FloReali

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21-26 marzo 2017 - FloReali - Fiori barocchi in Galleria Sabauda L'esposizione, finanziata e curata dagli "Amici della Galleria Sabauda" con la collaborazione scientifica del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, è stata allestita accostando composizioni di piante e fiori freschi a nove opere pittoriche della Galleria Sabauda (Musei Reali di Torino, manica nuova di Palazzo Reale). In questo fascicolo il museo di scienze ripropone testi e immagini relativi ai dettagli esaminati in mostra, elaborati da Cornelia Diekamp, storica dell'arte, e da Rosa Camoletto, conservatore botanico del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Le proposte di identificazione dei vari elementi che compongono un’opera d’arte sono frutto dell’attenta analisi di dettagli più o meno fedelmente rappresentati. L’analisi naturalistica dei vegetali viene effettuata con l’aiuto di testi storici e scientifici e grazie al confronto con esemplari musealizzati o viventi. Questa analisi è fondamentale per l’interpretazione iconologica, svolta dallo storico dell'arte per individuare simboli e significati che caratterizzano la composizione. La lista dei soggetti individuati in un’opera d’arte spesso contiene anche elementi dubbi o di difficile interpretazione, che possono essere corretti o chiariti con l’acquisizione di nuova documentazione o con un più approfondito esame dell’opera stessa e di opere simili. 1


Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Primo piano Sala 29 – J. Brueghel il Giovane, Vanitas. Inv. 307

Vaso di fiori

Vaso con pianta di agrume in frutto

Nel vaso di fiori sul tavolo si osservano: anemone coronaria rossa (Anemone coronaria), specie mediterranea con fiori vistosi, campanella maggiore (Leucojum aestivum), che in natura fiorisce più tardi del precoce campanellino a un fiore solo; fritillaria imperiale (Fritillaria imperialis), bulbosa del Medio Oriente; tulipani variegati (Tulipa gesneriana). L'alberello in vaso sulla destra è un agrume, forse un arancio. Originari dell'Asia sudorientale, gli agrumi sono ibridati e diffusi in Europa fin dall'antichità. [Rosa Camoletto] L'agrume, insieme ai suoi frutti e fiori era molto ambito nell’Europa del CinqueSettecento. Le arance, assimilate ai pomi d’oro del giardino di Giunone custodito dalle Esperidi, furono frutto prediletto alle corti di re e principi. Per la piantagione degli aranci il clima del nord Europa costituiva un limite, ma da quando costruirono le Orangerie per l’inverno, di cui quelle del re Luigi XIV di Francia furono un grande esempio da imitare, questa coltura si diffuse nel nord d’Europa. Anche il piccolo agrume rappresentato nel quadro è piantato in un vaso per essere spostato e protetto nella stagione fredda, una procedura che appare fin troppo lussuosa per un ambiente borghese come quello rappresentato. In questo senso si adatta bene al contesto della vanitas, tema principale del quadro [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Primo piano Sala 29 – C. de Vos, Ritratto di Giovinetta. Inv. 290

Garofani

Tulipani

Gelsomino bianco

Zagara

Nel vaso sono riconoscibili: tulipani e garofani, un fiore di iris barbata, rami di gelsomino bianco, di zagara e di tropeolo. Il gelsomino bianco (Jasminum officinale) è un rampicante di origine asiatica che perde le foglie nella stagione fredda ma, se ben riparato, fiorisce precocemente. Con il nome di zagara si indicano i fiori bianchi e profumati di alcuni agrumi (Citrus spp.) utilizzati in profumeria e per preparare bouquet di fiori recisi. Il tropeolo (Tropeolum majus) è una pianta rampicante erbacea del Perù importata in Europa nella seconda metà del '500, subito apprezzata per i bei fiori arancione e come pianta aromatica [Rosa Camoletto]. Il vaso di fiori accanto alla ragazza di soli dieci anni allude alla giovinezza e può – insieme al vestito prezioso che la fa apparire come una giovane sposa – essere inteso come un cenno ad un suo futuro sposalizio già predeterminato, interpretazione suggerita anche dalla zagara ben visibile nel vaso, in primo piano. La zagara condivide il profumo e il colore di purezza e innocenza, il bianco, con il gelsomino. Altri fiori primaverili, i tulipani e 4


i garofani, l’iris barbata azzurra con l’aggiunta del forte accento arancione del tropeolo rendono il mazzo allegro e variopinto, due caratteristiche legate all'allegoria "Adolescenza" nell’Iconologia di Ripa [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Primo piano Sala 29 – A. van Dyck, Ritratto equestre del Principe Tommaso. Inv. 743

Cardo selvatico In basso a sinistra è rappresentato un cardo, probabilmente una pianta selvatica, con foglie rigide e spinose e uno stelo che termina con un capolino di cui non si distinguono i fiori. I cardi spinosi sono composite che i botanici hanno classificato in diversi generi, tra cui Cirsium e Carduus. Anche il carciofo (Cynara cardunculus) appartiene a questo gruppo di specie [Rosa Camoletto]. Il cardo è una pianta a cui sono legate diverse simbologie. Cardi e spine ricorrono nella bibbia a mostrare le fatiche dell’uomo dopo la sua caduta e possono significare, tra l'altro, peccato, dolore, umiliazione. Nel contesto di questo quadro la pianta spinosa designa il Principe Tommaso come uomo virtuoso. Questo senso è riconducibile all’emblema del cardellino che cerca il cardo, il suo cibo preferito, non curandosi dell’acutezza delle spine adiacenti. Il motto è NON TERRET ACUMEN (Picinelli, Mondo simbolico, 1654) e si riferisce al virtuoso che non indietreggia di fronte agli stenti e alle fatiche per ottenere il possesso della virtù, che in questo caso è legata anche all’esercizio della disciplina militare a difesa della religione e della patria [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 36 – G. P. Verbruggen il Vecchio, Natura Morta con Fiori e Frutti. Inv. 89

Rami di rosacee in fiore con ribes rosso in fiore

Violetta, rosa, anemoni

Primula gialla

In alto, al centro, spiccano rami di rosacee in fiore, come ciliegi (Prunus avium, Prunus cerasus), susini (Prunus domestica), meli (Malus domestica), peri (Pyrus communis) e nespoli (Mespilus germanica), assieme a un ramo di ribes rosso in fiore (Ribes rubrum). Ai lati alcuni dei loro frutti, assieme a frutti autunnali come uva e fichi e frutti americani, 8


come peperoncini e mais. In basso fiori decorativi, tra cui rose, anemoni, primule e una violetta [Rosa Camoletto]. La composizione offre una netta suddivisione tra piante da frutta e fiori decorativi da giardino, sottolineando il confronto tra piante utili e buone da un lato e fiori bellissimi, ma privi di utilità alimentare dall’altro. I fiori degli alberi da frutto fanno parte degli attributi delle allegorie “Spes” e “Abbondanza”, intesi come messaggeri di un futuro prospero. Al contrario, i bei fiori coltivati, di cui la maggior parte di quelli rappresentati, come le diverse rose, l’anemone e il convolvolo azzurro, la primula, l'iris e la violetta sono di breve durata e indicano simbolicamente la brevità della vita umana. Al tempo stesso, nel quadro di Verbruggen, figlio di un giardiniere, la resa dettagliata dei fiori trasmette la sua ammirazione per la loro bellezza e varietà e non sembra contenere un tono troppo moralistico-calvinista [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 36 – A. Mignon, Natura morta con fiori. Inv. 83

Peonia a fiore pieno

Papavero a fiore pieno

Garofano screziato

Tulipano variegato

Papavero bicolore e fimbriato Pallon di maggio

Fiori coltivati di ogni colore, tra cui il bianco pallon di maggio (Viburnum opulus), una rosa gialla (Rosa hemisphaerica), la calendula arancione (Calendula officinalis), un fiordaliso azzurro (Centaurea montana). E cultivar particolari, come il tulipano (Tulipa gesneriana) variegato, il garofano (Dianthus caryophyllus) screziato, i papaveri (Papaver somniferum) a fiore pieno, bicolore e sfrangiato, la peonia (Paeonia officinalis) a fiore pieno doppio [Rosa Camoletto]. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, questo vaso di fiori non è una copia dal vero, poiché le piante rappresentate fioriscono e maturano in stagioni diverse. La composizione segue alcune linee guida diffuse in tutta la scuola di Jan Davidsz de Heem, determinanti per la scelta dei fiori principali, dei colori e della simbologia. Un tema molto caro all’epoca è la concezione della natura come Proteo, il dio che muta sempre, che si manifesta nella variabilità delle forme e dei colori, riscontrabile in particolare nel gioco dei colori strisciati o fiammanti dei tulipani e dei garofani. Tra i fiori simbolicamente rilevanti troviamo la peonia, frequentemente rappresentata da Mignon come cadente dal vaso; questo fiore assume spesso la valenza negativa della rosa, il fiore di Venere, secondo il motto di Camerarius: CADUCA VOLUPTAS [Cornelia Diekamp]. 10


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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 36 – A. Mignon, Tronco d’albero lungo un torrente. Inv. 548

Giaggiolo puzzolente, iris gialla di palude

Fragole in frutto

L'ambiente vegetale naturale è caratterizzato in basso a sinistra da un cardo selvatico (Carduus sp. o Cirsium sp.) e a destra da un cespo di fragole in frutto (Fragaria vesca). Dietro al tronco compaiono: rami di pallon di maggio (Viburnum opulus)con vistosi fiori bianchi, il papavero dei campi o rosolaccio (Papaver rhoeas), una centaurea azzurra (Centaurea montana), due steli di giaggiolo puzzolente (Iris foetidissima), un'iris gialla di palude (Iris pseudacorus) e alcuni altri piccoli fiori selvatici [Rosa Camoletto]. Lo scenario del quadro rappresenta una grotta buia rorida di acqua con un tronco morto illuminato da uno sprazzo di luce, intorno al quale crescono in modo irrealistico, perché senza terra, dei bei fiori dai colori dello spettro rosso, blu, giallo e bianco. Rappresentata anche l'iris gialla o coltellaccio, popolarmente considerata un giglio, utilizzata talvolta in Olanda per raffigurare il passo biblico Mt. 6, 28-29, che parla della bellezza della creazione, e il rosolaccio, il cui nome botanico, rhoeas, è etimologicamente riferibile alla caducità della vita. Il quadro, simbolicamente assai complesso, può essere letto a due livelli: come rappresentazione della primavera e, in senso religioso, come speranza in una vita futura [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 33 - David Teniers, Vanitas. Ritratto di Anna e David Brueghel - Inv.?

Pamphlet sulla tulipomania (in alto a destra) I tulipani, originari delle steppe del Pamir e dell'Hindu Kush, furono coltivati in Anatolia fin dal secolo XI. Il bulbo permette loro di vivere in ambienti aridi e con inverni freddi. Particolari anomalie dei fiori possono essere diffuse proprio grazie ai bulbi [Rosa Camoletto]. Il quadro contiene tanti motivi di vanitas: bolle di sapone, strumenti musicali, gioielli, maschere, uno specchio e un pennacchio di fumo. In questo contesto si inserisce bene il pamphlet appeso al muro come un manifesto contro la tulipomania, mania per i tulipani. Infatti la folle speculazione per i bulbi di tulipani negli anni 1636/'37 è rimasta memorabile in tutti i Paesi Bassi come esempio di spreco insensato e fu commentata con sarcasmo in diversi volantini. I tulipani, importati dalla Turchia, vennero introdotti in Olanda verso la fine del '500, da quando il botanico Carolus Clusius, direttore dell’Hortus Botanicus di Leida dal 1593, piantò anche bulbi di tulipani e subì addirittura un furto dei più begli esemplari, a testimonianza di quanto erano già irresistibilmente desiderati. Lo stesso Clusius aveva ben propagato questo fiore con una dettagliata descrizione in Rariorum Plantarum Historia. Florilegi di altri autori seguivano negli anni dieci e stimolavano un aumento 14


dell’apprezzamento del tulipano anche dal lato economico. Già nel 1614 esce un emblema di Roemer Visscher in Sinne-Poppen col motto “Un folle e i suoi soldi sono presto divisi”, precedendo la critica sarcastica sui pamphlet dopo il crack del 1636/'37. La vera tulipomania cominciò quando si diffuse un mercato sregolato. I bulbi stessi, in terra durante l’inverno e la primavera, furono sostituiti da cambiali. Alla fine del 1636 migliaia di uomini furono attirati dal desiderio di far fortune immediate. All'inizio del febbraio 1637 l’Olanda era piena di milionari di carta. Il crollo era inevitabile ed intervenne la Corte Suprema d’Olanda. Nel 1637 leggi severe posero fine a tali speculazioni. Nonostante questi eventi la coltivazione dei tulipani in Olanda rimase indenne e continuò diventando un’industria fiorentissima [Cornelia Diekamp].

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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 35 - Cornelis de Heem, Natura morta, Inv. 85

Felci: polipodio, asplenio

Malva domestica

Polmonaria

Pratolina dei giardini Al centro una moltitudine di frutti agricoli, circondati da qualche spiga di grano, con alcune cultivar di fiori da giardino ben illuminati sulla destra, tra cui fiori primaverili come la campanella maggiore (Leucojum aestivum), la pratolina dei giardini (Bellis perennis), la primula auricula (Primula auricula), la primula comune (Primula veris) e fiori estivi come la rosa gialla (Rosa foetida) e l'ipomea tricolore (Ipomoea tricolor). A sinistra, all’ombra, sono presenti piante spontanee, come la malva domestica (Malva neglecta), una polmonaria (Pulmonaria sp.) e due felci, il polipodio (Polypodium vulgare) e un asplenio (Aslplenium adiantum-nigrum s.l.) [Rosa Camoletto]. Il quadro appare come un inno a Madre Terra e include sia piante coltivate sia vegetazione spontanea. Le piante selvatiche rappresentano la natura primitiva, contrapposta agli opulenti frutti e alle spighe di grano prodotti con l'agricoltura, legati a Cerere, figlia di Opi. Dipingere la Madre Terra/Opi/Cibele in una natura morta è stato consigliato dal pittore e teorico dell’epoca Gerard de Lairesse (1641-1711) come concetto significativo e include normalmente la rappresentazione di più stagioni dell’anno [Cornelia Diekamp]. 16


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Torino - Musei Reali - Galleria Sabauda - Secondo piano Sala 39 – (G. Stanchi e Filippo Lauri) , Pan e Siringa entro ghirlanda di fiori. Inv.?

Giacinto blu

Narciso giallo a tromboncino

Anemoni

La ghirlanda è formata da tanti fiori coltivati primaverili, tra cui vari narcisi, mughetti, ciclamini, pervinche, una tuberosa, un giacinto blu e soprattutto molte anemoni. Le varietà di anemoni derivano da Anemone coronaria, ranuncolacea mediterranea. I narcisi sono amarillidacee bulbose con fioritura per lo più primaverile di cui vengono coltivate e ibridate da tempo molte specie. Qui ne sono rappresentate diverse forme, tra cui: steli a fiore singolo o con numerosi piccoli fiori, fiore con corona centrale corta o molto lunga, a fiore semplice o pieno, a colori pallidi o giallo vivo [Rosa Camoletto]. Il quadro rappresenta all’interno di una rigogliosa ghirlanda di fiori Pan innamorato di Siringa, a segno dell’amore che vince la natura. L’anemone, di per sé fiore di vanitas per la caducità dei suoi petali, è qui presente in forme coltivate, in vari colori e a fiore pieno. La ricchezza della ghirlanda evidenzia la capacità dei giardinieri di selezionare e trasformare molti fiori, aggiungendo nuove forme a quelle create dalla natura. Oggi siamo abituati a comprarli facilmente dal fioraio, dimenticando che nel Seicento erano fiori molto cari, perché le tecniche di riproduzione erano più primitive di oggi [Cornelia Diekamp].

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MRSN 10/04//2017 Immagini Ernani Orcorte, Cornelia Diekamp, Rosa Camoletto

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