Detto e non - Valeria Santini

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But it’s you I take ‘cause you’re the truth, not I


Biblioteca Lesbica Inevitabile BLI è un progetto delle Associazioni CLI e Azione Gay e Lesbica

ALI - Squaderno n. 7 CLI - Collegamento Lesbiche Italiane Finisterrae n. 9 Periodico di Azione Gay e Lesbica Azione Gay e Lesbica Via Pisana, 32r - 50143 Firenze Tel. 055 220250 E-mail: info@azionegayelesbica.it www.azionegayelesbica.it Š Azione Gay e Lesbica Foto di copertina di Maria Lo Re e Giovanna Olivieri Foto interne di Michela Pagarini Impaginazione di Michela Pagarini Edizioni BLI I Edizione Marzo 2003 II Edizione Marzo 2013



Indice 6 7

Nota alla seconda edizione Prefazione di Giovanna Olivieri

AMORE 11 16 22 27 31 35 38

Eastbourne Il fascino discreto dell’ovvietà Lesbotest: dell’amore Frammenti di un discorso sul senso di colpa Lesbotest: Che amante sei? A mia madre Credi tu all’amore romantico?

COPPIA 45 47 49 56 58 60

Sedici consigli per tenersi una fidanzata (recalcitrante) TI AMO, quindi... Lesbotest: della coppia Bugie, bugie Meglio un giorno da lasciata... L’amore, probabilmente

RELAZIONI 65 79 82 85 90 92 95

Glossario delle relazioni Oh yeah! Buoni consigli per la quaresima Socialità alcolica Il marchio Venticelli di sopruso L’emotività sovrana: aspirazioni, aspettative, riconoscimento nei conflitti dei gruppi lesbici

SVAGO 105 109 117 119 121 125 131

Visti per voi Il mondo da fare, convegno in versi Donne inedite La norma e la traviata (ovvero: parliamo di cinema) Relax L’Orlanda furiosa Xena Warrior Princess

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Nota alla seconda edizione

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Questa nuova edizione del Detto e non – che esce a dieci anni di distanza dalla prima stampa, esaurita – ripropone la maggior parte dei pezzi presenti nel volume originario. Unica eccezione è rappresentata dalla scomparsa della sezione ”politica” e dei cinque articoli che vi erano raccolti i cui contenuti, essendo strettamente legati al contesto socio politico del paese e alla struttura della comunità lesbica del tempo, sarebbero risultati ad oggi poco comprensibili. Al suo posto - e la sostituzione è in sé eloquente dei mutamenti sia storico contestuali che di punto di vista dell’autrice - le lettrici troveranno invece un pezzo inedito, L’emotività sovrana, che tratta delle dinamiche del conflitto nel mondo politico lesbico, inserito nella sezione Relazioni. Nella riproposizione dei restanti articoli si è scelto di privilegiare la fedeltà al testo originario, anche nel caso di temi che ad oggi sarebbero stati trattati dall’autrice con un diverso punto di vista o che si rifanno a eventi e fenomeni ormai lontani dall’attualità, nell’ottica di un’operazione di conservazione e trasmissione della memoria che è parsa quanto mai opportuna in un ambito come quello del lesbismo dove al succedersi delle generazioni si accompagna fin troppo spesso l’azzeramento dell’esperienza e delle elaborazioni precedenti.


Prefazione Quando chiesi a Valeria, nel lontano 1996, se voleva collaborare alla Bollettina del CLI lei pretese, per accettare, di avere una rubrica fissa: così nacque Detto e non che, con la regolare comparsa di un pezzo da pag.5 in ogni numero, è stato per anni uno degli appuntamenti preferiti delle lettrici. Interventi critici, vocabolarietti sarcastici di definizioni sui ruoli, ironici quadretti sull’etica delle relazioni, quiz e giochi surreali o taglienti, contributi illuminanti ad improbabili etimologie, resoconti di convegni in versi, fulminanti recensioni di cinema e libri, hanno via via raccontato la stagione politica, la vita di coppia, gli svaghi, etc, che fra slanci e polemiche hanno animato la cosiddetta comunità lesbica in quegli anni. La sua è una testimonianza diretta dall’interno di molteplici situazioni ed eventi, nei quali ha avuto ruoli spesso di rilievo (fra le fondatrici di Arcilesbica di cui è stata tesoriera, garante del Comitato per la II settimana lesbica e del convegno nazionale Il mondo da fare, etc). Santini scrive sempre ”a partire da sé”: con vis polemica, padronanza di linguaggio e sottigliezza d’argomentazione quando esercita il suo giudizio critico su quello che accade nelle relazioni sentimentali; con sarcasmo e svagatezza giovanile quando propone test, giochi o poemi in rima. Detto e non è coevo agli anni in cui il movimento lesbico coopera per organizzare eventi nazionali (settimane lesbiche, convegni, vacanze); anni che vedono la collaborazione fra lesbiche separatiste e lesbiche non separatiste; anni in cui nasce Arcilesbica, anni in cui, per citare solo alcuni degli argomenti ”caldi”, trans e sadomaso conquistano la scena mediatica e la visibilità delle lesbiche, non più delegata ad un piccolo gruppo di avanguardie, aumenta ad ogni Pride ma apparentemente appiattita sull’identità gay. Santini coraggiosamente si assume la responsabilità di un punto di vista, lo esplicita e lo firma - in genere le lesbiche non scrivono in quanto lesbiche e poche firmano - segnando in questo una svolta importante. Nel tumulto di una rappresentazione della lesbica facente capo o alla lesbica trendy delle riviste patinate o alla lesbica disagiata delle linee telefoniche, le lesbiche reali, alle prese con le contraddizioni e le trasformazioni in atto in anni di difficile vivibilità per tutte/i, sono in Detto e non amabilmente o ironicamente ”scosse” dal sonnambulismo delle apparenze, del romanticismo coatto, dell’integrazione al ribasso, per guardare se stesse con più lucida consapevolezza e combattività.

Giovanna Olivieri

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Amore

Frammenti di un discorso sul senso di colpa Dici di amarmi. Dici che non sai dimostrarlo, ma che è vero. Io esprimo perplessità sul fatto che un amore che consiste solo di dichiarazioni possa dirsi tale. Metti sotto accusa i miei dubbi, affermando che non ho il diritto di sindacare ciò che affermi. Mi convinci che ho una visione della vita e delle persone parziale e autoreferenziale, e che assumo me stessa a metro di tutto. Ottieni di farmi sentire in colpa (perché non so apprezzare il tuo sentimento) e inadeguata (perché mi ostino a sostenere che l’amore dovrebbe essere concreta condivisione). La tua vita è insoddisfacente e difficile. Dipende - per te come per tutte - dal tuo passato, dalle insicurezze, dalle scelte che sei stata costretta a fare, etc. Affermi che tutte le tue difficoltà e le tue insoddisfazioni possono essere risolte o divenire trascurabili solo grazie ad un amore corrisposto. Decidi che la donna con cui vivere tale amore sono io. Il tuo disagio e l’insoddisfazione per la tua vita divengono quindi ascrivibili alla mia incapacità a renderti felice. Non hai fatto altro che far finta di non vedere e di non sapere, dando per buono solo quello che ti piace(va) sentirti dire e dimenticando o trascurando il resto. In questo modo hai creato uno spartiacque nella nostra relazione: da una parte ciò che tu accetti rendendolo legittimo e concreto, dall’altra ciò che tu rimuovi rendendolo opinabile e inesistente. Le cose a cui tu hai riconosciuto legittimità sono divenute la realtà unica della storia fra noi. Hai ottenuto così di calarmi in una dimensione di rapporto che mi risulta estranea senza alcun motivo sensato (è la nostra realtà, come posso non riconoscermici?). Ogni mia riflessione è quindi falsata: io non devo più chiedermi perché ti ho mentito o perché pare che tu non ricordi neppure quello che ti ho detto (domande sensate), bensì arrovellarmi sul perché i miei comportamenti non corrispondono poi a tali menzogne o omissioni (domanda assurda, è ovvio che la menzogna e le omissioni non corrispondono alla realtà). Avanzi pretese sul mio conto. Riguardano il mio tempo, le mie frequentazioni, le mie scelte, i miei bisogni. Le motivi sulla base del buonsenso comune e delle correnti banalità sulla coppia. Su tali criteri analizzi ogni aspetto della mia vita materiale, intellettuale e spirituale, etichettandolo come buono (lavorare, ad esempio) o cattivo (divertirmi), legittimo (passare il tempo con te) o illegittimo (frequentare amiche e conoscenti), giusto (acconsentire alle

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tue richieste) o ingiusto (occuparmi di me). Da questo esame emerge un prospetto di vita al quale è impossibile aderire o corrispondere, ma la cui stessa assurdità impedisce di dimostrarne l’irrealizzabilità. Ma il paradosso di partenza viene mistificato e omesso, e la colpa di tutto rintracciata nel mio egoismo, nella mia aridità, nella mia incapacità di amare. Aderisci in pieno alle dinamiche di relazione più bieche e dannose (ricatti, ripicche, dente per dente, e così via) sostenendo però che le tue azioni sono esclusivamente originate dai miei comportamenti e dalle mie inadeguatezze (ad esempio, sei stata a letto con un’altra perché l’ho fatto prima io). Così tu divieni - e rimani - quella diversa, buona e santa che purtroppo è costretta a comportarsi come tutte le altre perché ha a che fare con una compagna mediocre e cattiva. Non solo non ti prendi la responsabilità delle tue azioni, ma anzi la fai ricadere esclusivamente su di me: facciamo entrambe cose che all’altra non piacciono o che le fanno del male, ma nel mio caso ciò dipende dalla mio essere stronza e incapace di amare, nel tuo è una semplice reazione al mio comportamento. La mia colpevolezza dunque si raddoppia: non solo ti rendo infelice per ciò che faccio ma anche ti obbligo a forzarti e autoviolentarti per adottare atteggiamenti assolutamente estranei alla tua angelica persona. 28

Affermi che ti piace molto far l’amore con me, e pari anche dimostrarlo. Intanto tramite dettagli e discorsi per inciso non perdi occasione per sottolineare tutta una serie di mie prerogative sessuali che certo a te piacciono, ma forse sono un po’ strane, curiose, o addirittura inquietanti e inspiegabili. Pian piano costruisci un castello di dettagli che finisce per incombere come un’incudine sulla mia sicurezza di me: dove troverò un’altra che sia così tollerante e disponibile verso queste mie ”storture”, questi miei vizi? Il fatto che queste storture e questi vizi siano in realtà semplicemente le mie peculiarità sessuali - e quindi le cose per cui tu ti trovi così bene a letto con me - passa prima in secondo piano, poi viene cancellato, ed io divento quella che deve giustificarsi e ringraziare il cielo per aver incontrato una donna buona, comprensiva e paziente come te. Il concetto di azione disinteressata ti è estraneo. Non concepisci di transigere su un errore, accettare un difetto, fare un regalo, se non dopo aver ricevuto qualcosa di equivalente da me. Motivi questa tua gestione mercantile e egoistica del rapporto con l’inesperienza, i traumi subiti, la tua difficoltà a fidarti di qualcuna. Chiedi comprensione per tali motivazioni, asserendo che cambierai, basta che io abbia pazienza e ti aiuti a risolvere questi tuoi problemi. Nel mentre agiti questa irraggiungibile carota, resti assolutamente intransigente, rigida, distante. Io ti blandisco, offrendoti ciò che mi chiedi e pretendi, e ottenendo in cambio piccole concessioni episodiche.


Amore

Usi la mia forza, le mie sicurezze, i miei percorsi di consapevolezza. Li usi per migliorare la tua vita e la qualità del nostro rapporto. Sai benissimo che ti sono preziosi, ma non lo ammetti mai, e anzi tenti in ogni modo di minare il mio essere ed ogni mia personale conquista. Sostieni che agisci in tal modo perché sei insicura, e perché temi di perdermi. La verità è che tu vuoi ridurmi ad una tua semplice emanazione, un’immagine sbiadita invece che una persona. Così poi potresti relegarmi fra le cose che non ti interessano più. Dici che il tuo sogno è un rapporto nel quale due donne condividono tutti gli aspetti della vita. Ritieni che ciò sia attuabile, e pretendi che avvenga con me. Io non solo ho qualche dubbio su un tipo di rapporto così totalizzante, ma soprattutto non ti trovo abbastanza interessante e compatibile con me per volerlo sperimentare. Ritenendo che quest’ultima affermazione ti ferirebbe, evito di farla, argomentando invece sui miei dubbi rispetto al tipo di relazione che tu mi proponi. Il discorso viene ripetuto infinite volte, e per infinite volte io mi trovo costretta a sostenere che non me la sento di vivere un rapporto così impegnativo. Gradualmente ma inesorabilmente, il fuoco si sposta, e io divento, ancora, la colpevole di tutto, perché ho dei problemi rispetto ai sentimenti e non ho il coraggio di prendermi responsabilità. Ogni sperequazione fra noi ti mette in crisi. Non accetti che io sappia fare una cosa meglio di te, che io abbia più esperienza di te in un qualche settore della vita, che io possieda talenti o abbia raggiunto obiettivi diversi dai tuoi. La tua competitività ti impedisce di pensare sia che potresti imparare qualcosa da me, sia che potresti amare le nostre differenze. Impieghi invece moltissime energie per convincermi che ciò che io faccio e penso concerne aspetti dell’esistenza marginali, di poco valore, sciocchi. Intanto fai risaltare per contrasto la sensatezza e il valore delle tue scelte e delle tue inclinazioni. Il processo con cui mi attacchi è scientifico e ininterrotto. Ottieni di rendermi insicura, inerte, depressa e persino invidiosa di te. Il circolo dunque si chiude con la dimostrazione che io, e soltanto io, sono in competizione con te. Sostieni che sono unica, insostituibile, speciale. Che non mi scambieresti con nessun’altra, che nessuna è al mio livello, che sono ”la donna della tua vita”. In contemporanea affermi anche che il rapporto con me ti rende insoddisfatta, ti lascia moltissime carenze e vuoti. La contraddizione fra questi due assunti afferisce al settore della logica, e quindi non è applicabile al sentimento. Procedere ad un’analisi e ad una ridefinizione realistiche del nostro rapporto è altrettanto impossibile: poiché io sono la donna della tua vita, sono l’unica che può e deve darti tutto quello che cerchi. Il tuo amore assoluto e totale per me ti toglie da qualunque responsabilità nella

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Valeria Santini - Detto e non

gestione della nostra storia: come potresti ridurre, parzializzare, ridefinire, o anche solo mettere a riscontro con la realtà di ciò che io sono, questo tuo sentimento così perfetto? La tua insoddisfazione e le tue carenze, quindi, non hanno che un’unica, semplicissima, soluzione: che io cambi. Hai fatto scelte che non mi piacevano, che mi procuravano dolore, che mi facevano sentire sola. Riguardavano la tua vita, però, e io le ho rispettate. Non ho fatto pressioni perché tu ti comportassi diversamente, né te l’ho chiesto. Lungi dall’essere motivo di tua contentezza, questo mio atteggiamento rappresenta invece secondo te una dimostrazione di disinteresse. Ammetti però che non avresti agito diversamente neppure se te lo avessi chiesto, se avessi pianto, se avessi minacciato di lasciarti. Ergo, quello che ti ho negato non è stata la certezza di sapere che mi interessavi, ma la soddisfazione di potermi dire ”no”.

Aprile 2001

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Amore

Lesbotest: Che amante sei? A ciascuna domanda è possibile dare a scelta una o due risposte. Sommate quindi i simboletti corrispondenti alle risposte scelte. Il simboletto che compare più frequentemente vi fornirà il vostro autoritratto di amante.

Domande 1) La donna che stai corteggiando mostra di trovarti interessante, ma ti fa capire molto chiaramente che per arrivare ad avere un rapporto sessuale sarà necessaria una lunga e approfondita conoscenza. Pensi: z che non c’è problema, tanto hai un’altra amante q che è fantastico aver incontrato una persona che dà valore al legame fra sesso e sentimenti U che l’attesa renderà le cose ancora più belle j che non c’è niente di più gratificante che portare qualcuna a fare ciò che non vorrebbe h che ti seccherebbe scoprire, dopo aver perso sacco di tempo in chiacchiere, che l’altra a letto non è un granché 2) Potendo scegliere, preferisci usare: z le mani perché ti pare la cosa più igienica h la lingua perché di solito si arriva prima alle conclusioni U il corpo perché è l’unico modo per non frapporre distanza fra te e l’altra q tutto e niente, quello che importa sono le sensazioni j tutto e niente, quello che importa è far bella figura 3) Nelle tue fantasie sessuali imperano: z le cose che vorresti fare ma non ne hai il coraggio h le cose che non vorresti mai fare ma che ti piace immaginare j il ricordo di una donna che hai tanto amato q tutto quello che di più politicamente scorretto ci si può immaginare U il niente assolutamente autoreferenziale 4) In preda al raptus sessuale ti è successo almeno una volta di: U dimenticarti il rubinetto dell’acqua aperto in cucina h aver sbagliato il nome della tua partner j non essere riuscita a raggiungere l’orgasmo q aver passato 24 ore di fila a letto (senza mai dormire, ovviamente) z niente di tutto questo, tu ami la vita regolare

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Valeria Santini - Detto e non

5) Facendo l’amore ti è successo almeno una volta che l’altra: h si sia addormentata a metà q abbia risposto al telefono restandoci per circa mezz’ora U abbia fatto finta z non ti abbia riconosciuta il giorno successivo j niente di tutto questo, tu sei un’amante da manuale 6) L’esperienza sessuale che vorresti provare: U il sadomaso h le ammucchiate j birra e cioccolata q questa domanda mi fa schifo solo a leggerla z questa domanda va bene per le pivelle, baby

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7) L’ultima volta che hai fatto l’amore è stato: h nell’ultimo mese j nell’ultima settimana z in questo momento q non te lo ricordi più U bisogna vedere che si intende per fare l’amore, perché anche l’erotismo di uno sguardo può esser considerato tale a seconda del valore che si dà al corpo, del rapporto che si è instaurato, etc. etc. 8) Ti ricordi come un trauma quando, facendo l’amore, ti è accaduto di: U voltare lo sguardo e incrociare quello di tua madre q scoprire dei segni - non tuoi - addosso alla tua fidanzata h essere sorpresa ed indi schedata dalla polizia z esser stata lasciata a metà perché cominciava la partita della nazionale j scoprire che esistono donne che hanno soltanto orgasmi vaginali 9) Ti piacerebbe (o ti piace) avere rapporti sessuali: j in una darkroom per lesbiche q sulla lavatrice in centrifuga (anche se sospetti sia un po’ un luogo comune) z mentre stai guidando a 160 km/h h mentre ti stanno guardando U durante la fase di decollo di un aereo 10) Se una relazione è una cena al ristorante, il sesso è: U l’aperitivo che ti fa venire più voglia di mangiare q il piatto forte che ti sfama h il dolce che mangi più che altro per gola j il servizio e l’apparecchiatura che ti fanno decidere se tornare in quel locale z non ho capito la domanda


Amore

Profili: Maggioranza di h: Sesso? Sì grazie Questa è la scritta che ti stamperesti sulla maglietta, sul campanello di casa, sulla targa dell’auto e, perché no, anche sulla fronte, se non fosse per il bon ton sociale e il discreto numero di maniaci che si possono incontrare. Perciò preferisci ricorrere a espedienti più ”velati” quali bigliettini nelle tasche, assalti in discoteca, improbabili guasti meccanici in mezzo alla campagna, denudamenti improvvisi (”oh, com’è caldo gennaio quest’anno”), etc. Consiglio della nonna: non per tutte l’essersi scambiate un ”ciao” costituisce un presupposto sufficiente per fare l’amore. Maggioranza di j: Latin lover Sì, lo sappiamo, sai far l’amore così bene che nessuna donna è mai rimasta insoddisfatta, che nessuna ti ha mai rifiutata, che nessuna ti ha mai dimenticata. Certo, tanta arte richiede qualche sacrificio, ma in fondo che importa se a te piace o meno, se avevi sonno, se preferivi andare al cinema? Il sesso si fa per conquistare una donna, e il resto conta decisamente poco. Consiglio della nonna: se per caso ti sorge il dubbio di stare vivendo una vita un po’ assurda, prova a parlarne con un’analista. Maggioranza di z: Trasgressiva Non esiste pratica sessuale che non hai provato o che non proveresti. All’età in cui le altre cominciavano a scoprire l’autoerotismo tu facevi incetta nei sexy shop e mentre le tue coetanee affrontavano i primi rapporti sessuali tu avevi già sperimentato circa duecento posizioni. In genere molto contenta di te, ti capita però di scorarti di fronte alla lentezza delle mode e alla rarità sul mercato di partner adeguatamente disinibite. Consiglio della nonna: guardati, se ti capita, il film di Verdone Viaggi di nozze (”Come lo famo?” ”Famolo strano…”) Maggioranza di U: Sentimentale No, non c’è niente da fare, ci hai anche provato - rare esperienze in momenti particolari della tua vita - ad avere rapporti sessuali senza essere innamorata, ma non ti riesce proprio. L’attrazione fisica per te è situabile solo nell’ambito di un rapporto molto più vasto e completo che investe la mente, il corpo e il cuore (con buona pace di quelle sventurate che dopo esser state a letto con te, magari in un momento di distrazione, ci hanno impiegato anni per levartisi di torno). Consiglio della nonna: non lasciarti condizionare dai facili giudizi: se tu hai sempre ragione è solo perché le altre si sbagliano sempre.

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Valeria Santini - Detto e non

Maggioranza di q: Lo spirito, innanzitutto Se era per te non avresti neppure risposto a questo stupido test. L’hai fatto giusto per scherzare un po’ con le amiche. Tanto quello che conta per te tu già lo sai. E poi le relazioni sono ben altra cosa dal commercio sessuale che si continua a mostrare come la panacea del mondo, quando si sa benissimo che è soltanto uno degli strumenti più disgustosi di potere del patriarcato. Oh! Consiglio della nonna: datasi la consuetudine piuttosto invalsa fra le lesbiche di considerarsi le prime in tutta la storia del mondo, se un sapere vuoi trasmettere probabilmente ti restano solo la persuasione occulta e l’ipnosi.

Giugno 1998

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Non vi va di andare al pranzo di Natale in famiglia? Vi piacciono i test che vi svelano a voi stesse? Avete poche, ma solide, idee sull’amore e la vita di coppia? Non siete d’accordo con la recensione di un libro o di un film? Insomma siete lesbiche ”sveglie”? Raccolti in quattro sezioni – amore, coppia, socialità e svago – i testi qui riproposti vi daranno ottimi spunti per allargare il vostro panorama culturale, per intessere nuove discussioni con le amiche e per approfondire il solco fra voi e la normatività eterosessuale. E il divertimento - che non guasta mai - è garantito! Detto e non. Almanacco di vita lesbica raccoglie i migliori pezzi ironici, semiseri e serissimi apparsi nella rubrica che Valeria Santini ha tenuto dal 1996 al 2003 su Bollettina del CLI, più alcuni contenuti speciali stilati appositamente per questa nuova edizione. Molti gli argomenti toccati - la vita di coppia, la comunità, l’attualità, ecc - ma con unico comune denominatore, le lesbiche, e molti anche gli stili che si alternano - cronaca, pamphlet, verseggio, prosa... - accomunati comunque dall’inconfondibile sarcasmo e dall’occhio critico dell’autrice. Valeria Santini, quarantacinquenne, fiorentina, laureata in lettere moderne, indimenticabile organizzatrice di eventi nazionali – due settimane lesbiche, due convegni, due edizioni del Campo lesbico di Agape, le Cinque Giornate Lesbiche – tesoriera inamovibile del circolo Azione Gay e Lesbica di Firenze, ha esercitato per anni il suo sguardo critico sulla comunità parecchio eterogenea delle lesbiche scrivendone mensilmente su Bollettina del CLI. Ha pubblicato Il poema di Kama e Sutra, (ediz. Il dito e la luna, 1996), ha collaborato con note introduttive al libro di Sara Diario di una misogina che ama le donne (ediz. CLIAzione Gay e Lesbica, 2001) ed è stata fra le curatrici dei volumi Memoria irregolare. Vent’anni di testi lesbici selezionati da Bollettina del CLI (BLI, 2002), Il mondo da fare. Sul ruolo politico del movimento delle lesbiche, Atti del convegno Roma 20-22 giugno 1997 (ed. 1998), Comunità lesbica. Libertà di movimento, Atti della seconda settimana lesbica (ed. 1997), Filo viola: mutamenti, autorappresentazioni, progettualità. Atti delle Cinque Giornate Lesbiche (ed.2011).


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