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IL MIO MAGNA GRAECIA FILM FESTIVAL

(VENT’ANNI DI E CON IL MAGNA GRAECIA FILM FESTIVAL)

Non è facile raccontare di 20 anni trascorsi, seguendo una manifestazione che, per la nostra Calabria, rappresenta, ormai, un punto fermo, ma anche un punto di riferimento.

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Non è facile tradurre in parole, tutte quelle emozioni, indescrivibili, che afferrano l’animo e lo lasciano danzare in un meraviglioso vortice, pieno di evoluzioni fantasmagoriche…

Dopo 20 edizioni di Magna Graecia Film Festival (2004-2023), trascorsi da spettatrice e 30 anni di collaborazione (19932023) di collaborazione con la rivista delle Edizioni Perri, di Lamezia Terme, ora LAMEZIA E NON SOLO, non posso scrivere solo raccontando quel che si può facilmente evincere dal web, dai social o dalla stampa, in generale…

Voglio parlare, come sempre faccio nei miei articoli d’anima (così li definisco), da giornalista amatoriale come amo presentarmi, appunto, dell’anima del Magna Graecia Film Festival: di ciò che lo permea, di ciò che vi passa attraverso, di ciò che lo caratterizza, senza mai definirlo totalmente.

L’area dei sentimenti e delle emozioni, non è facilmente esprimibile: spesso, si relega tutto all’arte, alla poesia, alla musica. Tutto ciò che non è pratico, non è quotidiano si trascura, e, così, tutto ciò che pulsa in noi, che, invece, dovrebbe essere l’unica cosa che contribuisce alla nostra, vera, realizzazione.

Cercherò di parlarvi di questo: di ciò che, non rimanendo più nella nicchia dei sogni, contribuisce a concretizzare meravigliose realtà.

Gianvito Casadonte, Direttore Artistico del MGFF, la grande manifestazione, che muove mari e monti, è partito, nel 2004, da una citazione straordinaria: “If you can dream, you can do it”, di Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo”.

Come? Non si sa: si scopre strada facendo. Con amore, con volontà, non smettendo mai di sognare, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo, step by step…

Da quel sogno, è nato un sentiero, dal sentiero è nato un incanto, dall’incanto è nato l’entusiasmo, da cui deriva la gioia di dare.

Per come conosco Gianvito Casadonte, è proprio la gioia di dare, che lo anima: dare e condividere, come ripete sempre lui. Quel dare che deriva dalla collaborazione con suo fratello Alessandro Casadonte e con la sua squadra, sempre in fermento, sempre in continuo divenire, come una fiamma che arde e non si spegne mai.

Quanti demandano all’arte, il compito di colmare i vuoti del cuore, ma l’arte, Signore e Signori, ha bisogno di supporti concreti, per fare passi oltre il mondo dei sogni! Allora, Gianvito Casadonte ha preso a camminare, a muoversi, a divincolarsi dall’immaginario, per piantare salde radici nel terreno calabro. Poteva realizzare tantissimo ovunque: ha scelto la sua terra, per quella gioia di condividere con chi ama, che lo contraddistingue. Ha scelto la Calabria, perché non sia ricordata per stereotipi, ma come movimento d’amore, facendo scoprire di tutto e di più, di questa terra, a volte, controversa, ma piena di risorse e di bellezze da scoprire.

Così è nata una piccola culla, dapprima con rudimentale tenerezza e tenacia, il cui dondolìo era impresso da nomi del calibro di Mario Monicelli, Ettore Scola, Ugo Gregoretti, a cui, poi, si sono uniti, indissolubilmente, nomi come Avati, Haber, Giannini… Poi si è passati ai monumenti del cinema mondiale: Oliver Stone, Abel Ferrara, John Landis, Richard Gere, Christophe Lambert, Nick Vallelonga, Ron Moss e, quest’anno, Susan Sarandon, solo per citarne alcuni…

In una terra a cui, per popolare tradizione, viene associato il pianto greco dell’autofrustrazione, Gianvito Casadonte ha selezionato l’unico, vero, spirito magnogreco: quello della bellezza, della magnificenza e del desiderio delle grandi cose che ci aiutino nei momenti piccoli, in cui la lotta diventa dura. Quell’uscire a riguardar le stelle, per dirla con Dante, dopo la tempesta, spesso affrontata sanza nocchiere…

Non esiste cosa più bella di quel cielo sopra il tetto, che anche Verlaine ci invita a guardare, quando non tutto va bene…

Infatti, in una settimana, possiamo ricari- carci di bellezza, di magia, di sogno, per sperare la nostra terra cammini… Camminare, lavorare perché nulla sia trascurato.

20 anni sono ancora pochi: come succede nell’esperienza umana, 20 anni sono bellissimi, ma sono solo il preludio per il resto dell’esistenza e vanno considerati solo come un trampolino di lancio!

Questi primi vent’anni sono, come ripete Gianvito, un seme che possa dare un albero rigoglioso, di volta in volta, procedendo.

“Maria, tu ci credi?”: è questa, la domanda che, ogni anno, mi pongono i fratelli Casadonte.

Fu la stessa domanda che mi posero, nel 2020, quando tutto era a rischio, quando tutto era in forse…

Nel 2020, la mia risposta, un po’ secca, a dire il vero, fu: “Gianvito, Alessandro, sono più sicura che il MGFF si realizzerà, anche quest’anno, che non che io sia viva e vegeta, a parlare con voi, in questo momento!”

E così fu. Anche nel 2020, il MGFF ebbe il suo anno di amore verso il pubblico, nonostante le difficoltà di quel controverso periodo storico.

Ho seguito tutte le varie stagioni, i vari cambiamenti, la crescita del MAGNA GRAECIA FILM FESTIVAL.

Ho assistito ai progressi, alla speranza, mai illusione, degli obiettivi da raggiungere, del tutto da portare avanti. Sono orgogliosa dei passi che il MGFF è riuscito a fare, facendosi strada, sempre mantenendo alto lo spirito del voler lanciare messaggi positivi, senza lamentarsi, parafrasando il libro di Salvo Noè...

Ho l’idea che un giovane che, a poco più di 20 anni, ha iniziato un cammino così impervio, voglia donare, ad altri giovani, la possibilità di guardare meglio al futuro.

Un festival, in cui i giovani hanno spazio, si fanno strada, iniziano il loro cammino.

I miei primi anni sono stati timidi: mi intimorivano tantissimo le figure mitiche del nostro cinema, finché un giorno non incontrai, all’uscita dell’Ufficio Postale di Soverato (dal 2004 al 2011, il MGFF si è svolto lì), Giancarlo Giannini. Mi mancò il fiato e lui mi chiese se avessi visto un fantasma…

In effetti, era vestito di bianco…

Lo stesso Gianvito, cominciò a spronarmi a fotografare da vicino gli attori e a scattare foto con loro. Cominciai con gli attori Sebastiano Somma ed Emanuele Bosi, col regista Claudio Giovannesi, che, alcuni anni dopo, nel 2019, vinse l’ORSO D’ARGENTO al Festival di Berlino, per la migliore sceneggiatura, che mi confidò della sua mamma insegnante, che lo aveva incoraggiato fin dai suoi esordi.

Da lì, cominciò la mia lunga ascesa fotografica. Nel 2011, l’ultima a Soverato, ebbi addirittura l’impudenza di esprimermi in anteprima, sul miglior film vincitore. Dissi al regista Aureliano Amadei che avrebbe vinto il suo film e mi rispose che, se fosse successo davvero, mi avrebbe chiamato dal palco. E così fu: Aureliano mi chiamò dal palco, scese e ci abbracciamo, subito dopo che il suo film, VENTI SIGARETTE, che narra la sua vicenda di superstite, in seguito alla strage di Nassirya, fu pro- clamato vincitore per quella edizione del MGFF.

E poi, l’incontro col Maestro Ugo Gregoretti, nel 2012, l’unico anno in cui il MGFF si svolse a Montepaone Lido. Da bambina teledipendente lo amavo tantissimo…

E, dal 2013, il grande salto, a Catanzaro, nella capitale calabra.

Il MGFF cresce e si arricchisce: di sezioni, di location, di eventi correlati.

Cominciano nuove esperienze, nel campo della carta stampata: libri, giornali e, negli anni a venire, persino il coinvolgimento delle scuole.

I documentari e le opere prime straniere arricchiscono il carnet di fruizione.

E poi, gli ospiti stranieri.

L’immenso Oliver Stone, l’estroso Mattew Modine, Matt Dillon, Mira e Paul Sorvino, Pamela Anderson, Christophe Lambert, Abel Ferrara, Ron Moss, Tim Roth, Peter Webber, Richard Gere, Susan Sarandon, solo per ricordarne ancora alcuni… I grandi partecipano alle masterclass persino negli anni della pandemia (dal 2020 al 2022)…

Le partnership si moltiplicano: Rai1, Rai Cinema, Rai International…

Tutto si espande, ma l’evento resta GRATUITO.

Spesso, maldestramente, mi sono permessa di suggerire a Gianvito, di permettere al pubblico di poter donare un contributo simbolico… Guai! Per come finisce ogni leggenda dell’antico horror calabro che si rispetti, la conversazione sull’argomen- to finisce sempre con un… se lo presero tutti i diavoli! La risposta è sempre la stessa: “Maria, RICORDA che, finché mi sarà possibile, lotterò perché il MGFF resti un evento gratuito!” … e mai contraddirlo: se lo prenderebbero, letteralmente, tutti i diavoli!

Quest’anno, per il Ventennale della manifestazione, è tornata la splendida Carolina Di Domenico alla conduzione, che mi ha insignita del titolo ufficiale di Signora Maria del MGFF, persino dalle pagine de IL CORRIERE DELLA SERA (cfr. 26 luglio 2023).

Quest’anno, poi, il mio battesimo come accreditata ufficiale, per la rivista LAMEZIA E NON SOLO.

E, persino, come membro della Giuria Popolare, insieme a Luigia Milano, Azzurra Conforto, Mattia Canino e Giuseppe Cosentino, guidati magistralmente da Eugenia Ferragina, Responsabile Comunicazione Festival e dal Responsabile della Sezione Documentari, Antonio Capellupo.

Abbiamo premiato il film PRIMADONNA, con Claudia Gusmano e Francesco Colella, un film della regista Marta Savina.

Film che ha vinto anche come Miglior Opera Prima, la XX Edizione del MGFF, Premio consegnato dalla Giuria per le Opere Prime e Seconde, composta dai giurati Marco D’Amore, Sveva Alviti e Ivan Carlei.

E ha vinto anche la Colonna d’oro per la Miglior Sceneggiatura e Miglior Attrice: quattro Colonne d’Oro meritatissime.

Invece il Premio Calabria Film Commis- sion, consegnato dal Presidente Anton Giulio Grande, è andato a Marco Bocci, per la regia della sua Opera Seconda, LA CACCIA.

Il Premio Miglior Regia è andato ad Andrea Magnani, che io, personalmente, definisco regista poetico e visionario (e lui lo sa, perché seguo tutti i suoi lavori, da quando lo conobbi, nel 2018, nella XV edizione del MGFF, che vide vincere il suo film, EASY, come Migliore Opera Prima), per il film straordinario LA LUNGA CORSA.

Il premio come Miglior Attore è stato assegnato a Paolo Pierobon.

Quello per Miglior Documentario, assegnato dalla GIURIA sezione Documentari, curata da Antonio Capellupo, composta da Susy LAUDE E Claudio Casazza, è andato a LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME, di Valentina Bertani.

Il Premio Miglior OPERA Prima e Seconda Internazionale, consegnato dalla Giuria Sezione Internazionale, composta da Enzo Sisti e Carlo Siliotto, e curata da Silvia Bizio, è andato a THE QUIET GIRL, di Colm Bairéad.

Menzioni Speciali per OH ROVINA! SAGGIO SUL NON FINITO, del giovane regista Domenico Lagano e per PLAN 75, di Hayakawa Chie e per il cast del film LA PRIMA REGOLA, di Massimiliano d’Epiro.

Poi, il Premio Vittorio De Seta è stato per DONDE LOS NIŇOS NO SUEAŇAN, di Stefano Sbrulli, mentre la Menzione Speciale per IL PASTORE ANTI LUPI, Di Sa- verio Caracciolo e per MIRA-FUTURO, di Andrea Ventura Alizzi e Martina Martinelli.

Regina di questa XX Edizione del MGFF è stata la star internazionale Susan Sarandon, che ha parlato dello sciopero a cui ha aderito, circa la condizione degli attori ad Hollywood e negli States, protesta giunta fino a noi, per via dell’imperante tecnologia artificiale…

Regine, come ogni anno, al MGFF, sono state anche tutte le donne e ogni artista.

Re, se così possiamo definirlo, è stato il grande Sergio Castellitto, ma non solo…

Un grazie speciale va a Gianvito e Alessandro Casadonte, alle loro famiglie, ai genitori dei fratelli Casadonte, a Carlo Dutto e Raffaella Spizzichino, Responsabili dell’Ufficio Stampa Nazionale e Coordinatori del Backstage.

Un grazie anche a tutti i componenti della Sicurezza e, per la prima volta, indegnamente, da parte mia, ai colleghi giornalisti delle radio, delle TV e delle testate, che mi hanno accolto come fossi, da sempre, una di loro.

Un grazie ancora al giornalista di Rai1, Leonardo Metalli che, col suo video burlone ha contribuito alla mia fama sui social.

E un ultimo, solo in ordine temporale, GRAZIE va ai fotografi, fra cui il caro Antonio Raffaele, che, spesso, mi hanno ceduto la prima linea, vista la mia proverbiale altezza (si fa per dire) e ai responsabili dell’organizzazione, Raffaele Bitonte e Romina Pace.

E, anche se non compaiono tutti i nomi, nessuno che graviti nell’orbita del Mgff si senta escluso, perché ogni elemento ha la sua importanza fondamentale.

Infine, grazie a LAMEZIA E NON SOLO, per la fiducia accordatami per l’accredito concessomi per lo Speciale, sul Magna Graecia Film Festival e ricordiamo che la rivista viene offerta a tutti, gratuitamente on line e tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito.

Il saluto conclusivo sarà, come ogni anno, quello solito che lascio sempre a Gianvito Casadonte: “AD MAIORA. SEMPER”.

E, per tutti noi, un appuntamento al prossimo anno, per la XXI Edizione del MGFF, che, spero, ripristini il red carpet ufficiale e i dibattiti col pubblico, per la felicità di tutti.

L’importante è che si continui a lavorare.

Ad attendere e sperare, secondo l’insegnamento del grande Alexandre Dumas padre, che, dalla pagina finale del romanzo, fa pronunciare questa massima, in cui è racchiusa tutta l’esistenza umana, al suo Conte di Montecristo.

E io credo sia racchiusa anche tutta la nostra essenza…

Al prossimo anno, con tutto il cuore.

Testata Giornalistica Di tutto un po’ - lamezia e non solo anno 31°- n. 98 - agosto 2023

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