamperia dell’Arancio di Grottammare, alla Galleria Biasutti di Torino e alla Galleria Ghelfi di Verona. Una vasta rassegna comprendente oltre 80 dipinti e gli acquerelli dei Promessi Sposi viene inaugurata nel salone Portoghesi delle Terme di Montecatini e visitata dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. In dicembre, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Vittorio Fagone e Alfredo Paglione organizzano la mostra Sassu. Dal 1930 a Corrente. Esce il secondo volume dedicato all’opera grafica di Sassu e la casa editrice Ilisso pubblica Aligi Sassu, un approfondito studio monografico sull’opera dell’artista a cura di Antonello Negri. 1996 Presenta una serie degli Uomini rossi al Centro Saint-Bénin di Aosta e le tavole della Divina Commedia a Siena, presso Santa Maria della Scala. Nei chiostri di Santa Caterina, presso il Comune di Finale Ligure, viene allestita, a cura di Alfredo Paglione e Mario Valente, una antologica di 100 opere – dipinti, sculture, ceramiche – dal titolo Aligi Sassu, la Liguria, il Mediterraneo, presentazione in catalogo da Mario De Micheli.
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1997 Con la mostra Sassu. Il sacro, a cura di Alfredo Paglione, si inaugura il nuovo Museo d’Arte dello Splendore (M.A.S.) a Giulianova in Abruzzo. Viene costituita a Lugano la Fondazione Aligi Sassu ed Helenita Olivares con 362 opere realizzate tra il 1927 e il 1996. Porta a termine a Maiorca la grande scultura in ferro El cavall que mira el sol de Alcudia. Pubblica l’autobiografia Un grido di colore, in cui ripercorre le tappe più significative della sua vita e del suo percorso artistico. 1998 Presenta al Centro Museale Klovicévi Dvori di Zagabria le tavole della sua Divina Commedia. A Ozieri, in Sardegna, viene inaugurato il mosaico Prometeo e in provincia di Firenze la scultura Poseidone dona il cavallo ad Atene. 1999 Lavora alla grande scultura in bronzo Il ciclista per le Universiadi di Palma di Maiorca, dove viene poi collocata davanti al Museo es Baluard. In occasione del suo 87° compleanno, grande antologica, con opere dal 1927 al 1999, a Firenze a Palazzo Strozzi, a cura di Marina Pizziolo. In catalogo un testo di Antonio Paolucci. 2000 Nel mese di marzo nasce la Fondazione Aligi Sassu ed Helenita Olivares di Maiorca. Il 17 luglio, giorno del suo 88° compleanno, Sassu si spegne nella sua casa C’an Marimón di Pollensa, nelle Baleari. La Fondazione Sassu-Olivares di Lugano ordina la mostra Sassu primitivista. 1929-1931 a cura di Luciano Caramel, allestita nelle sale del Museo Civico di Belle Arti di Villa Ciani a Lugano. Al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza a cura di Gian Carlo Bojani viene allestita Aligi Sassu l’opera ceramica, prima mostra completa sulla produzione ceramica, trasferita l’anno successivo al Museo Civico di Albisola. 2001 La Fondazione Sassu-Olivares di Lugano inaugura la terza rassegna sull’opera del maestro, con la mostra Uomini rossi, curata da Renato Barilli presso Villa Ciani di Lugano. Mostra antologica di 100 opere dal 1930 al 1990 presso la Galleria d’Arte Orizi di Piediripa (Mc) e la Galleria d’Arte La Mimosa di Ascoli Piceno a cura di Floriano De Santi. A Villa Filippini di Besana Brianza viene presentata un’importante selezione dell’opera scultorea a cura di Carlo Pirovano. 2003 A Lugano viene allestita a Villa Ciani la quarta rassegna dell’opera del maestro con la mostra Sassu realista a cura di Raffaele De Grada. Viene inaugurata il 18 luglio a Chieti Scalo, presso la sede della Banca Carichieti, la sala permanente con i 58 acquerelli che illustrano I Promessi Sposi, donati da Alfredo e Teresita Paglione. Per l’occasione viene nuovamente pubblicata l’edizione dell’opera manzoniana illustrata da Sassu. A Besana Brianza, Villa Filippini ospita l’esposizione Picasso, Fontana, Sassu. Arte ceramica da Albisola a Vallauris a cura di Flavio Arensi.
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2004 A marzo il Museo d’Arte della Provincia di Nuoro ospita la mostra Aligi Sassu. Il mese successivo a Palma di Maiorca, alla presenza di Sua Maestà la Regina di Spagna, delle più importanti autorità dell’isola e della vedova dell’artista, viene inaugurata presso il Casal Solleric la mostra Sassu. Escultures. A Chieti, in Abruzzo, al Museo Barbella, il 21 luglio viene aperta al pubblico la mostra permanente della collezione Alfredo e Teresita Paglione, Arte per immagini. Da De Chirico a López García, con una sala di 11 opere storiche di Aligi Sassu. 2005 Si inaugura presso la Casa del Manzoni di Milano l’esposizione di 58 acquerelli dei Promessi Sposi a cura del Centro Nazionale Studi Manzoniani e della Fondazione Carichieti. Al Museo della Santa Casa di Loreto, il 16 luglio, viene inaugurata la mostra curata da Elena Pontiggia, La bellezza della Croce, opere donate dai coniugi Alfredo e Teresita Paglione tra le quali 11 di carattere sacro di Aligi Sassu. 2006 Aligi Sassu. Milano-Arcumeggia andata e ritorno. Omaggio in quattro tempi. È il titolo della mostra in quattro sedi distinte con la quale la Provincia di Varese rende omaggio al Maestro in occasione dei cinquant’anni dell’esecuzione dell’affresco Ciclisti in salita ad Arcumeggia. La Fondazione Sassu-Olivares di Lugano ricorda i dieci anni della donazione Sassu-Olivares con un’esposizione di opere scelte della collezione presentate da Antonello Negri, a cura di Alessia Giglio. 2007 La città di Legnano, con la rassegna Aligi Sassu. Grandi sculture, ospita nei suoi luoghi più significativi, quattro sculture di Sassu di grande formato. 2008 Il 17 giugno a Palazzo Reale di Milano si inaugura la mostra Sassu. Dal mito alla realtà. Dipinti degli Anni Trenta, a cura di Giuseppe Bonini e Vittorio Sgarbi, la più importante esposizione sugli anni trenta di Sassu. Il 17 luglio, presso il Museo delle Ceramiche di Castelli, si apre la mostra, curata da Gian Carlo Bojani e Alfredo Paglione, Il Gran fuoco di Aligi Sassu. Duecento ceramiche e sculture dal 1939 al 1994, frutto della donazione Alfredo e Teresita Paglione. A Lugano, Villa Ciani ospita la quinta rassegna della Fondazione Sassu-Olivares, con la mostra curata da Vittorio Fagone Sassu. Maison Tellier. 2009 Per la prima volta il territorio lecchese ospita i 58 acquerelli che Aligi Sassu realizzò nel 1943 per illustrare i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni presso la Quadreria Bovara Reina di Malgrate (Lecco); la mostra è organizzata e promossa dal Comune di Malgrate, dalla Provincia di Lecco e dalla Fondazione della Provincia di Lecco, la quale, con l’occasione, celebra i dieci anni della sua costituzione. Sassu futurista è il titolo dell’esposizione di 72 opere di Sassu, a cura di Ada Masoero, per celebrare il centenario del movimento fondato da
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Filippo Tommaso Marinetti presso la sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo e successivamente a Thiesi presso la Sala Sassu. Il Comune di Sarroch (Cagliari) allestisce, presso Villa Siotto, la mostra Giorgio de Chirico e Aligi Sassu. Mito del Mediterraneo, ideata e curata da Silvia Pegoraro. 2010 Al Museo di Villa Urania a Pescara, per il decimo anniversario della morte di Sassu, viene allestita a cura di Giancarlo Bojani e di Alfredo Paglione la mostra di 100 ceramiche (1939-1969) 100 cavalli di Aligi Sassu. A Tolmezzo (UD), nelle sale di Palazzo Frisacco, il 30 aprile si inaugura Aligi Sassu. Omaggio al ciclismo. Lo sport nell’arte italiana, con in catalogo testi di Flavio Arensi e Gianni Brera. Il 22 maggio a Malgrate (LC), a cura di Emiliana Biondi e Magda Pirovano, si apre la mostra Sassu. Un grido di colore. Il 23 maggio a Thiesi (SS), a cura di Alfredo Paglione e Silvia Pegoraro, si apre il Museo Aligi Sassu dove sono conservate opere murali e grafiche del maestro. Ancora nel maggio 2010 a Ome (BS), presso la Casa Museo di Pietro Malossi, Luigi Marsiglia cura Aligi Sassu. Sessant’anni di scultura; presso la Villa Filippini di Besana Brianza (MB) si inaugura la mostra, curata da Giovanni Faccenda, Sassu inedito. Settant’anni di pittura su carta. Sempre nel 2010, il 5 agosto viene inaugurato ad Atessa, in provincia di Chieti, il Museo Aligi Sassu, con 210 opere su carta del Maestro donate dai coniugi Alfredo e Teresita Paglione 2011 Nella Villa Fiorentino di Sorrento, a cura di Marisa Zattini e di Julio Carlos Sassu Suarez, viene allestita la mostra di dipinti, sculture e ceramiche dal titolo: ALIGI SASSU. “Mediterraneo”. 2012 Per il Centenario della nascita di Aligi Sassu, Antonello Negri e Carlo Pirovano pubblicano il catalogo generale della pittura del Maestro, edizione ElectaMondadori di Milano. Inoltre Giancarlo Berruti e Vicente Sassu Urbina realizzano per la Pinacoteca Civica di Sassu e per il Circolo Artisti di Albissola Marina due mostre dal titolo: “ALIGI SASSU. Cronache dalla Liguria”. A Chieti, al Museo di Palazzo de’ Mayo, viene allestita in luglio la mostra storica “SASSU E CORRENTE. La rivoluzione del colore” a cura di Alfredo Paglione ed Elena Pontiggia. A Desio (MB) a cura di Franco Cajani nella Casa Natale di Pio X, mostra omaggio a Sassu per il Centenario. A Soller (Maiorca, Spagna) nel Museo Can Prunera, mostra “L’Illa d’Aligi Sassu” a cura di Gudi Moragues e di Pedro Serra. 2013 Al Museo Sassu di Atessa viene inaugurata la mostra “Il gran fuoco di Aligi Sassu. 60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989. Una selezione di opere provenienti dal Museo Sassu di Castello”. A Carmignano (PO), in Toscana, vengono esposte 32 opere del Maestro in occasione dei Campionati del Mondo di Ciclismo. Presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest vengono esposte 30 tavole de “I Promessi Sposi”, a cura del poeta Franco Cajani.
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Finito di stampare nel mese di luglio 2014 èDICOLA editrice - Chieti